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L'IMPERIALISMO: LA SPARTIZIONE DELL'AFRICA TRA GLI EUROPEI (1870-1914)

Prima del 1870 la Gran Bretagna possedeva la Colonia del Capo; la Francia l’Algeria ed il
Senegal; il Portogallo l’Angola ed il Mozambico. A partire da 1870 Tunisia ed Egitto, territori
dell’Impero Ottomano amministrati da governi locali indipendenti, avevano tentato la via della
modernizzazione, ma le scarse risorse e l’amministrazione corrotta causarono il rischio della
bancarotta. Per tutelare i propri interessi Francia e Gran Bretagna scelsero di intervenire con le armi
nei due paesi.
Nel 1881 la Francia occupò la Tunisia , che diventò un protettorato. Un incidente accaduto alla
frontiera fornì il pretesto per l’intervento armato. La direttrice dell’espansione francese è lungo l’asse
ovest-est.
Nel 1882 l'Inghilterra occupò l’Egitto, perché i nazionalisti egiziani, guidati da Árabi Pascia
(1839-1911), mettevano in pericolo gli interessi europei e lo sfruttamento internazionale del canale
di Suez. Nel Sudan, controllato dagli egiziani, scoppiò la rivolta guidata dal Mahdi (profeta)
Mohammed Ahmed ed appoggiata dalla setta dei dervisci. La rivolta durò dal 1881 al 1898. Il
Mahdi sconfisse gli Anglo-Egiziani e conquistò Khartum (1885), fondando uno Stato indipendente
che solo nel 1898 gli Inglesi sconfissero. La direttrice dell’espansione inglese è lungo l’asse nord-sud.
Dal novembre 1884 al febbraio 1885 si svolse la Conferenza di Berlino che stabilì i principi della
spartizione dell’Africa e riconobbe il possesso di vari territori a Belgio, Francia, Germania e Inghilterra.
Il Belgio sin dal 1876 aveva interessi economici in Congo: la scoperta di ricchi giacimenti minerari
nel Katanga spinse Leopoldo II ad estendere il proprio dominio fino all’Atlantico. Il Portogallo, che
controllava dal XV sec. la confinante Angola, riteneva quel territorio di propria competenza.
Bismarck con la conferenza di Berlino risolse la controversia: a Leopoldo II fu riconosciuta la
sovranità individuale sullo Stato libero del Congo, con piccolo sbocco sull’Atlantico; la Francia ebbe i
territori sulla riva destra del fiume Congo e dell’alto Niger; la Germania il protettorato su Togo e
Camerun e gli Inglesi la Nigeria.

Gli Inglesi - che volevano unire i territori della regione del Nilo con i possedimenti dell’Africa
sud-orientale - tra il 1885-95 risalirono fino al bacino dello Zambesi ed al lago Niassa occupando il
Kenia e l’Uganda e scontrandosi con la presenza tedesca in Tanganica. Riconosciuto il possesso
tedesco, ebbero in cambio l’isola di Zanzibar, importante base commerciale tra India ed Africa.

Nel 1898 si ebbe l’incidente di Fashoda. – Le truppe francesi che si erano spinte sino in Sudan si
scontrarono con quelle inglesi a Fashoda, fortezza situata sull’alto-Nilo. Lo scontro rischiò di fa
scoppiare la guerra, ma Francia e Gran Bretagna si misero d’accordo per contenere l’aggressiva
espansione tedesca ed instaurarono nuovi rapporti aprendo la strada ad un’intesa in funzione
antitedesca (Entente cordiale, 1904).

Il Sudafrica e la guerra anglo-boera (1889-1902). La regione del capo di Buona Speranza,


che era stata colonizzata dagli Olandesi nel XVII sec., era diventata britannica al tempo delle guerre
napoleoniche con il nome di Colonia del Capo. I discendenti degli Olandesi, i Boeri o afrikaners,
avevano fondato più a nord le repubbliche dell’Orange e del Transvaal, ma la scoperta dei
giacimenti d’oro e diamanti spinse gli Inglesi a concentrare nella regione i propri interessi. Grazie a
Cecil Rhodes, importante uomo d’affari, gli Inglesi espansero le conquiste sino allo Zambesi, dove fu
fondata la Rhodesia. Nel 1886-86 la scoperta di altri giacimenti nel Transvaal e nell’Orange favorì la
massiccia immigrazione degli Inglesi (uitlanders) alla ricerca della fortuna. Gli uitlanders furono
discriminati dai Boeri e ciò fece scoppiare la guerra anglo-boera che si concluse con la vittoria
dell’Inghilterra. Transvaal ed Orange furono uniti alla Colonia del Capo per formare l’Unione
Sudafricana.

Anche l’Italia era interessata alla regione orientale del continente africano, in particolare all’area
strategica del Corno d’Africa, ma la sua avanzata in Etiopia non ebbe esito positivo e dovette
accontentarsi dell’Eritrea (1885) e di una parte della Somalia (1889-90). Nel 1912, a tali
possedimenti fu aggiunto quello della Libia (1912).

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