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Lezione 1, 14 Ottobre 2019
Sbobinatore: Veronica Ferasin
Revisore: Marzia Pellegrino
Fisiopatologia
La sospensione del colesterolo nella bile è in
equilibrio precario per la diversa percentuale di
colesterolo, lecitina e sali biliari. I calcoli più frequenti
sono costituiti da colesterolo e si distinguono in non
pigmentati e pigmentati (marroni o neri). Per la
formazione dei calcoli intervengono 2 tappe: la
sovrasaturazione del colesterolo nella bile e il
processo di nucleazione e cristallizzazione del
colesterolo.
Sovrasaturazione del colesterolo
Le vescicole sono costituite da un doppio strato
fosfolipidico formato da teste idrofile e code
idrofobe e immerse in una soluzione acquosa. Il
colesterolo entra in queste vescicole andando a
formare le micelle. Fino a quando non satura tutti i
siti di queste micelle allora il colesterolo è in
sospensione, quando aumenta le micelle non
riescono a sopportare il carico del colesterolo che
non è più solubile e quindi precipita.
Il triangolo di Admirand e Small mette in relazione la percentuale di colesterolo, lecitina e sali
biliari che compongono la bile. Vediamo che l’area formata esclusivamente dalle micelle è molto
piccola e si viene a creare quando viene mantenuta una percentuale bassa di colesterolo e un’alta
concentrazione di lecitina e sali biliari, quindi il colesterolo sarà in sospensione.
Se la percentuale di sali biliari e lecitina varia e il colesterolo aumenta avremo la formazione di
micelle, cristalli e cristalli liquidi. Quindi l’area circoscritta in verde comprende la solubilità
massima di colesterolo nelle varie concentrazioni delle altre due componenti.
La parte di colesterolo in soluzione coniugato nelle micelle è veramente bassa e quindi la
probabilità di formare cristalli è molto alta.
Nucleazione e cristallizzazione
I sali biliari coniugati (colico e urodesossicolico) sono idrofilici e solubilizzano meno la lecitina; se
nella bile sono presenti più sali biliari non coniugati (idrofobici) aumenta il rapporto
colesterolo/lecitina, quindi si ha un’aumentata probabilità di formare cristalli di colesterolo
monoidrato, l’aggregazione di cristalli e infine la crescita del calcolo.
Tipi di litiasi
1. Colesterolica o prevalentemente di colesterolo.
2. Pigmentata con elevato contenuto di calcio, precipitazione di sali di calcio come palmitato
e fosfatato di calcio.
Le cellule coinvolte nella produzione e nella modificazione della bile sono gli epatociti, che
attraverso il polo biliare riversano la bile nei canalicoli biliari, dotti biliari maggiori, dotti
intraepatici, dotto epatico dx e sx che formano il dotto epatico comune e che unendosi al dotto
cistico forma il coledoco che sbocca nel duodeno.
Accenni di epidemiologia
La litiasi costituisce il 90% delle patologie biliari, quindi è una patologia estremamente diffusa: in
reparto su 20 persone almeno 3 o 4 sono state operate o si devono operare di colecisti e almeno 1
o 2 presentano le complicanze della litiasi, che sono importanti perché intervenire sulle vie biliari
comporta il rischio di prolungamento di degenza per un problema biliare o pancreatico.
La sabbia biliare è la fase prodromica alla formazione dei calcoli, in cui la bile diventata più densa
comincia a sedimentare soprattutto nelle colecisti ipotoniche che si svuotano a fatica (es. donne in
gravidanza al settimo e ottavo mese). È costituita da sali di calcio, cristalli di colesterolo e mucina.
Nel 18% dei casi scompare, nel 14% esita in calcoli e nel 19% provoca una colecistite alitiasica.
Storia naturale
La probabilità che un soggetto affetto da colelitiasi inizialmente asintomatico sviluppi una colica è
del 2.9% all’anno; aumentando l’età aumenta la percentuale.
La probabilità che lo stesso soggetto asintomatico sviluppi una complicanza (colecistite,
pancreatite, etc) è dello 0.3% all’anno, ogni 3 anni aumenta dell’1%.
