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Benedetto Croce

Croce fu un filosofo italiano con una storia particolare, infatti egli diventò un simbolo
di libertà da un'Italia oppressa dal regime fascista, tutto questo in maniera legale
grazie alla sua amicizia con Giovanni Gentile (esponente filosofico ufficiale del
regime), che gli permise di scrivere liberamente facendo l'interesse dei fascisti che
non vennero visti troppo oppressivi in ambienti internazionali.

La critica ad Hegel

Dopo aver fatto i conti con Marx in “Materialismo storico ed economia marxista”,
Croce dice la sua su Hegel in “Ciò che è vivo e ciò che è morto della filosofia di
Hegel”.

Fu proprio lui a tradurre i suoi scritti e contribuì a farlo conoscere in Italia, portando
avanti il rifiuto della metafisica, ed esaltando il processo dinamico e razionale dello
spirito insieme al suo pensiero filosofico.

Però secondo Croce, Hegel non aveva messo in considerazione un elemento molto
importante, quello della “dialettica degli opposti”.

Hegel, cioè, avrebbe fatto coincidere erroneamente la distinzione e l'unità che


esistono tra le diverse “forme dello spirito”, infatti dove i distinti si condizionano
solo nella loro successione ideale, gli opposti invece si condizionano a vicenda (ad
esempio non può esistere il bello senza il brutto o il vero senza in falso).

Croce ammette due fondamentali forme dello spirito, quella teoretica e quella
pratica.

Forma teoretica → -Arte come “conoscenza dell'individuale” (Bello)

-Logica come “conoscenza dell'universale” (Vero)

Forma pratica → -Economia che “ha a che fare con l'utile personale” (Utile)

-Etica che “ha a che fare con il bene” (Bene)

L'attività spirituale umana viaene dunque riassunta nelle categorie del bello, vero,
utile e bene, invece le scienze fisiche e naturali si rispecchiano nelle forme pratiche.
L'arte come intuizione lirica

L'intuizione artistica non è un fantasticare disordinato, bensì è un'aspirazione chiusa


in una rappresentazione, in questo senso oltre ad essere pura (senza riferimenti
storici), è anche “intuizione lirica” (contemplazione del sentimento).

L'arte quindi si configura come sintesi a priori estetica di sentimento e immagine,


poiché accoglie dal sentimento il suo contenuto, ma lo trasforma in immagine, che
rappresenta la liberazione dall'immediatezza e la catarsi della passionalità; con
questo ragionamento Croce pone fine a quello che è stato un grande dibattito,
quello dell'antitesi fra Romaticismo e Classicismo dichiarando che l'arte autentica è
sempre romantica e classica allo stesso tempo.

L'identità di filosofia e storia

Croce mostra anche l'identità tra il concetto e il “giudizio definitorio” che lo esprime
(ad esempio il concetto di arte esiste solo in quanto definito dal giudizio “arte è
intuizione lirica”), e l'identità tra il giudizio definitorio e il giudizio universale (ad
esempio “i Sonetti” di Foscolo sono un'opera d'arte).

Questi due giudizi vengono sempre a coincidere in quanto per esistere il giudizio
individuale ha bisogno di un precedente giudizio definitorio e viceversa, quindi l'atto
del giudizio si presenta come una sintesi a priori logica.

E poiché il giudizio definitorio è sempre filosofico ( in quanto la filosofia è


delucidazione logica dei concetti) e il giudizio individuale è sempre storico ( in
quanto verte intorno alle particolari e mutevoli rappresentazioni), il pensare
filosofico è sempre un pensare storico e viceversa.

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