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interessi. Esso è riferibile ad un qualsiasi soggetto che svolge un’attività rivolta alla
dagli organi che hanno competenza alla cura degli interessi dei soggetti pubblici.
Ma una definizione esaustiva non può certo ricavarsi dalle scarne disposizioni della
Allo stato, la nozione più ampia ed attendibile appare senz’altro quella dell’art. 1 del d.
lgs. 165/2001 che tuttavia non ricomprende gli enti pubblici economici.
Più in particolare, tale norma si riferisce a tutte le amministrazioni dello Stato “ivi
compresi gli istituti e le scuole, di ogni ordine e grado e le istituzioni educative, le regioni,
universitarie, gli istituti autonomi case popolari, le camere di commercio, le aziende e gli
enti del Servizio sanitario nazionale, l’agenzia per la rappresentanza nazionale delle
sua organizzazione, nei beni e nelle attività ad essa peculiari e nei rapporti che,
amministrazione non si esaurisce nella sola attività di diritto pubblico; si assiste, infatti,
Così l’attività amministrativa può essere esercitata dai soggetti pubblici tanto nelle
forme del diritto pubblico quanto nelle forme del diritto privato (si pensi ai contratti c.d.
ad evidenza pubblica).
è in linea di principio negativa: i principi che li regolano sono propri del diritto privato.
Anche i rapporti tra diritto penale e diritto amministrativo si sono fatti più stretti. Negli
ultimi decenni molti reati sono stati depenalizzati per diventare illeciti amministrativi,
COMUNITARIO
amministrativo comunitario).
Va osservato che nelle ipotesi in cui siffatto diritto comunitario sia mediato dal diritto
del Trattato e di direttive self executing, che esplicano effetti immediati nell’ambito degli
dell’ordinamento italiano.
Il moltiplicarsi dei compiti della Unione europea impone lo sviluppo dei raccordi tra
delle competenze di queste ultime e della loro organizzazione. L’aumento dei compiti
evenienze.
sussidiarietà. Esso (che in linea di massima implica come normale l’azione del livello di
governo inferiore e più vicino ai cittadini e prevede l’intervento del livello superiore di
governo soltanto se l’azione del primo non consenta la cura degli interessi affidati)
presenta in realtà due facce. Una garantista a favore del decentramento, e dei poteri
locali, ai quali sono riservate le competenze salvo che essi non siano in
grado di assicurare la realizzazione degli obiettivi che debbono perseguire. L’altra che
Introdotto anche nel nostro ordinamento dalla l. 59/1997 nonché, da ultimo, dalla l. cost.
n. 3/2001, questo principio è stato consacrato formalmente nel Trattato istitutivo della
Comunità europea e costituisce una vera e propria regola di riparto delle competenze
infine, un mutamento del ruolo delle amministrazioni nazionali le quali sono spesso
comunitaria.
Ciò determina una complicazione del procedimento amministrativo, nel senso che si
per i cittadini; situazione che crea altresì dubbi e incertezze in ordine al giudice
dall’azione procedimentale.
È importante chiarire che cosa si debba intendere per esecuzione nel diritto
tale attività sono tenute in ossequio all’art. 10 del Trattato CE; anche l’attuazione di
regolamenti e direttive spetta agli Stati membri che agiscono adottando atti legislativi
e amministrativi.
In realtà si deve distinguere tra esecuzione in via diretta ed esecuzione in via indiretta
che avviene cioè avvalendosi della collaborazione degli Stati membri: va peraltro
rilevato che il modello iniziale era quello di una Comunità che tendenzialmente non
esegue, ma che “fa fare” agli Stati membri. Accanto a questo modello di
Occorre ora individuare con maggior precisione che cosa si debba intendere, sotto il
esecutiva è esercitata dalla Commissione, sulla base dell’art. 202 del Trattato CE,
Commissione.
prevalgono sulle norme prodotte dalle altre fonti del diritto, che è possibile chiarire
quali siano i suoi rapporti con gli altri soggetti del medesimo ordinamento.
ATTIVITÀ DI GESTIONE
principale.
Ai sensi dell’art. 98 Cost., l’amministrazione pare in primo luogo direttamente legata alla
Vi è poi il modello espresso dall’art. 5 Cost. e sviluppato nel titolo V della parte seconda,
Ancora diverso è lo schema presupposto dall’art. 97 Cost., il quale contiene una riserva
per la sua imparzialità ed efficienza. L’art. 97 Cost. pone contestualmente limiti anche al
consentito di rilevare come sullo sfondo sia costantemente presente la questione del
estraneo al governo. Per quanto poi attiene alla burocrazia, la Costituzione in nessuna
Sussiste però l’esigenza che l’amministrazione sia leale verso la forza politica che
essere strumento di esecuzione delle direttive politiche impartite dal ministro che
non tanto orientata nel senso di realizzare un’improbabile netta separazione tra politica
e amministrazione. Gli organi politici possono controllare e indirizzare il livello più alto
Specifico riflesso del problematico rapporto che corre tra politica, amministrazione e
amministrativi e atti politici: questi ultimi sono sottratti al sindacato del giudice
amministrativo.
Quali esempi di atti politici che rivestono la forma amministrativa possono ricordarsi le
deliberazioni dei decreti legge e dei decreti legislativi; gli atti di iniziativa legislativa del
regionali. Ci sono poi gli atti di alta amministrazione (ad es. i provvedimenti di nomina
dei direttori generali delle aziende unità sanitarie locali e delle aziende ospedaliere)
giurisdizionale.
Sotto il punto di vista pratico, la distinzione tra atti di alta amministrazione e atti
amministrativi in senso stretto è però importante perché gli uni e gli altri sono
LA RESPONSABILITÀ
dello Stato e degli enti pubblici sono direttamente responsabili, secondo le leggi
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I presenti appunti non sostituiscono il libro di testo, ma servono ad agevolare la
ripetizione 😊
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differente da quello che emerge dall’art. 28 Cost., ove il costituente si riferisce alla
Si parla infatti sovente di “responsabile” per indicare il soggetto che deve rendere conto
In questa direzione può anche essere letta la legge sul procedimento amministrativo, la
quale ha previsto l’istituzione della figura del responsabile del procedimento: tale figura
IL PRINCIPIO DI LEGALITÀ
legge. Siffatta definizione configge però con la circostanza che non tutta l’attività
amministrativa può essere considerata mera proiezione della legge, nel senso che
Nel nostro ordinamento giuridico convivono più concezioni del principio di legalità. In
amministrativo rispetto alla legge (preferenza della legge). L’art. 4 disp. prel. cod. civ.
alle disposizioni di legge”. Il principio di legalità può infatti anche richiedere qualcosa di
più rispetto alla non contraddittorietà e, cioè, l’esigenza che l’azione amministrativa
abbia uno specifico fondamento legislativo. Si tratta del principio di legalità inteso nella
sua accezione di conformità formale, nel senso che il rapporto tra legge e
ma anche sul dovere della stessa di agire nelle ipotesi ed entro i limiti fissati
inteso come conformità formale esiste quello della conformità sostanziale. Con tale
nozione si intende fare riferimento alla necessità che l’amministrazione agisca non solo
entro i limiti di legge, ma altresì in conformità della disciplina sostanziale posta dalla
legge stessa, la quale incide anche sulle modalità di esercizio dell’azione e, dunque,
Questa concezione si ricava dalle ipotesi in cui la Costituzione prevede una riserva di
imponendo la disciplina legislativa di una data materia, delimita l’esercizio del potere
Il principio di legalità, invece, attiene al rapporto tra legge ed attività complessiva della
pubblica amministrazione, dunque anche quella non normativa: il mancato rispetto del
I parametri ai quali l’attività amministrativa deve fare riferimento sono più ampi della
sola legge in senso formale: ciò consente tra l’altro di spiegare perché si parli in dottrina
non solo di legalità ma altresì di legittimità, la quale consiste nella conformità del
ancorché alla stessa pur sempre collegati (norme regolamentari, statutarie e così via)..
In ragione del fatto che il potere si concretizza nel provvedimento, si comprende perché
l’amministrazione può esercitare i soli poteri autoritativi attribuiti dalla legge, essa può
stessa.
Occorre infine richiamare il principio del giusto procedimento, elaborato dalla Corte
esso esprime l’esigenza che vi sia una distinzione tra il disporre in astratto con legge ed
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IL PRINCIPIO DI IMPARZIALITÀ
L’art. 97 Cost. pone espressamente due principi relativi all’amministrazione: trattasi del
programmatica della norma costituzionale, la quale pone una riserva di legge; è stato
così affermato l’applicabilità diretta dei due principi in esame tanto all’organizzazione
Per quanto concerne il concetto di imparzialità, si osserva che esso esprime il dovere
posizione dei pubblici impiegati, i quali sono al servizio esclusivo della Nazione e,
Il principio di imparzialità impone inoltre il criterio del pubblico concorso per l’accesso ai
Il principio di buon andamento impone che l’amministrazione agisca nel modo più
Il problema del buon andamento non deve essere confuso con quello del dovere
dovere non può andare al di là di ciò che alla diligenza di un amministratore di qualità
media può essere richiesto. Il buon andamento va invece riferito alla pubblica
trasparenza.
possa utilizzare pochissimi mezzi potrebbe essere efficiente ma non efficace, così come
efficiente.
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trasparenza in senso ampio, possono essere ricondotti molteplici istituti tra i quali il
amministrazioni.
esso evoca, non è sempre facilmente compatibile con l’ottica della legalità. Il conflitto è
dell’efficienza e dell’efficacia.
L’amministrazione non può comunque essere identificata con una organizzazione che
AMMINISTRAZIONE
L’art. 24 Cost. stabilisce che “tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti
e interessi legittimi”.
La disciplina di cui all’art. 113 Cost. esprime l’esigenza che ogni atto della pubblica
sindacabilità anche degli atti regolamentari che non hanno i caratteri tradizionali degli
Giova notare che, secondo la Corte costituzionale, la norma in esame non impedisce
l’emanazione delle c.d. leggi provvedimento (si tratta di leggi che hanno contenuto
puntuale e concreto alla stessa stregua dei provvedimenti amministrativi), purché sia
legge provvedimento essere sindacata soltanto dalla Corte costituzionale, alla quale
tuttavia, come noto, non è possibile proporre direttamente ricorso da parte dei soggetti
privati lesi.
giudici, ordinari e amministrativi, costituito dal merito. In taluni casi, però, l’ordinamento
amministrative.
all’esercizio della funzione regolamentare, pare emergere dall’art. 117 Cost., che
competenza statale (così escludendo che in tale ambito possa intervenire la legge
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PUBBLICI
persegue finalità collettive che l’ordinamento generale ha attribuito alla sua cura.
funzioni al livello superiore di governo esercitabili soltanto nelle ipotesi in cui il livello
Esso è stato dapprima previsto a livello comunitario, anche se in passato vi era chi
sosteneva che l’art. 5 Cost., pur non nominandolo, lo sottendesse, sicché sarebbe
Invero, l’articolo ora citato riguarda il decentramento, figura che è riferibile in generale
a tutti i poteri decisori e che implica la necessità che tali poteri non siano tutti racchiusi
e conferiti in un “centro”.
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subordinazione con il centro: in realtà, nel nostro ordinamento per molto tempo gli
organi locali dello stato continuano ad essere legati a quelli centrali da rapporti di
Di conseguenza, parte della dottrina ritiene che in molti casi la presenza di organi statali
così che la cura di interessi locali sia affidata a enti esponenziali di collettività locali,
rapporti regione-enti locali: esso è infatti annoverato dall’art. 4 della l. n. 59/1997 tra i
principi e i criteri direttivi cui deve attenersi la regione nel conferimento a province,
comuni ed enti locali delle funzioni che non richiedano l’unitario esercizio a livello
regionale.
Il principio di sussidiarietà può essere inteso in senso non solo verticale (relativamente
cioè alla distribuzione delle competenze tra centro e periferia), ma anche orizzontale
L’art. 3 della stessa legge, in particolare, prevede la possibilità che gli enti locali
adeguatezza.
DEMOCRAZIA
eguaglianza (art. 3 Cost.) e di solidarietà (art. 2 Cost.). Pure altri principi, comunque,
possono ad
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essa venire estesi. L’art. 52 Cost. stabilisce che l’ordinamento delle forze armate deve
democratica deve essere anche l’azione amministrativa la quale, a sua volta, deve
gli ostacoli che impediscono la piena eguaglianza dei cittadini. Il principio democratico,
nel suo significato più ampio, indica il governo della maggioranza nel rispetto dei diritti
delle minoranze.
STATO”
Il principio tradizionale della separazione dei poteri (Montesquieu) postulava che le tre
funzioni, legislativa, esecutiva e giudiziaria, fossero distribuite tra poteri distinti. Si deve
notare come la situazione attuale sia profondamente mutata rispetto all’epoca in cui
venne elaborato il principio. In primo luogo sono stati riconosciuti altri poteri accanto ai
tre tradizionali.
Tra i vari poteri pubblici dell’ordinamento possono sorgere conflitti, nel senso che può
venire in discussione la spettanza di una o più potestà a uno o più di tali soggetti.
Il conflitto si dice “positivo” nell’ipotesi in cui autorità diverse affermino la titolarità della
in altri casi.
I conflitti possono sorgere, infatti, tra organi appartenenti a diversi ordini giurisdizionali e
debba essere decisa dal giudice amministrativo o da quello ordinario); oppure tra
quando il conflitto sorge tra più organi della stessa amministrazione, o “giurisdizionali”
quando il conflitto sorge tra più giudici dello stesso ordine e grado).
