Sei sulla pagina 1di 12

articolo

17
N.43 GIUGNO 2007
RIVISTA ELETTRONICA DELLA CASA EDITRICE WWW.ALLENATORE.NET
REG. TRIBUNALE DI LUCCA N° 785 DEL 15/07/03
DIRETTORE RESPONSABILE: FERRARI FABRIZIO
COORDINATORE TECNICO: LUCCHESI MASSIMO
SEDE VIA E.FRANCALANCI 418 – 55050 BOZZANO (LU)
TEL. 0584 976585 - FAX 0584 977273

GIOVANI

Possesso palla: principi ed


esercitazioni.
A cura di LUCA NARDO

Lo sviluppo di un efficace gioco collettivo passa attraverso


l’addestramento delle qualità individuali.

Il possesso palla è un fattore basilare nella tattica di gioco offensivo e si applica, nella
maggior parte dei casi, con il compito di creare situazioni di svantaggio agli avversari
in una determinata zona di campo.
Un possesso palla propositivo può consentire la creazione di zone di campo libere che
possono successivamente essere sfruttare ed occupate dai giocatori senza palla.
Un buon possesso palla finalizzato ha bisogno di ottimi interpreti, capaci di elaborare
la situazione migliore, abili tecnicamente e, soprattutto, con molta personalità.
Giocatori che come si dice in “gergo” non hanno paura di giocare la palla e che
possiedono la facilità di decidere per il passaggio più idoneo e concreto secondo la
situazione che il gioco impone in quel momento, optando per un passaggio di
disimpegno, quando si è aggrediti, e viceversa, effettuando un passaggio efficace,
quando si ha il tempo per vedere e decidere la giocata più idonea a creare pericolo alla
porta avversaria.

Il passaggio serve fondamentalmente a :


- guadagnare tempo e spazio
- superare uno o più avversari;
- mantenere il possesso di palla
- avvicinarsi velocemente alla porta avversaria

È bene ricordare che il tempo del passaggio è dettato dal movimento senza palla del
possibile ricevitore.

Il passaggio può essere:


- indirizzato: quando è eseguito addosso al proprio compagno.
- sulla zona aperta: se è effettuato nello spazio libero, nella direzione di corsa del
compagno.
- in verticale: utilizzato per la giocata in profondità atto a creare spazio per vie
centrali.
- per il cambio gioco: spesso usato dopo aver attirato i giocatori avversari in una
determinata zona di campo, per poi metterli in difficoltà grazie ad una cambio di
gioco nello spazio opposto.

I principi che caratterizzano le fasi di possesso palla.

Per poter esprimere adeguatamente alcuni concetti ritengo interessante proporre e


sviluppare alcune idee apprese studiando la tesi di fine corso per allenatore Master del
signor Silvano Fontolan.
Il possesso palla si realizza grazie alla fattiva collaborazione del possessore e dei
giocatori senza palla (potenziali ricevitori).
Per possesso diretto si intendono le azioni messe in atto da colui che amministra la
sfera. Tali azioni possono essere il controllo e la difesa di palla, il passaggio, il
dribbling, il tiro in porta.
Le azioni praticabli dai giocatori senza palla, al fine di agevolare il mantenimento della
stessa, sono invece contraddistinte dallo smarcamento, dal contromovimento, dal
sostegno offensivo e dal velo.

Analisi delle azioni correlate con il Possesso diretto.

1) Il controllo e la difesa della palla.


Per quanto concerne questo elemento di tecnica applicata, assume un’importanza
determinante il gesto tecnico dello stop. E’ implicito quindi che il calciatore debba
disporre di un’appropriata preparazione tecnica e coordinativa specifica e sarà quindi
opportuno addestrarlo ad una corretta esecuzione di tutti i vari tipi di stop, tenendo
conto della necessaria progressività metodologica.

