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Allora Luigi Pirandello fu uno dei maggiori esponenti della letteratura italiana dei primi anni del

900 la sua fama fu addirittura mondiale tant'è che gli fu conferito il premio Nobel nel 1934 alla
letteratura 1034 nacque ad Agrigento nel 1867 compì i suoi studi universitari a Roma 1867 ad
Agrigento studio all'università di presso l'università di Roma e poi si trasferì a Bonn in Germania
ritornato in Italia insegno a Roma italiano al magistero dopo aver scritto novelle romanzi si dedicò
al teatro e diresse infatti una compagnia di arte drammatica due anni dopo aver ottenuto il premio
Nobel morì a Roma nel 1930 1036 Pirandello fece una cosa particolare ovvero analizzo
filologicamente il suo cognome Pirandello è noto che era composto da due termini greci ovvero
vabbè due termini greci che indicavano fuoco e Angelo e scherzosamente diceva di essere un
Angelo di fuoco il distruttore si definiva il distruttore dei pregiudizi demo distruttore dei pregiudizi
e delle ipocrisie fuoco e delle presunte verità assolute della gente possiamo racchiudere il pensiero
di Pirandello nel rapporto tra vita scritto con la lettera maiuscola e forma finello diceva che la vita
quasi come se il destino si facesse beffe di lei tende a calarsi in una forma la vita dell'uomo tende a
calarsi in una forma in cui rimane prigioniera poi capirete perché diceva così dalla quale dalla quale
forma ogni uomo tenta di uscire e per assumere appunto ogni volta nuove forme senza mai
riuscire a trovar pace da questo deriva il rapporto che l'uomo ha sia con gli altri che con se stesso
secondo Pirandello infatti gli uomini non sono mai liberi ma sono un po come dei Pupi i Pupi sono
le marionette nelle mani di un destino di un burattinaio invisibile che tutti quindi in ogni contesto
che può essere la società insomma il contesto in cui viviamo ci assegniamo autonomamente una
parte quindi un ruolo tipo un po rientrando quindi in quella in quell'enorme palazzata che è la vita
che è una forma quindi ci fissiamo una forma ci fissiamo un ci assegniamo una forma questa forma
che ci viene data dalla società se lo accettiamo non facciamo altro che accettarlo semplicemente
per pigrizia perché ci scocciamo non ci va di uscire fuori da quella da quel vestitino di toglierci
quegli abiti e di mettercene degli altri perché quello ci ci fa comodo e infatti diceva ancora sotto
questa sotto questa forma apparente il nostro spirito ragazzi sotto questa forma che cos'è ah il
nostro spirito il nostro spirito freme avverte dice il brulichio di una vita diversa brulichio di una vita
diversa eh no rischio cioè sono quei sentimenti che spesso possono entrare in contrasto sentimenti
sensazioni che entrano in contrasto con quello che noi effettivamente abitualmente siamo secondo
come ci vede la società pulicchio di una vita diversa e perché allora ci freniamo secondo voi perché
l'uomo si frena no perché io mi sarei dovuta in quel contesto frenare per non incorrere per non e
per chi lo stabilisce il limite no a volte capita a volte capita capita che l'anima istintiva che è in noi
esploda violentemente ed entra in contrasto con l'anima morale come facendo saltare l'anima
estintiva France l'anima istintiva dell'uomo a volte può capitare che voglia uscire no ed entra in
contrasto con l'anima morale cioè con quella che ti dice no ma questo non lo devi fare e lo fa
lasciando liberi tutti gli istinti quegli istinti e i quei freni inibitori come 111 trottola che gira no e
lasciando quindi via libera al flusso del desiderio che è stato a lungo represso come un vulcano che
per tanti inverni sia lasciato cader nere e neve e neve a un tratto rigetta quel gelido mantello e
scopre al sole le viscere infuocate così scriveva Pirandello e che succede nel momento in cui questa
maschera perché in fondo quello Pirandello è ma anche che immagine questa parte il teatro che
succede nel momento in cui se vi ricordate un po quell'immagine in cui la maschera lì viene tolta
quella maschera che può succedere che stride questo con la società cioè non sei piu tu in quella
società ti devi trovare un'altra società cioè un'altro contesto perché tu fino fino a quel momento
esatto fino a quel momento eh avevi quella foglia e sei ben collocato con quella forma adesso non
c'hai più e non sei più per quella società e quindi devi cambiare ogni persona tua hai già un 2000
sono bravissimo ed è vero ma se allora una volta usciti da questa vecchia forma il il senso di libertà
che proviamo però è di breve durata da questa forma il senso di libertà che proviamo e di breve
durata perché nuovamente noi avremo sentiremo il bisogno di uscire da quella forma per entrare
in una nuova forma quindi è un rigenerarsi continuo e allora tanto vale dice Pirandello Pirandello
entrare nella vecchia forma che però diventa difficile perché la realtà nel frattempo è mutata e
quindi anche quello si si si rivela un fallimento il contrasto tra maschera e volto sia tra apparenza
esteriore e realtà interiore quindi ciò che siamo è un tema che ricorre in tutta l'opera di Pirandello
no no no non lo sto scrivendo e il volto e dunque tra l'apparenza e il nostro modo di essere è un
tema che ricorre in tutta l'opera di Pirandello il primo fra questi fra i suoi romanzi che parla di
questo è il famosissimo il fu Mattia Pascal che risale al 1904 ah vi leggo brevemente la storia Mattia
Pascal è un impiegato presso la biblioteca comunale di un paese ligure miragno un giorno dopo
aver litigato con la moglie romilda e la suocera vedova pescatore si allontana da casa diretto a
Marsiglia con l'intenzione di imbarcarsi L'America in una sosta a Montecarlo vince una grossa
somma alla roulette mentre in treno legge sul giornale che a miragno nella gora di un mulino è
stato rinvenuto un cadavere in avanzato stato di putrefazione che dalla moglie e dalla suocera da
sua moglie dalla suocera è stato riconosciuto come quello di lui di Mattia Pascal scomparso da
parecchi giorni ma nel frattempo lui era partito perché aveva litigato passato il primo turbamento
egli provò una specie di ebbrezza all'idea di potersi finalmente liberare della dell'antica forma
odiosa in cui lo aveva imprigionato la vita e di assumerne uno nuova viaggia per quasi un anno in
Italia e all'estero col nome inventato di di Adriano meis poi si stabilisce a Roma in una pensione
con l'idea di condurre un'esistenza tranquilla ma intrecciando i rapporti con gli altri egli si accorge
di non poter vivere nella società senza rispettarne le leggi senza una forma ufficialmente
riconosciuta attraverso lo stato anagrafico cioè che significa che è meglio ritornare a vivere in
quella scatola com'era prima e non riuscire e non non riuscire a no a vivere liberamente perché
effettivamente anche se lui aveva una nuova forma era Adriano meis poteva fare quello che voleva
ma in realtà non era così perché non era nessuno non si poteva sposare non poteva denunciare e
quindi forse era meglio quello che facevo prima anche se ero insoddisfatto solo che poi vedremo
posso andare vabbè ma non adesso che ore sono ragazza 12:30 te ne vuoi andare mo Angelica
mica se ne va mo allora 12:00 e vabbè puoi aspettare una chiamare no facciamo le chiamo ragazzi
ma solo perché siete mi sono scocciata di ste stupidaggini no