Nei soggetti sintomatici la probabilità di sviluppare una complicanza è dell’1% all’anno.
La litiasi della colecisti è quasi sempre asintomatica ma nel caso in cui ci sia stato un accenno, una
colica oppure è stato fatto un esame strumentale come risonanza magnetica o tac o ecografia per
altri motivi e viene scoperta la litiasi, il consiglio del chirurgo è di intervenire, cosa che prima non si
faceva. Nel 1987 Mouret in Francia fece la prima colecistectomia laparoscopica e ad oggi è molto
frequente perché la degenza è veramente minima, 2 notti o 1 notte, lo stress operatorio è minimo,
le complicanze sono basse e si evita il grosso problema delle complicanze della litiasi che sono
alcune volte drammatiche.
Epidemiologia
La prevalenza della calcolosi aumenta progressivamente con l’età e in Italia il 10% degli
uomini e il 20% delle donne (più frequente nelle donne) ha calcoli
L’incidenza della malattia: ogni anno 4-6 persone ogni 1000 formano calcoli e circa 2 ogni
1000 sono sottoposte a colecistectomia
Negli USA 20 milioni di persone hanno calcoli della colecisti e si effettuano 500.000
colecistectomie ogni anno
È importante fare colecistectomia perché ha incidenza di cancro. L’incidenza annua di
cancro della colecisti è nei calcolotici dello 0,015-0,02%. In Italia ogni anno muoiono per
cancro della colecisti circa 500 persone. Il cancro delle vie biliari insieme a quello del
pancreas e del polmone sono estremamente “cattivi”, dalla diagnosi alla morte soprattutto
nei cancri avanzati il tempo di sopravvivenza è 6 mesi, quindi molto basso e l’intervento è
complesso.
Frequente nei paesi occidentali
Dipende dallo stile di vita
Prevalenza elevata in popolazione caucasica.
Oggi la sopravvivenza da cancro è migliore rispetto a 20 anni fa. Il 60-65% dei cancri guariscono o
vengono curati, il fine delle terapie oncologiche è quello di cronicizzare la malattia.
Nel cancro della mammella la sopravvivenza veniva standardizzata a 5 anni, oggi non solo a 10 o a
15 ma viene anche valutata la qualità di vita.
Quando mi sono laureato nel 1981 la terapia del cancro della mammella veniva fatta con la tecnica
di Halsted: la mastectomia radicale. Si toglieva mammella, piccolo e grande pettorale e
svuotamento del cavo ascellare. Successivamente nel 1989-90 si cercò di ridurre la mutilazione
della donna perché è una malattia che colpisce nel 99% le donne, infatti si cominciò a risparmiare il
piccolo pettorale, poi il grande pettorale, poi si passò alla mastectomia sottocutanea di Madden,
oggi si fa il mammotome in cui si toglie il nodulo e si studia il linfonodo sentinella e quindi nei casi
che lo consentono la mutilazione è bassa.
La chirurgia è cambiata diventando l’unica terapia per queste situazioni ma è descritta in un
ventaglio di opzioni che vanno dalla chemioterapia alla radio e immunoterapia ai farmaci biologici.
Non solo si valuta la sopravvivenza a 10 anni di quasi tutti i tumori ma soprattutto la qualità di
vita.
Fattori associati alla colelitiasi di colesterolo
Aumenta in modo lineare con l’età come il tumore della prostata (quasi tutte le 80enni
hanno litiasi o sono state operate)
Sesso femminile più a rischio in età pre-menopausale (18.9 F- 9.5 M)
Familiarità: non c’è ereditarietà ma diatesi, predisposizione alla litiasi
Numero di gravidanze per teoria di nucleazione per stasi, che facilita la precipitazione di
colesterolo e sali biliari
Obesità
Contraccettivi orali: c’è discussione, soprattutto quelli precedenti facilitavano la
formazione di litias, ora son più sicuri perché hanno dosi ridotte di estrogeni
Ipertrigliceridemia, ipocolesterolemia (basse HDL)
Diabete
Farmaci ipocolesterolemizzanti (fibrati)
Diete dimagranti in breve tempo, basso contenuto di fibre, alto consumo di carboidrati.