Fattori fondamentali

- Il calciatore deve essere in possesso di una buona capacità di valutazione spazio –


temporale, cioè quella capacità che gli consenta di effettuare un’appropriata
valutazione della distanza, della traiettoria e della velocità con cui arriva la palla.
- Il calciatore non dovrà aspettare la palla, ma dovrà portarsi il più rapidamente
possibile sul punto di arrivo di questa, per non rischiare l’anticipo e per predisporre il
proprio corpo già in equilibrio per effettuare lo stop.
- Sarà comunque fondamentale per il calciatore a conclusione del movimento di
smarcamento, per venire in appoggio al compagno, “non dare le spalle al campo” ma
orientare il proprio corpo in modo da avere a disposizione un campo visivo il più ampio
possibile.
- In presenza di un avversario, al momento della ricezione, sarà fondamentale
mantenere la copertura della palla, frapponendo il proprio corpo tra questa e
l’avversario stesso, controllandola con l’arto opposto rispetto alla sua posizione.
- Il calciatore dovrà effettuare lo stop il più rapidamente possibile, oltre che in base
alla traiettoria e alla velocità con cui arriva la palla, alla situazione contingente e
conseguentemente all’obiettivo che egli stesso vuole raggiungere, posizionandosi
nella direzione verso la quale intende proseguire.

www.allenatore.net 2
2) Il dribbling.
Questo elemento di tecnica applicata , pur essendo un comportamento puramente
individuale, riveste nel contesto collettivo a livello tattico, un aspetto determinante, in
quanto col dribbling si può acquisire superiorità numerica e non solo; il dribbling
può anche essere considerato una valida contromossa al pressing avversario, in
particolare a quello difensivo.
Il dribbling è un’azione Psico-Fisico-Tecnica del calciatore, compiuta col preciso
obiettivo di superare uno o più avversari, mantenendo il possesso di palla.

I fattori che determinano quindi la predisposizione del calciatore a questo tipo di


azione sono molteplici: tecnici, coordinativi, condizionali e, non ultima, la
personalità dell’individuo.
La personalità dell’individuo è un fattore importante e pluricomposito, le qualità
psicologiche ricoprono un ruolo fondamentale (il calciatore intelligente capisce quando
e dove effettuare il dribbling).
Ad esempio, durante un’azione di pressing ultraoffensivo avversario, a ridosso della
zona pericolosa, sarebbe molto rischioso effettuare il dribbling, e potrebbe essere più
opportuno optare con un lancio con l’intento di scavalcare la zona del pressing. E’
invece più consigliabile effettuare il dribbling in fase di finalizzazione, anche come
contromossa al pressing difensivo.
Il dribblatore deve possedere equilibrio emotivo e fiducia in se stesso, deve cioè
essere conscio delle proprie possibilità, senza però sopravvalutarsi. Deve sapersi
prendere delle responsabilità, sapendo a cosa si espone, sia in senso positivo che in
senso negativo. Come già accennato in precedenza, il dribbling viene usato più
frequentemente in fase di finalizzazione, oppure in situazioni di difficoltà, quando cioè
il portatore di palla non ha alternative di passaggio.
In fase di finalizzazione, può capitare che, grazie ad un abile movimento di
allontanamento dalla linea palla-porta delle punte, il portatore riesca a dare scacco al
libero o al centrale difensivo, creando così un uno-contro-uno.

In un contesto situazionale, sarà opportuno, dato anche l’aspetto estremamente


personale del dribbling, dare solo alcuni input al dribblatore:
- conoscenza del lato debole dell’avversario;
- nel puntare il difensore, l’attaccante deve cercare di acquisire più velocità possibile,
senza peraltro pregiudicare il controllo della palla;
- se il difensore si trova in posizione di divaricata laterale, l’attaccante deve
costringerlo con delle finte a mantenere un equilibrio precario e saltarlo così dalla
parte dove è rimasto sbilanciato;
- - se il difensore assume una posizione antero-posteriore, l’attaccante deve saltarlo
sul piede più avanzato, nel momento in cui questi lo poggia a terra in modo da
coglierlo sbilanciato e controtempo;
- il giocatore in dribbling deve mantenere possibilmente la copertura della palla;
- il giocatore in dribbling non deve farsi portare verso zone esterne lontano dalla
porta.

La finta è parte integrante del dribbling.


E’ un movimento d’inganno, la cui caratteristica più importante è la verosimiglianza.
Può assumere le forme più varie ed essere effettuata con più parti del corpo (col
tronco, con le gambe, con cenni della mano, anche con uno sguardo).

www.allenatore.net 3
Le capacità coordinative che possono intervenire durante l’esecuzione del dribbling
sono molteplici, eccone alcune:
- Capacità di differenziazione: è la capacità di gradualizzare in modo preciso la
forza da impiegare nella guida della palla.
- Capacità di reazione: è la capacità di reagire il più rapidamente possibile ad un
segnale, magari dopo aver effettuato una finta, e aver notato lo sbilanciamento
dell’avversario, anticipando il suo intervento
- Capacità di equilibrio: è la capacità di mantenere il proprio corpo in condizioni
ideali di appoggio al terreno, soprattutto da un punto di vista dinamico.
- Capacità di combinazione od accoppiamento: è la capacità di coordinare più
gesti nella stessa azione (ad esempio: finta e guida della palla).
- Capacità di adattamento e trasformazione: è la capacità del dribblatore di
rispondere istantaneamente allo sbilanciamento dell’avversario, dopo aver eseguito
una finta, con l’immediata esecuzione di un’azione intenzionale (ad esempio: la
guida della palla).

