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Prof.
della Rearia
ITALO
Universit"
PIZZI
di Torino
STORIA
POESIA
PERSIANA
La Perse
genre
est
la
grande
route
du
humain. Michelet.
VOLUME
SECONDO
TORINO
UNIONE TIPOGRAFICO-EDITRICE
33, Via
Carlo
Alberto, 33
1894
ni
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W
^
Diritti
di
traduzione
e
di
riproduzione
riservati.
STORIA
DELLA
POESL\
PERSIANA
CAPITOLO
QUINTO
POESIA EPICA
LA
SOMMARIO.
come un
" "
1.
Or"ginedei
vaceonto
epico.
" "
cui
"
soiiti
riflesso
e la l'epica
lirica persiana. 3.
e sua
0,
origine.
"
bene Devi
il male demoni
come
come
5, Soggetto dell'epopea. -i, 8, 9. La gran lotta cosmica tra il intesa dal popolo. 10, 11. I
" "
Devi
dei popolazioni. primitivo dei Devi applicato poi ad antiche popolazioni. 13. Tratti particolari secondo l'epopea. li. I Devi non considerati esseri al come pi" appartenenti I della 15. Turani. 16. inimicizia fra Irani e Origine genere umano. 17. Re Fr"d"n Turani. e le discordie de' suoi tre re figli. 18. Afr"sy"b dei Turani, il maggiornemico degli Irani. 19. Fondamento storico della inimicizia fra Irani e Turani. 20, 21. In che modo glieroi dell'antica e primitiva
" " " " " " "
rappresentano antiche
12. Concetto
"
2.
alla guerra tra Irani e Turani. mitologia partecipano del racconto 22, 23, 2-4. Il racconto epico. Svolgi"itenlu
"
come
"
Kay.
Z"l.
"
"
27. Il
di figlio Gemsh"d.
non
"
morale. P"shd"d. un re significato primo e il secondo eroe nell'epopea. 28. Rusteni di Rustem dal re la sua provenienza 29, 30. La famiglia e
avere
" "
alto
di Rustem
come
eroe.
"
ricordato nell'Avesta.
33,
Se
Achemenidi gli.
opinionidiverse in proposito. 38. Come al racconto nell'epopea; tradizionale sia la storia. stata accoppiata 39, 40. Prime raccolte di epico tradizioni epiche di Libro dei Re. 4J. I Borgomastri sotto il nome raccoglitori di tradizioni epiche. 42. La li\idizione epicapersiana " una vera epopea
" "
ricordati
"
nazionale.
3. I cicli
4.
che siano epica persiana suppone entrati a formarla, da principio, divei'sicicli. 44. Tre cicli principali. eroi del Segest"n. 50, 51, 52. Ciclo 45, 46, 47, 48, 49. Ciclo dei Devi e degli della guerra coi Turani. 53, 54, 55. Ciclo di Gusht"spe d'Isfendy"r. che per natura 56, 57, 58, 59. Racconti particolari non appartengono ai tre cicli. dei cicli, di quello della guerra 00, 61. Riordinamento e prevalenza coi Turani. fatto partecipare 62. Rustem di alla convenienza per ragion 63. Assestamento definitivo della tradizione epica. guerra coi Turani. Firdiisi. 64. Perch" a questo punto soltanto s'incomincia a parlar di Firdusi. 65. Tentativi, di far ricomporre tra il nono il Libro dei Re. secolo, e il decimo
" " " " " " " "
epici.
43.
della L'ampiezza
tradizione
"
"
"
"
66. Mahm"d
"
di Gliasna.
"
75.
"
molto curato
voi.
77. Il Libro
"
poesia persiana,
CAPITOLO
QUINTO
"
78, 70, 80, 81, 82, 83, 84, 85, 86, 87, 88, 89, 00, 91, 92, 93, 94, 95, 96, 97, 98, 99, 100, 101, 102, 103. Sunto del Libro dei Re (per la parteepica). 104, 105, 111. Come si 106, 107, 108, 100, HO. Fedelt" di Firdusi alle sue fonti. d i Firdusi. difettidel debba giudicar 114. Libro e 112, 113, l'opera Pregi
"
dal
"
"
dei Re.
"
come
da Firdusi. rappresentati
e come
"
vi mirasse Firdusi.
"
110.
edizioni e Principali
ciclici hanno verseggiato tradizioni epiche lasciate poeti 121. eroi del degli
Firdusi allo stesso movimento con Appartengono da questi trattato a preferenza Segest"n epico. Libro di Ghersh"sp. 126, ciclici. 123, 124, 125. Asadi il giovane e il suo Libro di 120. Il racconto di Kuk il monta127. Il autore. naro, Sani,d'ignoto 128, Il Libro 130. di 131. Il autore. autore. Gih"n-ghir, d'ignoto d'ignoto Il Libro di Libro di Fer"murz, d'ignoto 132. autore. B"n"-gashasp, d'ignoto 136. Il Libro autore. autore. 133, 134, 135. Il Libro di Berz", d'ignoto donata abbandi Behmen, d'ignoto autore. 137, 138. Decadimento della poesia epica Ab" al volgo. 130. Poemi e raccolte di racconti, fattiper il popolo; 141. raccolta. Tallir di Tars"s, e la sua indigesta Mukht"ri il 140, suo e Libro di Shehriy"r. 142, 143, 144, 145. Il poema di R"m"n e Visa attribuito indietro da Firdusi.
"
122. 11 ciclo
"
"
"
"
"
"
"
"
"
"
"
"
"
epica.
epico.
1. Origine
del
racconto
antecedenti abb"am cai)itoli " proe nel suo cercato di studiare nelle sue origini successivo, svolgersi prio dell'Iran moderno delia dopoch" esso, passatii furori e gliscompigli la proprialingua e diede principio a una raggentil" conquistadegliAralii, novella. Perch",sebbene qualche traccia dubbiosa dell'antica poesia poesia possa molte vedersi qua e l" nella moderna, e nella moderna si abbiano del tempo dei Sassanidi, rifatte, pure quella opere, in particolare dal mistica, scettica, poi poi laudatoria, tempo dei T"hiridi amorosa, poesia
ancora
che poetico
nei
biamente. Tamerlano, " tutta di fattura moderna, indubdell'antica poesia I modi poi e la natura e gliatteggiamenti ha alcuni della quale l'Avesla ci conservato tanto divei's" sono franmienti, di questa poesia da quelli nemmeno pi" recente, da non potersi dere comprena
dei quello
successori di
come
mai
una
stessa
gente, anche
e
tenendo
conto
di
svolgeredue generi
poesiacosi diversi.
2. Ma,
se
quale " e quale abbiam studiata, nella forma, ma nella all'Iran moderno, all'antico invece, non appartiene che tutta la anima e la feconda, apparsostanza, nella natura, nello spirito tiene la poesiaepica.Perch" tanto il Libro dei Re, con lo splendore del suo canto, quanto i pochi e umili poeticicliciche ne hanno calcale le
la lirica tutta
LA
POESIA
KPICA
orme
hanno
raccontato
non
ha vohito
come
potuto
e
tare, raccon-
efficace di quella iranico, immagine ancora dell'ingegno dottrina della morte e del nulla vita attiva e forte, allorquandonessuna il cuore. E farebbe ancor era giunta ad annebbiar la mente e intorpidire
possono manifestazione
considerarsi n"
pi"n"
meno
che
l'ultima
pi"solenne
veramente, meraviglia
in
una
se
di cotesto
non
avessimo
canzone
d'immaginazione e impeto di affetti ha prese le tanti secoli di distanza dai tempi da cui essa a giovanili, dovrebbe abbiam veramente e ai quali mosse appartenere. Essa, come di quei di questo libro,rende immagine di uno gi" detto in principio chiamano vasta pianura, e che,solitariin una massi che i geologi erratici, cui discesi. La altezza da la lontana sono attestano ancora poesia che bench" in origine che precedono, abbiam studiata nei capitoli procedesse " riusciva alla fine in che tanti svesentimento nobile nevoli l'amore, da quel linguanuova,
con
freschezza
omei
da piagnistei
divenir fortemente
stucchevole la
noiosa,
non
poi, per
la
energia vien
meno
valoi'e.Ma
giorno e
le
procacciarono
operare, che vivifica e fortifica l'animo e il cuore, n" liaccascia nella considerazione del nulla. Eppure, anch'essa, le venne la materia e l'ispiracome meno degener";perch", zione, pi" tardi, di
sua
epica si fece
non
romanzesca
di
romanzesca
divenne
mistica alla
glieroi dell'amore e appena i suoi eroi cessarono simboli vani fatui diventar del valore,per e d'allegoria. intorno a cui si aggiratutto quanto il lungoe 3. 11 soggetto principale
volta
d'essere
" una lotta secolare degli Irani persiana, magnificoracconto dell'epopea contro i Devi o Demoni, per i qualisi deve intendere una gente primitiva i Turani, gente barbarica e feroce, e contro che fu da loro soggiogata, al di l" dell'Osso. Sebbene stanziata nella parte settentrionale dell'Asia, rica, sotto un certo aspetto, per" questa lotta, possa e debba considerarsi stoche si narrano, e per le cose e per il vedremo, essa tuttavia, come occhi degl'lrani, " troppo collegata che essa ha assunto agli con significato di Zoroastro,per non l'antica loro religione, quellache va sotto il nome doverne tener parolaqui e prima di ogni altra cosa. 4. JNell'antica religione iranica, pertanto, predomina e signoreggia l'idea di un contrasto tra eterno tra il bene e il male, tra luce e tenebre, in un verit" e menzogna, Dio tra vita e morte; e il bene " personificato del mondo, che abita nella luce,e dicesi Ahura Mazd" creatore benefico, in un laddove il male " raffigurato nell'Avesta, genio maligno che abita nelle tenebre, detto nell'Avesta Anra Mainyu, ambedue pi" noti fra noi coi nomi persiani Ahrimane. fra di Ormuzd e Ora, questidue spiriti mordial prifra loro d al d el mondo in non e increati, dipendenti principio
CAriTOLO
OLINTO
poi dura
delle
cose
un
contrasto
senza
cesser"
se
non
tutte,con
dello
la sconfitta, anzi
nientamento
Questa
bene
si "
intanto che il
di s" tutta quanta quest'antica religione, che vede nel creato cotesta gran lotta del bene e del
vera
dottrina dualistica.
non
principio
portato di assai
la primitiva iranica non doveva essere che pi" tarda et",mentre religione E per" l'Haugosservava e ingenuo naturalismo. un giustamente semplice che lo storico bizantino che
Agatiadoveva
i Persiani
essere
onoravano
nel
vero
mava allorquandoaffere
prima di Zoroastro
dai
Giove
con
Saturno
tutti
Greci, quantunque
nomi
diversi. Perch"
e
essa pure trasform" dottrina da fondo a dualistica, questa capo tutte degli Irani. Ma, del naturalismo primitivo degliIrani,
che fu introdotta la
di Zoroastro religione
in
oltre ci" che dice Erodoto della religione dei Persiani antichi, fede, tutta semplice e senza quellestesse divinit" apparato di culto esteriore, che furono adorate e onorate di sacrifiziassai tempo prima di Zoroastro, divinit" propriedi religione ad esempio, Mithra che naturalistica, come, " ilsole, che " la terra, e Vayu che " il e Athars che " il fuoco,e Armaiti vento. Mollo meno poi ildualismo risale a quei tempi nei quali Irani e " vero di Arii, vissero insieme. Perch" egli sotto il nome comune Indiani, che
gliantichi
e
Arii abborrivano
le tenebre vedevano
amavano
un
veneravano
la
luce, e
di
nei fenomeni le
della natura
e
contrasto
tra le deit"
era
benefiche
maligne,
finalmente in
e
fuga.Ma questo
ancor
e dignit"
l'Avesta. Sembra come dogma, confermato in un libro sacro di questa dottrina singolare si debba cercar non adunque che l'origine nelle condizioni della tanto lontano, ma piuttosto gente stessa, stanziata morali. e nelle sue nell'Iran, disposizioni
6. Chi
un a
lande sterilie
postura poco, considera la particolare settentrione sono montagne eternamente i venti ghiacciati deserte,donde spirano
le speranze dei poveri agricoltori. pochi momenti distruggono orde dal settentrione vennero, cominciando dai tempi pi" antichi, affamate di ladroni che rapivan gliarmenti e mietevano le messi giuntea
i barbari, dai i venti boreali e posavano e quando tacevano maturit"; deserti ardenti del mezzogiorno si levavano turbini infuocati di sabbia che facevano inaridir le campagne. E questi daimi non poterono essei'c risguardati dagliIrani che come esseri di tanto pi" che presso malefici, opera di essi era in onore Ora, tutto ci" che recava grandissimo l'agricoltura.
danno
questa
arte
nobile
santa,
era
considerato
come
opera
imme-
LA
POESIA
EPICA
diata di
potenze malefiche. La
dei
notte
clie veniva
lupiassaltavano
il
gregge,
nei
il ladro entrava
1 Devi, o
dalle chiostre d'inferno per intrecciar le ridde loro turni. ; e coi Devi si aggiravanoqua e l" i fantasmi notle
immagini spaventoseandavano
nella fuga, e i lavori dei campi ricominciavano. Anche " frequente regione iranica che luoghifertilie ricchi d'acque scorrenti confinino col sta il regno e appunto nel deserto deserto pi" squallido; deglispiriti nembi i rotanti di sabbia la tempesta e sollevano maligniche mandano al sole, con aure e prile carovane. tiepide maveril Luoghi esposti per far perir valli e burroni e montagne, coperte di ghiacci confinano con " detto Per" l'inverno, nell'Avesta, e morte. eterni,dove tutto " squallore stato creato dai d"moni, dei quali si dice altres" che, al veder prosperare esser essi si rattristano, e fuggono quando veggono maturar l'agricoltura,
in
le
spighe.
7. Ma, oltre le condizioni
del paese, speciali pu" rinvenire in altra
potente ragione di
un errore profondo che questa dottrina dualistica si della gente iranica. Diciamo che dinanzi al contrasto del offusc" la mente arrestata,e bene e del male nel mondo, la mente degliIrani si " come idea filosofica, avendo saputo elevarsi fino a quella non per la quale tanto s" tali il bene quanto il male non stessi, sono specialmente per sempre
nell'ordine fisico, ma
0
soltanto per chi ne sente giovamento tratto l'armonia che si manifesta nel creato, e appagandosi relativamente
e
v'ine
incessante
ci" di
l'universo intero parve non essere formidabili due avversari s'incontrano nel battaglia, qunle
reo.
campo
con
tutte le
coi suoi santi immortali, coi Geni lato, le sue Anra Mainyu dall'altro co' suoi Devi tenebrosi, tutti benefici, con la con Pairike,esseri femminili che trascinano gli uomini a perdizione Ahura loro schiere, Mazd" da
un
avversari dell'uomo. Ma l'uno e glialtri spiriti l'altro avversario, sono e gi"si diceva a principio, increati, quantunque il secondo sia destinato ad esser vinto dal primo alla fine dei secoli; e l'uno il male; il primo,per natura e l'altro crea, il primo il bene, il secondo buona ch'egli ha, e di proprio moto; il secondo,soltanto per contrapporre alla creazione buona del primo la creazione sua malvagia, come quando loro bellezza,con tutti alla luce
morte.
Nel
qual
punto Anra Mainyu si diversifica assai dal Satana della Bibbia,il quale fu " increato, fu ma angelo buono un tempo e cadde per superbia, e non
glialtri angeh.Anra Mainyu poi,sebbene abbia facolt" " stimato ignorantee cieco,laddove Satana alcune volte " stato creativa,
creato
da Dio
con
considerato
come
tale che
ama
cerca
il sapere
CAPITOLO
QUINTO
e
quale gi" trovasi nella ora significato grande diciamo; e un fu inno a Satana, inteso nel senso cui ora ai a possibile accennannuo, nostri. Per un vieto pregiudizio da Medio Evo, l'ignoranza sembr" giorni al sapere, e il sapere si disse venir da Satana, laddove, presso preferibile esso Irani, procedesoltanto da Almra Mazd", dal creatore d'ognicosa gli
dell'albero della
conoscenza
del bene
del male,
tradizione mosaica, ha
buona.
fra il bene
il male
prendano parte;e s'intende che essi sono di Aura Mainyu secondo che fanno il bene
il male. Vi
e
sono
eroi del bene come vi sono i per" in terra gli in partecipanoalla grande battaglia, quelli secondo che questa battaglia Mazd" ti'a Ahura
questie modo per" diverso assai, Aura e Mainyu fu pensata e rappresentata dai sacerdoti nei loro libri sacri e dal popolo nelle sue canzoni epiche. Ora, i sacerdoti ridussero ben prestoe facilmente ad aver forma di sistema filosoficoe religioso, strettamente logicoe conseguente, questa dottrina del dualismo;e perch"gliuomini hanno per sacro dovere
di combattere il bene, cos" i sacerdoti comane di far prosperare dano che alla uomini lutti e impongono con gli partecipino gran battaglia le offerte, le opere pie, le preghiere. le armi che con con sono Queste gli devono
usare
il male
uomini
dei libri e trovasi che appunto uno combattere, dell'Avesta " il Vend"d"d, il qual nome, nella sua forma originale zendica vida"va detta, cio" creato contro i Devi o demoni, indica gi"che quella per
era
la difesa il comune
l'uomo
aveva
ricevuta
re e
ed
e
introdotti nell'Avesta si
combattere
contro
oflerte
Hara
pregava
del monte Haoshyanha che ai piedi di poter distruggere i geni del male; di Sraosha, genio
legge del
re
che benefico,
tare vanta per armi le preghiere pi" sante che si possano recida bocca celeste o terrena. Lo stesso profeta Zarathustra o Zoroastro,
un interrogato
giorno da
Aura i
Mainyu qualifossero
quali essa
le armi
sue,
e
rispose
la
sue
migliori
e
erano
spreme
tazze
nelle
haoma pianta
da Ahura Mazd". Cos" le armi parole pronunciate dei loro campioni sono e simboliche, come, spirituali le
" tutta questa gran lotta cosmica. e morale spirituale 9. Ma il popolo, che certamente non ficasse pot"bene intendere che mai signilo innnavolentieri se contrasto e simbolico, spirituale questo pi" non gin" vivo e visibile in terra, al quale partecipano gi"devoti preganti di ordine loro, veri eroi con armi vere da offesa e da difesa. Come ma poi sacrificanti, che le nevi e i ghiacci, infuocali del i venti le arsure e deserto, fossero opera d" spiriti barbari s correrie che i c osi nelle frequenti maligni, dell'Asia settentrionale facevano nella sua terra con l'impeto e l'avidit" delle gentiselvagge, del nemico altro non pot"vedere o trovare che l'oj"era
e
stim"
LA
POESIA
EPICA
d'ognibene e immagin" die coi barbari Anra Mainyu stesso fosse collegato. dei barbari del settentrione e del Anra Mainyu, adunque, " il protettore di Ahura Mazd", sotto la protezione loro re superboe tracotante,e intanto, in si mantiene tutto il popolo iranico col suo re. Anzi, il re degliIrani, quanto " primo campione del bene " visibile vicario in terra di Ahura Mazd" stesso, laddove immagine terrena di Anra Mainyu " il re stesso dei di stirpi nemiche, il contrasto, insomma, tra barbari. Cosi la lotta vera colore religioso e morale, Irani e Devi e Turani, riceve dalla religione
,
intanto
che
il
suoi gagliardi
non Dopo ci",
intendendo lancia
a e
i simboli
sacerdotali,arma
e rozza
spada,di clava,d'arco
la
di faretra.
tarder" molto
farsi udire
e
prima e
canzone
epica
le
che
narrer"
di Rustem le battaglie
e
dei Devi. di Devi si debba un'antica lazione popodi cui, per le molte
della al principio si pu" pi" dubitare, e il Justi, prove che vi sono, non studi sicura. la pone come certa e Storia della Persia antica, Intanto, gli sua
certezza che prima con pi" recenti hanno fatto conoscere la potenza meda e persiana, assai che avesse prima assai che principio e sull'Eufrate i grandiimperi una semitici, partegrandissima sorgessero sul Tigri abitata da genti assai pi" antiche, diverse di d'Asia doveva essere ma gi" potentie famose nelle arti e nei commerci. Le linguae di stirpe, dato principio all'industria del da tempi immemorabili, avevano quali,
e
le ricerche
lavorar
commercio
ziandovi iniantico,
a
penetrare,
nella regionegermanica. Ma quella passando le Alpi, esercitata in mezzo ai monti industria tutta speciale, abbandonati, nelle laddove erano le miniere del ferro;e quellareligione di quelle caverne misteriosa deit" terranee, antichissime genti, alle infernali tutta e consacrata e sotperch"sotterra appunto stava ildio potente e invisibile che loro mandava le nascoste ricchezze dei metalli, le genti mentre ariane,di fresco fra loro,abborrivano le divinit" sotterranee venute adoravano a quelle della luce; e quelle formole magiche adoperate nei riti in una lingua barbarica e sconosciuta; fecero si che tutte queste cose ariani quei popoli l'Italia e percorrendo che trovarono altrettante nelle
nuove
terre coleste
antiche,le popolazioni
o
credessero per
e
demoni, ammirati
possedute
per
memoria
usano
di esseri misteriosi la
sotterra, lavorano
magia. Sono Guhy"ki o Yakshi in hidia,ministri di che " ildio delle ricchezze, donate qualiabitano in selve lontane e abbane
fabbi'icano armi
di cui si vantavano
poi gli
Rodi, in
Sono
Telchini
in
CAPITOLO
QUINTO
incantatori e Cipro, in Creta, abilissimi lavoratori di metalli, reputati si diceva, maghi,perch", sapevano trasformarsi in mille guise e potevano il sereno far far tornare cader la pioggia la grandine quando loro o e talentava. Sono Dattili, che Strabone dice maghi e lavoratori del ferro, abitatori del monte Ida, e Cabiri in Lenno, in Imbro e in Samotracia, ministri di Vulcano in lavorar metalli, Koboldi e e abili incantatori. Sono Nani nei paesigermanici e scandinavi, ha conservati i loro e l'Edda ne I Nani nomi, quasiimpossibili a pronunciare. i metalli, posseggono ricchezze infinite, sono
come
abitano
sotterra, lavorano
e
maghi
involano Sono
i fanciulli,
si
leggein
una
Brisinghi
nelle
leggende scandinave, e i Brisinghi appunto fabbricavano il ricco monile della dea Freya. 11. Come ora agevolmente si pu" intendere, fanno parte di questa classe di esseri misteriosi anche i Devi dell'epopea iranica. Anch'essi, come i loro confratelli ora enumerati,sono abilissimi nel lavorar metalli e ogni i palazzi del re Fabbricavano, al dir di Firdusi, opera fme e artificiosa. Gemsh"d del re K"vus sul monte e quello gnavano Alburz; al re Tahmi"ras insel'arte mirabile della scrittura e sapevano volar pel cielo recando sulle spalle il trono di Gemsh"d; potevano di notte incatenare e acciecare il re K"vus con tutto l'esercito nei campi del M"zender"n, e trasformarsi in mille guise, fece il re dei Devi del M"zender"n che combattendo come
con
Rustem
si converti in
e il devo pietra,
Akv"n
Spiegel
quellamoni
vend,
inospitale regioneche " alle pendicidel Dem"il M"zender"n, che " di paese che si stende a mezzogiorno del Mar Caspio.
uosa e
anche
pi" chiare.
Perch"
re
tale che
aveva
i denti da
sottile la
persona. Anche in certe tombe preistoriche scoperte da poco tempo nei d" Faznean di Aby"neh nel M"zender"n, al dire del giornale e villaggi l'Orientale (delmaggio 1874.), si trovarono inglese lunghe ossa che il giornale dice gigantesche, essendo il solo stinco lungo ben cinque spanne, e teschi
con
denti di strana
e lunghezza e
sclieletriinteri di statura
enorme.
di Firdusi
la notizia del
giornaleinglese possano
si potr"negare che essi fra loro vanno non esagerati, perfettamente risultandone noi c io" che nel M"zender"n d'accordo, questa verit", per abitavano un giornoantichissime genti, diverse dalle iraniche nella stirpe, nella linguae nella civilt", civilt" si pu" dire. se 12. Ora, quando gliIrani, venuti da que' luoghi nei qualivissero alcun discesero ad abitare nel vasto paese che da loro ebbe tempo con gl'Indiani, il nome di Iran, portarono anche con s" certe loro idee religiose che dovettero
essere,
e
gi" l'abbiam
detto, di
di
un
ed primitivo i Devi
elementare
erano
naturalismo.
Tra le qualiera
la credenza
nei D('vi.Ma
sovrumano
esseri
e
potere, buoni
LA
POESIA
EPICA
forse per qualche scisma maligni e malefici, gl'Indiani, E i Devi degli Irani abitano l'inferno con Anra gl'Irani. l'inferno " e dale ne procreati pur sempre loro duce e signore, talvolta sul monte Arez"ra che
ne
" la
porta,e
su
quelle
all'intorno
cotesta
una
ne
fosse
ingombra
piena, e
Leggesinell'Avesta che un sbuffano; quando esso germoglia, campo mette il fusto,i Devi piangono; i Devi tossiscono; quando il frumento del tutto quando esso ha spighe grosse, i Devi fuggono;e i Devi sono tornano sterminati in quel luogo abitato laddove si trovano molte spighe; fanno metallo fuso. Queste parole, allora all'inferno correndo come come
dei superstizione speciale Persiani.
quando vi "
i Devi fruttifero,
dere questiDevi,danno anche a diveebbero di essi, fu quello di spiriti che il primo concetto che gl'Irani altro. Ma poi,quando pi" tardi si di esseri sovrumani, e non maligni, antiche che di sopra si diceva, sime abilisin quelle scontrarono popolazioni diverse nelle arti e credute in possesso della magia e degl' incanti, di stirpe dettero cree di lingua, errore per un facile e agevolmente intelligibile
conoscere
la natura
tutta demoniaca
di
di vedere fede
e e
in esse
della loro si
in personificava
rendevasi
visibile
sensibile. Perci"
si
spargendoil male
poi,alla sua
d'allora in
sui loro
le e distruggendo passi
fu
come
pi" veduto
due
re
" detto
poi da occhio mortale. Gi" di sopra si Tahm"ras come e Gemshid, li tenessero dell'epopea,
e o ne
la forza al loro impero,e lifacessero servire in con schiavi, assoggettatili fabbricar ci" si che
e utensili palazzi
ricevessero
anche
o potrebbe
intendere
e
col supporre
di Gemshid
veramente
poi le
13. L'Avesta
l'Avesta " libro
ci ha
Devi; ma
perch"
cosi questi nomi indicano certe qualit" vagie malsacerdotale, che quei Drvi sono astrazioni di colpe mere e mostrano e certi vizi, Tali sono i nomi dei Devi Ak"-mananh 0 di malanni. e A"shma, il primo dei quali animo laddove ilsecondo denota l'ira(il nome malvagio, significa del diavolo Asmodeo " venuto di qui); della siccit", e Apaosha " il Devo la fantasia popolarepi" e Banga quellodell'ubbriachezza. Al contrario, assai si compiacque di quei Devi che non sono come ora tati, rammenquelli cio" simboli e astrazioni di sacerdoti, stano taliche infema son piuttosto direttamente gliuomini, li invitano a battaglia, e giocando di destrezza e di valentia, nella lotta o restano vincitori.Si o soccombono il gioleggenel Libro dei Re che il Devo Xero uccise in singoiar battaglia
10
vane e
CAPITOLO
QUINTO
forma
Siy"mek, che il Devo Bianco e il Devo Akv"n, questo in furono atterrati e uccisi da Rustem d'asino selvatico, a colpi di
valoroso stessi di Devo Bianco
e
di Devo
Nero
trovasi
l'impronta
popolareche si compiacedi tali contrapposti. di rimpicciolir E pare che talvolta questa fantasia si sia compiaciuta questi ai Folletti e ai Koboldi .dei nostri volghi, Devi, tanto da farli quasi eguali dell'ingegno della fantasia
con
le loro
e le grottesche apparizioni
e nuove.
Serva ad
esempio di
il capo
cotesto
il Devo
Akv"n
che
pi" volte
Ci" non la beffa fatta al suo eroe prediletto. quasi glidispiacesse alto principio morale. un toglie per" che qualche volta i Devi rappresentino chiato qualchecolpa grave o s'" macPerch",quando alcuno ha commesso che suole il innocente del sangue di qualche vole colpegrida vendetta, nell'atto ha offuscata della scusarsi dicendo che un Devo, colpa,gli la mente Libro di regno ebbero ucciso Tur per ambizione di scusarsi presso i due colpevoli tentarono il loro innocente fratelloErag', Devo. Al qual loro stata guasta da un il padre dicendo che la mente era
e
E trovasi nel
punto giova notare che la natura demoniaca, che " la primitivae pi" ebbero dei Devi,anche torna a manifestarsi nel concetto che gl'Irani antica,
dopo
tanti mutamenti
trasformazioni.
ad occupare, dovessero escludere interamente queste Libro dei E l'Avesta il tanto umano. Re, per" quanto
genti
come
la vita dei
re
primo
in terra sotto il governo del primo uomini che fu Gaya-meretan o Gay"mers, dicono quegli
primi uomini
nel cui seno alcun nemico, non era pacifica famiglia, cio" Aura dice in particolare il Libro dei Re, eccetto Ahrimane, come Ma Ahrimane Devi e i suoi non Mainyu. appartenevano a quellafamiglia, formata
una
sola
perch" non
per" n'eran fuori. D'altra parte essi di essi tutta quanta male quaggi", e per" contro erano gliautori d'ogni trovavasi collegata; la famiglia umana ma perch" il bene e il male si porta imfanno sentire a tutti gliesseri viventi,ragionevoli e e irragionevoli, cosi le prime a tutti egualmente evitar questo per conseguir quello, Devi furono combattute dai Ahrimane i contro e battaglie primiuomini
erano
esseri umani
compagnia delle fiere del campo. E si racconta nel Libro dei Re che fu ucciso il giovane e prode Siy"mek dal Devo Nero, appunto perch" come nella sua sorte i viventi tutti che morisse e perch" Siy"mek fu ilprimo uomo
in
Ahrimane, un
esercito di uomini, di
contro
di fieriaugelli mosse
il tristo Devo
sono
diede gii
terribile battaglia.
vanno Turani,col qual nome che conducedell'altaAsia, al di l" dell'Osso, quelle genti
LA
POESIA
EPir.A
il
vano
vita nomade
facevano
scorrerie
dal racconto epico sono questi 0 Ahrimane, non per" come siccome
a
Anclie nel mezzogiorno. frequenti schiera di Aura fosca collocati nella Mainyu
creature
o
sue
come
esseri
soprannaturali,
" accaduto
sempre
come
uomini
veramente, addetti
potest"infernali e protetti da queste.iMa la guerra contro i Turani apparisce alquantopi"tardi da che fu preceduta fa intendere anzi l'epopea essa persiana, nell'epopea
i nemici epici, devoti alle
quelladei Devi,dicendo appunto Firdusi che al tempo di re Gay"mers e i Devi. in terra alcun nemico, eccetto Ahrimane gliuomini non avevano cosi anche doveva essere. Perch" E veramente, in un certo senso storico, uomini in forma umana, fra gli i Devi che secondo l'epopea si aggiravano come e poi furono ridotti ad abitare inaccessibili regioni, rappresentano, i sul antiche trovate abbiam detto,le luogo dagliIrani, gentiindigene quali dovettero o soggiogarle per le prime o scacciare o tollerare che vivessero con loro in istato di faticosa servit", l Turani, al contrario, nemici assai tempo dopo e solo allorquandogli furon conosciuti come si scontrarono usciti dai loro confmi o assalitidal di fuori, Irani, per la che essi risgi"costituite in un regno potente, prima volta in altre genti, V'ha rivalit" d'inimicizia. e adunque guardaronocon alto sentimento di le genti combattere da che Irani credere avessero gli prima ragione per da di Devi, e che poi avessero designa col nome indigeneche l'epopea
respingere gliassalti
a
delle
gentibarbariche
nei racconti epici, preda. L'una e l'altra guerra appaiono, anche bellamente intrecciate, anzi fuse insieme, solo accoppiate, ma non in modo da formare un tutto ben composto e ordinato. Per giungereal Irani e i loro cantori non dovettero trovare difficolt" grandi, qual punto, g"' del dato che i Turani nemici male, come erano e perch", per" partigiani tali non e de' suoi potevano appartenere che alla schiera di Ahrimane far Devi. Per" la guerra dei Devi e dei Turani era pur sempre il bene; medesima, cio" il tentativo del male di sopraffare
quella guerra
e
il contrasto
tra
loro,raccolti insieme
pur sempre che la battaglia per tutto ad
sotto
la bandiera
di Ahrimane,
e
tra
gliIrani, principio
tornava
essere
della sensibile,
religione insegnava
fin dal
sizione quanto il creato. Pure, nell'economia e nella dispodel racconto epico, la guerra coi la guerra coi- Turani sopraffece Devi tanto, che, nel Libro dei Re, essa occupa quasi due terzi della narrazione,
spesso "
qual
cosa
quellacoi Devi " raccontata a frammenti qua e l" e interrotta per ripigliarsi un'altra volta. Della poi e interrompersi mento che il sentisi pu" forse assegnare altra ragione non se non
laddove
i barbari, tenuto vivo nella difesa della patriaterra contro nazionale, dovette essere gliendoli pi" potente ed efficace perch" attirasse a s", distoda altri l'animo argomenti,
e
la mente
degliIrani
dei loro
primi cantori.
i9
CAPITOLO
QUINTO
bisognava soddisfare a quellache il Vico chiama boria al paridi tanti altri popoli sideravano connazionale. Perch" gliIrani, dell'antichit", la prima gente che fosse stata creata, e le altre s" stessi come
16. Anche
tutte stimavano genti E per" Gay"mers che che glisuccessero re
come
tanti rami
fu il loro
fino
a
venute dal loro ceppo. propaggini e i primo re, fu anche il primo uomo,
o
tutto
il regno
di Gemsh"d
tutta quanta la terra. Anche di Fr"d"n, governarono del mondo, dovevano altri popoli bench" nemici, con tutti gli
come con
considerarsi
venuti
un
giorno dalla
sacra come
terra
doveva gl'lrani
non
intendersi
interne,come per cagioni potevano prevedere, di nel una nate all'improvviso seno Appunto le discordie gran famiglia. del re Fr"d"n, posero il principio per ambizion di regno, nate fra i tre figli b ench" i due Che al della nuova contrario, nemici, popoli, poi, guerra.
che si si considerassero ci" appare da moltissimi fratelliin origine, come sempre puntidel Libro dei Re, nei qualii re Turani si vantano di discendere Fr"d"n.
dal
re
17. Re Fr"d"n
adunque, divenuto
d'Occidente, signoria d'Africa e del paese di Rum, al secondo,che era Tur, conferi cio" d'Egitto, cio" tutta l'Asia del Turan che da lui appunto s'ebbe il nome, la signoria al figlio minore che era settentrionale con la Cina e l'estremo Oriente; ma fratelli il quale vinceva i due maggioriin prudenza e bont", egli Erag', di portarcorona dell'Iran col privilegio dare la volle e dell'India, signoria del padre i fratellimaggiori, A queste disposizioni e di sedere in trono. vollero fare le loro rimostranze, e perch"Erag', d'invidia, per sentimento s'era recato presso di loro per acquetarli e troppo fidando nella giustizia,
essi lo uccisero e ne mandarono, chiusa pacificarli, diede al vecchio padre.Il quale, all'orribilevista, restandogli giur"di vendicarsi, pur sempre lontana del in in
un
per l'et" grave fu stanco di regnare, che era Salm, conferi la al primogenito tre figli, e
cofano, la
in
una
testa
e
e pianti
lamenti
gineceo reale,della
venuto
donna, giovane
la al
come quale,
il tempo del
stato sposo
bambina,
in
fu giunta a tempo di nozze, fu data dal vecchio valoroso Pesheng, che discendeva dal re Gemshid. matrimonio fu
isposa
di
Frutto
incitamento port" la guerra a Salm e a Tur e lasciando Fr"d"n mor" dopo un la sua vendetta, regno di cinquecent'anni dall'ucciso Ma la guerra coi Turani che discendevano al nipote. "a corona di Fr"d"n
cessare
colla morte
pi"
tardi
con
uccisori di
solo di
di vendicar
trono
la morte
del loro
re
dell'Iran che
di dover
LA
POESIA
EPICA
13
e
Da
potente di
mano
questire
neir Iran
re
si vedr"
e non
violar
pi"
discendere
e
armata
finch", assalti, dopo battaglie lo uccider" in pena delle sue colpe. e non prigioniero secondo l'epopea, da sparso Cos" la guerra fra Irani e Turani,originata in sangue, dar" materia alla maggior partedei canti di essa, ampliandosi da l'altra antica far coi Devi. metter quasi contesa modo da e pi" parte
mille Khusrev
non
quietarmai
mille
lo tara
re
che nell'Avesta
suona
Franrasyan,
perch"l'epopearacconta
e
significa spaventareed " bene priato, appromolte colpee molti misfatti di Afr"sy"b
incessanti
sono
lo mostra
in
legacon
i suoi
i suoi assalti per insignorirsi di sforzi e ripetuti eglicrede sua, e nel sogno della mente inferma
a
ogni mala
suo
arte, pur
di toccare
l'intento
suo.
N"
solo perch"aveva in vita alcuni prigioIghr"ras risparmiati nieri chiesto grazia;e uccide di propria Irani che gliavevano il mano e fornisce di esercito il giovane re Irani, Nevdher, fatto prigioniero; degli Sohr"b perch"invada l'Iran; fa il giovane e innocente prine cipe decapitare del che s'era a lla Irani, sua K"vus, rifugiato Siy"vish, figlio re degli sembra riconoscere la propria corte, anzi era suo genero. Con questo, egli ai re dell'Iran, inferiorit", perch"si riscuote e solleva la testa solo rispetto il legittimo o questi" stato sconfitto allorquando nell'Iran o manca signore, " altro luogoo dato ai vizi e al viver molle,come in qualche ilLibro fratello dei Re Ma
racconta
di Nevdher
dietro
domanda
qualcheoccasione
riottoso che
non aveva
la pace e ritorna nel suo regno per aspettare L' A vesta poi ci dice anche che questo re migliore. la maest" reale che era una certa aureola luminosa
il nimbo ai nostri Santi;e per" egli ricingevail capo dei re come si bagnava tre volte nel lago Vourukasha, laddove quel lume divino si era senza nascosto, per uscirne investito di esso, ma frutto, perch" la misteriosa aureola fuggivasempre lontana da lui. Egli ", pertanto, la mentre tutti lui, immagine terrena di Aura Mainyu, superbo e stolto come i re Irani, da Gay"mers fino a Gusht"sp, visibileagli occhi sono l'immagine, del creatore Ahura Mazd". I re Irani combattono dei mortali, armi leali con laddove Afr"sy"badopera la frode e ricorre e confidano nell'aiuto del cielo, alla colpa e confida nelle arti del male che sono gli incanti e la magia.
necessaria
una
considerazione
di
non
li
CAriTOLO
OLINTO
la terra nella quale gliIrani dovessero conquistar si stanziarono, sulle primitive genti indigene. Quanto ai Turani, tutta col libro sacro la sua leggenda e con storia suo e con iranica, quanta la ci" che ne hanno fatto sapere, anche per brevi cenni, i Greci,fa noto trione antico e profondo odio tra gliIrani e le gentibarbariche del settenun dava alimento la diversit" della vita, nomade dell'Asia. A quest'odio v'" libro e notisi intanto che non per gliIrani; per i barbari, agricola che dei la coltivazione tanto raccomandi di antiche religioni sacro campi barbari del volte Ora l'abbiam l'Avesta. settentrione, questi gi"pi" quanto Irani bestiami nei scendevano a prendervi degli detto, campi troppo spesso assalti e scaramuccie e biade, onde nascevano vise. improvqua e l" frequenti veder chiaramente
come
Saci, e questo
nome
ci fu conservato
dalle
Dario
nome
il
lunga guerra degliIrani contro i Turani,la storia i barbari dei re persiani le spedizioni contro dal canto suo fa conoscere nella quale egli del settentrione, come quelladi Ciro contro i Massageti, Medio dal in vha. nel secolo la E nono P]vo, poi,altro non si perdette
se
questi l'epopearacconta
tenuti da la
del e dagliscrittori greci, i nomadi d'Istaspe il indica i n cani, gi" significa dispregio cui e quale odio vi si doveva aggiungere.Che quelli, che
vide che
discendere
deserte che
sono
al di l" dell'Osso,
a
orde
e
infinite di barbari
e
che vi fondarono
e principati,
quel
a
prima
poi
ai nostri
giorni ancora
non
Iran
Turan
stanno
inimicizia che
cesser"
mai, un
odio
implacatodi
che fu e sar" sempre se l'antica cagione di fatti di sangue come stirpe abbia separate del re Fr"d"n, compiuto il fratricidio, discordia dei figli per che sempre le due
a
20.
Eppure
un
possiam negare
sottostia
fondamento
non
vansi ricordati
ma ancora
storico,presero parte alcuni eroi che troci" s'intende, nel Libro dei Re e nell'Avesta,
doveva esser giunta ai qualicertamente non indiani, notizia alcuna sia della lotta tra Irani e Turani, sia delle discordie dei eroi erano, a quel tempo remoto, del re Fr"d"n. E trovasi che questi figli di Thra"taona meri concetti mitici, come appunto Fr"d"n che,per il nome al Trait"na dei Vedi. E si ricongiunge al Trita e ha nell'Avesta, ch'egli nei Vedi Trita " uccisore, secondo ilThra"taona abbattesse
un
serpe a tre teste, e tale " anche Fr"d"n dell' come Avesta, intanto che il Libro dei Re narra
i
Vedi, di
che
un
alle serpenti attorcigliati mito ricongiunge Tutto cotesto " mitologia, e il meraviglioso questo spalle. eroe aglialtriDei ed eroi uccisori di mostri.Apollo ed Ercole in singolare Ricordasi anche, nel e Scandinavia. Grecia, Sifrido e Sigurdh in Germania dei primi re della stirpeumana, il Libro dei Re, l'antico Gemshid, uno il primo re, e questo dell'Avesta, quale altro non " che il Yima-khsha"ta Yima dell'Avesta corrisponde al Vama degliIndiani che fu il primo uomo che morisse,e per" ebbe l'onore di esser chiamato a regnare sui morti.
mostruoso tiranno
recava
due
d6
CAPITOLO
QUINTO
2.
Svolgimento
del
racconto
epico.
non
22. Se la guerra
terrena
come e
coi Turani
" che
e
gine l'imma-
tra Ahura
Mazd"
Aura
appartenendo per natura e rappresentandoil cammino del racconto epico a rappresentare e incarnare un'alta idea,f"losot"ca e religiosa, s'intende come in esso tutto debba avere un significato, la sua parte ben determinata, avere ogni particolare cooperarvi ogni cosa ad un solo fine. Perci" nulla vi si trova da togliere, nulla vi e cospirarvi
" da di
e il fine aggiungere,
un'importanza tutta al gran dramma del mondo, per significato del Con tale quaggi" zione disposigenere umano.
Mainyu, particolare,
ultimo
cui
sono
e principi
" altissimo, tante vittorie riportate, santificato dalla sul male. Non
a
e confermato religione dalla speculazione cio" la vittoria che un giorno ilbene avr" filosofica,
che menti
duto presie-
coordinare
cosi alto
vai'io racconto
colti e
conosce
nelle epopee di popoli non pi" vicini alla barbarie,laddove,al dire del Grimm, la poesia
ancora
dano grande importanza ch'essa ha, u" sa perch"accai fatti che va narrando, ma soltanto come conosce accadono; essa ha nulla da dichiarare; dei fattinon rezza, chiale cagioni non sono con esposte intanto i pi" lievi cenni che vi si fanno, colpiscono mente. ma pi" forteDi tal genere sono appunto i canti dell'Edda e in generale tutti al gran ciclo degliDei e deglieroi delcanti che l'Olimpo si quei ricongiungono nordico. Ma, nell'epopea iranica,ben diversa " la cosa; perch"
la
intendere
vera
come
tutto il racconto
vi debba
e
narrato
e
quale
una
storia
che
comincia
col
primo
re
primo
uomo,
difficolt" possa e debba esaurito il ciclo degli eroi, senza come, di Alessandro ci" ai Arsacidi e dei Sassanidi; Magno, degli tempi passare che per altre epopee, diversamente sarebbe stato impossibile. disposte,
la troppo definita e recisa separazione al tutto contrario dal divino in questaepopea, in modo
ancora
l'indiana sopra tutte,nelle quali e Dei e uomini si trovano in una mente impresa che fortespesse volte ad operare insieme, occupati richiede ogni loro cura Per tal loro e ogni separazione, pensiero.
con conseguire una e come religione
focile a
in
un
Dio
reni, ter-
carattere
vera e
tutto umano,
per" pot"esser
genuina. Firdusi poi che era ha eguali adoratore dell'unico Iddio che non ha figli e non
storia
con
le
sue
(credenze
particolari
quel carattere
LA
POESIA
EPICA
17
La qual pi"a dare al suo poema un colore tutto storico e umano. cosa e questodiciamo qui accidentalmente,contribuisce non poco per", e facile la lettura; a renderne a noi pi" gradita perch"ilmonoteismo di Firdusi,simile in grandissima partealle nostre dottrine religiose pi" delle comuni, " assai pi" facile a comprendere delle intricate mitologie anche epopee possono indiane
e
non
tanto
facilmente
mitologiaclassica difficilmente da lungotempo non fosse entrata come se essa potremmo noi avvezzarci, della letteratura e vita intellettuale, a far parte della nostra per mezzo
rendersi dell'arte.
24. Perch"
narrato
da loro
e
storia,
come
tale dovette
anche
bene
eroe
ordinata
meditata
ogni
vi
trov" ilsuo
vi furon collocate per successioni, regnanti e di tutto si volle cercare e trovare il perch". Ora, la prima casa fu quelladei P"shd"d, ricordata nell'Avesta che regn",secondo l'epopea, di col nome ma corrispondente Paradh"ta. "Ne fu capo il re ll"sheng, di lui vissuto della dei casa e regnato (e non era aveva P"shd"d) prima il su tutta la famiglia ancor e primo uomo umana, primo poco numerosa, che abitava sulle montagne re Gay"mers, detto Gaya-meretan dall'Avesta, altri uomini, onde la sua presenza incuteva rispetto e poco si mostrava agli quando, e venerazione. Ma H"sheng, veramente, fu il primo dei P"shd"d allorsi diceva tutta la come a principio, questire signoreggiavano
luogo acconcio,e le
Gli altrifurono Mainyu. che Tahm"ras, Gemsh"d, Fr"d"n, Min"cihr, Nevdher, Zav e Ghersh"sp, trovansi tutti ricordati nell'Avesta coi nomi di Haoshyanha e Takhmaterra
e non avevano
nemici tranne
i Devi
Anra
Thra"taona, Manuscithra, Yima-khsha"la, Naotara,Uzava e Kereinnestato il regno di Dah"k c"cpa.Fra Gemshid e Fr"d"n trovasi come Dhahh"k manifesto o Zoh"q all'arabica, con (che altri vuol pronunciare ebbe d i ucciso ilpadre come straniero, sangue arabo,che, errore), principe suo Mird"s,usurp" il trono dell'Iran e regn" mille anni, finch" Fr"d"n, discendente di Gemshid, lo prese e incaten" nel monte Dem"legittimo vend. Anche l'Avesta conosce impresa di Fr"d"n o questa meravigliosa intende ma Thra"taona, per Dah"k, che vi " detto Dah"ka o Azhi-dah"ka, bens" orribile delittuoso che non e usurpatore, un aveva gi"un re serpente tre capi, sei occhi, da Anra Mainyu. tre bocche, stato gi"procreato 25. Le opere dei re P"shd"d il cammino degliIrani alla segnano civilt", come gl'lrani, gi" fecero i Greci di Prometeo, attribuirono perch" a ciascuno di loro l'invenzione delle prime arti.Si leggepertanto nel Libro
urupa, dei Re che delle acque per inaffiare i campi, inizi" l'agricoltura gettandoper il primo le sementi nel suolo,onde allora per la prima volta gli uomini si nutrirono di j)ane, e
H"sheng trov"
trov" il fuoco, fino allora ignoto all'uman genere, nei bisogni della vita. Perch",salendo egli un
2
"
il modo
giornocon
pochi
Storia Pizzi,
della
18
venne alla montagna, gli Afferrata una incontro.
CAPITOLO
QUINTO
fatto di vedere
H"sheng pietra,
contro
una una
gliveniva
per"; ma
la
rupe
scopertadel fuoco. Ma
e
della montagna e ne trasse vive sul monte e celebr" con una vampa ridusse ad
di tesserne
e e li vinse, gliuomini che gli si sottom"sero,impar" l'arte mirabile della scrittura. da quelli Gemsh"d, che glisuccesse, fabbric" per il primo coltellie spade,trov" l'uso di geometria palazzio dei profumi fece elevar dai Devi che sapevano di guerrieri, di di sacerdoti, terme, divise gU uomini in quattro classi, Gli istitu"la festa del dell'anno. e e di operai, primo giorno agricoltori celebri s" altri re di questa casa resero o imprese, grandie per guerresche ebbero Zav e Fr"di"n come Nevdher, e Min"cihr,o, Ghersh"sp, come regno fu memoria. di e breve con Nevdher, anzi, neghittoso poche opere degne di Afr"sy"b. imbelle ed ebbe misera fine per mano detta de' Kay, fu d'indole assai diversa da quella 26. L'altra casa reale, che si valsero e di propositi dei P"shd"d. Furono principi forti, guerrieri eroi a loro devoti e volsero l'animo ad imprese e del valore degli dell'opera pi" vaste. " questo il tempo della gran guerra coi Turani incominciata
, ,
rinnovatasi ora con odio e accanimento gi"al tempo d" Fr"d"n e di Min"cihr, del re K"vus, figlio maggiore per vendicar la morte di Siy"vish da Afr"sy"b, stato ucciso a tradimento spento il qualee salito Khusrev al del di religione, al tempo si r"pigl"er" re Gusht"spper motivi essa cielo, re dei Turani, si ricuser" di convertirsi alla nuova legge quando Argi"sp, bandita da Zerdusht
nome,
o sua a
re
Kay;
questo
nella
di originaria
kava
nell'Avesta,
quando, alla morte di Zav che dei principi irani era investito fu l'ultimo dei P"shd"d, si trov" che nessuno " chi che rende al atto maest" reale d" quella l'ha, questa regno.
maest" abbiam intorno al capo del re, come trasvolata ad Morto il re Zav, essa era nel paragrafo precedente.
una
quelladei P"shd"d
aureola luminosa
notato
ornare
la fronte di
monte
a
avutone valoroso,
radunati principi
all'Alburz per condurne tia infiniti pericoli, fu il primo de' ili trono. Qob"d, pertanto,
il nuovo
porlo a
sedere
Kay, e gli altri furono K"vus, Khusrev, Lohr"sp e Gusht"sp,dei quali Arish, Pish"n, Armin, Siy"vish, o Erekhsha, tutti l'Avesta fa ricordo coi nomi d"Kav"ta, Kava Ut;an,Arshan Picananh, Aip"vanhu,Qy"varshan lluyravanh,Aurvat-acpa, Y"st"cpa. eb")ero il regno, e furono Qob"d, K"vus, Khusrev, Cinque soli,tuttav"a, e Gusht"sp. Lolir"sp 27. L'et" dei re Kay essendo eroica e guerriera e data alle impresegrandi, stesso che anche per i re e per gli eroi che le appartengono, s" avvera quello
,
si avvera
per i re
eroi gli
Perch"
accade
in queste che il
LA
POESIA
El'lCA
19
in tutta l'azione pi" per impresa, risplende fa nelle valore adunanze che dei principi e ne senno e degli eroi. prova per che E perch" a lui solo " affidala tutta la cura dell'impresa va guidando
re 0
cosi egli e col consiglio, lascia l'esecuzione dei porto col senno che di grado gli" secondo, ma suoi disegni che di gran eroe a qualche lunga l'avanza nel coraggio e nel valore. Perci",essendo queste antiche
a
buon
almeno affidate alla memoria a principio, del popolo, epiche, arriva a comprendere quale e quanto sia ilmerito siccome il popolo non di colui che guida e governa tutta quanta una e al contrario si impresa, il valore, nel raccontare egli, compiace assai pi" dei fattinei qualirisplende tradizioni
va ne secondario, e di corpo, forte, si dell'eroe e cura Il quale, magnanimo e generoso, poco principale. sembra come e trovandosi intanto, perdersi smarrire, che, per esempio, d'assai nel con di Achille, Achille, senza a nzi, perde Agamennone paragone nel Pu"m"yana indiano, e che Rama, non vince non pu" toccar la vittoria, nel Mah"bh"rata,non di Hanumant, e che Yudhishthira, senza pu" vincere mortai il nemico l'aiuto di Argiuna. suo e Duryodhana senza spegnere la maest" Carlo di il nella senno e Ancora; Magno, francese, epopea
per adornando
mezzo
la
de' suoi cantori i fatti di questo eroe lo fa bello di animo simpatica figura,
di fronte al valore di Orlando, e, nei Nibelunghi, il re Gunthero vale assai poco dinanzi ad Hagen di Tronega,malvagio, empio, ma
perdono assai
valoroso forte,
al
nella epopea
tocca
di re. questa seconda famiglia Perch" dei tre primi che ebbero regno, Qob"d non ebbe molte imprese, e K"vus fu superbo e vanitoso, e Khusrev, sapiente dolce e di e d'indole sentimenti della pace, e tranquille nella terribile guerra coi Turani, per vendicar la morte del padre suo nella lasci" ai rimase suoi e l a reggia Siy"vish, capitani cura di combattere, riserbandosi soltanto di comparire in campo all'ultimo istante, appena sia di punire Afr"sy"b. Ma intanto, cui si ricorre a giunto il momento quello di pericolo nei momenti riose supremo, che combatte per tutti e rende vittoIrani quando gi" di tutto si dispera, le armi degli " il prode e valoroso di e magnanimo Rustem, figlio Z"I,discendente da Gemsh"d e signore Dinanzi alla splendidafigura del Segest"n. di questo grande eroe si offuscano dei re Kay che,nel momento e si perdono le persone della distretta, ricorrono a lui che volenteroso si sobbarca a mille fatiche. Perch" egli, solo riconduce re Qob"d nell'Iran dall'Alburz affrontando mille perinon coli,
ma ancora
quellaparte di
che
rende
la vista
e
la libert" al re K"vus
accecato
con
cito l'eserre
lo libera dalla
con
prigionenella
aUri
aveva
quale il
del-
l'aveva
lo riconduce
nell'Iran
gettato quando
irani, principi
voluto volar
20
CAPITOLO
QUINTO
educava
contro
e invadeva Afr"sy"b,
il Turan, mettendone
fuoco, allorquando Afr"sy"b liberava gl'Irani alunno. Al tempo di Khusrev, egli ebbe ucciso il suo regale ceva assediati dai Tui'ani sul monte e lo vinl"am"ven, sfidava il Devo Akv"n
la terra
a
ferro
liberava il
un
giovane B"zhen
che
orrido speco, chiudendone si poteva smuovere. non per forza d'incanto, fedele della gente iranica, e il popolosuo
in
rinchiuso
una
nato incate-
si dimenticher"
momento
di lui.Perch"
anche
di
tenuti vivi tra il volgo da questo gran guerriero, Ai cantori si aggiungono anche gl'imcerti rapsodio cantori girovaghi. provvisat loro le accomodandole modo che ne raccontano a im|)rese, Dehousset " dal ci attestato del al gusto che, viaggiando in volgo, come Firdusi ha consacrati
Persia,ne incontr"
29. Iiustem
e
di Kend, attorniato da presso il villaggio folla che pendeva attenta dal suo labbro.
uno
una
gran
di quella vasta e montuosa sono famiglia originari che forma la partepi" orientale dell'b'an, tra la Drangiana provincia l'IIa"tumantdeH'Avesta e l'Aracosia degli antichi, bagnata dairEtimandro, ebbe fino dai primisecoli dell'Era volgareil che H"rmend di 0 Firdusi,e di Sacastene,gi" ricordato da Isidoro di Carace,corrispondente a nome Trovasi pertanto che questo paese, o S"st"n dei moderni. quellodi Segest"n nelle abitato gi" da gentibellicose e gagliarde, e nei racconti epici e la
sua
memorie devoto fu il ai
pi" valido
racconta
il Libro
dei Re
che
quando
nel
una sua
fuggivadinanzi
Dah"k
che
gli
onore
aveva
Gemshid, rifugio
laddove Segest"n,
quel re che glidiede anche hanno visitato quelle in isposa. Quellipoi che ai nostri giorni figlia
fu accolto ad d'avere udito i nobili vantar
la loro discendenza
da
contrade,raccontano
da Gemshid.
e Leggesi ancora ebbero dal re Ciro il nome dell'Iran orientale, gliAriaspi, gente appunto di vettovaglie in un onorifico di benefattori perch"lo soccorsero deserto, quand'eragi"vicino a morir di fame con tutti i suoi. Anche Dario Codocol satrapoDesso che poi fu sconf"tto da Alessandro e fugg" come manno, siccome in cerc" di ripai"are nella parte pi" orientale dell'Iran, lo trad", 650 dell'Era fedele E nel sicuro. e finalmente, volgare,fuggendo paese l'infelice tent" di salvarsi in quelleprovincie Arabi invasori, dinanzi agli che poi fu ucciso nella citt" re che fu l'ultimo dei Sassanidi, Yezdeghird,
in Erodoto, in Arriano
in Quinto
di l\lervda
un
mugnaio..
aveva
di fedelt" ai
come e questa famiglia, famiglia, ebbe Gemshid come Perch", sata spo-
re
del paese, da
questo matrimonio
LA
i'of:si.\
EPir.A
21
confondersi con l'altroTur, figlio del re P^ivd"n), e nacque Tur (da non da Tur nacque Sh"dasp, e da Sh"daspnacque Tevurg.Discendenti di Tevurg furono Shem, Asrit e Ghersh"sp (da non confondersi con l'altroGhersh"sp, che fu rultimo che fu dei
re e da (ihersh"sp P"slid"d), nacque
Ner"m"n
"S"rem,
di S"m fu padre di Sani, detto per antonomasia il cavaliere. Figlio toltasi in isposa Z"l,il quale, dopo mille contrasti la bella R"d"beh figlia che fu poi l'onore e l'orgoglio Kabul,ebbe da lei un figlio valoroso e illustre era terra natale. Questo figlio della sua Rusteni; e Min"cihr vissuto ultimi anni del tutto il regno re e Rustem, nato negli per di Qob"d, che regn" cento anni, di di Nevdher, di Zav, di Ghersh"sp, di Kusrev che per sessant'anni K"vus che' govern"per centocinquant'anni, fu re, di Lohr"sp che per centoventi anni, e di Gusht"spche per sessanta il trono, ebbe lavila di quattrocentonovant'anni, tenendo conto tenne ultimi cinque re. Incomincia questa vita lunga e soltanto del tempo degli cio" al cominciare della vera et" eroica, al tempo di Min"cihr, gloriosa perch"a quel tempo s'inizi" la gran guerra coi Turani, e finisce nel tempo di Mihr"b
re
del
civile.Perci"
scemando va e gi"si avvicina l'et"storica guerriero che Rustem " uno di quegli che, eroi, pu" ben dirsi a ragione
a
secondo
il Vico, stanno
una
et" feconda
di
che
acconciamente
riassunta in lui e
i racconti che
Rustem.
Prima
ancora
ch'egli nascesse,
nascere
augello
detto pre-
Alburz
Z"l
che
da
R"d"beh
gli doveva
fortissimo, figlio
e
tremare,
i leoni baciar
sul capo. Il parto di R"d"beh fu laboriosissimo passargli il S"murgh giov"dei consigli suoi l'infelice Z"l che gi"disperava
venne
della salvezza della sposa. Come il fanciullo fu nato, lieto e festante vederlo S"m l'avo di Z"l,e venne anche a vederlo il a padi'e suo,
sua,
Mihr"b,
la novella
a
ne
vol"
del
re
bastavano
saziare l'animoso
scarso
infante gagliardo
il cibo che basta per di gran impresa,nella quale die prova inaspettata
rando quelladi uccidere un elefante furioso che,atterorti della Cresciuto casa negli poi paterna. valore fu conosciuto, divenne il sostegno e la gloria entrato
fu slattato, riusciva
si fu ardire,
era
rovinando, il suo neglianni, come degli Irani;e gi" innanzi abbiam notato molte delle sue pi" gloriose de' suoi re e del suo imprese, compiute a' servigi paese. Nella guerra dei " Turani,tuttavia, il capitano; riserbasi per" di accorrere soltanto eglinon in aiuto degli Irani nel momento d" pericolo di rovina estremo e prossima.
in guerra una d'una tunica ch'egli si era composta con la spoglia da lui uccisa sulle montagne, d" tal natura, che non ciare, tigre poteva n" brun" sommergersi nell'acqua, n" ricevere offesa da armi nemiche. Portava
22
CAPITOLO
QUINTO
e e poderose; una
le suefreccie Somigliavano
ad aste alte
di
esse
con
la
in una aveva contro quale egli sua spedizione fu portata da questinel loro campo i Turani,come col cadavere dell'ucciso, li colp" tutti di terrore e di meraviglia. Al solo rimirarla, essi compresero che quellanon poteva essere che da Rustem, venuto stata scagliata al soccorso Irani. Fra i qualie in guerra e in pace e all'improvviso degli il maggior posto dopo il re, e il titolo d'onore ch'egli aveva sempre egli il altri dall'impero. maggiore fra tutti gli Questo titolo" quello recava, era che nel Libro dei Re " detto giMii-pe"devdn che si potrebbe rendere e in italiano per principe o eroe prepostoalla guardia delle frontiere del marchese dei tempi feudali. un regno, come 32. Pure, di questo grande eroe non trovasi alcun ricordo nell'Avesta, che rammenta tuttavia tutti i re e quasi tutti glieroi che hanno preso
trafitto il giovaneEshkeb"s
fece
anche meravigliare
conoscere
altri le
fatto si vollei'o
pens"
all'indole dell'Avesta
se
mai
si vede perch" non questa " la ragione, ed eroi, le loro imprese guerresche, con
di Rustem, come del quale famiglia Kerec"cpa, di conosce e strepitose valore, quante non ne racconta opere lo stesso Libro dei Re. Anche si pens" ad un certo astio che l'Avesta, o i dovevano suoi autori, di Rustem, perch" vi si legge avere per la famiglia
con tura creauna Pairika,una malefica fata, Kerec"cpa ebbe commercio di Aura Mainyu, e perch"si racconta nel Libro dei Re che la madre di Rustem, la bella R"d"beh, era figlia di Mihr"b,e Mihr"b era idolatra, di creatura anzi discendeva dall'empio il alla era sua volta, Dah"k, quale, Anra Mainyu. Con questo, il Kabul, laddove Mihr"b aveva non signoria, fece Z"I, doveva e il prender di l" la sua era paese iranico, sposa, come offendere non degliIrani. Laonde poco il sentimento nazionale e religioso lo stesso re Min"cihr,come ne concep" seppe dell'amore dei due giovani,
che
una
grandeira,e perch"egliconcedesse
Perci"
una
nozze,
fu
mostrasse segnimanifesti,
aveva
esservi
trario. con-
deviato dalle
norme
imposte
dai con orrore risguardata poteva dove ladsacerdoti compositori osservatori di quelle dell'Avesta, rigidi norme, ilpopolo guard"soltanto alle opere di valore del suo pi"grandeeroe, Libro dei Re, che " suo e non nel dei sacerdoti, e suo gli assegn" il pi" di non lieve momento, tutte sembrano essere Queste ragioni magnifico posto. che congetturee nulla pi", confortate da nessuna ma non sono non prova, ed empi e per" non tolgonotuttii dubbi. Altri re od eroi prevaricatori
essere
come epico, appunto Gemshid che volle farsi adorare dio e per"fu punito da Dio col togliergli la maest" reale, e come un come K"vus che fu superbo e vanitoso; eppure anche questisono ricordati nelTAvesta con u" si vedrebbe perch"mai, appunto per le colpe le loro colpe,
annovera
il racconto
2-4
CAPITOLO
OLINTO
a una questoargomento, due opinioni,
che dei
nessuna
Acliedegli
per"anteriore
di vede
tutto il regno
per",assegnando all'et" mitica ed alla storia tutto quanto il pi" antico racconto epico Alessandro tra Gusht"sp e Iskender (cio" Guslit"sp,
Re,
e
un'ampia lacuna che sarebbe stata colmata dalla storia degli Per" memoria. conservato Achemenidi il Libro dei Re avesse se di questi si governarono che gliAchemenidi i fautori di questa opinioneosservano Il quale stranieri al loro popolo. quasi sempre in maniera da restar come il re dei re che sedeva a Persepoli non e a Susa, se non conosceva per i tributi che glidoveva mandare; e perch"questi e la giovent" erano gravi
Magno)
era
costretta
recarsi sotto
repugnanle l'ardor di
sue
nava laddove la trascipaesilontani, dalle del re, ilre fu risguardato genti conquista le armi in
Con questo,le citt" e le come sovrano. piuttosto oppressore che come l'alto affari della corte e deliraniche che non entravano Provincie punto negli reggimento dello stato, solevano, per l'antica costituzione paesana,
un eleggersi o carteggio cura capo che prendevasi la sede del governo con
delle
o
cose
e pubbliche
da solo
aveva
Siccome quella provincia. tende intorno alla e dei Turani, s'ingrandissimaparte gran guerra degl'Irani assai facilmente come i fattidi questa guerra tuttisi riferiscano alla parte pi" settentrionale del paese, al luogo delle irruzioni barbariche, dal quale era assai lontana la residenza del re dei re. Il re, trovandosi lontano che pure avrebbe dal pericolo, n" vi port", n" vi pot"portare quel soccorso dovuto,e, occupato nelle guerre di conquistao nella cura di domare certi lasci" che le gentidei contini ributtassero da sole quegli ribelli, principi
questa
in
assalti.Per" la memoria
Achemenidi degli
e non
del
popolo che
non
li conobbe
li am",
in gran
ne tace. parte " fondalo sulle tradizioni popolari, 35. Accanto a c|uesta opinione che pure ha tanti buoni argomenti per
da Gay"mers, che in tutto il racconto epico, se non s",sta l'altradi quelli assai almeno da Gemsh"d credono di poter trovare, sebbene a Gushl"sp, contraffatta e guasta, la storia dei re Medi e dei re Achemenidi, facendo i re Kay dell'epopea. i re P"shd"d e a questi Ma, per a quelli corrispondere si potr" non e ingegnosoe sottile questo espediente, quanto possa essere mai togliere che certi re dell'epopea come iranica, Gemsh"d, Fr"d"n, K"vus, nei Vedi indiani ; ricordati solo siano m a nell'Avesta, ancora Khusrev, non la qual cosa dimostra chiaramente che noi incontriam qui altrettante figure alcun sentore della potenza nate assai i)rimache si avesse mitologiche, di dover richiamar dei re Medi e degli E per" noi stimiamo Achemenidi. ci" che trovarsi nella avanti abbiam qui detto, guerra tra Iran" e Turani ed memoria di una e mitici i cami"ioni, vera e storica guerra, leggendari i re della storia a quelli essere perci"vana opera il voler far cori'ispondere di questo antico racconto.
LA
POESIA
EPICA
^O
di
poter trovare
punto che
se
non
le concilia, poich"ci"
non
si
la
e
anzitutto che
come l'epopea,
vero
storico nella guerra dei Devi e dei ha colorito natura aliena dalla storia e quel poco che ha preso dalla storia, la natura. Per" c'" dato in modo da trasformarne quasi interamente fondamento di credere che tutto quanto il racconto avesse e prima dei veri tempi storici,
mers, nato epico,
e
tempi remoti per suoi limiti il regno di Gay"svolto in ebbe alla regno di Gushtc"sp tanto parte la nazione iranica sol-
primo
uomo
primo
del
re,
il e principio,
fine.Nella invenzione
qual racconto
Re,
anche
quelladi Firdusi," fattura di gente colta e addottrinata che da una parte ordiha raccolto il racconto epico dalla tradizione orale del popoloe l'ha nato
in modo ha cercate
e
d" storia vera, come sopra abbiam fatto notare, e dall'altra elementi raccolte quelle poche memorie e dei due storiche, rifatta tutta
cura
racconto
presente.Il pensiero e la
di rifare
di riordinare
la storia dell'impero
ci" che tempo dei Sassanidi soltanto, annali regi vuol dire molto tempo tardi, quando parte grandissima degli andata perduta. E allora, era lacuna,risalendo indietro, per colmare l'ampia
persiano nacquero
in Persia al
fra i Sassanidi
tempi epicialtro non si pot" fare che porre degli Arsacidi, e dagli Arsacidi salire ad Alessandro Magno assai pi" copiose, memorie, erano poi da Alessandro passare
e
incastrandovi quasi nulla v'era di storia, che del tempo degli Achemenidi erano pur molta
re
tuttavia rimaste.
37. Tra
non
le
con
dubitazione
incertezza il
suo
e
potremmo
come
quella di
nome,
gi" si
tempi
si trovi nell'Avesta
nei Vedi, e quantunque di lui si narri ci" che veramente il suo volo aereo, pure l'indole vanitosa come mitologia,
e
la
sua
non essere
felice spedizione in
stato
Egitto lo avvicinano
e aver
superbo e
vanitoso
tentata
fatto anche dal Justi,si troverebbe il quale ravvicinamento, nei tempi epici, di un fatto di uno e caso degliAchemenidi trasportato di nomi. attribuito a un re dell'epopea soltanto per una casuale somiglianza memoria Anche potrebbesi fanno il la lo Spiegel come e .Insti, aggiungere, di alcuni re della Battriana, anteriori agliAchemenidi, tra i quali si nota che sarebbe il Gusht"spdel Libro dei Re; e un re storico e vero, V"st"cpa, Nel
Gusht"sp risiedeva
Balkh
che
26
CAPITOLO
OLINTO e
lavoro che
soltanto appartiene
ai tardi
non
dei
primi
Libri dei
Re,
al
altre condizioni
e
altriintenti e nulla intanto sapeva delle loro imprese. Perci", concludendo, ci pare di
e con
e la storia di epicoche va fino a Gusht"sp, trovasi una la quale in origine non Alessandro, era, perch" gran lacuna, fini l" la sua epopea dove essa necessit" di il popolo doveva senza finire, il racconto Per" doverne ricongiungere della storia. nidi Achemea quello gli vi appartiene altra non non nessuna appartengono alla epopea, come i nomi reale di Persia,e il cercarne tra i Peshd"d casa e i Kay del Libro Ci" non dei Re " opera vana. toglietuttavia che, venuti i tempi in cui si nel gran quadro della storia iranica i tardi compovolle rifare la storia, sitori
diremo
che tra
il racconto
che sopra
abbiam
rinvenuto a stento nelle memorie del passato. storia, 38. Altro adunque " l'epopeairanica quale nacque e si svolse per il popolo, e altro " il Libro
aveva
tra
il
popolo e
dotta. Ma
gente
le parve essere storico, ilmettere insieme e quasi confondere tra loro i canti epici antichi agevole il di Alessandro la storia dei l addove e tutto ci" ai romanzo e Sassanidi, giorninostri si crederebbe assurdo e impossibile. Questi primicompositori del Libro dei Re fecero come i nostri cronisti del Medio Evo, ai quali cominciare il loro racnon conto parve n" assurdo n" improprio n" impossibile da Adamo ed Eva e discendere poi alla dispersion delle gentidopo il diluvio e la torre di Babele e saltar bellamente alla mitologiaclassica, a qualche altro della Scrittura, e ricongiungendone qualche personaggio
vero
perch"questa non
alcun
divenir
finalmente
tante
Eppure,con
iranico
giunsedotata di tal vitalit"e di tal freschezza fino al decimo secolo dell'Era nostra, da poter ricevere dal genio di Firdusi quella splendida che le si conveniva. veste poetica 39. Quelle composizioni adunque che vollero abbracciare tutte le memorie dell'impero persianotanto dei tempi epiciquanto dei tempi storici ed ebbero il titolo di Libro dei Re, furono cominciate soltanto al di eternare con un solenne re pensarono tempo dei Sassanidi. Forse questi " pi" ovvio il monumento letterario la gloria dei loro predecessori; ma dire che, facendo raccogliere e quelle memorie, ebbero intenti speciali la storia antica vollero rinnovare agli occhi della e nel narrare pratici, gente persiana la gloriadei re, della nobilt" e del clero. Al tempo dei s'era veduto qualcheesempio di ribellione al re dei re, e per" Sassanidi, il nuovo di cotesto libro si volle comporre intento legittimista, e con fa ampia testimonianza anche ogni pagina del poema di Firdusi. Ma chi fu il gran re Chosroe An"shirv"n per il primo vi pose alcun pensiero,
del sesto secolo. Quella raccolta che fu scritta in ed pehlevico ebbe il
L\
POESIA
EPICA
"27
titolo
tutte
Re,
conteneva
quasi
poi agliArsacidi
che fu
o
ai Sassanidi. ai
Era
naturale al
che
quella raccolta di
Chosroe
si arrestasse
ma tempi di lui;
Yezdeghirdterzo,
il racconto
Khusrev
al che
gliArabi
le vicende
e
era dell'impero
restava
da
tutta ordita e apprestataa quel tempo pressoch" perch" poi Firdusi,che appunto al 650 aggiungere,
poco
arresta
il suo
dinanzi
s" nella
sua
interezza la materia
ch'egli
gliArabi, un Re, qualefu trovato fra i tesori di Yezdeghird, all'arabo Saad che aveva fu mandato toriose. guidatoin Persia le sue schiere vitdi nome un Poi,verso la met" dell'ottavo secolo, R"zbeli, persiano fattosi mussulmano col di Abdallah di Dad"yeh, di nome figlio figlio tradusse dal in arabo del alcuni pehlevico quel libro, quale Al-Muqaffa, tratti ci furono conservati dall'arabo Ibn Qoteyba, morto nel 276 d. E. alessandrino Eutichio. Anche il celebre storico (889 d. C), e dal patriarca di questo labari, morto nel 31i d. E. (023 d. C), e altricronisti usarono
vennero
Quando
poi
esemplaredel Libro
Libro
dei Re
fatta su perduta, pehleviche, Ab" Mans"r di T"s, dalla quale discende direttamente da un l'ultima del Libro dei Re che " quelladi Firdusi, di guisa che, nel ricomposizione poema di Firdusi
e
un'altra
ancora
due diverse
della stessa
potentemente alla
alla
capi ghird capidel popolo perch"elettida esso. E troviamo, sotto il re Yezdead uno di essi di compiere la terzo, data appunto la commissione raccolta che Chosroe il grande aveva condotta fino ai suoi tempi,e sappiamo dai Dizionari persiani in Persia la gente dotta aveva che, mentre dimenticato per altri studi le antiche tradizioni epiche, soltanto questi le conoscevano e custodivano con cura borgomastri gelosa.Avvenne tanto perche la parolapersiana dihgdii che propriamentesignifica mastro, borgoanche narratore di o pass" ben tosto a significare raccoglitore trovasi che Firdusi e ancora storie, l'adopera ficato. spesse volte in questo signiebbero Ora, anche per la costituzione dello stato,questi borgomastri al Sassanidi dei e al e Arabi, sempre tempo un'importanza tempo degli molto grande. Anzi, quando, dopo la conquista, il governo e l'azienda in mano pubblica vennero il popolo iranico, deglistranieri, per antii veri
che,secondo villaggi
l'antica costituzione
ilQ
cap"tolo
quinto
chissima
consuetudine, riconobbe
ancora
classe. Si noti
che
alcuno
sempre di essi
ci fa menzione di uno, di un e Firdusi dagliantichi principidell'epopea, di N"rem, e per" della Az"d-Serv, che si diceva discendente di S"m, figlio Si di Rustem. stessa e comprende adunque come, con tal mente famiglia tal
conservasse questa gente che viveva lontana dalla citt", pensiero, samente geloi racconti pi" lielli dei tempi antichi, le memorie nali, deglieroi nazioandassero e li venisse raccogliendo perch" non perdutiper sempre. dell'h'an orientale e il decimo secolo,i principi Quando poi, tra il nono
l'antico Libro dei ricomporre nel persiano moderno ardore riccamente e borgomastri furono cercate con
ricompensate.
42. Si
pu"
ora a
ragionevolmenteconcludere
che
iranica l'epopea
dentement evi-
dispettodi qualche elemento storico che v'" entrato, " una anche di quelle epopee a dispetto dei raffazzonamenti posteriori, che diconsi nazionali, della nazione intera che, e genuina opera splendida bellamente fantasticando il suo passato. Che e poetando, vi ha glorificato se l'epopea greca supera in bellezza e perfezione d'arte tutte le altre
epopee l'iranica le vince nazionali,
tutte
e vastit" nell'ampiezza e
anche
del
disegno,
guidando il suo
che Libri
ne
lungo
nel si
racconto
re, attraverso, si
pu" dire,a
poema
mille vicende
fortune
di
popoli e di
abbiamo dei
il
pi" splendidodei
di
quelle epopee cio" in tempi gi" lontani dalle rifatte, allo stesso et" epiche, modo che l' Eneide fu composta da Virgilio in tempi di piena luce storica e assai lontani dalle et" eroiche. Questo, si intende, diciam soltanto per la parte epica di esso, perch" tutta quella all'ultimo dei Sassanidi,essendo di natura parte che va da Alessandro
esso una
Re,
potrebbe
nazionaU
che
assai
tardi furono
diversa, merita
suoi la
diversa
di dirne
e
l'operadi Firdusi
luce sulla
lungamente tempi
storica
non personalit",
possiam trattenerci
gran
dal considerare
che tutto
questione omerica. raccolse e verseggi" i racconti epicidel suo Perch", come popolo difficolt" cos" trova difficolt" nulla osta e nessuna e nessuno per crederlo, s'incontra per credere che in Grecia ancora un grande ingegno, un uomo di nome Omero, abbia raccolte certe tradizioni eroiche per vestirle poi Ci" dicasi e di quella forma e ammirano. poetica che tutti conoscono
Firdusi intendasi si
conoscono con e
certa
discrezione,non
in modo
assoluto.
Che
se
di Firdusi
della sua vita,intanto particolari che di Omero nulla si sa di ceiio, ci" proviene dall'essere vissuto Fii'dusi della in tempi storici, in tempi oscuri e anteriori al nascere e Omero storia.
LA
POESIA
EPICA
^29
3.
cicli
epici.
va
fino
Gusht"sp,non
ad
una
pu"
certamente
esser
nato
svolgesserotutte
e Perch",prima formassero,ampliassero che tradizioni di di toccano tante quelle imprese re e eroi per lo spazio di duemila anni, dovettero passare molte generazioni, lentamente dovette essere e il bel racconto preparatoin uno spaziodi
non
et".
assai che
tempo che
determinare
si
pu"
determinare
o
con
certezza, ma
breve. Vediamo
se,
evidenti, possiam
entrati nella
che portidelle et" diverse qualclie et",cosi " anche ragionevole segno e e questo diciamo, s'intende, qualcheimpronta palese; quanto all'origine della tradizione, in appositi non gi"quanto alla ricomposizione posteriore dei qualidi sopra abbiam tenuto parola. libri, Per dichiarar la non lieve questione, crediamo 44. gi" che giovino le dette dei Devi dei non a proposito e cose Turani, quando, gi" poco nelle due guerre contro l'uno e l'altro nemico, fummo indotti a riconoscere cio" la lotta con le genti due momenti della vita dei primitivi Irani, nei Devi,poi la lotta con le gentistraniere, indigeneraffigurate comprese di Turani. A questedue et" differenti e succedanee nel nome dono, corrisponed " naturale,due cicli diversi, differenti tra loro per natura e per intendimenti
e
A questo si deve
ma ripetute, con
aggiungereun
terzo
altriintenti e sotto
nel quale trovansi o rifatte o ciclo, altri aspetti, molte cose che gi" sono
re e
nei due
primi, sebbene
se
vi si narri di altri
grandi
ciclipertanto crediamo
e
altra volta,scrivendo
un numero
di poter riconoscere in tutta quanta l'epopea nica, iradi questo medesimo argomento, abbiam
alquantomaggiore,ora
separate, per loro
natura
ci siamo
sono
accorti
molte
non
cose
per"
ci conveniva
le cose, nella sostanza, si riducano ad essere le medesime. Diciamo intanto che i tre ciclior ora annunziati si possono designare coi titoliche seguono, cio": ciclo dei Devi e degli eroi del Segest"n; ciclo della guerra dei Turani; ciclo di hi essi e per essi si di Gusht"sp. Gusht"spe d'Isfendy"r figlio sebbene aggiratutto quanto il racconto dell'epopea, qua e l" qualche frammento si ritrovi e s'incontri, o di mitologia o di storia raramente
come a suo
luogo
non
mancheremo
e
di notare.
45.
Chiamiamo
dei Devi
perch" appunto coi Devi ebbero del Segest"n, mentre e signori Rustem, principi
o principe eroe
degli eroi del Segest"nil primo ciclo, maggiormente da fare e Ghersh"spe Sani
non
dei Re altro
di altra
casa
che abbia
da far guerra
30
CAPITOLO
QL'INTO
di Gay"mers che, nei Siy"raelv figlio Nero, e quellodi re Tahm"ras di cotesto diremo a|)presso. Ora, " certo che ladi Devi; ma che dom" dove " stata qualche guerra o qualche battaglia con Devi,gliavversari stati glieroi del Segest"n, della casa mentre dei Devi sono quelli sempre che, come vedremo, ha tanta parte nella d'ispahan o dei Gi"derzidi, diede inclite prove di valore e di virt",con Devi guerra coi Turani e col Devo
non
di
hanno
mai
combattuto.
Trovasi
c"cpa,uno
si
dei
pi" famosi
e
eroi della
e
del la
di malandrini
di mostri,
con
notisi che
ceffimosti'uosi, come le
pagine nei manoscritti del Libro dei Re. ucciso il serpente Cruvara e il Ganavere Adunque, di Nivika e quelli e Varellunu, i figli D"stay"ni, darewa, i nove Ilitacpa strani e oscuri e Cn"vidhaka; e iDench" di questi shava, Arezoshamana n" chi essi siano n" che si sappia veramente dell'Avesta non personaggi
miniature adornano " detto Kere(:acpa abbian
fatto, pure
la loro natura
demoniaca
da
certi indizi
apparisce
abbastanza
di nel senso, gi"sopra dichiarato, Irani veder nei Devi qualche antica gente domata e dipintapoi dagli nell'Avesta " rappreda loro coi colori pi" foschi. E gi" il Gandarewa sentato manifesta. Ci" intendiamo
come
un
maligno, di smisurata grandezza,infestante le vuol Huim qualche interprete sponde del lago Yourukasha; e nei nove tanti ladroni da strada, e (ji"vldhaka " grottescamente dipinto trovare
essere
nell'Avesta
ruota
e
come
stolidamente
una
del cielo
Aura
l'inferno dalOra
che
avo
quel
non o
suo
carro
immane.
" che
accenna
il S"m
del Libro
di Rustem,
molte
scarsa
imprese
e
qua
orribile serpe sul fiume Iveshef, del descritta da Firdusi, non l'impresa serpente Cruvara che l'Avesta furono contro i Devi del di Kerec"cpa. Le altre imprese di S"m racconta l" soltanto. Ma, intanto,l'uccisione di " che
Segs"re
soltanto
a
del M"zender"n,
e barbari; paesiinospiti
ma
Firdusi
accenna
faceva per il re Min"cihr,u" le racconta, che diremo altrove. " cerio particolari ragioni
questo grande
misterioso
eroe
altro
impegnato sempre nella guerra coi Devi la quale non gli d" mai ebbe riavuto miracolosamente il figlio egli requien" pace. Perch", come maestri Z"l gi"da lui esposto infante sul monte suo Alburz,assegnatigli
ed S"m educatori, abbandona la
sua casa
M"zender"n, laddove i Devi glidanno tanto del figlio ed egli istante per vedere questo sospirato accorre un figlio suo, ai delle si rende freltoloso muore sue e ma tardi, luoghi battaglie, poi egli
lontano dai suoi
e
dalla
sua
casa
con
l'armi in pugno
contro
i Devi.
3:2
CAPITOLO
QUINTO
voluto nella
aveva
nato coi capelli percli" bianchi; e si ricorda la quale quelladel Segesl"n del Kabul, con tanto che poi Z"I ne spos" una il barbaro figlia, patto di vassallaggio di uccider la prole di sesso femminile appena nata, risguarcostume
riconoscere
da
lui
famigliadi Mlhr"b
re
dandosi
tutte
come
sventura
la nascita di
una
femmina
in
una
casa.
Ancora
imprese come quellegrottesche compiuteda Rerec"Qpa,tali che superano con la loro grossolanastramberia ognipi" descritta dal Pulci o dall'Ariosto, accennano impresa di paladini slrepitosa evidentemente a pi" antica e barbarica et". E quello e quasiintimo speciale del Segest"ncol Simurgh, misterioso uccello commercio di questa casa
che abita solitario le valli dell'Alburz
e e
ricordate dall'Avesla
ha favella
intendimento
umano,
si
prende
cura
momento
cui
si ricorda
di altra
quei luoghi in e d" la vittoria a Rustem faticoso, disperava; questo commercio, diciamo,quale
a
48. Anche
tutto il costume
somigliapunto aglialtri eroi che popolanola splendidacorte del re dei si mostra Alla corte eglinon mai, se non re. quando il suo signore,in glienefa invito premuroso; qualcheestremo pericolo, perch"laddove gli i altri eroi, come per esempio G"derzidi, vivono sempre in corte, Rustem nel suo di starsi castello natio,al quale si rende frettoloso preferisce " l'unico per la quale fu chiamato. Anche egli appena " cessata l'impresa formidabile cacciatore fra tanti eroi del Libro dei Re, trovandosi e veramente che il cacciare " il suo sollazzo prediletto, nel quale apertamente Perch" i l barbarico. tutto costume e quasi selvaggio dispiega suo si addentrasse nelle foreste e attersi narra da Firdiisi come sovente rasse egli poi
onagro avidamente
un e
lo scuoiasse
ne
mangiasse
per il
le
trarne
Lenormant delle
ossa
avuto
come
che dicesi quaternaria, il midollo quell'epoca A queste dei cibi pi" squisiti uno e prelibali.
un
et" remote
ci riconduce K"f"r
Sogdiana con
gi"da tanto tempo dai luoghiai quali l'avventura di Rustem scomparso " propriodi antichissimi tempi soltanto. Anche quell'uso che si riferisce,
in guerra Rustem, di ricoprirsi di tigre da lui uccisa,di cui gliocchi e il muso, di una con grande pelle spaventodei nemici, si vedevano sovrastare al volto del gran guerriei'o, in luoghideserti e al sonno suo e il costume proprio di abbandonarsi che noi lontani dopo la caccia e il pasto ferino,indicano chiaramente qui tocchiamo ad antichit" maggiore. il Libro dei Re dice
propriosoltanto
di
49. Ed
e
essa
si manifesta
ancora
impresedi
S"m
di Rustem
sappiamo
di nel Libro dei Re quanto quelle tutte che Kerec"cpa" S"m) sono
LA
POESIA
EPICA
33
fra loro e per" anche dispersamente narrate qna e l" lungo indipendenti Sono avventure il racconto dell'epopea. nulla di ma grandi e strepitose, la cui vita e per" molto somiglianoalle dodici fatiche di Ercole, con pi", ha non piccola ed errabonda la vita di Rustem. avventurosa somiglianza Per" noi
possiamragionevolmente supporre
sua a quei tempi origine, ancora
che tutto questo ciclo deve pi" antichi in cui l'epopea modo che
un
i racconti degliaedi grecidurarono fra loro tempo, secondo molti critici, fmch" poi alcuno li riun", allo stesso modo che l'Edda pi" indipendenti " antica, quale ci " pervenuta, dei
ancora una
scuno ciadisgiunti,
qualipu"
questo gran
racconto
ciclo dovette
epicoe trovarvi
anche naturale, poi,come altri nella tela del con incorporarsi gli gran adeguatoposto; ma del come e del perch" di
tardi
cotesto, diremo in altro luogo. il ciclo della guerra coi Turani " 50. Al contrario,
e
pi"compatto in
concetto
e
s"
mostra
di
esser
tutto
un
racconto
con
unit"
grande di
tento, d'in-
anche coi molti ampliae sorto tutto d'un tratto, menti Perch" abbraccia unicamente la gran esso poi. Irani coi Turani, nata gi"dalle discordie dei figli del re Fr"d"n, guerra degli Min"cihr ebbe vendicata la morte allorquando acquetataper un momento ridestata al tempo che Afr"sy"baccamp" Erag'sugliempi fratricidi, sul trono dell'Iran e continuata poi con suoi diritti furore al implacabile K"vus di di tradimento ebbe ucciso re e Khnsrev, quando Afr"sy"b a tempo finch" d i del ebbe non figlio K"vus, poi Khnsrev,figlio tradito, Siy"vish, si vede che sparso sangue tratto a morte l'uccisore del padre suo. Donde " la cagione della implacata che si fa per quella guerra, e la guerra, come iraniche con vocabolo che " sinosuolsi denotare nelle lingue nimo vendicarlo, di vendetta,atto veramente e acconcio a designarla sua intima di " condotta e accanita natura. Eppure,questa guerra e feroce, vendetta, da ambe le particon alto sentimento d'onore e con un fare un guidata che assai contrastano col fare del ciclo antecedente, laddove cavalleresco, l'una ogni guerra sembra essere una scorreria di ladroni. Perch" gii eroi dele dell'altraparte vengono sovente fra loro a trattative, e osservano le leggi ai morti nemici,che hanno combattuto da e anche dell'onore, valorosi per illoro re, danno onorevole sepoltura. " che il Questo segno ciclo appartiene anche a pi" recente et", et" pi" cavalleresca e gentile,
come
di
abbiam
fatto
precedere.
la 51. Questo ciclo " tutto per la gloria dei G"derzidi e di Khusrev. Ora, d ei G"derzidi citt" della di Ispahane discendeva da K"veh, era famiglia che
e ne
il fabbro
vedremo, appunto
erano
3
nella guerra contro Dah"k, come innanzi di Keshv"d, al tempo della guerra coi Turani, G"derz, figlio
era
aiut" Fr"d"n
il
nome.
segnalati per
"
CAPITOLO
oriMO
di
una
di figlia
s'intende per un da Afr"fu fatto uccidere per falsisospetti Siy"vish dei Re che allorquando dall'ira ingiusta del trovato un rifugio sy"b, ["resso il quale egli aveva che vecchio G"derz nel Turan avvert" il un prodigioso genitore, sogno viveva
poi essi dovessero aver tanta parte nella gran guerra, nel Libro che soli li riguarda. fatto particolare Leggesi
dell'infelice figlio
diritto di successione
per"bisognava ricondurre
di reale. Ghrv allora,figlio rampollo della stirpe errando, quell'ultimo ritrov" Khusrev e dopo sette anni lo G"derz, and" a rintracciare il perduto nella presenza di re stenti e dal Turan, fra mille pericoli, e lo condusse K"vus. dubbio anche la di dubbio Nacque nell'Iran qualche fu ben tosto fatto lacere
non
solo da manifesti
spada la
una
toccato
l'onore
nere visione divina,per necessit" si trovaron impegnatia sostebench" nato di visione la e la veracit" di quella legittimit"Khusrev,
poi il dovere di vendicar la morte i G"derzidi,per questo stesso loro impegno d'onore, del tradito Siy"vish, re, e nella lunga accorsero primie volenterosi al richiamo del loro giovane diedero inaudite da altri capitani, guerra, sebbene condotta in principio L"den di di o Peshen, tutti caddei'o prove di valore. Anzi, nella battaglia dere combattendo, restando soli il vecchio G"derz, Gh"v e Bizhen, per riprenbreve La trascorsa rinnovar la le armi e quale, guerra. poco dopo tregua,fu ricominciata con rinnovato ardore sotto la guida di G"derz, detta degliundici campioni, rest" sospesa quando, nella battaglia e fra i quali di altrettanti irani, turani caddero sotto i colpi undici principi
e
cresciuto in terra
straniera. Sentito
la morte
in combattimenlo
singolare.
52. Ma
non ancora
se
la
lunghissima guerra
per
che d"
una
fece una Rustem Siy"vish, per il primo,che ne fu il balio, scorreria nel Turan laddove distrusse campi e citt" impetuosae selvaggia di Afr"sy"b, il giovinetto Surkheh, figlio uccise miseramente cadutogli e Rustem nel Turan invasione di Ma nelle mani. perch" questa prigioniero fu condotta
senza
arte militare
fu
non corruccio,
approd"
veramente
Khusrev
fu condotto guerra fu
con nell'Iran,
arte
maggiore
ripresae guidata, per ordine di Fei'"burz, poi da G"derz; eppure, anche questa volta,l'eflettomanc". Del morale effetto tutta la ragione" ripostanella convenienza qual mancato di Siy"vish non la doverosa vendetta della morte di far eseguire gi" da
persone
estranee
al
suo
sangue,
ma
dallo stesso
di figlio
lui.E
finch" per",
LA
POESIA
EPICA
35
Kl"usrev
da
una
parte
mai
e
toccher"
alle Afr"sy"bdall'altrasi resteranno tranquilli il tere combatlor capitani a combattere, lungo in campo il figlio fine.Scenda al suo dell'ucciso,
e
mano
padre,uccidendo lo stesso dramma autor del delitto, e il gran guerrierosar" finito. re straniero, degliundici campioni or Tutto ci" appunto fa Khusrev dopo la battaglia
compia eglistesso
di
sua
la vendetta del
ora
e ricordata,
niun'altra residenza,
cosa
fuorch" attendere in pace il fine della sua carriera rimane ricevuta da Dio rivelazione della sua vicina salita al cielo mortale. Perch", da fare in terra al
suo
le
sue
alcuni
settentrionali e in una regioni dai loro occhi. A questopunto termina il secondo ciclo. sparisce da Gushl"sp 53. Abbiam detto che nel terzo ciclo, qualeprende il nome sebbene con altri si trovano e rifatte, suo e da figlio, ripetute Isfendy"r
commossi,
molte intendimenti,
cose
la venuta del profeta Zertogliamo le avventure di la guerra coi Turani che pareva finita dusht (il Zoroastro degliAntichi), la morte di Afr"sy"be l'ascensione di re Khusrev al cielo, con qui per altre tocca la vita e le si ripiglia, e tutta la parteche e per altrimodi ragioni ridice e rifa lutto ci" che nel primo ciclo fu detto di imprese di Isfendy"r, Uustem; anzi, di Paistem stesso, Isfendy"r" dichiarato emulo e quasi aperto nemico. E non solo queste cose, ma anche altre molte trovansi in questo ciclo che apertamente contraddicono a ci" che trovasi neglialtri due; tra le qualiviene innanzi per la prima la non diretta discendenza di a Khusrev,dagliantichi re. Perch" Lohr"sp apparLohr"spche successe tiene dei Kay. Mentre poi nei due primi laterale della famiglia ad un ramo Perla citt"d'istakhar (forse cicli la sede degliantichi re era detta essere " trasportata in questo essa nella Persia propriamente delta, a sepoli), nella parte pi" orientale dell'Iran. Quef grado poi Balkh,nella Battriana, stato esser di gran guardianodelle frontiere del regno che sopra vedemmo trovasi dato dei principi del Segest"n, di Rustem specialmente, ora proprio bench" Rustem morto e poi ad Isfendy"r, Zer"r, a Zerir fratellodi Gushl"sp sia
ancora
due
E veramente, primi.
se
vivente
abiti tuttora
e
il
suo
castello.Ancora; l'uccisione di
della gran furono le cagioni poi quelladi Siy"vish guerra coi Turani,e perch" dovevasi vendicar sparso sangue, gi" sopra abbiam notato come ilnome onde dagli Irani si designala guerra, significhi da la guerra coi Turani nasce propriamente vendetta. Qui, al contrario, la differenze religiose, del Turan, si ricusa di accoglier re perch" Argi"sp, che Zerdusht ha recata in terra, e per" prende le armi e nuova religione di Fr"d"n Erag'figlio riduce alla distretta lo stesso
morte
ancora eroe
re
vinto
messo
da
fede. La
qualesar"
quella
che Segest"n,
36
CAPITOLO
OLINTO
anzi dichiarato devozione, qui " detto avversario della religione, tale che " dato alle arti degli come apertamente idolatra e dipinto incantesimi e della magia. I re del Turan poi che nei due cicliantecedenti detti discendere dall'antico Tur, uno dei tre figli del re Fr"d"n, ora sono fedelt"
e
di
si dicono
del
Peghu,segno
evidente
che la tradizione
perduta la
sua
traccia.
trovare
nella assai
pi"tarda
et"
i tempi
di pensare si erano lievemente mutati. Perch", non di Gusht"sp oltre le avventure in Grecia che portano il segno di assai pi" in alcune anche inetrecente et",iltrovarsi tamente, e rifatte, questo ciclo ripetute
e
i modi
di vedere
indica naturalmente e troppo degli altri due cicli, che quando questo ciclo si compose, da lungo tempo gli chiaramente altri due dovevano stati composti,e dovevano essersi mutate molte cose esser
cose
molte
per sentir necessit" di rifare con altri intendimenti ci" che gi" era stato fatto. Crediamo appunto questo ciclo fa della guerra pertantoche, come coi Turani una di vendetta, idee e opinioni giose relinon guerra di religione, in soltanto, alla presieduto
sua
contrasto
con
idee
composizione.E
certamente
che non tutta questa parte dell'epopea ispir" della prima. E notisi intanto che l'originalit" ciclo si fanno discendere
pi"
n" la freschezza
n"
il Peghu, dal
il bel Segest"n, nuova segui paese anche il re Lohr"sp allorquando, stanco di regnare, design" suo cessore sucper Pensiamo Gusht"sp e si ritrasse in un tempio a far vita religiosa. dei due primi ciclie la composizionedi adunque che tra la composizione di idee religiose, stia un vero e profondo rivolgimento quando, allorquest'ultimo di Rustem, accolse la
e costume religione,
primisi convertirono
il
buddhistico
vi fu lotta tra buddhistica, religione volle entrare nel battagliero questa e quelladi Zoroastro. Allora,anche l'epopea eroi fossero di gran lungapassati, i tempi degli e sebbene arringo, i pi" antichi, almeno immagin" deglieroi del Segest"nche sono quelli di contro il campione della fosse vivo per mettergli che Piustem ancora Anzi ci" che di Rustem si narra nel primo ciclo, si nuova fede,Isfendy"r. anche le trovansi sette avventure nuovo qui ripetequi per'il eroe, perch" incontr" sulla in che Rustem alle sette avventure di Isfendy"r tutto eguali bella veramente, via del M"zender"n. non Isfendy"r, adunque, " una copia, " inferiore agli altri cicli di Rustem, e il ciclo a cui egliappartiene, anche nell'arte
con
cui fu architettato
messo
insieme. Ma
perch" non
potevasi epopea comportare che due eroi si trovassero nella medesima che l'uno intendimenti fra anzi senza con loro, opposti, eguali immaginati inlesero che a i compositori ciclo ad altro non del nuovo vincesse l'altro,
LA
POESIA
EPICA
37
mostrare
perdutoe dannato
nuova
Rustem tenzone; nella qualea principio Ma ilvecchio costretto a ritirarsidal campo. lasciarsi vincere mitico
cresceva
al loro valore,vengono a singoiar onde ben tosto vedesi ha la peggio, che non vuol eroe glorioso del S"murgh,l'antico e consiglio
e con un ramo
da
un
giovinetto, per
sua mar
casa,
di terebinto che
un
di
dardo
fatale.
spiccher" quelramo, sar" perduto nell'altravita;ma perch" appunto Rustem esiter" un non da quellodipendonola sorte e la vita d'Isfendy"r, vittoria.Cosi,con s" stesso, purch"egliabbia la sua momento a perdere ferisce il suo avversario quel dardo,al rinnovarsi del combattimento,egli dei di questo che poco stante ne muore. compositori Ma, nel pensiero invece ha la " rimasta a Rustem, Isfendy"r se la vittoria delle armi ciclo,
Chi dei martiri della fede di Zoroastro e tocca vittoria assai maggiore, gloria di poco sopravvive infatti, a perch"Rustem " dannato per sempre. Egli, tradito dal fratelloShegh"d, segnando questa ultima sua impresa,e muore la sua morte il fine della parteveramente con epicadel Libro dei Re. che in 55. Gi" di sopra abbiam detto questo terzo ciclo si trovano che non due parti risguardano punto n" Rustem n" Isfendy"r, comprese di Gusht"sp in la venuta di Zerdusht profeta e le avventure e queste sono le altre parti di questo Grecia. Ora, l'uno e l'altrofatto appartengono, come Perch" appar manifesto che prima alla pi" tarda et" dell'epopea. ciclo, della sua legge indubbiamente della venuta di Zerdusht e della promulgazione (fatto l'antico rato racconto epicoera gi" stato trovato, lavotutto storico) che tanto va d'accordo col Libro anche l'Avesta, e composto; onde dei Re, pone la venuta di Zarathustra (cio" Zerdusht)dopo tutta la serie nella gran guerra coi Turani,cio" al tempo dei re che hanno combattuto che " il Gusht"sp di Firdnsi. N" appartengono a meno tarda di re Y"st"cpa anche lasciando ci" che di Gusht"spin Grecia; perch", et" le avventure la scena dei suoi amori l'aver fu aggiuntaposteriore, posto a Costantinopoli ha ilfare genuino dell'antica tutta questa parte di racconto non giovanili, del romanzo col tono e con gli d'amore; atteggiamenti procede epopea, ma Anche abbiam detto tutti sanno, si svolgedall'epopea. come e il romanzo, in Persia dai sold'amore fu udito raccontare dati avanti che questo romanzo che i di Alessandro Magno; ci" che vuol dire,se non c'inganniamo, da beUi dell'antica passati un pezzo se gi" un tempi pi" epopea erano
,
romanzo
d'amore
era
potuto
nascere
farsi
Ma popolare.
di ci" si dir"
della poesia romanzesca. capitolo dei qualicrediamo, per i cicli dell'epopea, 56. Questi,pertanto, sono dichiarata la maggiore o minore ci" che si " detto, di aver bastantemente Troviamo tuttavia che antichit" e quale ne sia la reciproca dipendenza. alcuni racconti speciali, qualinon hanno stretto legame con la restante di essi ; n" vi poteronoentrare,forse entrano in nessuno non narrazione,
pi"
lungo nel
38
CAPITOLO
QUINTO
natura che essi hanno. Questa loro natura speciale accemia per una speciale che dovettero alla pi" antica mitologia, indubbiamente a quella, portar
con
s"
quando gi'Irani
era come
ed nell'Iran,
e
racconto magnifico
della epico
non
guerra
vi
dei Turani
nacque
si
di un parte organicae di gran lunga anteriore. Per" essi restarono qua e l" come di una mitologia a caso lungo il racconto epico;e se alcuni vi hanno preso un posto gettati altriinvece vi restarono come staccati e di poco momento. episodi cospicuo, del re Gemshid che ebbe 57. Primo noteremo fra questi racconti quello adorare come Dio, perdetteil regno regno felice e poi,perch"volle fai'si maest" reale. Anche nell'Avesla ricordasi il meravigliosomito e la e la ebbe pronunciatala parolamenzognera, caduta del misero re, appena egli da quello nel quale Ahura Mazd" l'aveva posto.Ora, " noto stato di felicit" che l'iranico Gemshid pur sempre
o
Yima
Khsha"ta,
come
l'Avesta
morisse, e
che Indiani che fu ilprimo uomo degli fatto j)0i, dalla tradizione per" migr" nelle regionidei beati, al mitico Yama morti.
e
re dei posteriore,
di
della mitodei miti pi" antichi e pi" comuni logia uno Dah"k, indubbiamente sebbene sia da sospettare che,quale esso " trattato indo-europea, vi si nel Libro dei De, qualcheelemento storico, come pensa lo Spiegel, abbiam il Libro dei Re ci dice essere sia infiltrato.Perch", come visto,
stato
Dah"k
un ma
abbattuto
o
da
FrcM"n
non
incatenato che
nel
un
Dem"vend;
serpente da
Azhi-dah"ka
riconosce
Mainyu, abbattuto poi da Tlira"a tuttiqueipersonaggi mitici, taona; e Thra"taona per tal via si ricongiunge di uccisori di mostri,da Indra a Vritra e Namuci nel Rigveda ai miti greci
tre teste,creatura
di Aura
Apolloe
e
navo del serpente Pitone, di Ercole e del cane Ortro,al mito scandiSifrido Fafnir. Ma di uccisore del dragone germanico Sigurdh o
dell'antico mito
trovansi,a
nostro
forme
e
nel Libro
dei
eroi del
che anche
di
anteriore mitologia
dragone sul fiume Keshef per mano di S"m, e la liberazione del giovaneD"zhen, di Afr"sy"b e che Afr"sy"b aveva che era stato rapitodalla bella figlia la clava rinchiuso in un orrido speco guardatodagliincanti dei Devi ; ma Nel qualracconto, uno di Rustem e liber" il prigioniero. ruppe gl'incanti elementi dell'antico dei pi" belli e commoventi di Firdusi, tuttis'incontrano gli riscatta (pialche mito indo-europeo, secondo il quale un eroe cosa che gli" stata rapitae nascosta lontana,per lo pi" in una cara caverna, E l'uccisore. l'ha di clava e riavuta,a colj)i veggasi punisce poi,come
pot" entrar
destramente
infiltrarsi. Diciamo
dell'uccisione del
intorno
di Caco.
4-0
CAPITOLO
QUINTO
della Cina,che " quanto dire ai tempi del Medio e l'Imperatore tinopoli Evo persiano, quando appunto i Sassanidi pensarono a riordinare la storia N" si pu" opporre che nelI'Avesta si trovano tre nomi : dell'impero. del re Cairima, Tura e Airyu, che corrispondono ai tre nomi dei figli Fr"d"n: Salm, Tur ed Erag',del Libro dei Re; perch" quei nomi non
designanoveramente
alcun
personaggio,ma
sembrano
esser
piuttosto
d'un figli
n" l'Avesta dice che per essi s'intendono nomi di tre regioni, del regno e alle discordie che ne re, e quanto alla spartizione
esso
ne
tre
vennero
poi,
i ricompositori serba assoluto silenzio. Ma, per questo evidente artif"cio, del Libro dei He
al tempo dei Sassanidi poterono ricongiungere iDellamente all'antico mito di Fr"d"n e di Dah"k la gran guerra coi Turani;
e
trovato per",
prenderele mosse,
essa
il racconto
procede libero
e
ed sciolto,
ha il
suo
primo
mento mo-
che di
di morte punisce
e
uccisori di gli
Erag',
tocca il suo
e
punto
Qob"d, al tempo di K"vus e di Khusrev pi" alto,trattandosi della vendetta del tradito Siy"vish,
guerra di
ai tempi di Gusht"sp. religione 61. Con quest'arte e per tali espedienti, questo gran ciclo doveva cosi formar l'unit", d el Al contrario, se pu" dirsi, racconto epico. quello antico in di avventure e meno cate, stacs", perch" composto compatto pi" dei Devi e deglieroi del Segest"n, guato adenon pot" trovar veramente diventa essendo staccati posto nel l'acconto. Perci" appunto, anche perch", fu smembrato si poteva smembrare, esso menti i suoi racconti, e i suoi fram-
finalmente
allogati qua
contro
l"
come
di Z"l sotto il regno di Min"cihr;e la storia d'amore per via d'episodi, e di R"d"beh, dai qualipoi nacque Rustem, e le prime giovanili imprese di questo eroe,
aveva sono
esso
Min"cihr
gi"punitigliuccisori
sette avventure
Erag' e
tace per
Turani;e le
di Rustem
momento
la
sua
trista avventura
col
tuttiracconti staccati che, come stanno Sohr"b, sono figlio del stare anche altrove. Anche l'episodio sono, potrebbero
Akv"n
al
tempo di Kliusrcv
Firdusi mostra di
non
ha alcun
legame col
lo stesso
dell'aver trovato quest'episodio strano che meravigliarsi il perch". E basti cotesto per Io interrompe per poco, n" se ne conosce ricordar qui tutte le vogliam di nuovo provar ci" che diciamo,poich"non l'epopea persiana. imprese che di Rustem registra i cantori epici, 62. Ma i ricompositori, certamente o se non essi, presto che la gran guerra coi Turani, nella quale 0 tardi dovettero accorgersi l'onore di tutta quanta la nazione era impegnato e alla quale era dato il posto pi" cospicuonel racconto, male poteva stare pur stato che senza
che
braccio. Ma
vole vi portasseil valefra glialtri, primeggia entra non perch"nella grande azione egli
LA
POESIA
EPICA
il
cos" eglivi ad altro ciclo, delle cose, appartenendo per la natura e ragion Irani ridotti dai sono fu fatto partecipare artificialmente; per",quando g"' Turani molto
a
mal
punto, e
e suo
cotesto
non
di rado
avviene,il re dell'Iran
e
con
affanno
sollecitudine manda
ad invitar Paistem
prima. nel corso della poche volte si ripete si potrebbemai intendere perch" non narrazione;che se cosi non fosse, al suo castello quando tutti mai il pi" grande eroe si rimanga tranquillo altri eroi dell'Iran, battere non uno eccettuato, stanno per anni e anni a comgli Paistem in terra straniera. Ai tempipoidi Lohr"spe di Gusht"sp, alieno dalla corte, e lo stesso re Gusht"sp anche maggiormente si mostra
Tutto ci" " artificioevidente che
non
gliozi del
nota
cotesto
non
con
aperto rincrescimento.
l'azione di Rustem di altra natura,
e
La
qual
cosa,
nostro
vedere,
altro
che significa
e a
ad appartiene
sua
altro ordine di
avvenimenti fin
tempi
che, se la
vita fu
prolungata
antico eroe,
contrapporrea lui, che " Isfendy"r, l'eroe novello della religione e della fede,
e
l'intento manifesto
di
esaltare sul testimone di tempi pi" antichi quale pur bisognava per sempre. 63. Con
passati
fu disposto e adunque e con questi accorgimenti quest'arte nel che a l modo ordinato il vecchio racconto iranica, quale, dell'epopea in gran fece la storia, s i abbiam romanzo resa conosciuto, seguire sopra Arsacidi e dei Sassanidi. Cos" Firdusi, cjuando parte,di Alessandro, degli tutto quanto l'ordito disposto venne, trov" gi"preparato e acconciamente del
suo
gran
poema.
4,
Firdusi.
64. Se il Libro
stesso
modo
incominciato
da lui composto allo di Firdusi,fosse poema Pie, fu composta dal Tasso, noi avremmo che la Gerusalemme iranica dalla narrazione questo discorso intorno all'epopea dei
saremmo
discesi
dire
sua dell'opera
l'arte del-
Ma poich" esso, secondo quelloche altrove abbiam comporla. cos", a detto,appartiene quella classe di epopee che diconsi nazionali, abbiam cercato di far conoscere nei paragrafi qual fosse il precedenti, e quali lavor"o della nazione che prepar"e disposequella materia epica, nel elementi farne parte.Ora " d'uopo trattar della persona, il magnificoracconto. alla qualefu dato in sorte di vestir di forma poetica vi
sono
entrati
fatto
conoscere
una
tra il nono
potente e concorde
questa opposizione,
il nascere della che cacci"
di straniero. A
nata
sua
letteratura
l'uso della
bella
linguamoderna
di
42
CAI-ITOLO
Anche
abbiam
visto che
antiche del paese, onde dell'antico Libro dei He furono ricercati con ardore, ben tosto gli esemplari dei Sassanidi, s'avvisarono di far ricomporre l'opera seguitando principi, antiche storie, che la linguadiversa e la nella nuova lingua quelle inaccessibiliai pi". di Lays della casa forma vieta rendevano Yaqiibfiglio 205 nel d. E. d. sia che mor" stato il primo che dei Saff"ridi, (878 C), pare porre dopo la caduta dei Sassanidi e la conquistadegliArabi pens" a far ricoml'arte che fa forse,a quel libro mancava quel libro. Ma perch",
e
nazionale richiam"
vollero dare al poeta le opere, " S"m"nidi, succeduti ai Saff"ridi, di versegla commissione Deqiqi, gi" da noi conosciuto fra i poetilirici, giare durature il Libro dei Ile. Una
sua nell'opera
morte
quand'egliaveva
non
pot"toccare
n"
e
Mahm"d abbiam
della
quando ebbe terminate le Egli, pur tenuto parola. volse l'animo volentieri alle opere della pace, ed emulando conquiste,
suoi
sua
i S"m"nidi
raccolse alla
accordata alle lettere, nella protezione come predecessori anche di far del si corte il fiore dei poeti pens" tempo,
cerc" e raccolse il Libro dei Ile.Da principio ne ricomporre e verseggiare Khor F"r"z,discendente del gran re Chosroe, dicesi che da un i libri, e fosse del Kirm"n di storie, ricevesse un volume e che da un gli principe di nome Azer Berzin,che da altro discendente dei Sassanidi, mandato un storie antiche,e che quell'Az"dServ di lungo tempo andava raccogliendo abbiam tenuto cui sopra, in questo stesso capitolo, gli facesse parola, ci" ch'egli adunque conoscere sapeva della morte di Lustem. A Mahm"d
non
restava
che di trovare
il poeta che
al
ma glorioso,
ciascuno
come
una
della questo fine sette poeti storia da verseggiare, e dicesi che Unsuri, che
con
gi"conosciamo
e
la storia di
Rustem
ma
Sohr"b.
se ne
Unsuri
dar la commissione, lui pertanto volle Mahm"d l'amico suo Firdusi scherm" e fece conoscere al principe
A
era
come
quelloche
veramente
atto alla
che l'incarico appunto, Firdusi era giuntoa Ghasna. Altri dice,al contrario, di ricomporre il Libro dei Le fu dato ad Asadi che noi gi"conosciamo la vecchia et", di contrasti, che Asadi, scusandosi con autor ma come stato additasse a Mahm"d l'ancor giovane Firdusi,del quale egli era in poesia. maestro di Fakhr ud-din Ahmed, nacque 67. Ab" '1-Q"sim Mans"r Firdusi, figlio nel 329 d. E. (940 d. C.)in un piccolo villaggio presso T"s nel Khorassan; onde gli sarebbe fosse di condizione giardiniere, e dicesi che il padre suo venuto il nome di Firdusi che appunto accennerebbe a quella condizione; secondo vedremo altri questo nome, innanzi,sareblie soprannome come dal principe Mahm"d, o assunto da lui stesso, secondo poeticodatogli
LA
POESIA
EIMCA
43
e fu discepolo d'allora. Ebbe dal padre educazione perfetta, poeti Avvenne poi la morte di Decpqi intorno di Asadi di T"s nell'arte poetica. essendo ancor ventenne, al 349 d. E. (960 d. C); e pare che fin d'allora, Libro dei Re. il di l'ardito stesso, Egli disegno egli comporre concepisse dice che con stento grande,e soltanto per nella introduzione al poema, dell'antico libro generoso animo di un suo amico,pot" avere un esemplare ficolt" d i intanto dei tumulti e degli e vi parla scompigli quel tempo e delle difMa poi,spronato da quell'amico di trovare un principe protettore. storie antiche, alcuna di quelle e la lode cominci" a verseggiare suo, egli diede l'accesso fino che si acquist" con quelladi Fr"d"n e di Dah"k, gli del Khorassan,che l'esort" con ardore a proseguir ad Ab" Mans"r, prefetto
l'uso dei
che per il Di Ab" Mans"r incominciata con tanto onore. ancora l'opera belle lodi duzione nell'introl e del poeta, leggonsi pi" primo indovin" l'ingegno del poema
stesso.
intanto la fama che Mahm"d cercava un poeta; e allora Spargevasi il merito di Firdusi, lo sollecitarono a recarsi che conoscevano tutti quelli Firdusi allora parti da T"s, e raccontasi conoscere. a Ghasna per farglisi nelle vicinanze di un che al suo primo entrare nella gran citt", albergo s'imbattesse in si era condotto a passar la notte, laddove egli un giardino, che Vedendo Firdusi si di in tre poeti corte. accostava, deliberarono essi che che in loro compagnia ninno si accoglieva di allontanarlo dicendogli
68.
mente. poeta.Anche il vostro servitore " un poeta ! disse egliingenuacol tristo disegno di confonderlo e di pigliarsi giuoco Quelli allora, di lui, un verso dopo che ciascuno di essi, gli proposero d'improvvisare improvvisatouno. Accolta da lui la proposta,gli per turno, ne avrebbe tuttigi"noti a noi tra i poeti altri tre che erano Unsuri, Farrukhi e Asgedi, rima (che era tre versi, uno lirici, improvvisarono per ciascuno,con una da ritrovare; in shen)difficilissima e pensavano che,dopo tre rime in shen, lasciatiliimprovvisa l'incognito poeta non avrebbe trovato la quarta. Ma Firdusi, la sua volta, un senza improvvis" quando venne punto esitare,
non
fosse
verso
che nel
senso
si accordava
con
i tre
e precedenti
ricordava di
erano
intanto
le prove
di valore di
Peshen, col
nell'ordine
Come
la
guanciatua
splende;
; guancia
Passa
Farrukhi:
Firdusi:
a giardin pari
Rosa
non
" in
tua
Come
in
Restarono
taglia i tre malaccorti che non meravigliati sapevan nulla della batd" Gh"v, e per",a loro maggior confusione,dovettero domandarne notizia a Firdusi che loro la narr", poililasci" dolenti della loro presunzione. alla presenza 69. Ma Firdusi, prima ch'egli potesseessere ammesso che del principe, dovette superare molti ostacoli, cortigiani perch"i poeti
44
CAPITOLO
QUINTO
gi" ne
a
avevano
indovinato
ad
alcuni,un
di Firdusi,di
M"hek, present"
saggio del suo volendo e altridice cheto stesso Unsuri lo introdusse da Malimiid, poetare; ebbe dal principe la comal merito di lui, come far giustizia missione e che poi, il Libro dei Re, ricusandolo modestamente, indicasse di verseggiare della di sia Firdusi come ilsolo degno grande impresa.Comunque " certo che Mahm"d, alla lettura dei versi del nuovo vigliato, ci", poeta,rest" merala storia di lliistem
d'Isfendy"r,
come
si dice
tu
che, dando
sei veramente
giorno:Ma
all'altro significato per tal modo Entrato per tal che in persiano vuol dire il paradisiaco. Firdusi!
"
alludendo
un giorno,tutti i Mahm"d, Firdusi ricevette da lui, libri gi" fatti raccogliere delle storie antiche, convenuto prima che egli d'oro per ognidistico che avrebbe composto. avrebbe ricevuto una moneta il giardino, Gli fu assegnata e contano, racuna come piccolacasa in un giardino, di tigri di eroi, di leoni, di figure e d'elefanti, tutto popolato era la fantasia del poeta, che,pervenuto cosi al fine de' suoi perch"movessero desideri,si raccolse in quella solitudine per attendere al gran lavoro. Facevagli compagnia un giovane paggioche di quando in quando toccava con mano
maestra
le corde di
un
liuto
gliporgeva
da bere.
nel cospetto di tratto in tratto i suoi canti a Mahm"d 70. Firdusi leggeva della corte radunata, e certe miniature dei manoscritti del suo poema
appunto
sta ad ascoltare ; che seduto in trono rappresentanoMahm"d il siede in basso con le stanno attorno in ampio giro i cortigiani, e poeta si stanno suonatori di liuto di rimpetto carte sopra un leggio, sue mentre tura. danzatrici che coi suoni e coi gesti e leggiadre quellaletaccompagnano Cosi Firdusi seguit" per molti anni,finch" nel 400 d. E. (1009 d. C.) finiil suo Libro dei Re, in persiano S"i"h-ndmeh, con questiversi : egli
Mi loder"
al
suo
fin,del
verso
mio
"\" io morr"
pi" mai, ch'io son pur vivo, di mia parola. il seme gittai
la coscienza
del
fatto dire, a
met"
del
poema,
a parlando
monumento
Mole cadendo
va
nel mondo.
Ogni superba
da
Tal monumento Da
non pioggie
0 per la piova; col verso mio ma E il legger" abbia nel core chiunque Di
senno un
avr",non
su
procelle.
germe.
Passeranno
le et"
libro, ipiesto
l'animo lo stesso dei samente divercortigiani Mahm"d, che prima
anzi riguardo;
LA
POESIA
EPICA
45
ora
era
grande ammirazione,
mostravasi
freddo
verso
bench" sempre si compiacessedelie sue letture.Dei e poco sollecito, suoi caldi ammiratori ; di alcuni gii erano avversi,altri erano cortigiani, di lui di denari ; quelli, alcuni anche lo soccorrevano ed erano poeti di questi venivano spargendo sul conto suo calunnie velenose, corte quasitutti, settario celebrato con soverchio ardore gli dicendo ch'egli era per aver ministro il del principe, eroi dell'antica religione, e Ilasan istigavano Firdusi non l'aveva punto Maymendi,gi"cruccioso contro di Firdusi perch"
Anzi,Ilasan Aiaymendi,che pure doveva di ogni cosa spesso lo lasciava mancar trista in verit", necessaria. A questa sua accenna condizione, qua e l" del chiaramente Firdusi nel corso non tanto per" quanto nei poema,
come lodato,
nel altri,
suo
giusta
sereno
Sua parteor tocca, ch'egli ognor, Dell'alma e liberal, mia l'opera Che bella procedeva, ebbesi lliis"vnQot"yb "
ancor cara.
Trascrivendo venian. Da
A
e assiso, riguardarli
io lungi
stava
detto avresti
de' generosi,
(Jnalnon si tolse mai di me un sol detto per merc" condotto er'ioperqnelli. ! " era la mia Senza premio Altro che un ": Bene hai fatto donar. Vesti da lui
Ch'uom Parte assegnata, e il vigor mio, per quello Ebbimi e cibo ed oro e argento,e moto Ebbi alle mani e a' pie. " Bene hai fatto! ", scemavasi frattanto Per lui non ebbi
E si
Ma perdea.
chiusi
erano
i cofani
Di catastio
o di tributi d'imposte Alcun gravame, e qual dentro a una coltrice io Ravvolgermi poteicon cor tranquillo.
gli present"l'intero volume del poema, di calda ammirazione, comand" ilsultano Mahm"d, in un momento che tolte seco sesglifosse donato un elefante carico d'oro. Ma il ministro, santamila distici i del mand" monete le d'argento, quantierano poema, Firdusi che allora per caso trovavasi ad un a pubblicobagno. Firdusi, sclamando che eglinon fatica cos" grande per essere aveva sopportato
Eppure,quando
Firdusi
tra chi li aveva il e d'argento, poi rimunerato con monete portati, venditor di birra, i denari del principe. e un giovinetto, bagnaiuolo sparti Preso un bicchiere e vuotatolo rapidamente, gridando che tutto il lungo fruttato bicchier lavoro gli di birra un aveva soltanto, gett"nel grembo
del garzone che lo guardava stupito, quellaparte dei denari. 73. Si sdegn" Mahm"d ma quando seppe l'opera rea del ministro,
si lasci" vincere dalle calunnie insidiose di
e ilmisero lui,
poi
poeta, accusato
un
di eresia, fu condannato
ad
essere
sotto calpestato
piedi di
elefante.
udita la terribile sentenza, ritorn" in corte, e l",attendendo in Firdusi, che l" il di doveva un giardino principe appunto passare, improvvis" alcuni versi in dusi, FirMahnn"d, tocco nel cuore, gli perdon"; ma ben comprendendo che egli omai non poteva pi"irestare in corte.
sua
lode.
40
C.Al'ITOLO
nriNTO
medesima notte, consegnata ad Ay"z, favorito del principe, una quella Mahm"d v enti da da a lettera suggellata consegnarsi giorni, passali parti in
Lungo la via lo raggiunse in denaro. clie da parie di Ay"z gli recava coi'i'iere qualche soccorso un conosciamo il suo viaggiodel quale non alcun partiCosi il poeta seguit" colare, forse quello avventura d'una lepida e della generosa ospitase non lit" c itt" ebbe in Khan Lengi"n, a due giornate da|Ispahan, piccola ch'egli Ahmed d" che il lungo da quel governatore era un figlio Muhammed; ma
Ghasna solo solo, senza
recar con
nulla
s".
si riferisce
un
questa
manoscritto
ci sembra assolutaalla lettura che ne abbiam fatta, mente Britannico, Intanto,egligiungeva a Bagdad, laddove fu accolto con apocrifo. dal Califfo allora regnante, Al-Q"dir Bill"hi, e laddove grandissimoonore della poi,anche per assicurare il novello protettore
sua
fede di credente
il soggetto dal Corano, un compose per lui,togliendone poemetto intorno alla storia di Y"suf e di Zalikha. Il poemetto " pur giunto che tratter" della poesia fino a noi, e di esso si far" parolanel capitolo
maomettano,
romanzesca.
teneva consegnataad Ay"z, conterribile della Mahm"d invettiva di e una contro violenta, quale, Come lesse tradotta. alcuna daremo quei versi, parte nell'appendice, Mahm"d fu preso da subito furore,e risaputoche il poeta era presso il Ma il scrisse al Califfo perch"dovesse rimandarglielo senza Califfo, indugi. che pur sejjpe rintuzzar l'ira di Mahm"d nobile signore, con una risposta Firdusi il ritener e atto non arguta, vedendo che era pericolo generoso la al l'abbandonarlo nelle mani del suo nemico, consigli" poeta fuga;e il da Bagdad, soggiorn" misero poeta,partitosi qualche tempo ad Ahv"z, indi pass"nel Kohist"n, provincia. presso N"sir Lak, governatore di quella del suo Era N"sir Lak un antico amico suo e caldo ammiratore ingegno; mand" incontro alcuni onde, non appena egliseppe della sua veimta, gli Gi" in suoi famigliari onore. Firdusi, ospitato casa di N"sir Lak, per fargli di comporre altro lavoro per e gi"vi poneva mano, concepivail disegno,
74. Ma
la lettera
eternar
la memoria
del Ma
quella di Mahm"d.
nelle mani scrivere al sultano
all'infamia
egliebbe
i versi che
una
il
la promessa di con composti, poeta gi" aveva la li lettera per rimproverargli sua ingiustizia,
una
lontana speranza che ranimo lasciato il Kohist"n, si ridusse a T"s, di Mahm"d si fosse mutato per lui, alla sua citt" natia,laddove egli visse ancora qualche tempo con una sua forse distrusse. Firdusi allora, concepita Ma figlia.
cantava
avendo udito un fanciullo che per giorno,j"er la piazza, versi della invettiva contro il sultano: questi
un
caso
Se il padre suo
rieii'nato avesse,
una
corona
d'oro
48
come
venne
CAPITOLO
QUINTO
degliEuropeiche ne vollero procurare la stampa, inetti e ignoranti tutta piena di errori dei copisti e guasta si trov" esser la difficolt"che di Essendo opera da racconti interpolati. gran mole, per chi ne sostenere i la vi trovavano e per copisti, grave spesa che doveva desiderava un esemplare,accadde che anche in Oriente " alquanto raro
alle mani
trovarne
un
manoscritto
ne
trov" che era ben racconti, in maniera distico fosse scritto ilcaso che il medesimo perfettamente raro dei Persiani manoscritti. Di si pu" non questa negligenza eguale in due forse rinvenire altra ragione fuori del falso gustoletterario che lungamente nelle opere letterarie, e partiin Persia, per il quale i Persiani, colarment prevalse il concettoso, l'allegorico, nelle poetiche, amano l'artificioso, diversi che manoscritti, alcuni il simbolico,tutto ci" infine che ha dell'oscuro
e
del controverso,
perch"
poi glieruditi
anche
non sognato. E per" certi eruditi e retori di dogmatica e di gramdi logica, di metafisica, occupandosi matica, persiani, delle sottili delle mal d al vezzo e allegorie interpretazioni, guidati
trovare
allegoria,
ha mai
trovarono
mistici
commenti
ampio campo da esercitarvi l'ingegnonelle opere dei poeti Di questi ai qualiscrissero vasti e lunghicommenti. allegorici, di Firdusi non essendo laboriosi perch"la poesia aveva bisogno,
non
semplice e
essa
artificiosanarrazione
e e
descrizione abbandonata
di
cose
di avvenimenti,
ben
al
ignoranti.
77. Ma
se
alcuni di
anche il popolo,
ingegnoparvero negare a Firdusi quell'alto pedestre la grande maggioranzadella gente che pure glispetta, riscattarono ampiamente la colpa dei pochi. illetterato,
Perch",oltre che Unsuri poteva esclamare: " Sia lode all'anima di Firdusi, il a quellanatura sua benedetta e felicemente conformata! Non era egli ma nostro e noi i suoi discepoli; egliera il nostro signoree noi maestro glischiavi! " ; oltre che Saadi poteva invocar dal cielo la benedizione oltre che si pot"dire da alcun altro che la parolaera sulla sua sepoltura;
"
poi era
tornata
al cielo col
verso
che di Dio nell'atto del creare, ma anche oggi, i versi suoi, di Firdusi, sono
da rapsodierranti che ne sanno a cantati per le citt" e per le campagne in Il Ghodzko, che per lungo tempo viaggi" Persia, memoria il poema. versi d i ciare comine all'udirne qualcunorecitar migliaia rest" meravigliato
a sua scelta, quel punto del Libro dei Re che altri, voleva. E perch" la gran guerra tra Irani e Turani,gi" celebrata dalla " ancora Irani stanziati alle frontiere non cessata, epopea, agliocchi degli
il racconto
perch"non
scaramuccie
ancora
improvvisee nelle scorrerie ai quali di rincontro i versi di Firdusi, " rapsodipersiani cantano ancora
i Turcomanni rispondono
coi canti del loro poeta nazionale, H"shen, detto il fiulio del cieco. Per tal via il Libro dei Re " ritornato sulle labbra del
LA
POESIA
EnCA
49
popoloda
cui in
un un
esso origine
impresatanto facilequanto variet" dei particolari a prima vista potrebbesembrare, perch" l'infinita e la singolare quando ogni cosa si volesse notare, ampiezza dell'opera, d'assai i limitiche si vogliono fareltbero si che si sorpasserebbero imporre scritto.Dovendo darne anche al presente qualche per" cenno, per la maggiore " di ci" che le si noteremo cose detto, e quelle intelligenza principali l'avviamento del soltanto che con le altre potranno far meglio conoscere racconto in quell'opera insigne. 79. hicomincia adunque Firdusi con le lodi di Dio e dell'Intelligenz
sunto
non
poeta.
del Libro dei Re
con
le lodi di Maometto
e profeta
un primi compagni. Libri dei di del i e come Re, parla Deq"qi primi eglisi propocomporre nesse, interrotta. Finisce l'introdi ripigliarne duzione morto esso l'opera Deq"qi, del Khorassan e primoprotettore le lodi di Ab" Mans"r, prefetto con di Mahm"d del poeta,poi con quelle e con quelle di Nasr, fratello del
qual maniera
giorno si tent" di
princi|)e.
80.
furono con primo re. Le sue battaglie Ahrimane invidia di lui; che aveva di esso e perch"il Devo Nero, figlio ucciso il figlio l'ucciso, delAhrimane, gliaveva Siy"mek, eglie H"sheng, figlio prendono le armi e vendicano quellamorte. A Gay"mers succede H"sheng che " il primo della casa dei P"shd"d,e tosto,sotto il suo regno, incominciano a manifestarsi le prime arti fra gliuomini con la scoperta del ferro e dell'uso del fuoco,per la qualeegli istituisce festasolenne. una
Gay"mers
fu
primo
uomo
Tahm"ras
trova
addomestica
glianimali
utili
all'uomo;sottomette
comando
essi lo stesso Ahrimane. Il re Gemsh"d e con trova l'uso delle scrittura, edifica istituiscela festa del primo giornodeU'anno e divide armi, palazzi, in quattro classi gli in guerrieri, in agricoltori, uomini, cio" in sacerdoti, in Ma perch" eglidivenne superbo nella sua gloriae volle farsi operai. adorare come da lui la maest" reale, un dio,fugge e il suo regno " invaso ucciso il padre suo Dah"k, che, datosi ad Ahrimane, aveva dall'empio sulle spalle di Arabia, e aveva due orribiliserpenti Mird"s, signore natigli da due baci impressivi trasformato dalle labbra di Ahrimane, in amabile Gemsh"d l" fu andato errando come giovinetto. frattanto, qua e per molti
11 regno del anni, cade in potere di Dah"k che lo fa segare per il mezzo. tiranno deve durare mille anni; e perch"i serpenti gliati attorcireca ch'egli
di quiete, glilasciano momento ognigiorno, di Ahrimane fa uccidere due uomini perch" quei stesso,egli per consiglio suoi cibino L'orribile colpa grida vendetta;e cervella. le ne serpenti Dah"k, spaventato una notte da un terribilesogno nel qualegliera parso che un giovane eroe entrato da lui all'improvviso lo strascinasse incatenato al monte intorno a s" i grandi tutti del Dem"vend, fa raccogliere
attorno
4
"
Pizzi, Storta
della
50
CAPITOLO
QUINTO
regno sempre
per
chieder
loro
una
Gi" tutti sono intenti a porre il loro giustizia. nome a pi" di quella carta, quando all'improvviso, con grida e strepiti, entra il fabbro d'Ispahan, K"veh, a dimandar giustizia, suo perch" un figlio " le i cervella stato del Dah"k gli rapitoper pascerne con serpenti principe. fortemente conturbato a quella vista,gli fa rendere il figlio lo e prega il di renda monianza testinome suo a ponendo perch" egli quella pie carta, pure, senza sdegnosamente la strappa e calpesta, per lui.Ma K"veh che Dah"k osi fargli nulla;poi esce e scorre le citt" iraniche inalberando di il un'asta si su grembiale di cuoio col quale,lavorando alla fucina,egli dal chiamando alla riscossa le Il e moto fuoco, gentioppresse. riparava dal popolaresi propaga rapidamente e cresce, e la gente sollevata, guidata fabbro animoso, s'incammina
sua verso
regnato secondo
il monte
a
la madre
cui Dah"k
ucciso il
padre
del padre, si pone a per vendicare la morte delle schiere sollevate e di vittoria in vittoria giunge alla reggiadel
atterra ch'egli
un
lo strascina e ma colpo di clava,n" l'uccide, del Dem"vend, avutone e avviso dall'angelo lega in una caverna consiglio S"rosh. E perch"Fr"d"n discendeva da Gemshid, cosi per esso vien reso alla casa dei P"shd"d il regno che per mille anni, meno un giorno, era
stato tenuto
11 nuovo dall'usurpatore.
re
e finalmente, lasciati, lunga servit" vi aveva giuntoa tarda et",sposatii suoi tre figli, alle tre figliuole di Salm, Tur ed Erag', Serv re del Yemen, pensa di spartir fra loro l'ampio i*egno della terra per vivere in pace gliultimi suoi giorni. Ma perch" ad Erag', al minore e pur ilvecchio voluto la padre aveva migliorparte pi" saggiofiglio, assegnare del regno, nasce altri due tristo sentimento d'invidia, negli perch" essi, ebbero pregato inutilmente il padre di abrogarquelledisposizioni, come uccidono a tradimento il giovaneErag', fra loro a pacificarli, venuto e ne la in inviano cofano al padre.Al misero e vecchio testa recisa e chiusa un altra che di vendicare ilfiglio cura resta e di morii" placato, non suo padre bench" non felice, del tradito d'una figlia figlio appena ilgiovaneMin"cihr, Erag',ha punito di morte i traditori.Min"cihr, essendo uscito con infinite schiere contro i due re malvagi, nel primo scontro li vince e mette in in lui successivo assalto notturno, " ucciso da stesso. un fuga; anzi Tur, Salm che vorrebbe " nella che rocca degli Alani, riparare sua, gi" la da Min"cihr,e K"kvi, nipote trova occupata dal prode Q"ren mandato di Dah"k e venuto in suo soccorso, " ucciso in battaglia non ; cosi a Salm Min"cihr l'insegne, lo raggiungee uccide e ne invia resta che la fuga, ma nell'Iran. Fr"d"n, al la tronca testa,con vecchio Fr"d"n quelladi Tur, accolto con molla gioia fra le sue braccia il giovane e valoroso nipote, Io designa suo successore e lo raccomanda a S"m, principedel Segest"n. 81. Intanto, bello e forte del Segest"n, nasce un a S"m, principe figlio in tutto il corpo, ma coi capelli bianchi, perch" il padre,credendo che
LA
POESIA
EPICA
5i
quellosia
laddove di
Alburz, segno infausto di Ahrimane, lo fa esporre sul monte l'infante sarebbe perito se l'augello S"murgh,misterioso abitatore
un
l'avesse allevato nel proprio nido. Scorsi alcuni anni, non alture, quelle da Dio in un terribile sogno perch"ricerchi ilfiglio S"m, ammonito stamente ingiuAlburz con una scorta di cavalieri, dove ladabbandonato, si reca all' il suo giovanefiglio, bello e aitante, detto Z"l dai capelli bianchi, gli " reso Giunta notizia di ci" nell'Iran, dal misterioso augello. re Min"cihr " desidera vedere il prodigioso che dal padre nel tosto gli menato garzone che e l'oroscopo festeggiano, di lui le cose pi" belle. Il padre riconduce ne viene tratto dai savi,presagisce nel Segest"n e nel partire suo questo figlio per la guerra contro i Devi del Segs"re del M"zender"n, l'affida a certi maestri perch"gli dano apprenrecatosi nel Kabul, ogni dottrina. Ma Z"l,per vaghezza di viaggiare, " tosto preso d'amore per la bella R"d"beh che " figlia di Mihr"b,signore di quella terra. Ma a quest'amore si oppone fieramente Min"cihr,perch" la famiglia di Mihr"b " idolatra e discende da Dah"k; n" il giovaneZ"l l'intento suo, se prima non avr" vinto l'animo riluttante potr"conseguir
e
Per" cospetto.
ad una prima non si sar" sottomesso prova solenne nel n" lascier" Min"cihr si rato Min"cihr, persuaderea dare ildesidei sacerdoti che se da avranno Z"l e non prima gli predetto assenso, " destino che nasca da R"d"beh ilpi"grande eroe che l'Iran possa vantare. con Dato, perci", l'assenso e fatte le nozze e nato magnifica pompa Rustem, che " il sospirato eroe, gi" celebrato prima di nascere, Min"cihr beato. muore e tranquillo 82. Ma il figlio Nevdher che gli successe, fu ben dissimile da lui, perch" e sua il cura erano banchettare egliera dato al vino e ai piaceri maggior Per" il discendente dell'antico Tur, il re dei Turani, e ildormire. Pesheng, al quale sta pur sempre l'onta sofferta dalla sua a cuore casa, manda, desideroso di vendetta, il figlio suo Afr"sy"b a far guerra agliIrani, e gli Irani vi hanno la peggio, tanto che lo stesso Afr"sy"b, avuto nelle mani Nevdher imbelle e neghittoso, di tronca il sua Z"l mano gli intanto, capo. da solo osa tener fronte all'imbaldanzito re dei Turani, dai prinmentre cipi raccolti fa proclamar re il figlio di Tahm"sp, Zav, al quale, dopo un
del
padre, e
se
cospetto di
regno breve
breve
e
Anche il regno di Ghersh"sp " inerte,succede Ghersh"sp. averlo fornito d'armi e fiacco, Z"l,dopo e di destriero, invia il
e
suo figlio
all'Alburz per rintracciarvi il saggioe ancor giovane Qoli"d che solo,fra i principi di salire irani, era al trono. degno parso 83. La famiglia dei re Kay incomincia appunto a regnare con Qob"d che la guerra. prontamente prende le armi contro di Afr"sy"b e ripiglia del valore di Rustem che, scontratolo in una Afr"sy"b, terribile spaventato
Rustem
battaglia, gliaveva
corona
l'aveva costretto
alla
fuga,ridottosi nella presenza del padre suo Pesheng,con acerbi rimproveri lo costringe a chieder la pace. E la pace " conclusa, e Qob"d, dopo cento anni di regno, muore lasciando il trono al figlio K"vus. Costui, suo
52
CAPITOLO
QIINTO
superbo e
vanitoso per natura, avendo udito un in giovane cantore, celebrar le lodi del
glierlo quellaterra abitata dai Devi, n" valgono a distodisegno di conquistar dalla stolta impresa i consigli dei principi e le preghiere e di Z"l Egli parte adunque, e gi" " in vista stesso,venuto a tal fine dal Segest"n. del quale ilLibro dei Re delle citt" del M"zender"n, quando quel principe,
non reca
il nome,
invoca
Bianco
che abitava
una
densissima
a
e sollevata nel campo accorre, nebbia nella quale essi tutti perdono la vista, si una
loro
con
masnada
di Devi la
tutti
bandoli risergl'incatena,
prima a K"vus
corona
al
re
di
la
sventura
Z"l
dell'infelice
Piustem, il quale,ad
d'una pericoli da K"vus via
via comoda
signore il
ilM"zender"n
per la via delle Irani e inteso anche degli dei suoi guerrieri quella il Devo, e cerca
e
del Devo Bianco, va siano alcune stille spremute dal fegato e rende la vista a K"vus l'uccide, dopo una lotta disperata,
re
Irani. Al agli
da
re
K"vus
oltraggiose proposte,
e
che
rifiutate con
dall'altra parte, la
finch" poi,caduto il re si prepara. Essa dura per molli giorni, battaglia del M"zender"n e sterminali i Devi, quel regno diventa provincia dell'Iran, di Eul"d in premio della affidata al governo al M"zender"n. nel guidarlo Ruslem
sua
fedelt" dimostrata
col le guerre di re K"vus coi Berberi, domanda d'II"maver"n, del quale, dopo la vittoria, egli
84.
Seguono
Quel
re
S"d"beh.
re
concede, ma gliela
a
malincuore
anzi,colto ilmomento
e
che il re K"vus
sedeva
convito
co' suoi
chiude rin-
in un prigionieri
castello.Udito cotesto
Afr"sy"b gioia,
Bustem per aiuto.
Rustem, pensando giustamente doversi [)rimaliberare il re prigioniero, dei Berberi,d'Egitto scende impetuoso nel paese dei tre re collegati, e libert". Allora,la vittoria su Afr"sy"b" d'II"maver"n, e rende K"vus a alla volta, ritorna scornato certa, e il re dei Turani, sconfitto anche una terra. Ma K"vus, invanito per la fortuna che lo seconda, pensa opere sua
nuove
laddove ilgiorno in un punto matematico e per"suU'Alburz, grandi, fa edificar dai Devi un magnifico esser e la notte dovevano sempre eguali, 1 Devi tuttavia, oppressidal grave lavoro e dalle battiture, sano pen[)alazzo. " nato destilo di bellamente di prendersi e persuadono ch'egli giuoco lui, avvinte dallo stolto re ai in cielo. Quattro sono a aquile regnare che sopra vi sedeva, " trasportato ed egli, d'un suo seggioreale, quattrospigoli cade verfinch" poi,allo stancarsi delle aquile, a volo per ilcielo,
e
LA
rOESIA
Kl'ir.A
53
e
gognosamentein
eroi
accorrono
e
un con
luogo solitario presso la citt" di Amol. Rustem alla reggia. lo rimenano acerbi rimproveri
11
e a
altri
85. Ed si
reca
ecco,
prode guerriero
in
luogo di delizie di
"
con
ma,
de' suoi
occhi, ed eglistesso
con
posto in fuga,e Alk"s gli" ucciso sotto gli che lo assale dinanzi a Rustem " costretto a fuggir
carico di cos" ritorna nell'Iran, alla caccia onagro sui prediletta
acerbi
Rustem rimproveri.
preda;ma
confini del
nuovamente
tutto destarsi,
cruccioso
ne
Semeng"n, laddove quel re glifa rendere Tehin isposala sua bella figlia a gran festa in corte e glid" l'accoglie dell'eroe senz'averlo s'era invaghita m"neh che, al solo sentirne favellare, Rustem ritorna al e festa, con mai veduto. Celebrate le nozze gran pompa
abbandonando Segest"n, alla luce
un
bellissimo
l'afflitta sposa, che intanto,scorse infante che ella chiama gagliardo adorno
e virt", d'ogni
suo
nove
il biondo. Il fanciullo
cresce
come
e
che il padre
si " Rustem
che Rustem
levarsi in armi, di
quistar con-
il re K"vus, e di farne signore il padre. discacciandone l'Iran, il vano secondando va disegno e invia una mano Afr"sy"b,per suoi fini, da due de' suoi, Il"m"n e R"rm"n, ai quali di guerrieri a Sohr"b, guidati sia Rustem Cfuale di loro s'incontrassero in battaglia, uno fra gli eroi irani, se mai perch", di tal difesa. Sohr"b, cada ed egli possa entrar impunemente nell'Iran privo adunque, tocca i confini dell'Iran e prende la Rocca Rianca, e re K"vus, cotesto, si turba e si confonde, n" vede altra via di salute che nel risaputo Rustem tosto Irani e Turani richiamar Rustem dal Segest"n. e accorre, si fa comando per lui di
non
manifestar
mai
Sohr"b
Sohr"b
imbaldanzito
dinanzi
senza
lui;ma
volte si
" Rustem,
Rustem
padre e figlio, fra i due pi" fronte l'uno dell'altro.La battaglia che Sohr"b domandi guerriero s'egli all'ignoto un'ultima finch" in fa e si non poi, conoscere,
ecco
che
atterra e ferisce di pugnale ilbel garzone. Lamentando lotta, disperata egli Sohr"b si far" vendetta di lui, allora la sua soi'te e gridando che Rustem intravvede il vero avvicina a morte, intanto che Rustem, a quelle parole, sotto la tunica, un e tutto lo scopre, quando Sohr"b glimostra al braccio,
monile
che Rustem
aveva
dato il di delle
nozze
Tehm"neh.