Secondo Pirandello quando l'uomo scopre il contrasto tra la maschera e il volto quindi tra la forma
e l'essere può reagire in tre modi diversi la reazione è passiva la reazione passiva e quella dei più
deboli eh reagisce in tre modi diversi cioè passivamente che è un tipico atteggiamento dei più
deboli che si rassegnano alla maschera o alla forma che li imprigiona lui ci dice ci sono tre mogli eh
si rassegnano perché sono incapaci di ribellarsi o sono rimasti delusi dall'esperienza della nuova
maschera ed è quello che ed è la reazione di Mattia Pascal nell'ultima parte del romanzo la
rassegnazione c'è poi l'assegnazione c'è poi la reazione ironico l'ironia ironico motoristica di chi
non si rassegna alla maschera e visto che non se ne può liberare sta al gioco delle parti ma con
tono di Roma con un atteggiamento ironico ironico umoristico C'è infine una reazione drammatica
di chi sopraffatto dall'esasperazione non si rassegna ma non riesce neanche a reagire in maniera
umoristica alla vita e quindi si chiude nella nella solitudine che lo porta inevitabilmente alla pazzia
o al suicidio ed è l'epilogo di uno nessuno 100.000 il significato di uno nessuno 100.001 perché è
quello che di volta in volta l'uomo crede di essere nessuno perché muta continuamente e dunque
non ha una personalità fissa e 100.000 perché ciascuno di quelli che lo avvicinano come dicevamo
prima lo vede a modo suo e dispiace persi molte persone esa esatto sono comunque collegati tra
loro questi 3 1 nessuno e 100.000 tra il tra il fu questo è importante tra il fu Mattia Pascal le
differenze tra i due romanzi il fu Mattia Pascal e nessuno cioè e uno nessuno 100.000 nel primo
romanzo è centrale il primo romanzo è centrato sul rapporto di Mattia sdoppiato con la società in
nessuno e in uno nessuno 100.000 il rapporto è incentrato il romanzo è centrato sul rapporto tra
Mattia che è sdoppiato con la società in uno nessuno 100.000 invece il romanzo è centrato sulla
ripiegamento in se stesso del protagonista che si chiama vitangelo moscarda che si vede
frantumare cioè questo letto in 100.000 aspetti che vede frantumarsi in 100.000 aspetti la propria
personalità fino appunto a ad arrivare alla

allora i quaderni di Serafino Gubbio per operatore con questo romanzo Pirandello voleva mettere
in evidenza quella forma di alienazione che prende l'uomo moderno quando diventa il servitore di
una macchina essa arriva a spersonalizzare l'individuo fino a ridurlo ad un automa e questo
appunto è il caso di Serafino Gubbio che gira la manovella della macchina da presa della casa
cinematografica cosmograph Serafino annotano un diario tutti gli avvenimenti che
quotidianamente riguardano quelli che lavorano nel suo ambiente e soprattutto la storia di
un'attrice russa grande seduttrice di uomini varia nesterov essa vive con l'attore Carlo ferro ed è
amata da alcuni quando la casa cinematografica il mio film non lo so vai a chiedere decide di
ritrarre dal vero la scena dell'uccisione di una tigre da parte del cacciatore inglese Aldo Nuti che
all'ultimo momento sostituisce Carlo ferro entra nella gabbia della tigre insieme con l'operatore ma
invece di puntare il fucile sulla bestia lo punta su l'attrice chi assiste con gli altri alla scena
uccidendola la tigre infuriata si avventa su di lui e l'ossidiana intanto l'operatore Serafino anche se
rimane terrorizzato gira la scena con meccanica precisione identificandosi quasi con la macchina da
presa ridotta a un essere senza cuore e senza testa è questa alla fine di chi è condannato a servire
in una a servire una macchina uno nessuno 100.000 fu pubblicato nel 1927 non l'abbiamo detto
prima è

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