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GENERALI
A sua volta, l’amministrazione statale (e il discorso vale anche per quella regionale e
locale) si articola in una serie di enti variamente collegati alla prima, ma da questa
L’art. 97 Cost. stabilisce il principio generale secondo cui “i pubblici uffici sono
Oggi molti enti (consorzi, aziende speciali e così via) continuano comunque ad essere
istituiti da altri enti pubblici con determinazioni amministrative “sulla base di legge” e
non “per legge”: pertanto, si distingue in dottrina tra configurazione astratta e istituzione
dibattuta in dottrina, è stata risolta dalla giurisprudenza utilizzando una serie di indici
“esteriori”, nessuno dei quali è di per sé ritenuto sufficiente, ma che invece sono
considerati idonei ove considerati nel loro complesso. Tra questi indici di pubblicità si
organi direttivi in tutto o in parte di competenza dello Stato o di altro ente pubblico;
PUBBLICITÀ
Gli indici esteriori rilevatori della pubblicità, però, non sembrano idonei a consentire
È pur vero che molti soggetti privati perseguono anche finalità che potremmo
considerare collettive. In queste ipotesi, tuttavia, manca quel giudizio sulla rilevanza
Ciò determina il fenomeno per cui l’ente pubblico non può disporre della propria
esistenza, a differenza dei soggetti privati, che possono decidere di “ritirarsi” e cioè
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peraltro che l’indisponibilità della propria esistenza è soltanto una conseguenza, per
ritiene che possano soccorrere alcuni elementi rivelatori, tra i quali è particolarmente
soggetto sul mercato, sicché il pubblico interesse è individuato nel fatto che tale
soggetto svolga attività economiche. Vengono così istituiti gli enti pubblici economici a
giuridiche di rilievo:
a) soltanto gli enti pubblici possono emanare provvedimenti che hanno efficacia sul
amministrativa.
d) Gli enti pubblici sono tenuti al rispetto dei principi alla pubblica amministrazione;
norme peculiari. Anche l’attività che gli enti svolgono utilizzando gli strumenti del
assicurare che la scelta del contraente sia effettuata nel rispetto dei principi di
imparzialità e di economicità.
f) Gli enti pubblici possono utilizzare procedure privilegiate per la riscossione delle
g) Gli enti pubblici sono soggetti a particolare rapporti o relazioni (con lo Stato, la
dell’autonomia dell’ente.
1. enti associativi, nei quali i soggetti facenti parte del corpo sociale sottostante
le proprie organizzazioni”;
tradizionalmente sottoposti.
ai fini della
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sottoposizione al controllo della Corte dei conti, all’art. 100 Cost. quella degli enti a cui lo
Un’altra categoria di enti pubblici è costituita dagli enti pubblici economici e dagli enti
L’ente è politicamente rappresentativo del gruppo stanziato sul territorio e opera quindi
Quanto esposto consente anche di precisare quale sia la rilevanza del territorio per gli
enti non territoriali: esso al più costituisce un criterio di delimitazione della loro sfera
A conferma del carattere di atipicità degli enti pubblici, è molto frequente la tendenza
ad introdurre regimi di diritto speciale: ad es., la legislazione più recente ha istituito una
istitutiva.
Al fine di indicare la posizione reciproca tra enti, la dottrina ha spesso utilizzato concetti
stabilita dalla legge, il primo viene a rivestire una posizione sotto alcuni aspetti simile a
quella di un organo. Questa situazione implica che l’ente “principale” disponga di una
maggior autonomia: si tratta di enti che svolgono un’attività che si presenta come
condizionamenti dell’attività. Sono poi individuabili enti che non si pongono in relazione
Ma il concreto contenuto di queste relazioni varia da caso a caso, dipendendo dal tipo
di poteri che lo Stato (o l’ente territoriale in posizione di supremazia) può esercitare nei
soggetto sugli atti di un altro, distinguendosi in ciò dalla tutela, che attiene ai controlli di
merito. Invero, il suo contenuto si estrinseca anche nell’adozione di una serie di atti,
dell’ente. Ciò indica che tra vigilanza e potere di controllo vi è differenza, perché la
che determinano l’indirizzo dell’ente. Dalle relazioni stabili e continuative occorre tenere
distinti i rapporti che di volta in volta possono instaurarsi tra enti. Si tratta
Tali uffici svolgono attività di tipo ausiliario, ad esempio preparatoria ed esecutiva, che
rimane imputata all’ente titolare della funzione, senza che si determini alcuna deroga
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propria responsabilità.
L’ordinamento disciplina il potere sostitutivo tra enti nei casi in cui un soggetto non
ponga in essere un atto obbligatorio per legge o non eserciti le funzioni amministrative
L’art. 5 del d. lgs. 112/1998 disciplina i poteri sostitutivi dello Stato in caso di accertata
inattività delle regioni e degli enti locali che comporti inadempimento agli obblighi
interessi nazionali. Occorre ancora far cenno alla delega di funzioni amministrative,
figura che ricorre nei rapporti tra Stato e regioni e tra regioni ed enti locali. Queste
deleghe sono operate con legge: si tratta quindi di un atto di organizzazione dei pubblici
La delega di funzioni dallo Stato alle regioni e dalle regioni agli enti locali ha subito un
notevole impulso ad opera della l. 59/1997. la recente riforma di cui alla l. cost. 3/2001,
amministrative ai vari livelli di governo locale sulla base dei “principi di sussidiarietà,
differenziazione ed adeguatezza”.
federazioni e consorzi, che possono essere costituite tra enti. Le federazioni di enti
tuttavia mai agli enti federati nello svolgimento di compiti loro propri (Aci, Coni, Anci,
ecc.).
I consorzi costituiscono una struttura stabile volta alla realizzazione di finalità comuni a
più soggetti. Essi agiscono nel rispetto di alcuni limiti derivanti dall’ esercizio del potere
Nell’ambito delle forme associative tra enti, debbono altresì essere ricordate le unioni di
duplice prospettiva: in quanto soggetto che, a mezzo di proprie imprese, presta servizi e
produce beni in un regime particolare; e in quanto operatore che detiene una quota di
Con riguardo alla prima prospettiva, i problemi principali sono l’individuazione della
imprese nei confronti delle quali i pubblici poteri possono esercitare, direttamente o
finanziaria o della normativa che le disciplina. Con riguardo alla seconda prospettiva, la
contraenti sul mercato per affidare loro la realizzazione di opere o per richiedere
pericoloso nei confronti di una corretta concorrenza sui mercati e del rispetto della
di una serie di regole, quali la non discriminazione, l’indizione delle gare, la trasparenza
delle operazioni
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concorsuali e così via, la cui finalità preminente pare volta a garantire l’interesse
dominare l’interesse che sia operata la scelta del migliore soggetto in vista della finalità
pubblica da soddisfare. Altra nozione di rilievo introdotta dal diritto comunitario è quella
∙ la cui attività è finalizzata in modo maggioritario dallo Stato, dagli enti locali o da
PARTECIPAZIONE PUBBLICA
2458 c.c. prevede la possibilità per lo Stato (o altro ente pubblico) che abbia
In ordine alle società per azioni con partecipazione pubblica degli enti locali, oggi il T.U.,
come modificato dall’art. 35 della l. 448/2001, consente che i servizi pubblici locali privi
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di capitali costituite o partecipate dagli enti locali, regolate dal codice civile”.
L’art. 120 del T.U. enti locali, ammette che comuni e città metropolitane, anche con la
partecipazione della provincia e della regione, possano costituire società per azioni “per
Tali società sono soggetti privati nei limiti in cui possano disporre della propria
La costituzione degli enti pubblici può avvenire per legge o per atto amministrativo
sulla base di una legge, anche se in molti casi la legge si è limitata a riconoscere come
In ordine all’estinzione degli enti pubblici, deve innanzitutto osservarsi che essa può
aprire una vicenda di tipo successorio (a titolo universale o a titolo particolare: nel
primo caso occorre l’integrale devoluzione al nuovo ente degli scopi pubblici dell’ente
Quanto alle modificazioni degli enti pubblici, si possono ricordare il mutamento degli
scopi, le modifiche del territorio degli enti territoriali, le modificazioni delle attribuzioni.
Anche il riordino degli enti pubblici può comportare l’estinzione degli stessi o la loro
azioni, questa è in grado di reperire capitale di rischio sul mercato ed ha una snellezza
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Più in generale, la privatizzazione che non sia soltanto formale (mera trasformazione
dell’ente in persona giuridica privata) comporta che il potere pubblico rinunzi ad essere
nell’economia.
seguenti. In primo luogo, l’ente pubblico economico viene trasformato in società per
azioni (privatizzazione c.d. “formale”) con capitale interamente posseduto dallo Stato;
“sostanziale”).
Si possono avere tre possibili modalità di alienazione delle azioni: offerta pubblica di
vendita, cessione delle azioni mediante trattative dirette con i potenziali acquirenti,
mezzi personali. Al riguardo è stato osservato che l’art. 97 Cost. può essere letto come
modellare le proprie strutture in ragione delle esigenze spesso mutevoli che si trova a
dover affrontare.
suo complesso. Da ultimo, l’art. 117 prevede che comuni, province e città metropolitane
svolgimento delle funzioni loro attribuite”. In questo caso, a differenza di quanto accade
organizzazione.
Accanto alle norme giuridiche di organizzazione debbono poi essere ricordati gli atti di
organizzazione non aventi carattere normativo, quali gli atti di istituzione di enti, di
amministrazioni nel rispetto delle leggi e degli atti organizzativi. Si aggiunga che alcuni
L’ORGANO
soggettività.
Atteso che le persone giuridiche costituiscono una creazione del diritto e, dunque, sono
rappresentanza, alla stessa stregua di quella necessaria disposta per le persone fisiche
effetti e fattispecie, laddove sul piano naturalistico occorre pur sempre l’opera
dell’uomo preposto all’organo. Pare allora corretto riferire la capacità di agire soltanto
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Più in particolare, l’organo va identificato nella persona fisica o nel collegio in quanto
Per fare qualche esempio, il provvedimento adottato dal sindaco è provvedimento del
Posto che i poteri vengono attribuiti soltanto all’ente avente la soggettività giuridica, e
che esso si avvale di più organi, ognuno di essi, pur senza esserne titolari, esercita una
La competenza è ripartita secondo svariati criteri: per materia, per valore, per grado o
per territorio. Essa va tenuta distinta dall’attribuzione, espressione che sarà impiegata
per indicare la sfera di poteri che l’ordinamento generale conferisce ad ogni ente
SOGGETTI ESTRANEI
Molteplici sono le ipotesi nelle quali attività pubbliche vengono esercitate da soggetti
privati: si pensi alle funzioni certificative spettanti al notaio, alla possibilità che
Il privato può agire direttamente in base alla legge, ovvero in forza di un atto della
oppure degli utenti che fruiscono della sua attività. L’attività si configura nei
confronti dei terzi come pubblicistica, alla stessa stregua di quella che avrebbe posto in
Sono esterni gli organi competenti ad emanare provvedimenti o atti aventi rilevanza
verso l’esterno). Gli organi procedimentali (o organi interni) sono quelli competenti ad
Organi centrali sono quelli che estendono la propria competenza all’intero spettro
Gli organi ordinari sono previsti nel normale disegno organizzativo dell’ente; gli organi
straordinari operano invece in sostituzione degli organi ordinari (in genere essi sono
denominati “commissari”).
Gli organi permanenti sono stabili; gli organi temporanei svolgono funzioni solo per un
in vista del conseguimento dei fini ad essa affidati; gli organi consultivi rendono pareri;
gli organi di controllo sindacano l’attività posta in essere dagli organi attivi.
curare gli interessi pubblici), attività consultiva (mediante la quale vengono espressi
pareri) e attività di controllo (la cui finalità è quella di verificare l’attività amministrativa
Gli organi rappresentativi sono quelli i cui componenti, a differenza degli organi non
dell’ente.
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invece il prefetto.
Vi sono poi organi con legale rappresentanza, un particolare tipo di organo esterno che
esprime la volontà dell’ente nei rapporti contrattuali con i terzi e che, avendo la
capacità processuale, conferisce la procura alle liti per agire o resistere in giudizio (ad
Da quanto detto emerge che la personalità giuridica spetta solo all’ente; alcuni organi,
tuttavia, per espressa volontà di legge, sono anche dotati di personalità giuridica (e
sono pertanto detti organi con personalità giuridica od organi-enti – si pensi all’ISTAT).
Sono organi monocratici quelli il cui titolare è una sola persona fisica; negli organi
collegiali si ha la con titolarità di più persone fisiche considerate nel loro insieme.
Per capire il funzionamento degli organi collegiali, occorre distinguere tra quorum
essere presenti affinché il collegio sia legittimamente costituito (di solito si tratta della
metà più uno dei componenti). Il quorum funzionale indica il numero di membri presenti
deliberazione.
GERARCHIA,DIREZIONE, COORDINAMENTO
Tra gli organi di una persona giuridica pubblica possono instaurarsi relazioni
diversi. Nella gerarchia in senso proprio non sussiste una vera e propria separazione di
subordinati;
Più controversa è la spettanza all’organo superiore del potere di delega, che si ritiene
Altro tipo di relazione interorganica è la direzione, caratterizzata dal fatto che, pur
essendoci due organi posti in posizione di disuguaglianza, sussiste una più o meno
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sovraordinata ha più in particolare il potere di indirizzo (con il quale vengono fissati gli
Altri poteri, quali quello di avocazione o di sostituzione, possono di volta in volta essere
attività.
equiordinazione preposti ad attività che, pur dovendo restare distinte, sono destinate ad
Segue: IL CONTROLLO
Il controllo, che nel linguaggio comune indica un’attività di verifica, esame e revisione
base del quale viene adottata una misura. Il controllo può anche essere esercitato da
Le misure che possono essere adottate a seguito del giudizio che costituisce la prima
fase del controllo sono di vario tipo: repressive (annullamento dell’atto), impeditive (le
Nell’ambito dei controlli sugli atti, infine, si distingue tra controlli preventivi (rispetto alla
produzione degli effetti degli atti) e successivi (i quali si svolgono quando l’atto ha già
prodotto i suoi effetti). Esempi di controlli preventivi sono quelli esercitati nei confronti
degli atti delle regioni (da un organo statale) e degli enti locali (da un organo
regionale). In una via di mezzo tra controlli preventivi e controlli successivi si collocano i
esercitato dagli uffici centrali del bilancio a livello centrale e dalle ragionerie provinciali
amministrazioni statali e possono inviare osservazioni sulla legalità della spesa senza
Corte dei conti, attraverso il meccanismo della registrazione e dell’opposizione del visto.
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∙ un controllo preventivo sugli atti che il Presidente del Consiglio dei ministri richieda
∙ un controllo successivo sui titoli di spesa relativi al costo del personale, sui contratti
∙ un controllo successivo sugli atti “di notevole rilievo finanziario individuati per
∙ un controllo sulla gestione finanziaria degli enti a cui lo Stato contribuisce in via
ordinaria; ∙ un controllo sulla gestione degli enti locali effettuato dalla sezione
provenienza comunitaria.
