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Nome Cognome Caterina Bernardini e Maria Giovanna Biagetti

Classe e data I C 21/09/2022-28/09/2022


Titolo dell’esperienza La velocità di reazione
Obiettivi:
Dimostrare che la velocità di reazione, ossia il tempo
impiegato dai reagenti per trasformarsi in prodotti, varia
da reazione a reazione, ma anche per una stessa reazione può cambiare in base a fattori che la
influenzano, tra cui i catalizzatori chimici: sostanze che, aggiunte in piccole quantità ad una
reazione chimica, accelerano la reazione senza venir consumati durante la reazione
stessa. L’obiettivo è quello quindi di dimostrare che il tempo di trasferimento dei
reagenti in prodotti non è uguale per tutte le reazioni.
Cos’è un catalizzatore chimico?
I catalizzatori sono sostante che, aggiunte in piccola quantità ad una reazione
chimica, modificano il valore della velocità di reazione senza venir consumati
durante la reazione stessa, non compaiono nelle equazioni globali di reazione e
non provocano variazioni del valore della costante di equilibrio che denota una
grandezza che esprime quantitativamente la dipendenza delle concentrazioni di
prodotti e reagenti in una reazione chimica all’equilibrio. Possono essere distinti in
due categorie: catalizzatori positivi (aumentano la velocità di reazione) e negativi (diminuiscono la
velocità di reazione, sono dunque inibitori).
Come agisce un catalizzatore?
I principi di funzionamento dei catalizzatori sono vari: permettono alle molecole di reagire secondo
un meccanismo diverso, più conveniente (meno conveniente nel caso si tratti di inibitori) dal punto
di vista energetico. I catalizzatori positivi offrono un percorso di reazione diverso per cui l’energia
di attivazione è inferiore rispetto a quella della reazione non catalizzata. Pertanto, il catalizzatore
non fa avvenire lo stesso atto reattivo con energia di attivazione minore, ma fa volere la reazione
chimica con reazioni intermedie diverse, per le quali è richiesta una energia di attivazione, ossia
l’energia minima necessaria ad un sistema per innescare una reazione chimica, minore.
Materiale utilizzato:
-Becher (200ml)
-Becher (100ml), quantità: 8
-Spruzzetta contenente acqua distillata
-Permanganato di potassio (KMnO4)
-Acido ossalico (COOH)2
-Acido solforico (H2SO4)
-Biossido di manganese (MnO2)
-Pipetta
-Cilindro graduato
-Piastra riscaldante
-Cronometro
Procedura sperimentale:
La velocità di reazione è il tempo impiegato per la trasformazione dei reagenti in prodotti ed è
stabilita dal rapporto tra la quantità di reagente e l’intervallo di tempo. Sulla velocità di reazione

influiscono lo stato di suddivisione e la


concentrazione, per cui all’aumentare, dunque, della quantità dei reagenti,
aumenta anche la velocità di reazione; esistono, però, diversi fattori che possono influenzare la
velocità di reazione, aumentando gli scontri tra molecole e quindi ottenendo tra queste urti efficaci,
come la temperatura.

Prima fase:
In un becher di 200ml abbiamo preparato una soluzione 0,1 M di acido ossalico (COOH)2.
Abbiamo poi trovato il numero di moli (dividendo la massa molare per la massa del composto),
quindi facendo:
200mL->0,2L n=0,2x0,1=0,02mol MM= 90+36=126g/mol
0,1 M g=0,02molx126g/mol=2,52g (massa in grammi dell’acido ossalico) a cui
abbiamo aggiunto 200ml di acqua.
Abbiamo preparato poi la seconda soluzione 0,02 M di permanganato di potassio (KMnO4)
0,004M MM=158 n=0,004x158=0,632g (massa in grammi del permanganato di potassio)
a cui abbiamo aggiunto 200ml di acqua, che in soluzione ha assunto un colore viola a causa del suo
stato di ossidazione. Abbiamo aggiunto il permanganato di potassio e l’acqua nel becher e abbiamo
notato che la soluzione è diventata viola per lo stato di ossidazione del manganese.

