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tras

figura
zionI

Andrea Alberto Dutto


fig. a
Carlo Mollino, schizzo di soffitto barocco nella Casa sull’altura, 1943.
ACM, P.11C, 148.76

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Carlo Mollino (1905–1973) fu un architetto comunicazione costante e necessaria tra i
noto per la sua eccentricità e i suoi tra- diversi ‹distinti›. Questa enfasi della distin-
sgressivi svaghi. L’architettura fu forse il zione è la caratteristica fondamentale della
suo più nobile diletto. Figlio di un impor- filosofia di Croce e ha una ricaduta evidente
tante costruttore dell’inizio del Novecento, in architettura la cui espressione appare
da cui ereditò un ingente patrimonio econo- compromessa, più di altre forme d’arte, da
mico, nacque a Torino dove visse presso- fatti economici e morali. Guardare all’archi-
ché stabilmente fino alla sua morte. Autore tettura significa riconoscere criticamente
di numerosi progetti di architettura, tra cui una distinzione tra le sue componenti
spiccano gratificanti incarichi pubblici, Mol- interne: un’intuizione artistica non potrà
lino fu anche scrittore di saggi riguardanti essere né buona né vera né utile ma sola-
sia la teoria dell'architettura1, che la fotogra- mente bella, così come un’attività econo-
fia, come lo sci di discesa. Nonostante egli mica non potrà meritarsi che l’appellativo di
intraprendesse queste attività come espres- utile e rifiutare il bello, il vero e il buono.
sioni di un’unica arte, ovvero di un unico e
totalizzante processo elaborativo, non si Croce attribuisce all'estetica il primato sulle
può considerare che la sua opera orbiti altre categorie dello spirito: l’arte è auto-
incontrollata nello spazio dell'edonismo noma ed anticipa il pensiero ovvero la filo-
estetico2. Mollino non fu un artista bizzarro sofia stessa. Con il trattato ‹Estetica come
e stravagante, ma piuttosto un virtuoso scienza dell’espressione e linguistica generale›
eclettico capace di coniugare in una (1902) Croce concepisce l'embrione del
comune finalità espressiva lavoro e svago. proprio sistema filosofico anticipando, per

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In tutta la sua opera vige una riflessione cri- certi versi, la formulazione della ‹filosofia
tica sulla comune espressione che lega i dello spirito›. Siccome l’intuizione precede
diversi linguaggi dell’arte così come l'ambi- inevitabilmente qualsiasi ulteriore elabora-
zione di distinguere l’arte da ciò che arte zione concettuale, l’estetica crea le condi-
non è. zioni necessarie allo svolgimento del pen-
siero. Per questo motivo l’arte è ‹intuizione
«Guardare l’architettura come opera d’arte non visiva› di una forma che è espressione di un
come ‹architettura›»3 è il ‹leitmotiv› con cui contenuto o meglio «l'unità indifferenziata
Mollino intende depurare da contaminazioni della percezione del reale e della semplice
improprie l'espressione architettonica per immagine del possibile. [In essa si annullano
ricondurla, infine, sotto il dominio dell’arte, le] distinzioni tra immagini reali e irreali»4. «Il
dimostrandosi pertanto vicino alla filosofia momento estetico nasce in ‹interiore homine›
di Benedetto Croce (1866–1952). Infatti, [poiché] il bello artistico non consiste nel

