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LA FORMA

Nell’unità didattica precedente abbiamo imparato che la melodia è strutturata in modo simile al
linguaggio parlato. Abbiamo analizzato, tuttavia, solo melodie o brani musicali molto brevi.
Come è strutturato un brano musicale di lunga durata? Anche qui può venirci in aiuto il confronto
con il linguaggio parlato o scritto. Se sfogli un qualsiasi libro ti accorgerai che è suddiviso in sezioni; il tuo libro
di Storia della Musica, ad esempio, è suddiviso in tre sezioni che, a loro volta, sono suddivise in capitoli; i
capitoli sono suddivisi in paragrafi e i paragrafi in sottoparagrafi.
La stessa cosa avviene in un brano musicale: a seconda della lunghezza esso si può suddividere in due
o più sezioni e queste, a loro volta in sottosezioni.

Ascolta il Valzer Op. 64 n. 1 di F. Chopin:

https://www.youtube.com/watch?v=X2JCxapd5hU

Quante sono le sezioni che lo compongono? E in che rapporto stanno tra loro? Sono uguali, simili o
di carattere contrastante? Riascolta il brano leggendo lo spartito e segna con la matita le sezioni indicando
anche se sono fra loro uguali, simili o diverse.
Se hai ascoltato con attenzione avrai notato che il valzer si suddivide in tre sezioni e che la prima e la terza
sezione sono uguali; quindi possiamo dire che il valzer ha una forma tripartita, suddivisa cioè in tre sezioni:
A B A.

Ascolta, ora, un brano più lungo: la Sonata K 545 di W. A. Mozart:

https://www.youtube.com/watch?v=1vDxlnJVvW8

La sonata si suddivide in tre grandi sezioni che si differenziano per il tempo (la prima è un Allegro in
4/4, la seconda un Andante in 3/4 e la terza un Allegretto in 2/4) e il carattere; queste sezioni si chiamano
movimenti e, a loro volta, si suddividono in sezioni. Riascolta la Sonata leggendo lo spartito e cerca di
individuare, in ciascun movimento, le sezioni che lo compongono; cerca anche di capire se sono uguali, simili
o contrastanti.
Avrai notato che, mentre il primo è il secondo movimento hanno una forma tripartita, il terzo
movimento ha una struttura formale diversa; le sezioni, infatti, sono sei e la prima si ripete uguale
alternandosi alle altre sezioni, come se fosse un ritornello; lo schema, quindi, è A B A C A D. Questa forma si
chiama Rondò e, infatti Rondò è il titolo che Mozart dà al terzo movimento di questa Sonata. Il ritornello del
rondò viene chiamato refrain mentre l’episodio conclusivo è la coda.

Una forma che sicuramente conosci molto bene è quella della canzone, un brano in cui la musica è
legata ad un testo; eccone un esempio:

https://www.youtube.com/watch?v=tVxcBsMqMVw

Don Raffaè
Io mi chiamo Pasquale Cafiero
E son brigadiero del carcere oiné
Io mi chiamo Cafiero Pasquale
E sto a Poggio Reale dal cinquantatré
E al centesimo catenaccio
Alla sera mi sento uno straccio
Per fortuna che al braccio speciale
C'è un uomo geniale che parla co' me

Tutto il giorno con quattro infamoni


Briganti, papponi, cornuti e lacchè
Tutte l'ore co' ‘sta fetenzia
Che sputa minaccia e s'a piglia co' me
Ma alla fine m'assetto papale
Mi sbottono e mi leggo ‘o giornale
Mi consiglio con don Raffae'
Mi spiega che penso e bevimm' ‘o café
Ah che bell' 'o café
Pure in carcere ‘o sanno fa
Co' a ricetta ch'a Ciccirinella
Compagno di cella
Ci ha dato mammà

Prima pagina, venti notizie


Ventun'ingiustizie e lo Stato che fa
Si costerna, s'indigna, s'impegna
Poi getta la spugna con gran dignità
Mi scervello e m'asciugo la fronte
Per fortuna c'è chi mi risponde
A quell'uomo sceltissimo immenso
Io chiedo consenso a don Raffae'