La disciplina del controllo preventivo risulta dalla combinazione della l. 20/1994 e del
t.u. della Corte dei conti. Ai sensi dell’art. 27 della l. 340/2000, l’atto trasmesso alla Corte
diviene in ogni caso esecutivo trascorsi sessanta giorni dalla sua ricezione senza che
sia intervenuta una pronuncia della sezione di controllo, salvo che, nel predetto termine,
L’esito del procedimento di controllo è comunicato dalla sezione nelle ventiquattro ore
successive alla fine dell’adunanza e le deliberazioni sono pubblicate entro trenta giorni
Il t.u. della Corte dei conti contempla anche il meccanismo della registrazione con
della ricusazione del visto, il Consiglio dei ministri può adottare una
questa ragione, ogni quindici giorni, la Corte dei conti trasmette al parlamento un
Per quanto attiene all’esito negativo del controllo in via preventiva (ossia mancata
registrazione che può avvenire nelle varie fasi sopra elencate), in precedenza si
dell’efficacia del provvedimento, mentre oggi è da ritenere che il rifiuto debba essere
controllo positivo.
In ordine agli atti assoggettati al controllo successivo della Corte dei conti, si discute in
secondo un’altra tesi vi sarebbe l’obbligo per l’amministrazione di prendere atto della
INTERNI
Il sistema italiano è stato per lungo tempo caratterizzato dalla prevalenza dei controlli
preventivi di legittimità sui singoli atti che impedivano di cogliere e valutare nella sua
Una vera e propria svolta normativa è stata operata dal d. lgs. N. 289/1999 che
strategico.
Vengono così introdotte quattro tipologie di attività che fanno capo al controllo
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applicabili, i principi generali della revisione aziendale asseverati dagli ordini e collegi
La terza tipologia di controllo interno è costituita dalla valutazione della dirigenza: essa
della responsabilità dirigenziale, sia della valutazione della dirigenza, anche se si deve
direttive generali.
Rispetto agli altri controlli, quelli interni si differenziano per alcuni caratteri specifici.
1. hanno ad oggetto l’intera attività e non soltanto singoli atti. Anzi, possono
dell’indirizzo politico;
dell’attività stessa;
4. detti controlli sono di norma successivi o concomitanti rispetto al “farsi del potere”.
Dalle relazioni interorganiche devono essere tenuti distinti i rapporti che, di volta in
volta, possono correre tra organi diversi, rapporti in cui è assente il carattere di stabilità
nell’emanazione di un atto cui è tenuto per legge e consiste nell’adozione, previa diffida,
atti e non già sugli organi i quali, non essendo sostituiti, possono continuare a svolgere
la propria attività, fatta eccezione per quella relativa all’adozione dell’atto che essi
dell’ente e dalla nomina di altri soggetti (spesso denominati commissari), quali organi
La delegazione è la figura in forza della quale un organo investito in via primaria della
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L’organo delegatario è investito del potere di agire in nome proprio, anche se per conto
Dalla delegazione ora esaminata va distinta la delega di firma, che non comporta
L’organo di una persona giuridica può anche essere organo di altra persona giuridica:
ad esempio, il sindaco, organo del comune, in qualità di ufficiale del governo è pure
organo dello Stato e, dunque, realizza una vicenda di imputazione in capo allo Stato
governo, alla stessa stregua di quanto accade nelle ipotesi in cui un ente si “avvalga”
dell’ufficio di un altro ente, il quale svolge soltanto funzioni tecniche ed ausiliari e senza
L’organizzazione pubblica non si esaurisce negli enti e negli organi finora esaminati.
All’interno dei primi e accanto ai secondi esistono infatti gli uffici, nuclei elementari
risorse, attrezzature e così via) e personali e sono chiamati a svolgere uno specifico
compito che, in coordinamento con quello degli altri uffici, concorre al raggiungimento
di un certo obiettivo.
All’interno dell’ufficio, tra gli altri addetti, si distingue la figura del preposto il quale, se in
mancanza di titolarità. Gli addetti e i titolari che prestano il proprio servizio presso l’ente
servizio) che ha come contenuto il dovere di agire (dovere di ufficio) prestando una
particolare attività.
Il dovere di ufficio ha ad oggetto comportamenti che il dipendente deve tenere sia nei
Il contenuto del rapporto di servizio varia a seconda che il soggetto sia funzionario
onorario o pubblico impiegato: nel primo caso tale contenuto è ridotto, in quanto a
indennità, ma non vi è il diritto alla carriera; nella seconda ipotesi, esso è più articolato e
Il rapporto di servizio lega all’ente tutti i soggetti-persone fisiche che fanno parte
I titolari degli uffici devono comunque essere “investiti” della titolarità dell’organo o
Talora il rapporto organico si costituisce in via di mero fatto e, cioè, in assenza di atto di
rapporto di servizio si instaura in via di fatto e l’organo viene definito funzionario di fatto.
vicende e può anche estinguersi (fisiologicamente per scadenza del termine): tali
In ordine agli uffici a titolarità onoraria, in passato si riteneva che, al fine di assicurare la
esercitare i propri compiti anche quando fosse scaduto il periodo della loro investitura.
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degli organi, che consiste in un provvedimento con il quale si prolunga la durata del
rapporto. A seguito di una sentenza della Corte costituzionale, oggi è stato sancito in
distintive rispetto alla disciplina privatistico del rapporto di lavoro: la distanza tra i due
modelli è stata nei tempi recenti notevolmente diminuita, mentre in passato il pubblico
a) i rapporti di lavoro sono disciplinati dalle disposizioni del codice civile, fatte salve
le diverse disposizioni contenute nel d. lgs. 165/2001 e dalla contrattazione sia sul
collettiva (si pensi alla disciplina legale, non derogabile mediante contrattazione,
c) restano assoggettati alla disciplina pubblicistica gli organi, gli uffici, i principi
dei contratti collettivi della tipologia delle infrazioni e delle relative sanzioni; ove
della distinzione tra indirizzo politico (spettante agli organi politici) e gestione
(spettante ai dirigenti).
Ai dirigenti sono stati attribuiti poteri autonomi di gestione, con il compito di organizzare
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L’accesso alla qualifica di dirigente nelle amministrazioni statali e negli enti pubblici
non economici avviene mediante concorso per esami indetto dalle singole
amministrazioni ovvero per corso concorso selettivo di formazione bandito dalla Scuola
mentre nel passato, per i dirigenti della qualifica più elevata, in quanto non soggetti alla
Per il conferimento dell’incarico (che è rinnovabile) si tiene conto delle attitudini e delle
essi non sia affidata tale titolarità, i dirigenti svolgono funzioni ispettive, di consulenza,
Propria dei dirigenti è poi la responsabilità dirigenziale: essa sorge allorché non siano
Sappiamo che l’organo politico “superiore” fissa gli obiettivi, assegna le risorse,
finali. Il dirigente preposto agli uffici dirigenziali generali risponde nei confronti del
poteri di sovraordinazione nei confronti dei dirigenti (i quali a loro volta hanno poteri
analoghi, anzi rafforzati, nei confronti degli uffici da essi dipendenti), l’organo politico
organi di governo e quelle dirigenziali, deve ritenersi che il criterio della competenza
significativo al riguardo che il ministro non possa, neppure in caso di inerzia, sostituirsi
separazione è talmente rigida che non tollera una diretta ingerenza del politico
nell’attività del dirigente mediante il tipico potere che, appunto, comporta una
Nel caso di atti che rientrano nella competenza propria degli uffici tecnici o
l’esecuzione. Tale norma precisa i limiti della responsabilità ministeriale sancita dall’art.
I dirigenti preposti agli uffici dirigenziali generali, nei confronti dei dirigenti definiscono
dirigenti e dei responsabili dei procedimenti”, anche “con potere sostitutivo in caso di
inerzia” e “decidono sui ricorsi gerarchici contro gli atti e i provvedimenti amministrativi
impartire ordini e la predefinizione delle competenze dei dirigenti paiono far emergere
una versione più attenuata della gerarchia intesa in senso proprio: sussiste infatti una
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ORDINAMENTI AUTONOMI
I presenti appunti non sostituiscono il libro di testo, ma servono ad agevolare la
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caratterizzati dallo scopo di lucro, in parte coincidenti con quelli affidati alla cura
soggetti pubblici.
peculiari, nonché dei limiti entro i quali lo Stato può ingerirsi nella loro struttura ed
attività.
istituzioni pro-loco, le organizzazioni impegnate nei settori della ricerca, dello sport,
civile.
aumentare nei limiti in cui il “pubblico” si ritiri dalla vita sociale, anche a seguito della
In merito alle ONLUS, tali organizzazioni sono definite come le associazioni, i comitati, le
fondazioni, le società cooperative e gli altri enti di carattere privato, con o senza
personalità giuridica, i cui statuti o atto costitutivi, redatti nella forma dell’atto pubblico
in modo indiretto, utili e avanzi di gestione nonché fondi, riserve o capitale durante la
connesse.
Altre formazioni danno luogo ad organizzazioni i cui rapporti con l’ordinamento statale
sono assai più complessi, tali da configurarli come veri e propri ordinamenti autonomi.
Per quanto riguarda le confessioni religiose, l’art. 8 Cost. stabilisce che quelle diverse
costituzionale.
qualificazione come pubblici di alcuni soggetti che contestualmente sono soggetti degli
CLASSIFICAZIONE CODICISTICA
Tra i beni che appartengono agli enti pubblici, rivestono una particolare importanza i
c.d. “beni pubblici” i quali sono assoggettati ad una normativa differente rispetto a
quella che si applica agli altri beni per ciò che riguarda i profili dell’uso, della
I presenti appunti non sostituiscono il libro di testo, ma servono ad agevolare la
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unitaria.
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carattere generale sulla proprietà privata, fatte salve alcune disposizioni in tema di
proprietà pubblica.
La circostanza che si tratti di proprietà spiega l’appartenenza dei frutti all’ente titolare
del bene ed il fatto che la cosa, una volta persi i caratteri di bene pubblico, resti nella
l’ordinamento valuta necessario che alcuni beni appartengano agli enti pubblici perché
proprietà funzione.
La titolarità della proprietà dei beni pubblici appartenenti agli enti pubblici trova la sua
fonte innanzitutto nella legge. Così alcuni beni appartengono allo Stato o alla regione ex
lege: si tratta di taluni beni del demanio naturale (marittimo e idrico) e del patrimonio
indisponibile (miniere), nonché di altri beni quali i beni di interesse artistico, storico o
regolata dall’art. 586 c.c. (“in mancanza di altri successibili, l’eredità è devoluta
allo Stato”);
guerra, successione ad altro Stato) o basati sul diritto pubblico interno (successione
tra enti).
I beni del demanio necessario sono costituiti a loro volta dal demanio marittimo (il lido
del mare, le spiagge, i porti, le lagu8ne, le rade, le foci dei fiumi), dal demanio idrico
(fiumi, torrenti, laghi ed altre acque pubbliche, i ghiacciai. La loro gestione è affidata
alle regioni e agli enti locali competenti per territorio, realizzandosi così la scissione tra
titolarità e gestione del bene – d. lgs. 112/1998) e dal demanio militare (opere destinate
alla difesa nazionale nonché le opere – porti, aeroporti, strade, ferrovie, stazioni radio,
questi beni da altri beni (caserme, armamenti, navi e aeromobili) che, pur essendo
preordinati alla medesima finalità difensiva, fanno parte del patrimonio indisponibile.
Accanto ai beni del demanio necessario, la legge contempla i beni del demanio
pinacoteche, archivi, biblioteche e dagli altri beni che sono assoggettati al regime
parte del demanio militare – sulle quali le autorità militari consentono il pubblico
transito.
I beni del demanio accidentale possono appartenere a chiunque, ma sono tali qualora
demanio
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necessario deriva dal fatto che essi non sono costituiti esclusivamente da beni
I beni demaniali, facciano essi parte del demanio necessario ovvero di quello
Oltre alla distinzione tra demanio statale, demanio regionale, demanio provinciale e
comunale, occorre distinguere i beni demaniali naturali (i quali sono tali per natura,
del demanio artificiale, costruiti appunto dall’uomo (come le strade e gli acquedotti).
Infine, alcuni beni sono riservati necessariamente allo Stato o alla regione. In ogni caso,
tutti i beni demaniali sono assoggettati alla disciplina posta dall’art. 823 c.c.: essi “sono
inalienabili e non possono formare oggetto di diritti a favore dei terzi, se non nei modi e
A causa della sancita in commerciabilità dei beni demaniali, sono nulli di diritto gli
Va inoltre esclusa in modo assoluto la trasferibilità dei beni del demanio necessario, i
quali sono, come si è detto, beni “riservati” e non possono che appartenere
allo Stato o alle regioni. Per gli altri beni del demanio è invece ipotizzabile il loro
passaggio a diverso ente territoriale, sempreché si tratti di beni che non siano legati in
distinzione pubblica.
Altra regola è quella contenuta nell’art. 823 c.c.: “spetta all’amministrazione la tutela dei
utilizzare gli ordinari rimedi giurisdizionali che l’ordinamento prevede a tutela della
I beni del demanio naturale (lido del mare, spiaggia, fiume, torrente o lago) acquistano
I beni “artificiali” diventano invece demaniali nel momento in cui rientrino in uno dei tipi
fissati dalla legge e, cioè, nel momento in cui l’opera sia realizzata, purché siano di
proprietà dell’ente territoriale. Per alcuni di essi, come le strade, occorre altresì la
La cessazione della qualità di bene demaniale, a seconda dei casi, deriva oltre che
dalla destinazione del bene, dal fatto della perdita dei requisiti di bene demaniale e
dalla cessazione della destinazione. Vi può poi essere l’intervento legislativo che
La cessazione dei requisiti di bene demaniale è spesso attestata da uno specifico atto
dichiarative: il bene non è più pubblico perché ha perduto i caratteri di bene pubblico e
amministrativo.
I beni del patrimonio indisponibile sono indicati dagli artt. 826 e 830 c.c.
Dispone l’art. 826: “fanno parte del patrimonio indisponibile dello Stato le foreste, le
armamenti, gli aeromobili militari e le navi da guerra”. “Fanno parte del patrimonio
loro appartenenza, gli edifici destinati a sede di uffici pubblici, con i loro arredi, e gli altri
Ai sensi dell’art. 830 c.c. i beni degli enti pubblici non territoriali destinati a un pubblico
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Alcuni sono riservati ad enti pubblici, sicché nessun altro soggetto dell’ordinamento è
legittimato ad acquistarli: si pensi alle miniere, alle acque minerali e termali e alle cave
Altri beni sono patrimoniali indisponibili per il solo fatto di appartenere ad un ente
pubblico particolare (come le foreste regionali), ovvero a qualsiasi ente pubblico (cose
appartenenti a qualsiasi ente pubblico, sono assoggettate alla disciplina dei beni
demanio accidentale.
