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Lo Scisma d’Occidente

Dal 1378 al 1417 la Chiesa Cattolica è divisa da un conflitto chiamato “Grande Scisma
d‟Occidente”. Questo conflitto inizia quando le gerarchie ecclesiastiche, divise in due fazioni
contrapposte, eleggono ognuna un papa. Il grande Scisma deriva da una profonda crisi del papato:
le sue premesse risalgono agli inizi del „300, quando era in carica Papa Bonifacio VIII (1294-1303).
Papa Bonifacio VIII perseguì una decisa riaffermazione dei privilegi e del potere pontificio, sia
all'interno degli Stati della Chiesa che in ambito europeo. Tale politica lo mise in contrasto da un
lato con le potenti famiglie feudatarie romane (in particolare i Colonna), dall‟altro con i monarchi
europei e principalmente con il re di Francia Filippo IV il Bello. Con la bolla Unam Sanctam
Ecclesiam promulgata il 18 novembre 1302. La bolla papale di Bonifacio VIII costituisce l'ultimo
episodio del conflitto medievale tra potere spirituale e potere temporale, e riprende e riafferma gli
ideali teocratici espressi in precedenza soprattutto da Papa Gregorio VII nel 1075 con il Dictatus
Papae. Si tratta in realtà di un conflitto antico basato sulla dottrina delle "due spade", quella
spirituale e quella temporale, con l'affermazione della loro distinzione ma in ultima istanza del
primato della prima sulla seconda, e di conseguenza del papa sull'imperatore. Bonifacio VIII con
questa bolla riprende l'ideale teocratico di Gregorio VII e Innocenzo III. Il 7 settembre 1303, il re di
Francia Filippo IV il Bello inviò i suoi emissari Guglielmo di Nogaret, il consigliere del re di
Francia, e Giacomo Sciarra Colonna dal Papa, a capo di alcuni soldati, per intimargli di ritirare la
bolla che conteneva la scomunica per il re francese. Durante la notte, probabilmente con l'aiuto del
Podestà dell'epoca, i soldati entrarono ad Anagni, passando tranquillamente per una delle porte della
città, e la occuparono. Il pontefice fu rinchiuso nel palazzo di famiglia. Qui Guglielmo di Nogaret e
il Colonna cercarono di costringere il pontefice, oltreché ritirare la bolla, ad abdicare. Tuttavia
sembra che dopo due giorni di prigione Bonifacio VIII sia stato liberato dagli Anagnini. In ogni
caso la sua morte, un solo mese dopo questo evento, darà il via libera al controllo della Francia sul
papato e al trasferimento della sede papale ad Avignone. Per oltre settant‟anni sono eletti solo
pontefici francesi, sottomessi alla volontà del Re di Francia: è la cosiddetta cattività avignonese
(1309-1377). Il papato sembra aver perso il suo ruolo di guida della cristianità. Negli ambienti
intellettuali e religiosi molti denunciano la crisi e invocano una profonda riforma della Chiesa. La
necessaria premessa è la fine della cattività avignonese. Nel gennaio 1377 il papa francese Gregorio
XI accoglie le richieste provenienti da più parti del mondo cristiano e riporta la sede papale a Roma.
Alla sua morte, avvenuta nell‟anno seguente, si riunisce il conclave per l‟elezione del nuovo
pontefice; il popolo reclama a gran voce un papa italiano. L‟8 aprile è eletto il napoletano
Bartolomeo Prignano, con il nome di Urbano VI. La sua politica mira a ripristinare l‟autorità del
pontefice, sottraendo la Chiesa all‟influenza della Francia. Ma i cardinali francesi non approvano la
sua linea: a soli cinque mesi dall‟elezione di Urbano VI, si riuniscono a fondi, dove eleggono un
papa francese, Clemente VII. Dopo aver tentato invano di destituire il pontefice romano, Clemente
VII stabilisce la propria sede ad Avignone. La coesistenza di due papi crea una spaccatura nella
Cristianità: questa scissione prosegue anche dopo la morte dei due pontefici in carica. Intorno alle
due sedi pontificie si delinea un sistema di alleanze che riproduce in gran parte gli schieramenti
della Guerra dei Cent‟anni, conflitto che oppone Francia e Inghilterra fin dal 1337. Francia, Spagna,
Italia Meridionale e Scozia si schierano con Clemente VII; Inghilterra, Fiandre, Italia Centro-
Settentrionale e Sacro Romano Impero restano fedeli a Urbano VI. Il grande Scisma rende ancora
più incalzanti le richieste di riforma della Chiesa: risulta evidente che la spaccatura ha motivazioni
politiche, non teologiche. Per sanare il conflitto e rinsaldare l‟autorità spirituale della Chiesa si
chiede la convocazione di un Concilio. Nel 1409 il Concilio di Pisa dichiara deposti i due papi
scismatici ed elegge Alessandro V. i due papi deposti, però, non accettano le decisioni conciliari:
ora perciò si trovano in carica ben tre pontefici. Nonostante questo fallimento si rafforza l‟idea che
la risoluzione della crisi debba essere affidata ad un organo collegiale. Così è convocato il Concilio
di Costanza, che finalmente giunge a una risoluzione: i tre pontefici sono deposti ed è eletto
Martino V, il papa della riconciliazione, che si stabilisce a Roma. Nel 1414 papa Martino V
convoca il Concilio di Basilea, Ferrara e Firenze che prevedeva la tenuta periodica di un concilio
della Chiesa cattolica. Superata la crisi, l‟auspicata riforma della Chiesa non si verifica. Un secolo
dopo, le speranze tradite, saranno tra le cause della Riforma Protestante.

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