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come testimoniano i saggi ‹La storia ridotta rispetto di regole ma è manifestazione dell’au-
sotto il concetto generale dell'arte› (1893) e tenticità dell’intuizione-espressione»5.
‹Estetica come scienza dell’espressione e lin-
guistica generale› (1902), Croce attribuisce Sulla scia di queste considerazioni crociane,
all’arte una posizione non solo dominante Mollino individua l’‹immagine poetica› come
tra le categorie della filosofia, ma la consi- «realtà intuita in noi stessi [...] cioè ricreabile
dera addirittura inclusiva di altre forme di dal sentimento attraverso i sensi indipendente-
conoscenza come la storia e la linguistica. mente da ogni operazione logica»6. L’estetica
La sua filosofia è nota per rappresentare la filosofica è pertanto un'operazione critica
realtà in forma di ‹sistema filosofico› suddivi- (dal greco ‹krìnein›: distinguere) attraverso
dendo lo spirito in quattro categorie, o cui si separa l’intuizione-espressione dai
‹distinti›, di cui due teorici, estetica e logica, suoi pretesti concettuali (logici, scientifici,
e due pratici, economia ed etica. Mentre ai ecc.) e pratici (politici, etici, ecc.). Secondo
prime due ‹distinti› corrispondono forme di Croce, infatti, «l’arte[…] attinge insieme signifi-
conoscenza (l'individuo contempla l'estetica cato e forza da tutto ciò che essa implicita-
quando conosce il particolare e la logica mente nega e da cui si distingue»7; queste
quando conosce l'universale), ai ‹distinti› negazioni svolgono, quindi, un ruolo posi-
della pratica sono relazionate le azioni pro- tivo nella contemplazione di ciò che essa
duttive (ovvero l'economia quando l'indivi- può essere. Così Mollino, che imprime di
duo attua il particolare e l'etica quando si erotismo tanto le proprie fotografie quanto
occupa dell’universale). Il sistema è caratte- le proprie dissertazioni sull'arte, fornendo
rizzato poi da un'opposizione dialettica scorci di una purezza sempre celata o
all'interno di ciascuna categoria – bello/ appena accennata dietro intricati tessuti
brutto in estetica, vero/falso in logica, utile/ retorici, inscena il desiderio di raggiungere
inutile in economia, bene/male in etica – e l'estasi implicita della rivelazione al di là
da una ‹circolarità permanente›, ovvero una delle seduzioni esplicite della menzogna.
Trasfigurazioni
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fig. b
Carlo Mollino, fotografia Polaroid , early 60s.
ACM V.4.4,4.612
Nel ‹Breviario di estetica› (1913) Croce indivi- moralistica è il fine prefisso all'arte di indirizzare
dua quattro negazioni dell'arte che ritiene al bene, d'ispirare l'aborrimento del male, [così
essere le principali o le più importanti come] la richiesta agli artisti di contribuire all’e-
durante un momento di cultura, momento in ducazione civile delle plebi, al rafforzamento
cui dilagano le tendenze tradizionaliste dello spirito nazionale o bellicoso di un popolo,
nell’arte, di cui anche Mollino è strenuo alla diffusione degli ideali di vita modesta e
oppositore. Se la filosofia di Croce è dichia- laboriosa. Tutte cose che l'arte non può fare»13.
ratamente antiaccademica, apolitica e acon- Si tratta di quella stessa «assente architettura
cettuale, non diversa è la diagnosi ‹per col nome di Novecento, quel mascheramento
esclusione› che Mollino attua in alcuni suoi che nell’anteguerra infestò l’Italia» contro cui
scritti per smascherare le mistificazioni ide- si scaglia Mollino, il quale sottolinea che «la
ologiche, politiche e concettuali della realtà decadenza dell’architettura comincia dal
architettonica. Nell'interessante caso di giorno in cui si volle evadere verso l’espres-
‹Vedere l’architettura› (1946), Mollino indivi- sione di un mondo che non era più il nostro, si
dua alcuni «esempi di come ritiene che non si volle risalire una tradizione. [...]L’architettura
debba guardare all’architettura»8 e propone ‹tradizionale› è rifacimento più o meno semplifi-
alcune riflessioni che rimandano per sommi cato di forme del passato, è il riflesso non
capi alle quattro negazioni crociane. risolto in arte, e nemmeno in buona letteratura,
del dualismo tra individuo e società»14.
L’arte non è un fatto fisico. Con questa
prima negazione Croce esclude dall’arte «i L’arte non ha carattere di conoscenza con-
canoni che gli artisti e i teorici greci del Rina- cettuale. Croce rivendica qui l’autonomia