Cosi,col dolore
del misero
con
e padre che trasportaseco nel Segest"nla bara del morto figlio, si chiude il pietoso della madre lontana, episodio. l'angoscia disperata
54
CAPITOLO
QLINTO
un
86. Frattanto,T"s
recati
a una cacciare,
Gh"v
rinvengono in
re
ei'ano
vaga
le altre donne
un
del
gineceo di
K"vus.
di K"vus Figlio
di
che " tosto affidalo alle cure o Siy"vish, infante, Siy"vakhsh leggiadro nel Segest"n Rustem vinetto per la sua educazione. Compiuta la quale,il gio-
" ammirato vien restituito al tetto paterno, laddove, mentre egli da tutti, s'invaghisce perdutamente di lui la matrigna Si"d"beh, prima sposa del
re.
Ma lo
perch" il
accusa
donna
nel
la mala nobile garzone resiste al colpevole amore, di farle N" del di tentato re aver oltraggio. cospetto
scuse
o giovano preghiere
dell'innocente, perch"il l'e, udito il consiglio ricorre alla prova del fuoco, indovini, questione, degli per chiarir la diff"cile
a
inlimando
S"d"beh
acciocch" Siy"vish,
ciascuno
provi la propria
si innocenza, di passare fra due cataste di legniinfiammati. Ma S"d"beh la volenteroso alla prova e felicemente si sottomette ricusa,e Siy"vish delle le vesti,tra il fumo e le vampe intatte con supera, passandoilleso, due cataste
suo accese.
S"d"beh
morte
dallo
sdegnato
nere Eglituttavia non pu" pi" rimaprega per lei e per lei ottiene il perdono. in corte, laddove S"d"beh, sebbene perdonata, nutre per lui un sordo udendo che s'accosta armi con e armati ai confini, Afr"sy"b per", rancore;
quellaguerra. A lui " dato per il suo prode e savio educatore,Rustem, e gi" la e consigliere compagno di Balkh, fortuna delle armi sorride al giovane capitano, perch"le mura da Gars"vez fratello di Afr"sy"b, cadono in potere degliIrani, guardate leri'ibile intanto che esso Afr"sy"b, spaventato da un sogno, s'induce a
chiede
e
ottiene dal
padre di
muovere
la pace. La pace " conclusa sotto certe condizioni,ma perch" di lettera ratificatadal recando una Rustem, essere Siy"vish, re, essa possa di K"vus. Acerbi e irosi rimproveri da si presentaalla corte nel cospetto domandar
parte del
nel
re
lo
intanto Segest"n, di
che
una
nella al figlio,
quale
gli si comanda
del
o proseguirla guerra o di consegnar l'esercito a T"s, latore del foglio reale, riempie il cuore per recarsi in corte a giustificarsi,
giovane infelice di
amarezza e
di dolore.
Zengheh, non
volendo
mancare
recarsi come raumiliato a Afr"sy"be nemmeno colpevole del suo si accomanda alla nel del padre, generosit" perdono cospetto asilo e protezione. Accolla con nemico, chiedendogli gioiada Afr"sy"b la fatto noto al padre ilsuo divisamento, passa ilconfine sua domanda, egli, alla coj'le del re dei Turani che lo riceve con ogni segno di onore. e s" reca di Ah'"sy"b, P"r"n,signoredella terra d" Khoten e fidato consigliere gli d" in isposala figlia tra il amicizia vincolo di sua Ger"reh; ma perch" ilsuo signore si slesso consiglia e e Afr"sy"b Siy"vishpi" pi" stringa, egli Le nozze al giovane principe la sua stessa figlia a dare in isposa Feienghis. viene assegnato un ampio tratto di regione son tosto celebrate, e a Siy"vish
56
(.M'ITOLO
(Jll.MO
una eroe
notte
a
(inderz
farne sollecita
perch" la
di
sua
meraviglioso, imprese del postumo figlio cerca dell'Iran. Gh"v adunque col suo
di mettersi in
in abito dimesso
il sogno
destriero, con
turanio cercando
ogni
va
entra nel paese dendo incontra e e interrogando quanti per via,ucciperch" non faccia noto ad altriche uno straniero interrogato
spada
il laccio, solo
ricercando
cercando
di Kliusi'ev.Passano
senza
in ch'egli,
tanto
finch" un principe, in un verde prato, vicino ad una fontana,incontra un giovinetto giorno, " Khusrev, al quale dalla madre che lo chiama per nome. Quel giovinetto la che inteso cotesto da stata preannunziata aveva era Siy"vish, Ferenghis richiede Khusrev che glimostri venuta di Gh"v. Gh"v, nel colmo della gioia, il neo bruno che portano sul braccio i re della casa de' Kay da Qob"d in poi,siccome segno certo della sua nascita reale. Khusrev mostra il segno, di Gh"v, che rende per il primo il debito omaggio al e cade ogni dubbio vuoisi perdertempo; e per" Ma non ai piedi. suo prostrandoglisi signore, l'estinto Khusrev, che frattanto ha potuto riavere Bihz"d, il fedel destriero delaffrettatiin via, cersi pongono cando padre suo, e Ferenghise (ili"v, di guadagnare, quanto possono pi"presto,ilconfine. Primo liinsegue in salvo. In il fiume " passato, ed essi sono ma P"r"n;secondo, Afr"sy"b, le accoglienze corte liattendono pi"festose;ma levansi, per contendere a cio" di Nevdher due Khusrev ildirittoal trono, T"s, figlio dell'Iran, principi di antica dei P"shd"d, e Feriburz, figlio e nipote di Min"cihr,della casa niera stradi madre K"vus, osservando che Khusrev " nipotedi K"vns e figlio andar
indizio del
di
non
ed allevato, chi
co'
sa
come,
nel
Turan.
levasi G"derz
suoi,perch"a lui
esser
gliha fatto
conoscere
vivo
Gh"v ha rintracciato e reso di Siy"vish, e perch"ilsuo figlio Gi" la disputa si volge in rissa e in contesa, quando all'Iran quel figlio.
re
una
K"vus
T"s e Feriburz da prova. Vadano propone ai contendenti una alidella rocca di l"ehmen tata sotto le mura parte,e Khusrev dall'altra,
e
dai Devi,
tre che
sar" dichiarato
i due
Ma l'espugner".
l'occa
nel regno
quellodei
ritornano tentativo,
sua re
incantata,e Khusrev, ad
e
sola
intimazione, la
rato K"vus, dichiadi
successore
89. Ma
pur
vendicar
Siy"vish,
un
conferisce
T"s
il comando,
tandogli vie-
la
rocca
soggiorna il
LA
POESIA
El'ICA
vuto comando, e Fin"d, non ricefjnel partedi padre.Ma Ti"s ti-asgredisce io desiderasse, " ucciso amico dagliIrani bench" ardentemente come tardo e inutile pentimentodi Ti"s. Ger"reh in battaglia, miseramente con tutte le ancelle alla morte del figlio, con stessa, non potendosopravvivere " di cattivo augurio si d" volontaria morte. Quel funesto avvenimento sue che sul fiume K"seh li la via; ma che pure proseguono ecco per gliIrani, sorprendeuna improvvisa e terribile tempesta di neve, e pi" innanzi la Cdi"v ivi iimalzata da .Vfr"sy"b. via " sbarrata da una montagna di legni, appiccailfuoco a quellamontagna e l'esercito passa innanzi, intanto che Tezh"v, signore di Ghirev-ghird,corre presso di Afr"sy"b per dargli per annunzio
con un
(Iellavenuta
degliIrani. Ecco
incontro
nelle quali che succedono diverse battaglie ed ecco grande esercito, dero caddi Peshen laddove finch" quelladel campo la peggio, hanno gl'Irani
settanta
a con
richiamar acerbi
T"s
rimproveri
delle
carcere.
90. A
armi
sostituito Fer"burz
nel comando;
ma
la sorte
a
avversa
agliIrani,e
lasciare la
impresa.Allora, disgraziata per intercessione di Rustem, T"s " liberato dal Cos" egli ritorna alla investito del grado di capitano. carcere e nuovamente
ma poi,vinto da un terribile inverno che guerra e tenta alcune battaglie; i Turani avevano suscitato per forza di magia, si ritrae co' suoi sul monte
Ham"ven,
intanto
chiuso
dai Turani
imbaldanziti
della
vittoria,
tuttavia,
che la fame
Rustem pervenute, si risolve a mandar Feriburz in aiuto de' suoi, intanto che l'ombra di Siy"vish, stesso con annunzia vicina salute. Essa " attesa con ansiet" apparsa in sogno a T"s, gli venuta di Rustem, intanto che ai Turani giunge daglih'ani nella promessa al
la lor di Cina mandato da Afr"sy"b; ma improvviso aiuto col principe quando una vedetta annunzia loro, gioiasi volgeben tosto in ispavento, fra gliIrani,che un una giunto all'improvviso notte, esser gran guerriero l'hanno accolto con lagrime di gioia.Un principedi Kash"n, di nome tanto domandato Pir"n chi sia cotesto eroe del quale si parla con K"m"s, a Rustem fa prigioa battaglia; ma niero sgomento, scende in campo chiamandolo il temerario principee l'uccide. 91. Il principe di Cina vorrebbe ora sapere chi sia l'incognito guerriero
un
pronto
Rustem
a
mostrasi de' suoi, Cinghish, prove di valore, e uno sfidarlo. Ma anche Cinghish" ucciso da Rustem, perch" Pir"n
a
mandare Rustem
il fratel
suo non
ll"m"n
vedere
suo
se
quello"
Khusrev. da
dichiara che
un
dir" il nome
ad altriche
re
Pir"n
adunque si reca
nome
di
e
benedizioni
memore suo
pur
58
c.Ai'rroLO
oriNKt
dati aggiunge,cessei'" dalla guerra solo allorquandoglisaranno i della morte del padre suo, che sono Garsivez in mano colpevoli Afr"sy"b, consorti. Pir"n dura necessit" n" i intende la che loro e sa rispondere; viver nelTlran si troladdove verebbe ma come a lui, potrebbe tranquillo quanto del quale furono tutti, nella battaglia con G"derz, i valorosi figli di Peshen, uccisi da lui o da' suoi congiunti?Egli adunque non pu" che Rustern ricusare
la
di che segue, una terribile battaglia nella quale tanti guerrieri turani e il principe di Cina " fatto prigioniero da
di protTerta al e per",
Khusrev.
Non
resta
pertanto che
tentar
la sorte
Rustem invia doni e lettere a Khusrev Rustem, lascia vittoriosi gl'lrani. la vittoria, ilsuo viaggio e prosegue trionfale, espugnando per annunziargli la Citt." abitata da K"f"r l'antropofago, alla e costringendo dell'ingiustizia, che Afr"sy"baveva e superbo, fugaanche P"l"dvend,un principe guerriero richiesto d'aiuto. Afr"sy"b,allora,fugge costernato, e Rustem si e T"s rendono presso di Khusrev nell'Iran. 92. Un giorno, sedendo Khusrev in
a giardino
un
un principi, glii-acconta che un misterioso pastore che giunge affannato, " ilDevo Akv"n; e Quell'onagro onagro disperde e inseguele sue puledre. richiamato dal Segest"n e recatosi nella selva infestata dal Devo, Rustem, l'atterra e uccide,non senza aver posto in fuga Afr"sy"bche con alquanti era principi giunto a diportoin quei luoghideliziosi. 93. intanto,alcuni povericontadini d'irm"n vengono chiedei' soca corso che devastano contro un infinito branco di verri selvaggi a Khusrev Nessuno eroi vuol sobbarcarsi all'impresa, le loro campagne. tolto il degli che solo B"zhen, giovinetto d i da figlio Gh"v, tosto,accompagnato Gurghin al quale egli" dato in custodia, e fa orribile strage delle belve nemiche. va Ma Gurghin, invidioso della gloria di lui,l'induce a recarsi in una certa laddove egli potr"vedere una eletta compagnia parte della lontana foresta, di bellissime fanciulle. Quelle fanciulle sono della corte di Afr"sy"b,e f""a " bella del re stesso,la quale, veduto tra gli esse Menizheh, figlia pur la alberi il vaghissimo garzone, manda la nutrice sua a fargli invito. Presa da subito e cocente amore, sonnifera Menizheh, propinata a Rizhen una Di alle sue stanze nella reggia. bevanda, lo fa trasportareaddormentato ci" " tosto fatto consapevoleAfr"sy"b, condanna che, nell'impeto dell'ira, il giovane amante, festa dov'erano a morte sorpreso da Garsivez in una con
Menizheh
senza
Gi" piet".
si rizza
manigoldi il tristo legno del supplizio per Bizhen, quando Pir"n giunge che Afr"sy"bcondona e tanto fa,pregando e supplicando, all'improvviso, la vita all'infelice; lo fa rinchiudere tuttavia in orrida caverna sulle montagne. errando di villa in villa, Menizheh, intanto, va procacciando all'amante con le lagrimee le preghiereuno alimento. Ma l'invidioso scarso l'itoi'iiato in dar di H"zhen nel conto corte, non sa Gurghin, cospetto di Khusrev,che,concepito alle risposte di lui incerte e qualche sospetto confuse,lo fa porre in carcere, e intanto, per consolare il misero Gh"v,
dai
LA
l'dKSlA
Kl'M.A
7)9
una
sua
pi'odigiosa coppa
nella
quale
In essa, mondo, anche le pi" segrete. la dolorosa adunque, vedesi Bizhen incatenato nella caverna, e Gh"v, con
tutte del
soccorso,
recasi da Rustem
ecco
nel
Ixco Segest"n.
ora
Kustenj per
che Men"zheh
si accosta gli in
dimanda,
Rustem, per
pensa di un
(piai
un
ben noto
anello nascosto
arrostito ch'egli augello porge in elemosina alla mendica a R"zhen, perch"eglinon perda ogni speranza conoscere da
una
si fa fanciulla,
; e
poi,guidato
vampa
caverna
sulla montagna, sale di notte alla spaaccesa ventosa d" e libera Bizhen, col quale,in quellanotte stessa, egli da Men"zheh
un
la sua crudi Afr"'^y"b, delt". rimproverandogli improvviso assalto alla reggia Afr"sy"b fugge costernato, e nell'Iran si celebrano nel cospetto del le
nozze
re
di Bizhen
di Men"zheh.
ridesta la guerra che per poco taceva, formidabile esercito contro furibondo le armi e mena un Afr"sy"bripiglia 94. L'audace assalto di Rustem
e
" il vecchio l'Iran. Capitano Irani, questa volta, degli in vista dell'esercito dei Turani, cerca quale,giunto
contesa
senza
saggioGi"derz,il
ricomporre la gran
di
che l'ir"ndalla sangue. K sembra veramente l e cotesta sua ma accoglier proposte dell'iranio;
e
acquistar tempo
un
Afr"sy"b.
secondo certa una giorno propizio, chezza di pianeti, e ci" induce cruccio e stancongiunzione per attaccar battaglia, e non potendo negliIrani,che, sfidati pi" volte dal turanio Human molto lui. Ma alla sfida,sono derisi da lUzhen,dopo pregare, rispondere mento, ottiene dal capitanola desiderata licenza al combattere, e quel combattimanni, alla presenza di due soli turcifatto in luogo lontano e solitario,
delle sue Human, che " ucciso dall'iranio e spogliato in quella belle armi. I Turani allora,profondamentecrucciati, menano e loro guida " Nestihen, che notte stessa un assalto al campo degliIrani, " fatale
a
nell'accanita
ne
95. Chiesti
avuti rinforzi da
nemici capitani
le parti, undici campioni da ambedue fra loro di scegliere convengono citrice, data la condizione che delle due gentinemiche quellasar" dichiarata vindella
pioni cam-
Fer"burz,Gh"v, Gur"zeh, Fur"hil,Ruh"m, Bizhen, dei Turani sono: Kelb"d, Berteh, Zengheh e G"derz; quelli Heg"r,Gurgh"n, Curvi, Siy"mek, Zenguleh,Barman, R"y"n,Sipehrem,Ender"m"u, Kulirem, Ekhv"st e P"r"n. Tutti i Turani cadono sotto i colpidegliIrani,toltone
degliIrani
Curvi che di
reciso il capo a di Afr"sy"b, aveva per comando Pir"n cade per mano da Gh"v; Siy"vish. Curvi, invece, " fatto prigiojiiero di GudtM'z, e Lah"k intanto e Fershidverd, luogotenenti di lui, fuggono
sua
mano,
mento. cosleiiiali dal campo per render consapevole Afr"sy"bdel tristo avveniMa B"/.lien e li inseguono, li raggiungono e liuccidono e Custehem
60
ne
C.VI'ITOIJ)
UlINTO
Irani i cadaveri sanguinosi. Khusrev nel campo intanto, degli riportano fatto il Gurv" della mozzare a sul e venuto prigioniero luogo guerra, capo al suo ai caduti campioni turani e specialmente data onorevole sepoltura benefattore P"r"n, del quale eglipiange la morte, concede ai superstiti Turani l" raccolti il suo perdono. 96. K giunto ornai il tempo nel quale devon prendere le armi avo e nipote,per fatale necessit" nemici l'uno dell'altro. Gi" si preparano le schiere e gi" l'uno dell'altro stanno eserciti, a fronte gli quando ilgiovane di Afr"sy"b, Sh"dah, t"glio giunge presso di Khusrev con un messaggio del dosi padre. Per esso, Afr"sy"bfa grandi offerte di tesori e di terre, confessandella morte di Siy"visli, e chiede pace, bench" pronto pur colpevole sempre Khusrev
a
tentar la sorte
se
Khusrev
ma
non rispondech'egli
doni,
chiede
vendetta; e
poich"un
certo senso
combattimento
tra lui e
di morale, essendo
con piuttosto e
Sh"dah, quantunque Sh"dah sia suo zio. il Fato che lo lamentando ucciso da Khusrev, il quale,
fa dare onorevole del sangue de' suoi congiunti, a macchiarsi costringe fra Irani e Turani, e fiera battaglia Segue una sepolturaa quell'ucciso. Afr"sy"bfugge,e Khusrev manda l'annunzio della sua vittoria al vecchio K"vus, nell'Iran. Toccata un'altra sconf"tta da Khusrev, Afr"sy"b si re chiede soccorso donde egli all'Imperiparanella sua citt" di Bihisht-Gang, di Bihisht-Gang, rator della Gina. Ma Khusrev gi"mostrasi sotto le mura di sou si che egli vedesi costretto ad avanzar nuove proposte pace, che gli fondata stata citt" di Khusrev la da ricusate. Perch", presa gi" Gang-dizh, nati dietro lascia lontano a s" abbandonuovamente e da Siy"vish, egli fugge tutte del suo Gihn e le donne il fratelloGarsivez e il figlio gineceo, hanno in dono da lui la vita. del vincitore, potei-e 97. Ma Afr"sy"b presto ritorna coi rinforzi dell'Imperator di Cina. la pace anche una Dimandata volta,tentata anche la sorte delle armi in
che, cadute
in
un
assalto notturno
toccata
e
l'Imperatore
Ma
il
Khusrev
campo, la
Khusrev, mandati
K"vus
nell'Iran i
con prigionieri
e uccide e sottomette viaggiotrionfale, di Zirih pieno di mostri nuovi e spail re di Mekr"n, e passa il mare ventosi, nell'Iran. l" ritorna si di alla ritrae in fine e e Siy"vish-ghird " di c he solo e desolato, nulla si sa, finch" un Intanto, Afi'"sy"b fuggito stando giornoun pio anacoreta, Il"m, della discendenza dell'antico Fr"di"n,
a a
pregare su Dio 0 di
di
un
monte, ode la
o
voce
di tale che in
una
caverna
domanda " la
voce
il regno rendergli
di farlo morire.
Quella voce
di
Afr"sy"baffamato e stanco; perch"Il"m, disceso nella caverna, si avventa di re Khusrev. sul misero e lo legacon laccio per strascinai'loa' piedi un Ma Afr"sy"bsupplica Unni di l'allentarei suoi nodi; ottenuto ci",eglisi gettanel lago vicino di Khangest e scompare in quelleacijue.Il"m, allora
LA
l'OESIA
EPICA
61
e
sale ad
e
un
tempio del
Gars"vez
fuoco laddove
e
K"vus
Khusrev
stavano
menare
loro racconta
l'avvenuto
sulle
adorando, sponde
udendo
duramente, perch"Afr"sy"b, quelle acque. Fatto cotesto,Afr"sy"b, " strascinato ai piedidi Khusrev nuovamente preso da ll"m col laccio, di sua mano e i lamenti, glirecide il che, non ascoltandone le preghiere detta compiendosi per tal guisala vencapo. Anche Garsivez " fatto decapitare,
del
Iago
prigioniero
di batterlo da
i lamenti
del tradito
Siy"vish.
re
Khusrev, resa la libert" a Gihn e temendo di aver nel Turan in luogo di Afr"sy"b, dicato vena regnare postolo la morte del padre, perch" Afr"sy"b era troppo duramente, forse, negando pur sempre l'avo suo materno, si ritrae a vita solitaria e religiosa, stessi della Ai corte. l'accesso alla sua presenza agli grandi quali tuttavia, di ci" le chiesta un'udienza da loro,egli ragioni ch'egli fa, n" Z"l espone Perch" egli, avuta valgono a distogliernelo. e Rustem, venuti dal Segest"n, Ser"sh rivelazione del suo designato prossimosalire al cielo, dall'angelo di Qob"d, Lohr"sp della discendenza di Pishin figlio per suo successore estremo e con tutto il dato a tutti un saluto,s'avvia con alcuni principi tentrione. setche dolente l'accompagna, verso vei'so una deserta, popolo, campagna Esortati da lui,ritornano indietro Z"l, Rustem e G"derz; ma Rizhen costanti e Fer"burz, Gustehem, T"s, Gh"v, l'accompagnano glialtri, fontana. Khusi'ev,esortati i comfinch" la sera giungono ad una pagni e fedeli,
98. Muore
il vecchio
K"vus,
ritornare
perch"gi" s'avvicina
e
pensosi e
Si riscuotono alcun poco e tentano di aprirsi una e il loro spirito vinti, fugge dai loro corpiper raggiungereil loro
nella via del cielo. signoreche di poco li lia preceduti incomincia contesa ti'a lui e il figlio 99. Il regno di Lohr"sp con una Gusht"spche credesi poco amato e poco onorato dal padre,e per" fugge laddove trova a gran stento solo e di notte nel paese di Rum o di Grecia, fa bandire che la figlia sua di che vivere. Intanto,l'Imperatore Ket"y"na alla quale deve scegliersi uno pubblicaadunanza di principi, sposo in una si reca anche Gusht"sp,sollecitato a ci" da un suo Ket"y"na lo ospite. abbia scello che la sua e l'Imperatore, sdegnato figlia sceglie per isposo, iMa poi,lattosi uno sconosciuto,la discaccia con lo sposo dalla reggia. il valore di Gusht"sp, conoscere eglilo riceve a grande all'Imperatore in casa, n" Gusht"sp,che si fa chian)are Ferrukhz"d, rende noto il onore altri ne abbiano gi" nascimento e gli suo reale, quantunque l'Imperatore il superbo e riot" combattere mandato toso a qualche sospetto.Egliadunque il tributo all'Imperatore. che negava A lly"s, principedei Khazai'i, costui la vittoria, di Gusht"sp,aggiunge avuta tanto da ardire, per mezzo
(ri
CAPITOLO
OLINTO
un
tributo al
non
se oltraggiosa
lo riconduce a presso di lui, " riconosciuto dal fratello, che lo riconduce dell'Imperatore,
n" eglisi ritrae dalla nell'Iran; Lolir"sp di Lolir"sp, venuto quando Zer"r,altro figlio con migliorconsiglio. Gusht"sp, gran gioia
re con
la sposa
laddove il re Lohr"sp lo attende per designarlo nell'Iran, suo successore nel regno. Cosi Gusht"sp, ritornato all'amplesso " fatto paterno, re,
Lohr"sp si
ritrae
vita
in religiosa
un
detto Xav-beh"r.
Gusht"sp mostrasi fra gliuomini, banditore di il profeta una nuova Zerdusht,e ne sono primi seguaci Io stesso legge, re Gusht"sp e il suo consigliere Gi"m"sp,dotto in astronomia. Ma Argi"sp,
re
100. Al tempo
del
re
ne
fieramente
a
avverso
alla
nuova
fede
rimostranze
Gusht"sp,che
subitamente
nella prima battaglia fra i qualilo stesso molti eroi ii'ani, guerra. Cadono di Gi"m"sp astrologo, Zerir,secondo la predizione ma poi gliIrani hanno di e e Isfendy"r figlio vittoria, Argi"sp sconfitto " costretto a fuggire, Gusht"sp" mandato dal padre,ritornato in Balkh, a bandir per il mondo la nuova fede. Ma, nella lunga assenza " accusato di fellonia sua, Isfendy"r da Gurezm, invidioso, nel cospetto di Gusht"sp, pei'ch" come Gusht"sp, " in lo fa caricar catene di e gettare oscuro un egli ritornato, appena
carcere.
Avuto
a
annunzio
entra
forza in Balkh
di tutta la terra dell'Iran, se eglipotrebbe insignorirsi fosse reso della sua venuta non consapevoleil re Gusht"sp che intanto tenevasi nel Z"bul fra i sollazzi. Gusht"sp, adunque, accorre in armi, ma " sconf"tto dal turanio e costretto a ripararsi sovra un monte, quando al render la libert" ilcomando d i di e gliconsiglia figlio affidargli Gi"m"sp dell'esercito.Cotesto si fa da Gusht"sppremurosamente, e Isfendy"r figge sconinteramente
il re
molto
facilmente
dei Turani.
il regno
al
padre, che
non
si ricusa
di recar le armi contro di nuovamente impone al figlio Argi"sp e di ucciderlo; com'egliavr" fatto cotesto, Gusht"sp glidar" la reale. Isfendy"r, anche una si arma alla guerra e per la corona e va volta, via incontra sette avventure, simili a quelleche gi" Bustem incontr" per via finch" la del M"zender"n, poiegligiunge alla Bocca di bronzo, laddove rinchiuse e tenute come schiave le sue sorelle. Egli vi giunge traveerano stito da mercante, e penetra nella rocca fante e uccide Argi"sp e ritorna trions" le sorelle ch'egli ha liberate. Ma Gusht"sp menando con nell'Iran, vuol dargliil regno; anzi, gli propone un'altra e assai pi" non ancora rischiosa impresa,quelladi recarsi da Bustem durlo e farlo prigioniero e conalla reggiacarico di ceppi,perch"Bustem da solo non gran tempo ha prestato alcun servizio al suo re, ma anche si ricusa di accogliere non la religione di Zerdusht. Isfendy"r, animo cruccioso e indotto all'obbedienza con della madre soltanto dalle preghiere sua Ket"y"na, recasi nel
veramente,
ma
(U
CAPITOLO
Ql'lNTO
Shegh"d, aveva
fatto
scavare
erba
Itustem, internatosi
una
in
fossa
si ferisce a l'orlo
morte.
Egli per" ha
rea. dell'opera
tanta
da
riguadagnare a
si ride di lui
stento
e
Shegh"d che
si confessa
vigor
del
suo
braccio, e
domanda istante ancora, il a Dio, per un l'ultima freccia che gh rimane, trafigge il d'un albero di
dietro al quale platano, chiesto a Dio perdono delle eglis'era nascosto, e muore sereno, dopo aver in gemiti, e sue colpe.Il vecchio Z"I, inteso il tristo annunzio, prorompe
tronco
il cavo traditoi'etrapassando
del tradito Rustem, Fer"murz, figlio cadavere nel le armi, ritorna.nel Kabul
si
reca
laddove gli si fanno splendidi funerali, indi,pigliate Segest"n, ferro m ette vendica il padre e fuoco, e a ch'egli la morte del re malvagio. Intanto,designato il con per suo successore il re Gusht"sp, muore e a questo punto d'Isfendy"r, giovane Behmen, figlio termina la parte veramente epicaed eroica del Libro dei Re. che risguardanoil poema 104. Una delle pi" importantiquestioni di
si " Firdusi,
e
quelladel vedere
in
qual misura
per ci resta
eglisia stato
quelle fonti; ma
andate
tutte
sventuratamente,
la speranza che un ancora |)ure non dei Parsi in India, si trovi giorno 0 l'altro, presso le scuole e i collegi o qualche antico libro o i^ehlevico persiano che abbia conservato o tutto
se perdute,
epico quale era prima di Fii'dusi.Intanto,il professore stichezza Martino Haug, che stette lungamente in India ed ebbe molta dimelasci" scritto d'aver veduto nella libreria del sacerdote coi Parsi, Gi"m"spgia Bombay un antico manoscritto del Libro dei Re, pehlev"co. Ma questa notizia ben presto fu trovata totalmente vera; non perch" il
0
parte del
racconto
manoscritto
di
Gi"m"spgicontiene
con
cose
ticinque ven-
qualialcune
poche
soltanto
sola,ed " cosa preziosissima " contiene del Libro dei che intero un noi, Re, episodio quellodella per guerra tra Gusht"sp e Argi"spre dei Turani, venuti alle armi per la novella di Zerdusht o Zoroastro,ed " lo stesso episodio di d'un migliaio religione
qualche attinenza
Una l'epopea.
disticiche
dusi al tempo dei S"m"nidi,aveva e che poi FirDeq"qi, verseggiato annnonito da un sogno, come eglinarra, inseri tale e quale,senza fattoci pehlevica,
una
che nulla vi mutasse, nel suo poema. 105. Oi'a questo episodio in prosa
conoscere
dal chiara
Geiger in
una
sua
dotta
dissertazione, concorda
ogni |)arle sua, di fleqiqi. Perch",nell'uno incominciasi con le rimostranze di Ai'gi"sp e re nell'altro, a Gusht"sp intorno alla novella religione che quegliripudia ha gi"fatta sua; e questi
che innanzi farem
LA
POESIA
EPICA
65
l'intimazione della guerra da parte di Argi"sp, le pre-con dizioni funeste di Gi"m"sp, ministro e astrologo di Guslit"sp, al qualeegli
e
si
con seguita
annunzia
e
la vicina morte di
esso
morte
del fratelsuo la battaglia battaglia con Zerir, Zerir ucciso dal turanio l)i(lerefsh, la vendetta che se con
in
ne
fa,terminandosi
e
in fine con
la scontilla di
sebbene Argi"sp,
cose
narrata
in
maniera
racconti. Anche
come
se
alcune
molto
particolari
trovansi nell'uno
nell'altro,
salva la vita
ilgiuramentoche
sta egli
Gi"m"sprichiede da
Gusht"spper
suoi
sua
aver
come guerrieri,
la vicina perdita dei per predirgli le paroledolenti che Gi"m"sp dice, lamentando la tolte alcune differenze lievi, tutti, son pure
e quella gi"quel fare grandioso Eccone intanto un propria dell'epopea. esempio,
e eguali;
intonazione secondo
era
tanto
saliva fino al cielo e ne penetrava fino ne fragore all'inferno lo scalpitare. Nella via, per la quale andavano, stempraron essi di tal guisa il suolo e di tal guisa intorbidaron l'acqua nei fiumi, che bere di quell'acqua. Per settanta giorni ilcielo nessuno pot" per un mese uccelli fu rinvenivano dove non e gli non se non posarsi pi"chiaro, quando
numeroso,
sulla testa dei cavalliornila punta delle lancie o sulla cima di alta montagna. Per ilfumo e per la polvere il giornoe la sollevata, qualche si posavano
notte
o
di Firdusi) (il Visht"sp Gusht"sp fratelloZerir: Fa porre gliaccampamenti; diede questo comando a suo che noi " notte o giorno tanto s'accampino possiam sapere s'egli ". gl'Irani del allo stile di le tutte Queste esagerazioni, resto, comuni, nazioni, epico
non non
si potevanodistinguere; per"re
si trovano
ancora:
"
Ilgran condottier
di eserciti, il valoroso
Zerir,cominci"
in un quando ildivino Fuoco gittasi medesima e in quella Deqiqi, parlando appunto di Zerir,
la
dice: occasione,
prode gilt" qnel Zerir bennato, l'alto palafreno Al mezzo Di color baio correggendo.
a
Innanzi
tutti si
Come
talors'avventa il fuoco
rapido
Di
ha posto a confronto undici passi pi",il Geiger (e forse se ne potevano anche di pi")dell'episodio mettere altrettanticorrispondenti con pehievico del Libro dei Pie, nei qualisi dicono appunto le medesime cose e si usano le stesse espressioni. Tutto ci" basta a dimostrare, secondo noi, la somiglianza, anzi la vera fra i due racconti. In altro capitolo, parentela, fronteremo conanche
re
il romanzo
di pehievico
Ardesh"r
con
racconta
Firdusi.
sono
quella maggiore parlate qui molto lunghe, e nel pehievico e nelle lettere qui e sobrie, pi" stringate riferiteper disteso, e nei maggiori della descrizione, e pi" finiti particolari trattandosi nel Libro dei Re di composizione epicavenuta alla sua maggior ampiezza che si trova
nel Libro dei nelle Pie,specialmente
5
"
106. Ma vi
persiana,
voi. II.
60
CAPITOLO
QUINTO
perfezione,laddove la prosa
alcuna intonazione
ne epica,
del racconto
ancora
bench" pehlevico,
gi"
abbia
"
di chi scrive in prosa dall'intento di chi scrive in poesia, nel e Finlusi, dei versi di Deq"qi da lui riferiti, tender giudicar giustamente ha mostrato d'indiceva allorquando questa differenza,
Eraii
:
Ma Di
alcun non ebbe No, no, di verseggiarle aiiticlie, leggende in cor. si che il mio cor beato dal pensiero dette in prosa, e lungi Disegno Di gran pensieri si f"'ingombro. la gente allora. era verseggiarle
Dalle ultime
parolesi
conosce
assai chiaro
che
Firdusi, componendo
in
di far opera diversa da quelladei compositoriin prosa Perci" non crediamo del tutto, come sembra preceduto.
venuta
e a
Geiger, che tutta quest'ampiezzamaggiore sia Deqiqi e a Firdusi dagli ulteriori testi in prosa che essi avevano dovuto incrociarsi redazioni diverse di nei quali avevano e
racconto.
dinanzi
uno
stesso
Ma
differenze di
le
Argi"spe di Gusht"sp,stanno
della guerra. Perch" il Libro dei Re che il racconto assai pi" guerrieri che d'una
descrive assai
di pi" battaglie
e laddove pehlevico;
dice il pehlevico
Argi"sp fu rimandato
mano,
a
nel regno suo, al finir della guerra, mutilato d'un orecchio, d'un piede, accecato d'un occhio e a cavalcioni
era
la coda, il Libro dei Pie prolungaassai tagliata di Gusht"sp, ilfiglio campione,Isfendy"r, pi" la guerra e introduce un nuovo abbiam veduto modellato sull'antico recente e Rustem, come altrove, eroe alla di f ino alla intera sconf"tta morte. e sua far sue Argi"sp a prodezze, che narra della guerra di Argi"sp fino s'intende che al racconto Donde d'un asino cui
stata
alla
sua
fatto
seguir
quella
di concatenare solo
con
meglio i
due
racconti
maggiore
poteva.
nemmeno,
107. Non
dei testi su cui hanno altri di simil genere, uno sia stato, con pehlevico in lavorato e Deqiqi e Firdusi;anzi vuoisi credere che altre composizioni prosa e in persianovi stiano intermedie,al qual proposito il Geiger fa
una
tiva congettura sottileper stabilirl'ordine e la precedenzarispetche da parte questo punto, ecco di queste fonti. Ma, lasciando ora dall'esame del racconto pu" cavarsi questa conseguenza, cio" pehlevico
certa
sua
che
prima
e
secolo dell'Era
volgare, per
uno
spazio di tempo
che deve
avere
nono
al
nell'antichit" e deve discendere fino all'ottavo principio tanti racconti si dovette a compon-e secolo, seguitare anche in versi, intorno
a
chi sa se sempre in prosa o se particolari, della tradizione epica, non e a quell'eroe diciam nella
questo (non
l'opera geniale
LA
POESIA
EPICA
()7
di
un
Omero, si formarono
intanto che,
abbiam che tutto il ciclo pur mostrato parte di questo capitolo, in racconti o canti Rustem o la sua che risguarda era famiglia, appunto antichi compositori, anche lo stesso Firdusi, solo gli ma staccati e che non in altra seppero indurvi mai alcuna unit" vera. fatti(e anche cotesto abbiam mostrato)erano
non
Anche
certi eroi
certi loro
di racconti separali soggetto di Deq"qi, dice che ad alcun altro. Firdusi stesso,nel parlar e non legati doveva versificare, tutto un racconto non erano leggendeantiche ch'egli alla fine d'alcun tante suo intero e compatto; e quando racconto, volte, la scorta di qualche antico libro, altro con annunzia d'incominciarne un
non
mostra
Anche
il
Geiger
compostinel per le mani del volgo presso i Parsi molti racconti staccati, dell'antica eroi avventure che toccano le dialetto del Guzer"t, degli epopea persiana ; n"
qui abbiam
devono essi
esser
molto
dissimili da si
potr"opporre che gi"al la grande raccolta a formare tempo dei Sassanidi erasi dato un pensiero volendo ordinare i cicliepici, del Libro dei Re, massime come pehlevica n" Ci" " abbiam mostrato in altra partedi questo capitolo. verissimo, per" alla raccolta accanto abbiam c he detto,perch", ora quest'altro distrugge
confrontato col Libro dei Re. Ma ordinata dai Sassanidi pur abbiamo
stare i racconti
e
ridotta in forma
che diremmo
ufficiale, potevano
ora
a
che staccati, quale appunto " questo pehlevico intenti Uberi diversi,
e
esaminato, fatticon
che ai nostri
e
abbandonati
s",allo
"
giorni, dopo
si
dei Re
composto, si fanno
racconti
dalla quetroppo ci slam dilungati stione della fedelt" di Firdusi alle sue fonti. Ma da questo della pehlevico
sua
che anche
minuto
del racconto
guerra di
natura
a e
e Argi"sp
di
Gusht"sp
dalle osservazioni
esso
e
fra
il Libro dei Re
luce
rischiarar la
questione posta
sono eguali pu" del narrare e in certi atteggiamenti e modi particolari epico anche rimasti tali sono staccati e separati erano a principio, e che, quali nella ulteriore composizione, ostante che vi si sia voluto indurre quella non
chiaramente
dedurre
che i racconti
maggior compattezza
mai modo le commessure,
unit" che si poteva. Perch" questa unit" che non in si possano riconoscere pur sempre tanto perfetta
e
non
fu
le
di tante pur
mani,
mostrano
qualche anche riconoscibili il lavoro perci", dopo quali che il tardo compositore, o il tardo poeta,fosse os" dilungarsi di un punto solo, n" di una linea
gliocchi.
e pehlevico
sola,dal
di
testo che
aveva
sotto
ora
109. Se ilconfronto
il racconto
Deq"qi mostra
in
08
CAPITOLO
QUINTO
a
conoscere
la fedelt" di Firdusi
di racconti epici. Perch" qualunque altro rifacitore o verseggiatore tutti essere quale esso ", mostra di qual natura dovevano quell'episodio, anzi la e la somiglianza, glialtri racconti che ora sono andati perduti, che il narrar di Deq"qiha con esso, ci manifesta qual era stretta, parentela del nono secolo di comportarsidi questi il modo e del decimo compositori facevano che verseggiare delle loro fonti.Essi non in riguardo e nulla pi"; di davano la forma fare
esterna
al racconto
e
nulla
pi";e
un gi" quello, magnifico dei racconti Questo che ora e qui diciamo, atteggiamenti epicipopolari. Per vedremo. ci " confermato dalle parolestesse di Firdusi, come or ora ilqualepur troppo non possiamo fare un confronto qualeper Deqiqiabbiam ilragionamento detto or ora da noi deve pure aver qualche ma forza, fatto; Pi" anche lui. innanzi concludere se non tuttavia, c'inganniamo, per per dire del della poesiaromanzesca, nel capitolo romanzo pehlevico potrem anche d i delle di Ardeshir, sentenze B"zurc'mihr, innanzi, e, pi" pehleviche sia eglilimasto fedele allora quanto, anche fuori dell'epopea, e vedremo ai racconti antichi. Qualipoi fossero i testi ch'egli adoperava,non possiam
sonante
che
aveva
ilfare
dire
con
molta
certezza, e forse
non egli
aveva
posizioni com-
che
una
ne
di poco anteriori a lui; e forse l'opera persiane, sua, secondo sembra procedere e discendere per via diretta da pensa il NoldelvC,
fatta da un Ab" Mans"r di T"s, ora amico, ora composizionepersiana di Ab" nemico dei S"m"nidi,dei qualiera vassallo. Questo libro persiano ed " gran danno, tanto pi" che ad Ab" Mans"r Mans"r " andato perduto, fedeli alla religione di fornito le notizie quattro dotti,ancora avevano Per tal via, la consultato antiche fonti pehleviche. Zoroastro,che avevano nel poema sarebbe passala tradizione epica che abbiamo di Firdusi, non arabiche e mussulmane, per alcuna trafiladi versioni o di ricomposizioni rivolo puro e limpido di sorgentepi"alta e incontaminata. Che e sarebbe " questione che la lingua Firdusi poi conoscesse conoscesse o non pehlevica, s'" potutadefinire. Ma se non vi son prove di fatto per mostrare non ancora vi sono trario. la conobbe, non nemmeno ch'egli prove taliche mostrino il condice giustamente il Darmesteter Al qual proposito che,prima che danno non poco da |)ensare quelleparole del poeta stesso possa negarsi, al capitolo che dice in una sua liricache gi" abbiam riferitonell'appendice della poesialirica: lessi Lunga faticasopportando, Molti l'acromi arabici e pelilcvici.
Dopo
nostre
le
sarebbe
congetture
accettar
e
lasciar tante pi" savio consiglio l'asserzione del poeta che sappiamo pure forse
sia di cotesto, se
fin
qui
soltanto per congettura possiamotrovar prove intrinseche della sua fedelt", hanno se valore, come crediamo, lo prove estrinseche che ora veggasi brevemente assegneremo.
LA
rOF.SIA
EPir.A
69
110. Se ci potremo
considerata vedremo Che
se come
ricordare
che
tutta
storia vera, raccolta anche e tramandata come n" Firdusi altro lecito a era mutarne a nessun
tale,
nulla.
corte di
Mahm"d,
per poco, allontanato dalle fonti sue, in quella tanti nemici cordiali, nella quale egliaveva questa sua
Di ci" tuttavia nessuno, sarebbe stata acerbamente rimproverata. colpagli fece mai alcun rimprovero; fu accusato anzi,come egli per quel che pare, gli celebrato d' altra eroi un' cosi gli fede, apertamente d'eresia per aver sarebbe stato accusato d'infedelt", nessun indubbiamente, senza ritegno, Ed egli sua. qualoraquesto difetto fosse stato trovato nell'opera ancora, in pi" luoghidel suo poema, si vanta di seguir parolaper parola questa crede autentica e genuina storia del passato, tradizione che egli e afferma in lui fosse allontanato. che sarebbe grave dolore per se qualcheparte se ne di K"mi"s del Rustem d i di dice: Terminando e e egli principe Cina, l'episodio
Delia Io Ma di Kain"is aiioora battaglia la storia compii. Lungo il racconto.
nessun
Se
un
solo ne
Saria
veramente. quest'alma
detto
ne
cadea. Perduto
I Parsi
dovuto
certo
era maomettano, anche con le lodi perch"egli l'accettarono come profeta, qua e l" di Maometto
che vi si fanno
non
avrebbero
trovato
ove fatto,
tra
il Libro dei Re
avessero
del ineguaglianze
le evidenti zeppe poste qua e l" per legareun racconto con l'altro, le ripetizioni le lacune che vi si trovano e anche traddizione, frequenti, qualche conche Firdusi pose in versi ci" che trov", nulla mutasse, perch"tutti cotesti difettisono ch'egli proprii d'ogni
mostrano
chiaramente
senza
grande, quale
o
era
e insieme, quando essa epopea si conserva gegno d'inQuestidifettitutti un uomo peripezie. avrebbe Firdusi, agevolmente, potuto togliere
ci" che era da aggiungere da levare,perch" o aggiungendo riuscisse ordinata e acconciamente in tutte le parti sua l'opera disposta Firdusi non volle far nulla facolt", perch"non gliparve di averne sue; ma cosi facendo, non alter" di cotesto,e noi crediamo ch'egli fece bene, perch", levando la tradizione. di Firdusi, del merito di un'opera quale" il poema giudicare crediamo che bisogni essa prima stabiliresecondo qualiragioni possa essere F veramente giudicata. poche opere come questa,per la quale il suo autore a Dante e a Shakedegnamente pu" stare accanto ad Omero, ad Eschilo, Ma chi volesse trovarvi osservate spcai-e, destarono tanta ammirazione. le regole di Aristotele, dei Re in questa o in o volesse collocare ilLibro fallirebbe la prova. Opere quellaclasse di poemi narrativi,indubbiamente ed esse stanno come da come con ragionispeciali, queste vanno giudicate 111. Per
70
CAPITOLO
QUINTO
s"
formano
da
s" genere
Anche
bisogna avere tempi e luoghi, nelle quali quellatale opera pot" comporsi,e quale intendimento ebbe l'autore nel comporla, e qualiidee egli ebbe o ebbero i contemporanei n" domandare suoi intorno all'arte, poich"non si pu" ragionevolmente n" pretendereche ogni popolo della terra e pensie giudichi e abbia sentimento che abbiamo d'arte in quellamisura e in quel modo noi. Ora, il i n date come osserva Bacher, quando un uomo condizioni, d'ingegno, ha fatto ci" che gli era dato di fare,e ha dato tutto ci" che dar poteva, ha sprecata l'opera quest'uomo non ha male usalo dell'ingegno suo, non merito ha gloriaa cui il vero sua, e merita lode e ha diritto a quella
diritto.
in mente
qualifurono le condizioni
112. Tale
la forza
ancora
" Firdusi.
stento
Eglimostr"
d'essere
ingegno di potere
a
da trovarsi straordinario,
e
l'ardimento
posto accanto
lui per
disegno, per
la costanza
nel metterlo
in atto,per l'abilit"nel rappresentare con evidenza tutto ci" dovette rappresentarein tante storie di re e di eroi,in tanti alTetti ch'egli
e
moti d'animi
tante nature
eglidovette
nella
descrivendo scolpire,
popol suo,
eglisapeva
Mahm"d
premio
Fiere tenzoni lo
e saette descrissi, e
Di d"moni E di
acnte
lacci e
Di triste lamie
dei gTiiieauti
Devi
E lor stridirche s'alza al elei, troiai D'uomini illustriin ordine di pugna, in tempo di tenzoni e d'opre D'eroi,
Eppure,in argomento
con una
tanto
vasto
Firdusi vario,
non
pot"rappresentar
poeti
stosa maeame
potenza d'arte,che, se
come
ha la
la finezza dei
siui
si manifesta greci,
rozzezza,
se
pur
essa
in tutta
primitiva
sua non
tale. L'arte
" di
minicoli
sono,
tutta
cose;
immediato, ed eglivede
"
poeta
altrettante persone vive, in carne N" egliebbe un'arte poetica e ossa. alla mano, la quale,per dir la verit", gliavrebbe tarpato le ali;s" bene ricav"
tutta l'arte sua
dall'animo
sua
suo
grande e potente,dal
e
cuor
suo
che
fortemente
straripa, direbbe il cantore filmico del Kalevala,e ogni suo detto s'imprime come forte come soltanto ferro rovente, che certamente solletica (solletica non il verso brucia laddove tocca. lloscio dei poeti dei tempi guasti), ma
sentiva. La
parola abbonda
talvolta anche
111
CAPITOU)
QL'IMO
col
che prolungare
vi si fy di l" da
misura, come
e
Talvolta ancora personaggi. certi pensieri sono non stravaganti poco, discorsi de' suoi ridevoli. Ma drammi di
e
gi" abbiamo notato, i esso e degenerain gontiezza, diventano, almeno per noi,
e
anche
il sole ha le
sue
macchie,
la Commedia da
di Dante contorsioni
i di
Shakespeare non
e
vanno
esenti da bisticci e
pensiero
di gran
mole,
ad evitare in opere sempre possibili venuti non dall'ingegno del poeta, ma dal
inconsciamente dei tempi suoi,al cjuale egli gusto particolare obbedisce. Raramente
qualchevolta
poie
nel
suo
poema,
si potrebbero ricordar
re K"vus a invogli" nel Turan. Siy"vish suo
qui,come
farne la N"
a
M"zender"n, che
e quelladelle due citt" fondate da conquista, nella seconda parte del torto Alessandro Humboldt
Kosmos, parlando
della natura, vive di quelle
del sentimento
diverso
che
i diversi
popoliebbero
che essa manca osserva poesiapersiana, indiani. descrizioni di luoghiche sono nei poemi omerici e negli e potenti " che che ed che nella terra Di una eglinon pu" assegnare ragionesola, in arida selve e deserta, mancano iranica, quelle profonde e pi" parti di innnite,quellemontagne eccelse,e infine quei meravigliosi spettacoli
giuntoa
trattar della
natura
e
che dovevano
nota
anche
da procedere
tratto
luoghi,ci" pu" la della tradizione epica iranica, particolare mai novelle del determina certe volgo,non quasi mai
cose
ebbe rappresentarei suoi eroi qualiglieli amanti delle fatiche e dei disagi, tradizione, pieni grandi,operosi, seppe di provvidenza Dio. Che
se e
fu detto da l'Iran ci ha
alcuno dato i
verit"
che,
laddove
ce
sebbene
non
glifosse
restava
gloria paesana
tutta
pot"tuttavia risuscitar
questa memoria
gloriosa e splendida e
arido l'indole operosa e guerrieradel popolo suo. Perch" il paese iranico, in molte i)arti, costrinse ben presto chi da principio venne a e infecondo stanza, poi'vi
a
vincer la durezza
si videro costretti
del suolo
a
uomini,
lei che
come
domare
come
laddove l'Avesta,
Zarathustra
come
fosse il
come eglidonasse a quale conversasse, si legge ancora Yima un'arma d'oro acciocch", di alimento solcando la terra,provvedesse gliuomini e glianimali. Se poi l'immaginazione popol"i monti e le selve,
primo
uomo
col
LA
POESIA
El'K.A
73 di mostri
e e
il seno
di
maligni, spiriti
in
e
sbuffano
al veder
le biade germogliaia
si pongono
fuga
quando
Perch"
hanno vittoria, per quel nome dall'alto in loro favore. Quelli dell'India in tali soltanto,impacciati posson vincere i loro nemici.
incarnazioni
di Dei, e
come
quellaveste
eroi Quegli
avere,
n" vicini a combattere, n" temono dinanzi ai pericoli di Firdusi, maggiori, dandosi ricorsmarrirsi per un momento, e se talvolta sembrano indietreggiano; le altre nella confidando imprese gi" compiutee quelle dei loro padri, la
giustizia per
se
non
qualevanno
combattendo, d'un
soccombono al
tratto si
non fato,
rincorano,
ovvero vincitori,
gi"a"
loro
che tutta la tradizione epica aveva 116. Ma, quale fosse il significato si qualiintendimenti,al tempo dei Sassanidi, in parail primo Libro dei Re, abbiamo gi" fatto conoscere grafi componesse visibili la descritta Perch" v'era con segni grande poi precedenti. ed era diritto buon bene del essere del essa a male, e iDattaglia pareva documento solenne ammaestramento veramente sacro un avvenire, per gli doveva in cui ogni uomo del passato, grande o umile,regnasse o servisse, occhi degliIrani agli
e con
trovare
la
sua
per nulla
le cattive. Quello lodar le opere buone e vituperar dell'Iliade di Omero fu pur creduto dagli antichi, cio" aver dare ai suoi Greci
un
pertanto
voluto
Omero
grande
ammaestramento
Perch" tutto vero. per il Libro dei l"e si dimostra esser la loro storia epicacome solenne documento, rono un sempre anche
e
tale i
Firdusi la
risguard" ; anzi
si
pens" di
dovere
ammaestrare
cipi, prin-
ogni
nella giustizia e in pi" per il quale egliscriveva, Quanto pi" eletta virt", proponendo loro i grandi esempidel passato. di tutti Mahm"d " detto anche "
men vero
poco egliabbia toccato l'intento suo, dalla trista sorte che glitocc"; ma non nobile ufficio, non dalla natura per vanit"
o
troppo chiaramente
era
si arrog"questo ch'egli
presunzione,ma
perch" ci"
voluto
" da lui stesso espressa Tale intenzione sua sua. dell'opera nei seguenti che trovansi nella sua invettiva contro Mahm"d: versi,
Ma
se
il nostro
si
avesse
macchia,onore
mente
Avria
pensatodel
costante
fortuna
14
CAPITOLO
OLINTO
Che sia
e parola
sua
virt", pensaiulo
vita
se non Qtiesti versi, c'inganniamo,fauno intendere la ragione e il modo di tutte quelleesortazioul che di tanto in tanto interrompono la narrazione del poema, ovvero quasi sempre i piti lunghiepisodi. aprono e chiudono E quel nome di figlio che Firdusi ricorda tanto spesso per pregarlo di
ascoltare il racconto
accolganel
il pensieronon bello, perch"pregila sola virt" e disprezzi lasci ricordo di lo lasciarono i mondo, perch" qualche s", come gi" regnantiantichi,poich"caduco e fallace " lo splendor del trono e della di diciamo, non designavaaltra persona che ilprincipe corona; quel nome, Ghasna. della
sua
alcun
Cosi Firdusi poteva dire dell'opera ci" che Tucidide sua storia in quanto essa poteva essere utile documento un antiche tradizioni verseggiare
strettamente
affermava
legatead
un
antico
ci" che lo religioso, repugnante alla sua fede di mussulmano, costrinse ad usar attenendosi di preferenza alle idee genecerte cautele, rali scendendo alle particolari. Perch" egli, ritraendo i sentimenti e non
e come
de' suoi di
re
come
un
teismo
puro
semplice,
divina sfuggita, qua e l", a qualche figura che " l'angelo di Dio,egli a pot"accostarsi di molto al severo monoteismo maomettano, quantunque non del tutto gli sia stato dato di evitar l'accusa di eresia. Ma, anche con tutto ci",nel Libro dei Re si trovano facilmente traccie di idee religiose intimamente legatealla tradizione epica; e quel ricordare,che di continuo vi s" fa,il che governa e signoreggia il fato dei le cose tempo sovrano tutte,come Ahura Mazd" e secondo i quali Greci,ha sentore della setta dei Zerv"niti, dell'antica fede,come Ser"sh
Anra
Mainyu,i
due
eterni avversari,non
sono
increati
l'Avesta li proclama, ma s" bene figli dello Zerv"neh come indipendenti zione akereneh, che " il tempo infinito.La qual cosa mostrerebbe che la tradiche abbiam s'accordi Medio nel poema di Firdusi,sebbene nella sostanza del
conto raccon perfettamente
l'Avesta,pure, passando
attraverso
il
Eliseo ed Eznik, storici armeni, nacque nel secolo quinto. Con questo, un solo episodiodel poema si si scosta dal resto nelle idee religiose e pili avvicina
a
le
ture avven-
di B"zhen nelle in
sue
di Menizheh, che di
aver
aver sua
vato tro-
ma fonti,
leggereima
notte
da
ciulla fan-
un
cotesto, si dovrebbe
l'antica tradizione
dei tempi non solo ricomposizioni epica ebbe nel correre ci" che gi" sappiamo, ma anche in vario modo fu colorita diverse, secondo questa o quelladottrina religiosa.
L.V
l-OKSIA
Kf'IC.A
/")
fonti, del poema si possono riassumere nella credenza in religiose del bene Dio onnipotente, creatore del cielo e della terra, dispensatore un bench" tutto regga e governi delle loro colpe. uomini, punitore agli Egli, di quaggi",lasciando quasi si tiene assai lontano dalle cose l'universo, al fato la cura di guidarle cose scientemente terrene. Nel qual punto sembra essere, ed " veramente, una conti'addizione, perch"il fato " forza cieca,n" iddio pu" averlo per suo ministro, i^ppure, questo fato,che " che il tempo, iltempo infinitonei secondo l'antica dottrina iranica, non qualetutte le cose si compiono e che viene anche spesso identificato alla
le dottrine volta celeste, perch"la volta celeste segna il corso diciamo, " creduto dai Persiani tutti governare
senza quaggi",
alle diverse
che per questo si voglia escludere la volont" o ildecreto di mente il Darmesteter,umilDio. Alla volont" di Dio ogni buon credente, osserva al fato come poi d'imprecare all'autore d'ogni sventura e d'ognimale di quaggi"; e di queste imprecazioni " da anzi da in tutta ({uanta l'irdusi, poi, la ietteR"deghi piena latura persiana,il fato atterra i superbied esalta gliumili,affligge e si acconcia
e
rassegna
risei-bandosi
i mortali con il le sventure dal trono e coi favori, e precipita rallegra d" la corona volta talall'abiettoschiavo. Anche e ne pi" possente monarca, pevolmente egliaccieca gliuomini di tal forma, che li strascina quasiinconsaestrema a inevitabile, sciagura,sebbene l'evitarla veggasi
pi" facileche
il precipitarvi. Onde
avviene
la vicenda delle sorti umane, domanda a il fato perch" mai egliproduca per distrugger poi ci" che ha mostri crudele
creature
e talvolta dolce e mite talvolta, : ; ci" che fa ricordare quei versi del Leopardi
verso
le
Natura, illaudabilnicrav"L;lia,
Che per iieeiderjiarlorisci e mitri.
Di contro
ortodossa, quanto
essere
d'ogni male
gi" conosciamo
Ahrimane
Che
e tentatore. Mainyu,che pure da Firdusi " detto sovente ingannatore si fa vedere sulla terra, il male ch'egli se egliassai raramente cerca di operarvi, " affidato ai ministri suoi, che sono " i Devi, dei qualiegli detto altres" principe E qui si pensi a quante vicende questo e signore, concetto dei Devi " andato soggettonel lungo corso delle idee, dopo ci" che abbiam detto ch'essi rappresentano e nella mitologiae nella storia. Quando poi gli uomini s'inducono a commettere qualche colpa, come Salm ambizione di tello, e Tur quando per regno uccisero l'innocente loro frai essi sogliono che Devi del delitto hanno loi'o nel momento accusare Ma la pena o il premio che vanno dietro alle sconvolta la mente. e guasta cattive 0 buone opere, riserbansi, secondo Firdusi, ad altra vita,quantunque Iddio bene spesso puniscai rei anche nella vita presente.Perch"
76
CAPITOLO
OLINTO
questo gran
nell'arte sua,
e
poeta,
ma
certamente
uno
dei
non
solo
anche
nella rettitudine
pensierifu nobile
essa
e
grande, ed ebbe sete di giustizia e, come essa poet".E per" la lode e l'ammirazione
ogni opera
sente bella, e l'orrore ch'egli
e
per ad
tributando
per le opere
sua,
malvagie ed empie,
ha ch'egli
suo
nella
misericordia
la certezza
nel
che
ispirano ogni
del tacere
canto
ogni
e
suo
verso.
poi
e
nel
suo
"
male
oscena
il candido
a
costume
sua
d'ognicosa
mento grandissima, restano docudi vergogna ciati, per tanti miserabili scrittori moderni, spavaldi e sfacche avidamente cei'cando ogni pi" osceno vanno e putrido argomento. 119. Primo far a raccoglieree correggere il testo del Libro dei Re, in
era
lubrica, come
ridondano
lode
nipote di Tamerlano,
vi pose
a
prefazione,iniziando
Ci" neir8:29 d. E.
cosi il lavoro
quel
(1425 d. C). In Europa, invece, assai pi" gran poema. tardi esso s'" fatto conoscere, della e primo nel 1774-, nei suoi Commentari poesia asiatica,ne inseriva alcuni brani il Jones, che tuttavia credeva il
Libro dei Re
nemmeno
essere una
raccolta di
di
poema
di autori
diversi,non
da
scendo cono-
ammirazione, Firdusi,sebbene, preso del genio monumento era un quel gran poema glorioso la preminenza allo stesso che, quanto all'invenzione,contende orientale, Omero. Dopo il Jones, per tacere di altri lavori forse di minor conto, nel tent" per il primo una edizione intera, ne 1811, a Calcutta,il Lumsden
affei'masse che
ma non
il nome
riusc". Pure
ne
pubblicava
libera che
un
episodio,quello bellissimo
Una inglesi. nel traduzione
Sohr"b,
con ne
una
traduzione
in versi
a Berlino, 1820, ne pubblic" alcuni saggi,ma non pot" proseguire. Intanto, nel 1829, il Turner Macan, a Calcutta, ne pubblic"in quattro volumi il testo il Mohl, a Parigi, ne fuori una dava intero; e tra il 1850 e il 1806 edizione in prosa francese; in sei volumi, con traduzione magnifica una e
intera
in tedesco
tent" il G"rres
versi tedeschi. miglioriepisodiin elegantissimi Ai nostri giorni, la Elena rifece in prosa Zimmern non tradusse, ma seguendo la traduzione del Mohl, molti racconti del Libro dei Re, inglese, ch'ella poi pubblic" illustrati egregiamente da Alma Un'altra Tadema. edizione del testo fu procurata di recente Leida dal Yullers, al (juale, a ciando comincome il Landauer; e l'autore del presente scritto, mori, successe
ne
lo Schack
traduceva
un pubblicarne a Parma primo saggio nel 1872, ha poi sempre seguitatoa lavorare intorno alla sua traduzione in versi italiani dell'intero a
Libro
tra
a pubblicata
Torino
in otto volumi,
il 1880
il 1888.
LA
POESIA
EPICA
77
5.
poeti
ciclici.
allo stesso modo dei Greci, tutti quei poeti ciclici, videro la gloria s'era come poetiche dopo la morte di Firdusi, ch'egli versificando il Libro dei Re, tentarono arte pi" o meno con acquistata versificando di calcarne le della tradizione epica destra quelle parti orme, lasciate a dietro. Tra le qualinon solo che egli, aveva per diverse ragioni,
120. Cliiamiamo
alcune
meritavano
e
veramente
mano
maestra
di lui,
trattate da
e
per la natura veramente alle mani di questi lui,vennero vi posero ben molto
amore,
ma non
glifurono
a
furono
presto trascurale,onde
parola,scarseggianole notizie. Perch" di alcuni soltanto dei loro poemi possiam fare qualche cenno per averne da quel tanto che ne " stato pubblicato, laddove per avuto conoscenza inediti nelle pubblichebiblioteche, alcuni altri, non giacendoancora siamo posdobbiam che ricorrere
0
a
ci" che
ne
dicono
il Mohl,
il llieu, o lo
Spiegel,
potutovederli ed esaminare.
intanto che "
degna d'essere osservata, si " che poetisecondano in tutto e per tutto il costume di quei tempi,che questi secondo la bella espressione di Firdusi, le era quello di far rivivere, memorie del passato e de' suoi eroi. Perch",se " vero che essi con giore magcalcano " le orme luminose del gran poeta,non 0 minor men gloria che egli inconsciamente inclinazione forte dei vero una segu" tempi suoi, che era questaappunto del risuscitare le memorie ci" e epiche, per quelle abbiamo sciuto ragioniche in altro paragrafo assegnate.E per",dato e riconoche diremo epico, in esso " compreso come e da questo movimento " trascinato Firdusi, cosi vi son esso compresi e da esso ricevono pure come questi poeticiclici, impulsogagliardo per i quali, sprone pi" forte e s'aggiungeval'esempiodel Libro dei Re da imitare. Avviene poderoso, quasi mai di far risaltare il proprio nome; pertanto che essi non cercano o pi" spesso anche lo tacciono;n" vogliono aver modi o atteggiamenti intenti d'arte differenti e spiccati, ma seguono il fare di Firdusi in tutto e sar" il fare comune meglio dir cosi, epico, per tutto,ovvero, e seguono ci" che vi da di lasciar maestro da prescindendosempre grande e pot" Firdusi. Alla narrazione del quale sovente, anche per dar maggior valore che fanno, essi soglionocongiungere immediatamente la loro; all'opera talvolta anche un distico, col quale Firdusi chiude o questo o quell'episodio, di passaggio ci" che a qualcuna di queste narrazioni cicliche, serve le trovandosi Libro dei Re nei manoscritti del riti inseagevol" interpolazioni, secondari distinzione alcuna. senza diamo, crecome questi poemetti Cotesto, anche con tutto ci" pu" e deve dimostrare che l'epopea iranica, prima
cosa
CAriTOLO
OLINTO
che di suo, quanto all'arte, pot" fare per essa Firdusi, si considerava ai tempi di lui come ancora opera nazionale,alia quale ciascuno poteva ad un'opera collettiva e comune, lavorare per la sua parte come non per alla nazione infera. piuttosto notare questi poeticiclicisi volsero di preferenza del dei le eroi celebrar a Segest"n, qualigi"sappiamo impresedegli esauri tutto il ciclo.Anche ilsolo Rustem, non che Firdusi,se se ne toglie sappiamo quante altre tradizioni di questo ciclo ha l'Avesta che Firdusi non ha; ma, anche con questo, trovasi che al tempo dei Sassanidi eransi gi" quellodi Paistem certamente, come epici compostialcuni libri di racconti, che Firdusi e quello toccava di tutti e d'Isfendy"r (che ampiamente tratt") avvisandosi di riemin generale. E per"questi pire ciclici, glieroi del Segest"n
e gloria procacciar
onore
s", ma
122.
" da
intanto che
le lacune
che
Firdusi
aveva
si diedero lasciate,
che, se Firdusi fu troppo scarso, anche troppo,perch"non solo verseggiarono di le tradizioni di maggior momento natura epica, e vera ma che cominciavano narsi allontavollero ad tutte ancora ricomporre quelle gi" dalla natura epica.Seguirono, pertanto,le vicende della casa del narrando ci" che fecero i figli Segest"nanche nelle generazionisuccessive, ridicendo spesso degliultimi ci" di Rustem, poi i suoi nipoti e i pronipoti, qual lavoro " da osservare abbondarono al contrario, questialtri,
versi. Nel che
e cadendo perci"nel trito e nel gi" s'era detto e narrato dei primi, dei Essi fanno ricordare difetto quei ciclicigrecidella pi" luoghicomuni. in metro epicoci" che glieroi grecifecero a tarda et" che raccontavano di casa poich"furono tornati da Troia, come per Ulisse fece Eugammone Cirene. Tutti questiminuziosi cercatori di racconti non ma pi" guerrieri, da poco che i grandi amanti di conoscere casalinghi, pi" i particolari d'un'azione epica, fanno opera risibilee compassionevole, momenti come
del il romanzo queltale fra noi,se " lecito il paragone, che volle seguitare di Renzo Tramaglino. Manzoni col narrare e descrivere ci" che fecero i figli sarebbe al posto che ora 123. Quanto a Deq"ql che, se fosse vissuto, della crediamo che basti ci" che abbiam detto nel capitolo occupa Firdusi, lirica quanto alla sua vila, detto sopra parlandodel suo e ci" che abbiam di mille disticiconservatoci da Firdusi,quanto all'arte sua di episodio ciclici di lui,ecco che tra i poeti di parlar poeta epico.Lasciando, perci", primo si fa innanzi,non per ordine di tempo, ma perch"tratt" argomento l'autore del epico che va innanzi agli altri nell'ordine della nai'razione, cio" del G-Jiershdsp-""dmeh, l'Asadi che fu maestro trattando dei contrasti Libro di di Firdusi in che " il figlio di qnclGhersh"sp, poesiae del qualeabbiam gi" detto,
perch"il nome
Re che del
suo
si confuse
da alcuni
termine
il Libro
dei
80
tare. Asadi
CAPITOLO
QUINTO
nel celebrare gli eroi del Segest"n, arte pi" raffinata con adunciue, cerc" di superare il suo modello, e se lo credette in buona fede; ma studiate e concettose, e talvolta procedono intanto le immagini sue sono da intuizione immediata dell'animo eccitato; da giuochi di parole, n" non cadendo non di egli sempre sa tenersi alla voluta altezza dello stile epico, triviale.Anche la arabiche rado nel in misura assai linguaaccoglie parole di Firdusi che ha ci" di laddove ne e maggiore quella pochissime, appare che il poeta " maggiormente studioso dell'ornamento Il e dell'artificio. Turner Macan, in appendice alla sua edizione del Libro dei Re, ha pubblicato buon tratto di questo poemetto, del quale, nell'appendice, un daremo
qualchesaggio.
che fui'ono molte
e
esser
state
compiute
da lui nel
Devi, pare che non abbiano trovato un le trattasse. Perch",come studio speciale
cantore
gi" s'"
che in
le tocca, e l'autore del Sdm-n"mek, cio" del Libro di sfuggita S"m del quale ora ci tocca parlare, sembra aver preso per soggetto suo gliamori dell'eroe con la bella Peri-dokht figlia principale dell'imperatore che combatte S"m della Cina,altra vii-ago con a visiera calata, battagliera donna. Ma nel furore del combattila crede mento, non una un ond'egli uomo, S"m allo svellersi casuale dell'elmo di lei, la riconosce per quella veduta prima in una ch'essa ", e quale egli aveva immagine dipinta, Ci" stesso racconta onde gi" se n'era perdutamente invaghilo. anche di Firdusi di Sohr"b
e
il noto
se
di Tancredi episodio
Ma, anche
questo
d'amore e gi"appartiene a quei romanzi poemetto " di soggetto amoroso che pi" tardi fiorirono in Persia,sembra che il soggetto ne sia antico, ti'ovandosi che il Mohl, che tuttavia
ne
ragioni, e che gi" nell'Avesta " giudicail soggetto del tempo dei Sassanidi,
non ne una
chiaramente
dice le
ricordata
di esizial bellezza,creatura
di Aura
Kerec"cpa.Ora, noi sappiam gi"che il Kerec"cpa della fanciulla epica,e nel nome Peri-dokht possiam trovar ricordata l'antica Per";il nome, infatti, significa " delle Per" delle belle fate ornale d'ali. colei che della o stirpe pure 127. In questo poema, adunque, che conta undicimila distici, gendosi congiundella tradizione immediatamente al racconto di Firdusi in sul cominciare da le guerre principio
re
di
brevemente
la
Gemsh"d, e in fine gli di Z"l,con la nascita del amori suoi con la bella Peri-dokht che fu madre quale il poeta arresta il suo racconto per far luogo a quello di Firdusi. di Ricordiamoci intanto che il Libro dei Re, appunto con la nascita del figlio S"m, incomincia il regno di Min"cihr. Autore del poema fu ritenuto lungamente essere Kh"gi" Kirm"ni, autore di altripoemi amorosi e romanzeschi, il vissuto tra 070 d. E. (hi80 d. C.) e il Vii d. E. (1841 d. C); ma ora,
scoperta dei tesori di
LA
POESIA
EPICA
81
dopo gliStudi
sembi'a il ])oema essere zione imitale ricerche dell'Etile, una fiacca d'un altro di Kh"gi" Kirm"ni, fattada ignotoe inetto autore,
e e
inventava di fantasia
pi" che
non
una riempiere
derivasse
eroe.
Ora,
la frase e quel meccadel Libro dei fle questo poema ha il metro, lo stile, nismo, alla maniera facile ad imitare, epica;ma degli aggettivi composti " l'uso delle parole linguapura, perch"troppo frequente il vigoree la profondit" del non arabe, non ne ha la forza descrittiva, Cade nel trivialeche gi" l'avvicina ai e la foga. sentimento, non l'impelo tutti volgari di cui fra poco terreni parola, e plebei; racconti popolari e
non ne
ha
la
tutto il fare nella descrizione delle solite pene d'amore gi"possiede dei pi" triti e romanzeschi. poetilirici
nevole sve-
128. Alle
dell'animoso
avventure
Rustem
il racconto appartiene
e ancor
autore d'ignoto
narra
la
battaglia
torni, giovane eroe con un famoso ladro,terrore dei dinRustem ebbe preso la rocca detto Kuk il montanaro. Perch",come Libro che si nel dei del S"pend (ci" Re),il padre suo Z"l temeva legge di non assai che l'impeto troppo amante giovanile ponesse questo figlio Perci" egli, e disperate. con gloriain imprese pericolose paterna cura, far motto mai, in presenza ai compagni di Rustem di non aveva ingiunto combattuto S"m, di lui, di questo ladro temuto, col quale invano avevano Ma un giorno che Rustem andava a diporto co' suoi N"rem e Ghersh"sp.
ecco compagni,
aitante bello,
forte della
il montanaro; e Rustem che ode, a Kuk persona, dicono che eglisomiglia chi sia l'ignoto fa le meraviglie e domanda ne personaggio. Risaputolo,
non
ostante
le
Kuk
e
millanterie dall'alto e dal basso della montagna, la battaglia volgari cade illadro del giovane eroe. Menato nel Segee prigioniero " mandato dietro al figlio, alle st"n da Rustem e da Z"l che era accorso forche con glialtri degnisuoi compagni. 129. " questo ilsoggettodel breve racconto, quale non sappiamose faccia partedi un poema pi" ampio,ora perduto,o se sia un racconto ha voluto aggiungereal Libro staccato che qualcheabile interpolatore sebbene eglinon abbia la nobilt" dello dei Re. E diciamo abile, perch", anche incomincia serba tuttavia rasenti spesse volte il trivialee il volgare, n" ha gli artificideglialtri due poemi test" quasigenuino il fare epico, stiledi Firdusi
e
esaminati,ma procede libero e sciolto, spontaneo e semplice nella sua ci" che " sempre il maggior pregiod'ogniracconto di epopea. narrazione; sembra essere antica e appartenere mente veraMa l'avventura di Rustem, in s",
certamente eroi del Segest"n, non a quelgran ciclo degli origine tradizione invenzione del poeta. E forse abbiain qui un racconto o una di tante ripetizione propriasoltanto d'un determinato luogo dell'Iran,
in
"
Pizzi, Storia
della
82
CAPITOLO
QUINTO
come verseggi", probabilmente cosi neanche larne cancelnon pot" gente, ancora
altre di natura
onde eguale, di
il poeta che la
orale della
queltanto
130. Di
di figli
tre
popolare che
essa
d"
divedere
conoscere.
riustem
imprese e
altro
avventure
di tre
possiam qui opinione, il Mohl che ha ancora. sono Per", seguendo potuto brevemente diremo il ne vederne a Parigi i manoscritti, qui soggetto e datine da lui,tanto benemerito riferiremo i giudizi deglistudi persiani.
" stato narrato
perch" essi
inediti
Il
primo
di essi " il
un
cio" Giha"i-gh"r-ndnieJi,
il Libro
di
e Gih"n-gh"r;
di Rustem, nato dopo la morte e valoroso figlio gagliardo infelicedi Sohr"b. Come Sohr"b, eglipure " allevato lontano dal padre, re Afr"sy"b finch" poi,venuto in et" da portar l'armi, gliconcede armi e combattono armati perch" faccia guerra agli Irani. Rustem e Gih"n-ghir " riconosciuto dal padre e si fa tosto suo compagno insieme, ma il figlio nelle schiere di re K"vus, finch" d'armi e di gloria, con e combatte onore poi,con dolore grandissimo della madre lontana che ne muore, egli" " da un Devo. Come ucciso in battaglia vedesi, tolti alcuni particolari, della storia di dice come Sohr"b, composta tuttavia, questa una ripetizione trovandosi che essa non ha le raffinatezze ilMohl, in tempi vicini a Firdusi, L'autore ne " ignoto, studiate e il fare lirico dei poemi posteriori. e pare che fosse della citt" di Her"t, perch", certo punto del poema, a un egli
Gih"n-ghir"
dice d'averlo composto in questa citt". di Piustera era 131. Altro t"glio Fer"murz, del
narra imprese nella gran guerra coi Turani e nella gi" molte e gloriose fece del padresuo, tradito dal re del Kabul. Ma l'autore vendetta ch'egli ignotod'un poemetto che si dice appunto il Ferdmur^-ndmeh, cio" il
altre
imprese.Un
re
re
aiuto
al
K"vus
per
favore
glisi
neghi. Chiede
perci"uno
uomini mostri e tutti li vince,vince lo con e con va, combatte che abbraccia la religione stesso N"sh"d degliIrani. Crede il Mohl che il Fer"murz
un
lavoro
maggiore ora
non una
e suppone perduto,
l'autore
del buon
tempo epico,cio"
" 132. La leggiadra R"n"-gashasp alla di Rustem, vincitrice di leoni, cavalieri che
essa mano e
della uccide
disfida
atterra
e data poi da re K"vus di Gi"e di eroi ammaliati, a Gh"v, figlio principi fatta sposa, cessi dalla vita errabonda tuibolenta. Ma la e derz, perch", prima notte ch'ella si trova col suo novello sposo, repugnando all'atto
d'amore, essa
lo atterra
lo
legaforte con
una
sua
allora Rustem per i-imetler lo gettae nasconde sotto un sedile.Sopraggiunge celebre episodio dei Nibelunghi, Tutto ci" ricorda un l'ordine in casa.
LA
POKSIA
EPICA
83 notte
si
anche
un
la prima Hriinliilde,
ve
di
lo tenesse (ino a
matrimonio, giorno,
di Borgogna. Ma di B"n"-gashasppoco si dice lo sposo suo Gunthero re nel Libro dei Re, per non dir nulla, rammentandovisi e poco si narra tanto solche essa " l"glia di Rustem di B"zhen e che, quando Gh"v e madre per rintracciarvi il giovaneKhusrev, si ricondusse per quel tempo alla casa paterna; per" le avventure e le meravigliose ricordate di di formano il di lei, un opere soggetto sopra, poemetto, il c io" Libro il di Bdn"-gashasp-udmeli, B"n"-gashasp, d'ignoto autore,
tutto
and"
nel Turan
mussulmano
come forse,
il Mohl
ha
ragionedi
credere.
che tanto
se
il cuore colpisse
altri
suole avvenire, imitarla, pure nella stessa tradizione epica, come gi" si trovavano tutte queste storie fra loro somiglianti, non versioni diverse di parallele dal
un
medesimo
racconto.
Perch"
lui in guerra, e sceso con i)adre di Sohr"b, il leggiadro ecco la cui storia, un e valoroso Berzi", sebbene figlio assai pi" ampia e ricca di particolari, almeno nel principio, somiglia, del padre.Essa forma il soggetto di un a quella lungoe vasto, di poema ignotoautore, che il Mohl crede del quinto o del sesto secolo dell'Egira decimo e undecimo d. C.),poich" di un At"y, al quale l'Anquetil (secoli Du Perron l'attribuisce, si ha alcuna notizia, non per quante ricerche abbiano fatte ilMohl
e
lontano
ilTurner
Macan. che
cio" portailtitolodi Bersu-ndme"i, si far mosse quando per guerra agl'lrani, la d i le lasci" passando per la terra di Shing"n, spos" l"glia quel principe, Sh"hr"d che tale era il nome una sua e parti. della sposa, intanto, gemma d" alla luce un figlio, detto poi Berz", il quale, veduto un giorno da " fatto educare da lui con Afr"sy"bgiunto per caso in quei luoghi, gran esercizi il cura negli guerreschi, perch" giovanemostra aver valore e perch" Cosi fa e manda intanto il prode eglipensa di valersene contro gl'lrani. stuolo d'armati contro l'Iran, laddove subito egli fa prigarzone con uno gionier due capitani di Khusrev, T"s e Fer"burz, che poi Rustem, sopraggiunto nella notte, rende a libert", sebbene egli in un combattimento poi, Berz" stesso, resti ferito e sia costretto a ritirarsi.Ma Fer"murz, con le armi di Rustem il giovane Berz". Ci" postesi padre suo, fa prigioniero il Libro di Berz", che Sohr"b
udendo, la madre
il t"glio e di da T"s combatte
e
accorre
alFannosa nel
e Segest"n
trova
modo
di liberare
con fuggir
in Rustem
accompagnato
Rustem
da
festa nel
e Segest"n;
gi" sta per ucciderlo, quando la Sohr"b d i e nipote, conoscere per figlio perci", di Rustem stesso. Udito ci", invia il nell'Iran Afr"sy"b giovane P"lsem accompagnato da una vaga cantatrice di nome S"sen,perch" essa co' suoi vezzi tragga a perdizione eroi di re Khusrev. " un'altra Angelicache gli
ancora
Berz", lo
atterra
madre, accorrendo, lo fa
84
CAPITOLO
OriNTO
viene, essa
destinati a cader iie'suoi e glieroi, pure, dall'estremo Oriente, i paladini di Carlo lacci, lasciano la festa e il banchetto di Uustem come dietro alla bella avventuriera.
di S"sen, che ebbri li d" in potere di P"lsem. Ma Rustem libera i compagni dal Turan e l'uccide. Allora, con Afr"sy"baccorre e fa Pilsem prigioniero
prima combatter con lui, " distolto da' suoi capitani, fa suo ne ma campione il giovane e prode Berz" sbaraglia l'esercito di Berz", entrato omai nell'esercito degl'Irani. che vedesi costretto alla fuga, e ottiene dal suo signorela signoria Afr"sy"b in premio del suo valore. di Gh"r e di Ileri,
armi
e con
armati, e Khusrev
che voleva
tutta
porare che forse dall'autore volevasi incorsi attiene quanto allo tutte, in misura, secondo
non
di rappresentaree descriver le cose Perch" noi, maggiore di qualunque altro dei poeticiclici. in
comune
con
solo
ha egli
durre epicie certi modi di introgliaggettivi tutto quanto il meccanismo e insomma e avviare racconti e parlate, anche glistessi versi toltida Firdusi ma esterno, per cosi dire, dell'epica, T" tali e quali a certe date occasioni che ritornano frequenti. e ripetuti Firdusi le frasi
e
dubbio ilvalore di Berz", ci" che " non tuttavia esagerato soverchiamente trovandosi essere appartiene, segno dell'et" pi" recente a cui il poema arte consueta glieroi del degliepici posteriori l'ingrandir grottescamente credendosi per tal modo passalo, Del resto, come bella di contraffar
pi" abilmente
lo stileaidico.
pu"
arte
menti disegnodeterminato d'azione,per cui gliavvenin" cade nelle aride genealogie vengono al loro svolgimentonaturale, fece Asadi il giovane nella seconda parte del suo Libro di Ghersh"sp. come letto di sovente dovette essere che il poema Osserva poi ilTurner Macan
e
molto
ammirato, perch" in Oriente esso suole nel Libro dei Re, quantunque non
daremo anche
in ultimo
essere
vi
appartenga jinuto.
qualchesaggio. autore del Belimeu-nameli, cio" l'ignoto qui il Libro di Behmen, che, attaccando ilsuo racconto a quel punto del Libro la uccide in singoiarbattaglia narra dei Re nel quale Rustem Isfendy"r, siano sebbene mente brevevendetta che di lui fece il figlio Behmen, queste cose di Rustem. La vendetta di morte dallo Firdusi la stesso narrate dopo rivolta in particolare Behmen, anche secondo ilLibro dei Re, non fu veramente Behmen dal quale altres" esso stato educato, era contro di Rustem del Segest"nsterminata da Behmen contro la casa ma dopo la morte del cato grandeeroe. Del resto,il poemetto " di alquantotarda et",essendo dediMahm"d che di Melik-sli"h della casa dei Selgi"qidi, al principe figlio ebbe regno breve e contrastato intorno al i85 d. E. {;WH d. C), e ilMohI,
ne Nell'appendice
136. Porremo
LA
POESIA
Kl'ICA
85
alTerma che l'autore si mostra che ha potuto farne lettura, alquanto presuntuoso, bench" molto ignorante. Dice di attingere alla tradizione orale,
e
ci" anche
sar" vero, non trovandosi abbiam altrove detto 137. Come anche ha studiato,
essa
" facile da
intendere
per
poesiaepica, originepopolaretanto per ilsoggetto quanto per il serba pur sempre visibili e e che di tale origine essa magisterodell'arte, anche quand'"coltivata da uomini d'altissimo ingegno e manifesti i segni, nelle corti. Anche l'epopeairanica ebbe la sua pi" bella veste ospitata da un gran poeta addetto alla corte di un poetica gran principe; eppure, cosi u" n" ci" non cancellare non ne cancell" come togliere l 'origine pot" sua, chiunque
" chiai'o che " di
e comune non ne
della generale
proprioche
certa
sua
consiste in
un
una
forza
non
di narrazione
di descrizione, congiuntaad
una
entusiasmo
che il
Firdusi in altissimo
grado e
le ebbero
quei poeti ciclicidei quali fin qui abbiam tenuto stati e che noi ignoriamo. probabilmente tutti queglialtri che vi saranno finch" dur" quell'amore Esse piacqueronella poesianarrativa in generale
per
i racconti
e nazionali, epici
il sentimento
nazionale, ridestatosi
con
fu pi" in generale, lo aiut",e l'arte poetica, potenza neglianimi di tutti, sollecita della sostanza che della forma troppo artificiosa.Ma, al sesto molto dell'Egira (dodicesimo secolo d. C), la poesiacortigiana, abbiam lavorata e fina, quellalirica specialmentedi cui in altro capitolo avviene di tutte come lungamente parlato, prese facilmente ilsopravvento, le poesieospitate nelle corti,costrette a vivere d'una vita artit"cialein un'aria morta. Allora,anche per altre ragioniche nel capitolo seguente e ingenua di Firdusi e de' suoi imitatori, diremo, l'artesemplice quell'arte da cui era nata, non che tanto ritraeva ancora del fare popolare piacque altri si procacci" pi".Per" la poesia narrativa cangi" costume, e come veramente erano e nazionali, esauriti, cosi, poich"gliantichi, soggetti epici curandosi poco omai di ci" che veniva narrando, vi cerc" piuttosto significati nell'ordine morale, e tutto rivesti poi d'una reconditi, specialmente forma studiatamente elegantee fina, ornata di tutti gli artificiche la retorica pi" ricercata poteva fornire. s'intende agevolmente, una 138. Era questa, come poesianuova, la che veniva bellamente a pigliarsi il posto dell'antica. poesia romanzesca, nel Ora quell'antica, che aveva dato le sue prove pi" splendidee gloriose dai poeti Libro dei Re, come ebbe anche fatto il tempo suo, abbandonata si ritorn" nelle dotti che omai avevano cangiatodi gustie d'intendimenti, mani del popolo dal quale un giorno era uscita. Per esso allora si composero nelle quali le avventure raccolte infinitedi tradizioni, strane e pi" strambe poterono trovare il loro posto,laddove anche ognicosa grande fu furono gi" alti modelli di valore e di virt", e gli eroi che rimpicciolita, diventarono volgari e le eroine avventurieri, pi" belle e savie si fecero secolo
80
cap"tolo
OLINTO
da
trivio. Cotesto
avvenne
non
tanto
nella sostanza
che fu propri di quest'arte fatte assai e senza sale, poche e eccezioni. Aggiungasi essi rare autori, l'ignoranza degli fossero, chiunque menestrelli e improvvisatori da piazza, ve ne e forse erano sono come in Persia. Per tale ignoranza si videro confuse insieme le anche oggid" della fede zoroaslriana e della mussulmana, trasfigurati cose gliantichi re antichi eroi strani anaci'onismi, e trasportati, da un con e gli dell'epopea difficolt" all'altro senza senza e ritegno. tempo 139. Di questi racconti volgari, di qualunque forma siano, dovrebbe non la storia letteraria, n" in questo libro ce ne occupecertamente occuparsi remo
o
dette
noi, anche
essendo essi che
se
potremmo
inediti i
far tanto,
scritti mano-
pochi
conservano
nelle nostre
e
biblioteche. Con
questo per",
lasciando di
e
ha Tars"s,del quale il Mohlnon notizia alcuna, non possiam tacere di due poemi che noi crediamo appartenere e che a questa classe di composizioni popolari, pure presumono molto
e vanno
fatta da puerili
arabo, Ab"
T"hir di
sotto il nome
di due
di poeti
140. Il
primo
in
" il
imprese del
e
di ritrari'eil fare
egli poi cada nei lacci d" Fr"nek, della bella reginadell'isola
lo rinchiude in
essere
una non
che (Ceylan),
ne
caverna.
il Piieu
dice, sembra
bene
Ma
di Z"l, ch'esso vaga per diverse avventure, tra le quali " pure la venuta laddove egli d" prova del padre di Rustem, alla corte del re Salomone di Giacobbe. un sciogliendo enigma intorno ai dodici figliuoli la tradizione Ecco ora un esempio del modo con cui, nei racconti popolari, Perch" la storia dell'enigma iranica va confusa con la mussulmana. mone, dei dodici figliuoli di Giacobbe, sciolto da Z"l nel cospetto di re Salonel " che la trasformazione altro non di quellache gi" leggesi Libro dei Re, secondo della bella la quale Z"l, per conseguir la mano dai Riid"beh, dinanzi a re Min"cihr sciolse certi enigmi statigli proposti
suo
sapere
sacerdoti.
si dice essere Mukht"ri, il un questo poema poco felice, e atTerma aver quale nell'ultima pagina manifesta il suo nome composto sione. in nome dato la commisMas"d che gliene del principe aveva sua l'opera di Ghasna; ma di Mahm"d il figlio Questo Mas"d parrebbeessere perch"al primo tempo dei Ghasnevidi non s'incontra alcun poeta di nome cosi parrebbeche esso sidebba riferireal tempo dell'altroMas"d, Mukht"ri, nel almeno d'Ibr"him figlio di Mas"d, della medesima 0 casa principesca, nel 55-i d. E. (1159 d. C.), quale visse un Mukht"ri di Ghasna, morto
141. Autore
di
"S"S
CAPITOLO
Ol'INTO
nell'animo
quel
senso
di
disgustoclie proviamo al veder rappresentare certe indecenti operette frutto e pascolodel gusto e dei costumi dei tempi nostri, francesi, laddove, molto peregrine, vedersi tra le altre cose qualche gran personaggio pu"
della storia ti-attato da cialtrone, come
re
" avvenuto
un eunuco
del
accanto
anacronismo costumi
e
che
fa da
asino. Ma
o
popolo,secondo
dei
che
ha
buoni
il poema
di H"min
Visa fa
conoscere
i costumi
tempi suoi
la
fu composto. Kppure ne fu detto e se ne classe di gente per la quale esso il poeta t^akhr ud-din Asaad, detto pi" comunemente dice ancora autore Fakhri, nativo della terra di Gurg"n,che l'avrebbe tradotto o ricomj)osto da
un
testo
avutane
da Am"d
pehlevicoiutorno al 4-4-0d. E. (10-48d. C.)|)er commissione ud-din governatore di Nish"p"r, al tempo del princi|)e
casa
Toghrul della
Samarcanda nelle
dei
ne
fa autore
un
Niz"mi
Ar"zi
di
vissuto intorno
d. E.
Pi" vrtiia istdiia iioii vid'io, SiLiiiillcatu intende. Aeconcianon iir ad altro ne Ella somiglia elie a un verzier i;iocondo; mente non tutti leggouquella lingua,
Ma ilsermon n"" ilpehlevico, e dii 'Ilegge, E
se
alcun
il senso legge,
non
ne
afferra.
144. dubitiamo
non
Ma
che
veramente
esser
da
una
fonte
pehlevica,
poi
parto d'una fantasia volgare, attinta ad alcun libro che abbia ricevuto autorit" dal tempo. Dubitiamo che essa possa essere ancora sciamo conoopera di Fakhri, del quale,se non
assai
scarse
le notizie, sappiam
tuttavia che fu poeta illustre, atto certamente non a queste opere da trivio, si vuol credere che egli deliberatamente volle far cosa se pure non traria conad opera
ogni
sano
adunque che
suo,
il poema
non non
sia
si
di lui,"
d'uopo supporre
nome
sia stato preso e assunto abusivamente da qualche cantore popolare legge, del di a quello come e ci", agevolmente si governatore Nish"p"r, dar valore R itorna intendere, e pregio pu" all'opera. pertanto alla per classe delle opere volgarie popolari anche questo poema che tanto fu levato in alto; e si hanno di ci" le prove chiare e manifeste. Tra le quali " la testimonianza non dubbia del poeta stesso che dice,in sul principio insieme del racconto, d'averlo rinvenuto scritto tra le fole del volgo, tra le notizie che trovansi nelle tradizioni orali, sebbene storia era del nostro Pulci che dice d'aver trovato poco prima abbia detto che la in pehlevico. Ma chi pu" credere tutto cotesto? " la stessa maniera la storia di
per" l'autore
se venne
del nostro
involontariamente da
un
da s" medesimo s'" tradito, indicando poema l'umile fonte da cui egliha tratto l'argomento. Ovvero,
come
antico libro
sembrano
di credere il (Iraf,l'Eth"
LA
POESIA
EPICA
89
cercare senza ci" che dice l'autore del poema, (forse rij"etendo dica il vero),il supposto libro non pot" essere che povera cosa, s'egli nulla di pi".Osserva poi il Grat libro del volgo e fatto per il volgo,ma in prosa, dovette essere che,non conoscendosi la fonte,quale,secondo lui,
il Rieu
non e
qualesia la parte del novello compositore pu" discernere nemmeno del compositore quale quella del libro antico. Certamente per" sono
si
il Graf le immagini scipite e strane, sebbene novello le descrizioni inette, nelvogliatrovare un segno dell'antichit" del racconto nella ruvidezza e l'arditez
non o ingenuit" (semplicit"
si pu"
non
cose
che
era
meglio tacere.
Ma
tale osservazione
consideri che
le fonti di Firdusi
eglinon
vero
erano pi" (e ci" sappiamo ben di certo) ha laidezze, ma non oscenit", procedecasto
che
lo storico Mirkhondi,
come
osserva
il Graf,
di Ashk, onde essa dovrebbe dice che la storia " del tempo di Sh"p"r figlio tutto ci" come che al tempo degliArsacidi ; ma collocarsi nientemeno si
non
prova?
si
sa
il re
M"bed
un
che "
re
uno
dei
poema,
chi sia,n"
di questo
trova
in alcuna
serie di
cotesto
regnantipersiani.
non
145.
ecco
Ma,
se
bastasse, o
e
non
avesse
dimostrativo,
e
le
cose
e puerili
le sconcie scipite,
le strane indecenti,
grottesche,
onde
lavoro volgaree s'infiora questo poema, che lo mostrano vasi di poeta. Perch" troindegno di chiunque,anche per poco, meriti nome bellamente che
re
reginaShah-r" e ne ha una ripulsa, s'intende, ed egli e partorisca, s'acconcia ad aspettareche essa concepisca fanciulla la va sposa la sua sposa. M"bed, quando che dovr" essere una figlia
M"bed chiede
amore
alla
schiere e che esercito! vengono ad altri, un esercito; raduna, per vendicarsi, dal Dehist"n,dal Kh"rezm, dal Khorass"n, dal dal C"urg"n, dal Taberist"n, dalla Cina, dal M"cin, dal Turan, dal Sind,dal Tibet, Kohist"n,dall'India, dalla niente Sogdiana; meno! Cotesta
non
sembra
forse
Trovasi parodia?
un cosa suo saggio mes-
che R"min
tanto cortese da prega la nutrice d'essergli le deve che ci" non alla bella Visa, osservando
cose
recare
parer
grave
si fanno
di
gravit"
e
difficolt" maggiore,
case
il
sull'acqua
E
mulini
vento.
E per
si dice che settanta montagne come amori di Visa e di R"min e i loro laida
e oscena
l'Alburz le sono
cascate addosso.
amplessi sono
gli pi"
che Visa d" a risposta che le rimprovera la tradita fede coniugale;n" v'" episodio pi" re M"bed l'amante, sale di quello in cui Visa, per fuggircon e senza vergognoso al fianco del tradito sposo, la troppo compiacente nutrice, pone in letto, alla quale poi toccano, come il re si desta,i pi" sozzi e sconci rimproveri. E dal soggettopassando alla forma, troviamo immagini come queste,cio" venivano il liuto, le pietre, che,quando R"min suonava per il gran piacere, il copil suo cuore sulle acque; e che, quando Visa piangeva, era a galla n" v'" verit";
cosa
pi"sfrontata
della
90
CAPITOLO
QUINTO
la fiala, e le gole ilbevitor del vino ; e che, quando Visa seppe della partenza di R"m"n, ildolore per la partenza di lui faceva da orefice sulle gote di lei (cio"le rendeva e scialbe), mentre pallide gli
erano
lagrime simili a gemme). anche Questiesempi crediamo che bastino,sebbene vogliamo qui recare un quanto plebeiamente l'autore del poema ha fatto passo per mostrare d'un luogo comune di molti racconti eroici. Perch", in questi, trovasi uso narrato di principi, sovente come un figlio quando sia allevato fra gente
umile
e
occhi
facevano
da
(cio"spargevano gioiellieri
l'alto suo
mento. nascicon
Ora, anche
desideri
e
Visa, allevata in
fa manifesto villaggio,
alti
strane
scrivendone
Anche
D'Asterab"d seriche stoffe, noi, e (jiiaiulu Edorci"cirrappo pinnoni:,r;Klis(_'e, serici molli di Primo tempo " del d",raso di Cina se drappi
sono e
Color
Alcune vestibuone assai,alquanti difetti e il giallo Scopre per ciascuna, Dice esser degnod'oziosa gente, Di chi " in luttol'azzurro, e degno ilbianco Di chi
scava
panno
Quale si addice
N"
meno a
di
a
innanzi
di tanto
la terra (?), e
se
nobile fanciulla.
se
ella a
mangiarsi asside.
e
il desco.
Questa adunque " l'arte, e inetto autore se arte si pu" chiamare,dell'ignoto del Fi"min e Visa, poich" non c'indurremo mai a credere che la sconcia
opera che ha lo stiletrivialee plebeo dell'Uccellin l'elverde di Carlo Gozzi di certi racconti di Bertoldo Auerbach, sia dovuta e le melense goffaggini di all'ingegno pur esser novemila che fu poeta di qualche valore. Con diremo che nel leggere, molta noia con giusti, Fakhii
ci siamo, incontrati in due passi soltanto che hanno qualche distici, alito di poesiae qualche sentore di bellezza; e per" uno di questi due daremo tradotto nell'appendice. " quale l'abbiamo Ma, nel resto, l'opera descritta. Che or ci domandasse ora se qualcuno perch" tanto a lungo abbiam che lo merita non ragionato d'un'opera punto, rispondiamo che anche noi
non
l'avremmo
fatto se
non
chiamata
celebre da
e
ebbe agio di poterla che forse non qualche dotto illustre, leggere meditare a dovere. Noi, quanto a noi, non abbiam voluto che al
suo
ricondurre elevato di
che
gi"s'era
indebitamente
quelle
in versi dai Parsi per colmare le evidenti lacune del Libro dei Pie. Queste tradizioni, dette Rlv"yetcon parola araba, sebbene abbiano coi poeticiclicidi sopra ricordati questo stesso fine del raccontare ci" che Firdusi ha dimenticato
abbandonarsi
differenziano tuttavia nel non se ne tralasciato, fedeli al volendosi tener strettamente punto alla fantasia,
o
LA
POESIA
EPICA
.H
s" bene di ammaestramento voler fare opera d'arte, ma che dell'antica epopea hanno racconti inettamente composti,
non
religioso.
soltanto
cuore
il metro, dottrina
l'arte sovrana,
opera
di uomini
la
dell'arte. Per" essi procedono senza pi" che il magistero religiosa scere linguapersianache fa conovita e senza colore,pedestri sempre, in una si scriveva in India lo Spiegel, come la loro tarda et",quale, osserva in ai tempi di re Akbar (1550-1605 d. C). Perch", gran parte,con altri essi vengono ed esegetica, dall'India, scrittidi natura teologica opera di quei Parsi che fui dal settimo secolo dell'Era nostra l" trovarono rifugio dagliArabi. Ma, sebbene di tarda et", quando la Persia fu,conquistata hanno
conservato
tuttavia molte
conoscenza
toccato appena ci" che Ond'" che soltanto di volo,ci viene per essi. contengono, come per lo Spiegel, dice ancora non gi"per altro pregioche possano avere, questi racconti tradizionali hanno qualchevalore. Devono appartenere a diversi
di certi miti
autori,ma,
fino
a
per quanto
ce
ne
consta,
nessuno
"
giunto
noi. ci " noto quanta e qualesia la loro anche i Parsi in Oriente che non possedere pur
sono
147. Nemmeno
ne e
Adunque
studi,sebbene
lo
ne Spiegel
in
teche. inediti nelle nostre bibliogiaccionoancora giunti, di cognizioni e nello stato presente tanta scarsezza degli
non
momento
lunghiframmenti
per le che
i qualituttavia pubblicati,
perch"noi possiamo
molto lontana dal vero. farci del genere un'idea forse non mito 148. Il primo brano, adunque, narra ampiamente il meraviglioso del
re
Tahm"ras
che
aggiog"Ahrimane
un
lo
cavalc",facendo
su
di esso,
intero. II mito
cenno
fa
breve
sua su
Tiilnmir"s venne
Pose in
su
con poi,
ceppiAhrimane.
ratto
Ei
tempo
in
tempo
attorno.
l'adducea
pelmondo
C(Mne
sedea, palafren
tradizionale Ahrimane dal
non
Ma
racconta egli
modo ({ual
non
possente re che battiture in compenso, d'indurre la mogliedel re a domandargliin qual punto trovasse modo menti della terra egli, cavalcando, avesse paura. E la donna, sedotta dagliornaduro servizio riceveva
Ahrimane, si fece dire dallo sposo qualequel luogo si fosse. Esso era il monte Alburz, e per",quando al mattino che Tahm"ras sul dorso, lo sbalz" a Ahrimane si trov" all'Alburz con segui,
di seta olTertile da
terra
e
Non l'ingoi".
" dubbio
alcuno
in questo pei'ch"
racconto
strano,
si
non religiose,
92
CAPITOLO
OLINTO
"
LA
l'OKSIA
EI'K.A
trovi fonte
un
antico noi
A
mito
ora non
che
i'Avesta
Firdusi
toccano
appena,
attinto
qualclie
che
conosciamo.
racconto
149.
ci" che detto
con
questo
narra
di pure
Ahrimane dallo
si
nel secondo
il
re
ricongiunge Spiegel,essendovi
di Ahrimane. d" Gemshid
e
si
in
qual maniera
l'aiuto
estraesse
Seguita poi
narrando
;
descrivendo fortunato
come
giungesse
e
chiudere
e
la porta dell'inferno lo
superbo
ribelle
Dio,
Dio
Segue
ritenuto
a
un
se lungo giudizio,
cosi
delle
colpe di Ghersh"sp
sacro
dannato
all'infei-no, perch"
un
percuotere
che il cibo.
fuoco,
dalla fra le
religionedi Zoroastro,
da lui accumulate
stesso
come
giorno
cuocersi cio"
e
la fiamma Si
tardava fa questo
destarsi
per
Ormuzd,
difensore alle accuse,
Ahura
Mazd",
come
assistendovi
e
profeta Zerdusht
l'anima
il fuoco
accusatore,
per poco
la
terra
essa
rispondendo
tre
di col
Ghersh"sp
narrare
intanto
che
" tratta
le
sue
imprese
queste
d'imitar Alla fine
quando
narrazioni
liber"
da
mostri
la infestavano.
rasenta
In tutte
con
prevale un
fare grottesco
il
volgare,
zioni esagera-
deliberatamente
cercate, credendosi
col dir
cose
indubbiamente
l'autore
mostruose.
degnamente
del
l'epopea antica
noioso si
grossolane
lungo
150.
giudizio,l'anima
di
Ghersh"sp
"
pu"
dare
di simili
narrazioni
chiaro alcun
da
quanto
all'arte,non
valore, tanto
Anche
ma se ne
pi"
e
questi lavori.
e
trovano
di scritte in prosa,
se ne
in
una
prosa
povera
non
disadorna;
parci. occu-
di queste, A
facilmente
intender"
il
perch",
arrestar
dobbiamo le nostre
come
questo
alla
nata
ricerche
poesia epica,vogliamo
dal
sua
osservar
come
soltanto vita
l'epopea
popolo
per
popolo,
ebbe
finch" rigogliosa
la
pi"
bella veste
essa propizio,
popolo da cui
aveva
avuto
discendere da quell'alto origini. Allora, per rifarsi popolare, dovette Firdusi innalzata l'aveva nobile e deporre l'ammanto seggio al quale
e e
reale
vestir
cenci
di gente
a
da
fattasi ti'ivio,
essa
stessa
nei
trivi i
rula gar-
ciarliera. Intanto,
" salita,
zesca roman-
con
molta
tutta
presunzione,
merito
e
assai
tutta
minore,
data
la
poesia
tutta artificiosa,
sentenziosa
al filosofare.
APPENDICE
ALLA
POESLA
EPICA
A.
FIRDUSI
Il Liliro
(lei Ilei.
epica).
Sol per ci" ch'essa vede, in s" le trova E in se le crea ; ma con tal core e tale
e con Spirto questa mente e con tal lingua. l'Eterno Nato mortai come potria Ben lodar? si conviene. Degnamente
(per la parie
1. Lodi di Dio
del principio
In
nome
del
mente
Signordell'alma
autor, che
non
Ben Tu
Di nostra
confessi,evitando
e
ogniparola
in core.
a pi" sublime cosa. pensiero di gloria Iddio primo " signor eterna, e primo altere Signor delTampio spazio, E guidaa tutti noi. Signordel mondo.
Uman
Inerte Tua
L'adorando stolta.
e con
via cercando
profondo pensier
Meditando
un a
gaio le stelle.
e
vivo
gi"vecchio
non
stanco.
Eppur, verbo
mortai
fia che
passiv
trova
Dona
questo sol. Ma
intanto
Ch'ei trascende
ogninome,
ognipensiero,
Ogni segno sublime,a ogni pi" bella Parvenza ei d" splendor, lume e colori
Profonde ovunque. Se veder non ponno Il tuo primo Fattor questi occhi tuoi.
Ai
2. La
Hosh"ngl'ertamontagna
cosa e
Che Per
dar rancura, non via non ritrova pensier Lui. Trascende Ei solo Or tu ben sai
Lunga
Era
e
lontana. Mobile
fino giunger
bruna
soverchio. Erano
Ogni nome,
Che
ove
ogniloco.
sorpassi ognivisibilcosa
non
Come fonti di sangue, e il negro fumo Che dalle fauci spalancate uscia, L'aria offuscava, Prudenza E
una con lliguard" con
giunge
11 nostro
sua mano
molta
umana.
il saggiore,
molto senno,
la mente
ancor
libra in
potria
Ratto si Con
;
Via
qual", non
a
per" che tu
a
servirlo accinto
Ma
la
minor pietra
e e
forte
Sempre ti serbi
Parole
in umilt". Se
si
spezz"con
maggiore quella
favellar la mente
nostra.
scaturia
dall'una
dei Re dal
sono
secondo
in
la mia versi
traduzione italiani
da
dell'intero Italo
poema
Libro
dei
Be,
recato
persiano
Pizzi, Torino
94 E dall'altra una
Tutto Morte Ma
e luce, un
APPENDICE
ALLA
POESLV
EPK.A
quella
serpente ; per"l'orribile
che uscia da sue l"t"bre acceso ({nel E ful2;ido te'chiaro al prence splendor, Che chi,t'erroimpugnando, a tutta forza vivida scintilla Batte le pietre,
tratto
quell'antico seggio
ti consegno,
De'
ag-
[giunse, battagliero.
un
Che di
Agliuomini cosi, ver cui voltarsi Dovean pregando, e il re, Luce divina " cotesta,dicea ; chiunque alberga in l'adori! con virt", Saggezza petto lanette cima Venne e sull'alpestre di montana Un gran fuoco dest", qual
Vetta culmine Festa
Valor
con
senno
A Minocihr prese la mano allora sire in Il vecchio della terra e mano A Sam
Inverso al
e disse : 0 di giustizia cielo, in ogni tua Eterno Re, verace ben dicesti Io sono : un giorno Promessa,
"
Il prence si rest"
la sua
schiera.
e
Il
indisse in egli
e
notte quella
vino
Aiutator!
Mi
Giustizia mi
e e
rendevi.
recavi soccorso,
de' miei
padri
Il serto mi donavi
con
quelserto
Signore,
memoria
molti
senno
a pari quaggi"
! La terrena regnatori
Adornava
ei costante
la fea lieta,
Si che la gentef"'di lui l'icordo anni appresso. In bene ognor per tutti gli
compiute, all'improvviso
3. Morte A Sam
2
del
re
[-^r"d"n.
ac(juesti
che ratto
in giunse,
Della Ad
le foglie.
ei
[centi
ogniistante misero
oscuro
piangea
un
Al termin
questamia
Tempo vid'iopassar, che cielche sul mio capo Compiea quest'alto Ratto si volse. Ed or, quel vago ed agile
si curv" *, che Cipresso
non
canto
Solitarioed E al trono
alla corona
De' suoi tre prenci'^ pretella. occhi ei si ponea le tronche Innanzi agli Testeeinperpetudduol, sempre piangendo,
per sempre
(1) I primi re
la terra.
dell'epopeapersiana si
consideravano
come
signoridi
tutta
quanta
(2) Principedel Segesl"n. V. paragrafi29, 30 e SI del ca[)itolo. (3) Il re Fr"d"n. V. il paragrafo 80 del capitolo. (4) Cio" la sua persona, gi" bella e giovane. di Fr"d"n. V. il paragrafo 80 del capitolo. (5) Il giovane Minocihr, successore (6) Il re Fr"d"n. del re Fr"d"n, periti (7) I tre figli gi" di trista morte. V. il paragr. SO del capitolo.
96
ArPENDICE
ALLA
POESL\
EPICA
serena
cavaliere
un
"
si famoso
prode
L'ancella
fu vistodal destin.
giovinetto paggio,
Si cbe
pelmolto
con
amore
al loco
suo e
Pace ei non
venne Rapido
d'ansia
valletto.
disse: e si gli qualluna, Deh ! cotesto non dir, che nel castello Di principe Mihr"b sta una fanciulla.
la sponda, e allora
Ch'egli
Le
Pari ad
un
arbusto
E si brandi della persona. Andava allor qual A piedi se cacciasse; e quando Vide
bella, e
fronte
serto i bruni
ricciattorno.
nell'acque bruno
ini
che lo Il garzoncel
suoi, piegate
in un sopracciglia
bell'arco, e ilnaso
Rosate guance, tese all'arcoil nervo, Voce di quel Il pose in man gagliardo. Allor mand" chiare dall'acque perch" Zal la veloce Si levasse l'augel; Sua saetta avvent" rapidamente. S" che dai voli suoi f"' in
E la sua
angusto" il core
i suoi
Ampi
Si
capelli jjiede
gi" discendere
Casti e
ferito.Rubiconde allora L'augel Si f"r l'acque del fiume,e Zal,Deh ! passa, Disse al turanio garzoncel, da quella recami ferito tu l'augel e Sponda, Che l'ale ha tronche. Dentro
-
d'un languor pudichi, soave, fiorenti Qual di sonno, son pieni, e son
Le gote sue, nero qual muschio ilcrine. Il lieve respirar par che sua via Tra labbra non quelle alfinche non " Sappi CJie le sia
Ma pari.
*
ritrovi ; donna
tu terra
a un
navicello
quiin
Il turanio garzon ^ l'acque passava Arditamente e ratto alle fanciulle Venia Col
con
noi
quiscendemmo
di Kabul,venimmo Rapidamente Al sire di Zab"l che veramente Cosa vaga saria, leggiadra cosa. Zal Rud"beh nostra. a congiunta Per
amor
dissero D(dce la lingua discioglieudo, Parole acconce : Oh ! chi " costuiche braccio Ha di Di
Veder
leone,
eroe
che manifest",
era
questa
Dall'arco avventa
A lui dinanzi
labbra al labbro
fossero conte. cosi
nemico?
Pi"
vedemmo.
e
rispose
Sire del
desio
con
arco
freccia.
Alle fanciulle:Oh!
allora pose i denti suoi Rapido Alle labbra ilvalletto e cosi disse: Deh !
non
si come parlar,
Prence sovrano!
Ei del Nimr"z
Quando, ridendo
di Sam: Figlio
Deh!
aiu'or,
da lor tornossi
Anche
non
si volile
(1) Principe del Kabul e padre di Z"l. Altro nome ('2) (3) Questigiovanipaggi,secondo
del Turan.
di R"d"beh.
erano l'epopea,
quasi sempre
era
venuti
dalla
regione
(4) Quasi
lo stesso
che
Segesl"n, paese
di cui
APPENDICE
ALLA
POESL\
EPICA
97
In secreto Or Se
Tutto parl"?
ridirmi
De' suoi
ti dicea colei
celletla,
ne
udia,
Ridisse al prence il garzoncello, e parve ilcore di quel gagliardo Ringiovanir inatteso. Ei disse allora Al giubilo Al lee^iadro garzon Alle ancellecosi : D'esto giardin con Gemme Un mio Con E In
auro con "
:
e grandi i volti. L'adornar di drappi Dipinti Tessuti in ("ina, lucenti v'apprestar Dischi di fulgid'or, ancora sparservi
Ov'erano di
di possenti
E smeraldi
corniole, e vino
nuischio
Vanne, dirai
non
violee rose, Ed ambra mescolar, Anche narcisie tulipani e rami Di di spiconardo ancora. gelsomin,
oro rose
Deh!
uscite
Dall'altra banda. Eran turchesied ed acque eran di nappi, Le lor bevande. Ecco ! saliasoave Lor colmi Della fanciulla come Come
gemme
del ciella portafulgida. Fu dell'aula Che la chiave del sole iva Gi" E La
si compia. Tu l'opra duce d'eroi mosse quel
fulgid'or,
con
un
perduta,
"
Colmo di gemme di gran prence degne, orecchi suoi E di orecchini dasjli Anche si tolse, e due, per la leggiadra Fanciulla di Kali"l, anelli, fulgidi Minocihr nobile Di prence dono. Trascelse con
amor. a
Cos" come
fa l'uom che Ad
cercando
terrazzo
e ascese
F"' un
cenno
disse :
un
Questo recate
A ninno le fanciulle.
"
voi recate ascosi. Sen favelli, ma Con ardenti parole monete e con
con
corsero tesori,
i valletti
e
occhi guancie gli come un Nerissimi, agile leggiadra alta dal cielo sovrasti cui a Cipresso, Perfettaluna. Come apparve lungi Quel di Sani cavaliernobile figlio, Schiuse le labbra
E talvoce
sue
:
Alle
vaghe,
nome
donna l'inclita
te discenda
l'oroin
mand"
Lieto venisti,
Giocondo
! Su garzoncel
si resta
Cui,
come
te,
nasceva
un
Cosa in secreto, in pria s'ella resta non Fra due soltanto s'ella fia tre a nota, ; Secreta Un Or intero pi"non " ; se a quattro, Or la conosce. tu, prudente, popol e avveduto, a noi del vero tu, saggio
cosa
Oh ! dolci a questocor le ancelle mie, dal capo al piede, ben tu sei, Che quello Che descrissero a me! Pel tuo bel volto in Gaudio ha ilcor
La notte ombrosa si converte, giorno alla soave d'ogni gente tua ! Tu in questa guisa adunque Fragranza da' tuoi, Venisti a pie padiglioni stanchezza venne! E al tuo piede regal dall'alto d'eroi E quel come prence occhi ud" la voce, gli Di quelle mura che volto Lev" d'un tratto e leiscopr"
caseosa.
amor suo pace o riposo N(m rinvenia, l'una ver l'altra dissero le fanciulle : Cadde Malignamente
Il leon fero dentro al laccio, ed ora Di Rud"beh ildes"o, di Zal la brama omai ! Ben Compionsi lieto " questo ! augurio
gemma nitida le gote accese Il terrazzo splendea, Tutto il loco rendean lucente e chiaro
Avea di sol.Si
come
ognuno
poesia persiana
Icuyiadra, venti-a
te saluto
98 Da me,
APPENDICE
ALLA
POESIA
EPICA
Stolto !
su
occhi l"ggeiido all'astro Notti per te, gli dinanzi a Dio Della Spiga sn in ciel, Santo E
e verace
valletto prese un
entro sporgenti
stetti, lagriniando
del mondo ilRe
sovrano
L'intorse
che pregai
Un de' merli
Fino alla cima il giovinetto eroe Salir potea. Come si assise in alto L" sul terrazzo delle mura, a lui Corse la vaga giovinetta e onla^"gio Si Ma quella man gli prest". le prese ed ambo Ratto il garzon nella sua mano, Movean com 'ebbri.Dal terrazzo allora Gi" discendea del nobile castello Il giovinetto, man quella Giocondo
ramo
Cerca,
Del
la voce
e
sembianza
volto
Di leggiadra Peri i, subitamente il capo. Sciolse le trecce sue da sommo Sciolse da la persona, alta ed eretta Quale arbusto gentil, laccio, pieghevol
Qual si nero
Di lacci un
lucente unqua non scaglia A quel di gran consesso di luce, vibrator.Ricci su ricci Era, pieno un
e
degno. paradiso
Eran davver A
inserti quaiserpentelli
sovra
Veracemente, ed
In
eran
le fanciulle
Pi" in
ciocche
piedinanzi a
volto e l'inclita Zal per quel statura. Per tanta maest", meravigliava, ed crine; Meravigliava per quel ella Avea collane ed orecchini e armille,
e si parca e gemme, fulgidi Drappi Quelle a primavera. Vagogiardino fiorenti Gote sue tulipani eran
Dell'ardue
mand"
voce
disse:
di talche Prence,t"glio A
gi"nascea
Entro I
ciocca
le cadeau. Ma l" seduto capei di gran prence mano un quella capi D'esti capelli miei ; per te soltanto Divina maest",con lei, qualluna al petto Vennero all'uopo le mie trecce. A questo, Adorna di splendor. Sospeso A questoini voU'io crescermi ilcrine. Un pugnale avea, sul capo un serto egli la donzella m'ama Perch" un giorno chi bei Di e rubini, gentil porgessero a E Zal guardava Inattesa un'alta. Dal rimirarlo non quietava ancora. La vaghissima volto avidamente Ma furtivain (juol donna e si stupia ammirava Pei' quelvolto s" liello Stavasi a riguardar; crine, e il lungo quello Indi tal bacio su le trecce brune Braccio gagliardo e la cervice eretta, che di quel bacio il chiaro suono Di lui la maest",l'alta statura. Stamp", di sua tremenda clava, Dall'altoud" la giovinetta. Intanto Onde, al colpir Ei cosi rispondea attrita e pesta Sfasciavasiipial : Non cosa giusta polve n" splenda mai (piest'almo Una montana inver, Fiaquesta rupe. Ella pi"assai Sole nel giorno ch'io porr"la mano, delle sue gote Mirava allo splendor schiudi di re! Prendi de' Zal si restava in
" "
fate di str.aordinaria belt",alate, protettrici (1) Le Peri sono degli uomini, secondo Secondo che conducono fate malefiche l'epopea. sono gliuomini a perdizione l'Avesta,
con
la loro bellezza.
APPENDICE
ALLA
POESIA
EPICA
99
avvamp".F"r
caldi baci
venia dai padiglioni strepito Di timpani sonanti. Un mesto addio Disse alladonna sua, vaga qual luna, Zal Fortemente giovinetto. al seno
in potersuo non La strinse, trasse. preda qualsi serra alla sua trama L'agile d'eroi duce D'un bel cosi Ambo di lagrime Alfin, parl" quel panno l'ordito. Deh! tu, dal seno Alla donna gentil: e al sol che gi" montava, Empir le ciglia hai Sciolser ed Candido quale la a favellar:Del mondo fragranza lingua argento, donna Luce divina, anche per poco, a noi D'intattomuschio,o vaghissima che allora Per Qual cipresso contrastar, tu non dovei hammando gentil, sappi Salir pel onde estidue tapini. Che Minocihr sapr" cotesto, mai cielo,
non
Ila^. La
voce
Alla prova d'amor, per la tua vista Non dovesser del cor subitamente Il vincolo spezzar ! L'attortolaccio Zal da l'alto avvent" di quellemura,
"
e contro Spumosoillabbro,
In gran corruccio. Ma pregiata cosa " sol l'anima mia, ch'io la persona
a Appresi
E il vago amante
si che dispregiar,
non
calmi 5. Andata Ma
a
di Rustem
al monte
Alburz^.
qui, per
me
Dio
A te
promettoche
pattomai
Lui
Per
infranto non
ha. Dinanzi
R"steni
strada
Andr"
miglio
Qual "
Perch" Sam
loco. V'erano
L'inclitore ^, da Contro
a me
castigo
Alberi molti
correnti fontane.
di vendetta
di corruccio
prode
La mia
preghiera
E novello garzon. Vicino all'acque Era postoun bel trono, e tutto asperso
e
di rose Era d'acqua mi siicompagna. Al cospetto d'ognun, muschio. Un Intatto Io pure, io pur, gli la rispondea bella, Dinanzi
a
di odorante
giovinetto, quale
in ciel sereno,
accolgo
queltrono sedea,dell'ombre
fresche
In parte eletta, e molti eroi dintorno Gli fean corona, con lor cintial fianco,
" costume. Qual di prenci
Quale ha
corona
"
Una festa regal, qualdilettoso Paradiso del ciel piacente e bella. Come vider l'eroe su
E maest" ! E
Cosi
l'amore
"
omai,
sentiero. quel
incontro
l'albalevossi
di Z"l e diff"cilmente avrebbero acconsentito alle nozze (1) II re Minocihr e S"m V. il R"d"beh di straniera idolatra. era e R"d"beh, perch" paragrafo81 del famigha capitolo. (2) Antico eroe padre di S"m. (3) Il re Minocihr. (4) Vedi i paragrafi82 e 83 del capitolo. che abitava sul (5)Il principeQob"d della famigliadei Kay, eletto re dagliIrani, di
monte
Alburz.
JOO A R"slem
APPENDICE
ALLA
POESL\
EPICA
Col tuo bel viso all'alme nostre. Ancora innanzi vennergli pi"d'assai, Prestando omaggio e dissero: Gagliardo, Di Qob"d manifesto e certo indizio A te dar",qual oltre " veracemente, Inclitoe ilkistre, passar non puoi tuoi il costume. Da questaparte;gli Qual sia l'indolesua, quale ospitanti * Da Uaklish di noi Noi siamo e tu caro. discese, nembo, l'ospite rapido qual Il valoroso, indizios'ebbe Al pregar nostro quidiscendi adunque come in corsa Un cotal poco, onde alla gioia e venne alquanto Di Kay Qob"d per essi, Di quel fiume sul margo, e l" si assisero Ci abbandoniam,beendo un \in fumoso In tuo
o celebrato eroe. ricordo,
un
albero eccelso
un aureo
trono
Il valoroso Andarne
m'" rispondea,
d'uopo
Alb"rz per cagiontale Di grave peso, n" mi lice, o prodi, Ristar da l'opra e grave mia, che lunga al monte Ci sta dinanzi la Di rei nemici E In
son rancura.
nella sua
mano
In dolce atto si prese. Un aureo nappo Di dolcissimo vin colm" con l'altra
E
con esso
ingombro
lamenti
R"stem
asseErnando,
casa. ogni re
Dell'iranio trono
Tu, parl":
celebrato eroe.
entro
Priva " di
grandezza.
N" mi giova gustardel dolce vino. N" molta pace con Pel dolor mio Nel dilettofra voi.
la mente
poss'io quirestar
Cotesto nome?
E R"stem
rispondea:
non veggo. Inclito eroe, dicean pur quelli intanto. Io quirecai. L'altezzadell'iranio Trono apprestar li nostri prenci Se all'Alb"rz ne vai tu con tal rancura. e sire ne o di tua gloria dovresti, amante.
Dir
Acclamaron
quelloco eletto, Fino al monte d'Alb"rz! L" tu vedrai Noi che un convito qui apprestammo. A tisarem Che vai cercando, noi duci,[quello Animoso Qob"d fra genteaccolta. fa qual Un saluto gli anche pi" assai di regnante. E se d'uopo " d'aita, Ma innanzi a lui non indugiarti, assemblea Per te faremo. All'inclita ancora Fosse i Cos" rispose lochi che prenci allor: Vive in quei ancor per poco. Digli Lui domandano del grande D'elettastirpe sol,che per lui solo un re. Nome " Kay Oob"d, rampollo La grandezza ch'" del seme del trono iranio ". apprestar
"
Qob"d. E il padre mio, L'elettod'ogni duce, ei che s'appella Zal valoroso, dicea : " Deh ! vanne a me
Di
re
Giusto
Se di voi
Che se porgere a me certo un indizio Di lui tu puoi, e quello intanto, porgilo Cosi conduci al Di R"stem
suo grado regale.
Il fortissimo eroe
Come disse cotesto,allor che intese I dettisuoi la nobile assemblea. Sciolse la lingua di Ho io di
Eroe, del
Prence De' E
di Fred"n
son
io,
que'fortiil duce
un se
Qob"d,e
come
segno tu scendi
R"stem,
seggio
del di
cavallo
Z"l, che
aveva
Kay Qob"d
al trono.
APPENDICE
ALLA
POESL\
EPICA
101
e disse: 0 re dei regi Aurifulg-eiite de' foi'ti, o sostegno terra, Dell'ampia dell'iranio Schermo de' prenci, trono Conforme al piacer tuo sia la grandezza E caggiano le belve ardimentose Entro a' tuoi lacci ! Il seggio imperiale ti loco sia, e Degno grandezzagloria Al re del mondo T'accompagnin quaggi"! Io quireco un saluto, saluto e quel E di Zal battaglier, fiord'ogni prode.
Esto Del Di
E R"stem Della Al
re
di que' due falchi, quel sogno regal, luna splendida, corona come de' forticosi disse: Un segno " ilsogno tuo. Tu intanto messaggieri
in Irania andiamo, perch" lor gagliardi, recando alta,
re,
De'
0 Levati,
Appo i
Andiam
correndo.
"
Come
vampa
suo
allora.
Che
se
al
suo
servo
ne
fa cenno
il sire,
destrierde le battaglie
La mente, il core
Eul"d'^.
del duce iranio ^ allor, Il messaggio a ridir. Come pur giunsero All'orecchiodel
re
viator solingo
si tolse
Balz" nel petto a re Qob"d il core Per molta gioia, e. Qui recate intanto, di vino un colmo nappo. Voi, Disse, ricordando a nome, Questo gagliardo Al labbro vostro l'accostate.
"
allora da l'infausto campo E riprese via. Ciunse ad un loco sua Ove luce
non era. era
Una
profonda
notte Caliginosa
nell'etra.
N" in
Allora
Bevve
le stelle, notte risplendean quella La luna non splendea. Ben detto avresti Che incatenato ilsol lungi dal cielo Era co' raggi suoi,ch'erano avvinte
a
col purpureo vino compiuto Fu il giro fra gli eroi, poiche pi"accese Del novello signor si fean le gote, A R"stem E in Come generoso ei cosi disse: Con l'anima serena un soglio io vidi,
esso
Come
Dentro
abbandon"
sul collo
E trasse
mi
recavano
lucente
corona
loco luminoso
chiaro.
Due bianchi falchida l'irania terra. Con fiero incesso, veni"no rapidi, Essi da me, sul posavanmi
quald'un
verde ammanto
Quellacorona.
belli.Ond'" che, di
re
degna.
vedi,
Alto
un
des"o nel
di
sonno
quiete;
villosa
(1) Cio" di Z"l. delle sette avventure (2) " una andava liberarvi il quando egli a 83 del paragrafo capitolo.
incontrate
re
da
R"stem
e
del dai
K"vus
incatenato
102
APPENDICE
ALLA
POESIA
EPICA
il petto, che copriagli di tigre Spoglia onde stillava Dal sudor penetrata, Il i'ulsid'elmo ancora, e l'uno e l'altro
Arnese
Venne Fra le Un
con man
il misero custode. pianti i due divelti sanguinose disse: e si gli recando, "
Orecchi suoi
uomo
Egli espose del sol. Poi che di quiete, in lui Poi che di sonno pi"possente
le briglie Necessit" si fea sentir, Tolse E al suo corsiero, rapidamente libero illasci"peiverdi colti, seminate. Ancora
corazza
e
villosa Qual negro Devo ^, e cinge una di tigre ed ha ferrato l'elmo. Spoglia
" Egli
Tutta
Ahrim"n
che la vasta
Ovvero "
Della
l'elmo
campi
selvaggio,
N" volle che al destriero io m'accostassi; in pielevossi intanto ma fiat", mi Ambo gli orecchi e ancora divelse, Gi" si gitt" sonno. quel per ripigliar
scoverse,
la targa Si f"' giaciglio, e postasi Di sotto al capo e dinanzi la spada, vi pos" La man su l'elsa. gagliarda allor che vide Ma de' campi il custode, Libero entrar Di R"stem colti ne' verdeggianti
venne
Ma
mi quando
Subitamente;non
la molta
le labbra
si cacci" fuori in
guisa
un
nodoso
Di negro fumo. Ei si,veder bramava Chi mai fosse costui, cagione per qual Tanto mal fatto avesse E custode. Ai semplice
e a
Ben si destava Legno costui ne pie. R"stem dal sonno, eroe gagliardo, e quegli Gridava intanto Ahrim"n
con
fedele quel
campi suoi
e molti adunque,
stridentevoce
Verdi
fiorenti ei
venne
Giovinetti il seguirfamosi in guerra. ^ che se'tu, perch" sciogliesti Libero Con spade 11 tuo destrierne' verdi campi? aguzze. Con tal scorta, ratto
contro Perch" illasciasti
a
chi
nessuna
palafreno
"
alle parole strane grand'ira Ratto ei si leva, Il prence^ divampar. afferra orecchi all'importuno Ambo gli E li stringe e li attorce e li divelle Dalla radice, u" parola seco Fa buona
o
Quand'eifu vicino
e
al suo era (E di battaglia bramoso), balz" ratto in sella, Fuori traendo la fulminea R"stem
e guerriero
spada,
qualnube
s'avanz"
Ambo trista.
raccolse allora
grida disperate
Accanto si trov",l'arcano evento dichiar" con prontalingua. Questia quel disse. l'echi? Eul"d primiero Qual nome E chi se' tu?
il tuo quale " iltuo
terra Dell'ampia
Il custode de' campi, e l" restossi Attonito e storditoalcun istante Forte Eul"d In quella terra aprica piangendo. era signor, prence guerriero,
e
Inclitoin armi
A lui criovinetto.
Campi
recare
il pi"bello non
(1) Qui
danno
" nel
senso
comune
di
nemico,
di
malvagio, che
vuole
opera
il male
altrui.
(2) R"stem, signore del Segest"n. Vedi i parademoni o spiriti maligni della schiera di Ahrimane. (3) I Devi sono grafi 10-14 del capitolo. iranica. Vedi i paragrafi 4-9 del (4) Il genio del male secondo l'antica religione capitolo.
104 D'altospaventodell'eroeio
temea Pieno fu allor;
APPENDICE
ALLA
POESL\
EPICA
spirto
che veramente
assaltoe dalla pugna. Dritta Dall'aspro lion feroce distese e qual La man
In alto il Devo
L'estremo
di t'ossevicino. p]ppnre
L'anticoardore ei suscit" nel petto Come leone, e dirizz" l'acuta al fianco del Devo. Spada Una ed
Il ferro acnto forte Cni di Riistem vigor
mano nn
di sue sollev", e il f"'cader. Sul suolo all'altezza, Spalle Fortemente il batt" come
una
belva
spingea,
si che dal corpo In s"bito furor, al Devo. Entro nel l'alma Sprigion" Il
core
piedalla persona
11 mntilato
col prodein quella guisa S'accapigli" la caverna Tutta ingombrava Che s'accapiglia altero un elefante oscura, E un mar di sangue era la terra intorno. Con un fero leon. Con un sol piede La pugna ei continu" con quell'illustre
E la A
caverna
paventosa tutta
8. La
dei batfafj"ia
sette
eroi^.
alfine Al petto E al collo egli atTerr", per atterrarlo mandava. soqquadro Sotto a' suoi pie, e al quell'uoiu gagliardo; Un
fortissimo eroe,
ai forti dilettoso, Quel loco E al collo l'afferr" fermo polso con [petto Lieta una festaprepar". R"stem famoso. (Juesto a quel strappava Chiamavasi Nev"nd, l" 'v'erantorri di ornamenti assai e piena Le carni a brani, Eccelse, e ilsuolo a questo, e quello
Tutto si
Era Fu
Di sangue intrisa.Oh! se la dolce vita R"stem dicea salvar, Oggi poss'io Nel
cor
alla caccia ; ora vi splende propizio ai mortali. Il Fuoco di Rerzin*,guida D'Irania i prenci eran A seduti col", schiera loco di cene, ampia una quel
eternamente profondo,
"
Gi"
cor
pensava
Il Bianco Devo, per la dolce vita artigli Ogni speme da me! Se dagli
v'era in armi. Quell'illustre D'incliti di Keshv"d prole, Tus e G"derz con lui,
Behr"m
feroce io mi disciolgo drago ben che le cuoia Ben che feritoal pie, in quella Cadanmi a brani intorno, terra D'esto Fatata del Maz"nd
i
questamia faccia
i
di Shav"r illustre con Z"ngheh, Gurghin (justehemme, con f"gliuol, Berzin che eretta Con Kharr"d battaglier, a fulminar la spada Avea la fronte, ch'era di tutti Atto nel campo, e quel,
Animoso
Non
i servi
giammai,non
una
possenti!
La
corona
Cos"
Il Bianco Devo, e
eroi. Drappello Aveasi ognuno alquanti ! Era ben quello e valoroso e illustre loco giocondo Tal di festaapprest" R"stem
sol fiammante che questo guerrier,
Ei pur dava al suo cor. Cosi la pugna due Ferocemente prosegnian que' Con
pi"fierodesio;sudor con il suol. Ma R"stem con Rigava Forza di Dio, in grave doglia e vampo,
Alfine Molto in pugnar persever". Si trasse a dietro l'indilocampione
E la luna nel ciel parver dall'alto sangue eletteinvidiar. Ma intanto Le dapi quell'alta Non
un
momento
quell'ampio ripos"
Stuolo d'eroi dalla faccenda grave, Con mazze giocondovino, e frecce, con
Vedi sopra. (1) Il M"zender"n. e la vista al re K"vus e agl'Iran! prigionieri doveva servire Perch" a rendere (2) accecati. Vedi il paragrafo 83 del capitolo. (3) Vedi il paragrafo 85 del capitolo. di Zoroastro. (4) Uno dei templi del Fuoco secondo la religione
APPENDICE
ALLA
POESIA
EPICA
105
per la caccia. E allora Che f"r trascorsi alquanti di,per molta Con lietocorrer Gioia e
Preso in core, tutti allegri quiete dal vin, cosi parlava un giorno di ZaI : H"steni, dich'io, tiglio
Ghev al
0 di noi tutti il pi" t'aniosoeroe, hai di cacciar, se qui son pronti voglia in quelli Al cenno tuo veltricorrenti, ^ verdi giardini D'Afrasy"b regnator Se Del sol liauimante oscurereni la gota De' cavalier per la volante polve, Per falchie veltri, per levar di lunghe Aste ferrate.I nostri Avventereni contro
di faccia
Il deserto infinito. E l" discesero. del vagantefiume, Lungo le spiaggia Baldi e festosi ancor pelmolto vino i cavalieri, e tosto Esilarante, Si empi di tende e padiglioni intorno Il vastissimo campo. Oh ! ipiei stupir". Tante gazzelle in rimirar; ma poi Vennero al loco della caccia, assai Desiosi d'un pastoe desiosi D'una battaglia. Ei suscitar le fiere
E
Brandi levatiappresteranno un
Ai leoni. L", l",nella pianura falchie veltri Di D"ghvi noi verreni con
noi Per far la caccia,
bramosi,e verri
Abbatterem co' giavellotti, e pingui co' falchinostri prenderem Fagiani " ildi.Per la campagna Per quanto lungo Di Turania fareni la nostra caccia. S" che memoria rester" di noi nelmondo. Anzi iomi penso ancora Quaggi" Che se con lietocor la mia proposta Tu
0 eroe, tutti i accogli,
pelmonte
pelcampo
l'alte grida
sgombra
dovunque
intorno,
belve intorno
di freccia, e qualgi" plauso Qual trafitto spento. regnanti l'alma alla gioia Tutti si assiser poi, via dal Abbandonando,
cor scorrer
possa
le triste
Lieta per te, come pi"vuoi,la sorte, la tua meta! Allora E sia gioconda deserto Che l'albaspunter", l'aspro Entrerem E dal Oh si ! di Turania qua
e e
Cure cacciate e la mestizia. In pugno orecchi Avean tazze profonde e negli Il dolce Che Stavano
suon
dal cacciarvi
avrem
cosce pingui a
correr noni
l" non
posa.
rosolar sovra
Dolce mia
giorni
Al fumoso licortroppodevoti. Del Savio albor sen venne ottavo al primo giorno a ipiel prode proclamar consiglio Ei disse, di ZaI fra i suoi compagni. Figlio Voltosi a
inclitiin guerra. gagliardi que'
ben sar" se Del di novello, loco verrai. Farem quel Di vin, di Forte
un
caccia
scompiglio
"
nappi
e
[vennero
i prenci In tal proposta e ninno tutti, D'altro consiglio si f"'autor. Nell'ora
fronte : duci ed eroi da l'alta Prenci, ad Afrasy"b Or, senza dubbio, giugnea u" saria bello Certo annunzio di noi, Che la maligna trama volpe qualche Ordisse co' suoi prenci. potria Egli
Qual fu
(1) Il re
del
Turaa, nemico
degliIraai
dei loro
re.
Vedi
il paragr.
18 del
capitolo.
106
APPENDICE
ALLA
POESIA
EPICA
Qualcheastuzia tramar,
venir
con
l'armi
E
Convennero
col
re
tuttii guerrieri
il Che alcun dinoi guardi sentier, cheappena Trentamila novella alcuna, A brandir Veno'a Taiuiunzio del nemico stuolo
Per chiare opre di guerra, e fea tai detti: A un punto sol per la dirotta via
dal tornar la via i passi, n" dal correr mai Volgete tolga Si posi alcun di voi la notte o il giorno. Il malvagio signor. Gur"zeh allora, Del deserto la via correan Sire ai figli di Ghev, sen venne accinto que'forti disse Uscendo All'alta levando alta la fronte Andr", allor, a quell'inimpresa. Che
non
ci
"
[clito, Per
E andr"
con
in moto Va, gli a tutte parti Afrasy"b rispose allaselvaggia Ponea,la strada del ritorno ai prenci o illustre, R"stem, e corri, Su la dirotta del fiume. via D'Irania ad occupar. Quando sen vennero Sponda sta. Custode Al loco della caccia, e accorto a guardia e l" sen vennero Vigile
"
lietocor.
Cosi
"
Partiasiallora
qualleon,ricco di gloria,
con
Oh! ha
una
queldrappello
vedetta in armi, sivolsero
e
stuol, non
prima in
alto ei vide
qualGur"zeh
"
Levarsene la
Ei rimirava polve.
Arti nemiche!
and"; Quegli
tutto raccolto, drappel L'irrompente che venia qual fosca Una falange
ninno
ciel.Vide che in alto per l'alto Levavasi dal campo un negro turbo al tenebroso nembo Di polve, e in mezzo Nube
annunzio certo Un vessillomostravasi. Gur"zeh, Tempo al sonno propizio, indietro Tutti i ad pi"esperti S" come vento impetuoso, giunse Afrasy"b. torn" con alte grida, raccolse tra i suoi prodi, Si ritorn"; e molte Egli Con voci di terror, quasi Cose di R"stem raccont",dei sette ruggisse. al dilettosoloco a gagliardi cavalier, Quand'egli giunse pari Pugnaci bevea giocondo Della caccia, vino di tanti Leoni tutti, e disse poi, di Zal con gli Prodi suoi nel cospetto altrieroi; si davvero Il gran figlio : Or Ma ratto ei gli Che strano evento accadde a noi! Ma in R"stem leone. : grid" sottil in lascia Un ! Qualchetrama pongasi opra [pria Tua gioia intempestiva ampio Onde assalto improvviso abbian da noi Stuolo " quipresso, che misura o computo Gli ardimentosi. Che se in nostra mano. in sua Non soffre, alla pianura grandezza Che se in nostro poter trarremo i sette Veracemente ugual. Dentro la polve in alto, Che poggia sol risplende Eroi d'Irania, come angustae incresciosa 1 A K"vus Del maligno l'ardua bandiera. Afrasy"b regnatorfarem la terra. detti ai concitati E aggiunse rivolto Rise famosi all'udir pi" poi, que' In guerresca tenzon : Non " d'indugi R"stem, e rise forte. Oh ! la vincente in convien che Fortuna sta con ma noi,disse. Ma tu pria Tempo cotesto; Ne Ne andiain si
come
gente a dilettosa
il nemico le
nosti'e. genti
Del turanio
(1) Il
re
degl'Irani.
APPENDICE
ALLA
POESIA
EPICA
107
^ e
"
Prodi
non
vanno
in l" di centomila,
antico
le briglie a volger Cavalieri, usi, Con le sul destrier.S'io fossi gualdrappe In questocampo qui solo soletto Con questaclava e la corazza e il mio
un
rosso
Rakhsh
Alcun Solo
un
si pose
suo
una
ricolma tazza,
campiondi noi nel fatai campo, ben poca cosa Che veramente son
Nella di Turania battaglia
me
tutta
I cittadini. Questo a
s'addice
m'"
Beve dal nappo del fratel.Lione E veramente queich'a un colmo nappo Avidamente corre dietro. E poi
"
Campo di guerra,
e non
alcuno d'uopo
Che
E la
non
cessava
dal
Guerrier d'Irania.Qui
slam sette
eroi.
gioia crescea,
del sire e
Contro
duemila
astati cinquecento
questaparte
la sua fortuna Afrasv"b regnator, si tragga Davver che gli manc", quand'ei frattanto A questoloco! Tu, coppier,
Armi.
m'empi
una
tazza
Gli vers"
vino quel
" l'ora! oltrepassata Intempestivi, estreme Dell'arco allora a le due parti La tesa corda ei rileg", venne poi Ratto correndo verso all'unde' capi
del
suo
nemico.
Scesi
si faccia
e
ei disse ; ricordanza,
Da questaparteerano
l'alma
sua
rallegri
ne prese e die un bacio al suol profondo A R"stem E R"stem disse E vino : Questo giocondo poi
Ei
tigre
suo
"
Tutti levarsi
Tempo non
E bevendo
con
nappi,
De' Turani,e
male
potila
Lottare il Devo Iblis.Nessun resiste. Altri che te, alla clava da un sol colpo
contro all'oste avversa battaglia in strana guisa gridava che s'avventa.Allora Qual fero drago nelle bell'armi Che il scoverse Afrasy"b che fuggian da lui Tutto rinchiuso,
re
dell'Iran
si dicevano
re
dei
re
signoridi
La
tutta
(2) Cio"
S"m
essa era aveva
nessuno
pu" brandire,
da
un
come
te, la clava
sul fiume Keshef.
dell'avo
un
tuo
S"m.
un
clava solo
di di
sol
colpoperch" S"m,
giorno,con
divideva
colpo
orribile
o
(3) Il fiume
Am"
G"h"n
dragone (l'OssodegliAntichi)che
il Turan
dall'Iran.
108
La mente Ei tem"
e
APPENDICE
ALLA
POESIA
EPICA
il senno
di
queibraccio e di
quell'ampio
possente,
Dell'eretta cervice e della clava Recata in collo.Ma d'un tratto il prode Tus
e
di sibilanti dardi quell'eroe intorno una e l'etra pioggia a primavera tutta,come ingoml)r"
l'astanel pugno, Nuvola fosca. Sollev" sul capo, lui, il prode A quella vista paventosa, e quello e Ghev gran cavaliero, Gurgliin Gur"zm lo scudo e s'avanz". Con l'asta a Sliav"r, e il Z"nghehpreclaro, Figlio ilcapo del destrier nemico, [forte Raggiunse Ferh"d nell'armi esperti,E Gurghin Behr"m, Berzin, precipitava battaglier D'eroi questodrappel in Dall'ardua sella.Ma gagliardo armi. quelprode giugnea Con l'aste in mano Ghev all'istante; lucenti rimir" ilcaduto e le spade D'indica foggia, E d'ira s'infiamm", si lev" d'un tratto leone come In un sol gruppo dal suo loco;innanzi alta una voce Che rugge nella selva, E alla Mand" Gur"zm. l'alYerrava ratto Vennero, come a jiardi battaglia.
con
G"derz
Alla
ed egli Prence turanio, stesso dentro s'avvent".Le battaglia spade le clave e allor,
i
e gi" il traea dal loco suo un pugnale Quell'uomprestante, e poicon Oh si! pien di spavento il petto. Apriagli
giavellotti
dentro
Tutti i suoi
e
cavalierid'alta prodi,
i prenci nella battaglia
tosto
d'altamaest". Ma
ancor
fece il cor! Ma intanto superbi Il regal prence Nevdheride -, in pugno orrendi Con quella clava poderosa, sferrava in su la testa ai prodi, Colpi E Gur"zeh l" dentro si spingea Col brando acuto, come verro agreste In rabbioso furor. G"derz di contro che Tale assalto inferia,
ei fece scempio
Ei de'
il petto
E i cavallidi sotto. In questaguisa Ghev si sospinse nella mischia, e parve Leone che Nella
sua
D'alme turanie, leone in giostra, e qnal cavalcando un forte Con l'arcoal braccio, Zev"reh dalla parteopposta Destrier,
innanzi. Spingeasi
ogniparte intorno,
da tergo, egli battea clava e de' nemici molte ben che pieg", De' turani
Con elettaschiera
Di
gagliarde
nembo
trassero
in
cielo,
prenci
le spade,
Berzin tra i
Eroi di Cina
innanzi
Ghev; stordia
vista. quella
al turanio sire,
Ma dalla parteove Gurghin, valente tremendi a Mil"d, era a calai' Figlio di clava e di fulmineo brando Colpi Di forte acciaio, stavasi di Gur"zm
Prence illustre Turanio sire. Afrasy"b. hai la fortuna,o vile Grid",che avversa Che il nome tuo perdesti, a che tal vampo, in opi'adura A che tanto sbracciai'ti Veramente a smaltir? Dimenticasti Forse le pugne Qui se' tornato
se eroi, degli con ancora
fronte,
stuolo possente
La
pugna
dimandar. Die
un
(1) La Gina si considera, dall'epopeapersiana,come paragrafi16 e 17 del capitolo. del re Nevdher. (2) T"s figlio
congiunta
al Turan.
