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STANDARDIZZAZIONE DI HCl 0.

1 M TITOLAZIONE DI MISCELE DI SOSTANZE ALCALINE


Viene eseguita in primo luogo la standardizzazione di una soluzione di HCl con standard primario Na2CO3 (titolazione diretta di una quantit esattamente nota di Na2CO3 solido). In seguito, la soluzione di HCl cos standardizzata viene usata per la titolazione di una soluzione di NaOH a titolo incognito (e parzialmente trasformata in Na2CO3), impiegando due tipi dindicatore.

Apparecchiature e materiali
- n 1 Spruzzetta - n 4 Beakers da 100 o 150 ml - n 1 Spatola - n 1 Bacchetta di vetro piccola - n 2 Burette da 25 ml - Indicatori (Fenolftaleina, Verde di bromo-cresolo) - Na2CO3 anidro suprapur (seccato in stufa). - Navicelle o vetrini da orologio

Esecuzione * Pesata
Pesare accuratamente nelle apposite navicelle 0,090 - 0,120 gr di carbonato sodico

conservato nellessiccatore (P.M. = 105.99). Evitare di tenere a lungo il carbonato sodico in contatto con laria: una volta effettuata la pesata riporlo immediatamente nellessicatore. Trasferire la quantit pesata in un beaker da 100 o 150 ml avendo cura di sciacquare la navicella, sciogliere il sale in circa 50 ml di acqua deionizzata e aggiungere 1-2 gocce di soluzione di fenolftaleina (la soluzione, basica, diventa viola).

* Standardizzazione della soluzione di HCl


- Si riempie la buretta con la soluzione di HCl, dopo averla preventivamente lavata e avvinata. - Si procede allazzeramento della buretta facendo coincidere la tacca dello zero con il menisco inferiore della soluzione (evitare lerrore di parallasse ponendosi alla stessa altezza del punto di lettura); spurgare le bolle daria intrappolate nel rubinetto. - Si colloca il beaker contenente il carbonato al di sotto della buretta, in modo che la punta del rubinetto sia vicina alla parete del beaker e disti poco pi di un centimetro dalla superficie della soluzione (cos da evitare schizzi durante le aggiunte); - Si titola il carbonato fino al viraggio ad incolore della fenolftaleina che segnala, grossolanamente, che gli ioni carbonato sono stati titolati al primo punto di equivalenza (ossia portati a HCO3-). Attenzione, non riazzerate la buretta a questo punto, limitatevi a chiudere per un momento il rubinetto, la titolazione non finita, ma prosegue; quello che stato identificato solo un punto intermedio che segnala che siamo giunti approssimativamente a met strada nella titolazione: si pu cos prevedere approssimativamente quanto HCl vada ancora aggiunto per arrivare al secondo punto

equivalente della titolazione. Alla soluzione divenuta incolore si aggiungono alcune gocce di indicatore verde di bromocresolo (la soluzione diventa azzurra) e si continua a titolare a velocit disinvolta (non tale da lasciare gocce sulle pareti della buretta!) sino ad avere aggiunto una ulteriore quantit di titolante poco minore di quella in precedenza usata per far virare la fenolftaleina (si stanno titolando gli HCO3- a H2CO3); a questo punto si rallenta e si continuare la titolazione fino a quando la soluzione inizia a cambiare colore (da azzurro a giallo); annotare il volume di titolante utilizzato per questo secondo viraggio.
NOTA: La bacchetta di vetro viene sempre tenuta dentro il beaker e si usa per mescolare la soluzione dopo ogni nuova goccia di titolante introdotta (prima di lasciar cadere una nuova goccia bisogna accertarsi che la nuvoletta colorata formatasi con la goccia precedente si sia dissolta; questo comporta rallentare quanto pi possibile il gocciolamento quanto pi ci si avvicina al punto equivalente e le nuvolette diventano pi persistenti). Chi si vuole distinguere, toglie la bacchetta dal beaker e la poggia sul banco, per trasferire sul banco un po di soluzione e in modo da non poterla pi titolare, poi riprende la bacchetta dal banco e la rimette nel beaker per introdurre nella soluzione interessanti schifezze impreviste, al fine di ottenere risultati meno banalmente prevedibili...