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scimento fermarono per la bellezza dei corpi dell’arte dalla filosofia, il suo carattere alo-
[così come] le speculazioni sui rapporti geo- gico, per cui «l’arte, semplice ed elementare
metrici e numerici determinabili nelle figure e forma di conoscenza, può essere paragonata
nei suoni [poiché] i fatti fisici si svelano […] al sogno della vita teoretica, rispetto al quale la
come una costruzione del nostro intelletto agli filosofia sarebbe la veglia»15. In quest'ottica
scopi della scienza»9. Come afferma Mollino Mollino ritiene che l'architetto dovrebbe
«l’inconsistenza fondamentale [di queste teorie astenersi dall'aderire a una concettualizza-
estetiche] è che: il bello di natura diviene arte. zione stilistica classica o romantica. Nel
[…] Si rende impossibile la distinzione tra il gusto classico, la logica domina la forma e
piacere originato da oggetti e fatti naturali e il «l’arte non sarebbe creazione dell’artista, ma
godimento estetico generato dall’opera d’arte. preesisterebbe al medesimo il quale avrebbe
[…] Ci si riduce in ultima analisi a raccontare, solo mansione di medium o di ostetrico che
cioè ad una critica tecnico-descrittiva, che non per dono divino rivela questa verità tramite gli

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è critica; e certo non è questo il modo di oggetti sensibili». Al contrario il gusto roman-
vedere l’architettura. Tale critica ripiega verso tico «tende a sopravvalutare [il contenuto]
elementi associativi psicologici tanto negati in ovvero il fattore tecnico-costruttivo, le esigenze
teoria»10. ambientali, biologiche, economiche o sociali. Il
conformismo delle forme indiscusse, di uno
L’arte non può essere un atto utilitario, spirito classico romantico, [sono] non-architet-
poiché essa «non ha nulla a che vedere con tura poiché sono lo specchio dell’evasione
l’utile, col piacere e col dolore in quanto tali»11. dell’uomo da se stesso, della paura e nega-
Nonostante questa affermazione sia ovvia zione del suo presente»16. Una precisazione
in poesia, scultura e musica, è in architet- importante riguarda anche l'estraneità
tura che Mollino puntualizza come gli dell’arte al manifestarsi come sensazione
aspetti utilitari determinino le «condizioni di indotta: l’espressione non è univoca in
esistenza dell’opera architettonica [ovvero] un quanto ogni atto contemplativo suscita
pretesto di poesia». Il critico scorge l’arte in un'intuizione particolare. Il ‹messaggio›
questa «architettura di pretesto o di gusto dell’arte è quanto di più oscuro e sfuggente
costruttivista funzionale (macchina per abitare) si manifesti all’ombra del limpido concetto.
[quando riconosce che], trasceso il momento Secondo Mollino «l’arte non si spiega. Ci sarà
di calcolo, l’architetto esprime con la civiltà e la sufficiente liberarla ulteriormente da tutti gli
cultura del suo tempo il suo mondo interiore e elementi estranei che ne intralciano l’intendi-
differenziato»12. mento»17 poiché «in critica estetica non vi è
luogo per processi alle intenzioni»18.
L’arte non è un atto morale. Afferma Croce
che «un’immagine artistica ritrarrà un atto A differenza della separazione e dell'auto-
moralmente lodevole o riprovevole; ma l’imma- nomia che riguardano ogni categoria dello
gine stessa non è né lodevole né riprovevole spirito, l'arte, al suo interno, non ammette
moralmente. […]. Derivazione della teoria alcuna distinzione tra le discipline (musica,
pittura, architettura, ecc). Questa condi- coincidenza trasfigurante del modello naturale XIX secolo lungo il Po. Egli custodì questa
zione è implementata per mezzo di tecni- con la nostra realtà poetica»22. Nella descri- casa in totale segretezza, arredandola e
che attraverso le quali avviene la necessaria zione della Casa sull’altura (1943) Mollino predisponendola per un uso domestico che
circolarità tra la sfera pratica e quella teo- cita un frammento dell'episodio biblico non le corrisponderà mai effettivamente.
rica. «Noi non possiamo volere o non volere la della trasfigurazione23 e si sofferma sulla Come afferma Fulvio Ferrari27 si tratta pre-
nostra visione estetica: possiamo bensì, volerla parola ‹padiglione›, con cui «su quel monte, sumibilmente di una casa che l'architetto
o no estrinsecare, o, meglio, serbare e comuni- silenziosa estasi[...], altezza erbosa tra le progetta per ospitare la sua vita dopo la
care o meno agli altri l’estrinsecazione pro- nuvole», il discepolo Pietro sembrava allu- morte, come Mollino stesso sembra sugge-
dotta. […] Questo fatto volontario prende il dere a qualcosa di non direttamente visibile rire nella prima pagina de ‹Il messaggio dalla
nome di tecnica, cioè una conoscenza a servi- ma presente nella sua fantasia come «quei camera oscura› in cui è ritratta la regina
zio dell’attività pratica rivolta a produrre stimoli padiglioni o tende dei re assiri, con mezze Taja28, moglie del faraone Amenhotep III.
di riproduzione estetica»19: Croce apre così la cupole e cortili, tiranti, cavi, insomma quasi Nonostante la forma stretta ed allungata
questione della tecnica nell’arte. Nono- case»24. Curiosamente, egli si concentra su della sagoma planimetrica, il corridoio,
stante si soffermi poi a descrivere una ‹teo- un aspetto del racconto biblico (il padi- disposto longitudinalmente al centro
rica tecnica› per ogni singola arte (che nel glione) di evidente marginalità rispetto alla dell'appartamento come un tunnel sotterra-
caso dell’architettura comprenderebbe trasfigurazione di Gesù, ma tale da sottoli- neo, distribuisce schematicamente i diversi
«leggi di meccanica, resistenza dei materiali da neare il necessario distacco tra la visione ambienti lungo il perimetro. Ogni stanza si
costruzione e rivestimento, modo di mescolare fantastica e il simbolismo religioso. La tra- differenzia dalle altre ed è arredata con
la calce e lo stucco»20) nega che tra di esse sfigurazione, infatti, è uno svolgimento minuziosa attenzione tale da ricondurre
(Scultura, Pittura, Oratoria, Musica) vi siano estetico basato sull'elaborazione tecnica di ogni dettaglio all'insieme tematico della
limiti estetici di espressione. immagini, anziché sulla riflessione logica o funzione specifica a cui essa risponde.
metafisica, attraverso cui l'individuo, sia egli Nella stanza che accoglie il passaggio del
L'opera di Mollino è caratterizzata da una artista o non artista, esterna le proprie intui- ‹guerriero› nell'aldilà, un letto sagomato a
compenetrazione tra diverse espressioni. zioni suscitate dalla visione di cui l'evento barchetta galleggia metaforicamente su
Trasfigurazioni