Un galantuomo che tiene sei figli


Ha chiesto una casa e ci danno consigli
Mentre ‘o assessore, che Dio lo perdoni
‘ndrento a ‘e roulotte ci alleva i visoni
Voi vi basta una mossa, una voce
C'ha ‘sto Cristo ci levano ‘a croce
Con rispetto, s'è fatto le tre
Volite ‘a spremuta o volite ‘o café

Ah che bell' 'o café


Pure in carcere ‘o sanno fa
Co' a ricetta ch'a Ciccirinella
Compagno di cella
Ci ha dato mammà

Ah che bell' 'o café


Pure in carcere ‘o sanno fa
Co' a ricetta di Ciccirinella
Compagno di cella
Preciso a mammà

Ca' ci sta l'inflazione, la svalutazione


E la borsa ce l'ha chi ce l'ha
Io non tengo compendio che chillo stipendio
E un ambo se sogno ‘a papà
Aggiungete mia figlia Innocenza
Vuo' marito, non tiene pazienza
Non vi chiedo la grazia pe' me
Vi faccio la barba o la fate da sé

Voi tenete un cappotto cammello


Che al maxi-processo eravate ‘o cchiù bello
Un vestito gessato marrone
Così ci è sembrato alla televisione
Pe' ‘ste nozze vi prego, Eccellenza
M'i prestasse pe' fare presenza
Io già tengo le scarpe e ‘o gillé
Gradite ‘o Campari o volite o café
Ah che bell' 'o café
Pure in carcere ‘o sanno fa
Co' a ricetta ch'a Ciccirinella
Compagno di cella
Ci ha dato mammà

Ah che bell' 'o café


Pure in carcere ‘o sanno fa
Co' a ricetta di Ciccirinella
Compagno di cella
Preciso a mammà

Qui non c'è più decoro, le carceri d'oro


Ma chi l'ha mai viste chissà
Chiste so' fatiscienti, pe' chisto i fetienti
Se tengono l'immunità
Don Raffae' voi politicamente
Io ve lo giuro, sarebbe ‘nu santo
Ma ‘ca dinto voi state a pagà
E fora chiss'atre se stanno a spassà

A proposito tengo ‘nu frate


Che da quindici anni sta disoccupato
Chill'ha fatto cinquanta concorsi
Novanta domande e duecento ricorsi
Voi che date conforto e lavoro
Eminenza, vi bacio, v'imploro
Chillo duorme co' mamma e con me
Che crema d'Arabia ch'è chisto café

La canzone ha una forma strofica, si suddivide, cioè in strofe che hanno la stessa melodia ma testo
diverso. Tra una strofa è l’altra c’è il cosiddetto ritornello, la cui melodia è diversa da quella delle strofe, ma
si ripete anch’essa sempre uguale e, al contrario delle strofe, sempre con le stesse parole; o talvolta, come
nella seguente canzone, sempre di De Andrè, anche senza parole:

https://www.youtube.com/watch?v=ijEHZufmKU8ome

Il Pescatore
All'ombra dell'ultimo sole
s'era assopito un pescatore
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso.
Venne alla spiaggia un assassino
due occhi grandi da bambino
due occhi enormi di paura
eran gli specchi di un'avventura.

E chiese al vecchio dammi il pane


ho poco tempo e troppa fame
e chiese al vecchio dammi il vino
ho sete e sono un assassino.

Gli occhi dischiuse il vecchio al giorno


non si guardò neppure intorno
ma versò il vino, spezzò il pane
per chi diceva ho sete e ho fame.

E fu il calore d'un momento


poi via di nuovo verso il vento
davanti agli occhi ancora il sole
dietro alle spalle un pescatore.

Dietro alle spalle un pescatore


e la memoria è già dolore
è già il rimpianto d'un aprile
giocato all'ombra di un cortile.

Come puoi intuire esiste una grande varietà di forme musicali, ciascuna legata ad un determinato
periodo storico e ad un determinato contesto culturale. Le studieremo man mano che percorreremo le tappe
della Storia della Musica.

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