Vedi
APPENDICE
ALLA
POESI
EPICA
109
Come
si ratto, correa Fuggendoprese. Egli Come nube pelcielfosca e piovosa; Ma R"stem cavalier sospinse in corsa
riverso
Quel
suo
Rakhsh
ed animoso,
incitollo
A tergod'Afrasy"b, di fieriassalti regale. E R"stem di rincontro url" selvaggio Apportatore, e f"'tal detti : Amico Come bieco leon. Tristo, Accorto e saggio, nell'orrendo dicea, campo Che hai tristi correndo mai Non ti sedendo ma p erch" segni, t'arrestar, fa ch'io, Balzasti incontro Con tanti eroi Dov'" R"stem Esercito Non
re non a
me,
tal pugna
osasti loco
meco
Nel apprestar?
del
suo
"
rossa
la terra.
sta,non
A
me
regal seggio,
d'alcun l'aita
io col
L'ardente
cos" palafren
sovrano.
Di novello des"o, che detto avresti Fuori dai fianchi gli l'ali, spuntasser balz". Quando vicino egli Fu al turanio signor, questo pensiero In cor gli Or si,che veramente nacque: Giunse del viver suo l'estremogiorno ! De la selladal culmo illacciosuo nodi a que' Ben le disciolte impigliar. Corde all'elmetto il ma s'avvinghiar, prence Al fiero colpo si sottrasse, e il rapido Il turanio Suo corridor balz"
come una vampa. Si che dal laccio dell'eroe fortissimo
Uopo non
Ghev D'uom Nome Donne
Siamo davver, se
quison
prode
S" ratto
Turania tutta !
R"stem
tuona
Nuvola errante ; e poi, per la seconda d ie Volta, voce e disse: Orbe', turanio,
Ebbro,di
E vivo
non
razza
eroi tu Degli
sei tu ! Vanne
e
ti prendi
e
Qual femminetta
Vanne
a con piatir
conocchia
E i cavalierisuoi
l'armi infrante.
A tale
Giunse tuo stato,che t'" d'uopo ornai La mano tua ritrardalla battaglia.
Con l'alma oppressa, dietro aluiveni"no Correndo ansanti. Come nembo in cielo,
Or
tu
vedrai di combattenti
prodi
Le spade acute, si che mai di pugna Non ti verr" pensier dentro la mente Da cpiesto in poi. Con questo ferro giorno D'indicatempra il capo tuo superbo
Ma
Di tre Di
ben parti
soave
guerrieri,
dalla fortuna
S",si,recider". Gi"
La tua
corazza e come Afrasy"b,
Un miei
tocc" veleno !
Oh si,dell'ampio stuol di pugne amante Due di tre parti pi"non fean ritorno
!
Pieno di ambascia ebbesi ilcore. Che forte egli temea di Zal, n" Figlio
a
Morti
Erano
altrio da nemico ferro gli ed caduti Piagati, altriin potest" schiera di quella Di tesori
e
Ei s'affrett", tuttii suoi guerrieri ma Con gran desire a s" chiamando, innanzi le filecon Spinse infranta lena.
Di
vincenti eroi.
auro
di
in seggi
e
sculti.
Di
corone e
di cinti
e spade
di corazze,
di
di
fulgide gemme.
oro
dietro.
Di
di valor,che in palafreni
110 Avean
APPENDICE
ALLA
POESIA
EPICA
di celate in le briglie,
ferro,
di Tehm"neh
^.
foderi dorati,
pi"d'assai cose leggiadre infinita D'alto prezzo, rest" copia raccolsero in Tutta Degl'Iran!poter. festoso core L'elettapreda, con
Nel ritornar dal contrastato Ma eroi nessuno degli
i
Pass" veloce, allorche per la v"lta Del ciel rotante del mattin la stella
campo,
estinti corpi
Denudar
Rendeansi tutti De' caduti frugar. Al loco della caccia romorosa E cavalliadducean,la ricca preda Recavan
seco.
parole quella porta Della stanza s'apri per un impulso Lento e leggiero ^. S'avanz" un'ancella Fino al guancial dell'ebbro sire, in mano che soave attorno Lampa reggendo
Scerete l" d'accanto, e Odor d'ambra spargea. Dietro l'ancella, Una vaga fanciulla; oh ! come vivo un Sol che fiammegaria, era di molte costei,
Elli scriveano
un
foglio
adorna ! Fragranze sparsa e d'assai fregi s" Eran le ciglia come un sue arco, ei Eran lacciflessiiosi attorti il solo, e Zev"reh, pr"' quai ; Spento giacesse altero Le trecce sue, come Era caduto gi"di sella.Disse cipresso Tu parti R"stem prode a Gurgh"n: adunque Alta ed eretta la statura. In guisa orecchi suoi Di sol lucente dagli anima Con lietocor, con serena, orecchini. In lei Pendea l'aneldegli re porgendo. E questofoglio a K"vus cielo. il d el L'anima " che ci" senno, ed uno spirto integro oper"volger Digli N'" la persona, s" che dir ben puoi invi" col foglio Doni eletti ancora, Che in lei partenon " terrena o vile. e poi E doni fece ai valorosi, Dio sovra lei Di lei meravigli". al fortunato campo Per sette giorni si rimanea E per sette altriancor Co' prodi e letiziando, suoi,godendo di Zal ; ma, della terza Quel gran figlio tuttiveni"no Settimana all'entrar, veni"no Appo l'iranioprincipe, A contemplar corona. quell'inclita Di nostra vita ch'" si Invoc" R"stem, leonino core, E per" dimandava : Oh! il nome
A K"vus re, del campo e tutto E della pugna per narrargli niun de' forti Il lietoevento, e come
della caccia
tuo, Dinnni, qual"? Che cerchi pei'l'ombrosa Notte? (Jual" desio che quiti mena?
E
: Io son quella gli rispose
Tehm"neh.
breve, questo
Ben tu direstiche per aspra doglia del sire Si spezza questocor. Figlia
Di
son io,son Senieng"n
" costume,
Di
per
essa
altriva lieto
io di
stirpe
si cruccia gagliarda persona, altri In assiduo dolor. Cos" la sorte cos" la sorte Ha lontano poter, Molti inganni e vari possiede,
nella pugna. In terra Quai leopardi Niun de' re mi sar" condegno sposo. Del ciel superno sotto Poche fanciullea Non mi vide
me
sono
son
un Spunta
di,non vi si affidi
L'uom
la speme, non disperi allora con Che il giorno vien delladistretta. Il tempo
quairacconti
E per questoe per quelratto trascorre. bene udii gran cose Meravigliosi, Perch" dunquene avr"a dolore il saggio? Narrar di te, che di leoni in giostra Vennero al fine le parole omai E (lipardi e di Devi e di marini Di tal leggenda, qualdiscese a noi Dalle memorie di trascorsitempi. Mostri
non
temi,e
armato
se' di forte
leonin. Tu Artiglio
vai soletto,
(1) Vedi il paragrafo 85 del capitolo. Rustem nella reggia del (2) La stanza dove dormiva ospitato
re
di
Semeng"n.
APPENDICE
ALLA
POESIA
EPICA
redivivo
tornastial mio cospetto. DimiUii, perch" 0 forse a verit" levar non suoli Intento ilvolto? Oh s" davver I che stanco Sei tu di vita, se ti rendi ardito Dei leoni all'assalto. E gi" due volte
Ti francaidalla pugna,
Di sventura
giuoco,
impietosito,
Stimi ei la pugna coi leoni e indietro dal pugnar da forte Non si ritragga Con elefantiardimentosi gli
e
! fieri
La
Cosi ei passava appo la bella sposa notte e innanzi a leidi molte lunga
cose
favell".Ma
quando
la terra
di eserciti, sperditor preclaro, gli rispondea. i valorosi Di tal foggia parole Davver! che inganno Nonusan pronunciar. ! Or tu vedrai Ti fa la giovinezza Il fortissimo eroe
o lioncello dall'alto, da un eroe longevo Ardimentoso,
Qual
ti verr"
rinnovato
tutta
Adornando
fatai.Quando Colpo In
la sorte
avversa
Si strinse al pettol'avvenente sposa R"stem e la baci" pi"volte in fronte E ne' begli occhi. Bella
assai Lagrimando
forte qualbrandel di
cera.
forte i cavalli
al suo Per",congiunta
compia nemica
rea!
dolor. Sen venne ratto e al suo Cordoglio l'eroel'inclito novelle Appo re, Del suo riposo stanza ombrosa e di sua Gli chiese, al fin di acconcie e sue parole Lieto annunzio gli die del suo destriero.
S'afferraronoal cuoio. Oh! detto avresti Che ilcielsuperno incatenava il duce Di gagliardi, Sohr"b, lui ch'ebbe possa Di
sovrana
virt".Nel la mano
suo e
corruccio al capo
e
al collo
di Sohr"bK
Si l'atferr" pardo belligero qual d'un tratto E dell'ardito garzoncel Gi" la persona. Il tempo suo pieg" suo gi"gi"toccava, e ninna
era
illaccio
precipitando.
di sotto destriero e il suolo
leon,mentre Ruggendoqual
suo
a pari
leon.
Sapeacostui
non
sarebbe
ratto
dolse
ancora.
Si contorse
Tutti i
Norma
rivedea,
giovent" per
con
Quel cor
E
con
Ti die la chiave
E Ini mir"
grande
Oh ! tu tal forza,
disse. sfuggito,
Il vero
Colpaveruna
che ci",
me
tornasti?perche
Travolc^endomia morte!
'Orsi!
diranno
con e
R"stem Vedi
suo
lui
muore.
il
del
capitolo.
(2) R"stem
Sohr"b
avevano
gi" combattuta
un'altra volta.
AF'PENDICE
ALLA
rOESL\
EPICA
113
e scherno, gioco
i segni
fierostato quel cadde airindictroed ogni genitor, Sentimento da lui fuggi d'un tratto; Ma disse poi: Se R"stem veramente Del Sei tu, da stoltoe per la tua natura Io t'avviai tu m'hai spento. Malvagia Per diritto sentiercol mio In
ma ogniguisa,
Rramoso di veder
E pei'questo desio diedi la vita. stento Aim" ! che alla sua meta il lungo
consiglio
non sorse
in te mai
Non
ed io veder per ninna via giunse, Volto potei di genitor! Ma intanto, S'anche nell'onde qual natante pesce in ombi'a Calar potessi, notte come o Te stesso tramutar, s'anche nel cielo Salir potessi come stella e questo sole schiantar d'in su la faccia
d'amor 3. mia
ignudomirar questomio
e
Candido
puro,
*; or
padre
suo
tal figlio.
Almo
Quando
su
Da te, quando vedr" che dell'avello La madre mia. Trafitta era quell'alma Furon le pietre ilmio guancial. De' prenci Pel mio ratto partir. M'avvinse al braccio E
eroi ben degli
recher"
qualcuno
A R"slem la novella, e dir" forse Che ucciso fu Sohr"b, in tiu^pe guisa Atterrato nel campo, allorch'eivolle Con rinnovato ardor cercar di lui. R"stem Fu da gran
La terra
Una gemma, e dicea: " Tu serba, o figlio, Del padre ricordo e vedi tuo questo
verr" ". Ben m'era d'uopo Quando all'uopo Ora, nel punto che sorgea la pugna
si f"'; gli
sue
vigore,
La gemma
Senza la forza di
membra, senza
I sensi suoi, con e lamenti gemiti Al feritosi volse : Or dimmi quale Di Pi"stem segno hai tu. Deh ! si cancelli II nome fra gli altrieroi, ch'io sono suo R"stem ! Non restiil nome fiime
F di Sani 12Figlio
e e
Stille di pianto il volto. " peggio, Oh! questo Sohr"b dicea ; n" lagrirnar tu d"i occhi tuoi! Oh! qual mai Conambogli destinataavvenne
^
mio !
ma
frutto
Rimescolossi entro
si percosse il viso
V. il passo antecedente.
del re di Semeng"n e sposa di R"stem. (1) Tetim"neh figlia di S"m Vedi sopra. e padre di R"stem. (2) Z"l figlio Sohr"b nell'altro scontro cosi (3) perch" gi" prima, parla domandato R"stem aveva a era veramente, questo eroe s'egli
con e
R"stem,
pi"
volte
R"stem
sempre
aveva
che
R"stem
aveva
data
alla madre
di Sohr"b
quando
al
re
la spos". K"vus
precedente.
andasse alcuno
a
Ruslem si narra come (5) Nei versi ommessi che guariva ogni ferita;ma portentoso balsamo subilo
corso
chiedere
un
dei
dietro per
"
che dirgli
della
Sohr"b
era
spirato.
II.
Pizzi, Storia
114
APPENDICE
ALLA
POESL\
EPICA
E si svelse le ohioine e f"' co' pugni Un balzo ei diede Onta Pi"stem al petto. d'affanno e in fiera E sospir", pianse Guisa serr" le ciglia sue. Ratto Ma
R"stem
11
il vinse
seno
Certo che grave cor trapass"? gli si far" contro la trista Imprecar Di Sam
attorno me progenie, gridando
amor non
poi,
qualnembo, gi" di sellaei scese cacciossi l'elmo gitt", Dal palafren, sul capo. Eran l" intorno Negra polve i prenci Dell'esercito e insiem raccolti e mesti tutti, sospirosi Piangeano dicea E sconsolati; e quei piangendo: cbe alta recavi Giovinetto guerrier, di gagliardi, ilsole La fronte, o germe
Mai
non non
Uoni che Si
avea,
che
senza o
fede
scorse
Anni suoi
Saria cresciuto un
E comand"
regal drappo
in
cor
No,
Elmo
il tuo
lucente
la corazza,
il tuo
di trono
(piale,
uccisi t"glio
citt"desire.
sventura
Quanta a
Di
che ilmio
quell'arca
Sam
Dal rio campo fu tolta, eroe e il mesto Alla sua tenda si drizz" ; ma poi ilfuoco' Entro a' recinti fu gittate
mentre Divorator,
Per la
madre ! Ed
ora
ambe
le mani
di
il capo polve
L'esercitode' prodi si spargea. polve tutti. I L" intorno un figlio, padiglioni ancora, l drappi in color vari, i preziosi condussi a morte, a cui E fu Solir"b, dorati su cui stese andavano Mai non nascea terra, Seggi l'egual per l'ampia Vincea d'assai di uccisi pardi, entro a le fiamme Non prence, non guerrier. Spoglie dittar mesti glieroi. Levossi un grido di Nir"m, Sam valoroso, Il figlio altri e si dolca quel e Ghev e gli forte, invitti, Lugubree tetro, prenci Ghershaspe mondo del Un : Per innato valor. Non v'ha nel mondo cavaliere. Proteggitor Si come Tal che mi uguagli; te, mai non vedr" la terra, eppur dinanzi a lui, Parvi inetto garzon, ben che gagliardo! Con tal valor,con tal possanza, in tempo il tuo Oh ! sciagurato Della battaglia! Or che dir", quandola madre sua il Misero valor! il La ria novella udi"? Come potrei tuo tuo e Consiglio Mandarle alcuno? Dir" forse ch'io Senza Del di
il trafissi, fosco e perch" colpa resi gli
Troncar mi si dovrian
lo
Nonsondibiasmoacerbo?()h
Per te,diviso dalla madre tua. E Zal farammi Ferito al cor dal padi'e!
quaggi"la
e
gioconda
e ancora
Rampogna molta,e
Ricca Rud"beh
^
s" forte
si avveduta
Che
eroi che diranno,alloi'clie indizio Deh ! gii quell'illustre di Semeng"n, lor di tanto! E come padre amoroso, Giunger" venga ^ Di ci" novella inlcndei'annoch'io sua e figlia giovinetta epura dir" mai? Dir" che per vendetta del bel cipresso Svelsi dal mio giardin
APPENDICE
ALLA
POESL\
EPICA
115
ardenti. Detto avresti allora Le stille Che venuto I ildi che sorgeranno estinti, poiche rifuggia corpi
era
Traggaa' miei
Scav"
con
II cor
vesta
brani
Dalla persona. Di re K"vus tutti Stavano accanto a lui sopra la via amiche Gli eroi seduti. Di parole Atte
a avean consigli
scovr",ne
rimovendo
la lingua piena
I valorosi, ma Di
serrarne era
Incliti in armi, e detto avresti in cielo Uomini levarsi.I circostanti. Caligine e donne, giovinetti e vecdii, nello spettacol fiero. vigor
e
Smarrian
L" innanzi pose ; e Rud"beh che bara di Sohr"b e vide L'angusta Scendere al figlio suo fiume occhi un Dagli Tenero d'amaro
su
vesti e arnesi
pianto
mente colui,eterna-
in un feretro angusto, sopito sciam" piangendo: garzoncel, allora di re ! Eroe, stirpe Principio
"
se ne andava, e quella polve fu allor come ostello un regal Che i morti accoglie, che dentro a un'arca poi Era disceso a riposar quel prode Alle robuste spalle. Leon possente.
Non
fiache mai
L" venuto posasse. Allor che tutte e valoroso in terra gagliardo videro quel accolte genti Le ti sia,figlio Che ugual d'eroi, volto, progenie Oh ! disse in gemiti. Fecer novellamente e pianti Di leoni rubesti ! e lai Per l'acerbo dolor. Ma con un drappo Per alcun tempo, eroe d'erettafronte, Di color giallo il ricoverse e l'arca Dall'arca fuiieral leva il tuo capo! R"stem rinchiuse, bara Ma tu pi" non faraidel tuo pensiero quell'angusta disse: In oro Fortemente ei serr",poi Intimo e arcano alla tua madre un motto, al figlio mio N" dirai che t'avvenne ai di pi"lieti Quando pur componessi La la colmassi Del viver tuo. Gi" discendesti in cava e tutta sepoltura allorche uscito Di nereggiante Fossa ai giovani d", nel tristoalbergo muschio, l'alta Sar" dal Entrato se' degl'infelici, mondo, e intanto sepoltura m'" all'uopo che resti.Eppurqui Non fia sventura Non parli non a noi qualt'incogliea Or Altro ! far" di lui Oh! del nel Per man mai seno consiglio qual padre. perch" di cui resti al mondo Cosa ben degna, L'alta feritaegli ti apri? Que' lai sentore? Saliano al ciel dalla regal Alcun la sepoltura Allor, dimora, Ei ne lev" come di cavallo E chi li ndia,piangea. Di l" si tolse unghia E ritornossi Eretta e arcata 2. Debile ilvedere a' ginecei Rud"beh ilcord'affanno, Alle genti si fea per pianger Nel duol, nel cruccio, lungo, pieno il intanto in scav" ambe E di le un gi" prode legno Sparse negra polve gote. Di recente alo" novella un'arca R"stem che ci" vedea, occhi e dagli pianse, E serrami vi pose in fulgid'oro. Del pianto f"'scendere sul petto suo
" " "
(1) Nel Segest"n dove era il castello (2) Credo che il poeta vogliaaccennare cavallo, propria dell'architettura moresca.
di Z"l
a
de' suoi
avi.
a
ferro di
116
11
.
APPENDICE
ALLA
POESIA
EPICA
Cercasse la
La prova del i. fuoco
sua
sar"
se
in donna
Di K"vus prence,
E
piebalz" di sella Iiosse le gote prest". omaggiogli F"' per vergogna il sire,e tur pietose
al figlio parole suo, ma tosto disse : Non crucciarti ! Tale Siyavish Le
sue
Di
cor.
malvagia
Onta
cosa Miglior
E il mondo
vergogna. Or, contro terra schiacciar della sorte! Io di vergogna donna e serpente, " ilvolger " t"a miglior Men vo carco e di danno. Io, se innocente, se d'ambo rpieste andn" libero e
scevro
Impurecose
2.
Scampo m'avr"
; ma
se
d'alcuna
me
colpa
Cos" di tronchi e di rami Levar due monti in mezzo Stava la gente a E nel mezzo era
divelti
si trova,
creator del mondo. Iddio possente, vorr". Si, pei'l'eterna Me guardar non raccolta, riguardar di Dio dator di grazia, Virt" nullo ed un un varco, belligero
al campo. Intorno
Cavalier vi poteacon la persona il sire 3, A gran stento passar. F"' cenno Sire di gran valor, che sui raccolti Aridi legninereggiante nafta Si spargesse, e venian dugento a prova Le fiamme a suscitar.Soffiano, e detto Avresti allor che notte sottentrava Ratto nel di. Pel vorticosofumo. Al soffiar primo,intenebr" la terra. le fiamme, crepitando, Indi guizzar Dietro
fumo. Tutto il campo allora a quel Pi"assai del cielsi mostr" chiaro.Fremono
Ardor io toccher"
monte. dall'igneo
venne
Siyavish,
come
Dio
Tu
mi
ardente
dal laccio
! mio questapersona attrita padre ebbe pianto Poi che intalguisa assai egli
Come
nembo
di fumo il suo
destriero
grido
la raccolta gente
venne rancura.
crudel tant'opra
alto dolore
Ei
venne.
tei'razzo
ascese
stanze.
fronte
fermi
diritti.
avea
Pien di speranza avea. Bruno ei montava salia Un palafreno, e la polve Dalle zampe di sotto alto ferrate del ciel.Qual " costume Fino all'alto
n'" pur foggia. Di benda funeral, qual Di canfora odorosa alla persona
era Egli
acerbe. parole Pieno d'un'ira il cor. Di cotal guisa innanzi Il suo bruno destrier sospinse che dir potevi Siyavish, Principe
di Piena la lingua S'avventano" di fuoco ilsuo destrier. Ch'eife'
sparso,
ma
l'ignee parli vampe, e ninno ninno vide allor, suo quel Siyavish Tutte nel campo Veloce palafren.
Da tutte
(1) Per questo passo, vedi il paragrafo 86 del capitolo. (2) Allude il poeta alle arti maligne della regina S"diibeh. Vedi del capitolo. (3) Il re K"vus. l'innocenza di re K"vus, che doveva (4) Di Siyavish,figlio provare
tra
il
paragrafo 86
sua
passando
le due
cataste
infiammate.
APPENDICE
ALLA
POESLV
EPICA
117
Stavan Come
con
occhi
e
intorno lagrimosi
come,
Meste leturbe
si dicean: Deh!
E Al
sua perdon dell'opera chiese, gli Siyavish pi"ancor si f"'da presso re sovrano
de la terra
bel riso,ambe
le gote sue
Oh! allorch" ilvidero, rosa. Qual porporina Alto un Usci levossi: Ecco ! mirate ! grido dal fuoco il giovinetto sire! E 12. Behr"ni
nel campo
sen venne nemico
Deh ! s'erano acque a superar, balzato Illesoei ne saria, n" alcuna piega Avrian le vesti sullasua Col persona ! Tale usc" da le fiamme ilcavaliere
e la clamide palafreno non
"
^ Ildestriei'o incit"
al campo,
la facciade risplendea
la terra
sua,
grembo
grazia
E nel
La salma di Revniz nel sangue immersa ilricco arnese fango, squarciato Sul colmo petto. Oh! sovra lui piangea Pietosamente ilvaloroso figlio G"derz
e
sol
cosa
del l'impeto
turbo.
In
Di quell'istante
qui se
di
un polve pugno?
Gittaronsi ver
esercito dell'ampio
a
lui, per
tutto
gittati qua
valorosied incliti. gioia Campo.Fra questi, per la terra allora in Un di feritaal petto a prenci, mezzo v'era, a servi, e questi aperto
a
Iddio quello:
"
Da
un
ma ferro,
scampatoanche allavita.
e
! piet"
suo
Ma
intanto
Behr"m E del 0
ei riconobbe
die
un
lamento
corruccio
nome
il volto graffmvasi
son prode,
qualsia
Gli disse:
di cenere
di polve,
Fra tantiuccisi e nell'orrendo campo dittato.Son due di che cerco e bramo stilla una e poco pane e un misero D'acqua a riposar. Corsegli a lato Giaciglio Behr"m allor con anima gi" vinta Ei pianse D'amor,con core di congiunto.
"
piesi mosse
Forte al suo
seno
in
ha
e
una
somighanza singolarecon
"
Turani
quellidi Niso ed Eurialo, dei pi" belli nella lunga uno 86-97 Siyavish.Vedi i paragrafi
coi Turani
fratelli Perch"
(vediil paragrafo 89
non
venisse
mano
di G"derz figlio signore d'Ispahan, aveva perduto, di Peshen dove erano restati uccisi tanti battaglia del capitolo), sferza notata del suo una sua proprio dei Turani, eglivolle di notte andare ciarla rintraca ucciso.
nel campo
118 In rimirarlo
sue Squarci" e
APPENDICE
ALLA
POESLV
EPICA
si liatt" la vesti
e ne
guancia,
La
era
ingombra
fasci"le aperte
darti n"
cotesta
e
" Piaga
Da fasciache manc".
avr" stretta Piaga
ne a
l'aperta
le bende, al campo
stato migliore
Verrai
con
meco
ed
Nel campo, Da talferitasalirai. Dietro a un serto rogai i,mi si smarr"a Una mia sferza.AUor Per
me
all'intorno. Il valoroso, Rosseggiava a pie Inclito, venia,per t"rsi in grembo Quel prode suo ferito, e s" dicea : In questo campo dell ! qualfronteavremo Senza destrierche ilcalle indaghi?Batto di lui sentore. avean Alquanti prodi Cento dal medio vallo usc"ano in fretta Cavalieri pugnaci 3, a catturarlo Su Di
e quel campo d'assalti lor falangi. Ma Behr"m e ne
che rinvenuta
a
sar",s" verr"
corse
fin che la sferza Del campo e s'aggir", EH'era fu Di rinvenir gli concesso.
intorno poteagli
ne egli
restarsi? E molti
uccise
E feri, qualleon preso dall'ira Balzando innanzi. I cavalieriindietro Si ritornar da lui, vennero Di Piran
*
Lungis'intesedi destrieriin volta. nitrir delle puledre Il giocondo Ud" del forteil palafreno e ratto, la " Qual d'Azergash"sp viva fiamma, Dietro a le puledre In cor si accese. Vienne su l'orme rapido e furente,
-
tutti
al cospetto. Ecco, ei
diceano,
Belva " cotesta di gran cor ; la pugna Il nemico sostien, qualleon fero, A
piedi.
"
Come
E Behr"m
si crucciava
dietro a lui
venne e corse
Parole
bagnata
l'elmo.
che Appenal'afferr",
E chi mai, Piran chiedea. E in aperto. Chi sar" cotest'uom? Quale il suo nome, eroi? Behr"m, gaQual, fra gl'incliti Vincitor di leoni, " davvero,[gliardo egli
"
ilpalafren Ch'ei strinse, non piede mosse, andaro E di polve e sudor coperti Il cavaliero e l'animai riottoso. Forte crueciossiilcavaliero e Vibr" di al spada
suo un
Tal Si
colpo
Di rabbia Ratto
Sen
venne
contrastato
al loco dell'assalto,
senza
la scorta
(1) Mentre
(2) Nome
di
caduto diadema ad un eglivoleva raccogliere di del secondo la Fuoco, un religione tempio dell'esercito nemico.
un
principenemico.
Zoroastro.
Behrrmi invano di fare accettare un a palafreno. (5) Pir"n, intanto, ha tentato licenza da Pir"n, malvagio e vile,avutane Tezh"v, allora,principe di Ghirav-gtiird, si avvia al campo Behr"m, vivo o morto, a qualunque costo. per ricondurne
(6) Tezh"v.
Vedi
la nota
antecedente.
1^20
K
APPENDICE
ALLA
POESIA
EPICA
lo nipia di sella agevolmente al suol, E, gillalolo dispetta cosa, d'un Scendea,le mani gli stringea
quale" frutto
la
s", ma
Io sar", sul
in sepolcro
"
che
tu
posi,
A Ghev allora
dicea :
Chiunque nasce,
se
Di tantieroi tu
La
inferno
notte oscura?"
Della morte
E tu.
gustar non
dee l'angoscia.
assest",poidisse: gli
" loco
Di
me
non
sai,
Capo non
Tezh"v
E
glitroncar.
"
Ma
fratello quel
Vedea trafitto ilfratelsuo, vedea nelle sue ritorte, malvagio Per la barba ei prese lev" un grido.
Piantastidi tua
Tezh"v d'un tratto, e come a lodoletta La testa gli dalla persona. spicc"
Pianse
un
occhi suoi di duol dagli pianto assai Behr"m allor. meravigliando Del ciel per l'opra lev" e disse: e un grido Sventura onde moria Behr"m illustre, Chi vide mai talmeraviglia o ascosa Il cor di (Ihev da fiera doglia uccido " oppresso! 0 manifesta? S'io qualcuno E Tezh"v l)attaglier 0 se a me innanzi uccidi tu. gli sempre cos" rispose : 0 che ucciso cade!" l'alloilola io son sei, uncongiuntoounfi'atel L'aquila
r
in mano Eletta preda, Spadetaglienti. Behr"m ti giunge, la strozza angusta ma D'un serpe or tu vedrai.Ecco! per quella
tudi. Ma non per male artigli gli Pensai di liidii"m tuo, n" per nn'a mano danno. Allor che giunsi, ucciso Vennegli
Entro
gagliardo.
13. Batlo di Bi-Ju'iiK .Ahi poiche del partir l'istante, giunse pi"ardente in lei
-
Ghev
s'inducea
lasciarlo
nel dolor dell'alma. Chiam" gagliardo ! Ecco, ei grid", reo questo capo Tosto, Atta una
le ancelle sue.
beva ad
la mente assopir
di s" stesso la testa
Per violenza, violenzaa lui Render", (ii'azie a Dio che il mondo Che tanto
a me
fece,
E com'ei
di tempo, oiid'iol'anima fosca Spazio Schiantar potessi dalla rea persona Del tuo nemico 0 fratelmio ! Per
sua
"
che {M'ia
tu
moi'issi,
uccision
Dall'alliaun
(1) Per questo bellissimo episodio vedi il paragrafo 1)3 di Afr"sy"b re dei Turani. (2) Menizheh, la bella figlia
del
capitolo.
Al'l'ENDICE
ALLA
POESIA
El'IGA
1-21
Al
de guardiano
e
Venne
Ogniarcano
Pensando E
che sempre avea al labbro tal, parole tiiste L'introdusse non visto^ entro la notte. e e l'alberodel male Maligne N" sciolseillabbro con estrani.In quella Scuoter godea per c"rne i fruttipoi, chi Cerc" fosse lo straniero e dove loco al dormire, Sua stanza gli apprest" '1 vago doi'iniente e nel Copri Fin che di Bizlien del
Un balsamo sottile
Terra fosse di lui, per talvenuta Che volesse in Turania. E il seppe Ebbe timor per la sua E corse a ricercar la dolce vita
sua
grave
mente
ritornasse in lui.
difesa. le
l'assopita Sua mente ricovr", trovossi in grembo dal seri di bianco gelsomino, Quella, donna; entro a l'ostello Leggiadrissima Del regnanteAfrasy"b, videsi accanto, Al medesmo china la tVoute, gnancial
Lei, dal
volto di luna. Oh!
Bizhen destossi e
Solo
Cose
un
avea, consiglio
gi"sapute
e
disse
3: La signor
invoc" signore Le
si crucciava ilal'arti
! signore ! forse
la mano le cortine
se
deh Fattor,
antica
a
Scampoa
Da
E A
me
non
Deh! almeno
Sentenza
Quei che ha
anche figlia,
"
serto regio
^ e tu ascolta il mio dolore Ciurghiu di me! ch'ei mi fu guida l'imprecar questo male e pronunci" parole
sempre! ".
Di mille incanti
Avea di prence, a s" chiam", dicendo : sovra me tapino. Lieto serba il tuo cor, disse .Menizheh, Per l'opra di costei, donna impudica, E tutte cose che non anche furo. amico mio, mi dona. consiglio, Saggio
aura qual
Stima
Karakh"n Pi"
al
suo
re
Toccano all'uom
e accorto saggio a
est"
Talor l'attende, aspra tenzon talvolta. Poser la mente al ber profuso intanto
Fra il terror d'un
e la speranza supplizio
Se vera, Vedercon
favellarloco
resta.
uguaglia
D'un talamo di Di
rosee
nozze.
da ognitenda guancie
occhi. IleAfrasy"b che avea gli L'avveduta risposta, ebbe nel core AITrettatodesio per le parole Di Karakh"n. Un A Garsiv"z
*
Invitarono a s", l'ornar di drappi Di cinese tester. Le giovinette Levarono bel canto, e nella gioia Elle passar cosi la notte e il giorno.
un
rivolse
[dremo !
Deh !
mai perch"
tanto
accompagnato
Vedi il
Bizlien
per invidia
di Menizheh.
paragrafo 93
capitolo.
(2) Le cortine delie stanze di Menizheh e (3) Il re Afrasy"b. Vedi sopra. (4) Fratello di Afr"s\"b, principaleautore St) del capitolo.
delle ancelle.
della
morte
di
Siy"vish.Vedi
il paragrafo
122 Nodo E
APPENDICE
ALLA
POESL\
EPICA
fratello,
Con avveduti cavalierie tutti Dell'ostello valichi e porte regal da te, poscia, chi vedi. Riguardinsi Cerca in mia
casa.
fulgido avea pugnaisempre egli all'un de' schinieri.Egli ladestra Stese e trasse il pugnai Ratto che Garsiv"z pi" s'accostava dalla guaina E la soglia di voci alterne, A quella L" disse il nome: un suon occup". porta, I Bevi il Bizhen mi ! feri.Concenti illustri son (( io,de' figli mangia ", qui vaghi Di liuti con fremer di ribebe Dell'antico Keshv"d, primo di tutti
E
Legalo tu allora
a
quil'adduci strascinando
forza.
allordall'ampio ostello Echeggiavano Del regnante Afrasvc"b.Ma i cavalieri Tutte le portedel regal palagio Prendeano
attorno
giammai,se
ed
varco ogni
in tutte
Parti cos" chiudean. Quando ben chiuso Vide ilbevere l'ostel, quandocongiunto
ratto tripudio,
venisse orribilescompiglio,
me
Niun le tergavedr" di
! fuggente
divelse i cardini
i.
Dal loco, entro la casa e per la soglia ("arsiv"z. Rapido Si gitt" giunse Al loco del banchetto, ove
si celava. E Ospite
lo strano
un
allor che
guardo
Tutti precesse nella via. Ma giunto D'Akv"n maligno alla sformata pietra^,
ove si grande fossa, quell'orrida duol stento stavano accolli, e e Angoscia Ai sette eroi cosi parl" : Qui vuoisi Toccar del piela terra. Ecco, v'" d'uopo
Su
trecento
ribebe
mezzo un rosso
Correr concordi
liberarla bocca
Bizhen assiso a le fanciullee Vin recavasi al labbro Addimostrava. In Cacciava Garsiv"z Che
non e
molta
gioia
vile.
Di questacava dall'orrendo sasso. libero Balzar di sellai capitani, Perch" restasse dall'immane
urlo un quell'istante,
:
pietra
Codardo
L'urlo del pozzo. Soffreg"r le mani Alla pietra eroi d'assai, gli gagliardi la forza, e Sperdean L'orrido Caldo La
a sasso.
D'un possente lion cadestialfine E come vuoi tu ancora Sotto l'artiglio. Disci"r l'anima tua da questastretta? Bizhen in s" medesmo si crucciava E dicea : Come
Poi che
gi"scendea
d'un balzo
leone
non pietra
croll", scese
destrier come
R"stem
dal suo
dentro al cinto,e
sua
Dio,
N"
Dator di forza, la
forza antica
(1) Vedi il paragrafo 93 del capitolo. nel Turan in vesti (2) Rustem, venuto
B"ztien,pot"
trovar
di mercante,
e
con
la
montagna
la
caverna
guidato da
(3)La
che
da Menizheh. sul monte accesa vampa la caverna pietradel Devo Akv"n che chiudeva
una
che
non
si
poteva
vere smuo-
per
forza
d'incanto.
APPENDICE
ALLA
POESIA
EPICA
123
men vo
diiiiaiul". Punt" la mano Pregando E ratto sollev" la grave pietra Dal loco suo. Di Cina
^ ove
10 ti lascioalla fossa e
in sella
casa.
pi"foltasasso.
tetro,
sotto
l'immane
mia
e a
Blzlien ei dimand":
casa
tutto
qualdolor
mi
venne
Le dolcezze gustar di questavita! toccasti da sua man Oh ! come adunque L'amara coppa di veleno aspersa ? E rinl'elice dall'oscura cava Cosi
a
E portato l'abbiam, e contenti paghi di lui, Fummo e gi" posava il core Da di vendetta incontro a lui. pensier Un R"stem
suo
R"stem
Oh ! come rispose
:
adunque
venne
lacciocal" nel
trasse
career
tetro
dovea che
allor, ne
l'infelice
era
! AUor disagiato
me
Grave di
ignudo.
duolo.
della tua voce, o caro. Tutto il velen della mia vita grama
In dolce si volt". (Juale tu vedi, " ilmio so"fojiorno. Ilsuol di ferri " ingom11 core Volta del ciell'orridapietra.
Dall'ansia e dalla fame. Era di sangue In ognimembro asperso, avea le gote Pallide peldolor de' Di
sue
[bro,
Per la vita caduca oh ! da gran tempo toltonoi,che troppograve Avemmo Dolor fu il nostro E tremendo R"stem
e
R"stem
Di sotto ai ferri insiem conserti, e ratto Stese la man, l'aspre catene infranse all'infelice E tolse i ceppi e i ferri Di l" veni"no Che il piede gli stringean. Al loro ostel dalla dolente fossa, Bizhen da questoe la fedele ancella ^ Dall'altrolatodell'eroegagliardo.
orribilesventura
"
niartir.
Ma
tile' grazia,
desio
in ripongo
te.
Condonami
ognipensiero
"
E di vendetta e d'odio.
Oh ! amico mio,
(li Human
*.
quella
1 destrieriincitar. Lev" la polvere, Non sai tu forse, mi i f"' E due, di sangue sitibondi, leonin, qual apposte giuoco archi bellicosi, al cielo 11 fmlio di Mil"d? Se gliocchi miei Le corde agli Su lui cadranno un di, l'estremo giorno Sollevatala fronte, essi in tal guisa dell'inulto sar" per lavendetta mia. Vindici fatti sire^, Quel gli Se tu sei tristo e ildetto mio non odi, Di Kenab"d uscirono dal monte 6,
ed
uom
R"stem
Levar la testa
verso
il piano. Giunsero
del
Vedi sopra. forma un (1) La Gina, secondo l'epopeapersiana, regno solo col Turan. (2) Perch" Gurghin l'aveva tradito. Vedi sopra. (3) Menizheh. (4) E uno degliepisodidella lunga guerra tra Irani e Turani. Vedi il paragrafo 94 capitolo. di K"vus, stato ucciso a tradimento dal re Afr"sy"b. (5) Cio" di Siy"vish,figlio sopra. (6) Dove Irani accampati g"'
Vedi
erano
col loro
capitano G"derz.
1-24 Ad
un ove deserto, non
AIM'ENDICE
ALLA
POESL\
EPICA
TGi'iiia d'iuiiaiii
trovar.
Come
Passaggio
era
in ciel, cosi da' loro elmetti Folgori E da lor spade uscian faville. l']ppure, Ai beri
non colpi, avea
calcava schiere
termezza
avverse
videro alcun, non giro. per l'ampio Che amico fosse o aiutatore. Intanto,
che stoltamente
Di vampa in guisa scintillavano. Aiudie le loi' Non giugnean destre il. sangue Non
non
[spargere,
Onal di noi scampo alla vita Si toccher", pelturcimanno in core Non si torr" desio di guerra, ond'ei. D'est" giornata per l'altavicenda, E il male Come
fu
e
per" stanco
e
di
il core battaglia
Levar le clave
(lil" da misnia
ilben racconti al
e
suo come
sovrano,
Faccenda lor di tal guisa ordinaro Che far prova ei dovean di lor vigoi'e Lottando, e si cei'caro ei di tal foggia
0
o biasmo, che dovea l'un d'essi gloria
veramente l'opra
il moilo.
"
Ei dissero cotesto
maglie
di forza ond'ei l'altro levasse Maggior Dal palafreno e sei cacciasse sotto. Strinsero fortemente, alla vicina lo sforzo de' gagliardi, Ma, per ruppersi Come a' lor veloci Le coreggie a le selle in tanta foga Tenzon, le cinghie. Elli pertanto avvinsero la sella. Su quel Palafreni egli campo d'assalti. dai rapidi Pieni d'un'ira da gagliardi, Non tur tolti corsieii. pieno l'un fu vincente in l'altro a rchi N" II cor d'un odio, su e sii-e. gli apprestar rpiella I fortinodi,ai
in
mezzo
Amlio allordiscendean da' lor cavalli, colai poco da l'orrenda pugna Lor teiuiero i destrieri Si riposar.
E
un
assalto.
Di
Per le punte d'acciaioe per le frecce estremi corni che scagliar, gli legno
di acuii strali
in guisa pugnaci,
se
stanchi,
si oidinavano eaprender
Ebber tidto avventato, a vibrar l'aste Attesero d'nn tratto. Ei con ([nell'aste Fin che Che Ed
a avean
Nelia lottal'nn
Ambo
assetatid'uman
e
sangue,
le redini sinistravolteggiar,
Guisa,fra speme
T*)rsero fieramente, e
Tutte
a
maglie l'ampie
"
brani cadeau.
Vedi
chi mai
Nella pugna l'un l'altro, e dal contrasto si v(dgeala mente Non anche a dicti'o Stanca d'un solo. Secche
Immerse In
avean
La
si volse e giornata
"
la fortuna
le fauci,
Della
fauci i due guerrieri Sgangheratele Come leoni, e d'acqua e di riposo Ma poi Necessit" loro incogliea. Che d'alcun poco fhr posati e alqnanto llato cocente e su l'ardoi' Ripreser Ebber d'acqua alcuna stilla. gittata Brandir le targhe e i bi'andiacuti, e detto
fontana. E bevve di
e
(pudldmla
suo
Rizhen
lallo si
lev". Nel
(pici
vcracenieiite
a
siUucraniKt
vila.
c(n"e
APPENDICE
ALLA
POESIA
EPICA
125
perduto speme, disse : Ed etili a Dio cosi pregando Dio creatore, cosa ognisegi'eta Di me conosci ed ognimanifesta ! Che se nel mio pngnar giustizia vedi,
Del viver dtilceavca
in questomio Se tu vedi giustizia
Forza ch'" in noi capace di favella, Tu se' colui che non ha pari, ilmondo A governar, n" ostacolo ha ragione Cotesto a concepir. Ma di talforza Io partealcuna inver non ho, che audacia In me non ", con le ferocibelve La pugna a disiar.Cosi potei Troncar la testa di costui per quella Dei settanta fratelli al
in
questafoga,
Al
cor
tornava, lividopelduolo
padremio
^.
ilcor d'aflanno. e pieno Oual tristo augello, alla l"attaglia Cosi, ben che feriti,
L'anima di costui dell'alma mia Schiava si resti, e d'un leon l'artiglio Tutte
le sue sfatte memlira ! discerpi Con fiero incesso. E quello Alla coreggia del bruno destriero sopra questo, d'Human E questo sopra quel, fea di vigore la e l",sul suolo. Leg" testa, Riversa ne lasci"la fredda salma, Immane sforzo,ed or quello ora questo in forze Iva ilsuolo a toccar. iMaggiore (jOii l'armi sciolte, rotto il cinto, ilcorpo Tornavan ellie venian, come
pardi,
un
loco,a
un
altro il capo
e
suo.
Deh!
il
nullo
[mondo
Aiutator nella distretta " teco ! Ma diverse da l'aspetto son poich" del mondo, cosa inver non degna L'opre affidi il core. gli
cielo e l'alto guisa, d'ogni le mani Alfin, Superava quell'arti. Bizhen porgea di leopardo in guisa, E dal capo a le piante forte avvinghi" L'emulo
suo
E che da stoltotu
re
Khimrv
al cielo 2..
Ei l'afferr" con
irani, prenci eroi Con la destra alla coscia, foinosie degli e di quell'alto De' guerrieri dromedario ildorso R"stem battagliero, E ingente inver qual e Vigiligrandi, sforzando. d'un '1lev" G"derz e Ghev, Bizhen gagliardo, tratto Dest"n, Pieg" Egli Gusteh"m valoroso. Erane ilsettimo, Dal loco suo, boccon lo stese, e, rapido Si come al di K"vus, Ferib"rz ; ottavo nembo, fulgido pugnale Figlio Rec" la destra. Gi" puntando nell'armi.E sen venia Tus illustre forte, La testa gli tronc" dalla persona, l'esercito A squadre a squadre accolto. Di serpe in guisa abbandonollo al suolo. Dalla pianura alla ventosa cima Sul suol miseramente avvoltolossi Salia del monte. Sette giorni ei furo Human Su l'arduo loco e riposar, un bagnando poco, e tutto fu di sangue Un rio quel E deserto. L'arido labbro raccolto l'umor con riguardava pian Bizhen a quello di membra vastissime, D'una fontana. Essi piangean per quello Gittateal suol qual Strano del caso re, gemean pur anco, agile cipresso In un giardino, del duol di lui forte Varco a toccar cagion e meraviglia Gli venia, si che lungi Sommessamente andava Rinvenir ne non egli potean. E a Dio creante si volgea Cosi diceano i sacerdoti: Alcuno dicendo : cotestiaccenti l disse quaggi" Deh! tu che avanzi tempo e spazio e superi Mai non
L'alma nostra
serena e
la vitale
Della montagna
su
l'aereacima
di Peshen. Vedi (1) Morti nella battaglia Per questo passo, vedi il paragrafo 98 ("2)
(3^ Col
re
Khusrev.
AFPE\DICE
ALLA
POESLV
EPICA
parti
del mondo una gran gente.Donne Ed uomini d'Irania a centomila Giunser piangendo per illoci"alpestre Col gran monarca, e la montagna tutta Risuonava di gemiti e di lai, parean le dure pietre 0 prence, o sire, Della rupe scoscesa. che avvenne Ciascun dicea, mai, se pieno Commoversi
Che molta
E
inclita forza
tornando A' suoi dettiobbedir, Per G"derz antico, memore E bramoso di E Ghev
e onor. e
dietro
avveduto,
tornaro
con
core cura
Ma
non
Tus
Ferib"rz
(juello
notte
per
un
ancora giorno
Andaron
Al regno antico non donar sovrano Che sia novello. Qui noi tuttisiamo del tuo destriero. al pie polve Fedeli al Fuoco, qual per te riluce, 1. Ov'c la tua dottrina D'Azergashaspe il eia tua mente? Un tempo E tuo consiglio
Qual
" la
tuttie s'aggirar per l'ampio arido e fesso Deserto, per quel campo Mesti e compunti. Alfin, via. soprala Mostra vasi una fonte, e quell'illustre
ratto. Scesero giugneavi Tutti gli eroi vicino all'acque chiare, E preser cibo e riposar ; ma poi
Prence Khusr"v
Nemmeno
re
Fred"n
scese
dal cielo
a
Da questo loco
Scr"sh beato
!^
Oh ! noi dinanzi
Dio
Per questanotte non andrem pi" innanzi. Favellerem de' casi intravvenuti Con
sermon
nessuno
Iddio al tuo
i vessilli
Core sacerdotal per noi d" luce ! Attonito rimase per cotesto Il re dei
re.
Chiam"
schiera dell'ampia
sono
Quellosar" di
Per
conoscenza
vicina
Ser"sh. CoH'angelo
Che
se
il mio
core
Felicit"bello " per noi. Voi tutti Siate grati e sol quiin terra all'Eterno,
confessate Iddio Vivendo lieti, che verr" ben tosto Riconoscenti,
Da questavia si ritornasse a dietro, Dal petto iltristo cor mi toglierei. Poi che trascorse Sola
una a
de la notte
oscura
Dolenti
"
Innanzi
Si volse
E la persona nelle limpid'acque recit" sommesso Purificossi, famosi Il Zendavesta^, a quo' poscia, E accorti e In
cosi disse: Addio saggi, Dal ! levar del sole sempiterno
prenci
e
disse ancor:
Da questomonte
erbe in essa,
non
Ma
al Fuoco
aveva
fondato
appunto
da della
re
Khusrev. al cielo prossima ascensione O ra la principi. qui gente l'onore d'un colloquiocon
avuto
rivelazione detto
sua
ci"
egli aveva
che
nemmeno
nell'adunanza il
re
dei ebbe
ci", tanto
o
pi"
Fr"d"n
Zendavesta, libro
sacro
attribuito
Zoroastro.
128 Di
APPENDICE
ALLA
POESLV
EPICA
di savi e d'esperti illustri, prenci in alto grado In dar consigli, quanti fra i pi'enci Erano pari a lei, quanti fronte. Alta levar potean l'eretta luna in viso, La vasfa figlia come Del nella dinoora, innanzi genifor
intorno
fin che fu stanca. All'aula s'aggir" Ma di tal gente non gli venne a grado Un solo cavaiier,si che tornossi Dal loco eccelso dietro a' veli suoi Nel Del
corrente gineceo,
suo e i
lagrimante.
lei
raccolte,
de' mortali
sua.
l'alta corona
f"'cenno Lampa del di. L'imperator Che i prenci tuttivalorosi in Grecia, Ma di grado tosto accorressero minor, All'inclita magion.Forse A le verr"a per grado Come
ne sua
qualcuno
bellezza.
"primavera
ad ogniprence intorno giunse Il gratoannunzio, ad ogniillustre ancora, A quanti si volsero avean minor, grado Alla dimora Adorno Anche Disse
a e
La
nome. e
ciascuno imperiai,
Ketay"na
Di E
cor
vago per novella speme. s" generoso e dolce ^ quell'uom allor:Perch" Gushtaspe
si a
gi"
notte
ove
lungo
Che in
Incea
Ti celiin casa? Va! che vedrai forse Della il trono grandezza imperiale E la dimora, e dagli affanni suoi Libero andr" iltuo cor. Come l'intese
"
le mostrava.
e
Quella raccolta.
in
mezzo
essa
mesto stranier,
nel
core
lui, se con Gushtaspe, da mente entr" nella dimora P"api Del greco imperator. Quivi ei discese In un canto remoto e dagl'illustri
Prence n'and" Discosto assai; pienodi duol si assiseE feritonell'alma. Ecco ! I servi accorti in
ne vennero
Sedea
Un
con
maest"
a sonnno.
come
pria, poiKetay"na, E le sue ancelle dalle rosee fiori, vaghi guance. E un altro indi ne avea piendi fragranze Come aggirossi alla grand'aula intorno. E di tintevivaci.Ecco ! al mattino tutti (Le ancelle precedean, segu"arda I saggi come Quando il sol si mostr",levossiilcapo accolti), lunge appena De' prenci illustri dal profondo Ecco ! sclamava,. Ella vide Gushtaspe, sonno, E il grande la sua raccolse Che dal mistero il soi;iio mio si scioglie! imperator Di magnati forti eroe cran assemblea, Quindi ilbel capo al giitvincltn quanti illustre di inclita E valorosi e chiari.Allor che lieti corona e sua Fregi" Il consiglier che a lei alla vaga fanciulla Senza indugiarsi. Si assiser tutti,
mazzo
Del trono
un
gli porgea
Dal volto di Peri fecero invito, E Ketay"na sessanta ancelle con Entrava allor, con
un
Gi" fu maestro,
come
vide appena.
bel
mazzo
in pugno
all'istante Al greco iiuperator corse illustre disse: Nel consesso E s" gli
Di narcisifreschissimi.Dintorno
Un
uom
(1) Dietro le cortine delle sue stanze. (2) Quegli che aveva ospitatoil giovane Guslil"spprofugo dall'Iran. 99 del capitolo.
Vedi
il paragrafo
APPENDICE
ALLA
POESIA
EPICA
129
rimanea. Meravigliato
Diresti
Tal che sia pari a te, cercati, o bella, Fra questi dinanzi al padre eroi, perch" T'abbi l'antico onor. Non
tu contro
"
Che lo circonda maest" divina, noi. Ma costuichi ben sia non sappiam
E
Deh ! sospettoso,
e
protervo
non
moti superni
Dalle A
suo
mia
A lui figlia!
Di questociel.Se della tua fortuna, Quale pur sia, inclito m'appago, seggio benda ? con regal e dolenti usciron tosto Sospirosi Del greco imperator dalla magione soli Ketay"nae Gushtaspe, e venner Al signor del villaggio ^. Ivi discesero e mesti e dolorosi, e quello. Piangenti Del villaggio vollenel borgo signor, Una
casa
Fa, fa ch'io si
Si chiner" per la vergogna. Intanto ben sar" che ilcapo Qui, nella reggia, A leisi tronchi ed a coluiche scegliere Ella si volle.
o prence. i l " non cotesta. Rispose consiglier, di te furono prenci Che jiri;! assai
"
Grave cosa,
e non figlia, re d'alterafronte ". Ed ora un Scegliti chi pi"le piacque. Ella scegliea Tu Non rivolger per"la fronte addietro Da sentierodi [)io. Questa" la legge avi tuoi dalla cervice altera, Degli
Pi" bei tappeti, vi rec", poidisse Alla vaga donzella ed allo sposo : Qui rimarrete placidi e tranquilli
E
con
mente
serena.
"
Prence A
f"'benedizioni Gushtaspe,
Devoti
a Dio, di pura f". Per questa. Per questa fermamente un giorno legge
seco. gioielli
con
gemme preziose
"
diritta,
Di tutte
pensarlo.
segnasti
Convenne
in
calcarche
scelsedal mezzo Allor, specie. Una gemma lucente (occhiodi saggio Non ne vide l'egual) recaronla ; poscia A talche conoscea di gemme il pregio. Si ch'ei stupia ben Modo
0
dell'orme tue.
pi"d'assaidi giusto
[questo
ci" intese, quando imperator Si ch'ei diede a Gusht"sp la figlia sua A lui si cara, e dissegli : Con lei Vanne tu dunque, da me non serto, ma
D'oro lucente, quanteerano all'uopo, Pel fulgido rubin ; tosto le cose Che
mancar non potean, sposi, comprar gli Quanto era d'uopo con s'acquistarquello
regala:emma.
Prezzo infinito ; ei sivivean col frutto Che lor venia da ci", talvolta, godean tal'altra. Ma Gusht"sp la caccia Piangean Sola
a
Ratto che vide, attonitorimase Prence Gushtaspe ed invoc" l'Eterno indi si volse a quella preci, Inclita e disse : 0 vaga donna. figlia
Con
molte
curar
si die. Col
suo
turcasso.
Con le sue
Fra le delizienutricataun
giorno
F"'
Senza rancura, fra cotanti prenci Incoronatie di gran gloria, oh ! come. Come pot"la voglia tua secreta
18. Morte
cenno
R"stein al suo
di Gusht"sp.Vedi sopra. (1) All'ospite (2) Per questo passo, vedi il paragrafo 103
9
"
del
capitolo.
Pizzi,Storia
della poesia
130
APPENDICE
ALLA
POESLV
EPICA
il laccio l"anco
di prence,
al Shegii"d
venia. gli e alquanti Fiorente e amena Te ne verr", te nobil schiera lui di quella
intese che nemico suo Rapido Oh ! tristo, Era Shegh"d ingannator. deserta Oh ! disgraziato, grid", gli Si fa per l'opra tua quest'ampia terra
!
Pentimento
un
giorno
Vecchio
non
disperse
e
Pel fato che ne' pozzi gliattendea, Andaron Di dritti per la via. D'un tratto
nuovamente
smossa
terra quella
Rakhsh
piegossi
Dentro ad
sentiero
forte l'unghia volea egli innanzi rapido e veloce Spingere fossa. fra cotesta E passar e quella
frattantoal dilettosoloco Giugnea Della caccia, e vedea l'eroe fortissimo fei'ite Piagatoal sen, vedea quelle Oh ! celebrato fasciatepur anco. Eroe fra tanti eroi,disse compunto,
Non
Ma di R"steni il cor
Fu
pienod'un'ira
Ei
con e e
pelsuo
un core
Deh ! che t'avvenne al dilettosoloco Della tua caccia? Andr" Medici in traccia e ben io d'alquanti
la sferza
tutta
sanguigne lagrime
oppresso
10 per te verser". Forse che queste Ferite tue si chiuderanno e allora Non avr" Con l'acerbomio
E
profondi pozzi.
suo
del sfuggir
destino
loco
Stagion per
me
Era
Di medic'arti ! Non
di
Nella fataicaduta. Era del pozzo Pieno di lame iltenebroso fondo, Pieno di ferricuspidati, e scampo L"
non era a
era
tempo nostro, e vivo un noni la volta IMai del ciel non varc". Non io mi vanto
Ciocia di Gemshid maggiore
;
A militar virt".
ilfianco Squarciato
ilcolloe il petto
gli aperse
N'ebbe Rakhsh generoso, e L'eroe gagliardo; eppur, con Ei rilevossi, ed animoso Dal fondo
oscuro e
Il bianco Il suo Di
pettocon
stridentesega
son
virilforza
nemico 1; u"
io
pi"illusti'e
de' regnanti
l"ero
Del tristo pozzo la persona, e quando occhi suoi,ben che ferito, gli Aperse E vide di
e Shcgh"dmaligno reo
tempo
suo.
Cui'vi-zirih squarciava
a
Con
ci'udo ferro
la gola Siyavish
-.
Quel
ti'adimento
il paragrafo 80 i
del
e
paragrafi90
97 del
capitolo. capitolo.
APPENDICE
ALLA
POESIA
EPICA
131
al fiero Ma Shegh"d, Quel cor trafitto. del dardo, Ah ! ah ! grid" Colpo ; ma f"' col poderoso R"slem gli colpo Il suo Dio
estremo
si
! Ma noi pail"r
un
breve
restammo, ad lungo
crocicchio
leoni indomiti
mio Feram"rz^ rpiel
Grazia " questa che in ogni di Dio, tempo Che l'anima che al fataimomento riconobbi, fino a le labbra giugnea
venne a sera
occhi degli viva luce, quiverr" per compiere Ma poi mia vendetta su di te!
me come
"
Il di fataidella vendetta mia! Forza donasti a me. Signor possente, della morte innanzi, Per ch'io prendessi, Su l'infedel la mia vendetta ! Intanto Perdona
a me
l'arco mio possente, sua mia di ogni Recami all'uopo voglia tendi
me con
fedel! Ratto ne L'interprete innanzi a La conia e ponlo Alate punte. Deh! A questocampo un Alla
sua non
le colpe mie^ tu
tu
accogli
grazia
due
che preghiera,
e
se'di
sia che
e
giunga
venga
sovrano
aiutator.La fede
leon fero
Ancor Men
tosto
l'arcomio
aita
e
E accanto
darammi
ninno
ilcorpo Squarcer"
e la sacrata legge, profeta la tua dottrina Le tue norme, o Signor, Che cotesta i n se legge Accolgo cor. se la santa dottrina Spii'itiial, allora Guardonii in cor gelosamente, Che partir" l'anima mia,qual tema.
del mio tempo. al giunger Si che a la terra, Andava Recliner" la mia persona.
"
paradiso.
Ei cosi
Shegh"d allora e
La curda
ne
fnor traeva
quell'arco.
fea prova alquanto tendea, innanzi Di ripiegarlo. Sorridendo, lo depose, Al gran guerriero e gioia Aveasi in Del
suo cor per la vicina morte Ma l'eroequell'arco fratello.
" manifesto
aperto.
"
pensiero disse,
Avidamente Sue E
oh allora,
ebbe timor ! Xe andava, Foi'teilfratello schermo alla persona pianta da presso Costernato si fea. Sorgea frondoso ; Un albero di platano Molte stagioni su l'antica pianta E d'una S'erano il tronco volte,
sue suo
pianura
discese.
le fosse intorno
vetusto
verdi
foglie
Fosse
Sui rami intatte si vedean. Lo stolto de l'alberoda sezzo, s'appiatt" distese la man Ma R"stem che ilvedea,
bella reale
ilbalteo di guerriero Pianta. Gli sciolse lev" quel Da' fianchi, suo e gii
apposto.
Paludamento; e
I suoi Cervice
e
in
ne sergenti
il seno
poi
eterno
si esilarava partir,
venuto
celebrare i funerali
del
padre.
APPENDICE
ALLA
POESIA
EPICA
d'accanto
E in due
feretri
e gran copia cucir. Sul capo Acconciamente gli Feranu'irz intanto di rose Acqua
le profonde piaghe
deposti.
Con dolce
cura ne
gli spargea,
di canfora
d'alterne Ma, per grave dolor, piena Voci dolenti fu la terra, e detto. Detto avresti! che la campagna intorno fu posta Tremava tutta. In un giardin
La
e a sepoltura
le membra, copr"a
rasentar
le nubi
chiedean
vino
Ne fu addotta la cima; ivi due tioni Di l'uno dell'altro a fronte, fulgid'or, discese quaggi", Fu posto quell'ostel.
e accanto, l'altro,
Epuro muschio. Ma chi attorno al corpo Gli ricucia la funeral sua vesta,
Pianse Col ardenti allorche imprese lagrime
a ravviar la bianca barba. pettine
in
bast" lo spazio non giacigli l" forse Era A quell'alta persona. albero che lungi Un'alta spoglia o un Di due Stendeva l'ombre sue? In duro un'arca legno
e
Zev"reh,presso a
Ma
figure
con
sua gloria. de' servi era nell'ampio ostello. qual De' liberiqual de' fidi era e qual suoi di puro cor, mischiava Sergenti Piosecon muschio e alpie di quel fortissimo
chiovi d'or ;
Inclitoeroe, Da
mistura e muschio una d'agalloco Dalla sua fossa Su la pece spalmar. Dell'estinto trasse ilfratello guerrier Feram"rz e con affetto Principe Le piaghe ne cuci l" 'veferito Il corpo ne vcdea. Poi che lavato L'ebbero i prodi d'un ricco drappo suoi, Gli f"'una
E
a
2, che
ritorni
non
il tuo ripigli
a
Vampo
Si
come
noi,
di tesori, di,larghezza
non
Di monete
vesta
funeral
quelforte,
fai?DavverI
Del monumento E
a
E da
Di Rakhsh
La
estinto sopra
un
elefante
qual"
d'un
palafreno
collocar. Tutta la terra, spoglia \y" dal Kabul fino in Zab"I ^ di pianti
su
Di U"stem
la via
a
piecon donne, ed
vivente
Le due bare da questa a quella mano, E in tanta folla che roggeale, lievi
Oh !
se un
avaro
non
il re del
nmndo,
l'alma
Le
avean
siccome un'aura. In
una
notte
Sareblie
era e
il castello di
quellidella
passo, che
famigliaavevano
" del Libro
il
di portar privilegio
corona
di
in trono.
non
dei
APPENDICE
ALLA
POESL\
EPICA
133
rea
La natura E amari
Quand'ei nascea,
Alta la sua, stirpe
non
era
di
regnanti
n" di
se
regnanti
d'oro
Ei si ricorda 1. Che
il padresuo
Daran Ma
se
vesti tutte.
nero
Regnatoavesse, una corona Il t"glio suo postam'avrebbe in fronte; donna stata fosse un Se regal tempo i cumuli La madre sua, d'oro e d'argento dintorno. visti In Alti avrei a me quella mai non fu ; non osa. Gente grandezza un Perci",non osa udir de' grandi tempo
Il nome illustrequesto re, che
generoso,
a mano
venditor di
ne
E lurido
carbon,nulla
sozzura. non
avrai E
meraviglia
il male
nascesse
natura malvagia
; e
Alcuna speme In chi vile nascea, deh ! non ponete. Amici miei,che per lavar ch'uoni faccia, Tal che negro nascea, non si fa bianco, E buon frutto sperar da vii natura E stoltooprar, quanto gittar rodente Polve sugli occhi e non temerne danno. Ma
se
Di Mahm"d Nascimento
Donando,
Anni
ilsire perch" premiando nel mondo. Un tesor m'inviasse,e qui, mio rancura, stento,ogni Togliesse ogni Me sollevando al primoonorfra i prenci schiuse i tesori Di sua casa regal, A compensarmi e d'un bicchier di birra Il prezzo m'invi"! ^ Dunque tal pregio, Libro dei Re,
il nostro
senza
nome signor
si avesse
onore macchia,
mente
Quanto
Pel
suo
un
tesor!
quelbicchier di birra,
Avria pensato del mio cor costante Al voto ardente,n" la mia fortuna Saria caduta allor. Che il glorioso Verso mio sol dettai, consiglio perche Ne traesse il mio re, Che sia parola e sua Al N"
la via, che ha prezzo Si, mi comprai lungo Assai pi" di talre che non ha legge, fede intatta, non regal, ch'io vi spesi. La picciola moneta ^ schiavo " inutil cosa di e vile, Figlio Anche s'ei vanta molti padri suoi Che furon re. Ma gente indegna e abietta Alto levar, frutti, sperarne egregi Non
costume
perch" sapesse virt", pensando di questovecchio. savio consigliar i poeti intattoe puro aftliggesse,
l'onorsuo. Che
ove
Serbando
si vegga
serpe
ei saetta un Oppresso vate, rapida Una invettiva, fino al giorno e resta il disdegnoso Del mondo estremo carme. Un Santo
grembo
sua
amara
di,nell'eternalsede di Dio
e
natura, se
il poni
verace,
in spargendomi
fronte
elettie al tempo suo Degli spiriti L'arse radici a ristorar ti appresti Con puro miei che da superne fonti Stillanel paradiso, al fin dell'opra
In segno di dolor la negra polve. far" : L'anima sua Questo grido nel fuoco Ardi, 0 Signor, II cor del
servo
eterno
! Illumina
degno!
dei
(1) La
S"m"nidi.
discendeva famiglia del sultano Mahm"d i paragrafi 48-52 del capitoloprimo (2) Vedi il paragrafo 72 del capitolo. Vedi (3) Mahm"d. sopra. Vedi
da di
uno
schiavo Storia.
al servizio
questa
134
APPENDICE
ALLA
POESIA
EPICA
B.
POETI
CICLICI
alle parole. leon,del padre il garzoncel Tale die un grido feroce. Che parvero cader gi"da le fosche Nubi del cielstille di sangue. Forte il suo destrier spingea. Eglia l'assalto
Forte al destrier che tinta avea
Come
giovane.
di
Tenirgcon
Serena.
^
di rosa,
la soga, Stringea
da tutte opre
quelli
loco Duci di schiere ov'" Ser"nd 2, qual ha nel campo della pugna. E quale Egli bellicosi " fra questi a dritta, Egli E l'armi manca? Fra questi sue che sono? a " in questo E ilsuo vessil dov'"? che,s'egli di davvero ! Campo pugna per giostrar, Che
E
or
'"traea s" splendido, da l'unghie Egli che oscur" su in cielo Forti qual selce, che lev", la luna ; Dietro la polve d'asta e di clava. Ed egli con colpir
Di acuto ferro ancor,
da tutte
parti
impetuoso.
io trarrolloumiliato
vinto! dolce
!
A capo in
gi",f"'scorrere
un un
di sangue
Ad
Del
padre tuo, tu
con
se'fanciulloancora
a
Quellasua
E spargea
Ivi
fiume. Ecco!
squarciava
se
elefanteilcore rossi
Per"
tanta
forza incontro
lui
al suol, come
Deh !non
nascesser
a fasci tulipani
E di gran core. Oh ! non sia mai che del regal Tu cada privo tuo serto E del trono
"
lunge
Attorno
attorno.
Fuggesila schiera
Tev"rgomai.
regal! Tev"rgardimentoso e cos" disse: Inclitore, sposo d'ingenua donna. di questoazzurro Per Dio,signor cielo,
Dimmi
cotesto
e non
Crucciossi allora
Questinemici
ti trarre
dietro!
che al medio allor, Egli " colui, rispose Punto si sta de le falangi sue. Che greca un'asta recasi a le spalle, E gli sul capo alto un vessillo ondeggia Di color bianco, e v'" di luna
e
Devo 3,
sole
la cintura
Di color d'oro col cimiero, e d'oro Del Che destrier belligero. Diresti
monte
Con
la sua
Alto sul capo e sul cimiero, e trasse la clava acri scintille; Da quell'elmo
di Tur e nipote di Gemsli"d, signore del Segest"n. (1) Shedasp figlio di Shedasp. del del Kabul che era nemico re (2) Figlio Un s'intende il (3) demone; qui giovane Tev"rg.
136 Del
suo
APFEINDICE
ALLA
POESIA
EPICA
luna Fulii,ida
Segnod'uman
valor
non
son
cotesti
Sani
Tuoi ladronecci e
Tremendi
A questestrade, e per"se' in tale opra a le i^azzelle, squarcia donna pi"vile. vileassai Pi" a caso, d'ogni ! Tanto Ora la morte ti raggiunse Che tenebroso si lev" di polve A domandar Perch" nembo Un nembo od a quel battaglia t'indugi? dell'impero Deh! t'accingi! Suvvia,esci di fuori! Il gran vassallo^ si volt".Nel vasto pelsole e per la luna. Camp" ei scoverse un "n"groselvaggio, Se no, giuro Giuro di sire Minocihr pel trono Quale da un lato via pass"del loco E per il serto ch'io verr" sul monte Erano rosse Alle caccio propizio. Oh! questarocca tua Qual leopardo. Le labbra sue, bruna la coda,e rossi Non resterassiincolume,non (juesta tutte Il capo e i pie e l'unghie davanti, ! Io degli e le sue D'un color d'oro. Innanzi ai cavalieri rupi Afgani Montagna fierie
Ei balz"
come
nembo
alla campagna
il fuoco
di molte l'eroe,
gi"esperto,gli occhi voltia quello, Gliur"b veloce gli Agliorecchi di Kuk, detto tu avresti spron"su l'orme,
Che il senno Deh!
suo
Dester" per vendetta entro tue mura. Come di R"steni pervenia la voce
[questo
Chi mai si cerca? Alto vociar perch"? E mai perch" disse cotesto?
e
in niente
111.
di Leggenda
Kuk
il montanaro.
di Rusleiii.
e Sfida
contumelie
Perch" mai serba tanto vampo ed ira? la vedetta: Un cavaliero, Dissegli Sire famoso,
di gran
core
lui^
A tenzoni s'acconciaed
E
battaglie,
io mi sono,
grande, L'opera
Subitamente
a
ne
rec" novella
intanto: grida
R"stem
Kuk.
Un
garzoncello,
illustre! ".
che poco dal fiammante sole Disse, Si f"'Bihz"d captivo. disuguaglia, Della pugna nel campo a lui resistere si che all'onta il capo suo Non pot",
mai cerca e stassial campo. Oh! leone Da questomonte non pass" Briaco dal vino Che l'uguagliasse! Ei di te
"
Kuk
era
il montanaro, allora, in
sua
molto
Soffsiacquee il nome.
"
"
Vampo
mente
[intaidetti
Col montanaro, (piando venne un grido : Deh! tu malnato, a che ti fai si lunga Dimora Hanno nel castelloonde lor nome
^ Afgani gli *
L'armi,che
Attenda ed
a
non
sollazzi. Io tutto il tempo Vidi passar ne' sollazzi e ne' giuochi, Ma da vicino or toccami davvero E costui veramente Questa battaglia.
(1) S"m elle aveva questo grado. Vedi il paragrafo :U del capitolo. dal Manoscritto che trovasi Il di " inedito. Io l'ho tratto testo (2) questa traduzione 6.1 in Laurenziana Assem., cu, 5). {Catal. a Firenze, p. atterrato e fatto prigionieri (3) Rustem, a piedi del monte dove abitava Kuk, aveva
Bihz"d.
(4) Rustem grida dal basso. (5) Kuk era dell'Afganistan. (6) Non si pu" passare per questiluoghi infestati
da
te.
APPENDICE
ALLA
POESIA
EPICA
137
T"s
cade
cantatrice.
dalle case
allorch" uscia
vedere Riistem,e il
: appresso)
alla porta ^,corruccioso il core acerbo dolor, trafitto all'alma, che tal,
conoscenza
D'un
prosegue
una
come
Anche
rapido spingea
al portamento fiero,
voci ?
in suol
e avea d'Irania,
la niente
orecchi gli
cotesto t'insegn"
di belva in giostra? Lungo il raargo del fiume e per la vasta qual alle fauci "n"gro Campagna, glipass" selvaggio E chi l'anima tua gitt" Ed incit"quelprode ? Forse non sai D'un fero alligator All'improvviso. monte? Un giorno L'ardimentoso suo destriero e sciolse Qual loco sia quest'alto
costume
Sam
di Nir"m
ne
ritorn" sconfitto.
De la selladal culmo illaccio intorto; per l'ardor con che venia correndo L'uom bellicoso, caddegli supino Ma
il palafreno e cadde Precipitando
Ora, che cerchi tu per la montagna? A che t'haipreso tal desio d'assalti?
Come di Kuk ud" la voce ilprode. Volse al monte Vide
un
Pari ad
ei vide e Kuk sguardi gli di braccia, serpente gagliarde un monte, e d'un aspetto quale
Icon. Bruno
Tus animoso
pur sovr'essoe il capo Urt" sul negro suol. L", dove cadde, Ei s'addormi, e le redini disciolte Gli andar per la cervice e per le spalle. che molta accanto il palafren Stettegli Ira per lui e per la sorte avversa Ebbesi in cor, che, dove la fortuna del valore d'alcun, Precipiti qual " giovamento? Scritto era cotesto
E Tus dormi
n'" il volto,
canfora la
barba,
due di sangue di monte un brano e qual ricolmi, Nappi occhi suoi si come gli
sua
R"stem
allor: Deh!
ladro infausto
reo,
ilgiorno,
scelleratae trista Di cui per l'opra Si f"'deserta questaterra amena, A che meni tal vampo e tal superbia di guerra e stolta?Ad uomini Spavalda Virt" conviensi, non Crescon stolidovampo. A che di colaifoggia quidi noi
Quando la sorte
Come Il suol batt" con Si
E
gli
era
vicina.
partepass"dell'atranotte.
ambedue le palme.
e a
Indi,levando il capo,
innanzi
dietro
parole? tu
e
attorno. Ebbe timor. Deh! come, caiupi venni a questoloco? meri Come, disse,
Ed io in terra Scendi
L'orecchio quaggi"?
voce
Davver! che per morirne io qui son giunto! Stettealcun tempo e fea pensieri, e inPeraflbllar di ilcore [tanto, que'pensieri,
(1) Favoloso
dei Re.
Rustem.
Vedi
il Libro
(2) T"s
avuto
andati Vedi
nel
Segest"n
del
una
festa al
di
Rustem,
134
avevano
fra loro
contesa.
il sunto
poema
paragrafo
del
capitolo.
138 Pari
a
APPENDICE
ALLA
POESL\
EPICA
Ho visto ancor.
Tus che cotesto
"
P.alz"d'arcioniallora
Che,
Des"o
vnolsi in questa impresa, Venne, come nelleman Del palafreno ognipi"stolto piede
in terra E alto si assise a
un
Contesa
avrai.
"
Balz" in arcioni
A Sus"na cosi
Allor dal campo e ilsuo destriersospinse,Diimni,dimmi molesto. Piena la mente d'un pensier Sus"na, come
E
0
ud",lev" la fronte
vide un lungi
e disse in core: per lutto 0 per festa, Direstiche qualcun de' prenci Irani
Fra
ami la pugna, in tutto il mondo fra piccioli grandi " che mi sia
pari.
fuoco quel
"
corrente
acqua di liume,
vo
E intanto
Vo affrettata in Iraniae
d'azzurri
V'erano di puro Drappi coperto. i pali tutti ed i cavicchi, Argento V'eran di seta i canapi dattorno, Di seta anche
in Fregiato
non
(^ara m'avea Ma
un
stessa vita.
di siriss"meco
ilnobil sire
Per dir maligno di gentemalvagia E per calunnie. Oh s" ! venne sospetto A luidi me per trista indizio e voglia, fu da mal"dica gente. Dato glieu Vollemi trucidar, perch'io fuggii
E da Turania
cotta, edera
un
drappo
tutta
intesto perle,
d'oro, e
l" presso
gigaeran
fanciullaeravi, hella
Come
argentoil seno
Candido avea, bella a vedersi E solitaria Oh! mand" perla. Come leon furente, allor che
quale un grido,
scorse
questavia discesi va. Cosi correndo, che ama sua gloria, Khusr"v^, Per}nincipe Da suol turanio qui venn'io. Ma intanto.
a
Se il nome
suo
mi dice ilvaloroso -,
Ogni
sua
brama
Appo ilsuo
Come
prence, e presso a luiper Accrescansi di me grazia e favore ^. ascolt"queste lieto parole, Fecesi Tus. Direstiche disciolto Iva egli ornaida Ch'ei dissein cor
Questatenda fu
Da
eretta.
E si dicendo
una
voce,
"ual "
Anche
d'uomini
gagliardi.
"
ud",Sus"na
Scendi dal palafreno equit'assidi Per alcun tempo. Ti riposa alquanto E prendi tu chiedesti, fiato, e come Io ti dir", seguendoognidesire Del
cor
valente.
"
Sus"na rapida
tuo,che da
Carni
p.
(1) li re degliIrani. Vedi Firdusi. (2) T"s. di S"sena (3) Tutto questo racconto 313 della mia traduzione).
"
copiato da Firdusi, p.
378
Ed.
Cale.
(voi. il,
APPENDICE
ALLA
POESLV
EPICA
139
e
sul fangoso
4. supino
votilia e piena.
di U"miu
ai suoi del
e
Visa.
luTapporta, coppa hai tlivin,deli! Per ch'io di duol non mostrimi cruccioso.
E Sus"na che E rec" innanzi Ad
un
Parole
di
V"ro
dopola morte
guerrieri padre.
Come V"ro scorgea miseramente una sua coppa. Tolse eroi (ed eran orcio il coverchio e bevve alquanto Morti gli elliassai)
voce a
E mand"
Tus ardimentoso
Attorno
E cosi disse : Bella ed aitante Ti siamai sempre la persona ! In quale Misura in ogni tempo " ilbever tuo? Io
E
son son
in
guisa turpe
con
ira
Tus animoso,
eirispondea,
guerrieri
del seme
di ""'evdh"r monarca,
Vilt" di
mai
Uccisi
caduti a qui,
voi dinanzi.
Oh ! non vedete voi ch'"nno cotesti un nappo o tutto mare? 2. Per filtro Vostri amici e congiunti ! E di lor morte un gran Parte gitt" d'una sua drogaarcana Or E lietoil nemico ! di vendetta va [allora,
un D'acque
"
di vino
Destra Sus"na
E nella mano
del
Desio per Q"ren Or che nel saneiie Candida barba? Ucciso Fra le Vedete
non
la sua rosse^sfi" Un
re
hanno, e egli
sue ancor
l'istante
Chin" innanzi la testa oppressa e grave. Allor Sus"na mand" voce a quello Turanio
suo ^
ch'"
la notte, prossima
malnato
di reo
core
Che angustoe tetro sifa ilmondo ! Temo, Temo che in occidente si nasconda anche
E disse : Questoeroe
del mondo,
Diresti!che nel corpo alma non bave, Per" tu il lega d'una tua cintura Ne' vincolitenaci e via lo mena, A capo in gi" traenduio pel calle.
Anche
dietro
di
sua
chiostra
persona, ancora locosuo^.Deh! siate Mob"d,gran mago."al in guisa ! Di serpi Ora alleati a me
Vi comportate sdegno. per l'accolto vo' mondar la mala Ch'io da mia stirpe Rubitrine dell'ontaed al nemico
di Min()cihi-, dell'Iran. (1) Nevdher, figlio re (2) Sono etruali per lui un bicchiere o un mare, tanto berrebbe. mandato S"sena (3) Pilsem che Afr"sy"b aveva con a perdizione deglieroi dell'Iran. alla somiglianza intorno di al (4) Vedi il capitolo nono paragrafo 26, questa Storia, di questo racconto ci" d'un poema nel capitolo) con ciclico (vedine anche il sunto che si dice dai nostri poeticavallereschi di fratello di Angelica e di suo Dragontina. e (5) Padre di V"ro e re di M"h-"b"d, Re di Merv. nemico (fi) di Q"ren.
liO
APPENDICE
ALLA
POESIA
EPICA
Alto
fra l'armi.
Che
toccasse. gli
Da male opre di lui tutta la terra Purificar,per esso alla sdegnosa Alma di Q"reiidar conforto
e
Ponderosa
del
re
colpi.
Liaudio.
(/V/' incido
da lui corrotta
della
VI. Tradizioni //
re
conoscere
cavalcando,
monte
soltanto
passaimio del
Tahm"vas
cavalca
Albar:-. Al
d" che
Talimur"s Ahrim"ne e che per molti suoi stette cruccioso Anni in que' ceppi E umiliato Ahrim"ne
Come
divenne
un e
Quel
Ponea
re
sul dorso
tosto
barde,
la sella
ed
sue
valli.Quando
Lieto il prence sorgea da' sonni suoi, all'ora mattutina, Ad ognigiorno, A Iblis 1 ponea redini Traea dalla vagina una
e
sella, e fuori
sua
cinghia Eglid'inclitafama. Avea nel pugno il regal pnnle La clava ponderosa Per ogni loco E ilcorridor spingea. Il f"' balzar quelvigoroso e giunse
Al
monte
clava
eccelso. Anche
venia da presso
sovrano
assidea sul dorso D'inclito peso. Egli D'iblis e cavalcava, e sotto a lui
Era il destriero corridor. Tre volte intorno ognigiorno,
ilcorridor veloce Oh ! ma
ei
dietro
ne
menava.
nel tempo
Ad
Il
al mondo
; e
intero
pi" si le'vicino
testa
quelvaloroso sospingea
al tempo clava
gi" chin" la
sua quella
Di puro acciaio gli batteva in fronte, E tre volte cosi per tuttii giorni Menavalo per monti e per pianure, Per marie Del monte per convalli.Anche su l'alto Alb"rz e per suoi liassi lochi,
Del In
re
del mondo
fu rilielle e stette
Il prence allora, ma
Da
sua
non
venne
frullo
Senza sgomento, sospingea lo strano Suo corridor, dall'Albiirzal poi ponte Di Cinav"d^ Su passava, alto seduto destriero il iiobilre. Ma quel
suo
Ahrim"n
suol'uom E nell'alito
grande e
illustre
quando
Attrasse forte. Nella gran ventraia Il f""cader lo sciagurato e ratto Da loco fuggi come ipiel bufera. donna per l'opra, scendano
Al loco Con le
Cosi,di stoltae
Il re Sovra
sovrano
rea
alla cervice. un Gittavagli capestro di suoi ceppi. Mai Forte il legava In alcun loco acqua
non era
o
si
Deh! perdea.
che mogliera
cibo
Maledizioni
mille !
(1) Altro nome (di origine arabica?) di Ahrim"ne. deli'Avesta, sul quale passano (2) Il ponte Cinvant (3) Ahrim"ne.
le anime
dei morti.
Ul
CAPITOLO
SESTO
LA
POESIA
ROMANZESCA
SOMiMARIO.
"
1.
"
1.
2. Sogromanzesca. del decadere della poesia e del sorgere della poesia getti epica romanzeschi. Antichi racconti 3. dalla r omanzesca. preferiti poesia
" "
4. Due
forme
del
romanzo o
il romanzo
d'Iskcnder
5. Romanzi
"
"
7. Nascita d'Iskender
secondo
"
il Libro dei
8. Il romanzo
d'Iskender
venne
ai Persiani da fontigreche.
"
9, 10. Parti
del
17. La storia
romanzo
d'Iskender venute
"
da altre fonti.
di Malmi"d
18. Altri
personaggi
"
da romanzo. che potevano esser storici 19, 20. Romanzi di soggetto soggetto del Libro dei Re. romanzi d'amore inseriti nella parte epica amoroso; di il di V"miq e Azra. 23, 24, 25, 26. 11 romanzo romanzo 21, 22. pehievico
"
re e
dei Sassanidi.
"
27. 11 romanzo
di Khusrev
Parv"z
d'amore di di
e
di Yi"suf e
Zai"kha.
Meg'n"n Levia.
e comune senza
"
Khusrev Parv"z
d'invenzione;
e
tratto
tuttii romanzi
rarsi dell'innamopersiani
"
32. Il
e
romanzo
dei romanzi
35. Ab"
suo
romanzo
"
il suo
perduti.
dei Re,
e
36. Firdusi
come
v'innest"
vi tratt" i romanzi che appartengono a (juesta come d'Iskender. 37, 38, 39, 40, 41. 11 romanzo
"
"
43, 44,
"
45. 47.
11 romanzo Il
romanzo
del
re
Behr"m-g"r.
"
Ci"b"neh.
di Khusrev
Parv"z
"
Shir"na.
"
romanzo.
49, 50, 51, 52, 53, 54, 55, 56, 57. Il romanzo di dimostrata dall'Etile; sunto sua autenticit",
e il suo Giorgi"ni romanzo
"
esso;
sue
V"miq e Azra;Shih"b
"
ud-d"ii Amaaq
"
Y"suf
romanzo e
Zai"kha. Khusrev
59. 11
di Niz"mi. Quintuplo
64.
Il
Meg'n"n 65, ")6,67, 68. 11 romanzo le Sette Belt", 69, 70, 71, 72, 73, 74, 75. 11 romanzo di Niz"mi. 76, 77, 78, 79, 80, 81, 82, 83, 84, 85, 86. 11 Libro d'Alessandro, di Niz"mi. 87, 88, 89, 90, 91. Arte di Niz"mi come poeta romanzesco. Suoi romanzi di soggetta 94. i suoi romanzi. 9i, 93. Khusrev di Dchli e
e
Shir"na, di Niz"mi.
"
Levia, di Xiz"mi.
"
"
"
"
storico e contemporaneo.
"
i suoi
l^S romanzi.
"
CAPITOLO
SESTO
romanzo '.)0, 100, Hum"y e Hiim"v"n, di Kirm"ni. Nevr"z, di Kii'ni"ni. 102, 108. Ass"r di Tebr"z. 104. Reputazione che ebbe Ass"r come c^rande lO", 106, poeta romanzesco. di Ass"r: Mihr e 107, 108, 109, ilo, 111, 112, 113. Sunto del romanzo
"
97, 08. Il
("nl
e
101. Il romanzo
"
"
"
MusliteiM.
"
114. Come
di Assai'. il romanzo 11"). HO, possa giudicarsi 119. Gelai il medico e i suoi poemi romanzeschi. S"veghi
" "
il
suo
"
romanzo
dui
Nevr"z.
e
"
120. K"tibi
il
suo
Levia.
romanzi
121.
e
Decadimento
trasformazione
della
"
122. K"tibi
i suoi romanzi
e mistici. allegorici
"
dei
della decadenza.
124. Fatt"hi
il
suo
romanzo
Bellezza e Cuore.
1.
Origine
e
della
poes"a
romanzesca.
le osservazioni del Mohl intorno alle ragioni giuste della poesiaepicain Persia e al successivo meno egliassegna E queste sue ragioni il mancare sono: sorgere e fioriredella romanzesca. dei soggetti epiciperch" gi" trattati da Firdusi e dai cicliciin modo da lasciar spazio ad altri poeti; il sottentrare d'un'arte poetica finata non pi" rafall'arte degli che tanto dovettero ritenere del fare popolare, epici mentarsi l'addormaestoso, largoe sereno, ma alquantoruvido e troppo semplice; del sentimento nazionale, al quale and" debitrice del suo fiorire la poesiaepica; infine il tenace sopravvivere, perch" innato nell'animo
vere
1. Crediamo
che
al venir
umano,
mente, vera-
dopo ci" che Firdusi e i cicliciavevano narrato, non l'estava alla altrinomi e con altre circostanze le cose con poesianarrativa che ripetere la i tempi propizi che Flianno pi'odotta, e poi, poesia gi"dette; epica, passati facilmente viene a noia,in particolare la gente colta e di gusto presso viene a noia,cade e si perde o " volta al ridicolo. Trovasi e come raffinato,
che perci" in Grecia
e
di Pigrete
la Batracomiomachia
l'altro nelfu prestoassai, come l'epopea abbiam notato, abbandonala Con questo l'epopea, al volgo. capitolo ai bei tempi dei S"m"nidi dei avuto e voce Ghasnevidi, aveva potentedi del CalilTo di Bagdad e protestae di opposizionealla tirannia spiiituale della ortodossia maomettana, onde
risuscitato la Persia aveva patrioridesto all'improvviso, poteva dire ch'egli dalla sua sepoltura. Ma ora i barbari del settentrione hanno oppressa e vinta la i)atria, la di Firdusi e perch" canzone magnifica parve un canto si da anche altro canto funerale, ogni epico tacque presto con lo pomposo dei padri. spegnersi degliaffettiche legavanoglianimi alla terra gloriosa 2. Restando
a
tuttavia vivo
incolume
accanto
che erano altri mutati i tempi, si cercarono ora quello dell'ascoltare, d i ai racconti accomodati adatti ai e questipi" soggetti tempi nuovi,pi" assai pi" dei lattideglieroi le avventni'e novelli. Piacquero zesche, romangusti molte volte da idillio, amanti, e la descrizione delle loro gioie degli
"M
CAPITOLO
SESTO
chiari
e spiccati
veramente
i genuini
modelli
qual
cosa, secondo
noi,mostra
debba gi"essere e come esso contemjjoraneo genere letterario appartiene, dei grandi racconti dell'epopea, dopo la qualesoltanto pot"venire in onore
e
fiorire.Che di Ciro
e
romanzo,
sua
in cui
Senofonte,preso il
re
nome
opere
concetto speun partefinti o almeno ciale, " che da tutti. l'idea certo Ma, poich" quasi risaputa dell'opera ci" che " che al scrittore dalla lutti si allo non venne Persia, sanno, greco appartengono, e le somiglianoanche, i posteriori genere della Ciropedia
secondo rappresentati
romanzi
suo
lasciando persiani,
pure che Senofonte abbia detto molte cose alla morale. Ancora; l'episodio di Abradale possa
aver
di
e
sebbene che pure trovasi nella Ciropedia, mirabile di descrive amor un storico, esempio di Pantea donna armando di
fondamento
una
coniugale.Perch"
di animo forte
e
magnanimo
il suo consorte
e
cuore
per
prova la vicina
suo
d"
solenne
acciocch" battaglia,
degno servitore
campione del
re,
ponendone ricom-
sul pettodi lui, e uccidendosi dopo che squarciate il suo ebbe raccomandato alla nutrice di avvolgere cadavere,con quello di nella granTale dello sposo, in uno stesso ammanto. esempio amore, dezza trovandosi " forza tutto e propriod'immaginazione persiana, sua, hanno che le donne tutte dei racconti persiani, storici, romanzeschi, epici, fu conoforte e grande, tale che, come sciuto sempre qualche tratto d'animo dai Greci, presso i quali la donua era reputalacosa vile,li colpi Ma di cotesto si avr" prova assai pi" tulli d'ammirazione e di meraviglia. di dei romanzi i vari soggetti chiara e manifesta quando si conosceranno
le membra
amore,
" ricchissima questa letteratura. quali di raccontar cose 5. Del resto, quella inclinazione al lutto particolare vasi trofinte 0 miste di finzione di cui " primo segno, per noi, la Ciropedia, che si continu" anche nel Medio Ed era Evo persiano. naturale; tutta persiana, fosse, n", se diversamente origineessa fu cosa perch"iin
dei
potremmo
0
in tanta distanza di tempo, dal quarto quintosecolo avanti l'Era volgareal dodicesimo dopo l'Era volgare,si noi intendere
come
mai
possano
trovar
nel medesimo
se non negli intenti, Medio Evo persiano fu ricchissimo di racconti romanzeschi, molli dei furon rifattinella letteratura posteriore. tutta la lelteraMa, come quali' tura, fin dal tempo dei Sassanidi, poco o nulla si ricorda della storia anteriore ad Alessandro abbiam veduto discorrendo della Magno, come non vanno pi" in su, quanto ai soggetti epopea, cosi i suoi romanzi dei tempi del Macedone, del quale anzi tolsero da fonti presi" trattare, grecliele notizie. Perch" il soggettodi Ciro e quello di Abradale e di Panteajion trovano risconlro nella lelteralura della quale ora parliamo, i-eminiscenza di Ciro nella tradizione se pur si togliequalche nebbiosa
letterari che nei modi e paese monumenti fra loro. Poi il nella forma, molto si rassomigliano
LA
POESIA
ROMANZESCA
145
Khusrev;e quanto alla storia di Zariadre si pu" dire che essa e di Odati, sola,con l'altro episodio degliamori di Z"l e di R"d"beh, resta nel Libro dei Re, nel corrispondente episodiodi solitario frammento d'un edil"zio abbancome donato Ket"y"na e di Gusht"sp,
che epica
tocca
della infanzia di
re
andato
in rovina.
6. Ma la storia di Alessandro
e
Dehii
Firdusi
ne
che abbiam visto essere stato quell'intento particolare di racconti epici, altri raccoglitori di lui e di tuttigli che " quello proprio Libro dei Re di rifare Niz"mi
una
di Persia, non
e
storia vera; ed " manifesto che chi voleva narrar la storia dietro la lasciar di Alessandro. Ma a conquista poteva lo
seguirono, composero
poemi
ebbe. E
dovette colpir fortemente l'immala storia del gran capitano ginazione anche degli Orientali tutti, solo dei Persiani, onde ben non ma
prestocominciarono a formarsi racconti favolosi e strani intorno alla sua fu risguardato sofo, filoora ora come come egli conquistatore, persona, perch" assai venne tuttavia, Cotesto, messaggieroanche di Dio e profeta. da principio vinti da lui e conquistati, dovettero Irani, g"' perch" pi"tardi, e usurpatore risguardarlo qualeuno straniero, oppressore della loro patria
reale. E per" i Parsi dicono nei loro libriche dignit" rec" in terra la leggenuova, Zarathustra profeta, quand'egli della di
re
che per il primo la profess", V"st"cpa ogni cosa and" bene in terra finch" venne volse alla peggio. Con venuto il quale,ogni cosa Alessandro; la conquistadi lui non gogna, ci", potevasinegare, n" cancellar la patitaverla sconfitta toccata dal re dei re troppo era rimasta palese. E e di comporre ilprimo quando al tempo dei Sassanidi si ebbe pensiero per", Libro dei Re, la conquista di Alessandro vi trov" luogo acconcio,ma narrata tale accorgimento artificioso da parere una rivendicazione con e bene studiato, che
esso
Alessandro di Persia.
volle fare
vero
monarca legittimo
questa parte
che consultate)
re
il
re
del figlia
Rehmen,
nipote del
di Fil"q"s di Macedonia),la quale poi egli figlia (Filippo dovette rimandare al padre dopo la prima notte di matrimonio, infastidito dal suo alito ingrato. Ma N"hid, trascorsi nove al un mesi, partoriva figlio d'Iskender (Alessandro) quale veniva impostoil nome perch"iskender chiamavasi certa erba medicinale con la quale N"h"d andava guarita l'alito dalIntanto D"r"b il che da erasi re quel primo giorno non spiacevole. pi" dato alcun pensierodella reietta sposa, da altra donna aveva avuto che veniva chiamato Dar" (DarioCodomanno). Per tal secondo figlio un modo Iskender e Dar" erano anzi Iskender era il primogenito; fratelli, e
10
"
bella N"h"d
Pizzi,Storia
della
146
CAPITOLO
SKSTO
per" se
chiedeva
Iskender
cosi (poich"
contro
anche da
noi Alessandro)
portavale armi
Dar" che
orgoglioso gli
successore
eglifaceva nel
pieno dirittodi
inetta veramente, toglieva nel regno paterno. Questa invenzione, non agli da uno Irani l'onta di essei'e stati signoreggiati straniero,rendendo per tal modo Ma principeindigeno l'usurpatore. nella l'invenzione del figlio versione
non re
fa Alessandro
e sua
slata siriaca,
" pur considerato dal Budge, trovasi che Alessandro pubblicata di Egitto,anzi di Nectanebo, che, essendo in di un maestro re figlio con negromanzia, era andato a Pella in Macedonia dove s'era giaciuto che Perci", secondo l'autore del romanzo Olimpia moglie di Filippo. del f orse secondo secolo dell'Era gare, volterzo doveva essere egiziano, o gi" ritornava nel regno paterno. 1 Persiani Alessandro,venendo in Egitto, l'adottarono per s" nel trovata assai buona l'invenzione, pi" tardi, modo di sopra " detto. 8. Secondo lo Spiegel, nelle fonti che Firdusi dovette consultare, dopo che
della nascita d' Iskender, poco si doveva trovare che questo particolare le risguardasse imprese di lui; per" il poeta dovette ricorrere ad altre attribuito a Callistene, al romanzo fonti e in particolare or ora ricordato, che voltato assai per tempo in siriaco e in arabo presto si sparse per tutto l'Oriente. A noi invece sembra pi" ovvio e giustoil dire che Firdusi nelle fonti che che servirono gli ilLibro dei Pie, trov" le notizie di testo nel comporre trov" tutte le altre degli tavia tutaltri re. " vero Iskender,come Irani dai romanzi agli essi direttamente
toccano
greci, penetrati per Firdusi. pot"attingerle " che il manifesto sia di ci", Ma, comunque poeta persianoe ilromanziere bench" innanzi di pari passo, lontani fra loro,vanno greco 0 egiziano,
eccetto che qua
come e
conduce Iskender a egli Oriente e in viaggi verso Occidente, e ne viaggiverso mussulmani. tenendo soltanto l'opera delcerti concetti obbedendo conto a Per", d' Iskender in di Firdusi quale essa ", par certo che il romanzo tale almeno fu divulgato, fu cosi formato da Firdusi, Persia se non e che si son messi poituttigli di lui, sulle orme o apertamente o copertamente, laddove divide i viaggiin altri.Formatosi
e
gersi f"ttosi conoscere, esso pot"svolnuovi ed esser rifattoda altri con altri e prendere aspetti ampliarsi
una
volta il racconto
come intenti,
si trova
aver
fatto Niz"mi.
Presso
solo
con
ancora
come
mistico. Di questo mutamento tuttavia trovasi, personaggio laddove egli la nello il stesso Firdusi, o crediamo, princ"pio ragione
in
fa
nn
il suo come e lo raj^presenta eroe giiu-are per Cristo e per la croce Iskender, come uomo pio.Del resto,anche nel falso Callistene leggesi
LA
POESIA
ROMANZESCA
147
nel
del
vero
omelia
vescovo
era
di
nel 521
Alessandro
venuta
cristiano.
ai
poetipersiani
grechemutandosi
di
credenze
gente diversa,non
porre quello della fonte della vita,posta nel lontano e misterioso paese occidentale delle tenebre, a cui Iskender cerc" di arrivare, prendendosiper guida il vorrebbe Khizr. Anzi, lo Spiegel profeta
sembra quali
o egiziana supporre di origine babilonese questa tradizione della fonte della vita che dona, a chi ne beve, sebbene nelle antiche tradizioni iraniche trovisi gi" eterna giovinezza,
qualche menzione
virt"
sunto
sovrumana e
di acque
alle qualisi attribuisce purissime, abbiam veduto, nel fare il gi" portentosa;e nel lontano e Re, che re Khusrev, prima di perdersi
e
di fonti
noi
misteriosa fontana. Anche nel libro si bagn" in una settentrione, tane lonil Bundehesh, parlasi a lungo di fonti e di laghi in regioni pehlevico, virt". Ma non essi pure, di meravigliose di qui e mitiche, dotati, buio sembra
esser
venuto
verso
Occidente di Giacomo
che
che forse devesi cercare pi" verso questoparticolare, Oriente. Perch" gi" nell'omelia siriaca, dianzi citata, di " Sar"gh,
narrata
vescovo
l'andata di Alessandro
alla misteriosa
"
fontana nel paese delle tenebre con la scorta di un vecchio quel vecchio sapienteche poi si chiamer" Khizr,cio" verzura arabi
e diverr" persiani,
sapiente.
secondo
delle pi" e una araba, nei romanzi l'etimologia Perch" invenzioni della fantasia. n ei immaginazioni e egli, romanzi tale che l" dov'egli si reca, o nei luoghi " rappresentato come persiani, di porta freschezza d'arie miti e dolci e rigoglio per i quali si aggira, vegetazione. zampilli Spuntano sotto i suoi passierbe e fiori ed escono di panni verdi e l'aspetto di fontane,ed eglisen va vestito sempre suo belle " aspetto florido e aitante come di tale che dona giovinezza e prosperit". io. Anche trovasi ricordato al capo diciottesimo del Corano un misterioso cio" il Cornuto, arabo Dh" '1-qarnayn, personaggiodetto con nome nel
quale,messo
or
di Dio ed
or
esecutore
de' suoi decreti, molti hanno della storia. Ma personaggio Iskender, appunto perch"egli, da Occidente ad Oriente
voluto i
ravvisare hanno
l'uno
l'altro grande
pi"
come
il Cornuto
Corano,percorse
e
la terra
lev"
nelle lontane
gliassalti di popolibarbari
contro
di ferro per ributtar Di questituttavia e delle mura levate ignoti. forti mura
Re; ma Corano, al quale Mas"di per il primo, sebbene con qualche dubbio, vuole identificarlo. Ma Tabari,nelle sue storie,del Cornuto e d'Iskender fece e d'allora in poi fra tanti pretendenti speditamenteun personaggio solo, al titolodi Cornuto, come li chiama lo Spiegel, Iskender acquist" sempre
di essi per opera d'Iskender,trovasi ricordo anche nel Libro dei del Firdusi non dice che Iskender sia il cornuto personaggio
448
CAPITOLO
SESTO
maggior favore,sebbene
adunque, con
formavasi
la
questionenon
anche
a
sia ben
definita. Cos"
renti, popolie a tempi diffei romanzi quale greci diedero maggior copiadi materia e Firdusi l'impulsopi" efficace. alti-opersonaggio storico, 11. Viene, dopo Alessandro o Iskender, un fattosi prestosoggetto graditodi racconti e di romanzi, non per artificiosa storica come si dovette fare per Iskender dai Persiani, ma menzogna per felice che eglilasci" dietro di s". Egli " Yarahr"ne la memoria quinto d i il della casa dei Sassanidi, detto nemente comumalo, figlio Yezdeghirdprimo Behr"m o Behr"m-g"r nella recente letteratura, quale regn" dal in Persia il romanzo
ricordi ed elementi
dovuti diversi,
d'Iskender,al
-4iO al ^SS d. C,
fu
re
amante cavalleresco,
delle avventure
amorose
stato del
popolsuo.
Al
suo
ora enumerate, la sua qualit" il avventurosa e travagliata, perch" padre lo tratt" sempre duramente in carcere, e perch" egli, educato volta anche lo sostenne e una assai, di H"ra, Arabi alla corte dei principi impar"ogniarte pi"gentile, presso gli alla caccia del leone,sfidando ogni maniera e musica, e si addestr" poesia di pericoli venne a domandare e di rischi. Come poi, morto il padre,egli i d ovesse imitare il padre il regno, grandi di Persia, temendo ch'egli
popolo giovinezza
suo, slato
non
vecchio
debole
di principe al
nome
Behr"m
pot"parlare ai grandi e
popolo
reale, posta su assemblea,e quando fu stabilito che la corona sarebbe stata conferita a chi avesse fra due leoni feroci, di un trono fra le due belve, la tolse e se balzando imperterrito egli, saputo rapirla,
raccolti in la pose in capo. 12. Fatto re, ai
perdon" molti
tributi non
e
anche
e talvolta pagati,
anche
accumulate
infruttuose ricchezze per darle sul pubblico erario e per i quali stipendio
anche
perch"cantando piazza
Firdusi
Sol Ma
ne
li divertissero
Soleva gratuitamente.
Con la Con la mia
in grazia,
manifesta
rimangadesolato e tristo,
suo
ritrovi ciascun
me
nutrimento
E da
iltocchi.
lembo
Questa aperta inclinazione di lui,anche col danno dei ricchi, onde il gran poveri
di attuar le dottrine socialistiche nel
re suo
tent"
di leggiadra
un vero sue
cavaliere
romanzo.
amante
delle avventure,
j)resto
eroe
da
le
di Costantinopoli e coi e col re d'Armenia guerre con l'imperatore dell'alta Asia tutte le di di di e sue sovrano e uomo principi stato, opere si sbizzarri singolarmentenon solo nel raccontare, magnificandoli, gli
LA
POESIA
ROMANZESCA
149
aneddoti
i
ma poveri, e
arricchiva
avventure
Nei quali racconti,veri soggetti da gradite. che talvolta, nel legballate da cantarsi attorno, tanto s'infiltr"di epico, gere di leggere le cronache orientali che parlanodi questo re, sembra del buon tempo di qualcheeroe qualchecanto di Firdusi allor che parla del notisi s'intende altre resto antico. E come cose gi"dette, qui, per tante d'amore che occhi agli
caccie
feriscon difdei Persiani storia ed epopea, cronaca e romanzo, non nella forma, nell'andamento,nel tono; ma tra loro che nell'arte,
sono
che, in sostanza,
buona
narrando eguali,
cose.
con a
indifferenza Behr"m in
con
la
miglior
fede le stesse
per",quanto
viamo troparticolare,
i cronisti persiani e arabi descrivono con che,per tacere dei poeti, i d i l'educazione di lui e principi Ilira; compiacenza tutta propria presso si scelse tra nel luogo laddove labari dice in qual maniera esso Behr"m le mandre allevate intorno alla corte di H"ra il suo sembra destriero,
racconta
come
di
Rustem
Sohr"b
secolo, fu pure
da
romanzieri
attribuita la clava,
quella
clava dal capo di giovencache " propriasoltanto dei grandi eroi della uccise pi" antica epopea, Fr"d"n, S"m, Rustem. Egli anche atterr" leoni, favolosi
essere
che
nelle
selve;tutte
che
anzi,che
grandissimapartefu fatto dal popoloprima, raccolto poi e abbellito dai romanzieri, perch" anche ai nostri giorni sentonsi sul conto suo, tra il volgo di quei paesi, certe fiabe di assai raccontare Perch" invenzione che poi s'incontrano nei poemi e nei romanzi. rozza solitario di Persia, dice il Malcolm d'aver udito nel 1810, in un villaggio di certa avventura l'amante, deldi Behr"m, e dell'abbandono narrar amorosa
e e con
del successivo
incontro
di costei nel
che principe
essa
le
perdon"
ti'as-
s" la
dava
torello vivo. Questo racconto, come un vedremo, portando sulle spalle trovasi tal quale in un poema di Niz"mi. 13. Anche la sua morte fu soggettoacconcio alla poesia. Firdusi la
racconta
cos":
Che del mondo Ancor Gi"
non era
Desio potente in lui venuto era D'andar servendo a Dio,si ciie quei serto Ei ripudiava e di regnanteil seggio
che d'ogni e poi cosa Sgombrava tosto, Di
Oli ! forse
assemblea ! Ne and" frattanto Da l'inclita al padre Yezdeghird suo, Principe ilfiato Ma nella strozza, al rimirarlo, Ratto Con ch'ei lo glis'arrest",
scoverse
questaterra venne
Ma
in ini cori'uccio,
sonno
quandola
sua
gota
Giacente
450
CAPITOLO
SESTO
Ma
assai vicini di tempo a Firdusi, come forse al e appropriando labari, raccogliendo gran re una anche
in Persia, si addita il luogo oggi, andando un giorno il fatto singolare raccontano come accadde), egli,
con
alla caccia,messosi
ardore ad inseguireun
una uno
voragineo
de'
onagro s'atTond" in
venutoglidinanzi
un
pantano dove
pi" bei
racconti d'un
di Behr"m
a
del
fa ricordare del
noi la nota
re Teodorico Carducci)
improvvisodalle
Anche inseguirlo. alcune cavalleresco lo
acque
Art" in
ha molta tradizioni,
re
con somiglianza
persiano. gli eruditi di Persia fanno di Alessandro che sempre grandeggia, in avvolgono la figura
e come
filosofo e
per forza nel ciclo dei romanzi. Ma il popoloche " pur sempre il pi" gran poeta,dimenticando il re emulo Bisanzio dimenticando l'uomo di Behr"m di di stato,fa e turiero, un prode avvenamante
delle donne, cultor delle arti e protettoredegli gentile attribuisce la gloria d'aver trovato per il primo un ritmo e gli tutti, oppressi nell'entusiasmo suo aita caccia. maestro colpo di mano poetico per un 15. Il gran re Chosroe An"sh"rv"n, del quale gi" abbiam parlatoal di questo libro come di fautore magnifico delle lettere e delle principio
scienze,non
modo
e e
come
di s" presso il popolo iranico da dar di giusto, soltanto ebbe e conserv" nome
posteriore, persiana
arabica. Ma
avventure
la novit" dai ad
essere
e re
che il nome e le per poco divenissero vero e ci" per e acconcio soggetto da romanzo, Ci"bineh che dei casi della sua vita. Behr"m deva discensingolarit"
non
altro Behr"m
accadde
Arsacidi ed
era
nativo di
in capo del re Hormizda generale quarto che regn" dal 578 al fu oltraggiato 590 d. C, come da lui che gli mand" vesti e arnesi da in una femmina si ribell" e si fece proclamarre dai suoi soldati corba,gli che sinceramente l'amavano, l quali egli, Wallenstein animoso e di un incit" ribellione alla tanto con ma non valore, parole alquantogrottesco, veementi
in pubirose, blica quanto anche col farsi vedere nel loro cospetto, conclone, con le vesti femminili indosso, la cuffia in capo e la
e
conocchia
pensasse in pugno, mostrando per qualisegniriconoscesse il re e ricomil valore de' suoi caj)itani. Ora, la ribellione d'un capitano al
legittimo signore era stata fino allora cosa ignota negliannali del che per il e il fiero uomo regno persiano rinnovato sotto i Sassanidi, cominci" da quel giorno la sua vita avventurosa. primo ne diede l'esempio, fu prestoornata di favole, Questa poi,dalla immaginazione popolare,
suo
152
CAPITOLO
SESTO
del popolo persiano, di particolare da eroi coi illustridella romanzo a nche personaggi pi" foggiare storia, in si manifesta di in un che un recenti, tempi esempio pi" pi" personaggio i contemporanei tutti e i posteri fece stupire la grandezza delle opere con la magnificenzadelle opere della pace, con la protezione con guerriere, accordata ai grandiingegnidel tempo. Gi" s'intende che vogliam dire di dei Ghasnevidi, del quale abbiam Mahm"d della casa duzione, parlatonella introtutta
conti presto nella fantasia del popolo soggetto di molti racche sentono del romanzo, veramente sue appunto per quelleopere Intorno a lui, tuttavia,alcun romanzo si " composto, non splendide.
17. Ma
quella inclinazione
divenuto
sebbene
di come personaggiovi fosse pi" che acconcia;ma conti Rehr"m-g"r il popolo ha conservato tante memorie e ricordato tanti racdi avventuriero c osi di Mahm"d come e cacciatore, ancora principe si ricord" come di un esso sterminatore come degliinfedeli, gran prode, di un gran signore, di doni e di favori. E per" " da meravigliare dispensator che un l'omanzo si sia composto anche di lui;o forse, almeno non si vollero cercar a soltanto nel tempo principio, gli eroi da romanzo anteriore al conquistoarabo, e Mahm"d, in tal caso, troppo tardi era anzi certo, i tempi propizi e ci" " assai pi" probabile, al venuto; ovvero, e al comporsi dei romanzi furono quelli dei Sassanidi, nascere passatii lavor"o dovette cessare d'un tratto. Con questo,mentre qualiil singolare alcuni scrittorio contemporanei al gran principe di poco (per o posteriori tacer di Mirkhondi,che " di assai pi" tarda et") narrarono soltanto la storia di lui, fecero Bayhaqie "tbi, trovasi che sovente i poeti mistici come si valsero di certi aneddoti della sua vita per confermar con l'esempio illustremolti dei loro dettami di filosofiae di morale. Perch" esempi di grandezzad'animo, di longanimit",di munificenza (se toglil'oltraggio crudele fatto al povero Firdusi), trovansi in copia nella vita di Mahm"d, volentieri ne fecero tesoro; e noi,nell'appendice e i poeti al capitolo della abbiam riferitoun passo del poema di Att"r che di Mahm"d mistica, poesia la letteratura popolare e quella narra un atto di bont". Anche singolare che pare destinata ai fanciulli, essendo precettistica ed educativa, registra molti trattidella vita intima di lui.L'amicizia sima per il suo schiavo favorito certi tratti d'umilt" e di bont" del povero corte si ricordava pur sempre l'umile sua racconti che trovansi qua e che tutta l'ampiamateria
vero
e
l'indole del
che tra le pompe della schiavo, diedero luogoa molti origine, l" per gliscrittoriin jirosa e in poesia, senza possa essersi mai raccolta per formare
un
proprio romanzo. 18. Cos" adunque la fantasia popolare, che poich"non crederemmo di questa certi personaggistorici avessero in senza potuto trasfigurarsi eroi da romanzo, veniva ordinando e tessendo un'ampia tela di racconti, intorno ai qualidovevano esercitarsi tanti nobili ingegni. Di cotesto poi abbiamo molti e chiari esempi anche presso altri popoli, veramente ma.
LA
POESIA
ROMANZESCA
153
tanti quanti non sono c'inganniamo, di Ghasna altri personaggi dopo Mahm"d
se non
presso
ora non
ci"
non
vuol
dire che
conti Perch",anzi,trovansi racromanzeschi intorno alle imprese di Gengiskh"n e di e poetici avventuriero d'umile nascita un Tamerlano, e con la storia di N"dir-sh"h, si fece signore di tutta la che nella prima met" del secolo decimottavo
entrare
nella schiera
nessun romanzo.
altro
Per",oltre che il poema non sono trattiamo,veri poemi romanzeschi recente della qualequi non sembrano ma esser o prosaiche, o poetiche tutte questecomposizioni tosto piutcoi veri poemi gontlecronache di avventure. Anche questetuttavia, inclinazione romanzeschi, valgono pur sempre a dimostrare questa singolare dai tempi di Ciro il in eroi certi grandi personaggi, al trasfigurare grande ai nostri giorni.
sono dei romanzi fino ad ora tratteggiati, quegli pi"copiosi ed " bene storie d'amore. Nelle quali tuttavia, altriche narrano pietose iin accenti della alle parole dal principio, accanto e agli che ci" si sappia vilt" cercherebbero abiette le e i sentimenti pi" calda,invano si passione moderni. Perch" il concetto che si ha ed efTemminati dei romanzi ipocriti
di Libro dei col titolo pomposo poema alla letteratura pi" di N"dir-sh"h appartiene
un
19. Anche
della donna
amata
appare
come
concetto
di
cosa
sublime
celestialein
dei il cuore quei romanzi persiani ; e la passioneardentissima che agita ma li conduce mai ad opera indegna e biasimevole, amanti, non giovani a tale, " forte e potente sprone per vincer pericoli e superare ostacoli, si vilt" nel che si o alcuna che non cuore concepisca accolga permette nella mente. rompere sentimento la sventura, n" l'ira dei mortali possono indurli mai a la data fede o a mostrarsi codardi o dappoco, perch"quel loro N" d'amore " sentimento puro ed elevato,sentimento quellolaidissimo onde mostransi ideale
e
inquinati
di questi altriromanzi 20. Quanto ai soggetti che ben essendo qualcuno, antico
e
di
nell'antico Libro dei Re assai tempo prima incorporato presto essere di Firdusi, della storia degliamori di Z"l e di R"d"beh. come avvenne Invece,la storia pietosa degliamori di R"zhen e di Men"zheh fu inserita da Firdusi nel
suo
poema
non
stata perch"essendogli
letta una
nelle
sue
degna d'esser rifatta.Di cotesto ricordisi il lettore che abbiam fatto cenno fosse nel capitolo della poesiaepica, notato ((ual laddove anche abbiam l'origine prima di questa tenera storia d'amore. Per", anche perch"queste dosi trovanstorie vanno strettamente alla grandetradizione eroica, congiunte
che da Bizhen
esse
e
Z"l
da
R"d"beh
sono come
nacque
un
Rustem,
che
le avventure
di
di Men"zheh
narrate
della episodio
furono
epicamente da
154 trovato
CAPITOLO
SESTO
e soavi da romanzo pietoso argomento modulazioni patetiche Ci" stesso possiam dire degliamori di Giisht"sp la bella e da idillio. con nel Ket"y"na, soggettobellissimo da romanzo, che Firdusi pure incorpor"
nel
suo
con
poema,
antico molto
come nell'origine,
dei
primiesempi di
romanzo
d'amore
in alcun poema epico,sembra essere incorporato che Unsuri, il re dei poeti e la fanciulla) (l'amante nel 432 d. E.
(1040 d. C), avrebbe composto Di Unsuri, come di poeta lirico, originale pehlevico. sopra un in altro capitolo; mail suo romanzo abbiam gi"parlato " andato perduto, " andato perduto come quellodal medesimo titolo e soggettodi Fas"hi Gior4-62 Mi al che dal d. E. (1049-1070 d. G.) visse alla corte dei principi gi"ni altri poeticome del Taberist"n. Anche Zamiri e N"mi e Iluseyn
che Sh"r"zi, molto
sono,
studio,trattarono
esser
al di l" dei limiti del nostro per il tempo in cui vissero, d'amore che, per quel che pare, doveva questosoggetto
della loro opera gi" tardiva, anche perch" non ma ce bello; edizioni (e certi manoscritti citatidal Rieu non ne sono ne contengono che qualcheframmento), non possiamo dir nulla qui; ci" che pur faremmo, i limiti imposti,i)ur di dir qualchecosa anche oltrepassando intorno al Non potendo far cotesto, ci appagheremo del brevissimo soggettodel romanzo.
compendio che
titolo
e
ha fatto l'ilammer
di
un
poema
turco morto
dal medesimo
soggetto. L'autore
romanzesca,
L"mii, il pi"
nel 940 d. E.
e persiani,
(1533
d.
quello di
strofe di
romanzeschi C.). Tratt" egli i pi" belli soggetti Azra secondo l'Oammer, non meno V"miq e conta, endecasillabi
romanzo
di seimila
tedeschi sia
ciascuna.
Ora,
non
esso pehlevico,
come
che
semplicee tenera storia d'amore, laddove, non gi" Unsuri o Fas"hi, bens" glialtri poetipersianiricordati di sopra e con questiil turco ma dato al leggiadroracconto manifesto signiticato mistico L"mii, hanno facendone i del far Di cotesto un uso allegorico. allegoricisoggetti poema siamo romanzeschi, si dir" innanzi;ma non a ridotti, come intanto,
aver
sott'occhi che
ancor
lo
scarno
compendio dell'Hammer,
vediamo
se
siamo pos-
riconoscere
romanzo
originale.
ne
deve
stato
molto
semplice. V"miq
era
la bella Azra
e
che pare,
un
si
sacerdote in
tempio
del Fuoco
al culto. !\lala felicit"dei due pur consacrata amanti " ben presto volta in lutto e in angosciamortale, perch", per e Azra se dall'altro, cagioneche non bene s'intende, l'uno deve sej)ararsi la fanciulla
ne va
in lontane
fredde
la morta
natura
LA
POESIA
ROMANZESCA
'
155
nelle calde e Y"iniq se va ne apparire, i barbari vogliono In Etiopia, ad abiurar la d'Etiopia. costringerlo regioni in pena della ostinasi ricusa,e gi", zione dei suoi maggiori,ma religione egli
tutta si ravviva
e
abbella al
suo
un
" condotto
quando il rogo si trasforma d'un tratto in non pu" tuttavia Scampato al fuoco,egli
si strugge a poco a poco, tollerar le pene d'amore, e per" si consuma e del intaulo che la sua Azra, privaessa pure del conforto di veder l'oggetto caldo amanti mandano
amor
suo,
si
muore
1 due
fedeli
ancora
hanno
a
dopo
in
morte
la
di cui
dovuta
mer,
tanto
adoratori degli
del racconto
tamente pret-
tanto che nello stesso L"mii, che " mistico e gi" a zoroastriano, vivace. Perch" molti secoli di distanza, tenacemente esso ancora emerge ad e sacerdote, il poeta,tra le altre cose, v'introduce il suo eroe, amante
esporre
alla
sua
dei sette
fuochi;e
dei Parsi per chiarir meglio cotesto teologici lasciassero mussulmani, inorridendo, punto. Perci" " ben naturale che i pii
veggasil'Avesta
i libri
un'altra religione. glorificava Eppure i deve fa e non cotesto non nomi dei due giovaniamanti sono arabi;ma " avvefare difficolt"alcuna,perch"i nomi arabi di V"miq e Azra, come nuto nella dimenticanza il romanzo in altri casi,devono che perduti,
erano
ora esser
che
traduzione
di due
nomi
ora pehlevici,
anche che il
i nomi
romanzo
originali.
dedotto da personaggi storico, grandi e
23. Ecco
d'altri elementi e per l'aggreillustridella storia, garsi per il sopraggiungere " avvenuto Che se cotesto non d'altre parti, diventa anche amoroso. del
romanzo
di Alessandro dicevano
se
si attinse, non
esso
ebbe
non
ebbe
avventure
d'amore,
in
forse
perch"di cavaliere
una
di
ben
presto
ci",invece,avvenne
per altri
fu fondata la
del terzo
cipio potenza dei Sassanidi per opera di Ardesh"r al prinmento, avvenisecolo. Non l'arem qui la storia di questo grande
storia ; per" ci appagheremo di dire che risguarda Ardeshir,molti ricordi storici son pur slati scriviam noi
una
perch"non
che nel
romanzo come conservati,
la
sua
ribellione all'ultimo
re
dei
nella Media e nell'Armenia, la fondazione di molte citt" nel conquiste vasto impero,in breve tempo e assai facilmente riordinato. Ma il romanzo che Firdusi ha inserito nel gran
e principe,
la
sua
suo
racconta
ben
altre
cose
pi" antica,trovandosi
456
CAPITOLO
SESTO
addietro, in
un romanzo
un
tempo che
i
ora
cercheremo
reca
in
detto il Kar-n"inak
romanzo
vero e
di determinare, fu composto Esso " cose. quellemedesime talimolti altri romanzi tale lo manifestano
si
e
del
Medio
Evo
e persiano,
tutti anonimi.
Come
strano dimodi la
i racconti
leggono,come
e suo
P"pak,suocero
di Ardesh"r
il romanzo,
padre
ilsogno secondo
preveduta la grandezza futura dell'animoso il suo servire alla corte di Ardev"n e la e la sua disgrazia giovane; come schiava di Ardev"n, che Firdusi conseguente fugacon una bella fanciulla, la profezia dice Guln"ra e di cui il romanzo tace il nome; come pehlevico del regno fattagli due garzoni) da lui da due sibille(secondo Firdusi sono sul incontrate a met" del suo viaggio; la sua vittoria come gran verme che allevato in casa valoroso lleft-b"kht traeva e ne dell'operoso potenza l'inimicizia tra lui e il ribelle Mithrak di e ricchezza grandissima;come stermin" la famiglia, al mocui egli bambina eccetto mento una che,trafugata della strage, fu portata di contadini che l'allev" famiglia presso una la nascita insperatadi un t"glio di Ardeshir,Sh"hp"hr, con come amore; che poi s'invagh" della figlia di Mithrak incontrata da lui presso un pozzo nella campagna, di nascosto, fece cessar d'un tratto gli odi e, sposatala ci" che era stato predetto ad Ardeshir stesso da e le inimicizie antiche; da lui su tale proposito. un Kait,interrogato sapienteindiano, di nome Perch" il saggioindiano aveva detto che nell'Iran sarebbero state e pace solo allorquandola signoriane sarebbe stata divisa tra la e prosperit" stirpedi Ardesh"r e quelladell'estinto Mithrak. Ardesh"r non volle saper nulla di cotesto; ma il t"glio di Mithrak suo, a sua insaputa, sposava la figlia
e
dava
compimento all'oracolo.
Cos"
il romanzo seguita
tino
a e
toccare
il
del t"glio di Ardesh"r primo che era tiglio regno di Ormuzd brevemente dal ^7:2 al illS dell'Era volgare. 24. Ma due
cose
che
regn"
nate, accene oscuramente sfuggita alcuna esposizione l'avvenalquanto pi" chiara; e una " tura
che
sopra
abbiam
di
verme
io di ligi
sh"r. Arde-
che abitava in una Ora, quanto al gran verme grotta presso il borgo di K"ci"r"n nella provincia di Kirm"n uccise adoperando e che Ardesh"r pi" l'astuzia che il valore, " chiaro che qui abbiamo un antico racconto d'indra uccisore di Yritra,di Fr"d"n vincitore mitico, del genere di quello di Dah"k, di Apollo uccisore del serpente Pitone,di Ercole uccisor di uccisore del mostro Fafnir;", insomma, un antico mito Caco, di Sigfrido nella storia di questo fortunoso primo re dei Sasindo-europeoinfiltratosi vati che il Liebrecht gliha trosanidi,tanto antico anche ne' suoi particolari tali e quali nel mito scandinavo Secondo di liagnarLodbrok. quel mito, il prode Ragnar Lodbrok uccide con astuzia un terribile drago e ottiene in premio la mano della bella Thora, figlia del conte lleii'audr. Ecco adunque un elemento mitico che " entrato nel romanzo e di cui non
LA
POESIA
ROMANZESCA
157
si
sa
veder
la
sta pensa il Darmesteter, non " paese in " detto abitare il gran verme, essa,
come
che la fantasia
falsa
nome
parola kirm
verme
perch"
che
Firdusi,come
ilfamoso
racconta nell'appendice,
di Heft-b"kht, da una in un picciol figlia pomo filava per lei che e da lui detto Heft-v"d, all'improvviso, esso, ingrossato la bambagia e tanto ne filava che in breve la casa di Heft-b"kht ne divenne
assunto
in Persia
cio" " stato tratto a simboleggiar la prosperit" col tempo altro significato, ad un borgo intero, ad una famiglia, e la ricchezza che vengono per la di Heft-b"kht o figlia assai al Heft-v"d e del filardel verme, raccontato da Firdusi e somigliante trovasi nel romanzo racconto scandinavo ricordato di sopra, non pehlevico. notisi ch'egli di Ardesh"r, 25. Quanto alla nascita di Sh"hp"hr figlio fu indotto dalla moglie sua nacque ignotoal padre,perch"il padre,come da lei certa bevanda di Ardev"n, a bere una che era una otTertagli figlia coltivazione del baco da seta. Cotesto fatto della al
suo
ritornar stanco
e
assetato
era
trovato
che
dalla caccia,preso sospetto che quello mina la mala fema morte veramente, condann"
in
Rosmunda. ebbe
casa aver
Vedesi qui racconto simile a quelloche va attorno gravida. di Alboino, la bella e infelice la figlia tante tradizioni, e tocca da Ardesh"r, la sentenza pronunciata Ma chi doveva eseguir donna
e
della piet"
sua
del
nel ventre,
lei tenne
in
poi un giorno,in cui il re con dolore si lagnava di non ilfiglio e festante gli Sh"hp"hr che s'era present" egli gioioso figliuoli,
finch"
un
fatto
bello
valoroso il dir
garzone,
forte
sembra
romanzo
necessario bellamente
ci di
naca, e umile, come pehlevico procedepedestre prosa di croed " ben lontano da quello splendoredi forma e di colorito che alla greggiamateria ha saputo dar pi" tardi Firdusi. Quanto alle fonti a cui ha attinto l'ignoto autore, non sappiam nulla ; e forse,come pensa ilN"lche us" di tradizioni e scritte e orali, deke, egli poi alquanto inettamente
26. Il romanzo
non
ha unit" vera,
ma
"
un
insieme
di singoli
le
singoleavventure
composto
che esso non dal N"ldeke mostra scopertovi noti per la furon pu" esser pi" antico del sesto secolo,nel quale soltanto che l'inetto Turchi ricordati nel romanzo prima volta ai Persiani i principi che invece " il terzo. riferisceal secolo del suo eroe compilatore
dire; pure
alcun
anacronismo
fra i personaggi trovato che sopra abbiam storiciche la fantasia popolareha prescelti per intessere romanzi, prov"
27. Anche
il
re
Behr"m,
1,)8
e forti assai frequenti
CAPITOLO
SESTO
le pene
dell'amore
e corse
moltissime
avventure
che
Firdusi
con
Niz"mi
ci raccontarono
vero
poi con
romanzo
molta
graziae
talvolta anche
Ma lepidezza.
soggetto di
di Kliusrev Parv"z
una
che
prov" una
veemente
d'amore
ilcui vero nome doveva greca, secondo alcuni, Shirina Invece,secondo ogni maggior probabilit", doveva
essere e
Sira,se
nome
era
tale.
(vero
d'una
famigliadel Kh"zist"n;
e
perch" era
di
persiano) religione
luogo a rimostranze finch" poi il re da parte dei grandie dei nobili persiani, e a rimproveri rando dichiamoglie reale, amante, secondo che pare, la elev" al grado di vera
cristiana
fondatrice di chiese
di monasteri, diede
che erano nati da lei o che sarebbero per nascere. attia regnare i figli Fin qui la storia. Ma la fantasia del popolo e poiquelladei suoi poeti propriar s'apilvago
e
dice
corona
di
conto; ognipoeticoracnon
composero
di
si descrissero poi,
solo la
elefanti e i suoi
e
la
e gloria
cantore
narrarono
B"rbed le
sue
meraviglioso;ma
bella avventuriera ilcaso d'un pietoso
si
per la
le
altro amante
gnare " passatocome in proverbio Persia, per desitale che invano s'adopra e invano si affaticaper cosa che molto gli Perch" il geloso principe,risaputodell'amore di lui per cuore. per ludibrio a spaccar roccie sulla montagna con la falsa di Shirina sarebbe stata premio alle sue fatiche. E che la mano la rupe e scolpi and", tagli" d'una visita furtiva giorno, poi, ricevuto, per maligno inganno del re, falso da si precipit" di consolazione, di lei, egli, disperato
lo mand" Shirina,
promessa di cuore, buono e semplice il povero giovane, di Itisut"n 0 Behist"n. Ebbe il conforto, un della
sua
donna;
ma
annunzio
della morte
la leggenda romanzesca un'alta rupe e si diede la morte. Per tal modo delle sculture e delle iscrizioni cuneiformi che voleva intendere l'origine
su quella storica rupe. Ma Khusrev, scolpire il romanzo, spos" dopo mille contrasti la sua bella che, rimastagli seguita andare mori si uccise sulla sua tomba per non fedele, quand'egli sempre che anche per altre storie romanzesche sposa ad alcun altro. Ora, per le ragioni ha Firdusi trattare abbiamo non ampiamente potuto assegnate,
Dario
aveva d'istaspe
fatto
questa
Ma
tenera
ne
della morte
sua.
Niz"mi
vero
altri molti
dopo di lui
vi si siano
provaticon
dei
come
enumerati, sono
soggetti persiani,
quali tuttavia
i poeti romanzeschi, perch" tosto, si appagarono non fu loro data occasione,ricorsero a fonti straniere. Da queste veniva
loro la storia
la
proclamavaIddio
nel
suo
Corano,
IGO
CAPITOLO
SESTO
il potere della Zalikha, e dei sentimenti, bellezza e dell'amore, l'impero del cuore e lo spirito eia debolezza della donna che vinta s'abbandona, della profezia, vincitore, dell'altra in forte contrasto. 11 Y"suf e tutte cose poste l'una contro son
l'idealedel
pi"
cocente
amore
in
Zalikha
amore
in poi,
modo
divino, che
non
" la storia, fatta santa dal Corano, dello particolare, soltanto in questo trova sua degna rappresentazione
romanzo,
profane ". 31. Cosi adunque, dopo che la poesiaepica ebbe compiutoil suo
sua
in altre storie
corso
attese succederle,
si tacesse
mostrarsi
adorna
bella, facendo
rivivere famosi
leggiadre
come
molti
veramente,
presto furono
si mise
saziet" dai
fantasia
alla duratura
cerca
cosi parvero non bastar poeti, vogliadel raccontare. Per" la poesia di altri racconti, e
studiosa in
che
non
trov", invent"
e era
con numerosa
la forza dell'immagin
tosto
origineun'ampia
famiglia quasisempre
di poemi,tuttid'amore,
romanzo
perch"nell'amore
non e
sia,nei qualiuno
(e qui la fantasia del poeta maggiormente amanti che alla fine toccano la di due giovinetti si sbizzarrisce) E ilgiovaneamante loro desiderio pi" ardente e vivono felici. meta d'ogni oltre essere bellissimo di forme, onde ogni cuor sospiraper lui," gentile anche prode e valoroso, sdegnoso d'ogni vilt" d'opera o di pensiero, cui egliha a grande e magnanimo sempre, laddove la bella fanciulla,
" il cio" i casi soggetto, le avventure
consacrato
l'amor
nell'amore,ma
nella sventura. l'innamorarsi
sempre di belt" famosa, molle e dolce forti e di costanza virile nel pericolo e capace di pensieri di questiromanzi Anche pu" dirsi esser luogo comune
suo,
" donna
scambievole
dei due
senza giovinetti
ftmia, come
Il qual Petrarca,sia che un sogno amico faccia conoscere ({uestoa quello. trovandosi gi"l'innamorarsi sembra essere molto antico, tuttavia, particolare, di Zariadre e di Odati,rifatto in greco in sogno nel romanzo persiano
narrato da Carete di Mitilene,
di Gusht"sp e Ket"non
s'innamorarono
perch" esso
dei romanzi cosi, orientali, come presto divenne luogo comune poetico, (juandopass"in Occidente, piacque assai ai poetinostri del Medio Evo, sia d'esempio la storia di l"udello signore di IMaia e della Contessa e ne di cosi come e in generale, Ma di taliromanzi sono d'amore, |)resi Tripoli. in particolare " ricchissima oltre ogni dire la letteratura persiana, ((uella n" di pi" tarda et",perch"il genere piac(iue assai, abbisognavaper esso troveE forse (jui libera e poteva spaziare. molto studio, e la fantasia era
LA
POESIA
ROMANZESCA
161
rebbe
il posto suo
il poema
di Visa
R"m"n
collocato tra
nati dalla degenerata fosse meno se esso epica, poesia popolari, laido e trivialenel soggetto e pi" nobile nella forma. Perch" " da sapere " di raffinatezza molto studiata, che questapoesia tutta proromanzesca fumata i racconti
tutta sentimentale e ideale (il qual carattere le fu come elegante, dato da Niz"mi), e per" non pu" entrar nella schiera dei suoi romanzi, svenevoli e cascanti, odorosi di muschio e d'ambra l'indecente e spesso che puzza di bordello e troppo rozzamente, per dir con elegante poema
ed
carne.
poetanon
del poema romanzesco fu anche l'altraper di narrare, ma fu pi"quello si di far opera la vieta
e
sotto
tritadottrina
ritornare alla origine sua, anela di dersi peruniversale. Cotesta, del grand'Essere e gi" s'intende, nell'amplesso che di sospira
di tarda et" fu opera di poetimistici, per i qualila poesiaromanzesca cosi nebbiosa incerta divenne divenne incerta e nebbiosa,la lirica e come
quando, di genuinamente
Per" si fa manifesto che la f"'imputridire la suoi cultori.Facilmente titoloper Amore
e
amorosa,
si fece
la e lirica, l'epica
e
nell'aria fetida
tolse
conoscere
quel che valgono e per quel che vogliono, perch"tale s'intitola Cero Farfalla tale altro si dice e (laconsueta immagine Fede,e
del cero, immagine dell'anima deve essere storia che si perde in Dio).Vedesi apertamenteche qui non
pantomima vuota di vuote astrazioni. 33. Quanto alla forma di questi poemi,gi"abbiam detto lungamente in quella partedella introduzione che toccava delle diverse forme poetiche. modellato E per" basti ora romanzesco, qui ricordare che il poema buire ha in partegrandissima l'economia e la maniera del distrine sull'epico,
umana
di umani,
ma
del condur
e
al Profeta poema
narrazione, premettendovile consuete lodi a Dio, al quale il a' suoi primicompagni,poi le lodi del principe
la anche dell'occasione del
qualche cenno
all'intentorecondito
Dio per il suo compimento felice.Ma quanto al fare intimo e eccettuati il fare profondamente differisce dall'epico; sostanziale, perch",
i racconti romanzeschi
che Fii'dusiha inseritinel Libro dei Pie che ilpoetanon avidamente ch'egli
che
egli
ha dato il primo
lungamente,con fastidio non lieve del lettore.Di cotesto Niz"mi, sebbene anche Firdusi,qualche esempio, forse,
il mal filosofici soverchiamente si abbandoni a' suoi pensieri volta, ; ma nella " cresciuto poi, massime rest" romanzesca vezzo quando la poesia lunghe apparenza e nella sostanza e negliintenti si fece mistica. Allora,
11
"
Pizzi, Storia
della
162
CAPITOLO
SESTO
dissertazioni di morale
narra,
e ne
fanno
conoscere
il
mostrano
il senso
recondito. Anche
era
in cui fioriquesta
romanzesca, poesia
si ebbero
pure il tempo del maggior fiorire canzoni laudatone gliesempi di quelle detto nel
della capitolo condotta in quel tempo alla maggior lirica.Ora, questa poesiaadulatoria, di cui
poranea dell'arte sua, non poteva che operar fortemente sulla contemperfezione che s'appropri" rapidamente e allora svolgentesi poesiaromanzesca di ricco di metafore e d'immagini, artif"ziato, tutto quel linguaggio di parole e di concettini, tutto proprio di di giuochi antitesi e d'iperboli, guaggio Onde la lettura di talipoemi riesce oltremodo faticosa, perch"il linessa. difficile da afferrare e la vi " estremamente immaginoso e figurato li infiora, anche essa, dalla ereditata, erudizione mitologica e storica che
lungamente abbiam
induce lirica,
per intuizione descrive e rappresenta indica col suo nome, e tutto si ripromette
come
e
descritte! Essa
e sovra
va
alcuno
si arresta
su
lungo,laddove
fino alla saziet"
questa sorella
va
sua
minore
cose
s'arresta volentieri
tutto e
considerando
le
sotto
esse quantiaspetti
hanno
2.
Poeti
romanzeschi.
34. Nel
cose
dobbiamo persiani,
e
lamentar
due
la
scarsezza
l'abbondanza.
Perch",nel
bel tempo della poesiache va dal decimo fiorirono molli poeti romanzeschi volgare,
ancora
al
;
anche
son
venute
perch"
delle nostre biblioteche ; altre poi tuttora inedite per i ripostigli giacciono Per" vi ha andate perdute. conosciute mai, perch" sono ci saranno non
scarsezza
di sapere. V'ha anche abbondanza; pi"c'importerebbe trovandosi che nella che viene a noia e infastidisce, ma quell'abbondanza tarda et" della letteratura fiorirono a decine i poeti romanzeschi,ciascuno di ci" che dei
arte sempre con pi" misera e qualialtro non seppe fare che ridire, continuandosi il mal vezzo da altri, meschina, i racconti gi" composti dopo per tutti i secoli seguentiquasi fino a questo in cui siamo. E per", fu pure ilcapo di questa schiera di r"facitori, Gi"mi che per molti rispetti neir898 d. E. (1492 d. C), quindici morto poetihanno rifattoil romanzo di Khusrev e Sh"rina; e dodici,quello di V"suf e Zalikha;e sedici, tardiva,per ragioni quellodi Meg'n"n e Leyla.Ma questa abbondanza
tocca
da studiare
ora e
noi, e
non
" gran
danno.
prima gi" segnato, tacendo, di romanzi dei tempi si pu" fare, degli ignoti compositori
LA
POESIA
ROMANZESCA
1G3
dei Sassanidi
un
dei
tempi anteriori
se
vi furono
nei
autore di un poema su Y"suf e Zaiiklia, '1-Muayyaddi Ballvh, ultimi S"m"nidi, forse fra il 350 e il 400 d. E. tempo degli (901-1009 d. C), e gi"celebrato al tempo suo come poeta lirico.Ma delle ci " rimasto che un povero e misero distico, liriche non sue e del suo
Ab"
vissuto al
poema
nemmeno
un su
verso.
un
autore Bakhtiy"ri,
esso
pure d'un
poema d.
Y"suf
Zal"kha
cipe prind. E.
Bakhtiy"r,che
regn"
al 367
(967-978 C); Ghasnevidi, tempo noi autore come o d el noto lirico, a gi" ricompositore romanzo poeta che gi"sappiamo essere antico V"miq e Azra (l'amantee la fanciulla),
terzo
soggetto romanzesco
poemi
onde,
di
e Bakhtiy"ri
a non
costretti
Ma i pare, in pehlevico. " ed sono perduti, gran danno; " dir ci di salto a nulla, un d'uopo passar poterne
come principio,
scritto da
di Unsuri
andati
del
dalla parte genuinamente quale, prescindendo sebbene questa,come romanzesca, parte di poesia
a
Niz"mi
la
sua
perfezione.
preso in
esame
di Firdusi di poeta di
gi"conosciamo epico
e
gi"abbiam
di
poeta
lirico.Per", per
poeta romanzesco,
" necessario
quella parte soltanto del Libro dei Re che dalla morte di Rustem va alla nella sua e a quell'altro fine, ch'egli suo, Y"suf e Zal"kha, poema compose da pi" tarda et",quando, fuggito Ghasna, ripar"a Bagdad in corte del del Libro dei Re, quella Califlo.Ora sappiamo che la parteveramente epica
che " tutta la morte
composta
su
appunto
con
maggiore eroe di essa epopea, Rustem, avvenuta al tempo del re Gusht"sp e con conto quale arte al rac; anche sappiamo per qual modo antichi compositoridel Libro dei Re, al tempo dei Sassanidi, epicogli l a storia da Alessandro Arsacidi, vera, Magno agli seppero aggiungere Arsacidi ai che insieme e tutto di ancora Sassanidi; dagli sappiamo questo misti di finzione, tutti racconti,epici, veri,finti, con romanzeschi,storici, i loro anacronismi occhi degliIrani tutti e e le loro inconseguenze, agli
del
agliocchi del loro maggior poeta epico ebbe valore di storia vera. Dato il si trov" dinanzi, nelle sue qual punto, Firdusi, esaurita la parte epica,
molti racconti da fonti,
romanzo
mescolate
di
poche e
e
dagliantecessori suoi naturale di tutta la narrazione antecedente. Ora, se tutta il seguito come questa parte seconda del Libro dei Re (quale comprende la met", e forse
pi",del poema)
si mostra qua
e
si considera
e
nell'insieme della
come
una
sua
architettura
appare arido
vero
informe
l" da
e composizione, interrotta
d'amore,
fresche lutti
e
in tanto
da
oasi
ravviva gliriconoscono,
che qua e l" il gran poeta, che con quell'arte la cronaca di qualcherisveglio improvviso
IGl
CAPITOLO
SESTO
della
considerazione acuta e nuova, di qualche fantasia, talvolta ode o canzone che sembra talvolta, di qualche tratto inaspettato n" Firdusi ha potuto " sempre tale, la cronaca talvolta idillio; ma elegia,
sua
mente
della
colmare
il vuoto.
Vedasi
e
di Alessandro
di
si sbriga della storia dei successori ch'egli dal che pure ebbero signoria Arsacidi, quelladegli
intanto
Volgareal 226 d. C, in
e
meno
d'una
mezza
pagina,
enumerando in terra,
alcuni
non principi
Cosi passare Anni (Incjento, e detto allor tu avresti Che nel mondo Veracemente.
non era
ricordava
alcun
sovrano
la terra. Riposava
Questialcun ricordo
stessa storia dei Sassanidi
Ancora; nella
la
cinque,ora
savia
e
che pure avrebbe dovuto essere l'uno dietro l'altro, al lettore, ora
sa e
n"
pu"
raccontar
nulla,appagandosi
desiderio
senza
pronunciarono qualcheparola
di vita sangue, fanno impaurito sare pase di questa aridit" "
e
onesta, regnarono
vere
s". Sono
come
ombre
gliotto re
le
che
dello Shakespeare.Di questo vuoto streghe che segui, e sappiamo con deve darsi colpaa Firdusi, quale certo che non racconto ron)anle sue fonti. Quando invece s'avvenne in qualche fedelt", lai di tratt" l'arte ma con sua maestro, prendendolo quale zesco, questo mescolato di notizie d el Medio i Evo, l'ebbero preparato compilatori ignoti e quelli storiche,e considerandolo, come pure lo consideravano, vero genuinobrano di storia patria. che si trova nella seconda 37. Intanto,il primo racconto romanzesco parte del poema, si " quelloappunto d'iskender o Alessandro. Di essc^ in generale, gi" abbiam detto nel paragrafoche precede a romanzo, del le fonti, e il modo sono qualile ragioni questo,e abbiam notato quali che gli entrare nei primi Libri dei He, e il perch"di certi mutamenti suo dovuto introdurvi; hanno sappiamo Irani, per loro opinionispeciali,
ancora
ha tenuto
a
conto.
venuto
eglr
in paese
straniero, bench"
a
Iskender
la
(Dario
Codomanno),
suo
fratello minore.