Egli dimostra che solo tramite una poten- naturale è puro pretesto25. Così la tecnica una moquette blu oltremare, in compagnia
ziale complementarietà tra le diverse ‹teori- architettonica consente di intuire in un pae- di una collezione di farfalle che campeggia
che tecniche› crociane è possibile creare le saggio di vette alpine, l’espressione del per intero sulla parete laterale.
condizioni più favorevoli per l’espressione profilo frastagliato di una cattedrale e reci-
artistica. Il primo trattato di Mollino, intito- procamente attraverso la fotografia l’artista Si tratta quindi di un'architettura domestica
lato ‹Il messaggio dalla camera oscura› (ini- può esprimere l'intuizione di una parete di ombre, radicalmente introversa, mania-
ziato nel 1943), nonostante sia dedicato rocciosa sulla base del sentimento susci- calmente plasmata sulle abitudini di vita
principalmente alla fotografia, spazia tato dal profilo di un edificio. La trasfigura- dell'abitante che, smarrita la propria attua-
ampiamente tra le diverse arti, riferendosi zione rappresenta il nodo di giunzione tra lità terrestre, la ritrova nella vita sotterranea
soprattutto alla pittura e all’architettura. La intuizione e visione e conferisce all’artista la dei faraonici complessi funerari egizi. La
fotografia, infatti, è il mezzo che egli predi- possibilità di esprimere la propria visione sintesi dialettica tra osservazione osteolo-
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lige per creare e documentare le proprie fantastica avvalendosi di tutti i mezzi tecnici gica e forma strutturale genera, invece, una
opere sin dall’inizio degli anni Trenta. La e i processi elaborativi offerti dalle arti. ‹trasfigurazione anatomica› che è l'espres-
presenza della fotografia è testimoniata Essa è assiduamente presente nell'opera sione più comunemente nota dell'opera di
addirittura nella dimensione più intima e molliniana, e in particolar modo nell'archi- Mollino. Le sedie in legno curvato disegnate
privata della sua vita. Dopo la sua morte, tettura che ne implementa le potenzialità da Mollino – sorta di protesi che popolano
infatti, si scopre l'esistenza nel suo archivio come strumento di progetto. Tra le infinite la sua fotografia erotica – si configurano
di migliaia di scatti Polaroid che ritraggono possibilità ‹trasfiguranti› si possono elencare come le protuberanze organiche dei corpi
ragazze, nude o semivestite, in pose eroti- alcune forme in cui la trasfigurazione femminili che vi si trovano adagiati (fig. B);
che. L’erotismo magico che avvolge queste ricorre nella sua opera. allusioni ossee interessano il progetto di
fotografie trascende il consumo pornogra- oggetti per l'arredamento tra cui emblema-
fico dell’immagine come alimento libidinoso L'espressione di uno spazio architettonico tico è il caso ‹tavolo a vertebre› (1951). L'op-
e induce alla contemplazione del fantastico. che traduca in immagine l'ammasso di fun- portunità di progettare una casa sulla sco-
Mollino piega la visione naturale al piacere zioni corporee necessarie alla vita degli abi- gliera, Casa-Grotta sul mare (1944), stimola
dell’intuizione interiore poiché, come tanti innesca una intuizione visiva che pos- l'intuizione del muro perimetrale in forma di
afferma Croce, «la fotografia, se ha alcunché siamo definire ‹trasfigurazione fisiologica›. Un frastagliato involucro di conchiglia, così
di artistico, lo ha in quanto trasmette, l’intui- caso esemplare e peraltro noto a Mollino è come il progetto del guscio d’uovo che rac-
zione del fotografo, l’atteggiamento e la situa- il racconto di quell'intellettuale del Sette- chiude la sala principale del Teatro Regio di