Determinanti nel dribbling sono anche le capacità condizionali, come velocità e


forza. Soprattutto la velocità ricopre un ruolo importante, in particolar modo la
velocità di decisione, che consentirà al calciatore di agire velocemente da un punto di
vista psico-motorio. Capire e decidere immediatamente che tipi di dribbling effettuare
è dote essenziale del dribblator.

3) Il tiro in porta.
Il tiro è un elemento di tecnica applicata di fondamentale importanza rappresentando
l’ultimo segmento di ori singola azione che potenzialmente può consentire alla squadra
di segnare.
L’attaccante che conclude a rete deve tener conto di alcuni parametri, quali:
- La posizione della palla (la distanza dalla porta, la posizione più o meno decentrata
rispetto alla porta, il contatto o meno della palla con il terreno).
- La situazione contingente, riferita sia ad elementi soggettivi che oggettivi (posizione
degli avversari, portiere compreso, dei compagni, condizioni meteorologiche, del
terreno ecc.).

Dopo aver valutato i parametri sopra evidenziati, l’attaccante deve combinare forza e
precisione decidendo per il tiro cosiddetto di potenza, per il tiro di precisione, per tiro
in cui vengono abbinate potenza e giustezza.
Nel tiro in porta dalla lunga distanza (20-25 metri circa dalla porta)
tendenzialmente occorrerà imprimere al calcio la massima potenza, a discapito di una
certa precisione. L’obiettivo minimo sarà quindi quello di centrare la porta, mentre
l’obbiettivo ideale, per i più bravi, sarà quello di calciare la palla nello spazio tra palo e
portiere. In questo caso, il tiro potrà essere effettuato calciando con il collo pieno del
piede.
L’approccio (o la rincorsa) dovrà essere diritto rispetto all’obiettivo. Per imprimere una
traiettoria rasoterra, sarà opportuno che, al momento dell’impatto, il piede d’appoggio
sia posizionato accanto alla palla e sulla sua stessa linea, in modo da consentire al
calciatore di mantenere il corpo nel giusto equilibrio; la punta del piede sarà rivolta
verso l’obiettivo.
La massima escursione della gamba, con la relativa oscillazione e la conseguente
rapida distensione dell’articolazione del ginocchio, garantiranno la massima velocità

www.allenatore.net 4
d’impatto del piede calciante nel centro palla e, conseguentemente, la maggior
potenza possibile del tiro in porta.
L’articolazione della caviglia dovrà essere ben bloccata, e la punta del piede tesa verso
il basso.
Il tiro in porta potrà essere effettuato anche con l’esterno collo. In questo caso la
punta del piede d’appoggio sarà orientata leggermente verso l’esterno, per dar modo
al piede calciante di entrare meglio tra palla e piede portante.
Con il calcio di drop il tiro acquista la massima potenza. Un accorgimento utile sarà
quello di tenere il piede d’appoggio leggermente più avanti rispetto alla linea della
palla, in modo da tenere bassa la traiettoria del tiro.

Nel tiro in porta dalla media distanza (15-20 metri circa dalla porta) il calciatore
potrà calciare efficacemente anche con l’interno collo del piede, in modo da conferire
al proprio tiro una miscela di potenza e precisione. Nel calcio di interno collo,
l’approccio sulla palla sarà obliquo rispetto all’obiettivo. Il piede d’appoggio dovrà
essere posizionato sulla stessa linea, ma più distante dalla palla rispetto al calcio di
collo pieno, in modo da consentire alla gamba portante di piegarsi e alla gamba
calciante di distendersi.
Questo tipo di calcio consentirà all’attaccante, sempre che ne abbia il tempo, dato che
ci troviamo nella zona calda del campo, di indirizzare più facilmente la palla verso un
angolo della porta, ricorrendo talvolta anche al tiro ad effetto.