I beni del patrimonio indisponibile sono assoggettati alla disciplina dell’art. 828 c.c.: essi
“non possono essere sottratti alla loro destinazione se non nei modi stabiliti dalle leggi
che li riguardano”.
In ogni caso e in linea di principio, i beni del patrimonio indisponibile non sono
vincolo di destinazione. L’atto di trasferimento di tali beni che non rispetti la disciplina
legislativa, di conseguenza, non è nullo perché avente ad oggetto una res fuori
commercio, ma annullabile per violazione dei “modi di legge” stabiliti per sottrarli al
vincolo di destinazione.
quanto trattasi di beni riservati (ad esempio le miniere); gli altri invece sono
approvazione.
distinguersi a seconda che si tratti di beni che sono pubblici in virtù del solo fatto di
l’esistenza di altri diritti reali soggetti al medesimo regime giuridico, accomunati alla
Si tratta, più specificamente, dei diritti spettanti agli enti territoriali sui beni altrui.
Quanto ai diritti demaniali su beni altrui, si pensi al diritto di servitù gravante su fondo
privato al fine della realizzazione di un acquedotto pubblico, ovvero alla servitù di via
alzaia, la quale grava sui fondi laterali ai corsi d’acqua navigabili imponendo di lasciare
Dalle servitù prediali pubbliche vanno tenute distinte le limitazioni pubbliche della
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obblighi di non facere (una “limitazione” della proprietà è costituita dal divieto di
costruire in aderenza.
Tipici esempi di diritti d’uso pubblico gravanti su beni privati sono quelli di visita dei
beni privati di interesse storico e quelli che attengono alle strade private (strade
Rispetto ai diritti d’uso pubblico presentano profili di analogia gli usi civici: entrambe le
La presenza di usi civici e di diritti d’uso pubblico comporta, per il proprietario del fondo
gravato, l’obbligo di sopportare che membri della collettività godano dei suoi beni.
Per quanto riguarda il profilo del godimento e dell’uso, anch’esso è particolare e assai
differente rispetto a quello della proprietà privata; la sua analisi consente di cogliere il
Per una prima categoria di beni la distanza rispetto alla proprietà privata è meno
Un altro esempio di uso diretto è quello dei beni del patrimonio indisponibile destinati a
sedi di uffici o a servizi pubblici: il bene è strumentale all’esercizio di una certa attività
In molti altri casi, il bene è in grado di soddisfare anche altre esigenze: si realizza così
l’uso promiscuo. Si pensi alle strade militari che, accanto all’interesse della difesa, sono
Poi vi è l’uso generale di quei beni pubblici che assolvono la loro funzione a servizio
della collettività (demanio idrico, stradale, beni di interesse storico e così via). Tale uso
costituisce uno dei mezzi rivolti alla rimozione degli ostacoli che “impediscono il pieno
politica, economica e sociale del Paese (art. 3 Cost.). in alcuni casi esso è subordinato
questo il caso delle riserve di pesca, delle concessioni di beni pubblici, delle
Occorre in ultimo accennare ad un ulteriore e sempre più rilevante uso diretto dei beni
degli enti pubblici, costituito dal conferimento dei beni stessi come capitale di
Paradigmatico è il caso dei beni culturali di proprietà privata. Si pensi alle opere d’arte
appartengono ad un privato.
proprietà pubblica inerente a una o più cose e distinto dal bene patrimoniale privato di
cui quelle stesse cose costituiscono il supporto materiale. Dalla qualificazione del bene
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presenza di due regimi: quello proprio della titolarità formale del bene, e quello
forza degli obblighi che gravano sul proprietario, esso è addirittura rivolto al pubblico
sotto il profilo della fruizione. Una volta ammesso l’affidamento al privato della gestione
del bene pubblico compenetrato nella cosa che rientra nella proprietà del privato
35
normativi: si pensi, ad esempio, all’art. 28 Cost. che si riferisce alla responsabilità civile
dello Stato e all’art. 822 c.c., il quale disciplina i beni appartenenti allo Stato.
Quanto all’analisi degli apparati amministrativi dello Stato, occorre precisare che al
Consiglio dei ministri, dal Consiglio dei ministri e dai ministri (art. 92 Cost.).
Invero, anche il Presidente della Repubblica svolge alcune importanti funzioni attinenti
Ai sensi dell’art. 5 della legge 400/1988, il Presidente del Consiglio dei ministri svolge i
attuazione delle deliberazioni del Consiglio dei ministri”; “coordina e promuove l’attività
dei ministri in ordine agli atti che riguardano la politica generale del governo”.
quale fanno capo vari dipartimenti e uffici, per l’esercizio delle funzioni di impulso,
Il Presidente individua altresì con propri decreti gli uffici di diretta collaborazione e, sulla
base delle relative proposte, quelli dei ministri senza portafoglio (che sono titolari di
Le funzioni del Consiglio dei ministri sono indicate dall’art. 2 della legge 400/1988:
amministrativi. I ministri sono gli organi politici di vertice dei vari dicasteri. Tali organi
ripartita sulla base dei ministeri. Il numero, le attribuzioni e l’organizzazione dei ministeri
Con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio
dei ministri, possono inoltre essere nominati ministri senza portafoglio i quali, pur
essendo membri del governo, non sono titolari di dicasteri (ma di dipartimenti) e,
gestione di uno stato di previsione della spesa (si pensi al ministro per le pari
opportunità).
Il ministro può essere coadiuvato da uno o più sottosegretari nominati con decreto del
Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio, di concerto con il
ministro che il sottosegretario coadiuverà, sentito il Consiglio dei ministri. Il loro numero
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri è il segretario del Consiglio
dei ministri. A non più di dieci sottosegretari può essere conferito il titolo di vice ministro,
se ad essi sono conferite dal ministro competente deleghe. I vice ministri possono
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sedute del Consiglio dei ministri, senza diritto di voto, per riferire su argomenti e
della loro istituzione vuole rafforzare il ruolo di governo del ministero, svuotato da
servizio delle amministrazioni pubbliche, comprese quelle regionali e locali. Esse hanno
autonomia nei limiti stabiliti dalla legge, sono sottoposte al controllo della Corte dei
conti e ai poteri di indirizzo e vigilanza del ministro; devono essere organizzate in modo
Le agenzie possono avere anche personalità giuridica (si pensi alle agenzie fiscali).
politica del Consiglio dei ministri, dal Presidente del Consiglio dei ministri (che
l’attività dei ministri”, art. 95 Cost.). Di rilievo è poi il consiglio di gabinetto, organo
collegiale ristretto costituito dal Presidente del Consiglio e dai ministri da lui designati
che sono al servizio dei vari ministeri (avvocatura dello Stato, Corte dei conti, Consiglio
Il servizio nazionale di statistica si articola in una serie di uffici presenti presso ciascun
l’Avvocato generale dello Stato, avente sede in Roma e nominato con decreto del
Presidente della Repubblica su proposta del Consiglio dei ministri. Pur facendo
indipendente;
∙ la direzione generale del demanio del ministero delle finanze, che amministra i beni
viene raccolto, conservato e modificato. Oggi, il servizio di cassa è affidato alla Banca
d’Italia.
37
All’unità dell’azione dello Stato, infine, è preordinata l’attività dei altri organi,
caratterizzati dall’indipendenza di cui godono, nonché dalla circostanza che essi non
La Corte dei conti dispone di funzioni giurisdizionali ed anche consultive, queste ultime
funzioni della Corte. Per l’esercizio delle sue funzioni amministrative, la Corte dei conti è
composta da tre sezioni di controllo (una per gli atti del governo e dell’amministrazione
centrale, una per gli enti locali ed una per gli enti cui lo Stato contribuisce in via
ordinaria; per ultima, è stata istituita una sezione di controllo per affari comunitari e
internazionali.
Il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel), previsto dall’art. 99 Cost. come
organo ausiliario del governo, a differenza degli altri due organi esaminati, non è
LE AZIENDE AUTONOME
contrattuale e sono titolari di rapporti giuridici, pur non avendo un proprio patrimonio.
servizi, molte di esse, ritenendosi preferibile l’adozione del regime imprenditoriale, sono
Prive di norma di personalità giuridica, esse sono di solito rette dal ministro che ne ha
altresì la rappresentanza.
Il termine di azienda non è impiegato dalla legislazione con riferimento soltanto a quelle
statali: a livello regionale, ad esempio, sono aziende le Aziende sanitarie locali, enti delle
LE AMMINISTRAZIONI INDIPENDENTI
Consob, l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private (Isvap), l’Autorità per le
assicurativi, sia da includere tra le autorità indipendenti. Essa è qualificabile come ente
38
decisione che deve essere approvata con decreto del Presidente della Repubblica su
proposta del Presidente del Consiglio dei ministri di concerto con il ministro del tesoro,
L’elemento veramente caratterizzante delle autorità consiste nel fatto che esse sono
indipendenti dal potere politico del governo pur dovendo, di norma, trasmettere
organi giurisdizionali.
È opportuno un accenno alla natura di una ulteriore figura che, almeno per il momento,
non è istituita a livello di organizzazione statale ma che, pur non rientrando nella
categoria delle autorità indipendenti, presenta alcuni profili di analogia con esse: si
tratta del difensore civico. Esso è nato come soggetto chiamato ad atteggiarsi a snodo
Riferimento essenziale del dibattito teorico è oggi costituito dal T.U. degli enti locali, che
La legge attribuisce al difensore civico una pluralità di funzioni che costituisce forse il
poteri correlati ad esigenze tanto diverse, che vanno dalla tutela dei cittadini al
controllo all’attività amministrativa, dalla difesa della legalità alla ricerca della
In ogni caso trattasi di poteri non incisivi come quelli di altri organi: il difensore civico
non può infatti annullare o riformare atti, imporre misure sanzionatorie conseguenti al
L’effettività della sua azione è correlata, infatti, anche e soprattutto alla capacità di
quanto rivesta una posizione peculiare, nella quale l’autorevolezza del titolare
interessata.
In sintesi: il difensore civico, alla stessa stregua delle autorità indipendenti, trova
In primo luogo vengono in evidenza gli enti parastatali, quali gli enti di promozione
economica; gli enti preposti ad attività sportive, turistiche e del tempo libero; gli enti
Tutti gli enti del parastato sono assoggettati al controllo della Corte dei conti: tra essi di
Ricompreso tra gli enti parastatali è anche il Coni, soggetto che si pone al vertice
Un’altra categoria di enti strumentali che occorre analizzare è quella degli enti pubblici
economici. Questi sono titolari di imprese ed agiscono con gli strumenti di diritto
comune. La
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All’interno degli enti economici, si distinguono quelli che svolgono direttamente attività
sono soggetti gli enti pubblici economici rispetto a quella propria degli enti pubblici tout
court.
Ad esempio, i dipendenti sono sottratti alla giurisdizione della Corte dei conti per la
responsabilità in cui essi siano incorsi nei confronti dell’ente, anche se sul punto si
Di natura pubblica è invece il rapporto con lo Stato, sotto il profilo della costituzione e
dell’estinzione, della nomina degli amministratori, della vigilanza e così via. In ultimo, si
nota che gli enti pubblici economici sono sottratti al regime fallimentare. Gli
ordini concernono soggetti che, per svolgere la professione, abbisognano di una laurea,
secondaria superiore. Altri enti, i quali non sono ascrivibili a categorie perché dotati di
peculiarità proprie, sono la Siae e l’Istituto per il commercio con l’estero (Ice),
L’amministrazione dello Stato è presente non solo al centro, ma anche sul territorio
convivono infatti l’amministrazione statale periferica, quella regionale e degli enti locali.
linea di massima, può osservarsi che gli ambiti territoriali di decentramento che
ricorrono con più frequenza sono costituiti dalla provincia e, talvolta, dalla regione.
Stato, aventi sede in ogni capoluogo in cui opera una Corte d’appello.
prefetto, organo del ministero dell’interno, preposto all’ufficio territoriale del governo,
chiamato sia a rappresentare il potere esecutivo nella provincia, sia più in generale, a
servizi.
coordinamento al Commissario del governo nella regione (art. 124, ora abrogato dalla l.
cost. 3/2001).
DISCIPLINA E RIFORME
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dello Stato nei confronti delle regioni. Va inoltre ancora osservato che la l. cost. 3/2001
non contiene alcuna disposizione transitoria e che il contrasto tra legislazione vigente e
Ciò non è peraltro avvenuto. Più d’una appaiono, al riguardo, le possibili soluzioni.
dalla legge ordinaria e nuove prescrizioni costituzionali (caso emblematico è quello dei
controlli sugli atti delle regioni e degli enti locali) da quelle in cui la riforma
attribuendo la competenza a legiferare alle regioni e conferendo funzioni agli enti locali.
I presenti appunti non sostituiscono il libro di testo, ma servono ad agevolare la
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3/2001, almeno nella parte in cui contenga norme precettive, abbia abrogato le
Altra tesi è quella secondo cui la legge in contrasto con la Costituzione dovrebbe essere
Altro problema è se, in attesa della legislazione regionale, il legislatore statale possa
particolare dal legislatore (l. 55/2002), permette di configurare le relative leggi statali
peraltro aggiunto che l’art. 117 Cost., nel definire le materie di competenza legislativa
esclusiva statale, indica alcuni ambiti per così dire “trasversali” che potrebbero
Discorso in parte diverso può essere condotto in relazione alle funzioni amministrative.
Occorre infatti sottolineare che l’art. 118 Cost. ammette una doppia lettura: quella
modello dei “poteri originari” (di propri poteri e funzioni parla anche l’art. 114), e quella
in forza della quale le funzioni ed i poteri sono ad essi conferiti da regioni e Stato (“poteri
derivati”). La prima lettura emerge dal comma 1 dell’art. 118 che configura come
eccezione alla regola il conferimento di funzioni a enti diversi dai comuni; la seconda
dal comma 2 che, con riferimento a tutti gli enti territoriali, fa cenno a funzioni “proprie”
Ciò specificato, al fine di tratteggiare con maggior precisione il ruolo delle regioni,
amministrative.
relativamente ad alcune materie e stabilisce che alle regioni “spetta” (ma non è
dalla indicazione tassativa delle materie devolute alla competenza regionale, si è così
Le regioni, ai sensi dell’art. 118 Cost., esercitano altresì funzioni amministrative conferite
ad esse “per assicurarne l’esercizio unitario” “sulla base dei principi di sussidiarietà,
controllo.
osservato che fin dalle prime leggi che ne hanno attuato il trasferimento alle regioni, è
L’accennato art. 118 Cost. consente di affrontare il tema degli “altri enti locali”. 41
Oggi il termine è usato nel dettato costituzionale soltanto nell’art. 123, per indicare i
“governo locali” diversi dalle regioni (e dunque, in primo luogo, città metropolitane,
comprensori di enti territoriali. Altri autori estendono ancor più i limiti della categoria,
fino a ricomprendervi gli enti pubblici infraregionali. Tuttavia, l’art. 2 del T.U. enti locali
precisa che, ai fini del T.U. medesimo, “si intendono per enti locali i comuni, le province,
alle regioni ed agli enti locali, per la riforma della pubblica amministrazione e per la
della Costituzione, come allora vigente, che imponeva l’attribuzione alle regioni delle
territoriali.
