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ASSISTENZA ALLA PERSONA CON DISTURBI MENTALI

 L’APPROCCIO DELL’ OPERATORE in ALCUNE SITUAZIONI CRITICHE


Qualunque sia il tipo d’intervento utilizzato sia in ambito residenziale ( SPDC- SR), che in ambito
semiresidenziale ( CD) o in ambito territoriale ( CPS, ambulatorio) l’atteggiamento dell’ operatore
deve essere improntato ad instaurare e mantenere re una efficace relazione terapeutica che
rappresenta l’obiettivo primario che si deve raggiungere e che caratterizza l’operare in psichiatria
come aspetto fondamentale

 PERSONA AGGRESSIVA: MODALITÀ RELAZIONALI

Il comportamento aggressivo può essere inteso sia come affermazione di se stessi, sia come atto
ostile contro se o gli altri. La bassa capacità d’esame della realtà e la tendenza a non controllare gli
impulsi può determinare nel paziente schizofrenico delle reazioni aggressive. L’aggressività è
eterodiretta, quando i danni lesivi vengono compiuti ai danni di oggetti, dell’ambiente o di altre
persone,.autodiretta quando l’atto di violenza è rivolto contro se stessi. Un comportamento è
definito clastico quando rompe qualcosa durante un momento di rabbia e pantoclastico
l’atteggiamento di chi in un impeto di furia distrugge tutto.

Nell’intervento psicologico- relazionale in emergenza, l’oss deve saper mettere in atto i seguenti
presupposti:

 creazione o individuazione di un ambiente sicuro;

 disporre di un tempo necessario affinchè il paziente possa sentirsi libero di esporre le proprie
emozioni e i propri vissuti relativi al momento di difficoltà anche attraverso tecniche di
facilitazione ( empatia);

 focalizzare la propria attenzione sui sentimenti del soggetto cogliendone le emozioni e


facilitandone l’espressione;

 tenere presente che avvicinandosi fisicamente al paziente entra in un suo spazio personale e
può stimolare la forme più primitiva di aggressività territoriale: non avvicinarsi al paziente
con modalità rapide e in senso frontale perché può essere percepito come un’ atteggiamento
di sfida, evitare il contatto diretto e prolungato dello sguardo che può essere percepito come
invasività e/o provocazione personale;
 riconoscimento di segnali premonitori, che stanno ad indicare il bisogno impellente del
paziente ad esprimerla;

 Essere calmi e controllati ( è necessario non farsi trascinare nella confusione che spesso
regna durante i momenti di crisi: il nostro atteggiamento, le nostre azioni, la postura, le
parole, sono spesso un modello per il paziente, il quale alla nostra agitazione reagirà con
maggior agitazione; se il paziente ci spaventa è necessario dirglielo, ma sempre mantenere
calma e controllo);

 governati da un sistema di supporto ( in ogni situazione d’urgenza, specialmente di fronte ad


un paziente violento, è necessario garantirsi un sistema di supporto sia fisico, sia psicologico
con il sostegno di più operatori, dei familiari, o ancora agenti di polizia;

 Operare sempre in équipe, e

 In presenza dell’infermiere, figura garante dell’intervento sul paziente;

 In caso di necessità supportare nelle metodologie di contenimento psicologiche,


farmacologiche e manuali.

Gli elementi che diminuiscono il rischio di atti violenti sono:


conoscenza reciproca paziente – operatore
la percezione del paziente di essere ascoltato e creduto,
la rassicurazione del paziente.
astenersi dall’assunzione di determinati atteggiamenti, ossia evitare comportamenti incongrui
dell’operatore: marcature e vicinanze eccessive, collusione con le figure parentali, “non violare
i confini”.
Il nuovo approccio al paziente aggressivo mira alla prevenzione delle scariche di aggressività e di
dare la possibilità al paziente di trasformare, in modo socialmente accettabile, i comportamenti
aggressivi.

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 PERSONA DELIRANTE : MODALITÀ RELAZIONALI
L' atteggiamento dell’ operatore deve :
 stabilire un rapporto diretto
 mantenere la calma e la fermezza.
 Mantenere un atteggiamento sempre molto chiaro, lineare, privo di contraddizione e
ambiguità.
 Rispettare i contenuti del delirio
 Astenersi da osservazioni compiacenti e da negazioni inutili.
 Occorre ascoltare attentamente i temi del delirio, con l'intento di comprendere il vissuto
esistenziale del paziente al fine di stabilire le modalità di relazione con lui, e di fornire
l'immagine rassicurante di un interlocutore comprensivo e disponibile
 Credere al significato dei deliri, delle allucinazioni e dell'angoscia del paziente per cogliere
il modo di essere del malato e stabilire una relazione
 accettare le idee deliranti e di evitare di manifestare segni di opposizione: non deve urtare il
paziente con un comportamento che gli faccia intendere che si oppone al suo delirio, poiché
si rischierebbe di palesare la sua angoscia e di manifestare un atteggiamento di rifiuto.
 La calma e l'ordine nelle attività operative sono condizioni indispensabili in questi momenti
per non alimentare ulteriori spunti deliranti

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MODULO DI SPECIALIZZAZIONE IN PSICHIATRIA
COMPETENZE E ATTIVITÀ DEGLI/DELLE OPERATORI/TRICI SOCIO-SANITARI/E
COMPETENZE
L’operatore/trice socio-sanitario/a:
• conosce le principali funzioni psichiche, le attività di vita e riconosce il
disagio psichico;
• inquadra le maggiori diagnosi psichiatriche come depressione, mania,
schizofrenia, ecc.; riconosce i sintomi legati al disagio psichico quali per
es. ansia, delirio, allucinazione, ecc.;
• mette in atto specifici atteggiamenti e modalità relazionali in una
situazione di primo contatto con assistiti affetti da disagio psichiatrico;
• è in grado di riconoscere oltre all’urgenza medica anche l’urgenza
psichiatrica;
• sa lavorare nell’equipe multidisciplinare dell’ambito psichiatrico e contribuisce
alla formulazione di un progetto terapeutico;
• riporta sia dati oggettivi e soggettivi della persona assistita;
• riporta i bisogni espressi dall’assistito/a ed è in grado di riferire quelli
che identifica come reali;
• ha affinato il pensiero critico, ed è in grado di ridefinire le proprie
modalità relazionali con l’assistito/a;
• conosce come le alterazioni delle funzioni psichiche possono interferire
sulle attività della vita quotidiana quali per es. alimentazione, sonno,
igiene personale, cura del proprio corpo, abbigliamento, comunicazione,
movimento, sicurezza ambientale, ecc.;
• conosce atteggiamenti e comportamenti che possono favorire la relazione
assistenziale con la persona che manifesta un disagio psichico;
• applica le fondamentali regole nell’assistenza e nella relazione con le
persone affette da demenza;
• conosce modalità relazionali che possono facilitare o ostacolare il
rapporto con famiglia e/o persone di riferimento dell’assistito/a

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