Il tiro in porta dalla breve distanza (effettuato dentro l’area di rigore) può essere
eseguito sia con il collo che con l’esterno collo del piede, utilizzando la massima
potenza, in modo da poter anticipare il gesto tecnico del portiere. A tal fine può essere
realizzato, data la rapida oscillazione, anche il calcio con la punta del piede che, oltre
ad essere eseguito per anticipare l’intervento dell’avversario anche durante una
mischia o in caso di terreno fangoso.
Per il tiro in porta di precisione è possibile cercare il goal anche col calcio di interno
piede conferendo al tiro in porta la massima giustezza in considerazione del fatto che
si va a colpire la palla con la superficie più ampia del piede. Il tiro in porta con
l’interno del piede non garantisce però molta potenza in quanto l’oscillazione della
gamba calciante limitata ed il movimento è privo della distensione dell’articolazione
del ginocchio.
Il tiro in porta può essere effettuato anche di testa. Su cross da fondo campo, sarà
opportuno che l’attaccante non si faccia attrarre troppo dalla palla: il trovarsi troppo in
anticipo all’appuntamento con essa lo potrebbe costringere a colpire di testa
indietreggiando. Il comportamento ideale sarebbe quello di andare in corsa sulla palla
partendo da dietro, con i conseguenti vantaggi:
- poter saltare più in alto;
- imprimere più potenza nel colpo di testa;
- un più ampio controllo visivo con la conseguente possibilità di indirizzare meglio la
palla;
- poter andare in anticipo per una deviazione in porta.

www.allenatore.net 5
Analisi delle azioni correlate con il Possesso indiretto

1) Lo Smarcamento.
Questo primo elemento di tattica individuale è un fondamentale supporto per
l’economia del gioco collettivo in fase offensiva.
Calcisticamente parlando lo smarcamento è sinonimo di mobilità, uno dei “principi
generali” della tattica e concetto fondamentale per lo sviluppo del gioco.
Per il portatore di palla la staticità dei propri compagni è un aspetto estremamente
deleterio; solo attraverso il movimento senza palla è possibile offrirgli più alternative
di passaggio, più soluzioni di gioco, in modo da creare, nel contesto di un necessario
equilibrio tattico, una inscindibile sequenza di sviluppi inderogabili:

- sostegno al portatore di palla


- conseguimento della superiorità numerica
- mantenimento del possesso palla

Lo smarcamento può essere definito come quel comportamento che consente al


calciatore di escludere la marcatura dell’avversario andando a ricevere palla nello
spazio.
Ma è altresì vero che grazie a questo movimento il calciatore potrà indurre il proprio
marcatore a seguirlo, con la conseguente creazione di spazio, essenziale per
imprevedibili inserimenti atti ad acquisire ampiezza e profondità.
In talune situazioni, è possibile inoltre che il calciatore si muova verso uno spazio già
occupato da un compagno che, a sua volta, sarà costretto a liberare quella
determinata zona con un altro movimento, per cui il movimento di un calciatore
diventerà un “moltiplicatore di movimento”.
E’ inevitabile che nello sviluppo di certe situazioni di gioco, il fattore tempo sia di
fondamentale importanza.
A tal proposito, come regola generale, si può asserire che lo smarcamento viene
effettuato dal calciatore, nel momento in cui si rende conto che il compagno in
possesso di palla è realmente in condizione di poterla trasmettere.
In certe situazioni, soprattutto in fase di finalizzazione, può capitare di anticipare il
movimento di smarcamento, confidando anche su particolari capacità tecniche del
compagno, prima ancora che questi riceva palla, facendo però attenzione a non finire
in fuorigioco.
Lo smarcamento deve essere effettuato verso la cosiddetta “zona luce”, cioè in uno
spazio di campo libero entro cui il calciatore possa essere visto dal compagno e dove
sia in grado di controllare la palla senza che il marcatore avversario abbia la possibilità
di intercettarla.
E’ altresì importante che il possibile ricevitore tenga conto delle qualità tecniche del
portatore di palla, smarcandosi in un determinato spazio, in modo tale da poter essere
raggiunto dal passaggio più o meno facile del compagno. A tal proposito il fattore
Spazio assume una importanza rilevante così come la capacità di orientamento,
quella capacità, cioè, che consente al calciatore di sapersi muovere nello spazio in
riferimento alla posizione della palla, dei compagni e degli avversari.
Nella situazione in cui l’attaccante non avesse possibilità di soluzioni valide sia in
appoggio che in profondità, la corsa di smarcamento potrebbe essere effettuata anche
verso una zona di campo dove non sia possibile ricevere palla, con la sola finalità di
creare comunque spazio per eventuali inserimenti di qualche compagno.

