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L'EPICA DI OMERO

LO STILE FORMULARE

L'epica omerica ha uno stile tipico della poesia orale.Un celebre studioso dell'inizio del
Novecento,Milman Parry,elaborò la "teoria della formularità".Confrontò i poemi omerici con la poesia
"cantata" dai bardi serbi,che ancora nel XX secolo componevano e recitavano le gesta dei propri eroi,in
una cultura in cui l'oralità non era stata sostituita dalla scrittura.Parry sostenne che alla base della poesia
orale vi era un sistema di espressioni fisse,che i cantori usavano regolarmente,le cosiddette formule,un
repertorio di espressioni,di frasi fatte o giri di parole sempre uguali,ricorrenti.Accanto alla formula c'é
l'epiteto,che è la formula nella sua struttura più semplice.Si tratta di un aggettivo che
qualifica,seguendone il nome,il personaggio epico.Era,la moglie di Zeus,ha l'epiteto "dagli occhi di
giovenca",la dea Atena "dagli occhi azzurri",Achille "piè veloce".

MEMORIA E FNTASIA DEL CANTORE

Epiteti e formule sostenevano la memoria del cantore,che doveva recitare migliaia di versi.La tecnica
formulare era un aiuto per il poeta;epiteti e formule erano una specie di assicurazione contro il rischio di
trovarsi in difficoltà per mancanza di risorse.La rappresentazione poetica non era priva di creatività.I
cantori non ripetevano mai una storia sempre uguale a se stessa,ma la trasformavano
continuamente,modificando gli episodi,tagliandoli,invertendo l'ordine degli elementi.La tradizione orale
non è riproduzione meccanica.I poeti orali potevano dare sfogo alle loro esigenze creative e alla loro
fantasia poetica.

IL PROBLEMA DELL'AUTORIALITA'

DALL'ORALITA'ALLA SCRITTURA

Il primo problema è legato all'introduzione della scrittura alfabetica.Nel 1953 fu trovata sull'isola di Ischia
una coppa,con un'iscrizione in tre righe,datata attorno al 735-720 a.C.L'iscrizione fa riferimento ad una
coppa di Nestore,di cui si parla anche nell'Iliade.La citazione non può che essere tratta da questo
poema.Da questo si è dedotto che l'introduzione della scrittura risale a non molti anni prima del
documento in questione,e che attorno al 735-720 a.C. l'Iliade era già diffusa.Individuare una data esatta
per entrambi i poemi è molto difficile.Si può constatare che,in un momento imprecisato dell'VIII secolo
a.C.,le storie ripetute oralmente per secoli confluirono in due poemi scritti.

LA QUESTIONE OMERICA

E'esistito veramente un personaggio chiamato Omero?Gli autori dell'Iliade e dell'Odissea sono la stessa
persona o si tratta di due persone?Neppure gli antichi avevano notizie precise sulla vita di Omero.Una
lontana tradizione sosteneva che fosse nato a Chio,dove esisteva una comunità di aedi,gli "Omeridi",che
affermavano di discendere dal poeta.Incerta è l'epoca nella quale Omero sarebbe vissuto:secondo
alcuni,durante la guerra di Troia,secondo altri,cento o alcune centinaia di anni dopo gli avvenimenti
cantati nell'Iliade.Secondo alcuni studiosi il suo nome significa "ostaggio",secondo altri "cieco".Chi
scrisse i poemi,si limitò alla semplice raccolta di materiale preesistente,o ne fece una rielaborazione
poetica,frutto della sua personale ispirazione?A partire dal Settecento è nato un dibattito che prende il
nome di "questione omerica".Gli studiosi si divisero in separatisti e unitari:i primi sostenevano che i
poemi fossero nati come la "ricucitura"di nuclei narrativi sviluppatisi in origine separatamente,i secondi
che invece si fossero sviluppati con aggiunte progressive su un nucleo originario.Col tempo l'attenzione
degli studi si è concentrata più sulla peculiarità delle opere che sull'identità dell'autore.Per noi è
importante comprendere la cultura e l'arte che sostengono i due poemi,a prescindere da chi li abbia
affidati alla scrittura.

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