Seconda fase:
Giunte a questo punto, abbiamo diluito le due soluzioni per verificare in base all’influenza dei
diversi fattori, la velocità di reazione. Abbiamo pertanto preparato due serie di 4 becher da 100ml
ciascuna; nella prima abbiamo versato 10ml di acido ossalico (COOH)2 in ognuno, mentre nella
seconda 10ml di permanganato di potassio (KMnO4) in ognuno. Successivamente con una pipetta,
abbiamo aggiunto ad ogni becher contenente acido ossalico 2ml di acido solforico (H2SO4) al 95%.
Abbiamo unito i pruni becher di entrambe le serie e abbiamo osservato il passaggio di diversi colori
nella soluzione ottenuta fino alla decolorazione. La velocità di reazione è stata di 22 s.

È possibile riassumere questa reazione di ossidoriduzione in questo modo:


2KMnO4+5(COOH)2+3H2SO4–>2MnSO4+ 10CO2+K2SO4+8H2O
Successivamente abbiamo aggiunto ai secondi becher di tutte le serie 10ml di acqua distillata, così
da cambiare la concentrazione delle soluzioni che passa da 0,1 M a 0,01 M in quella di acido
ossalico e da 0,02 M a 0,002 M in quella di permanganato di potassio. Unendo le due soluzioni
abbiamo misurato una velocità di 49,5 s; possiamo, pertanto, dedurre che al diminuire della
concentrazione dei reagenti, diminuisce anche la velocità di reazione.

Terza fase:
Nel terzo becher di tutte le serie, abbiamo verificato l’effetto della temperatura sulla velocità di
reazione tra recenti e prodotti, disponendo il becher con il permanganato di potassio (KMnO4) sulla
piastra riscaldante e versando il contenuto del becher con acido ossalico e acido solforico. La
velocità di reazione misurata è di 18 s; è un valore minore rispetto a quello della prima reazione,
possiamo quindi dedurre che all’aumentare della temperatura la velocità di reazione è maggiore.

Quarta fase: Nel quarto becher di tutte le serie abbiamo provato l’effetto di un catalizzatore,
sostanza che aumenta la velocità di reazione, abbassando il livello di energia
del complesso attivato ma che non partecipa alla reazione stessa. Come
catalizzatore abbiamo utilizzato il biossido di manganese (MnO2), una
polvere nera che abbiamo aggiunto nel becher con l’acido ossalico
(COOH)2; abbiamo poi versato il permanganato nella soluzione.
Cos’è il biossido di manganese?
Il biossido di manganese MnO2 è un solido di colore nero poco solubile in
acqua ma solubile negli acidi, che viene estratto dalla pirolusite. L’uso del biossido di manganese
risale a 17.000 anni fa nel periodo paleolitico superiore quando gli uomini dell’età della pietra lo
usavano come pigmento per le loro pitture rupestri. Per ottenere il biossido di manganese puro si
può far reagire il permanganato di potassio con il solfato di manganese secondo la reazione di
comproporzione:
2 KMnO4 + 3 MnSO4 + 2 H2O → 5 MnO2 + K2SO4 + 2 H2SO4
Il biossido di manganese viene usato in molte reazioni come catalizzatore: esso infatti, per esempio,
catalizza la reazione di decomposizione del perossido di idrogeno
2 H2O2 → 2 H2O + O2
abbassando l’energia di attivazione da 75 kJ/mol a 58 kJ/mol rendendo la reazione 1073 volte più
veloce a 20°C.

Abbiamo misurato con il cronometro una velocità di 15 s, abbiamo potuto quindi notare che
quest’ultima reazione è quella più veloce, proprio grazie all’effetto del catalizzatore che rimane sul
fondo del becher.

Conclusioni:
Grazie a questa esperienza di laboratorio abbiamo verificato la velocità di reazione e osservato
come questa può essere influenzata da vari fattori.

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