- Si calcola la normalit dellacido e la si registra; - Si ripete la determinazione del titolo fino ad ottenere un errore inferiore all1% (la N si esprime con 4 cifre decimali significative). Se le molarit trovate almeno in tre standardizzazioni non differiscono sensibilmente fra loro, se ne fa la media e la si assume come valore definitivo per il titolo dellHCl.

*Analisi della miscela di idrato sodico (NaOH) e carbonato sodico (Na2CO3).


- Trasferire in un beaker da 100 o 150 ml un volume accuratamente noto della soluzione di NaOH.: prelevare un volume pari a 15 - 20 ml tramite la seconda buretta preventivamente avvinata ed azzerata; aggiungere circa 50 ml di acqua deionizzata; - Riempire di nuovo la prima buretta (che ormai sar gi pronta ed avvinata) con la soluzione standardizzata di HCl, usando come primo indicatore la fenolftaleina, e titolare fino a quando la soluzione da rosa diventa incolore. A viraggio avvenuto, annotare il volume di HCl utilizzato, aggiungere 2-3 gocce di soluzione di verde di bromocresolo e continuare la titolazione fino a quando la soluzione inizia a cambiare colore (da azzurro a giallo); annotare il volume di titolante utilizzato per questo secondo viraggio; - Si ripete la prova almeno una seconda volta, quindi si calcolano e si confrontano i valori dei titoli ottenuti. Lesperienza prevede che come RISULTATO venga fornita la concentrazione della NaOH fornita, la concentrazione di Na2CO3 ed anche il calcolo della porzione di NaOH che allanalisi risultata essersi trasformata in Na2CO3.

A proposito di...
Il cloruro didrogeno (HCl) un gas molto solubile in acqua, formando soluzioni di acido cloridrico. La fonte commerciale pi diffusa di questo reagente la soluzione concentrata al 37 % (p/p). In questa esperienza vengono fornite una soluzione circa 0,1 N di HCl e una soluzione circa 0,1 N di NaOH. La soluzione acida di HCl viene titolata mediante lo standard primario carbonato sodico Na2CO3, che si trova in commercio puro, utilizzando come indicatore il metilarancio o il verde di bromocresolo. Lesame della curva di titolazione consente di individuare due punti di equivalenza relativi alle seguenti reazioni: CO32- + H+ HCO3HCO3- + H+ H2CO3 H2O + CO2 Dei due punti finali si usa sempre il secondo, che cade in ambiente acido, perch molto pi netto del primo. Si ripeter la titolazione per almeno tre volte in modo da ottenere un titolo medio della soluzione di HCl con una precisione superiore all1%. Mediante la soluzione a titolo noto di HCl, viene titolata la soluzione di NaOH, che non pu essere usata come standard primario, utilizzando come indicatori fenolftaleina e verde di bromocresolo (rispettivi intervalli di viraggio: pH = 8.3 10.0; 3.8 - 5.4). Lidrossido di sodio, in forma di solido o in soluzione, assorbe rapidamente biossido di carbonio dallatmosfera, formando il corrispondente carbonato, secondo la reazione: CO2 + 2 OH- CO32- + H2O Il contatto con latmosfera altera quindi il titolo di una soluzione standard di base. Uninteressante applicazione delle titolazioni acido-base la determinazione qualitativa e quantitativa dei singoli costituenti di una soluzione contenente sodio carbonato, sodio bicarbonato e idrato sodico, da soli o assieme. In soluzione acquosa non possono esistere in concentrazioni apprezzabili pi di due di queste specie, in quanto avvengono reazioni che eliminano la terza. Per analizzare soluzioni di questo tipo basta una titolazione con acido standard con due diversi indicatori, fenolftaleina e verde di bromocresolo. La composizione della soluzione pu essere ricavata dai volumi relativi di acido necessari per avere il viraggio dei due indicatori.

Costituenti presenti NaOH Na2CO3 NaHCO3 NaOH, Na2CO3 Na2CO3 , NaHCO3

Relazione tra il volume di acido necessario per il viraggio con fenolftaleina, Vph, e quello con verde di bromocresolo, Vvbc Vph = Vvbc Vph = Vvbc Vph = 0 Vph > Vvbc Vph < Vvbc

Dopo aver determinato qualitativamente la composizione della soluzione standard, si possono calcolare le concentrazioni dei costituenti (o del costituente) originariamente presenti dalla normalit e dai volumi di acido aggiunto.