Vagotomia tronculare (ipotonia colecisti): ora non si fa più perché provocava ridotta
contrazione della colecisti e quindi stasi
Malattie ileo terminale (Crohn-resezione) per alterazione del ciclo enteroepatico di acidi
biliari
Farmaci ipolipemizzanti (clofibrato)
Nutrizione parenterale
Estroprogestinici
Somatostatina, probabilmente perché riduce sali biliari che tengono in soluzione il
colesterolo
Ereditarietà
BMI>28
Numero di gravidanze
Malattie associate:
o Diabete
o cirrosi epatica
o angina pectoris
o infarto del miocardio
o ulcera peptica, operata secondo
Billroth 2: la ricostruzione del
canale alimentare dopo resezione
gastrica favoriva l’insorgenza della
litiasi, per questo si consigliava di
asportare la colecisti durante la
resezione.
Clinica
Il 90% delle litiasi sono asintomatiche e vengono scoperte per altri motivi, però quando sono
sintomatiche presentano la colica biliare.
Sintomi colica biliare:
o La colica viene generata quando il calcolo che sta nel corpo e fondo della colecisti con una
sua contrazione, che avviene tutte le volte che si mangia, viene spinto nell’infundibolo
della colecisti ed evoca dolore, soprattutto durante la notte, prime ore del mattino;
o dolore intermittente, dolore colico, in cui si riconosce una fase di acuzie alternata a una
fase di remissività per poi ritornare alla fase di acuzie (si ritrova nella colica renale, biliare o
per occlusione intestinale), è un dolore peristaltico perché l’organismo cerca di reagire a
questa occlusione dell’infundibolo della colecisti aumentando la contrazione della colecisti
così come nel calcolo ureterale, in cui si ha l’aumento della contrazione dell’uretere per
inviare il calcolo in vescica. Il dolore colico dura 6-8 ore per poi ricominciare il giorno dopo
o il mattino successivo o dopo 2-3 gg oppure si può ripresentare dopo anni, questi ultimi
pazienti magari non hanno mai fatto un’ecografia tuttavia è consigliabile, anche nei
pazienti che hanno avuto solo una colica, operarsi perché l’insulto della colica porta alla
formazione di fibrina colecistica che genera aderenze: alcune volte sono talmente tenaci
che non possono essere lisate con il bisturi elettrico della laparoscopia, per cui si deve fare
la colecistectomia laparotomica tradizionale con sequele importanti, degenze di 7-8 gg,
laparocele ecc.;
o dolore localizzato nell’ipocondrio dx ed epigastrio (L’addome viene diviso in 9 quadranti da
2 linee verticali che attraversano l’emiclaveare dx e sx e da 2 linee trasversali, una passa
tangenzialmente all’ultima costa, l’altra congiunge le 2 spine iliache anterosuperiori
andando così a definire: ipocondrio dx, epigastrio, ipocondrio sx, fianco dx, mesogastrio,
fianco sx, fossa iliaca dx, ipogastrio e fossa iliaca sx);
o irradiazione angolo scapolo omerale dx e sovraclaveare perché c’è l’interessamento del
nervo frenico;
o nausea e vomito alimentare;
o la proiezione della colecisti nell’addome è nel punto colecistico: dividiamo l’addome in 4
parti tracciando una linea verticale che passa per l’apofisi xifoidea e una linea orizzontale
che attraversa l’ombelico, tracciamo la bisettrice del triangolo
sotteso tra la linea xifo-ombelicale e ombelicale-trasversa e
quando questa incontra l’ultima costa segniamo il punto
colecistico. È importante perché lì si palperà l’addome con la
manovra di Murphy che è l’interruzione dell’inspirazione
quando si palpa questo punto, infatti durante l’inspirazione il
diaframma si contrae e si abbassa inducendo una discesa del
fegato e della colecisti che, quando incontra la punta del
polpastrello, genera dolore interrompendo l’inspirazione del
paziente.
o Dispepsia (flatulenza, eruttazioni, gonfiore, nausea e vomito), non è specifica ma si ritrova
spesso nei pazienti litiasici, inoltre i pazienti dicono di avere la bocca amara al mattino.
o Generalmente non si accompagna a febbre
o Disturbi dell’alvo (stipsi)
In alcuni casi si possono presentare anche ittero, prurito, febbre con brivido, leucocitosi,
colangite.