Vinto Dar"
Iskender ne sposa la vedova consiglieri, incomincia signore dell'Iran, legittimo (Rossane),e proclamatosi mondo
i suoi
di
Kayd,
quattro
LA
POESIA
ROMANZESCA
165
bella fanciulla, una un un filosofo, medico,e una coppa meravigliose: n" vino non mai scemare. Kaid " confernella qualen" acqua mato, possono di nella tale nel atto sua e sommissione, dignit" possesso del per cos" avviene di F"r (il Poro degli storici greci), che non regno; ma Iskender con tutte le sue schiere e cade da valoroso. affronta in battaglia Segue la visita d'Iskender alla Kaaba in Arabia, laddove egliripristina e signore un ne' suoi dirittidi principe Nasr,discendente d'Ismaele e di laddove Iskender trova bella e onesta in Abramo; poi il viaggio Egitto,
cose
accoglienza presso Qebt"n, re del paese. Udito parlaredella reginaQayd"feh di Andalusia (Candace,regina d'Etiopia), Iskender, prese vesti da di lei per domandar tributo e soggezione. ambasciatore, si reca alla reggia " veramente, gli Ma l'animosa reginache l'ha riconosciuto per chi egli fa di un simil giuoco, l'ammonisce il pericolo di non severamente conoscere d'alleanza fa farlo mai pi", seco e un e d'amicizia, patto acquetati prima furori di vendetta di certi da della fatti tacere e parte Tin"sh, figlio regina, ucciso nella Iskender lo di F"r aveva l'India. delre suocero gli perch" persona
il poeta la sua storia di avventure, e narra d'Iskender che Seguita Brahmini in India; che giunge al mar s'intrattiene coi sapienti dente, d'Occimarino ingoia navicello laddove un orrido mostro un trenta con che visita la terra d'Abissinia e il paese dei uomini tra persiani e greci;
39.
drago che infestava la terra; che tocca la citt" delle donne, detta Iler"m, che " la citt" delle Amazoni; che tenta, ma alla invano, sotto la guida del profeta Khizr, di giungere fonte della vita nel paese delle tenebre per dissetarsi a quelle acque che
un
donano nel
eterna
a giovinezza
chi
ne
antecedente. E Khizr vi giunge e ne paragrafo il quale,consigliato da certi uccelli parlanti, va e Isr"filche gi" tiene in pugno la tromba, l'angelo
cenno
di
un
monte
in atto di attendere il
di Dio per destare i morti al giorno del giudizio finale. Occidente succede il viaggio 40. Al viaggio verso verso alcune Iskender gentisupplicare
e
ed Oriente,
ecco e
di difenderle
assalti di dagli
Y"gi"g'
e
barbari M"gi"g',popoli
un
bestiali di forma.
Iskender
viene a un indi, ferro, seguitandoil suo viaggio, sta seduto in palazzodi rubini,laddove un morto col capo di cinghiale albero che parla, in altro luogo,vede un e dall'albero e dal trono, poi, la vicina la intende di non morto sventura e predirsi sua morte poter pi" fabbrica alto
muro
di
riveder
la madre.
Iskender
va
anche
travestito da ambasciatore
presso
doni magnidella Gina, ilqualebenignamentel'accoglie e con l'Imperatore fici gliconsegna anche una lettera in cui glirimproverala sua smania di Gemsh"d, Dah"k, Fr"d"n, Io conquista, rammentandogli che altri regnanti, hanno- precedutoe sono ritornando tutti morti. Allora, Occidente, verso sconfitta nel passare la gente del Sind che voleva vendicar la morte di re F"r, e toccata la terra del Yemen, Iskender si avvicina alla citt" di
166
CAPITOLO
SESTO
B"bil
laddove (Babilonia),
sua
certi Perch"
segni paurosiglifanno
ordinati egli,
con
intendere
suo
esser
vicina ornai la
morte.
Aristotele
maestro
gliaffaridella successione nel regno, scritta una lettera alla madre, muore amici. Firdusi, descritto dato un mesto addio ai capitani e agli rassegnalo,
il lutto per morali. 41.
non
morte, quella
chiude il suo
racconto
con
lungheconsiderazioni
di Firdusi altro
Da
questo breve
una
sunto
vedesi
come
il racconto dietro
serie di avventure, narrate una disegnodeterminato,senza concetto d'unit". La sia che tolti ai romanzi diversa, e particolari
alcun senza l'altra, non tuttavia, quale, poteva darsi al fantastico racconto, trovandovisi accozzate diverse partid'origine
greci voltati
Crediamo
cidente quel suo Cornuto che va errando dall'Oriente all'Occidente e dall'Occuriosit" del Che v'abbia contribuito la se non all'Oriente, poco. assiduo di qualche " solleticata dal presentarsi lettore per un momento di questa perch"un'altra seguiti, avventura improvviso nuova, quel cessar " tale che ingenera fastidio e noia, non trovandosi,in tanto raccontare, alcuna azione che tenga sospesa interessi nei successivi momenti
e con
diletto
suo
lo
del
brevi
a
staccate
nulla
pi";
la bella narrazione
grande
simile epico,
di nel
Firdusi Ardeshir,
racconta
cose
trovate
romanzo
per" non
" necessario
a tre speciale
da noi avanti; stato esaminato pehlevico, ridirle qui ora. Eglituttavia s'" fermato con piacenza comArdeshir del che sono con gliamori punti, giovane la storia del gran incontro e l'idillico pehlevico),
e
la bella schiava di
verme
re
di Heft-v"d
del (l'Heft-b"kht
Mithrak del romanzo di Ardeshir con la figlia di Mihrek (il Sh"p"r t"glio al pozzo. Nel resto egli procede in grandissimaparte secondo pehlevico) che il N"ldeke anzi nello stesso ordine, toltialcuni particolari il romanzo, che Firdusi doveva avere, massime tenta di spiegare certe idee speciali con intorno a cose di religione. Eglipoi molte asprezze appianaacconciamente in forma e maniera differenze toglie di mezzo; altre cose narra e molte ha che il romanzo non e alcuna ne meno antica, pehlevico reca, per ilfamoso esempio quelladell'essere stato rinvenuto in un picciol pomo della figlia di Ileft-v"d, come verme gi" abbiam notato. Ora, alcuno il testo domandare il sia stato veramente se romanzo potrebbe pehlevico di Firdusi ebbe dinanzi nel comporre questa parte del suo poema. Ma sott'occhi e seguivauna vasta compilazione noi sappiam gi"ch'egli aveva che
in cui tutta
la materia
pi" ovvio
ildire che
era
fondo
168
CAPITOLO
SESTO
and"
travestito da ambasciatore
alla corte di
un Shengul,
re
dove ladindiano,
meravigliose prove feroce E Shengulal creduto ambasciatore e un lupo dragone. diede in isposa la figlia sua come nerlo Spin"d,desideroso, era, di trattetrov" modo di fuggir la bella sposa, e con presso di s". Ma Behr"m fattosi conoscere era Shengull'insegu" ; poi, veramente, per quelloch'egli richiesto di dallo che pi"tardi, era e confuso, suocero perdono mei-avigliato
avversari nella lotta
e
eglidiede
un
di s" abbattendo
uccidendo
con
vederlo
nell'h-an. s'intrecciano in
44. A
queste
avventure
d'amore
maggior
numero
d'incontri con ricchi avari, quelle spogliati poi dal re per distribuirne ai che Behr"m, uscendo spesso alla poveri le ricchezze. Perch" " da sapersi di allontanarsi dalla scorta reale e di chiedere ospicostume caccia,aveva talit" tale tal altro ricco abitatore della o ch'egli presso quel campagna crudele. Avveniva che essere avaro e era talit" negata l'ospisapeva spesso gli data a stento o sotto le pi" umili condizioni, da quel0 gliera come l'Abraha che lo pose a dormire nell'atriodella casa, senza coltre, giudeo del senza cena, e col patto di spazzare, al di vegnente, le immondizie cavallo. Ma il re si vendicava e puniva l'avaro giudeocol togliergli chezze le ricdarle di nome a un Lanbek, che alcuni acquaiolo, per povero
venduto
va
le
sue
principe pi" abbondantemente e poveri,trovandosi l'erario pubblico fornito, perch" acciocch" non siano da meno dei ricchi, fa venire dall'India per i poveri, diecimila musici da piazza, di tutto, perch" cantino e suonino provvedendoli nel loro cospetto, s' induce a fare e anche gratuitamente perch"egli socialismo in di abitanti da ogni una un sciogliendone gli villaggio, prova obbedienza verso il principe ricchi e poveri, nobili e plebei e dichiarando tutti eguali. Ma gli imbaldanziti e venuti in subito furore, ciarono cominabitanti, dall'uccidere il borgomastro, in piazza, poi scesero rono s'accapigliafra loro
e
anche
masserizie
fondamento
tempo clie comparve Mani terzo secolo,a predicarvile sue dottrine socialistiche, queste trovaron bentosto favore grande non solo,come " naturale, presso il popolo minuto, anche presso alcuni dei re Sassanidi. Tra questi, ma appunto anche il nostro Behr"m-g"r;anzi eglifu uno di quelli che pi" s'adopraronoper sebbene attuar quelle assai con dottrine, poco frutto. Ma intorno a ci" vegintorno al socialismo antico, in gasi un bel libro di Salvatore Cog'ietti tratta con tanta dottrina del socialismo persiano. quellaparte laddove egli Anche alle avventure romanzesche di Beln-"m e alle sue imprese in odio dei ricchi e in favore dei poveri,abbiano o non abbiano fondamento rico, stosiano siano abbellite dalla fantasia popolare, o non 0, se l'hanno, troviamo essersi congiuntiper tempo e intrecciati alcuni elementi epici.
Perch" nel leggesi Libro dei Re dell'uccisione di
un
distrutto e desolato. villaggio, storico ; perch" " da notare del e ci" nella prima met" nell'Iran,
il
oriido
drago fatta da
LA
POESIA
ROMANZESCA
169
avere
esso
un
Behr"m,
come
questo drago fu
lui in India.
trovato
nel ventre di
il corpo di
gi"da garzoncello
vi si racconta
di lupi e leoni,
d'altrimostri uccisi da
ai qualifatti" forza dire e Kispetto di queste due cose, o che a Behr"m-g"r la fantasia popolare credere una eroi dell'epopea ha attribuito impresetutte propriedegli (e ricordiamoci, uccisore d'un drago sul fiume Keshef), della impresa di S"m, tra le altre, cacciatore vincitor di leoni furono ingranalcune del che re e 0 imprese dite fatti di da Ma delle due a segno da pigliare aspetto epopea. opinioni, volentieri ci atteniamo alla noi tanto a noi, prima, pi" pi" che quanto " raro l'incontrare esempi,anche presso altre storie e altre letterature, non di racconti e tradizioni epicheapplicate storici. pi" tardi a personaggi Con tutti questi elementi adunque, Firdusi, o chi prima di lui prepar" intorno tuttavia non la tela, il racconto suo a Behr"m-g"r; egli compose
compenetrare l'uno con l'altro di tal forma che ne uscisse, nelle sue partie ben e l'abbiam detto,un romanzo vero, ben disposto composto nel suo insieme. Per cotesto appunto la narrazione di lui bellissima nei suoi particolari, il gran poeta ha spieperch" raramente gato
li seppe far
,
fantasia
mostrato
a
tanta
maestria alcun
nel descrivere
procedea
con
salti e
senza sbalzi,
episodi.
46. Ilmodo
il romanzo cui Firdusi
suo narra
del Behr"m
che si ribell" al
re, si
al modo assomiglia
e
cui
ha egli
trattato
di Guln"ra.
e
Perch" anche
qui
che
tutta la
accennano
narrata
con
certa
cura,
biam al romanzesco, e gi" l'absono essi, posti qua e detto altrove, nella selva,laddove una l'avventura di Behr"m riosa mistesar" signore di tutto l'Iran, femmina che egli glipredice poil'impresa il leone in modo nel
e Keppi,
l". Sono
contro narrata
in fine la
sua
morte.
E di
quellaprima
dinanzi
un
avventura
"
che
nel
sembra leggerla
aver
canto
l'Ariosto del-
qualcuna di quelle abitato da una certo palazzoincantato, sue bella e possente maga che prediceai cavalieri, a predestinati grandi del leone ha il futuro. tale nei L'impresa poi Keppi somiglianza cose, di S"m e nelle parole stesse adoperatecon particolari (che " l'impresa il modello di tutte queste imprese),uccisore del dragone sul fiume dubitare che anche qui una tradizione dell'antica Keshef, da non potersi sia stata applicata e singolare non a questo strano personaggio epopea del quale (ed " il terzo fatto, storico nella sostanza, storico. La morte " narrata da Firdusi con tutta nei modi e negliatteggiamenti) romanzesco di piet"profondaper questo congiunte a un senso grandezza e dignit", d'alto ingegno e di gran cuore, cui il re sconoscente aveva uomo giato oltragselve laddove si nasconde
e
italiano descrive
47. Che
fin
di
Guln"ra,
una piuttosto
170
CAPITOLO
SESTO
di Khusrev e di Shirina, vera quella tanti nobili ingegni. Ma storia d'amore che anche dopo Firdusi ha ispirato anche questo smembr" altri racconti, Firdusi,come gi" fece degli per la che gi" sappiamo, sebbene, nel modo necessit" del disporreil poema sembri volerne fare del regno di Khusrev, egli giuntoa un dato momento dicendo: racconto un proprio, serie di avventure
staccate,eccoci
Or io fo
nuova e
Di Khusrev
Per"
non
in Shirina in
da parte di esso lungo obblio, la ribellione di faccende del regno e la cura di domar belli.Le suoi pi" Ci"bineh avevano Behr"m lungamente distolto il giovane re dal pensare nelle tutta mesta e piangente ad altro ; e per" ora Shirina glisi mostrava ricordava con tale accento di dolore l'amore d'un tempo, che selve e gli in corte. Cotesto si faceva la prendevaseco e la menava Khusrev impietosito di i qualivedevano scandalo dei sacerdoti e dei principi, da lui non senza
un
giornodi
caccia
mal
era
esser
donna
di
nelle cose dello stato. Ma Khusrev gran mente, capace di frammischiarsi mostr" loro una coppa d'oro piena dapprima di un sangue impuro,poi di un vino purissimo, con significandosi mondata, poi riempitadi nuovo ci" che che vasi
era
se
Shirina nel
entrata
ora era indegna del re dell'Iran, essa, da princ"pio reale,fatta degna della graziadi lui,meritagineceo
ilsecondo
punto che
tocca
e Firdusi,
storico vi deve pur essere, laddove il terzo, come raccontandosi dev'essere tutto d'invenzione romanzesca, lo Spiegel, fondamento
morto
Khusrev,la donna
amante, richiesta di
nozze
dal
da altra sposa, si facesse condurre tranquilla di lui, natogli d'aspetto, figlio in cuore, al sepolcro dell'antico amante, e l" si avvelenasse ma disperata e assai lungae morisse. mente Questo soltanto racconta Firdusi ; dice tuttavia, d el Khusrev altri scrittori della re come orientali, magnificenza descrivendo anche
con
molti
la sua particolari
e
corte
e, tra le altre
cose
grandi,
quel trono
ingemmato
cielo ed
tanti sedili da
stare,oltre il potervi
i principi, i duci, i borgomasti'i, ciascuno primo posto,i sacerdoti, secondo il grado. Quel gran trono era certamente una gran sala con molti sedili all'intorno, insieme fra loro,cou"e vedesi ancora congiunti presso d" al noi in certi cori delle nostre chiese.
intanto s'intende da ci" che finora s'" detto,
romanzo e
da questisoggetti
romanzeschi.
la potente arte sua, non pot" farne veri seppe o non Con questo tuttavia, il gei'me della poesia romanzesca
nell'antichit", perch"nulla
ne
sap-
LA
POESIA
ROMANZESCA
171
suo e " leggiadri poema, alle quali eglifuggevolmente
meno
racconti d'avventure
accenna,
ma polente,
piamo) trovasi gi" vigorosoe pieno di vita nei storie d'amore e le pietose
attendono
e
con
arte
alata
meno
dar" loro appropriata veste poetica. pi" elegante, di Costui sar" Niz"mi di Cangia. Intanto, per dire tutto ci" che crediamo dover dire rispetto a mentre Firdusi, vogliamo anche notare che egli, del Libro dei ha serba il Re stile dell'epopea, nella prima parte vero e seconda in e questa parte, per la diversa grande,magnifico pomposo, natura dei soggetti, non adopera stile alquanto pi" dimesso e famigliare, dallo stile comico. Del quale trovasi un bell'esempio nemmeno rifuggendo di Behr"m-g"r con Abraham, giudeo nell'avventura, gi"ricordata avanti,
avaro,
e
pi" fine
nell'altradi
giovane calzolaio che,essendo stato vietato il vino Behr"m, si trov" poiimpacciatoper debolezza in col bisogne quando si ammogli". Dell'avventura di Behr"m
un esso
giudeodaremo
detto che
49. Narrando
nell'appendice. antecedente la vita di Firdusi, anche abbiam capitolo alla corte del Califfo di egli, quando fugg"da Ghasna e ripar"
nel
la traduzione
Bagdad, compose
e
novello un poemetto sul soggetto di Y"suf per ilprotettore fino a noi;ma Zalikha. Esso " giunto perch"soltanto assai tardi n'" stata
cosi s'" potuto anche dubitare se dagliscrittori orientali, sembra sia veramente esso opera del gran cantore del Libro dei Re, perch" di esso sia quellache trovasi nella prefazione che la prima memoria persiana fece al poema di Firdusi, che B"ysingher la quale " dell'anno 829 d. C), e per"posteriore di pi" che quattrocent'anni alla morte d. E. (14-25 Altri scrittoriposteriori fanno menzione del poemetto; ma Aufl, del poeta. fatta menzione il
pi" antico
scrittore del
suo
persianodi
cose
letterarie
amoroso
indagatore
(1203 d. C),
soggetto,di
ricordi, un
nel 481 conoscerlo
(1088 di C), non ricorda il poema di Firdusi; Gi"mi,il qualepure compose un altro poema intorno allo stesso argomento. Ragionevolmente, si volle supporre che il perci", e che qualche altro poeta di assai pi" tarda poemetto non fosse genuino,
et" Io componesse e poi, per col nome di quel grande. valore dargli studio
e
50. Ma
l'Eth" che
con
molto
cura
questione,
per provarla, Di esse,
che tali,
ora
tolgono
cancellano le
perch"noi
e frequenti
assai brevemente
forti
somiglianzetra
omai
dubbio.
certi
bene Anche noi riconosciamo tutto cotesto,sebe teniam punti. per vero la somiglianzache l'Eth" scopre tra il lamento di Firdusi per la del figlio morte (e trovasi questo lamento nel Libro dei Re) e il lamento di Rachele prima di morire e quellodi Lia dopo la morte della sorella, a noi non sembri tale da poterne ricavare, come eglifa,una prova forte.
172
CAPITOLO
SKSTO
le somiglianze molte sono Ma, lasciando questo punto molto particolare, assai, veramente e chi ha fatto attenta lettura del Libro dei Re, e frequenti del poemetto. Anche si pu" dire, ognipagina, Firdusi scelse e adoper"il del metro, perch" quella ragione le incontra ad del Libro dei Re, sonante, armonioso
e
"
una
buona
slesso
metro
atto ai racconti
mosso con
metro
la
sua
delle
non battaglie,
essere
adoperato per
aver
non ma ragione; l'Eth" osserva giustamente vogliamo parlar noi ora. avesse che se un poeta di tarda et", e non Firdusi, composto il poemetto, si sarebbe valso del metro che " ma non piuttosto gi" del metro epico,
storia d'amore.
di cotesto
invece che
stato
adoperatoin
in
e
eccetto
da
Niz"mi
ancora
in
poi,
l'epico del-
tiene
Niz"mi
il Libro
osservar
Kirm"ni,
poeta
romanzesco,
vissuto,come
in metro epico un suo decimoquarto secolo, compose onde, per questa parte,l'argomentodelI'Eth" resta d'alquanto romanzo; posto infirmato. Ancora, aggiunge TEth", un poeta di tarda et" avrebbe comha fatto intento allegorico Gi"mi, e mistico,come il poemetto con della notato anche noi abbiam mistica, gliamori parlando perch"come l'amore dell'anima di Y"suf e Zalikha,presso i mistici simboleggiano che sospiraalla belt" eterna. Ora, nulla di cotesto trovasi nel umana fa Narra e descrive semplicementee nulla pi", come nostro poema. che in una l'Eth" osserva anche il Libro dei Re. Seguitando, parte della che altri l'hanno di laddove il poeta racconta preceduto introduzione, ricorda ilY"suf nel comporre e Zalikha, '1-Muayyad e quel egli quell'Ab" ricordati di sopra, e dei quali, che noi pure abbiam se togli Bakhtiy"ri fatta del fuggevolemenzione questo passo del Y"suf e Zalikha e una
vedremo,
primo
sarebbe voluto
da
Aufl che
ne
riferisce
un
si ha
alcun'altra
memoria.
Ora, questidue
stato
poetierano
un
che probabile il
nome
poeta di assai
di due
lui,si
lavoro
il poeta stesso del Califfodi attesta che per consiglio laddove egli dice nella introduzione, Calitfodesiderava il poemetto,perch" esso Bagdad,Al-Q"dir llill"hi, compose
ricava
l'Eth" da
ci" che
che la nella
sua
corte
non
fosse da
era sono
meno
di
quale un
quel racconto.
verseggiato
perseguitato poeta ricorda con omai di dire le storie stanco dolore la durata fatica e afferma che egli, storia verace, raccontata dal eroi antichi, si volgeora a una degli bugiarde
nella introduzione, allorquandoilvecchio Profeta nel Corano
:
LA
POESIA
ROMANZESCA
173
re.
Or io
N"
a
non
mio
Di K"vus
N"
so
Dar"
D'erbe
che maligne,
gi"si fea
core.
questo mio
il trono
di Dah"k
Perdei met" del viver mio nel tempo io tutta piena del nome Feci la terra. E questocore " stanco. Ed io per (Ihev, figlio per Tus e per quel alto fastidioe noia. Di ZaI* mi j)resi
An(die ripi'ese?
dal regno
tolsi.
Di
re
Uob"d,
il core;
anche
rapia
ancora
avean
fondamento
tuttiin testimonio.
dicean, non
Oltre queste prove, tutte forti e buone ed allo stile del poemetto quale fa conoscere sebbene poeta, molto
non egli
cenno
" opera
di
un
gran
vando ossermente vera-
che il senso
valore. Quanto
noi, sebbene
anche
tra
gliOrientali alcuno
abbia detto che ilpoemetto " inferiore al Libro dei Re e mostra che l'estro del poeta s'" affievolitonel corso deglianni e negh assalti della sventura, Zal"kha di Firdusi,per la bellezza dello stile, per la frase poetica, certe sue maniere di disporree atteggiare per certi modi di esprimere il pensiero, al Libro dei Re perch" particolari troppo somiglia ilYtisuf
e
pensiamo che
abbia atteso all'uno e all'altro si possa dubitare che la mente stessa non lavoro. E questa prova, che per l'Eth" sembra aver poco valore, per noi l'ha molto grande, perch" noi Italiani (senzache con ci" vogliasi recare ticarci dimenpossiamo n" dobbiamo che abbiam estetico maggiore di altri popoli senso moderni, come stessi e riconoscono e asseriscono. Ora, se " pur vero che in questo questi l'intuizione rinunnostra " maggiore e pi"rapida, perch"vorremmo punto ziarvi? In verit", se ne vede ragionealcuna, se pure non questa ragione" veduta soltanto da certi eruditi, poveri di mente e di cuore, che ai nostri alticlamori e strepiti con su giorni gridando che dei per le cattedre vanno estetici non si deve tener conto nessuno. Quanto poi al lungo giudizi studiosi agli ingiuria d'altra
nazione)non
in Oriente
intorno
questa seconda
sono come
veccliio.
Re,
glialtri
che
seguono.
non dell'epopea,
il Khusrev
Parv"z
della
storia
del
di Zaliklia.
174
CAPITOLO
SESTO
opera
di Firdusi, tanto
che
si
pot" anche
pensare
che
essa
fosse andata
TEth" che essa, come dovette ne l'originale giustamenteosserva perduta, essere deposto a Bagdad,cos" dovette restare lungamente dimenticata nei che seguironoin Bagdad dopo la morte di Firdusi, torbidi e negli scompigli mano diglio. finch" poiqualche ignotafelicemente lo trasse fuori dal suo nasconIl Libro dei
in storia del paese e toccava soltanto dimenticanza, sebbene a purgarne il testo daglierrori dei copisti secoli dopo si pensasse da un discendente di Tamerlano. cjualtro
opera maggiore e tale che narrava cadde mai fortemente l'amor di patria, non
la
con e
le consuete del
come
lodi di Dio.
Seguita
parlandodella
stata
sua
vecchia et"
Giuseppe sia
di
Rachele,si acconci" ai Avute zio Labano. di suo poi in ispose,prima Lia, poi la tanto servigi ma quella felicit" gli" Rachele, Giacobbe trovasi ricco e felice; sospirata allor che nacque mino. Beniadalla morte di Rachele, guasta improvvisamente altro suo onde, e d'ogni figlio; Giuseppea preferenza Egliamava veduto d'invidioso aveva e perch"Giuseppe sogni per questa predilezione dovesse sembrando che esser maggiore di tutti gli altri egli significato, essi ordiscono la i fratelli fratelli, presero a odiarlo. Nel silenzio pertanto
Giacobbe, che, per conseguirla
della bella
sua e pregano perdita,
il padre a mandarlo
con
presso
ilgregge. E Giacobbe
con
cede,ma
contro
intanto voglia,
andato Giuseppe,
in " da loro gettatoin una cisterna, poi venduto e mandato quelli, vorrebbe far si credere che al Ilvecchio padreintanto, quale un lupo Egitto. il diventa cieco il non ha sbranato dolore, prima figlio prediletto, per gli di f avore con che un Dio, parlare lupo abbia,per singoiar potuto egli per" affermando fratelli che " colpevoli glihanno menato innanzi insanguinato, Ma il lupo, la cruda fiera che ha sbranato il suo esser Giuseppe. quella solo si disvela ma dal piangente non e infelicepatriarca, scolpa, interrogato anche nel cospetto del e li confonde partedelle arti infami di quelli fatto tesoriere in casa del padre.Segue la fortuna di Giuseppe in Egitto, stato venduto dai mercanti. Di lui al quale egli era gran Visir (Putifarre), la moglie del gran Visir, intanto s'innamora la bella Zal"kha, qualepoi, lo accusa di amore, perch" l'onesto giovanenon vuol cedere al colpevole colloca ilcurioso il magia nel cospettodel marito. A questo punto, poeta avendo tolto dal Corano, le quali, delle dame e comico egizie, episodio molta biasimala Zalikha del
suo
amore,
sono
da lei raccolte ad
un
convito. Ma
una poi,aprendosiall'improvviso
lissimo porta e avanzandosi d'un tratto il belstordite di tal guisa a tanta belt", da tutte restano esse Giuseppe, le braccia da le mani coi coltelli di aversi tagliato, e tavola, non accorgersi intanto che volevano afiettarc aranci. Cos" Zalikha,in qualche modo, si giustifica presso le rivali invidiose e maligne.Ma Giuseppe,per l'accusa " posto in carcere, donde poi " tratto allorquando, ch'ella gli ha mossa,
176
e Giuseppe,
(.APITOLO
SESTO
tutta la
del matrimonio
di
Giacobbe
cotesto
con
Lia
non
Rachele nel
che
si trova
narra
punto in cui si
E Egitto.
non
dal Corano, il poemetto ne rifa il capitolo all'andata di Giacobbe in dei sogni di Giuseppe, il poeta doveva tenersi fedele
a
questo suo
testo
tanto
particolare; perch",quanto
poteva che seguirela
al
caso
non
parola
Maometto
era
v'" annuntanto pi" che la storia di Giuseppe ziata libro, " tanta solennit". Quanto poi al caso particolare, d'eresia alla corte di Mahm"d soverchia di Ghasna ammirazione ed gliantichi eroi dell'Iran; dei credenti,
stato accusato
con
celebrato
noto
che,giuntoa
desiderando
e
di Y"suf
tanto egli
pi" fedelmente dovesse attenersi al testo pi" autorevole del suo racconto. vediamo se ci " dato collocare al loro posto e il capitolo 54. Dopo ci", " gi"stato osserdel Corano e il poemetto di Firdusi. Al qual proposito vato
dal del Corano deriva in gran parte da tradizioni Geigerche il capitolo n" ci" deve parer strano in alcuna maniera, sapendosi rabbiniche; ha tolto molte
con
che Maometto
e
cose
questo,anche
Cristiani e
fatto
nelle loro compilazioni storiche, qualchecenno molto di pi" di quelloche gi"trovasi nel Corano, e che anche Firdusi ha che molta
postenel
suo
poemetto.
con Gr"nbaum, Firdusi) labari,Zamakhshari, Ibn ul-Ath"r e del Corano. Ora " certo che a questi celebre espositore anche P)eyz"vi, del racconto ai qualidi sopra si accennava, autori tutti quei particolari trovandosi dalla Bibbia e pi" direttamente da fonti rabbiniche, vennero
Sono
essi
erudizione ha trattato la
di questione
queste fonti di
come
hayyashar cio"
Zamakhshari
e
giusto,
raccomandandovi leggesi pure della lettera che Giacobbe scrisse al l'e d'Egitto il suo diletto Beniamino. Anche scono Ibn ul-Athir riferidel lupo che, accusato questa lettera. Quanto poi al particolare Giacobbe ha con dell'uccisione di Giuseppe,prodigiosamente un colloquio nello dei fratelliinvidiosi, tutto ci" leggesi disvela l'inganno al quale egli e il curioso e insieme pietosoepiora ricordato, stesso Libro del giusto sodio dettato in linguaspagnuola e trovasi riferito anche in un poema, in Ispagua, all'Escui-iale, scritto in lettere arabiche che si conserva opera, secolo. di qualche discendente dei Mori del decimo(iuarto forse,
LA
POESIA
ROMANZESCA
177
notar
qui, sebbene
amore
s"a forse
a
il farlo, che n" superfluo fonti.Perch", secondo il quelle di Giuseppe e leggenda della
molto
si occup" della
moglie sua
Aseneth, un
s'" svolto assai per tempo prendendole mosse da quel versetto della Genesi: " E Faraone gli(a Giuseppe) diede in moglieAseneth, figlia di sacerdote di On Putifarre,
una
Al quarto secolo,pertanto, dell'Era gare, Volrabbinica s'" formata, daica e trovasi gi"nella versione calleggenda
".
Bibbia,del falso Jonathan, e nel iViidrashdi Eliezer e in altre di rabbini. Al quinto secolo, i cristianise l'appropriarono e compilazioni fecero certo romanzo ne un cristiano, cattolico, composto, come pare, nell'Asia Minore e dettato in greco, sotto iltitolo:La preghiera di Aseneth.
Dal greco pass" pi" tardi in Occidente,e Vincenzo Bellovacense per il nel suo primo la fece conoscere, inettamente tradotta in latino, Specchio assai prima, cio" nel sesto secolo per penetr" che dal mezzo d'Aghel greco la tradusse in siriaco. Dalla siriaca si fecero assai prestole versioni arabica ed etiopica, e la versione arabica
della
storico; ma
in Oriente
di Mos"
fu
che somministr",nel decimo secolo, a Firdusi e aglialtriscrittori quella mussulmani notizie notate di sopra, che sono tutte quelle di origine
e non
rabbinica
come
si trovano
nel Corano.
poneva comsecolo,
sappiam
rabbinica
poema tuttavia
or ora
in dodici siriaco,
se
esso
abbia da noi.
nulla
molto
toccata
se
56. Ma
racconto
anche
Firdusi,come
del
Corano,giustamentenota il Grunbaum
quel
sua
lasciando che vada va per la sua strada, s critto Profeta. dal Perch" oltre capitolo questo capitolo,
sua
monco
parte,tanto
che
del loro racconto, " frettoloso, meglio ilsoggetto nella sua narrazione, sicch" senza intento drammatico episodico rapido, al fine, parendo che a chi narra, molto poco importidi ci" precipita che egli E non ha intento drammatico, perch" sembi*a curarsi narra. non i di del conoscere nemmeno suo personaggi racconto, ma li introduce a dirne il di senza parlare appagandosi notare laddove glicade in nome, acconcio: " E disse l'interlocutore fra quelli Al qual proposito noi ".
mostrano
di
assai
osserviamo ha
che
e a
tanta
d'arte povert"
Firdusi
la copia maestosa del suo narrare e tutta la maestria di contrapposto lunghi anni nel comporre il Libro dei Re. Del n" le battaglie veramente n" le passioni violente n" le quale non sono qui dovere sacro, tramandansi d" generazione in che,come guerre di vendetta, vi sono eroi, non vi sono non generazione; impresegrandie strepitose, n" ci" che vi s" narra ha l'altosignificato della eterna battaglia morale tra il bene e il male, narrata e descritta gi"in quella Ma, epica. gran canzone chi s'era esercitato per
12
"
Pizzi, Storia
delia poesia
]persiana,voi. II.
178
CAPITOLO
SESTO
in compenso, ineffabiledi
vi
un
sono
affetti dolci
soavi,angosciedi amanti
una
e
e
il dolore di moti
di vivi dell'animo,
tempo. Del resto, anche il Libro dei Re, ha molti tratti in cui hanno parte cospicua in tanti casi che vi si narrano, d'amore affettiintimi;e allora certi puntidi questo romanzo vano troquegli
un
quale e Menizheh, son di Rustem la del morte la da lui descritta e angoscia figlio, disperata peiil figlio suo ucciso,e l'affanno di Gh"v allorquando era inconsapevolmente mortale di Ferengh"s orbata del caduto in potere di Afrasy"b, e la doglia
e potentecanzone, quell'antica e
nella
gi"stati narrati
diZ"l
di
di B"zhen Pa"d"beh,
di
giovane sposo,
l'innocente
odi agli
fraterni di Salm
di Tur
e Afrasy"bverso Erag' e quel gran paese guerriero. " pur 57. La linguache in questo suo poemetto ha adoperata Firdusi, del Libro suoi, quella linguapittrice atteggiamenti sempre, nei modi e negli che soverchi, sebbene non in misura di parole dei Re. Abbonda tuttavia, Perch" il Libro dei Re, essendo canto intende il perch". e se ne arabiche; essenzialmente nazionale,non poteva esser composto che nella linguadel in soggetto mussulmano, laddove, d'ognielemento straniero, paese, scevra cio" il Corano, era stato scritto in arabo, del quale il testo pi" autentico, libert" alquantomaggiore. il poeta poteva permettersi, come fece,
di all'iraimpotente
i re dell'Iran
per tutti
glieroi di
58. Notiamo
essi
non
anche
" nomi
di due
poetiromanzeschi
sono
un
intanto
che
autore di un Giorgi"ni, posto (juello gi" di Unsuri,comV"miq e Azra, andato perdutocome romanzo, sul medesimo soggetto.Visse questo poeta alla corte del principe del Taberist"n, d'Iskender, qualeregn"dal 441 al ""i d. E. Kay K"vus figlio sia andato perduto assai per d. C); e pare che il suo poema (104-9-1000
di loro
delle opere.
Uno
di essi "
Fasihi
tempo, trovandosi,secondo
nono
secolo
C),
non
ne
fanno lamentare Essi tuttavia, per la bellezza, L'altro poeta " Shih"b ud-d"n Amaaq di Bukh"ra, morto d. E.
che
nel 543
casa
5-44
(1148
1149 di
un
d.
dei Selnon
autore gi"qidi,
Y"suf e Zal"kha, del romanzesco: poema fuori di altra notizia abbiam questa. potuto trovare 59. Della vita del poeta Niz"mi di Gangia abbiam fallo cenno
come
quale
che basti,
tocca
sono Misteri,
comprensivo di Khamse"i
in arabo
l'altro nome di il Quintuplo o i Cinque, con ovvero significa che i Cinque Tesoli. L'uso i)oi Feiuf Glieng'che in persiano significa
LA
POESIA
ROMANZESCA
179
neirOriente
mussulmano
poemi, romanzesclii questo primo esempiodatone da Niz"mi,icui cinquepoemi furon poisempre modello del genere. E per", si ebbero non pi" tardi, insuperabile reputati di Kirm"ni, di Kliusrev d" Dehli,di K"tibi, di (ii"mi, solo i Quintupli ma anche molti altri di altre letterature, e inclostanici. Ora, turchi, ciagataici romanzeschi di Niz"mi i trattano i quattro poemi da pi" bei soggetti abbiam nel dei tenuto furon romanzo e quali parola, paragrafo precedente nell'ordine che essendo stali dal Tesoro dei preceduti composti segue, abbiam Misteri che, come veduto, vuol essere considerato opera giovanile. Primo adunque fu quello di Khusrev e Shirina; secondo,il Meg'n"n le avventure del re e Levia; terzo, le Sette Belt" (nelquale si raccontano
presto divenne comunissimo, di compor cinque riunirli in volume di da e un solo,venne quasi tutti,
di Alessandro.
primo poema, abbiam cercato e veduto lo abbia scello per il primo e nel paragrafo e perch"Niz"mi precedente, voleva emular la gloriadi meditato, s'intende anche da ci",perch" egli
Firdusi
e
raccontare
non
erano
narrale
dei Re.
Firdusi dice ben poco e come Di Shirina, per via di episodi. il desiderio d'imitarlo concetto e aveva suo altissimo, chiaro si manifesta da queste parole ch'egli ha poste nella prefazione al di
poi "Niz"mi
Libro di Alessandro:
li maestro di
vate Tosi, i'aiiticu
Niz"mi intanto, Che pur tratt"di questeperle ilfilo E ilcalamo rec" su le memorie Antiche
e viete, per alcuna perla Che nel tesor rinvenne intatta ancora, sua
In
{'.ile qualsposa adornava i carmi suoi, libro in che tante infil" quel perle,
Non
Molti racconti lasci"a dietro, quali f"r detti por lui.Che se le antiche Storie quante altrigi"narr",narrate Tntle avess'egli, il canto suo pi"lungo Snria stato d'assai
parole.
come per",
alcun
suo
amico
di glirimprover"
rammemorar
eroi gli
del
di Dio, Niz"mi, come paganesimo laddove eglipoteva celebrar la gloria Sofocle all'indiscreto dinanzi ai giudici, un giorno leggendoun rispose sclam" che del Tanto allora se ne aver passo piacquel'amico, poema. Niz"mi con la magia della sua parolacollocato un idolo novello nel santuario della Kaaba. Il poema dice il Bacher, fu scritto per confondere tuttavia, i troppo fanatici mussulmani del tempo ; e, del resto, il soggetto stesso dava Niz"mi buon a giuoco per dimostrarsi ortodosso, perch", le avventure narrava appunto al tempo di re Khusrev Parv"z di cui ora egli carriera di Maometto incominciato la e sua d'amore. aveva profeta, la tradizione
parlavadi
una
al gran
re
accolta da
(1) Firdusi
nel Khorassan.
180
CAPITOLO
SESTO
costui il
suo
COI!
molto
come
onde disprezzo,
la
di profezia
Maometto:
"
Cada
brani
egli ha fatto in brani la lettera mia! ". Con tale intento adun(|ue, religioso quanto ai mussulmani, letterario quanto al
regno, colmar le lacune del Libro dei Re,
ma con
con
arte assai
ben lontana e studiata, con ciclici, poeti rs'iz"mi compose dalla maest" ruvida dell'epopea, questo suo romanzo delle pi" belle e pietose che " una storie d'amore. Klmsrev e Sh"rina, intorno al 576 d. E. (1180 d. C), dedicatolo a tre principi, compose
arte
vicari
Qizil-sh"h,dei
6L
adunque col
lodando il Profeta e i principi or ora mentovati, seguila della composizione di esso e del come toccando in fine della ragione egli che glienefaceva biasimo. Poi dice l'amico petulante ebbe fatto tacere
mussulmana,
come
re
Khusrev
Parv"z
della bella
suo
reginad'Armenia, all'udirne
" tosto da lui mandato di Khusrev
fedele
della Sh"rina, figlia 11quale savio Sh"pi"r. Sh"rina s'invaghisce gine. l'imma-
in Armenia, anche
in Armenia
anche
giunge a bagnava
e alla fine Khusrev scambievolmente, si che essa, deposte le vesti, veder la bella Sh"rina nel momento
a una
cercandosi
fontana. Khusrev
reginaMihina, la
se ne va
residenza a Mad"yn (Ctesifonte), Persia, sontuoso un palazzo menia, Ma Sh"p"r,tornato improvvisamente d'Arche s'intitola dal suo nome. tavia, la riconduce via con grandissimo dolore di Khusrev, il quale tutoccupatonelle faccende del regno per la morte del padre suo, il re alla Ci"b"neh che lo costringe Hormuzd, e jier la ribellione di Behr"m fuga,per poco non dimentica la bella amante e l'amor suo. Ma un giorno laddove Khusrev s'era essi s'incontrano in un luogo deserto e selvaggio, fiamma. potentemente si rinnova e rinportatoa caccia;e tosto l'antico amore fra loro in grande intimit" tra Stanno lungamente i due amanti dere ha pure occasione di atterrare e ucciconviti e feste, tra le qualiKhusrev di Khusrev laddove persiani, si fabbrica per lei
un
in
a suo
Sh"rina. Ma
costei
vuol
cedere
alle brame
del
laddove si fa sposo di Maria,figlia tore dell'Imperalo fornisce d'armi di Costantinopoli. e d'armali,onde L'Imperatore Muore padri. il ribelle e salire sul trono sconfiggere intanto Mihina, e Sh"rina sale al trono d'Armenia; la tocca e tormenta, e Khusrev Khusrev ti'oppo non
e
l'amore
la
di vigilanza
Maria
nuovo
della sua la
invia di Sh"rina,
presso la il fedele
Persia
guidialla reggia.
LA
l'OESIA
ROMANZESCA
181
Ferh"d, che, abile nel tagliar tagne pietree roccie sulle monsoleva in montuosi certi e maestro geometria, guidareper luoghi il latte di numerosi suoi canali nei quali eglifaceva scorrere armenti, e ci" per ordine di Sh"rina stessa alla quale era caro di aver quel latte. Ora, andava errando con lamenti nella cocente passione dell'amore, perch"egli, e con Khusrev, che gi"s'era accorto che Sh"rina sospiri per la campagna, sua riguardava con compiacenza al montanaro giovane e avvenente, lo false alla manda lontano, con montagna di B"sut"n a tagliarvi promesse, le pietre. Ma Shir"na si reca da lui, sull'aspra montagna. Della per vederlo, anche da lui che Ferh"d Khusrev, risaputosi qual cosa fatto consapevole di certi ricevuto consolazione grande da quellavisita, aveva per consiglio manda alla montagna un tale, tristo e malvagio, che reca felice all'insavi, egli
la novella sensi dal monte
e
di Sh"rina. Ferh"d
precipita privo di
intanto che Shir"na, accorsa con uccide, subitamente, d" di Ma del il manico re. gli sepoltura degna mazzapicchio, gran pianto le col quale Ferh"d in terra molle, cadendo, c onf"ttosi, pietre, spaccava in un bell'albero di melagrano, e i granelli rossi del suo frutto sono cresce immagine perenne delle stilledi sangue del giovane sventurato. 63. Muore intanto Maria, e Khusrev che ha interrogato i savi intorno alle pi" belle donne del mondo, sembra consolarsi col recarsi in Ispahan schiava di nome Sheker,fanciulla di belt" famosa,laddove egli presso una " accolto da lei con molta festa. Eglituttavia non sa scordar la sua Shir"na, trova dolente e lamentosa qualepoi,andando alla caccia, presso ilpalazzo fabbricato lei.1 due fra amanti lungamente s'intrattengono gi" stato per Shir"na mostrasi pur sempre troppo ritrosa e severa, loro a parlare,ma onde l'uno si separa dall'altro cruccioso e dolente. Tuttavia, il buono e fedele Sh"piir consola il re, facendogli intendere che non pu" durar molto lo sdegno di Sh"rina. La quale veramente, mentr'egliva, lo seguitadi lontano intanto che due cantori, B"rbed che gi"da lunghi anni viveva in di nel di lui.Ed ecco corte cantano gareggiando Khusrev,e Nigisa, cospetto che quellofa le lodi del re e ne sostiene le ragioni, fa laddove quest'altro le lodi di Shir"na, finch" costei, glio, uscita all'improvviso da un suo nascondifestoso si d" per vinta all'antico e pur fedele amante che l'accoglie si tra le braccia e mena seco a Mad"yn. L", con magnificapompa e onori, celebrano le
sue
nozze.
introducendo
seguita timenti; e avverconsigli narra poi del sogno di Khusrev, nel quale eglivide il profeta dell'ascensi mand" al re e che il re lacer", Maometto, della lettera che esso profeta del profeta al cielo.Narrasi anche la fine miseranda di Khusrev, ucciso dal figlio Shir"yeh,e la morte di Shir"na che si uccise per dolore. 65. (Quando il principe Gelai ud-d"n Akht"sh"n, signoredi Shirv"n,
veramente
il romanzo.
Ma Niz"mi
gran savio,di
nome
13uzurg-umid,dar
a
che desiderava di
aver
Niz"mi
poeta una
lettera molto
182
CAPITOLO
SESTO
onorevole di
invitandolo
ben
Meg'n"n, Niz"mi non prestoche l'argomentopropostogli al poeta che intenti dell'arte.E veramente
corte di Khusrev
e
la storia poeticadegli amori di Leyla e comporre si reput"molto onorato del reale invito, s'accorse ma
a
poteva soddisfare
aveva
una
tutti
gli
narrato
di tronon varsi disegnod'emular Firdus", poteva che dispiacere in argomento troppo umile e semplice. Nel quale le avventure disagio col di giovinetti ricchi trib" diverse d'Arabia sempre n" particolari
e e
di due
le loro pene
scena,
non
d'amore
ugualeper
potevano
luogo porgere molta di fantasia Di cotesto poetica. spiegar potenza del poema, dicendo: a principio
Poich" angusto " ilvestibolo di questo Racconto mio, ire e tornar costante Palestra fan zoppicar. La poesia Di E tl"ii modo
vari
occasione
opportuna di
ilpoeta stesso si
lagna
si
vuol,se
in
quella
verso
di cavalier natura.
" manifesto? E
Non Non
cene
non
vi
e
son
giardini.
"
Anche
se
"
Di
ildiletto
canto,
vino,
v'" secchezza
Per
D'arene,ancor
di monti
Tuttavia,non
abbandonare
corte, Niz"mi
secondo
amore.
che
al signoredi Shirv"n, anche per non dispiacere la sua solitudine prediletta, sebbene pi" volte chiamato alla in quattro mesi, con e grande ardore si mise all'opera, si dice, la comp", narrandovi delle pi" tenere storie di una 584- (1188 d. C), e il poeta mandava al dell'Egira di un suo figlio, carissimo a lui, Muhammed, per mezzo che quattordici, desiderava vivere in corte
e
volendo
il poema principe
avervi
ufficio.
66. Il poema
anche invito del
incomincia
con
le consuete
lodi
Dio
al Profeta,toccando
dell'ascensione
di Maometto
principedi
che recasi per la prima volta iricorte, si d" diletto, alla narrazione. Il giovaneQays,che poi si chiam" con parola principio d'uno araba Meg'n"n,cio" il forsennato, figlio per la sua pazziaamorosa,
"
dei
maggiorire
d'Arabia
della trib"
da
Leyla,intanto che costei s'era invaghitadi lui. II i |)arent", ma padre di Meg'n"n chiede per lui la bella fanciulla in isposa, la follia del giovane,si ricusano di darla a un quasiforsennato; risaputa udita dal padre la ripulsa, tutte si fa a brani le perch"Meg'n"n infelice, vesti e quasi ignudo s" ritrae lontano ai monti, a certe valli deserte che del nome della sua bella. Il padre,nel eglifa echeggiardolorosamente alla Kaaba per guarirlodella follia, ma dolore, conduce il t"glio suo
184
CAPITOLO
SESTO
in mai
una
e profonda pi".L'amico
fatale costernazione
suo
d'animo
una
dalla
Sel"m
lo visita anche
di conforto
nulla
dalle mansuefatte
consunto
e
lamentarne
dal
lungo stento
hanno
la
potuto conseguirein terra, " loro serbata in loro fedele, il buon Zeyd, che non sapeva consolarsi
notte, sognando, livede
ambedue assunti in paradiso,
in amenissimo
giardino,laddove
che
non
essi,amorosamente
"
abbracciati,
di principe
godono
Shirv"n
di
un
gaudio
un
avr" fine.
Con
le lodi del
si chiude
il bel poema.
romanzo
vero
e
re
unit" al racconto,
dargliunit"
disparateda raccontare, in tanti casi diversi da descrivere. abbiam fatto notare altrove, Firdusi,come per questa ragione intenti suoi darvi certi non e per particolari pot" questa unit" desiderata. Forse riusc" Niz"mi a conseguirla per il primo in argomento cosi vario,
Nemmeno
che
che
ha voluto
e
riempierecome
ad
un
studio attorno
trattato
perch" eglistesso dice di aver cercato nelle storie dei re e per intero, d'aver composto un libro che gli par buono, avendo detto con pienezzaci"
che che le cronache altri
a
hanno
met"
soltanto
detto per met", e lavorato per intero ogni gioiello lavorato. Egli lo chiam" aveva Ileft-Pei/ker,
sette
cio" Le al
re
sette
Belt",da
che
furon
care
chiusa,nell'anno 59S d. E. a richiesta del quale eglil'ebbe (11IU3d. C), dedicatolo ad un principe, si sa con certezza, trovandosi non composto. Ma chi fosse questo principe,
come avventuriere, e lo fini,
leggenella
che il nome
Arsl"n, ora
Karbeh
di lui, nei diversi manosci'itti del poema, " scritto ora Kai'b ultima forma " la la Arsl"n,ora AIp Arsl"n, quale pi" illustre lodi che
" certo tuttavia che il principeapparteneva alla casa probabile. Aqsunqur, regi vicari in Mossul ; ma, ad onta delle molte degli
Niz"mi
e ne
fa nell'introduzione al poema della pace per le opere splendide della guerra, nulla di certo sappiamo intorno a lui. Nelle edizioni e nei
anche il nome al luogo di Karb o AIp Arsl"n, di Qizil manoscritti, leggesi assai pi"conosciuto nelle storie; e trovasi per" che molti Arsl"n, principe hanno credulo che
a
lui veramente
Niz"mi
abbia
dopo; oiid'" evidente che a lui Niz"mi non pu" averlo dedicato, e assai al di un copisti, nome principe prestoebbero sostituito oscuro, d'un altro molto pi" conosciuto. AIp Arsl"n della casa degli quello Aqsunqur ebbe due figli, nella Nusret ud-din e Ahmed, che Niz"mi rammemora
LA
POESIA
ROMANZESCA
185
introduzione;ma
poema,
come
che
dedicasse al padre loro il egli dalle lodi di Dio glialtri, di costui al cielo.
70. il poema
e
come incomincia,
del Profeta
descrizione delTascensione
sembra al qualeesso essere Alp Arsl"n, poi le lodi del principe delFeccelIenza della parolae della sapienza. Cotesto, dedicato,e si parla incomincia veramente la nascita di con nella prefazione ; perch"il poema della dei di d i e con Sassanidi, casa re Persia, Behr"m, figlio Yezdeghird H"ra. arabo di i tributari educazione Nom"n, principe la sua principi presso Si fanno
Munzir,con gran cura attendono all'educazione del fa costruire al celebre architetto anzi,esso Nom"n giovinetto, per il quale, di Khavarnaq, greco Simn"r, in luogo acconcio e bene aerato, il palazzo delle maggiori meravigliedell'Oriente. Behr"m, intanto, apprende una e alla caccia d" inclite prove di s", uccidendo ogniarte di cavalier gentile di un solo colpo di strale un onagro e un leone che si era avventato il sopranonde glivenne e sotto lo teneva nome all'onagro preso tra gliartigli, fattosischiudere un di G"r che in persiano Poi, giorno, significa onagro. vi annuir" dipinte di Khavarnaq, egli stanza secreta nel palazzo una il e di tutte sette sette bellissime fanciulle (donde ilpoema prende titolo) della tratto s'innamora. Esse sono: Nimet-n"z, figlia a un dell'Imperatore del re degU del re del Kh"rezm ; Nesrin-b"s, figlia Cina; N"z-peri, figlia del re del Marocco;Hum"y, figlia dell'Imperatore figlia Schiavoni; Azer-g"n, di K"vus, antico i"e dell'Iran della di Costantinopoli; Durusni, della stirpe
di H"ra, e il figlio suo et" eroica;Kh"rek,
e
del figlia
re
d'India. I
mente vera-
secondo
trascritti qui da
noi
Avvertiam
a
nell'edizione del poema, fatta in litografia a Teheran. scritto tuttavia che essi variano assai da edizione a edizione, da manoil
e
71. Muore
giovane Behr"m
d'amore.
avventure
di caccia
a
Perch", mentre
maestro
un
balio "Nom"n
si ritrae
vita
eglisi
erede del trono paterno e vince legittimo la corona ardire e coraggio la riluttanza dei principi con togliendo persiani il regno, reale posta in mezzo re e ordinato a due feroci leoni. Divenuto tanto somiglia il giovanee gaioBehr"m-g"r che nella storia e nel romanzo caccie Cuor di ritorna alle Riccardo sue seguitoe a re Leone, predilette,
reca
in Persia siccome
accompagnato da
una
schiava
una giorno, glidomanda e l'orecchio e il capo d'una solo colpodi freccia una delle zampe posteriori si grattava tende l'arco nell'istante che la gazzella Behr"m gazzella.
Fitneh. La quale,un di nome favorita, di trapassard'un che " quella prova difficilissima,
l'orecchio
e
chio e l'orecla zampa, e con un sol dardo le trapassa la zampa " da lui condannata la fanciulla, la testa; ma indiscreta, per la domanda
con a
morte.
Anche
Firdusi
(e se
ne
vegga
il passo recato
nell'appen-
186
CAPITOLO
SESTO
dice
il re cacciatore, racconta ma questo capitolo) questo fatto singolare, secondo dal suo lui, crudelmente atterr",eglistesso, e f"' calpestare
a
forse persiano,
laddove Fitneli " aral30 e vuol nojjile, significa dire seduzione. Ma la bella Fitneh con le lagrime e le preghieregiunge il manigoldo, esecutore della sentenza di morte, e a persuaa impietosire derlo (li lasciarla andar libera per luoghilontani e selvaggi, laddove essa,
pi" vero,
di Azc"deh
che
a un
volta
giovane
vitellino. Il vitellino
si S])arge intorno forte torello. la faina ili costei che sa e pu" trasportar sulle spalle un Anche l'elnv"m intende tutto ci" con molta meraviglia, e recasi al solitario
crescono
le forze della
onde fanciulla,
ben tosto
grandissimagioia
Ma ben
suo un
egh
sua
tosto ad altre
lo richiama
vicario il ministro
Nersi, se
e
ne
va
con
ai confini. al regno,
re
72. Toccata
delle sette di
vittoria
ridato ordine
Behr"m
si ricorda
del castello sulle pareti vaghe fanciulle, dipinte gi"vedute da lui, fattelechiedere che tutte ai sette Khavarnaq; e per", genitori rispettivi di assai buona voglia gliele accordano, il nobile e magnificosignore fa elevare all'architettoSh"dali un gran palazzocon sette magnifici quartieri, distinto e sormontato ciascuno da una cupola di color diverso,secondo i sette pianeti; e in essi quartieri pesse, eglipone ad albergarele sette princiciascuna nel suo, perch" eglijtossa intrattenersi con ciascuna un giornod'ognisettimana; e ciascuna ha vesti di drappi tinti in uno dei d'una speciesoltanto di sette. Cos" una cabala e reca sette colori, gemme tutto singolare, di sette governa questo poema nel disegno del quale,in che ora si toccheranno, non si gran parte,anche per alcuni particolari di riconoscere il disegno dell'Ameto del nostro Boccaccio. pu" a meno 73. Behr"m adunque, poste ad abitare nel magnificopalazzo le sue di un giorno di Sabato si reca sette spose, la sera nel quartierebruno, di bruno, laddove la posto sotto l'infiusso di Saturno,vestito anch'egli indiana, Kh"rek, essa pure vestita di bruno, gli racconta una principessa successiva, il re, graditae piacevolestoria. Alla sera della Domenica vestito di giallo, nel quartieregiallo se ne va posto sotto l'infiusso del la in vesti gialle, che anch'essa Sole, presso principessa greca, Hum"y, istoria.E la stessa visita egliAi, passando una leggiadra pure gliracconta vesti secondo i rispettivi mutate colori e successivamente, il Luned", con il Marted",il Mercoled", il Gioved", il Venerd", aglialtri cinque quartieri, cio" al verde, al rosso, all'azzurro, a quel dal color di sandalo, al bianco, l'influssodella s otto postirispettivamente Luna, d" Marte, di Mercurio, di vestita dei Giove, di Venere, in ciascuno dei quali ciascuna principessa, colore del suo quartiere, gliracconta una storia diversa. Delle quali non
LA
POESIA
ROMANZESCA
IS7
sarebbe lavoro troppo lungo e minuto, appaganqui i sunti, i)erch" doci che risguarda la nostra letteratura, essendo cosa di notar tuttavia, dalla principessa la quarta storia, narrata nel quartiere rosso come figlia al di-amma loso favodel re degliSchiavoni,sia quellache ha dato il soggetto del nostro Carlo Gozzi,la Turandot, dal quale poi Federico Schiller in questi ha tratto il suo. Come drammi, narrasi in quel racconto di una Settentrione del destinata in isposaa d 'un re dell'Asia, figlia principessa, indovinelli. i proposti quel giovane soltanto che ne sappia interpretare Ma d" cotesto diremo pi" a lungo nell'ultimo capitolo. 74. Intanto, la guerra che d'improvviso gl'intimal'imperatordella il regno il re cavaliere dalle sue visite geniali; e poi anche Cina,distoglie diamo domanda le
sue
cure,
perch" eglis'"
accorto
omai
che
il
suo
ministro
un
Andato arti governa in suo nome. con d'una alla caccia, nel tornare assetato in cerca assai male tenda solitaria nel
adunque
il re
giorno
una
fontana,giunge ad
offre ospitalit" laddove un vecchio pastoregli deserto, all'entrata della tenda,teneva un suo cane generosa. Ma perch"il pastore, il re glienechiede, la ragione, e il vecchio e sospeso ad un albero, legato uccidesse gliracconta come questo cane, tanto caro e fedele un giorno, gli le pecore; perci"appunto eglil'aveva legato e sospeso a quell'albero. ammonimento " Behr"m inteso da racconto come Questo salutare, perch" studio residenza reale ed esaminata alla tornato con cura e sua egli, del ministro,lo fa prendere e incarcerare,trovatala ingiusta e l'opera
rea.
triste del
75. Ma
son
il nobil
re
ha
e la barba e i capelli gi" toccato i sessant'anni, Perch" un omai glirimane da godere quaggi". un
incontrato andato alla caccia con alcuni suoi cortigiani, giorno, insolito ardore, cade in una che egliinsegue con meraviglioso
onagro
voragine
non
profondadonde
mai per far scavare d" Behr"m come
non
fu mai
il suo
corpo
fu
potuto estrarre,sebbene
ilsuolo in abbia molta
di lui
profondessetesori
re
dei
Goti,"
cosa
che
gi"di
morali.
11 poema
alcune
considerazioni
76. V Iskendey-""dmeh
nella d.
sua
Libro di Alessandro
pi" tarda et" e finito molto C), pochi anni prima della sua morte,
col adoperatoda Firdusi,
epico,
volle
quale evidentemente
imitarlo soltanto di valentia,non Volle tuttavia gareggiare gareggiare. d'Iskender narra seguendone servilmente le orme, sebbene tutto ci" ch'egli come 0 Alessandro,gi" si trovi nel Libro dei Re. Ma, laddove Firdusi, gi" "Niz"mi che e fa altro non narrare e descrivere, pi" volte abbiam detto, il suo Iskender intento quasid'allegoria e converte e descrive con narra
188
CAPITOLO
SESTO
filosofo, poi in profeta, dando a tutte le opere sue e a' suoi intendimenti alto significato filosofico abbiam e mistico. Ora, le dottrine mistiche, notato e gi" in altro capitolo anche cotesto, cominciavano in quel tempo appunto ad essere in fiore. Come molta agevolezza con a dar tale signipoi iMz"mi sia giunto, d'arte, ficato alla sua narrazione, anche si potr"vedere dal sunto che fra poco daremo del poema; intanto ci dice che, per bene intendere il suo egli ci" che vuol racconto, bisogna levar dagliorecchi la bambagia antica, altri intendimenti e con dire che con altro fine si fa ora a ricompor storia. La afferma d'aver rifatta dopo consultate quale appunto egli quella molte memorie antiche e attinto a fonti giudee,cristiane e pehleviche, avendo trovato che le memorie del gran capitanoerano tutte sparse (jua
e capitano conquistatore principe prima e
di
in
l"
non
molti libri:
uriiamenti poetando; ancora Valili E tolsi e accrebbi da recenti storie
che tutti
terra, dell'ampia
un
vid'ioche raccolte in
e
sol libro
suoi l'acconti
tesor
colmo
perfetto,
ognibuccia
un
il midollo, e mi
composi
dispersi per
volumi assai.
Tutto
tesor
Di cumuli
giov",feci con
Queste parole potrebbero per avventui'a avere quel valore che hanno quelledel nostro Pulci allorquandoaffermava d'aver tolto certa parte del da tanti e tanti libriscrittiin antiche lingued'Oriente, racconto cio" suo Ma dire che il Pulci diceva non averne lutto cotesto se possiam nessuno. da beffa, cosi possiam dire di Niz"mi, che attinse veramente non fonti a antiche,vedendosi che egliqua e l",nel coi"so della narrazione, asserisce
d'aver trovato nel tale maniere
o
altri modi
Sappiamo,del resto,esser
di poetipersiani (esempioper tutti sia Firdusi) l'autorit" delle loro fonti. Non conviene valore alle
paroledi Niz"mi, e molto meno, come pur vorrebbe tentare il Bacher,vedere e sapere qualisiano state veramente viche, pehlequeste fonti, giudee e cristiane, perch" la ricerca non potrebbeche riuscire infruttuosa e per nulla farci perdere molto tempo. Sappiamo anche e
dobbiam " romanzi bench" credere che il romanzo d'iskender in Oriente,oltre comporre cristiani per anacronismo),hanno greci(detti contribuito, |)oi
a
in assai poca parie, anliclie memorie del tempo dei Sassanidi ebraica. Ma tutte queste Niz"mi dovette e racconti d'oi'igine (pehleviche)
avere
di seconda
mano,
non non
perch"egline
avrebbe ha
consultasse mai
i libri
nali, origi-
77.
Comun(iue sia
di cotesto, Niz"mi
poema
in due
d'iskender
di
un
grande capitano,
I,.\ POKSIA
ROMANZKSCA
180
di parla di lui come di profeta, la sapienza attorno per il mondo, poi come filosofoche cerca fra le gentila fede. Ma dell'esistenza e dell'autenti ordinato da Dio a propagar di questa seconda parte assai lungamente si " dubitalo in Europa, perch"l'Hammer ebbe fra le mani un manoscritto delle opere d" fu indotto a scrivere che,sebbene Niz"mi nel quale essa mancava, ond'egli che a un dato punto finiva la parte prima del nel manoscritto si leggesse chiaro che,non trovandosi la seconda, Niz""mi doveva Libro d'Iskender, era del mondo, conquistatore
essere non
intanto che
la seconda
stato
ebbe
che sua, ovvero impeditodalla morte dal continuar l'opera trov" di ripigliarne il filo. L'Erdmann, tuttavia, alcuna voglia
e a
parte esisteva veramente, per il primo che anche la seconda ci" del tutto che non fuori un assai breve sunto; giov"ancora
1 dubbi. Perch" osservando l'et" in cui distici nel che lo
non Spiegel
ne
diede
dissipare
inclina molto
volentieri
crederla
e
genuina,
verso
di Niz"mi
eglimori.
quale lutto cotesto si dice, riore; postepu" essere una interpolazione del Bacher,reputiamo e per" noi,seguendo in ci" anche l'opinione nello di poter dire, ci sembra che, come genuina questa seconda parte,
stile e nell'arte non difl'erisce punto dalla
nome
prima.
e
78. Anche
da noi
intorno al
del poema
non
al
nome
Libro
d'Iskender
Perch", il poema si suol chiamare VIskender-n"meli,cio" il l'hanno chiamato o Alessandro, trovasi che i copisti
confusione piccola il cio" SJieref-ndmeh, il Libro della
con
ora gloria,
arbitrariamente
ora
ci" la
gloria
Ma il nome dev'esser di Libro della gloria, e la fortuna del gran capitano. da ci" che prestoqualcuno ha confuso questo poema Iskender venuto su
con
altro poema
ma non
che
recava
era
stato
ciato, comin-
proseguitopoi,da Niz"mi, per narrarvi tutto ci" che di antichi racconti epici si trova nel poenia di Firdusi. L'altro titolo di non Libro della fortuna, sembra esser venuto da un distico della introduzione,
dice appunto di voler parlare della fortuna d'Iskender. la seconda parte del poema Intanto, prendeva da s" un titolo a parte, onde (d'Iskender), quellodi Khirad-ndmeli, cio" il Libro della sapienza s'accresceva sempre
a
laddove
Niz"mi
diversi. Quanto
titoli anche
e
almeno d'Iskender,
di chiarezza
di
semplicit".
79. Anche
il suo
e
maggior Iena.
secondo
noi che
diamo
alla erudizione
maggiore di quello ch'essa merita, il rifar qui una interminabile e di date,di nomi di principi e di lezioni diverse, questione regnanti trovate in differentiedizioni e manoscritti, ci appagheremo di notare che
JOO
CAPITOLO
SKSTO
ci" "
il quale
Nusret ud-din, e l'altra e partedel poema furono dedicate al principe regiovicario in Tebr"z,che regn" dal 587 al 007 d. E. (1191-1210 d. C). ci sembra Intanto, poema.
esser
un
rendendo cielo,
ragione del
lodando il principe a cui perch"della composizionedel libro, la bella primavera, libro va dedicato, descrivendo esso leggiadramente JNiz"mi prese a comporre nella qualestagione questa sua opera maggiore. il racconto con la nascila d'Iskender (Alessandro), il quale 81. S'apre della stirpedel patriarca d'una pia donna e profetaIbr"h"m era t"glio l" La madre l'aveva n el deserto di dolore e era morta partorito (Abramo). del che indubbiamente sarebbe perito di vergogna accanto al suo bambino in quellasolitudine se in quel giornoappunto Faylaq"sre di Grecia e di
e
fosse passato per quel luogo,essendo l'avesse raccolto e preso per suo. Ora uscito dal savio Aq"m"Iskender, allevato in corte,riceve educazione perfetta Russia di Macedonia) non (Filippo non a caccia,e impietosito
mostra (Nicomaco padre di Aristotele), ingegnogrande e desiderio del re, glisuccede nel regno. N" egliha ardente di sapere e, alla morte alcuna inclinazione alla guerra e alle conquiste;soltanto un giorno gli lo pregano di aiuto contro la gente avuto sentore della sua giustizia, Egizi, infesta e riottosa. Sconfitta la quale,egliregna in Egitto dei Negri, con
khus
saviezza
non giustizia;
un
si dimentica ai
per" dell'antico
tributo che
i
re
re
di
(DarioCodomanno)
doni
dell'Iran. Perch"
egliinvia al
Dar"
Dar"
e
d' Iskender
sono
accolti male
alla corte
la
appena che Iskender ha fatto sapere guerra si dichiara fra i due monarchi che l'uccello che faceva le ova d'oro (iltributo pagato ai re di a Dar" Persia
era
secondo
e
in Firdusi,
certe
ova
d'oro
massiccio),
morto.
dall'una
dall'altra parte alcune lettere che non ha luogo tra Mossul e Gezira nella battaglia molto
con
valore,ma
sono
vinti. Dar"
tivo fuggi-
quali Iskender d" la mercede (essi ed egli l'aveva loro promessa), chiesta, gliel'avevano pattuita ma poi li punisce di morte in pena del tradimento. che egli, 82. Sedutosi cos" Iskender sul trono dei re persiani, ecco
tradimento da due suoi ai satrapi, nell'intento di propagare la religione del Dio unico, venutagli dal suo disfa i templi delle altre religioni i e spegne antenato, Ibr"h"m profeta, sacri fuochi la e sposa seguaci di Zerdusht (Zoroastro), a' suoi bella R"shanek di Dar". Poscia egli si apparecchia (Rossane), figlia molti e lontani viaggi, il primo dei quali si " verso le terre occidentali, visitando la Mecca e il Yemen, poi salendo fino all'Armenia, combattendo fondando la citt" di Tifl"s. Discende egli fino a Rerda,laddove e vincendo,
gi" adorati
dai
192
CAPITOLO
SESTO
dell'anello del pastore (l'anello di Gige) che rendeva invisibile cale; quello al dito;quellodella visita d'Iskender a Suqr"t(Socrate) chi lo recava che secondo il gran
noto
re
Niz"mi
con
"
un
eremita
e
un
deserto
accoglie
del
parole aspre
severi;non consigli
dubbia
reminiscenza
di Alessandro con colloquio Diogene.Ed eccoci intanto ad Islvcnder filosofo.Perch" egli, un giorno che un filosofo indiano gliera venuto nel fatto al pi" savio monarca certe domande del come cospettoe gliaveva ammirazione c on mondo, Iskendei', grandissimadell'indiano, parlasapientemente di molte e varie e ardue questioni di fisica e di metafisica; dopo di che, allontanatosi il filosofo indiano,egli, trascelti sette savi,intende di volere udire le loro intorno all'origine del opinioni mondo. Ciascuno dei savi espone la sua, e Iskender, uditi in ordine gliavvisi di Arist" di V"lis (Talete), di Bel"n"s (Apollonio di liana), di Suqr"t (Aristotele), di Furf"ry"s (Porfirio), di llurmus (Socrate), Ifl"t"n assai
e notata (Platone) pi" savie parole:
la
di ciascuna,rivolge ai discrepanza
Pnossi Che
in opra eonilnr
Feci intonid
le stelle, e i miei
pensieri
la mente
concepe.
In rpieslo s'accordar che per s" stessa Onesta non nacque inimagin prodigiosa Dell'universo.Alcuno architettore Fuori la trasse in Sento pria.
mai
non Leggerne
sappia m,
potremmo
nell'alma
se
il gran mastro, anche esiste, Ch'egli N" so, n" vedo. Ohe
sua se
il
Vedete omai per quante vie diverse Di ci" f"ste parola ! Espediente,
[come sapessi
Dopo ci",non
Glie non
manc"
anch'io ragione,
potrei
che veramente
omai
di Dio,l'angelo Ser"sh,glireca il dono della messaggiero divina in un volume al cfuale, Intelligenza portatodal cielo, per comando d" esso Iskender, Platone e Socrate aggiungono, ciascuno, una Aristotele, i suoi Iskender allora, di Dio, ripiglia obbedendo al comando appendice. che " della stirpe come d'ibr"h"m, nella viaggi egli profeta, per ilmondo qualesempre s'" conservato lo spirito profetico, per propagare la religione del Dio unico e disperderele religioni tutte politeiste e idolatre. Questi che d'Iskender sono pienidelle pi" strane e meravigliose avventure viaggi
che il
Occidente,e Iskender, dalla sua sede nell'Iran, visita Gerusalemme, tocca l'Andalusia, partendosi del Nilo,entra nel famoso giardino sale alle sorgenti dell'Irem, gi"piantato
possano
verso
vaggie Shedd"d, e giunge fino a certe gentifiere e selche abitano in caverne, quali egli converte alla fede. Segue il nare verso Mezzogiorno,e Iskender visita certi popoliche, per indoviviaggio fatto u"orire ilfiituro, solevano interrogare l'arido teschio d'un uomo trova egli attossicato dall'oppio, A nche ilteschio e prediceva. e rispondeva valle disseminata di diamanti, che egli una ma disperde, pienadi serpenti, d'albei'i d'oro dal
re
LA
POESIA
ROMANZESCA
493
giungefinalmente
dato all'agricoltura, presso un popoloinnocente e sennplice, di Dio. Segue il viaggio che riconosce in Iskender il messo verso
e
la
Cina, poi il
certe sirene marine che coi ^'incontra loro canti adescavano i naviganti e li perdevano ; supera anche pericolose miracolosamente da un vortice nel quale gi" correnti marine, scampa marittima donde ogni l a stava per perdersi sua nave, e tocca una sponda volti in fugagliabitanti, da un sono mattina,al levar del sole, spaventati
orientale. Iskender
orribile fragoreche
e
quel suono nel quale egli, Ultimo viene il viaggio verso Settentrione, fragore. che disturbato nei era tra le altre avventure, s'incontra in un popolo dalla gente selvaggia lavori della pastorizia e dell'agricoltura e barbarica dei Yagi"g'e M"gi"g'; ma eglifa elevare una gran muraglia di ferro i pastori cui viene a rompersiil furore dei barbari, mentre attendono contro In fine, alle loro opere pacifiche. tocca una terra beata, imperturbati fosse l'et" dell'oro, vita vivono di una in cui gli come se ancor abitanti, nella felicenella e nell'amore, fratellanza, glianza, nell'uguaprosperit", semplice
sottomessi al volere di Dio, senza Tutto ci" " detto da richieste di loro stato; parlandoa s" stesso:
Da tocco perch"egli,
balli, dalle acque cupe. Ma Iskender fa battere i timabitanti costernati e fa cessare lo spavenrinfranca gli tevole
esce
ire,senza
nel cuore,
odi,senza
cos"
ambizioni.
aveva
quellegentifortunate ad Iskender,che le
come risponde
se
niente
Chi sianinoi dunque? E da che fummo Inviatiper mari e per deserti. da questoloco Forse avvenne perch" Fosse il nostro Perch" da Per passar? abitati
noi
noi
bramo Hai tu, consiglio Io pi" non prendi. Correr pel mondo attorno e ad ogniloco
Atto alla caccia tender le mie reti.
Di tutte Assai
cose caro
pi"
questo
sermone
veduta
"
sperto
il mondo sol per questagente Andato non sarei pel mondo attorno, Reggesi Ma si venuto ad abitar sarei e buona'. Havesplendordaquelli"2 Esperta A un recesso di monte e a Dio servire al mondo sostegno Son questegenti buone. Or, se pur questa Sareimi accinto.Da tal norma uscito " alviver norma, a che slam noi, Mai saria del viver mio non costume, regnanti? E se son questi Altra fede la mia non saria stata ! uomini veraci. gli
11 mondo
ma intanto,
Tali
pi" che
la
plativa, della terra,aver valore la vita solitaria e contemglorie Iskender di di cui la stessa dignit" profeta era qualesupera
(1) Cio"
gente buona
i monarchi
e
devota
governano Dio.
il mondo
soltanto
in quanto
sono
coadiuvati
da
(2) I
monarclii.
13
"
Pizzi,Storia
della
194
CAPITOLO
sf:sto
alla quale sappiamo che s'era dato Niz"mi, mistica, la sua esaltazione pi" splendida. racconto trova alla Une del meraviglioso Perch" egli, al fato comune. avuta 86. Ma anche Iskender soggiace morte vicina, si affretta di ritornarsi in Grecia; rivelazione della sua senonch" giuntoa Shehr-z"r presso Babilonia,egli" preso dal male, e oneste intorno alla vanit" volte ai savi che l'attorniano alcune parole per", in Grecia per consoalla madre sua larla, della vita,fatta scrivere un'epistola " Il cadavere in un'arca contento suo e muore posto rassegnato. libera la destra di dalla di mano foderata broccato, quale d'oro, sporge aveva a ci" cli'egli comandato, poi recalo a lui,pienadi terra, conforme in Grecia la morte Iskenin Alessandria. Risaputasi d'iskender, seppellire sale al tnjuo paterno;ma di lui e di R()shanek, poi,pensando der"s, figlio investito. Cosi la vita alla vanit" delle vita si ritrae ben presto in una solitudine a quaggi", i sette savi, stati gi"fedeli compagni del gran Muoiono contemplativa.
cose
di
monarca,
il poema
termina
con
le consuete da
considerazioni
morali. Firdusi
e
87. Sebbene
Niz"mi
volesse, almeno
che quegli lui raccontando con accanto a porsi Libro dei due circostanze toccato nel U", aveva gl'impefuggevolmente Una delle si " l a meta dirono di raggiungere quali questo stesso sospirata. che briciole sparse d'una ricca imbandigio fatto del non aver potuto raccogliere atto alla grande narral'altra si sta in ci" che egli non era zione epica. Non era atto alla grande narrazione epica,perch" gli dell'animo che fa creder come al poeta, vere mancava quellaingenuit" le cose intanto che le narra, pi" strane e lontane dal verosimile,onde vita e una forza indedescrizione finibili, narrazione una avviene che e pigliano da quell'accento di verit" che suole efficacemente sensibili, ma assumersi i soli da chi " convinto di
narrar cose vei'e.
quale
nes-
potutitrovare,
sun'ombra
calma
e serena
glicreda o sicch" eglinarra e beato, e narra, tranquillo cosi trasfonde in del sensibilmente si suo racconto, e come compiace egli di menti sovrane che altri che l'ascolta, questa soddisfazione sua, propria Di tutto cotesto aveva difetto e serene. alte, tranquille spaziano per regioni anima sensibile e delicata, Niz"mi. La sua era pi" anima lirica che epica,
l'animo
tanto
senza
per" che
a
le vicende
del mondo
ne
uomini degli
lui, perch"se
turbasse.
ogni parte de' suoi poemi, e in lui che se la pigha col destino, vedesi un'anima non tranquilla spesso scribaccini avversari emuli senza anche con gli e con e con gli sale, gli scritture. Anche Firdusi che le li sue saccheggiavano come egli chiama, al ma destino, quel suo gridare " gridarda vate oracoleggiantc, grida d'ira e di sdegno,che,se pure ha radice,come ha, nelsfogo platonico
turbamento appar
LA
l'OHSIA
ROMANZESCA
195
angustiato, s'impronta sempre e tosto di quell'epica grandezza che guarda dall'alto le cose nel loro insieme, tutte le vede e sembra non alcuna. Perch" Firdusi non parlain proprionome, toltialcuni distinguerne in nome delle vittime del destino crudele, ma delle piuttosto pochi luoghi, descrive i casi miserandi. Il racconta di e qualiegli gridar JNiz"mi, invece, " gridareaffannoso, proprio di chi non sa trovar sebbene, quando pace, del fato e della nullitc"delle cose di quaggi", s'abbandona egli, parlando al suo fantastico filosofare, accenti cosi dolci e sappiatrovare in compenso
l'animo di calma soavi, cosi improntati che la flebile
musa e
indefinibile malinconia, da
con
non
trovar
di Rumi
poeta epico, la quale ragioneanche pi" forte; sta in ci",che i tempi propiziall'epopea in Persia erano tramontati omai, che " noi fu il tentar l'epopea fuor di e e sappiamo sempre opera vana
vero
che
lui.
quando
tener si voglia
conto
tempo
tale che era dotato di luogo. Di cotesto, Niz"mi, come molto accorgimento e di gusto assai fine, forse facilmente pot" avvedersi;
e
fuor di
per"
lasci" condurre
tentar
nuova essere
in cui poetava, e dalla sua natura stessa, si via. Per la quale essendosi eglimesso mosamente aniil
dei poeti romanzeschi pi'incipe Ma quellainclinazione a Firdusi,principe epici. dirimpetto degli che riconosciamo in lui,talvolta trasmoda
veramente.
riusci ad
persiani
alla lirica
troppo di quente e troppo di freegliinterrompe la narrazione per filosofare, frequente anche lieve, afferra ognioccasione, diti reconegli per trovar significati E perch"la cerchia di questi in tutto ci" che descrive o narra. pensieri siano mistici nel di tanto come filosofici, caso Niz"mi, tanto non pi" ove
"
Perch"
ampia
le cento
avviene bene spesso che il poeta ridice da parer senza confini, saziet" e fastidio grande. Rincresce volte le medesime cose con che
poi di
molte si
trovare
e
eglinon
non
mai
un
suo
pensiero se prima in
che e sembra veramente ridetto; n" della non frase, parolasua perch" sovente, di circonlocuzioni, fatti molti tentativi di parole,d'immagini, clie ecco egliconclude di non saper trovar modo di esprimereadeguatamente quel tale 0 tal alti'o concetto. In prova di che veggasi come, volendo egli la purit"e lucentezza dell'acquadella vita nel paese delle significare tenebre, dopo quattro diverse comparazioni cosi conclude:
varie maniere
appaghi mai
n" della
natura
purit", qualmai
verace
aspetto.
qua e l" rende tale l'erudizione sua, non gi"
se
89. Questo
ostentala
suo
difetto del
pi" la
di
cercare
lui per mostrarsi erudito,ma adoperataper soverchia cura trovare e dire la verit" tra tante versioni differenti di racconti dinanzi. Perch"
che
glistanno
Niz"mi, come
fanno
eruditi gli
tede-
190
CAPITOLO
SESTO
e giorni
con
essi anche
stesso
diverse di
uno
fatto
per" bene
fa seguire narrazione se ciascuna all'altra, come spesso una avesse per lui lo stesso valore. Eppure anche lo storico deve saper scegliere anzi dai quellotra i racconti d'un fatto che gli sembra pi" probabile, diversi racconti
done un solo,e questo confermare mostranpu" anche cavarne i gradi di probabilit" maggiore.Che se tanto pu" fare lo storico, fare il poeta e dovrebbe stretto gi"da tanti vincoli, quanto pi" potrebbe al quale " pur concessa maggior libert"! Perch" al poeta, romanzesco,
quelloche segue l'arte sua, appunto per questa arte sua " in afferra per intuizione, sa tale libert"; e quand'egli usarne,
come
concessa
tutto
un
fatto
suo
in tutto
e
un
racconto
come
in
pi" racconti,ci"
giova al
non
intento
lascia
tutto ci"
seppe fare,e per",se non sempre, assai spesse volte procede impacciato dell'arte sua coi nostri dall'erudizione. 0 forse noi vogliam giudicare
canoni, mentre
egli seguivaaltro
norma
canone
d'arte,reputato da
"
lui
dai
paesanisuoi
le memorie
invariabile del
dei
che poeti,
passatoe del non lasciarsene a dietro uessuna. 90. Intanto, perch"eglivolle esser troppo fedele alle testimonianze fatto di dare unit" vera e interna ai non glivenne dell'antichit", sempre
suoi racconti. E il Libro d'Alessandro missione d'Iskender
come non
della
ma
profeta presso
sue,
come
sono
gentitutte
e
del mondo;
molte quelle
avventure
staccate
di che il poema anche all'influito senza potessemutar moltipllcarsi come l'altro delle Sette Lietta ha unit" artificiale, natura e d'intento. E Levia e e Shirina, detto, laddove gli altri due, Khusrev sopra abbiam Ma cotesto era e interna. gi" nella natura Meg'n"u, hanno unit" vera
stessa dei racconti
eran quali
venuti per
tradizione, e non
l'opera dalprocedette
di Niz"mi.
esprimendo nel
l'abbiam
suo
che egliva ci", i nobili e alti pensieri buoni e le osservazioni lungo raccontare, e i consigli di tutto
e
di buon
senso,
formano,
gi" in
altro
capitolo
detto,la
dose
sua
lode
vi
maggiore.Meno
sono
d'Alessandro,
perch" in
e
ma aura
minore
amministrati
Iskender
aria di v'acquista
soave,
di anima
dolcemente
fa dolcemente
fantasticare. Vedesi
e
sentesi l'uomo
soltanto si appaga piace. e come di questi pensieri tutte proprie di poeta lirico, e pi" lirico sono Queste belle qualit" che epico (ripetiamolo ancora) era Niz"mi. Dell'arte sua poi nell'uso di concepiree rendere nell'architettura della frase, ne! modo della lingua, detto gi" nel di queste immagini,abbiam le immagini, e della natura idee
e
de' suoi
LA
POESIA
ROMANZESCA
197
si trattava
del
suo
Tesoro
dei
nel 7^25 d. E. (1324 d. C), abbiam morto Dehli, gi" di tale,che, per alcune sue qualit" anzi come di poeta lirico, detto come U"fiz. Ma se nella il maggior lirico persiano, faceva presentire particolari, " tale non e originale, sotto questorispetto, eglipu" dirsi e nuovo lirica, anche troppo fedele imitanella quale si mostra tore nella poesia romanzesca, Di che Niz"mi. Niz"mi fu del suo imit",anzi grande predecessore rifece i poemi romanzeschi, riunendoli egli pure in un libro solo dal titolo di nome lievi mutamenti di Quintuplo, con per ciascuno, ma pur sempre Perch" il dal titolo arabo Mafia nella sostanza. suo quelli poema " poema mistico che corrisponde al u"-anvdr, cio" lo Spuntardegliastri, i cio" lo Specchio Tesoro dei misteri,di Niz"mi ; e VAy"neh IsJcenderi, d'Iskender Libro al o Alessandro, pure di Niz"mi; d'Iskender,corrisponde BesJit Bihisht,cio" Gli otto l'altro poema alle Sette Belt" corrisponde del re Behr"m-g"r. in quello, le avventure narrandovisi, come Paradisi, Gli altri due poemi poi,Khusrev e e Meg'n"n e Sh"r"na, Levia, hanno, vedesi, lo stesso titolo e lo stesso soggettodei loro modelli. come di questipoemi di Khusrev si debba e possa giudicare 93. Ora, come abbiam " dato a noi, che non di Dehli,non potuto vederne i manoscritti le rare edizioni che di qualcuno e nemmeno aver quasi tuttiinediti ancora state procurate in Oriente. Ma, se pure " lecito l'indovinar di essi sono
92. Di Khusrev
di
secondo
pu"
affermare
senza
timor di
che Khusrev
che quellaleggegenerale
ancora
perch" Khusrev
non
solo per non pot" essere gran poeta romanzesco, tuttifa inferiori ai loro ma modelli, gl'imitatori in cui la poesia apparteneva gi" a quel tempo
persianaaltro
e
gi" fatto
detto
prima. Di
ricordiamoci
detto cotesto, e ora abbiam sopra, nell'introduzione, caratteristicidella tarda qui die questo " pure uno dei segni
Khusi'ev pertanto, oltre l'inferiorit"propria degl'imitatori, poesia persiana. che " quel arte s" l'altro difetto che ha ogni non con reca originale, che sia,dalla sua altezza origidiscendere del genere, plastico o poetico naria dal nobile e solenne al volgare al pedestre e all'umile, e primitiva che non " sempre bello in arte, di render pi" forse con l'intento, trito, cile ovvio, pi" facile e piano ci" che altriha detto o fatto in maniera pi" diff"e e
astrusa. Onde
s'intenderebbe
rire potutoinsecerti d'alto valore nell'origine e nel soggetto, vere inezie,come puerili, questo, cio", per
come
mai
Khusrev
abbia
pio uomo
credere
nell'ascensione di Maometto
il
fatta al cielo,
marito
al medesimo trascorso.
in
donna
senza
e
che
un
frivola
" di Khusrev
gi" di
molti suoi
198
CAPITOLO
SESTO
dei
abbassa
cotesto
non
possiam
poeticamente e in forma di romanzo oltre i sopraddetti di soggetto Perch" trovasi che egli, poemi che sono del suo antico, altri quattro ne ha composti sopra soggetti tempo; e il cio" la Chiave delle primo si " quellodal titolo arabo M"ft"h ul-ftduh, del che le narra vittorie, imprese guerresche principedi Dehli,Gelai ud-din F"r"z-sh"h, negli anni 089 e 690 d. E. (1290-1291 d. C). 11
secondo ha il titolo pure arabo di Qirdn di due fausti pianeti, composto per cio" ul-saadayni, celebrare la
zione Congiun-
il fausto incontro di
del Bengala, nel 688 d. E. (1289 d. C). avvenuto padree figlio, principi i cio" ha la descrizione Nove Il terzo, dal titolo persianoNul"-Si'p"ln\ Cieli, le avventure della corte d'un principe indiano, e il quarto narra Khizr Khan d'amore del giovane principe la bella Deva! R"ni, figlia con due d'un
re
del
e
e troppo originale
fecondo
troppo imitatore.
95. Lasciando
600 d. E. alla storia Y"suf lasciando detto
parlare di
autore
un
(1203 d. C.) e
e
conosciamo, il
di cio" la Pioggiadi rose, che raccontava le avventure Giil-rtz, Mas"m la bella N"sh"beh, passiamoora a Kh"gi" Kirm"ni, autore di con celebrati poemi romanzeschi, detto appunto Kirm"ni nato nella per esser almeno di Kirm"n l'anno 679 d. E. (1282 d. C). Fu poeta lirico, provincia dai ({uali dal far le lodi dei Muzafferidi, a principio, poi si e cominci" si dice, per recarsi alla corte distolse per qualche cori'uccio grave, come di F"rs. di Sciraz,presso il principe Ab" Ish"q,signoredella provincia le Sembra anche che egli, tanti altri poetiche, abbandonate come pompe alla vita vollero della si la mistica, solitudine, consacrasse cortigiane, quiete sceltosi per guida spirituale ilsavio Ala ud-ilin Simn"ni. Mori nel 753 d. E. nel 742 o (1352 d. C), ma altri sostiene che la sua morte " avvenuta nel 745 d. E. (134.1o 1344 d. C), a propositodella quale eglicompose certa sua quartinacon evidente imitazione di Omar una Khayy"m o degli antichi poetiarabi,lodatori del vino:
Ouel (l" ch'io partir" da questa t(M'ra Col corda duol crucciato E dell'esseremio
il vetro spezzer"
una
Xoii
alcun pianila
Fuor
sovra
la touiha mia,
clic il mio l'uoi'
Xou
alcun ;j,eiiia
Contro
il fato, pietra
Liuto abl"andonato.
che allora
era
invalso, d'imitare
200
CAPITOLO
SESTO
con perch"eglicrede che Ilum"y"iinon con tanta jDassione, cruccioso e vorrebbe, corrisponda, Hum"y indispettito gli fugge quanta egli tarda a raggiungerlo in un deserto,laddove, piangente la e desolata, non de' suoi fedeli al colmo della felicit", Iluni"yallora, principessa. per uno che l'avean s'era tolto dalla casa quand'egli paterna,'' seguito compagni s" manda la della E mano figlia. l'Impeall'Imperatore chiedendogli ratore per risponde di volere acconsentire, purch" prima glisia restituita la la rinvia al padre. Il padre allora, violando la fatta proe Hum"y figlia; messa,
attendo. Ma
fa rinchiudere
in
un
profondo e ignotocarcere
essa suo
l'infelicefanciulla,
e segnidel coi'doglio
voce
che
" morta,
con
tutti i
degna del
grado,ne
celebra in
" pure intesa da Hum"y; deliberato ornai d" morire, si ritrae dal
suo carcere
Hum"y"n,
verit" al
lontano,trova
anche
modo
la
suo
fedele,che, armatosi
fidi e animosi
contro
con
la
ma ne e esercito; tolta dal carcere e maschi, e per" Egli non lascia figli fatta sposa del suo adorato Hum"y, gli succede nel regno e governa con Io sposo il popolo suo per molti e molti anni felici. 99. Tale " il bel poema antico di Kirm"ni; bello quanto al soggetto, indubbiamente in alcuna sua parte, ma trattato con poca arte dal poeta. Perch" egli, abbiam detto, il metro assunto,come epico di Firdusi,e col il anche inettamente imitare, metro non sa linguaggio ch'egli guast" nel le le resto tutto il racconto e le con stravaganti immagini, con iperboli metafore stranissime, le lunghe e prolisse le ripeticon con descrizioni, zioni alla maniera di Niz"mi che, come sappiamo, cento volte ridice la diverse. Ma Niz"mi " pi" eletto e castigato nell'ai'te stessa cosa con parole
ucciso da
ampio Hum"y.
sua,
lo stile
ne
"
pi" nobile
ed elevato, laddove
a
Kirm"ni, strascinalo
Delle freddure e degenera in trascuranza. gli darem colpa, perch" quello era l'andazzo dei tempi; e chi, anche
grande, pu"
nemmen
sottrarsene
interamente?
Non
se
sottrasse
inleramente.
"
Firdusi
gi" troppo
del intanto che Kirm"ni n" l'arte sovrana non aveva pieno di concettini, n" fine ed eclettico del secondo. l'ingegno primo, Gul e Navr"z (Rosa e Primo di dell'anno) 100. L'altro poema fu finito da Kirm"ni dieci anni pi" tardi, cio" nel 742 d. E. (\oA\ d. C), e fu da lui dedicato al ministro Tag' ud-d"n Ir"ip, che minislro dei Muzal"'eridi, il rimuner" l'epilogo. nelriccamente attesta eglistesso, riconoscente, poeta, come al lodi a Dio, al Pi'ofeta, Incominciasi,pertanto,con le consuete ministro protettoree mecenate, e seguesi narrando come un giorno il di re Fir"z, signore del Khorassan,giovane legNavr"z, figlio principe
LA
l'OKSIA
UO.MANZIiSCA
r^Ol
giadrodi
sentendo
corpo
adorno
rammemorare
di invaghisce
lei
non se
Navr"z, fortemente
della mente e del cuore, ogni bella (inalila la bella Gul, figlia di Grecia,si dell'Imperatore vista,mentre essa pure, al solo sentir parlaredi innamora. Chiede il giovane di andare ne attorno di
col secreto intento di trovar la sua bella,ma incontra un per il mondo caduto in profonda malinconia, si forte ostacolo nel padre; perch"egli,
d'ognimaniera di conforto. Soltanto un nome Mihr-pest, gran mandatoglidal di consolarlo modo due storie di giovialquanto, narrandogli netti padre,trova di l 'altradi una amanti, soggetto persiano, soggettoarabo, pervenuti, alla loro felicit". Un'altra storia gli" e mille ostacoli, dopo mille pericoli di esso Mihr-pest, storia di amanti, infelici anche narrata dal t"glio dapprima e anche e poi felici; questa glid" qualche conforto e speranza. Ma iNavr"z, la desiderata licenza al partire; alla fine,pu" impetrar dal i)adre per"egli di alla corte laddove dalla nutrice della ne va dell'Imperatore Grecia, se
savio, di
sua
ritrae dalla
compagnia degliuomini,
mostrandosi
schivo
la lieta notizia che la fanciulla pure lo ama. La nutrice si che porta i messaggi dell'uno all'altrodei due amanti, finch" " poiquella Gul intende fatto conoscere il il valore di Navr"z, che
e
poi,essendosi
muove
per
l'Imperatore
e
contro
mano
ottiene la
e con
ritorna
alla morte
padre,egli regna
di lui da
un
magnifica pompa la sposa nel Khorassan, laddove, felice per alcun tempo. Una conginratuttavia,
nozze a principeQob"d, glitoglie un
le
tratto
vita.
come
confrontarlo con " assai l'altro, vogliasi cosi si pu" giudicare, vario e pei-", se meno pi" semplice nell'intreccio, adorno nella sua architettura e nel disegnodell'azione, e meno se pure il poeta, nel tesserne il racconto, non l'ha reso di pi" bello e pi" fiorito; che non sappiamo e non possiamo dir nulla,perch"del poema non abbiam " stato intanto che il datone sunto diretta, or ora potuto aver conoscenza che pot"leggerlo. dato secondo l'Erdmann Ma l'arte, deve o non non forse, dissimile da quella dell'altro poema. Noi intanto osserviamo pu" esserne che
ne a
dei Re
il sunto
che
nel
capitolo precedente
abbiam
dato,non
e
sar" potuto
mutati amori
i nomi di
alcuni
Gusht"sp e
mano
che ilsoggetto di questo poema, sfuggire lievi " pochi e particolari, quello stesso degli di Ket"y"na,che formano dei pi" leggiadri uno sodi epimaestra
trattatidalla
di Firdusi. Perci",ricordiamoci
alla corte
che anche
di dell'Imperatore soltanto in sogno, s'invaghisce y"na, la bella Ket"che occhi di divenuto suo cero, suocostui, figlia dell'Imperatore; agli mostrati alcuni atti egliacquista pregio grandissimo dopo s{)lendidi di valore e vinti i nemici in guerra; che ritorna in patria la sposa e con Soltanto l'aggiunta dei tre l'acconti per regna dopo la morte del genitore. il consolare e giovane Navr"z, dev'essere certamente aggiunta posteriore,
lasciata Gusht"sp,
la
reggiapaterna, trovasi
202
CAPITOLO
sp:sto
Kirm"ni; il quale,quanto al soggetto vero trov" questa storia in qualche altro libro n" s'avvide che
allo stesso
o
del
essa
lo contrafTaceva, ovvero
ancora,
o e
la raccolse da
qualchetradizione
che certi racconti abbian vissuto
e
" avvenuto
gi" lo sappiamo,
di
vivano
ancora,
dei romanzi
popolo in
Persia. celebre
e
102. Ass"r
non singolari'
romanzo
veramente
assai
strane
intralciate avventure
che vi si
raccontano,
amoie,
ma
.li due
di e non perch"esso narra una storia d'amicizia, Mihr e iMushteri (Sole e Giove),una coppia di giovinetti
ancora
amici
teneri
simile fedeli,
quella di Oreste
Pilade, di Damone
era
Pizia. Ma
il poeta che
trinale dotsignificato e ilsuo e allegorico, soggetto era acconcio per cotesto ; anzi Gi"mi, faceva ne che pi" lardi,come vedremo, tratt" soggettosomigliantissimo,
dare
una
certa
sua
del corpo.
suo
sono opuscolo,
ma
prettamentemistici;
sono
toccano
il
soggettodel poema,
ammonimenti
amici suoi,o sono il poeta stesso e alcuno degli sioni digresrisguardano Cotesto abbiam veduto in di morale. intorno a cose gi" vaghe ancora e non Niz"rni che gi" era mistico, ma pur sempre romanzesco, ad alcuno de' suoi romanzi. Comuntiue allegorico seppe dar significato sia di cotesto," certo che Ass"r, componendo il suo poema, fosse o non fosse mistico
accorse
un se e
tutta nuova;
di che di
non
eglistesso si
aver
quando,
certa
composto
sensuali. Eccone
intanto le
parole,
dirittamente
Oiioslo lec'io(licoscienza
alieno e del
cor
scevro
Di Mihr
Mnshteri narrando
per sndi
inipnri
abbiam
103. Ass"r
vita di
sua
era,
come
ma
della
nulla
sappiamo,eccetto
casa
eglifu della
corte
del
Bagdad,della
liricie del
disse le lodi. Vedendo quale volta anche se assai poco riguardo e qualche
Ass"r
a
ai
faceva
sua
ritrasse
nativa
dice esser ch'egli il suo il sultano Uveys, compose doveva essere certamente poema, e vi mori nel 779 o nel 784 d. L. (1877 o I.S8-2d. C). Qualcuno lo chiama per amico
suo,
anche
Att"r,
subito
un
ma
il
suo con
vero
altro
ne
ha trascinato
affermato
che
il poeta
era
LA
POESIA
ROMANZESCA
203
del
guardare al tempo della morte dell'uno e dell'altro poeta, si vedr" che del mistico Att"r,perch" Att"r mori, passata Ass"r non pot" esser t"glio d. C), e Ass"r mor" al pi" presto l'et" di cent'anni,nel G27 d. E. (1:2:29
nel 771) d. E. dell'altro v'"
(1377 d. C),
secolo di Ass"r
per"
e
mezzo
tra
la morte
dell'uno
la morte
quasi un
non
possiam dare
molto
togliendolo
dirne quanto al valore intrinseco, e non e dalTHammer, dall'Ouseley perch"non ne abbiam potuto vedere che scarsi frammenti, nelle opere di Gi"mi e delTIIammer, e soltanto alcuni passiche daremo in un tradotti, manoscritto dell'Accademia dei Lincei
tuttora
a
Roma,
alcuni
distici che il
inedito.
Sappiam
composto
ad imitazione
di
gli storici
giudizioche " concorde,ne dicono meraviglie. doveva dilettare e piaceresommamente E veramente in tante e nuove esso taglie, e inaspettate diverse,di batavventare, in tante descrizioni di stagioni di viaggi, di deserti, di palazzi, di caccie, di giardini; nelle quali sembra che Ass"r fosse abilissimo. N" sappiam dire se egliebbe da fonti del suo racconto, o se di piantal'invent"; antiche ilsoggetto inclineremmo n" sappiam bene il pei'ch", alla seconda opinione, tanto pi" che tuttavia, che favoriva ognipossibile l'invenzione dei soggetti veniva allora allegoria, di moda. Non tutto per" deve essere stalo inventato da lui; e certamente dovette venirgli da fonti assai pi" antiche quel particolare delTamicizia di ci" che " pure un parMihr e Mushteri per la quale essi furono separati, ticolare
del nolo diremo
l'omanzo
Biancafiore. Ma
di cotesto
pi" lungamente
re un
105. Adunque, il
aveva sepoli),
risiedeva in Istakhar
(Per-
ministro
aveva
bellissimo di nome Mihr (Sole), fedel e il suo figlio di nome Mushteri (Giove), i leggiadrissimo pure un t"glio
essendo quali,
amavano.
di
ecco
si
Ma
d'un figlio
di mal
tanto e col padre, invidioso egli pure, fa,che il quell'amicizia, di Mihr la rappresenti al re Sh"p"r come illecita e pericolosa. precettore Perch" il re, venuto subilo in gran disdegno, comanda al ministro di tenersi a casa il figlio " duramente tanto dato quel comando, che suo; ma il ministro,trascorsi alcuni pochi giorni, di dolore. I due teneri muore nella forzata separazione; soltanto amici, intanto, soffrono e penano Mushteri ha di quando in quando qualche notizia del dolce amico per di un fedel servo di nome Beder. Ma, un giorno,una lettera di mezzo
occhio
recava
Mihr
caso
nelle mani
re.
molta sollecitudine la
e
da
leggere al
Ecco che
il fedele
animoso
a
Beder
signoreche
li condanna
morte;
menati
"04
CAPITOLO
SRSTO
lasciano la citt" e trovano asilo nelperpetuo esilio, intanto che Mihr infelice, dopo acerbi rimproverie molte miiiaccie rir"qa, fondo di nel torre. di morte, " gettato una Bihz"d
e
mandati
in
106. Intanto,Mushteri
assaliti da certi ladroni da
Ceder, nell'avvicinarsi ad nn castello, sono ad onta del valore strada, presi, incatenati,
nel difendersi, e chiusi nel castello per esservi riserbati a crudele spiegato del vederli Ma la donna del signore del castello,impietosita supplizio. di fuggire; usciti e avvenenti, porge loro destro modo perch" essi, giovani celatamente di deserta
carovana
sfinitie
pagna cam-
d'una
ilgeneroso Mahy"r, liraccoglie e li conduce, graditi sopraggiunta, suoi, nella citt" di Bey. In questo tempo, anche Mihr ha potuto ospiti la libert"; oltremodo desideroso di rivedere il suo perch"egli, ricuperare di gran prezzo, s'invola secredolce amico, avuti dalla madre certi gioielli l'India credendo che in quella alla casa paterna e si volge verso tamente Tre fedeli compagni Mushteri abbia trovato terra appunto il suo rifugio. viaggianocon lui. Ma Behr"m, 107. He Sh"p"r non pu" consolarsi della fuga del figlio. stesso domanda d'una ricca se egli la speranza con ricompensa,gli possa andai' per il mondo, travestito da mercante, alia ricerca di Mihr. Perch", si mette in dal re, egli di molti denari e di molte cose preziose provveduto eglis'incontra nell'odiato viaggio, quand'ecco, per la via dell'Azerbigi"n, Mushteri che col
suo
con
un ima
altro compagno,
Mihr"b,
va
Dopo
e
fa
compagni di
sventura
laddove un re di Derbend spiaggia, cacciando per quei luoghi,tutti li accoglie e soccorre con che andava il molta umanit". Trascorso qualche tempo, Mushteri, sebbene generoso alla ricerca che malvolentieri lo lasci r itorna tanto sua re assai partire, stenti catena delmolti con sta e a pericoli l'aspra cuoi'e, e passata gli si sofferma a riposare l'Alburz, alquantoin una regionetutta bella e sparsa di giardini. 108. Anche Mihi' coi compagni suoi si affretta per via, fuggendo Tii'a fa naufragio, ma ecco e sale su d'una nave; ch'egli paterna.Giiuige al mare solo coi altri l addove che tuttij"criscono compagni gli naviganti, egli
di salute, vien portato dalle onde ad un'isola deserta. Gi" essi disperano di frutti deliziosi, bench" l'isola sia abbondantemente (luando pi'ovvedula
un
mercante
di
nome
Sherf
prende con
s"
lui
molta
benevolenza.
Mihr
esso (piale " in viaggio, Gi" tutta la carovana quando la compagnia di Mihr le " del maggiore aiuto,perch"ilvaloroso giovane uccide un N^one e mette in fuga masnada di ladroni, onde glitocca una ricchissima preda.Giunto alla una
LA
l'OKSlA
HOMANZESCA
205
il quale " sempre della bellezza, Sherf, pi" meravigliato della bella della graziae del valore di Mihr, e gi"gliha detto alcuna cosa si reude nel di del N"li"d, t"glia Keyv"iire cospettoregaleportando paese, anche " dal re intorno alle e seco doni; perch" interrogato magnifici di far molte lodi del giode' suoi viaggi, avventure eglinon pu" a meno vane Mihr. Re Keyv"n desidera vederlo;e il giovane,col suo leggiadro
cill" di Kh"rezm,
con aspetto, re
le sue
con
una
lode del
fa improvvisata,
il quale,gi"avendo grandissima,
e
avvenente
a
riempie re Keyv"n concepito opinioneche l'incognito donatolo riccamente, vuol sottometterlo garzone sia di nascita illustre, stupirtutta
la corte
e
di ammirazione
certe
sue
prove.
109. Le prove sono otto,cio" della lotta, degliscacchi,della scrittura, della forza della musica, dello sciogliere e dell'agilit", enigmi, giare, dell'armegdel cacciare;e in tutte l'animoso fanciullo tocca
splendidavittoi'ia;
tatori dagliesultanti abie ama
anzi,avendo
ucciso nell'ultima prova un a per sbranare il re Keyv"n, " menato di Kh"rezm. Tutti l'ammirano, e
ma ne ecco
in trionfo
pi" di
e
tutti l'ammira
il re;
se
di costui, la bella N"hid, perdutamente la ("glia che, intanto, nutrice di lei,fedele di consapevole
trova compiacente,
La invaghisce.
modo
di
anche vista da lui, di lei, non ma gi" scopre che anche Mihr " invaghito da lui conosciuta per le molte lodi che di lei si fanno. Eglituttavia non pu" dimenticare ildiletto amico suo, il suo Mushteri,al quale va pensando La nutrice, alla innamorata fanciulla reca festosa intanto, giorno. ed esultante la notizia dell'amore del giovane straniero per lei. ambasciatore di Qar"-kh"n, fiero principe 110. Intanto, di Samaiun canda, viene in corte di re Keyv"n e chiede in isposala bella fanciulla Ma il re, che gi" era deliberato di darla al suo diletto per il suo signore. onde Qar"-kh"n, cruccioso e sdegnato, Mihr, risponde con un superborifiuto,
notte
e mena
contro
il Kh"rezm
non
un
esercito
perde d'animo; ma una a Qar"-kh"n, nella quale Mihr fa prodigi di valore, gran battaglia perch"egliscompiglia le schiere nemiche, uccide i miglioricapitani, Io stesso Qar"-kh"n, che re Keyv"n, al cessar atterra e fa prigioniero della vorrebbe punir di morte, ma che, per intercessione di Mihr, " battaglia,
rimandato libero nel
e
sofferta.Re
Keyv"n
si
suo
tributo. annuo regno sotto condizione di mandare tutto l'esercitovittorioso ritornano trionfanti in citt",
nozze
ha deliberato di affrettar le
una sera
del valoroso
re
garzone
lungamente erasi trattenuto con Mihr in un giardino a ber del vino sotto glialberi lutti in s'addormenta Mihr, allontanatosi per un istante, dersene avvefiore, quasi senza in un luogo ombroso laddove egli" veduto da N"h"d e solitario, che per caso passava di l", ciulla accompagnata dalla nutrice. L'innamorala fanabbandona il capo in grembo al leggiadro garzone, il quale,come
la
Ma figlia.
di
in primavera,
cui il
20()
CAPITOLO
SI-STO
soltanto all'apparir dell'alba, giiamanti perch", parole, il delirio dell'amore, s'inducono a separarsi. Ma, cessato per un momento doloroso ch'egli che Mihr " assalito dal pensiero oma", per un altro ecco del suo viaggio, ha potuto dimenticar la meta quella di andar in affetto,
tempo,
suo
amico
e sa
cizia amiche
in lui doloroso
o
ostinato contrasto, e
o
l'infelicenon
il cielo
di
darglilume
di
di toglierlo
tanto
vita.
tratto di terra
111. Mushteri
abitata
Mihr"b Beder e con l'amico suo, con cercando sempre Egli invia Mihr"b in citt" presso le porte della citt" di Kh"rezm. quando, addoi'inentatosi con gli trovi un luogo da pernottarvi, presso la via intanto
venuto
giunge
perch"
Beder
Behr"m,
ad
schiavo di attende che Mihr"b ritorni, uno ch'egli nosce ricodel suo signore, attinger acqua per la carovana Fattone da lui
i due s'avvicina
addormentati.
scina i due miseri e seco li trafa caricar di catene furore, e le percosse, quando Mihr"b, intanto che torna dalla citt", giunge e vede la sorte dei suoi compagni. Perci",tornato con ansia laddove egliha udito parlardi Mihr con in citt", gi-andissima e tremore
con
lode, trova
modo
con
le
e preghiere
con'
le
lagrimed'introdursi
fino alla
dere l'accaduto. Mihr alloia, impazientedi rivepresenza di lui e di narrargli l'amico suo, ricorre per aiuto al re che tosto con gran sollecitudine fa
cercar
di Behr"m,
ordinando
di menarlo
nel
suo
cospetto, appena
si
potuto trovare. P^cco adunque che Behr"m, intanto che Mihr si tien celato dietro una cortina," introdotto nel cospetto regale,e vengono lui anche Mushteri e Beder,tutti sanguinosi introdotti con per le toccate dal re, rispondeiiehr"m che Mushteri e Beder erano percosse. Interrogato ch'erano essi fuggiti da lui, aveva ogni diritto e ch'egli gi" suoi schiavi, non Mihr, allora, pu" pi" trattenersi; ragione di cercarli e di puniiii. il bugiardo confonde balzando dal e svergogna suo nascondiglio, perch",
sia
lagrimedei circostanti si gettanelle braccia del suo caro amico. di Behr"m, gi" " pronto il carnet"ce per la condanna Gi" il re pronuncia belle domanda ne con quando Mushteri, inginocchiatosi, decapitarlo, di tutti gli astanti, La grazia, nella commozione gli" parolela grazia.
e
tra le
concessa;
e
quale contrastano rabbia e vergogna trascorsi pochigiorni, non offeso, ratament compiantoda alcuno, dispeoi'goglio
ma
il tristo, nell'animo
del
muore.
assai breve stagione, Keyv"n allora, lasciata passare una tutta la Fatte le qualicon della sua s'affrettaa celebrar le nozze figlia. della Mihr vedesi al colmo tutto il giubilo, felicit", e con quando pompa abbandonati de' suoi memoria rinasce in la genitori cuore gli improvvisa memoria lo rende malinconico che ora forse lo piangono estinto, e quella domanda la cagione, e e dolente. Di cotesto avvedutasi N"h"d, essa gliene 112. Be
^20S
CAPITOLO
SESTO
ironia leggiera
tutta
loro
onde particolare,
strana
cercarla sul serio. Per", grossa appar burlesca, laddove Assar sembra festosa di quel romanziere intanto che piace la stranezza nostro, spiace
pei'siano, perch" vuole esser grande, e non " e non pu". Ma ai difetti dei tempi suoi, inclinati a volere il nuovo ad eglipartecipava intanto che gli resta il ogni costo, e per" bisognascusarlo in gran pai'te,
10 sforzo del merito
e
non
dubbio
dell'aver trovato
con
soggetto cosi
nuovo e con
vario di
conto rac-
d'averlo condotto
bell'ordine nell'insieme
di proporzione
parti.
che che S"veghi, noi gi" abbiam
115. Anche
e
gi"maestro
tra
amico
del
conosciuto
volle comporre due poemi romanzeschi ad imitazione di poeti lirici, Niz"mi. Uno dei quali si " il Gemsh"d e Khorshid, storia d'amore, in cui l'antica Gemshid, non pi" il gran (iemshid del Libro dei Re, fondatore mitico delche monarchia si ma un iranica, giovane principe immaginario dice t"gho dell'Imperator della Cina, s'innamora della bella Khorshid, di Grecia. Narransi le avventure, al solito, dei due figlia dell'Imperatore fu comamanti e si dipingela loro conseguente felicit". il poema posto Intanto, il quale, alludendo da S"veghiper preghiera del suo regaldiscepolo, ai poemi di Niz"mi, glidiceva un giorno:
Di Fci"k'kI e Kliusr"v divenne anticd
non
zecca,
al poema, come attestano la dimenticanza qualiparoledella prefazione ad avere che ornai s'incominciava zeschi, degliantichi racconti epicie romancosi mostrano anche il decadere di questa poesiada romanzo e il anche pi" suo agliargomenti frivolie da poco. Tal particolare precipitare Le si manifesta il Libro due nell'altro poema che " pure di
amoroso,
amanti giovani
veramente! il poema, strana cosa gettoamato). E S"veghi compose per consolare il principe Beyr"mUveys,aUorquando il suo paggio favorito, l'anno 761 d. E. (1350 d. C), lo abbandon" sh"h, per un lieve dispettuccio,
bellezze. Cosi il poema romanzesco poteva discendei'e ad appropriarsi, por farne soggetto de' suoi di corte e alle bizze degli sbarbati favoriti dei racconti,ai pettegolezzi per recarsi presso altro ammiratore delle
sue
ima
appresso
vedremo,
diventava
zioni fatte precedere le solite invocaKhoi'sh"d, delle consuete storie d'amore, e lodi di Dio e del Profeta, narra una dell'Imperatore secondo la ((uale il giovane Gemsh"d, animoso e leggiadro figlio dell'Imdella Cina, ode le lodi della bellezza di Khorshid,figlia
Il poema
Gemsh"d
LA
POESIA
KOMANZKSCA
209
se
ne
Domanda
con
va, incontrando
diverse
e naufragio il fedele Muhr"b si reca destramente nelle stanze della Intanto, bella Khorshid, e tanto fa che poi introduce nel suo cospetto il caldo e
mostri
dragoninel deserto
facendo anche
in
mare.
copiosedi vino
il
passata ti'acanti e suoni e con intanto leggiadri paggie avvenenti ancelle, riferisce anche le appassionate ghazeleo canzoni,mutando
una amore
Descrivesi
notte di
tutto cotesto,fa chiuder padre di Khorshid,risaputo la t"glia in un castello, laddove,di raro soltanto e sol per pietosa di cura amici compiacenti, ella ha qualchenotizia e qualche lettera del suo fedele Passano intanto lunghi amante. fattisi la nascita giorni, finch", conoscere
e
il valore di Gemshid
lo
premia
che trionfa d'un re, nemico peratore l'Imdell'Imperatore, col farlo suo in isposa. genero dandogli la figlia
con
"
la
padre,regna felicemente. chi si ricorda del Libro dei Re, di Firdusi, alcuni puntiparticolari, volmente ageavr" riconosciuto ilvecchio
corte
romanzo
in Cina,laddove,morto il compagna Tale " il soggetto del poema, nel quale, tolti
sua
di
in
avventure
dato stenti,
scere cono-
la nascita, cio" la bella Ket"y"na. ne sposa la figlia, cio" il 117. L'altro poema, Libro dell'Esiglio, s'" come per consolare, il principe detto, Uveys della fugadel
e suo
e la soddisfazione disperazione e
di due
Oi' dalla lingua mia, prence e signore, Vieni ! l'istoria de' ilne amici ascolla!
altre storie
se
ne
descrivono i
secondarie, giuochie
la tristezza nella
anche
soverchio
e
di
volendo paradossi,
pegno
della
prossima gioiadel
tornare
insieme. E
va
afferma che lo stare insieme ha in s" iltimore pi" in l", perch"egli della futura e prossima separazione. In questa guisa,faticosamente forzando la verit", termine il che a mena non S"veghi sappiamo se poema tanto valesse da consolar veramente l'afflitto che suo padrone poi gliene dovesse
essere
riconoscente la
si
istoria (qui tratta ad adattarsi a un caso pietosa di Mihr e Mushteri, particolare) gi" composta da Ass"r, di Fiore e orientali
e
occidentali.
essa
di poeta romanzesco, si S"veghi nella qualit" " pur sempre leziosa che gliabbiam quell'arte
persiana, voi. II. jjoesia
Pizzi,Storia
della
210
CAPITOLO
SESTO
([uantoalla dizione e all'espressione sia alquanto pi" naturale e sciolta. Ma in poesianarrativa,essa fanno glialtri poeti del tempo suo, torna laddove, come l'artificiosuo alcuna sua allegoria dicendo e segue o va parlaper metafora o compone in senso quando alcuni suoi nomi propri si doppio, specialmente cose nato, Cosi,per esempio, nel primo poema or ora esamiprestano a tal giuoco. il fuggiredella bella Kliorshid e il destarsi del giovane Gemshid di Kliorshid in perlontano da lui che si desta, appunto perch"il nome siano anche modo da narrati in il sole,sono significare potere significa cui Gemshid " si desta la del sole a tramontar luna, assomigliato, quando incertezza nel Per" dall'Oriente. una si leva grande quanto e poema regna
sebbene rimproveratanelle liriche,
ora,
alla determinazione
esso
non
che
nel
suo
insieme
gi"
da Niz"mi,
senza
cangiar di metro,
coble staccati,
e rima, nella narrazione;i cangiando metro quartine, nel suo corso, in s", ma guastano il poema ornamenti quali posson piacere vorrebbe "ssere interrotto. Ma quelle avventure che per natura non sua nenie interminabili, e quei lamenti infinitie quelle d'amore sempre eguali ai nostri Allora come piacciono piacevano, son pure stucchevoli e noiose! ammalate di nervi le solite fanciulle isteriche, i solitiromanzi con giorni i solitigiovani le solite mogli infedeli, da dirsi, con con e di desiderii non
oneste e belle. per tutto fuorch" per le cose 119. li"cordiamo ancora qui,senza che possiam dir nulla
0
della
sua
alcun
intorno giudizio
stato
ud-d"n
Ahmed,
detto comunemente
essere
e
alla
Gelai
e
abile
disse
qualcuno.Perch",
e
canzoniere poema
a
alcune
lasci"
romanzesco,
egli persiana,
d'invenzione,
Navr"z
delle solite storie d'amore, raccontandovi,i)er quanto pare, dell'anno), mine dei Muzatferidi. Gelai condusse a terdella casa dedicatolo a un principe nel 734 e mori nel 705 d. E. (1333 e 1392 d. C.). il suo poema
120.
conosciuto
come nono
Viene
come
ora
in acconcio
il ricordarsi
auche
di
K"tibi, da
noi
avviene secolo
gi" inclinante al mistico,anzi gi" mistico, poeta lirico, di questo temjw. K"tibi era del di quasi tutti i poetilii-ici
e mori di peste neir838 (l434 d. C.). Compose, oltre dell'aggira anche un Quintuploimitando, come Mz"mi; ma glialtri, le poesie liriche, secondo il Rieu, a stento sia giuntoa comporre un poema pare che egli, di al dei misteri, Niz"mi, (juando mor". che doveva corrispondere Tesoro
Trovasi
un
altro suo
poema
soggetto,
quale faceva
di
raccontava
aveva
pietose
a
primo Niz"mi
la retorica
tempo
pi" raffinata e
ad
essere
leziosa viene
guastar la
cosi si poesia,
pu"
dire che
incomincia
unico lavoro
L.V
POESIA
ROMANZESCA
211
di vero immiseriti nella fiacca et" e privi il ingegno poetico, poeti, gi"venuto in uso anclie prima, ma ora salito in onore allegorico, poema dei generipi" falsi e scipiti Nel quale,uno certamente in grandissimo. antichi d i raccontano si non pi" storie pietose amanti, toltone letteratura, n" i personaggi si pigliano alle tradizioni del {)assato, in preil soggetto stito intanto clie sono s'inventano d'un tratto e di pianta, dalla storia, ma due giovani innamorati, dei qualisi raccontano, con e sempre sempre le pi" strane e inveroreconditi e con intendimenti sottintesi, simili significati Che " l'invenzione non avventure. se felice, perch" questi sempre romanzi son tuttid'uno stampo medesimo, e il pi" delle volte essa " ben le strane e inverosimili avventure cosa, almeno povera e compassionevole col quale il Byron,e diciamo anche un fossero narrate con quell'intento dei Dumas romanzi avrebbe
senza pi",
e
di amanti o composto i pietosi ci" illettore Perch",quando pi" intricatie meravigliosi. pur fosse,
un
Sue, hanno
narrato
casi
il diletto immediato
del racconto
narrato
come
racconto
nulla
da tormentar la mente egliavesse razione per trovar sotto la narvuoisi quando c'" allegoria. come recondili, Invece, significati ed eccoci questiromanzi, dal tempo di K"tibi in poi,son tutti mistici; che intanto al punto che gi" nella introduzione abbiam fine in un solo intento che " mistico,la lirica amorosa
Perci",le avventure
per che fra
umana,
amanti degli
la
questipoeti misticamente
l'anima del-
in terra, che sospira di ricongiungersi Dio a pellegrina Col qual significato, essi sono tutti eguali " ilsuo divino amante. come che uccide la cos" diventano anche intanto loro, poesiavera, l'allegoria
e
noiosi
riuscendo stucchevoli,
alla fine
non
destare alcuna
curiosit" nel
alcun interesse in chi ascolta. Le mosse, del resto, si son lettore, prese da Niz"mi stesso, che, come gi" abbiam notato, d'Alessandro o Iskender ha fatto un messo di Dio, circondato d'aura profetica, al quale altres", in sul
egli fa confessare che lo stato della vita lunga carriera, mistica " superioredi gran lunga a qualunque altro stato di quaggi".Per schiudeva la via al misticismo perch" tal modo, Niz"mi consapevolmente
termine della la schiudeva e inconsapevolmente poesia romanzesca, quando nelle altre sue storie d'amore incastrava tante e tante all'allegoria, trasformava considerazioni morali e spirituali, in angeli i e di uomini Anche amantisi di platonico suoi personaggi, amore. Ass"r, in cotesto,
entrasse
nella
piccolacolpa;e veggasiper ci" quanto abbiam detto Mihr e Mushteri. Notisi poi ancora che certi persoavanti del suo poema naggi hanno nomi di assai chiaro significato, di Niz"mi,di Ass"r e di altri, i quali, mentre indicano,presicome ne sono, questi stessi personaggi, inerenti e proprieal significato notano certe qualit" c ancora allegoricohe
non
ha veramente
il
soltanto di Filneh
che
fu la
schiava
amanle
Behr"m-g"r,e
che fu la seconda
Khusrev
'21'2
CAPITOLO
SESTO
dolcezza zuccherina,fanno conoscere seduzione, e il secondo, in persiano, anche li invent", U adoper" tuttavia con manifesta che Niz"mi, se non coscienza di
usar
nomi
di
Dato signit"cato.
il quale
e
poeta romanzesco,
tutte
mistici e non mistici, a questa et" pi" tarda,romanzi con parti, che hanno nomi di significato 0 forse l'uso " allegorico.
pi" antico di Niz"mi che lo trov" nel popolo,ci" che ci sembra assai pi" anche nel noto poema popolaredi R"min e Visa,alcuni perch", probabile, M"bed e Zerd come (sacerdote) (biondo) e Gul (rosa)recano personaggi,
nomi di assai significato us" anche
noto. Resta
che
senso
vezzo
che invalse, ne
troppo in
allegorico.
detto,potr"parere digressione, se
almeno inutile,
posta fuori di luogo,perch" incastrata nel punto in di K"tibi. Ma a noi " parso di poterla fare,perch" parlar
che appunto al tempo di K"tibi facciasi intei'a e piena questa trasformazione del romanzo in romanzo mistico. E vero e allegorico diciamo qua
come
e
cotesto trovasi
prima, se
trovasi notato
e
che
un
anche
il gran
romanzesco e
m"stico
con e
Att"r,
goria alle-
Gul
e
Re (il
la
Rosa),
hanno poemi mistico in parte,mentre Ma, tornando a K"tibi, egli, allegoria. poeta lirico, un suo con Quintuplovoleva imitar quellodi Mz"mi, componeva poi certi in quel modo col vezzo dei nomi e mistici, significativi, poemi allegorici intento che abbiam descritto in e con quell'unico sione. questa nostra digresche K"tibi " di quei lirici Notisi ancora dubbi che non si sa bene se tra il vecchio e dicano l'amore vero o il mistico, e che per" stanno come al suo il nuovo; la qual cosa si avvera anche qui,rispetto fare romanzesco, che tiene, da una parte, a quellodi Niz"mi, e dall'altrainclina alla
e
se
pure,
sembra, anche
di Ass"r
di Kii-m"ni
maniera
nuova.
Ma dei
poemi
romanzeschi
recare
non
con
vanno
sotto il nome
non
di lui,non
conoscere
possiam
non
innanzi
gi" farne
il contenuto,
gi"
n
darne
averne
dei titoli,
sono,
sono
saggio per
adunque: NcUir
romanzesco
e
Manzi"r
con senso
(ilRiguardante e
mistico; Iliisn
amoroso,
altro poema
dello stesso
esso
Gul-anddm
e
de'
che pii,
" poema
fatto ad
tazione imi-
quelloche
di K"tibi abbiam
detto,non
in modo
assoluto cbe
che noi, a senza potuto comporre questo punto al quale abbiam condotto la storia del genere romanzesco, ci troviamo in quello stesso dubbio in cui ci siam trovati quando pai'Iavamo
si sia
LA
POESIA
ROMANZESCA
'2V"
lirica e poesia
se essa
certezza
non
di questa non si poteva Perch",come in senso gorico, alleproprioe vero o in senso parlasse
amorosa.
avendo di
alcun
modo
ora
di
questaet" non possiamo affermare se raccontino da senno nel dubbio che per noi non e siano mistici. E per", 0 adoprino l'allegoria si potr" si pu" e forse non mai, tanto pi" che non abbiam potuto scioglier da rinvenire,ci appaesaminar questi e difficilissimi poemi inediti ancora gheremo nomi i i lasciando di notarne che titoli, aggiuntivi degliautori, definire la un altri, giorno, vera, possa prendendoneconoscenza questione Del assai solo notar ne non qui, resto, pochi possiam presente. per le anche perch" essi appartengono ad notizie che ne abbiamo, ma scarse alla qualenon abbiam rivolto i nostri studi. un'et" delia letteratura persiana
certi romanzi
124. Ricordiamo,
(1448 d. C), autore alcuni cavati dalle diverse forme delle lettere dell'alfabeto di parole, giuochi che sono i consueti trastulli dei onde esse parolesi compongono, uno poetisenz'anima, senza cuore, senza cervello. E Fatt"hi " veramente scrittori che pure a' suoi tempi ebbe molta fama, e che, de' pi" insipidi
tra le altre opere
neir852 d. E. morto adunque, Fatt"hi di Nish"p"r, di opere tutte piene di concettini e di arzigogoli, di
in prosa
ornata
che pare volesse esser romanzesco Bellezza Cuore, Di", e Il adoperando nomi al modo dei due
anche
di
la consueta storia notato. Ed " pur sempre che di sopra abbiam amanti che, dopo mille avventure e peripezie, giungono al fine
di Aql dei loro desiderii pi" caldi. Qui Dil (cuore) figlio
del Marocco, posto al governo del borgo di Beden (corpo),dove, nel e detta Dim"gh (cervello), della s'invaghisce punto pi" alto,sta una rocca al sentirne parlare, la fa sua sposa. E e finalmente (bellezza) sciatta e in poche decine di paginedi prosa rimata,ma tutto ci" si narra nel leggere notato dalla troppo intanto che il lettore, tante inezie, insipida, bella Hnsn si domanda mai come allegoria, meravigliato trasparente e puerile ravvisarsi estremamente di senno uomo poteva far tutto cotesto senza ridicolo.
e un
daremo Nell'appendice
un
breve
strana.
125. Andando
e
capo
fittonel
vacuo
o
e come nell'insipido;
ha
dimenticato
iNiz"mi hanno
e
saputo animar
anche per foggiandodi suo fatti e personaggi, nelle il destro che la storia degliamanti offriva ai mistici di rappresentar suoi loro pene le pene dell'anima umana che sospira a Dio, dei personaggi ha foggiato ai nomi dei peraltrettanti simboli,anzi,andando essa oltre, sonaggi anche f"ntiha
se
esempio. Che
gi"fanno
l'intento mistico
del poeta che recano, certi titoli il Cero e la Farfalla, come per l'immagine Alili(eveggasi nel capitolo della mistica che significhi la farfallache muore
214
CAPITOLO
SESTO
"
LA
l'OESLV
ROMANZESCA
arsa
nella
del la inetta
cero),
alcuni
altri,
onde di
all'opposto,
fanno
autore
e
di
compassione
Perch" si
goffaggine
romanzeschi,
S"z
ii
l'inettissimo
senso
poemi questi:
mistico
e
allegorico,
amorosi,
amoroso
G^"(?rt^
che
u
(Caldezza
al
Struggimento),
di
e re
d'una
principessa marito;
indiana
tempo
Akbar
sulla
pira
dell'estinto
Slur
e
Sheker
altro
(Latte
poema
Zucchero),
mistico,
Mihr
mistico;
N(U
ti
Niydz
fa
(Delizia
all'amore
Bisogno),
la
cui
il
principe (Sole
ti e
Bisogno
Luna), (Pane
A altro
e
con
principessa
ma
Delizia;
e
Mali
Ndn
poema
romanzesco,
allegorico
che d'essere
tocca
mistico;
vita per
or ora
Halvd 126.
Pietanza
dolce),
ci ad
altro
poema
della
ascetica.
avventura
questo
in che
punto,
accorgiamo esempio,
d. E. et" Era si
andati poema
anche " di
troppo
Amili
l", perch",
mor" " della di nel 1030
l'ultimo d.
ricordato lercia
e
(1620
di
C),
tutta
questa
alla cos"
untuosa
poesia
pi"
tarda
questa
letteratura, tuttavia,
far
quale
alla
non
ci
e
eravam
proposti
per
arrivare.
se
necessario
sfuggita
anche le
come
digressione
ultime dei il
cos"
pu"
chiamare,
ostinati
conoscere
aberrazioni che
tanta
poeti
suo.
quando
Nel
voglion
soltanto
seguire
" utile la
un
andazzo il ricordar
omai
ha
fatto di
tempo
e
qual
rispetto
almeno per
ora
miseria
a
scritti
di
scrittori,
roba
perch"
il poco
non
lezione che
giovi
essa
anche
noi.
Veramente, meglio
delle che
certa
letteraria
valore
ha,
sarebbe scaffali
a
fosse di che
perita,
perch"
e
ingombrerebbe invoglierebbe
certi
di
s"
gli
manoscritti, troppo
che si
non
diosi stu-
pubblicarla,
danno
pur lettere
fa
ora
anche sempre
di
soverchio,
con
grandissimo
in
immiseriscono erudizione.
pi"
di
giorno
giorno,
affogate
sta2;nante
216 E da
APPENDICE
ALLA
POESL\
ROMANZESCA
monti
Le
cose
ascose.
Che
se o
centomila
Tu annovei'ide' morti
pi" d'assai,
radunala riposi,
senza ancor
ogni loco
vesti.1 frutti di
a
Nobil sovrano, contro a centomila Un vivente non ". Quegli beato Che
non
Li cibavano
di cuoi di bere
Ma costui ch'" pur vivo, di per certo un Si morir", che va cotesto e lascia A chi sorviene la vicenda La terra Prence
o sua.
chiedea " pi" d'assai, l'acqna dall'alto il sole di Grecia principe " l'acqua, o sire,
"
Dimandava
E di
sonno e
di cibo
mentre Iskend"r,
"
Al
E di
felici e giorni
i Brahmani: Risposero
E di beni
guarda il continente.
Balsamo
elettocbe ci manda
[quegli
Tornava
E
a
dimandar:
sovra
e chi vigilante,
Si peccator?
muovon
fra parla
Ed i viventi A che
sono
abbiam
d'uopo,
nasce
di molli strati,
sua
dalla madre
I Brahmani
0 signore risposero:
e
"
d'uopo. Ognuno,
di (juesta terra
Tornar dovrassi, e di sgomento " un loco. Di doglia e di terror. Ma noi frattanto Abbiam la terra per giaciglio e l'etra Di (juesto ciel per veste alla persona,
dome
Di terrena
Peccatore " colui che per vendetta E per desio vede scemar suo senno. Che
se
costui conoscer
e
veramente stesso in
vedette in
su
E cerchi
te vuoi, guarda
pria.
Qual
Che
sorte arrivi
sua
gloria, per terrene cose Molto s'affanna, e quell'alTanno suo E quelle d'un obolo solo cose
ama
Guarda la tua persona. Ecco! t'" innanzi Tutta la terra, e tu diresti ancora Che t'c congiunta la volta per amor Roteante del ciel; pur ti consigli D'accrescere cotesto e par che addentro L'oscura terra sviscerar tu voglia. Nell'alma tua. d'inferno si nasconde Orrida brama,
A
se
Valor
non
hanno. Quando
poi da questa
e
restano diparte,
corona
sua
l'oro
per"non
muti
L'opre leggiadre ; ma
la
sua
grandezza
'"
egli in-
[chiedea;
Chi sempre
e
ovunipie
noi Andiizion ci I
guida? I
dissero signoreggia, Allora
0 le celate? I vivi
In
numero
Chi maggior?
ha
d'uopo! pi"assai
d'andiizion i piaM'osse
;
lauri mar
ci " forza
(1) Probabilmente
" quest'ultimaripetizione
un
passo
interpolato.
APPENDICE
ALF.A
POESIA
UdMANZESCA
217
" di saggezza l'imponi,
con
*,
in te
sentimenti stolti.
eletto messaggiero
Uno
ha le labbra
Per la Sonno
L'uno
Il crin canuto; oh! perch" dunquetanta Hai speme in cor del vivere lontano?
il re Rispose di
cor: vigil
Se scampo
Ma la sorte
avversa
Per la
schiavo,
queibeato
per cautele assai da' molti arcani avrei trovato Scampo Anch'io per Della volta del ciel.Ma
il sapiente
"
occhi fea gli Pallide avea, di lagrime E gonfi e molli, e ilvolto in pria ridente Mestamente
contrasse.
E l'uom di guerra da segnatasorte Per cura e studio non bau scampo. Quegli Che ucciso cadde nelle mie battaglie, Ovver
se
termin" la
sua
giornata
Ei
per"ancora,
Libero prence nelle voglie sue. F"' tal dimando : Qual des"o vi resta Da partenostra? Li tesori miei Ricusar non vogl'io, nessun pensiero Io mi dar" del mio
ei ne fu degno stella, Per sangue che vers", per dolor fiero La sua sorte alcuno, Che ad altriinflisse. ch'ei sia, Per vigile non puote. fuggir
Di Dio
travaglio.Allora
"
La via del
Ma
qualsia confine
trova
Un de' saggi : Inclitosire, rispose Della vecchiezza e della morte chiudi! Laporta mai Gli rispondea,
"
alcuno.
noi
Ragionnon
2. "M
ha contro
Oh!
non
con
sire la morte, il
ritorna
all'uopo
Umana
fontedella
delle tenebre 2.
d'evitardes"i? drago S'anche di ferro fossitu, da quello Non avrai scampo, e se quiresta a lungo
Del fero
Lieto
Di l" ritrasse ^
i principi raccolse
Di vigil' Giovinetto garzon, dal d" fatale alma. And", fin che pervenne di cui confine Della vecchiezza scampo ei non ritrova. Ad un'altra citt", 0 re, disseil Brahmano, inclitoe saggio. 0 medio loco ei non poteadiscernere ;
Sciolto nel voler tuo, Poi che sai tu che non Incontro
a
morte, che non " peggiore Cosa (|uaggi" della vecchiezza, gloria
con quaggi"
tal travaglio
E all'alba che
suoi Senza la scorta de' guerrieri Trasse alla fonte, a cui di vita il nome Diede l'uom de la villa* in Che della sorte dell'eroedi Grecia^
Ei favell".Rest", fin che discese
Dietro a te rimarranno, e iltuo E il tuo tesoro alla nemica Tu stesso lascierai. Che
se
travaglio
quell'istante
gente
per ",\\\r\
(1) Demoni, spiriti maligni. Vedi il capitolodella poesia epica. Per questo passo vedi il paragrafo 9 del capitolo. (:2) Magno. (3) Iskender, cio" Alessandro cantastorie alla cui autorit" spesse volte si II o (4j borgomastro della poesia epica. Vedi il paragrafo 41 del capitolo (5) Iskender.
riferisce Firdusi,
218
APPENDICE
ALLA
POESL\
ROMANZESCA
Ver Un
oh si ! di Dio
Lo stuol di E ad
de la vita allor che mosse i'ac(pia si lev" dal piano Grecia, dicea : Grande
" gli
che grido
Iddio !
la facellaviva
Di questo sol. Cosi tornava allora All'esercito d'assidue cure suo, Col core ingombro, Sikend"r; ma \m Dio ricordava per la notte oscura Molto pensando della vita. all'acqua
Khizr antico
paziente
Due vie mostrarsi
[l'ombre.
ratto e dilungossi scegliea dajtprima Da Khizr il prence e si smarr". Ma intanto e per quaranta gioi'ni prodi, Fino all'acqua vitalscendea quel cibo santo pi"d'assai con s" prendeasi
ai
E correndo niovea, si gran prodigio A contemplar; le sue schiei'e intanto ma Nella citt"s'ebber da lui condegno Ad abitarviun Ricerca fece In
e
Di Dio Della
sua
loco. Ei d'una
in via la pose.
guida
Quivi
E la persona ei si lav" nell'acqua Lucente e pura, che di s" custodeSolo Iddio si chiedea santo L'antico E si
e verace
Era Khizr,il signor de' E Sikend"r, cedendo al Di l" inovea, Al suo cenno
con
pi"famosi
suo
precetto.
l'anima ed il core
affidati. Ecco !
disse. gli
Intento volgi il cere. a questa impresa Avveduto mortai ! Se della vita ci " L'acqua Faremo Colui
non
ei bevve quell'onda si mosse pos",poirapido A ritornar, suoi coi voti auguri gli al Signor. Giunse frattanto Ripetendo Sikend"r ad luce una Principe E splendida scoverse una montagna Alta e superba. Su la vetta eccelsa
e
saggio, di
dato
in indugio
muore a
l'Eterno.
Eran quattro colonne ivi confitte. Di cui la cima, d'alo" composta In forte legno,alle nuvole fosche colonna alvertice Giugneadel ciel.D'ogni Era
Iddio dal ciel, che pone in Dio liducia Per saggezza eh' egli ha. Ma quicon meco Ho Che Come E mi due gemme lucenti come Una il sole.
oscura
splenderanno per
la notte
ilfonte vedranno.
tu
[irendi
In ij;reca linguaa trivellar si diero I feri augelli beato e proclamar D'alta vittoria il greco sire,.\llora Che il greco Imperatore tal voce Di l" si trasse e rapido venne ne Presso E
un
tua.
Della persona tua fermo custode. Che l'altra gemma per la via dirotta Facella mi sar". Co' prodi miei Cosi discender" nell'ombre fosche, E vedrem noi qual nascondea secreto Del mondo
A noi
intese,
gli augeicon
maestoso
incesso,
Fatica porti vita ed ami, in (piesta Che tanto " breve,qualmai cosa cerchi ? cielo se il capo tino all'alto Leverai tu, funesto e scons(dat(i Sar" il partir da questa terra. Intanto, Anche
Tu palese.
(1) Secondo
non
il Corano
" la fonte
in
una
fontana
fangosa. Questa
passo.
ArPENDIC.K
ALLA
POESIA
KOMANZKSCA
219
Poi che se' i^imito, iliiiiiiii tu se Vedesti mai d'esili canne, Ambo
case
oh vista, quella
ed altre al fero
L'uom
Sikend"r Principe
E
senza venne
questecose,
e
augello
lochi
scorta
a
su
ad abitar son
"
Sen
Israfi|2che
tromba in
man
recava,
sedea. di sospiri Levava al ciel.Son piene gi" si pose, e l'uom devoto a Dio ^ fJiiesel'augello: Le labbra sue, son lagrimosi occhi, ne avea. gli Stupor grande
E la fronte dal loco ov' ei Udisti mai Suoni
e
concenti da conviti?
"Suona!
Di
che partein questaterra allor, Rispose non D'allegrezza ha ne' suoi conviti, Nome Anche
non se
Come l" sul monte gridi. gli Iskend"r la faccia ei vide, principe
"
ha d'uom
lietoin fra la
gente
orrendo un Qual luon romoreggiante grido Alle stolte tue Mand", poidisse : voglie si 0 schiavo addetto, non portar grave Stento che quaggi",
un
Dall'eccelsolegno
di tremendo
suono
orecchi. A te pur anco ferir" gli Ma tu peltrono tuo, per la corona, Tanto
non
Ne rest" la colonna alto levata, Odorosa di nuiscliio, e in (|uesta guisa Ridomand": in terra sono Maggiori od ignoranza e giustizia Sapienza
avvinci. Alla partenza e le tue some ilprence: Per voler del fato Rispose
Questa sorte
N"
ini
venne e
ingiusto operar? Ouei che si cerca il prence. Sapienza rispose ipiaggi", Sopraogni gente pu" levar la fronte.
"
Ed
errando,
ilverde
augello.
intanto
rimondarsi intento
Al greco Imperator mai : Deh ! perch" L'uom eh' " fedele a Dio, sulla montagna Ha
suo
per"quante son cose sapessi palesi. Ei discendea Dalla montagna con lamenti e gemiti E a Dio mandava, donator di grazie, Un piosaluto. Per l'oscura via dinanzi Cosi si volse, e andavagli Ma poich" nell'ombre Alcuna guida. Di quella terra entr" la gente sua,
"
soggiorno?
"
Ouand'"
ei giusto,
Dio
Dalla negra montagna alta una voce Usci d'un tratto: Chi di voi si prende
Ma nulla Che in pugno avr",si pentir". S' egli ne ancora, prende, pentirassi
allorde la colonna andava legno al L'augello nido,e lieton'era il prence Che am" sua possa. Quegli intantoilrostro si aguzzava, e allora Coi fortiartigli Ch' ei fu E da Che
securo
Porse
da nemica
re
sorte
al greco periglio,
senza
a e ognuno drappello quel Si f"' pensoso a quella voce, pietre Se afferrar, se lasciardovesse (piivi,
tal voce
scorta
piesovra
e
Per
non
crucciarsidi faticapoi
vien
rancura.
quelmonte
quivi
(1) Iskend"r. secondo i Mussulmani, gi" pronto a (2) " l'angelodella morte il la vista era tanto spaventosa universale. Perci" sua giudizio per anche ogni uomo dice il poeta. felice e beato, come
suonar e
la tromba
faceva
piangere
220
APr'p:NDI(.K
ALLA
FOESL\
ftOMANZESCA
via Pentirsi in cor, portar dall'aspra l'altro E pietre dicea, e sassi! Eppur,
"
Cosi
travaglio gustarquinon si dee. E l'un si tolsedelle pietre e l'altro Nulla ne prese; per ignavia ilterzo
Con colai poco ; e allora Che dall'acqua vitali nella pianura
se ne
del)il con voce Imperator Temete Iddio ! Nel core parl" Anche v'abbiate nobili consigli E verecondia, bramate e se goder
:
Il greco
E dell'alma
tolse un
Dopo di
Far E
pi"nulla
Disse,
Uscir d'un tratto,come uscir da Via tenebrosa, nell'evento arcano Ciascun del vero
E E manifesta la menzogna
quella
pu" di mal la
rea
fortuna.
usci da quelle membra quell'anima E si part" quell'inclito sovrano, d'eserciti nemici. Sgominator Un grido allora si lev" da tutte Le accolte schiere in
e l'etra ogniparte,
polve
Sul capo si spargean gli eroi contriti E per le ciglia del lagrime core
volse
Spremean per
Avventaron
liera ambascia.