Ciò premesso, si può osservare che la l. 59/1997 mirò a realizzare una localizzazione
territoriale delle funzioni e dei compiti amministrativi in ragione della loro strumentalità
comprensivo dei vari istituti mediante i quali funzioni e compiti potevano essere
governo nella disciplina da esso posta mediante decreto delegato, precisando che, ove
salvi i compiti e le funzioni statali attinenti ad una serie di materie. Ma all’interno delle
varie materie conferite alle regioni, vengono lasciati allo Stato alcuni compiti, scelta
questa che frustra il disegno di una netta ripartizione verticale di materie, affidate alla
operare il conferimento di funzioni e compiti. Tale decreto specifica che “il conferimento
all’esercizio delle funzioni e dei compiti conferiti, quali fra gli altri, quelli di
regioni ed enti locali: ciò trova conferma nel comma 4 dell’art. 1 del d. lgs. 112/1998,
secondo cui “in nessun caso le norme del presente decreto legislativo possono essere
invariata, non poteva ampliare la potestà legislativa della regione, ma soltanto incidere
Il nuovo testo dell’art. 120 Cost. disciplina il potere sostitutivo del governo nei confronti
degli “organi delle regioni, delle città metropolitane, delle province e dei comuni nel
particolare la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti diritti civili e
42
a favore di province, comuni e altri enti locali. L’art. 4 della l. 59/1997, infatti, stabilisce
che la regione conferisca a tali ultimi enti “tutte le funzioni che non richiedono l’unitario
La riforma Bassanini si occupa anche dei già citati poteri di indirizzo, di coordinamento
e di direttiva.
Nell’abrogare precedenti disposizioni, l’art. 8 della legge stabilisce che “gli atti di
sono adottati previa intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le
interessata”.
Se l’intesa non si perfeziona con l’assenso del governo e dei presidenti delle regioni e
delle province autonome entro 45 giorni dalla prima consultazione, gli atti possono
essere adottati “con deliberazione del Consiglio dei ministri, previo parere della
richiesta.
responsabile della politica generale del governo, l’esercizio della funzione stessa, con
DELLA REGIONE
Al fine di cogliere in modo sufficientemente chiaro il ruolo delle regioni non è sufficiente
elencare i poteri di cui dispongono, ma occorre altresì far cenno ai condizionamenti che
essere improntati i rapporti tra Stato e regione nelle ipotesi in cui di verifichino
costituzionalizzato dall’art. 120 Cost. Sempre nella prospettiva dei rapporti tra Stato e
regioni, sul piano organizzativo si deve richiamare, oltre alla commissione parlamentare
per le questioni regionali di cui all’art. 126 Cost., l’istituzione della Conferenza
permanente per i rapporti tra lo Stato, la regione e le province autonome, “con compiti
Le conferenze citate sono organi statali, anche se sono a composizione mista. Prima di
analizzare però l’organizzazione regionale, occorre far cenno al problema del potere di
statali delineato dall’ordinamento in ordine agli atti e agli organi regionali, nonché
comma 3 della legge 400/1988 che, come già visto, attribuiva al Consiglio dei ministri
43
Per quanto attiene ai controlli, ai sensi dell’art. 125 Cost. gli atti amministrativi delle
Oggi, l’art. 125 Cost. è stato abrogato dalla l. cost. 3/2001 e l’opinione dominante è nel
Ricordiamo poi che il controllo sulla gestione del bilancio e del patrimonio esercitato
dalla Corte dei conti anche nei confronti delle amministrazioni regionali “concerne il
Per quanto attiene al controllo sugli organi, l’art. 126 Cost. prevede la possibilità che il
consiglio regionale venga sciolto (potere mai esercitato fino ad oggi) e il presidente
della giunta rimosso con decreto del Presidente della Repubblica, sentita una
nazionale; l’approvazione di una mozione di sfiducia nei confronti del presidente della
In ordine ai rapporti finanziari tra Stato e regione, va notato che, ai sensi dell’art. 119
Cost., le regioni, così come comuni, province e città metropolitane, hanno autonomia
legislazione concorrente.
Per quanto attiene al ruolo dello Stato, l’art. 119 prevede l’istituzione di un fondo
perequativo “per i territori con minore capacità fiscale per abitante” e la destinazione
da parte dello Stato di risorse aggiuntive nonché l’effettauzione di interventi speciali “in
coesione e la solidarietà sociale, per rimuovere gli squilibri economici e sociali, per
favorire l’effettivo esercizio dei diritti della persona, o per provvedere a scopi diversi dal
Le regioni e gli enti locali possono ricorrere all’indebitamento “solo per finanziare spese
di investimento”.
rispetto a quello statale. Il d. lgs. 76/2000 adegua il sistema contabile delle regioni a
L’ORGANIZZAZIONE REGIONALE
Ai sensi dell’art. 123 Cost., la forma di governo di ciascuna regione è determinata dallo
statuto. Il presidente della giunta regionale, salvo che lo statuto regionale disponga
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Sul piano della legislazione ordinaria, l’art. 4 T.U. degli enti locali, consente alla regione
comuni e le province.
Per la cura degli interessi ad essa affidata, la regione può avvalersi anche di enti
assicurare livelli di assistenza sanitaria uniforme nel proprio ambito territoriale e che il
Essi, denominati “enti locali”, sono, al pari delle regioni, “enti autonomi con propri statuti,
poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione” (art. 114 Cost.).
Repubblica, secondo una logica non già di articolazione gerarchica avente come
vertice lo Stato, bensì di tendenziale pariequazione. L’art. 114 Cost. riconosce una
peculiare posizione a Roma, definita capitale della Repubblica, la disciplina del cui
normativa relativa alle autonomie locali: essa non solo ha riconosciuto potestà
sistema delle autonomie, va osservato che la presenza della regione non comporta un
a attribuire funzioni. Ma, mentre l’importanza della regione è risultata rafforzata dalla l.
142/1990, tanto che è stato affermato che le regioni costituiscono “il centro propulsore
dell’intero sistema delle autonomie locali”, la disciplina successiva (l. 265/1999) sembra
invece mirare ad un rafforzamento più evidente del ruolo dell’ente locale, limitando
Ai sensi dell’art. 118 Cost., ai comuni sono attribuite tutte le “funzioni amministrative”:
questa, come già visto, è la regola, cui si può derogare soltanto per “assicurarne
evidenza l’art. 4 T.U., il quale dispone che le regioni organizzano l’esercizio delle funzioni
che pare implicare l’uso della delega di funzioni agli enti locali. L’art. 3 del T.U. definisce il
comune come “l’ente locale che rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi e
ne promuove lo sviluppo”.
sociali, dell’assetto e dell’utilizzo del territorio e dello sviluppo economico, salvo quanto
non sia espressamente attribuito ad altri soggetti dalla legge statale o regionale.
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delle funzioni spetta allo Stato, l’esercizio delle stesse è demandato al sindaco, quale
ufficiale del governo. Il sindaco si presenta in questa occasione come organo dello
Stato.
In tema di funzioni va infine ricordato che il T.U. consente agli enti locali di disciplinare
mediante proprio statuto le funzioni delle unioni dei comuni e dei municipi e di proporre
Importanti funzioni sono state conferite al comune in relazione all’istituto dello sportello
L’art. 3 del T.U. definisce la provincia come ente intermedio tra comune e regione, che
vaste zone intercomunali o l’intero territorio provinciale, relative ad una serie di settori
Gli artt. 19 e 20 T.U. affidano altresì alla provincia, la quale pure svolge le funzioni
sindaco, il consiglio e la giunta: in seno alle autonomie esistono tuttavia altri organi, si
del comune (o della provincia). Esso rappresenta l’ente, convoca e presiede la giunta e
comune e alla provincia. Sulla base degli indirizzi stabiliti dal consiglio, il sindaco e il
presidente della provincia provvedono alla nomina, alla designazione e alla revoca dei
indicati dalla legge. Il sindaco (o il presidente della provincia), sentita la giunta, nel
termine fissato dallo statuto, presenta al consiglio le linee programmatiche relative alle
I consigli provinciali e comunali dei comuni con popolazione superiore a 15 mila abitanti
sono presieduti da un presidente eletto tra i consiglieri nella prima seduta, cui sono
attribuiti autonomi poteri di convocazione e di direzione dei lavori e delle attività del
comune o della provincia, attua gli indirizzi generali del consiglio e svolge attività
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Alle dirette dipendenze del sindaco (o del presidente della provincia), della giunta o
degli assessori possono essere costituiti “uffici di supporto” per l’esercizio delle funzioni
di indirizzo e di controllo. Il numero degli assessori è fissato dallo statuto, il quale può
anche limitarsi a individuare il numero massimo. Nei comuni con popolazione superiore
a 15 mila abitanti e nelle province gli assessori sono nominati anche al di fuori dei
componenti del consiglio; nei restanti comuni tale possibilità può essere prevista dallo
statuto.
In caso di approvazione della mozione di sfiducia nei confronti del sindaco (o del
rispettive giunte cessano dalla carica e si procede allo scioglimento del consiglio e alla
degli obiettivi e dei programmi definiti con atti di indirizzo adottati dall’organo politico.
e di controllo”. I dirigenti, sulla base dello statuto e del regolamento, possono esercitare
L’art. 108, infine, ammette che il sindaco nei comuni con popolazione superiore ai 15 mila
organica e con contratto a tempo determinato. Egli può essere revocato dal sindaco (o
La durata del suo incarico non può eccedere quella del mandato del sindaco (o del
presidente): tale organo costituisce quindi una sorta di fiduciario del sindaco, incaricato
Nei comuni con popolazione inferiore a 15 mila abitanti è consentito procedere alla
nomina del direttore generale previa stipula di convenzioni tra comuni, le cui
interni. Con la riforma di cui alla l. 127/1997, tale organo, pur legato ad un rapporto
dell’interno, ed è nominato dal sindaco (o dal presidente della provincia) tra gli iscritti in
apposito albo, per la durata del mandato del sindaco (o del presidente della provincia).
Il segretario può essere revocato con provvedimento motivato del sindaco o del
presidente della provincia, previa deliberazione della giunta, per violazione dei doveri
d’ufficio.
nuovo non prima di sessanta giorni e non oltre centoventi giorni dal suo
assistenza alle riunioni del consiglio e della giunta e ne cura la verbalizzazione; può
rogare tutti i contratti nei quali l’ente è parte ed autenticare scritture private ed atti
dell’ente.
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province, occorre affrontare il problema dei controlli ai quali la loro attività e i loro
In origine, gli enti locali subivano una notevole ingerenza da parte del governo centrale.
Il controllo sugli atti veniva svolto dal Co.re.co. (organo regionale) e dal difensore
142/1990 aveva già soppresso il controllo di merito e ridotto le categorie di atti soggetti
entro sessanta giorni dal conferimento dell’incarico. Il T.U. art. 138 annovera tra i controlli
sono disciplinati dall’art. 147 T.U., il quale dispone che la loro organizzazione è effettuata
dagli enti medesimi anche in deroga ai principi generali obbligatori per i ministeri e
consente tra più enti, mediante convenzione, la istituzione di uffici unici per
I controlli sugli organi spetta allo Stato ed è disciplinato dagli artt. 141 e ss. T.U. enti locali.
approvazione del bilancio nei termini (in questa ultima ipotesi è prevista la nomina di
decesso del sindaco o del presidente della provincia: in questa ipotesi lo scioglimento
rimangono in carica sino all’elezione del nuovo consiglio e del nuovo sindaco o
presidente della giunta e le funzioni del sindaco e del presidente sono svolte
PROVINCE
Per quanto attiene ai rapporti finanziari, è stata riconosciuta al comune e alla provincia
autonomia finanziaria e potestà impositiva autonoma che può essere in parte da essi
La possibilità per gli enti locali di istituire tributi propri pare tuttavia trovare un ostacolo
nell’art. 23 Cost.
L’art. 234 T.U. stabilisce poi che la revisione economico-finanziaria sia affidata ad un
Ai sensi dell’art. 49 T.U. “su ogni proposta di deliberazione sottoposta alla giunta ed al
consiglio che non sia mero atto di indirizzo deve essere richiesto il parere in ordine alla
sola regolarità tecnica del responsabile del servizio interessato e, qualora comporti
regolarità contabile”: il parere di regolarità tecnica è obbligatorio solo nei casi in cui la
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Il parere di regolarità è reso dal segretario allorché l’ente non abbia funzionari
Va infine ricordato che l’art. 28 della l. 488/1998 estende il patto di stabilità assunto dal
Governo in sede comunitaria non solo alle regioni, ma anche a province, comuni e
comunità montane: tali enti devono ridurre il disavanzo annuo e il rapporto tra
(si noti, non le province) valorizzano le libere forme associative e promuovono gli
L’istituto del referendum è in generale caratterizzato dal fatto che la relativa richiesta
proviene dagli elettori, mentre l’articolo in esame non pare escludere che la sua
Quali limiti per il ricorso alla consultazione ed al referendum, la legge prevede la loro
attinenza alle materie di esclusiva competenza locale e la necessità che essi non
circoscrizionali.
∙ l’azione popolare (ogni elettore può far valere in giudizio le azioni e i ricorsi che
∙ il diritto di accesso agli atti amministrativi (eccetto quelli riservati per espressa
sindaco o del presidente della provincia che ne vieti l’esibizione, in quanto la loro
diffusione può pregiudicare il diritto alla riservatezza delle persone, dei gruppi o
delle imprese);
associazioni.
Va ancora precisato che, a seguito della riforma di cui alla l. cost. 3/2001, la materia
regioni.
Il territorio è elemento costitutivo del comune; la regione con propria legge, sentite le
la loro denominazione. L’art. 5 T.U. prevede che “salvo i casi di fusione tra più comuni,
non possono essere istituiti nuovi comuni con popolazione inferiore a 10 mila abitanti o
la cui costituzione comporti, come conseguenza, che altri comuni scendano sotto tale
limite”.
la legge regionale che istituisce nuovi comuni deve stabilire che “alle comunità di
La legge contempla poi le unioni di comuni, enti locali costituiti da due o più comuni di
montana.