www.allenatore.net 6
Nella situazione in cui l’attaccante, muovendosi spalle alla porta, all’interno della zona
calda, dovesse giocare la palla indietro ad un compagno, dovrebbe effettuare una
corsa di smarcamento, nella direzione opposta del passaggio effettuato, in modo da
vedere palla e porta.
Lo smarcamento può venire effettuato principalmente con delle corse in diagonale.
Il calciatore durante il movimento deve cercare di guardare la palla, predisponendo il
proprio corpo in modo tale da averlo orientato nella direzione verso la quale intende
proseguire l’azione. Tutto ciò renderà più semplice l’esecuzione del gesto tecnico che
dovrà essere effettuato conseguentemente.
Un importante vantaggio di cui è possibile usufruire da una corsa in diagonale è senza
dubbio la copertura della palla.
Il calciatore, al momento della ricezione, dovrà frapporre il proprio corpo tra
avversario e palla e, controllandola con l’arto opposto, rispetto alla posizione
dell’avversario, ridurrà il rischio di subire un possibile anticipo.
Inoltre, in fase di finalizzazione, muovendosi in diagonale e cercando di acquisire
profondità verso la porta avversaria, oltre alla copertura della palla, il calciatore potrà
beneficiare di un campo visivo completo: vedere palla e porta con il corpo orientato
verso di essa. E’ senza dubbio una situazione ottimale per la finalizzazione. Tra l’altro,
col movimento in diagonale, come già in precedenza è stato sottolineato, l’attaccante
potrà creare spazio per possibili inserimenti e rapide verticalizzazioni; e ci sarà
comunque un vantaggio, nel porre il difensore nell’incertezza di decidere se marcare
l’avversario o coprire lo spazio.
Contro difese schierate a zona, non sempre le corse in diagonale potranno essere
profonde a causa di pressing e fuorigioco; a tal proposito potranno essere utilizzate
delle alternative individuali come tagli, corsa orizzontale e taglio, movimenti a
mezzaluna e taglio, corse in sovrapposizione.

In talune situazioni, su cross dalla fasce laterali, l’attaccante, in una frazione di


secondo:
- potrà far finta di cercare il primo palo per poi staccarsi e prendere posizione
nell’interspazio tra difensore e difensore, alle spalle del proprio marcatore, o,
viceversa.
- Potrà fingere di staccarsi per poi cercare l’anticipo, cercando di prendere l’avversario
in controtempo.

2) Il contromovimento.
E’ il movimento d’inganno che un giocatore deve compiere per eludere la marcatura di
un avversario.
Consiste nell’eseguire prima un movimento d’inganno (lungo – corto) per poi fare il
contrario; questo permette a colui che deve ricevere la palla di guadagnare dello
spazio rispetto a chi in quel momento lo sta marcando.
Il contromovimento deve essere eseguito nei tempi adeguati, in modo di trarre
vantaggio dello spazio ottenuto.
E’ un movimento che si può attuare in tutte le zone del campo, per la ricerca dello
spazio libero, e nei più svariati modi:
- Lungo – corto, per palla incontro
- Corto – lungo, per palla in profondità
- Dentro – fuori, per palla esterna
- Fuori – dentro, per palla interna per tagli.

www.allenatore.net 7
Didattica e prerequisiti tecnici.

Per sviluppare un efficace gioco collettivo è indispensabile l’apprendimento, sin dalla


giovane età, dei prerequisiti tecnici che stanno alla base delle azioni tattiche. A seguire
proponiamo una serie di considerazioni ed esercitazioni consequenziali (progressioni)
utili al miglioramento del possesso individuale (controllo, guida e difesa di palla).

Quando un giocatore riceve il pallone decide di condurlo in un altro punto del terreno
di gioco, a varie velocità, vari tocchi, in determinate direzioni e con varie tecniche.

Per condurre la palla si utilizzano varie parti del piede:

- Interno piede per i cambi di direzione.


- Esterno piede per i cambi di direzione.
- Collo esterno piede per i cambi di direzione e la guida rettilinea.
- Pianta del piede per i cambi di direzione e di senso.

Per una buone esecuzione è importante:

- “Stare sopra la palla”.


