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Tema
- origine recente: non compare nel Dictionnaire de musique di Rousseau (1764), viene
utilizzato “soggetto”
- oggi si usa ‘tema’ per indicare indifferentemente le lunghe melodie schubertiane, gli
stringati motti beethoveniani, le brevi e molteplici idee delle sonate scarlattiane, le
figure dei Leitmotiven di Wagner (L. Azzaroni)
- i musicologi ne danno definizioni divergenti, oscillando tra due idee: unità in sé
definita e riconoscibile, o struttura aperta e propositiva
- Hugo Riemann: “idea musicale che, benché non completamente definita e compatta, è
già però abbastanza compiuta da mostrare una fisionomia caratteristica”
- Arnold Schönberg: “Ogni successione di suoni produce agitazione, conflitti, problemi.
Un suono singolo non è problematico perché l’orecchio lo definisce come una tonica,
un punto di riposo. L’aggiunta di ogni altro suono mette in pericolo questa chiarezza
di percezione. Ogni forma musicale può essere considerata un tentativo di intervenire
su questa agitazione arrestandola o limitandola, ovvero risolvendo il problema. Una
melodia ristabilisce lo stato di riposo mediante l’equilibrio; un tema risolve il
problema svolgendone le conseguenze. La melodia può essere pertanto paragonata a
un ‘aperçu’, a un ‘aforisma’, nel suo rapido progredire dal problema verso la
soluzione. Un tema somiglia piuttosto a un’ipotesi scientifica, che non convince senza
un certo numero di tests e se non se ne presenta una prova… La formulazione di un
tema implica che seguiranno delle ‘vicessitudini’, delle ‘situazioni complicate’ che
richiedono una soluzione, un’elaborazione, uno sviluppo, un contrasto… un tema non
è affatto indipendente e autodeterminato, al contrario è strettamente legato a
conseguenze che se ne devono trarre e senza le quali esso può risultare
insignificante.”
- François Nicolas: “Tema indica qualcosa che si pone o si trova posta in un certo
punto. Quest’interpretazione del termine è di importanza capitale: un tema esiste solo
in quanto è posto in un sistema che lo delimita e gli conferisce consistenza. [...] Vi
sono solo temi tonali: non vi è tema che all’interno del sistema tonale e i tentativi di
tematismo modale, dodecafonico o atonale sono stati e potevano essere solo dei
fallimenti. In effetti, vi è un’aderenza basilare fra tema e tonalità, fra pensiero
tematico e sistema tonale.”
- Nicolas distingue poi il tema come soggetto (es. nella fuga) e come oggetto:
a. funzione melodica di variazione: svolta dalla componente ritmico-melodica
del tema, inteso come vettore di cambiamento che dà luogo a modificazioni
b. funzione generatrice di sviluppo: componente motivica del tema, soprattutto
nelle fughe e nelle sonate, che viene elaborato nei vari elementi
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c. funzione ripetitiva di demarcazione: coinvolge tutte le componenti,
ritmo-melo-armoniche, timbriche, dinamiche, di registro ecc., le ripetizioni del
tema contribuiscono all’architettura formale (es. aria con da capo, rondò)
Forma Lied
- il termine Liedform è stato introdotto da Adolf Bernhard Marx nel 1839, venendo poi
adottato da altri musicologi
- indica un tipo di forma individuabile per giustapposizione di sezioni
- può essere applicata alle forme musicali che presentano caratteristiche fraseologiche
ben individuabili e chiari schemi modulatori e cadenzali
- si riscontra principalmente in composizioni strumentali, in particolare molte forme
brevi del XVI e XVII secolo, ma anche tempi di sonate e brani romantici
Lied monopartito
- consta di una sola sezione più o meno estesa, A, che può venire ampliata mediante
ripetizioni e aggiunte
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Ulteriori articolazioni
- i pezzi in forma Lied possono essere ulteriormente ampliati e articolati con l’aggiunta
di introduzioni, interludi e code
- possono inoltre essere combinati per creare strutture più complesse, secondo schemi
AB-CD-A’B’, ABA’-CDC’-ABA’ o analoghi.