Entro al
Da tante gemme
[castello
la force Troncar le code Subitamente. Ma mille palafreni sul dorso eretto dolente piangerne
3. Morie
d' Iskender.
come
Dell'esercito suo
l'annunzio
De'
Ebbe prence Iskender, vide e conobbe Che sua giornata allo stremo. Cenno era
Ei fece allor che fuori il trono
suo
la campagna
stanza
Dolente imperiai.
suo grave malor tutta mostrossi De' suoi la schiera, che vedean del sire
Lav"
il vescovola spoglia
in
un'acqua
tutti piangenti,
D'un manto
intesto
d'or,mentre
su
lui,
astanti. Sovrano re, piangean tuttigli dicea Deh e e ! E altri vivo, : Rapido trista, gli ognun poiquell'inclita persona. Deh ! mala sorte, che di mezzo a' suoi Ravvolta in drappo gi"tessuto in Cina, Fidati Greci il re si toglie ! Giunge miele Dal capo al pi", dentro l'accolto
un
Con la vampa
qual per
fuoco
Il mutamento
della rea
Sommersero Fermamente
e Angusta
con
cura,
indi il coperchio
bara quella
serrar di
breve. L'all"erospar"a
intorno
un a recar gittava, se
Che ombre
(Cresciuto
frutti
spinti
amara a
di ! Che "
la tua dimora
mai perch" tesoro agogni?
mesto
! Oh
s" ! che
noi
Lunga
non
deh! quaggi",
serto ed
un
Si fa la vita di Noi
! quaggi"
Piangenti
un Vagheggi
qui saremo
dov'era di altri
la fontana
Alessandro
appunto
scrittori greco
e
tempo
Grecia,
cristiano.
APPENDICE
ALLA
POESL\
FiOMANZESCA
2-21
da una uiano all'altra Campo fu tolta, E v'eran due Passavanla que' prenci. Contrarie voci,e di Persia E intorno all'arraeran
e
di Guln"ra-.
di
Grecia,
Un
castellosi
avea e
nobile ed alto
a
molte pjirole
dentro
quelcastello
Di que'u:a",liardi. O^iiunch'era di Persia, Cosi dicea : L'Irania sola ildebbe nel Accogliere
sen,
tombe
deh ! perch" mai De' gran monarchi, e voi, Per la terra cosi recate attorno funeral? Quest'arca De' Greci
un
"
di gemme e di colori belt", adorna. Ella era quale fragranze Ardev"n il consigliere e l"da
Cosi
:
rispose
" bello
Custode
Oh ! non capitano
ver
de' suoi tesori.Al prence ancor Cara " costei pi"assai de l'alma, ed ei Sol nel vederla si E La Del
avvenne un e allieta. rallegra un
Qui
! Se del sotterrarlo
di che ad
terrazzo
ascese
nascea,
la morta
uom
Di Sikend"r.
Ma
un
fu lieto
quanto
Diedesi
toccan
D'Ardeshir Nel
core
Un dilettosoloco parole.
Piattoun
esperti danno, e v' " una selva folta gli E se tu chiedi, ratto E d'acque un lago. Dalla montagna la risposta giunge, Or tosto E ognuno intende quella voce.
un
fin che oscurossi il giorno, Ad aspettar Fin che vicino fu alla notte il giorno.
Oscura
v'appose
Antico
vecchio vi luenate
e
al loco
aperto
a lui risponde
Iddio chiamando
Ai mortali
L'erta montagna, nobile consiglio Pei'tal faccemla ella daravvi ancora. allora camminando, in guisa [lapidi andare egli alla selva capri, D'agresti Che
avea l'uom,fra l'armi illustre,
di gemme, Ardeshir,
del
e di muschio infusa, e piena D'agalloco il Di fragranze soavi, capo alquanto Di quel dormiente sollev" dal suo
[nome
Di Khurm Tal
monte e quel segnata,e dissero,
:
seno
rend" risposta
Perch" si
lungo
E tutto l'ornamento, e le fragranze Senti soavi. Oh! donde mai, le disse, Ti se' levata? gi" ilmio
cor
che
pieno
L'arcana Velocemente
udi,ne
andava
"
s"tu d'alfanno,
Ancella
il core
Sento per te. Son io la donna cara Del regnante Ardev"n, de' suoi tesori Custode ancoi'a, ed ei per
me
s'allegra
(1) Alessandria
Per ('2)
d'Egitto.
cortile.
questo passo vedi i paragrafi:23 e segg. e 4^2 del capitolo. in un Del (3) giovane Ardeshir, staffiere di re Ardev"n, addormentato
9-)9
APPENDICE
A[.LA
POESIA
HOMA.NZESCA
Ed ha raliiia serena.
La tua ancella son
De' tesori custode, allor che intese Di quei le voci e ilfavellardell'astro Ascendente del re, di lor secreto. Per queitre giorni e fin che tre vigilie Furon Fu
trascorse
Vivo soltanto peltuo dolce aspetto. Che se vuoi tu, verr" con teco e luce Dar" a' tuoi Come
non
che giorni
son
tristie foschi.
della notte,intenta
In ciel si
al cor d'un alto e piena agl'indovini col labbro Desio, e mesto, sospiroso Teneasi
a
mente
Quellosi
Bab"k
^
esperto moriva,ad
Giorno che venne, andar que' sapienti D'alma serena l'arcano a sciogliere
Questa dimora antica.Allor che annunzio Ne venne di doglia appo Ardev"n, pieno
Ei fu davvero L'anima Ambi
sua. e
Appo Ardev"n
Astronomiche Al
si f"'tristae
tosto
oscura
movean
con
tavole nel
Ma
ognigagliardo
cenno
Della fanciulla, e dissero il secreto Del cielsuperno e ognun f"' sue parole Del come del quanto ancora. e del perch",
in avanti, ellidiceano, a tempo D'oggi il cor del nostro sire Che non " lungo,
fuori i D'apprestar
Lo stuol de'
timpani regali
Per
cosa
nuova servo
Si f"'oscui'a
tristaal
core
un Fuggir"
di
prosapia regal
D'Ardeshir per colui che si '1 protesse, Di splendid'alma vecciiio. Il core saggio Ratto ei da togliea prence
e
disiosifrutti'^.
D'Ardev"n Nuovo
Oh! consiglio.
a
Fortuna, il cor.
propizia quandotenebroso
avea
Era
Color di pece de la terra assunse core, ed ei per ogniparte quel Cercavasi la via di pronta fuga La superf"cie *, appo Ardesh"r ne veiuie ~. E avvenne che l", nellasua reggia, La giovinetta. Il cor di quel fanciullo [loi raccolse un'assemblea
serena,
Prence Anlev"n
Come
un
mar
si
; un di soltanto agitava
quale
D'Ardev"n
La via del vivei'suo, cercando ancora Di chi mai protettrice, in suo nuitarsi,
Avean d'alma
serena
al
glorioso
D'allora in Si
poila sorte fosse. Il prence Piattoche i dettidi Guln"ra intese. quivi presso Guln"ra, astri Gli del cieloa contemplar. accenti Tre giorni Ma poi del garzoncello a quegli Passar di tempo in tale impresa, di fugapoi d'astro Il core s'infiamm",
mand" gli
nascere
Del Fu
cura
Piicercossi una
d'Irania
(1) B"bek
secondo la
di
secondo Ardesti"r,
conto
storia,era
governatore
di alcune
provincieper
di
il romanzo, e Ardev"n. re
padre
Ci" si riferisce ad un fatto antecedente da Firdusi,secondo il quale (;2j raccontato offeso nell'amor il Ardev"n, alla caccia, aveva giovane Ardesh"r, allora suo proprio paggio,ora staffiere per punizione. dei Re, discendeva (3j Allusione al giovane Ardesh"r,che, secondo il Libro dagli antichi monarchi persiani. (4) Quando annott".
APl'E.NDICK
ALLA
POESIA
MUMANZESCA
Deli!
mai jieivh" Ne
avea
Da
schiera di quella
e
fanciulleindustri, la persona
intenta
andava il nome
suo?
andava
L'anima
il cor
con
nome (|nel
sette perch"
All'assiduo filar, cosi elladisse Alle donzelle di gran nome: 0 dolci mie di bella Compagne sorte, in volto Come luna Per la nobil fortuna in tanta Il filotrassi, che A
me \enne non
Avea, dilettaal
Ei
non
cor,
che
figlia a pregiolcuno
una
assai. ponea nell'averfiglie che sedeano Ed or, si avvenne un giorno al monte Co' fusi lor le giovinette
d'altro
In In
ampia schiera
ci" che
avean
di cibi
comune ponean, lasciando al tempo intortifusi; Di lor pastofrugai g"' Avvenne ancor che (juella giovinetta
Aveasi in
un
picciol pomo
suo
dal natio
ramo.
la via.
Rapidamente
"
Acconciamente, e
E
il cor
della sua
madre
dentro vi scopei^se 11 picciol frutto, Fuor dal pomo iltrasse Un verme ascoso. il pose Con le sue dita e acconciamente De' fusi nel forzier.Quand'ella poi A trarre incominci" dal coranetlo
La candida Ecco ! ella disse, bambagia.
che
un
di la madre
il
(padre
Cosi diceano
a
In
Non
nome
del
che Signor
non
ha
pari.
la fanciullaindnstre :
ha
leggiadra,
Candida
E del
vaga di
venne
quelpomo agreste
ivi nascosto
Riser
picciolo
a
Ne' voltilor,mostrando le ai'gentine File dei denti, e Due cotantidi ci" che in
ne
dolce madre
favellar. Mosti'"
sol
giorno
scrisse il computo
E n'ebber luce
donna quella
aulica
E l'uom di lei.Heftv"d l'arcano evento Prese jiers" con licito e augurio, si ricord" Mai pi" dell'opre sue, Di
suo
nembo
di fumo, ed
mostr"
con anmr
lamadre
poi
festante.
la madre
lavoro,ma
soltanto ei fea
accenti: Nobil frutto avesti. questi Vagafanciullamia, candida luna Che hai l'asf"ctto di sol ! Al
"
fausta soi'te Parole ognor di quella Del verme e la fortuna antica indnstre,
giorno,
stato
prium albore h;
a
la madre, assegn"
vile
contento
Di materia
Teiiean
si "I tenean
Heftv"d
il nome in persiano. In pelilevico, (1) Heft,sette, v"d (parolararissima), figlio, Heft-b(")kl"t e ha lo slesso significato. suona (2) Bellissime fate afate. Vedi if capitolodelta poesia epica.
di
AIM-ENniCK
ALLA
POESLV
HOMANZESCA
225
vi eresse,
e
ci'cscea (iiici
frattanto
Alto Con
un
muro
chi vedea,
; e
[grama
Al verme industre si le'l'arca, grande. sopra si Ouel il mantel muschio fra quell'alte monte suo Qual negro lece, eccelso, rupi, Gli fecero una cava, e molle molle E su quel muschio, lungotutto il dorso, Vel poser dentro, mostraronsi lucenti Da capo a pie, poiche al cielsereno
Ei'a angustoilforzierpei"lui si
di zafferano.Ecco ! IVlacchie
fece gii
pietre
Una bell'arca tutta negra e dentro nmlta cura Ve! pose ad albergar con Heflv"d accorto; e si fu allorche dentro citt" nessun A (piell'ampia parole
0 per
E la calce ivi apposta.Anche avvenia Che del verme ilcustode ogni mattina
si part"a D'Heftv"d, dal fianco correndo, E di nigella bruna gli apprestava
Eormar potea senza di lui.Suo pregio In alto crebbe;e crebbe sua sostanza
E
Un gran caldaio per suo cibo. Il verme Vuotavasi il caldaio apposto a lui.
volsero nel cielo cotest'opre anni si fece Alquanti cosi,quando
Su
figli ricchi. opulenti Un principe fra era ancor mura quelle Della citt", e tracotante. superbo D'inclito eletti, con grado, guerrieri ('ercavasi di colpa costui cagion
Eecersi ancora ed
e
gradoe
dignit" ; lisette
quel verme,
poiche tempo
Nome Da
Contro Heftv"d per denari eh'ei volea Lieta custode la fanciulla, e ilpadre, Torre a quest'uom d'umile stirpe. n'era pur anco e battaglier, Intanto, Pugnace Presso Heftv"d si adunar famosi in guerra Il nobil duce. Gli
E scrivani assegnar
Subitamente, presso a' sette t"gli Di pugne amanti, e di guerresche tube Da Kugiar"n levossiallo uno squillo
E
vennero con
miei
con
dolce latte
porta,
i valorosi. l'aste
Chiedea Fino
a
Kirm"n
dal
mar
di Cina le sue
tutte
Su le spiagge del
mar
distese
co'tesori. Allora
Una gran turba s'adun" dintorno Al vincitor, che ascese alla montagna Da citt". Quivi, su Kugiar"n l'alta Vetta del monte, un bel castello ei fece, E tutta v'ascendea raccoltain folla Cioiosa la citt". Fu posta in ferro Al castello una porta,e ben fu quello E di pace e di guerra inclitoloco. Era sul monte
una
I sette figli suoi Ampiefalangi. Diecimila si avean fortiguerrieri Di spade tesoried armi avean armati, Da far liattaglie.
di Ardeslur 6. Vitloi'ia di
sul
verme
Heflv"d^.
vicini
monte quel
fontana, e
in
mezzo
Eran
ninno
sue l'opre
Vedi il paragrafo 'H del capitolo. (1) Dal persianokirin,verme. (2) Per questo passo vedi il paragrafo 24 del capitolo.
15
"
Pizzi,Sloria
della
226
APPENDICE
ALLA
POESL\
ROMANZESCA
Per lui soltanto. Un d'essia' mercatanti Guard" dall'alto e disse : Entro a' forzieri mai
si asconde?
"
Ampio un
ostellomi far". Le
mura
Qual
cosa
In questo
[carco,
Gli die Vesti il re ^ risposta
cose
mi serbo
or,
Di questa rocca vincer" d'altezza Della sua volta il culmo ei'etto, ch'io Son mercatante e compratori cerco.
! possa almen dinanzi al verme vostro Crescere l'onor mio ! Davver ! che tutto
"
broccati, Deh
ed
auree
ornamenti,seta
ancor. son
gemme
Il suo
desire si
molte tuo per la fortuna, verme Ricchezze ho meco, equi venni intanto men
l" si assisero
i servi intenti.
piedel trono
se
suo
con
molta
gioia;
Che E
Del dolce vin faceansi schiavi.Ratto t'h'ebbra divenne per que'colmi nappi D'un puro vin l'anima loro, il prence Co' suoi ospiti giovinetti
ne venne
Faccenda mia per la sua sorte " lieta. Ratto che ud" quelle arcane parole Del
verme rocca
il servitor, schiuse la
a
Della
E rec" E
un
peltro
e accese
un
fuoco
l'impresa
e
pasto
sciolseratto
diede
Cose diverse in dono; egli cotesto Stese Evitar non potea. mantile un Dinanzi a' servi In Sciolse il serrarne
e come servo
ei stesso
forzieri
Ardeshir prence e dal profondo speco Mollemente sporgea la testa immane L'orrido
verme.
Videro la lingua
Un bicchier ne rec", quale ei f"'colmo Di puro vino. Ma quald'essial verme Recar cibo solea, che lattee riso Erane il pastogiornalier, dal nappo Del puro vino la cervice torse che a l'ufficio suo Subitamente, La
sua vece
Qual f^ color di cuoio di timballi. dal di che la nigella avea Quale egli
Bruna I
il chiamava
non
tempo quello
Senza possa ilgran verme. Dalla strozza gli usc",si che tremonne Col suolo intorno la caverna. Prence Ardeshii- come Allora
lo speco Un fierostrido
D'ebbrezza ei Gran
discioltonembo
Co' giovinetti and". Trasser le spade " qui con di latte me e riso, copia E le fi'eccie de' servi intenti E dove del signor servi e le mazze, e di que' lietoin V"nia mi tocchi, Il cibo al Fama Per
verme
nessuno
in terra
Da lor mani
Vengamiancor
tre giorni
della sua
sorte.
Voi
quistale
al
allegramente
Al condottier de'
un Shehrghir-^
nmstraiido
.Ne andava
A bei'del vino, e
(1) Il re Ardeshir, travestilo da capo (2) 11 re Ardeshir. di un (3) Nome capitano di Ardeshir attendere l'esito dell'impresadel verme.
di mercanti.
APPENDICE
ALLA
POESL\
ROMANZESCA
227
Co'
suoi prodi
falangi.
hi
alloradisse il prence: Reca paggio Un'idria tu, poitraggimi dal pozzo Udiva ilpaggio, un e Dell'acqua poco.
"
7. Avi'cntum
di
wn Sh"pi"r
f"fjl"u
[accorse.
Era
una
d" Mihrck
1.
corda
su
quelsecchio
in alto
Una mobile rota. Allor che ilsecchio volse in cielo Dopo cotesto quando
non Stagion
nel profondo fu pieno D'acqua pozzo, S'accese il volto di quel paggio; grave Era il secchio davver,n" dal Potea salir.Prence Mand" tal.voce
di gran mattino maggior, re sovrano, And" allacaccia un di quel E in essa via Shap"r^saggio e avveduto Con lui discese. Da ogni parteaccorsero Ebbe luce I cavalierisuoi,si che di belve allorche un ampio lapianura, sgombrar di torri si mostr", lungi e di castelli e d'orti Qual era pieno A quel E di palestre. corse villaggio via dirotta Shap"rallora e dalla
Ei
profondo
Vali met", forse che una fanciulla Questo secchio non trasse e la sua fune E la sua
Loco da
rota? Dal
Dal
suo
Era
un
verde in
casa quella
giardino allora,
Ma grave l'opra ! Allora a lui regnante Che dall'urna gravosa egli ebbe e vide benedisse a quella tale, Travaglio volto Vagafanciulladal leggiadro In (fuesti accenti: Chi lev" cotesta Urna si grave, di regal semenza davver " ! Ma ch'ei traea ratto Egli
"
una
fanciulla
Era
calar ;
ma
ratto
Il colmo E
con
amor
disse:
Oh s" ! per quella forza prudenza! d'Ardeshir bennato, Shap"r, figlio nel pozzo, n" v'ha dubbio, in latte d'ogni L'acque parteintorno Mutansi 0 ! salmastre al tosto bella mia nostro sono Acque borgo. qualluna, Ma in questo pozzo " un' acqua fresca e A leiche accorta gli richiese parl", Il giovinetto, deh! come come sai, [dolce ; Deh ! lascia ch'ioper te ne attinga ! Che Shap"r io? son Questanovella, adunque qui Candida bella mia, Shap"rle disse. Colei rispose, bene udii dal labbro Ed or, n" dubbio Il tuo destriero e cruccia la sete v'ha, Di
"
E ridente mai sempre, ella dicea. Senza perigli anni tuoi ! a tutti gli
Si
Vivi beato fin che tempo in cielo volger", sempre ti sia maestra
Alta
"
Uomini
Di veridiciun E
di,che valoroso
azzurro sua
D'esto pozzo dal fondo un'acqua fresca. in altra parteilviso Dal garzoncello
In liberalo-randezza.In
(1) Per
(2)
Il
re
questo passo
Ardeshir.
re
vedi
il
paragrafo
23
del
capitolo.
Ardeshir.
228
Al'l'ENDlCE
ALLA
POESLV
UOMANZKSCA
8. Prudenze
di
Simile
E
re
Belimeli ^ in tutte
eose.
Io chieder". Qual sia tuo nascimento Mostrami aperto, che ben chiari segni 2 "nno monarchi sul viso tuo. De'Kay
son Figlia
Di
cacce
un
Aziuleh
Della greca fanciullaera ilbel nome. Che ilcolor di sue gote era davvero schiena Qual di corallo.Su l'eretta D'un dromedario corridor sedea
io del capo
del villaggio.
e
Colei
bella
E forte mi
io. Mai la menzogna, Prence Behr"in con quella son giovinetta, innanzi ai che teneasi in mano Pari l'e non a Shap"r aggiunse, prende cipresso, 3. Col volto di leggiadraUn suo liuto.Ell'eradi quel Luce e splendor forte
11 sollazzodel
core
il suo
desio
"
e
con
Avvenenza La
belt".
Prence, glidisse
Veracemente,s" che ognor sul labbro Il nome Della sua caccia ne avea. egli
In
Fu dromedario
n'adorn" la schiena
ne
Di broccati lucenti. E
pendeano
due staffe
gemme
Nei nostri
E d'oro
La vendetta non
E
cresce. me
di sotto
un arco
sgomento per
dentro al tuo
turcasso
avea
Behr"m
Non
non albergar,
Inclitoe
grande.
"
allora la fanciulla, sappi Dissegli Ch'io di Mihr"k, dell'infelice prole Di Nush-z"d, son la figlia. Accorto e pio Tal quim'addusse piccioletta e a ipiesto Di castelli ricco di signor,
gagliardo quest'uom scienza parteavea cospicua. D'ogni Di gazzelle due coppie innanzi a lui
Vennero
a un tratto,e il generoso allora .Vd Az"deh si volse e cos" disse
un
qualluna.
pregi,
il nervo
all'arcomio.
dell'arcone
il pollice l'anello
questa
A trar
dicea, gli
fa di
cercano
i valorosi battaglia
volgere
in
"
maschio, jioi.
il sire. de' villaggi Gli die la figlia il il rito di chi Fuoco adora. Secondo
di Guslit"sp. (1) Uno dei re dell'epopea])ersiana, figlio il paragrafo 26 dei capitolo della (2) Anticlii re dell'epopea persiana. Vedi poesia epica. mai fede. trova (3) Cio" non alteccliisce mai, non crucciato dei cio" Il con Mihrek, padre della fanciulla. Ardeshir, era (4) re re, vedi i del capitolo. lo 43 e (5) Per questo passo paragrafi12,
APPENDICE
ALLA
POESLV
KOMANZESCA
229
dalle tue punte premleniii lor fuga, Le gazzelle e tu veloce dromedario Il a correre sospingi, de' rotanti globi Da l'arco poscia si che la gazzella Libera un colpo,
Quando
si
Cosi,scagliando,
dardo acuto Ei le passava con quel S'ebbe rancura E testa e orecchio e pie. in Per la gazzella Disse il prence In
: cor
la
giovinetta.
ne
L'orecchio
suo
su
l'omero reclini
Per l'inserto globo Rapidamente. ellaIla pronta L'orecchio a stropicciarsi dolor lever." il piede E per toglier
guisache quella
vedesti.
"
Oh ! certo
Ahrim"ne
Fino all'omero
suo.
Con
una
punta
se allor; Dissegli
potresti
Stese la mano
In tal guisaatterrar?
Behr."m allora e leida l'ardua sella battendola A capo in gi"precipit", Contro il suol duramente, indi sospinse Il dromedario sopra leiche volto Avea di luna,e dentro al sangue Le mani
e
del mondo
io ti proclami e dica.
Ratto la corda
suo
doppia punta
il pettole sommerse
quello
Quale ei serbava per feroci belve Del deserto; tosto che in fuga ma allor, le gazzelle, Si volgean ei,di gagliardi
Prence animoso, A
con
fu
d'uopo?
miei,
duro quel
strale
nel fiacco,
trarre
i dardi
dal capo doppia punta via scliiant" amlie le corna al maschio. Rapidamente
la bella. Si che di lui meravigli"
petto
stirpe!
quell'istanteD'allora
Mai
Qual la femmina
Al cader di
sue
sua corna
al loco Per le due punte,de le corna Due dardi conficc" su l'erta fronte Della femmina
" si,qual
costume
Con
scorta di
eletti guerrieri
Behr"m,con falchi
un
cacciator.Cosi D'esperto
due punte
monte,
Sulla fronte di lei furono al loco Delle due corna, e rubicondo intanto Le si f"'il sen pelsangue che sgorgava. Ma Behn"m incit"subitamente, dietro a l'altra De le gazzelle coppia, 11 dromedario Nella
cocca e pose un globo picciol dell'arcoa lanciar globi,
Leone
"n"gro
Ed incoccava di tre penne all'arco Un dardo acuto. Ei trapass" con quello Il core
e del dell'onagro
leone
maestro un colpo entro l'orecchio. Questo gazzella Era si colpo ch'ei gradiva, e questo 11 punto del colpir ci scegliea. quale
Il dorso eretto, e di lor sangue intrise Restar le belve, sopra il leon fero.
sotto L'onagro
a
confitteinsieme. lui,
sen segui, vennero
Che tosto La
l'orecchiootleso stropicci"
Muuzir^
per
via l'aspra
[{ehr"in. Recavano
(1) Citt" celebre nell'epopeaper i arabi di Hira che (2) Due principi Vedi il paragrafo li del capitolo.
suoi
avevano
il giovane Behr"m.
Al'l'ENDlCE
ALLA
POESIA
HOMANZESf.A
terra, quella
E per essi al garzone era dischiusa Via di male o di ben. Munzii' volea innanzi Mostrasse Behrani-g"r a quelli Alta destrezza in cavalcare e quella Videro ben Sua forza grande.
tosto
In loco apertodi veloci struzzi disciollo Uno stuolo, e ciascun quale Dromedario
correa.
ei dovea qual veramente Dipingere omeri suoi Era Behr"m con quegli alto e forte E con quel con un braccio, Dromedario il fiero colpo di sotto e con suo Meraviglioso, quell'arco leoni Da lanciar globi, coi suoi, Con le gazzelle e con e quello gli "n"gri Dilatar del
suo
pettoin
e
trar
le frecce,
Ma
come
vide
con
la forza, In
il deserto
foglio
mani
cotesto
cavalier spedia
Della
primale penne
al loco infissa,
e questa colpisce, un ago di questo
inviava. queirimmagine il messo, come Yczdeghird gingneva Tutta la schiera de' gagliardi intorno s'adun". Meravigliaro Al foglio Tutti in anni i famosi e gridar lodi A Behr"m giovinetto. Oh! da quel giorno, Ognifiatache valor mostrava
Munzir,
A
era, n"
suo.
pi"in
Venne
su
Il nobile garzone, al
re
d'Irania
dardo quel
ogniprode
Inclitoin armi, e si not" che i colpi cavalierd'un sol capello Del regio Non
erano
9. Belir"m
tra
la rapisce
tra
"
corona
reale
leoni ^.
Aff"davasiallora al sacerdote ^ Il trono alla pianura e il serto, ed egli Usci dalla citt"con la sua sorte Gnsteh"m valente Due leoni s'avea feri e Avvinti
a una
Qualieran
vivida rosa
non i e
e amica. Vigile
gagliardi.
che si fiacchi
catena
ei si li porse
La persona tua bella ed avvenente! Come torn" Munz"r alle sue case,
sanguinose
amanti. Oh si ! chi liadducea Battaglie Forsennato sembr" per la paura! A piedel trono di lucente avorio
Li avvinscr
In Yemen Alle
sue
Ei comand"
disegno
ad un Dell'avorio splendente
E stavasi la gente a E il trono e il serto
Sopraun
Di Behr"m
riguardare
e
Di
uno
(1) Cio" non cessi mai la tua lieta fortuna. (2) Il re di Persia, Yezdeghird,padre di Behr"m. (3) Per questo passo, vedi il paragrafo 11 del capitolo. dei sacerdoti (magi)e (4) Al rappresentante dell'assemblea che si ricorda innanzi. era Gustehem, pi"
dei
-232 E in
APPENDICE
ALLA
POESL\
ROMANZESCA
Di Az"r
ed era al mese confine, quel appunto 1 la festa, propizio gioconda di Ser"sh,qnando Nel giorno forte quel Di re dei re la dignit" si prese E buono stato ed operar leggiadro Da quel cercossi e da quel trono. grado
Su questaportadormir" ; non Stanza nessuna e per nessuna ho in cor. Altro consiglio Tu Che
"
chieggo
cosa
Deh! cavaliere.
ami
la pugna,
dormi
cosa
su
ti deruba, in grave
di
re
Behr"m
Turbamento Entra
mi perci"
Abraham
ifiudeo-.
sue
dunque in mia
casa
tisia
schiere
alla dimora
Angustoil mondo e misero il tuo stato E derelitto, tal pattoin pria con Che nulla tu da me dimanderai,
Ch'io Non
un non
Dell'avaro Abraham.
quella porta
batt", poidisse : Io sou rimaso Egli Indietro dal mio re, quand'ei red"a
Dalla
sua
mia,
lUspose
e
Behr"m Ma te in
allor: Deh!
non disagio
tu cortese
buono!
terr",che bastami
E la via
potrei
schiera.
la sua
Per loco mio la portadi tua casa, L" 've senza e senza grida sonagli
Far"
la scolta.
"
allora
Ebl)esi piena di
A
travaglio per
ine.
"
Ne andava allora
quel
suo
Nella presenza d'Abraham il servo, Parve Cose che udite avea da quell'illustre, In suo ed Abraham intento, Diceagli Di ci" non
"
una core
dir. Davver!
disse : gli
Dalla mia portacotest'uom protervo, Ed io mi penso che del suo destriero Cura soverchia egli ha. 0 che gagliardo
cotesto tuo
e
"
avrai tu ". Ne andava qui Ospizio di quel e al prence L'apportator messaggio Cosi dicea : Non " per te quiloco A riposar. Rispondi al tuo signore, Behr"m dissegli che non " modo allor, Ch'io di quim'allontani. In questanotte ti chiegg'io, n" per alcuna Ospizio Cosa ch'" tua, ti apporter" disagio.
"
Gridava
ancora:
eretta
hai la cervice,
il cor
Il tuo molto
m'ha parlar
trafitto.
Ma
se
destrier la terra
mai
D'orina
fimo
se sparger",
un Infranger"
matton
rimmondizia
Come
l'ud", ne
and"
correndo il servo
Da presso ad Abraham. Per questanotte, Ei disse, da (|uesta casa dilungar Non vuole ilcavalier.Lungo divenne Il far jiarole e il far Va
senza
Nel campo recherai. Darai tu aiu'ora De' mattoni che il fuoco un di cuocea,
L'intero prezzi!, v lo darai uelTora dal Che sarai desto Il patto tuo sonno. Si ti confermo,Behr"ui disse, e pongo
"
E di'a colui che angusto" illoco. Povero V'ha sua stanza un giudeo che con la fame Passa la notte Se
e
"
olTici. pegno il capo mio per questi avvinse Cosi discese e il palafreno
nudo
su
la terra
Cion le redini sue, trasse dal fodero La spada la terra stese acuta e su Lo strato dcirarciou,rarcioii si tolse
Per
paragrafi12
41- del
capitolo.
APPENDICE
ALLA
POESLV
ROMANZESCA
233
a
casa
Tu
spazza
e son
portafuori.Ecco!
disagio
10
non giusto. per l'ospite disse Behr"m, recami un servo Va, gli
quimi
nel
grembo accolto
serbati in mente : Udita che l'avrai, chi possiede, mondo al e quando " Mangiasi Cibo
non
", stassia
un
dono
Disse Behr"m
far". gli
Deh!
che
nessuno
oggi
saggio.
"
pelvino
0
Una
a saziet"ilgiudeo, in lui s'accrebbe giocondo (iridava intanto: strana allegria, tu porgi cavalier, travagliato
bevve
Abraham, che queste ris[)osegli qui, Brutture scopi e dentro e fuor le porti Or tu quelpatto Alla fossa le getti! Che meco alla bugia non festi, volgere, Che non " bello ch'io ti ciiiami ingiusto. Come ascolt" quelle sue parole novello Prence Behr"m, ad un pensier
Die fondamento. Dentro Stava nascosto Tutto di seta Ei si lo trasse
un e a un suo e
calzare d'ambra
antica: ap-
di muschio pien
bel sudano. Fuori fimo quell'accolto di fuori gitt" nella fossa. Corse,
[ ponga
Cibo sul Possesso rende Di chi
e a questo grazie il core possiede, sue e
in esso, lo Sgombrando
Con
le immondizie
Sempre "
Gli Che Cosi
son non come
sereno,
le monete
dinanzi
qual corazza;
ne
quegli
ha, se
sei tu
"
.
sta con
labbro asciutto
Davver! disse al
ancoi'a digiuno
"
A mezzanotte Behr"m
accorto Questo gran portento, Di tua grandezza, disse tosto,oggi ben vidi. Quaggi" nel mondo ei ti far" disciolto gli
S" che fia d'uopo ricordarlo. Intanto, Se lietofine dalla coppa tua Ottieni
un
Da
d",feliceil bevitore.
e
Ei si
Sen part".
venne
alla regale
Felice il vino
Quando sul monte sollev" suoi ra"4gi, Come trafieri, questosol splendente.
Dal breve
sonno
sua, ci" che pur far dovesse Ma in quella Tutta la notte a ripensar.
Dimora
suoi, Notte,in le stanze, per pensieri Sonno ei non prese! ma ridea, parte Egli
Non ad alcun dell'alto f"' suo
secreto
i.
Destrier veloce.Deh!
qualsella! Un
arido
11. // distrutto rillafiij"o
e
Nelle promesse tue non sei costante. Dicesti gi": " Di questopalafreno Io
con
Al
primo albor
del terzo
Prence Behr"m
della sua
caccia al loco,
manca
mano
Via
". spazzer"
glivenia, da destra
(1) Il
diede alcuni per ad
re
si fece conoscere a s" l'avaro giudeo,gli Belir"oi,al giorno vegnente, chiam" le le mal avute della ricchezze, sera antecedente, e, togliendogli l'ospite che l'aveva detto Lanbek, generosamente ospitato un acquaiolo, povero in cui si racconta di tentativo di
giorni innanzi.
passo,
un
capitolo.
23i
APPENDICE
ALLA
POESL\
IlOMANZESf,
il sacerdote, Di nobile consij^liu istorie Qualia narrargli portentose antico Gemshid di Erano intenti, e E di Fred un tenean Eran cani
e
di signori
case, ecco!
un
sol
grado
In questo loco abbiansi ornai. Voi tutti, Uomini e donne e teneri garzoni, D'esto Da
sarete. villaggio principi alto levossi borgo quel opulento Di gioia che principi tutti un grido, ed erano davver, pari eguali Egli ;
i. Innanzi parole
E falconireali.In cotal guisa Breve ei rcndea del Il gravoso durar. Ma Tocc" In Orma
nessun
quandoil sole
Uomini
E
donne
pari
sol co' rai cocenti, Questo fulgido Di caccia dal postoei fea ritorno Corrucciato del cor. Ma un verde loco
sua
col lor signore, e potest" Consiglio E tosto che i pi"giovani del borgo Da ogni timor furon disciolti, al prence Di lor villaggio e pronti repentini Kecisero la testa, indi fra loi'o
versarono S'accapigliar,
innanzi allor; pienodi case Vennegli Era e d'uomini pieno e di quadrupedi, E molti in su la via da quel villaggio Scesero in follae Delle
sue vennero
dovun(pie,
Ed in luoghiinaccessi, ilcaldo sangue. Come poisi lev" tanto scompiglio In loco abitato, (piel all'improvviso Tutti dal Stromento
all'incontro
schiere a
Nessuno riguardar.
borgopresero
i vecchi
la fuga.
nullo affranti,
Benedisse al suo re; detto tu avresti avvinti al suolo Che ({uai erano giumenti d'ira intanto, Tutti cotesti, e pieno Pien di corruccio il re del Di scender nel Una brama Di Con
si
Abbandonando
Lasciato l",non
E
non
frutti e
non
arnesi
mondo, tlera
al suo
core
armi di guerra.
E desolato
entro villaggio
avea.
Per" si dolse
un
guardo
e al sacerdote benigno detti: (Mi ! possa disdegno questi Cotesto loco, e infausto, sciagurato liere Di belve agresti e di selvaggie
atto
F"' in
suo
pass", quandoritorno
caccia, e
allora
Quale fosse ilvoler del suo signore ratto il sacerdote, e tosto via discese. dalla A (luelvillaggio abitantiei disse : Oh ! ipiesto loco, Agli
Conobbe
1 Oc?
di
(piadiMipedi
Ch'" verde
pei'ci" la gota,
e e
Si ch'ei temette
dell" Eterno
pieno
disse
Dolce desio
Tutti
in esso. l'ipose
Or
voi
e e
tratto
insieme.
bello
Perch"
poid'esto borgoameno
una e
! Deserto ipii
e
Facciasi
fanciulli.
tosto
Prenci voi siete in ipiesto e d'uopo Bendilo colto ed abitato, adopra borgo, Che d'ora in point)n veggasi raiu'ura. iNon " che alcun di voi sei'va e obbedisca. dal andava hcl Arteficiche vivon per mercede, Vi' dei regi cospetto
(1) Antichi
(2)
Il
re
re
dell'epopea persiana.Vedi
il capitolodella
poesia epica.
Behr"m.
Af'I'KNDlCE
ALLA
FM"ESLV
ROMANZESCA
285
11 sacerdote A
scoiidea rapido
Si f"' gioioso adanno e dall'antico Si liber". Corse alla casa accolte e Dell'acque
A
de' villaggi Da questoa quello e alfine sul loco rinvenia Inoperoso Vn vecchio stanco. Gi" discese a terra Dal E
a e fc' cai'ezze palafreno
al vecchio
e
disse:
Antico sere, deh ! chi mai rendea Cosi deserto questo loco ameno? il prence f"' passaggio Un di,rispose, allora Da questaterra nostra, e venne Un sacei'dotesenza senno; egli era Di
suoi che (luegl'inclili
a non
E acconciamente
ogni campagna
intorno
S'ordin" ratto. Il vecchio intento e i suoi gran studio e cui'a. Posero in ogniloco alberi molti,
un lavorando, quand'ei, campo ancora fece Volse a fi'uttificar, gioioso lochi.Allora, Il cor d'ognun ch'era in que' da que' confini. Quanti un giorno fuggian
dan frutto.
Che disse
e
noi
"
Qui
tutti sieteornai
Signori duci. E vi
ancora guaixlate
Tutti ed insieme Da far stima d'altrui. Prenci sietedel loco. Or de' sovrani D'un tempo sietevoi,uomini e donne, E imperanti e signori ". Ei cosi disse, E ratto di
e di tunmlto scompiglio
sire, longevo ritornar festosi villaggio ordinar novellamente E quelborgo ! Amico a quello, E i ruscellisgombrar. Mortiferi di legni .Moltiplicarsi sia asini dal cielo Iddio Ne' Come egli seminati e bovi merta, campi E pecore e galline, E rinnovinsi a lui rancura e morte e ognun piantava deserto Ed amhascia di core in sempiterno! Alberi ovunque, e il loco in pria ornai frattanto divenia leggiadro. stato volge A peggior Qual paradiso Condizion di questoloco, Al terz'annoche giunse, ! fu adorno e tale ecco di noi s'addice. duce Tutto il villaggio e tutte del suo Egli", che lagrimar fu Per quel liete oneste e vegliardo d'angoscia Topi'e pieno Prosperavano Sacerdote Ruzbih; f"'inchiestae disse: Per la sua cura. E quandogiunsetempo ilprence Quale " ilduce divoi? Questarisposta Della gioconda primavera, Il vegliardo rendea : L" 've ora crescono Ai campi scese della caccia, e seco.
Oh! di rapine Pieno and" qnesto horgo. di Anche fu pieno morti e e di colpi Tutti al
-
E della cura
del
Erbe
"
Oh!
pur
anco
ambo venicno, Ruzbih. Come al villaggio [dunipie, sii E tu allor, e intanto (lissegli Behram-g"r, riguardava prence nobile In questo loco. Deh! sii tu qual di Pieno di coltie l'ampio giumenti Serto alla fronte in l'opre tue leggiadre!Loco intorno vedea. Levate al cielo Dal tesoro del le chiedi monete. Erano alte le torri e di giovenchi il villaggio, E di pecore pieno Chiedi sementi ed asini al lavoro, era E v'erano E bovi e merci,e tragii'i che v'erano voglia giardini ognun acque e E messi e campiseminati; In questoborgolavorai'. ancora Saranno i Di di tuoi servi sarai i tu e Quelli e tulipani fiengrecomonti signore. Eran coperti }th tu frattanto al vecchio sacerdote e per limonti attorno si vedean dispei'si. iNoiiimprecar, che le parole ed sue Capre agnelli la montagna e tutti Non disse giusta il suo desire. E quando Che veramente Sembravano ((ue' tu alcuno aiutatorda quella Voglia campiun paradiso. 'I Del re diuuu'a, u"andi. Disse Behr"ni alsacerdote : Oh ! dunque a te sani ch'io Ruzbih Tu. (|uantccose
vuoi,da
me
lichiedi.
236
VPPENDICE
ALLA
POESL\
[{OMANZESCA
fiorente?
e
E bont" cresce
sminuendo
cade
uomini dispersi
bestie
Se al tuo stato di
priatornava il borgo?
un
Citt" d'un tratto,e per un motto solo Ridivenne tlorenteil boi'go ameno. Cosi Del
ne
Ogniopra trista.Ma la via del male A quella gente io si mostrai coperto E secreto gi"un di,poscia ilsentiero Lor dischiusi di Dio. Migliore assai lucente " la parola, D'ogni gemma alcuno acconciamente Quando l'adopri Ad un loco propizio. In noi saggezza Sia qualregina le sue schiere e guidi
La
re
rancura. d'ogni il core giubilante E per tesori tu distruggi Ed io Sia del nostro signor, disciolto ". sempre M'ebbi sgomento dell'eterno Autore desolato e tristo! Da ognipensiero Di ipiesta ilsire, Come ascolt" quelle terra, e del biasmo pungente parole Di prenci vedea che quando Evviva! disse; e servi.Anche di regal corona Fa due pensieri solo cor, si perde Puizbih ! Donava allora Tu sei degno, un Subitamente questo cor peidue d'oro di monete Una sportella
Il mio prence e signor : a Cotesto loco E verde e ricco per monete accolte
"
gi",se due
i regnanti,
veste
Ninno villaggio:
"
12.
con
Ai'i'enliimdi
le del f"filie
re
Behr"in
Abitatori.Imperano le donne ed i famigli, I servi tuttiper mercede e ipielli Che hanno gli ortiin custodia ". AUor che Colui divenne ch'era servo Al suol la testa. Cosi
in
E i fanciulli con
mufina"o.
La settimana
che
[prence pria,
solo
caccia al dilettosoloco
un mese e
Con
Pass" misura
Lungi furon da
me
biasmo d'altrui
In belve al monte, ed ei tornava intanto in core suoi gioioso Con gli armigeri Alla
mentre citt", regal
la notte
que'prenci
ei si vi pose elo(|uente;
cura e
molta
f"'fiorir novellamente
da
in
Splendiente vampa, l'accende il cor. Quando uno solo Che nella festadi P"ehm"n soggetti buono " il consiglioUn re sovrano. luce Volse a quella e signor, principe
-
(1) Bebr"m
mondo. Festa (!2)
cui Firdusi
d" il titolo
degli antichi
di
monarchi
di dell'epopea,
re
del
del secondo
giorno del
mese
Behmen,
nell'Acquario.
APPENDICE
ALLA
POESIA
ROMANZESCA
237
innanzi
quello
La terza
E
venner
.Muslikiiick .Musbkin"z, l'altra. Susn"k la quarta, Nazit"b, tutte saltellandoinsieme, della persona
primavera
Nelle gote fiorenti. Elle cantaro Una ballataa re Bebr"m, sovrano D'alto saper, d'alto desio. Ma intanto. Poi che per esse era caduto in core Un turbamento
si vaghe a lui, quelle Quattrol'anciulle a inchiedere si fea
la fronte
in
parte ogni
Stava assiso un Di
cantor.
Cantavan tutte
di re ballateadorne, battaglie
disi'oso: Oh! chi son mai or questo or quell'istante. Behram-g"r ed tutte fanciulledi eran Queste rosate un'altra, guancie, Apprestavano E perch", Gon bei voltidi luna e con ricciuti per accendersi tal fuoco. E d'esseognuna, I lor capelli e di muscbio odoranti E di arguta favellaarmoniosa. Del mulino dinanzi da la porta. Steso sull'erbacon
core gioioso
qui?
"
nobile statnra.
di purpuree rose Un bel tappeto, nel Gon un mazzo pugno, elle si stavano,
nostro signore ognicosa tua, vecchio mugnaio " il padre monti nostro,che su questi
Quasi ebbre
Da
con
sue
frecce. E tosto
che tenebrosa far", egli per l'ombre vincenti occhi suoi gi"torbi. gli
e
dicea.
amore
gi"dal
monte
E nobil volto; questociel rotante Keggesi }ierluisol. Ben tu diresti da Ghe stilla vin purpureo, sue gote da' capegli suoi Ghe vien fragranza
un
rec" la selvag2;ina
scorta.
la terra Belir"m,
la gota
Di puro muscbio. Son leoni e "n"gri La sua preda soltantoed in Irania "li as;niusta il nome. Altridi Behram-i;"r Della terra ilsignor cbe bene udia Oneste lor voci, volse le sue E
ver
Inchinossi a toccar, venne sen quindi allora Gon sgomento e terror. F"' cenno Prence Bebr"m che una dorata coppa Al vecchio si porgesse, a lui tornato Da lontano sentier. Dissegli : poi che di sole Queste quattro fanciulle, Hanno mai qui tieni? perch" l'aspetto, Di dolce sposo non " tempo forse? Benedisse ilvegliardo e gli rispose: Non Ben che venute E intatte ancor. Alcuna han marito questefiglie mie. in questa et". Son vergini,
son virginal
redini
quelle
fanciullecome tosto ei venne, Vaglie II luogo da riguard" questoa quello Gonfine suo. Vedea come quel campo Di vaghissime donne ingombro fosse, fu del ritornarsi Si che toltogli Alla citt"ilsentier.F"' Recasser vino
cenno
E in loro stato
allora
via
Elle hanno in terra, e pi"di ci" parola dir". Tu a me deh! cedi, non
"
Bebr"m
E
cura
mano
Non
Ma Behram-g"r.
cbe quelle
pi" illustri
^238
ArPENDlCE
ALLA
POESL\
vestia noi,
Non
di
se
re
una
figlia.
Non Non
terre
argento,
case.
L'adorator
in Cina degl'idoli,
asini e
Queste Che
vaghefanciulleun
le
sue
di vedesse.
Dolci tue spose Si convengano a me. Elle son dun((ue tutte ([uattro, disse; Della polve del suol di tue riposte
And"
di tutte
cose,
intorno
vigile A nobili e
;
vide
il pregio ancora
via a te per quella piacquero Che veder le potesti. Or io,soggiunse Cosi Elle
"
il sire Si f"'la notte, del villaggi(" Dal borgo vecchio giunsee a quell'antico
di parl": Signor
bella sorte,
Prence Behr"m
Ei cosi disse
Venne
0 valoroso,in questa notte oscura fortuna al tuo giiancial. Davvero! Che di tua
il verdeggiante ramo pianta Lev" glisguardi, Frutti venne a portar! Vide la festa quell'illustre e il fuoco
Nitrir s'inteseallordi
palafreni,
scorta
di E ilsire ingiunse Ai
sua
eletta
Vide pur
E
a
anco
le redini volse Ed
or sue
del prence iranio. Fanciulle al gineceo Tutta si volse alla campagna a un tratto
questa partescese.
son
fattee
gi"son
spose elle
ravvolse.
pi"scerete, al loco suoi dolci riposi. Al tuo signore, bei volti e que' que" capegli crespi
stanze tuo tue dir,le figlie
segui, pensieri
Cotesto illustre. tal statura.
E ilverace
regnanti,
" tuo. 2'li
attorno
Behr"m Si che
illustre, 2:enero
in dovunque
ogniterra
tal forza
giugnea
in D'o^iii Ma
Della notte per l'ombre a questoloco? ei vide ilfuoco acceso, disse Da lungi dietro La donna allora, e per"venne Al gioioso cantar de le fanciulle, All'ebbrezza del vino, al Di musici
e suon
Behr"m principe
dunque
giocondo
cantori.
"
0 donna mia.
fa comandi, che il comautlo " tuo; Tutti servi ti slam, che di te solo
donna, questa
lutti
siam (pii
noi veracemente
Ecco! restar di lui meravigliosi questadi Dio, disse la donna, Che l'uom non chiese gi"d'alto lignaggio E il mugnaio nome e la donna, e ilsanto v ide in invoc" le Ciascun d'essi di Dio core fanciulle, sovi'aiio. e Quand'egli
Opra "
Pensier
non
Davver ! dicea di
Che
tei'ra Dell'ampia
ei si cercava Le";'2,iadra
fanciulla,
ciel trassero sposo fin dal quai'to vollie quelle trecce! Quest'almo sol ipie'
belle. (1) Tanto sono {%) 11 borgomastro, secondo capitolodella poesia epica.
l'antica
costituzione
iranica.
Vedi
il paragrafo 41
del
iUO
AIM'ENDICE
ALLA
POESLV
ROMANZESCA
Avessimo per tanto onor cli'egli bave ! Una grazia da lui veracemente 10 chieder", se pur non il mio Cotesta impresa Forse da potr"
a volge
Laudi
glifece e ilbenedisseancora
-
vile
(vinae Turania ! Or da
Un mio E amico deh ! tu sii!
te
illustre chieffaro
(lostui signor,
|iropizio
l'orridoserpente
ch'egli
Behr"m
rivolte. imprecar
il re
^
Ove racconti,
Di Atto
Di
a
non (|ui
guerriero
vedrai tu segno
Fanno
festa.Ma
pi"in
un
su
di
quella
allora se non ucciso, (piaggili, Che i lupi le membra ne trarran sparte. La rogai donna,come udi coleste
Foresta verde,quanto
Tu
un scorgi e
trar
di freccia.
monte
E bruno
tetro.
Parole acconce, n'ebbe lietoil core, Discioltaand" della perduta figlia Dall'acerbo dolor. Corse Del
re e ne venne
Onde
pur sempre
terra
" colta
Onesta
Ch'io Nome Ebbimi
leone
K"ppidico,u"
conosco.
di Ini diverso
di Cina alla presenza e tutto Quivi ridisseci" che vide e intese. Disse di Cina il re: Saria cotesta io. Se detto
gi"dal
Tale die
A
Ma
Onta
quelloco di
sue
festaella ne andava
nostro
Un cavalier(|uale son
Dalle
ilprence stanze,quando
con una
Sar" per noi che leon K"ppiun giorno La figlia mia si divor", fiaquesto Della mia Davver Anche
non un casa sa
scorta.
Discese allordall'orridamontagna
e
in
E i|uegli vituperio.
dentro
si traea.
le sue
fauci
Frattanto,
monte
pestifero
Alito traggea s". Ben che di prence Inclitasia la figlia, " pur di prence Cara la vita. La Ch'era
"
Ad ogni cominciar di primavera, And" a quel loco dilettoso e bello Il re di Cina per sue cacce, e ninno in questa nostra De' robustigarzoni Citt" rimase, degli eroi
nessuno
donna risjtondea, regal per quella occhi dimando! miei, pupilla agli Sia di me gloria o sia vergogna, tutto ildesio si compia. 10 ridir" perch" Anche
Ebbero morte.
La nostra
Disert"
crudo quel
lungosu
ci"
tempo
si
volse.
terra si fiorente.
Eppure
di vendetta quel
un a
ed eroi. Cavaliei" belligeri molti "nno saliti grand'opre, da lungi Ma quand'ei dell'orrido drago Veggonl'artiglio Atti a Correndo al monte. E il petto e ildorso e la cervice e ilcapo E l'irteorecchie, e e allor ch'ei rugge
giorno
tutti
festa il re di Cina
trono
11 f"'seder. Ma Delle
sue
[freme,
il c("r si fende. Oh! D'ogn'uomguerriero
stanze
udi le voci
allegre
mosse
(quale,
Qual
" mai
in acque
Cina.
e
il Turan epopea
come
un
solo
re^'no
nel
dell'antica
persiana.
APPENDICE
ALLA
POESL\
ROMANZESCA
241
Orrido Timor
senta? E
non
ardisce alcuno
l'atrosangue uscia (pial'onda Per la bocca dal petto. Ei ben vedea Disse Behr"m a lei: Dimani,all'alba, Qual de la belva l'impeto e la possa, di festa Onde ratto una terza e cuspidata Andr", vedr" pur io quello Loco temuto. Col poter di Dio Freccia scagli" contro agli suoi artigli Della luna Che ci d" forza. Creator superno del dilettoso e sol, quel Loco di festasgombrer" dal serpe, Ratto che il primoalbor la via ci mostri. Della
mostrossi inciell'argenteo disco (Juando allorche sciolse luna, pallida E quarto illacciosciolsepoi. Balzava
ov'cidella sua sorte incontro, Muovergli i lui casi a o avversi. Computi propizi
allor su Rapido
E di l" de la belva in
L'asta avvent",si che le pietre attorno Andar di sangue intrise. Il valoroso Trasse la spada allor, quelcorpo immane Del fero serpe in due divisee il capo ne tronc". Qual cosa vile colpo Abbandonando il lurido carcame. D'un Gi" calossidal monte Venne Ma
con e
Le brune trecciesue
la notte
ombrosa,
Gli eroi di Cina si sperdean. Ne andavano Ebbri dal vino, si ritornava e ognun Da quel loco di festa al suo soggiorno.
al
re
di Cina
Ma
l'impresa.
laccio e
un
arco
bosco gi"salitoal dilettoso Era di Cina il re con la sua donna. Ambo correndo a concitati passi Della montagna al vertice.Levossi Voce di gioia fra gli eroi di Cina, Si che fendersi al grido alto e
sonoro
E cento trecciedi
con a e
compattolegno
Atta Alto
due punte un'asta lunga, fiere Come al monte sen venne colpir. che dirotto,
tornasse
a
dietro
quando pi"presso
Ma
frattanto
Il nobile guerrier, detto tu avresti Che soltantoper lui tutta adoinbravasi L'alta montagna. L'armi cinse il prode
L" tra le
e rupi con
Forte il serrava
si rese
ancora
laccio l'attorto
messaggier scegliea
dolce
di cofani cento
vesti ancora assai
a
L'arco
suo
forte e
Grido mand", su Pos" la mano e da la roccia dura. Della mano fuoco schiantava. al toccar, Entrava allora in Leone
una
cose
E da
da
Che pi".
su
lui venisse
e un
inclito
fonte chiara
Editto ivinotar
rilucente
Dentro all'acque sue K"ppi. indi n" uscia,che quando S'avvoltolava, Erano molli dell'orrendoserpe
nessun Gl'ispidi peli,
danno
lui
Peano i dardi d'alcun. L'orribiIdrago Allor s'avanza e Entro desia quel gi" prode ne strozza. gittar profonda Quando una freccia di compattolegno L'uom valoroso vibragli di contro. la Davver! che sazio delle giostre sue
16
"
in seta cinese. Una sua figlia Foglio A principe Behr"m f"'sposa allora in Cina il suo Il nobil sire, perch" fermasse e la sua sede, Soggiorno egli " pur costume Poscia una vesta, quale Di quella terra, gii apprestar, per lui
Molle celatee molti cintichiesero. A Ove ilre gli duce d'Irania, disse, ogni dona. ei tu degno ne sia,questo
fue
Storia Piz7.i,
della
242 Cura E
0
APPENDICE
ALLA
POESL\
FU)MANZESCA
che cacciar per boschi pensiero corruccio in lui della fortuna,e tutti
E civettee A'
Venian trecento
cavalieri, e dietro
Pel tramutar
Di Cina i cavalierd'altei'o capo Desio pungente di Behr"ni nel core Avean pur sempre, e della gente ognuno Cosi dicea: Noi ti siam servi,noi Per te siam vivi su Behr"ni Facea pur anco, Ogniabitante di
la terra.
e
"
Chi reggea col guinzaglio. Anche vedevi Settanta in ceppi nobili leoni
E
entro leopardi,
a
Intanto,
doni
musoliere d'oro.
ancoi'a
lui benedicea
Raggiugnean peldeserto le gazzelle, nmsici veni"no. E, dietro a quelli, 14. Incontro d" Kltusrev e di Sl"rtna i. di sacro alla caccia Duemila, per quel in fieri concenti. Sotto Quando giovane ancor, senza rirnprocci. ("omposti pria Un cammello Era Parv"z-, vivente il padre s'avea ciascun de' musici, ancora, ad un eroe, in terra Fanciullo pari Postasi in capo fulgida corona
Qual dolce
amica
sua
Shirina
ebbe. egli
seggi
Ell'ei'a si per lui quale occhi degli lui La fulgida e cara a pnpilla,
in terra, fuor di lei, era nessuna date Fra tante belle e tante figlie
di tende
Non
Nelle
sue
notti
lui.Ma
poiche
sire
Del mondo
si egli
in mostra giumenti, cinipiecento ilsire apprestati A ci" appunto gli Ma giovinetti avea. bracieriardenti con Dugentopaggi,
odorosa
pelmondo
sue l'opre
senza
posa
erano
quiete,
e
esso, tra
cento
garzoncelli
ampi a le mani
contrasti
i servi
E zafferano, andando e precedeano eletti fiori, fragranza degli Corn'ei venisse, fino al re giungesse. Ma innanzi Venian Pure
con a
Perch"
Avvenne
otri cento
a recar.
dei
l'c
che
briglie
su
bionda
Khusr"v
d'inclito nome
onde
improvvisa impeto
quelsire vaghi
piecon
e e
con Ini,
in pugno. giavellotti
Il tnrbiiarpiilonai', contro
Di nobil nascimento
Mille Mille
cento
sessanta
paggisuoi.
lucenti spade
ad avventarla. seicento
quarantaavean
Ma,
come
o re, prenci
all'inclito
Falconieri accorrean,
con
falchi in pugno
(1) Per questo passo vedi i paragrafi27 Parv"z. (2) Il re Khusr"v Il ribelle Behr"m Ci"bineh del passo (3)
i7 del
capitolo.
precedente.
APPKNniCE
ALLA
POESLV
ROMANZESCA
243
Avea
di K"voli il sacro
con
orecchini e sorto,
tessuta imperiai,
nn con
di mutar, allora Le notti iligiorno occhi eran piangenti Che ilcore e gli e il Sorridere
veste
parca?Dov'" l'amore,[labbro
con fulsjid'or,
di noi,dove la nostra Dove il patto e la fede e il giuramento? Impromossa Cosi Versava occhi gi" dagli parlando,
un
come Sliirina, schiera, a (piella D'Irania, precedente di il color tlel mondo, giallo re, Signor
mesti
E di muschio odorosa
una
si cinse
Ampia tunica
Alla tunica sua Cinse I
un
sua.
si tinse il volto
e melagrana, rosso
D'un lieicolor di
sopra
Ei lev" un cotal poco e di Shir"na Oh! allora Scorse le gote rubicontle. suoi occhi Per lei negli addusse lagrime Prence Khusr"v
e
ritinto in
nel impallid"
volto
suoi, ma fregi
Qual
Con
destrier man-
Ella si poso
[dando
E
Perch" nel
Gioconda
Di
stanza
sua
venne
un
teiTazzo,
giorni
si mostrava. giovinezza,
Quivi
giugnea, ciglia Quel volto Le discendean le lagrime. coiu'ella vide, in piedi Del suo signor
gote da le fosche
Ratto levossiod
a
Di gemmo ornata, di sua caccia al loco Indi sen venne, l" 've falchie veltri venian. Poi che sua parte All'uopo gli Di
suo
ebbesi nel campo, in molta Egli Alla citt"si ritorn". Festivi Per la citt", per Dalla
gioia
Parv"z la sua
le cacce al
sue
quel tempo antico le porporine E per gli occhi irrig" occhi suoi, Rose del volto. .Alesti gli
Addusse
e
ricord"
L'iranio sire ;
de clangor
ecco
le tube,
! parea
tutto
cielo quest'ampio
statura,
suo
Costume onesto,
lingua ^ disciolse In quel sermon pehl"vico leon gagliardo,Ad incontrarlo.Ambe lo mani E disse: Oh! mio signor, E il capo gli felice se' baci", Che hai di sire l'aspetto e quandoin
che in fieroassalto Al sacerdote ^ Per noi
non re
di re, nel suo palagio e degna Entr" dalla citt"quel re sovrano, E Shir"na venia dal gineceo
e
il piede
tal guisa
Khusr"v
si volse :
grande
le lagrimecocenti valevol
cura
V^oiconcedete
re
Khusr"v, la lieta
ne
Di Shir"na
Novella al mondo
bandite omai.
(1) La
contro
bandiera
e
nazionale
iranica,gi" stata
inalberala
dal del
fabbro
K"veh
d'Ispahan
poesiaepica. usurpatore Dah"lc. V. il paragrafoSO zione). d'introdu{-2) Lingua iranica del Medio Evo persiano(V. il paragrafo 34 del capitolo di lingua antica,di linguad'altritempi. in senso Firdusi qui dice sermone pehl"vico
il tiranno
capitolodella
(3) L'azzurro
" segno
di
cordoglioe
di lutto presso
i Persiani.
(4) L'arcimago.
APPENDICE
ALLA
POESL\
HOMA.NZESCA
costume,
lei
Chieder ti lice.
"
Shirina disse, " accolta in questa quale Irania terra, a me partilamente Renderai tu, dell'inclita assemblea, Le nel cifreancora tue Qui, cospetto. A questolibro apporrai tu, perch'io Da ognicura mi sciolga e grande e lieve. Ci" ch'elladisse, facea re Shir"y Subitamente, e la donna leggiadra. Tosto che al Ebbesi da
suo
15. Morte
di Sh"r"nn i.
Questo ella disse e da la fronte il velo Si tolse, ed era luna ilvolto suo, Muschio- ilvolume de' capegli. Questo, " ilvolto mio. Menzogna Ella soggiunse,
S'ell'"cotesta,violenza opponi. Sol per savio disegno io mi celava I miei alcun pel mondo perch" capelli, Non vedesseli mai. Mostraili, e questa
des"o
scese
risposta degna
alla via Shir"y, Da (juel che ilGaio " detto, uscendo giardin Dal cospetto de' |)renci e de' seniori. Cosi
sen venne
alla sua
casa
quivi
", non
"
menzogna.
ricchezze f"'beati.Ancora
sue
costume!
avea con
Veduto Udito
Pria
Quant'erancose
A' suoi
avea
da chi "
Doni f"'a' templi del fiammante Fuoco Di Sad"h per la festa e per il primo Giorno dell'annoequel di Milir*; per molti Ostelliancor Per deserti e abbandonati,
covo a leoni orrido ospizi, re
com'ei vedea le gote Shir"yS, ecco! che l'alma d i Leggiadre Shirina, Ei per quel dal petto. volto Parve fuggir Attonito rest",si che d'amore ed ei le disse : Ninna, pieno, fuor che te sola, Ninna vogl'io e quando II cor
fu
Ma di
Gi" divenuti, a
Khusr"v
estinto
l'opre pie
Dolce conforto. Ma discesepoi il volto e ha scoverse giardino E si assise sul suol, ornamento d'ogni discinta.Le attorno sue e Spoglia genti
un
Te
basti
con
atticortesi
orecchi offesainverso altrui, gli D'o2;ni sua che Porgaintential mio dir, d'ora in
La vaga donna. Se tu
concedi,
resti
poi
Anche In
due
cose
chieder vo'.Deh!
il grado tuo di prence! sempiterno " cosa tua, rispose L'anima mia gli altro tu chiedi ancora. Prence Shir"y; se
vedr" pi" mai. non Questo mio aspetto da' che mortali Quel giudice cerca che don" sua luce giustizia, ed allabianca luna. al sole astri, Agli Alta
blea (1) Shirina, accusata di ree colpe da Shir"y,figho di Khusrev, dinanzi all'assemmolta si velato il dei principi volto,con eloquenza; poi si toglie persiani, difende, s'era invaghito di Khusrev bel il soltanto il velo, mostrando re volto,per quel quale adoperata. e non lei, per arte magica ch'essa avesse (2) Per la nerezza. di Khusrev, invaghito, alla sua volta,di Shirina. e successore (3) Il figlio (4) La festa di Sadeh per la scoperta del fuoco (vedi il "2" passo del Libro dei Re istituita dal alla poesiaepica);la festa del primo d" dell'anno inserito nell'appendice di re della vittoria in memoria del di Mihr, Settembre, Gemsh"d mese e quella re del della Dah"k. Vedi il 80 Fr"d"n epica. poesia paragrafo capitolo sull'empio
APPENDICE
ALLA
POESL\
ROMANZESCA
245
e
Temete
voi ;
Pel
terra
reo
nemico
temo
si che innanzi
s'addice. Intanto,
Dal di ch'iovenni appo Khusr"v,dal tempo Che sue stanze dorate io penetrai
La
Fra le donne
grande,
Davvero!
fu scorta in me?
Che simulando
parola pronunciar
Non debbesi da voi ; che vai cotesto Simular presso a donna e accorta e astuta? allora, Tutti levarsida' lor seggi
e dissero: a dar risposta, lingua inclita Tra le spose regali donna, d'anima e serena, e loquente Saggia, mai vide che te non Per Dio giuriam
Sciolta la
con tutto, popol lingua, proterva di mia la infelice morte me Dopo fu di voi Male ei favelli. Ma qual disciolto A me gi" libero e servo, Or va del capo. Alle parole sue t rafitti a l Forte quelli core piangean, Per l'estinto Parv"z di doglia acerba. Ma ratto che venia n suoi messaggeri le udite cose Appo prence Shir"y, Della innocente ripeteano a lui, Oh ! E Shir"y dimandava : sorvenne qual Alla donna preclara altro desio?
Al
"
suo un
fido,
desio.
voce
Delle tue stanze dietro allecortine ^. Oh ! davver che dal tempo fortunato a te nessuno D'Hosh"ng antico eguale
"
desiderio!
"
Oh! bene
cotal desio! le rispondea, Shir"y I paggi la portaallordischiuse tuttiallora Del sepolcro Si assise in trono ! donna egregia E le ancelle e glischiaviaccorti e saggi, 11 guardiano e quella Funebre pianto alte incominci". Si mosse Avidi tutti di poter, con E appose al volto di Khusr"v la fronte inverso a lei: Preclara, Voci gridare Inclitadonna, celebrata in Cina Ed in Crecia
e
parole
come
te? Deh!
a
dolce
prova ?
Vita distrusse.Ella
pos" daccanto
malvagio*,
All'estinto ilvolto. signor, coperto Raccolta la persona entro a una vesta Odorosa di canfora, e appoggiando Alla pareteil corpo suo cadente, L" si mori. Mori, da questaterra Via si recando la sua lode
e
suo
il merto.
messaggio
oscura
b) Il
romanzo
Vusuf
Zalikha.
di Dio sacrata Ad avventura di Giacobbe intanto il core l'orecchio, alquanto volgi Porgi E del coi'e il pensier. Come di lui,
"
Sar" del core, e manifesta a lui Feci la via che volente mi scelsi.
soii
io
nessun
uomo
tia avuto
far
con
te.
"
Vedi il paragrafo 80 del capitolo della poesia epica. (2) Antico re dell'epopea. celebre per bellezza di donne. (3) Paese dell'Asia seltentriunale, Il d'aver Parv"z. fatto morire il padre, re Khusr"v accusato (4) re Shir"y, dal testo l'edizione diversa di d. d. molto 1299 E. (1881 Teheran, C), (5) Seguo
per
la
sua
traduzione
in versi tedeschi.
246 Vasel di
APPENDICE
ALLA
POESIA
KOMAN'ZESCA
Ti
L'innocente
noi ^, parliam solo uno sguardo volgi lui la Alla vesta di perch" prova
trassero
un
irco,e
uccisero qnello
Inutile non E
stimi
falsa e
vana.
E del fratelne
tinsero la vesta
recava
Tutta nel sangue e la ter molle in esso. andavan tutti Come poi l'alba, venne il capo sparsi dolente S tavasi Di negra polve. intanto a capo della via. Il padre Con lacere le vesti e
il suo Aspettando
quell'integro,
Tutta cosi macchiata di tal sangue Di menzogna, e menzogna era che luce Aveasi tal, qualpur di luna in ciclo*. la sventura Poi che in tal guisa
e sua
vesta quella
intrisa
le mani
Tutta vide di sangue, oh ! che dal corpo volea l'affaticato Migrar spirto, Detto tu avresti!Non Forza alcuna
L'uom
o
rimase in lui
Devo al
core
Annunzi"
che. di sventura
iva Giuseppe,
al laccio
perduta ratto vita sua. Perch'egli L'integra Dimandando dicea : Deh ! che fu adunque? oh ! qual mostrava E la sor(e celeste,
Caduto omai A noi sventura? Ov'" di questo core. mia dolce, ov'" la speme? Di quest'alma In Di Di
mezzo
vigilia
Rest" del di
di sensi,ascoso privo
Sotto nuvola fosca il dolce viso Ch'era luce de' cuori. Aitine,aitine.
perch"non "? Il conforto mia perch" non veggo? (piest'anima addusse mai oh! che gli Dio consiglio,
a
voi
rinvenne, alto gemette cor quel Il profeta di Dio. Incominciando Suoi lamenti e suoi pianti e sue querele
Come Di guisatal che Deh!
un
d"mone
malvagio
cosi vuota
mi si turba
occhi allora e pieni gridando gli dicean : Deh ! padre Di lagrime, saggio. Perch" ritorni senza lui? Nel seno Da Dio ti venga per Giuseppe tuo mio. tu allora ilfiglio Accoglievi Un lietoannunzio,che di lui disgombra L'anima mia, la vita mia, che al core " qnestaterra ! Un'ora,andammo noi M'era vincolo dolce. Ora hai nel grembo " questo, Da lui lontani, Il sangue suo! Segnomaligno e tutto eraci ignoto mio diletto in Che avvenir gli dovea. Femmo noi tutti ch'" Del te. Seguod'ira, Tutti Una
scommessa,
sola Uscita sei da me, quando non miei ! Intanto, occhi Lungiandasti! dagli
qualdi
noi al
corso
Ben tristosegno
mio! M'hai,per tal segno, orbo del figlio Cosi venistia me del mio Giuseppe
Sapevamnoi d'alcuna
Lui
un improvviso
sua
sventura?
un
di
j"i'opizia,
! pianto
si lupo
e a se
rapia,
ritorni
tu
degna assai di
in te
Dio lo
spirto
ilvero
Come
andavi,luce
era
splendea
tu veraci
se
anche giusto,
(1) I fratelli di Giuseppe, per venderlo poi. (2) Pare voglia dire che, perduta la pazienza,far" atti da disperalo. ci" che " stato detto avanti, e (3) Si lascia qui un distico che ripete inettamente dev'essere interpolato. (4) Cio" era chiaro e manifesto che quel sangue non era di Giuseppe.
248
APPENDICE
ALLA
POESL\
ROMANZESCA
Alla belva tu chiedi e via dal core, ! " i. Via dall'alma mi togli est" rancura
L'intimo
del
cor
D'amore, ed
Avvoltol" di
la
2.
Cosi, per
tutte
I vichi attorno,ridicea l'istoria Ebbe Ogni donna d'Egitto. Di cotesto Zalikha, al Per che smorte Come
cor
Ho da veraci iiarrator contezza si sparse est" novella ^, Egitto delle egizie Per" la lingua donne, ^ Tutte a lei ruppe ilvincolo di quella Che in voci Sua pazienza. Con sonnnesse Cominciamo secreto a ridir l'alto E
ne
trafitta.
si fean le
guancie sue,
persona S'attenuava. Poi che noto attorno L'alto secreto si rendea di lei, S'arrovellava in s" come cerasta, Si che tosto
^ a
and" attorno
la novella e ognuna
gi"non
tocca
la mogliera, e il tempo
suo
schiavo
restolleintatta
il cor. Per
cento
in ogniparte,
nome
di lui, al laccio
s" chiamando
e
colta ora
"
lor f"'carezze
in loco
a seder tutto appartato e bello. Tanto ella " presa omai,che per l'Egitto Era di donne una gran turba, e aspetto Nota e infame divenne. E non sapea Avean tutte di luna,anzi pi" bella
Della sventura
Di cotesto
amore
Pose
Che arte aprincipio era da oprar, per ch'ella D'un tratto solo soffocar potesse
adorne,
e
Altri frattanto
belle.
Quellabellezza sua.
Per" il cor
ne e
Ravvolte,tutte
Candidi
e
guasto quella
e
mente
Cristal fra
'^. Ed porporine
erano
E la persona
l'alma avean
iattura.
Ahi ! Zal"kha per tutte le assemblee Sciaunita omai, ch'ellad'amor si accese Per
un suo
lor veli alle persone, Variopinti E leggiadre d'una luce le fean qual Bella di Marte. Ed ecco, a quella luce
Di lor voltibellissimidi
suo
luna,
ch'" di Dio, risplendere ancora, e a quella Qual paradiso illustre s'oscur" la gloria. Tutta la casa. .Ma non fu tra (iiielle
(1) Questo
effetto. Nel molte
lame.ato dei
di Giacobbe
Libro
Re,
Firdusi
"
bello, ma
per"
anche
non
l" siano
nelle
parlate.
vedi il
passo
paragrafo 51
era
del
(4) A Zalikha ; cio" la fecero impazientirecon la loro maldicenza. (5) Putifarre. (6) Giuseppe, entrato ai servizi di Putifarre. chi si cura data cosa, come (7) Modo figuratoper dire che alcuno non pi" di una d" al mattino, ravvolta la stuoia su cui ha dormito, non ne se pi" pensiero. " tuttavia probabile che in tutta questa descrizione lunga (8) Che vuol dire? v'abliia avuto al solito. come parte qualche interpolatore,
"
APPENDICK
ALLA
POESLV
ROMANZESCA
249
:
di cui,per Alcuna inver, Forza dei core, non avesse Alcuna H"ri
o
ra|D"trice
invidia
in
suo core
A vostre
mani,
Perl
i; anche
Per furor che vi prese, ecco che avvenne ! Per ci" che fean, turbossi di sgomento
e tutte d'un sol moto, c hinar la froiUe innanzi. Vergognosa
Nascostamente
si credea ciascuna
A tutte il core,
Dell'accoltaassemblea
131Zalikha, e di lei, per giovinezza Intanto E onesta fama, assai migliore. Conforme
a
Poi che in tal guisa attonitee confuse Di vergogna restar, sommessamente Dicea lor lingua: Oh! di natura Costui
non
(?)
umana
riti, a
a
norma
ed
costume,
ciascuna in
sua rpiella
",
ma
un
" angelo
davvero
Recava
donna
Zalikha Sciogliea
sermone
all'assemblea raccolta
:
0 voi,che
scema
lor ponea,
a far tacer lor motti ^. pensando Udii gi"che Giuseppe (primavera Chiara del cielo, del cielo, immagine Suscitator di pensieri giocondi)
Assai
Gi" mi diceste di saggezza e afflitto Per questogarzon mio m'avete il core, Or nondovreste Che chiamarlo angiol
eun
detto
Rischiar di questa ! Ecco ! che intanto foggia di lui giunsevi occhi. l'aspetto agli di qual
vi
Stavasi intanto in
una
Come quaggi".
cui la notte
Arancio suo,
mai guisa Questo bell'astro sta, di qual il cor non si dovea d'amore? Frangere Ch'io veggo sempre quel bel volto suo Ch'" la luce del cor, che pari al giorno Mi fa la notte tenebrosa. Oh ! voi Non allor ch'egli era sapevate
un
sole
cipresso
cadde
il cor, cadde sopita Sopito quella fortuna. Ecco! mostravasi Lor vigile bellezzadel superno cielo A' lor occhi cos", cos" a lor niente, Luce Con
e un senso
tutta egli gote il fulgor, strugge Anche gli La pazienza e il senno. estinti,
Come
di
Ebbro
lor
3.
in loco di que' Un'orma frutti. Tagliando Lor lasciavail dolor, il non per" sangue
si
fa
loro
conoscere.
Elle veder potean, da che perduto in Aveano lor follia la mente e il core*.
si volgea cos" dicendo, Allor,
Rianovossi in
il duolo Giuseppe
cotesto
antico
^,
favellarprincipio
(1) Anche le H"ri e le Peri invidiavano (2) Le calunnie dette contro di lei, fatti alle mani. (3) I tagli (4) Tutto ci" dello molto inettamente,
Libro dei Re.
la bellezza
di
quelle donne
leggiadre.
con
tutto
il
rispettodovuto
d'un del
all'Autore
del
fosse avvenuto da Giuseppe che cosa (5) Simeone, interrogalo il in lettera una sua (vedi parlava paragrafo -52 che Giuseppe era stato sbranato da un lupo. narrato cui Giacobbe
altro
^250
appp:ndi('.e
alla
poesia
romanzesca
Disvelando il secreto:
io vo, Disse,guardando
Detto tu avrestiallor.Come
dal
suo
Questo racconto
me. e
Narrar Iacea, meravigliossi il prence^ E un'altra volta, Aiin" ! disse, che svela Tutti i secreti vostriil nappo mio. Tutto che feste voi,egli ridice! Che
va
ilfin.Di gemme Ne fu ilprincipio e (piale E d'auro rilucente ho un nappo mio, sculte da i'un capo all'altro Ci" che m'attalenta. Assai figure. In che
son
narrando
a.
Vasello di
inchiedere ad esso, e sol per Soglio desio. del mio core ogni Compiesi Tutto che chieder", veracemente
esso
in fin che alcuna Di nel pozzo profondo Carovana giugnea. Lui dal profondo
andava Or dir" il nappo, e di qual foggia ! fu sul avventura E qual essa principio Subitamente domand"
ornato Di gemme E il pose in una
molta
e
chiara
quelli
man.
l'altra, Presso
Gli " E
sono un
l'orlodel pozzo.
Ecco,al signore
illustre.
Elli dicean
carovana. dell'ampia
0 nappo l'istante Tu
ladroncel costui malignoe reo, mala d" ch'egli una alquanti Per" fuggi.
e
te
dimander".
questa
Istorianarrerai veracemente
sue, n" per menzogna parti Sovr'esso Parola alcuna farai tu.
il trovammo
noi
".
In tutte
A questo pozzo La
"
Ch'era
ciel di saggezza.
Eglialcun [tempo
Vero,ma
strano
non
alto
smaltire,
E del nappo il racconto e non somii^iia Di Simeone al dir. D'altro colore Esso
narra una
Anche
racconta
Questo mio nappo asseverando : " Tutto Eri'ava Simeon quel suo racconto, Tutto il suo dire da principio a line
Di l" il menai'o
" menzogna,
Furon
tu
al cor
non
fare
inganno
core.
Fellon chiamando
ladroncello e schiavo,
seco
e
,
come
-^
empio in
suo
Ei la promessa
vita ',
signore
che male Non ebbero vergogna, elli, fero e in un profondo D'ogni guisa gli
vi stette Furo, diciotto.Comprator di costui ciascuno e il nome .M"lik, Gi" intese e i sedili suoi. Anche uno In
sciillo
verghetta
(1) Di Giuseppe. (i2) Giuseppe. da scliiavo, (3) Trattandolo se (i) Se pure ([uesto " il senso.
pure
cos"
il passo
va
inteso.
Al'I'ENDICE
ALLA
POESL\
ROMANZESCA
251
e Depose,
si
un qua!giace giacca
egro
ha. Per alcun tempo il core innanzi h testa,e pieno Cliiii" Che ii"edico non l'alma avea Avea di cruccio, piena da que' mortai. Ma D'amarezza figli Di Giacobbe Smarrita
tronche le
parole, pallide
Per la vergogna delle lor peccata Ebber le gote,ond'ei subitamente Gridare insieme 0 re, tu se' quel pio. di giocondo Quel pioGiuseppe aspello!
:
ognisenso
si parila,
se
davver sei tu
quel giusto
e
l'udir.Ghiacciava il sangue
a nostro, Giuseppe
noi tu ilmostra
alcuno
oppresso, occhi al sistavano fissando suol, Perch", gli costernati.Al fine, di Giacobbe ai
quest'altro
padre
d'una madre ! ^
figli inchiese ancora : Giuseppe Riguardando, l'avventura " gi(" Cos",gli gran tempo, accadea. Ma voi parola Di Giuseppe
Di ci" che questonappo iNon tenetemi ascosa.
"
Grazia " questadi Dio su tuttinoi del ciclo e de la terra "*, Nell'amjfiezza Cli'ei ci disciolsealfinda gramo stalo E dall'assenzalunga ancora e lieti Insiera quici raccolse! Prostrati al
nero
"
Ellicadeano
voi ridice,
Ed essi allora.
quello
Alfine pentimento.
re,
pi" n" in
osiam
favellarcon
teco
Cosi diceano
di Dio
passammo
Del cielche rota ! Ed or, per la tua nostra vita, Noi sostenemmo ancora
grazia,
ilcore. Giuseppe
Che fattotuttiinsiem liabbiamo offesa. Traditori siam noi,d'empia natura, Per" creatura che somigli a noi, [giorno Mai nel mondo Che Ahrim"n Tanto ci
non sua
nel sen, poiche cotesto e ingenuo, la destra intese. Rapida Diniego Cacciata entro la manica, quel foglio, Schermo E
e
sia ! Che
se
in
quel
che
a lor dinanzi e gittollo aperselo E grid": La scritturach'" di voi, Conoscete voi forse? e perch" adunque
l'anima e dissip"
Di
me
vergogna
non
vi tocca, voi,
Che ben sapete vostre, e quanto l'opre A Giuseppe, innocente fratelvostro, traditori ed empi? Quanto mal feste, Ma tuttistollisietevoi,vergogna Che
non
fosse nel cielo concepir, Una nuvola apparsa, la cui piova nube Slata fosse di serpi, e quella Su noi Sorte
avesse piovuto e
di noi tulli
Fatto si avesse
orribilesterminio^.
saria per noi
a
avete,e
serena,
non
di Dio timore !
slata miglior
Come Alma
e
di figli que'
Giacobbe, pura
tanto
prence.
di talfoggia aperta
(1) Cio" non abbiam fallo mai ci" die si dice di noi. (2) Si lascia un distico inetto che crediamo interpolato. (3) Beniamino. (4) Cio" quanlo sono grandi il cielo e la terra. lasciano le Si due indubbiamente che ripetono distici, (5) interpolali, intralciano questo periodo gi" troppo lungo.
cose
gi" delle
252
APPENDICE
ALLA
POESL\
ROMANZESCA
assai parole Cosi di questa fogg'ia Corsero allora, ed elfi assai la terra
E tu
proteggi
L'alte e l'umili cose, e veramente Niuna n'esiste, ma quanto ", tu sei. Perciocch" f"r create e l'alte e l'umili
e sei tu di quanto esiste Cose,tutte, Primo fatlore.Altissimo tu sei.
Se contro
te
peccammo
te
d'alcuna
Di scienza maestro
in tua scienza
guardar, signore,
Alle peccata, si le perdona ma Pel tuo cor generoso e la grandezza, Che violenza a noi ci f"'di noi Il pravo istinto corporal.
"
Di questaterra ilcalamo traesti Su la tavola aperta. Or, ben che saldi Per tua divinit"sian Anche Fu
in ragione,
Rispose
lui !):
e
le donasti face
queste
te
la guida. Tu se' quelche in alto fea gli tante. andar 3. Tu se' colui
seme
Parole nostre ! Se per voi fu ordita tanto, or non s'addice Opramalvagia Ch'io venga
Di ci"
a
voi
In voi rimproverando.
avvenne ", che ([uanto
stilla d'uman
non colpa
Tutto di Dio fu per consiglio. Voi Non abbiate per"d'oggi in avanti Crucciato il cor, che la contesa Tolta di
mezzo e
del sol, traeva*; splendenti Anche per grazia tua della parola Fuor traestila gemma
e a
chi cotesta
l'ira
Gemma
va
trafficando 5, anche
porgesti
contrastar
si vuole
D'essa la chiave, e
io vegga in
pria voglio
Se
"
Piovi !
"
tu
non non
e dici,
i frutti suoi
"
perdono vostre, per le colpe Per ch'ei, del mondo sire, voi siaschermo! a
Disse
e
! ". gridiApporta
Con reciproca le universe a s" da presso f"'sederli.Al petto legge, Cose formasti per caldo e per gelo. Ad uno ad un gli strinsee, oh ! meraviglia, Per secco e per umor. Lor baci" gli occhi e il viso. " ben cotesta cosa Leggiadra E La natura dei buoni,e di tal guisa conformava gli
II. Aiz"iiii.
a)
un
Iddio creator
giorno!
Che
sa
cosa
pi" bella
A noi si addice
nostri sonni prender
Guardar
E
soltantoe
Il Libko
I. F^arte della
del Signor,
goderdi cotesto e a confessarti vane dispute lingua approntar, Dell'essertuo non suscitando. Computo Se di quimuove ^, " stolto error, che privo
Nostra
D'oiiiiiscienza in tuo secreto " il nostro
Servit" ti si addice
tua
(1) Per provarla. {2j Basta la ragione a provare che tu esisti. alla terra felicit" e mali influssi e (3) Dal cielo vengono la il passaggio 0 lo sfogo del cielo terra " come perci" cose; Da Adamo l'unian tutto (4) genere. (5) I poeti. (6) La disputa intorno all'esistenza di Dio.
"
le altre
{Comment. pers.).
APPENDICE
ALLA
POESIA
ROMANZESCA
253
vassi intanto
Perch"
tu scemi,e poscia
error,
ben
! lungi
che mai per quanto grande A le stelle, fiache ilcapo Facciasi uman non pensier, Libero da sciolga
non non
cotesto
e
laccio'.
reggia
Il creato E
se un
era
tu eri
Dio,
di
ed i legami
eri diserto
Sciorr" del fardel mio^, quando diverso Io sar" in mia compage e la mia polve intanto ilvento e ninno in terra Sperder" pura e serena, Se alcuno cercher" la mia nascosta
e dir" per Sepoltura
te
l'anima mia
Nel tuo cospetto, quanto esiste e quanto Anche non ", gli " cosa eguale e sola, Sia cotesto
o non
tristaaccusa
sia*. Ma
tu ne'
cieli
Che Di
me
non
" l'essermio
tu
6, a lui. Signore,
l'uomo adornasti
ponga chiara prova, in luce fuor tratta,ond'egli Dal segreto intenda Che vivo " ancor che mondo al quest'uom
Concatenando loro
In mistura
essenze
varie
[sparve'.
Se f"noall'esser tuo mia mente
"
Alte levasti propizia. vi festi Del ciel le rocche e prigionier che di tal guisa umani il pensier, Degli L'azzurra volta d'esto ciel serrasti, Che argomento pi"alto unqua pelnostro mailvarco Pensier non fia. Splende ragion,
A te
non a
stanca^,
fu la cuna
mia, tu
ancora
Dinanzi
resta spirto 9, e si avvalora riposa mio l'intentoa te rivolto. pensier nel core io,quando gioioso venga
quell'angusto Varco a infingardo N" scisso Del pensier nostro ilmessaggier. novellasei tu, perch" In tua essenza
E l'esistenza tua, per
tua maest",rende niente
A te, mi muova. Queste membra mie. Di viaggio compagne, ecco quisono Tutte alla porta^^, e Nemici
son
amici questi
miei
^^
di me,
ratto
mani
intender" mai. non (1) Dal mi.stero dell'esistenza ch'egli anche creazione. della le esistenze in te Cio" tutte erano prima (2j diminuito il creando. Dio Cio" non aveva suo (3) potere di siano le cose. Si notino qui le idee panteistiche (4)Avvenga che siano 0 non Vedi il capitolodella poesia mistica. Niz"mi. (5) Il corpo, composto di quattro elementi. (6) Cio" che con la mia morte tutto " peritocon me. mistico ricordo le sue in senso in suo e panteistico, (7) Lasciando opere, ovveco, che egli" congiunto a te che sei l'Essere universale. (S) Cio" non pot" dire adeguatamente dell'essere tuo. (9) Se il corpo " morto. (10) Sono vicine alla morte. del corpo. (11) Le membra nemici che mi da come me (12) Si separano quando io muoio, perci" son abbandonano.
AITKNDICK
ALLA
POESIA
HOMANZESCA
rcstanmi
dietro,
da me tieni Sventura grave, lungi Tu che se'alienoda l'oltraggio, e in pria, Per Tu ch'io ti rendo,al tuo tesoro grazie mi conduci, di doglie e in pria o af-
i. Uh ! mai
~
restiil lembo !
Pazienza mi dona. Oh si ! la prova [fanni Per questoin che mi pongo, arduo sennella sventura, innanzi Sol per dolce speranza di corona [tiero, Se di me l'ai Ecco! i'mi pongo, e ilcapo mio pur anco Dar non ricuso per tal speme; e allora Che tu. Signor, serto mi darai quel Pel capo mio n" porgerai la spaila Del tuo fia miglior consiglio. gastigo, che ab iniziofesti,
non
! mi
crucci,
stesso
di me, se di me fango polvere Far vuoi tu, sappi almen ch'iodi me Per tristauscii '^; non voglia
a
per" uscii
Inverso
te
da mio servileufficio.
volgi,
a
tornasi mai
ma per mio sentenza, ed io Hai detto : gioioso.
dietro. Oh!
est"
Chi te cercando va, perde la chiave, in te di s" medesmo S'egli riguarda Con la misura. Chi per te in te guarda libro squarcia ratto e sperde uman D'ogni Le carte stolte^;
e non
chi
me
E nel
dar" risposta Debile dolor, ". son io,poiche te sol conosco mio nel tapino Liberator, esser Poi che Deh ! come Veramente Veramente mai
non
Fuor che per te, si che da l'altre vie " ritrarle briglie a dietro.Umano D'uopo
^
chiamerei te solo?
Sguardo poiche quigiunge, ogn'uomcoSua stazione quisoltanto^.In core [nosca Nasce terror, alcun i nnanzi. se procede Or io.Signor, stesso a te confido ; me
Tu ilvalor mio, tu il mio difettosai'o.
innanzi a te! Ma di tal guisa Compiere Fiacco son io e, pi"che fiacco, attrito. mia possa via si tolseil vento. Che ogni
Anche
tu
In questanotte ^ ch'" a met" del corso. mio al seiitier Poi che aita ti chieggo, Dona tu luce
con
la luce bella
^
torn" la rosa. e perch" apparati, la porta. Ampia dischiudi del giardin fuor Venne a un gaio giardin da le mura
Della citt"Niz"mi,e tu frattanto '1giardin variopinto qual Apprestagli bellezza Drappodi Cina. Al tuo giardin Accrescerai
con
malvagi
"
de' nemici
mazzi di viole
(1) Con l'anima mia congiunta a te in eterno. Senso mistico. Il lembo della veste sollevato,in cui si accogliee tiene qualclie cosa. ("2) Come diiamare in mio soccorso? altri (3) potrei (4) La vita mia presente. (5) Le passioni[Comment. pcrs.). (6) Pure le passioni{Coimnenf.pers.). (7) Peccai. Non Ila bisogno di scienza umana. ("8) (9) Non deve andar pi" innanzi investigando. Chrestomathia persica, pag. (10) Questo passo " tradotto sul testo dello Spiegel,
e
53
segg.
(11) S'intende
lo zefiro
primaverile.
256
APPENDICE
ALLA
l'OESLV
ROMANZESCA
dove. E allora Per grave cura in ogni loco Ch'ei lunganieiite rioerc" pel Misterioso l'onda jmi'ae tersa, .\on pei'anche il suo labbro ai'so
toccar pott\Mand" L'acqua
una
sua,
Dalla
sua
fulgida,
lui
Il suo Da
prischi
Ei parola.
Nome
Veracemente,e
piena
Luna di notte, ell'eratale ancora. Anche pi"assai di luna piena. Mai Non Come da' gorgogli suoi. quietava
in
man e vegliardo vivo. N" ben so, per tanta [nmlo Argento Di sua natura purit", qualmai Immaginfar di suo verace aspetto. annoso
su
di
Di
due que'
s'avvide della fonte, e luce occhi suoi,discese per essa gli si tolse, le vesti rapido la fronte purissima
nelle azzurrine quelpesce, e quei in man Acque cercava, per riaverlo. in fra le mani. Come il pesce gli venne fu lieto Ecco che vivo egli ci" era, e che quella a chi '1 cerc". Seppe Augurio Onde
scorta Fonte,dell'alme allietatrice, della vita, e ratto. Eragli all'acqua
E nell'onda
Lav"
ei bevve quell'acqua
restarsi
a
(juesta
vin puro e abbever", quell'onda assidea In puro argentoinfuse^. Egli Gi" sul bianco destrier che la deserta
gli sguardi Fissi a quell'onda, al suo perch" giunto Prence e signor, lieto con innanzi. augurio, Dir gli : Dell'eternavita potesse La fonte " quella Ma poich" alla fonte !
"
Che acqua vitalrenda alla vita sua Un morto pesce, ma prodigio era egli Nel pesce, ch'ei mostr" qualde la fonte Della vitaera E ilcalle. Anche del pesce che dell'acqua gemme intorno spande, 6. Altro " narrar deuli Arabi in le storie
"
stette
(1) Fece
puro vino.
bere
al
destriero, candido
come
puro
argento,
l'acqua clie
era
come
un
era a cui il cielo non vogliadire clie Kliizr si allontan" da tale (Iskender) cercar l'acqua della vita. (3) Elia profeta.Ecco un saggio della erudizione poetica di Niz"mi. di cui vedi il giudizioal paragrafo 89 del capitolo. (4) In Oriente si usa mangiare sopra un drappo o tovagliastesa sul suolo. (5) A chi, viaggiando,fa suoi pastiin riva a una fontana [Comment. pers.). sandro, del pesce redivivo trovasi gi" nell'omelia siriaca,su Ales(6) Questo particolare di Giacomo del sesto secolo. di Sar"gh che era del principio
(2) Pare
favorevole
nel
APPENDICE
ALLA
POESIA
ROMANZESCA
257
attrae
gliArabi
Il cor, mi
E in La bocca
avrebbe voluto ;
ancora
quel paese
che vi
:
integra.
strane
varcd
non
rin-
Quando
ilsire [venne, Della luce del di si alTrett" Alla sorgente i, e le falangi ancora, Giusta voler del sire, a far ritorno Prendeano
eran (jnanti
la speme
ilcalle.Andavano
pedoni,
innanzi
^, l'augello
a
eran Tutti,quanti
l",correano
il tempo il suo
lui
ed fuoco,
cera
era
cer"bro
a
Apparve
di
fuori quell'ombre
e
Come
cento
schiera
I filosofi suoi. Della misura Di sapienza di ciascun, sermone Iva fra loro in pi"ed in meno, E taldi I nodi
scienza teologica
ci" che
non
era
ilcibo
suo
tale
mai frutto non era, oh ! qual Dal correre per esso ? E non " d'uopo Correr dietro al tuo cibo, e tu riposa.
vanto
Che il cibo tuo per s" si manifesta ^. talesi miete; Tal semina quaggi", intende Deh! beato colui che questa Parola nostra ! E non " bello il seme Tutto
D'ascetico sapere,
dalla mente
nome,
Tale
di
e di riposta leggi
fea vanto. Ecco ! ciascuno Sapienza quell'aiuola Gloiiavasia gara in ci" ch'ei seppe, Che i padri nostri seminar, si toglie Frusto assegnato a chi pi" tardi giunge, Ed era quale ognun veracemente al sire^ Un mondo di scienza. Or,perch" E se per noi d'alcuna cosa gittasi si gitti altri Il seme ancor era su un di,per altri tutti. Egli precettor, gli Seme da noi. Se a questariguardiamo del cor, grado Per impeto maggiore de la mondo che Aristotele volle.Io del e cco! noi aiuola, Ampia gente
siam coloni al campo. L'uno per l'altro
sono Dotta, dicea,
il maestro,
nullo
in
luogo dove
il sole
risplendeva.
ci" che
non
vita, mostrava
di desiderare
"
concesso
e spontaneamente. (3) Cio" Iddio lo d" liberalmente in Oriente di batter timballi al levar del sole. (4) Costume (5) La notte o le tenebre della notte. (6) Il giorno o il sole o anche il gallo. (7) Vuol dire che invecchiava; si struggeva per l'opera del tempo
come
cera
all'ardore.
(8) Iskender
17
"
Alessandro.
della
Storia Pizzi,
258
APPENDICE
ALLA
POESIA
ROMANZESCA
ho in me di scienza che d'altri Bisogno Dotti proceda. Non per me si dice in talsnbietto, alcnna e vanto Menzogna Meno per" con argomenti certi Del
nome
uncinati
zucca
^,
^
mio
ch'"
e illnstre. glorioso
avvinte corde. Poi, di color nero, cuoio Qual " di muschio, tins'egli quel Di uccisa damma, Un
suono e
Del sire per amor, per la possanza Che quegli avea, consenzienti in questa Laude di lui fui'on le lingue tutte, Allor che Plato, solo in tanta schiera, Che di maestro dignit" s'avea In tutte arti e scienze, alto e fiero un Corruccio n'ebbe, Che di ipiante allora altrida lui s'apprendean, gli La pagina ch'" prima, intesa. aveano Usci fuori e dagli altriand" lontano, Lnngidal mondo, e da' banchetti regi, Dottrine
in quella poscia, Guisa ch'ei volle, e in quella forma, fece Una figura acconciamente d'organi, E di stromenti Un
suon con
suscit".Ma
maestra
mano
accordi accomandando dest",gli Destro alle corde,e quel che sorgea suon Dai nervi tesi, forte or basso or alto, Avea talor, dolce talor l'accento. Si che per alto o basso tuono, in sua Veemenza o dolcezza, un vero accento Rendea Di
cosi di gemere
un
tratto
e
sparve.
notte
e
d'onagri,
suo
[giorno
Non
D'accordi
La
che poter,
ovuna un
Alla luce traesse ; e per" inolto via dalla gente Ei diessi a specular, Il pieritrassee d'alcun Cerc" Ha
suon suono
-.
[tratto,
Di
congiunta
indizio alcuno
Se pelciel settemplice di
voce
che
non
tocca il core,
a
lui la voce
Con armonia
nomini e le fiere, gli Si che a (piel nato dall'uomo suon d'ogni Volto fu ildesiderio allegro e gaio Alle danze e a' tripudi. Anche i leoni, E l'altre dolce stromento, a quel belve, Destarsi da lor sonni; altre nel Caddero vinte. Ma Di
suon sonno
Venne
amist" fra
in poich"
accordi
ebbe possanza D'assai varie armonie, da' suoi stromenti maniera d'ogni Tale
Di
un suono
Ei
A
l'orme segu"
suon
Per
trasse
uno
strumento
di snoni Egli Fea tal concento, che degli egrie afflitti Moveasi il core ad esultar. Giugneva
A tal punto valor de' suoi concenti.
Si f"'ad altrimaestro.
attorse
(1) La Fenice che non si sa dove sia. delle sfere secondo (2) Allusione alla teorica dell'armonia Pitagora. Giuoco di ad arco armonica (3) e k-}iuin, parole tra khiim, strumento (?)o cassa (?), Del cielo. la mia edizione secondo (e non ne resto, il passo " oscurissimo,almeno ho altra). (4) Per accordar lo strumento. armonica. d'una prima forma (5) Per farne una cassa Qui si parla evidentemente di violino,e noi sappiamo che il violino " d'invenzione in Occidente persiana,venuto Arabi "itt"rature Histoire de la mezzo Paris, (Gaston degli fraiiraiseau per moyen agc, paragrafo i20). (6) Propriamente corde fatte con minugie d'agnelli.
APPENDICE
ALLA
POESLV
ROMANZESCA
259 le belve
;e
allorch'eiprende ei rende
al senso affrettando,
Da' sonni loi le addormentate fiere. Che, davver,conoscenza morbo, d'ogni al suono, avea l'ingegno. A l'ostello Di talstromento del sire anche giugnea Come
Fu ilconcento in talguisa Di agli oi'gani
cotesto
la fama,
son e
Zuhra^.
come
quelsaggio
Al deserto locc"
E in
Operadi
Crucciosoin
Intorno
s" da tutte
quelcerchio
suo D'ingegno
emulo qual
che resta
A schiere a schiere da
a s" trasse egli e monti pianure Le fiere tutte,che a quel ciascuna suon Correndo venne, ed a quel si volse suon
Pien di vergogna per l'emulo suo. Della terra in un angolo si assise Ne' suoi ed ampia una pensieri
palestra
Aperseal core
In quella angustialo.
suo
Cura costante di
Ei stette, che sua suo*5. Era, di gran valor l'intento Molta faticaei sopport" per Inclitecorde A' suoi
e
Violenza
fean
lupi giovani
molti
si lasci".Ma poi. pensieri al fin dell'opra, Dopo lungotravaglio, Trov" della matassa al filoil capo''.
indusse
vennero
Di
Per acuto osservar, veder volea alcuno i suoni come qualmai foggia,
In s"bito furor le accolte fiere E i sensi ricovr"r dopoquel loro Perder dei sensi. Elle n'andar
disperse
Per la campagna. Oh! chi memoria serba D'avvenimento tale? Ecco! pel mondo De' rubini la cava-. Plato rinvenne Tolto lui,non Aride trasse
un
fitto velo
conobbe,e
suon,
con
da minugie dolcezza.
l'artee Apprest"
talismani ancora
La volta scuote
la sua
Incominci" per t"rre i sensi altrui. Come tolsecosi alle sensate Fiere la mente,
a
Quando
corde quelle
sue
(1) Il legno ridotto dal suo stato primitivoa formar lo strumento. (2)Platone,inventore di cose meravigliose. (3) Le corde dello stromento. (4) Tocca le corde col dito. (5) H"r"t " un angelo che sa di magia, e Zuhra " Venere. Si allude (un alla gelosia scambievole di Aristotele e di Platone, se pure questo
va
poco passo
namente) stracos"
inteso.
(6) Se COSI ho inteso bene. (7) Il testo della mia edizione " guasto, ma il pensiero dev'esser questo. (8) Le corde dello stromento. accordi compresi in mi suono, (9) Platone. Si pu" intendere anche ^^(' perch"pardah fa un giuoco di paroli;. tanto velo quanto suono, e qui il poeta evidentemente significa
APPENDICE
ALLA
POESL\
ROMANZESCA
un'altravolta ancora
suono.
ridonar f"' un
suo come un
Aita Di Di
sentore die, perch" gli che privi lor sensi rendesse a quei
senso ancor
baleno
!
Aristotele.Davvero piedi
fatti avea.
Perch"
dar voci
Egli
Tal
al suo loco. ei rest", vinto, stupito di sensi a terra Or che cadea privo Come
snono
agli assopiti
seppe,
ancora
gi"fean
Rendesse i sensi, ma In
sua quell'opera
! meraviglia
intanto Tutte f"r rese, come avvenne Che a far voci tornavano, comprese,
con Modulator,
vinto ei rimase !
Come Da che
fu vinto
non
il capo trovando,
si che l'uom, d'accordie Compreseci arte ^ aveagli ascoso disse L'alto secreto suo. Laudi gli
suoni
scuse,
che l'erratosuono
des"o,abhandonato
il governo
a
giusto.
accordo
mente
solo. quello
il nuovo
Come
quel
Da lui si apprese,
[dolce
Suono
a
ognicor
che rende
chi
perdeva
Ch'era pur suo, si cancell". La mente lui sol ^ riconoscendo Ei confort", Per
suo
i sensi ancora, io non conosco. I sensi, in fra gliaccordi mai guisa N" so di qual
maestro,
si f"' blando
come era
dolce
Oltre misura
assai. Ma
seppe
maestro
II snon
ne
Rinnovarlo
Plato in ogni Di sapienza parte s" gli crebbe Ch'" di dottrine, grado D'onore
E
e
sua
scuola si rendea.
d'accanto 4.
[cerchio
S" slesso pose. F"' tal suon, che tosto Un accordo ne usc". Verso quelcerchio Trassero allora leopardi e "n"gri Da tutte del deserto, come parti Ad opra che assai preme. Ecco ! lor sensi, cerchio suo di suo disegno, Volte a quel Perdean le belve al Ed eirli ancora, Destava
con
b) Il
poema:
Le
sette
Belt".
1. //
di Khavarnaq. pa"az-:-o
come
Dopo cotesto
furon
quattro
primosuon
ch'ei fea;
suono
allorche ardito e destro Anni trascorsi, Si fea l'onagro e debile illeone ^, Prence Nom"n Deh !
Avvinta " della
un'altravolta, un
f"' un
cenno
al figlio suo
quel saggio
ancora
senno.
Ecco!
quest'aria
[questo
senso,
Plato
dolce
suon
dest" di
(pielle
senso,
dcst"n
(3) Platone. e verboso e pieno di ripetizioni questo passo, bench" (4) Veggasi quanto sia prolisso d'arte. Firdusi sarebbe stalo che tutt'allro pi" breve e per" pi" dispregevolee privo
efficace.
(5) Forse
educazione
Behr"m del
che
cresceva
in alla
giovane Behr"m
del poema
Intorno alla che invecchiava. giovent",e Nom"n di Hira, vedi il paragrafo 11 di corte dei principi al paragrafo 67 e segg.
APPENDICE
ALLA
POESIA
ROMANZESCA
261
(lire Figlio
molle
era Ch'egli
Natura assai.Tale
debbe illoco
e
mite
L'aria ne sia mai sempre, ond'ei le penne in quell'aria, e l'ale e nutrimento Spieghi Da abbiasi ancora 2. spirar d'A([uiloni ei si nell'aria e dolce, quivi Soggiorni
son sua
il sire^ artefici degli Anche segui"no pittura. E gl'Indi e i Greci l'arte sua, le schegge i Cinesi intorno sparse Raccoglieano s" E maestro
in
Dall'asciasua
'^
Ma
era ancor
pi"in
l" di cotesto
da
intatta vapori
secco a ^
del suol da
quelcomando impresa
un
ostello
Di questociel, de' notturni viaggi Della luna e de' moti altidel sole.
E
tu potrai (fudetto al sire) compier
Ampio e
Sicuro Ostel
e non
d'alta postura e
scevro era
Se v'era ancora, ad altriera simile In tutta sua struttura,onde i maestri Molto attorno loco a frugar, Cercaron molto,u" d'alcun che a fu chiesto, Alta impresa acconcia
che puote ei solo lui, Questa forma ^^ trovar. Tale edificio Di creta ei lever", che agli astriancora Lo
di toglier" splendor
lor facelle.
a quell'opra e ci" che all'uopo quella Crebbe in essi dell'opra, Simn"r che ben tosto s" e giusta Era, cerc",
Come
Nom"n
lisciala prova. Alf"n, annunzio verace A Nom"n venne di che tal da lui un Artefice richiestoera
un
illustre
uom
d'acuto
si,che Ingegno
Si
cera, Di bella man,
come
il nome,
ed in Soria Egitto
La luna
e perfetta Operefatteavea, giusta in Ognuna sua costruzion. Se ascoso Ei si tenea, palese cotesto era
che Edificio, E di
nero
di bianco
e
adorno dipinto,
bello
ancora
tinte
0 Betir"m-g"r affidato alle (1) Behf"m (2) Si noti che siamo in Arabia laddove del sud. a quella infocata rispetto Il d i Nom"n (3) figlio principe di Hira.
cure
di Nom"n. deve
essere
fresca
vole grade-
(4) Il
noto
eroe
del Libro
(5) Questo nome si legge in diversissime maniere. orientali, (6) Passo oscuro, almeno secondo il mio (7) Segue un distico inintelligibile per me. (8) Le cose celesti? (9) Apollonio di Tiana. (10) Se pure cosi va inteso.
dei
e neglialtri edizioni)
autori
Evidentemente
il testo
che
ho,
"
guasto.
262 Di
APPENDICE
ALLA
POESIA
ROMANZESCA
di pittura, e fregi melagrana Operadi Simii"r. E v'era attorno Una base celeste ivi dipinta, E i
nove
E nmschio
gemme
Doni
cieli voltiattorno
in
giro.
1
E il maestro Grazia
e
si
come
" grato
All'uom stanco il riposo, e all'assetato dolce era qnal spirava, Il sole anche luce sua d'acipie. si che abbagliava Di sopra vi spandea, i fianchi fa ilvel che cinge occhi come (ili
ne
Che davan speme, cosi disse: Allora Che di tanto m'avesse ilmio signore Data
" l'interno
Avrei saputooprar. La sesta mia arte volta avrei per queste Con migliore di Opre fregi, opra cinese. Assai anche Maggiore Perch"
vi avrei
postala cura,
lo
scalpello
cui
Ilmio prence e signor maggior compenso. Se altroavessitu ancor, Nom"n gli disse, di questatu potresti Maggior adunque S'ella t'" Un'opera compir? d'uopo,
"
Si ritlettean le Di notti e
Verde,candido
l'etra
Quellacento n'avr". Quellain rubini E quisi mostra Sar", questa " di pietra.
Con Ma
una
Un color d'oro
prendea, (jual pure " del sole il fulgor; se poidi nubi Un velo si cingea sole, quest'almo
essa
Nove
distrusse e l'uman
monarca
ancora!
suo
Pari
"
un
e di gran fuoco,
Con molta
[ardore
" quei sicuro che da Innge il mira;
"
una
Varia tintadi vel l'inclito ostello Dell'etraal variar,quella talora Ch'" de' Greci,e talor quella de' Negri 3. Poi che Simn"r Poi che Sali sua Di
rosa,
se
t'approcci.
Una Una
l'opera compiea,
sua
pi"bella anche
D'uve feconde
Alcuno
sicuro ;
ma
se
alcun s'avanza
doni regi
Inclitosegno, n" speranza avea Simn"r di tanto per met"". Cammelli ei si,con carchi d'oro integro Davagli,
Nom"n
disse poterse a costui lascio, i n altro loco allora, un'opra fai'"maggior di (|uesta. A" suoi Egli
"
secondo la mia edizione. (1) Distico inintelligibile i Persiani, il cielo " di color verde. (2) Secondo (3) Cio" ora bianca ora bruna. Solito contrapposto. del meraviglioso edifizio. " il nome (4) Khavarnaq o Khavarnak che ho potuto. Ma il letteralmente " (5) Questo pensiero, espresso pi" mia edizione dev'esser
il testo
della
guasto.
^264
E i
APPENDICE
ALLA ^
POESIA
ROMANZESCA
re
del mondo
Frugarcercando
Non si trov" Come
ne
ma
poich" per
essi
occulto,
la caverna
il sire,
davver. Come alla caccia Qual si fosse, Il re nostro si volse, ! il destriero, ecco cacci" dentro Dissero, egli Fessura. Nessuno
"
in draghi
custodia ^ ei s'ordinaro
l'angusta
fede
Ivi di pianto Dello speco alla soglia. Molli f"r gli occhi e del funesto caso
Ma
non
die al racconto
Fecer del
re
E la madre
l" in
mezzo
scese
Arsa al Ebbe
core
Lui cerc", non come perduto. Fean gli altritutti, ch'ellas" con l'alma sovrano Sire di grandi membra in qual occhi. mai guisa Ne fea ricerca, sol con gli e quelli Potria (deh! ildite voi di Dio nel nome!) Ma nel cercar sua rosa, sola quella
racconto
Si angustoloco
Una infeconda
elefante
2.
indi salisseai monti facesse, Sogni Poste ebbe il fato le catene Al fortissimo re, n" L'elefante^ i suoi
sue
La
Quellasua rosa ! A monti ella spargea e volle s" che molte ricchezza, sua
Genti
a
pot"sciorre
ecco
schiere
scavassero
s. Profondi
Ed ceppi.
intanto
Segnidi duolo
da Oppressi
Pozzi ella aperse, n" trov" il tesoro Sulla sua via ; dentro la fonda cava Yus"f
"'
non
incontr". Ma
terra quella
dolor *. Levasi
un
E nello speco il nostro re ! Deh ! voi che faccenda cadde Qui vi rendete, Del nostro sireal termin
suo
^^,
conosce
e a' nostri di lo chiama quelli Anche riseppe, del prence, attial lavoro Di Behr"m-g"r lo speco. Elli scavaro Cortigiani Scesero alcuni lui cercando in quella Quaranta di nella caverna ; in terra Caverna oscura. Ed era la caverna intenti Quanti f"r mai, si come quelli, Chiusa nel fondo,e colsero in lor tele in sino all'orlo Fosse a scavar? Dell'acque I ragni mosche assai^. Molte fiate Frugarla terra, n" il tesoro ascoso Essi bagnar di lagrime o cchi Fu dato riveder, non degli j)ur sognando.
"
!^
Di
gi"migrava
(1) Behr"m-g"r. deve alludere a qualche proverbio, (sepure cos" va inteso) (2) Questo punto oscuro dev'essere il cui significato non potersidar fede a cose assurde. (3) Figuratamente il re. annunzialo lo strano I giovinetti i paggi che primi hanno sono (4) Passo oscuro. di Behr"m. 11 dolore caso poi " spesso rassomigliatodai poeti persiani al fumo.
Vedi
Firdusi
e
Saadi.
(5) "
cercare.
Brutta idea
(7) Cos"
sotterranei
e
intenderei.
E antica
di tesori. Il testo
dice
di
luoghi
(8) Se cos" questo passo va inteso. in una di Giacobbe, quando fu venduto, era (9) Anche Giuseppe (Y"suf) figlio cisterna, postovi dai fratelli. oggi (lo) Questo luogo,secondo il Malcolm, " tra Sciraz e Ispahan e si dice ancora dove il addita vi si la valle deglieroi. " un tutto ancora luogo 0 oggi paludoso, piano in quel del seguito del Malcolm, cadde Behr;"m spar". Un giovane d'anni diciassette,
pantano
e
vi
per" miseramente.
APPENDICI':
ALLA
POESLV
K()"L\.NZES(;A
^265
Avventatori di saette,eguali
A
e per giovani cipressi, amoi'e uno
Entro la terra impresa. Malagevole l'ossaancora, Ne sta la spog'lia e stanno E la parteceleste " in cielo assorta.
Ognimortai
che sotto
questavolta
L'altra cento
corone
avea
turbale
dne madri conta, e l'una Vive del ciel, " la terra,ed " l'altra la mortale Donna che il nutre del
suo
sangue
; e
[questa
L'alleva si Ebbesi
con
Del crin le anella dagli orecchi attorno Alto composte,e a l'altra di capegli andava Un lacciobruno su le spalle Libero
e
Terra mostrossi
E la madre
del sangue
Pel diadema
qualmanca
era
luna ^,
l'alta offesa
cinto,
Qual colma luna,di belt" fiorente9. affisse Come sii sguardil'un su l'altro
Per alcun tempo, s" che l'uno all'altro cader lagrime F"' dal ciglio ardenti, Non si distolseda Shirina
sua
e) Il
poema:
Khusrev
di Khusrev
e
Sh"r"na.
di Sh"r"na.
cose
scese
palafreno
Alla campagna ed una caccia indisse in tutte parti, Dolce e gradita venne Alto
a lui da scompiglio un
La via d'amore,e l'uno all'altro segni Scambievoli cerc". Ratto che intese alto di sella il nome, L'uno dell'altro amanti Caddero al suolo i giovinetti
Privi di In
ora senso. e
altro loco
cos",con
le compagne
sue,
Ma
destarsi poi di
breve
il suol, come
perle
Capre
Ad
un
intanto
di Sparse, bagnar
cocenti. lagrime
poivolaro
i due
Quale " costume, ei s'inchiedean di molte di triste Cose, e di lietefavellar, Per alcun tempo. Molti furo i detti,
il sermone perch" pensar; in Anche scorciasse, pazienza opra
amanti,
Ed ei molto
Posero intenti.Come
poila foga
fi) Alla lettera: l'altra " il sangue. (2) Perch" lo raccolse nel suo grembo, e l'anima di Behr"m-g"r. vera (3) Cio" la madre Il Khusrev Parv"z. (4) re e Sh"r"na. (5) Khusrev allontanati dalla loro scorta. (6) Si erano dell'altro. L'avventar saette (7) Uno s'innamor"
vibrar dardi amorosi.
di
"
detto
qui anche
nel
senso
di
(8) 11 (9) Il
scema e
diadema volto
glicopriva parte
di lei si vedeva
tutto
della fronte.
pieno
scoperto. Nota
l'inetta antitesi
tra
luna
luna
piena.
Khusrev Parv"z.
(10) 11 re
-2G6
APPENDICE
ALLA
POESIA
HdMANZESCA
"
Se tu m'acco"ii
loco, quel
fanciulle Da osni confin va2:hissinie Venian dal volto di Per". Vedeano E luna
e
Un'altra volta
sole ^ andar
insieme, congiunti
amore
segni
messo
De'
devozion ^, [toscia un
' corsiei'i
suo
Con due
Entro al
caduti 2. fango
tanto discernea,
eran
2. Morte
di Ferh"d^. in
Forte abbracciati. E
trombe
(?) in tuon
[sommesso
siredel mondo, Kliusr"v, Con arte molta di Shirina Novelle
ogni tempo
Annunziar Eran
sua
e Sulcym"ncotesti Bilq"sa
avea. Esploratori
Ciscuno intento
dintorno
A varie Che
un
S'ordinar
giovinetta
Tutta gente s'accolsealle pendici. Gem" la terra sul dorso del Pesce *, Al grave pondooppressa ; e f"'parole Shirina intanto a re Khusr"v e disse : Almo Di
me a cui ne' ceppi signore, stanno. mille servi e mille. migliori, corona
Al volto suo
il re di tanto portava,
Ei feano accorto
Ora, nel tempo che Khusr"v al monte Ferli"d vedea,quello vedea di ferro
Alto maniero
sire del mondo, 9,a lui,
Dato fu annunzio
ed ha sublime loco Quest'alto cielo, ancora; Ben che per sette climi si distenda Il mondo intero, ilmondo intero " al sire In questi lochi retaggio. Ampio e proprio
fra tante Vicini (pii,
a me
che
sue,
potersovrano,
abbattea d'un colpo. ei;li rupi Da ([nell'ora avea'fera una egli gioia e si parea nell'alma, Concepita Che dalle pietre ruvido Costume
Con
e
donate
t^agliardo
Dovizie del mio re, sta una magione A un ci'ocicchio di vie. Se mi fa urazia
Eglipotea, appreso avesse. ferro t"a sui duri sassi ond'ei ((nel
(1) Kliusrev e Shirina. dai Persiani,ma credo che (2) L'immagine " brulla, sebbene usata non raramente il testo, oscuro, dell'altro dir l'uno i cosi. tenendosi accanto Forse, vogliapur troppo due amanti si dice i cavalli (come erano pi" innanzi), impacciatinel camminare. (3) Bilqis(laregina Saba) che visit" il re Suleym"n (Salomone). (4) La terra, secondo i Persiani,posa sul dorso d'un pesce mostruoso. nella mia edizione. (5) Segue un distico inintelligibile (6) Si lasciano due distici che non sono altro che una inetta ripetizione. (7) Perch", stanco uno, prendesse l'altro. ai paragrafi58, 5'J,60 del capitolo), amante (8) Ferh"d (vedi il sunto del poema di Shirina, era stato mandato sulla di Shirina lo roccie Bisuti'm, a tagliar e montagna visitato in aveva quel luogo. (9) Costrutto da Ferh"d.
APPENDICE
ALLA
POESL\
ROMANZESCA
2()7
nessuna
Dura la prova,
gi"scrollardall'alto,
eccelso
Qiial per
manco
attorno,
canzou,
la sua
sua
mazza,
' possente ancora
si gru
Shirina ricordando ; iva scintille L'ascia destando e dirompea le pietre) ; Come Suo stato Ferh"d scoverse e quello quell'uom favellarla a lingua allegro,
voce
mai s'egli
per
una
luna
la via segnata Tanto avrassi vigor, Schiuso egli avr" sul dorso allamontagna ^. Parve smarrir Come E vecchi
sua
Sciolse e die Tu
di lontano
lui :
mente
ilnobii sire
Senza Per
E ivecchi saggi
di mia vedi.
donna,
Opra fo io di
si
come
gli" tale
cara
Fruga
Dal
suo
Che Shirina " per nome ^,ella m'" Pi" della vita mia cento fiate; Che s'iovedessi la Per entro
sua
Shirina sua, perch" fiacche dall'opra mani e in suo Cadano a dietro quelle Intento alcuno anche indugio allor tristoe
si mostri.
adorna
immago
un mese
il monte.
Tal fu cercato
volto e di
Shirina oprava ancor, Dal core e disse: Morta, ecco! " Shirina, E Ferh"d nulla
sa
! Deh !
a
quelleggiadro
infranto
E tutto
cadde
terra
Che far dovea, d'oro gli fean promessa, Gli fean minaccia di ferrate verghe. A Bisut"na essi il mandare, e ad opre
era iMalvagie egli
Di morte Ambra
in
allabufera ! E sul
si maestro
guida.
core
Tutta bagnar di lagrimedegli occhi. o o Tutta la terra per la morte sua F"' Che Ma ed " si meraviglia e omei, pianti da Ferh"d non sappiasi cotesto ! da quell'ora che Shirina bella
scioltala lingua, chiusa Appo Ferhc"d, Come quegli occhi suoi piet". Tristi e protervi il giovinetto amante Vedean da lungi vedcano in pugno (lui Reggerd'acciaio una bipenne ; intanto.
a
Esanime Le
rest",corsero
rivi
Di morte
Come Come
in
occhi. Al fieroassalto lagrime degli si vaga si spegnea quella luna e s'oscurar le stelle Splendida In ciel per doglia. Cosi '1 bel cipresso
core e
a lui molle si fea. Che per Shirina sua caldo nel petto Sentiasi il core, e per l'ardor che avea
il cor
[tristi
Quellaluna
e
distico
stato
mia
edizione.
a
mandato
con
Khusrev
difficilissima la
impresa (quelladi
il
via
pei monti)
emistichio inteso
cosi
la speranza
non ch'egli
un va
nella inintelligihile
mia
edizione.
(4) Se
questo passo
oscuro.
(5) Shirina
in
persiano.
-268
APFEiNDICE
ALLA
POESL\
ROMANZESCA
Tale
amor
in si volea, perch"
"
sua
morte
Tal sventura Un
fero
Fosse lietoFcrh"d !
^ Il geometra
pianto grave
la bella estinta Associati nel diiol, Aftldaro alla terra A dietro si tornar
e
compuntie at"litti.
molte menzogne iva intrecciando Cos", All'infelice e voci fea di duolo ; a' suoi orecchi E Ferli"d, venne come del monte dall'alto Il fiero annunzio,
Sempre solca formar d'un fresco legno il manico all'accetta Di melagrano D'acciaio ch'egli avea, si che valente di lui suo cenno Aiuto gli era e in man udi l'annunzio fedele.Come Compia di fonda piaga. Che il cor gli trapass" di quel monte L'accetta sua da l'alto Urtava il ferro l'infelice. Gi" scagli" la terra il legno Contro le pietre, ma
Penetr" forte.E dicono che molle Era la terra, si che ratto un fusto da quello D'albero usci di melagran Manico infissoe
un
Cadde,di monte qualframmento. Trasse Tal gemitodal cor, che detto avresti
Averlo al core
E
un'asta, trapassato
Oh!
mia
disse : lagrimando
morto
fatica
albero divenne
non
Che E
son
vide
per essa ! Oh ! mia perduta in faticar ! Oh ! invan da speme Stagione " dunque mio cor! Questo gli Rallegrato Frutto ch'io colsida
scavar
Niz"mi ilfusto all'albero novello. ei lesse, E il poeta, pur questoasseverando. dice che nel di che spento Anche gli di Shirina, Giacca Ferh"d per amor Venne in gran duol per tanta sua sventura che un vago ausello 11 core di costei, Era Su quello dal giardin. fuggito nato al rio sul margo, altero, Cipresso Stettesia lagrimar come piovosa fece Nuvola a primavera ; indi gli " l'uso, de' prenci Funeral veste qual E sotterra il depose ; ed ella gi" Alta una "''. Nulla in pugim stringendo fossa l'erma elev" su A volta gli [tomba tomba f"' segnata meta E quella devoti.Anche da questa A' pellegrin di cotesto diede E quella pai'te
nata Altriannunzioalvhusr"v,
esser
montane
non agevole
fue
Diluvio
m'incolse! i. E questo si che repentin E vuoto " intanto questo mondo attorno Della luce del sol,vuoto " ilgiardino ! Ecco! dal mondo Dell'arboscel leggiadro la lampach'era al mondo luce, Spar"a E
non
Shir"na da
me
Ma veramente
ilsol. Non
ipiesta
Intanto afferrail lupo! poverello le fiere tutte. me Sparve Piangon per del viver mio nell'ombra oscura ! 2 L'acqua
Spinacosi
Seicento! fontana della vita nel paese delle tenebre. Vedi sopra i passi
di Niz"mi. le
(3) Ferh"d.
(4) Secondo
stille di i
sono
le
lagrime
sangue-diFerh"d.
raccolse fruito dal
suo amore.
(5j Non
APPENDICE
ALLA
POESL\
2()9
Da
d)
Il 1.
poema
Leyla
un
Preda
dietro si trasse
f"'taidetti:
Megn""i libera
preso da
un
ragione ; e l'ora " questa Allor si tolse ei la via prese Sue canzoni cantando, se la riscatti. D'oprar, Tutti arnesi suoi al sentiero d'amanti " e tutte suo ,Qiial Meg'n"ngli costume, e L'armi subitamente e le depose, atterrava la pupilla Andando,egli E ilcacciator l'armi toglieasi intanto. E dicea : Ci" che vuole Iddio signore, 2" si vide lucrosa Gli arnesi Anchesar"! togliea; all'improvviso, ,quand'ecco, in Preda la cotesto A un loco ei giunse e ove e apposto selvaggia preda gittato si come D'un cervetto il piede Abbandon". Meg'n"n, Scoverse un laccio. padre Corre al figliuol, corse del laccio apposto, a quello Caduto era prigion rapido che il fea Cerbiatto suo cor tesa E di lui la cervice in quella gi" captivo, di sue mani E come amico il palp" Corda al coltello era serbata. A quello E l" 've rotto lo scopria di-piaga. Roseo cerbiattoilcacciator movea fasci".Con molto amore Le piaghe Come leon feroce, e non gli per odio il stropicciando, tolse al in Dal Che avesse cor piede capo sparger voleane il occhi suoi Da lui la polve, e gi" per gli [sangue. dicea : di Anche Stille 0 sanguinario, verr" mai frutto piovea pianto. (jual
Alimento
'
"
stato
cacciatore.
"
Dal sangue a te dell'innocente? Allora Che Meg'n"n al cacciatorda venne presso. Come dinanzi a tal che sangue versa
"
Anche
Per arte
sua
^, sciolsela
e disse : lingua
campiabitatore
Che per debili e infermi i lacci appresti. Della mia donna l'odor tuo^, son pari occhi gii occhi tuoi. Deh ! anche si goda Di quella Ti scosta, un perch" agii giorno In dolce pace il prigioniero tuo ! allor ch'ei si Ila reso Ti scosta, perch" Al noto
covo e
[sempre
sotto a l'ombre fresche, soggiorno Cadano a vuoto Sciolto da' lacciil pie.
Sia tuo
appo la sua
compagna
in tutta
assenza
Torni al
Mandati contro I
te
Siano i laccidei
si stanno che di fulgid'oro giocondi Meglio castone ^, e ilcuoio tuo villoso o viva i giorni In un lor gli uomini fanno. Che m iei temi Di che ! " a questi se tu guinzagli Eguali si sta, perch" la cinga De' mesti il lamentar, da questa e vesta, togli Meglio
Preda gliartigli ancora e rendi grazie Che tua preda fu questa e tu l'haitolta*.
E ilcacciatorche tal sermone
A te
su
la cervice, e
se
pur
sono
udia.
occhi tuoi le lagrime spremute Degli " Farmaco ai mali '^, meglio si che al suolo
(1)Meg'n"n errante per il deserto. ai Mussulmani specialmente nell'afflizione. (2) Intercalare comune dinanzi a un tlebotomo. (3) Come lasciandolo d'aver preso il cerbiatto, poi. (4) Pare vogliadire che si deve appagare (5) L'amica paragonata a una cervetta. i denti delle belve uccise. in oro (6) Allude all'uso dei cacciatori di far rilegare si medicina Che alluda cos" a qualche preparata? (7)
270 Non
sialiversate
e
Al'l'ENDlCE
ALLA
POESIA
UOMANZESCA tratto
Un
uoiii
al
e del guiiiguinzaglio,
seno Dall'ampio
[zaglio
E quella andava Costui '^ che arde nel cor, deh ! tu consola, Parca l'uomo goder. Affrettatapelcalle e si traea Ch'io ben so che appo questo erto maniero alla cervice attorto. candida luna L'noni col guinzaglio Di lei, qual leggiadra E Meg'n"n che vedea quello in catene Che in esso sta,notiziahai tu. Se un giorno In deh! rendi, terra pascerai, quella
a
Tratto
sacramento captivo,
a
fece
0 bella
te
Che in potereti staide' miei nemici, Qual tu non vuoi,son io '^.Tu se'lontana
[mai
si sta? ceppi
"
Se tu del
vero
Intender vuoi,la donna disse, " tale Da me, da te son io lontano ; e in duolo Sono ed in duol sei tu *. Ma un sol pensiero Costui davver che non ha mente o senno, Che di te
La niente Aura
nomar non non a me
Intelletto non
tocca,
nessun'aura
vogl'io per
rechi a
me
ninna
guisa,
Son io,povero sozio m'" costui, E di l" da misura abbiam noi due Affanni
Di
e
Quando
A
di te
! ". fragranza
mali. Che
a
che povert",
e
lui questoguinzaglio
attorno
Posi
piede,
Qual prigioniero e da
Dono
ognivico e
ostello
libero il rendea.
di
Meyn"n.
Pochi alimenti per il gramo ostello che a veder per noi Vo raccogliendo, Si sta che mai ci si
e procaccia,
in
parti
luce ridest" di questo Cielo la lampae fuor della cortina Che allorche mostrossi, l'iinpedia,
a
dividiam quel Eguali poscia poco. Io 'na met", l'altra met" costui
intorno
Prendesi, e nulla in
E
mezzo
noi rimane.
e
Un giardino tlor"asotto
E
ogni sguardo
turbato,
Iucca comedi notte ognisguardo Una facellaluce, ecco corvo, qual farfalla come volator, Rapido Che della lampaalla Jiammella anela 5, Prese Ch'era
cura
Cadde
iMe^'ii"n per
a
suo
viaggio.
Di lei
l'ostel di colei
donna,il conducea.
Come not"
di lontano, fragranza
ogniistante al core
morta
spoglia,
a
quello
mostrarsi
con
lui
seco
Antico sozio
Ed
a
D'et""grave
donna. Era
(1) Passo molto oscuro. di Leyla. (2) Meg'n"n slesso che parla,innamorato (3) Cio" forsennato e ridollo a vivere nel deserto. nella mia edizione. (4) Si lascia un distico inintelligibile che vuol congiungersialla (5) La solila immagine dell'amante
sua
donna.
27^
APPENDICE
ALLA
POESL\
ROMANZESCA
Veracemente. Per
le rose, Ell'erano,
sventura.
Ei vissero ad
patto
ostel di paradiso guardare; di cristallo ben quello, Con splendor era N" pi"verde di quello era smeraldo, N" avea misura il suo splendor. Fiorenti Stanti a I roseti all'intorno, e ognun Suoi caliciodorosi ^, e
sue
reggea
canzoni
piend'a[more,
Ebbro
cantava
mai sopportando,
sole,
l'ombra de'rosetiun
Posto in riva Di
Diessi a Che
allora
si le raccolse ancora. Ch'ei le trov", orecchi d'alcun frod" di questo N" gli
di broccato ed era adorno drappi quaison di paradiso, tappeti E sopra vi sedean, a leggiadri pari in loro e in lor statura, Cipressi aspetto d'inclit'orme Due giovinetti un giorno, Di Seduti l" di tanto al loco. gaudio Avean di vino in jmgno un nappo, e nuova Avean dinanzi primavera, e intanto Ambo Ed
ora
Ornamento F"'
sue
novello ^;
*
chi
ne
intese.
di pensier
A tutto
tocc" la mente gli pensiero due ch'erano luce que' mai il mondo, di qualfoggia
di un
Coppadi vino, ed
Discorsi erano
si davan baci
in
insieme, garzoni
leggiadri
che non gustar del dolce frutto. Sposi, nel seno della terra oscura, Laggi", Dormono
Di
ilvincolo
trono
Parve
Del patto antico incolume, e la fronte bel seggio Reclinavano insiem su quel Amicamente. Di Ad
un ogniistante,
nembo
E il nero
spargei'edel die
Sulla bianchezza^, gliangeli mostraro A adorno sogno un bel giardino Che dava al mondo luce. Era nel mezzo
Zeyd in
era
lieto
fiorlevavasidall'aure vaghi E in bella pioggia lor scendea sul capo. che in sogno il E Zeyd arcano prodigioso chiese a un vegliardo Stavasi a contemplar, E chi " costui, Di paradiso: leggiadro Come ed ha cipresso,
nome
Qual
funesto
lei. con (1) La beatitudine di star sempre (2) Levia e Meg'n"n. orecchini come (3) Metaforicamente, le strofe sono qui considerate agliorecchi degli uditori. (4) Leyla e Meg'n"n. vescichetta. ed " contenuto in una " bruno (5) Si sa che il muschio al giorno. dire che la notte successe (6) Le rose. (7) Famoso giardinodel re Shedd"d, gi" pi" volte ricordato.
da
attaccarsi
Tutto
ci" per
APPENDICE
ALLA
POESIA
ROMANZESCA
273
gingnea,
poema:
Dal tua dimora? a questa Vegliardo saggio, in alE il vegliardo, favellaaeconcia [ l'uopo. lui Con eloquente!?) a lingua rispose:
Lo Specchio
di
Alessandro.
Dio.
retto
Questidue che
Son In Prence fu
omai
sono
in eterno. E congiunti
una
Udii
gi"che
eccelso attinse che grado gi" luna sua i,fulgida perfezion " si costei, bel cor delizia. d'ogni anche la vedi, ed " quale Essa " Levia, E soprannome di Meg'n"n il prence due rubini Ebbesi in terra. Egli eran
-
Pensiero avea, ficc"la scure al piede fatto Dell'arbordel suo senno *, e perch" S'avea costume Aveasi un Dinanzi Come In
un a
di
superbo core,
a
Dio
qualcuno
suo
Per taldubbio
Qui non
mente eterna-
d'alcun fruttoin terra. gode che questaguisa tu vedi ilcapo Alto sollevaqui che al mondo ; di tal, ("h" qual non
In
fin che un di al mattino. pensiero, errando a caso, Per la vasta pianura Per lavarsue membra Giunse ad un'acqua. ei si togliea da membra le vesti, le Via Fatuo
E
nera
notte in
fonte quella
indusse
Ch'era fonte di luce '^. Allor che immerso Si fu ed fuor ne usciva, nell'onda,
un ecco
Vive gramo e dolente, ! nel cielo ecco " face Cosi letizia tal la La ! pur Chiara del di che illumina la terra. Desta ne" fasci della notte il fuoco 3.
venne sua
ordia faccenda^
Zcydintanto destavasidal
E la sua Manifesta A far Ne
arcana
sonno
nozze, per giuste Si che in bel nodo di belt" gioiosa Ei si restava,e sette
ancora figli
vision rendca
Gli SI
nasceano un
in sett'anni. Un
giorno poi,
gaudio le membra al margine, D'un ruscelletto del pie. Fallace " il mondo. calpesti " polve e sempiterno soltanto, Bagn"nell'onda.Come fuor dell'acqua Ch'egli Ei lev" ilcapo, e d'ogni E santo " ilcielo.Santit" che resta parteattorno che vede? Era pur quello Diessia guardar, Per sua natura sempre, " assai di nostra lavacro illoco antico Di suo primo Terra caduca e misera mioiiore !
in terra, suo ogni soggiorno
come
penitentenel deserto. Qays. Fu detto poi Meg'n"n che in arabo significa jxizzo per ai paragrafi citati sopra. Vedi il sunto del poema amore. della notte, cio" ne disperde le tenebre. (3) Brucia i covoni (!) (4) Invan". il credere che Maometto, della fede maomettana una notte, (5) " punto capitale salisse al cielo e parlasse Dio. con dubitare e ci" faceva (G) Maometto comp" in un attimo la sua ascensione al cielo, il pio uomo. (7) Fece torbide le acque. citt" o borgo. in una (8) Era stato mutato in donna e trasportato (9) Tratt" di matrimonio. (1) Nel far vita (2) Il suo nome
da
era
18
"
Storia Pizzi,
della
274 Dove
sua
APPENDICE
ALLA
POESL\
ROMANZESCA
che smarrito
una
callei. Eran sul inargo S'era dal giusto arnesi suoi ; ancora JjB vesti sue, gli Dell'ora mattutina
era
Delle
Cerca
sue
l'istante.
Contro al
ecco
intanto
Ebbe vergogna di suo dubbio inetto E tolse via pensier presuntuoso Che
aveva
improvviso
in
si che pria,
Che il cor
fortealla legge. Dopo tanto inciampar, discaccn'i d'un tratto I rei pensieri Via dalla mente
e con
E domand":
la reggia
"
alma virile
poi,
qualnembo
venne
un
cavaliero
Dopo molto pregar per suo perdono. che folle Disse : Non " nostra ragion
Errore Dalla
e
sempiterno,
lungi
-
iliDio tiene oltraggiosa legge In regno tal che due nostro. Il pensier Mondi
3
fa incertie
come
nostra dubitosi,
a
Ragion
levarsiardisce
volo?*
giace
"
Sulla
Il
re
e polve
la
cenere un
*5.
"
Dall'alma
dei
re
'^
mand"
tremendo
grido
in
Humay
(Felicee Felicita).
Dolore di
in
suo
cammino, fende
e
il braccio
pianto
Per
caso
Hum"y,
In
E si percosse. Dal trafitto core Il vapor dell'affannoegli esalava. De' fianchiavvoltolavasisul suolo. Cos" fremea,cos" nel Ei Da
suo
notte bevuto d'un vino quella vino e (|ueiramico Degno di forti, nell'alba La mente gli Q uando aggrav".
dolore
fattoscioltooniai s'immergeva, Ma
Di
sua
ebhrezza dal
sonno
ei
rilevossi.
Volse al deserto le bandiere,intento Poi ch'ebbe di cacciar. Pien di speranza d'ebbrezza il capo, Il core avea, pieno monti del deserto alquanto E per que' Si mosse attorno, fin che gi"discese
e fuori omai di senno. pazienza da che pareva un mare, poi quella, in Vasta jiianura, Cina ei f"'ritorno
Dolorando
Davver
e l",del sire piangendo, un grido feritoed angosciato core. di sua via ! che per la polve e
di Dio. (1) Dubitando dell'onnipotenza di Dio, dove run:iana ragione si smarrisce. (2) Nel regno della conoscenza (3) Il corporale e lo spirituale. (4) Di questo passo inetto,il solo che abbiam potuto dare di questo poema, del capitolo. gasi il giudizioai paragrafi92 e '.)3 del parolainintelligibile (5) Emistichio di cui non s'intende il senso per una
veg-
scritto. mano-
(6) 11 re di Gina, padre della bella Hum"y"n, celebra e fintamente ora ne repentina della figlia ai paragrafi i*? e '."S del capitolo. di H"sheng re d'Occidente. (7) Hum"y figlio
aveva
APPENDICE
ALLA
POESL^i
IU)MANZESCA
275
la
Che in Ed
al capo copia
un
si
di polve g;\{\",
!'
Non rest"
ecco
che in
ricoperta (inell'ora,
avea
Che
un
di
rose oro
*. Eccomi
intanto
principio.
Come
viva alcuno !
"
tolti Qual dolce peso, per recarlo, occhi piangenti Versar sovr'esso dagli
poi,
come
la bara
aureo-dipinta
prenci
cader
paria lucenti
usci la bara
Quai da conchiglie preziose perle, Su la bella fanciullail re di Cina, Fatto diserto omai. Quel suo giaciglio, ornato d'oro, Qual gi"per sponsalizie
della porta,l" su
un mare
Scorse E di
Di perle vive e di rubin fregiato, quella porla Posero allor nel chiuso avello e sopra di pianto. E una poltiglia Un alto seggio, o cchi di lagrime una con poi, pietra degli
core,
or
che
gi"caduta
Chiusa all'avel la porta, usciron fuori, Usciron molli, dolor del core, per Di
in gran copia. Ei,su lagrime Dalle fontidegli occhi che di sonno
tuquel
Era l'ebbrezza, parve, ad un istante, della vita fuor ponesse il piede. Cli'ei
[mulo,
avesse
un
Pi" E
non
avean
senior,lagrime sparsero,
come se mosse.
illabbro
di l" si L'ale,
Ei da l'avello
nel sangue
ora a
S'avvoltolava ; ed
A feretro ei (|uel
nella polvere Via volando fuggi. Corse al deserto feretro In suo furor dolente e nel deserto quel
e
dinanzi
s'inchinava, e intanto
V. Ass"r. tristo Il
poema:
Mihr
Musuteri
col pianto. Quel fiero cor si disciogliea ei dicea : Di questocore dolce che gi"mi rapisti 0 sospir la pace del core, " la fede e ilpatto e Questa dunipie
La pazienza
e
(Sole e Giove).
1. Mihr
uccide
ne
un
leone.
Cosi Nella
con
Sherf
Costume
nostro
Tal di noi fu
quello adunque
Versando
sua. risposta
bellezza,
che sostiene la terra. Altro che Seicento! (1) Il Pesce mostruoso Allude solito orientale di gettar gemme al costume attorno (2) per larghezza e allegria. (3) Hum"y. (4) Vivessi con te dalla giovinezzafino alla vecchiaia e alla morte. (5) In (]ueslogiorno di sventura per me. (6) Concettini freddi. d'una di Sh"p"r re di Persia, stato raccolto da Sherf, capo vana, caro(7) Mihr, figlio ch'ebbe fatto naufragio. dopo rubini per dir labbra. (8) Perle per dir 2}a?-ole,
APPENDICE
ALLA
POESL\
ROMANZESCA
Incesso
Come
Di laudi un
Fuori usci da
canneto
un
leon fulvo,
Forte ruggente per ardor dell'ira. fendca, Davver! che ilseno egli rompea occhi suoi alla terra,e gli compagi due stellein costellato Eran quali le fauci sue qual Loco del ciel, speco venia ruggente Di punte armato. Egli E di pugnar voglioso e via dal cielo Parean fuggirsi per terror di lui Con gli al suolo Gli astrisgomenti. artigli, forte le zolle sgretolando, Togliea sbalestrava del cielle Alle plaghe fanno della coda. Or, come Col colpir a' crocicchi. Masnadieri belligeri belva Volse per ira la malvagia Le Contro allacarovana. Alto levossi Clamor di gente della carovana, E detto avrestiche schiantossiun Dalle radici sue.
Ma
come
giustizia
Di lor meta
assalti.
2. Mihr
del Kharezm.
inerte
vide
A'
tuon
conturbato E tal si f"'d'aspetto che di s" oblioso E verecondo, in stordimento. In lui tanto Divenne Tal lasci"del desiderio vestigio il rese L'acre bevanda,che del mondo Inconscio a
un
nel pugno,
che le roccie investe, pari folgor acuta. E illeone il vedea. La spada Si che qual vampa contro a luisi mosse, uccisor di leoni, Ond'ei, qualpardo Il braccio sollev".Di cotal guisa Mihr
tratto. Intanto, per l'amore, in melmoso che de' Er'ei persona pie core Terren s'affonda*^, e del suo amante,
sferr" su la cervice un colpo, gli fataidi suo morire ', A l'istante del leon cacci" la testa Che lunge ilvasto tratto. Ei palpitava e nel novello affanno Quant'"d'una palestra Ma quell'ardore ond'ei si tenea. Oh ! per quel quello Doglioso colpo raggiunse Leone immane, Il Leon
3 su e
Oual calice di iior, sangue mandava ch'c giunto Il lembo estremo, e come augel
con
cento
cuori
prese !
persiana. (1) Ruslem, il maggiore eroe dell'epopea valorosissimo. dire era Per ch'egli (2) (3) La costellazione del Leone. Infelice giuoco di parole! stato raccolto dai mercanti. s'" detto, Mihr naufrago era (4) Come in un giardino in corte del re del Kh"rezm, e la bella (5) Mihr erasi addormentalo in quel luogo, e, presa d'amore, aveva appoggiato la fronte N"hid l'aveva sorpreso
sulle ginocchia di lui cos" addormentato. (6) Il trovarsi impacciato nel fango d'un
di chi trovasi molto dubbioso
e
pantano,
gine imma-
incerto
dell'animo.
APPENDICE
ALLA
POESL\
ROMANZESCA
^277 frutto
Per
mercato
Che
Yiis"fad
ch'elettaopra compia. Godesi,poi dolci sguardi e con con Cosi, argute fea sermon costei Parole e vezzi, A Mihr innanzi, qualPeri leggiadra,
"
il niercatar di
suo,
sire al E il giovinetto
dolce parlar
sua
E il cor
tocco perch"
sna
d'amore,
bellezza
mostrando, Eppur,
blandiziealcuna
suo amore
Oh di conchiglia. guisa
su
! tal potere
di sue pudor,
Ebbe
tolsea far parola Che l'affannogli Ratto la facolt".Deh! che l'incanto momento, ilpi" facondo'^ Muto rendea cosi ! Per" si fea
le parole D'alcune gemme sue. Dolce facea suo dir col render
D'amore, in
un
grazie*.
Per" disse: 0 straniero in nostra terra. La nostra terra tu onorasti. Luce Avean dal viso tuo licampinostri, Avean da' capelli tuoi fragranza noi la tua venuta loco E fu principio Questinostri giardini. Di
a gioia a e
Ardente
levossi Quando repentefrigida L'alba del di. Come L'alba del di Tem" Nahida
su
luna ^, la pallida
in
dell'ontasua
e bella,
qnell'istante
turbamento.
un
in tosto,
"
di rosate Di l" si tolse quella Gote Alto luna e come leggiadra all'ostel suo splendente sole si rese.