- Mantenere la testa alta.
- Mettersi con il corpo tra la palla e l’avversario.
- Avere un buon equilibrio monopodalico.
- Buona mobilità articolare.
- Toccare la palla con la forza giusta in relazione alla velocità di corsa.

Gli errori più comuni sono:

- Corsa con falcate troppo lunghe (tecnica di corsa errata).


- Troppa forza nel toccare la palla (analizzatore cinestesico).
- Utilizzare una parte del piede non idonea (errore di scelta).
- Guardare sempre verso il basso (visione periferica – autostima).

Nella programmazione globale oltre ad un lavoro di tecnica specifica (rapporto


giocatore – pallone) è importante lavorare coinvolgendo contemporaneamente più
gesti tecnici:

- Guida e passaggio.
- Guida e tiro.
- Guida e dribbling.
- Stop e guida.

All’interno di una singola unità didattica è importante sviluppare una progressione che
consenta di stimolare il gesto tecnico sotto vari aspetti ed in vari contesti per poi
concludere la seduta con giochi ed esercitazioni di sintesi.
la cura nell’occupazione collettiva degli spazi.

www.allenatore.net 8
Esercizi introduttivi/analitici.

Esercizio: Guidare la palla nel traffico.


Svolgimento: eseguire passaggi a se stesso in una zona comune ad altri giocatori
evitando di venire a contato con gli stessi.

Esercizio: Quattro cantoni.


Svolgimento: quattro giocatori posti negli angoli sono impegnati a scambiarsi di
posizione conducendo la palla mentre il giocatore centrale cerca di subentrare ad uno
di essi arrivando nell’angolo (postazione) lasciato libero.

Varianti:
1) utilizzare una tecnica particolare
2) utilizzare palloni di dimensioni diverse

www.allenatore.net 9
3) nella guida nel traffico i ragazzi nel quadrato hanno delle casacche di colore diverso
(stare il più distante dal proprio colore)

Esercizio: Guidare la palla nel percorso.


Svolgimento: condurre la palla seguendo il tragitto strutturato dal tecnico.

a
b

d
f
c

Varianti:
1) Guida della palla a ritmi vari – veloce/lento, a sequenza.
2) Guida della palla in vari percorsi – rettilineo, slalom, forme geometriche, a
sequenza e tecnica varia
3) Guida della palla in percorsi sottoforma di gara – gara di rapidità( a tempo) e gare
di precisione(a punti).
4) Guida della palla con esercizi imposti, influenzati o per imitazione – es. utilizzare il
piede destro o il sinistro, eseguire il percorso utilizzando le parti del piede prestabilite
prima di iniziare l’esercitazione, oppure variare la tecnica d'esecuzione durante
l’esercitazione (il segnale viene dato da un compagno o dal mister).

Esercizio: Cacciatore e lepre.


Svolgimento: condurre la palla seguendo il tragitto strutturato dal tecnico cercando di
avvicinarsi all’avversario.

www.allenatore.net 10
Esercizio: Guida e tiro.
Svolgimento: il giocatore A scatta palla al piede per raggiungere la meta e segnare
nella porta libera, evitando il recupero del giocatore B ed il tentativo di difesa del
giocatore C che si sposta verso una porta a piacere quando A raggiunge la meta e si
appresta a scoccare il tiro.

Varianti:
1) utilizzare una tecnica particolare;
2) utilizzare palloni di dimensioni diverse.

Esercizi conclusivi/sintetici.

Esercizio: Partita Rugby.


Svolgimento: partita 8 > 8 + 2 portieri nella quale il passaggio può essere effettuato
solo all’indietro (tranne il portiere). E’ possibile spostare la palla in avanti con la guida.

www.allenatore.net 11
Esercizio: Porta la palla in meta.
Svolgimento: partita 8 > 8 senza porte. Il punto si ottiene guidando la palla in meta.

Varianti:
1) utilizzare una tecnica particolare (esempio utilizzare solo il piede debole o tocchi
prestabiliti);
2) utilizzare palloni di dimensioni diverse;
3) utilizzare campi dimensione diverse;
4) utilizzare per ogni azione un tempo limite.

Obiettivi delle situazioni di gioco (tecnico- tattiche):

- superamento dello spazio e l’avversario;


- creare situazioni di superiorità numerica;
- utilizzo della visione periferica;
- ottimizzare la capacità di scelta;
- favorire l’1 > 1 ed il superamento dello spazio.

www.allenatore.net 12

Potrebbero piacerti anche