zione che egli si è industriato di cogliere»21. cento che, accusato di omicidio e costretto Torino (1965). Altri esempi sono quelli della
agli arresti domiciliari, raccolse in un diario Casa in collina (1942), la Stazione-albergo
La tecnica fotografica mette l'artista nella le descrizioni della propria stanza il cui al Lago Nero (Sauze d'Oulx, 1943) e il Con-
condizione di esprimere la crociana «visione aspetto variava in funzione delle divaga- corso Vetroflex-Domus (1943), in cui Mol-
trasfigurante», o piuttosto quella che Mollino zioni deliranti che la animavano26. L'imma- lino espone e deforma la struttura di inno-
definisce «trasfigurazione estetica della natura gine pietrificata in architettura della perso- centi chalet alpini trasfigurandola in
[ovvero] una selezione di tempo o spazio, ese- nalità di Mollino è ben esemplificata dalla spettacolari ed eccessivi supporti osteolo-
guita prima, durante o dopo lo scatto, da cui sua Casa in via Napione (Torino, 1960), gici. Come un parassita che aggredisce la
scaturiscono gli infiniti modi che operano la situata al primo piano di una palazzina del figura e ne esalta le sue parti più oscene e
viscerali, la ‹trasfigurazione anatomica› conta- 1 Un' approfondita analisi sulla tecnica di scrittura di Mollino si
trova in Riccardo Palma, ‹Il messaggio eclettico della figura›, in:
mina anche il progetto di autoveicoli. Figure Riccardo Palma (a cura di), ‹Architettura spazio scritto: forme e
simili si ritrovano nel disegno della carena tecniche delle teorie dell’architettura in Italia dal 1945 ad oggi›,
Torino 2001, pp. 112-131.
del Bisiluro Dalmonar (1955), prototipo di 2 «Carlo Mollino ribalta l'immagine di un architetto eccentrico,
autovettura da corsa, mentre il profilo circo- del poeta capriccioso descritto talvolta da una storiografia mor-
bosamente attratta dalla fenomenologia del bizzarro», Sergio
lare del parabrezza del Pullman Nube d’Ar- Pace, ‹«La verità non è una sola». Carlo Mollino e la difficile
gento (1959) allude a una ciclopica cavità professione di architetto negli anni cinquanta›, in: Sergio Pace
ottica. (a cura di), ‹Carlo Mollino architetto (1905-1973): costruire le
modernità›, Milano: Electa 2006, p. 104.
3 Carlo Mollino, Franco Vadacchino, ‹Architettura: arte e tecni-
Possiamo definire ‹trasfigurazione scenogra- ca›, Torino: Chiantore 1947, p.14.
4 Benedetto Croce, ‹Estetica come scienza dell’espressione e
fica› un insieme di espressioni-intuizioni linguistica generale›, Bari: Laterza 1908, p.6.
accomunate dalla caratteristica di sfondare 5 Giusi Furnari Luvarà, ‹Sei studi su Benedetto Croce›, Soveria
Mannelli : Rubettini 2004, p. 126.
ed amplificare i piani prospettici delle pareti 6 Carlo Mollino, ‹Il messaggio dalla camera oscura›, Torino:
introducendo il fantastico nella visione degli Chiantore 1949, p.120.
interni domestici. Ciò viene esemplificato 7 Benedetto Croce, ‹Breviario di estetica: quattro lezioni›, Bari:
Laterza 1913, p.12.
chiaramente nel soggiorno di Casa Minola 8 Carlo Mollino, ‹Vedere l'architettura›, Agorà, 9-10, settembre-
(Torino, 1944) la cui parete di fondo è occu- ottobre, 1946, p.11.
9 Benedetto Croce, ‹Breviario di estetica›, cit., p.14.
pata per intero da una litografia di ispira- 10 Carlo Mollino, ‹Vedere l'architettura›, Agorà, 9-10, settembre-
zione fiabesca. Altri esempi simili sono ottobre, 1946, p.13-14.
11 Benedetto Croce, ‹Breviario di estetica›, cit., p.15.
Casa Rivetti (Torino, 1949) dove una litogra- 12 Carlo Mollino, ‹Vedere l'architettura›, Agorà, 11, novembre,
fia simile si estende dalla parete della 1946, p.23.
stanza fino al soffitto, e la Casa D'Errico 13 Benedetto Croce, ‹Breviario di estetica›, cit., p.17.