Diagnosi
Quando un paziente arriva in ospedale con colica addominale dobbiamo fare diagnosi basandoci
sulla clinica, quindi anamnesi ed esame obiettivo (dolore, nausea, vomito, Murphy positivo ecc), e
successivamente su indagini di laboratorio e indagini strumentali.
Esami di laboratorio:
Dobbiamo valutare se c’è una complicanza di tipo infettivo guardando i globuli bianchi e
successivamente se sospettiamo una colica biliare andiamo a guardare i valori degli enzimi epatici
e pancreatici, quindi che ripercussione ha avuto il fegato dopo questo insulto litiasico:
o Bilirubina totale e frazionata
o SGOT/SGPT
o Gamma GT
o Fosfatasi alcalina
o LDH.
Se è una colica biliare quindi c’è stato l’impegno del calcolo nell’infundibolo della colecisti e
probabilmente non avremo nulla di alterato perché non ci sarà infezione o sofferenza epatica,
solo dolore che dovremo trattare per evitare che la colica si ripresenti.
Esami strumentali:
o Esame diretto dell’addome: non viene più usato sia perché sono raggi X che non ci dicono
più di altri esami con meno impatto radiologico, sia perché non sempre i calcoli sono visibili
perché nel 90% dei casi i calcoli sono radiotrasparenti solo il 10% è radioopaco, costituto
da calcoli misti con la precipitazione di sali di calcio; tuttavia è utile per valutare
l’Aereobilia (presenza di aria) che è un segno patognomonico dell’ileo biliare (esso viene
diagnosticato nel sospetto di ileo addominale), la Colecisti dilatata e la Colecisti a
porcellana perché nelle pareti non c’è solo colesterolo ma anche palmitato e ossalato di
calcio o bilirubinato di calcio.
Esami primo livello:
o Ultrasonografia-ecografia: molto sensibile e specifica per litiasi della colecisti ma poco
specifica per quella della via biliare principale, anche in questo caso vediamo un segno
indiretto perché è difficile vedere il calcolo ma vedremo il cono d’ombra, perché
l’ecografia si basa sull’emissione di ultrasuoni
che quando incontrano un ostacolo vengono
inviati indietro e c’è un apparato ricevente che
disegna sul monitor l’ostacolo, determinando
una zona d’ombra posteriormente ad esso (in
questo caso un cono d’ombra). Possiamo
vedere se le vie biliari sono dilatate, se il
calcolo è rimasto nella colecisti o è emigrato e
possiamo vedere le pareti della colecisti per
capire se c’è una complicanza.
Pro: non invasiva, poco costosa e ottima resa
Contro: operatore dipendente per quanto
riguarda lo spessore della colecisti, obesità e
meteorismo soprattutto per la visione della via biliare
Permette di individuare:
1. calcoli colecisti 95%
2. calcoli via biliare 15-60%
3. valutazione parete colecisti
4. dilatazione VBI e VBE dotto epatico dx, sx e comune
5. livello dell’ostruzione
6. causa dell’ostruzione con l’utilizzo del mezzo di contrasto
7. eventuali masse solide (fegato, pancreas, linfonodi)
8. Ecocolordoppler per stadiazione vascolare: presenta due emettitori di ultrasuoni e
due stazioni riceventi, in questo modo possiamo calcolare il flusso di un liquido nei
vasi, arterioso o venoso grazie all’effetto doppler, vediamo se il vaso è ristretto o
allargato e anche con la stessa sonda dell’ecografia possiamo valutare il flusso a
distanza di 3-4 cm.
Il presente elaborato non è un documento ufficiale fornito dal docente, ma appunti estrapolati
dalla lezione che non intendo sostituire l’essenzialità della lezione stessa.