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afferma che occorre prevedere una “maggiorazione dei contributi nelle ipotesi di
In sintesi, con riferimento al loro grado di stabilità, le forme associative previste dal T.U.
dell’esercizio delle funzioni); consorzi (soggetti distinti dagli enti che li costituiscono per
la gestione associata di uno o più servizi e per l’esercizio di funzioni); esercizio associato
di funzioni e servizi; unioni di comuni (che danno luogo alla creazione di un ente locale).
L’art. 53 T.U. enti locali, consente al sindaco, ove non sussistano organi di
L’art. 114 Cost. qualifica le città metropolitane come enti autonomi con propri statuti,
poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione, alla stessa stregua delle
Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Bari, Napoli (si noti che la Costituzione
La regione, su conforme parere degli enti locali interessati, procede alla delimitazione
particolare, nelle aree metropolitane, il comune capoluogo e gli altri comuni possono
delimitazione dell’area è obbligatoria, l’istituzione della città può anche non verificarsi).
provincia, ossia le funzioni appunto conferite dalla regione. L’art. 23 precisa comunque
obbligatoria costituito con provvedimento del presidente della giunta regionale “tra
valorizzazione delle zone montane per l’esercizio di funzioni proprie, di funzioni conferite
Spettano alle comunità montane le funzioni attribuite dalla legge e gli interventi per la
assessori o consiglieri dei comuni partecipanti, eletti dai rispettivi consigli con il sistema
del voto limitato. Le norme sulla comunità montana si estendono alle comunità isolane
o di arcipelago.
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VICENDE
GIURIDICHE
interessi intersoggettivi. Gli interessi sono aspirazioni dei soggetti verso i beni ritenuti
Poiché tali conflitti sorgono tra soggetti diversi dell’ordinamento, esso deve
delle sue norme in relazione alla particolare posizione del soggetto che li
pone in essere.
Siamo così giunti a fornire una prima definizione del concetto di “situazione giuridica
Ogni soggetto del diritto costituisce sul piano dell’ordinamento giuridico un centro di
Diverso significato assume il termine di status, utilizzato in ordine al soggetto che si trovi
in una particolare posizione (es. status di cittadino, di impiegato pubblico). Gli status
sono le qualità attinenti alla persona che globalmente derivano dalla sua appartenenza
Dalla capacità giuridica si distingue la capacità di agire, che consiste nella idoneità a
gestire le vicende delle situazioni giuridiche di cui il soggetto è titolare e che si acquista
con il compimento del diciottesimo anno d’età, salvo che la legge non stabilisca un’età
ovvero sia esclusiva della persona fisica preposta all’organo che fa agire
natura della responsabilità extracontrattuale degli enti pubblici: ove si ritenga infatti
che l’ente abbia capacità di agire, è più semplice concludere nel senso che risponda
direttamente per gli illeciti compiuti dai propri dipendenti, laddove, riferendo (secondo
l’opinione più attendibile) la capacità di agire soltanto alle persone fisiche preposte agli
organi, si dovrebbe concludere che la responsabilità dell’ente per gli illeciti da queste
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giudizio).
Nel diritto amministrativo occorre poi ricordare che, oltre ai poteri amministrativi, molte
effetti giuridici si concretizza mediante atti giuridici, i più importanti dei quali
soggettivo.
Potere e diritto sono termini inconciliabili: ove sussista potere non esiste diritto
soggettivo e ove il privato sia titolare di un diritto non può affermarsi l’esistenza di un
sfera dei privati, esso deve essere tipico e cioè predeterminato dalla legge in ossequio
al principio di legalità che esprime la garanzia delle situazioni dei privati stessi.
Le norme che riconoscono interessi pubblici “vincenti” su quelli privati, sono norme di
Oltre alle situazioni di vantaggio che esorbitano dai singoli rapporti (poteri), vi sono
altresì situazioni sfavorevoli non racchiuse in rapporti concreti. Queste situazioni sono
riconducibili alla figura del dovere, vincolo giuridico a tenere un dato comportamento
debitore.
L’INTERESSE LEGITTIMO
Occorre ora focalizzare l’attenzione sui rapporti tra amministrazione e soggetti privati.
Nei confronti dell’esercizio del potere dell’amministrazione, il privato si trova in uno stato
interesse strumentale.
La piena protezione giuridica riguarda non già tale interesse, bensì la legittimità
Pur se l’interesse legittimo è una situazione soggettiva di vantaggio che comporta una
Non va poi taciuto, ma il rilievo è importante, che poteri di influire sul corretto esercizio
dell’azione amministrativa sono riconosciuti dalla legge anche a chi non è titolare di
interessi legittimi.
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dell’atto amministrativo. Accanto a quelli ora descritti possiamo poi aggiungere i poteri
pubblica amministrazione.
d’azione assai più ampio di quello dell’interesse legittimo. L’interesse legittimo, in ogni
caso, sorge non già tutte le volte in cui, anche in modo secondario ed indiretto, un
partecipazione ad un procedimento .
risulta differenziato rispetto alla pluralità degli interessi che fanno capo ai consociati. È
Gli interessi diffusi si caratterizzano sotto un duplice profilo: dal punto di vista soggettivo
soggetto ad un bene .
Gli interessi collettivi, viceversa, sono gli interessi che fanno capo ad un gruppo
qualificarli come legittimi e per aprire la via alla tutela davanti al giudice
amministrativo.
Tra i criteri utilizzati a tal fine vi è quello di un collegamento stabile e non occasionale
sul quale si producono gli effetti di atti amministrativi, soluzione che però ha finito per
SOGGETTIVE
esempio la situazione del proprietario che sia soggetto all’esercizio del potere di
presentarsi ora come un diritto soggettivo, ora come un interesse protetto solo in modo
privato.
53
Non si può dunque parlare di degradazione o affievolimento del diritto, fenomeno che
beni diversi, sicché manca il presupposto stesso per una trasformazione dell’uno
nell’altro.
I presenti appunti non sostituiscono il libro di testo, ma servono ad agevolare la
ripetizione 😊
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La dottrina parla talora di diritto in attesa di espansione per indicare la situazione in cui
Va esclusa dal novero delle situazioni giuridiche la facoltà, che è la possibilità di tenere
versa un soggetto nelle more del completamento della fattispecie costitutiva di una
situazione di vantaggio (diritto, potere). Essa, non essendo tutelata in via assoluta, non
è un diritto: d’altro canto, se con il termine “aspettativa” si indica una situazione tutelata
come interesse legittimo, essa deve essere qualificata come tale, mentre se è
COMUNITARIO
pubblici e quelle sulla libera circolazione delle persone e dei capitali, sulla libertà di
stabilimento, sulla libera prestazione dei servizi, sulla libertà di concorrenza, sulla libertà
discriminazioni tra i lavoratori degli Stati membri fondate sulla nazionalità. Per quanto
I presenti appunti non sostituiscono il libro di testo, ma servono ad agevolare la
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attiene al diritto amministrativo giova ricordare che una deroga alla libertà
pubblica.
definito come ogni prestazione fornita dietro enumerazione da un cittadino di uno Stato
membro stabilito in uno Stato membro a favore di una persona stabilita in uno Stato
diverso (ma appartenente all’Unione). Anche nel settore della libera circolazione dei
Una ulteriore ed assai rilevante libertà garantita dal diritto comunitario è la libertà di
concorrenza, la quale può essere lesa a seguito della presenza di poteri amministrativi
La capacità e i poteri, come si è visto, sono strettamente legati alla soggettività e sono
acquistati a titolo originario. Consegue che i poteri sono intrasmissibili, onde non esiste
la vicenda della
54
mediante un provvedimento.
pensi alla nascita o alla morte) o al compimento di alcuni atti (ad esempio
l’intimazione al pagamento o l’iscrizione in certi albi: c.d. meri atti), che hanno la
Talora la legge può determinare la produzione dell’effetto non già in relazione a tutti i
rapporti di un certo tipo, bensì con riferimento ad un singolo rapporto. La legge viene
Ove il tipo di dinamica sia quello che si incentra sullo schema norma-fatto-effetto,
l’amministrazione può essere “coinvolta”, sia perché pone in essere un fatto (ad es.
Nei casi in cui la dinamica giuridica sia invece inquadrabile nello schema
amministrativi produce invece effetti preclusivi. Deve ancora essere aggiunto che la
un siffatto potere, dal cui esercizio scaturirà l’effetto finale, altro non significa infatti che
decidere di rendere disponibile per l’amministrazione il bene della vita cui aspira il
legittimo.
Questi poteri sono costituiti da: poteri autorizzatori, poteri accessori, poteri oblatori,
capo all’amministrazione, preordinati alla verifica del rispetto delle condizioni e dei
licenza.
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consentire in alcuni casi una deroga all’osservanza del relativo divieto o obbligo.
efficacia dell’atto ed è adesso successiva. La licenza, figura che oggi la legge tende a
I POTERI CONCESSORI
Tra i poteri il cui esercizio determina effetti favorevoli per i privati, accanto a quelli
situazioni giuridiche (diritti) che esulavano dalla sua sfera giuridica in quanto
totalmente nuovo, nel senso che l’amministrazione non poteva averne la titolarità
concessoria non presenta peculiari problemi allorché essa attenga a beni pubblici: in
questi casi, infatti, è evidente che al privato, in assenza di concessioni, sarebbe precluso
lo sfruttamento delle utilitates connesse al bene (medesimo discorso vale per il caso
della cittadinanza).
La natura contrattuale della concessione, in passato, era stata affermata da parte della
dottrina anche in ordine alla concessione di servizi pubblici, figura che ricorre allorché
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Al riguardo va però osservato che la disposizione di essi deve avvenire mediante atti di
natura pubblicistica. Non è quindi da accogliersi la tesi della qualificazione del potere
intento di liberalità.
I POTERI ABLATORI
I poteri ablatori incidono negativamente sulla sfera giuridica del destinatario. Essi
hanno segno opposto rispetto a quelli concessori, nel senso che impongono obblighi
pubblico. Tra i vari tipi: le requisizioni in proprietà, che riguardano soltanto cose mobili e
un provvedimento che ha come presupposto l’urgente necessità: essa riguarda beni sia
mobili sia immobili e comporta la possibilità di poter utilizzare il bene (che rimane in
con decreto motivato, sempre però senza pregiudizio dei diritti delle parti.
Alcuni provvedimenti ablatori incidono non già su diritti reali, bensì sulla complessa
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abusivo) e di divieti (ordini di non fare: è tale il divieto di circolazione stradale), nonché
Dagli ordini si distinguono le direttive, che rispetto agli ordini presentano una minore
distinta la diffida, che consiste nel formale avvertimento ad osservare un obbligo che
Esistono poi poteri ablatori caratterizzati dal fatto che impongono obblighi a rilevanza
Con particolare riferimento agli atti che creano un obbligo di dare va notato che
I POTERI SANZIONATORI
I presenti appunti non sostituiscono il libro di testo, ma servono ad agevolare la
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applicata coattivamente dallo Stato o da altro ente pubblico, mentre per illecito la
misura retributiva nei confronti del trasgressore. Si crea così un rapporto diretto tra
soggetto.
presuppone l’accertamento della violazione della legge, a meno che non sia
trasgressione.
Nella vigente legislazione, così come non è definito il concetto di sanzione, non è
individuare in modo soltanto residuale, quali misure afflittive non consistenti in sanzioni
penali o in sanzioni civili. Per quanto riguarda i principi generali delle sanzioni
amministrative, essi operano sul piano delle fonti (principio di legalità), sul piano della
accessorie.
La violazione del precetto, presupposto la cui sussistenza apre la via all’emanazione del
processo penale.
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CONTROLLO
dal fatto che la legge non predetermina in modo compiuto il contenuto della statuizione
necessità e urgenza, pare dunque non rispettare il principio di tipicità dei poteri
individuazione degli elementi essenziali dei poteri a garanzia dei destinatari degli stessi.
La Corte costituzionale ha peraltro fissato alcuni limiti nel rispetto dei quali la legge
Le ordinanze ora esaminate vanno distinte dai provvedimenti d’urgenza, atti tipici e
SOSTITUTIVE.
L’amministrazione, in occasione dell’esercizio del potere, pone in essere atti che sono
non già provvedimentale, bensì strumentali ad altri poteri (pareri, proposte, atti di
situazione in una certa direzione: è il caso della cancellazione di alcuni beni dagli
elenchi di beni pubblici. Taluni atti dichiarativi hanno invece la funzione di attribuire
diverso da come è raffigurato nell’atto stesso. Questi atti, detti di “certazione”, dunque,
I presenti appunti non sostituiscono il libro di testo, ma servono ad agevolare la
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producono certezze che valgono erga omnes. Essi sono tipici e nominati.
Pure altri atti di accertamento, rendendo possibile la conoscenza del fatto registrato,
hanno un effetto di certezza: essa è però detta “notiziole”, in quanto è superabile con la
prova contraria. La certezza può poi essere “messa in circolazione” mediante certificati,
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pubblico ufficiale autorizzato a darvi pubblica fede, e fa piena prova, fino a querela di
falso, tanto in sede amministrativa quanto in sede giurisdizionale, di ciò che in esso è
dichiarato e della provenienza. Occorre distinguere gli attestati, che sono atti
creata dalle certazioni e che, a differenza dei certificati, non mettono in circolazione una
Negli ultimi anni si è fatta sempre più pressante la duplice esigenza di alleggerire il
carico di lavoro dei pubblici ufficiali e di consentire al privato di potere provare, nei suoi
un ente pubblico; sono destinate a confluire soltanto in un singolo rapporto tra cittadino
ossia atti con cui il privato comprova tutti gli stati, fatti e qualità personali non compresi
in pubblici registri, albi ed elenchi, nonché stati, fatti e qualità personali relativi ad altri
L’art. 7 del T.U. poi, specifica che il controllo sulle dichiarazioni sostitutive debba
avvenire anche a campione, e in tutti i casi in cui “sorgano fondati dubbi” sulla loro
veridicità. Esso è effettuato secondo due modalità: consultando direttamente gli archivi
utilizzate anche nei rapporti tra privati che vi consentano: in tal caso l’amministrazione
competente per il rilascio della relativa certificazione è tenuta a fornire, su richiesta del
privato corredata dal consenso del dichiarante (non già il certificato,ma) conferma
scritta della corrispondenza di quanto dichiarato con le risultanze dei dati custoditi.