Risultati e quesiti
Nella relazione indicare sommariamente i punti salienti dellesperienza, indicando chiaramente le reazioni chimiche, i calcoli stechiometrici e commentando limpiego dei diversi indicatori per la stessa titolazione. Disegnare la curva teorica della titolazione HCl/NaOH (0,1 M/0,1 M); spiegare perch in questo caso indifferente utilizzare uno qualsiasi dei due indicatori usati per la titolazione. Come sarebbe la curva di titolazione se le concentrazioni di HCl e NaOH fossero 10-4 M ? Sarebbe ancora indifferente utilizzare uno qualsiasi degli indicatori? Esprimere il criterio di scelta di un indicatore visuale. La soluzione di NaOH da titolare era carbonatata? Spiegare sulla base dellesperienza svolta il modo con cui si pu evidenziare la carbonatazione di una soluzione di NaOH. E possibile escludere a priori che la soluzione incognita contenga una miscela di NaHCO3 e NaOH?

EQUILIBRIO CHIMICO: DETERMINAZIONE DELLA Ka DI UN ACIDO DEBOLE


MONOPROTICO E DEL SUO PESO MOLECOLARE

Lesperienza rivolta alla determinazione del peso molecolare di un acido debole incognito e della sua costante di dissociazione mediante titolazione potenziometrica.

Procedimento
Un acido debole HA ionizzato solo parzialmente in soluzione acquosa, secondo lequilibrio: HA + H2O H3O+ + AKa = [H3O+] [A-] / [HA] (costante a T costante) Si intendono qui conseguire due scopi: a) la determinazione del peso molecolare dellacido incognito; b) la determinazione della sua costante di dissociazione Ka. Si dovr, pertanto, tracciare una curva di titolazione dellacido, utilizzando una soluzione di NaOH a titolo noto, operando per via potenziometrica.
Con le titolazioni potenziometriche, la presenza in soluzione di componenti diversi da quello che si sta analizzando non presenta inconvenienti notevoli. La determinazione potenziometrica del punto finale stata applicata a tutti i tipi di reazioni chimiche. Essa permette di lavorare anche con soluzioni colorate od opache nelle quali non sarebbe possibile osservare le variazioni di colore dei normali indicatori. Inoltre questa determinazione meno soggettiva dei metodi visuali ed per sua natura pi accurata. Infine i dati di una titolazione potenziometrica possono rivelare nella soluzione la presenza insospettata di specie che reagiscono con il titolante in competizione con la specie che si vuol analizzare.

Importante sar quindi determinare non solo il punto di equivalenza, ma anche registrare le variazioni di pH della soluzione durante lintera titolazione. Dallespressione della costante di equilibrio si ottiene: -log Ka = - log [H3O+] - log ([A-] / [HA]) cio: pKa = pH - log ([A ] / [HA]) e quindi: pH = pKa + log ([A-] / [HA]) Si vede che quando [A-] = [HA] (punto di mezza titolazione) si ha pH = pKa; una determinazione accurata del pH in questa situazione risulta per difficile poich la curva di titolazione in questa parte cresce molto lentamente. Si sfrutta allora il fatto che lultima equazione ricavata sopra quella di una retta. Riportando in grafico sullasse delle ordinate il pH e su quello delle ascisse log ([A-] / [HA]) o log (moli A- / moli HA) si ha una retta di coefficiente angolare unitario e di intercetta pKa. Nel calcolo del rapporto (moli A- / moli HA) si potr, punto per punto, assumere per il numeratore un valore pari al numero di moli di base aggiunta e per il denominatore un valore pari al numero di moli iniziali di HA meno le moli di base aggiunta. Ci si potr fare, con buona approssimazione, per i punti compresi tra circa il 10 % ed il 90 % del processo di titolazione. Gli errori commessi operando in questo intervallo sono piccoli e nei limiti di accuratezza delle misure di pH.

