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Sonata e concerto fra

Seicento e Settecento.
Stradella
Viola da
Violino gamba
Spalle arcuate Spalle pendenti
4 corde 6 corde
Accordatura per quarte con una terza al centro
Accordatura per quinte Fori di risonanza a forma di c
Fori di risonanza a forma di f Fondo della cassa piatto
Fondo della cassa bombato È provvista di tastatura: corde di budello
trasversali che indicano i semitoni
Il concerto grosso
• Esso deriva dallo stile concertante della prima metà del Seicento, in cui
uno o più solisti si alternano all’intera compagine vocale, spesso con la
presenza di strumenti con ruolo concertante (cioè con parti e interventi
autonomi, non solo in funzione di raddoppio delle parti vocali).

• Questa tipologia ‘concertante’ si cristallizza nel corso della seconda


metà del Seicento nella musica strumentale alternando un piccolo
gruppo di solisti (il concertino, di solito formato da 2 violini e basso) e
l’intera compagine orchestrale, il concerto grosso (a 4 parti, vl. primi,
vl. secondi, viola e basso).

• Il concerto grosso è eseguito sia autonomamente sia all’interno di


composizioni vocali sacre (gli oratori) o profane (serenate o cantate di
grandi dimensioni) come brano introduttivo. La divisione in concerto
grosso/concertino è presente talvolta nelle arie di queste composizioni.
Sonata barocca
Dalla canzone da sonar del ’500 discende la sonata in più sezioni, all’inizio
anche policorale, con ampi organici, poi con organici più ristretti.
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Dalle sezioni contrastanti (spesso con alternanza di binario e ternario) si passa
poi alla sonata in più movimenti.
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Nel XVII sec. sia hanno soprattutto sonate a 3 (2 violini e continuo) e sonate
solistiche (1 strumento solista e b.c.).
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Biagio Marini è autore dei Affetti musicali 1617, il primo volume a stampa di
sonate a 2 e a 3.
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Scuola bolognese: Cazzati, Vitali, Bononcini, Torelli, Corelli.
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Della generazione successiva di compositori di sonate strumentali fanno parte
Geminiani Vivaldi Veracini Tartini Locatelli.
Alessandro Stradella
1639-1682
Nato a Nepi da famiglia aristocratica, si formò a Bologna, quindi dal 1667 fu a Roma dove
operò spesso al servizio della regina Cristina di Svezia e delle famiglie aristocratiche romane.
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La cantata Damone e Clori presenta il concerto grosso (2 vl vla e b.c.) e il concertino (2 vl e
b.c.); contiene inoltre arie concertate con il concertino.
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Serenata Lo schiavo liberato (1674) per voci e strumenti (Armida, Rinaldo, Carlo e Ubaldo)
prevede concerto grosso e concertino (2 vl e vlc) con arie concertate con il concertino.
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Oratorio S. Giovanni Battista 1676 per l’oratorio della Pietà presso la chiesa di S. Giovanni
dei Fiorentini: è un oratorio in 2 parti per soli e orchestra. Anche in questa composizione
Stradella nell’orchestra distingue tra concertino e concerto grosso e utilizza il concertino in
alcune arie.
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Il concerto grosso di Stradella non solo rinforza il concertino in cadenza, ma vi si oppone
costantemente in modo antifonale (si veda la Sonata di viole, trasmessa anche con il titolo di
Sinfonia).

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