In precedenza si è fatto riferimento a poteri il cui servizio produce effetti nei confronti di
generali, in quanto sono in grado di produrre effetti nei confronti di una generalità di
Tali atti sono ricollegabili allo schema norma-potere-effetto: la legge non produce
ge
ner
ali.
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Molte vicende rilevanti per il diritto amministrativo sono prodotte secondo l’illustrato
pensi all’intimazione di pagare nel diritto privato, che produce l’effetto, disciplinato dalla
modificazione di una serie di diritti ed è alla base degli istituti della prescrizione e della
decadenza. Come si è già detto, il potere, in quanto attributo della soggettività, non è
trasmissibile. Essa non è neppure trascrittibile al seguito del decorso del tempo.
Il potere, infatti, trascende i singoli rapporti: la circostanza che esso non sia esercitato in
al caso o al rapporto considerati, ma non impedisce che lo stesso potere possa essere
Il diritto soggettivo è invece soggetto a prescrizione, ove non esercitato per un certo
anni. Tra gli atti che producono vicende estintive di diritti si annovera poi la rinuncia,
negozio avente più propriamente effetto abdicativi cui può seguire un effetto traslativo
nel caso di espropriazione o il diritto ad una onorificenza), salvo che il legislatore non
Problema non molto indagato è quello della possibilità di rinunciare agli interessi
di un potere, il loro titolare non può disporne in quanto non può disporre del
potere correlato.
all’esercizio del potere di azione nel caso concreto), così come possibile è la rinuncia al
bene finale della vita o la disposizione dello stesso (si pensi alla vendita del terreno in
permesso di costruire.
Particolarmente rilevanti nel diritto amministrativo sono inoltre fatti, atti e negozi
costitutivi di obblighi in capo a soggetti pubblici: trattasi del contratto, del fatto illecito,
MERITO
norma-potere effetto.
Nel momento in cui viene attribuito un potere, l’amministrazione deve agire in vista del
medesimo (ad
61
es. selezione del miglior candidato nel caso di concorso; pubblica utilità nell’ipotesi di
espropriazione).
ritenute più consone nei singoli casi. Molto più spesso, tuttavia, le modalità di azione
La scelta discrezionale c.d. “pura” può attenere a vari profili dell’azione amministrativa,
Da questo punto di vista si può dire che il merito costituisce la sfera di attività riservata
all’amministrazione.
già ricordata per tale giudice, in casi tassativamente stabiliti dalla legge, di sindacare
opportunità e convenienza.
RIPARTORTO DI GIURISDIZIONE
soggettivo. Poiché il giudice che tutela i diritti soggettivi è il giudice ordinario, come
I presenti appunti non sostituiscono il libro di testo, ma servono ad agevolare la
ripetizione 😊
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Sul piano sostanziale va aggiunto che, ove l’amministrazione agisca in violazione di una
come nullo ed è sindacabile dal giudice ordinario. Posto che esso è emanato in una
giurisdizione nei casi in cui l’amministrazione abbia agito in carenza di potere, ponendo
in essere un atto nullo e, cioè, non produttivo di effetti. Diverse da tali norme sono quelle
Poiché l’azione amministrativa è legittimamente svolta quando sia posta in essere nel
norme di azione.
illegittima; gli effetti così prodotti sono quindi precari, in quanto l’atto è emanato in una
situazione in cui il potere sussiste ma è stato esercitato in modo non corretto.: si può
canone del cattivo esercizio del potere amministrativo. Il giudice che accerti al
62
sia i suoi effetti, emanando una decisione di annullamento. Il regime dell’atto posto in
Tra tali fonti spiccano i regolamenti comunitari, atti di portata generale, obbligatori e
direttamente applicabili nei rapporti c.d. “verticali” tra pubblici poteri e cittadini, e le
raggiungere, salva restando la competenza degli organi nazionali in merito alla forma e
disapplicazione pure in relazione alle situazioni contenute nelle sentenze emanate dalla
Corte di giustizia, nonché alle direttive comunitarie che contengano norme precise e
nostre amministrazioni (la cui efficacia è però solo verticale, nel senso che si produce
unicamente nei confronti dello Stato, mentre u cittadini non possono farle valere nei
rapporti con altri cittadini). Il regime dell’atto amministrativo conforme ad una fonte
se la norma interna è attributiva del potere, mentre sarà di mera annullabilità nelle
GENERALI
L’attenzione va ora riposta sulle fonti che sono atti soggettivamente amministrativi. Si
da quella degli atti normativi, i quali ultimi, secondo parte della dottrina e della
e segua al procedimento che l’ordinamento fissa per quel particolare tipo di fonte.
∙ solo questi ultimi sono astratti, intendendo per astrattezza il carattere derivante
amministrativo.
I REGOLAMENTI AMMINISTRATIVI
pubblici.
63
La disciplina dei regolamenti governativi è oggi fissata dalla legge 400/1988. Per la loro
emanazione la legge richiede la deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il parere
del Consiglio di Stato. Emanati con decreto del Presidente della Repubblica
e sottoposti al visto e alla registrazione della Corte dei conti, essi sono pubblicati nella
possono essere adottati al di fuori delle materie riservate alla competenza regionale (in
manchi la disciplina da parte di leggi o atti aventi forza di legge, sempre che non si
amministrazioni pubbliche.
deroga alla disciplina posta dalla legge) o “autorizzati”, i quali possono essere adottati
solo a seguito di una specifica previsione di legge. La norma dispone che “Con decreto
del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il
Consiglio di Stato, sono emanati i regolamenti per la disciplina delle materie, non
coperte da riserva assoluta di legge prevista dalla Costituzione, per le quali le leggi
delle norme vigenti, con l’effetto dell’entrata in vigore delle norme regolamentari”.
ministri.
L’autonomia normativa è riconosciuta non solo a Stato e regioni, ma anche ad altri enti
riconosciuta dalla l. 142/1990 e succ. modif. (ora T.U. degli enti locali) secondo un
modello nel quale alla legge spetta dettare le linee fondamentali dell’organizzazione
disegno.
Dal punto di vista della collocazione nel quadro delle fonti, il rapporto dello statuto con
osservare i principi dalla Costituzione, senza che vi sia spazio per una diretta ingerenza
disciplina legislativa.
Lo statuto deve, infatti, stabilire “le norme fondamentali per l’organizzazione dell’ente ed
I presenti appunti non sostituiscono il libro di testo, ma servono ad agevolare la
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partecipazione delle
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procedimenti amministrativi…”. Lo statuto può vere anche altri contenuti, facoltativi, nei
con il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri assegnati. Lo statuto è soggetto al
sul bollettino ufficiale della regione. Esso viene altresì affisso all’albo pretorio dell’ente e
inviato al ministero dell’interno per essere inserito nella raccolta ufficiale degli statuti.
Decorsi trenta giorni dalla affissione all’albo pretorio, lo statuto entra in vigore.
Ai sensi dell’art. 17 T.U. enti locali, “nel rispetto dei principi fissati dalla legge e dallo
Oggi, l’art. 117 Cost. dispone che comuni, province e città metropolitane abbiano
delle funzioni loro attribuite”: si tratta dunque del già citato riconoscimento
rispetto allo statuto: la risposta potrebbe essere positiva, atteso che l’art. 114 Cost., nel
definire invia generale comuni, province, città metropolitane (e regioni) come enti
piuttosto osservare che essa non potrà contenere disposizioni così dettagliate da
Non sono invece fonti del diritto le circolari, gli atti che pongono le c.d. norme interne e
la prassi. Un cenno meritano poi i testi unici, i quali raccolgono in un unico corpo le
norme che disciplinano una certa materia. Essi non hanno carattere innovativo se, con il
un’autorità che non dispone, nel caso, di potestà normativa (sarebbero mere fonti).
presta il fianco ad alcune critiche, sia perché non sono tipizzati i limiti della potestà e la
procedura di formazione dell’atto normativo, sia perché (motivo ben più grave) le
INTRODUZIONE
costituisce la funzione. Essa fa in qualche modo da tramite tra una situazione statica (il
La più recente normativa pare voler configurare il procedimento come modulo nel cui
e concessori, tra di loro connessi in quanto riferiti ad una medesima attività del privato.
L’importanza del diritto comunitario in materia procedimentale deriva sia dal fatto che
effetti nel nostro ordinamento, sia dal fatto che sempre più numerose norme di origine
garantistico di tutela delle situazioni giuridiche soggettive, ll’interno del quale deve
essere assicurato il diritto di difesa in tutti quei procedimenti che sfociano in atti
APPLICAZIONE
principi e a disciplinare gli istituti più importanti; d’altro canto, essa si occupa anche di
applicazione della legge. La legge sembra operare direttamente nei riguardi delle
regioni a statuto ordinario fino a quando esse non avranno legiferato in materia mentre,
Trento e Bolzano, precisa che, entro un anno dalla entrata in vigore della legge, tali enti
Occorre peraltro ricordare che la recente riforma costituzionale (l. 3/2001), ampliando
amministrativa si caratterizza per il profilo funzionale, per essere cioè diretta alla cura
dell’interesse pubblico. Muovendo da tale premessa si può concludere nel senso che la
legge sul procedimento si applichi altresì alla c.d. attività contrattuale della pubblica
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L’art. 1 della legge afferma che l’attività amministrativa persegue i fini determinati dalla
traduce nell’esigenza del non aggravamento del procedimento se non per straordinarie
procedimento, si trovano atti previsti dalla legge e atti che l’amministrazione ritiene
necessità che l’amministrazione, oltre al rispetto formale della legge, miri anche e
soprattutto al perseguimento nel miglior modo possibile delle finalità ad essa affidate.
documenti amministrativi. In senso lato, si rapportano alla pubblicità anche gli istituti
provvedimento.
La legge non richiama il concetto di efficienza (rapporto tra mezzi impiegati e obiettivi
l’applicazione.
regola soffre tuttavia importanti eccezioni desumibili dalla stessa legge (in particolare,
dalla legge – nella successione degli atti e delle operazioni che lo compongono:
a) nel procedimento, innanzitutto, sono presenti atti che assolvono ad una funzione
b) segue la fase decisoria, in cui viene emanato l’atto o gli atti con efficacia
costitutiva, nel senso che da essi sgorga l’effetto finale sul piano
c) il procedimento si chiude, quindi, con quegli atti che confluiscono nella fase
La distinzione tra tali fasi no deve far dimenticare che il procedimento serve, nel suo
complesso, per decidere, e che ciò avviene in modo graduale e per momenti successivi:
ove prevista, altrimenti l’emanazione del provvedimento finale – trovano posto i c.d. atti
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l’illegittimità di uno degli atti del procedimento determina in via derivata l’illegittimità
condizione che vi sia stata l’emanazione del provvedimento finale. Tuttavia, in sede
giurisdizionale, il terzo potrà far valere e dedurre anche i vizi che attengono agli atti
Non è poi da escludere che un atto endoprocedimentale possa produrre di per sé effetti
fattispecie giuridiche. Lo stesso atto può cioè rilevare sia come atto del procedimento,
sia come atto, avente effetti esterni, lesivo di posizioni giuridiche di alcuni terzi.
L’effetto esterno può essere prodotto anche da un atto che determini l’arresto del
procedimento. Ma mentre l’atto esplicito di arresto può essere, a seconda dei casi,
Sempre con riferimento agli atti interni del procedimento, si deve osservare come
i quali costituiscono le serie di fasi preordinate alla emanazione di un atto che fa parte
Talora il rapporto deriva dal fatto che alcuni procedimenti costituiscono una fase di un
procedimento condiziona l’esercizio del potere che si svolge nel corso di un altro
Si tratta di una circostanza che deve sussistere affinché il potere sia legittimamente
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Il procedimento si apre con l’iniziativa, che può essere ad istanza di parte, o d’ufficio.
L’iniziativa ad istanza di parte è caratterizzata dal fatto che il dovere di procedere sorge
Negli ultimi due casi, l’istanza consiste in un atto amministrativo: più esattamente si
eseguirla.
la richiesta di parere.
più nominativi all’autorità competente a provvedere ad una nomina”; essa non è atto di
iniziativa procedimentale.
L’istanza, in senso proprio, invece, proviene dal solo cittadino ed è espressione della sua
autonomia.
La richiesta e la proposta mirano alla cura di intessi pubblici, l’istanza è posta in essere
sono comunque caratterizzate dal fatto che sorge, quale effetto endoprocedimentale, il
In caso contrario, l’atto del privato non si configura come istanza in senso proprio, bensì
come mera denuncia, mediante la quale si rappresenta una data situazione di fatto
essere soggette ad una verifica, la quale in ogni caso attiene alla sufficienza del fatto
canto, fino a che non si perfeziona la c.d. fase integrativa dell’efficacia, il provvedimento
non produce effetti, sicché il procedimento non può certi dirsi concluso.
A fronte dell’inutile decorso del termine senza che l’amministrazione abbia emanato il
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(ricorso avverso il silenzio) previsti a fronte del c.d. silenzio inadempimento: esso si
forma allorché l’amministrazione non abbia emanato l’atto nel termine fissato, in un
operazioni cui l’impiegato sia tenuto per legge o per regolamento. A tal fine,
decorsi inutilmente trenta giorni dalla diffida, egli può proporre l’azione volta ad
ottenere il risarcimento.
Si noti che tale procedura è prevista dalla legge anche nel caso di omissione o ritardo di
L’art. 328 c.p. stabilisce, inoltre, che il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico
servizio il quale, entro trenta giorni dalla richiesta redatta in forma scritta da chi vi abbia
interesse, non compie l’atto del suo ufficio e non risponde per esporre le ragioni del
ritardo, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a lire due milioni.
provvedimento finale. In relazione al problema del tempo, va ricordato che nel nostro
ordinamento vige il principio secondo cui tempus regit actum: ogni atto
deve essere disciplinato dalla normativa vigente al momento in cui esso è posto in
essere. Il principio vale anche per il provvedimento finale sicché, nell’ipotesi in cui la sua
Nel silenzio della legge, ciò non impedisce la salvezza degli atti endoprocedimentali già
emanati, anche se è mutata la disciplina, purché la fase in cui essi si collocano non sia
Per quanto infine attiene all’ipotesi i cui lo ius superveniens intervenga nella fase
procedimentale di controllo, la tesi seguita dalla Corte dei conti è quella secondo cui,
deve tener conto della legislazione vigente al momento in cui sta espletando la sua
stabilisce che le pubbliche amministrazioni sono tenute a determinare, per ciascun tipo
provvedimento finale.