Apparecchiature e materiali
n 1 matraccio da 100 ml n 1 cilindro da 25 ml n 1 buretta da 25 ml n 2 beakers da 100 o 150 ml n 1 imbuto di vetro n 1 spruzzetta n 1 agitatore magnetico con ancoretta n 1 bacchetta di vetro n 1 spatola Navicelle o vetrino da orologio pHmetro - elettrodo a vetro combinato soluzione standard 0,1 N di NaOH soluzioni tampone a pH 7 e 4 acido debole solido A, B, C o D bagnomaria

Esecuzione: Determinazione della Ka dellacido incognito.


- accendere il pH-metro ed eseguire la taratura con i tamponi a pH 7 e a pH 4; - pesare accuratamente 0,2 - 0,25 g di acido debole e trasferirli nel matraccio mediante un imbuto, portando a volume con acqua distillata; - sciogliere lacido mediante agitazione utilizzando, se necessario, bagnomaria; dopo leventuale raffreddamento (utilizzare lacqua corrente del lavandino), trasferire nel beaker tutta la soluzione di acido debole preparata; - sciacquare il matraccio con circa 10 ml di acqua deionizzata (si utilizzi il cilindro) ed aggiungere questo volume alla soluzione nel beaker; - inserire lancoretta magnetica (non gettarla nel lavandino a fine esperienza!) e lelettrodo a vetro nel beaker; posizionare lelettrodo nel liquido in modo che, durante lagitazione, lancoretta non colpisca lelettrodo. Se si usa un elettrodo combinato, il piccolo foro vicino alla parte terminale (bulbo) deve essere immerso nella soluzione. Il foro il ponte salino dellelettrodo di riferimento. - agitare con lagitatore magnetico, non troppo violentemente in modo da non provocare spruzzi e da non rischiare di colpire/rompere lelettrodo; - attendere 1 min, sotto agitazione, perch lelettrodo raggiunga lequilibrio e registrare il pH iniziale della soluzione. - cominciare la titolazione, sempre sotto agitazione, aggiungendo 0,5 ml di NaOH per volta e registrare il pH assieme al volume di titolante aggiunto, riportando i valori sia in una tabella sia direttamente in un grafico pH/mL aggiunti. In prossimit del punto equivalente consigliabile effettuare aggiunte di titolante di 0,20,1 ml (4-2 gocce). Ci si verifica quando si notano scostamenti di 0,3 - 0,4 unit di pH. - finita la titolazione, rimuovere lelettrodo sciacquandolo ed immergendolo nellapposito portaelettrodo; spegnere il pH-metro. (ATTENZIONE ALLANCORETTA!!!!)

- dal grafico pH/mL aggiunti valutare il punto equivalente, dunque le moli di acido debole inizialmente presenti nel campione. Essendo noto con precisione il PESO iniziale del vostro campione di Acido, ricavare il PESO MOLECOLARE dellacido debole. - sempre utilizzando il punto equivalente e dunque le moli di acido debole inizialmente presenti nel campione, disegnare un secondo grafico pH = pKa + log ([A-] / [HA]) dove, come gi specificato, si potr assumere per il numeratore un valore pari al numero di moli di base aggiunta e per il denominatore un valore pari al numero di moli iniziali di HA meno le moli di base aggiunta. Lintercetta individuata dalla retta che passa per il tratto centrale del grafico (Nota: lapprossimazione di cui sopra per il calcolo vale solo dal 10% al 90% della titolazione) permette di valutare pKa e dunque la costante di acidit dellacido debole analizzato.

Risultati e quesiti
Nella relazione indicare sommariamente i punti salienti dellesperienza, indicando chiaramente le reazioni chimiche e i calcoli. Riportare i due grafici utilizzati, la curva sperimentale pH/mL NaOH aggiunti con la relativa individuazione del punto equivalente SUL GRAFICO e quella, derivata, rettilinea che permette la valutazione della costante di acidit (su questo secondo grafico deve apparire anche la linea interpolante scelta per trovare lintercetta ovvero pKa). Come mai si proceduto alla taratura del pH-metro? Commentare quando tale operazione assolutamente necessaria e come viene effettuata. Quale indicatore visuale potremmo usare per individuare il punto equivalente di questa esperienza?

