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1 – Lettura e comprensione
Il periodo storico in cui è stata scritta: pubblicata nel 1942, mentre il secondo
guerra mondiale, quando l’uomo ha avuto paura, si sentiva solitariao, senza
famiglia, amici o Dio, é stato un periodo molto difficile, quando la vitá ha perso
il suo valoreuno tra i componimenti più famosi del poeta siciliano e più in generale della
corrente ermetica,
2 – Parafrasi
Ogni uomo (è un sogetto colletivo e se referische all’umanità) vive (è), si trova sul centro del
mondo nel solitudine, è illuminato dal sole, culpito con lumine ma improvviso, inaspettatamente
arriva la sera, il morte.
Strofa terzina, la poesia è composta da solo tre versi, rima incatenata o terzine dantesche
4 – Figure retoriche
5 – Conclusioni
La poesia del Quasimodo presenta la vità dell’uomo nella una sola proposizione: è breve ma ti fa
pensare molto. Il sogetto colletivo e il nome terra danno una sensatione universale ma nel realtà
l’uomo è sempre solo anche quando stiamo con compania. Il sole, la luce sono il tempo della
gioventù, riempto con allegra, quando tutto è bene. Ma la morte può arrivare a qualunque ora,
viene tacitamente, zitto. La vità manca così come questa poesia: le primi due file sono più lunghi
mentre l’ultimo è breve. Ma, secondo me, la morte non è una cosa solo negativo: la morte è cio
che da proprio valore per la vità. Se sapemo che la nostra vità non è eterno sulla questa terra,
possiamo sfruttare la nostra tempo al meglio, come gli antichi hanno detto: carpe diem è
memento mori.