Quanto alle funzioni del responsabile, è possibile osservare in via preliminare che dalla
lettura della normativa emerge non già il profilo della responsabilità in senso tecnico,
riferimento sia per i privati, sia per l’amministrazione procedente e per gli organi di altre
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correggere gli errori materiali in cui sia incorso nella redazione di istanze o domande,
anche decisorio); inoltre, ove non abbia la competenza ad emanare l’atto finale,
trasmette gli atti all’organo competente per l’adozione; altrimenti emana egli stesso
tale provvedimento.
Da tutto quanto esposto è evidente che il responsabile del procedimento sia il soggetto
In primo luogo, occorre stabilire che cosa si intenda per unità organizzativa
Altro problema deriva dal fatto che l’art. 4 della l. 241/1990 dispone che le pubbliche
finale”. Si tratta cioè di capire se ci debba essere o meno identità tra unità
del procedimento.
Si deve allora concludere che il responsabile del tipo di procedimento coincide con
spesso peraltro prevista dalle fonti (regolamenti e leggi regionali) che hanno dato
soggetto della responsabilità civile, penale e disciplinare, soluzione questa che, a tacere
procedimento.
L’avvio del procedimento deve essere comunicato ai soggetti nei confronti dei quali il
provvedimento finale è destinato a produrre effetti diretti, a quelli che per legge devono
intervenirvi, nonché ai soggetti, diversi dai diretti destinatari, che siano individuati o
I destinatari dell’atto sono i soggetti nella cui sfera giuridica si produce la vicenda
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provvedimento stesso.
norma, essa deve essere fatta mediante comunicazione personale; può anche essere
quando per il numero dei destinatari la comunicazione personale non sia possibile o
Nel silenzio della legge, va ritenuto che tale adempimento vada compiuto senza ritardo
oggetto del procedimento, ufficio e persona del responsabile del procedimento, ufficio
procedimento, nel senso che consente agli interessati di essere posti a conoscenza
altri procedimenti, c.d. “riservati”, in ordine ai quali non dovrebbe essere ammessa la
procedimento) e di attività vincolata, ovvero, più in generale, ritenendo che per certi
illegittimità, che può essere fatta valere soltanto dal soggetto “nel cui interesse la
comunicazione è prevista”. Il legislatore vuole in sostanza evitare che l’atto finale venga
iniziativa di chi faccia valere un vizio che abbia pregiudicato la situazione di altro
soggetto.
L’ISTRUTTORIA PROCEDIMENTALE
implicati dall’esercizio del potere. Essa è condotta dal responsabile del procedimento.
verificare fatti. La distinzione tra fatti e interessi si complica nella realtà delle cose, in
quanto sussiste una stretta correlazione tra gli uni e gli altri, nel senso che il fatto
implica e consente di evidenziare interessi e, per contro, l’interesse e la verifica della sua
Fatta questa premessa, si precisa che l’attività conoscitiva in senso proprio si svolge
partecipazione.
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Nel nostro ordinamento amministrativo vige il principio inquisitorio, in forza del quale
istruttoria e, dunque, dell’individuazione della porzione di realtà nei confronti della quale
legittimamente.
I presenti appunti non sostituiscono il libro di testo, ma servono ad agevolare la
ripetizione 😊
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di limiti e, in quanto tale, deve essere adeguatamente motivata. Essa deve in primo
circoscrivere l’ambito della porzione di realtà e dello spettro degli interessi che
della pertinenza all’oggetto del procedimento. Infine, non vanno dimenticati i canoni di
dell’attività istruttoria.
interessi stessi. Le vie per la loro rappresentazione nel corso del procedimento sono
In ordine alla partecipazione, la normativa apre la via alla esternazione non tipizzata
del procedimento. Per quel che riguarda la conferenza di servizi, è importante rilevare
come in sede istruttoria sia possibile acquisire gli interessi pubblici rilevanti in un’unica
soluzione.
Secondo quanto già chiarito, la conferenza è indetta dal responsabile del procedimento
essere rappresentati interessi da parte di soggetti pubblici soltanto nel caso in cui dal
essere indetta per esaminare gli interessi pubblici “coinvolti”, senza specificazioni
ulteriori e pertanto anche nel caso in cui dal provvedimento finale possa derivare un
indiretto beneficio.
LA PARTECIPAZIONE PROCEDIMENTALE
Uno degli strumenti più importanti previsti dalla l. 241/1990 per introdurre interessi
Ai sensi degli artt. 7 e 9 della legge, sono legittimati all’intervento nel procedimento i
soggetti nei confronti dei quali il provvedimento finale è destinato a produrre effetti
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Gli statuti degli enti locali possono ampliare la cerchia dei soggetti titolari
spesso utilizzato la nozione di parti del procedimento. Tuttavia, il concetto di parte non
può essere riferito in senso proprio alla funzione amministrativa e al potere: gli
attribuito soltanto alla pubblica amministrazione. Unica vera parte necessaria è dunque
La partecipazione al procedimento consiste nel diritto di prendere visione dei relativi atti
In ossequio al già rilevato principio secondo cui per partecipare occorre conoscere, va
partecipazione sia strumentale alla più congrua decisione finale in vista dell’interesse
rappresentazione.
241/1990). Occorre, però, premettere che l’accesso ha anche una sua autonomia
rispetto al procedimento, nel senso che il relativo potere può essere esercitato pure a
procedimento concluso. Si tratta, infatti, di un istituto che si collega non alla sola
lato.
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come dimostra il fatto che la richiesta di accesso non sospende i termini per agire.
esercitare il diritto di accesso sono tutti i soggetti che abbiano titolo a partecipare al
procedimento. L’art. 10 T.U. enti locali, che si occupa dell’accesso ai documenti degli enti
locali, stabilisce che legittimati all’accesso sono tutti i cittadini, singoli o associati, e
prevede l’obbligo per gli enti locali di dettare norme regolamentari per assicurare ai
cittadini l’informazione sullo stato degli atti e delle procedure e sull’ordine di esame
assicurare “il diritto dei cittadini di accedere, in generale, alle informazioni di cui è in
possesso l’amministrazione”.
delle aziende autonome e speciali, degli enti pubblici e dei gestori di pubblici servizi (i
quali possono anche essere soggetti privati che, in quanto svolgenti attività di rilievo
l’art. 22 della l. 241/1990 fornisce una definizione assai ampia: è considerato tale ogni
specie del contenuto di atti, anche interni, formati dalle pubbliche amministrazioni o,
La richiesta di accesso deve essere motivata, indicare gli estremi del documento ovvero
gli elementi che ne consentano l’individuazione e far constare l’identità del richiedente.
notizie, esibizione del documento, estrazione di copie, ovvero altra modalità idonea”,
la richiesta formale (accesso formale), che avviene con atto scritto, può essere
presentare istanza formale (nel caso di richiesta informale che non sia
all’accoglimento.
accesso, l’art. 25 della l. 241/1990 dispone che trascorsi inutilmente trenta giorni dalla
estrazione di copia del documento. L’esame dei documenti avviene presso l’ufficio
Non tutti gli atti sono suscettibili di essere conosciuti dai cittadini. L’art. 24 prevede
coperti dal segreto di Stato e degli altri casi di segreto o di divieto di divulgazione
L’esclusione dei documenti amministrativi dal regime dell’accesso può essere disposta
Di particolare rilievo è il limite al diritto d’accesso connesso alla tutela della riservatezza.
Con il termine “riservatezza” si indica quel complesso di dati, notizie e fatti che
riguardano la sfera privata della persona e la sua intimità. La pretesa del cittadino alla
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di “altri” dalla conoscenza di certi fatti e situazioni: per tale motivo la privacy è destinata
Ovviamente, quando concessa, deve essere garantita agli interessati “la visione degli
atti relativi ai procedimenti amministrativi la cui conoscenza sia necessaria per curare o
difendere i loro interessi giuridici”. Occorre comunque notare che la legge consente, nei
casi di conflitto tra accesso e privacy, non già l’accesso pieno, bensì la sola “visione”
A parziale correttivo di tale situazione è intervenuta la legge 675/1996 sulla tutela dei
In primo luogo, l’art. 43 afferma esplicitamente che “restano ferme le vigenti norme in
Si deve poi segnalare che l’art. 4 esclude dall’applicazione della legge il trattamento di
dati effettuati da alcuni soggetti, tra i quali merita ricordare i “soggetti pubblici per
trattamento”.
Ai sensi dell’art. 27, inoltre, il trattamento dei dati personali da parte di soggetti pubblici
è “consentito soltanto per lo svolgimento delle funzioni istituzionali, nei limiti stabiliti
Tuttavia, la soluzione del problema dei rapporti tra le due normative non pare ancora
raggiunta con chiarezza. Quel che è certo è che il vero problema attiene ai dati sensibili
di cui all’art. 22 della l. 675/1996 (e cioè i dati idonei a rivelare l’origine razziale ed etnica,
la vita sessuale), in ordine ai quali la legge sulla privacy detta una disciplina
particolarmente garantista.
Infatti, per diffondere o comunicare questi dati, la legge richiede in generale il consenso
scritto dell’interessato, l’autorizzazione del garante per poter trattare i dati stessi e, per
disposizione di legge, nella quale siano specificati i tipi di dati che possono essere
necessità di impedire l’accesso ai dati sensibili, in quanto l’art. 22 della legge 675/1996
241/1990 non riesce a soddisfare. Parte della giurisprudenza, invece, ritiene che la
dimostrerebbe il fatto che l’art. 43 della 675/1996 lascia vigenti le norme sull’accesso.
Il Consiglio di Stato ha tuttavia da ultimo affermato che, dopo l’entrata in vigore della
legge 675/1996, ai sensi dell’art. 22 della stessa, la comunicazione dei dati sensibili da
espressamente consentita dalla legge. Per gli altri dati, invece, troverebbe di
Nell’ipotesi in cui si sia rivolto al difensore civico, il richiedente potrà adire il giudice
amministrativo entro trenta giorni dal ricevimento dell’esito della istanza rivolta al
difensore. La legge, infine, istituisce presso la presidenza del Consiglio dei ministri una
Commissione per l’accesso ai documenti, nominata con decreto del Presidente della
Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio, sentito il Consiglio dei ministri e
diritto di accesso.
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Affinché i fatti diventino rilevanti nel procedimento, essi debbono essere accertati
Pure nelle ipotesi in cui siano consentite le dichiarazioni sostitutive, il soggetto pubblico
L’amministrazione pone in tal caso in essere atti dichiarativi: questi atti sono costituiti
Taluni atti dichiarativi hanno la funzione di attribuire certezze legali che valgono erga
riguardano fatti complessi. Si tratta pur sempre di un’attività non decisionale: in caso
Con riferimento al tema del procedimento, vengono in primo luogo in evidenza gli atti di
conclusione.
Poiché gli atti dichiarativi qui analizzati non modificano la situazione preesistente, la
della pubblica amministrazione non muta: in particolare, atteso che tali atti
L’art. 17 della legge 241/1990 si riferisce alle valutazioni tecniche, occupandosi del caso
in cui esse siano richieste ad enti o organi appositi e questi non provvedano entro
novanta giorni dal ricevimento della richiesta o in quello previsto specificamente dalla
legge.
Si osservi però, che ai sensi dell’art. 14 della legge sopra citata, allorché sia intervenuta
procedente non può prescindere dal parere o dalla valutazione tecnica nelle sole ipotesi
in cui tali atti debbano essere resi da amministrazioni preposte alla tutela della salute.
La scelta del legislatore, che impone comunque di procedere alla valutazione tecnica, è
valutazione tecnica da un punto di vista per così dire “esterno”, ossia esaminando la
ordinario, chiamato però a giudicare di controversie in ordine alle quali la parte deduce
scelte amministrative.
L’ordinamento consente anche, in taluni casi, che una parte dell’attività istruttoria sia
sostegno pubblico per lo sviluppo delle attività produttive. Non appaiono invece
Controversa è la soluzione al problema della natura dei poteri istruttori. Deve escludersi
realtà anche incidendo sulla sfera giuridica dei terzi. In tema vige infatti sempre il
esercizio potrebbe comportare una incisione nella sfera giuridica del terzo debbono
I poteri che si esplicano in atti i quali non incidono sui diritti dei privati si possono invece
numerosi strumenti.
Alcuni atti istruttori sono previsti come obbligatori dalla legge. L’istruttoria non si
Il principio inquisitorio è applicabile anche alla scelta dei mezzi istruttori (perizie,
L’ampia possibilità di decisione in ordine alla natura e all’estensione dei mezzi istruttori
non consacrate in atti di certazione. In tal senso, rispetto alle dichiarazioni sostitutive, le
relativa ad un evento straordinario che non può essere conosciuto ricorrendo alla
comportamento di persone.
o all’ufficio competente, e non istituito ad hoc, che dovrà compiere l’ispezione stessa e
nel caso concreto. L’atto ha però come vero destinatario il soggetto terzo che “è
sottoposto” all’ispezione.
distinzione tra ispezione e inchiesta, netta in teoria, nei fatti è spesso assai ardua, atteso
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LA FASE CONSULTIVA
Una volta acquisiti tutti gli interessi coinvolti nella scelta finale e verificati i fatti rilevanti,
alcune ipotesi questa valutazione viene effettuata mediante atti emanati da appositi
uffici o organi che confluiscono in un ulteriore momento della fase istruttoria, costituita
Gli atti mediante i quali viene esercitata questa forma di attività, detta appunto
I pareri in senso stretto devono essere nettamente distinti da altri atti, detti
consultiva.
Alla stessa stregua, non devono essere confusi con i pareri gli atti (spesso
denominati a loro volta “pareri”) resi da consulenti o esperti privati, i quali non svolgono
l’obbligatorietà non attiene al fatto che l’organo consultivo sia tenuto a rendere il
∙ pareri facoltativi: essi non sono previsti dalla legge; l’amministrazione può di
∙ pareri vincolanti: si tratta di pareri obbligatori che non possono essere disattesi
Il riferimento alla funzione consultiva, quale elemento essenziale del parere, consente di
risposta deve essere negativa, atteso che un parere successivo non è in grado di
adempiere alla funzione consultiva la quale, per sua natura, deve svolgersi prima che
Il parere obbligatorio deve essere reso entro quarantacinque giorni. Nell’ipotesi di pareri
facoltativi, gli organi sono tenuti a dare immediata comunicazione alle amministrazioni
richiedenti del termine entro il quale il parere sarà reso. Decorso il termine previsto
procedimento anche in mancanza del parere pare potersi rinvenire nel principio di non
aggravamento del procedimento. questa disciplina non si applica però nei casi in cui il
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