Per tua persona bella ". Or di', o Di tuttinoi per tua nobil natura, Di' almen
ti staiper questanostra come Alta distretta ^, che per noi portasti Fatica molta per la nostra pace Gran travaglio vedesti.Ecco! per tanta
e
di Mihr dalla presenza nscia luna^, cadde Mihr al suolo Quell'agli Come Per desio di
e come volto, quel ^^ esce con
l'alba
sue
entr" in sue
case
Con la nutrice, tutta ardea per tanta si che le disse Vicinanza del sol ^^,
presa
nel mercato, la moglie di Putifarre, (1) Si sa che Zalikha, compr" Y"suf (Giuseppe) d'improvvisoamore per lui. del re del Kh"rezm. (2) La figlia nell'amore. sole. Vuol dire che Mihr s'accalorava (3) Cio" Mihr, che significa (4) Giuoco di parole nel testo, intraducibile in italiano. Del resto, questo passo sembra voler rassomigliarelo scambievole innamorarsi dei due giovani a un oscuro traffico in
un
mercato.
aveva
(5) Mihr
di Samarcanda.
aiutalo
il
re
del Kh"rezm
nella guerra
contro
di
Qar"-kh"n signore
(6) Cio" dopo tante fatiche sopportate per noi, (7) Mihr, che era anche eleganteparlatore. (8) Cio" la luce dell'alba vinse quella della luna. (9) Giuoco di parole con Mihr che significa sole; cosi
dinanzi al sole. la
la luna
larda
fugge,al
tino, mat-
(10) Che
precede
giuoco
di
in Oriente.
(11) Solito
parole.
APPENDICE
ALLA
POESIA
KOMANZESCA
regale
Da lui Khorshid Ed Di
a sue
stanze^ si ridusse.Intanto
alcun Recavagli
e
primavera dal
vago aspetto
andar qual nembo. Ricevean lor candore i gelsomini. non Precipitosa al Gemshid ^ simile a luna, s" Scorre l'acqua *. Poi che suo^ che ilviso ora per I nerissimi tuoi lacciponesti ^, [piede Mostrato non gliavea Khorshid le2;s;iadra, ad ammirar sola una rosa Potrai sedertial loco tuo di gloria. Datagli Huri Cosi le rispondea bella Che del suo viso coieria la luce ', quella senti che profumato Dal volto di Peri: Vuoisi, che altri Tulio il giardin per di che Da fanciulleadorne ^, Pazienza sopporti, cor un fragranz'era parli del cor. Tu, mia nutrice. andando, incominci" in tal guisa Degli affetti Ond'egli, l'" Dall'alma ad intonar questacanzone: Mostrami in pria dato, quelcor; poise ch'io pazienza porti. ancor M'insegna
(Ghazela).
Ha il giardino uno
VI. a) Dal
//
poema
S"veghi.
e
Ha
un
senior
di
splendore, primavera,
Onesta notte ;
Cemshid
giardino
Questa notte.
Gemsh"d si desta dopo principe giocane notte una lunga passatatra ? canti e i suoni
con
la sua
come
Rosee gote,le fanciulle Fin da ier non han bevuto Del licore^; Or occhi bruni perch" quegli Sono immersi nell'ebbrezza,
Il giovin re Di
intese
Questa notte?
Forse il crin si ricompose Sulla di quel rio, sponda
io
E la
E ilvino Ei fu
di luna fulgor Allor, l'acqua. poiche ridesto luna adorna,ecco fuggia qual
(1) Perci" non " necessario sospingerla. (2) Di Mihr. la bellezza de' luoi capelli bruni. con (3) L'hai fallo prigioniero che il poeta (4)Per intendere tutto questo passo artificioso, bisogna tenere in mente della fanciulla,significa dice tutto in senso sole, e doppio. Khorshid, che " il nome essa fugge, per" ora che Gemsh"d, assomigliatodal poeta alla luna, si leva dal sonno, avrebbe detto sole il sole quando la luna si leva. Un tramonta come poeta europeo distinzione di generi. l'amante e luna la bella di lui;ma la lingua persiananon conosce Alla lettera: costellazione. Vedi la nota antecedente. (.5) l'epopea. delGemshid che questo giovane re Gemshid " il gran non re (6) Ricordiamoci (7)Pare, secondo le note antecedenti, che vogliadire: La fanciulla partinon volendo dal giovane,eccetto ch'egli parte del pot" vedere soltanto di sfuggilauna
suo.
ma
la luna, anche
illuminata
in
un
lembo
solo,lo vede
Cos" istante, o sembra vederlo, prima di tramontare. (8) Le ancelle di Khorshid. del vino che si prende al mattino. (9) La bevanda (10) Per l'amore.
crederei
di poter intendere.
-280
APPENDICE
ALLA
POESL\
ROMANZESCA
gello
segno diede
lucente,
fontana
a
l'impronta
Bocca
e a
il
ficio Disse
di
reggere
lo Mostrami
specchio
Bellezza.
"
di
i.
Essa
Cuore:
conosca
qualche
di
immagine
tua
quell'anello
li mand" in alla
un
Fantasie
Sguardo, Sguardo
la
perch'io
fammi ci" la che
il valore ricamo
arte,
vi
poi
e
ricerca
certo
di Cuore.
qualche
sai
sua
perch'io
Fantasie
"
vegga prese
Fantasie finch"
tempo
alla
percorsero citt"
a
di
pittura.
penna di
e
strada In
giunsero
di
Corpo.
le
cose
rapida
sopra
un
foglio
segn" di-
breve,
Sguardo
e
raccont"
Cuore nel
Bellezza.
con
Cuore
mille
quando
cuori
ne
avvenute
gli
men"
Fantasie occhio
stato
e
cospetto.
quell'immagine,
innamorato.
con
Cuore
e
lo
guard"
di
: suo
con
di di
e sua
benevolenza
arte.
Si
e con
consigli"
Sguardo
di
per
e
il
si
dimand" disse
tasie Fanl'uf-
meglio
risolse
Io
son
pittore
noto
per
di
cittc"
Aspetto-.
(1) (2)
La Dove
fonte
slava
della
vita.
Bellezza.
281
CAPITOLO
SETTIMO
LA
POESIA
MORALE
GNOMICA
SOMMARIO.
"
1.
della poesia 1. morale o gnomica. Origine m orale 2. Due della fonti persiana. poesia
" "
Natura
o
indole
una gnomica,
"
l'altrastraniera. indigena,
"
3, 4. I libri dei
e
re
Sassanidi ai successori.
"
5, 6. Le sentenze
della
di
re
Chosroe
"
1,
8. Il concetto
celeste. Intelligenza
"
Dimna
tradotto in
"
pelile-
12,
14-.Versioni
Dimna.
"
15. Arabi
e
il Benfey, in Occidente delle favole del Kal"la propagatori Panciatantra indiano, origine prima del Kal"la del libro nelle diverse versioni.
"
16. Il
Dimna.
"
17. Titolidiversi
18, 19, 20. Sunto del Kal"la e Dimna nella versione arabica d'Ibn ul-MuqatTa. 21, 22. Il Libro di Sindib"d o dei
"
sette
Savi
le
"
sue
versioni.
"
23. Contenuto
il Comparetti. 24. Origine indiana del Libro di Sindib"d. del Pappagallo, indiano d'origine, tradotto in persiano. 26.
"
25. Il Libro La
Persia "
che ha fatto conoscere quella studio intorno alle favole. 29. 2. Poeti
"
al mondo
le favole indiane.
"
28. L'arte
di degliscrittoripersiani
gnomici.
"
30. I
e
poetignomici non
"
sentenze
e
di Chosroe di
"
di B"zurc'mihr.
hanno potuto far altro che ridire le e le sentenze 31, 32, 33, 34. Firdusi,
avvertimenti gli
Ardesh"r,di re Chosroe e di B"zurc'mihr da lui riferiti 35, 36. Ibn Sina o Avicenna supposto autore del Libro uomini. 37, 38, 39, 40. Slierife il suo Conforto degli
re
3. Scrittori di
e favole
di racconti.
"
41.
Primi
Dimna.
"
R"deghie
Dimna.
" "
altri.Traduzioni
42, 43, 44, 45, 46, 47, 48, 49, 50. Nasr-uU"h
51.
Notizie
scarse
53, 54, 55. Q"nii, 56, 57, 58, 59, 60, 61,-62. xNakhshebi Libro del Pappagallo. 63, 64. O"diri, di Nakhshebi. e il suo compendiatore Il Libro di Sindib"d, altra versione poetica di anonimo. 65, 66. 67, 68, 69, \'"iz e il suo libro: Gli Splendori del Canopo. 70, 71, 72, 73. Iluseyn
traduttore in versi del Kal"la e Dimna.
" " " " "
il
suo
Paragonedella
di racconti.
"
sapienza.
"
75. Maliki
il
suo
Conforto
4. Altri scrittori di
e
"
e favole
di racconti. 77, 78, 79, 80, 81, S'I. Il principe Q"b"s e il suo libro. 83, 84, 85, 86, 87, 88, 89. Il Libro di Merzb"n, e sua ricomposizione per opera di Ver"v"ni. modello 90. Libri di favole e di racconti che sempre del K"lila e Dimna. originale 91, 92, 93. Auti
" "
pi"si scostano
e
dal
la
sua
raccolta di
282 novelle.
"
CAPITOLO
SKTTIMO
anonimo.
e
"
il
suo
libro: il Giardino.
"
"
97,
98.
V"iz Huseyii
il libro:
pregidella
beneJ"eenza.
"
novelfe di Aufi.
di
99, 100. Libri ad imitazione della Raccolta di iliHiibbi, lOi. Operedi Ali Safi,di Mag'di, 101, 102, 10:5,
S"mi, di Ab"
1.
'1-Fatli.
Origine
della
poesia
morale
gnomica.
cose
poesiaromanzesca,
di molte
molte
abbiam
tacere
dovuto
altre abbiam
dovuto
perch"
fare per la cotesto anche pi" dovrem diretta, cognizione che qui diciamo gnomica o sentenziosa o morale. Perch" di molte poesia sappiamo nulla e di altre molto poco, sebbene opere e dei loro autori non ci" si possa supplire a pi" agevolmentequi che nella poesia romanzesca ginali orile opere veramente che non sappiamo, col trovarsi che poche sono molti invece i rifacimenti, e spesse volte inetti e dappoco. Onde, per questa parte,ci possiamoanche detto esser morale o sentenziosa o Abbiamo ragione. poi lica, didascae non gnomica questa poesia,
consolare,e
e
con
perch"essa,
sempre
e
in tutte le sue
come essa
forme "
a
mostrasi aspetti,
render
migliorel'uomo, ad ammaestrarlo
nelle guidarlo
noi, non
mente
vuole ornar la n" all'anima n" al cuore, ma pensa veramente di cognizioni utili quanto all'arte e alla scienza; e noi crediamo
che di questa
ne Virgilio
sono
poesia,genere
monumento
f;dso
bastardo
anche
se
le
Georgiche di
manchi tamente assoluinsuperabile quanto all'arte, la letteratura persiana. Perch",se anche qualcuno,o per gusto di certe regole o per capriccio, o per agevolarel'apprendimento depravato, della grannnatica ha posto in versi i precetti ai principianti e ai fanciulli,
qui si trovi alcun che di vero poeta fu n" pretese mai d'esser tale quel buono e onesto come non didascalico, scrittore che da noi ridusse in esametri latini le regole della prosodia. Anche si deve osservare che questa poesiamorale che pur si prefigge scopi ammaestra n" con esterna ha veste non altissimi, poetica, sempre sempre volta diretta e aperta delle sue dottrine. Invece, essa " scritta tall'esposizione nella pfosa pi" semplice e dimessa, tal'altra la dottrina morale " che sovente velata bellamente dalla favola degli aninu"li, e trovasi anche
0
non
certe sentenze
di
un
gran
re
pi" disadorna,e
gran savio da taluno furon ridotte tutta la da tal altro ricomposte in versi con
o
di
un
poetica
di questo genere che stiamo per trattare, pi" che dalla veste esterna, si determina dalla idea che tutta la informa, dal nobile intento che si prefigge, soverchiante talvolta, quel tanto d'immaginazione e di fantasia, in ispecial che occorre modo nei componimenti delle favole, per i quali vuoisi anche osservare che bene spesso alla natura immaginosa del fatto
e
da
I.A
POESIA
MORALE
(JNOMir.A
283
che
si racconta, si 2. Abbiam
delia retorica
pi"
raffinata. detto avanti che le opere originali e molti i nella introduzione abbiam notato
ci" che " consentaneo (e rifacimenti, nelle quali il rifare " alla natura delle lettere persiane, anche cotesto) Per" anche qui troviamo molto di moda, anzi troppo di moda. che,fatte dir" si in eccezioni delle tutta ultimo, quali ({uantaquesta poesia poche Una " indigena, mette capo a due fonti principali. e l'altra persiana letteratura morale, rigidae " straniera; e dalla prima scende tutta una brevemente si esprime e senza che non le lungherie, ma ama severa, la forma aforistica, laddove dalla seconda procede e artificio, predilige morale
tutta
con
alto
tutta
pi"
iranica del tempo dei Sassanidi, dalla sapienza Quella proviene in un momento a cui fu tolta in prestito questa giunge nell'Iran dall'India,
attorno
ed " costituita di tre elementi. adunque, " iranica, prima fonte, dei principi quanto al primo, che era nobile costume Sappiasi pertanto, Sassanidi di tramandare in un libro ai loro successori, ai figli in particolare, tutti quegli insegnamenti che la vita lunga e la cura e l'esercizio dell'autorit" reale
una avevano
3. La
fedele e esposizione aveva operato per il paese e per il prossimo al suo fine, fosse cominciato coi Sassanidi soltanto o popolsuo. Che questo costume dire veramente, tanto pi" che, in sia assai pi" antico, non sapremmo scrittori aver vicini a morte detti sovente i principi son dagli generale, la via chiamato e segnargli a s" il designato successore per ammonirlo fonte trovasi che Senoin particolare, in precedenza. Quanto poi ai re persiani fa parlar nendo lungamente Ciro il grande dal suo letto di morte, ammotutto sembri da padre e figli e amici. Dal qual racconto, sebbene almeno pu" risultarci vera, quella del una e sia opera d'invenzione, cosa Anche dell'ammonire. trovano se costume ne nell'epopea sopraddetto,
loro appreso. Anche talvolta questilibri erano di ci" che il nobile signore, che particolareggiata
gi" sentivasi
non
cotesto
punto il nobile
vicino a morte
pietoso
e re
discorso che Firdusi pone in bocca a re Min"cihr N" si pu" qui tacere che anche di ammonire il figlio suo.
come d'Jstaspe, non e glorioso e a
cito solleDario
il
zione, sulla rupe di Behist"n la sua celebre iscriscolpire fatto nel solo volle raccontar aveva lungamente ci" ch'egli fece
suo
afiaticato
ancora
e
si ricord"
del
suo
successore
oneste.
re pi"gloriosi
Sassanidi
legaronoai figliuoli
natura
di questa stessa delle debite differenze, della iscrizione di Dario; dicono ci" che il re ha fatto, e porgono chiamansi
con
ammaestramenti.
Andarz-ndmak, parolapehlevica
284
CAPITOLO
SETTIMO
morali; e
uno
di essi "
quellodello
stesso
datore fon-
ricordi al
Ardesh"r primo,che volle lasciar suoi Sassanidi, da lui Che re suo designato per successore. figlio Sh"p"r, Ardeshir lasciasse suoi avvertimenti al figlio, " cosa assai naturale; ma che "
cosa
gi"and"
di cui
va
ancora
sotto
ilsuo
nome,
vi pehlevico
fu veramente,
ignoriamoe
il tempo
del resto, al gran re che si dice averlo dettato; e l'autore, posteriore, ora " v'ha molta credere che fattane m a esso ragioneper perduto, l'esposizione sia molto fedele; (della quale diremo appresso) Intanto, il libro di per" non dobbiam dolerci molto di quella perdita. Ardesh"r riscosse molto plauso, tantoch" Chosroe il grande ne fece far molte copieda mandarsi attorno. Eglipoi,alla sua volta,componeva un libro per il figlio che fu da lui suo Hormuzd, designato per successore, e di tal libro abbiamo
ancora un
testo
titolo: Am"arz
K"iosrav
"
Bombay
da
un
poema,
avvertimenti gli
Pose nel
suo tesor, poi visse ancora Treinandu assai per questavita breve.
Adunque,
di natura
vedesi, tutti questi libri, opera di mano molta e morale, ma cospicuaparte vi doveva
come
regale,erano
avere
anche
la
Sebbene politica.
punto di natura
e
vi tenne
non
la materia
ne essa
sia di gran momento " per s",non pass"anche nel dominio della poesia
5. Ilsecondo diciamo
d'un gran re e d'un raccolte in libri suo e ridette poi pi" ministro, appositi presto volte in persianoe in arabo, in prosa e in poesia.Il gran re " Chosroe e celebre
meravigliadei tempi suoi e della corte dei Sassanidi. Ma chi fosse Chosroe l'ornamento il grande, o Chosroe An"shirv"n, e quali e (|uanti fossero i meriti suoi verso la cultura, " volte detto in stato che si dica resta perci" gi" pi" questo libro; intanto che sappiamo che tutta quanta la tradizione orientale dell'altro, all'uno e all'altroattribuisce ({uelle sentenze. 6. La figuradi B"zurc'mihr, perch" venuta presto in possesso della tradizione popolare, trovasi akiuanto circondata come di una lieve nebbia di leggenda, dicendoci gliscrittori orientali ch'egli vigliose, merasei)pe far cose indovinare e interpretar difficilissimi. E sogni, enigmi sciogliere
narra
il ministro
" il savio
li"zurc'mihr
che
fu la
sognato
re
Chosroe
un
sogno
di misterioso mandati
e non significato
chi sapesse
furon interpretarglielo,
LA
POESIA
MORALE
CNOMICA
285
attorno
ma
come
maestro
che
modi
burheri
A
insegnaval'Avesta
Con mente
a
una
turba di fanciulli:
piccoli si stava insegnar ^ molt'ira ed impeto Il Zendavesta con E con voce stridente.Un garzoncello altriera dinanzi a lui degli Maggior
Fanciulli intorno ad
il volto suo
Fissava
Il maestro si offerse
a
sacerdote
non
ma reale,
B"zurc'mihr
interpretarlo:
Del sacerdote ildetto Cerchi arcani? gli esplicar
"
Il messag-
Come
orecchi gli
[giero^
Cosi disse: Deh! gli
questa
maestro, forse
Degna di me, disse al maestro, e mia " si l'interpretar quelsogno. Impresa Fiera una voce gii cacci" di contro
disse: Del Zendavesta l'uom cruccioso, e Forse che tu E lutto
se l'hai,
II garzoncello e tu sa cotesto, Non Forse che di lui dispregiarlo. Prende la sorte il suo splendore, ed
ma
ei
Non
da la fortuna.
S'adir" il maestro
stoltecose
ardisci
La cervice levar, se
gi"de' sogni
veramente
Per B"zurc'mihr
E da
quelgiorno cominci"
la fortuna di
B"zurc'mihr,perch"
il sogno, e il re lo tenne sempre a s" daccanto e egli seppe interpretare lo pose in carcere, l'ebbe carissimo anche se un giorno, per falsi sospetti, lo trasse fuori a maggiore onore. donde poi, al sopravvenir del pentimento, Anche a cena con sappiamo da Firdusi che il gran re conversava altrisavi che l'ammiravano i cortigiani e gli B"zurc'mihr,presenti stupiti, di dottrine morali;e ilsavio indovinava che da lui ascoltavano esposizioni scacchi portato dall'India alla corte di intanto il secreto del giuoco degli nerdiludio a trictrac,e raccoglieva, o Chosroe,e inventava quellodel di dottrina morale in forma sentenze in libro la tutta sua quanto dicesi, un brevi e succose. B"zurc'mihr " personaggio veramente storico; pure, come nella popolare, assunse l'aspett quele specialmente pass" nella letteratura, egli
nuovo e
accanto
al trono
di
un
re,
atti di riceve ora onori grandissimi, ora e ne consigli che nella tura letteratuttavia Non diremo e immeritata dispregio punizione. B"zurc'mihr da accostarsi al Marcolfo abbassato si t anto trovi persiana della letteratura popolaretedesca o al Bertoldo della nostra, posti accanto, lo
soccorre
de' suoi
il primo al gran
accanto
re
Salomone, e ilsecondo
re
Alboino; ma
B"zurc'mihr
di esso popolare, dove pure la memoria a quella del re che l'ebbe in corte, non
pu"
negarsiche
penetr" egli
libro
re a
sacro cercare
dei
un
Zoroastriani.
interprete.
286
non s'assomigli
CAl'lTOLO
SKTTiMO
nono,
nome
ricordati. Anzi,nel capior ora poco ai due personaggi tolo che egli " altro che Sidrac il saggio, vedremo sotto ilcui non
attorno
formazione provenzale,lontana trassia di cotesto, quello che per del persiano. Ma, comunque ora pi" imporla a noi di sapere, si " che un'ampia e varia raccolta di ad altrettante domande morali, quasi sempre date per risposta sentenze dettate in forma molto concisa da e sti'ingata, fatte Ghosroe, re niente provela letteratura da un vecchio testo pehlevico, va persianasotto per
un
and"
nel Medio
Evo
libro
il nome
del gran
e
re
di questo
suo
celebre ministro.
Un
testo
pehlevico
sacerdote il testo vicino.
fu trovato
assai all'originale
incomincia:
soccorso
e
"
lo
Vuzurg
Mitro
per la possanza
re
di Dio
di tutti i Geni
dei re, ho composto questo trattato per dare alle generazioni buono alcun ammaestramento nell'esercizio della verranno,
della
tesoro
considerazioni morali
della
e
Avicenna, hanno
ricomposte.
7. Terzo
elemento
a
Medio
Evo
sembra iranico,
autorevoli testimonianze, celeste. Secondo come insieme, dell'Intelligenza ebbero Persiani i dai anzi dai dello concetto Greci, quella Spiegel, questo della scuola alessandrina, non trovandosi nell'antica dottrina filosofignostici dell'Avesta che vaghicenni ad un simile postulato e questi filosofico, allo stesso modo della di data assai recente. Ora, l'Intelligenza celeste, Sofia dei Gnostici, " quella che tutto oper" e opera quaggi" nel mondo, esseri animati e dovendosi a lei la creazione delle cose tutte,la vita degli il loro nascere infine illoro delle piante, tutto ci" che accade e crescere, e genza o della natura o degliuomini. Anzi, il concetto della Intelliper mezzo da farsi di essa una della Sofia tanto avanz" vera come ipostasi onde nel libro, detto con fecero i Gnostici, nome pehlevicoil Ma"u"jola singolare dottrina ebbe la sua khard, cio" l'Intelligenza celeste, pi"
ampia
in
intera
esposizione.
servi concetto, venuto di fuori, questo particolare del tempo del Medio Evo iranico, ai filosofi e ai teologi che i i
come
8. " ben
vero
Sassanidi, glistudi f"losot"cie pi" ancora quel grande incremento che tutti conosciamo. Ma,
religiosi
molla
si " travasata, per cosi dire,nella posteriore parte della letteratura pehlevica cosi anche vi persianae nell'arabica, pass" e con questo concetto E trovasi che Firdusi altrivi ebbe posto onorevole, se non molto cospicuo.
suo
288
CAPITOLO
SETTIMO
altrove la ragione; non a parliamo,sebl)ene altri possa cercarne Perch" anche l'Avesta molti reca come tuttavia, menti insegnaproposito pare. che rituali veramente e e sono e morali, liturgici pi" precetti, cui tuttinudamente
e
aridamente
uno esposti
le sentenze forse
come
di
d'Isocrate
son
che si seguono l'un l'altro, altrettanti precetti mento quasi spoglid'ogni ornadall'Avesta da tore scritche di forma? Ma, per affermare o o qualche greco, la
e non e
son
venute
alle sentenze
persiane
dimostrar ornamenti, bisognerebbe degli prima che l'autore primo,qualunquefosse,di esse sentenze, non potesse scrittori greci, l'Avesta o gli tutto ci" che disse, senza dire con semplicit"
semplicit" l'arida
e molto fosse l'Avesta al tempo dei Sassanidi fosse molto in onore si avesse Ghosroe alla di dei corte e dei t"losofi e studiato, poeti greci
sebbene
conoscenza
assai fondata
sicura. evenuta
sua
parte di sapienza
forma della leggiadra " il libro indiano di Kal"la e Dimna favola deglianimali, che,venuto in " cotesto ilmondo. dalla Persia cominci" il suo lungogiroper tutto Persia, che ha introdotto nella bellamente col paesano, di cui sapere straniero che viene a congiungersi nel quale alcuna pertantodi Firdusi, sopra abbiam detto. In un racconto
un
partesi trova
esser
di favoloso
ma d'inverosimile,
di cui la sostanza
al tempo di re Ghosroe un legge come nome Berz"y o Berz"yeh trovasse scritto in certo suo libro essere in India che posta sui cadaveri li ritornava a vita,come un'erba portentosa egli
vera,
si
facesse intendei-e al
recasse
re
tutto cotesto
come
poi,per
comando
del re, si
in India
quale eglinon
finch"
un
pot"
campagne, per quanto dovevasi intendere il di che avvert" lo sotto quell'erba l'immagine paese che custodivasi nei libro di Kalila e Dimna, libro di dottrina meravigliosa,
trovare
e
girasseper monti
savio del
tesori del
re.
Il re
giorno tanto
nella
sua
quanto
ne
lo
E leggesse.
a
a Ghosroe. stanza, scriveva ci" che sapeva a mente, e mandavalo in Persia,fu tradotto dall'indiano in pehleIl libro, venuto per tal modo
riordinato da
esso
in B"zurc'mihr, aggiuntovi
cui si narra
;
dell'andata di
Berz"yehin
India. Tutto
la versione greca del libro stesso udito parlare, spontaneamente avrebbe rintracciai'lo. Comunque
Berz"yeha
sia di cotesto, " certo che al tempo di ((uestore, il famoso libro venne dall'India in Persia, al sesto secolo dell'Era volgare, o nel tradurlo dall'indiano in pehleo nel rifjirlo, e che, 0 nel ricomporlo,
intanto
e
notiam
di
passaggiocome
appar
qui
chiaro
ritornino i nomi
del gran
re
f.A
l'OESIA
MORALE
GNOMICA
289
sia in persiana, di sentenza, sia in forma di favola, le dal loro sue ripete origini loro. tempo e dall'opera 12. Ma la versione pehievica del libro indiano,come tante altre opere forma " gran danno per la storia di letterario.Ne tuttavia molte versioni e l'ifacimenti restano questo genere andati perduti. Ma tra le posteriori, per tacere di molti altri che sono di versioni che
son
sapienzamorale
nella letteratura
venute
fino a noi," di
volgareda
fatta importanzal'arabica, capitale che gi" sapqueirIbn ul-MuqafTa piamo racconti del Libro dei Re. Su
raccolto
tradotto
gliantichi
" stata fatta, al tempo dei S"m"nidi, questa arabica d'Ibn uI-MuqatTa d'Ibn ul-MuqafTa un'antica versione persiana, e di questa e di quella parla Firdusi nei versi: seguenti
in Vennegii
niente
nobile consiglio
guida
quella guisa
Che
oggiancor
In arabica
Di Nasr
Di questaterra, che il ministro suo, Abu '1-Fazlvaloroso, ei,che i secreti Del prence custodia, volle ed ingiunse ^ Che in persiano dovesse e in Deri parlar La gente, e tronca fu contesa. E
Interprete sagace e lettoil libro Fu innanzi aPuideghi. Qnest'uomfacondo Versific"le disperse parole in fino allora E infil" questeperle,
Chiuse
e
poi
3. compatte
fu giustamente inteso dal Questo passo di Firdusi crediamo che non De Sacy allorquandoegli, nella introduzione da lui messa innanzi alla edizione sua nella versione arabica, che la traduzione ordinata dal pensa ministro Ab" '1-Fazl
o non
sia rimasta
interrotta
e che la traduzione di R"deghisia tutt'altra cosa; per la morte di costui, sione laddove,secondo noi,il passo di Firdusi altro non vuol dire che la ver-
il quale R"deghi, in
onore
appunto, come
gi" vedemmo
nel
nate. S"m"nidi,al tempo di Nasr,che fu il suo MeceE forse il De Sacy disse che la versione fu interrotta per la morte
indottovi da quelle di Firdusi : " E tronca fu contesa " ; ministro, parole le quali, a parer nostro, se si bada a ci" che immediatamente prima dice il poeta, altro non che, mentre prima in corte del S"m"nidi significano si usava parlare e scrivere arabo, ora il ministro volle che si parlasse troncandosi e definendosi cos" l'antica questione a quale delle persiano,
(1)il principeS"m"nide gi" protettore dei dotti e dei dove si dei primo tempi della poesia persiana. parla aulicus. (2) Lingua di corte, sermo (3) Ridusse la prosa in poesia.
19
"
letterati. Vedi
il
capitolo
Pizzi, Storia
della
290
CAPITOLO
SETTIMO
due
S"m"nidi
con
appunto incomincia
Khalfa
e
R"deghi
avere
anche concordi
Davlet-
sh"h
H"gi
R"deghi
al egli,
tradotto
Nasr principe
d'argentoin premio.
13. Altre versioni
secolo dell'Era furon quelladi persiane in Nasr-ull"h del del dodicesimo
V"iz
e
decimoquinto (sulla
in
turco),
quelleche
concernono
le ricerche di
soltanto un di cui si aveva siriaca, in un catalogo compilatogi"nel 1290 dell'Era nostra da d'operesiriache, nel 1318, nel quale l'autore morto di Soba o di Nisibi, Ebed-yesh"vescovo della versione
era
detto
essere
certo
R"d
cio" Periodeuta,
il Pellegrino,
che, secondo
Persia
e
poraneo l'Assemani, viveva intorno al 510. Egli era contemdei Cristiani di siro Ezechiele,e prendevasi del patriarca cura
d'India,essendo anche conoscitore della linguaindiana. Ora, sione questa verlungamente si dubit" deglistudiosi se veramente dopo dal Guidi siriaca fosse stata fatta mai, il Renfey,aiutato dal Bickell, M"rd"n in Mesopotamia, in un monastero e dal Socin,pot" rinvenirla a traduzione tedesca del 1871, e pubblicarla con di preti caldei,nell'aprile una del Bickell a Lipsianel 1876, premessavi lunga e dotta introduzione. strani Nella quale" bello il leggereper quali casi e per quali circostanze l'Oriente il libro pot"esser trovato e fatto venire dalche si direbbero miracolose, che si " il giudizio Ma ora, ci" che maggiormenteitnporta a noi, credendo che essa sia stata fatta sul il Benfey d" della versione, non egli vorrebbe il vescovo testo indiano, come Ebed-yesh" nel suo catalogo. di BerPensa invece che, essendo contemporanee e la versione pehievica che z"yeh e la siriaca di B"d Periodeuta, questa sia stata fatta su quella,
che ben
tosto, come
fu
l'Oriente. Cotesto
egli
deve dimenticarsi la somiglianza ricava da diverse prove, tra le qualinon arabica d'Ibu ul-MuqalTa grande che ha questa versione siriaca con quella
(che,per noi,sta
qualinon
la siriaca sapesse
si
cosi
diretta dal
testo
indiano
"'unanulla
dell'altra. Ma, per questo punto, rimandiamo alla scrittura del Benfeychi avesse vaghezza di saperne di pi".Un punto solo non sapj)iam bene accertare, ed " quello del tempo, perch" l'Assemani dice che B"d Periodeuta visse intorno al 510 dell'Era nostra
non
e
nella versione
ne senza come
"
d'accordo il Benfev
le
non
"
LA
POESIA
MORALE
GNOMICA
^91
14. E
ora,
soltanto per
non ne
non
tacere
della diffusione
ora
e questo libro,
perch"
diremo, importimolto
nostro, soggetto
nostre
ricorderemo
le versioni
pi" antica
che
di quella
Seth
visse intorno
greca dei due nomi onde si forma il titoloaral"ico. Quattro recensioni diverse si hanno di questa versione greca, e il Puntoni,che pel primo le conobbe, recentemente le ha donate al Poi pubblico.
ne un una
nostra e volt" in greco il libro di Kal"la e Dimna nites e Ichnelates che voglionoesser traduzione
sotto iltitolo di
Stepha-
notizia alcuna,
fece
e
abbiamo fece
una
il 1278, Giovanni
da
Capua
che di ebreo
s'era fatto
e
inetta per la poca conoscenza che egli aveva del latino, fedele al testo, secondo che strettamente ma
il
che " di gran momento Benfey ne dice. Ilquale ricorda anche,come quella versione spagnuola fatta sull'arabo per una per la storia di questistudi, latina intorno di al mezzo una 1257; su di essa avrebbe fatta la sua, pure intorno al 1313, il provenzaleRaimondo di Beziers. Ma su quella latina, di Giovanni da Capua si facevano le versioni spagnuola (diversa da quella ricordata di sopra),italiana, tedesca. Anche la Filosofia morale francese, del nostro Doni che fu stampata a Venezia nel 1606, e il libro d'autore che porta il lungo titolo: " Del governo dei regni sotto morali anonimo tra loro,tradotti prima dalla lingua indiana esempiidi animali ragionanti in agarena da Lelio Demno n ella Simon da e dall'agarena saraceno, greca Seto filosofo antiocheno, ed ora tradotti dal greco in italiano "", stampato dal Mammarelli nel 1585, e illibro del Firenzuola: " la prima a Ferrara Veste dei discorsi deglianimali "\ pi" che traduzioni,sono imitazioni o rifacimenti del curioso libro, destinato dalla fortuna a girar per tutto il mondo. E notisi la sorte dei nomi! Kal"la e Dimna che sono, come vedremo, i nomi di due animali, tra le mani dell'ignoto traduttore d'Occidente diventano saraceno! A questenotizie che abbiam tolte persona, un Lelio Demno anche con la scorta deldal De Sacy,dal Benfey,dall'Amari, l'Amari, aggiungasi, l'altraancorach" i novellieri nostri, ilBoccaccio, il Poggio tino, fiorena
brani
brani,senza
le favole del Kal"la e Dimna. l'origine, 15. Tale adunque, brevissimamente esposta," la storia delle molte orientali e occidentali, di queste favole d'origine indiana. Ma il versioni, che soltanto per ancora Benfey osserva crediamo, giustamente, e, come circostanze speciali di commerci fra tanti popoli lontani poterono queste favole cosi ampiamente andar Essendo indiane e esse pellegrinando. che i missionari buddhisti, sapendosi per spargere e propagar le massime di loro religione, in lontanissime regioni insegnavanole favole e si recavano cercando nuovi proseliti anche pi" facilmente pot"tra i molteplici volghi,
292
rono
CAPITOLO
SETTIMO
farsi conoscere
spargersi e tramandarsi
A
da
questa
quella gente
ilBenfeyche i Mongoli
tra i al Settentrione,
qualiil Buddhismo
innanzi
spinseroanche
molto
che giunserofino al Marocco e ai Pirenei e nell'Italiameridionale Mezzogiorno, furon quelliche resero tennero in lungo soggiorno, popolari tanta folla di Europa queste favole indiane,perch" esse poi trovarono traduttori
e
d'imitatori.
in questo discorso condotto fino a questo punto,abbiam 16. Pi" volte, ricordato le favole indiane donde son venute tutte le versioni or ora mentovate;
molto meno abbiam particolare, della raccolta. Uno adunque dei libripi" celebri ricordato il libro originale della letteratura indiana si " la raccolta di favole detta il Panciatantra, che il savio Vishnucarma cio" il Libro delle cinque sezioni o il Quintuplo, discoli del re Amaracakti. 11 avrebbe composto per correggere tre figli bel un quale,sgomento non poco della pessima condotta loro, avrebbe del modo di suoi, interrogandoli giornoraccolto intorno a s" i consiglieri i diversi consiglieri, rimediai'e allo scandalo. Diversi espedienti propongono fatto venire nel cospetto reale il savio tutti son disapprovati, finch", ma celebre in molte brahmino Vishnucarma, acquistata per la perfezione s" i tre giovinetti, domand" al re licenza di prendersi con scienze,egli
ma
nulla abbiam
detto di
esse
in
promettendodi ricondurli
affidati con riverenza i
in sei mesi
"
costume. miglior
duzione l'introseguita
del libro,dicendo:
Avendo
a Vishnucarma, figliuoli
in
gioiagrande.
dimora, compose
Perch" e i regi fanciulli vi furono istruiti. a cinque libri, avendoli studiati, divennero,in sei mesi, conformi al desiderio del essi,
re,
quali erano
".
distribuita in
cinque sezioni dell'opera sua, tratt" valendosi della favola pratica, e discorse cinque diversi puntidi morale pi" acconcio per far intendere certe deglianimali siccome del mezzo verit". Nel che,come pensa il Benfey,v'ha qualcheparte di buddhistico, che i Buddhisti volentieri si servivano della favola per propagar sapendosi
II savio Vishnucarma, nelle le loro dottrine. Anzi fu composto principio ammaestramento cominci" in
mano
a scemar
si da
sa
che questo stesso libro indiano di favole a scritto per Buddhisti, diviso in tredici parti,
esso
di
e che giovaniprincipi, e
poi, come
in India
a
il Buddhismo
di valore
il Brahmanesimo
pass" risorgere,
dei Brahmini
fu esso rifatto, veste e costume brahmanico, in con legittimo, attribuito a di Panciatantra, o il Quintuplo, e n'ebbe il nome cinqueparti, nella qual forma esso " pervenuto a noi. E lascierem la Vishnucarma, vorrebbe il Weber, le favole siano,come se le favole indiane questione semitica o in India,e queste gi"di origine grechedi Esopo trapiantate possesso
LA
POESIA
MOHALE
GNOMICA
293
0 egizia, a
se
esse
siano
veramente
e
di
indiana,come origine
nostro assunto
a
i pi" inclinano
questo punto del da cui,al tempo discorso nostro, si " questo che ilPanciatantra " la fonte,
credere. Ci" che " certo
giovaal
di
re
(Uiosroe,o il medico
Berz"yeh o
il savio B"zurc'mihr
trasse la versione
ora perduta.Questa alla sua volta,come vedemmo, fu la j"ehlevica, il mentre madre, si pu" dire,di tutte le versioni orientali e occidentali, nell'oblio di tanti stato per noi sepolto venne secoli, testo del Panciatantra, lo studio del in secolo nostra soltanto, quando conoscenza a questo
strare Europa. N" starem qui a recar le prove per dimoin poi vanno che le favole che dal tempo della versione pehlevica anzi di Kal"la e Dimna, sono sotto il nome quelle stesse del Panciatantra, che ilPanciatantra e illibro d" Kal"la e Dimna, anche con tanti mutamenti, solo passerebbe " limiti stessa. Questo lavoro non sono pur sempre l'opera sarebbe del tutto e improprio e inutile, ma impostial presente scr"tto, da trovandosi che il Benfey gi"l'ha fatto con tanta erudizione e dottrina, sanscrito ebbe favore in
non
ad
qualcheparola. perch" vi possa aggiungere del Benfey, all'opera adunque chi ne avesse vaghezza,
altri
di che, laddove il libro ha in India il nome ha Occidentali Arabi e presso gli esso e gli Kal"la di Dimna, e assunto e ritenuto, perch"Kal"la quasi sempre, quello " nomi di due sciacalliche nel primo libro del Panciatantra sono e Dimna della versione arabica) hanno parteimportanteassai; ed (quintocapitolo di Karataka e Damanaka, i quali essi,nel testo indiano, portano i nomi siriaca e Damnakenella perKal"lak poi,trascrittinella versione pehlevica ridussero ad s i essere e Damnag, nelle versioni arabe e persiane per Qalilag di formar nelle all'onore Kal"la e Dimna, saliticosi, assai strano caso, per versioni il titolo del libro. Poi,al traduttore greco, parve di poter trovare secondo l'arabo, le tradusse per nei due nomi due parolearabiche, e per", delle donde i nomi di Coronatus e di Yestigalor e Ichnelates, Stephan"tes di versioni latine. Anche in Oriente, sotto il nome vanno queste favole, " della corruzione favole di B"dp"y o di Pilp"y,la quale ultima forma " di B"dp"y ed il dovuto V"iz. Ma errore nome a Iluseyn manifesto, prima di sapienza, sembra esser nato dal sanscrito vedapatiche significa signore cio" fornito d" sapienza, sanscrito Vaidava o da un proprio supposto nome " il nome 0 Baidaba. Comunque sia di ci",B"dp"y nelle versioni persiane ciatantra del gran savio che composelefavole por il re D"bshel"m (neltesto del Panora
vogl"amnotare
soltanto
Panciatantra,presso i Persiani
come
abbiam
e
ilre visto,
il savio hanno
d" Amaracakti
di
i nomi rispettivamente di poco persianadel nome " Beydab", nella quale "
e non
dato liaidaba,
concesso
che
questo veramente
primitivo. 18. Ma ora, poich"le versioni persiane di cui nei paragrafi seguenti dalla dovrem derivano tutte differenze con ora ora parlare, grandi piccole
versione arabica d'ibn cosi delle cose che in questaversione si ul-Muqaffa,
sia il nome
204
CAPITOLO
SETTIMO
contengono,daremo
ci" che diremo incomincia
con
cenno, necessario veramente per intender Illibro che divide in diciotto si capitoli, appresso. pertanto attribuita Behn"d di ad introduzione un una figlio lunga
qui alcun
Sahv"n,
nella
quale si
racconta
in India il re
avendo
Alessandro
in Occidente,si elessero
tosto
a
di
nome
D"bshelim.
Costui cominci"
ben
regnar da tiranno,quando un gran savio di nome da coi suoi discepoli, si avvis" di jiotersi recar
sua
lui
la
mala
condotta.
Ma
a
re
D"bshelim,
venuto
in ira
per il
soverchio in in
un
ardire,lo condanna
carcere,
oscuro
mutando ; poi,
volontario. Una notte tuttavia, in cui il re non poteva prender esigilo non astronomiche, sapeva risolverle, e, pensandoa certe questioni sonno, fattolo alla del savio ritorna memoria la mente, ond'egli, gli improvvisa venire a s" e scioltolo dai ceppi, gli affida l'amministrazione del regno. festa per il felice i discepoli tornano e istituiscono una Allora, dall'esiglio si veggono avvenimento. Intanto, glieffettimirabili dell'amministrazione di s", fa D"bshelim, desideroso di lasciare una memoria che vuole intendere al gran savio questo suo desiderio; Beydab", per" egli di
Beydab", e
lo
re
glicomponga
ai
re
un
libro che
in
con
racconti
conoscere
quale il modo
solitudine
con
un
suo con
a discepolo
eglipoi,al termine
e
designato,
perch"il
di
non
re
custodire
con
cura
acciocch"
Segue a questopunto il racconto del modo con cui re Chosroe, glioso. del medico pot" aver nelle mani il libro meraviBerz"yeh, per mezzo ne' suoi nel primo capitolo, Tutto cotesto si legge e il libro seguita cosi come qui sotto notiamo: capo secondo,che dice del viaggio capitoli
Berz"yeh in India per cercarvi il libro;capo terzo,in cui il traduttore, Ibn ul-Muqaffa, porge alcuni savi avvertimenti intorno al modo di leggerlo buon frutto ; capo quarto,in cui il medico Berz"yeh parla di per averne
di s" stesso
e
della morale
da pratica
lui
seguita.
il libro, e si narra, in
veramente
questo
degliamici che la
cosi come e si seguita notiamo, cio": ora disgiunti; portateconlro Dimna e la sua difesa; capo capo sesto, che ha le accuse della favola della colomba, in cui si tratta dell'amicizia sincera ; settimo, capo
dei corvi
e
del
non
fidarsi dei
nemici; capo
stoltizia del
della
e della testuggine
perdere le
:296
(CAPITOLO
SETTIMO
Musa probabilmeiile tradusse in arabo questo libro di Siudib"d, persiano bench" ci" non sia detto. Che poi eglidovette aver non per" in persiano,
quel tempo, s'intende facilmente dall'inclinazione allora comune le opere pehlevichc; con questo, trovasi che la versione di Musa servi di testo a una versione siriaca che credevasi perduta o che mai non fosse esistita, cjuando il Roedigerpot" rinvenirla e pubblicarne un saggionel 1808 nella sua Crestomazia siriaca. Ora, su questa siriaca " stata fatta la versione greca di Michele Andreopulo,maestro di grammatica,
di voltar in arabo per ordine di Gabriele Duca governatore di Melitene nella terza Armenia, di Costantinopoli, intorno al 1100 dell'Era nostra. " questa per l'Imperatore la versione che ilBoissonnade
va
vissuto in
|)ubblic" per
la
prima volta
la versione greca di Michele Andreopulo, come " dell'undecimo e paretti, certamente secolo,
cio" al tempo delle o all'ottavo, ragion vuole che appunto al secolo nono versioni arabiche dal pehlevico, debbasi riferire la versione,ora perduta, del
Musa, da persiano
tanto qui, eccettuando soldi Sandabar (perSindib"d), sembra esser stata fatta, secondo il Comparetti, da quello stesso rabbino loel che gi"tradusse in ebraico il Kal"la e Dimna, sebbene il Benfey assai l'ebraica che, sotto il titolo di Parabole dubiti di cotesto. Di altre versioni arabiche si ha pure conoscenza, e se ne hanno diversi testi e redazioni, come quellache entr" nella conij^osizione del noto et" molto che libro arabo le Mille
e una
notte; anche
ma
non
essere
di
antica. Delle
e
persianediremo,
come
"
paragral"
seguiranno;
intanto taceremo
latina di un Giovanni monaco di Altaselva da cui le altre son molte, una derivate, tedesche, inglesi, olandesi, spagnuole, scandinave, polacche, dal francesi, italiane, perch",parlandone, di troppo ci allontaneremmo
propositonostro.
un'antica versione
rappresentare
versione pi" abbiamo, spagnuola del 1253, stata |)ubblicata per la prima volta dal Comparetti, il titolodi Libro degl'inganni recante delle donne, e ricorderemo ancora, fra le diverse versioni in nostra lingua, che va sotto quella perch" Italiani, il nome di Libro dei sette Savi di Roma, pubblicato dal D'Ancona, e l'altra che fu assai
vecchia
pi" conosciuta
and"
anche
pi" lontano,col
titolo:I compassionevoli
Avvenimenti
di Erasto.
23. Il libro adunque che dicesi di Sindib"d dal savio che vi ha la parte
pi" cospicua,0
v'hanno
un
anche
Libro
Sapientiche pure
K"rush che
aveva
parte non
comincia lieve,
narrare
d'un
re
unico
tativi ten-
ch'egli avesse Sindib"d, si prende con appreso nulla. Ma un gran savio,di nome s" il figlio entro sette mesi regale, promettendoal padre di renderglielo
senza
era inutili,
LA
POKSIA
MORALE
GNOMICA
297 tutto
anno
educato
entro
in istruito.11 fanciullo,
casa
del maestro
impara e
di
sua
conosce
et",Sinalla casa dib"d lo rimanda prima gli abbia ch'egli paterna,non senza Se egli parler", ingiuntopremurosamente di non parlare per sette giorni. si nasconde, e il incorrer" in qualchesventura grave. Sindib"d,intanto, mantiensi muto. Di ci" si ha venuto in corte dal padre, giovane principe, dal dai ma una donna, con la quale re e tutti; cortigiani gran meraviglia si ripromette di farlo parlare, il giovaneaveva gi" avuto dimestichezza, purch"esso si mandi alle stanze di lei.Anche cotesto si fa; ma perch" mina, alle proposteindegne della proterva femsi ricusa di accondiscendere egli alte grida e strepiti e stracciandosi i panni, lo accusa essa, con
iltempo Il re gi" condanna nel cospetto del re di aver tentato di oltraggiarla. a savi si che tien radunano il si sette morte muto, quando figlio pur sempre dell'infelice. E tosto uno dei sette, deliberano d'intercedere in favore e
entrato
nel
cospettodel
re, con
due
racconti
acconci
all'intento Ma la
suo
fa
della sentenza.
donna,
fa
confermar
tempo,
con
altro racconto
d'intento contrario
di nuovo, racconti al
Un altro savio con altridue racconti la fa dere sospenla donna nuovamente la fa riconfermare con altro racconto. due
giornoper ciascuno dei sette savi e uno dalla donna, finch" poi, che omai senza alla mattina del giorno ottavo, il giovane principe pericolo manda il primo dei savi e tutto pu" parlare, per certa donna a chiamare marlo gli racconta l'avvenuto,pregandolo di recarsi presso il padre e d'infordi quanto ora egli nel cospetto della corte radunata, conta racsa. Allora, il principedella minaccia delle stelle ond'egli dovette starsi muto e delle insidie della mala femmina; e s'avanza intanto, per sette giorni, tra glialtri savi, anche Sindib"d per render ragionedella educazione data al principe, il quale omai, per opera sua, possiede ogni scienza. Ma perch" la colpa dev'essere punita, che la donna calunniatrice " menata ecco dinanzi al re, il qualela condanna a morire, sebbene essa, raccontando tenti di scolparsi. Rimessa la sentenza al giovane, una sua ancora favola, una egli menti propone pena meno grave ; dopo di che e dopo alcuni ragionamorali tra il re, il principe e Sindib"d, il re savio
suo e si ritrae figliuolo a
incorona
in
il pubblico
vita
in religiosa
una
24.
Tale
adunque
e
" il racconto
fondamentale
e
Sindib"d,
ricomporre con molto acume diciam qui del libro quale fu in Oriente, perch"delle versioni occidentali abbiamo non da occuparci, ora e perch" alle orientali soltanto volle il circoscrivere studi suoi. Del resto, ci" che sopra abbiamo Comparetti gli
detto
non
ne
" che la
scarna
comune
tra
le
grandi non
del disposizione
CAPITOLO
SETTIMO
nella natura
dei nnoltiracconti
quel racconto che a tutte queste versioni " comune, del Panciatantra, il testo indiano perch", all'opposto da cui orientali versioni occidentali tutte e sono primitivo queste discese, si " potuto trovare. Anzi pensa ilBenfey che, come alcune delle non ancora favole del Sindib"d gi" si trovano solo nel Panciatantra, non ma ancora e la Cukaneglialtrilibriindiani di favole che sono la Vet"lapanciaviracati
cosi saptati, " facile intendere
come
potuto
se
ne
si trovava, Per"
esso
comuni.
fu
dimenticato,tanto che
il libro dei due
ora
dovesse originale
essere
pi" notizia alcuna. Del resto,che si raccoglie solo dalla testimonianza non indiano,
e
ha
Muhammed
ul-Varr"q,uomini
addentro
molto
nelle
letterarie cognizioni
del loro tempo, della qual testimonianza nessuno pu" ragionevolmente anche dalla natura essendo tutte queste favole ma dubitare, dell'opera,
venute
nome
stesso
del
dib"d, Sinsavio,
vorrebbe
che suppone, secondo il Benfey,un sanscrito Siddhapati dire il signor dei puri o dei perfetti. Noi, invece, preferiamola la
vrebbe doquale il nome originario i l dei sanscrito la buona esser e un perfetti; Siddhap"la, guardiano " rafforzata che dalla vocale trovasi nella forma persiana, congettura lunga che trovasi alla fine della forma Sindib"d, e dalla consonante liquida ebraica,Sandabar, le quali, meglio assai corrispondono a prese insieme, che che ilBenfeyvorrebbe. a quel Siddhapati questo supposto Siddhap"la due libriindiani, il Panciatantra e ilLibro di Sindib"d, 25. A questi un in c he ebbe Persia va altro, indiana, aggiunto, pure d'origine gran voga artificiosa fece la versione che in ne Nakhshebi, poeta persiano per prosa
Pappagallo, dicesi in persiano,che discende da un 0 come originale indiano ora indiano discende l'altro testo ne perduto, come dente corrisponche tuttora si ha e si conosce, e che " quello della Cukasaptati, cio" Settantina di novelle del pappagallo. Non ebbe esso la diffusione che ebbero glialtri due. Sappiam tuttavia che ne furono fatte in Oriente molte versioni, in turco, in indostanico, in hindi,in bengalese, in persiano, che in d'una vecchia versione persiana anche e pass" Europa per mezzo
Tidt-n"meli
da cui fu tratta
del
secolo decimoquarto
" il Libro
del
quellapure di Nakhshebi.
Anche
ne
abbiamo
una
zione tradu-
ateniese che visse in India dal 1786 greca di Demetrio Galano, un aH833 tantra, tra le qualiil Panciae tradusse dal sanscrito molte opere indiane, Di esso non e queste favole del pappagallo. possiam l'Hitopadeca
veramente, sunto,
traduzione
sebbene
perch"ci manca
fatto cotesto, dar qui un per glialtri libri abbiam il testo indiano della Cukasaptati ne abbiamo e non
sione alcuna; per" ci riserbiamo a darlo (juandodiremo della verpersianadi Nakhshebi,e sar" in gran parte lo stesso. Vogliam per"
LA
POESIA
MOIiALK
GNOMICA
209
di Naklisliebi molte
e
ed evidenti
indiana dell'origine
e
restano
ancora,
e
mini, usi
costumi
indiani,concetti
ci"
nomi
di
puntando con
la testa
manifesto
nazionale," detto
26. Cosi
dir furono
venne popolare,
esser
l'arco di S"m,
ovvero
adunque
i Buddhisti
mezzo
morali per
di propagar certe dottrine della favola, data lode grandissima, a loro certamente va
ai re e perch"seppero trovare ilmodo pi" acconcio per far conoscere ovvie a intendersi, dure e ostiche a ai volghi certe verit", o non o ebbe merito M a la Persia il di attorno spargerle sapersi. per tutto il volt" recatele in l e mondo, perch", prima lingua pehlevica, poi in una nella l'araba, lingua che non era la sua, ma si quella dei conquistatori, fino all'estremo Occidente. qual veste esse favole poterono pellegrinare Pi" fu assunta, tardi, quando la lingua persiana, letteraria con lingua
B"deghi e
con
dato di s" assai felici gi"passate prove, delle antiche favole, per ilpehievico si fecero eleganti versioni e imitazioni persiane, e leggiadre e per l'arabo, che seguiranno.Per" tutta questa bella paragrafi fioritura letteraria, comprendendovi anche le sentenze di Chosroe e di dal tempo dei Sassanidi, la prima origine sua B"zurc'mihr, ripete che,come civilt" delle et" della fu una gi" vedemmo, pi"gloriose persiana. delle
qualidiremo
nei
27. Confessiamo
nel
caso
lungamenteci slam
perch"l'argomento
noi sarebbe
qui in maniera
cose
che
avremmo
di
conoscenza
Ma
il far ci"
era
pur
necessario, perch" poi, chi per avventura legger"questo scritto, possa vedere quale sia il posto degliscrittori persiani di favole di cui nei paragrafi seguentiparleremo,e quale il valore delle opere. E si noti che tutto ci" che fin qui abbiam detto,si riferisce a libri che, prima di venir nel storia lunga di persianoche " l'oggetto deglistudi nostri,ebbero una mutamenti abbandonati mente e di trasformazioni, spesso ai volghiche avida-
patrimonio.Per" dal nostro studio dovrebbero esclusi tutti quei libri ai qualinon diede origine restare un cosi ampio movimento che da intendimento e procedono speciale popolare
d'imitazione dovr" di
si tramandarono
il curioso
questo
di
quell'autore; qualche
cenno
tuttavia
se
ne
pur fare sulla fine. E s'intende che il nobile frutto e la gloriache ci" fu avvertito, ben dalle favole, potevansi come invogliarono raccogliere
tosto
altri a
compor
libri imitando
Ma, l'esempio.
come
non
procedono
300
CAl'ITOIJl
SKTTIMO
da
quel movimento
essere
oltre hanno
spontaneo di cui sopra aijbiam detto, cosi, assai pi" lieve, questilibri d'imitazione per noi di momento
e
caldo
anche
se
natura
meno
Che poesia.
raccolte di favole
di aneddoti,
loro, si volesse adeguatamente discorrere qualunque sia l'origine in questo scritto, assai troppo lontano andremmo dal nostro scopo, e pei'" qui volentieri ci arrestiamo. 28. Quanto alla veste esterna, si noti che, all'opposto delle sentenze di Chosroe e di B"zurc'mihr, aridamente e nudamente esposte, gliautori nel favole le nel o tradurle, persiani, l'icompor spiegarontutta quanta l'arte retorica di cui erano Cotesto diciamo degli autori rimastici, capaci. che non dei j)"li laddove nulla possiam dire delle versioni sono antichi, quelledi H"deghi,che sono andate perdutee dovevano pi" vecchie,come secondo lo stile di quei tempi. Ma tutta quell'arte essere pi" semplici, retorica studiata ed elaborala finamente crediamo che sia soltanto di questi autori pi" recenti,trovandosi che la versione arabica d'Ibn ul-Muqaffae la siriaca di B"d Periodeuta e la greca di Simone Seth procedono con dettato molto semplice e naturale, intanto che le persiane furono talvolta tanto artificiosee cariche di oi'uamenti, da doversene sario poi trovar necesulteriore rifacimento in qualche pi" semplice prosa. Cotesto,per O"diri ])er il Libro del Pappagallo, esempio, fece Muhamined gi"composto da Nakhshebi in prosa troppo artifiziata.E pare veramente che l'autore, mai di aggiungereaggettivi ad aggettivi, il qualunque sia,non si appaglii pi" delle volte artificiosamente composti, una e di tessere e comporre lunga fila d'immagini,molto strambe allusioni storiche e mitologiche, con talvolta, citazioni di passidel Corano o d'altri libri specialmente con poetici, e arabi. Perch" il lettore ben sovente smarrisce ilfiloin quei lunghi persiani in cui una proposizione entra in un'altra, periodi e questa in un'altra ancora, in cui gl'incisi si afTastellano e s'addossano. Tolta forse la lunghezza dei l o stile e l'artedi questi libri si assomiglianod'assai allo stile e periodi,
all'artedell'Ameto d'oro del del Boccaccio
vanno,
o
dell'Asino
che Fiorenzuola,
pi" noti
esempi di stileartificiosoe ibrido. Ma, anche con questo dilettodell'arlilicio soverchio,non pu" negarsiche essi abbiano una grazia tutta particolare e loro una E vi spira un'aria serena che potentemente proprialeggiadria. attrae l'animo,perch" ci sembra in lontano d'esser trasportati un mondo lontano e diverso dal nostro, laddove si contempla la vicenda travagliosa della vita come da un luogo allo e sicuro. La ventura e la sventura di quella
vita, come
non
si
narrano non
di animali, non ci
sembrano
toccarci
appartenerci,
quei casi i
ci sgomentano,
ma rallegrano;
perch"appunto
l'agio per
lascian l'animo
anche tranquillo,
lutto
trarre da
voluti ammaesti'amenti
far saggiochi legger" qual cosa potr" alcuna di (juesle favole o novelle,almeno quelle daremo che nell'appendice tradotte. Del resto,che cotesti librisiano poetici, quantunque in gran parte
LA
POESIA
MOKAr.E
GNOMICA
301
gi" s'intende e dalla natura loro e dall'arte dell'autore; qui,in questo libro. Poi, il dettato in prosa bene spesso, ad ogni luogo acconcio," interrotto da brani poetici, a colorir posticome della-prosa e a ricalcarlo in altra forma, o come bellamente il pensiero ad morale e dottrinale di ci" che avanti s'" esprimere il senso e il signit"cato detto. Questo artificiod" al dettato tale leggiadria quale noi non possiamo avendone non esempio alcuno nelle letterature nostre. L'uso, immaginare, trovandosi che il testo sandev'essere non scrito tuttavia, persianoin origine,
del Panciatantra
reca
moltissimi
prosa;
forse
esso
"
una
imitazion
brani
alla
e
sua
riore, poste-
perch"le
non
versioni
hanno
alcun testo
la siriaca, la greca, come l'arabica, pi" antiche, intercalato alla prosa, n" da questepotepoetico vano del
le versioni
persianeprenderne l'esempio.
conformazione o disposizione secondo di certe regole persiano,
suo
si pu" libro, retorica mussulmana, dire che l'autore nei romanzi, quel disegnoche anche in altre opere, come sempre seguita fatte a Dio le consuete lodi abbiam trovato e veduto. Perch",in generale, porre e invocazioni,lodato il FYofeta, parla subito dell'occasione del comegli " data da il libro,la quale quasi sempre o gli qualche potente da Ci" quanto alla da dotto amico. o ministro, o signore, qualche qualche forma che potremmo dire esterna. Ma, poich" il vero libro incomincia propriamentecon le favole, essendo l'introduzione opera sempre del novello autore, cosi per esso egli ha potuto far altro che conservarne non
libri indiani. Essa daglioriginari " quellad'introdurre un racconto con un disegnogenerale (peresempio, l'educazione d'un principe), nel quale poi prendon posto molti altri racconti secondari per dichiarar certi punti di morale. Ad ognuno poi di abbiam visto nel sunto, un come questisi consacra, in generale, capitolo, la che primitiva disposizione discende dato sopra, della versione del Kal"la
e
Dimna
d'ibn
ul-Muqaffa.
2.
Poeti
30. Consentaneamente
ci" che
sentenze
paragrafi precedenti,
tutte sotto
poich"quelle antiche
il nome di Ghosroe
vanno pratica
s'intende come ai raccoe del gran savio B"zurc'mihr, glitori da dire. ed espositori di nulla di resti persiani esse poco o proprio Altro non sia in prosa, sia resta loro che tradurle nella loro bella lingua,
differentissimi tra loro, poesia, poich" il qualisono nei testi antichi, sarebbe un la loro concisa severit", 0 l'aggiungervi e togliervi guastarle, che
sono ne
in
forma
la forza
la bellezza, ne il porvila
verrebbe di tanta
meno.
Con
questo, esse
stata
per travisarle soltanto di poco. 31. E primo viene innanzi il poeta del Libro dei Pie, Firdusi. Gi" noi fedele alle fonti sue nel racconto siasi mantenuto sappiamo quanto egli audacia imperdonabile
302
CAPITOLO
SETTIMO
s'" attenuto al suo testo. Perch", chi ha epico; ma qui,pi" che altrove, a Bombay, nel 1884, dal sacerdote potutoaver tra le mani il libro pubblicato zoroastriano
un
testo
tra le altre cose, anche che contiene, Behr"mgi Sangi"na, delle sentenze di re Ghosroe, e confrontarlo con la versione pehlevico
ne
che Firdusi
accertarsi che
tanto testo. Solparola({uel suo (lualche parola di il verso. A'ei passi importanza secondaria per far la rima o per compiti-e Libro dei riferisce del nei avvertimenti di re Re, adunque, qualiegli gli Ardeshir e le sentenze e i pensamenti di re Ghosroe e di B"zurc'mihr, possiam credere con molta certezza d'avere la sostanza vera e genuina di ci" che quelli, hanno o pensato o dettato, a principio, o di ci" che la lunga tradizione ha fatto loro dire.
questa versione
re
annunziati
le
: parole
che esso re volle dare al figlio suo e successore consigli Sh"p"r, avvertimenti che formano morire. In il libro di dei vero questi sigli conprima " perduto,il gran re dice sul di Ardeshir di cui l'originale pehlevico ci" ch'egli ha fatto quando ha conquistatoil regno, operando principio conforme a e a giustizia; parla della fortuna ch'egli assomiglia sempre
e
ai savi
destriero
ora
mansueto
ora
cose
di
dice che la
e
quaggi". dignit"
la fede la
come
qualicose
si abbassa
re, freni
il figlio suo
s'abbandoni
a molti e consigli e discende precetti propriosegreto, pratici per molte circostanze speciali della vita. Anche gliraccomanda di aver cura dei poveri, di perdonarle offese, di non la propriavendetta, di non cercar in circostanze propizie, dal nemico di conceder accettar battaglia se non la pace quando il nemico la chiegga sincera. 1'] insiste perch"il con voglia si adorni di li suo figlio gl'insegnamenti paterni, sapienza e, accogliendo tramandi suoi. Nell'ultima parte del libro (e questa dev'essere poi a' figli aggiunta posteriore) egli predice, dopo cinquecentoanni, la caduta del chiama suoi figli, ranno abbandonequando i Persiani ch'egli regno persiano, la religione dei maggiori per altra fede (e s'intende la fede mussulmana); la i nvoca da Dio tutti benedizione. ma su quasiper confortarsi, poi, della Dice delle citt" da lui fondate, sua parla prossima morte e raccomanda al figlio di consolar l'anima sua operando bene in terra. Cosi termina il bel libro, rifatto da Firdusi con stile piano e facile, trasfusavi
il
30i
CAPITOLO
SETTIMO
Grazi;i" ([uesta di Dio, signor del sole E della hiiia, ch'io mi sciolsi alfine Da Buzurc'njihr
e
dal
suo
re
sovrano!
Avicenna
" conosciuto
all'universale
come
filosofo e
anche l'abbiam conosciuto come tico medico, e noi, in particolare, poeta scetin un altro capitolo di questo libro. Ora, se pure illibro " suo, dobbiam conoscerlo anche come traduttore delle seno piuttosto tenze come raccoglitore, del savio B"zurc'mihr. Trovasi nella letteratura persianaun breve in di poche pagine, opuscolo che si dice vittoria,
sentenze
con essere
prosa, detto
Zafer-ndmeh, cio"
il Libro della
composto, per ordine di Chosroe,con le ascritto in lettere d'oro,perch"poiilre lo tenne sempre del savio,
stato
in quellalettura. Se cotesto che si legge in lungamente persever" " vero, il libro dov" esser composto da prima in pehledel libro, principio si sarebbe conservato vico;anzi, secondo H"gi Khalfa,l'originale pehlevico N"h fino al decimo secolo dell'Era nostra. A quel tempo il principe dei S"m"nidi,che regn" dal 305 al 387 d. E. di Mans"r, della casa figlio Avicenna (976-997 d. C), volle che Avicenna lo traducesse in persiano. avrebbe fatto la traduzione,quale " pervenuta fino a noi e che noi darem s"
e
sebbene, per molti altri esempi gi" da noi nell'appendice, tradusse si conosciuti, possa ragionevolmente supporre che Avicenna non da una versione arabica fatta gi" dal pehlevico, veramente ma piuttosto
pure tradotta Che questa versione persiana sia veramente di lui, prima sul pehlevico. altra menzione molto si pu" dubitare,non trovandosene, secondo lo Schefer, di H"gi orientali fuor di quella, gi" ricordata, presso i bibliografi Khalfa.
quale dice altres" che Avicenna, in quel tempo, era ministro che glicommise tra i molti ministri del principe quella traduzione; ma,
Il
che ebbe
N"h,
non
la
sua
asserzione
risolversi in ci" che Avicenna era allora alla corte di iN"h e a' suoi potrebbe altrove non medico, sapendosi, come servigi, gi" come ministro,ma come che abbiam d'una malattia il principe, detto, aver egliguarito poi, per dischiuse biblioteca. A la sua quel tempo adunque e in gli gratitudine, avrebbe potuto Avicenna quelle condizioni soltanto, di B"zurc'mihr.
aver
tradotte le
tenze sen-
d. C), trovasi inserito tale Mustaufi,composta intorno al 730 d. E. (13"29 vi si dice punto che esso sia non ma e quale questo Libro della vittoria, opera di Avicenna.
36.
Comunque
sono
sia di
ci",le famose
sentenze,
riferiteuna
maestro
che
non
sono
di
re
Chosroe
di un sono risposte le domande laddove, presso Firdusi, sappiamochi sia, N " " ferenza, B"zurc'mihr le e di risposte. questa la sola dif-
perch" maggiorie pi"profondedifferenze si trovano fra queste in altri libri, raccolte e registrate sentenze del Libro (Iellavittoria e quelle nel Libro dei Be e nel Libro di Q"b"s, del quale a suo come tempo
LA
POESIA
MURALE
GNOMICA
305
notiamo
erano,
che
esse
per qualunque che le differenze fra questa e quella raccolta abbandonate almeno all'arbitrio a principio,
a suo senno e aggiungere togliere e
della tradizione
mutare
volgareche poteva
ci" che
pi" le
veramente
alcun ornamento; n" sappiamo se alcun maestro dato pure che il libro capace di classificarne lo stile, la
stile.Ma
qualchebene
a
usata
Loqm"n
e
il
un sapiente,
pi" Libro della vittoria.Gloria a Dio,sire designato dei mondi! come non ". La qualeaggiunta, poteva trovarsi nel supposto all'Iran antico del Medio Evo non e perch" pehlevico, originale appartiene cos" dev'essere anche la di con assai mano Loqm"n sapienza sua, opera N" essa si trova nella storia di Qazvini tarda e forse di qualche copista. nella versione turca del libro, crede lo Schefer, e nemmeno come fatta,
con
ne
termina
la formola
mussulmana, in arabo:
E Iddio
decimoquinto e il decimosesto secolo dell'Era nostra. da parte due compendi, veramente anche insignificanti c he delle di mutilata sentenze la loro brevit", B"zurc'mihr, qui detto per in forma aforistica, delle favole, non Buzurgum"d,e degliinsegnamenti
tra
il
37. Lasciam
di Khusrev Dimna, pone Niz"mi sulla fine del suo romanzo e Sh"rina, e ci" al tempo di re Khusrev Parv"z,non di Chosroe il grande. Per vedere intanto quale e quanto sia stato l'arbitrio o del volgo o dei di Kalila
e
trattar
sentenze quelle
di Chosroe
di
B"zurc'mihr,
Sher"f che
alcuna
un
e di metterle in verso, pensato di raccoglierle perch",eglidice,la ha inclinazione grande.Quanto a noi,diciam natura umana per il verso
tornar pi" su questo argomento, che di questo Sher"f subito, per non nulla sappiamo. Non sappiam la famiglia, la patria, il tempo, nulla di che ha fatto vivendo, nulla del tempo della morte, eccetto che,quand'egli le sue ottave, era giovane." Sher"f poeta giovane", egli dice componeva di s" stesso nella prefazione in prosa; n", a farlo contemporaneo o di che mor" nel -432 d. E. (1040 d. C), Unsuri al poco posteriore poeta che di questo poeta si fa in vorrebbe lo Schefer, la menzione vale,come la menzione delle ottave, la trentesima quarta,perch" una perde valore in false.Qual fede si pu" dare e certamente a tante altre fatte a caso mezzo l'autorit"di al poeta allorquando, confermar con qualcuno ci" ch'egli per ha detto,viene bellamente citando la testimonianza vaga di Zerdusht, cio" Zoroastro, e quelle ancor pi" vaghe di re Peshenge di re Qob"d che
e di Sindib"d appartengono alla tradizione epica, 20
del
l'introS"murgh,
"
Pizzr, Storia
della
306
CAPITOLO
SETTIMO
Irani,e altre anche pi" incerte come quelladel savio degli delFuom vestito di saio? In mezzo alle quali la religioso,
verso
di Unsuri
non
ha il
alcun
fortemente sospettiam
tanto
son
che
verso
citato
sia
nemmeno
di
Unsuri,
tante altrettanto sembrano essere vaghe le altre citazioni, il nome invenzioni del nostro autore. Certo, che se egliconosceva vuol dir cotesto ch'egli ma non ne essergli di Unsuri, doveva posteriore; dovesse esser contemporaneo o poco lontano di et". Piuttosto pensiamo secolo dell'Era che l'avvicinino al teinpo di Unsuri, cio" all'undecimo
di dettato e la ruvidezza della lingua volgare,certi suoi modi particolari libera e sciolta e alcune maniere che non antiquate, e certa sprezzatura e spontanee in questo poeta presma cercate apposta, sembrano proprie soch" dev'essere stato Il quale, e ha ragionelo Schefer nel dir ci", ignoto. arte sua e quel dir e la poca perch"tale lo mostrano un poeta popolare, innanzi testimonianze tali le cose con semplicit" ingenua e quel recare che presso il volgo, ficar hanno valore,ma non avvezzo a veriche per s" non fanno gli dovevano eruditi diflidenti, ci" che legge o ascolta,come volte averlo pi" che grande.Aggiungasi a tutto ci" la sintassi spessissime violata
e
la
grammatica osservata
ottave
38. Le
adunque
un
poemetto che
cio" il Conforto dell'uomo. Precede porta il titolo arabo di BdJiat til-insdn, fatte le benedizioni in prosa, nella quale l'autore, breve prefazione una
e
brevi quanto all'espresChosroe An"sh"rv"n, che sono re sione, giustissimo Dice d'averle molto raccolte di ma grande. significato appunto per le leggeranno.Seguono due brani e corporaledi quanti il bene spirituale Nel secondo nel primo dei quali si fanno le lodi dell'Intelligenza. poetici, del si racconta
Chosroe,giunto al maggior grado di sua in oro, gemme e perle, un magnifico potenza,pensasse in alto sul sul quale suo e diadema trono, ch'egli poi sospese imperiale
in che modo il
re
di farsi comporre
fece A
acconciamente scolpire
le sentenze
che
ora sono
ordinate novantacinque, la ragionatadimostrazione o da essere esposizione in modo come d'ogni di ciascuna. che sta in prosa, a capo Cosi,per esempio,esse sentenza della forma tutte sono seguente:
le ottave che
non
" da dire.
son
"'
Pari al silenzio.Oh!
fui'o in quanti
"
terra
Chi tace
.
cose
1
-1
che
non
]"" da dirsi,
i"
ha ilcor Tranquillo
rr ' ,
"^u" ,"" per CIO che ascolta poi. ...r.-\ 1 1 f ^i," .1, r\ nulla fuor che cruccio Da parlar stolto
-n
,
DI
r^
che Giusto
u
.
"
i-
(icca
quo
sapiente
-i
L)elH"
,,
rascorse
.
"
iiiui senza
cosa
Procede mai,
"
"
ne
ha
tesoro
^,
I il al mondo
Veramente
il
parlar '
ragione! ^
-,
Avviene
da dimostrare, per
adeguatadimostrazione,onde
LA
POESIA
MORALE
GNOMICA
307 stanno
a
le sentenze
vere
di Chosroe
siau molte
attorno
di
che quelle
capo
su
delle
ottave, almeno
quali andavano
alTermar
per
tradizione.
era
Ma,
mai
cotesto
di certo;
abbiam
perch" qual
detto
esser
la
parola
un
di Chosroe?
questo Sherif
aggiungerech'egli ancora, per voler esser ci" ch'egli cade talvolta nel volgaree nel triviale.Perch",molte volte, tale, ovvia finezza che la rende senza e trita, cosa quella pi" dice," sempre
belle le scritture dei di che pensiero
poetiche
diremo
quell'acutezza
si riscontra spesso nei versi e nei detti sentenziosi del Sherif non il popolo;volle, era come e pare, esser popolare, notato. Veggasi or ora spesso nel difetto, per esempio alcuna
come
la seguente, che
Zucchero
" dell'ottava
a
trentesimaquinta:
mangiarvuoi
mani?, piene
"
Vorremmo e si giudichi. bene; vuoi esser felice? Sherif troppo spesso ripete glistessi nomi, onde sembra bisticcio e non essere un se non simo temesaltro, qualchesua ottava coi canoni della di voler giudicare retorica un nostra poeta persiano la ripetizione tollera cotesto, sebbene che non e generi sempre presso noia. Anche fastidio dire che e non vorremmo certe sue chiunque sempre che non conclusioni sono logiche, sempre i ragionamentisuoi son condotti per filo e per segno, che spesso la testimonianza del savio,da lui recata s'accorda con ci" ch'egli vuol dire e dice,se non temessimo non innanzi, di parer troppo severi verso questo povero e pressoch" ignotoscrittore, al quale, vero non manca. tuttavia, qualchepregio per dire: vuoi tu star che anche aggiungere
,
40. E
ne
son non
quale
pregiveri la sana dottrina morale, tutta s'aggira per astrazioni nebulose cercando
delle
cose
perch" e
mente
il come
e
anche
quando
non
si possono
serena
nei versi
da ognisua parola, di far opera utilead altri. trapela Di che ciascuno potr"persuadersi, purch"legga qualcuna di queste ottave in parte darem che nell'appendice tradotte. Anche vi sono, accanto agli che ha l'autore
che
di molto ovvia e pratica lit", utimorale,quelli del come prender moglie in et" ancor giovane, i d el innamorarsi bastonare da del non non servitori, vecchio, guardarsi del non dai letteratie dai poeti, fidarsi delle donne. Tutto cotesto accenna Soltanto in due puntiilbuono e onesto poeta si ad una sapienza popolare. solleva alquantoe piglia tono pi" alto e stile pi" nobile, e questo avviene ilbreve quand'egli, dopo proemio in prosa, dice alcun che dell'Intelligenza in quel passo in cui narra di re Chosroe e della sua e pi" ancora corona
e
insegnamentid'alta
sarebbero
nobile
del quelli
Allora egliassume addirittura e di peso lo stile epico, meravigliosa. e imitato quellapagina arieggiaalquanto il fare d'una pagina di Firdusi, non inettamente,per dir vero, in questo punto. Di Firdusi poi Sherif ha
o08
CAPITOLO
SETTIMO
solo in questo punto particolare, anche in non ma preso anche il metro tutto il poemetto. Questo " argomento che si deve, secondo noi, aggiungere altri per agli decimo. del metro
e
ritenerlo
vicino all'un-
Perch", se
epico si sarebbe
usato
e
morali.
nell'undecimo fuor di
pi" tardi, non dimesso valso, quell'altro pi" Att"r e Rumi scrivendo i loro poemi mistici e secolo,il metro epico era di moda, e molti
s" bene di
due
secoli
anche l'usavano,
luogo.
di favole di racconti.
3.
Scrittori
41. Passando
di appagarci
sono
dalle sentenze
alle
andate
menzione, perch"le loro opere assai per tempo semplice il celebre poeta lirico che perdute.E il primo si " R"deghi,
una
e
del
detto in altro
principe
e
Firdusi
ripeteremo ora
le
cose
gi"dette.
Fu gran danno che la versione di poeta cos" illustre sia andata perduta; fu gran danno che siansi perdute altre versioni d'altri poeti perma non siani sfavorevoli. Perch" a ssai intorno ai qualicorrono Nasr-ull"h, giudizi
qualefra poco parleremo,dice che, dopo Ibn ul-Muqaffae R"deghi, molti con maggiore o minore eleganza hanno tradotto in persiano quel morale, ma che, attenendosi pi" al racconto che al suo significato libro,
del
son come
venuti
meno
all'intento che
esso
libro si propone. Anche diverse andate sono perdute; e noi qui .\"h della
e
casa
di Qan"varzi che, per ordine di quella in una rozza S"m"nidi,avrebbe tradotto quell'opera
ispida prosa.
questa di Qan"varzi poniamo accanto quella in versi, ricordata da dovuta al poeta Azraqi, dello stesso libro, morto nel 524 d. E. Davlet-sh"h, lirici. (1129 d. C.)e gi"stato conosciuto da noi fra i poeti
in prosa del Kalila e Dimna dovuta a Nasr-ull"h or ora ricordato,per la quale fu detto che in prosa pot" essere nessun'altra opera persiana pi" stimata e ammirata. essendone le di lui Della vita pervenute a noi assai scarse poco sappiamo,
42. Ma
non
perduta la
versione
ma notizie;
ci" di cui
non
si
pu" dubitare,come
nativo della citt" di Sciraz, si " ch'egli e che visse era cenni, ultimi Ghasnevidi, e spela maggior partedella sua vita alla corte degli cialmente 152 d. G.). Anche che regn" fino al 547 d. E. (1 di Behr"m-sh"h studi la che e sua che, come aveva negli giovinezza passato egli sappiamo fu introdotto alla corte del principe, godette assai e della stima e della accolti. Ma vennero compagnia deglieruditi e dei poeti che vi erano lasciato i giorni della sventura, perch"egli, non anche per Rehr"m-sh"h d a dai turbolenti principi mai quietare Gh"ridi,suoi vicini, uno dei pi" l" da brevi
LA
POESIA
MORALE
GNOMICA
309
sua
di potenti 5"2!2d. E.
essi che fu Ahi ud-Din, fu cacciato dalia d. C), (11:28 si che dovette fino al 547
d. E. (li5*2 d. C), anno della sua del regno dove si tenue che Allora accenna a Nasr-ull"h, morte. sua nimenti questiavvenell'opera pure si era ritratto nel silenzio per attendere a' suoi studi letterari, tristi, dottor d'Ibr"him, figlio d'ism"il, quando un suo dotto amico, Ali figlio illibro di Kalila e Dimna. Il libro perch" lo traducesse, gliport", leggi, cominci" tradurlo. Avendone a assai,ed egli poi letto alcun glipiacque ebbe lodi conforto ne a proseguire, e a 15ehr"m-sh"h, piuto comfinch", saggio dedic". Pare che la sua morte debba collocarsi dopo il libro,glielo di
(1143 d. C). 43. Lavorando Nasradunque sulla versione arabica d'Ibn ul-Muqaffa, il titolo di Libro di Kalila e Dimna, ull"h che pur conserv" all'opera sua lodi a Dio e al Profeta, incomincia con le consuete e dice della necessit" se pur si vuole perch"il poteretemporalevada congiuntoallo spirituale, dai principi. che la giustizia sia degnamente amministrata Per tal via egli discende a far l'elogio del suo regalprotettore, Behr"m-sh"h, ch'egli miglia assoal suo glorioso il grande. Dice dell'occasione antenato, Mahm"d il che fu la la tradusse l'amico libro, quale egli proposta fattane a lui dalper in discorre dell'antica versione al e di pehlevico tempo re suo, Chosroe,poi di quella arabica d'Ibn ul-MuqafTa, poi di quellapersiana e in versi di R"deghi, del compiacimento poi di alcune altre. Tocca ancora che per quest'operasua del quale egliripiglia glimanifest" il principe, il cosi terminando la lunghissima A questo e l'elogio panegirico, prefazione. incomincia il narrazione la del savio col re libro, vero e principale punto D"bshelim si spezza, come al solito, in tante narrazioni secondarie, distribuite
d. E. nel modo che segue: per sedici capitoli 44. Capo primo,nel quale si dice della natura del libro
e
il 538
si eccitano
e a trarne profitto; glialtria leggerlo capo secondo, nel quale si dice del danno medico si avvertimenti Berz"yeh e per la vita presente e per la
racconta
la favola di Kalila
Dimna
parla dei cattivi efTettidella maldicenza in riguardodella rottura dell'amicizia; capo quarto, in cui si dimostra che il sangue ingiustamente in cui si narrano dorme; capo quinto, sparso non le favole della colomba del topo e della gazzella, e della testuggine, e si tratta dell'utilitc" della concordia fra gli amici; capo sesto, della favola dei corvi e delle upupe, dove si dimostra che non nare bisognalasciarsi ingandalle paroledei nemici, e che i nemici devonsi vincere con l'astuzia; e della scimia, dove si dimostra capo settimo,della favola della testuggine
la stoltizia di colui che accumula ricchezze
e
del toro, e si
non
sa
conservarle; capo
mostra
come
colui
se ne agli affari, pente poi;capo nono, della favola del gatto e del topo, nel quale si dimostra come chi ha due nemici deve farsi amico l'un d'essi per scampar dall'altro; capo decimo.
mano
precipitosamente pon
310
CAPITOLO
SETTIMO
re
guardarsi sempre
dello
da
in cui si dimostra esser miglior dell'uccello, consiglio chi ci odia;capo undecimo, della favola del leone e
in cui si dice come si debba risarcire col benefizio un sersciacallo, vitore favola del leone ciere, dell'are punitoingiustamente; capo dodicesimo, in cui si dimostra che bisognaguardarsidal far male alla gente; favola dell'eremita e dell'ospite, in cui si mostra come, capo tredicesimo, vuoisi abbandonar la propria;capo non favola B"l"r del di dei in e Brahmini, cui si dimostra quattordicesimo, re, la mansuetudine la qualit" d'un principe; essere simo, migliore capo quindiceper del pellegrino, della scimia, del leopardoe del dell'orefice, in cui si dice non doversi render male per bene; capo sedicesimo, serpente, del re e de' suoi compagni,in cui si dimostra che le cose favola del figlio
tutte
desiderio
d'un'aitra arte,
favola
dipendonodai
di conclusione, un capitolo pone conclusione gonfia, e condotta con pienadi artil"zi perioditanto iperbolica, che quelli del e intricati, lunghi Varchi pesano a noi, nel loro confronto Ed essa ad altro non scioltie piani. il quale, dice modestamente
stesso savio
far
il nostro
autore
primo Bidp"y,
un
del libro
stata
l'operasua,
sh"h,
se
giorno,sarebbe
tenuto
ne
sarebbe
sua
molto
onorato
avrebbe
ticati, presto dimenche se l'autore, questo sar" letto finch" durer" la linguapersiana; il sembrer" di libro e vegga cosi parlando, altri iattanza, legga peccar fino a che punto giunga il talento di lui nell'arte dello stile, per il quale
questa
felicit".Per", mentre
tutti lo
conoscono
ammirano.
pi"grandi, in grandissima fa si che illettore s'aspetti l'aspettazione gran cose; ma che Nasr-ull"h ha parte " delusa. Perch", anche con l'intento speciale del diremo in avuto sua e quest'opera quale appresso, da quel tanto che abbiam certamente non possiam farne giudizio ne potuto conoscere,
molto abbiam notato avanti,altri gi" aflermava favoi'evole. Che se, come vi fu i Setti Climi) che non sua B"zi,bibliografo, (fuAhmed nell'opera prosa
di questa, ci" pu" accennare persiana pi" ammirata zione all'approvache dovuta al omai, a quel tempo, prediligeva volgare pessimogusto Ma di retorica. l'artificio la e maggiore, gente gusto pi"sano e di giudizio di quest'opera, sentenzi" diversamente fra gliOrientali, anche perch" inutilmente la bella e trovasi che H"gi Khalfa not" che Nasr-ull"h allung" di parole sobria e sempliceversione d'Ibn ul-Muqaffa sovraccaricandola il sent" d'una versione novella. bisogno oscure, tanto che ben prestosi intento particolare facendo la sua versione, 47. Eglituttavia, aveva un l'univers E poich" nelle seguenti " con parole: ch'egli espresse nella prefazione l'inclinazione della gente dalla rifugge lettura dei libri arabi
e
312
CAPITOLO
SETTIMO
detto,bisogna osservare
raro,
che lo studio
soverchio difficileda
di ricercar intendere
parole di
e
uso
arabiche,rende specialmente
faticoso da
le come leggereil libro. E vogliamo tacere a bello studio di certe frasi, umanit" della occhi della la e generosit" polverenegli seguenti: "gettar ", la della sentimento " soffocar dire: e e umano ogni gota generoso; per dalle unghie della fellonia ", per dire: mancar lealt" lacerata e graffiata da attribuirsi a di fede a qualcuno,e altre simili,perch" esse non sono si bene all'andazzo e alla retorica comune dei tempi. lui in particolare, inetti intercalando brutti ! Ma i versi ch'egli e va pure qua e l", son Nessun alito di poesiali anima, nessun e aggraziato, o leggiadro pensiero essi sono se o flebile e dolce,li rende tollerabili.Che 0 poderoso e forte, tutti suoi (perch" questiscrittori di favole adoperano bene spesso versi anima di poeta. Con che Nasr-ull"h non aveva veramente mostrano altrui), vei'siche collocar suoi a posto questi vogliono questo, eglinon sempre sa in Saadi avviene son esser come come quasi sempre, poetici, perch"essi, ordinati
e a a
riassumere
con
acconciamente
ci" che
prima "
rinforzarlo
Nasr-ull"h, non
ancora, sono
e
avviene. Notiamo tuttavia che tal difetto " d'altri sempre incontrasi pure nelle favole di Huseyn Y"iz che pur di tanto fossimo
se esso
superiori.
50. Se noi per avventura
stati troppo severi
essere e
acerbi in questo
certo
non
nostro
pu"
alquantomitigato.K
in Nasr-ull"h in misura merito
vogliamper"
che "
n"
un scemargli
ha ch'egli
grande, cio" quellod'aver fatto passare le favole di soverchia sobriet" della versione d'ibn ul-Muqaff"a Kalila e Dimna da quella che saranno in lui, ma a maggiore ampiezza e variet" che gi" soverchiano amministrate Y"iz, al quale esso Nasrcon mano pi" esperta da Iluseyn c'" v'" forse in Huseyn, ma ull"h ha aperto la via. Ampiezza maggiore anche anche variet" maggiore, anche arte pi" fina, gusto pi" delicato;e ben presto in dimenticanza quelle del suo per" le sue favole mandarono duratura. che pur se ne ripromettevagloria splendidamente predecessore, che l'eleganza e Sembra, ed egli stesso dice cotesto nella prefazione, Nasr-ull"h da l'artificio e non e l'eindizione nelle favole procedano da alcun altro prima di lui,onde, se eglinon fosse stato,noi non avremmo modello del genere. le favole di Huseyn che sono nemmeno un 51. Se in un precedenteparagrafoabbiam potuto far qualche cenno gine intorno all'oriabbastanza dill'uso, al presente scritto, per i limiti imposti
del libro di Sindib"d, ora, invece, ci troviamo intorno molto che hanno agliautori persiani
sono
Essi singolare.
le
lofo opere
sono
inedite
anche
non
trovansi
nelle
nostre
biblioteche. Fero
conoscenza
per ci "
diretta. Sappiamo,
LA
POESIA
MORALE
GNOMICA
313
nel suo soggetto e nello origine, Sindib"d; e poich" questi novelli rifacitori pi" o al disegno primo del libro, illibro, fedelmente s'attengono nella sua meno lo stesso. Per" il dire in particolare sostanza formale, resta sempre degli autori riducesi in gran parte a dire dell'arte loro soltanto; e se qui, per anche di questa dovrem di cognizione, sar" tuttavia non tacere, mancanza del resto, e conosciamo intento suo, il libro di
sua
gran danno,
52. Uno,
Samarcanda; l'altro " un anonimo, di cui diremo a suo luogo.Zahiri turco Tamghag',un principe adunque, secondo Aufi, fu ministro di Qilig' che regn" intorno alla met" del sesto secolo dell'Egira (dodicesimosecolo scarsissime notizie. dell'Era nostra) nel Turkestan, e del quale abbiamo traduzione del libro vecchia di che la fatta gi" da Vedendo Sindib"d, egli andata dei in dimenticanza al S"m"nidi, era Qan"varzi tempo per lo stile e disadorno, si pens" di rifarla e vi si mise di buon rozzo goffo, animo, dal far le lodi pi" grandi e pi" pompose del suo signoree cominciando tale che nel 556 d. E. (1160 d. C.) ritornava dal come rappresentandolo che ha fra le Turan, vincitore de' suoi nemici. Parlando poi dell'opera s" da di tanto pazzito, cose mani, dice grandi e meravigliose parer vanesio e imsi chiama signoredella poesiae della prosa, re dei perch"egli delle due lingue dotti e degliscrittori, e l'araba), mare gloria (lapersiana vessillo del tempo suo, e molte altre cose simili. di eloquenzae di fticondia, Ci" ricaviamo da un passo arabo della sua prefazione che il Rieu ha riferito del Museo Britannico. nel Catalogodei Manoscritti Ora, l'aver fatto di s" lodi cosi grandi,e l'adoprar tante iperboli, e all'opposto, quel dire versione di Qan"varzi, per noi che non troppo disadorna la precedente diretta del libro, indizi preziosi sono turare, possiamo aver conoscenza per avvencosi di lontano e soltanto per congettura,un giudizioqualunque sull'arte di Zahiri. La quale doveva essere quellastessa di Nasr-ull"h, che si riduce all'amplificare e all'ingrandire ogni cosa anche la pi" futile, allo spendercento paroleintorno ad un pensieroche in dieci pu" essere acconciamente il dettato, derlo quasi per renespresso, al caricar d'ornamenti
deliberatamente
a
faticoso e
tutta
fronzoli
ogni
le sue
di poca sostanza, che sdegnava l'austera sobriet", mata chiaora ad rozzezza, della prosa del tempo dei S"m"nidi, e voleva l'eleganza Zahiri che son contemporanei, fa costo. Essa, con Nasr-ull"h e con
e
prime prove
con perfetta
Huseyn Y"iz,
bench"
53. Per
resta favole,
da s"
un
in ricompor usato singolare, perch"" l'epico poeta cui le vicende della fortuna portarono
molto
rassan,
lontano
dalla
che visse
sua. patria Egli" Q"nii, della citt" di T"s nel Khonel paese natio,lieto, la sua giovent" contento, onorato
da
fiumi di venuta dei Mongoli che spargevano tutti, quando l'improvvisa turb" quellabella pace. Q"nii, ed e carneficine, sangue in orribili stragi
31-4
era
CAPITOLO
SETTIMO
l'anno 617
d. E.
e
(1220 d. C),
fece
vela per
Aden,
da
Minore, nel regno dal principe grandissimo onore regnante Kay-Qob"d della casa dei Selin quella corte sotto i regni di esso e stette gii"qid",per quarant'anni Kay-Qob"d, poi di Kay-Khusrev, poi di Kay-K"vus, che di tutto, con munificenza regia, lo provvidero dal e intrattennero. Kay-K"vus tuttavia, 642 d. E. (1244 d. C.) in poi, nel qual anno i Mongoli penetrarononell'Asia e bbe anche le discordie col e xMinore, fratello, regno infelice, per dovette domandar male accolto e peggio trata Costantinopoli, soccorso tato Michele Paleologo che lo sostenne quasi prigioniero dall'Imperatore in un castello. Accadeva nel 662 d. E. (1263 d. C). Intanto il cotesto in tempi migliori, nostro poeta, gli aveva dedicato la sua traduzione dei Kal"la e Dlmna che ebbe anche dopo composto un lungo poema, detto il cio" il Libro dei in cui, stile con Seigiiiqidi, Se"fjifiq-ndmeJi, pomposo le imprese di quella famiglia. narrava Mori, secondo il Rieu,dopo epico, il 672 d. E. (1273 d. C). 54. Q"nii era di T"s e il Khorassan era stato la patria della poesia epicae appunto di T"s era anche Firdusi. Perci" egliveniva ora alla dell'Asia Minore portando con corte dei Seigiiiqidi s",confitta nel cuore, la memoria del suo grande cittadino e della gloria di lui, pienala mente di quel suo linguaggio armonioso colori vivaci, fu e tutto a onde, come di poter comporre a quella corte, si stim" felice e avventurato quel poema in onore de' suoi protettori, imitando Firdusi. Ampie e importanticompilazioni
storiche intorno
e Q"nii dovette allora, ora Seigiiiqidi, perdute,si conoscevano valersene per comporlo. Dice egliche il poema
Aden, visitata la Mecca e Bagdad, si rese nell'Asia di Rum, a Q"niyeh (l'antica Iconio).Fu accolto a
ai
trecentomila della
fa dere intenpatriadell'epopea, che egli doveva essere di quegli infatuati che non conoscono i tempi ad fu tentativo vano vogliono comporre poemi epici ogni costo. Per", se
trattar
quellodi
che
ma
trattar nello
fu
meno
vano non
Dlmna.
Noi
di questa traduzione, riferitidal Rieu nel suo la loro magnificenzagonfiae il tono alto e solenne che
pochi versi
catologo, v'adopera
comico ci fanno sentir da lontano,se non l'autore, c'inganniamo,il poema eroiche con lo stile magnifico dell'epopeacelebra la guerra delle diciamo Non diciamo che Q"nii abbia fatto cotesto; ma rane e dei topi. che l'opera la favola deglianimali che per vi somiglia. E veramente sua
natura
una
" tutta
semplicee per"
e
va
raccontata
tutta
con
o semplicit"
vestita di assai si
fina leggiadria
meno
con delicata,
grazia ed
male eleganza,
a acconcia,
alla Batracomiomachia, alla magnificenza somigliare rude e maestosa dell'epopea. 55. Comunque sia di cotesto, ecco intanto il contenuto del libro. Vi delle virt" e dei pregi precedeuna lungaintroduzione in cui parlasi proprii di
LA
l'OESiA
MORALE
GNOMICA
BIT)
K"vus dei Selgi"qidi a cui Q"nii ha quali" il principe sua. l'opera Eglisomigliaal gran re Chosroe dei Sassanidi, che il poeta ne piglia occasione per entrare in argomento, narrando, dei
come
gi"Firdusi,dell'erba
cui s'era
che rendeva
la vita ai
morti
di
parlato con
Chosroe.
L'erba, gi"sappiam Dinma. Seguitando in India da re adunque, si dice di Berz"yeh mandato Chosroe alla ricerca del libro famoso, se ne narra secondo ci" che la vita
lasci" scritto B"zurc'mihr,
e
ne
si viene finalmente ai
Questiprocedono in gran partesecondo l'ordine che nella versione di Nasr-ull"h, l'enumera e per"risparmiam qui al lettore la noia delQ"nii dice in alcuno dei suoi versi,riferitidal Rieu,ch'egli, ha seguito dice quale; nel versificare il libro, testo in prosa, ma non un
che e trovasi anche opinionegrandissima, alcuno dei nazionali suoi, dava il titolo di re dei poeti, di compiacente, gli di gustosissimo fra i poeti, dal meritar le quali tra gli eloquente eloquenti, avendo lodi egli, non potuto per quelche possiam forse congetturarne, che " inedita e rarissima, ci sembra esser molto lontano. veder l'opera misura in assai 56. Artificioso scrittore, ma pi" scarsa di Nasr-ull"h,
sua poi e dell'opera
di s"
ebbe
fu
un una
di e autore Ziy"ud-din,detto Nakhshebi dal luogo della sua nascita, libro di favole,il Libro del Pappagallo. Dovette egli nascere, perch" data certa
Nakhsheb, l'odierna Qarshi, tra il e ascetica, e profess" religiosa ch'egli in Bed"un, e mori nel 731 d. E. (1330 d. C), lasciando diverse opere, detto tra le quali ricordansi un romanzo gi" da noi menzionato altrove,
nostra,
e
G"h"n
Samarcanda.
la
di Pioggia
le avventure
osceno
del
cipe prin-
della bella
N"sh"beh,
un
libro
Lizzet
un-n"sd, cio" il Piacer delle donne, alcuni discorsi di soggetto Dice e il T"tt-ndmeh, cio" il Libro del Pappagallo. religioso, eglinella introduzione che un savio gli parl" del libro molto singolare, gliandolo consigi" tradotto e rifatto da altri in persiano sopra vari libri indiani, dell'amico. Cosi eglicona rifarlo, e che egli dusse seguiil consiglio 730 nel d. E. (1329 d. C). a termine sua l'opera
filosoficoe
57. Questo
che
Nakhshebi
perch", come
vecchio testo
gi"
avanti
antico libro ora persiano, indiano. Anche quest'anticotesto indiano dev'essere andato perduto, raccolta indiana dopoch" ne fu tratta, come gi" vedemmo, quell'altra di novelle che abbiamo
un
dell'opera sua, trovasi abbiam notato, eglidovette aver che discendeva da un perduto,
dice
esser
vero;
un
dinanzi
" la
Ma poich"anche C-ukasaptati.
recente
assai
rafi"azzonamento
e
dovuto
confusa
la storia di
esso
cosi lungamente s'" creduto che traduzioni, ricomposizioni), fosse l'opera genuina di Nakhshebi e non il lavoro alquantoinetto
316
CAI'ITOr.O
SETTIMO
di
scrittore. E ail'Iken la
primo
sua
quelloera
ilraffazzonamento
Anzi, eglifu
tanto
fortunato,da
trovare
manoscritto
Germania, che poi si seppe esser quelladi Amburgo, del quale,in fine alla il libro stesso di Nakhshebi, fino allora ignorato, dell'Iken Stoccarda traduzione nel 18^2, diede un bel sunto, stampata a brevi saggi in una versione tedesca. Per tal modo, il oltre alcuni non del quale nulla dice Davlet-sh"h, ricordato n" autore del libro, non vero dall'Herbelot n" dall'Hammer, che pure han detto molto di autori persiani
di assai minor
biblioteca di
conto, veniva ad
esser
felicemente riconosciuto
suo
e a
pigliarsi
Perch"
poi
paese quel posto d'onore che gli del Libro del Pappagallo libro " (il
vedremo) il l"rockhaus trov" compendiatoil libro di Sindib"d, eglicredette di vedervi la pi" antica delle due note edizioni di Cotesto egli dell'insieme del quest'opera. pensava, indotto dalla semplicit" il Comparettiosserv" molto giustamente che quella non racconto; ma l'edizione pi"antica del libro di Sindib"d, si bene un compendio poteva essere confort" buone e l'opinione sua con e giudiziose egli posteriore,
diviso in notti, come
ragioni.
58. IlLibro del
con
le lodi di Dio
dono
glifacesse
di buon egli
aver
animo
serbato
nuove
maniere
Nakhshebi
il disegno cinquantadue novelle onde il libro si compone, del quale,esposto dall'autore stesso, " il seguente: 59. Eglinarra d'un mercante che aveva in casa un pappagalloe una che far i l nel moDeve mento parlare. viaggio mercante, e per", gazza sapevano di congedarsi dalla moglie,dice a costei che per tutto ci" che le accadr" di dover fare, si consigli coi due uccelli sapienti e faccia cjuantoda sar" Cosi egliperle, loro le alcun tempo, e la donna, trascorso ingiunto. veduto per caso derando Desiinnamora. un leggiadro garzone, pazzamente se ne creduta ella si reca dalla gazza, perch"femmina e per" lui, da lei pi" inchinevole a scusarla,per domandarle il permesso
con
di trovarsi
all'andare. Ma la gazza, come matrona, la dissuade dal passo peririgida coloso, perch" la donna, offesa e corrucciata, prende per le gambe il troppo savio uccello
e
sbattendolo
sera
va
contro
dal
LA
POESIA
.MOHALE
GNOMICA
317 arte
di sinistro
come
gi" accadde
e
ad altri;
domanda donna, presa da improvvisa curiosit", il Cosi e racconta. gliela pappagallo quell'avventura, l'amante per quellanotte la notte passa inavvertita, e ildolce incontro con 11 curioso giuoco si fa per cinquantadue notti, vien meno. quantadue e per" cinnovelle, con altre minori inserite nelle maggiori,si raccontano, finch" il marito ritorna dal suo Con tale accorgimento viaggio. ha salvato l'onore del al quale tuttavia il suo ingegnoso, pappagallo signore, l'amore della donna e e i suoi eglinon pu" trattenersi dal raccontare
qualche avventura;
la
al
un
s"bito
accusatore.
Tale
in ispecial vede, ha intento morale, volto, modo, altri si in tanto perch" premunisca particolare delle donne, quanto anche per insegnareper contro le astuzie e gl'inganni si possa sfuggire al danno e alla sventura qualiaccorgimenti quando siano Per" " una morale serena facilia prevedersi. all'autore e gaia che concede franchezza e una di poter parlarecon una festivit"nuova che piace,laddove che talisi possono chiamare,son prediche di Nasr-ull"h, le prediche di persona che parla grave e sputa sentenze. Anzi, Nakhshebi anche va si permette qualche facezia pungente che sente di pi" in l",perch" egli anche contro altissimi personaggi. E in un satira, luogo fa dire al gran
si
re
di Persia
testa
fare.
libera e sciolta la spalle che alcuno mai gliabbia detto qual uso egli debba o possa ne senza evidente allusione ai tempi suoi,esclama: E altrove,con i" Dio sulle
una
santo !
volta
era
il
cura
guisa(ci" si
ora
"
si darebbe dotti ! "". tempo in cui nessuno La quale esclamazione, che per noi sarebbe molto ovvia, sulle labbra ben diverso valore. Anche altriscrittori d'uno scrittore orientale acquista danno loro avvertimenti a grandi e a potenti e Nakhshebi, in questi ; ma all'avvertimento congiunge il senso satirico o, in altri punti consimili, ci" che " cosa molto particolare. si direbbe, umoristico, ora come di scrittore, 61. Quanto all'arte sua gi" di sopra abbiam detto che ha un fare pi" libero e sciolto, di Xasr-ull"h. e egli per" pi" naturale, u" il sterminati che fanno perdere il respiro, Non ha egliquel periodi
un
"
in questa Brahmino. Ma
forma
d"
solenne disputa
Nasr-ull"h
va innanzi vivace e colorito, ma argomentazioni, agile svolgimento.Nella narrazione poi che presso " confinata entro " pi" ampio e termini brevi, Nakhshebi con e
che il racconto, qualunque sia, ha forza avvedutosi certamente diffuso, di morale. grande sull'animo altrui pi" che le lunghe e dotte disquisizioni Solamente diventa artificiososoverchio nella descrizione di cose ganti, eleegli fine e leggiadre,specialmente laddove egli dice della bellezza femminile. Allora
egli spiegacon
pompa
retorica.
Bisogna
818
CAPITOLO
SETTIMO
tuttavia
in simili descrizioni ogni scrittore perpercli" usargli indulgenza, siano nuove e d'espressioni iperboliclie, pensa bene di far gran sfoggio
comune e
ildifetto procededall'andazzo
lo stesso
Firdusi
ne
va
segnato
qualchevolta. Quanto
ci sembra
esser
d'inserir versi nella prosa, Xaklishebi poi all'artificio pi" sobrio e cauto. N" eglilidissemina qua e l" entrando
fanno dalla prosa nel verso alcuna interruzione di pensiero, come senza Nasr-uil"h e Huseyn V"iz; si bene, ad un dato punto acconcio, dove il
qualchepausa ed " bello riassumere il pensiero gi"detto o fa il ci" che si recondito di significato d'uopo narra, egli pone alcuna Son tutte quai'tine delle sue quartine. del libro le sue, eccetto a principio dove trovasi copia maggiore di versi; e nelle quartineNakhshebi parlaa s" stesso e fa bellamente qualche osservazione nuova alcun cone mostra cetto acuto che prima non notare. Una quartinapoi,che si pareva potersi riferiscealla innamorata Khogisteh,impeditaogni volta dal giorno che d'ogni spunta dall'andar presso l'amante, suol chiudere la narrazione al punto donde notte ed " come ritornello che richiama il pensiero un " partito. Ecco la quartina, esso non potutatradurre da noi in quattro versi:
racconto
notare
ha
Ma
l'albala
nel impecila
suo e
eamniino,
il gallo e il
Appo il suo
Alto
sonar
bello che di
sua
gi"fea dintorno
bellezzail nome.
esente
[giorno.
non qualchedifetto,
62. Non
con
va
tuttavia da
la retorica dei
tempi suoi.
Perch"
certe
maniere
questa :
il Giona
"
"
il
della
cere cuo-
dell'Oriente
"s
"
frase: quest'altra
"
qualcuno i zucchei'ini del desiderio " per dire d'esserne molto innamorato,sono di gusto assai cattivo, brutte,crediamo, per cose retorica di qualunque paese, fosse pure del pi" sfrenato sei(lualunque centismo. Ma questi del tutto suoi,riscatta Nakhshebi non difetti, mente agevolche si molti ed " ben da lamentare sua con rimanga pregi; l'opera inedita intanto che non che qualche lungo tratto ancora se ne conosce tito per opera del Kosegartene del Brockhaus che per i primine hanno avver,
l'esistenza.
63. Ma
il caso
su
la
colpa " di
che il compendio
esso
cui
" stato
compendiatore,avverandosi anche ([ui o perdere o fa lungamente dimenticar l'opera fatto. Costui fu Muhammed Q"diri,del quale null'altro
un
inetto
fa
si sa fuor
secolo dell'Era nostra e dovette vivere nel decimosettimo ch'egli che fu poverissimo si pu" vedere dalla sua umile e sciatta scrittore, come poi che dovette vivere in quel tempo dalla menzione prosa. Si desume di alcuni libri fa nella introduzione del suo Libro del Pappagallo ch'egli
(U92 d. C.),e di Aliami,ministro del re Akbar, quale regn" in India dal 963 al 10 U d. E. (1555-1005 d. C.); poi,molte cose ch'egli dice,e molti usi che va ricordando, e la stessa ha certe sue maniere e certi suoi atteggiache, bench" persiana, lingua
di Gi"mi che mori neir898 d. E.
320
CAPITOLO
SETTIMO
restarsi in eterno l'usignuolo in silenzio ". tenersi sempre cantare, n" il pappagallo senza Ond'egli, cedendo all'invito, con gliocchi volti a terra per modestia, rispose che,
un
"
"
mery) glidiceva
giorno:
Non
deve
se
Dio
l'avesse aiutato,avrebbe
e favole,
messo
in versi
libert" quella
dovette
che sempre i poetisogliono quell'altra scostarsi dalla sua fonte,ampliando le parti che
non
trovansi
lavorato,carico
conoscenza
stato tolto
inedita l'opera
Aggiungiam
pur sempre
con
questa versione
accordasi
del poetica
nel
quel racconto
minacciato di sventura, accusato dinanzi al quale un giovane principe, dopo le difese (per via padre da una mala femmina e condannato da lui, di di racconti)
sette savi
e
le rinnovate innocenza
accuse
la
sua
ed
esce
67. Scarse
fecondissimo noi la celebre
incerte
sono
lluseynV"iz,
anche fra
di cui ha scrittore,
conosciuto
il nome
Dimna.
o piuttosto traduzione, ricomposizionedel libro di Kalila e o rientali soltanto ch'egli Dalle biografie nativo di era raccogliesi Sebzv"r e che visse lungamente a ller"t, intento a' suoi tranquillamente studi,e che vi mori nel 940 d. E. (1504 d. C). Ebbe il favore e la protezione del principeAb" '1-Gh"zi Huseyn Bayqar", di Her"t,ultimo signore discendente di Tamerlano, che fu dotto scrittore eglistesso e protettore ilministro del principe, dei letterati.Anche glifurono amici e protettori Niz"m ud-D"n Suheyli, e ilcelebre Mir Ali Sh"r che poi lo ricord" nelle sue un a
passo sapere
di
esse
in turco,
e pubblicato e
tradotto dallo
e
le scienze
come
non ch'egli
onde
e
ebbe
laborioso
modesto
che
maggior noi, e scrisse intorno a molti e vari argomenti. Anzi tura, egliha le qualit"tutte degli scrittori di questa tarda et" della letteramomento
dell'arte s'occup"
cosa lettere,
perch" non
solo fu fecondissimo
in tante
opere
sue,
ma
in
tutte
Al qual proposito dice M"r fu sempre e verboso. ancora lungo,prolisso che Huseyn fece al Corano, la sola esposizione Ali Sh"r,che nel commento del secondo
era un capitolo grosso volume Che sar" egli, questo commento, se
di cento
con
LA
POESIA
MORAI.F:
GNOMICA
321
compone? Ma, nell'arte fu vero della prosa ornata e poetica, e grande maestro, proclamato egli dritto il buon scrittore dei e a primo tempi suoi. Delle molte opere perci" sarebbe fuor di delle il alcune quali proposito dar qui il catalogo, sue, altre sono d'argomento di soggetto l'eligioso, narrando fatti sono storico, del primo tempo dell'islamismo, la vita di personaggisanti, o o d'altri celebri come di H"tim,l'arabo liberale e generoso, altre quella personaggi di di d'astronomia. Ma a retorica, sono morale, d'economia, d'astrologia, noi tocca dire del libro di Kalila e Dimna rifattoda lui in elegantissima
si presenta ora Quest'opera vieto di Kalila e Dimna, assume quello prosa, 68.
e
di centoquattordici capitoli
cui il sacro
testo si
per" ritorniam
subito
all'argomento.
con
del Canopo.Huseyn tolse questo nome dal nome del ministro Splendori gli Niz"m ud-D"n Suheyli, rivolse questograzioso al qualeegli suo protettore, epigramma, se pure epigramma si pu" chiamare :
Il Canopo sei tu i. Dove tu Dove
pelcieloascendi,
Altro
si " quellod'aver arbitrario, d'introduzione che trovansi gi" nelle versioni levato dal libro i capitoli d'Ibn ul-Muqaffa narrando l'invenzione del libro in modo e di Nasr-ull"h, d'un re di Cina egliracconta a principio al Hum"y"n-f"l, quale,vogliosod'abbandonare il mondo il ministro fece notare l'uomo per darsi alla vita religiosa, stato creato per vivere nella compagnia degli i re un esser avere altri,
e
tutto diverso
nuovo.
Perch"
antichi degli
tempi,detto
modello al
da
ed seguire,
quale erano desidera saper la storia di D"bshelim e di Bidp"y, e il ministro allora, incomincia dal narrare in che modo lazione D"bshelim,una notte, avesse riveda Dio ch'eglidoveva, al di vegnente, cavalcar verso Levante laddove egliavrebbe rinvenuto un tesoro ricchissimo. Perch" egli, uscito al mattino e cavalcando verso trovasi presto ad una Oriente, spelonca in cui,da un vecchio venerando che vi abitava, intende esser nascosto un tesoro. Trova egli, scavando, molti forzieri colmi di gioielli preziosissimi dei qualifa larghezza serbando per s" un solo scrigno ai circostanti, in
cui trovasi
un
brandello di
stento
re
quellascrittura, del re H"sheng, a nel qualel'antico sovrano lasciaai principi quattordici consigli, aggiuntovi anche quello laddove un saggio di recarsi all'isoladi Serend"b o Ceylan, eremita avrebbe esposto e dichiarato quei consigli. D"bshelim volenteroso
dopo
molto
D"bshelim
viene
(1) In
ministro.
21
persiano:
tu
donde Suhei/l-/,
il titolo
con dell'opera,
allusione
al
nome
del
"
Pizzi,Sturici
della
322
CAPITOLO
SETTIMO
giunge all'isoladi Serend"b e ne sale la montagna pi" festa da un vecchio Brahmino, che gi", per grazia con " il savio BIdp"y,al quale divina,sapeva della sua venuta. Quel Brahmino i quattordici e B"dp"y,con i-acre D"bshel"m consigli, opportuni propone conti e dissertazioni, glieli espone tutti.Tale, secondo Huseyn," l'origine
e
69. Fatte,pertanto,a
dal raccontar
come
le consuete principio
a
Chosroe,esso da e pehlevicodall'indiano. Dice della versione arabica d' Ibn ul-Muqafla, della persianadi R"deghi, dell'altra persiana di Nasrticanza. uU"h, e del come questa, sebbene elegante assai, gi"fosse caduta in dimenPer" egli,al tempo felice del principe Ab" '1-Gh"zi Huseyn
al tempo tradotto
noi,del libro di Kal"la e Diurna, del fu portato in Persia per Berz"yeh medico
Bayqar", per
veste
e
ordine
libro di
nuova
di nuovi
ornamenti
(brUiiiato,
sapui'e.
Un
non
niii;liore ".
Che chi
Detto
con
poidel
come
lunghe e viene a noia, l'avventura che di sopra abbiam del re di Cina riferita, la storia di D"bshelim del savio e re e Hum"y"n-f"l qui detto B"dp"y, erroneamente e della composizione prima del libro per opera di P"lp"y, diviso lui.Finita la lunga e verbosa introduzione, incomincia il vero libro, si espongono in quattordici nei quali, e e racconti, capitoli, per apologhi dichiarano i quattordici lasciati ai principi da re H"sheng nel suo consigli Per" vi si toccano i seguenti morali: testamento. punti 70. Capo primo, del guardarsi dalle paroledei calunniatori e dei maldicenti i malvagi ; capo terzo, ; capo secondo, della punizioneche toccano
della concordia
eglisiasi accinto al lavoro, Huseyn si fa a raccontare, diverse digressioni che alla fine e apologhi, e in maniera
degliamici
inganni; capo quinto, si posson le perdere cose gi" acquistate; dalla precipitazione soverchia nelle opere;
dai loro guardarsi
alle arti e delle astuzie utiliper scampare accorgimenti degli capo settimo, dei nemici ; capo ottavo, del guardarci da chi ci odia e ci porta invidia e del
non
lusinghe; capo
nono,
possa trovarsi in
re; capo
decimo, del
deri ricompensar le azioni altrui; capo undecimo, del danno dei desilenza immodcrati e del lasciar l'arte propria; capo dodicesimo, della eccelnei della dolcezza, della equanimit", della fermezza, specialmente i necessit" che della hanno di tredicesimo, re guardarsi principi; capo
LA
POESIA
MOItALE
GNOMICA
3"3
della vanit" ingannarli; parole di chi cerca capo quattordicesimo, al mutarsi della della cura del umana sorte le cose tutte e come riguardo dalle
sono
donde gliargomenti che Huseyn tratta nei suoi capitoli; si vede che l'operasua dipende in grandissima parte dalla versione di sebbene Nasr-ull"h, eglisiasi creduto lecito di usare d'una libert" grande solo nella non forma, ma anche nella sostanza del libro. Perch",senza che della introduzione da lui mutata, molte favole diciam qui nuovamente state aggiunteda lui l" dove meglio glipiaceva. sono Ma, lasciando questo sia ricordato, non d" luogo ad altro discorso, punto che, come veggasi, che dire ci" di Nasi'-ull"h dal quale egli ha altro, Iluseyn dice prima di che il Dice libro di Nasr-ull"h " una delle cose le mosse. adunijne prese ma che,per dire il vero, per le molte quanto alio stile, pi" meravigliose parolearabe,di uso assai raro e poco note ai pi",il lettore assai malagevolmente pu" penetrar nel senso delle cose che si dicono, e per" resta del comprendere.N" gli" dato modo di ricongiungere il privo del piacere al tempo presente la subito vuole afferrar il ci" di che si senso dice,tosto che esso si gente affaccia alla mente, anzi quasi prima. Tanto pi" poi s'infastidiscono i tori letil vocabolario della lingua quando sia loro necessario sfogliare per frasi cercarvi le parole e le rare e peregrine.Nelle quali condizioni il libro di Nasr-ull"h poco " mancato sia caduto in dimenticanza, non anzi
suo
d'un principio
racconto
al
line,tanto
pi" che
di Huseyn espresso, " il giudizio invece,con gran pompa d'immagini Va"z, detto da lui, e di metafore,con " suo costume. citazioni di versi e di proverbi,come Onde parrebbe che
non
sia andato
perduto. Tale,brevemente
di
rifacendo il libro,siasi argomentato di egli, almeno Nasr-ull"h, quanto alle frasi nuove oscuri.
tenere
e
altro modo
da
quello
e ai vocaboli peregrine
che il nostro
stesso difetto.
Perch", anche
sua
accettando
essere
natura, debba
e
approvando che lo stiledelle favole, come per v'" pur sempre la legge ornato e artificioso, della
moderar
tutto ci".
misura
Anzi, nel
caso
di particolare
pu" qui ricordare Nakhshebi che in questa faccenda dello stile ha saputo molto bene governarsi. Ma Huseyn ha pure, come Nasr-ull"h da lui censurato, e frasi nuove e
oscure,
e
questi autori
di favole, si persiani
parolearabe
e
immagini
sempre di
metafore
assai raro, e periodi lunghi e affannosi, e strambe, e copia talvolta soverchiante di versi non di Firdusi, di
senza
d'uso
suoi, ma
in arabo
sovente
non
che
s'intendono
citazioni in arabo
e
passidel Corano.
talvolta faticosa
difficile la lettura
d'un libro che per natura messosi pei- uno legge, sforzo di mente
giunge a
trovar
321
CAPITOLO
SETTIMO
tragga dal labirinto. Quelle frasi che che s'incontrano, si pu" dire, rincorrono, quei ad ogni membro relative o parte di periodo,quelle che rientrano proposizioni del lettore, l'una nell'altra, che pur voipassano dinanzi alla mente rebbe giungere ad uno scioglimento, inavvertite e non come intese, perch" che all'idea attende non essa mente, intanto principale, pu" badare a tante altre secondarie che intorno si affollano. Sembra che all'autore ripugnidi accostarsi all'idea principale, vada accostandola a poco a poco a forza ma di cenni e tocchi sempre pi" stringenti, che temendo come se fosse un tale, d'accostarsi d'un tratto a un gran personaggio, gli faccia prima mille moine e mille riverenze. Scorra qualcuno alcune paginedel libro d'Huseyn, se e vegga qui si dice il vero, e se appunto eglisia caduto,o non sia, rimproveravaa Nasr-ull"h, al quale tuttavia neglistessi difetti ch'egli diremo. ma egli" di gran lunga superiore, per altre ragioniche ora
0
zione
il verbo
che principale,
lo
tutte
si eguali
sinonimi
in e perdesi assegna il posto minore i assai facilmente cade nei qualiegli lunghe disputee ragionamenti per Tal difetto emerge discorsi intralciati e nei periodi lunghi. qua e l" in ha lasciato maggior campo alla parte.Huseyn V"iz,all'opposto, ha bisogno di tanto girardi narrazione, la quale per sua natura non
73. Nasr-ull"h
alla narrazione
ogni sua
e
frasi
sebbene egli alla sua volta riesca lungo e intralciato periodi ; e per", altri a parlare, laddove va disputando o introduce procede assai di
e
nei racconti. La qual libero, piano anche talvolta e facile, glid" vantaggio grande sul suo predecessore. cosa, gi" s'intende facilmente, maniera di prosa artificiosa e ornata che forse con NasrPoi,quella ull"h e i suoi contemporanei faceva le sue prime prove, e per" non anche ora con era Huseyn V"iz raggiungevaquesta pergiuntaalla perfezione, fezione, diventando Quel procedere suo, poi, con pi" linda o levigata.
pi"
sciolto
incisi
enunciato
con
suo
un
ne pensiero,
glirisponde anche
arte, d"
e
segue un del e
nuova
altro
suono
ricercato ad affascina
al
che
lungo
andare
attrae
fortemente.
che si ottiene nelle orchestre si ottenga quell'effetto frase musicale, di primo acchito propone una sua dato stromento a un altri stromenti. e rafforzandola, cui rispondonoqua e l",ripetendola Avviene
per" che
la lettura continuata
delle favole di
tutte le facolt" della addormentar come dei difettiaccennati sopra, sembra cevole mente, tenendola soltanto passivamente attenta, perch"essa, in quelpia-
come
se
pi" fervido
ora
felice fantasticai'c.
imposti al non vogliamo tacer tuttavia di un'altra versione persiana presentescritto, anzi procede del Kal"la e Dimna; indottivi dalla ragioneche essa dipende, di Huseyn V"iz. Essa " di Aliami, che fu celebre ministro del re da quella
74. Sebbene
ci" che
noteremo, si
passinoi
limili
LA
POESIA
MORALE
GNOMICA
325
di versioni dal di lettere, di diverse opere storielle, vissuto sempi'e alla corte del gran re, e stato ucciso,mentre sanscrito, Akbar
in India, autore
andava
da alcuni ladroni da strada per ordine del suo signore, i d. C). Chiam" nel 101 1 d. E. (160:^ lydr Ddiiish,cio" il Paragone egli nel Dekhan
esso
re
Akbar,
l'intendimento
stilefacilee
piano,
le favole d"
e
che di sopra abbiamo medesime difficolt" Aliami assegna le ragioni gnate asseNasr-ull"h in di in trovare noi. Cos" a Iluseynaccadde, come lui, a
un
riusc" assai egree in ci" Aliami rifacitore; giamente, sebbene, intanto che il libro acquistachiarezza,molto perda di maestra d" Iluseyn gli aveva quellaeleganzache la [nano saputo porre Aliami tardo correttore
e
attorno.
Anche
si ricorda di Aliami
un
compendio del
Libro del
gallo, Pappa-
di Nakhshebi, fatto per ordine d" Akbar, nel favole primitive le c"nquantadue che, nel pi" tardo
come
abbiam
sono visto,
ridotte
trentacinque.
versione molto inetta nello persiana, sotto il titolo arabo di Hitopadeca, dei
75. Ricordiamo
in ultimo
una
cuori, opera di un Malik", Si del quale non si pu" ben determinare il tempo. pu" tuttavia presumere deve appartenere alla tarda et" della letteratura percon ragionech'egli siana,
che significa ilConforto Mufarnli ul-qul"b, di quella che fioriin India letteratura persiana
dopo ilregno
di Akbar.
4.
Altri
scrittori
di
favole
di
racconti.
76. Non
senza
toccare
con parentela
possiamolasciar questo argomento delle favole e dei racconti anche di una famiglia secondaria di libriche,senza che abbia la prima,con la prima ha tuttavia molta somiglianza, anzi
deriva. Non ne per i modi dell'arte, " primi libri finora descr"tti discendono
e
in
perch",laddove
e son
vantano
una
or"ginee
di fattura. Nemmeno,
stesso libro
originale, ma,
furon
piti conce-
l" separatamente, cos" ancora si son conservati separati e stanno. qua Hanno somiglianza tuttav"a non solo per il disegno preso molte volte in dai primi,ma anche per il fine e per il mezzo, che sono maestrar l'amprestito anzi furon composti espressamente non per racconti. Alcuni solo per imitazione dei libri indiani, anche col deliberato intendimento ma di contrappoi-re alla indiana la sapienzapersianae d" superarla. Per" si
,
nostro avviso,in quattro gruppi; e il primo si " di div"dere, a possono che quelli speditamenteimitano, ma con intendimento di superarlo, come
or ora
Dimna.
Il secondo
" d"
quegli altri
che d"mio
della dottrina morale; ragionamento e alla esposizione brevemente per" adoprano il racconto come cosa e narrano secondaria,
al
326
come
CAPITOLO
SETTIMO
che appunto fanno ilcontrario dei secondi, quelli anzi spesse volte non hanno ne perch"non si perdono in ragionamenti, che alcuno; ma, ordinando i racconti e distribuendoli per diversi capitoli li d" brevemente trattan qualchepunto tore morale, dicono, lasciando che illetintenda da s" il n" loro li in e una zione narrasignificato, legano scopra fondamentale che comprenda tutta l'opera. Il quarto " di quelli che donde che sia,n" hanno raccolgonoracconti d'ogni sorta, togliendoli per fine alcun
ovvero insegnamento,
se ne curano
come
e
di
cosa
accessoria
accidentale. Ai
notizie
d'ogni cosa
che
questi quattro primo ilLibro di Merzb"n; del conti secondo, il Libro di Q"b"s; del terzo, il Roseto di Saadi;del quarto, i Racse
esser
il posto suo.
Che
qui dovessimo
modello
detto gi", assegnate altrove, per le ragioni altri libri diremo appresso. e di altri ancora luogo; degli
un
libro assai
ma
nuovo
nel
sua
composizione,
tanto
buono
nelle dottrine, da poter andare innanzi a molti dei nostri pi" pregiati libridi morale. Esso " il cosi detto Qdhns-ndmeli, cio" il Libro di del Goethe
e
in
dapprima conosciuto Berlino nel 1811, ne a Europa per pubblic" che alla gloria del culto della corona aggiunse quella opera d'un principe delle lettere, ereditario nella famiglia Della famiglia sua sua. gi" abbiam fatto qualche cenno nel primo capitolo di questo scritto, n", a quel punto,
la traduzione che il Diez ci slam dimenticati di dire di
uno
fu
pi" illustriche
fu il
di lo slesso nome con gran Q"b"s, letterato e poeta, il nipotedel quale, cio" l'inclito arabo di Unsur id-Mii"li, Q"b"s e col soprannome Elemento, fu l'autore nel 4-41 d. E. (1095 d. C.) egli al padre suo Iskender ed ebbe regno glorioso; educazione anzi la perfetta ricevuta nella casa alla corte nella giovinezza paterna e il lungo soggiorno dei Ghasnevidi, Mahm"d fece la guerra d'India, e Mas"d, col primo dei quali Io misero poi in grado di scrivere l'aureo suo libro, libro di avvertimenti al figlio che ebbe nome Gh"l"n-sh"h e gli nel regno. suo successe 78. Q"b"s adunque, fatta, brevissima invocazione del libro, una a principio a Dio,si volge subito al figlio, che, come egli" giunto dicendogli in et" avanzata tutti quegli ha pensato bene di lasciargli libro in un ammaestramenti che gli utiliper la vita. Son queste e quei consigli saranno appunto le stesse cose che dice Monsignor Giovanni Della Casa a principio del suo Galateo, temiam d'essere smentiti) la bella e linda e ma (e non sobria prosa del principe di quanto " migliore del dettato involuto persiano alla nobile del monsignore italiano! Fatto poi un cenno e ingarbugliato il regale con ch'egli originedella sua famiglia, autore, inculcando al figlio le opere sue deve renderle onore, enumera i capitoli del suo libro che sono intorno a lutti i punti del sapere. Perch" non quarantaquattro e s'aggirano in dell'opera discorso. Succedette
,
328
CAPITOLO
SETTIMO
sempliceprosa,
posta s'incontra
nella
non
quale, qua
che
l",alcuna immagine
una:
"
ben
di rado. Eccone
Chi
sen come
va
di Dio e altro non per ilcammino torcia che tanto d'una la fiamma "
ma capovolta;
cerca
si rileva quanto pi" essa chi s'allontana dalla olibedienza dovuta a Dio,somiglia
pi" s'avviva
tanto
ancora:
pi"
^"
scende
Non
tentar
pu"
raddrizzare
con
ogni albero
la
scure e
storto, e
con
ma
i rami
storti Anche
non
la
". pialla
raddrizzati che
aggiungonobellezza al
non scritti, senza
dettato,
tuttavia
brevemente
certa
Essi
colorito in qualche descrizione. non senza dialogo, dalle tradizioni stati toltida qualunque fonte,dalla storia antica, anche dalla vita stessa dell'autore
o
maomettane,
d'alcuno
della
famiglia
si diceva,non antenati. Ma, come tanto occupano sua, fra i suoi gloriosi nella quale l'autore faccia il dettato da diventarne parte quasiintegrante, Raccontasi di frasi ornate e artificiose. pompa lasciandosi che il fatto raccontato parlida s" N" vi esposte. che mostra di favole and"
sono
e semplicemente e
nulla
pi",
racconti d'uomini
concetto
che, se anche
e
pot"prendere alcun
suo con
la narrazione,tuttavia
molto
da
avere
una
come
mussulmano,
sommissione
esse a
sono
aureo
devota
Dio
sentimento
e una
non
felici grandie piccoli, gliuomini tutti, anche nella e sereno animo mantenuto un e infelici, senqjre tranquillo considerazione delle avversit", una e conoscenza praticae profondadel i nobili sentimenti che l'adornano in ogni sua pagina. sono cuore umano, fu tuttavia tollerante assai anche allorquando Che se Q"b"s fu mussulmano, Tra i quali fanno orrore. parl"d'usi e costumi che ai fanatici mussulmani " pur quellodel vino. Ma Q"b"s al figlio usi abborriti, e tutti lo sanno, n" permetterlo, n" vietarlo, e per", di morale, non sa suo suo, alunno nel capo pensando alla giovane et" che facilmente ne trascorre all'uso, danno alla riceverne ammonimenti savi non d" certi undecimo gli per la giovent" e salute e vergogna nel cospettodegli uomini. Egli conosce carit" per s'avvede il modo. che Non vietasse nulla otterrebbe, e per" lascia fare e ne addita s'egli i tempi in cui i poeti mistici potranno son ancora giunti
come
al vino inneggiare
come
simbolo
Omar
Khayy"m,
tici, e gliscetdi protesta contro l'ortodossia, della lecito ad ogni gioi'no lo proclameranno
settimana.
aride
sottilidistinzioni
nell'autore l'uomo
erudito, addentralo
LA
POESIA
MORALE
GNOMICA
329
del tempo. Perch" egli nella filosofia parladi microcosmo e di macrocosmo, e trattando di medicina gira s'age lungamente dice delle facolt" dell'anima,
preziosoper conoscere dell'undecimo secolo principio consacrati alla poesia dell'Era nostra. Peccato! che nei capitoli e alla musica s'intendono pi" e che adoperi certe parole dell'arte che da noi non egli se ci" non non fosse, perch", sappiamo a qualidelle nostre corrispondano,
uomo
per mille divisioni e suddivisioni. Costui " che sa ; per" il libro suo " monumento
uomo
che
sa
parlada
persianaal
molte arti in
cose
potremmo venir
non
quei paesiora
del Kahla
e
al Merzhdn-ndmeh
Libro
di Merzb"n, di
a
aperta
Dimna, fatta
con
disegno manifesto
superarlo.
Perch",non
antico venuto Muhammed
questolibro
anche ilcelebre storico del Taberist"n che fu dall'India, ma del settimo secolo d' di Hasan, vissuto al principio Isfendy"r, Se taluno,savio di mente di cuore, intendimento
diti recon-
storia,dice:
e non giustizia
"
con
di
di polvere di questo libro e le sue sentenze e i suoi consigli, coprir" raccolto favole di le la sapienzadi quel B"dp"y filosofo indiano che ha
sapr"che in questo genere di raccolte i Persiani hanno alcuni gradidi superiorit" sulla gente d' India e anche d'altri e di merito che questo Libro di Merzb"n sia tutto paesi". Dobbiamo dunque aspettarci
Kalila
e
Dimna,
modellato
come
su
veramente.
Perch",
racconto
precedeintorno alla il savio, che qui " Merzb"n, mossero di qualche verit" che toccano capitoli
molto curioso vi
e
morale,
favole
e
le dottrine, al modo
del Kalila
Dimna, vi
son
confortate da
da racconti acconciamente
ora,
recati innanzi.
84. Ecco,
il racconto
d'introduzione,brevissimamente
e
esposto:
Gh"ves, fratello maggiore del gran re Ghosroe An"shirv"n del Taberist"n, come a morire, ebbe venne pei- successore
e Sherv"n, tiglio
governatore
tuttiforti e cinque figli, di gran mente e coraggio, il maggiore dei ({uali, a morte, venne quand'egli invidia e del Taberist"n,non senza di principe glisuccedette nella dignit" eccetto d ei fratelli. P er" la signoria, essi congiuraronodi prendergli dispetto che al regnare prefer" di vivere dedito agli studi. Egli anzi, pregatodai savi di comporre
uno,
e
Sherv"n
ebbe
che fu Merzb"n
nella solitudine,
un
di
norma
di
guida agliuomini
nuovo re
tuttie ai re, gi" s'accingeva a scriverlo, cerc" d'insinuar nell'animo del suo signore
indubbiamente
venire Merzb"n
Fatto allora quel libro e cattivo e pernicioso. accorti e savi ragionel cospettodel regale namenti con fratello, egli, la
a
licenza dal
.3.'}0
c.M'rroLd
settimo
curioso si se pure a questo racconto questa appunto sarebbe l'origine potesseprestare alcuna fede. Ma perch"esso " tutto modellato su quello d'introduzione al Kal"la e Dimna, e il savio Merzb"n che nella che serve solitudine scrive un libro ad ammaestramento dei principi, glia troppo somial savio Bidp"y che scrive nella solitudine per il suo regalediscepolo,
,
non
si
pu"
credere
che
esso
storico.
credibilit" al racconto,
altro non gatosi resta che di porre l'origine del libro a quel tempo in cui,divulla Persia favore la versione d'Ibn incontratovi con e ul-Maqaffa per il libro grandissimo
e non e
di Kal"la
Dirana,esso
o
sempre
felice emulo
suscit" qua e l" alcun animoso gine oriimitatore. Volevasi anche dargli
antica sempre
farlo anzi contemporaneo di quel re Ghosroe che pur illustre, alla mente dei Persiani rappresentava l'et" della loro cultura pi" s'invent" il racconto discende decimo riferito.Il di sopra abbiam l'Egira, al principio del quarto secolo delche dell'Era nostra, ed " opera, come dei princ"pi d" uno Merzb"n, figlio d. E.
e per" splendida,
del principio
l'attestalo storico citato di sopra, di un che fu Rustem del Taber"st"n, di Q"ren, il quale regn"dal 273 al 302 d. (886-91-4 ammutinati.
C), preso e posto in carcere, in ciuest'ultimo anno, dai soldati secondo noi,per dar lustro all'opera Egli, sua, attribu" al libro
tempo di Ghosroe e ne fece autore un altro Merzb"n, secondo noi,non " mai vissuto. Notisi che il nome d" Merzb"n, che, ancora in persiano,non " nome proprio, ma si " nome significando comune, guardiano delle frontiere e corrispondendo perfettamenteper significato " per" da supporre che, sotto e per origineal nome nostro d" Marchese.
questo
nome
comune,
nascondere
il suo
del signoredel Taber"st"n abbia voluto figlio proprioe vero nome, ci" che glidava modo acconcio
il
suo
ad
un
Merzb"n, ad
un
86. Secondo
la
sua
di favole e di racconti. quelle Volle anche tentar la poes"a, volesse imitar Kh"q"n" di cui (^ s" dice ch'egli allora suonava alta la fama recente; poi,dopo molti pensieri, pentitoe s'intende che prediligeva le storiche delizia,
I.A
l'OESIA
MOHAI.K
CNOMICA
331
strada,tolse
e
tradurre
in
e
rozzo
sconosciuto
dialetto Dedic"
era
poco ad Ab"
cadere in dimenticanza.
questa sua
posizione ricom-
'1-Q"slmH"r"n, che
ministro di
e del ministro e del signorefece in principio in Azerbigi"n, regio dell' e le dovute e consuete lodi. Fu tuttavia disturbato nel suo fine dell'opera lavoro dai torbidi che sconvolsero l'Ir"qa tra il 609 e il 614 d. E. (1SISIFI? d. G.) per la guerra tra Uzbek altri due vicini e rivali, e principi dove da s i rend" Ilamad"n, legio, a ond'egli, Ispahan nel colpare abitasse, ilcelebre ministro dei Selgiiiqidi. ul-Mulk, gi"stato fondato da^Mz"m alcuni passidel libro, lettida lui alla presenza dei professori Ad Ispahan, riscossero le lodi pi" grandi; del collegio, e ad Ispahan, lo come pare, egli
fin".Ma di
della nascita
lui,abbiamo
le date
riferitesopra
lo fanno porre al principio del secolo settimo guerra d'Uzbek che " il tredicesimo dell'Era nostra.
dell'Egira
illibro di Merzb"n nella sua prima potendo conoscere ch'esso ha preso forma, ne direni quiil contenuto quale ha in quest'altra fra le mani di Yer"vini. " diviso in nove il primo dei quali, capitoli, contenendo la storia che di sopra abbiam riferita intorno all'origine del di bella e acconcia introduzione. Nel secondo capitolo, dicesi libro, serve del
re
Nik-bakht
che, venuto
entrano
morire, fa
sue
raccomandazioni
da
alcuno
in questo capitolo, narrati o dal re e sono dei figli il consiglio di l'esempio per confortar con Nel terzo, che ha questi.
e un
le osservazioni di moderare i
solo racconto, si
desideri proprii
savio
si espone la filosofia pratica del Ardesh"r. Quattro racconti sono nel quarto
un
Devo
a
dai
piedi di
bue
savio che, nei dintorni di Babilonia,erasi ridotto il savio,disputando,recano innanzi alla corte del
vita solitaria.
11 Devo
quei racconti. Nel quinto, e trattano per quali modi si deve servire un il corte si a e come principe pu" acquistarsene d'un ariete e d'un cane, che, favore; e hanno sei racconti. Il sesto narra avventure e dopo lunga disputa, nella quale si dopo molte e singolari fanno nove la racconti,acquistano signoriasuglialtri animali e fondano
dicono leone,
un
regno
Nel perfetto.
a qual per mostrare tre racconti. Dice l'ottavo dei buoni sono
settimo si dice della guerra tra l'elefante e il leone tristo fine cadano tuttii tiranni e gliambiziosi, e vi fruttidella lealt" e dei tristi frutti
nono e
della
e malignit"
ultimo si
contano l'ac-
avventure
maschio pernici,
molti avvertimenti
storia. a richiesta dell'aquila; e si racconta una pratici 88. Quanto al giudizio che si pu" dare del libro," necessario distinguere cio" quelloche deve dirsi dell'opera fin dal principio due punti,
33:2
CAPITOLO
settimo
quelloche deve dirsi in particolare che chi di chi pi" tardi la rifece. Quanto al primo punto, crediamo di Merzb"n, poich"volle non solo imitare, ma primo immagin" il libro di Kal"la falli la La anche superare e Dimna, quello prova. prova era molto difi"cile veramente, quando si pensiche il Kalila e Dimna, sebbene lontano omai dalla originesua, conservava, tanto come conserva ancora, di quellanatia freschezza che " propria di tutte queste opere dovute a un Cotesto non pu" dirsi del libro primo e inconscio concepimento popolare. di Merzb"n, che " opera rillessa e pensata, opera concepitae meditata da sola e quasi per puntiglio, col manifesto intento di vincere ad una mente ha pur sempre lavoro d'imitazione,l'opera ogni costo. Con questo, come che " quello appunto della imitazione. Ora, gli difetto d'origine, un suo
nel concelto
e
imitatori,e tutti lo
sanno,
restano
sempre
Tal
giudizioportiam generaliquanto al disegno e all'insieme del libro, poich"dell'arte dell'autore in particolare, quanto allo stile e
alla forma, essendo tuttavia la lode Perch" patria.
vanto
con
dire. Non
tacerem
che
come
ad che
male
quellasua
coprirdi
filosofo indiano.
e
Piiferisce intanto
al bel tempo dei Sassanidi sua l'opera ogni occasione che gli si offre di esaltar la sua l'intento
suo
Persia,risolvendosi
la
tutto
in
uno
sforzo di farne
conoscere
punto,
ecco
che noi
ci troviamo
dover
ridire in gran parte quello che gi"abbiam detto per Nasr-ull"h,Nakhshebi classe di scrittoriche e Huseyn V"iz. Perch" Ver"v"ni appartienea t[uesta
quale molti pregisi trovano accanto Une ed elegante " leggiadramente nella maniera a difetti grandi. Per" egli nel vivace di concepiree di esprimere,felicenel descrivere e sua narrare, nel dialogo dei diversi personaggi, o veri o immaginari, onde e spigliato dei primi, perch" la lettura sua piacee diletta. Anch'egli(e in ci" fu uno ha il vezzo e anteriore a Nakhsliebi) a Nasr-ull"h egli" di poco posteriore d'inserir versi, ora persiani, ora arabi, nella sua narrazione, serbando tuttavia una certa misura savia. La quale, a nostro giudizio, qualchevolta " soverchiata da lui nelle citazioni troppo frequenti di passiin ai'abo del ad altro, tolti dal loro luogo per essere son Corano, che, come applicati
amano
lo stiletlorido
artifiziato nel
glia riescono spesse volte oscui'i e intralciano anche il dettato. Ver"vini somiimitatore ([uantoallo stile,e anche a Nasr-ull"h di cui sembra un
come e
e e non
l'eca
due;
tre volte
anche
uno
stesso
periodo. Anche
su
"
le stesse cose per frasi equivalenti, quasi non poco verboso e prolisso,
se non
in
si
fosse
adeguatamente espresso
sua
per" vi
ritorna
volentieri. L
qualcheimmagine
" veramente
stramba
LA
POESIA
MORALE
GNOMICA
333
sebbene di ci" abbia la maggior colpa e foggiata, concepita del pensiero. il gusto dei tempi che richiedeva questimodi e atteggiamenti I suoi racconti poi(o forse cotesto va detto pi" per l'autore primo che per alcuna volta puerili, bene spesso, anzi per lo pi",di ma Ver"v"ni)sono acuto e di signil"cato come senso profondo,tolti, sono, dalla vita dei bruti non solo, ma anche da quella degliuomini, spesso anche dalle credenze e dalla vecchia mitologia iranica. Molti poi toccano alcuni principi popolari del tempo dei Sassanidi, che " il tempo al (pale, e alcuni personaggi l'autore tien rivolto lo sguardo. Nel nono manifesta, con predilezione anche come alcun suo racconto che daremo ti'adotto mostreremo capitolo si trovi tale e quale nel nostro Novellino. nell'appendice,
e
r"devol mente
90. Come
che
gi"altrove
abbiam
viamo tro-
intento morale questi libri di racconti con pi" si sempre loro discostano dal modello, permettendosiogni autore ogni maggiore libert" nel disegno dell'opera Omai c'" pi" non e nella scelta dei soggetti. che il giudizio dello storico della letteratura che vegga in queste opere di quella di libri che fa capo lontana e degeneratapropaggine una famiglia al Kal"la
e
In questa classe trova il suo posto, a nostro Verziere sta nella classe di dal Tesoro dei
mistici
di Niz"mi. E del Roseto quiappunto misteri, dovremmo in altro capitolo parlarese non ne avessimo gi" fatto cenno anche assegnato le ragioni di cotesto. Anche il Giardino dove abbiamo di Gi"mi, in questo paragrafo di primavera, e nel luogo che il tempo suo dovrebbe di Gi"mi diremo in un capitolo ma essere ricordato; gli assegna, farem conoscere anche il perch". a parte e ne 91. Viene primo, perci", in questa lista di novelli scrittori un rato letteche ebbe il merito di comporre e critico di professione per il primo
una
disceso da
e
Muharamed Aufi. Egli, suo paese ed ebbe nome della fatto suoi studi a Bukh"ra Transoxiana, aveva famiglia vita nel tani, percorrendopaesi lonviaggiare,
speso
la
in
finch" si ferm" a Dehl" in India, a servir principi, poi s'era messo lltatmish della casa dei Shemsidi,che regn" dal 607 corte del principe d. E.
al 633 l'anno
non
si
conosce
n"
di nascita, ma
che nel 617 d. E. (1220 d. C.) scriveva la sua viaggiava, dedicandola al ministro del sultano N"sir
storia letteraria,
Qub"ceh
signoredel
diato asse-
vi si
quellostesso anno, la citt" cadde in potere di costui e l'infeliceN"sir ud-D"n, fuggendo,perinelle acque di un fiume, Aufi dedic" compiacente al ministro d'iltatmish,che fu Niz"m ul-Mulk Giuneydi,l'operadi racconti di cui ora ci tocca di parlare, gi" Anche avanti cominciata da lui per quel suo primo amico e protettore. poi,in
334
CAPITOLO
SKTTIMO
s'ignoral'anno di
92. Tacendo
alcuna
si pu" probabilit",
cio" l'Essenza pura dei cuori, direni dell'altra opera che Lubcih ul-alhdh, cio" Raccolta di pure ha un titolo arabo, quello di Gidm" ii"-l""xi"y"t,
in cui l'autore fa introduzione quale, fatta precedere una del principelltatniish e del suo ministro e narra dell'assedio di l'elogio Bhakar a! quale si trov", si divide in quattro partied " una pedia enciclovera
novelle. La
tra morale
" la molteplice
son
natura
dei molti
aneddoti che
vi si raccontano.
e
Perch"
essi
toltidalla storia
religiosa,
mussulmani, dalle storie degli antichi profeti di Persia e dei Califfi, di re, di ministri, e riferiscono fattie sentenze di re di di favoriti di medici, di principi, di astrologi, preti d'interl"losofi, capitani, Tutto cotesto si contiene nella prima di sogni,di musici, di poeti. di modestia, di parte, intanto che la seconda racconta esempi d'umilt", di clemenza, di bont", e la terza ne ha altrettanti d'avarizia, d'invidia, ambizione,laddove la quarta abbraccia tutto ci" che nelle tre precedenti
ha potuto trovar posto. Per" vi si dice dell'utilit" del servir principi che danni d ella dei ne e poi parlasi provengono; speranza e del timore e dell'efficaciadella preghiera, narransi curiose avventure, e si discorre
non
dei
anche
di
e geografia
di predizioni. talismani,d'auguri,
93.