ANALISI DI UN CAMPIONE DI ACQUA: DETERMINAZIONE DELLA DUREZZA E DELLE CONCENTRAZIONI DI Ca2+ E Mg2+
Si determina la durezza totale del campione tramite titolazione complessometrica con EDTA-Na2 (acido etilendiamminotetracetico, sale bisodico) in tampone ammoniacale a pH = 10 in presenza di indicatore nero eriocromo T (NeT), che vira da rosso a blu. La concentrazione di calcio viene ottenuta portando il campione a pH = 13 con NaOH in modo da far precipitare Mg(OH)2, e titolando con EDTA in presenza di indicatore acido calconcarbonico, che vira da rosso ad azzurro. Il contenuto di magnesio viene poi determinato in base alla differenza fra le due titolazioni.

Apparecchiature e materiali
- n 1 Spruzzetta - n 4 Beakers da 100 o 150 ml - n 1 Spatola - n 1 Bacchetta di vetro piccola - n 2 Burette da 50 ml - n 1 cilindro da 25 ml - n1 matraccio da 100 a coppia - soluzione di EDTA 0.01 M - soluzione di NaOH concentrata (4 M) - Soluzione di HCl 6 M - Soluzione di NH3 7.5 M - Indicatori NET e acido calconcarbonico - pipette Pasteur

Esecuzione * Durezza totale


Riempire la buretta con EDTA 0.01 M Preparare la soluzione tampone a pH = 10 in un matraccino da 100 ml: il tampone avr concentrazioni analitiche 1.40 M per NH3 e 0.24 M per NH4+ partendo dalle soluzioni 7.5 M NH3 e 6 M HCl (considerare la reazione NH3 + H+ = NH4+ come QUANTITATIVA); portare a volume con acqua deionizzata. Fare i calcoli per determinare i volumi da prelevare. Eseguire loperazione sotto cappa aspirante. Trasferire accuratamente (con la seconda buretta da 50 ml) 50 ml di campione di acqua del rubinetto in un beaker. Aggiungere circa 15 ml di tampone ammoniacale a pH = 10, misurati col cilindro graduato, e pochi cristalli di NET (non cos: meno, molto meno ...ancora di meno!), fino allottenimento di un colore percettibile ma non accentuato. Titolare con EDTA fino a completa scomparsa del colore viola (fino allazzurro con scomparsa dei riflessi viola). Si registra il volume equivalente e si calcola la durezza totale in mg/l di CaCO3 (P.M. CaCO3 = 100.087). Si ripete la titolazione.

*Determinazione della concentrazione di calcio e magnesio.


Prelevare 50 ml di campione di acqua trasferendoli in un beaker da 100 o 150 ml. Aggiungere 1 ml di soluzione concentrata di NaOH (1 pipettata di pipetta Pasteur) e una punta di spatola di acido calconcarbonico come indicatore. Titolare con EDTA fino a viraggio dellindicatore da rosso ad azzurro, registrare il volume equivalente e calcolare la concentrazione di calcio e, per differenza, quella di magnesio (occorre per aver usato lo stesso volume di campione di acqua, o tenerne conto nei calcoli, qualora si siano usati volumi diversi). Ripetere la titolazione.

A proposito di...
Le acque provenienti di solito da zone con depositi calcarei non formano facilmente schiuma con i saponi. Questi sono dei sali solubili (sodici e potassici) di acidi carbossilici a catena lunga (acido oleico, stearico e palmitico); con gli ioni Ca2+ e Mg2+ si formano sali poco solubili che, precipitando, impediscono al sapone di svolgere la sua normale azione tensioattiva di rimozione dello sporco e del grasso. Questo inconveniente delle acque dure pu essere ovviato con luso dei comuni detersivi, che sono costituiti da sali sodici di acidi solfonici a catena lunga RSO3H, i cui sali di calcio e magnesio sono invece solubili. In passato, per durezza si intendeva la capacit di unacqua di precipitare i saponi e quindi questo in parametro venivano compresi tutti i cationi che hanno tale propriet (Ca, Mg, Fe, Al, Mn, Zn, e cos via). Secondo lattuale convenzione, si definisce la durezza di unacqua sulla base del contenuto dei sali di Ca2+ e Mg2+ (e in effetti, nelle acque naturali gli altri ioni sono trascurabili rispetto a questi). In generale si distingue tra durezza totale, permanente e temporanea, alcalina (o carbonatica) e non alcalina. La durezza totale esprime la concentrazione di calcio e magnesio in unacqua. Secondo le convenzioni internazionali, la durezza deve essere espressa in mmol L-1 di CaCO3 (oppure in mg L-1; per CaCO3 1 mmol L-1 = 100 mg L-1), tuttavia si usa ancora ampiamente il grado francese, definito come segue: 1 F = 1 mg CaCO3 in 100 ml = 10 mg L-1 CaCO3