Andrea Alberto Dutto


14 Carlo Mollino, ‹Vedere l'architettura›, Agorà, 9-10, settembre-
(Torino, 1937) in cui la prospettiva è ani- ottobre, 1946, p.11.
mata da un curioso abbinamento tra la 15 Benedetto Croce, ‹Breviario di estetica›, cit., p.20.
16 Carlo Mollino, ‹Classicismo e romanticismo nell'architettura
parete d'ingresso, su cui si trova rappresen- attuale›, Metron, 53-54, settembre-dicembre, 1954, p.11.
tata un'iconografia rinascimentale e le 17 Carlo Mollino, Franco Vadacchino, ‹Architettura: arte e tecni-
ca›, cit., p. 52.
pieghe in rilievo degli abiti che vi si trovano 18 Carlo Mollino, ‹Il messaggio dalla camera oscura›, cit., p.91.
addossati. Un ulteriore esempio è dato dal 19 Benedetto Croce, ‹Estetica come scienza dell’espressione e
soffitto della Casa sull'altura (1943) che, linguistica generale›, cit., p.129.
20 ivi. p. 131.
come afferma lo stesso Mollino, «di sera 21 Benedetto Croce, ‹Estetica come scienza dell’espressione e
diviene luogo di proiezione artificiale di decora- linguistica generale›, cit., p.20.
22 Carlo Mollino, ‹Il messaggio dalla camera oscura›, cit., p. 71. In
zione fissa a colori, come da lanterna magica, quest’opera la parola ‹trasfigurazione› ricorre nelle titolazioni
[donando all'ambiente] la possibilità di avere i di alcuni paragrafi del secondo capitolo: «Percezione della
natura e trasfigurazione soggettiva» (p.58), «I mezzi tecnico
più bei soffitti decorati con proiezioni a colori fotografici di trasfigurazione estetica della natura» (p.71),
di decorazioni altrimenti impossibili[...]. La mac- «Contrariamente al suo scopo, il progresso tecnico meccanico