Veggasicosi
s'" detto
,
come
quest' opera
conserva
secondo qualchecapitolo
tuttavia d'assai, argomenti toccati, dagliantichi libridi per la natura degli favole. Quanto poiall'artedello scrittore, rezza non possiamo avventurar con sicuinedita ancora, tutto giudizio qualunque,perch",essendo l'opera ci" che fin qui da noi n'" stato detto quanto al contenuto, " stato tolto del Rieu, mentre dal catalogo abbiam non potuto leggerne che un solo dal Salemann nella lingua originale, racconto, pubblicato quale darem
un
abbiam
quel poco adunque che con cognizione certa ne possiam sembra scrittore abbastanza Aufi ci esser dire, semplicee naturale, di
una non
naturalezza
cercate
con
volute ad
una
arte,
sua
esser pacata e serena, propriadi tale che per ilprimo, nel suo paese, immaginava e componeva richiede pi" giudizio storia letteraria. La (juale che immaginazione, una che di criterio di slancio anche mente quando alcuno voglia cuore, pi" tenersi lontano da quella grettezza e da quellamiseria che son proprie di certa critica letteraria dei tempi nostri. Sotto ilqual rispetto, Aufi " sebbene storico di letteratura e critico, molto da lodare,perch", seppe
natura
certa
336
CAPITOLO
SETTIMO
componendo questo
Saadi.
suo
Giardino,ebbe
a
in animo
con
d'imitare il Roseto
di
Perch", trovandosi
discorrerne
casa
paterna, presenteil padre, egliosserv" che il Roseto,anche con tutti i omai opera troppo conosciuta all'universale, suoi molti pregi, era doversi
tentare perci" padre,Muini
alcun
che
di
nuovo.
Di che avuta
calda
non
esortazione
dal
a
si accinse
che all'opera
eglituttavia
d.
pot"
condurre
(1334 C). di piet" paridi Saadi fu uomo grande, " opera che raccontando aneddoti ha un alto intento educativo, e si divide in ciascuno, in sette capitoli qualche punto di morale pratica. per trattarvi,
termine d. E.
96. Il Giardino
Per"
vi
sono
favole
successivamente
del modo e della circospezione, precauzione nella compagnia degli altri,dell'amore e dell'affezione, del modo di e d'ammonire, della generosit"e della misericordia,della consigliare della utilit" della vita solitaria. Essa, modellata sul Roseto
essere
e
di Saadi
come
si
pot" che
inferiore al modello
riserbandosi d'intercalar qua e l", talvolta allo stile famigliare, secondo il o persianoo arabo, per ribadire ci" che ha detto costume, qualcheverso
prima,o
in
per colorir
senso
racconto
pu" anche
dersi inten-
e mistico, come allegorico quello del giovane che, tutto della Mecca e l", e azzimato, va al pellegrinaggio leggiadro presso i luoghi d'amore in istato miserando e quasi forsennato. sacri,muore 97. Anche Huseyn V"iz, il celebre autore della pi" ornata e splendida versione persianadel libro di Kal"la eDimna, tra le altre opere sue ha un
libro di morale
e
dove, per
e
mezzo
di brevi
esso
illustrano savi
Akh"dq
Mul"sini,
del suo Pregi della beneficenza,e Huseyn lo compose per il figlio Gh"zi chiamavasi Ab" regal protettore,Ab" '1 Rayqar" di Her"t, che il tolse che in dal arabo '1-Muhsin, Muhsin, qual nome significabenefico, I l occasione al titolo dell'opera. giovane Ab" '1-Muhsin era stato egli al governo dal padre,eglierasi presenmandato di Merv. Richiamatone tato obbediente; ma poi,col fratello che era stato prepostoal governo di Abiverd, si ribell". Fu vinto
e
cio" i
condotto
Merv
laddove
il vecchio
padre gliperdon".Accadeva cotesto tra il904 e il 906 d. E. (1498-1500 d. G.),ma prima di quel tempo, cio" nel 900 d. E. (1494 d. G.),il nostro di cui ora diciamo, condotto a termine l'opera scrittore, gi"vecchio,aveva
dedicandola all'animoso
di
s" le speranze
le consuete
di Maometto e dopo lodi,a principio, profeta, del regnante Ab" menzione '1-Gh"zi,Huseyn, in
a
questa nuova
e ne
sua, passa
dire del
Ab" giovaneprincipe
'1-Muhsin d'alto
elogioin prosa e in verso, con splendido e termina con significato, immaginipompose secondo l'uso,
tesse
sentenze
la breve intro-
LA
POKSIA
iMORALE
GNOMICA
"
.VM
dei suoi quaranta con la lista e i nomi (cosainsolita veramente!) trattano dei diversi doveri che ha ogni uomo, Questi capitoli capitoli. di s" e verso degli massime se principe, verso della devoe toccano altri, zione della preghiera, della gratitudine, a Dio, della sincerit", della del contentarsi del proprioslato,della rassegnazione, e di tante pazienza, dazione altre belle morali. qualit" Vi si
e
narrano
dietro
ragionamenti plici semHuseyn altro non " che manuale di morale pratica, scritto per un giovane,senza molta preun tensione letteraria.11 dettato, " semplice; e gi"si " detto, l" ma e ne qua monotonia che " la severa non qualcheverso rompe sempre dell'autore, " tolto in d a altro ma prestito qualche Saadi,H"fiz. I racconti poeta,Firdusi, volte " volta la son uno puerili, qualche copia dell'altro, spesse mutati soltanto i personaggi, toltiin gran partedalla storia, e sono da ma
chiari. Dal che si vede che d" quest'opera
di
quellatradizionale
avvenuto in
tutta ad aneddoti
pi"
nota
anche
nell'amministrazione del regno ha fatto qualche volgo quanto d'importante di generazionein generazione principe, saperne tuttavia e tramandarne certi minuti della vita privata che assai particolari l'indole intima e la natura. Di questa specie di pi" ne fanno conoscere racconti trovasi in questo libro di Huseyn copiagrandissima, del come, assai in di simil genere. Ma Huseyn tutte queste opere resto,se ne trovano vecchio scriveva il Ab" tra era e per", gi" quando '1-Muhsin; giovane per invano si cercherebbero in queste e tra per l'et", per la natura dell'opera il pagine la ricca immaginazione che al suo bel tempo rinnov" di pianta vecchio libro di Kalila e Dimna, la lingua e quella splendidamente pomposa forza nel descrivere e rappresentar tante e tante cose che a chi legged" le quasi vertigini. fatti e piccoli certi
dagli antichi libriindiani venuti in Persia al tempo dei Sassanidi, altre e quelle mettendosi via hanno ancora che, diversa, qualche per pur con quelli lontana. Ma il delle di raccolte di aneddoti vezzo dusse consomiglianza segno anche pi"in l" certi scrittori s e non dimenticato, ; perch", sempre almeno molto spesso, ilfine propriodel racconto che " l'istruzionemorale, del solo narrare, e avendo quasia noia quell'arte essi si appagarono fina Nakhshebi che fece belle le pagine di e di Huseyn V"iz,si ridussero ad t utta e una e per" umile e pedestre, semplice piana, esposizione prosaica, dei fattida raccontare. Riguardo ai quali si pu" dire che essi li tolsero l" dove li trovarono, di qualunque natura fossero, riuscendo per tal modo di narrazioncelle, se pure, per un certo rispetto a una dovuto, enciclopedia si vuole assomigliar non queste opere a quei libri che da noi vanno trivialedi un milione di frottole. Ma, fino a tanta basattorno col nome
22
"
che
discendono
direttamente
Pizzi, Storia
della
poesia persiana,
voi. II.
;J38
sezza
non son
CAPITOLO
SETTIMO
riusciti n"
sovente
personaggimolto
terato letcrediamo, da Aut". Perch" Aufi,uom forse il di ed erudito molto, come diede, primo, l'esempio per di racconti,cosi vi port" per ilprimo quello una enciclopedia raccogliere stile semplicee che in quasi tuttisi e pedestre, piano, quasifamigliare le Sedute d" llam"di parlano d" mille cose incontra. Anche diversissime; Sedule dalle famose ai'abe di Ilar"ri, direttamente discendono ma esse " ci" detto delle quali, sono e dall'autore, una imitazione; e il fine pur la perizia dell'uso dell'uno e dell'altra opera si " quello di mostrar con la persiana e delle due l"ngue, quanta sia la ricchezza, rispettivamente, l'araba. S'intende
Aul" in questo genere particolare ha fatto scuola, dal trovarsi che esso, in questinuovi libri di cui ora assai brevemente diremo, " sovente ricordato e anche qualchevolta arditamente e impunemente derubato. di figlio Huseyn V"iz,ma del quale non ebbe u" l'artedi scrillore n" rimmaginazion l'opera deldi poeta. Della vita sua poco sappiamo, eccetto che dalla pi-efazione f ra stenti che si mille l'anno 9o9 s" ricava e pericoli, egli rifugi" ad Iler"t, nella montuosa d" prigionia d. E. (1532 d. C), dopo un anno da quel principeche accoltovi a grande onoi'e del Ghargisl"n, provincia Safi della casa dei Sh"ri. Per il suo regalprotettore, Sh"h Muhammed era il titolo condusse a termine l'opera,gi" incom"uciata prima, che reca nella cio" le delle Delizie arabo di Latd"f id-tavdlf, genti,e quale, in classi di in istile secondo altrettante piano e persone, capitoli, quattordici aneddoti che mille mille racconta Maometto, e risguardano famigliare filosol", medici, poeti.Arabi del santi,re, ministri,preti, personaggi ai ghiottoni, ai parassiti, ai ladri, agli deserto,discendendo lino ai bulToni, abbiam veduto anche ai ciarlatani. Tutto cotesto gi" nell'opera impostori, titolo s'intende dal dal fallo di e Auti. come suo di gi" L'opera poi Sal", ha per fine noto, averla egli composta per trastullo d" Shc"h Muhammed,
vi s'incontrano n" Per" non l'ammaestrare. il dilettare in genere, non n" dispute,n" prediche, e i racconti vi si seguono senza ragionamenti,
poiche
innanzi
fu
interruzione 102.
alcuna.
un
Anche
Muhammed
di
Mag'di,
favole
la
ond'egli predilezione
lasciato
raccolta
ampia di aneddoti,di
cio" l'Ornamento ul-mef/laUs, in cui tuttavia una encicloped"e, degli amichevoli delle conteiuito somigliatanto al contenuto il racconto, e il suo prevale in gran altre fm qui ricordate,che il riferirlosarebbe ripetizione inutile, cita tra le sue fonti, parte almeno. Anche Mag'didipende da Aul" ch'egli si delle nove intanto che qua e l" alcuni cap"toli partiin cui l'opera divide, Aut". Della vita di lui nulla sapd'alcuni altri di recano gli stessi titoli
sotto di racconti,
il titolo arabo
di Z"net
ritrovi, "
delle solite
LA
POESIA
MORALE
GNOMICA
339
piamo,
tempo
materiali
eccetto
una
data
che
"
il
1004
d.
E.
(1595
a
d.
mettere
C),
in
nel
qual
i
egli, per
raccolti. Un
desiderio
degli amici,
incominci"
ordine
103.
Rieu aneddoti
e non
Miihammed
conoscere
Segi"vendi
col
soprannome
a
di
Ilubbi, del
a
quale
molti
il
sembra
solio
l'et", si pose
settant'anni
raccogliere
Racconti
ma
Hikdi/dt
slati
ag"b
in
gharib,
cio"
gliosi meravieziandio
e
peregrini.
alle
essi
presi
parte dalla
molti anche di
storia,
alla
molti
appartengono
fiabe
storie per
romanzesche,
mitologia
alle
popolari,
intorno cio" in Saadi d'India dal fu
e
come,
esempio,
la
dispula
Ricordiamo opera di
Salomone
ancora
coll'augello
il DaMst"n S""mi sfida che che
avuta
S"mnrgh
khlrad,
compose emular storia
alla
predestinazione.
della
i
la di la che
l'Educazione
mente,
per
Muhammed
a una
ottantacinque
nel
in
giorni "
modo E. ed in
e una
rispondere
di
Roseto.
raccolta
aneddoti
toccano
ispecial
1118 d.
quella
(1657-1706
ebbe India. alti Si
sono
dell'imperatore
d. uffici divide di che S"mi
Aurangzib
regn"
che
101)8
al
C),
di
composta stato,
in undici nel
dall'autore
1135 d.
e
personaggio
C),
vi si ad
E. i
(17'2-2 d.
versi fare che anche
capitoli,
come
leggono
nel
l"
riferiti,
secondo
stesso,
afferma
volle ultime
Saadi
Roseto
egli
nelle
pagine.
lOi.
arabo di nel
raccontano
poniamo
Nav"dir
1151 molti d. E.
e
qui
in
ultimo
l'opera
cio" le divisa che
di
un
Ab"'1-Fath,
delle
che
hall
titolo
posta com-
un-miq"l,
(1788
vari d.
Meraviglie
in ventidue la vita
tradizioni,
C),
capitoli, nei
di
un
quali si
tenenti appardi il
aneddoti del
toccan
personaggi
tardo
ai
ceti
pi"
di
differenti
popolo.
genere
tra
a
"
che altre
ancora
esempio
dopo Aufi,
quelle quale
E
aneddoti
d'ogni
son
venute
a
citato
dall'autore anche
le
fonti di
cui
egli ha
addietro
attinto.
qui
ci arrestiam
oscuro e
volentieri
e
costo
lasciarci di per
a
qualche
di che
altro
misero
goffo raccoglitor
soltanto per
di
aneddoti,
e
favole
novelle,
altrove da noi
perch"
abbiamo stessi ci
gi"
anche
troppo,
abbiam
eccezione i limiti
ragioni
assegnate,
avevamo
superato
che
principio
imposti.
APPENDICE
O
ALLA
GNOMICA
POESLV
MORALE
A.
POETI
GNOMICI
I. Firdusi. Il
Libro
dei
]. Avvertimenti
a
di
re
suo
f"fjlio Sh"pfir.
ilisettant'aniii ed otto,
Poi che
son
che sempre, in Palafreno resilo, molto ben, ti reca di malizia Anche ingannatore. Ella " destriero mansiieto,
morte
Il tratto
talvolta
quale
foglie,
Ratto conohhe,si ch'ei f"' precetto l" venisse. A lui consigli Che Shapi"r Diede
Per l)ont"ch'egli ha in cor, leva la testa. Deh I sappi, o tiglio mio, ch'est" fallace Dell'uoni dimoia
non
mantien beato,
quelle
Senza grave timor,chi vi discende. Ond'" che tu ti guarda alla persona, serbando di saggezza, ratto Pregio che a misero fine non voglia i tuoi di. Che se il monarca Approdino Che tu Loda la f",come Fede saranno e sorelle insieme
sovrana. dignit"
parole
Come
Se pur discerni dalle cose indegne Cose che hanno valor. Di mia giustizia
io Con la vindice spada,
terra l'ampia
valore rispettai
me
Che regno e f" cosi fra lor son saldi. Che ben direstiche si stanno accolti
Sotto
a un
X di nobile stirpe.
soggetto
regal seggio
fede
in
giusta via.
Non
resiste la f",n"
la dolce vita
gran
Potest"
Ma
son
scemava;
come
travaglio
due
drappiinsiem
a
fra loro
caddero stille Qui da noi si port", tesoro Del sudor nostro, ma il regal Fatiche S'augument". Or
son
e
innanzi posti
chi ha saggezza.
godimenti
dinanzi
paragrafi3, 4,
31-3"
del
capitolo.
della
APPENDICE
ALLA
POESL\
MORALE
GNOMICA
si
comporta,
e
questadi
quello,noi vedeinnio
Che
son coppia
L'noin che ha f",di questa Oprecagione. il vita E quella frutto coglie, ratto
Ch'egliahbia
senno
buon
e consiglio;
mihr
suo
'^
[quando
Sia custode alla f" prence sovrano, E fede e prence chiamerai soltanto col Di fratelli
nome. core ^
il re saggio
sovrano
Ove
poitale
degno?
suo
E queirispose Di fede ricco, odii chi regna, guarda : Il re, che il trono Che tu non chiami cotest'uomo n" saggio Adorna e forza da fortuna assume.
se
alcun soggetto
a re
Se
giusto egli", se
"
di buon
nome,
tutto
sue, giusto, Ottiene il suo des"o nell'opre In sue parole. Disse ancor : Nel mondo Chi va ihdente e sventurato e spoglio SI benedetto e parlator facondo? ei dicea, E queirispose: bel frutto? Il " Se tu osservi, D'ogni primasostanza
ch'"
"
Alla giustizia " fede in Dio Di E cade per regal seggio primamente per monarca chi "
".
Grandezza
;
[povero
Di
rea
tre cose
natura.
Ei
non
ingiusto,
Des"o Nel
Poscia E
su
E disse: Deh ! chi " mai lo sventurato si dee per la sua doglia pianger : Il dotto sempiterno? E quei rispose Cbe pallido sen va per l'opre sue
"
ogniamor
suo
Su cui
In
Stendi,
Stendi,
0
la mano figlio,
e grazia
belle all'opre
Triste e
malvagie.
"
?an-
Di le', di
Perch"
non
mai
su
[cora
in
augumento?
amore
che mai
Che
rea
[dunque,
Disse dolce ? Invero " l'uom pi" chiedendo, dee
su
Per le monete
Che
se
il
monarca
Ha di tesori cupidigia, ei mena De' suoi soggetti la grama persona A tristo faticar. Ma il suo tesoro
L" si ritrovadel colono
si Pianger
Cosi
: Guarda rispose
triste parole
pio
Dov'" pure il tesor. S'anche per lui Saran fatichee gravi il sire stenti,
Guardiano
Del buono
esser
dee
d'ogni
tesoro
[chiesta consiglio
"
Anche
un'in-
recando agricoltor,
al frutto
fatica.
tu sii perch"
Chi pi" assai lamaggior speme? orecchi suoi ascolta e pi" Disse, per gli del mondo Parlar de' saggi. Il principe
"
ecc.
del
capitolo.
"
Il savio
B"zurc'mihr.
342 Anche
APPENDICE
ALLA
POESIA
MORALE
GNOMICA
l'inchiesequali son
o
novelle
Ha mesto
E chi Il
il cor?
"
Chi
non
"
Di buona sorte
in via di malvae;ia,
ei saggio, [disse,
re
chiedea d'un
con
cor
dolente
mesto
Di talche siede In E
suo
afl'annoe duolo
Il cer"bro pur sempre. Oh! se le cose Che altridicendo va, son della terra, Davver! che sia non In altra vita !
"
so ^
l'altra dimora
disse
a
Disse
Chi mai
Kisra
lui:
essa
Cosi
: Loco rispose
si dispera, anche se grande d'ognun ha buona faina? Disse: con Egli poter Quei che cadea da loco eccelso, e restagli
"
L'inclitosuo Accorto
iiatal.
"
Dimand" D'alma
allora
serena
^'ushirv"n2: Principe
in questaterra? Senza alcun nome e pi"saggio e senza e degno, gradito pregio, s'accresca onore suvvia ! perch" e d'amore? Dillo, Degno pur anche di piet" ei rispondea, Il saggio, ei rispondea, L'uom che ha molte peccata, Per sapienza. ed esperto. Senza possa e colpevole Il vecchio saggio, memore e meschino.
"
cor
la pace,
Inchiese e disseancor
Dimmi
tu ilvei'o.
Ond'ei sempre
Per la
in s'aderga
"
la persona
De' casi intravveduti oh ! chi si pente? Il saggio Quel re rispondea: Che al di del
suo sovrano
Colui, rispose.
ed oro tranquillo
"
Ed argento cosa, possiede.Oh! per qual noi? Chi lodi Il re chiedea, avrem dunque
Negra
corona,
"
Colui,
fu
Pentesi
e
bisogno
Quei
Verso
si che
molta grazia
"
benefici
e
brama
l'ontae il sentimento
s'avea. ingrati
Richiese
e
disse :
sono
Dell'invidia nasconde. E
senno
di cui
[pregi
Deliamente congiunti e insieni contesti, Qual cosa ben sai tu che rechi frutto Alla persona ed abbiasi valore Ouand'" salutee forza D'ognuno alcor?
"
in
su
dura ; e il saggio Per pazienza ch'egli Cosi diceva: E quegli paziente ch'" mesto in core, perdea, sole in alto come Eppurrisplende " paziente Il suo consiglio. ancora suoi sen va contando. Quei si che i giorni Che la speme Poi che ad opera
ilre Dissegli
:
soltanto Nella persona, ei rispondea, il cor dell'uom. Se cade Cerca sua gioia In alcun tempo la persona inerte Per tristomorbo, ogni desio del Si
a volge core
dimandar
forza
:
salute.
ei die la ingente
mano.
Inchiese e disse
ancor
Qui ci dichiara,
pi"grande
"
si che per sua tristezza Pesa il dolor, Stanco sen va del viver suo? Rispose: L'uom
e speme Quei che cadea da regal seggio
si
tutti
franchigia
Tutta
di sua perdea
re
foituna.
"
Ancora
Da
Il gran
dimand":
da
sentesi bisogno
del
il glande.
344
APPENDICE
ALLA
POESIA
MOnALF.
GNOMICA
Inclitore, deli I sia inai sempre Primavera novella il tuo bel core ! Ma
il servo
(jiialc
Di
che si cura
sua
trova
in teiTa
ama,
doglia.
non
Oh!
che
ve-
Dio,saggio, e di Dio
E Kisra disse:
sovrano non
di cui quaggi",
pi"eccelsa
muove
miglior
aver
cosa
dell'aver comando
cosi disse al
in
cui
sue. parti
Tale vedrai
Le nubi fosche la La
man
F^ppure
mano
e quale Meglio Cosa " migliore a prender indugio? per E governar lo sdegno. Disse in risposta:
sinistradalla destra
non
te
pur
anco
Disceniere ei Umil
terrai Vigile
Che il cieldestina. Altri favellaintanto del ciel sublime ed alto, volgere astri e del come e del quanto degli lo stesso cielo Con dotta lingua. Eppur, Alla sventura lo sospinge, e parte Che gli assegna la sorte, " turbamento, " tumulto di cor. Quale sai cosa, Del Parla
"
L'anima sempre, industria non porrai Ad opre triste fin che avrai potere. la vendetta, Abbandonando assunta
Buona L'anima
speranza,
dovessi Per opra mala cogliere via Frutto giocondo, gitta quelfrutto,
E ti ritraicoll'opra mala lungi !
Il re
E
Grazia " questadi Dio, signor del sole E della luna, ch'io mi sciolsialUne Da Bnznrc'mihr
e
Per
dal
suo
re
sovrano
I^
di biasmo nemico
e suo
di vergogna.
3. Uhm
d'avvertimenti al
di
re
Choarue
Si che ciascun
l'appella? Il prence avaro, ei rispondea, che liti Ancora crucci reca agl'innocenti.
aliosuo. fi
^
tu
leggiintanto
anima
"
vi
guarda
uman
Che
non
ha verecondia
non
in dir
parole
pure
Voce dolce Di
ha.
Vergogna"
all'ira s" che proni vanno quelli Ogni meschino soverchiando. Ancora
Dal nobile
seme signor,
al Grandissimo,
cui
cenno
ed opi'e Prence del mondo con giustizia E la menzogna cosa vile e trista, accrescitor possente, Senza virt", nell'uom regnante e in ipielloEgregie e bielle,
Che
si vive tapino
cosa o
senza
frutto.
Senza biasmo
del d'altrui,
e
suo
tesoro
in terra, qui,dicca.
de la gloria
manifesta? d'essa
fa
e intanto usbergo e vaga. pi" l)ella
si sapiente
sua
Serto
Cdie
Gliosroe.
paragrafi31-34
del
capitolo.
di Chosroe.
APPENDICK
ALLA
POESIA
MORALE
GiNOMICA
3i5
i^raiidczza ;
e
prence
nobile llorm"/.d,
cura cose
stento
altrui.
Al tuo tesoro,e per tesocd altrui Sii tu contento, se travaglio e cura Anche
n'avessi. Tutti in bella pace Sotto al tuo schermo posar d"nno,schiavi E se qualcun Sian elli o prenci. leggiailra
Intanto,
In
al di beato tu compensa, felice, Opra ti fa,quell'opra astri in cielo. E se male egli muovi Di Khord"d, col favor degli fa, pur anco che d" luce al mondo, L'armi in battaglia. Che se in terra Con lietoaugurio
un mese
mai
L'aurea Ecco!
corona
figlio,
e
gi"pongo,
anch'io giorno
L'ebbi dal
Anche padre.
ripeto dico
Benedizioni che su questoserto Tu intanto Qob"d illustre pronunci". del mondo, sii, Vigile governator offesa altrui, e senza e Saggio gagliardo Accrescitor di sapienza, in Dio all'alma tua Fidato sempre, ch'Egli Ad che dir sapea (iuida " costante. uom, anni antico che degli Parole egregie,
in Dio Era ed antico in sapienza, Si dimandai,qualedi noi vicino
Tu
va
cercando
di, benedizione
ancora sapienza
le contese
avvinci
Se pur vuoi che dal mal nulla ti tocchi Offesa grave. Caro t'abbi e sempre
te
la vita
sua
qualscudo
aver
contro
al tuo nemico.
e
A Dio Pi"
"
e chi s'avesse a Dio pi"fosse, ilsentier. Cosi rispose: espedito ti scegli, tu brami ove Sapienza
prenci
Che ilserto
pi" d'assai
ma
D'ogni altro in
Ad altri ancor
terra,
tu
fa
gradita
l'alma tua,
Per
sola sapienza
suo
il tuo corpo, caro il serba. Mai far ricordo per nessuna via
non
Degno "
il monarca
del
trono, e
ha
o pregio
nascimento
non
Esser possa vincente in (juella tua Sorte propizia ti dimostra. e saggio Deh ! mai
non
A talche grande.
non
ha
pregio,
di guerra
la terra jxii
patti avvolge,
vorrai,non Ritoglierle
in Quell'armi
tuo
le dar"
due
cose
incresciosea te verranno
tue porter" quell'armi
incontro ;
queisi
altri degli
Nella
dicendo, e
giustizia
Operae
Lieta
e
Allora imprese.
Veramente
Lungi ti arresta
E
non
da
temi. periglio
cor
tuo
ricerca,
attorno Menzogne
voltar la lingua non In alcun tempo, se pur vuoi che luce abbia da te. Se alcuno Seggio regale
soltanto ne
l'aspetto
'
Giustiziae
346
APPENDICE
ALLA
POESIA
MORALE
GNOMICA
Ascolta sempre di colui ch'" sperto, lo sguardo '1corcairuom pio, volgi Volgi A nostra fede, che sovente Contese
Entro
e nascono
Avicenna.
vittoria.
spendi
Gloria
grave
e
misura
tuoi,
e
lode
Dio
e
in Non accotrliere
rancura
tuo quel
tesoro,e intanto
leggiadre all'opere
ilcielo e dona ai viventi il pane quotidiano eletti e agli ; benedizione ai profeti all'Elettodi Dio saluto! facciagli
"
modo vuoisi dei re, che sol de' giusti e in ispecial Che tu sii del drappel. Tocca re ingiusto benedica Iddio e
e
i; lo
Al
Maledizione,
Biasmo De'
re non
tu
giustizia approva.
Dove
son
ti cercar.
re
mai
dei
le fronti incoronate
e
erano
E ildiadema E i
dove
son
que'prenci
An"sb"rv"n giorno,
g
raccolga
(E basta ci") di
In ricordanza
una
alcune sentenze
ma
nella espressione,
tali che significato grande, vita alla siano profittevoli Non resta per alcun la vitabreve. presentee alla Ab"zurc'mihr domand" lospazio Or tu, per lieve cosa, oh ! non vorrai futura. Che sangue versi alcun,che alla battaglia d'un anno sentenze e alla e raccolse queste di Libro della vittoria Esercito si avventi. Ecco! tu guarda raccolta pose nome A questolibro mio d'ammonimenti. Au"shirv"n. Al quale rec" la di e presso citt" Non avvincendo a (juesta vita breve una essa ond'egli aggiunse piacque, che (pielle Il fragile ai feudi del saggio tuo cor. Per questo libro e comand"
parola ; incolume
di
"
te
sentenze
Si ti volliadornar
sapienza; Ond'" che per consiglio di Colui, Sire del sole e de la bianca luna,
te
egli poisempre
le tenne
con
s"
il
lettura di
Lungitienida
Nella notte
e
poterdi Devi.
a te giudice cor.
adunquesciolsela lingua
del maestro solito giovarmi
mai chieder" la
"
disse : Io
era
stesso tu
in
su
Che
se
lasci
la terra,mai
d(d
nome
tuo
grandezza.
qualeio
Tre cose,
e diceva,
sono
Alto
Al tuo
questaterra amica Questo ciel rotante, conforme sublime,volgasi alcun ne terra desio, per l'ampia
e
d'animo, ricchezza
" "
Io domandava:
"
Le faccende mie
che per s" stesso ne sia A tale, diceva, domandava Io : " Di chi inai degno".
"
Vadasi per te mai cruccioso e mesto l'inclito volume scrisse, (iom'egli Pose nel Tremando
suo
mi terr" sicuro?
"
"
"
che
:
non
"
Io domandava
un vero
Qual
"
cosa
assai per
questavita breve.
paradiso?
"
"
Impararsajuenza.
di-
del
(1) Maometto profeta. (2) Il re Cliosroe della casa dei Sassanidi. il savio. Si badi che Ab"zurc'mihr (3) B"zurc'mihr B"zurc'mihr. nome persiano
"
forma
alquanto
arabizzata
APPENDICE
ALLA
POESIA
MORALE
GNOMICA
347
ceva,
in
".
"
cose
: (.(
di Dio
Quale
: " ". gente? tile? inuora " che siala pi" Io domandava: " Nella vita, " Quando quale ". pregi prii i n cui alcuno Diceva: in Quell'ora " amico alcun ". non si presenti degno, qnal e non disfarsi di Ini? ". maniera bisogna pu" far del bene secondo giustizia Fra i Io domandava cio" col recarsi lo fa " : Per ". diceva, tre precetti, " cose, si vuol tenere a vile? ". col non domandargli qual non raramente a visitarlo, precetto il primo " il alcun Diceva: " Tre precetti: col non chiedergli mai come stia, egli il sefaccende di Dio Le condo e glorioso, Io domandava : a favore ". possente precetto il terzo " il dei saggi, " il precetto dalle opere nostre o nostre son governate Io del padre Le opere, diceva, e della madre ". son dal destino? ". precetto domandava : " Qual " la vitamigliore? Io domandava ildestino ". ". che mnovono qnelle scioltoda L'esser gliore, miDiceva cura Nei " : cosa ogni : c( qual'" giovani dava: Io domanbella? " e la sicurezza dell'animo ". cosa e nei vecchi qnal'" pi" la il " la morte ". Qual diceva, pudoree " peggiore? (,( Nei giovani, Io domandava : " Qual nei vecchi il sapere " In povert" ". dell'animo, grandezza Diceva: "." Nel comdomandava: piacimento Io la " moderazione ". la ". migliore? e di Dio grande e potente ". che io mi guardi perch" " Da chi bisogner" che " domandava Io cosa Diceva: " Qual salvo? " : quella ". Dagli possa esser Diceva: l'amore? " Quattro che sono ventati di". uomini adulatori e ignobili distrugge i lfarsi nei l'avarizia viglia meraIo dimandava : " Il gericchi ". cose: grandi, neroso la che nei di alcun taleche Diceva : a Quel chi " ? " saggi, svergomostrandosi generoso ne godedi cuore scnatezza nelle donne, il dir bugia negli ". Io domandava: a Qual cosa uomini ". cose Io dimandava : " Qualisono quelle uomini? " che manda a male le faccende degli che la gentecerca e nessuno perfettamente ".
"
" " " " " "
dava
"
" ilpi"dannoso? ". altri, qual si vuol a Quel biasimo che non
Diceva:
tener
scosto na-
alla gente
Io domamlava
"
"
"
"
"
"
"
"
"
"
"
"
"
"
"
"
"
"
ritrova?
"
"
Diceva
: "
Tre
cose ".
:
"
la salute, Io
in
".
"
Diceva:
"
chiatori ".
"
Diceva
somma
"
Diceva
".
Con
la scienza della
"
dine gratitufar" io
".
" la
Io domandava:
Che
d'ognibene
alcun
"
Io domandava:
"
C'"
non perch"
"
Diceva:
Diceva
Mangiar poco
"
dormir
,
"
Io domandava: che vuol gratitudine ". Quellagenerositc" poco ". poco, parlar savio? ". uomini qual" il pi" Io domandava : n Quale " quella cosa (,( Degli che Diceva: " Il il sapere? Diceva : " Quello che accresce ". parlapoco, ascolt" Io domandava: Io domandava: " Qual assai e sa molto ". dire la verit" ".
" " " "
cosa
"
d'animo ? " " che " segno di grandezza Diceva : " Quando alcuno " potentee
.
"
" "
"
Diceva
dalla e balordaggine
".
"
corruzion
: "
". perdona
lo dimandava
muore?
".
" "
: "
dell'animo
Donde
che mai
non
Diceva:
Dio
:
viene ildolore?
".
"
Diceva
; "
Dalla solitudine
Io domandava
son
Io domandava
: "
Qual
"
cosa
difetti?".
"
". " Iddio potentee glorioso che si Io domandava : " Di quelle cose con
ceva Di" che portala dieta dei medici? ". Io domandava : ". : (( L'ingordigia
"
c(
"
fanno
"
senno,
: "
quale" la
".
migliore?
".
"
Nel mondo, cosa ". migliore? neficio ilbeDiceva : c" L'umilt" disinteressata,
qnal" la
per
h
Diceva
fatto non
averne
un
lo domandava:
Nel
;ii8
cosa cnsc:
APPENDICE
ALLA
POESIA
MORALE
(INOMICA
peggiore
l'ira da
Diceva
re e
"
Due
Io domandava
cosa
: "
Non
qualche
pariedei
".
"
l'avariziada
che
non
"
si
lo domandava:
"
corpo?".
un
Oliai " il
"
fice, sof"
alla
odor
2.
".
"
:
"
". consiglio?
Diceva:
colni nel
,
qnaleson
verso
"
tre
Sileni'.
"
il
(Conforto
".
dava Io doman-
uomini
si Il heneli/.io " : per quante cose l'uDiceva: " Per milt" fa perfetto? ". la senza generosit" pretensione, per
"
I. In l roduzione.
(Iraziae riconoscenza
tore
reiulansial ('rea-
senza senza
: ((
Oual
cosa
"
".
per la
"
" mai
contento?
tre cose: " Ci" avviene per si consulta di buon senso noni
un uom
dell'arenadel deserto e delle doppia di quante della e nel novero quale stille pioggia Diceva: saluto all'Aposto e sia un alberi, son foglie sugli d ei (su suo*, suggello profeti quando un
coi
dotti;
Ini sia la
di guerra, sebben
non gagliardo,
libro per
pace!).
"
mai s'appaga
e
di stratagemmie devozione
d'inganni,
si Io
"
l'altosaper degli uomini, secondo la parola mento ammonilibro di grandi, dei saggi, di di
"
di savi, consiglio sapienti, rienza espele sentenze son sue e principi, il " Son Diceva : " tiene amico un altro? ". e son ma brevi, grande, significato avvertimenti e parole di quel re giusto usar tre cose : nelle faccende non violenza, tutti dei principi Niish"nrev"n 5 jn pr"' e dei oflendere alcuno con dir bugia, non non Iddio dalle vicende di paro Io domandava : " Se io imla lingua grandi(guardili ". la generosit" li alimenti io? con che mai guadagno la scienza, ". quaggi"e ^. de' suoi benefici) diverrai Diceva: " Se sei piccolo, ha udito questi diverrai Sher"f, se poeta giovane, grande e illustre; povero, glio fiavvertimenti del giusto re An"shirv"n sciuto ricco;se conosciuto,diverrai pi" cono'.
"
Qual
cosa
"
"
".
"
lo domandava:
"
"
"
A che A
serve
di
la ricidiezza? ".
Diceva:
con
rendere
insieme
un
sentenze (pieste
per per la madn^ a farti una provvigione la vita futiua,a renderli amico il tuo nemico,
a
nemici
i".
"
(1) Non son certo di avere (2) Finisce cosi in tronco. al paragrafo 37. materiale e (3) Il mondo Maometto (4) profeta.
(5) Chosroe
Parole (()) An"sliirvan. in
inteso
bene
questo punto.
sentenze
Seguono le
lo
di
Loqm"n,
per le
vedi (juali
il capitolo
spirituale.
arabo,
come
col padre dev'essere (7) Solile formole in arabo. Re Chosroe mussulmani. il buon erano Sher"f, perch" non
APPENDICE
ALLA
POESIA
MOItALK
CNOMICA
34'."
avea
ilConforto (lei!;li Per l'eccellenza che uomini, pere per quello pose nome cli("' che lo Erano e ne venti arcano. apprender" Significato leggei" ognuno il significato, sempre al corpo
al line
e
n'abbia
poiconforto
E tre punte sul serto,adorne insieme Con artificio vago; ed ogni nodo.
desiderio e d'ogni
ognisvenlui'a e il costume suo sia lodato l'indole e di lui ogni altro si e gradita sia e Iddio glorioso e possente compiaccia
contento
e
Scritto in
soddisfallodi Ini.
D'ammonimenti
libro.Ogni sentenza
2.
Di mille vile prezzo avea, se alcuiu) Tal sentenza cercasse. Ecco, sospesa Per comando di luialta sull'aula
e come
esperto giorno,
Era
quella corona,
ilsole
Di s" dava l'annunzio in Oriente E della notte si l'uggia dinanzi bianco Al falco il nero coi'vo, allora luce ilsole
Come Benda
cinta s'avea
re
l'imperiale
gran festa
Kisra
Reso libero in
Il mondo
^, una
intero. Per la
giustizia
di seta splendida
E per la grazia sua per tutto ilnmndo Era illustre, si, egli che cancellati Tutti Ivan Del
i segniavea. dell'ingiustizia
a
gloi'ia.
qualera
lodavanlo
plaudendo
bel desio
core
Vecchi Dato
avea gli
Allora, genti. quelserto da' nobili consigli e grandi, Sapienza apprendean piccioli
E del mondo Amico il Signordel
re
del mondo
rendea devoto e superava Egli in virt" veracemente, Ognisaggio Che di tal uomo Non Che in
a
E la corona
guida,
Davver! sopra quel scritto serto egli : avea 0 (^ a te stesso riguarda!*". sapiente,
Falt' doni alle persone elle
a
ne
son
degne. degno,
Chi dona alcuna Pi" che in misura S'anche per esso Cosa " celesta, e Le
tutte genti
cosa
chi n'"
serto
Gli si facesse sjdendido di gemme, Perle e rubini postivi dattorno In opra acconcia, serto che splendea Pi" che l'astro di Giove,e di talforma Che ognun col prezzo di
sua
al detto mio
in testimonio. Scritto
volume, e il dello
vita istessa
Un ricordava de' regnanti : prischi Tolsi alla gente lor tesori e tutti Per l'alma mia donaili a chi era degno
"
".
(1) Come
nel Libro
dei
tradizioni. Vedi il capitolodella poesia epica. arabica del nome (2) Forma persiano Khusrev, cio" Chosroe (3) Iddio era amico di Chosroe. (4) Oppure: Era d'inclita fortuna. (5) Se pur cos" va tradotto.
di antiche
350
APPENDICE
ALLA
POESIA
MORALE
GNOMICA
disgrazie.
intinto, fugge
se
Cosa Non
Mai
non
cercherai cui
non
arrivi
".
" pure
Ecco!
scorgi
Vanne
saggioe
[accorto,
Alla sventura
recar
la fretta
nome
in terra
Tale Alle
non
l'opre precipita
sue
E nel mondo
sue
quaggi"non
tocca
fine
". [dare!
brame. Chi s'aflanna ed urge In ci" ch'ei fa,pentesi tosto e grave Portane
Accettate i
Vuoisi accettar
poila pena. Or, se qualcuno S'affretta per la via,da un alto loco Avvien che nella fossa egli precipiti.
Non siate
nelle faccende vostre. pigri
non
de' saggi Che pi" che argento ed or valgon Gli ammonimenti. Assai huon frutto al tuo
Se far dovrai
evitabilcosa.
te
Che
non
ti sembri. E
E in vii stato si trova. Or, cosi disse Un sapiente accorto : " Alta la terra S'accumula su tal che estinto giace" i. Non dite ci" che Chi
tace
cose non
la fine e guardane
e
E dal capo
dal
misura. pietogli
Come
E
non
tempo verr",tu
" da
son
dire.
Per te
che
non
da dirsi,
gi" la sorte.
ha ilcor per ci" che ascoltapoi. Tranquillo Da paiiar stoltonulla fuor che cruccio Precede mai, n" v'ha tesoro al mondo Pari al silenzio. Oh ! furo in quanti
terra
Non
Non
i letterati. importunate
Che per stoltoparlar la vita, perdean Si che giusto dicea quel sapiente Delle trascorse et", che inntilcosa Veramente
" il parlar senza
non
Quand'eisian taliche
scrittura
"
nota
ragione!
" da
cercare.
Cose
san
Che non abbia la penna alcuna punta dalla punta fugge Come la spada,
Della penna la E molli
tal che
non
si scema. Reputazion
"
Anche spada.
la chiave
d"i ".
in lei virludi
jiregi.
poeti.
queiche
questecose
bella rosa
e
una Strappa
fango. Adunque,per
non
cercar
reputalor
lingua
una con
poeti tagliente
lor si rissa,
E acuta
Niun spada.
Fugge ciascun
loi'iiidide perversa.
(1) Che
sui
vuol
cos"
dire?
se
morii,
Come
stalo.
molla
terra
s'accumula
(2) Se
pure
questo passo
cosi
Iradotlo.
352
intimila
se,
e
APPENDICE
ALLA
l'OESfA
MORALE
(INOMICA
laiiuio tifila loro razza mostra f|i)aii(l() si debba (li noi qualche inclinazione, verso neiranimo attenzione e accoglierla porvi
(Favola).
Disse
:
Raccontano
che vi
era
un
re
nostro, 0
non
si debba.
:
favella
uovo un
.Aveva gradevole.
un
in
chiosco del
re
del
comune,
in
e re
ne
aveva
avuto
Comand" piccino.
il
le opei'e stima
esser e
necessai'iala
conosce e
pi"perfetta circospezione
in cotesto dove si stanno
bene ilmale,
che
il bene
che altrimostrar
sfuggeall'acutezza
mico neun
ognisollecitudinenell'averne cura
fronte
da un che il guardarsi
nell'allevarlo. Ora, a
caduto in difettoe da
della rettitudine e
l'evitar le insidie de' suoi partito miglior de' suoi della fortuna e della tradimenti, 10 splendor e mente principalinganni l'occhiodella nel caso che egli con in arabo).
dell'animo geneioso, della sorte del quale riluceva dalle pagine felicit".
l'agione vegga
di affezione
,
alcun nmtamento
nell'animo
(Vi'rsi
o alcun quello
e
cambiamento
nella
Di
sua
sua
sorte
felice in
ogniintento,
con
in cuna, ei favellae ilchiaro segno hi sguardo perspicace l'" valido argonunito nobilt" Di di Ini
Sendo
cuor
Ch'egli offesa nell'animo,e ne licoqualche che ravvisastiin lui 11 la cagionein qualche nosca negligcirza crescer suo, sui. La luna piena splendori agli da inavvertitao in qualche aperta ingiuria del re prese col tiglio ilfiglio rest;i ingannato Insonuna, partesua. Perch", se egli suoi dimestichezza perfetta. alla pronta favelladi lui e ai segni una dell'augello si trastullava e con d'amici/Ja e non si cura di guardarsi e di lui, ogni Sempreegli
di
nuova or
" la
luna
che vedesti
ad
ognisorta
di
egliavi'" fatto giornoPinza andava alla montagna e dei delladisgrazia fruttidella montagna che fra la gente non colpi
con
di s",
la calamita
trovar nome-, recava con possono nemmeno del al figlio s" due quantit" ; (lavane una
l'e e
al l'altra
figlio suo,
(irabo).
i piccini intanto,
di ghiotti
insulti contro
l'linci piotesti,
D'acquealla
Cresce
e
palma altrui
ikmi
recava
nella
conformazione perfetta
i.
Ola, fra
Come
ognuno
"
mente vedere tanto pi" chiarapoi*'' di quanto tale allevamento i segni visibili
re:
giovasseloro ^
onde
,
per
tal
(1) L'autore
male,
non
vuol
dire:
Guardali
che
aiutino
i tuoi nemici
(non
innaft"no
non non
li fanno
del
mollo intricato
rari.
con
troppe ripetizioni.
Al'PENDlCl"
ALLA
POESL\
MORALE
C.NOMICA
;jr)3
re
pi" e
s'accrebbe ogni giorno si dimestichezza elev" il la sua e suo gi" C-osi pass" alto g'iado. qualche tempo. Un
pi"si raflerm"
non
almeno una volta, l'occasionepropizia io, lasciar e per" voglio sfuggire, piglier" mio tiglio da questo spietato
vendetta del
Finza era assente. Il suo piccino giorno, al figlio del re e gli f"' salt"in grembo male, morte
di tetto.
del re figlio cav" i veggenti del re nel vorticedel corruccio perch" e gli occhi suoi, indispicc" si l a occhi della volo e nit" umaun egli gitt" j"olvere pos" sopra un luogoallo e negli forte.In quel al re noe l'antico e della tizia generosit"' momento, ginnse com[iagno dimentic" l'amicizia L'afferr"per un di tutto cotesto, occhi sua. e ilre per gli f"'gran pianto suo e cerc" d'aver piede lo rovesci" del capo e lo sbatt" del figlio in quel per astuzia in poter contro terra, tanto che l'infelice, suo e di cogliere l'augello mori. Finza nella della disgrazia esso fuiTjre, gabbia
,
suo
cino. pic-
fu cruccioso e
ci" che e dell'inganno, poi per fargli essere grido potesse degnodi lui cosi tristoalla Infelice colui e dargli fine, quella pena che convenisse
a
tanta
sua
oltracotanza.Per" mont"
in
(Versi).
A un destrierche correa come fa ilsole, quali sempre lagota" laceratadalleunghie la con! Non la sincerit", (Itdia fellonia Dalla cui fronte levasila stella non l"denza scambievole ha fermezza presso di dei servigi, non loro;non la sollecitudine
i doveri dell'amicizia hanno alcun peso sul
"%
loro
cuore
pie, capo e cervice! Oh ! fortunato! egli ha nel pie, nel capo. * Col Sim"rgh somiglianza, la staffa e se
stanno
sogno Ne asceikii d'un bicircoscritte al sopravvenir tu, ti portale novelle Pi" al dell'utile. che fa l'ecodal monte; ratto cessare non Essi, e pervia illoro impossibile Se
ne
scuoti le
il suo briglie,
della superbia e e per la legge perdono, della sopcrchieria pensano che sia lecito
il non
curare
{Versi in arabo).
Come l'alba dellafronte
se a mezzo di chi " loro fedele, servigi poco hanno in l'abbiad'alcun Colpito segno, ed ei. si dimenticano mente; all'opposto, lungamente Per compir sua vendetta. dei che hanno da punirle colpe Nelle viscere a lei fatte e le prevaricazioni grandi malvagi, i\bhiacacciatole sue gambe pronte"'', slimano e da poco, leggiere per loro conto i mali leggieri fattiin pr"' d'altrui, e recatosi dinanzi a quelluogo ma elevato, Ma considerevoli. mand" e voce a Finza : Viem' gi", non questa pensano esser gravi
di generosit" e di umanit". (1) Vuol dire clie dimentic" ogni senso maccliia in fronte,in forma candida di stella. una (2) Il cavallo aveva monte. a un (3) Il cavallo,per la sua grandezza,assomigliato (4) Uccello favoloso, gi" noto per altri passid'altri autori. (5) Vuol dire che la candida macchia sulla fronte del cavallo gli" sfata impressa lett. schiaffo) onde il cavallo, per vendicarsi del con un dall'alba, (alla colpo di mano nelle viscere le ha e dell'alba, queste pure, a quel contatto, son posto gambe colpo, almeno diventate bianche. Pi" che seicentismo, questo " delirio, per noi.
"
23
"
Pizzi,Storia
della
354
temere !
"
APPENDICE
ALLA
POESLA
MORALE
C.NOMICA
Ma
Pinza
si ricus"
disse :
del
della prole, gli per il dolor della perdita si m'" che oggi non il cambio, ho reso
pi" lecitopor
che io cada nel de' tuoi
senza
dubbio
lungo
inganni.
( l'ersi).
la Kaaba
io ho considerato
qual sostegno
nel
suo
te bramoso
non
di vendetta videro
miei Quest'occhi
pi"mai.
la vita cara, gridando un Disse il re: Poich" dall'una e dall'altra perdervi mi la pena, Eccomi pronto! e e la colpa " ", rifugierei sempre parteson compiuti Perch" la speranza mia in noi il corruccio " pi" possibile nel suo servigio. non era questa: che io sotto la sua protezionecontro di te, u" in te deve rimaner contro dovrei
avrei vivere potuto in buono
e
stato
con
come
le
che
sicurezza
e senza parola,
per Safa e Merva^. lecito creduto " stato Ma, ora, spargere il mio per entro al recinto sangue del figlio il sangue delle vittime lecito io ancora aver dei pellegrini; e potr" della sua l'ede"^ come alcun altro desiderio? Fra le tradizioni^
v'" anche
allontanamento
che
strugge l'anima,e
la vogliadel vendie
destino deglinomini
punire,
non
questa: c( Il credente
"
non
si
due sfrega
vita si "
* volte alla pietra " e per" ; la restante mia il miglior consiglio per
a' nemici, di
serrar
ciglia^.
di quello del
re.
non
obbedire
(juesto
disse : Che
io ritorni indietro,
cordia " punto possibile, non poidov'" la miseriperch"i saggi sua, tengoio alcuna speranza ch'egli hanno sempre vietato l'avvicinarsiagli Anche dire che rifiuto. mio amici mi scuser" per questo e crucciati, per"soglion pevole quanto pi"un uomo olTesopensa di dover poi" certo intendimento di lui che il colviver moine debba sicuro,perch", moltiplicar e carezze e fa gentilezze non lento nel pi'onlo modo, tanto pi" vuoisi anche se egli e cortesie pi" a procede galui di dubbio tenersi " fatai e la ne e quanto lontano, sospettar sligo, pur pena senza la " e la custodia, attesa Anzi, e circospezione maggiore presentita. quanto sempre comando Di l"
maggior tempo
della sorte
e
passa, tanto
maggiorgravezza
tanto "
Ora meglio.
i saggi stimano
essere
il padre nel gi'ado e la madre amici, degli se, per consentimento felicit" il di fratello al del la alcuna e e sozio, foi'tuna, moglie positi per del compagno, e nel luogo il colpevole ne scampa, alla fine bisogna pensano essere
prende;e
pur
sgrazia. del valore dei essere e della die reputano le figlie provar l'abbiezionedel gastigo desidel re ha pensato un Ora il figlio invece,sogliono ma un rivali, figlio,
tradimento contro
il
dei'areperch"resti la memoria
loro,e
(1) Due
luoghi presso
la Mecca
frequentati, per
alcune
loro
recinto della Mecca. (2) Allusione al sacro tramandali Maonielto in arabo. Delti di e riferiti sempre (3) per tradizione venerazione di i Mussulmani. della Kaaba, La nera Qui oggetto pietra (4) per dire che
non
vuol
torner"
" la
a'
servigi del
re.
(5) Tale
traduzione
letterale.
segno
d'ira
di mal
animo.
APPENDICE
ALLA
POESIA
MORALE
GNOMICA
355
stimano
esser
una egli
sola
cosa
con
l'a-
EH'era si nei
Ma
niina loro e la loro sostanza,n" credono cosa per alcuna via possa egnail valore,perch", volta qualunque gliarne che altra
come poilasciolla
Timor
le venne.
faccenda grave si presenti, una e infelici^. riguardo Come vengano i di tristi vi pongono industria e cura, tutti al figlio, Or io, stato separato da son quest'oggi, ad altri, mentre gione rariguardo per nessuna tutto ci" a cui mi sentiva avvinto, e son resi metterebbero in mezzo. slato diviso da tutte le altre creature, anzi
(Racconto in versi).
Di
una Khig"v nel villaggio, una
dal
tuo servigio
son
vecchietta
figliuola
presa, che la cavalcatura mia n'" vata; aggrae propriamente qualessere mortale avrebbe poteredi soffrircotesto?
Mihistl. La donzelletta
alta crescea. qualgiovin cipresso D'occhio maligno un giorno per influsso, divenne. Il volto che suo Egra piena
Luna
(Versi
I
in
m-aho).
nostri eguali son figli per noi per la terra. d'essi il vento, sovra un spira l'occhio nnopi"non si serra.
Come E
scuro
Quali van
Ecco ! Se Per tema
affanno
di doglia Il cor si prese e il petto arse altro conforto, A lei, che veramente Fuor di questasua
Per caso,
un a lei non figlia, era.
fruttodel
il Insomma, un'ala del mio fegato, la luce occhi cuor mio, degli miei,ilconforto dell'anima mia, nella tua
di,ficc"la vaccherella
Il muso Come
in
una
pentola per
t"me
rest",nel
(Versi).
Riser di me Pianser per Del Come E
con cor me
dentro Restonne il muso, orribiivista, Alla pentola infisso. Devo Or, come Ch'esce
fuor della cucina d'inferno,
i nemici,
gliamici,
Appo la vecchia in corsa. Ecco ! che quello Fosse Azrail 2, pensavasi costei. Si che un grido cacci" contro la vacca
e dicea: No! Scellerata, non son
tutto
questo io
non
son
sicuro
io,
io
ti preme
! che tanto
senso; e romper l'amiciziae portarpazienza. Disse il re : Se ci" che " avvenuto per te, fosse stato per via d'animo
Ma il lasciarmi
nemico, la
son.
Ch'io son
In prospera fortuna
figlia sua.
poil'abbandon"
La sventura
buona ; esser cosa circospezione potrebbe ti sei via la d'una ma mosso poich" per vendetta e d'una punizione, l'ordinedella rende cotesto*. tutto giustizia possibile la nostra Ora, qualcosa mai impedisce
(1) Alla lettera: arena. (2) L'angelo della morte secondo i Mussulmani. (3) I versi inettissimi fanno fede del poco valor poeticodi Nasr-ull"h. (4) Cio", che noi due possiam tornare a vivere insieme.
356
APPENDICE
ALLA
POESIA
MORALE
GNOMICA
? e scambievole fidiiei;!
del cagione
qnalcosa separarci?
luogo dove
diverse,"
cresce. come
mai
"
senso,
ti'ova
soddisfazione
sta il corruccio
una
anzi pensa nello spegnere le voglie triste, bella l'evitarmodo perch" esser cosa esse rivivano.
ha
bisogno
e
"
piagache
Che
se
s'ode
vi si
d'imparare mettersi
a
il velo *,
il caldo
io ho
dir
in questa lingua
d"
i giuochi di guardare
prova certa 1, n" ogni dichiarazione in questafaccenda di ci" che " giusto, porge che si sicurezzaalcuna 2. I cuori, invece, riconoscono l'un l'altro, sono
in testimonio
bussolottidel cielo.
(Versi
Uom
iti arabo).
della giustizia e in attestazione della verit", che per l'uno si per" " possibile dell'altro. conoscenza Ora, il cuor prenda
e
che dal tempo ha candidi i capelli, forse all'offerta dell'uva? " S'inganna Io gi"molti mondo ho mandati sospiri
al vento
ricettacolo di (piesto strano dall'angusto ho molto lume dai e acquistato la tua violenza, la lingua, e io ben conosco tesori dell'esperienza e dalla piatica e ho diti, e per" in nessun tempo dal male che meche chiun(|ue conosciuto veramente io posso andar sicuro. 6 del tutto ogni senso e calpesta
tuo
in ci" che tu
non di',
va
d'accordo
con
...
(Versi).
In tempo d'assalti d'un monte Pi" gl'avi
Le staffe tu rendi 3,
ilviso generoso, e lacera e graffia alla lealt"e alla fede. Ora, tutte queste
umano e sono punto dubbie, e il per me non " tanfo quanto [lei'dere volermi ingannare cose
In
di pugna giorno
il temjio.
(Versi
in
arabo).
(Versiin i(raho).
fossero al destino, Se ribellanti
Andrebbero Succederebbe Un
le sfere in
a'
iscompiglio.
confino. conoscenti
Tutto ci"
poi di
cui discorre la
parola
moti sempiterni
di verit" ed " fausta del re, ha l'aspetto conforme a sincerit". Ma, nella legge della ragione, " le accoglier pericoloso di chi portaodio,ed " cosa da non di domande fatte da farsi l'esaudir pace
scuse
scono na-
la virt"
uomini degli
perch"in lutto ci" " pei'ila piopria vita " grandee l'espor
rischio.Finch" il compagno
fornitodel lume
troppo grave
(1) La lingua dice una cosa, e l'anima ne pensa un'altra. (2) Se pure cosi va inleso questo passo al((uantooscuro. col piede per colpir su pi" forte. (3) Punlandovi di (4) Proverbio aralio clie trovasi in Meyd"ni (celebregrammatico e raccoglitore vuol dire die d. ed di d. 1124 che nel 518 mor" E.. e non era C, iNislu"p"rj proverbi, bisogna insegnare a chi ha gi" dell'esperienza. fanno i fanciulli quando loro si offre qualche ghiottoneria. Cio" come (ti) due linee inintelligibili (G) Seguono per me.
APPENDICK
ALLA
POESIA
MORALE
GNOMICA,
'^:)T
e prolissi, lunghi paginequanteson si ripetono le medesime
di
e
fa le giuoco
nioiiie e i dadi
non
sono
pronti
ciiitien banco
non
"
poi"
cercar son
cos" conclude:
del cagioni
corruccio
dal s'astenga vi
l'occasione di vendicarsene. E
non con
la forza e l'astuzia e
vicino a lui * io non ho sicurezza Insonnna, suoi e n", stando ai servigi alcuna, abitando viver
con
detta venposso del re, e un giorno ai passato suoi sarebbe della di servigi lunghezza per me un
tranrpiillo perch"il destino ha si posson l'inganno fra noi tale separazione che non " posto trarre fra le branche del poteree sotto gli l'accostarsi l'uno all'altroanche possibile della. avviene che come vendetta, artigli 5. iVla in avvenire, voltache per poco ogni l'elefante selvatico cada nel laccio per la ildesiderio, me ne prender" nel voltodella Io compagniadell'elefantedomestico (?). luna e nell'aspetto del sole ravviser" lo in in nessun e nessuna pertanto, tempo che adorna il trono suo e chieder" splendore andar sicuro dalla condizione,
che
con
le notizie del
suo
bene
stare
dalla
anno,
perch"la
debolezza
e
l'abbie-
arabo).
talvolta
:
la maest"
Dir",dimander", come
la
reverenza
di lui sovercliianti.
0 brezza
(Versi).
La satanica tua asta lucente
Della mia terra,quando mai movesti Da quella terra mia? Dolce Di' tu
a
ebbe
Qual di Satana
Che
perduto:
state
Pace, pace
voi ! Deh !
tolse3.
Da ch'io da voi
? partia
L'uom
generoso
glio ilcompagno suo nel dolor dell'abbandono, mio n" stima lecitotroncar l'amicizia e toglier
e
.
getta
Quanto poiallacondizion
alla mia
esserne signore potr"
mia
nell'esie
il nobile disgrazia,
stre illu-
agevolmente
rende
informato^. (Versi
in
arabo).
per l'aura del giorno alla prini'ora. Spira di sospetto, anche se in ci" " ricolo pensiero peL'alitosuo ti reca per la vita e timore per i propri Il mio saluto eia mia laude ancora. Chi fa il contrario, trovasi essere giorni. il pi" vile e il pi" abbietto degli (Versi). esseri viventi. 0 vento del mattin, mio pelborgo Deh ! vieni in tuo viaggio,
antica
un'amicizia ferma
un
solo
(1) Allude
i demoni
che
son
credute al cielo.
aste
lande
degliangeli che
ciano scac-
troppo s'avvicinano
nel segno. (2) Coglie sempre (3) Questi versi poco belli voglion dire, insomma, che il re ha sempre quel potere di prima. (4) Al re. (5) Se cos" va tradotto questo passo, o io l'ho inteso bene. (6) Tale " il senso di questo passo che non " tradotto alla lettera, perch" il testo, come dubito," guasto.
358
APPENDICE
ALLA
POESIA
MORALE
GNOMICA
messaggio.
un
mar
Dal
Non ebbe
che tu se' partita giorno mio, questoborgo mio dai dolci rai il borgo
Da
erano
di
dal
disse:0 confidentedel mio secreto, l'amore tesoro di delizia, oggi la faccenda del-
mi distoglie da ogni altra cura, e da questo volto,o bella, splendor Sparve Perduto nel tuo amore, dell'amoroso desil'essere io prigioniera derio
" per
me
come
catena
che mi distrae
^.
da
non
Finza condusse a termine Con queste parole, ilsuo discorso e si accomiat" dal re.
(Versi).
Con
Ei
le gote in sua temenza pallide via balz" per quel brando, fulgido
Come
tua
non
vien
meno.
da te per consiglio. Se tu vedi che venuta licenza perch'io ci" stia bene, dammi ferri afal collare il desiderio mio;
non e se
ci"
alle
cade
in
fammene acconcio,
cenno,
d'un avversariosoverchiatore. Ora, lagrime sebbene della pazienza, che all'uomo assennato non pu" sfuggire
pazienza
l'intendimento, quanto al
" queste favole,
stato
i questo, perch"
l'un guidino diano fondamento l'altro e conforme a quelle Iddio alle loro opere e ai pensieri. della la grazia con e la copia altissimo,
sua
(Versi).
l'amore o Nakhsheb", Interamente, A pazienza " avverso,
e
di mitezza
Modo Con
non
ha
se
non
esteriore.
come
" mai oh! ([uale parentela Ch'" cor? un tranquillo di tutto ci" che giova alla vita pregran prosente intenderai. Paziente tu amador, [digio accorti del rendali e al suo e fine, si congiunga la religione agl'intenti Il pappagallo da disse : 0 Khogisteh,
Dell'amor
un
delle cose
del mondo
'.
questo,per che
vieni da
me
tu
averne
per
II. Xakhshebi.
Il LiBi"o
Favola
DEL
Pappagallo.
notte.
dell' undecima
a una sua
ne
Il He che invita
altri si
del
tra "b-r"y,splendor del (1) Giuoco di parole,intraducibile, volto)e ab, acqua. (2) Se pure cos" va inteso quest'ultimo passo. (3) Perch" il sole, tuffandosi nel mare, semlira discendere al paragrafo 59. (4) Vedi il sunto del libro nel capitolo
volto
(allaleti.: acqua
al
suo
amplesso.
APPENDICE
ALLA
POESIA
MORALE
GNOMICA
aiiiicn? E d'iiiiiiidiiarca
^
( Versi).
0
questi
" questa un'astuzia ch'egli ha ordita E uccidermi. questoun pretestoche per ha pensatoper discacciarmi. Se no, egli
di
e e
Che
vernili? Est" la gente come Vus"f nella cisterna "^. fu guasto alcuna fu guasto mai ! s"
ilmondo (!)h! se
volta,
quial mare v'" ilcammino d'un mese; in Ire giorni? come "possihile giungervi il mare, con quella si sua come vastit",
menare
In alcun tempo
non
posso far cosa tanto n" posso andar finoal mare. Se il ardita, mi ucciso avr" innocente re un uccider",
pu"
? Io
dopo
di che
aver
chiamato
non
mostri
drago marino
cominci"
a
"
dire: Il re ha elettoun
Rrali-
dato
rancura
ad
un
oppresso che
un
non
ha
non
Ma colpa. dorme
e
il sangue di
innocente
ildolore
lascia imdell'oppresso
mino per farmi invito. II Rrahmino non pu" camminar sul mare, n" pu" venir da tocchi alcun pericolo noi,n" vuoisiche gli resti in colpa di malvagit". e che io, per lui, Va tu ora e digli " Fatti : animo, io ho perch" accolto il tuo invitoe al tuo richiamo .ho dato Con cuor tranquillo risposta. vieniadumiue a questa parte, perch"
tutte
cose
mancahilmente
la traccia di s".
( Versi).
0 Nakhshebi,costume E
cosa rea
d'ingiustizia
amaro
Opra dolce
uscir
puote?
con poi,
da preziose
".
"
io
sono
bestiagrandedi corporatura,
il Brahmiuo, col capo che stordito strana di forme, alta di statura, vasta di e bbe detto girava, gli questeparole, corpo. Ognun che mi vede, ne resta spaventato, vedeva ilproprio menti'e gi" i anzi cade sensi. terra a e perde sangue sparso dai carnefici, il vento occidentale che " il del mare, messaggiero ad un sue quelle parole le rec" al Mare. pesce, e il pesce Il Mare allora trem" e E
come poi, nessuno
andrei io a
ha forza di
mare non
recando la spuma allabocca ^, disse : Non conviene che per mia cagione costui sia ucciso e in lefizio.
"
me
abitami tulli del che gli drago, di che temono mare lui, giorno ingoia ogni di bestie marine, che nel tante migliaia Dicembre, al tempo dell'inverno, egli
ferma d'un tratto il capo suo in una parte e da un'altra parteficcala coda, e la })arte
vi
erano
questaguisad'un Brahmiuo, e la
un'et" in cui d'un dotto nessuno alcun
! pensiero
nostra
si darebbe
dasi mediana del corpo solleva in aria,e scalal caler del sole, onde ciascuno che lo vede, che quellosia s'immagina
(1) Questi
versi
sono
un
poco
loro
"
guasto.
cose
la
il vedere
desidera
di corruccio.
Il
intende
diversamente
con
traduce
Filhrte
liie
Mundc, scambiando
la
kaf
arab.
mano.
gente
sta male
dai fratelli fu
APPENDICE
ALLA
POESL\
MOUALE
GNOMICA
301
nelle acque,
mare
non
v'"
esso
che per
si conuunova,
mare
quandomuore,
hanno molti mesi
ampio pasto e
pescipassano
carni.
minare,
schiena. che dice
"
vi
(Versi).
0
sulle: occhi mi stanno ha capo, e gli ho sul otto la bocca e e piedi petto, spalle che camminano
traverso.
son
gi'an cose,
E tu le vedi in Ad
ogni regione
e
La notte sempre
ha molti
ognipasso tuo mille prodigi tu se taloraesci di casa Scorgi mondo attorno. A girpel
Disse ilMare
:
ha gran camminare, svelto nel muoversi, Disse denti molti. bocca,lingua lunga, dice che il Mare: 0 coccodrillo, dunque
"
tu dragone,
hai detto
a
il granchio?
"
Disse: Bene
sta. Ma
io
Ora egregiamente.
dimmi
non
sono
atto
questafaccenda
"
mal quiete, eleggere per vuol tare tratsi faccenda l" non Disse il dragone: fido. Quella Atta a questoaffare. bens" la dolcezza " la con la affaresi " violenza, con essa balena, perch" questo Piuttostola son e io ne e la lealt", privo. grandedi corporatura,bella d'aspetto, d'aver " veloce nel perch" cura, rana nell'andare, muoversi, questa degna graziosa sciolta " " assai, paziente, nel camminare,carnosa di corpo, essa gagliarda gagliarda ed " uno abbondevole in parole, di lingua, 2. la pi"numerosa quantoal prolificare che in terra vivono animali e in di Mare: 0 che dice Disse il balena, quegli dunque il drat!:one? Disse: Eglidice egregia- mare, e ha una testa tonda e occhi splcn-: mente mente : Ma io non so in che modo potrei denti e braccia che si stendono,speditasi siede ed entra nelle case degli andar fin ha e come a quella potrei parlare di ho E non ne teme, n" essi temono uomini, piedi gente. non per camminare, dice che 0 Disse il Mare: modo di vivere lei. rana, non non lingua per parlare, dice bene. Disse: Ma la testugilcoccodrillo? un'ora sola fuor dell'acqua. Egli gine mi apl'incarico I Oh ! la testuggine " proprio perch'io atta a presti Quale " dunque il " tollerar perch" e tempo, a essa faccenda, quale partire? perch" pu" questa di star fuori dell'acqua io m'incammini ? tanto in p pascola " vide che gl'illustri Ma il Mare, come mare quanto in terra. Con questo,essa "
e
chi vuoisi
di iroso,riottoso, sdegnoso
"
"
"
"
ampio,ed
"
mite,
"
volevano
anzi andare,
vano reca-
la sola
mente. egregia-
io
a
atta
e e parole, giero nacciata. cosi mostrisi degnodella grave peiui miil trovarsi malagevole di religione, " questaun'opera insieme a parlare. Ma il granchio, " lecita " di non atto a questa faccenda,perch" e nelle opere religione piuttosto, Se passano tre giorni ha molti piedi, " leggiadro alcuna negligenza. nel camegli non
lenta
scarsa nell'andare,
di
passo tutti
al il capitolo
paragrafo 26.
di in arabo, con sono animali, coi seguenti, " interpolato. bello inutile, e poco
questidiscorsi
0
grammatica.
362
e
APPENDICE
ALLA
POESIA
MORALE
GNOMICA
grave paura. Ilmaree lontanotanto quanto ilcammino d'un mese, e tu glihai concesso
io di tre giorni.Ora, un lo spazio vada, si pu" n'ha dato notizia, vento non me e io temetti stesso, dal Brahrnino, perch" coi piedi non dovess'egli attener Ja andar per hi via deUa religione non promessa altruinon si pu" percorfattaper me, e tu lo trattassi male e ia altruie coi piedi rerla.
(Versi).
fa iNakhshehi,
tu stesso i doni
e
tui,
desta.
che
La gente fa ch'" di
religione.
e
colpa. l" uno spazi" breve di tempo ; ma il disegno mio era dovesse prendersi cura questo che egli nel menarti fosse e maggiore pi" spedito Ma tu hai fatto delta quale cosa e sollecito. far maggiore; nessun'altra potevi e veramente, e puro elemento ^ prezioso per quel
"
te
si poteva
del Brahnnno
disse:
aspettare.
(Versi).
0
0 Brahrnino,io son
ti hanno oggi quale
come
quello, per
eletlo.
"
invitareil E il Brahrnino,
si avvide che
quelloera
il
Nakhshebi,l'origine cospicua
Inclitosangue migliore. Oh! gloriarsi. queibeato di nascita ingenua, e l'opre sue
"
e cominci" a dire : Mare, cadde a' suoi piedi " mai? che favore Questa che degnazione
cosa D'ogni
Ha di che Ch'"
" che tu mi
entra
luna
oscura
adunque de' corpuscoli ? i E la nell'ostello della pi" l'abitazione si volge verso stella dell'Orsa? Ma da quella
che tu ingenua
! apettarsi
"
natura
cotesto sei,
appunto
cosi
ne
venuto
a
"
mani
vuote
come
doveva
vennero
E ambedue
re.
Ma
ecco
furono trascorsialcuni
Non
vide il Brahmino, disse: Il re, come abbiamo eletto che oggi sei tu quello
"
giorni, che i donatividel Mare giunsero, e in tale (piandella terra non tit",che la superficie
mino Disse il Brahpoteva contenerli e la quarta parte del per invitare il mare? : Cos" ". Sebbene vi fosse uno spazio mondo abitato avrebbe avuto danno se di tre
avesse
mi fosse trascorso,
scioltodalla mia
"
Erano tutte cose portarli. del mare, delle spiagge e prodotti preziose
dovuto
verdi
cavalli marini
Il re all'istante venne
e
ed
fuori
scuse,
fece molle
Tu
ben m'hai
fatto onta
non
venendo
era
in cosi gran
dei di
necessario mostrar
sollecitudine.
"
corniolecolor di carne "^, e color porli color cidor di melagrana, topazi fegato,
Mare
chiaro
raldi sme-
color di
come
melagrana,color d'erba,
color di
grandespavento e
che si veggono volare in un (1) Le quisquiglie raggio di sole. (2) L'acqua. (3) Cos" il Kosegarlen: Sildkorallvn und Hafenkorallen Il Ms. introvabili per me. almeno o inintelligibili,
.
Teza
ha
due
parole
APPENDICE
ALLA
POESIA
MORALE
GNOMICA
363
dato i diversi
te
".
carne,
coloriliscorpione, come
color di gota di fanciullo, facolt"di ', perle oltre a ci", datteri o bacche d'olivo; delle coste rare e cose preziosi prodotti
come
vatiche seldel re e disse: Ieri ilre m"ha cipolle palazzo dicendo: " Fra scegliere, doni del Mare
uno
scegli per
Voi
son
ambra e muschio odoroso, del mare, alo", uccelli ))arlanti e sandalo di odor soave. Tante dal
cose
dicendo: consigliato,
"
una scegliete
il secondo, il terzo,le vesti; il le gemme; a dietro intellettiva la i cavalli. io non so qual e comprendere, potenza Intanto, quarto, bracciarle. nel voler tutte abmi debba scegliere. Ilise il re a si sarebbe ingannata cosa
"
quei doni
al Mare
Per noi
non
v'" dono
di della mente e della sagacia giudizio don" le tutte cose. e maggiore lui, per"gli quattro
e
disse
di
(Versi).
il re, per compiacergli, 0 Nakhshebi,sia lode a' sapienti. mai. l'oro; Che opra assennata non si perde accett" quatti'o cose, e la prima era delSe compiealcuna mente ch'" perfetta, la seconda,gemme; la terza, destrieri; Alcuna opera sua, de' versi tuoi la quarta, vesti; indi si volse al fa la forma nitida e corretta "'^. Si Brahmino disse Di ad insistere, e
e
:
ti piace?Prendine quale
una!
"
Disse
Ilpappagallo, come
il Brahmino
Questa notte
Domani
aveva e
fino a questo punto,cominci" a dire : mattina sceglier". 0 signora, buona ventura tocc" tutta questa
una scegliete
di vi sai'" agio
essi
disse: Voi
in
tua
disse: figlio
" felicee il momento l'oroscopo quest'ora, di " fortunato. Levati,e, gioiosa vi sono le gemme, ne viene tant'oroquanto disse: Bisogna tua ventura di cuore, vanne vuoi. Il terzo figlio ne e tranquilla vesti ti le al tuo bello, l'uomo che vesti alla e senza casa prendere perch" congiunga " misero e dispetto; si intenebrati chiari snol dire anche fa tu e e gliocchi tuoi del tuo che gliuomini valgono secondo le vesti lucenticon losplendore dell'aspetto che hanno 2. Il quarto figlio disse: vollecosi fare.Avresti caro. Khogisteh i cavalli, dettoche l'alba stavasi come Bisogna perch", prendere agguati, perch", agli vi sono dest" il v '" si modo di in romor toccare cavalli, e appunto quell'istante, volto suo splenl'albamostr" il del giorno, cosa. dente godere d'ogni Alla mattina, il Brahmino si rese al fu di l'andar e Khogisteh impedito.
In
"
"
"
(1) Ovvero,
rubini.
secondo
un'altra
si
vano sca-
tedesca
(2j Quest'ultimoinciso,necessario,non " nel Ms. Teza. Suppliscocon la traduzione si del Kosegarten. Veggasi, per confronto, il proverbio russo: Le persone vestile e si licenziano come sono accolgono come parlano ". dicesse: Se tu, o Nakhshebi, adoperi senno se e (3) Come ingegno, i versi tuoi riescono perfetti.
"
;5()'l
AI'l'KNDlCl':
ALLA
POI' ":SLV
MOKALK
()
GNOMICA
(Versi).
notte ella andar volle Naklisliebi, questa
suo:
immagine
valentia.Io
di
legnoe ha
mostrer"
la sua
e
Appo il sno
Alto
sonai'
bello ohe
di
sna
orecchi, collo, gli perii j)erle braccia le li attorno e per a questa gambe e pori'" nel suo cammino, Ma l'albala iinpedia la bellezza. se ne accresca immagineperch" rji'"nnii avversi agli amanti e il gallo e il Com'ebbe adunque gii apprestato [giorno. li pose attorno alla immagine. ornamenti, Alla terza vigilia, la volta quando venne III. (j"dii-i. si dest". Vide una donna del sartore,egli
bellezza il nome. per
"
gi"le' dintorno
pure
la mia
far" ornamcuti
Il Lii"ro
DI
estremamente
bella e di
[liaccvole figura,
fornita di
nuda.
Favola
an
sarto,ari
nionaco
ami
(loiina di
"efp"o.
Come
il sole fu disceso all'Occidentee
vesti da sposa e vestitele attorno alla immagine, ne accrebbe la bellezza.fu la volta del nionaco, Alla quartavigilia ed
si egli
il cuore;
per domandar
fece le abluzioni di rito e disse le preegli ghiere e compi ogni altro suo dovere. io me il permesso percli" 0 fece questa preghiera: vada dall'amante ne egli Appresso, Il pappagallo mio. d " l'anima disse: 0 a questa figura! Signore,
" "
tutte le sere io te ne do il persignora, messo, porcile dunque te ne stai? Temo che d'improvviso giunga il tuo sposo e
umano,
incominci"
far
parole.
poi la
notte
la faccenda tua
vada
come
"
la storia di
Come
fu assai tarda
il
colali mand": sole si lev", tutti e quattro (pie' doquelle quattro persone. Khogisteli La storiadi quelle di s'innamorarono e s'invaghirono quella quattropersone era? il paIo sono Disse il falegname: come figura. drone di mio l'ho di questadonna, perch" disse: Una volta, Il pappagallo un fice, oree per" io voglio e fatta, un sposaiia. sarto, un nionaco, un tagliata falegname, insieme. Una notte si Disse l'orefice: facevano viaggio Questa fanciullami si attorno gli io le ho posto in un fermarono luogodeserto e dissero conviene,perch"
"
fra loro :
Questa
notte staremo
in
deserto e
;
ornamenti. donna
"
Disse il sartore:
Questa
facciam ciascuno
"
della vigilia
nuda, ed
e
" possesso mio, perch" era essa io per lei ho cucito alcune vesti vestite.
una
"
notte.
Tutti approvarono
questa proposta.
a
ho gliele
era
Disse
il
nionaco
Alla la
cominci" primavigilia,
far
sonno
gine immaprese una scure e fece una di legno. Alla seconda vigilia, come
Insomma, la loro
finch"
un e
lite and"
in
lungo
in talegiunse
immaginedi
nessun
legnoche
non
altro ornamento,
disse in
favola di questo tardo e inetto scrittore clie una una eccezione, dando (1)Facciamo libro lungamente ha fatto Ma perch" il suo la cronologia. qui " fuor di posto secondo dimenticare e quello di Nakhshel)i, cos", anche per farne quasi perdere l'originale,
conoscere
l'arte
diversa, abbiamo
creduto
di
APPENDICK
ALLA
POESL\
MORALE
GNOMICA
sor" s"
Questa"
me
mia
moglie!
e e
tu
mia
da
dall'innamoi'ato
lora al-
Per"
appunto il
rimami rsi.
gallo cant",i
l'aurora segnidel-
si mostrarono, e
dov" Khogisteh
fratello.
s"
menato
con
questa
IV.
compagna
di
viaggio ; voi
"
l'avete ucciso e preso la donna con voi. s" il governatore, presi con Appresso,
li trasse dinanzi al tuttique' tali,
ma
Dal
; giudice
CiLi Splendori
I Favola
.
Canoim.
questa donna!
e
questauna
ameno
verziere pi"
fresco dei roseti dell'lrem ^. L'aria n'era simile all'aria di primavera e la fragranza, esilar-ante lo delle spirito,
sue
contesa
davano an-
erbe odorose
molto per le lunghe, e troppo tardi andavano a finire, e molta gente s'era
in quella folla e in affollata per vedere, turba trovavasi anche un vecchio, quella
l'intimodell'anima: profumava
{Strofa).
Rosaio Piene le Cantar di giovinezza qualgiardin ; d i vita. sue d'acqua desta l'ebbrezza suo d'ogni augel
rose
non una
pu"
certa
e
E l'aer fragrante all'abbandono invita. e antico, grande di quell'albei'o si ", in arabo,l'Albero nome In un angolo di questosuo giardino era delle sentenze. che Ogni questione del rosaio pi" fresco del germoglio un suolsi non pu" essere definitadall'uonm, alto dei dell'albero rami e piacere pi" e da quell'albero portaredinanzi a quell'albero della vita. Ogni mattina fioriva su quel dice di chi v'" citt",
albero
il
esce
una
voce
che
"
rosaio
una
rosa
falsele
le
si
naron
simile colorita,
alla
gota
seco
anche la donna
a
tutto
esposero dinanzi
iltronco
si
corsa e
(Versi).
Non
so
spari ; venne
!
"
poi una
se
voce ne
che diceva:
sua origine
Ogni cosa
rosa
donna
li
ne
rimasero
Sotto ai
ilgiardiniere, ebbe finito questo Un giorno secondo il suo come pappagallo, la rosa. : 0 racconto,disse a Khogisteh signora, consueto, si rec" a contemplar che ritorni Vide che lo tuo temo stropicgemente all'improvviso un usignuolo sposo
(1) Giardino
(2)
Allusione
gi" stato piantato dal re Shedd"d, Corano 89, favola degli amori degliusignuoli per le rose.
6.
366
APPENDICE
ALLA
POESIA
MORALE
GNOMICA
ciava ilcapocentroi
una
di essa pelali
cava stac-
(Vrrsi).
Ebbio diventa
La rosa,
e
ramente
le
carcere.
qua di un
l",ti
stii a
l'angolo nelpiangere
il Io,sopiiortando
dolore della
mi mia tristezza
tosto
mira
(Versi).
se iniziodel tuo Piangi, usignuol, amore
Di
sua
Il
me
della rosa,
E nostro
disse : L'usignuolo di
ruccio. cor-
stessa
della rosa
il dolore per la dispersion Ma tu che hai lacerato un imprigionato. sar" la Ina sorte ! cuore, pensa quale ( Verso).
{Strofa).
Sovra l'altraferitaalti'a ne aperse.
Al terzo ai giorno, Onesto
cielche si
conosce Computando
iluiale e il bene.
giinolo,
( Verso).
le rose, rimanean Sparse le
A chi ben fa,verr" del ben A chi mal f"', toccano danni
dipoi;
e
pene.
spine.
Poich" queste parole ebbero forza nel del giardiniere, fece liberol'usignuolo l'animocuore nelegli
in sciolsela lingua L'usignuolo
un
secondo quella sentenza : " Vi " forse presolo d el del benef"cio nel di una gabbia. ricompensa benejicio lo imprigion" carcere fuori 2 slesso? " conviene che io pure te ne di conforto, un come L'usignuolo, privo che a pie dell'albero 0 sotto sciolse la lingua e disse: compensi. Sappi pappagallo tu stai," sepolto m'hai tu fatto al quale un vaso signore, pieno per qualragione d'oro. Prendilo dotto inil sogno. biti sei tuo e e per qual cagione speinlilo prigioniero? per l'escadelle frodi,
"
"
Il
scav" giardiniere
in
quel
tu
trov" luogo,
vera
la
parola dell'usignuolo
e non
l'ostello de' miei concenti Ognimattina, del tuo giardino. " l'angolo Ma se altra ti sei fittain capo, dammi notizia di ci" che " nellatua mente. Disse
cosa
"
vegga veduto
"
d'oro sotterra
abbia
polvei'e!
{Sentenza in arabo).
Se discende il deslin, rana
"
i)niden:.a?
la sorte!
dalla mia dolce amica? (-usa separandomi varsi adunquedegna di tal fatto beu pu" trovia di punizione, in una tu, perch"
tua e dalla tua (erra, casa sollazzi da' tuoi e dall'andarlibeimpedito
( Verso).
Non
pu" ilmoi'talcontender
con
lontano dalla
il(bastinodi Alhu'quando
Dio
all'occhiodell'avvedutezza non
sono
di
arabo
APPENDICE
ALLA
POESL\
MOKALE
GNOMICA
tur
dallo stalo la
tuo serto
propizia
e
in ambasceria
-
vista, e del
e
di fortuna,
Del Irono
ambasceria in persona
inandi
me
in ambasceria
uoum
presso
eie gli
soleva dire :
fanti e, scelto un
mi fidato, (juesto
(Versi).
Gli eroi che de' leoni Recano da s" slessii lor
vanno
faccia compagno
tutto ci" che far"
"
di
e
viaggio, perch"egli
e
dir", e vegga
non
in
ascolti.
e non
caccia,
Il re
disse: Noi
abbiamo
messaggi.
al mandare
:
avrem
un
grande, quanto
basciatori, am-
cosi raccomandava
udito
(Versi).
Vuoisi che il messaggier sia sapiente, Animoso e valente in dir parole. Renda
'
(Versi).
fiate il conio tue (piante Uell'opre Ho messo la pietra a prova, e c(ni nera
per ognicosa onde altriil chiede. acconcia e di tal guisabella, Risposta Che
con
la moneta
tua
rette/.za sia
d'intento e
e
d'opra.
dica
buoni
e
auspici adunqueconviene
in opera tutto ci" che "
niente pi" conve-
andare
Uall'accoltaassemblea. Deh !
mettere
Un mondo intero scompigliar, pi"genti al presente; e tu ben sai che basciatore l'amMisero a morte ! Un altro i fondamenti d'un re ne " anche la lingua, e fra due nemici D'amicizia gitt" che chiunque il titolo conoscere voglia Con parole del core allettatrici. della mente sua e l'interprete dell'epistola dell'intimo del
suo
superba
cuore,
pu" saper
esso
testo co-
Behr"z disse : 0 re, anche se in me per il caso " alcuna esperienza delle presente della scienza quanto all'ambasceria, leggi pure,
se
in
si mostra
se
si fa
degno di approvazione,
altri lodevole,
sapienza
di
siderandole con-
qualche opera
subito
e
ne
se
o
alcun
errore
si manifesta
(pial-
abbellimento da
gloriai'-
cliesua
messasi
e
l'iccbezza di valermene, in
in moto, trova materia di biasimo decliner" tutto ci" che far" e compir", non mai di lui la medesima di maldicenza. Ora i saggi, da e con legge (jnella per (piesto
capo, molto hanno laccomandalo e hanno infinita nel dire che, mostrato sollecitudine
se
di operare regola
condurr"
:
termine
ognifaccenda.
"
Disse il l'c
0 Ik'hr"z,
sono legato
alcuno maiula
un
ambasciatore in alcun
esso
pi"eccellenti dell'andarcome
una
nel lare, della gente sua, il pi"eloquente parnelle opere; anzi,gli il pi" integro
l'oro. clie gli orefici adoperano nel provar (1) La pietranera (2) Ales.saridro Magno. V. il capitolodella poesia romanzesca.
AI'PKNDIC.K
ALLA
POESIA
MORALE
GNOMICA
369
impetoe
veemenza,
ma
Abb"ssidi i, dinanzi degli alla magione del cielo azzurro cal" ilvelo delle tenebre. Dopo alcun tempo,
dell'ammanto
poiche nell'esordiosuo
con
gran
del
al
(Versi).
sciolsela sera
i riccisuoi
zelo,comincia
ecco muschio,
la luna
e
motto
sentenza
pomposa
bella.
il cuore.
[Versi).
il seme La dolcezza del dir dell'odio
si avvicinavaal cerchio del meridiano, e i raggi del minor luminare ^ si diffondevano per tutti i lembi dello strato bruno della terra cielo, quandola superficie fu rischiaratadalla bellezza, adornatrice del mondo, di quella lucerna della stanza dei del
Insomma, vuoisi che il discorso dell'amliasciatore sia fondato sulleleggi della dolcezza della severit", dello sdegno e della mitezza, dell'amore e del rigore,
e
3, Behr"z si volse verso la poverelli elefanti alla loro degli regione e, giunto
io ho questi oltraggiosi, modi del ai timore lavita serrare c'" e di e dell'aprire, sempre pericolo morte ; per del prendere e del dare,del separare e e sebbene da parteloro nulla ancora non del congiungere, del fare e del distrug- si tenti contro di me, pure, alla fine, un cosimostri d'aver avuto egli gere, affinch" da tutte parti alla dignit" del re riguardo
e
assennato pensiero
richiede che
non
si
perch"essi,con
qualsia
l'intentodei nemici
mente.
il
segretodella loro
" come
cercar
Ma
il porger
una
loro superbia e alterigia, hanno alcun non ai poveri e agli e se riguardo oppressi, anche millemeschini restassero
sotto
senza
sceria, amba-
ci" che
gi"
capo bruscolo
di
a
(Versi
in
arabo).
(Versi).
Di nostro stato tristo e miserello
Hehr"z allora, in atto la legge Muore ponendo usci dal palazzo del re e dell'obbedienza,
una
Ouale hai
vesti brune. (1) Che avevano (2) La luna. (3) La luna, che fa da lucerna ai poveri. (4) Vuol dire che non ne avrebbero alcun rimorso o nella polvere che d" noia al viso dei viandanti. (5) Che l'ha spenta.
24
"
fastidio. Il rimorso
"
qui
gurato raffi-
Pizzi,Storia
della
370
APPENDICE
ALLA
POESIA
MOllALK
GNOMICA
io
ineii
alta la sella, un'altura e che di lontano gridi Che al tuo destriero poni vada solili! di in Godi cadr" tanto' che ho e non il messaggio ; e se esso spronar veloce 3, Che tal favor non durer" per sempre. il desiderio! i. ecco d'accettazione, luogo Se
su
mia non far" ctTetto poir incantagione incolume almeno ne riporter" di quelli, al Salito pertantosoiira un'altura,
capo si torr"
la vita.
re
la terra,
elefantimand" degli
e.
una
voce
da lontano
disse: Io
non
sono
Ora,
alcuna nell'ambasciatore colpa allealtrefiere e di contar sulla superiore dice e ascolta, ci" ch'egli perch" tua forza sul tuo vicino ornai al e vigore, fuor del
"
non
tocca
suo 2. Il discorso mio, anche messaggio " arrivato a taltermine che tisei negozio conveniente e aspro, bisogna non se parr" voltocontro la mia fontana e l" hai menato che sia ascoltato, perch"io,in tutto ci" il tuo anzi, esercito, estrema, per stoltezza che la luna m'ha affidato per messaggio, hai torbide E sai rese non quelle acque. arbitrio alcuno sia nelnon posso usare tu forse che se l'aquila, volatrice, rapida sia nel diminuirlo. E tu ben l'accrescerlo, a volo su fonte,la folgore ipiella passa misuratrice del mondo "
suo
"
l'aftare e il giunto
della notte
se e
vicario
qualcuno pensa
non
della invidia le brucia penne e ale? e che, se l'occhiodel Toro* per i campi del firmamento
diversamente
ascolta
guardain
esso
con
pupilla
con
glitrapassa
di lancia? violentocolpo
di
(Versi).
a
Il Devo che
Behr"z di questo messaggio? disse: Dice la luna: " Chiunque per la la forza e il potere si crede da deboli
e
esce.
si fa
sommo
duce^.
adduce
^
Ora io, ha, per la veemenza, "gli per bont" estrema, t'ho creduto per la potenzae vuol calpestare e gli degnodi quest'ambasceria per ammonirti. per la soperchieria, E fare lasciinteramente inferioricon la violenza e l'oppressione,per", se tu questoafa dietro da questa rende manifesta per tal forma l'abbiettezza e ti ritraggi specie S(" io bene s" d'insolenza sta. stessa sue no, tua, sua e per queste qualit" gittasi per
stesso
".
verr"
in persona
te in
uccider" pianti
miseramente,
l"he se
(Versi).
Non La
rea
seno
dell'orgoglio
core
mi
veiiga
con
la veduta degli
(1) Ecco il desiderio soddisfatto! Proverbio (2) Passo in arabo del Corano, 24, 53. (3) Non desiderar di pi". (4) L'occhio nella costellazione del Toro. (5) Cio" tolto il caso che Dio lo voglia, (G) Lo zodiaco.
in arabo.
APPENDICE
ALLA
POESL\
MORALE
GNOMICA
371
"
Perch" egli agitasse. grid": 0 ambasciator della luna! forse perch" ho dintorni. la immerso elefanti venne la luna nieraviii:lia Al re degli proboscide nell'acqua, si alla muove? Behr"z disse venuto Certamente tal ! : perch" e gli, ; messaggio per della T'at"'retta fare adorazione vide si a essa fontana, l'immagine nell'acqua perch" disse: 0 signore, quieti. L'elefante fece adorazione ed luna. Behr"z allora gli ilcomando ed accett" che d'allora lavatiilviso e fa un esegui attingi poco d'acqua, in poi non sarebbe pi" venuto in quel nuta veadorazi"ne.Forse avverr" che la luna, avrebbe di n" contenta resti elefanti menato te. misericordia, a luogo pi" gli la proboscide, nei dintorni della fontana. Behr"z allora L'elefante allung" e la notizia al re e le lepri si rasdella ilmovimento venne ne come proboscide port" occhi tuoi e iliavvenire
non
che la binasi
"
"
e per nell'acqua
essa
vi si fece alcun turbamento, sicui'arono, fu da e cos", per tale astuzia, loro allontanata cos" orando sventui'a.
C. ALTRI
SCRITTORI
DI
FAVOLE
DI
RACCONTI
I.
tarti van-
adunquemai
chiaro
un
del
nome
Qabus.
tutto
della persona, onde il nome proprio sar" che quello poi chiamato tisarai acquistato co' tuoi
esser
non
hanno
tuo
vero
educazione
sono
una
gente inutile.
grossezza,
non
semplicemente sapiente.
zione, educa-
certa
alcuna
non
di di maestro,di savio,
nato
s" stessa.
senza
nobilmente, ma
senza
certa
merita punto la tua stima, non ma della nascita illustre colui che al pregio
" degno dell'educazione, quello congiunge
queltale che
non
nobile n"
educazione ? Chi
dell'amicizia non tua, e tu mettiticon lui, costui lasciarlo " tale che " punto,perch"
utileal genere umano. " d'alto nascimento, deve non adunipie di che la parola " il pi"prezioso studiarsi nobilt" una sua d'acquistare Sappi pria protutti i doni. Dio, nel far dell'uomo la pi" di ({uella che viene che " ben migliore delle sue creature,l'ha sollevato antenati. detto: "La Per" hanno dagli perfetta diecifaaltrianimali concedendogli colt", " quella nobilt" vera che s'acquista con sugli interiori. esteriori, e con non l'educazione, l'ingegno cinque cinque quella
(1) Non
di tradurre Per"
non
avendo
potuto
avere
il testo del
dalla traduzione
francese
precisionedella traduzione quanto al testo. Si veggano al le ragioniperch" abbiam paragrafo 79 del presente capitolo posto tra i libri di racconti anche il Libro di Q"b"s. Vedi anche la prefazionemia quanto a questa traduzione rispondiamo
della
non
stata
fatta sul
testo.
(2) Albero
spinoso senza
foglie.
APPENDICE
ALLA
POESL\
MORALE
GNOMICA
la memoria, ilpensiero,
Non
i compagni dati Guaril giudizio, e male allevati. malvagi l'immaginazione, illingaaggio; la da mancamento a questopropole cinquefacolt"esteriorisono l'ndito, ogni sito in fa di tali ilgusto, iltatto. Fra queesser e che, luoghi l'odorato, vista, sempre ste vi ti altro debba tu alcune che state non facolt"sono se ((ualcun ritrova, pure sono
accordate
nore; miin grado ma animali, agli il " l'uomo veramente signore perci"
delle altre creature. sforzati di di questo vero avvezzatia render bello il tuo linguaggio, Persuaso
,
che tu possa ritrovarlo. del male degli altriacciocch" godere di ci" che di si rallegrino
non
se parlare
non
con
la lingua eleganza,
e
ceverne tristoti pu" accadere. Fa ilbene per ridolcezza Parla se non con poi.
tua
non
sar" che
del tuo l'interprete " Quanto pi" tanto pi"altri eleganza, che parlar
parole;
sterile
gittarsemenza
non cura
in
un
terreno
che
Guarda
perch", proposito, per quanto ben detto siafuor ove esso possa essere un discorso,
di sembra proposito,
avere
Preferisci ilsilenzio a
discorso quel
pu"
menar
inutili non
" quanto gittar ingrato, perdita; all'opposto, che ne il tuo per quelli non risparmiare a fare il bene, perch" son degni. Insegna il detto: In hanno " verit", l'inscgnai'e che bene " anche un farlo ". Sappi ancora
con
tutta
raccomandar
che altri lo
" buon
che
non e
pu" disgiungere.
Non ti rincresca mai
in questa vita medesima, avrai fatto, perch", tu avrai o il premio o la pena delle
dato dimanmai senza esserne parlai' da ogni discorso sguaiato e e astienti dir inutile.E se alcuno t'interroga, non Non
opere buone e delle opere cattive innanzi che tu abbandoni questaterra. Pensa che tacemlo il bene tu
nello stesso proverai di sia anche vero. Non dare a quella nulla che non tempo una contentezza eguale fai ilbene. Se, nell'opinione che altri te ne preghi, colui al quale senza alcun consiglio male contro qualcuno, tu per" che voglion di aver fatto dal darne a tutti quelli e fuggi sentialcun che i loro nessiui soltanto ne non dispiacere, ciono. piacconsigli timento, penseguire cevuto ha ritale non intendi che (pici alcuno in pubblico. Non consigliare alcuna offesa, dato in veramente, perch", Per" hanno detto: " Un consiglio il male fare si in senza " come un pu" provarne e, ogni non rimprovero pubblico
caso, "
quantouna
ad altri ".
si
sul drittocammino
non nell'errore, perch"
che quelli
tu
vedi
siamo
si pu" raddrizzare
i rami stortinon
con
raddrizzatiche
sono posl'accetta e
secondo le opere nostre, trattati primache s'apra per noi la vita eterna. La verit"che
e chiunque pu" negai'si, pensa ha fattonel viver al bene o al maleeh'egli Del resto, io potrei suo, mi dar" ragione.
io
non dico,
tleviessere
di
buone, parole
non
devi
essere
darne anche le prove. Perci",non perder bene tu alcuna occasione di fare tutto quel che
discorsi.
APPKNDIGE
ALLA
POESIA
MORALE
GNOMICA
373
la mia
{Racconto).
Ho udito che al tempo del calitYato di
un
se ricompensa
"
Califfo.
"
di paggio
nome
rinvenuto
denari 2, rispose il Cinquemila E io, il barcaiuolo, l'ho rispose di Non domando vita. pieno
allevato. Mutavekkil
suo
anzi figlio,
altro tempo che ilnecessario per menar la io lo condurr" dinanzi te. e a barca, poi qui, Come ilbarcaiuolo fu di
liffo ilCaritorno,
stessifigliuoli. Ma un voleva
comand" al suo nel dovevangli, la met" di ci" che era nella sua cassetta Feth,allora, insegnarquell'arte. Tigri, assaie non ancora che si desse da manordin" poi er:i giovane aveva giare stato privata; acquitutti credeva Feth certa destrezza, stato ch'egli come a esser quelli ma, abbastanza dell'et." valente. disse sette giorni cibo. 0 signore, senza sua, credevasi Per" un giorno si rec" tutto solo sulle allora il paggio, io ho mangiato. Disse del fiume e si gett" nella corrente il Calitfo : Ti sei tu forse nutrito con sponde ed Disse: No verache. essendo impetuosa, lo strascin"; del Tigri? mente! raci|ua che il inutile stere, resiMa per tutta questa settimana, era a egli, accorgendosi si lasci" andare al corso delleacque ho visto un tagliere che ciascun giorno, onde ben tosto fu perduto di vista.TrasIo allorafaceva portato discendeva a fiord'acqua. cos" dalla corrente sforzo per raggiungerlo e ne deva prenper qualche ogni due A vedere alla fine tre cavit" 0 una tempo, pot" pani. questo soccorso io devo lavila.Ciascuno di questi stata fattadalle acque, perch" facendo insperato egli, cio": " MuhaniDisse a ripararvisi. sforzi, disperati panirecava un'impronta, giunse allora: Avverr." ci" che a Dio piace. med figlio di Hasan, calzolaio". Intanto,
" "
(losi
stette sette
interi. giorni
a
lacitt"che
queltaleche ognigiorno
Quando
si
Mutavekkil fu tlatanotiziadel
abbandonava
conoscere e
paggio, egli
Al di appresso, gi" dal trono, sedette per terra, che voleva ricompensarlo. gett" fece chiamare i barcaiuoli e promise cimila un tale si fece conoscere dieper quella persona, di darne ilCaliffo perch" gl'ingiunse col dire che la prova, e quegli rispose del nome avrebbe preso alcun cibo finch" egli ciascun pane portava non l'impronta il riveduto il suo favorito, in que avesse qualun- suo. Cotesto " ben vero, disse principe, da quanto tempo abbandoni tu i pani stato si fosse potuto rinvenire. E i ma
dramme
chi
avesse gli
barcaiuoli si misero
il fiume frugarono
alla corrente
anno.
"
del fiume?
"
Disse
con
Da
un
frutto, quando,
Disse ilCalitfo : E
"
al settimo
di essi vide la cauno vit" giorno, nella qualeil temerario erasi riparato, lo e ve lo trov". Pieno di gioia, egli di aspettar tanto ch'egli avesse supplic" condotto
tutta
una
faitu cosi ?
Disse
Ho intesodire
e
ne pure gettare il mio nel Tigri, Come io non sarei stalo ricompensalo.
barca, e
intanto si rec" in
cosi ho fatto ci" che ho potevafar di pi", il frutto che ne devo potuto,aspettando
Califfo degli Abb"ssidi, dal 235 al 247 d. E. (849-861 d. C). (1) Decimo le dramme (2) I denari (fZ?""r)son {divhem)son d'argento; perci"5000 denari d'oro, delle dramme valgon pi" 10,000 prima. promesse
374
toccare. usato
"
APPENDICE
ALLA
POESLA
MURALE
(INOMICA
di bastone gli tolse ogni senRisposeil Calif"b: Tu hai e con colpi timento. Lo e sciacallo ne f"nse savio, si per"oggi consiglio morto, di liaila ricompensa. Cosi gli fece clono che ilgiardiniere lo tolse su e gett" guisa (li fuoridel giardino. Allora fu messo in versi poderi cinque presso Bagdad laddove si fece ricco e acquist" e egli proverbid: riputazione, (|uel d'un
"
i suoi discendenti
tempo
di
Q"im
vi stanno
[Versi in arabo).
Dio mi fece la grazia che io visitassi ohdavver! ch'" cacciagione Lo sciacallo, quale veduto i il suo tempio^, ho io stesso nipoti Eccellente ! Egli " quanto un'aura lieve mi " stata racdi lui, Entro una gabbia la storia del quale voler far prigione. contata dai vecchi del Fa
dopoquelle percosse ritorn" un in s",pensando alla bestialeviolenza mostrati buono e benefico, poco " in tuo potere, del giardiniere, lo sciacallo abbandon" il ti appagar dell'apparenza soltanto. ma non e strascinandosi dietro i piedi e giardino Sia la tua condotta conforme al tuo portamento finch" n'and", se zoppicando, giunse presso sulle esterno. Non avere una cosa di un lupo che dimorava in una selva, ed labbra e un'altranel cuore; insomma, non un'amicizia antica a veva con egli quel lupo ilvenditor d'orzo che mostra essere come i fondamenti della quale e patti d'alleanza, del frumento come della sua derrata saggio i diritti da si mati. rafferincessantemente adunque ilhene che 3. Sii giusto e generoso, di Dio giustissimo.
e
luogo.
Come
avrai ilfavore
dimand", dicendo
di cotesta
con
Che
e
"
" mai
la cagione
malattia miseria?
II. Ver"v"ni.
Il l
.
tanta
Libro Favola
di
Merzban.
(Versi
in
dello sciacallo
cariato e rotto.
suo germoglio quel
E ilseme
mio!
Ilo principe*:
uno
udito che
aveva
sciacalloche
Per la rancura
la sua
S'anche la casa
Ogni giardino.
giornoegli, per
entrava
in
pezzi
nei casi
d'uva quantit"
d'ognialtra
ne
sorta
di
grossi.
guastava,finch"
che l'uditodegli amici non ha conci" suoi " tale, l'aclui, di ascoltarlo; anzi,se io ne faccio giorno, coraggio sorpreso lo
sonno
il racconto spensierato,
esso cuoi'e
ai nemici miei
di
pietra,
e
divien molle
me. era
cera
si
testo, co-
fermamente
lo chiuse.
duole per
non
Ora alcuna
in me,
cura
tutto
lo trasse egli
li) al desieguale
Ventesimosesto
Califfo
(1030-1074d. C).
presso 85
per
"
di
una
del
(4) Il primo autore (supposto)del capitolo. (5) Forse, per metafora, il corpo.
Libro
Merzb"n.
paragrafi83, 84,
376
in amicizia
o
APPKNDICE
ALLA
l'OESL\
MORALE
(iNOMlC.A
tratto vi verrei.
abbondanza
di vitto
di piacevolezza
siderio deper
d'acconsentire; voglia
tizia
Ma per
con
domani poi, oggitorno a dietro; da sciolto ogni cura, pensiero, libera scelta auspicala, stella con pizia promi felice, con a volger" augurio
altro
,
"
lo sciacallo, con : lo ho perci", prese la via per questaparte. Disse lo sciacallo Disse allora lo sciacallo: meraviglia che alcuno facciaeguale la moaccompagnarlo. neta Io vengo da un lungo viaggio. Che se tu del pronta tempo presente al pagamento di tempo mi prendi sullaschiena fissalo per dilazione! Disse per un po' mi io ho l'asino: Tu dici eieditato pi" presto bene, ma perch'io laposi, giungeremo l" dove vogliamo. L'asino si mostr" mio certi consigli in un libro di dal padre lo sciacallo salt" sulla d'utili e ammaestramenti,pieno compiacente, gli cose, quale
" "
schiena,
se
n'andarono
io sempre, hnch"
sar", mi
serbo notte
da lontano,vide riguard"
fra s" slesso
:
il lupoe
disse
nel tempo del sonno sotto il guangiorno ciale. Senza di esso io veggo sogni strani
e
brutte.Domani immagini
me
"
io me Lo
loprendo sciacallo
torna ri-
(Verso
in
arabo).
va
non solo,
abbia
0 anima
mia
vai incontro
mano
de" tuoi propri vogliosa, piedi alcuna cagioneo motivo per ritornare. alla nmrte dice,bisognei" e di tua propria Tuttavia, per ci" che egli nella rete impigliarti della tua fare in maniera
sue, parole
e
vai
conforme
io torner"
e con
concorde alle
cer" lui e ritorsuo e
r'ovina !
( Versi).
per te di buono stato Alcun pensiero, l'anima a se stessa Che se le briglie Volgetosto il peusier. dietro il dove giunse. l" a cor Rivolge Mille cui'e per s", pei'me procaccia i. Le
mi
Se forma
il cor
desiderio.
Disse
fare
ci" (dievuoi
del quanto ai consigli a' suoi " ammonimenti, segno di e padre cuna alse tu hai a mente Perci", perfezione. mi di non consigli, parte quei negar di farmene l'utilit"
udire
sentire.
e
"
seduzioni
hainiu
(!
le
il consigli, quattro
star mai
senza
mani
ai
del piedi
m'hanno
Non
questo
ho
a moria me-
Ma
altrinon gli
e di pericoli
n"
so
da
me
mia sar"
"
difetto. Come
pertantoio
stesso
Allora si ferm"
e
stava luogodov'egli
libro.
Lo
disse: 0
sciacallo, ecco
ch'io vedo da
(buuani l'itorniaiuo, e
nostra
ipiesta
prel'dlto
lontano i
dimora.
gran
e gi" mi luogo, vengoim alle nari i soavi odori dei liiiri Se io sae delle erbe sue. pessi
luogo
ha
"
fuggilo
da
l'anima, due moti, quello delvi sono voglia dire che nell'uomo l'altro la con.servazione, cuore, generoso egoistaper propria gli altri. Ora il cuore, dopo uno slancio generoso per per glialtri (neltesto : per te), ritratto a dietro dal pensiero di s" stesso, e si procaccia intanto cure pu" essere e vuol (lire? Pare
(1) Che
quello
del
uno
affanni.
APPENDICE
ALLA
POESIA
MORALE
GNOMICA
377
e mangiato ne rebbero sa-
ne
avrebbero
mi consigli
soii
"
morti,intanto che le
sarebbero rimaste anche
a
trovate
chezze ric-
Se vuoi, le li dico.
": consiglio
un
lui.La stessa
"
Quando ti viene
del desiderio delle ricchezze mosse cagione altridue a voler toglier di mezzo gli di che avevano uggiosa colui mandato alla citt", poi per spartir fra loro la presenza
avevano
malanno
,
pensatene
pi" un preferire
un
quarto":
"
ci" che
e
trovato.
Inpo
e port"il cibo,
glialtridue
vatisi le-
Lo sciacallo, come
tosto, lo
morirono.
{Strofa).
sparso.
di t"rre ad altri. Moneta non^ cercar Che di te stesso sei ucciditore; Non
cercar
2. Favola
saltavano as-
le strade, fecero societ"fra loro che per molti anni,allesvoltedelle vie dei Mussulmani,senza misericordia, vano ponee
Novelle.
loro
anzi,come agguati;
denti gliacciLa
Biasimo della precipitazione. cende e la furia nelle facprecipitazione delle opere di di quaggi"" una scimento son e il frutto ne Satanasso, poi rincresecondo che e pentimento, soglion
"i
della fortuna, tutte assalivano le carovane d'indole pacifica. Ora, nei dintorni di
una
un
a giorno
certe
del cielo, al
aveva
cospezion la cir-
da Dio misericordioso " 2. Ora, la poca fermezza in tutte le contingenze della vita " biasimevole, e l'uom precipitoso
resta
che
erano
addossate
riverse
come
i appoggia
al capo dell'altro, tamente. attenpiedi guardarono Sotto una trovarono una pietra
d'aver raggiunto
ne
(VersO.
son malignit"
ti si conviene
andare
ne
d'Ahrimane
pentimento,
ne
approfitteremo.Il
nell'andare ; and"
misero si affrett"
cruccio al corpo
rimane.
e mangiare. il mal talento dell'avidit", che si Intanto, ciba di morti ed " micidiale, l'indusse a
compr" da
{Racconto).
riaccontano che nei
un
di gettar qualche (juesto parte di veleno mortifero in que' col pensiero cibi, che gli
andati oravi tempi l'arte che dellascienza e delabile gioielliere con conoscenza aveva sua perfetta
(1) Abbiamo
trova
recato
questo racconto,
che
in s" ha Vedi
tale
Storia
della
(2) Sentenza
378
Al'I'ENDICE
ALLA
POESIA
MOUALE
fi.NOMICA
di rito e in altro del fiume, feceleabliizi(Hii per d'un altropaese lo dimand" vicino due fece genuflessioni luogo gando. prealcune gemine preziose Nel far le abluzioni, aveva perch"egli gli egli duto percaso
mostrasse, per
eran
una
degneche per
metterne
re. gioielliere pertanto era terra, e la donna sua quella disse Ouamlo sar" : egli gravida, perch"
in mente. cerc"
la borsa
fanciulliche l"
and" in
venuto
a se
termine
nascer"
il
un
eglinon aveva perch" cosi liconobbe non suoi, figli disse: Io ho perduto borsa d'oro. una (pii
trovata?
" "
non
di buono
chiamalo augurio,
di
l'abl"iamveduta.
Sulla
sponda
R"zbeh (fortunato) bina. bamuna ; e se li nasce che vedrai In le porrai noim^ (|uel
esser
di (|iiesto fiume non " venuto alcun altro fuoridi voi. Rendete adunque l'oroperch" andiate sciolti da
non perch" e pena. gastigo avevano
"
conveniente.
I fanciulli,
Come
venne,
altronon l'oro,
ed
essa
nacquero due bambini, poteron fare che negare, e il gioielliere che era uomo all'uno ll"zbeh e als"bito all'ira l'altro e precipitoso, ambedue gioiel- li gitt" liere nel fiume. da
re, quel
stette
la donna,
sempre,
andava
scrivendo letterefacendogli
ciulli, Pass" un'ora, la madre dei fane venne dei figli, ed e ilmarito le dimand"
elladisse: Son venuti a trastullarsi sulla tanto sapere lo stato dei fanciulli, che s'accesein quell'uomo tese inilfuoco del dedel fiume. Il marito, come siderio sponda
"
dei domand"
ma
un
anno,
egli
si stracci"
al re il permesso di ritornare, le vesti e poi, per alcun tempo, fece gran il re disse: Io veramente la dei figli non suoi, e disse: voglio pianto perdita per
"
miglior consiglio 10
la
ne
miei ; figli
ora
che li ho
ce
tuo
fidatoche ti meni
ancora
m'esca
paese di mente.
"
mio
senza
citt".
(""si
Per
un
caso
ciascuno prodigioso,
dei
anche per un allr'anno, nel fanciulli che il gioielliere aveva pazienza port" e gettati allora domand" la licenza, ad un luogo diverso. ma non venne riasci, fiume, scamjiato
in (juesta uscito alla 11 re d'uno di quei cosi, era maniera,fino al termine luoghi di sei anni,rimase. I figli, fanciullo di leggiadra intanto, un rarono caccia. Vide egli impail Corano e Chi sei la domand": ben fatto, e gli a}ipi'esero scrittura, figura, tu? E il fanciullo gliraccont" il suo e ricevettero mentre educazione, compiuta
e
"
il desiderio del
suoi
Al
re
si
:
commosse
perch"
Disse:
il
nome
al termine estremo, e perch" egli domand" giunse licenzadal non P)ehr"z. aver egli l'c pot" all'andare,
"
Che
nome re
Disse il
Prendo
ti
tuo
|"ei buono
"
e augurio
come accolgo
figlio.
mano
Cos" lo men"
con
s"
palazzo.
Quando i fanciulli giunsero vicino alla sulle porle della citt"era un citt", poich" l" si fermarono e comiiiciaron gran fiume,
mento per diverti
a
Il ('ratei suo, di
che col di
bellasomma
in citt".
Cosi lo
un caso
menarono
giuiil("alla sponda
Ora, per
anche meraviglioso,
APPENDICE
ALLA
POESIA
MORALE
GNOMICA
379
e
in quella citt". era giunto gioielliere dei Pass" egli, un giorno, per il mercato il
menato e intanto i ladri avevano calderai, H"zbeli da uno de' calderai, per venderlo,
la madre
tua
vengano. allamadre
"
fece conoscere il re
ildesiderio
che
era
il figlio suo.
L'amor
paterno lo
si lev" contro
un
suo
mico ne-
che fece una scorreria per la terra, al punto di dover comprare quel sospinse condusse lo ed lo il re, per respinger e perch" egli compr" quelnemico, ragazzo, rest" Quando la madi'e volse uno sguardo scelse un esercito e la metropoli a casa. mand" un lo riconobbe, chiam" vuot;i di soldati.Una notte egli al o'iovinetto e del figlio R"zbeh e pass"con lui in allegria tutta e disse al e cadde ai piedi grido il Il " ! n otte. volse si tuo Quando a Questo : figlio quella poiegli gioielliere vide il R"zbeh disse fra s": Questa ne giubil" e come figlio, prender gioielliere, sonno, notte non e l'amore son a Dio altissimo, l'ese molte grazie qui le guardiereali; per" bene " che fino desto disse io stia nel crebbe a giorno e : cuore, e per" egli gli dei figli,compia l'ufficio del far la guardia. Allora Poich" abbiani rinvenuto uno la spadae sedette al guanvigio sar" bene che noi facciam ritorno al sersguain" ciale i di Behr"z. Quando poi vennero Cosi se ne vennero del re. ancora furon fatto nulla soldati al serviziodi quel tornarono e senza aver re, e come giunti alcuno il loro caso. loro, a palazzo, quanto alloscopo e all'intento gliraccontarono mand" certiconfidentidel re, pregandolo tutto cotesto, Al re piacque e per" fece in persona contro dovesse muovere accrebbe lo stial gioielliere pendio ch'egli e gli onore Come confidenti furon il nemico. al il questi insegn" figlio gioielliere ; e
" " "
l'artesua di molta
sua
ne
mostr"
l'utile e il danno,
venne
videro venuti,
re
Behr"z
addormentato
con
guisache
gliene Come poi fu giunto alla egli perizia. diede il conoscenza padre gli perfetta,
e
in
R"zbeh quell'arte
e re
starsial
di lui guanciale
un
la
grido
denari
lo mand"
a venne
trafficare.
a
Cosi lo legarono.
egli quale gi"era il fratelsuo. Il re del paese era gi"morto dopoch'ebbe designato per
suo successore e venne a
Per caso,
citt"nella quella
Quando Behr"z si dest" dal sonno, gli disse 'a R"zbeh: ilfatto, narrarono ond'egli che male ho fatto perIo,al tuo riguardo, ch"
tu
Behr"z, e Behr"z
ora
gnava re-
teneva
obbedienza per vender sue Questa notte le guardie reali non erano fargli merci ; ma, per il lungo son e per" io, per devozione, tempo trascorso, presenti, infino al stato l'altro. si riconobbero l'un a vegliare non re Intanto, e, come giorno Behr"z comand" che sidesse uno stipendioil fiordel narciso, stato tutta la notte sono acciocch" di ad alto di R"zbeh malandrino sue un e comper" a qualche perle quisu piede, casione l'ocvi R"zbeh fece non e cogliesse guadagno, all'improvviso prezzo, gran Ma tu, o signore, fece tal proposta : Converr" e re Behr"z gli riguardo propizia. al mio servizio che tu stiaqui meco degli perch" al servo tuo, non ascoltarle parole invidiosie guardacon occhio di nnseriil modo di star bene. io possa procacciarli
"
R"zbeh disse : Mi si conviene di obbedire al re, ma io ho un impedimento, ed hanno per " che il padre e la madre un'affezionegrandissima, e io stimo
sacra legge
cordia al caso
il re:
di
me
meschino.
"
Disse
Menatelo in
se ne
carcere.
esso me
He Behr"z
reale,
esser
Che
se non
ilpadre dienza. per caso, in quello la loro obbestesso giorno, per me in citt"e facevano dell'ob- e la madre di lui giungevano bedir fosse la ragione Ma ricerca dello stato del loro figlio. fu risaputo da essi che Pi"zbeh
in questa io starei a' servigi loro, reggia. Re Behr"z disse: Scrivi una
"
come
380
era
Al'I'ENDICE
ALLA
1"0ESL\
MORALK
C.NOMICA
scrissci'o un in cateiu',
a
incinoiialct;
sentenza
" ((uale
stata
detta in
questi
vennero
nellapresenza del re, inostrai'lo noi siani forestieri dicendo: 0 giusto signore,
e
versi
(Versi).
Come
e
venuti
dietro la
farfalla non
Avevamo
due
R"zfigli,
ce
E mite
signore.
heli e
Belir"z; andjeduc caddero nelliha tolti, perch" Iddio altissimo rac([ua. Dopo molto travaglio,
e ma
il destino ambedue
IV.
V"iz. Hiisejn
LIBRO:
BENEFICENZA.
Dal
DELLA
dell'altro non
come Intanto,
R"zbeh in prigione. dettoche ilre ha posto ha male, il re cel Ora, s'egli latto qualche condoni
siam
e
si "
la bont"
tu
te
tuisca resti-
renda
dida, splen-
la luce degli occhi Iddio ! ) avviene frutto, e se (deh! ce ne scampi qual per collirio, figlio l'abbondanza ilcontrario di cotesto, loro con la vistadella belt" d'un regal in ogni te. e la concordia manca come provento,
Quando
e e
re
Behr"z
ebbe
letto tutta la
guasta,e
lo Sceicco Muslih ud-D"n Saadi (ne ristori Iddio lo ha spirito!) infilato tenza questa sennel filodella sua
s"
due que'
disse:
poesia:
Ecco ! io
" in
" il fratelmio ! l'istante, Cosi,alprigione, in (|iial In formi che traesse R"zbeh Industria poniperch" invi"qualcuno di fuor di prigione, mand" la madre nel gimente tu tua Intenzion, volga neceo Ove malvagia casi meravigliosiAl buono stato il guardo. e fi'a reale, questi
"
(Versi).
Intenzione abbiasi un
il frutto della circospezione Sue
re,
di tutte
i pensieri.
dell'avvedutezzanell'operare.
Che
se
il
fosse stato cipitoso prei fanciulli, nel gettar nell'acqua cosi gran poida soffrire
non gioielliere
{Racconto).
Raccontano che il reQob"d,
un sua
giorno,
gente.
non
avrebbe avuto
dolore per la loro lontananza e tanta rancura di desiderio; e se Behr"z soltantoper le paiole dei nemici avesse ucciso R"zbeh
0
calda,ed
da ogni partecercando per la sete, guardava un'oud)ra e una fontana. Gli venne
lontano
un'ombra, ed egli
una
il cavallo da spinse
(piclla parte.Vide
non
avrebbero i;li
la
sua
campi,
(juello, precipitazione, prov" per doloie e inquietudine, Quando Qob"d e quest'altro, sotto,airond}ra di quella. per doima corse la la sua dalla aver e circospezione per saputo giunse campagna, scender lo fece dile fuori e afferrategli s" stesso, riusc" vincente nel contener briglie, desiderio suo, di guisa che, presso i ci"che alloraaveva. e gli present" il bevve f u ('(infermatoilverificarsi accett" di e |)0" dell'aciiua, saggi, (piesta Qob"d
con
vecchia
APl'E.MtlCK
ALLA
l'dESLV
MORALE
(GNOMICA
:m del
sonno
lo vinse.
fare
,
Quando
nnlla anche
aveva
il
re
inclina
lui
far
male.
Iddio
"
(sia
dato lo-
da
per"
si
per
sera,
!) toglie
Tu
Qob"d
e
notte. (|uella
Dopo
una
la
preg'hieradella
vaccherella.
e ne venne
disse
hai
sua
detto sband"
"
quella
giunse sogLa
"
giunse
della
dai
campi
la
a
La
figlia
molto
intenzione
:
cuore,
poi
!
vecchia
munse
ebhe
Ora si
va
! torna
e munse
numgere
latte, tantoch"
Qob"d
ne
glia. meravi-
fanciulla per
lev"
Ond'egli
appunto
per
nessuno
disse
se
fra s":
ne
Questa
alla
gente
la seconda
volta. correndo
Ne
ci"
sta
a
campagna, lor
greti se-
copia, onde,
madre,
del Per buono
un'altra della
perch"
; e
venga
risapere
tanta
le diede
re.
la notizia
tit" quanuno ne ne
di dessero verrebbe
giorni
averi
re ne
questo
esser
punto,
hanno d'una
detto nuvola
un
re
principe,
e
ai loro del
non
migliore
del sole
che luce
;
d"
e
danno
il tesoro
avrebbe
pioggia,
Firdusi
stesso
che
d"
concep"
a
il disegno
che, come
imposto
il
sapiente
dice:
giunto
palazzo, avi'ebbe
balzello. il mattino
,
( I Vr.s/).
alla gente Come
munse
quel
venne
la
un
fanciulla
e corse
Ogni
A Al Malo
e
stilla che
scende
dalle
nubi
Die 0
grido
primavera, pensiero
d'un
a re
de' monarchi
dentro diventi
non
dalla
a
disse: che
madre
re
mia,
ha
titi met-
fu
gi"
i. Come
il nostro
voluto
il
pensier,
debito
trova
i suoi
far disse
del
:
Qob"d
si
meravigli"
Disse:
"
Umori
Ma
se
tempo
"
la terra.
re, tu
non
Donde
cotesto? vaccherella
non ne
buono
il tuo che
lagnarti
di frutti
sua.
Ogni
dare nella
mattina molto
Per
distretta,
"
d'anno
che
Oggi
Abbondi,
assai
miglior
la bont"
quantit"
consueta.
Ogni
qual
(1)
Il
senso
di
queste
parole
"
spiegato
dal
racconto
che
precede.
382
CAPITOLO
OTTAVO
IL
POETA
GIAMI
SOMMARIO.
"
persiana poesia
"
1,2. Perdio
3. Vita di Gi"iiii.
"
0, 7, 8. Le poesie 4, 5. Divisione delle opere di Gi"mi. 10. Il poema : un Dono ai 9. I poemi mistici e romanzeschi. 11. Il poema: il Rosario dei giusti. 12, 13. Il poema: Giuseppe e
" "
Zal"kha.
"
U,
"
Meg'n"ne
:
Levia. Abs"l.
"
Alessandro. d'oro.
"
Il poema
Sel"m"n
di
"
10, 20.
il Giardino L'opera:
primavera.
"
10. Il poema: il Libro di 18. Il poema: la Catena 21, 22. L'arte di Gi"mi.
1. Posto
di
Gi"mi
nella
storia
della
poesia
persiana.
qualcunoper caso non approver" perch" ci slam riserbati di di Gi"mi in un capitolo a parlar partee soltanto a questo punto, in cui sono e di Huseyn V"iz e di tanti altri che gli riori, postegi"" stato tenuto parola ci" fatto che abbiam tutta una ragione possiamo rispondere per
1. Se
La quale, in speciale.
assegnata per
come
trattar
qual modo, quasi " la stessa che abbiamo di Saadi e di H"fiz in un capitolo a parte; perch",
certo
l'operadi Saadi e di H"fiz parve riassumere tutta la poesiadei assai tempi loro,cosi l'operadi Gi"mi, prescindendo dalla sua valentia, minore, di poeta, riassume quelladei tempi suoi. Gi"mi scrisse di tutto, si pu" dire,in prosa e in poesia e di tutto volle discori-ere e ogni genere
letterario volle tentare intanto che
conlessava
malinconicamente
non
che da dire, dopo tanti illustrie gloriosi toccato nulla di nuovo essergli che pi" di tuttihanno " uno di (juei l'avevano preceduto. Poi,egli poeti Anche Huseyn fatto prima,e non sempre rifattoci" che altri aveva meglio. V"iz scrisse di molte del Kal"la fra le
sue e
cose, diversissime
si pu" dire,un'operanuova e originale diventate, mani, le altre opere sue sono per la maggior parte o storiche o Dimna
son
Gi"mi
star
ha tentato tutti i
sua
generi
lirico, anzi, del genere di Khusrev, di K"tibi e il lirico e il mistico, e fu poeta i-omanzesco quando volle gareggiarecon imitando Att"r, e scrisse novelle e racconti, Niz"mi, e fu mistico e allegorico il Saadi. Per Roseto di questa parte adunque, che propostosi per modello tutta quanta in Huseyn V"iz,egli manca compendia assai bene e riassume
bench" minore poesia dei tempi suoi, e perch"egli, cosi abbiam dei suoi predecessori, di molto s'innalza sui contemporanei, nella
sua
totalit" la
'SM
(..M'ITOLO
OTTAVO
lettere e principio scienze e poi s'inizi" nelle dottrine niisticlie e ascetiche sotto la guida del al quale poi succedette nell'insegnamento celebre Saad ud-Din R"shgliari, i faceva lezione, Raccontano la gente si che, quand'egli biografi pubblico.
cura
molta
dell'educazione
del
affollava alle porte della scuola sollecitando d'essere introdotta, tra e che e grandipersonaggi non meno vogliosi quella gente si vedevano principi col nome di maestro. Condusse egli la maggior deglialtri.Lo designavano alla corte degli con onore grandissimo partedella vita a Her"t, ospitato ultimi successori di Tamerlano;
e
un
come giorno,
stava visitarlo, quando seppe ch'egli non essere importuno.E pi" ancora,
con
mosso per alcuni amici, ritorn" indietro per l'onor" il principe forse, Huseyn che
e
si racconta, essendosi
poi,
nelle sue opere che scrisse in turco, anche troppo fedelmente fu l'imit", ammiratori suoi dei caldi. vita uno felice, Cos",dopo una lunga pi" egli mori
un
(1492 d. C),
fu
e a
sepoltoin
spese del
grandissima pompa
di
2.
Le
opere
Gi"mi.
4. Uno
aver
dei
come
scritto molto
di molte
computate da alcuni
novanta,
tra
diverse cose; per" le opere sue sono a quaranta, da altri a cinquanta e da altri ancora
e a
lasciando da
una
tra poetichee prosaiche. grandi e piccole, Quanto le tutte perch" non possono esser prosaiche parte
noi,
getto sog-
deglistudi nostri,e
esse
sono
in gran
vite di e metaf"siche,oltre alcune che recano parteascetiche,teologiche di retorica e di musica, passiam direttamente santi 0 trattano di poetica, che sono anche in numero minore e forse,quanto poetiche h anno di all'arte, |)oi Devlet-sh"h, seguita maggior pregio. L'opinione che le prosaiche anche dall'Ouseley, siano il lavoro dell'et" matura di datosi alla speculazione lasci" la vanit" della Gi"mi, quand'egli, filosofica, sembra del tutto vera, trovandosi che certe opere poeesser non poesia, tiche furon da lui composte nella sua et" i)i" tarda, come, per esempio, il
e
subito alle
Giardino
di
primavera,terminato
reca a
da lui
sua
Devlet-sh"h Gi"mi
dice di voler
poesia per
veramente
la vita
preziosa
nelle inezie;e la
quartinadice
cos":
a poesia preziosa
La vita Non
Soii
non
averti caro
ad ognifantasia. sotrg'iaccia
soltanto valore e significato abbi;mo tuttavia che queste |)arole avviene dei che tante cose come dicono, lontane tutte dalla retorico, poeti Crediam
IL
l'OKTA
(IIAMI
385
verit".Con questo, le date del Giardino di primavera e di qualche altra opera poeticadi cui diremo appresso, tolii:ono ogni valore all'opinione di Devlet-sh"h e alla quartina' che egli innanzi. Ma v'ha anche di pi", reca
perch"Gi"mi, come
settantesimo anno,
e
gi"aveva fatto Khusrev di Dehii, giuntovicino al suo si pens" di raccogliere e di ordinare le sue numerose
Questo lavoro fu da lui compiutoneir884 d. E. (1479 d. C.) sparse poesie. nella prefazione in prosa ch'egli volle mandare innanzi alla raccolta,
aveva ch'egli
sua prima giovinezza quel tempo. 5. Divideremo le poesie di Gi"mi in tre classi, e nella prima porremo le liriche, da lui distribuite in tre canzonieri; nella seconda i porremo e il mistico, modellati su quelli poemi, che,stando tra ilromanzesco son di Niz"mi e, quanto al contenuto, somigliano anche a quelli di Att"r, e porremo nella terza ilGiardino di primavera, composto ad imitazione del Roseto di Saadi,opera che sembra stare tra la poesia e la prosa, ma tiene apparalla poesia storica e per ragione di natura, come vedremo. per ragione 6. Fra le sue liriche prevale alla qas"dala ghazela ossia l'odicina amorosa che egli tratt" con variet" grandissima, mentre la qas"da, forma poetica fu da lui pi" raramente perata. adoquasigi"andata in disuso a quei tempi, Delle sue qas"de, veder la raccolta che " noi,per non averne [)otuto
coltivato la
poesiadalla
conosciamo che una sola, riferita non da Devlet-sh"h. Sappiamo rarissima, Gi"mi tratt" in di Maometto tuttavia, che, esse, alti, ora lodando soggetti Iddio,
ora e Ali, morali e religiosi, profeta esponendo nobili pensieri ora l a al ad altri e parola principe rivolgendo regnante,Huseyn, personaggi ora illustri, del suo maepiangendo la morte di care pei'sone,come stro quella K"shghari,e quellad'un fratello e d'un figlio. Quella che sola conosciam noi, parla molto correttamente della vanit" delle cose di quaggi", delle ricchezze, in ispecie delle quali l'uomo non bene usa se non in quanto fa larghezza Dice della sicurezza in cui si trova il ne generosa aglialtri.
pauroso,
senza
che la ricchezza
la
intatta la fede. Ecco che mantenere a Gi"mi in questa parte si assomiglia Saadi che pur dice cose consimili a in alcuna delle sue qas"de e del quale egliha altres"la calma serena se ha i pensieri elevati e l'artesovrana. ne E se tali, pure non quale" questa di cui parliamo, tutte le altre qas"de, sono v'" alcun dubbio che a lui non
va
conto
poesia.
esse sono
moltissime ghazele,
amorose
mistiche;e poich" siamo a quel punto di convenzione allegorica, notata amoroso a velar serve gi"da noi altrove, per cui il pi"ardente linguaggio dottrine mistiche e panteistiche, che Gi"mi, come ecco gli altri poeti dei
suo
" aspra e crudele verso di lui, essa non eppure egli verr" meno al suo amore; che egli ne desidera notizie; ecco e intende intanto il mistico congiungimentodell'anima a Dio,dell'anima pellegrina
ecco 25
"
genere, a lei ;
sua
bella
anela di
gersi ricongiun-
Pizzi, Storia
della
380
CAPITOLO
OTTAVO
origineprima. Perci" tutto largamenteadoperato finezza che piace, certa sebbene una abbia,nell'usarlo, da lui; a lungo egli e che ripeton andare esso viene a noia in tante nenie malinconiche sempre
in terra, " Diciam cose. le medesime sempre velata sotto la passiond'amore. Ma
e
cotesto
essa
si manifesta
anche nella
piace
assai
pi"; e
di filosofo che
liberamente
pensa,
dicendo che, quand'eglifece il religione positiva, della Mecca, altro non pot" fare che pensare all'amante pellegrinaggio intanto che il labbro era chiuso alla pre(che " Dio, nel senso mistico), ghiera. facevano lor voti,ed eglipensava e Pregavano glialtri pellegrini distratto da alle bellezze dell'amante, questo pensieroche gli pur sempre esterne del si era conf"tto nella mente. Poi,il disprezzo per le pratiche ai qualiegli si volge e i bacchettoni, culto lo portava a flagellar gl'ipocriti l'acrimonia e la virulenza di Omar con Khayyc"m, s" bene non sempre
tutte le formole
con
la beffa
col riso.
altro un poesialirica di Gi"mi, a parer nostro, ha ancora " nuovo tuttavia,non quale, per noi che gi" l'abbiam trovato aspetto, Perch" avviene non di rado che egli, come a certe in altri poeti. gi" altri, 8. Ma la occasioni in cui si ridesta l'uomo
amore,
vero e
tace
l'asceta ebbro
di svenevole
ed dei mistici e parla da senno lascia il gergo convenzionale da alcuna scuola o filosoficao tica. poeesprime sentimenti veri,non venutigli lo in il casi rasenta suo particolari, linguaggio Certamente, questi anche con qualche metafora strana e qualcheinsipido famigliare, abbiam senche qua e l" s'incontrano;ma, in compenso, timenti giuocodi parole buono, veri,e per essi una fedele immagine dell'animo dell'autore, talvolta scherzoso e lepido,talvolta pungente. mite, sereno, placido, quando, allorcome Qualche sua avventura eglidescrive con certa disinvoltura, alla Mecca, viaggio impeditoa Bagdad di proseguirl'intrapreso citt" e degl'incomodi scioso dell'incredice delle noie del soggiornoin ({uella di s" e involontario indugio.Un'altra volta parla modestamente ha scritto per la gloria, non ma di poeta,affermando ch'egli come per gli amici e per lasciar loro qualchericordo di s"; e si sdegna al solo pensiero biasimare futili lodare o o il verso di adoprare suo per per cose monile da non bel di gemme il suo verso un essere altrui, parendogli in adornar cocci,come eglidice con una certa sua metafora un sprecarsi stile poco
strana.
Ma
quartine,e pi" qualche pensiero che sembra a volo, e Egli l'ha colto come
cosa nuova o
le alle vere fra le liriche sue, accanto odi, abbondano mente acconciai distici staccati, nei qualiegli esprime ancora
nato essergli
con
in mente
senza facilit",
bella,molto
meno
cosa
in in
l'ha espresso e pomposa, magnifica Per" atti a raccoglierlo. che [)i" erano
suo
del
IL
POETA
MIAMI
387
Ministro,cos" egliritrae anche, secondo noi, molto del fare popolare, fatte o dal veramente, alcune di queste poesie brevi sembran perch",
almeno
con
certi
che atteggiamenti
son
propri
sotto poemi di Gi"mi doveva andare a principio cio" il Quintuplo, arabo di Khamseh, ad imitazione del Quinil nome tuplo Come poi alia racdi Niz"mi che per il primo ne diede l'esempio. colta due le fu altri dato l'altro nome furono aggiunti poemetti, persiano Sette cio" i tolto dalle sette stelle l'Orsa delnome di Heft Aureag, Troni, il nome arabo as-Saha, cio" i Sette, e talvolta anche maggiore, il Rosario dei I poemi sono: il Dono ai liberi; assai pi" semplicemente. Giuseppe e Zai"kha; Meg'n"n e Levia; il Libro d'Alessandro. A giusti; s" aggiungono glialtri due: il Quintuplooriginario, che formano questi, Catena d'oro. si vede dai titoli, alcuni Sel"m"n la e Abs"l; Sono, come dei quali ad imitazione di quellidi Niz"mi, anzi in alcuni casi sono gli in modo altrettantipoemi mistici e romanzeschi;i romanzeschi stessi, poi,
diverso da
ora
Niz"mi, narrati
romanzesca, poesia
con
manifesto
che la
umana,
anela di ritornare al
cipio, prin-
non
s'era
Notisi
ancora
era
stato
pi" che
Alessandro, per sebbene non mistico, Ma dato da lui avesse ancora adoperatoapertamentel'allegoria. l'impulso s'era arrestato,e perch"breve era il passo che lo stato potentee non era quel passo fu fatto ben presto e francamente dai separava dall'allegoria, a suoi imitatori. Ecco pertanto qual punto trovasi Gi"mi co' suoi poemi. il t"toloarabo di Tuhfat ul-ahrdr, cio",un Dono 10. 11 primo porta d'essere una ai liberi,nel senso che, sciolti dalle guida per tutti quelli
in alcuna
tacere del Tesoro
cure
di
quaggi",sono
eletti a
mistica. Esso
come pertanto,
ilTesoro
che incomincia modellato," libro dottrinale, di cui pure si descrive la miracolosa Profeta, di parlando termina
un
le consuete
lodi
Dio
al
ascensione
al cielo, e del
santo
che personaggio
poetico di intorno al modo capitoli morale. Seguono i venti capitoli di cui si giungeread una vera perfezione sofica, il poemetto, toccanti diversi punti di dottrina teologica e filocompone della del struttura morale e mistica,come, mondo, per esempio, riflettela del considerata come in cui si Creatore, poi specchio perfezione della creazione dell'uomo, considerato come immagine di Dio, poi della consiste gi" nell'acqua dell'uomo che non essenza e nel limo ondQ vera Naqshbendi.
e
e prosaico
Tratta anche
dell'ordine
la
lunga introduzione
alcuni
;J88
a
CAl'JTOLU
(tTTAVU
fu formato, ina s" bene nella perfezione delia fede. E cos" principio del della t occando della dei pellepreghiera, digiuno, generosit", seguita, grinaggi
del silenzio, della vita solitaria, e di altre simili cose, tutte considerate alla morale. Ogni capitolo teoricamente e j)raticamente rispetto nella prima delle poi,come gi"nel poema di Niz"mi,consta di due parti, quali il poeta espone e dimostra per ragionamentila verit" morale ha tra mano, riserbandosi di confortarla nella seconda con qualche ch'egli in s", ma di significato lieve quanto narrazioncella molte volte puerile non Un breve capialla dottrina a cui serve di dichiarazione e di commento. tolo in cui si d"
si afferma
e
poemi,ilTesoro
di Dehli,chiude d. E.
che
il breve
poemetto,
stato
finito neir886
(1484 d. C).
poema si "
quello dal titolo arabo Siihhat ul-ahrdr, morale e filosofico, cio" il Rosario dei giusti, e, pi" che filosofico, poema e ascetico. Del quale tuttavia non possiam dir quiche assai poco, religioso eccetto un breve passo riferito dal perch"non ci " stato dato di vederlo, almeno dar tradotto per mostrare razioni che vorremmo a qualiaberRiickert, la mente nostra abbandonarsi insano furor quando, per possa credessimo che la natui'a alti'i si fa se a umana, calpestar saggi religioso, che del poema bastassero. Seguendo tuttavia l'Hammer d'altri poemi non notiamo soltanto che d" qualche saggio tradotto e una lista di capitoli, detti nodi, o, come diremmo noi, esso si divide in quaranta capitoletti,
11.11 secondo
dai grani onde il rosario gran", la prima delle qualiespone parti,
una
ha
invocazione
che
serve
di
passaggioal capitolo
tanto
sembra
esser
lontana
manuale
di
sigli, con-
quale,tra giovani,
come
pu" arguiredai titoli, pi" che esso, vuol trattare la morale pratica. filosoficae religiosa la pura speculazione
almeno
si
E vi si dalle
" parla,
vero,
della
essenza
di Dio
della esistenza
sua
provata
la verit" essere in e e vi si dice essere visibili, defia della dei vi si discorre povert", |)azienza, pregi lui, ma, accanto a ci", della della della sommissione, generosit", mansuetudine, della gratitudine, al avvertimenti dell'autore, danno figlio particolari Ziy"ud-Din V"suf, e si bene del poeta, il altri rivolti al lettore, coi quali e con perch" giudichi
cose
Iddio la verit"
la
maggiore
Se
e se ne ne
migliore
in gran
s'accorda
diversifica diversifica
Il, l'OETA
GIAMI
.S89
narrava
e
le amorose nella
di
Giuseppee
ora narra
Zalikha
con
l'intendimento
la
persuasione
Zalikha, al
leggiata simbo-
di
narrare
una
storia vera,
avvenuto
con
poesiaromanzesca,
nel chi all'arte,
e
le medesime
umana
solito,rappresenta l'anima
che
giovane
non
avvenentissimo
vedrebbe
non
scultoria di Firdusi
non
Gi"mi
con
di Giacobbe. Quanto poi t"glio la differenza tra i due poeti?La poesia pittrice " pi" di questi giorni tardi della letteratura, e che lo svenevole poeta mistico dei tempi suoi, si vede sfinita.
e non
per ci" che non d'una dottrina omai si perde fra gliarzigogoli l'anima invasata d'amore
si tocca, che
dopo le consuete invocazioni, narra di Zalikha, pertanto, d'un re di Mauritania, bellissima figlia che, avendo veduto in sogno un al Visir d'Egitto per il Visir d'Egitto, vago giovane che le si fa conoscere in isposa dal padre compiacente. Ma il Visir d'Egitto, " mandata con dolore di lei quando giunge a vederlo per la prima volta," grandissimo Pntifarre,non il bel giovane veduto in sogno. Cosi essa vive nell'affiizione, " veduto finch" un giornoGiuseppe, gi"slato venduto dai fratelliinvidiosi, di Pntifarre. Giuseppe " e fatto comprare da lei nel mercato per mezzo il giovane da leiveduto in sogno, ed ella tosto se ne innamora mente. perdutaMa perch" egli resiste a tutte le sue pi" calde preghiere, essa, in cere carintanto, spiega sdegnata,fa rinchiuderlo in un carcere. Giuseppe, i sogni al panattiere di Faraone e poi a Faraone stesso, e al coppiere stone, perch"egli" tosto esaltato al grado di Visir intanto che Putifarre, depo13. Il poema
di dolore. Zalikha,ritrattasi a vivere povera e dolente in fatta omai cieca dal lungo lagrimare, si consola tuttavia luogo solitario,
muore
ildestriero di Giuseppeche passa per scalpitare del suo grado novello. Ma poi,ella rinuncia al culto la via nella pompa si reca nel cospetto di Giuseppe, Iddio, degl'idoli, e, fattaadoratrice del vero da Iddio che renda il quale,tocco la giovinezzae la compassione,prega Cosi Zalikha, l'itornataalla sua giovent" " vista all'infelice. e fatta pi"bella, Si chiude il poema lu" lino alla morte. e vive felicecon sposatada Giuseppe al sentir di tanto in tanto
con
alcuni avvertimenti
sua
di
composizione,notata negliultimi
14. 11 poemetto Meg'n"n e Levia ci " noto, quanto al soggetto, per da noi di l 'ha trattato con una toccato, quello, iNiz"mi; Gi"mi,tuttavia, gi"
certa
libert", anzi,come
e
voluto
a
alcun punto qua e l",gliha dare significato le consuete lodi con e mistico. Incomincia allegorico appar da
al
manifesto
Dio
in che modo
Meg'n"n e
Levia
si
siano l'ini dell'altroinvaghiti. Essi passano insieme i lunghigiorni, intanto che le notti scorron loro nella lontananza. reciproca Leyla, penose per
giorno,mette alla prova il suo appassionato amante, e trovatolo fedele, si tega a lui con solenne giuramento. Meg'n"n intanto,assorto nel pensiero del suo dolce amore, fugge la compagnia degli uomini; ma un amico
un
390
SUO
ne suo
CAPITOLO
OTTAVO
dal
scopre il segreto,e lo riferisceal padre di lui che tenta smuoverlo anche il matrimonio altra bellissima con pensiero,olfrendogli
fanciulla.
giuramento,ricusa;ma intanto alcuni invidiosi l'accusano d'infedelt" nel cospetto di Levia, la quale da principio si placa con lui. Ora vengono se ne sdegna,ma poi,conosciuta la verit", le prove pi" dure per i due amanti, perch" i genitori di Leyla cercano dal suo inconsulto amore, ed ella nega e intanto (andandosi distoglierla al pellegriuaggio della Mecca) Meg'n"n,saputo lo sdegno dei parenti di gere. Leyla,non frequentapi" di giorno la sua compagnia per non farsi scorHa con lei, alcuni colloqui dei qualiavendo avuto tuttavia, notturni, notizia il padre di lei per mezzo di Leyla stato da lei d'un antico amante egli giuradi ricorrere al Califfo.IlCaliffomanda ordine a Meg'n"n respinto, andar pi" da Leyla,di non di non parlarnepi",di non celebrarla pi" ne' suoi versi. Meg'n"n allora, di cui la mente gi"incomincia a vacillare,
suo va
Meg'n"n, legatodal
errando
cerca
che
dolore per monti e per valli, e al padre suo di consolarlo, fa pietosapreghiera di far domandar
suo
nel
desolato
Leyla per
lui. Il padre di
Leyla sdegnosamente respingela domanda; ma Meg'n"n, che sempre trova in un pi" misero e infelice va ramingo per il deserto, di c he raccolto estenuato dalle sabbie uomo nome Naufil, l'aveva generoso, Perch" Naufil va dal della sua causa. ardenti,un inaspettato patrocinatore subitamente e il !)adremonta padre di Leylaa intercedere per l'infelice, in ira,e Naufil gliminaccia la guerra. Meg'n"n intanto che non la ama buono e pietoso, violenza, pi" e pi" s'interna nel desei'to.Nel deserto egli, libera gl'innocenti animali dai lacci degli avidi cacciatori; volta una anche si reca furtivo alla tenda di breve loquio. colfino e Leyla e ha con lei un
avendo il sempi'e pi",perch", Califfo interrogalo il poeta Qoseyr per sapere chi mai eglicredesse pi" infelice di lui in amore, credeva Meg'n"n e avendo Qoseyr ch'egli l'isposto
sua amorosa cresce
Ma
la
follia
esser
Ma
il Califfo volle vedere in sua presenza il misero amante. quello, fa mille Meg'n"n,venuto quasi per forza nel cospetto del suo signore, ritornarsi alla vita del selvaggia deserto. Intanto,un
ben
bel
veduto la e giovane che aveva Leyla per caso, se ne innamora domanda in isposaai parenti. si celebrano con grandissima Quelle nozze che anzi, ma Leyla giura di serbarsi intatta la sua verginit"; pompa, di tario piena dolore,scrive una lettera a Meg'n"n per iscusarsi dell'involonle connubio, ma Meg'n"n risponde inacerbito. Intanto lo sposo di di costei, d'un tratto,e Meg'n"n se ne Leyla,afflittodalle repulse muore avr" provato non sposto essendo stato corriaccora, pensando al dolore ch'egli da lei.1 due amanti si possono rivedere riconosce
ancor
due volte, ma la
sua
tima l'ul-
perch" essa gli turba il suo A questo non terreno. celeste, pu" pi" por mente ad un amore " manifesto, Gi"mi di dichiarar l'allegoria del suo mostra punto, come racconto, nel quale,nell'amore di Meg'n"n, cio" il Folle,si deve ricono"
pi"
392
CAPITOLO
OTTAVO
in Italia, mentali, quando ilromanticismo,in Germania, in Francia, godeva presso la gente grandissimo favore. 16. Il Libro di Alessandro o Iskender-i"d"neh, detto anche Kh"radcio" il Libro della sapienza ndmeh i iskenderi, di Alessandro," ben lontano antichi romanzi di Firdusi Sembra di Niz"mi. che anzi e Gi"mi, dagli lasciando da parte gran
con a
strane
inaudite del
il
suo
libro di Alessandro.