Classificazione delle acque in base alla durezza Tipo di acqua Durezza (in F) molto dolce 0-4 dolce 4-8 media 8 - 12

Tipo di acqua discreta dura molto dura

Durezza (in F) 12 - 18 18 - 30 > 30

Da un punto di vista tossicologico, lacqua dura non sembra essere dannosa per luomo. Anzi, si notato che la presenza di calcio e magnesio previene alcune malattie come lipertensione e linfarto. A livello industriale invece, tutti conoscono gli inconvenienti legati ai depositi di calcare nelle condutture o sulle guarnizioni dei rubinetti e la necessit di usare pi detersivo quando lacqua troppo dura (cio ricca di sali).

Risultati e quesiti
Fornire la durezza totale dellacqua in gradi francesi e le concentrazioni di calcio e magnesio in mmoli/L e mg/L. Perch in molte titolazioni con EDTA necessario usare un tampone ammoniacale? Perch occorre in questo caso attendere lultima variazione di colore dellindicatore?Quali trasformazioni subisce lindicatore nel corso della titolazione?

DETERMINAZIONE DELLACIDO ASCORBICO


NELLA VITAMINA C COMMERCIALE
Lesperienza rivolta alla determinazione del contenuto di acido ascorbico, blando riducente, nella vitamina C commerciale mediante titolazione potenziometrica.

Apparecchiature e materiali
- n 1 Spruzzetta - n 1 Buretta da 25 ml - n 1 beaker da 250 ml - n 1 bacchetta di vetro - potenziometro (NON pH-metro !!!) - elettrodo di platino (NON a vetro !!!) - elettrodo di riferimento - agitatore magnetico con ancoretta - soluzione di H2SO4 1 N - soluzione di KIO3 0.0083M (titolo noto) - soluzione di Na2S2O3 0.04M (titolo noto) - KI solido - soluzione di salda damido - vitamina C commerciale

Esecuzione
- In un beaker da 250 ml sciogliere una quantit di campione omogeneizzato (1 compressa di integratore alimentare - contenente circa 200 mg di acido ascorbico - frantumata con una bacchetta) in 50 ml di H2SO4. Tenere presente che forse una parte del materiale solido non si scioglier. - Aggiungere circa 2 g di KI (I- in eccesso) e 50.0 ml di soluzione di KIO3 (IO3- agente limitante), in questo ordine (avendo gi pronta la buretta avvinata e azzerata con il tiosolfato). (Creo cos in situ una quantit NOTA di I2 vedi reazione riportata in seguito- una parte di essa ossida la vitamina C, leccesso viene titolato con tiosolfato) - Titolare con tiosolfato (Na2S2O3) fino ad osservare una quasi completa decolorazione della soluzione (dovrebbe assumere un colore giallo paglierino). Aggiungere poi 2 ml di indicatore salda damido e completare la titolazione (scomparsa colorazione NERO-BLU). - Individuato
DAL GRAFICO

il punto equivalente, sulla base delle equazioni di seguito, calcolare le

moli di Iodio titolate (pari allo iodio in eccesso). Essendo note le moli totali iniziali di iodio formatesi, possibile ricavare le moli di iodio consumate nella reazione con la vit(C) e dunque le moli ed i grammi (P.M. = 176.12) di vit(C) nel campione.

A proposito di ...
La Vitamina C (Acido Ascorbico) un composto idrosolubile comprendente 6 atomi di carbonio che deriva dal glucosio. Si tratta di un lattone con un gruppo enediolo (2 ossidrili alcolici su carboni adiacenti uniti da un doppio legame). Si ossida facilmente ad acido deidroascorbico; un enzima, lascorbicoossidasi, catalizza questa reazione. Lacido ascorbico ha unimportante funzione nellorganismo umano, e lo dimostra il fatto che la sua carenza provoca una grave malattia, lo scorbuto, ma il punto dimpatto molecolare ancora poco conosciuto. Interviene forse nelle

catene di ossidazione nei vegetali. Ha un ruolo nellossidazione della prolina a idrossiprolina nel corso della sintesi del collagene. Esso interviene anche nella degradazione della fenilalanina e in varie altre reazioni enzimatiche. Lacido ascorbico contenuto nei prodotti vitaminici commerciali non pu essere titolato direttamente con iodio, perch lacido si ossiderebbe allaria prima e durante la titolazione. Un metodo efficace per evitare questo inconveniente consiste nel far sviluppare in situ lo iodio mediante la reazione:

IO3- + 5 I- + 6 H+ 3 I2 + 3 H2O
Lo iodio che si forma viene fatto reagire immediatamente con lacido ascorbico presente nellambiente di reazione:

OH O HO HO OH
acido ascorbico

OH O
+

O I2 HO O O

O
+ 2 I- + 2

H+

acido deidroascorbico

Infine, lo iodio in eccesso viene titolato con tiosolfato, secondo la reazione:

2 S 2 O 3 2 - + I2 S 4 O 6 2 - + 2 ILo iodio non si scioglie in acqua come tale, ma si scioglie facilmente in soluzioni contenenti un eccesso di ioni ioduro, a causa della formazione dello ione I3-: I- + I2 I3- Pertanto la soluzione di iodio si prepara con una soluzione satura di KI. Dal punto di vista redox, lo ione I3- si comporta come una molecola di iodio sia come potenziale redox, sia come n e- scambiati. Le soluzioni di iodio, qualora non sviluppato in situ come nel nostro caso, vanno titolate ogni 2 o 3 giorni per diversi motivi: a) come tutti gli altri ossidanti, lo iodio reagisce con le materie organiche con cui viene a contatto; b) lo ione ioduro pu ossidarsi allaria secondo la reazione: 4 I- + O2 + 4 H+ 2 I2 + 2 H2O; c) lo iodio volatile ed evapora facilmente. Le soluzioni di iodio vanno conservate in bottiglie di vetro scuro. Il tiosolfato di sodio viene utilizzato in volumetria come riducente dello iodio. La semireazione di ossidazione : 2 S2O32- S4O62- + 2 e- (PEq = PM, ovvero moli ed equivalenti coincidono). Le soluzioni di tiosolfato devono avere un pH maggiore di 5 per evitare che il tiosolfato si decomponga troppo rapidamente secondo la reazione: 2 S2O32- + H+ H2SO3 + S . Per questo motivo le soluzioni di tiosolfato si preparano in acqua bollita di fresco, per evitare la presenza di CO2 disciolta. Inoltre, per stabilizzare la soluzione preparata si aggiunge una piccola quantit di Na2CO3 (0.1 g/l). Quando si titolano soluzioni di iodio molto acide occorre aggiungere il tiosolfato molto lentamente, per evitare la sua decomposizione. La decomposizione del tiosolfato pu essere causata anche dalla presenza di batteri capaci di metabolizzarlo trasformandolo in solfito, solfato oppure zolfo. Lattivit batterica pu essere controllata aggiungendo sostanze batteriostatiche o portando il pH a 9-10. Anche la luce pu causare la decomposizione del tiosolfato, perci le soluzioni vanno conservate in bottiglie di vetro scuro. KIO3 una delle sostanze madri pi utilizzate per standardizzare le soluzioni di tiosolfato. La titolazione indiretta e avviene in due fasi.

1. Formazione di iodio in ambiente acido secondo la reazione: 2. Titolazione dello iodio formatosi con tiosolfato:

IO3- + 5 I- + 6 H+ 3 I2 + 3 H2O 2 S2O32- + I2 S4O62- + 2 I-

Risultati e quesiti
Nella relazione indicare sommariamente i punti salienti dellesperienza, indicando chiaramente le reazioni chimiche e i calcoli. Riportare la curva potenziale/mL titolante aggiunti, individuando chiaramente SUL GRAFICO il punto finale della titolazione. Confrontare il risultato ottenuto con quello dato dallindicatore visuale ed, eventualmente, commentare la precisione delle due tecniche. Come mai in generale il potenziale allinizio (prima di aver aggiunto titolante) di una titolazione potenziometrica instabile? Come mai in questo caso non era cos? In questo caso stata fatta una qualche taratura dellelettrodo? Discutere.

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