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china da proiezione […] era sufficiente a [dare] della fotografia fornisce nuovi mezzi di trasfigurazione della
realtà» (p.81).
degli effetti insospettati: la camera quasi appa- 23 «Pietro disse a Gesù: Maestro, è buona cosa per noi lo star qui;
riva trasfigurata»29. (fig. A) facciamo tre padiglioni, uno per te, uno per Mosè e uno per
Elia; non sapendo egli quel che si dicesse. Ma nel tempo che
egli diceva questo, si levò una nuvola, la quale li involse...».
La trasfigurazione appartiene alla realtà Luca IX, 33-35.
dell’intuizione solamente se anticipa lo 24 Carlo Mollino, ‹Disegno di una casa sull'altura›, Stile, 40, aprile,
1944, p.2.
svolgimento del giudizio critico, che si è 25 Lo smarcamento da una natura che non sia stata filtrata dalla
detto essere logicamente determinato. Il rappresentazione intellettuale è una delle caratteristiche che
testimonia un legame tra l'arte di Mollino e quella dell'antica
rischio di interpretare la visione trasfigu- civiltà egizia dove l'immagine della natura in sé non ha alcuna
rante come una logica espressiva dell’arte autorità. Cfr. Sergio Donadoni, ‹Arte egizia›, Torino: Giulio
Einaudi editore 1959.
indurrebbe, infatti, a un fraintendimento tra 26 Cfr. Xavier de Maistre, ‹Viaggio intorno alla mia camera›, Cata-
il ruolo dell’artista con quello del critico. nia: Edizioni paoline 1960.
Come afferma Croce, «il critico non è ‹artifex 27 Cfr. Fulvio Ferrari, ‹Casa Mollino in Via Napione›, in Giovanni
Brino, ‹Carlo Mollino: Architettura come autobiografia›, Mila-
additus artifici› ma ‹philosophus additus artifici› no: Idea Books 2005, pp. 166-169.
[e] la sua opera non si attua se non quando 28 Carlo Mollino, ‹Il messaggio dalla camera oscura›, cit., p. 9.
29 Carlo Mollino, ‹Disegno di una casa sull'altura›, cit., p.9.
l'immagine ricevuta si serbi e si oltrepassi 30 Benedetto Croce, ‹Estetica come scienza dell’espressione e
insieme. [Egli si pone] la domanda: se e in linguistica generale›, cit., pp.92-93.

quale misura il fatto, che ha innanzi come pro-


blema, sia intuizione»30. Scevra dalla prigionia
logica di concetti e di teorie estetiche tota- Tutte le immagini indicate con l'acronimo
lizzanti che indurrebbero l’artista a svolgere ACM e un numero di archivio sono parte
immutabili mansioni, l’intuizione si rispec- dell'Archivio Carlo Mollino: Politecnico di
chia felicemente nella libertà espressiva di Torino, Area BIBLIOM, Archivi della Biblio-
Mollino e nel potenziale fantastico della sua teca Centrale di Architettura «Roberto Gab-
visione trasfigurante. etti», fondo Carlo Mollino. Per quanto possi-
bile, i diritti d'autore sono stati assolti.

Andrea Alberto Dutto, nato nel 1985, si laurea


nel 2010 con doppio riconoscimento al
Politecnico di Torino e all'Ecole Nationale
Supérieure d'Architecture di Marsiglia. Al
momento è dottorando in Architettura e pro-
gettazione al Politecnico di Torino.

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