Alessandro, secondo
il suo
Niz"mi, di
Gi"mi, narrata
di
la nascita di lui e
mento avveni-
introduce i filosofi Platone, Aristotele, Filippo, Socrate, Galeno, Ermete, a i)resentargii, ciascuno,un Ippocrate, Pitagora, Alessandro ne fa pure uno libro di sapienza. alla sua volta;per" tutto il poema
narrata
con
va
al trono
alla morte
innanzi
con
la morte
di Alessandro
molte considerazioni
ora
di
quaggi".Tutto
abbiain tolto dall'Hammer, non avendo potuto detto, il poema tra le mani. Ma, se cos" ", possiamo aggiungereche anche avere il " sparito, sebbene per diversa via; perch"nelle avventure qui romanzo d'amore esso sparivaquando esse avventure erano e qui spariva allegorie, sostituirvi le consicol togliersene derazioni da avventura vera ogni romanzo, per di ordine morale. intanto
a
ci" che
abbiam
17. Passiamo
dir
Il poema di Sel"m"n e quintuplooriginario. il amici loro pi" che h'alerno amore, che, appunto per corrono giovani molte e strane avventure, ed " poema allegorico. Incomincia con una lunga introduzione,in cui si dicono le stesse cose di tanti altri poemi, inseritevi molte narrazioni o aneddoti secondari. Sel"m"n d'un re di era figlio Grecia, natoglisenza con donna, per l'arte d'un bisogno d'accoppiarsi famoso. Eglicresce bello e aitante, adorno d'ognipi" eletta virt", sapiente istruito in ogni arte pi" bella,e presto s'invaghisce perdutamente d'un bel garzone suo coetaneo, di nome di Abs"l,dal quale " pure corrisposto amicizia eguale.Il re se ne avvede e fa sue rimostranze a Sel"m"n, e il savio di corte si adopera per sradicar dal cuore del giovane la strana 1 giovani, in mare e giungono passione. afiora, fuggono insieme, si mettono ad un'isola laddove miracolosa essi sono,
si
si pongono
vivere insieme.
Ma
il re,
con
una
che ritlette i
rimostranze
tinue, con-
luogo deserto,e l",levala e incendiata un'alta })ira. si gettano nelle fiamme. vato, salAbs"l perisce, ma Sel"m"n, fortunatamente " ricondotto alla reggia, " laddove, rinsavito tinalmente, designato dal padre a succedergli del nel regno. " questo il racconto principale
recano
poemetto, interrotto da molti e brevi i-acconti secondari, intanto che in ultimo capitolo un il poeta n'esponePallegoria, per la quale s'intende che
IL
POETA
g" AMI
393
secondo l'etimologia araba)" l'anima immediatamente (l'integro, La loro congiunzione caduco) " il corpo umano. creata da Dio, e Abs"l (il della di male, finch" la loro separazioneper mezzo in terra " principio nella pira)ritorna il corpo alla polvere e rende morte (simboleggiata Sel"m"n l'anima al
suo
vero
stato
che
" la
e perfezione
la beatitudine
celeste.
quanto al soggetto,tra questo poema e Veggasi intanto la somiglianza, quellodi Ass"r, Mihr e Mushteri,gi" stato esaminato da noi nel capitolo della poesiaromanzesca. cio" la Catena d'oro, 18. Il poema dal titolo arabo: Silsiletuz-zaJiah, le solite diviso in tre libri.Precedono " un poemetto filosoficoe religioso,
invocazioni
e
lodi
Dio
entra
e a
al Profeta,con discorrere
la dedica al
Huseyn; principe
esponendo
e
della materia
e
sua,
definendo religiose,
certe
mistica,commentando
o
passidel
vi si dice che sia il spesso in simili libri. Anche minute di che certe cose e particolari e simbolico allegorico significato del
resto
avviene
per esempio,la bilancia su per fede si credono dai Mussulmani, come, cui s" pesano i meriti e le colpedelle anime, il ponte sottilissimo su cui i giardini del devono passar le anime dopo morte, le fontane che irrigano Ma tutto ci" " fatto con poco ordine, e paradiso. dottrinale " molto famighare e piano. L'esposizione da brevi narrazioni tolte, come dalle favole. dalle tradizioni,
tutto si dice
con
fare
interrotta bene spesso dalla dalla vita dei santi, al solito, storia, di
primavera,graziosaraccolta di
otto libriche
novelle,di racconti
di " giardini,
una
di
portano
il titolo
imitazione
di Saadi,
come
l'autore stesso
dice nella al
letto alcune
Y"suf per suo figlio poter scrivere un libro nel caso come per", insieme appartiene
pens" di
suo.
quel modello,
a
per" compose
questo
caso
Esso
generale
quellafamigliadi libri che nel capitolo lontana e degenerataderivazione antecedente abbiam una trovato essere minare noi da aggiungere per deterdel Kal"la e Dimna. Dato ci",nulla abbiam Gi"mi nella storia il posto che questa leggiadra occupa opera di Esso " vario della poesiapersiana; e per" passiamo a dirne il contenuto.
come
di Saadi
qualunque sorta di racconti,dalla vita di personaggisanti alle favole e alle opere dei apologhidegli animali,dai fattidei re e dei principi agli Il settimo capitolo letteratie dei poeti. tanti, poi " uno dei pi" curiosi e impordei maggiori poeti persiani, perch" Gi"mi, oltre una breve biograf"a v'ha riferitonon delle loro frammenti poesie. pochi
394
CAI-ITOLO
OTT.WU
nella quale (cosa introduzione, della invocazione a Dio e delle sue lodi, rara!) si evita il luogo comune del poeta " inetta a volar tant'alto. Dopo ci",si dicendosi che la mente
una
breve
tocca
brevemente
l'occasione onde
raccomanda
ai lettori. Il
potentie della il quarto, di persone generose il quinto loro giustizia; e magnanime; il aneddoti timo, storie con d'amore; sesto, arguziee facezie;il setraccoglie s'" detto, ha biografie di poeti con come esempi dei loro versi; di animali. Un breve capitolo, nel quale il poeta l'ottavo contiene apologhi tutti suoi, eccetto quelli dichiara che i versi inseritinella sua prosa sou di alti'i, tore, che va citando in nome alla indulgenzadel lete si raccomanda " 89"2 l'anno d. E. (1486 d. C), posta la data di composizioneche
chiude bellamente
il libro.
di
dire per prima cosa che essa ha tutti i difettidel tempo, ci" che anche s'intende da quanto abbiam del presente capitolo. Pur tuttavia non detto di lui al principio pu"
Gi"mi, ecco
che si
pu"
mezzo
non e
meschino, di
e
tanti altri scrittoridel tempo suo, quasi tutti o e che, imitando questo o poco si solleva,
non sua
quelloscrittore celebre
riesce tuttavia abile
se illustre,
si accosta
stessa
molto
al
valente nella
suo
imitazione.
ha anche
il gergo del poi egli smette da senno ha quellanaturalezza misticismo e dice cose e senza allegoria, disinvolta che " d" chi e parlaper impulso di sentimento propria spigliata della vero, perch"allora l'uomo si manifesta quale ", sciolto dagl'impacci scuola filosofica, le cose come intanto che osserva nota e giudica e sono, calmo ]\la nei poemi, comprendendovi lo stesso con e sereno. giudizio abbandonata malinconia.
romanzo
di
Giuseppe e
molto
Zalikha
che
ne
" il
l'imitazione migliore,
forse
qualie quanti siano i difettidi Niz"mi, accanto ai molti pregi, per quellasua retorica stentata, per quel suo ripeterefaticoso dei pensieri, quasi non mai pago della esj)ressione, fare di erudito impacciatotra le fonti consultate, per quel per quel suo suo parlarquasi sempre in metafora, abbiam gi"veduto in altro luogo. difetti son Ora, questimedesimi pure nei poemi di Gi"mi, che poi alla volta li accrebbe con la imitazione e li rese pi" gravi con sua l'aggiunta dei difetti del tempo. Poi, la dottrina mistica che di questitempi aveva avvil" glianimi nell'abbiezione col come appestato tutta quanta la poesia, pensierodel nulla e della vanit" delle cose tutte create, cos" avvezz" gli scrittoriad usare stileumile,dimesso, senza ardimento e senza uno impeto. Del quale il primo esempio,forse, fu dato da Att"r, anche se alcuni mistici, Rumi sopra tutti, sono poistatimolto elevati nei loro versi. Dato l'esempio,
non
Gi"mi
IL
l'OETA
(ilAMI
395
era
a
ben
facile
e
anche seguirlo,
a
pi" facile
crescerne
Khusrev
da costui
Gi"mi
terra.
di
lingua
poemi di Gi"mi accanto pochi esempi s'incontrano in questi ad altri passiche son gonfie vogliono essere sublimi. Qualche descrizione, tuttavia," finamente condotta,e alcune narrazioni procedono spontanee e dettate in una recondite sciolte, lingua lavorata che non ha per" le leggiadrie di Gi"mi le tra di Saadi e di H"fiz. Dopo ci", l'opera poetiche, migliore
bench"
quale
il Giardino di primavera, al scritte in prosa, si riduce ad essere tazione che era quello di educare il fine pi" umano e la savia imiun figlio, del Roseto di Saadi, conferirono
di molto l'accostano al suo quella eleganza e quella dei fatti modello; pi" ancora, la perspicuarappresentazione perfettissimo nella Anche e delle cose qui tuttavia son difetti molti, massime qualisono. di forma uso esterna; perch" lo stile talvolta avviluppato, il soverchio i sinonimi, le soverchie parole arabiche, anche di uso rarissimo, sono fina che leggiadria molte altre. difetti di quest'opera che pure li ha in comune con principali Ma i difetti sono ampiamente compensati dai pregi. 22. Che se Gi"mi somiglia a Saadi in certe parti sua poetica, dell'opera anche gli somiglia nella santit" della vita che fu tutta integra e vero esempio di virt". Perch", anche se in qualche punto la dottrina mistica l" dove la stolidamente l'indusse a calpestar la natura all'opposto, umana, veramente e dottrina non uomo, parte, eglisi " mostrato poteva aver cando cerla vita quale ", non ma tale consider" dispregiandola, come sempre di farla miglioree meno malagevole a sopportare insegnando con
degli altri e col ragionamento per quali con la nobile meta. amore e Cosi, ammaestrando
dei vizi di uomini
e
di cose, mirando il
suo
ad
un
alto
dinanzi
una
Giardino
di
mavera prisuo
" anche
Con
questo,
una
certa
infiltrarsi in
ogni
o consapevolezzache pensiero,in ogni sua parola. Era la grande poesiapersiana e la gloria letteraria del suo paese stavano per tutto che lamentava " si era Certo che lui? mestamente c on egli ispegnersi finito al suo vecchio, sazio d'et" e d'onori, tempo, e intanto moriva
nel
in
quel
momento
e
che tolta
uomo
tutto dovesse
che
l'avvenire in
fosse chiuso
stesso
anno
per sempre
ogni
nuovo
e
quello
e
14-9::^, un
di ben
altri sentimenti,
in
mondo
schiudeva
non
noi
un
novello
avvenire
bella speranza
poteva
mancare.
APPENDICE
AL
CAPITOLO
DEL
POETA
G"
AMI
A.
LE
POESIE
LIRICHE
Di citt"come
andava *,
mattino,
Deh! [riccioli
Il nostro
e riposato tranquillo destino il reo Sconip"L;lia ; E i cespi di rose albe e di purpuree cor
Bel Sol
notisi
La mattutina brezza
teco tutti, Scompiglia poidie voglion d i bellezza. Gareggiar
giuntura ogni
di Quai petali
il. lev
rosa
^.
non
" di
balsamo,
il
per noi
Il medico Rimedio
Di
scompigli investigando
a' nostri guai. videro
serena
chiara
nitida giara;
a
Guardava
Mai chi
paria
te
fosse,
Ben che a' pittori del Cataio ^ assai Tavole per recedere Per noi ci furon porte; Ma che 3 trovammo noi, ratto disfece Nostra nemica
sorte.
prov"dolori '',
a
-.
era egli
vien forse
par que
ricetto,
Ma
pelnappo
(1) Celebri nel far ritratti. (2j Cercate, ammirate. (3) Ci" che. il vino cosa vietata. .Si ricordi il lettore che (4) Andava a perquisire,essendo ha il vino nella poesia mistica. significato tanto (5) Brutta immagine per dire che la bella (ilcipresso)vuole che si decanti solabbia fatale bellezza la sua bellezza (si descrivano bench" le sue gote), questa cui si fatto male chi l'ha veduta, distruggendolo ((uasicome si fa d'una rosa a a i disperdono petali. (6) Dio, nel linguaggio mistico. (7) La gente a lui devota. col suo odore, cosi il la gazzella(del muschio) si fa sentir da lontano (8) Come ed nella vescichetta (ricetto), (iiiiL^h/i-) leggiadro coppiere; anzi quella ha il muschio Giuoco letto cui il su e egligiace. gi" egli ha bruni {mushk"n) i capelli per sparsi di parole tra "iiushk e nius"ik"n.
APPENDICE
AL
CAPITOLO
DEL
l'OETA
GIAMI
:m
Il cor Della
del
Gi"mi, queinulla
suono
Saggioche Bagn" la
lizzadel saper, nell'ore Che d'estasiparlava, Folle si millantava 2. che non quaggi" d'uom, perch" Roinor di gloria non Di solitario augello Cerca
^ un
de'
liuti,
Deh !
come
Questa
canzone
loco
tileva ! Ecco son frutti disse, Signor, Che a quella vita sempiterna vanno, Tutti i sospiri aliti e gli
Di questa vita.
si
se
cerca a
Gi"mi
mai perch"
e non
"
Al convito Non
il dir
sci"r cotesti
curi ilcolmo
Arcani
si appresti ^. egli
peccher"
Di vin vietato?
Non
! f"' ricordo.
In alcun tempo mai (piel l'osso vino che si trascurar, gi" mostra e vede
il termine
tutte Dell'opre
il suo
partire;
a
bramava.
noi da vivere ?
in ch'io ritroviun
non
[viene,
segno
0
case
Schiavo,in
Dietro
suo
ostel, natio.
sue
se
In si cura. Da
Se d'un nato in
ei non
ognicasa
volgoa dietro
scorre Rapido
non
ch'egli gioia? entro al suo No ! ch'ei non ebbe gioia N" un foglio avvinse all'ale D'una colomba '^, e a quale
Forse
di Aura il seguia,
ine non
Da questacasa tua. Alcuna Non f"ache vuota restisi Della tua bella ".
core
villaggio
fea dimando.
Desio nel
core
avea^;
rischiara le anime, anche quelladegliortodossi (1) II vino (cio"la dottrina mistica) beni dai fedeli). che soltanto ai lasciati (legati e temporali pii, preti pensano dottrina che crede savia addetta alla " nostra si La e mistica, se non (2) gente dice che sciocchezze. d'estasi divine, non parla (3) Imperativo. (4) Il S"murgh (laFenice persiana)" detto abitare sui monti Q"f ai confini della sar" solo. terra. Cosi tu sarai un'altra Fenice, e il Simurgh non (5) La dottrina mistica. ogni secreto, ecc. (6) La dottrina mistica scioglie l'ode di Anacreonte alla colomba. notizie. Vedi mandarmi Cio" sue (7) per da ci" che " detto ode dichiarato di di altra " Il mistico qualche (8) senso questa e nel capitolodella poesia mistica. adorazion di Dio, dice di non (9) Qui l'amante " Dio, e il poeta, per la vera poter ortodossi Kaaba. devote alla le superstizioni degli e le pratiche curare dei
398 Ricordando
tuo
APPENDICE
AL
CAPITOLO
DEL
POETA
GIAMI
volto,io le bellezze
Cercassi un ornamento
Quando mirai della Kaaba la nera Tenda i, a' neri tuoi crini
Ratto del desiderio pi"cocente 10 la mano stendea. Della Kaaba alle porteallor ch'io presi ("on molt'ansia l'anello"^, Del tuo crin per le anella in Fervidi voti io fea.
nero core
Mi sfuggi dalla man per tante stolide ilfrutto! Ed ora addentomi Cose che dissi,
La
Di
ogniistante crnc[cianii
il verso
"
un'aura,
In
nessun
Un bel mattino
0 tu che
con
gran
giubilo
D'invidiosi ti se' fatta docile Ministra mia nell'arsenalpoetico Dei versi, vedi che gran peso traiigomi Di faticapeiversi ! Or tu concedimi Ch'io del silenziopossa in Il capo
e
preci; in core Chiuse le labbra alla preghiera, Di te parole io fea. E la gente di Mina a voti e preghi bramosa ; Tutta volgea Gi" mi, da ognicura sciolto, Io, come A te il desio volgea.
a
Stava
cantar
sue
grembo ascon[dere
Ella
si
m'acqueti.
"
risposemi:
gi"ch'io mai
serrarne
non
cerchi scio-
[gliere
Del tesoro al
ancora
i vincoli!
6.
Le aurette
fan
9. Gi"nii
non
Parlan le rose
"
dett" questi carmi. (juand'ei splendidi Nel volume del mondo Alcun motto
gliamici
scrivea per
memoria.
di te lo schiavo,
da te
fuggito.
ladestra dal gninza0 Gi"nii, Togli, che ninna Del tuo rosario ipocrita, [glio lacciotuo. far con ipiesto Preda puoi 10.
1 1. L'eremita del
poipentito.
un
Possibile non
che
solo istante
villaggio
Per te il cor
pazienti.
"
un
Cento volte tentai ; un'altra volta Forse avverr" ch'io tenti? talche mia
Con i
Ei s'" fatto un
8. Io
non
son
e
biasimo.
futili, parole
cielo Che vanno a ; fulgide intendi tu che ai muri a quelle aff"g- Alti le chiostre, questi f" [gere Del Casteldella son breccie apei'tc.
(1) La tenda del tempio. a bussare per farsi aprire. (2) L'anello alle porte che serve fanno intorno alia Kaaba. (3) I giridi rito che i pellegrini maomettani. (4) Araf"t e Mina, due luoghi di fermata dei pellegrini
APPENDICE
AL
CAPITOLO
DEL
POETA
CLAMI
al liancui, cinti,
aver
se
ti'atitto
d'assaiche
dinanzi accinta
suoi, Leone agreste con artigli gli E stanco del tuo vivere ti rende
" Ilsnbitano assalto,
cosa miglior
il cor, materia ei sono doglia 3, in essi tuo pensier raccolga insiem E se varie cagioni congiunte lor tu siipresente*, Vanno si perch" Perch"
tu
Ratto s'accende
face e avvampa come Di loro invidia il fulmine. Deh! quante, Deh ! quante volte darai tu la vita al vento in questavalle angusta Dispersa Per amordi
tai cose! Autunnal
vento
^
(]lie amici La
mano e
aver su
" il tristoamor
"
morte
del
tuo
core
Si faranno
Con speme
quella parte
Ogni cotale
l'ombra t'assidi,
"
Pensier di
suo
rendano
la fronte al vestibol sereno Volgi vita. Ove noi faccia, Di solitaria T'esce ardire dal cor, t'escepossanza al vestibol sereno D'andarne ancora vita. Ors", ti leva Di solitaria
E
Creatura fosti, e venistida lui di uscirai Unico e solo ; come un oh! non Dal mondo al fin dell'opra, Che soletton'andrai. Che
Aver " dubbio
Vanne
giovaintanto
" mai
tainodi
vincoli?'-.E che
e
da cotestinodi
e son
Tutte Acre
Che ti son
male
nemici al core,
elli,
Sotto
siau
posti
lor dimora angusta, le pietre "=* tristodi tua fiacca voglia E all'angue
a e
se e
tu
se
se' stoppia,
tu
la fiamma;
chini il capo,
Trauui
un
mesto
(1) Barocca
sa,
e
fare alto
di
monti, cinti
Con (i2) la
stupida immagine. Il cingersila servit". Qui " detto che l'anacoreta da fiere). di code di fiere (abitati
e
si
rupi
(3) Ti distolgonodal pensare a Dio. (4) Tu attenda agli uomini e alle cose mondane. (5) Che porta via ogni pi" l)ella cosa. maligni del deserto che a certi spiriti (6) Allusione vedemmo. (7) Anche Saadi ha questa immagine, come
occhi si
usa
fanno
smarrire
Il collirio per
gli
molto
dai Persiani
d'osso.
(8) Dell'essere
troppo negligentein
di piet".
APPENDICE
AL
CAPITOLO
DEL
POETA
GIAMI
401
!^. Ed avverr" che forse Noi ti srfiuiantu il tuo cor, clicluce tucclii (laci" Vita Di
vera
di tanto. Son sempre vivi. Anch'io, pi'ima Fui umrto in core, avvinto, di tanto, pria
Al Al Di
come
Uom
In
Gi"mi,anche
tu da
ed agli avelli Dimore ebbe in fastidio volse la fronte. De' santi con piacer
Ivi da tutte
Fuggiin
Che In
attendi a disparte!
te
soltanto.
venga
lapide leggea
e
ognieletto animator cercava respiro Spirto con Di vita eterna. Egli pi'csti foggia al mondo addetti Passi cosi da questi s" come Che di cani lian pensier, fugge damma. Ratta da' veltriuna selvaggia intanto che ci" riseppe, Un altro allor, Ch'ebbe desio d'investigar suo stato,
La scriltnradi morte,
da
terreno,opra quest'orbe
" di
gente
V"siil' e 7.al"kha.
1. Za""kha
di Yiisuf^^. s'invaghisce
f"'dimanda : A capo della via glien da ogni vivente? A che questofuggir estinti A che questodeporre appo gli I grandi E quei Iltuo fardello? rispose:
"
Di nostra
Come
tutti giovinezza, t utti Riposavan augei, gli posavano I pesci da' lor moti,e l'opre e tutti Gli eventi il pieritratto avean di sotto Al lenilto di lor veste ^^. In questa nostra Bassa dimora di fantasmi piena, Nulla La fuor che degli astri pi"rimanea, delusa la mente avea e pupilla A' guardiani della notte illadro. la lingua Scuotitor di sonagli avea A' suoi sonagli ilcerchio intanto avvinta; Della coda,ricurva al collo intorno De' cani
Di lor
Sono dentro la
e fossa,
slan sotterra
I morti in
core
Stan della terra sulla superficie. Ed io sarei cos" de' morti ^ perch" Compagnoin abitar? ma vera forza morti compagnia^, Dona di questi di tali E d" lassezzacompagnia Che stanchi e freddi son di Stanno che quei
che
cor
Sotterra '5.
Ma, ben
fl'alma
(1) Passo in arabo del Corano. Cio" noi andiam per la via (2) Glie era dato alla religione. (3) And" ad abitar tra le sepolture. viventi. ancor (4) I morti in cuore, cio" i mondani dei La (5) compagnia sepolti. (6) I vivi. filosofiche. (7) Impacciato nelle questioni (8) La famosa fonte della vita. (9) Si vegga da questo brano a quali stolide e assurde
dottrina mistica.
aberrazioni
conduce
la
di Giacobbe. (10) Giuseppe t"glio Gli eventi tutti si erano al mondo. arrestati che nulla accadeva (11) Ci" significa in terra e ritrae i piedi sta inerte colui che siede (all'orientale) n" procedevano, come sima bellisclie io ho sentita lodar come delle vesti. Immagine molto strana sotto al lembo altro che Seicento! Il Ghezy invece stima da un dotto tedesco. Per noi Italiani, Tous les "tres de la traduce e l'immagine (!), troppo liberamente : quasi virgiliana endormi d'un paisible le malheur lui-m"me et cr"ation jouissaient sonimeli, reposait ".
"
2G
Pizzi, Storia
della
APPENDICE
AL
CAPITOLO
DEL
POETA
GIAMI
forti penne,
avea
mattutino
distolto
E per la grazia de' suoi pregi, avvinta Ella ne fu del cor. No! ch'ella avvinta
core
vigilar
ebbe in
sonno
desio,
ancor
Poneasi
un
l'adducean nel
de' foschi
Ivan consunte
pazienza
fede.
che ilsonno, non timpani, Inatteso venendo, ecco che avvinta Pi" Gli ebbe la
man
battea suoi
sul
^, e legno le sue
della prece
)'i".siif.
la notte
voci.
lungadi
Yus"f
qualmonte,
sovra
l'alma
sua
occhi sugli
Dolcissimi diffuso.Abbandonato
Gi" s'era posta, ed ora, ecco ! sorgea Dietro il monte per lui fulgido ilsole. Venne
a'
Per onorar, per esaltar lui solo. Dal re decreto,e tosto,dal palagio Del
re
che trono
avea
chiaro
A ciocche a ciocche i bei giacinti *, e sopra i riccioli veni"no. Le rosee gote Presi da
Ma la
sonno
dischiusa
Anche
allor che all'improvvisoMostravan ellie gli altri adornamenti. vegliava, dico? ('die garzoncel. ! " no Spirto beato. di luce. In Deh !
! quantipaggi illustri
e avean
Entr" le porte un Un
? Deh garzoncel
[cinture
e piocedean j)omposi Aurifulgenti,
ne' giardini del cielo rapir Ratto Dagliocchi neri le fanciulle-^. Che Zalikha in Le
sue
Cavalier dell'esercito! e destrieri di gran valor. Deh ! quanti Eran cantori ! e aspetto di sole avean Arabi
avean
Ci" che
in siro ed in ebreo
canti! E
i prenci. dell'Egitto
Peri^,non
mai
udita
Da
Da tutte Oro
con
quell'aspetto
intanto poverelli
del sonno. simbolo Mentre il custode (1)I papaveri sono adunque, per coniando del doveva i dei lo suo sergenti vegliare, sergenti re, papaveri (i loro effluvii) dormire. Altra da Seicento. costringevano a immagine (2) Con cui batteva i timpani. suole invitare all'alba i fedeli alla pre(3) Il banditore della preghiera o Muezzin ghiera; allora ognuno si desta e ravvolge le stuoie o i tappeti su cui ha dormito dei la notte.
le fanciulle di bellezza
dagli occhi neri del paradiso maomettano. " noto. come meravigliosa,
APPENDICK
AL
CAPITOLO
DEL
POETA
GL\MI
403
suo core
Stendean,per speme
Di lor vestile
aperti. Come Yus"f, andando, appo ai signore Venne d'Egitto (e in veste imperiale venia,sul dorso a un palafreno. Egli Dal capo al pie, monte, sotto all'oro, qnal
Sotto alle gemme), da ogni parte attorno
pieghe
i seni
il sangue da
i,ed
ognicolma
Pel viaticod'un di ponga in disparte ". Ratto che il sire cotest'arteintese Da lui si acconcia, su l'egizia terra Alto
al suo cenno servo die, gradogli Lanci di nmschio si spargeano e d'ambra, F"' il popol tutto e f"' quell'ampio regno del suo destrier sportello Ampia palestra ai passi E sotto al pie suoi. Assiso
ministro
La Dal
fu vista.
suo
veloce
di poter.Sull'alto gradi Dell'aureoseggio come pose il piede, A piedel seggio tntta la gente suo Chinava il capo; e allor che da la reggia
raso,
Salian altele
venir
come
il regingnea. quand'appo
Ratto si
nembo
ei s'affrettava
Ad incontrarlo. E forte egli lo strinse Al petto, com'ei fosse un Che ha rosee gote,o come Di
roseo
bel
un suo con
cipresso
alto bosso
viso. Al fianco
E in gioconde.
priachiedea
pot"quelcore
a
[dezza
de' sogni suoi (parlava Esplicazion La bocca siui, dolcissimo rubino, E inchieste ei fea da tutte parti, assai
E di Yus"f per la lontana assenza Curva rendea la sua persona. Stette E notte
e
in giorno
e
suo
dolor
crucciosa,
core era
Tocc"
re per l'egizio
suo
sermone.
Che notte
giorno per
avea.
Yus"f in Bella
non
Disse alfine: Ora udii chiara ed aperta da te del sogno mio. Esplicazion Deh! Come che farmi
Alta un'ambascia La
sua
magionper
Dell'inclito suo Da
cura
di Yus"f scioltanon
L'affanno sopportar ? Disse : Nei giorni allorche pioggia Dell'abbondanza, e nembi Scarsi dal ciel Muover
si vuole
e non un
"
scenderanno,attorno
banditor per tutte si dica. Il popolo,
semenze gittar e
Sel"m"u
Ahs"L
Contrade Altro
terre.
Fujjddi
Sel"m"ne
di Abs"l.
che pensier
del
rupi
l'uErnesorvolando
i semi
mille affanni
attorno
per
non ragricoltura,
curando
che
questa.
404
APPENDICE
AL
CAPITOLO
DEL
POETA
GIAMI
Quaiild pi",se
D'alcun amico
va
dietroa
la rampogna ildir si fa^. Pi" grave Di chi consiglia Per rampogne si fa d'amor faccenda
quell'amore e lungo
tempo
un
era
Del dormir,l'un dell'altro in nel grembo, e Riposava ed Giacca recline, Per l'andar di
era
dolce atto
il pettoal
e
petto
angusta
breve
due di core ardente (?) que' L'ardua lettiga. Ma se a noi sul petto Posa l'amica e lungo son estrani, gli
del
genitore
a
assai mi-
l'estremo
gli
Venne
per cruccio la sua dolce vita, N" per"dal cor suo l'amor divelse Per Abs"l,ma in suo cor dest" d'atTetti tumulto. La dolce bevanda Maggior Di starsi seco
amara
qualfoggia giovinetto,
"
Allor che
suo,
[stava
si f"' a
lui,
Zalikha per l'assenza lunga Asprodolor 3. La casa e il suo soggiorno le parean qual carcere Angusti E al
carcere movea.
Cruccio
non
Disiosa Dicea
Dunquetu sei,
piagadell'amore
anche
il frutto! gustasti
da quivi,
si consuma
Degliorli dell'amor
Ed
or
pazienza
Reiterando
toccar,ma se suoi colpi Spadaun colpo va quel fei^ro, quale InModo a scampar, se non la fuga?
"
ti stai!
"
Come
lontano,
Yus"f
quella
Stavasi Selam"n
tuttii suoi
giorni(tanto
ogniconfin pi"vasto
ma se
in loco
stato
Qual di bruco
Pi"
l'anima stanca Paese tolse via, da cammelli E per ;indar lettiga Come la notte s'apprest". Vaganti
per sette di la sua vagante Selam"n ebbe sospinta. Lettiga Come Poter di anmionitori consiglieri Su lui cess". Cosi, dalle rampogne
entrava, forte est" lettiga Rapida del suo avvincea,sedea quivi Egli Abs"l vicino al fianco. Era avvenente
consigli. il carico suo lungola spiaggia Spinse simile a plaga Del mare, e vide un mar
Vasta del cieloche
Di cui Da
son non
Selam"n, avvenente
Mandorla parve
era con
ha confine.
fonti.
tcri'a
lettiga
grani.E allora
asti'ile marine
a
due
monte
monte
della al conliii
Che tempo
non pu" (1) La passion d'amore L'amica. (-2) (3)" questo uno di quei racconti
tollerare
le
e prediclie
i cons"!,4i
degli altri.
il
secondari
inseriti nel
Vedi principale.
capitolo
al
paragrafo
16.
AlM'KNniCE
AL
CAPITOLO
DEL
POETA
GL\MI
405
Del fataipesce che soslieiila terra, sembianza Il fondo suo. Di inoliliavcan L'onde
sue e di scompigliate,
Non ognipensier.
augello
non
fosse,
a montuosa superficie Anche pareano simile. era Campagna Cammelli in volta a tutte parti intorno,
La vasta
quelloco dilettoso.In molta da a coppie a coppie, Gioia, tutte parti, Eran fagiani, al capo, e avean corone
Eran tortore, e
E
avean
collane al
collo,
Anche
suoi
splendori ; anzi a
ellipareano strie Occhio che osservi, cinese ebbe segnate Che su drappo Un La del Cataio. Essi fendeano pittor
foggia d'ogni ; l'ojira de' rostri incurvi avea gli Ed alberi novelli guise.
coi rami ai rami
avean
ancor
inserti,
E lor canti vi
di quell'acque azzurre superficie Erano i frutti, insiem fra lor commisti cilestre fende talordrappo I secchi ed i novelli.E fonti d'acque da E allorche Force d'argento. que'gorghi in fiera danza, di sotto, e raggi Ad ognipianta Movean gli eran alligatori Di sole ed ombre qua e col" dispersi Parean le stellein alto sbigottire. E poich" Selam"n vide cotesta Erano in modi alterni, e all'auredolci i si Scoteansi rami, e Ampia marina, per passar quell'onde parean che i pugni Come Arte in opra ponea. Pari a recente Luna^ ei si fece un navicello, quale Scorrea veloce E in
esso su
d'oro
verdi, quell'onde
Que' pugninon
ambo
sole in
vele
L'esil barchetta
augello d'acque
sua
Che Di A
via
sua
meta
seno prora col seno e con quel affretta vasi. E di forma ma ell'era, pi"assai veloce fendea. non ", l'acque
ognisua
core
cura
Qual arco
Che saetta
Di
suo
Da
Poich" per trenta giorni elli spingeano L" nella selva con Abs"l diletto Di tal forma la barca,e poiche assai Si sofferm". Lieti eran ellicome Perdean In
mezzo
vigor per
Anima
corpo insiem
congiunti ; ambo
e rosa giglio
all'onde una
alla bocca. cammelli le schiume furenti con (1) Le onde spumose parevano (2) Nella forma, eguale a luna novella. " uguale la luna e il sole,e la barchetta (3) Brutta immagine. I due amici sono nella forma sole. in luna stanno alla luna nuova; ora e e (vedi sopra) essa e mani (4) I rami si stendevano piene di denari da gettarsi. pienidi fiori e parevano " immagine tolta dal costume d'oro tra la folla o al piede orientale di gettar monete di chi si vuole
onorare.
(5) Cio" i fiori cadevano. Il solito giardino di re Shedd"d, che (t") (7) Cio" tolto il divieto posto da Dio.
Iddio
distrusse.
406
APPENDICE
AL
CAPITOLO
DEL
POETA
(IIAMI
era
quella
di inver da assalti
stranieri,
lontana da crucci ; Pace era quella Con essi non veniano a far contesa Ammonitori Di
e esente ipocrita stolti,
ivan correndo.
esto sermone.
sera
Non Non
grembo rose,.
s'accorci Cosi,perch"
Ambo
Un tesoro, e Il fero
morso
ividi
drago
a
Menavano
lor
E veramente giorni.
i. Elli dormian
tutte
dell'acqua
Qual'"cosa miglior se a te da presso al grembo tuo raccolto, Si sta l'amico, E lungi da te vassi ogni maligno?
C. DAL
LIBRO
"
IL
GIARDINO
DI
PRIMAVERA
"
1.
e Haggi"g'
Dio 3, io malora!
"
in lo saluti,
tua
Che di'
tu
"
guardo ri-
^, in Haggi"g'
un
un
T"lib ? *.
Salito sopra da' suoi soldati. trov" separato vide che collicello,
e un
dezza, grannessuna
Beduino
stava
il nome
"
cape
in
poi: Che di' tu riguardo ad Abd ul-Melik di Merv"n ? 5 intanto che i suoi cammelli pascolafiglio vano Non rispose, spondi! Rie Haggi"g' d'intorno. Quando i cammelli videro soggiunse: il Il Gli Beduino disse: " c ominciarono e un a fuggire, Haggi"g', cattivo. Disse : Perch" ? spose Riuomo Beduino, sollevando il capo, grid"con
seduto Disse
"
"
"
"
ira : Chi " che viene per questo deserto addosso la vesti luccicanti? Caschigli con maledizione di Dio!
ma 0 non venne
" "
in lui, Tal peccato s'" mostrato dall'Oriente che tutto ilmondo n'" pieno
:
"
non Haggi"g' e
Domand"
innanzi Disse: A
disse : Salute,
te
non
Beduino!
salute,
la sua
Gli domand"
spose: Ridell'acqua.
viso All'improvuno
e son
Discendi da cavallo per tua gna vergo! non Dio e che, bevi, scorno, per
tuo servitore!
"
strido. disse:
e Haggi"g'
" Haggi"g' da cavallo e bevve dell'acqua, cello Quest'ucscese Rispose: questa che fai? m'ha che fatto disse: il f ra 0 Beduino, migliore gli gente armata poi sapere di uomini chi "? tu sei il capo. s'avanza, della quale L'apostolo Rispose:
io tuo sozio o
chi sei?
"
domanda
"
"
custodi di tesori. (1) Probabile allusione ai dragoni della mitologia, dei pi" valorosi capitanial servizio di Y"suf, uno (2) Haggi"g' t"glio il suo valore e Ommiadi, noto nelle storie mussulmane saj"ienza, per la sua
dei
Califfi
l'immane succhi"
crudelt", onde
sangue invece
si dice
che
fece
centoventimila d. E.
vittime
che, da
bambino,
di latte. Mor"
nel 95
(713 d. C).
profeta.
genero Ommiade di Maometto.
sotto
cui militava
Haggi"g'.
408
te
ne
APPENDICE
AL
CAPITOLO
DEL
POETA
GIAMI
esci
cavallo e
poi subito
"
ritorni.
'A. Piet"
Disse: te ne vai cosi? disegno qnal il ha ucciso di Ibr"liim figlio Suleyin"n si " nascosto padremio. Ho udito ch'egli la speranza in citt". Esco ognigiorno con Con che forse io lo trovi
mio. il padre udito
e
jiijl"nlc.
Cairo
Nella dest"
un
moschea
del {"ubblica
essa
si
incendio ed
bruci". I Mussulmani
vendichi
su
di Ini
ebbero sospetto che ci" avessero fatto i Cristiani. Per vendetta di cotesto,
il fuoco nelle loro case gettarono
e
le arsero.
Quand'ebbi
ci", rimasi
stupito
un
prendere
tato get-
il destino mi aveva della sorte mia, poich" di tale che desiderava srettato nella casa
e?
gran
numero
avevano
il fuoco
dei Cristiani, e
si scrivessero
della vita;
suo e
tuttili raccolse in
del
del
il vero.
Disse
accordatami. E dirittiper la protezione il nemico tuo e che io ti scopra giusto t'abbreviiquesto tuo andare
sono
e
poi si gettassero
forme con-
tornare.
Io
me
di Ibr"h"m t"glio
il sangue del
Da Suleym"n.
foglietto
padretuo.
tu
che
fosse gli
Un
a
d'esser messo
:
in angustia per la tua da talgravame. libero vuoi esser No, per Dio ! che io l'ho ucciso
sei veimto
vita,e
Dissi :
e
,
"
io
d'un tale.Disse morte, cadde in mano ho timore della morte, ma ho una non
essa,
"
dissi
madre, ed
"
fuor di
me
non
ha
nessun
nel Accanto a lui era un altro, altro. le prove. S'accorse che io diceva il vero ; di dovere del qualeera scritto fiammarono. occhi suoi s'inil color suo si accese e gli foglietto ilsuo sterzato. Costui diede all'altro Per alcun tempo stette a essere
il foglio, dicendo : Io non capo chino,poidisse: Sarebbe espedientee se ne prese ho madre. Uccisero costui in luogodi mio ed eglia te che tu andassi al padre in luogodi costui ebbe la io domandasse conto del sangue suo, ma e quello quello,
"
concessa,
imn
sferza ^
.
Levati
me
ed
esci, perch"io
Non Con argento Mostrai'sil'uom Che tal con
Come L'amico la
e
"
(Versi).
con or
mai
sicui'o di
stesso.
pu" generoso
ud" che
suo,
ha bisogno
sua
vita
(Versi).
Costume generoso
uman o figlio, apprendi,
la vita
d'un tratto
senso Apprendi
da gente umana;
core
altrui.
"4.Avvenltini Un
(iniorosa
di Aslilcr.
guardala lingua
allevato, gar/one perfettamente d'una innamoralo erasi chiamato Ashter,
fanciulla di
nome
di maledica
sua l'opra
sorte
ofiende.
Cevda
fra i
renti maggio-
Che
costume
legame del-
(1) Questo
slesso
fatto
si
legge
tra
le cosi
dette
novelle
arabe
di
Gaspare Gozzi.
APPENDICE
AL
(AI'ITOI-O
DEL
POETA
GLSMI
409
nessuno
fortemente si erano
trib"
non
dire
il nome
mio,
segretonascondevano
e
da lontano
eccetto ad
ci"
una ragazza che ha iltal nomc^ che pasce le pecore e che " a partedei secreti pi" intimi di Geyda.Tu farai il
{Versi).
notizie di
mio saluto alla ragazza e le donumderai il Geyda e le farai conoscere noi ci slam
-
luogodove
in mi
posati.
Io mi levaied entrai
Di cento veli sotto al tenebrore, alla luce alla fine, il loro segreto, venne usci al pnbil loro arcano e giorno, blico dal
suo
la
prima persona
e
che
innanzi, fu appunto (piella gazza. raLe feci il saluto di Ashter dello stato di le domandai
del
marito
la tiene
mezzo
con
adopera ogni
Ma
pu", per
dirla. custo-
fu sparso sangue
Geyda
il vostro
luogodi
ritrovo siano
lev" da
per
alberi l" che son dietro alla collina-^. quegli che siate l" al della e Bisogna tempo della lontananza preghiera della sera. Io tornai indietro abitarvi.Quando le angoscie
quel paese
le tende del
in altro paese
"
sollecitamente
riferii ad Aslitei'tutto
ci levammo
e
desiderio
un
vennero
pianpiano
de' suoi
me e
traemmo
al tempo stacammelli,finch",
venir
in visitar
Geyda,perch"la
vita ormai
estremi per desiderio di agli giornata per la lontananza di lei giunge a sera? : T'ascolto Rispose
lei e la mia
"
son
Quando
Venne
un
di monili
gambalini*
tuo
son
comandi,
di lei.
pronto.
Tult'e due si levarono
e
un
giornoe
notte
per
un
suo
posto e
corse mano,
ad
le salut",
baci" la
al paese di Geyda e sopra un frettai e io intanto volsi il viso da loro e m'afgiunsero vicino allatrib", si posero per quella colle, Mi manad andarne in altra parte. notte e fecero coricare i cammelli. Ashter, daron voce, dicendo : Torna indietro ! che all'amico: Levati, allora, e disse, tando non " qui nulla d'illecitoe sulla punta seguile orme di cammelli questi
come se
della
non lingua
"
voglia
parlare.
(1) Cosi
asterisco.
si fa
quando
"
essa
non
si vuole
non
si pu" dire
un
nome.
Noi
poniamo
un
posto in bocca
avrebbe
all'amico
di Ashter. l"
poi mandata
cui
Geyda.
viene
delle fanciulle.
con
piena
qui figuratamente
designata
la
leggiadra
410
si sedettero e casi
APPENDICE
AL
CAI'ITOLO
DEL
POETA
GLXMI
discursu lei;arono
iiitoniu ai
(Versi).
A vipei'a simile in sua grossezza, A serjieegualein tutta sua lunghezza; Forme di biscie tutte sue fignrei. Tavola il corpo
e un
e ai passati
che
star"
me,
n" vorrai
con
lacerarla gotadellamia speranza. partenza Geydadisse : No, \)erDio ! Ci" non " in nessuna maniera,n" v'" cosa possibile
"
ignudoa
sue
pitture ;
il ventre
con
mi denud"
la scliien;i come
e
di
di questa. Vuoi tu pi" difficile per che tornino ancora i casid'una volta e che
me
tamburo
non
cominci"
a con
suonare
titure bat-
interrottee
seguenti, colpi
come
"
fa il timpanista in
Io
non
aveva
ti la-
temeva perch"
m'avrebbe ch'egli
n"
mia
dal tuo
alla voce,
poteva soffrirtanto,
(Versi).
Per ci" che viene, dirai tu Per che sar", dirai: (|uello
:
Ben
Sia
venga! pure!
mi levava di perch"gi"pensava ch'egli dosso la pelle. fui al Quasi punto di lela gola col pugnale di tagliargli vai'ini, e di versare il sangue suo. Ma poi dissi fra Potrebbe levarsi tale scomjiiglio " me:
Geyda disse: Quest'amicotno pu" fare Io mi levai in piedi dir"? ci" che gli
"
che
"
a e
nessuno
" ;
mille
mani
lui me-
fuori.Non
dammi
ed entra
siediti dietro la
e una porter"
tiraila veste
verr"
scodella di latte, e dir" : " Questo " il tuo bere " ; tu prendila e nel prenderla non
ma
intanto diceva:
tinmr
di Dio
non
far cosa
di tuo marito, perch" tenzione. natura un affrettarti, capello poco d'atti dar" la scodella in mano ni mille Ashter. solo di tuo marito vai |)i" Egli vi fa soltanto un
0
la
non
poiperch"tu abbi
lui
e
a
soffrir
questa trangngiar
e
Quando
"
Poi si lev"
disse:
i*
Io
latte,
tua
io volli perder tempo in farmoine ; e perch" volle egli por la scodella a terra e io volli dalla mano prenderla
urt" nella
e
Cos"
di lui, la
mano
mia
di
Geydaentr"
non
cominci"
e j)iangere
picchialo.
si ebbe
e
Quella intanto
essa
grid":
stese
Costei
e
m'aizza!";
"
per"
valo tro-
la mano
si tolseuna
sferza di cuoio
posto, io stesi la
forte la bocca
con e
mano
le chiusi
di cervo,
scorticato dal capo alla foi'te coda, attorto tutto ilvigor e saldo con
stato
dissi :
"
della mano,
Ashter,e
elle fa sferza
segna
sul corpo
che
serve
come
di tavola
questa
strana
APPENDICI-:
AL
CAPITOLO
DEL
POETA
GLVMI
411
tutto
cotesto;
e
se
no,
con
voi
due
".
ne
sai'eto
Salimmo
in
sui
nostri io
canuiielli nel
ci
temmo met-
svergognate,
si f"'
io
voi lei
una
Da
"
via;
poi,
tutta
tempo
del
stoi'ia.
gio, viag-
strada
in
grande
si fino
gli
in
raccontai
questa
vide i
Egli
delle disse vuole
ma
poi
quell'avversione
talch"
mut"
mi
scopr"
e
la
mi
schiena,
fece detto:
lividori
e
famigliarit",
questa
l'alba,
storia
e
ripet"
all'alba si mostr"
sferzate I
si
molte
*."
scuse
ne
rideva.
e
Quando
come
saggi
L'amico
se
si nel
Geyda
e
entr",
: "
ci
te
vide,
"
nel dello
giorno
star
malanno;
amici
non
no,
mancano
giorno
".
sj"avent"
al ed
tuo
disse
"
Misero Dissi
:
! chi
costei
iianco?
veramente
"
"
Tua
sorella,
{ Versi).
!
venuta
".
"
una
tua
buona
sorella
"
tu
E
"
domand" Io
"
"
Come
"
dunque
Cotesto
mio,
fia
un
se
giorni
se
amari.
consoli. di
son
qui?
a
"
risposi
il
chiedilo Cosi
"
amico
lei,
perch"
le mie
tempo
e
stringe
ritornai
".
in
giorno
amici
aspro
non
duoli,
rari.
presi
vesti
da
Ashter.
di
gli
412
CAPITOLO
NONO
LE TRA LA POESIA
SOMIGLIANZE PERSIANA E
E LA
LE
RELAZIONI
DEL MEDIO EVO
NOSTRA
SOMMARIO.
nostre
"
1. Co""siderazion'" generali
.
"
tra
5, C",7. Relazioni
Orientali
10. Se
dentali. Occi-
"
13. 1:2,
persiana.
"
persiani, per
2. Le
eri'ore
dei
si son
dei romanzi:
che giovani
"
17,18. Gli
educati insieme
il romanzo
19. Il poema persiano R"m"n e Visa poiperseguitali. di Tristano e Isotta, secondo l'Eth". 20. L'amante pazzo.
e
" " "
dello Schiller
nu
poema a dif"
i"cile Il cavaliere defraudato ilei merito. impresa, poisposo d'una principessa. 26. Il tipodi Angelica in un poema ciclicopersiano. 27. Il tipo e di Armida di Bradamante, di Clorinda e di Galiziellanei romanzi persiani. 28. Il tipo
" "
amanti che appartengonoa famiglie nemiche. degli Il principe che sparisce. 30. Il padre che uccide
" "
29. Altri
comuni luoghi
conoscerlo.
"
i demoni, diavoli,
e
uomini. degli
36.
La
37. Un
poema
41.
Le
sne
persiani.
" "
anche somiglianze
in Occidente.
"
43. Raccomandazi
ed esoi'tazioni.
3. Le
Medio Evo
nelle doltrine misliehe e panteistiche. 45, 46. I hlosoh del somiglian:-e la 47. Dottrine panteistiche della sapienza e trasmigrazione greca.
"
condannate
ortodossi in dagli
Oriente
in Occidente.
"
persiani. panteisti
49. L'amore
il perdersi in Dio.
"
51.
Ilmistico
Romanzo
persiani. 53,
"
54. La
lirica amorosa
4.
mistico. significato
"
Le
delle nostre
56
57.
Le
nostre enciclopedie
LE
SOMKiLIANZK
LK
HKLAZKlM
TRA
LA
POESLV
PERSLVXA,
ECC.
-"13
59. Gli esempionelle letteratureclassiche. adeguato scrittoriclassici, citano anche scrittori accanto tali. oriennostri, agli enciclopedisti (jO. Gli scrittori orientali citatidai nostri sono tutti persiani, quasi nostri eguali orientali nella materia scientificae 01, 62, 63. Enciclopedisti agli 6-i. Si fanno due domande nel metodo. necessarie. 65, 66. I poemi persiani di Sell"i, di Avhadi e di altrie le enciclopedie 67. Il Bundehesh, nostre. vecchia enciclopedia 68. La materia del Bundehesh; o iranica. glianze. somipersiana 70. Il Libro di Art" figlio 69. Et" del Bundehesh. di V"r"f e la
non
Meilio Kvo
trovano
"
"
"
"
"
"
"
"
"
Commedia
Le
0
di Dante.
"
71. Si pone la
"
se questione
alcuna forma
modo
poetico
"
nostro
sia di
orientale. origine
le orientali.
"
al tempo e della poesia cortigiano provenzale di splendore 73, 74, 75, 76. Le corti occidentali gareggiano 77. 11 giuoco scacchi eglistromenti ad arco. 78. Il degli
"
mutato
costume
dall'Oriente.
"
79, 80,
rative. nar"
testimonianze.
"
del Boccaccio
88, 89.
provenzale. 90.
92. La tenzone
e
ilcontrasto.
93. Una
del poesia
"
Min"cihri persiano
ilMartirio
"
Parigi.
"
94.
delle novelle;sua
100,
101.
Si riassumono
"
accenni,testimonianze ultime.
le cose dette. 102, 103. Bicordi, esortazioni. 104, 105, 106. Scuse, dichiarazioni,
"
1. Considerazioni
generali.
chi vi ha posto a poesia persiana, attenzione non sar" sfuggito che fra essa poesia non e le nostre negligente, del Medio l^]vonon anzi molto evidenti di sono certe somiglianze mancano, devono soggetto,di forma e di concetto. Delle quali alcune indubbiamente casuali e non alcuno scambievole avere essere legame di parentelao di date certe circostanze eguali, in modo attinenza, perch" l'ingegno umano, egualee costante si suol manifestare anclie in luoghie in tempi differentissimi. Ma non casuali tutte quellealtre che non sono possono, in alcuna da certe date circostanze eguali, maniera, nascere perch" hanno tale tali segni peculiari che non si pu" con e definiti, aspetto e si mostrano inferir dalla somiglianza loro nessun 'altra cosa se non questa,cio" che c'" stato tra gente e gente qualchescambio zione o qualcheprestito o qualcheimitavoluta. Cosi,per esempio, il fare grande e magnificodell'epopea antica non molte volte Firdusi fa e se pu" essere stato preso in prestito; ricordare Omero, ci" non vuol dire che quello abbia preso da questo; in gran " tutto di lui,ma anzi, siccome il fare del poeta persianonon e ilfare del greco parte del popolo-che cosi appunto celebrava i suoi eroi,
414
non
CAPITOLO
NONO
" tutto di
andavano assai
deve ritrarre in gran parte il modo dei cantori che di festa in festa, di banchetto in banchetto, cosi vuoisi pensare
ma lui,
" manifestazione ragionevolmenteche lo stile epico,antichissimo d'et", date certe condizioni, ed eguale in luoghi e tempi diversi, comune Ma quando in tempi tra loro molto umano. e dello spirito dell'ingegno hanno condotto a trovarsi sul medesimo vicini, dopo avvenimenti grandi che lontanissimi e diversissimi, terreno popoli dopo lunga consuetudine si vede che il poeta occidentale di commerci tra orientali e occidentali, stessiluoghicomuni di qualche poeta alcuna sua canzone con gli compone
la divisione
si ma esempio nell'antichit" classica, libriorientali si pu" dire,in di egual disegno; bene hanno illoro originale, fra le certi fra noi trovano cose nostre alcuna non e particolari quando si la trovano buona e bella e appropriatain ma plausibile, spiegazione alcune opere d'Oriente; quando tutto ci" si vede e si tocca con mano, crediam davvero che molto si debba pensare prima di dire che tutto ci"
trovano
"
fortuita.Anzi
bisognapur
mai approvare noi non sapremmo c idisse di valentuomo che un giorno, un quello parlando queste somiglianze, cio" doversi studiare le letterature nostre come di nostra conoscenza, sono, molto
considerazione; onde
hanno punto se qualche somiglianza il valentuomo) noi non ci curiamo ^" Dell'Oriente (diceva con La qual risposta " punto e non ci pensiamo nemmen per sogno ". dire tanto poco savia quanto poco savio sarebbe stato alcuno che,udendo dovute ad variazioni nell'orbita di alcuni che certe un sono pianeti pianeta trovarsi che si lontano avesse negli spazicelesti, risposto ignotoe suppone fosse ci ci non non era che di quel nuovo o cosa fosse, pianeta, degna il in s" per s", e le orientali.
e non
doversi
curar
"
darsi alcun
la scienza,che pur dovrebbe essere studio amoroso si pu" di tutti i fattinaturali qualunque siano,cotesto linguaggio non Per pensiero.
nessun
tollerare in
modo.
vero
che, nel
caso
nostro
non particolare, a
rintracciar
alla
sarebbe tale da uguagliarsi letterarie, nell'importanza somiglianze ricerca anche se i d'un ma novello; onesta, ogni pianeta scoperta
non
merita che sia intrapresa splendidi, sar" feconda di scoperte grandi, soltanto fiducia e amore; e se non ma con (e,quanto all'Oriente, qualchevecchio errore quante cose potr"dissipar anche uomini assurde non non dotti?), potr"dirsi ritengonper cose vere Con tale intendimento adunque che le sia mancato ogni esito buono e felice. tale speranza, vediamo se e con possiam qui ricordare e mettere in luce tra la poesia persiana e la di somiglianzache sono i punti principali lasciando poi che del Medio Evo (francese, nostra italiana), provenzale, la via cercato di additargli come meglio potremo, altri, quando noi avremo S i di frutti e migliori. badi intanto che la segua con speranza pi" copiosi frutti suoi
potranno essere
molto
inferiremo
che
assai raramente
dalle trovate
il 6
e la forma nostri, e
CAPITOLO
NONO
come orientali, accade,per nel quale non nice pu" negarsiche la coresempio,nell'Ameto del Boccaccio, d i sette cacciatore ciulle, fandel del racconto, quella invaghitosi giovane delle (juali ciascuna glil'acconta una vestite di sette colori diversi,
il disegnoesterno
ne
siano
spazio di tempo e di luogo che forse non potr" mai determinarsi,bisogna pur moltissimi comuni riconoscere che sono agliOccidentali e agliOrientali; c'" nulla di nuovo e per questo punto non per noi,perch" gi" uomini
e
ai
soggetti presia
trattare
in
uno
dottissimi han
messo
con
molla
acutezza
e con
dizione eru-
Anche profonda.
molte cose, qui tuttavia s'hanno da distinguere tradizioni e fiabe, miti e novelle,leggendee superstizioni, tanto sono si saprebbe mai assegnare la patria originaria,
anche i pi" lontani fra loro non pure di religione sparse per tuttii popoli Onde anche di lingua, di sangue, di stirpee di razza. e di costumi, ma talvolta anche uguama somiglianza perfetta, glianza settentrionale e un'altra fiaba popolaredell'Europa tra una perfetta dell'Australiao di qualcheisola perdutanel Pacifico,e che qualche mito miti dell'estrema Asia o del volgaredi popoliafricani trovi esempi in alti'i avviene che sitrovi
non
solo
paese
non
ci" possa delle Americhe. Come pi" remoto si sapr" mai; o forse,un giorno soltanto,ma
non
essere
avvenuto, forse
scienza che
sar" n" la
molto
Poi ci sono molti miti e tradizioni e l'enigma oscuro. potr" sciogliere di popoli novelle e fiabe e favole propriesoltanto della grande famiglia ricco patrimonio di idee e e sono come un alla quale noi apparteniamo, che i nostri padri antichi ci hanno opinioni, la Perch" la mitologia indiana e iranica, la greca e l'italica, tramandato. la germanica,hanno di Dei e di eroi personaggi e figure slava,la celtica, listico naturae miti di significato stampo comune, epiciusciti da un primitivo di tutti la mitologia e novelline. Nel qual rispetto e fiabe popolari in tutte le sue, e parti popolifu profondamente studiata e ricercata questi incerti molti oscuri avuti frutti s ebbene e punti cospicui, gi" se ne sono assai bene che n" in questo dichiarati s'intende forse mai. non saranno Ora, n" ariani o indo-europei, pi" ristretto che comprende i soli popoli campo del mondo, ci proin quello pi" vasto che abbraccia tutti quantii popoli poniamo si che di metterci noi per cercar a principio quellesomiglianze diceva. Noi vogliam vedere, invece,se in tempi assai pi" vicini a noi, in tempi assai pi" noti e conosciuti,nei quali non la vaga congettura, ma stati valevole guida, sono documenti certi ci potr" essere la storia con nel vasto campo e prestiti tra l'Oriente e l'Occidente scambi e commerci di memorie, di concetti
e
di
della letteratura
nostro
della scienza. Per" s'intende subilo che (luestostudio ha i limiti suoi nel Medio Evo, anzi propriamente itiquel tempo
e
del Medio
e
maggiori furono
secolo
i commerci
tra
l'Oriente
dente l'Occi-
dal
nono
dell'Era nostra
al tempo
in cui, presa
LE
SOMIC.LIAN/E
\i LE
HELAZIOM
IKA
LA
l'OESL\
PERSIANA,
e
ECC.
il 7
l'Oriente
l'Occidente cess"
un fatto spesse quello fu come colloquio, colloquio d'armi e di reciproci volte a suon oltraggi, a contrastarsi quando vennero in in in in un campo in Francia, Asia, Sicilia, [spagna, zati battezmedesimo, Fu ma e circoncisi, simile a quello pur sempre colloquio. colloquio che avviene sovente tra soldati di paesi o di accampamenti nemici, i quali, in certi momenti trovandosi sul confine, di treguacessano dal guardarsi fra loro con certa qual famigliarit" in cagnesco e stanno a conversar cospetta circordiale. Per" allo stesso modo, in mare e pur e in terra, per le citU" e per i porti, i le anche e moschee, collegi quando ristavano presso tra loro e si schernirono i figli le armi,si vilipesero di Cristo e i seguaci anche con tanto imperversardi vituperi di Maometto; ma e fra lo poi, delle armi, molto appresero i rozzi Occidentali dagli Orientali gi" strepito loro ebbero libri di letteratura, colti e ingentiliti, e da insegnamentidi d'arte. Anche sappiamo che molti trovatori andarono scienza e precetti in Oriente al tempo delle Crociate e che l" fecero lungosoggiorno al fianco alcuni dei quali vi fondarono regnie v'ebbero anche non dei loro signori, E non solo per le Crociate, anche per i commerci breve signoria. ma e dovettero lungamentetrovarsi insieme e conversar tra loro per i viaggi u" ora " necessario ricordare i viaggi Orientali e Occidentali; che intrapresero
5. E veraniente
da storica
come
una
di
e d'enciclopedia geografia
sionari decimo,e dall'altra i misi mercanti di Amalfi, di Venezia, di Pisa e di Genova, cristiani, tutto ci" " cosa notissima a tutti.Mandavano quelle perch" gloriose bliche repubitaliane lor mercanti e ambasciatori ai porti e alle reggie d'Oriente, di libri, e ne avevan poi,con le ricche merci,cognizioni preziose d'idiomi, di m andavano i di costumi, scano religione; d'usi, Papiqualchepovero franceabbandonato al 0 domenicano, solo, destino, inerme, cipi presso i prini mussulmani di Siria e di Persia, barbari dei signori Mongoli, presso notizie e ne avevano ma poi poca speranza per la conversione alla fede, Perci" tra gli altri furono e non e cognizioni nuove e rapporti aspettate.
e
Ibn
Hauqal
Mas"di
del secolo
molto
e
benemeriti
non
Ascelino
ilfrancescano
Giovanni
lontanissime
tanto
che Carpini
prodigiosa per i tempi suoi (e sarebbe che basta ricordarlo soltanto, tanto nostri),
nota.
anche prodigiosa
6. Anche
rOccidente
si
deve
"
cosa e
che
importimeno,
che, se
in lutti(juesti e in viaggi
queste ambascerie
verso
volta potentemente si spinse e invadere,anche l'Oriente alla sua penetrarlo l'Occidente e pi" volte ne pass"i confini or con le armi or con la verso fu costiPerch", facendoci pur dai tempi antichi, ecco che, come parola.
27
"
Pizzi, Storia
della
poesia persiana,
voi. II.
418
CAPITOLO
NONO
taito i
re
ordinato
il grande
Impero dalle
abili mani
di Dario
tutti d'Istaspe,
l'inverno,
e
l'arrestano ilvalore
le armi
dei Greci.
vuol
lascia ai vergognosamente vinto, ma l a d'intromettersi negli atfaridi Temistocle profugo, commissione accoglie arti della Ma vivo forse fu almeno le il con Grecia, politica. pi" colloquio
tra
Oriente
tempo
che
al tempo di Alessandro Magno, intanto che al ricercata dai re dispettosi dei Parti la cultura greca fu avidamente
e
Occidente
Crasso e facevan rappresentare tragedie greche in teatri sconfiggevano di foggia se da una parte,per vittorie e greca. Poi,al tempo dei Sassanidi, la religione di Zoroastro,se i re di Persia ritornava in onore decreti reali, sul loro trono gl'imiiei-atori di Bisanzio, facevano bene spesso tremare dai onesta dall'altraalla sapienzagreca si faceva accoglienza ospitandosi i filosoli da Costantinopoli, ricevendosi dai Siri, coltissimi nei re profughi i libri delle scuole d'Atene e d'Alessandria. primi secoli dell'Era volgare, dei Mussulmani che pi" tardi si trapianE vogliam tacere deliberatamente tarono in Sicilia la in Ispagnae nel e toccarono Fi'ancia, perderci per non dire
come
nuovo
conoscono.
7. Ma
un
tutto ci"
commercio
e
di
alcuna ragionebuona, come con riguardarsi, potrebbe di sovrani e di cavalieri, di gentialte e aristocratiche,
e
sacerdoti
di scuole di filosofi,
e
di accademie, laddove
noi
traccie
e
d'alcuno vestigi
un volgo. Ecco pertanto che soggetto di lui " di raccolto dai soldati in e Grecia; esso romanzo portato popolare di Zariadre e di Odati che poi Carete di Mitilene rifece in " il romanzo libro popolare,quello bella prosa greca. Anche sappiamo come un una di Persiani,in delle favole deglianimali,sia venuto dalTliidia, per mano di libri destinati a star Occidente e v'abbia procreato un'ampia famiglia che del talvolta nelle mani ostante qualche grande poeta popolo, non abbia brandello accomodandolo abilmente tolto nostro ne poi qualche N" vuoisi tacere d'un grande movimento sua. cosa come popolare che introdusse in Oriente e in Occidente dottrine novelle e fece accapigliarsi nelle scuole filosofie sacerdoti e fu cagione di persecuzioni crudeli. Ci" Il quale, fu il Manicheismo. essendo dottrina nata in Persia (e persiano di supplizio nel 27{) d. C), per vie quasi n'era il fondatore. morto Mani, del tutto occulte a noi,largamente si sparse pei' le nostre plebi del Me(iio Evo trovando da per tutto seguacizelantissimi. Ora, notisi che un grande movimento e filosoficomena con religioso s",e le sparge, molte sempre di natura consentanea o cose diversa, come leggende e superstizioni, notizie storiche e memorie usi idee e pensamenti, che e costumi, lontane,
scambio
in altra maniera
non
potrebbero passar
gente. "
certo
che pei'Ianto
LE
SOMIGLIANZE
LE
RELAZIONI
TRA
LA
POESIA
PERSIANA,
ECC.
410
incominciato Gallie,
e
secolo,
s" tante
diverse
nostre plebi
avide d'Occidente,
scarsa,
e e
curiosissime. N" la
doveva
essere
ognun
d'ognigenere
zoroastriana,ma
l'accorto Mani Occidente dei la
aveva
di
abbiano superstizioni
ancora
la
che buddhistica,
congiunte insieme. E
e
leggenda di Buddha
GiosaCat. Ma
(j"kya Muni
mutatasi
santi Barlaam
perch" non
ci appagheremo di notar soltanto questo punto, cio" esempi particolari, che il tempo dello spargersidel Manicheismo in Oriente e in Occidente coincide appunto col tempo in cui la Persia da una parte ordinava la sua tradizione epica e preparava la via a Firdusi, e dall'altra incominciava a romanzi d'amore i suoi d'avventure. I moci dimentichiae quali(non comporre di ci", che " un punto assai grave) erano di origine popolaree narrati tra il popolo finch" alcuno ne trasse poi una andavano forma
ma letteraria;
intanto che
volghitramandavansi
le idee della
nuova
religione, perch"mai
anche alcuno di destar cui il
non potuto far passare accanto a quelle dei tanti soggetti da narrarsi e delle tante avvenpiacevoli ture
avrebbero
avidissimo,atte,
come
sono,
la curiosit" naturale
soggettiromanzeschi
cosi per sola congettura; non ora fu gi" pensato da uomini dottissimi che quasi tutti i venuti alle nazioni d'Occidente dalla Persin. son
mostrava
dimandiamo
questa opinione occidentali del Medio Evo e i quando faceva confronti tra i romanzi onde il Coster",nella prefazione romanzi all'edizione del sua persiani, del Boiardo, diceva essere opinione generale degli eruditi che poema
a
di accostarsi
sia dovuta
agliArabi. Ma degliArabi e di ci" che hanno potuto dare a noi, diremo appresso, intanto che,secondo il Benfey,dobbiam pur ricordarci che non Arabi per il mezzogiorno, solo gli anche " Mongoli per ilsettenma trione occidentali e contribuirono d'Europa portaron prestodall'Oriente agli
a
comuni d'allora certe novelle e certe favole e certi per i volghi racconti romanzeschi che poi incontriamo nei libri dei nostri novellieri.
render
ragionidiverse, nel Medio Evo, che ci sembra potrebbe subito avanzarsi una domanda grave. La quale ": Se son venuti dall'Oriente a noi certi soggetti letterari, perch" non anche venute le forme? Certi Ancora. potrebberoesserne disegni d'opere, e certi loro atteggiamenti che e modi trovano non particolari, esempio neUe letteratui-e intanto ch'essi appunto sono destinati ad essere classiche, veste 0 forma esterna di quei tali soggetti orientale,pei'ch" non d'origine esser venuti di l" direttamente? Ovvero, potrebbero che. pu" forse concepirsi
molta
8. Stabilito
per in Occidente
420
CAl'ITdLO
NONO
intanto che
gliOccidentali prendevano da libri venuti d'Oriente i soggetti imitassero qualche volla anche la forma esterna, che, da trattarsi, non ne libri certi massime d'immaginazione e scritti per il popolo e affidati per " certo che la parteprincipale? a lui, ne " pur tanta parte, anzi, forse, ha somiglianza d'amore d'alcun poeta provenzale alcuna canzon non una di Catullo, sembra averla piutcoi versi amorosi d'Ovidio, di Tibullo, ma tosto " forma letteraria certe qas"dearabe e persiane. certo che una con " il di frate Bonvesin de Riva milanese contrasto e la tenzone quale venzale proha esempio alcuno nelle letterature classiche, dove, lade francese, non nei modi e nel fare e nell'andamento anche troppo si essa generale, ai contrasti |iersiani di Asadi, anche altri vuol mettere se assomiglia
innanzi la Psicomachia di Aurelio
non
Prudenzio
Clemente
e
"
certo che
gliantichi
ebbero
novelle raccolte
il Decamerone, in cui appunto cotesto si e disegnocomune, il loro originale, osserva, hanno, per dii'cos", quanto alla forma, nei libri " riconosciuto d'amore poi, di novelle arabe e persiane. 11 romanzo come
quasi da tutti ed " stato ridetto tante volte,non " Oj"era di invenzione si bene orientale, anzi persiana. ma classica, 9. Ma ecco che a questo punto sentiamo risponderci attorno in maniere diverse e contraddittorie. Perch", intanto che pur si crede (e come mai si tra Occidentali e Orientali, potrebbenegare?)che c'" stato lungocommercio e intanto che si cerca daglistorici di stabilire qualefu,per esempio, in Sicilia e in Ispagna quanto all'azienda pubblica, lo stato dei Mussulmani assai poco se nel vuol sentire ecco che, quanto alla cultura e alle lettere, anche anzi molte a discorrere, evidenti, voglionsi apertamente negare cose, scambi letterari, alcuni linegano attenuar molto; quanto poiagli 0 almeno altezzoso disprezzo addirittura, un aggiuntovi per quei pochiillusiche pur
vi credono
e
si avventurano
dimostrarli. Si dice
della cultura
degliArabi quanto a
senza
f"siche; quanto al
si pu" ammettere
resto,tutto si nega
che
esame,
perch""
molto
ancora
se
queibarbai'i di Orientali sapessei'o scrivere. Pur troppo noi abbiamo che faceva dire a] ereditato dal Medio Evo quella avversione superstiziosa
Petrarca odiava gliArabi ch'egli
e
i loro
ed eretico Gerberto monaco di Aurillac perch"sapeva d'astronomia mago alcuna parte delle sue dottrine. Ora e di f"sica e da libri arabici traeva
per" sarebbe
con
tanta pompa,
pur tempo, in tanto apparato di studi storici annunziantisi che la verit" potesse aprirsi varco e che certi ei'i'ori un
e
leggeroin per sempre. Eccone intanto uno, e non la cos" detta cultura degli che risguarda Arabi, e che qui appunto, verit",
vieti fossero tolti via si possano vuoisi mostrare, ))erch" particolari maggiori, in misura si vedere alcune cose come sono e con (piale quali criteri e debbano giudicare. 10. Non vogliamo u" dobbiamo dire o descrivere quale e quanta ora sia stata la cultura araba nel Medio Evo, perch"u" questo sarebbe illuogo
prima di
toccar
LK
SOMIGLIANZE
I.K
RELAZIONI
TRA
LA
POESLV
PERSL\NA,
ECC.
5'21
da tanto; ma vogliam soltanto vedere se tutta quella che da noi si dice cultura araba, sia araba veramente. Perch",se solo per n" noi ci sentiremmo poco pensiamo che quando del sottimo secolo,erano ancora
un
Arabi gli
entrarono
nella storia al
principio
ignorantissimi quanto
come
subito da da
essere
da
con
pensare
mai
chiamavano
assumere
gliArabi
costume
mangiatori di
di gente tanto
in
avesse lucertole), e
potuto
d'un
a
subito
dotta
colta da
farsi maestra
tutte le altre in
Oriente
meravigliosamenteacuto e perspicace Arabi, l'ingegno degli miracolo cos" grande e straordinario. ragionevolmentepretenderne Anche si deve considerare che,per quanto grande sia l'Arabia, essa, nella dar tanta non immensa, poteva superficie gi"poco popolosa gente
possa essere si pu" non mussulmano da occupar d'un tratto il paese vastissimo che form" l'impei'O alla Spagna. Non fu ceral Sahara, dalla Transoxiana tamente e che va dal Caucaso
tutta
tenne
e quellacultura che essa sparse n" citt" bassa deserti dalle della uscir dai d'Arabia,
promosse,
non
pot"
Mesopotamia abitate
Arabi,n" dalle trib" nomadi e incolte e date al ladi'oneccio, perch" ci" che l'Arabia non assolutamente e non non aveva. dare, diede, poteva donde Dato il qual punto, resta da domandarsi questa venga veramente le si debba dare, se essa cultura che chiamano non araba,e qual nome
" tale. Arabi gi"da non gli ebbero sempre ammirazione breve tempo prima di Maometto grandissima la alcuni loro di Persia, e come che, H"ra, erano anzi, quelli principi, per
prima di
tutto che
poi essi,avvalorati dalla del profeta, la Persia, verso attorno alla conquista, mossero predicazione tino, la quale gliattirava l'anticaammirazione alla congiunta speranza del botfu uno dei primi paesi che essi conquistarono; e tanto pi"facilmente la conquistarono, quanto pi"guasto e corrotto era quel grande impero, e
re
dei
re.
Quando
imbelle di
inetto il successore
di Gemshid
dovettero qual meraviglia di fronte a quella quando, conquistatala Persia nel 050, si trovarono cultura. La dir cominciava a declinare, splendida quale,per perch" vero, i bei tempi di Ghosroe il grande erano secolo da un e il gi"passati quasi regno
ancora era
di Dario.
intestine. Tuttavia
essa
brillava
ed era, si pu"
era
di tal luce da rompere e irradiare le tenebre fittissime del secolo ignorante, del della l'ultimo raggio sole dire, sapienzagreca che
alle accademie di da Costantinopoli migrato da Atene, da Alessandria, Siria,e dalla Siria alla corte persianadei Sassanidi in Seleucia e Ctesifonte. Certamente i primi tempi della conquista araba furono funesti alla cultura persiana; n" altro che sper[)eri di scuole e di biblioteche potevasi
422
CAPITOLO
NONO
da quei fanatici dei Corano, usciti di tra le tende e le puzzolenti aspettare del natio deserto. Ma (piando i furori della conquista si furono niandre tata alquantocalmati e la sede del Califfatodalla Mecca e da Damasco fu tramudell'Era nostra, la casa a Bagdad allora fondata, e ci" intorno al 750 degliAbb"ssidi,succeduta a quelladegli( Immiadi nel Califfato, promosse ardore novello la cultura e cerc" di emular la gloria dei passati con re di Persia. Bagdad,allora, in isplendoreTomai deserta Ctesifonte, e eguagli" nel cospetto del Califfosi tennero dispute di teologia di iilosof"a e come gi" si era fatto a Ctesifonte nel cospetto di Cliosroe ilgrande.Allora fu ripreso lo studio di Platone e di Aristotele, inaudita e la tolleranza religiosa, cosa la prima per quei primi e furibondi settari del Corano,fu voluta e praticata volta per l'esempio sidi Abb"savutone dai Persiani. Perch" lo splendore degli " dovuto in grandissima parte ai Persiani, in corte e che, ammessi nell'azienda pubblica, dischiusero agli Arabi i tesori del sapere. I Persiani, egli" vero, si convertiron prestoe assai facilmente al maomettanesimo, nell'anima e nell'ingegno rimasero pur sempre di prima. Cosi, ma quelli la casa illustre e potente dei Barmekidi, che gi" aveva amministrato il di Maometto, diede agli tempio del fuoco a Balkh,convertitasi alla religione i Abb"ssidi loro ministri pi"saggi, e protettori d'ogniarte civile. promotoj'i Uno degliAbb"ssidi,il pi" illustre, cio" il Califfo Har"n ul-Bash"d, mandava suoi ambasciatori in Occidente, a Carlomagno, intanto che gi" prima suo un antecessore, il Califfo Abb"sside Al-Mans"r, fondatore di Bagdad, mandati i suoi a Pipinoe in Bagdad aveva ricevuto con grandissima aveva del re franco. quelli pompa 12. Ora, tutto questo spazio di tempo che si stende,si pu" dire, dal 750 al 1000
e
al il 00 dell'Era nostra
crediamo orientale, airinmussulmano lingua, quanto alla fede,persianoquanto all'indole, accorti gli Orientali stessi, gi" si erano gegno e al sapere. Di cotesto lamentavano allorquando certi fanatici Mussulmani che, intanto che il Califfatoal tempo degli Abb"ssidi Ommiadi stato arabo, al tempo degli era
era e khorassanico, alludendosi persiano e
novella cultura
che " il pi" bel tempo di questa che si debba dire arabo (]uantoalla
e
al
sede di
Quanto persiana. poi alla lingua e alla fede, " ovvio e manifesto che cos" appimto doveva I conquistatori essere. che imponevano la linguaaraba nelle faccende pubblii mani Mussulnelle fi^dedi scritture la Maometto tutti e ai vinti; e e per" di quel tempo, dall'alta Asia al Sahara, scrissero in arabo, e i Persiani stessi che allora furono maestri di cultura ai loro rozzi conquistatori, dovettero penar buon tratto di tempo prima di adoperar nelle scritture la loro lingua. " vero, tutto ci", era ben facileche Dato, come in Occidente l'errore,come nascesse appunto nacque, che tutto quel
nuova
cultiu-ae futura
sapere
vci'a
pompa
in Occidente nella
inente.
si mostrava
e
u" si seppe o non si pot" lingua, nello spirito, era esso prettamentepersiano.
4;24
(UIMTOl.O
NONO
Storia della letteranella sua pregevole tura lui [jotremmo metter molti altri), Albumasar arabi Ab" dice Avicenna, Razi, (cio" Maashar) e italiana,
Averro",intanto che
Alfacrrano altro Poco
i tre
primi sono
Discorrendo persiani.
va
citando Albumasar,
Averro",Avicenna e qualche Agazel(Al-Ghaz"li), (Al-Fergh"ni), tutti persiani, eccetto Averro". son arabo, cos" egli dice,mentre hanno da fare gliArabi o gli altrimussulmani dotti, adunque, fra questi di dice il che dei di razza nessuno a proposito semitica, quali Lagarde potutodar nulla alla scienza. Pur riconoscendo
sebbene molto
mostrato
essi ha
sentenza
paghid'aver
di Maometto
questa per esagerala si accosti al vero, noi invece ci vogliamo tenere Arabi al tempo degli queste tre cose, cio" l'ignoranza
da imparar tutto, perci"lontanissimi per la quale avevano dall'esser subito maestri a popoli pi" colti di loro; la ricca cultura persiana nel d'Oliente Occidente Dato di pi" f"tto Medio Evo; lo spargersi
e essa
d'Occidente
il nome
il suo
penetrare anche
sotto
tutto
tanza comprendere l'imporci resta che di vedere a quale originesia dovuto non grandissima, venuto quelloche nelle nostre letterature del Medio Evo pu" essere quale ognuno
pu"
dall'Oriente.
2. Le
somiglianze
nei
romanzi
nei
loro
modi
particolari.
suo
peregrina erudizione
molte
potercisi raccapezzare
da lui dottamente
vingia mero-
altre prove e testimonianze dopo profano, esaminate, bastava, nel concludere,il trovar comune
e
alla epopea
il particolare di un neo, cio" di un segno vermiglio carolingia la che i re dell'epopearecano da natura sulla spalla, per dimostrare E questaprova anzi la provenienza di questa epopea da quella. parentela, Xoi pure, per chiamarla tale. diceva anzi di di sicura, soggiungeva osar egli l'epopea persiana, possiam dire che i re della casa reale dei Kay hanno un bruno sul braccio, il quale come sia veduto, " prova certa della neo discendenza regale innanzi tuttavia questa di chi lo porta. Non rechiamo della epopea persianacon le altre somiglianzaper inferirne la parentela due occidentali, che sarebbe troppo, n" vogliamo che da questa che pu" alla
essere
casuale
essere
un
vecchio
resto di alcun
concetto
Soltanto vogliam notare delle promesse somiglianze. che, se per gli studiosi che hanno accettato le conclusioni e illazioni del la parenRajna,ha potuto bastare un cos" lieve particolare tela per suggellare l'enumerazione che le augurarcidi gran cuore che riconosceremo e pi" profonde somiglianze tra i racconti persiani daglistessi e i nostri d'Occidente,meritino studio attento. studiosi qualche considerazione e (pialche non negligente fra due epo|)ee, noi osiam molto maggiori e pi" evidenti sperare
e
LE
SOMIGLIANZE
LE
RELAZIONI
TRA
LA
POESIA
PERSIANA,
ECC.
420
se
non
di due
di due che
molti
persianiin
noi per una via o arabica o bisantina, e che molte favole molte novelle d'indole popolare ora nostre (massime quelle
e
delle donne
quelleche hanno
intento
enumereremo
cimenti. a noi per molte vei'sionie rifaperch" sarebbe impi-esa quei soggetti,
anche
necessaria per l'intento del presente sci'itto, perch"ogni storia di letterature nostre del Medio Evo suol notare
e
di novelle e di romanzi, e, quando di favole, soggetti anche l'origine orientale. Piuttosto vogliam notare certi sia,ne accenna retorici anche chiamar luoghi che si potrebbero comuni, luoghi particolari
lungamente nomi
dente. e arabi, qualipoiincontransi nei l'omanzi nostri d'Occipersiani amanti ; n" il primo posto le avventure Tra i quali degli occupano di quelladell'innamorarsi dei due giovani n'ha una senza ve pi"frequente n" v'ha romanzo che mai l'uno abbia veduto l'altro, persianoche non del abbia questo particolare speciale suo racconto. (Ihe per fondamento solo dal trovarsene sia luogo comune molto aulico,si arguisce non esso cio" nel racconto di Z"I e di due esempi nel Libro dei Re, di Firdusi, dal vedersi R"d"beh ancora e in quellodi Gusht"sp e di Ket"yima, ma di Odati e Zariadre che Carete di Mitilene compose nel romanzo ripetuto ritornati di l'ersia, e in seguendo certi racconti orali di soldati macedoni " antichissimo. In medo Occidente,il e Zairinaia che e quellodi Striangeo " quello di Rudello e di Melisanda contessa di Tripoli; ne pi" bell'esempio chi " pi" addentro nello studio delle letterature nostre del Medio f-^vo, ma altri esempi non validi, come njeuo quello di Durmart potr"aggiungervi mai veduta da lui innanzi. Anche che si invaghi della reginad'Irlanda, non Orlando sol di Persia, confessa di amare dell'Amostante Chiariella, figlia la bella d i di (^andia, invaghitasi tiglia Marsilio, per la fama di lui.Anche dei romanzi Orlando che
non
ha visto mai,
va
con
Bianc"ardino
come rintracciarlo,
appunto, secondo
non
che essa presso di Rustem ilsuo amore. per palesargli innamora siano mai di Kriemhilde, e
invaghita, si Anche S"frido, l'eroe fatato dei Nibelunghi, questa di lui, prima assai che l'un l'altrosi
aveva
e
veduto
mai
di cui s'era
veduti. E, del resto, chi si ricorda della lettura di .Firdusi e dei sunti che altrove abbiam dati di molti romanzi persiani, sapr"anche che sentivasi cavaliere,
acceso
da subitaneo
ciulla, fanpresenza parlavadi qualcheavvenente i buoni cavalieri dei come appunto facevano, in simili circostanze, nostri romanzi d'amore. Xel caso particolare, poi,di Rudello che mori ai
l'ebbe veduta, ricordiamoci che questa morte come piedidella contessa repentinaa' piedidella persona amata, veduta la prima volta dopo stenti " pur luogo comune che pass" ai dell'ai'teromanzesca infiniti, persiana,
426
CAPITOLO
NONO
il narrar le avventure persiani anzi educati insieme, principio dallo stesso maestro, per qualche caso improvviso e non preveduto sono con gravissimo dolore scambievole; perch" poi l'uno o l'altro separati e pericolosi viaggiper incontrare il compagno, finch" poi, imprendelunghi
17. Anche
"
luogo comune
che, vissuti da
al termine fauste
nozze
di molte
e
avventure
strane, uno
ritrova l'altro, e ne
le
con
questo or
in
con
amori di Gusht"sp e quellaparte del poema di Firdusi che racconta gli di anche due amici fedeli,ambidue di Ket"y"na. Talvolta possono essere
sesso
allora il romanzo
nelle mistico e allegorico, significato rappresentando doloroso dell'anima e del corpo vicende dolorose dei due il pellegrinar di della fortuna. Questo particolare sulla terra, distrattidai casi molteplici di Assai- e di Gi"mi or ora ricordati. " nei romanzi allegorico significato Ma " facile vedere che tutto cio" tardo travestimento che toccava soltanto di due amanti della favola
e
primitiva
i romanzi
fattisposi dopo
sia,di contro
di Florio
che Biancafiore, da
tante
loro avventui'e, di
felici. Notiamo
quale pure
poi ricongiunti poi separati, per principio, anzi che appunto nel Filocopodel Boccaccio, incontransi tre " rifatta la storia di Florio e di Biancafiore,
anche nei romanzi Uno persiani. si "
casi molto
l'educazione dei due del loro amore, ne ci" che appunto, e Mihr
e
giovanisotto lo stesso maestro, che poi,insospettito al re padre che li fa sepai-are, parlao ne fa parlai-e
le stesse
con
Mushteri, di Assai-,e
non
trovasi nei romanzi persiani, circostanze, mente, Sel"m"n e Abs"l, di Gi""mi,romanzi, vera-
prima et" della letteratura,ma non dubbi rifacimenti antichi,secondo il costume di racconti assai i)i" (anche perch" allegorici) si " quellodel re di Spagna che fa sep11 secondo della poesiapersiana. pellire la sia fa che la sua morta il corpo di altra giovane e sparger voce dersi. intanto che Florio disperatamentesi addolora e vuole ucciBiancafiore, di Kirm"ni, detto llum"y e Hum"y"n Cotesto narrasi pure nel romanzo il quale il giovane Flum"y voleva uccidersi secondo (Felicee Felicita), di Cina, padre della sua Hum"y"n, aveva quando seppe che l'Imperatore celebrato i funerali della figlia, morta d'improvviso malore; ma l'imperator f"nto quellamorte il re di Spagna,aveva e quei funerali. della Cina,come
della Il terzo
ijuntosi " questo, cio" che Florio hi trasportato nelle stanze di celebrandosi una gi-an festa cesta di fiori, Biancafiore nascosto dentro una
I.K
SOMICI.IANZK
LE
HELAZKIM
TUA
LA
l'dESLV
l'EUSLW'A,
ECC.
4i2 /
ed ecco che Firdusl ci narra ancelle; come, celebrandosi le ancelle da Menizheh, leggiadra del re dei Turani, la festa della con figlia il suo vago amante, il giovane Bizhen,le fu dei fiori, stagione primavera, addormentato bell'arca profumata;ed recato nelle stanze e chiuso in una che Att"r, nel suo lo stesso caso narra ecco degliUccelli, con Collocjuio di facendone tullavia mistica. splendoresmagliante forma, un'allegoria 18. Ora, si crede dai dotti che questo romanzo di Florio e niancaliore, che ebbe tante imitazioni nelle letterature nostre, sia di origine bizantina. di cui si hanno cosi frequenti Eppure,pensando al genere del romanzo e al fatto che il romanzo esempi in Persia, persianorimanda le origini ai che intanto almeno alcuni soggetti anche sue sono tempi dei Sassanidi, antichi anche che nel Medio Evo di Bisanzio hanno quei pi" ; pensando molte cose dando avuto molto da fare coi Persiani coi qualibarattarono e e pensando alle non casuali e patentisomiglianzeor ora prendendo; notate, crediamo che si possa affermare esser persiano in originequesto Al qual propositoci ricordiamo che, avendo ad soggetto romanzesco.
sue
da lei e dalle
alcuno
cultori di letterature romanze fatto conoscere pi"reputati fu ci da lui che,quanto al queste somiglianzeparticolari, risposto di Florio
e
dei nostri
romanzo
non Biancaflore,
era
n"
in Oriente,bastando
a
dire che
" di
tina. originebizan-
valore quanto n'avrebbe l'asserzione di chi, stando alla foce del Po, si contentasse di dire che il Po viene
aver
ci" sembra
noi
tanto
che ad
un
non
si
pu"
non
si deve pensare.
e varie molteplici
19.
Troppo sono
e
troppo sono
ture avven-
persianoR"min
romanzo
capitolo
dell'epopea,del
e
di Tristano
confronto
fra i due
molte
pagine.Perci",lasciando di toccar
di vedere quanto di vero abbia in s" la sentenza il dell'Eth", suo e romanzesca pregevolescritto intorno alla poesiacortigiana
tedesco nel celebrare la potenza della poema l'ai-dentefuoco dell'amor sensuale,che vince ogni anima e viola passione, col gareggia tutti i termini
postidalla morale
toccato
e
dalla
giustizia.
20. E
pazzo per
abbiam poicli"
amore
di Tristano che fu anche pazzo o si finse mille follie in presenza della gente, volle commettere
da Niz"mi ci" che si narra se pur questo tratto ha somiglianza con veggasi da Gi"mi ghitosi da altri del e e poetipersiani posteriori giovane Qays che, invacommise nel perdutamente di Levia andata sposa ad un altro, della gente di Levia mille pazzie e visse nel deserto e mori appunto cospetto
428
CAPITOLO
NONO
nome quando pot"godere dell'amore della sua donna. Egliaveva Qays, fu detto con parola araba Meg'n"n, cio" il folle, la follia ma sua rosa. amoper La quale tuttavia fu sempre dolce e mite, piuttosto melanconia che di ben dissimile dalla passione veecome e furore, quella Tristano, per" mente
del buon conte Orlando. selvaggia 21. iNellestorie dei giovaniamanti s'incontrano anche, e assai spesso, casi molto curiosi e nuovi,voluti dal destino, quasi prodigiosi qualche che pu" considerarsi come altro luogo comune di questi volta,come quello cio" visione la che dell'amante suo, non veduto mai prima, ha romanzi, talvolta in sogno la fanciulla. Cotesto racconta Firdusi di Ket"y"na figlia di Costantinopoli, che vide Gusht"sp in sogno e lo scelse dell'Imperatore racconta poi per suo sposo nell'adunauza dei principi; e cotesto ancora
e
Gi"mi
possiam dire se e per ora non speciale, possiam ricordare che P]lsa di Brabante che sognando vide nel fatato Lohengrin il suo campione e futuro sposo; ma veggano glistudiosi di letterature medievali se se ne possono recare innanzi,come crediamo, altriesempi. 23. Qualche volta (jueste vaghe donzelle dei romanzi sono anche liere questo tratto
e
Quanto
noi, non
invagh". frequente
intrattabilieroine che
e
non
taglia;
a
se
non un
allorquandore Nibelunghi
in Islanda
che non provarsicon quellaregina, Drynhilde, glisi diede in isposase l'aiuto diSih'ido, non nella con l'ebbe vinta nel lanciar pietre, quando egli, lotta e nelle armi. Anche il poema ciclico persiano di Ghersh"sp,opera di Asadi il giovane,narra della beila liglia di K"reng re del Z"bul che non volle darsi a Gemsh"d, allora ramingo e privo di regno, se non ([uandu le ebbe mostrato il suo valore e la perizia l'altro nelle armi. Anche egli ciclico persiano, i casi di B"n"-Gad'ignotoautore, che racconta poema terribile di Piustem e vincitrice di mostri, di shaspe,una virago,figlia volle altro sposo fuor di di G"derz, quelgiovaneche seppe vincerla nella lotta, e costui fu Gh"v figlio Ma ecco che essa, la prima notte di matrimonio, lega signored'ispahan.
e non e
belve
di eroi,dice che
la fiera donzella
caccia il maleavventurato
finch"
sposo
sotto
una
ve
e ammansa
il manosci'illo del
tuttoi'a inedito;ma, intanto, il caso assai curioso troppo somiglia poema all'avventura di Brynhildeche, appunto la prima notte di mali'imonio,
abbiam
leg" e sospese alla parete lo sposo suo, perch" dinanzi lo stesso e genuino racconto.
23. Non
noi
armi
l'ambita donzella da stillare alle sempre tuttavia " tanto fiei-a i suoi molti amatori; che anzi,qualche volta,essa loro propone ben
altra prova, cio" ({uella di spiegaree di esporre certi indovinelli oscuri col patto,teri'ibile in verit", che avr" la morte presuntuoso (|uel tropi)o
LE
SOMIGLIANZE
LE
HELAZIOM
THA
LA
POESIA
FEHSL\.\A,
ECC.
4:29
garzone
romanzo
che si di Z"I
alla sottoporr"
e
di H"d"beh
come
narra
vincer". Ora, nel vecchio prova e non che Firdusi ha posto nella j)arteprima del Z"I appnnto, nel cospettodi re Min"cihr e della
a
quest'ardua prova per mostrarsi degno della della bella R"d"beh. Ma nel poema di Niz"mi, in quello che porta mano il titolo: Le sette Belt", trovasi la novella della fanciulla figlia d'un re Russia in terra di che, fatta celebre nel mondo per la sua gran bellezza,
proponeva mandava
a' suoi amatori
a
certi difficilissimiindovelli da
non
morte
se
quando
riuscivano.
e
Veggano
ora
li di
letterature nostre
l'acconto
che
ne
hanno
simo poemi trovasi pure questo medequanto a noi,non possiam ricordare che ildramma ; perch", " questo un assai tardo rifaCarlo Gozzi e lo Schiller. tratto cimento
in tanti romanzi
persiano;ma che esso sia appnnto persiano in origine, si dimostra non solo per la perfetta uguaglianzadel soggetto, ma ancora Perch" Turandot per iltitolo stesso che " prettamentepersiano. che " il titolo dato dal Gozzi e dallo Schiller al loro dramma, " parola cio" la figlia Uirdn-do""ld, o la donzella del Turan, col qual nome persiana, Persiani i detto che " la regione designanonon solo ilTuran propriamente asiatica al di l" dell'Osso, Russia la asiatica da una ma aucora parte e la Cina dall'altra. Ora, il Gozzi e lo Schiller dicono appunto che la bella Turandot era una di Cina;e ilGiacosa, certo come principessa componeva bel dramma recante suo non questo particolare degl'indovinelli, sapeva forse ch'egli faceva suo un vecchio luogo comune venuto noi a persiano
nel probabilmente di nostri Medio
Evo, perdutoforse in
mezzo
ai mille altri
conti rac-
da due dei quel tempo e 11 del deve il del aver Gozzi, resto, poeti. preso soggetto suo dranuna fantastico dall'opera laddove appunto si racpersianaI mille e un giorno, conta la strana del principeKhalaf (ilCalaf del Gozzi e dello avventura la principessa di Cina. con Scliiller) 24. Dice Gastone Paris, nella sua storia della letteratura francese del Medio F^vo, che i racconti anglo-norquando parladei romanzi bretoni, manni di alcuni cavalieri della Tavola son quasi sempre la biografia Rotonda, narrandovisi d'un giovane cavaliere sconosciuto che giunge improvviso alla corte di re Arturo in un momento grave, quando c'" da difficile compiere qualche impresa. Perch" egliassai gloriosamentela lasciando la compie corte, intanto che,al suo ritorno trionfale, per poco impalma una bella fanciulla che nei casi di quellaimpresaera coinvolta e che gliporta in dote un regno. Cotesto raccontano i romanzi del Cavalier del leone,di Fergus,d'ider, di Meriadeuc, di Durmart il Gallese,di Guindi Morangis,di Torec, e di altri.Ora, leggasinel poema di Firdusi glain, l'avventura di Gusht"spche sposa la bella Ket"y"na, e intanto vince e il riottoso e superbo Ily"s sottomette che domandava allere dei Khazari il tributo all'Imperatore di Costantinopoli. ramente del re figlio Gusht"sp, di Persia, sconosciuto alla corte dell'Imperatore, era come appunto anche
richiamato
430
CAPITOLO
NONO
a quella di re Arturo. Ancora; anglo-nornianni Mihr che del di Ass"r nosciuto leggesi giovane giunge scorotnanzo persiano fa prigioniero il superbo e alla corte di re Keyv"n e sconfigge
Qar"-kh"n signoredi Samai'canda che ad ogni costo voleva in isposa la con di Keyv"n, la bella e leggiadra N"h"d, e ora voleva conquistarla figlia del bella riottoso re e sposa la le armi. Ma il giovane fiacca la superbia di lui e che ora erasi accesa fanciulla che intanto gli porta perdutamente che nel in dote il regno paterno che " quellodel Kh"rezni. Ecco ancora ilgiovane Navr"z giungescodi Kirm"ni leggesi come nosciuto romanzo persiano
di Grecia,vessato allora in guerra da dell'Imperatore vince il di Siria. Navr"z, valoroso e bel cavaliere, Fer"kh-z"r principe cio" bella Rosa, figlia Gul, tore dell'Imperamalvagio Fer"kh-z"r e sposa la alla coi'tc di cui diventa anche al paterno, perch"egli era lasciando per ora di dire in Firdusi, il nuovo riunendo per tal modo l'erede, l'egno Khorassan. Tornando del di a re Fir"z, figlio
greci, qual modo, ecco che due principi nopoli, di CostantiAhren e M"r"u,giungono a sposare due figlie dell'Imperatore liberandolo dal danno e dalla noia che glirecavano un lupo tei'riMolti altri di monte nel bile nella selva di F"sq"n e un Seqila. dragone innanzi,come cercare crediamo; e ti'ovare e recare esempi si potrebbero " che anche ricordati un i mostrare bastino luogo ma questo gi" per i romanzi di tra e non persiani un somiglianza negabile punto comune,
d'Occidente. quelli cio" quello di M"r"n 25. Anzi l'ultimo esempio tolto da Firdusi, ad Ahren, ci fa passare agevolmente
e un e
di
altro punto di
Ahren somiglianza.
M"rin vorrebbero
avere
la gloriadi pur avere, nel cospetto dell'Imperatore, ucciso quello il dragone e questo il terribile lupo,togliendola per al sconosciuto
romanzo
tal modo
che Gushl"sp
e
per loro
aveva
fatto
noto
di Ardeshir
Guln"ra,a noi
il
un
volesse del re Ardev"n giovane figlio Intanto alla caccia. ecco colpo maestro
bretoni questo tratto laddove a Tiolet,uccicome, per esempio,in quellodi Tiolet, particolare, la gloria di quell'imd'un dragone,un emulo malvagiovuol togliere presa. soi-e trovarsi nei romanzi
Anzi,nella enumerazione
dotto autore, che s'incontrano che
sono,
indubbiamente
non bizantina, lui, pochi d'origine che intanto dall'Oriente, egli vengono
stesso, accennando
tradizioni alcune
che tra
quelletante
certamente
se
orientali. trovarsi in
un
mostreremo
di re la bellezza tuttii paladini al campo cristiano per sedurre con alla data fede verso Ecco; Cai'lo e far s" che essi manchino l'imperatore? con si racconta grandissimaponjpa, la che, celebrando Carlo imperatore,
",j2
cai-itolo
nono
scere
al giovane Ruggiero che prima per donna, sebbene volontariamente, la credeva un uomo. Ora, chi ha letto il poema di Firdusi (e il professore D'Ancona fece
conoscere
si primo questo punto di somiglianza), del giovane Sohr"b ricorder" anche del singoiarcombattimento la con trata inconbella Gurd-"ferid, una aveva ch'egli giovane e bellissima guerriera per
sotto la Rocca
il
l'impetuoso
garzone
La
raggiunse
furor
in suo fuggitiva,
ruggciulo.
legamiattorti
Elmo
le tolse.Quellechiome allora
s'innamora
di Gurd-"ferid
un
come
Tancredi
di
come Clorinda,
Ric-
ciclico persiano, cio" ilLibro altro poema manoscritto (essendo tuttora inedito) nella Laualtro
a
Monaco,
e
racconta
conte
s'innamorasse
ilprode
S"m, quando,
per fanciulla tali orien-
combattendo bellissima.
28. Lasciamo
e
procedutoda tntt'altra di due gioed " quellodelle avventure che da scambi o da prestiti, vani origine fra loro. La singoiar amanti che appartengono a famiglienemiche matici effetto grande di dramma, e per" i poetidramcircostanza poteva avere che anche assai frequentemente trattarono pot" questo soggetto fattiveri. La tra ha tre fornito da loro n e esser poesiapersiana, glialtri,
tutti i romanzi
le avventure
di Z"l
di R"d"beh
alle appartenenti
nemiche del Segest"n di Siy"vish e del Kabul,e i casi pietosi famiglie il maggiornemico di Afr"sy"b, del re K"vus sposato a Ferenghis figlia t"glio A queste due tenere storie d'amore pu" aggiungersila terza, degl'Irani.
e quelladi Meg'ni"n
di
di Leyla, figli
due
tribi^inemiche
trattata da
del deserto
amanti
Xiz"mi, da Gi"mi
da molti altri. fino a questo punto enumerate, 29. Da queste somiglianze strette, pili
passiamo
come
ora
ad altre
un
si racconta
di Teodorico
uscito giorno,inseguendocon ardore un bellissimo cervo trattovi dalla in una si sa ben donde, egli non deserta, sparisse campagna indietro i suoi inutilmente lo richiamavano mentre fiera, meravigliosa Anche di re Arturo che in alcuno scrittore del Medio Evo " pur cortigiani. in un luogoremoto detto ilcacciatore selvaggio, si racconta come sparisse
e
sicuro o per fuochi interni o per pannon era tani, da Sicilia. nell'isoladi Avalon in sia pure Settimello, o Anzi, Arrigo nel suo libro latino della Diversit" della Fortuna, dice che re Arturo spari dove il terreno solitario,
Ora, ricordiamoci del poenia il re Behr"m, di Niz"iiii, le Sette Belt",nel quale " detto appunto come
ardore
una
fiera.
LK
SOMIGLI
AA'ZE
LE
RELAZIONI
TKA
LA
POESIA
FERSIAMA,
ECC.
433
nella casa dei Sassanidi, intorno quinto di questo nome gran cacciatore, furon compostie che regn"dal 420 al ai quale tanti romanzi persiani Ao8 dell'Era nostra, sparisse un belva giorno alla caccia, una inseguendo in un terreno mal sicuro per e perdendosi e sprofondando meravigliosa in una il pantano o, secondo altri, tenebrosa. Inutilmente poi lo caverna i la madre che lungamente fece scavare e in cercarono dolente, cortigiani in racconto sono quelluogo.Intanto, questo persiano, appunto glistessi dei racconti occidentali " viva e se in Occidente la ancora particolari ; tradizione di re Arturo,in Oriente quella di Behr"m " meii viva, non e al fu fatto Malcolm, che lungamente stette in Persia di questo nostro secolo, vedere il luogoin cui ilnobile
re
Anche spar".
del
re
Khusrev
dice Fir-
nella parte epicadel suo poema, che spar" in luogo deserto una sera dusi, nel settentrione, intanto che i suoi principi fedeli che l'avevano seguitato fin l", invano lo cercarono.
dei
Libro dei
Re; ma
0
di Khusrev lo sparire in
un
fu
almeno
Re, enumera
dotta scrittura premessa all'edizione del Libro molti romanzi occidentali nei quali, per certi casi strani
a
combattere
l'un
con
onde conoscersi;
uccide il
se
t"glio, poi riconosce e piange inutilmente e disperatach'egli mente. Chi pi" di noi ha atteso aglistudi delle letterature nostre medievali, conoscer" i romanzi che recano racconto quel pietosoe potr" dire anche questo " luogo comune Noi i n essi. non possiam dirlo frequente
mento potuto esaminarli. Ricordiamo soltanto il combattifra Hildebrand e Hadubrand, fra padre e figlio, in un poema teochi
ne avesse
perch"non
abbiam
nella sua storia della letteratura francese, Paris, quello di Milon,con questo nuovo particolare. dei romanzi comune e persiani, Firdusi ne luogo ha il pi" bell'esempio nella pietosa storia di Sohr"b,stato ucciso inconsapevolment da Rustem suo padre in battaglia e poi riconosciuto ad un monile che Rustem, un giorno, dato alla madre di lui, Tehmina. Il aveva bellissimo episodio, trattato da Firdusi con mano ebbe imitazioni maestra, nella posteriore in letteratura persiana, onde un esempiogi"ne abbiamo quel poema ciclico d'ignoto autore, che " il Libro di Berz",secondo il di Sohr"b e viene a combattere con Rustem di qualeesso Berz" " figlio cui " nipote, n" l'uno riconosce l'altro, finch" la madre di Berz" accorre il ha e scopre la verit", esito diverso da quello di Firdusi. perch" racconto Anche nell'altropoema ciclico, ilLibro di fiih"n-gh"r, raccontasi del giovane di Rustem, Gih"n-ghir, col a che, venuto figlio battaglia ignoto " riconosciuto, ma padre,non ne resta ucciso, per morir poi ucciso da un Cos" Devo. la fantasia pi" mite dei poeti posteriori voleva correggere l'errore crudele del Fato, proprio del racconto antico e originale. pi" ricorda solo romanzo, Il quale, " pur intanto,
un 28
"
che Gastone
Pizzi,Storia
della
II.
434
CAPITOLO
NONO
la sua e questi racconti risguardano Rustem del che essi eroi formano e ciclo un quelladegli Segest"n, forse di il antico ad arte a nella tutti, incorporato epico parte, pi" poi Se frammento di il tela teotisco che reca il poi dell'epopea. poema gran
tntti
combattimento
Hadubrand,
trovasi
in
un
che, ove
nono,
comune
non non
ci"
dei
ciclicison altrove
sappiasiche
come questi,
mostrato
diremo
nella conclusione
di questo
i qualitutti perduti, alla loro volta sono del sesto e del settimo secolo,alcuni forse del quinto, al poema teotisco e ad ogni altro poema anteriori sempre e in ogni modo Se occidentale. in fine ci si che il 0 romanzo poi osserva, e giustamente, di Hildebrand e Hadubrand racconto appartienead un ciclo epico le cui fino al tempo di Teodorico, noi possiam sempre rispondere, vanno origini forse non che grandissima meno giustamente, partedei racconti pehlevici appartieneai cicli epiciche pi" si trovano ricordati nell'Avesta a cui della famigliaeroica di Rustem. Ma come erano pur note le avventure si all'Era tratto l'Avesta d'un ai anteriori cosi noi va con tempi volgare, crediamo di trovarci ornai a tal punto da non poter pi" dubitare da qual
discendono capitolo,
da vecchi romanzi
ora pehlevici
poi la fantasia dei romanzieri nostri e d'Oriente ha potuto i diversi modi lavorare a tutta sua di voglia," slato nel rappi-esentare che coi uomini hanno avuto commercio, per cos" dire, geni e coi demoni, gli coi maghi, con le fate e con e con gli stregoni, ogni essere dotato di 11 poema dell'Ariosto e quellodel Boiardo, qualchepotenza soprannaturale. volendo pur ricordar questisoli,sono come pieni, ogni altro racconto incantati che i diavoli comdi storie di castellie di palazzi piacenti romanzesco, hanno costretti dagli scongiuri di qualche mago fabbricato, anche Armida, nella Gerusalemme, sapeva fabbi'icarsene uno potente; e Ora ecco che anche questo " un luogo comune solo dell'epopea non eguale. anche di tanti e tanti altri racconti che son venuti dall'Oriente. ma persiana, Firdusi attesti che il re Gemsh"d, quello Intanto, ricordiam soltanto come
Dove che comandava alle Peri sontuosi e palazzi Anche soprannaturale. ai Devi, dai Devi appunto si faceva costruire al lavoro con un certo suo potere terme, costringendoli
e
31.
compiacere al re K"vus, i Devi, sempre sul monte secondo Alburzquel palazzomeraviglioso, ad oro e a pietre in cui la notte e il giornoerano preziose, sempre uguali, essendovi sappiamo, volle primavera eterna. Questo re K"vns, come di un su anche volar per il cielo, aiutato e sollecitato dai Devi maligni, in selva da cadde trono sostenuto e una pesto aquile,ma vergognoso con quell'altro presso la citt" di Amol nel Taberist"n. Questo i)articolai'e,
per fabbricavano Firdusi, del fabbricar l'accosta palazzi meravigliosi, al
re
Rladud
delle tradizioni
LK
SOMIGLIAN/K
LE
RELAZIONI
TRA
LA
POESL\
1"ERSL\NA,
ECC.
435
bretoni
terme
che, secondo Goffredo di Monraouth, non solo fabbric" palazzi, fu anche mago io negromanzia e ma e maestro pubblichee citt",
donde per arte d'incanto vol" per il cielo, un tempio nella citt" di Trinovanto. Ma
racconto
cadde
mitico, quellostesso di Wieland il fabbro e di Dedalo e d'Icaro. la dell'antica come e formale demonologia " parte integrante d ell'A che " dualismo luce tra un e religione vesta, tenebre,tra appunto geni buoni e demoni, Ira Ahura Mazd" e Aura Mainyu, cio" Ahrimane, cosi " stato riconosciuto esser pure di origineiranica o persiana molta tutti come parte della demonologia giudaica del Talnnid, ricchissimo, di antiche leggende e tradizioni, molte delle quali vi son venute sanno, Ebrei dalla Persia. Per il Talmud e per mano degli poteronoesse passare nelle ai'ti, dei demoni in Occidente. Con questo, la perizia, o Devi persiani dell'Avesta e del Libro dei Re intendesi agevolmente con ci" che "
Del resto,
stato
da altri, doversi scorgere nei Devi un'antica forse turanica,maestra nelle arti, che gl'Irani varono troindigena, popolazione
mostrato
e
dal Justi
ci riferiamo luogo e sottomisero. Ma, per questopunto particolare, abbiam nel capitolo detto intorno all'origine a quinto E anche i demoni dei romanzi nostri sono veramente dell'epopea persiana, artetlcimeravigliosi, il perch"e il come si trova ma non se ne vede e non nelle nostre dottrine e nelle nostre idee. Tra glialtri, del il nome intanto, diavolo Asmodeo che " ricordato nel libro di Tobia, e ha tanta parte nel del Le Sage, " persiano,e nella lingua dell'Avesta suona noto romanzo appunto A"shma da"va,cio" il Devo o demone dell'ira. 32. Nei palazzi in quello che Siy"vish, secondo Firdusi, poi, come elev" nel Turan, e come in quellodi Kh"vernaq che, secondo Niz"mi, il di Persia, si il giovane Behr"m principedi ll"ra eresse per accogliervi di donne vedevano molte storie di re e di principi e leggiadre dipinte sulle pareti; ci" che pur si legge in tanti e tanti romanzi e racconti nostri d'dccidente. E qualche volta,massime in parte nascosta sono se le pitture del palazzo o del castello, esse risguardanoe toccano la storia futura di che per caso vi quello 0 principeo cavaliere o avventuroso garzone penetrae ammira. Cos",secondo Niz"mi, le ligureche vide il giovane Behr"m in una misteriosa stanza del palazzo di Kh"vernaq, si riferivano sul ci" che amori agli tola s'intionde il poema suoi futuri per sette fanciulle bellissime, trovasi pure, appunto il Libro delle Sette Belt". Cotesto particolare
tante volte,nei romanzi nostri;e sempre o quasi sempre parlasi ripetuto terranea, di un o in una luogo misterioso,o nell'interno di un castello, grotta sotsi vedono, quale fittaselva,laddove tutte quelle cose 0 in una
appunto " la grotta di Merlino in cui discese Bradamante per vedervi la storia futura di casa vi capitasempre a caso. Cos", d'Este;e chi vi capita,
nel
esso
romanzo
di Behr"m
Behr"m
Ci"b"neh,inserito da Firdusi nel Libro dei Re, giorno,a caso e inconsciamente, in una selva fiera favolosa,laddove poi in un misterioso
43('"
CAPITOLO
NONO
trov" palazzo,
una
donna
(similealla donna
che Bradamante
trov" nella
la sua gloriavicina di re. Finita la grottadi Merlino)che glipredisse stordito e stupefatto fiera lo ricondusse quellastessa presso i predizione, suoi soldati che ansiosi
l'aspettavano.
e
deserto
nelle selve, i
maghi
le
e streghe vanno
i demoni
errando per
un
Orlando, secondo
tavola
ancora,
il Boiardo, errando
per bosco
incantato, trova
vivande
che fumavano
fonte, con certe apparecchiata presso una perch"egh ebbe gran vogliadi mangiare :
prese Con ricche coppe d'or in ognibanda, d'ottima vivanda. Eran coperte N" quanto intorno si pnole niiiare, Di sotto,al piano, e di sopra nel munte, Non vi " persona che possa guardare ricchezza ch'" inturno allal'unte: (Juella il conte.
una e
ilcamniin parlando,
(liti tramontana, per la costa verso al campo gi" discese, E vide, come l'na valle fiorita e tutta piana, Ove tavole bianche
Tutte
eran a
distese,
la fontana,
apparateintorno
Ma
strana quella
imbandigioneera
una
opera
aveva
di
Boiardo
chiama
fauna, quale
volto
biscia schifosa il resto del corpo, e che, uscita da certo suo nascondiglio, il conte uccise. Ora Firdusi, nella guerra per la conquistadel M"zender"n, terra abitata dai Devi, racconta di Rustem la stessa avventura :
degnodi Ini,che l" una fonte vivid'occhio Ei vide luccicar qual D'nn augello e v'era accanto selvaggio,
E. ben
Un nappo d'or colmo di vino; carni ivi eran D'arrostito capretto poste
E bianco pane
e
tratto
scoverse
dilettosi
quelloco
sale rilucente
intorno.
conveniente giovaneguerrier
Dentro
un
Ma
vecchia strega che Rustem di Dio, intanto che le apparvero confuse pronunciandoil nome per le di un e poi uccise con vesti molti segni cabalistici, colpo spada.Ora, non
quellamensa
era
stata imbandita
da
una
dall'altro? Ma, se la troppo jirecisa poeta abbia coi)iato attribuire alle circostanze in vuoisi piuttosto somiglianzanei particolari
parrebbeche
un
tulio stato
dei tanti
dev'essere
e
orientali
di cui forse, cercando,si potranno ritrovare altri esempi. N" pu" essere almeno del persiano, perch" invenzione dell'uno o dell'altrodei due poeti, tutti sanno
(e noi l'abbiam
gran
mostrato
nel
le fonti fedelt" egli seguisse quanta scrupolosa che avrebbe avuto del particolare
suo
giungendo tino
dire solo
dolore
se
per
perdutoun
racconto:
Lungo
Ma
nessun
il racconto,
Se
un
solo
ne
detto
ne
cadea. Perduto
Saria
veramente. quest'alma
LK
SOMIC.LIANZK
LK
RELAZIONI
TRA
LA
POESIA
PERSIANA,
ECC.
"37
molto dai traeva uomo dottissimo, E, d'altra parte, anche l'italiano, romanzi. Dice poi il Rajiia esser luogo comune dell'epopea germanica e il talvolta cavaliere un della francese quest'altro particolare, quale per in luogo deserto e selvaggio " destato d'un subito dal suo addormentato Cotesto accadeva fedel destriero quando si avvicini qualchegrande pericolo. a Rinaldo, destato da Baiardo quando Ricciardetto era strascinato alle forche; cotesto accadeva ad Uggeri,destato da Broiefort quand'egli di Vegliantino, dato stava per cader nelle mani di Carlo;e forse il nome fatto dimenticato. al cavallo di Orlando, accenna ora a qualche simile, VVolfdietrich che fu destato del germanica prode Leggesipure nell'epopea dal suo cavallo, quand'egli gi" stava per essere divorato da un drago; e Rustem anche in Firdusi come pi" volte fosse destato dal suo leggesi orribile drago,nei campi deserti del fedele Rakhsh, quando appunto un
M"zender"n, si avvicinava
per divorarlo:
tuono
la t'errata
34. Anche
memoria,
orientali
e
in
storditi e prividi certi ratti di cavalieri per rinchiuderli, nei romanzi certi castelli inaccessibili, trovansi comuni
ricorderem di brevit", ne qui un neglioccidentali. Per amor ciclico persianoil Libro solo esempio orientale che " quellodel poema P"lsera chiudeva il giovaneguerriero di Berz", nel quale si legge come in
un
eroi gli
con
aveva
sedotti
co' suoi
inebbriati dall'Ariosto
bevanda
magica.
Per
parte
nostra, sappiamo
nel bere le
con sua suo
come
il mago
Atlante rinchiudeva
molti eroi
dava da altissimo castello, e dal Boiardo, che la maga Dragontina certa sua bevanda magica ai cavalieri e lirinchiudeva storditi entro d'un castello. E ha nulla da fare forse questo particolare non di Circe e della laddove Omero dice dell'Odissea,
e
mura
la
rinchiudeva
un
stalle i
Angehca aveva
in
bocca, simili ed e per ora non vogliam egualianelli s'iucontran pure nei romanzi orientali, ricordare che quello del romanzo del persianoFatt"hi. Con allegorico in Nazar invisibile nella citt" di Did"r per esso bocca, pot" entrar d'una belt" famosa. L'avere gelosamentecustodito, penetrare nel giardino, e bevande e maghi e demoni e spiriti poi a' proprii malignie filtri servigi ed " pur " cosa comune a tutte queste leggende e tradizioni; portentose,
invisibile chi lo teneva
cosa
detto
come con
siasi dato
al diavolo
patto solenne
sa con e
chi veramente
in
serve
ogni
suo
Dah"k,
come
racconta
Firdusi,
438
CAPITOLO
.\ON(i
con
Ahrimanc,
tenne
Ahiiniane
cosa carni,
a
mente lungainaudita al
s", mentre
insegnavaa g"'
il trono.
cibarsi di
fino
quei
dar morte
vecchio
padresuo
bens" un gran savio di diabolico, gi"uno spirito nascita popolare, a qualche s'accompagna gran personaggioe vi sta come acuto ma a semplicee ingenuo, rappresentare il buon senso del popolo, a ll'alto di chi decantato siede in e tedra cato e profondo, dirimpetto sapere
piacevolissimo, se ne l'ingegnoacuto del Cervantes molto acconciamente giov" per alle Don Chisciotte alte nobili idee di il buon e senso contrapporre troppo contadinesco di Sancho Pausa. Ora i dotti, Gastone Paris, e tra essi anche
0
in trono. 11 contrasto
che
nasce
da
hanno
riconosciuto il gran
re
essere
di
e
orientale origine
a
il libro
che popolare
duce intro-
Salomone
Marcolfo
restate molte
resta
Evo. Anche
venuto
in corte
con cortigiani,
al potente re, non anche tutti pure confonde il re, ma le sue risposte argute. Questo carattere dell'uom popolare, antico in
e chi ha letto quella Oriente, che tocca il regno di Ghosroe il grande, parte del Libro dei Re, di Firdusi, si ricorder" anche che Buzurc'mihr, nato di bassa stirpe ancor giovinetto, in un povero e lontano villaggio, in corte per interpretare certo venuto il re stesso e i savi tutti della coi'te sogno misterioso al re, fece stupii'e il lettore al le sue risposte Per questo punto, rimandiamo con assennate. che precede intorno alla poesiamorale o gnomica.Soltanto, nelle capitolo di Buzurc'mihr, trovasi quel frizzo maligno e talvolta plebeo non risposte e triviale che rende amare di Marcolfo e di Bertoldo, e pungentile risposte forse non perch" cotesto, per l'indole orientale e per un i)oema epico, sarebbe stato possibile. Ma le condizioni della disputadel re e del savio del popolo sono le medesime; ond'" che, per ora, ci appaghiamo pur sempre di avere alla sostanza notato quest'altra e alla somiglianza, quanto la forma del dialogoe il invenzione,riserbandoci di mostrar poi come
modo
perfettamente eguali.
e
36.
Sappiamo
da
Firdusi
giuoco
scacchi fu portato dall'India in Persia nel sesto secolo, al tempo di degli Ghosroe,donde poi pass" in Occidente. Firdusi,anzi, racconta che, rapdi due re che coi loro esercitisi picseiitando quel giuoco la battaglia per divertii'c e consolar la madre di (lue fratelli mortale a che, contendendo per il regno paterno,vennero curioso Allora,uno di essi fu ucciso dall'altro. Onesto racconto baliaglia.
coiilraslano
il regno,
esso
fu inventato
sembra
in Occidente (cosanon pagnare difl"cile, nn'grato perch"pot"accomil giuoco slesso),trovandosi che nella cronaca di Goffredo di MoiiiiKHilh si i'icorda la regina Guendolena, la quale ebbe due nipoti,
esser
440
(..M'ITOLO
NONO
di due
straordinario
vero
poi qualche giovane di valore di tal bellezza che presto diventa famoso. " questo l'eroe
del
quale altres" si descrive l'educazione e si narrano le prime prove che gi" superano quelle degli uomini provetti, passando storia fra le armi amori. Tutto alla sua e d'ogniimpresa gli susseguente poi di Z"l e di cotesto si legge appunto, nei poemi e nei romanzi persiani, che furono Pi"d"beh dai qualipoi nacque Rustem; di Rustem e di Tehmina Sohr"b infelice tale " il i genitori del prode e disegno del appunto ; e di Niz"mi; del romanzo ciclicoche tocca l'avventura Le sette Reit", romanzo dai quali poi nacque fanciulla della terra di Shing"n, di Sohr"b con una di Ass"r nel quale Ass"r racconta la Berzi";dell'altro romanzo persiano dei reali di Persia,dalle nozze dei quali il storia di Mihr, bellissimo figlio " il disegno del nostro poema incomincia. E tale ancora greco, poema Siria emiro di la bella di il le di Musur secondo con nozze figlia quale frutto delle Ducas furono acerbamente contrastate a principio, Andronico il giovane eroe del romanzo. fu appunto Digenis, quali
del romanzo,
39. L'educazione
di
Digenisfu
trattar
lancia
spada,a
cacciar leoni,a lottare in campo chiuso,a leggeree a scrivere, d i eroi persiani, Rustem, di Sohr"b, di Siy"vish appunto come si leggedegli in Firdusi,di Rehr"m in Niz"mi, di Mihr in Ass"r, di Sel"m"n
casa
in Gi"mi.
Ma
leggiadrada lui non volontaria intanto che la nutrice entra mezzana sentirne parlarsoltanto, " dei giovinetti amori. Come ci" luogocomune d'ogniromanzo e compiacente nel tale si anche trova perch"Digenis s'innamora persiano, poema.greco, d'un Ducas essa della bella Eudocia, figlia pure, ed Eudocia resta presa di
fanciulla lui udendone
ma
amanti gli
e
si sono
anche
al riportai dolci messaggi.N" manca secondo cui Digenisfa la sua prima prova di greco l'altro luogo comune, fanno nelle terribile fiera.Cotesto selve una valore uccidendo appunto, la uccisori di le armi, Sohr"b, Rehr"m e Mihi-, con prima volta che escono Rustem secondo i romanzi persiani pi" gagliardo qualchegran fiera, ; ma furioso elefante bianco,ed egliallora era un uccideva, secondo Firdusi, fanciullo e quello il suo primo atto di valore. Ora, questo partiera colare ancor che " molto antico, perch"anche nella Ciropedia, deve pur essere Giro giovinetto, finita l'educazione sua presso romanzo d'origine persiana, di Astiage, fuori a caccia per la prima volta abbatte con menato grave suo fei"oce.Che se alcuno osservasse e un una cinghiale pericolo gran cerva tolto da Senofonte questa parte, che il poeta greco di Digenis aver potrebbe la nutrice, intanto,
porta
si dovrebbe
donde mai, se non pur domandare che tolto le altre paitipropriamente jiersiane,
da
ora
fonti
ricorderemo.
fonte anche
esso
queste, non
l'altra quel-
parte?Intanto,se
Firdusi racconta
che Siy"vish
alla caccia
belva,e
se
cotesto
appunto
LK
SOMKiLlANZK
LK
HKLAZIOM
TUA
LA
l'dKSIA
PKliSIANA.
V.C.C.
441
che anche il prode ecco saper fare tutti i giovani eroi persiani, del padre suo, divideva d'un sol alla caccia, con grande meraviglia Digenis, dovevano che correva furiosa per i boschi. cerva una selvaggia eguali colpoin due parli dilettoso giardino, in un Un giornopoi di primavera egli era presso una
fonte,con
la
sua
intento Pjidocia,
sollazzarsi bevendo
vino
suonando
la
quando
suonare
usc" fuori
un
Rusteni, Behr"m, Mihr, suonano e cantano), persiani, formidabile leone che fece fuggire ciulla. spaventata la fancolpo di clava
cantando. Ora
e
Ma
torna
ecco
che
del suo romanzo Khusrev e Sh"r"na, il a principio racconta come Niz"nii, come giovaneKhusrev, appunto in un bel giornodi primaveradi cui egli, il secondo fa bella il greco, consueto uscisse alla una costume, descrizione, fonte egli s'incontra con caccia. In luogo delizioso e presso una la bella tra canti e suoni di liuto, Shir"na,conla quale, appresta un banchetto gioioso. dalla landa deserta e Shirina fugge spavenimprovviso tata, abbatte d'una freccia la furiosa belva. Ilbellissimo intanto che ilgiovane breve e secco nel greco, ampiamente descritto nel persiano, " episodio, lo stesso,come assolutamente dopo ognun pu" vedere. Quando poi alfine, " giuntoad un'alta dignit" ha molte avventure, Digenis accumulato molte e " da malattia ecco una ricchezze, ignota. ch'eglipreso Egliscaccia i medici che non e muore, sanno seguitopoco stante dalla sua Eudocia guarirlo, " pur sempre che non a tanto dolore. Il qual particolare pu" sopravvivere dei romanzi persiani, trovandosi nel poema altro luogocomune di Ass"r un felice mille d'una malattia che Mihr, giunto a stato sventure, muore dopo Ma
un
leone
esce
che i medici
non
conoscono,
sua
muoiono l'un dietro l'altro che, fatti sposidopo mille prove e patimenti, ad esser felici; anche di malattia improvvisaquando appunto eran giunti Kirm"ni dice del giovane Navr"z, quand'ebbe sposata la bella Gul, ritornato
nel regno paterno,che mori per una dopo mille travagli congiura da' suoi anche l'altro RAmin romanzo nemici; e e Visa, orditagli persiano, due che per l'intenso amore sofferto mille travagli, dice che questi avevano fattifinalmente sposie venuti al regno, morirono quando appunto pareva
dovessero
esser
beati
contenti.
non
casuali, pongono
siani per-
greco
di
Digeniscon
tutti i romanzi
ricordati; mostrano,
dei alcuni persiani
anzi,che
sono
quelloha in
questiglioriginali
suoi. Che
i racconti contemporanei al greco, come ci" non citatidi Firdusi,e altri gli esclude punto e sono posteriori, la loro priorit". Perch" " pur cosa in nessuna maniera nota a tutti che i
romanzi
vecchi racconti persiani, quasi sempre, rifanno e ricomjjongoiio Sassanidi i qualipoi appartengono tutti al tempo dei quando pehlevici, cominciando appunto la Persia,
e
i suoi romanzi
riordinava la
sua
tradizione
lungamente licono-
44Z
CAI'ITOI.O
NONO
" stala pur sempre dai tempo della Giiopedia, scinto che la Persia,forse liii Anche si noti che gran parie della la patria d'ogniracconto da romanzo. azione del nostro
e
trionale greco si svolge in Oriente,nella Siria settenche " nemici contro cui combattono sull'Eufrate, Digenise i suoi,
romanzo
sono
malandrini, che lo stesso padre di come rappresentati emiro di Siria, sebbene Mans"r Musui- (cio" era un o Al-Mans"r), Digenis, d'antica famiglia e che tutto il costume e tutta la vita clie esso cristiana, Anche orientali e non romanzo s'aggiunga(e apra descrive,sono greci. soltanto qualcuno per un poco qualche romanzo persiano per persuadersi di ci") che l'artedel poeta greco molto si risente de' suoi modelli, nel Perch" il greco, appunto come nell'andamento, nella spartizione. disegno, Libro dei Re, divide in tanti capistesso lo toletti, persianoe come ogniromanzo ilracconto, indicandovi sopra in prosa ci" che anche brevissimi,
i Mussulmani sotto si dir"
e e
manifesta di arabo
di
e persiano,
cercasse,
pi" ne
troverebbe,massime
nella
che il poeta greco chiama Rhuch" " collocata, che appunto in arabo del racconto siriaco ;
e
due soltanto. Trovasi pertanto la citt" di Edessa, laddove tanta parte dicesi Ruh"
e
Urhoy in
con Digenis,nel giorno delle sue nozze altri doni di natura orientale, Eudocia, riceveva dallo suocero suo, tra gli anche la celebre spada di Chosroe il grande,re di Persia,di quel re tanto celebrato nei romanzi e arabi. persiani certo racconto 41. Anche altre somiglianze come potremmo ricordare,
trovasi
ancora
che
romanzesco
d'una
fanciulla
da
nelle selve e abbandonata, trovata piangente come esempi in tanti romanzi orientali e nostri;
il romanzo
tali, tanti altri e persiani e occidencome greco abbia pur l'esempio, della donna fiera e lottatricenella animosa Massimo, una viragodi tal che si d"
a
nome
Che Digenisquando costui l'ha vinta in battaglia. credono che sia Digenis
se
se,
ragioneforse,i traduttori del poema storico,disceso dalla famiglia polente dei Ducas, e
personaggio
avanti
tanto
vanno
da trovarlo pur ricordato da Firdusi nella parte storica del Libro dei Re del dei quattro nomi cio" Porfirio che " uno di Fnrf"ry"s, sotto il nome che ci" pu" esser tutto vero, intanto che l'ignoto poeta sappiasi (qui non c'" dubbio)alla storia di lu" tanti racconti d'origine greco applic" attaccar storici si sogliono avviene che sovente a personaggi come persiana, ben lontana. Perch" appunto eglivoleva fogracconti fantastici di origine giare
nostro eroe,
un
eroe, lo
al foggi"
modo
assai
trov" gi" fatto prima tutto cotesto, tanto pi" che Digenis 0 forse egli noti; eroe era popolare,gi" celebrato in alti'il'accontie in canzoni popolari dell'Asia Minore, essendo anche molto pi" antico del tempo in cui il poeta
nostro
scriveva. Ecco
42.
adunque
una
vecchia
chiara
testimonianza insperata
che
Occidente, perch"crediamo
a Costanpassato
si possa
il poema
sia di Digenis
I.K
SUMIC.LIANZK
I.K
f'.KI.A/lOM
TUA
LA
l'OESIA
l'KKSIANA.
KCC.
" 13
e di tinopoli
pi" in
non
sembra, in
se
tante
spondenze corri-
impossibile.
di ci" v'" pur qualche adunque la curiosit" ha gi" allettato qualcuno,ed ecco incerta. Intanto,
nei romanzi
nostri
i due traduttori del poema, confrontandone primi ci si sono provati alcuni passi di Guglielmo certe vecchie canzoni francesi che toccano con " anche dal corto naso. Ma altri da noi andato pi" innanzi,perch"il Barrili, in
un suo
libro di molta
in
di Orlando. Mentre alcun suo confronto non regge, il tipo originale Digenis come grande di Orlando e di Digenis, quellodella piet" perch" non gi" il padre suo era un neoflto ardente che catechizzava tutti, ma egli Digenis, forse non ha torto in qualche altro confronto pi" sicuro. Noi intanto,che abbiam
cercato
di trovarla
del parentela
romanzo
tentati di fare un confronto tra saremmo epica, in luogodeserto di Orlando, il primo eroe della Francia,tradito che gliera patrigno, con quelladi Rustem, il primo eroe della
una
Persia,che in
E
muore
tradito da
tello. fra-
potremmo
tramato
si presentava a Rustem con re per fintamente perdono,appunto come il re Marsilio che aveva suo con Gano, diceva di volersi presentare tutto umiliato Orlando sommissione. f"ngendo
Shegh"d, il
del Kabul
domandargli
tramato
a
il ad
Carlo
Anzi, se fossimo vaghid'andar anche pi" diremmo molto fra loro la preghiera di Rustem e quella oltre, somigliarsi di Orlando che,prima di morire, domandan Dio dei loro pecperdono a cati. E vorremmo anche dire che, se " luogo comune dei romanzi persiani ilnarrar le nozze dell'eroe del romanzo, contrastate e le sventure dei genitori tutto ci" trovasi anche nei poi le sue imprese straordinarie da fanciullo, romanzi della nascita e della fanciullezza di Orlando. Perch" si leggono e nei Reali di Francia e altrove le peripezie dei genitori di lui, Milone e Berta,
scacciati da Carlo dove
Magno, eri-antifino
Sutri
l" ricoverati in
poi
nasce
il prodigioso fanciullo. E i
di Rustem genitori
in tenera et", furon narrate patire?Anche di Orlando, ancora bambini l'anno e come imprese meravigliose, appunto dei loro eroi ancor il nostro poeta greco e tutti i poetij)ersiani. Ma noi, nel lasciare alle legare ricerche altrui questo punto scabroso, ci appaghiamo di aver potuto colda il poema greco che essi romanzi quellesomiglianzeappunto, d'Occidente. fortemente abbastanza coi romanzi
ebbero
persiani per
coi nostri
hanno |)ersiani
molti e molli altri, di somiglianza questiinnegabili j)unti anche d'importanza minoi'e,si potrebberoaggiungere ; ma, se ci" si facesse, studiosi noi ci dovremmo basta l'aver mostrato e a agli dilungare, troppo nel quale potranno pur questo campo, troppo trascurato ai nostri giorni, frutti copiosi. Del resto, chi sa quante altre somiglianze, e forse cogliere tutti
43. A
444
avremmo pi" vicine,
CAl'ITOLO
NONO
potuto
e
mostrare
se
avessimo
avuto
conoscenza
del
poemi
nostri d'Occidente.
Ma
cotesto
cliine
sa
che anche
tra
i pi" noti. K chi sa e potuto ricordare che i principali forse In qualche ignoto villaggio altri ve ne sono di quanti ancora, sepolti Oriente o in qualche angolo polvei'oso delle nostre biblioteche! Or bene, ci" che non si pu" fare ora, faranno poi i giovani,quando finalmente si
abjjiam
saranno
e
si va
ora
cercando
o
studiando
sono o
Manzoni
sternutato
il Leopardi o ilFoscolo
il
tossito!
ancora
zione osserva-
che
non
ci sembra
La inopportuna.
distinte; una, ed " la pi"antica, d'amore incastrato qua e l"; l'altra, " epica con assai qualcheromanzo pi" recente e formata nel Medio Evo al tempo dei Sassanidi. " romanzesca. la prima alle vecchie tradizioni epiche della gente iranica ed apparRisponde tiene in origine trovandosi alcuni suoi concetti formali a tempi remotissimi, anche nell'Avesta, anche nei Vedi e nei poemi epici Omero in indiani, s candinava tedesca. Ma la seconda e nei vecchi miti italici, e nell'epopea rispondeai romanzi nostri occidentali del Medio Evo, e chi avr" lettequeste si sar" anche avveduto che soltanto in questa seconda parte nostre pagine, del gran poema, come altriromanzi persiani, abbiam cercato e trovato negli Cotesto coi nostri. " prova evidente tutte le somiglianze quasi punto, come il Libro dei Re, cosi, dell'et"diversa delle partiche compongono a nostro vedere, " anche indizio assai chiaro che appunto nel Medio Evo, quando il dovettero accadere quegliscambi e lavoro romanzesco era vivo e ferveva, si accennava. ai qualifin da principio quei prestiti
Re,
sono
comprese
due
essenzialmente parti
3.
Le
somiglianze
a
nelle
dottrine
mistiche
panteistiche.
somiglianzee confronti nei racconti piacevoli di avventure; vediamo ora se ne possiam trovare in nel quale,non che in quellodella fantasia, altro campo, molto e meno molto ha lavorato la mente dei nostri e degliOrientali per tutto il Medio Evo, cio" nel campo della speculazione. Quando, anche per poco soltanto,
cercato
45. Fino
si aprano bronio
volte,accanto
e
ai filosofi
e
il R"zi
Avice-
del quale qualche altro filosofoo scrittore orientale, mostrano darne non imperfetta. Yeggasi, pur d'avere alcuna conoscenza per ricordi Vincenzo un che faceva tesoro llellovacense, esempio solo,l'opera della sapienzaorientale come di cosa preziosa Ma le dottrine e di valor grande. di quei filosofi orientali discendono tutte, o almeno in grandissima dalle aristoteliche e dalle platoniche, si veramente non parte, geiuiine, quali
e
Avicenna
LE
SOMIGLIANZE
LE
HELAZIOM
THA
LA
l'OESL\
PERSLVN'A,
ECC.
445
erano
d'Alessandria
donde d'Egitto,
erano
penetrate
ma forse, pi", penetrarono per vie diverse, per la via dei studiosissimi di cose grechee traduttori assai per tempo, fin dai primi Siri,
in Oriente. Vi
di opere filosofiche. Ai qualipoi tennero volgare, dietro, i Persiani del tempo dei Sassanidi, di quasi come quand'essi, discepoli, fronte alle gi" fiorenti scuole siriache di Nisibi e di Edessa, ne apersero furono celebri, altre che non meno di Gundi-sh"p"r, come e quando, quella i cominciarono le a a quel tempo, giovanipersiani frequentare sempre secoli dell'Era scuole di Siria per studiarvi medicina, filosof"ae giurisprudenza, intanto che alcuno dei loro dotti adoper" anche la lingua siriaca nelle opere sue. vissuto prima del quinto Cotesto fece appunto Afraate filosofo persiano,
secolo,e
al
cotesto
altro del
570,
autore
caso
d'un libro di
re
nel
lingua araba divent" d'un tratto,per durar tale per pi" secoli, la linguadotta da Bukhara a dalla Granata,da Merv al Cairo;e allora tutta la vecchia sapienzapersiana rivers" scritti difficile c io" la in cui era scritta, si negli lingua pehievica, dei Mussulmani dal nono essi Persiani o Siri, al tredicesimo secolo (fossero Arabi o Egiziani che scrivevano in arabo Andalusi o Siciliani) o Marocchini, Per intender bene questo punto, per tutto il vasto impero mussulmano.
46. Penetrato
ricordisi il lettore di ci" che abbiam Occidentali Ma gli capitolo. da
erano
detto nel
Mussulmani questi guaste come per esempio,Avicebronio), dal panteismo e dal neoplatonismo, le dottrine aristoteliche e platoniche, tante e esser mani, guaste appunto inquinate passateper per per ricevettero da
accanto
a
presente (e anche
essersi trovate
avvenne
quasi sempre
eretici.Intanto
condannati
Avicenna,a Bukhara e in corte dei S"m"nidi, verso la fine del secolo decimo, e Averro" a Cordova, nel dodicesimo, vano componei loro commenti alle opere di Aristotele, essi che ne conoscevano Alessandro di Afrodisia, Ammonio, Porfirio, gl'interpreti migliori,
anche
Temistio. gran
Quello di Averro"
commento.
grande presso
scarsa e
il fu pur ricordato da Dante che lo chiam" Ed era naturale. Perch" l'autorit" di Aristotele era pur che delle essi non avevano ma gliOccidentali, opere sue
confusa conoscenza; orientali, e quando uscirono quei commenti quei commenti furono accolti con entusiasmo e avidit". Gli Orientali erano Occidentali in queste discipline, meraviglia e per" nessuna superiori agli essi ne fm'on presto e per lungo tempo i maestri. Allora fu creduta se mistico, genuina dottrina aristotelicaquellache non era che un panteismo citazioni dalle e certe opere che n'erano s oltanto infiltrate, per giudicarne e dai ricordi frequenti, d" come quella Avicebronio,il Fonte di Vita,devono
avere
esercitato
un
44t)
CAI'ITOLO
NONO
mente vera-
si chiamava, filosofo e poeta ebreo, nato a Malaga e a scrittori conosciuti del liorito intorno al I0i5, fu uno degli pi" Medio dal
gozza, Sara-
di certe
come riserve,
nota
il Munk
citato
Tocco, il panteismo mistico spunta qua e l" e trapelada molte parti. 47. Adunque, il panteismooccidentale e l'orientalehanno le medesime sulmani. anzi quelloin gran parte " derivato da questo,intermediari i Musorigini, Che tutto ci" venisse dagliArabi e dal loro Corano, si nega qui
risolutamente, perch"ilCorano
" Pensa per massima: all'essenza di Dio ", che " detto di profondosignidi Dio e non alla grazia usci dai luoghi dov'era nato, e s'incontr" l"cato.Ma quando il Maomettanesimo
Maometto
avevano
con
di
del Kho-
rassan,
n" la
n"
del canonista
come Al-Sh"iii,
impedire al fedele di filosofare. Allora questifilosofid'Oriente furon gridatieretici dagli ortodossi del eretici i nostri dagliortodossi della Chiesa,si furon gridati Corano, come
dice il VVhinl"eld, poterono che alle scomuniche d'Occidente fanno
eco
le scomuniche
e alle d'Oriente,
forche
su
cui
per"Hall"g'nel Khorassan,
Praga
e
Huss da
di Arnaldo alle
di conciliar col tentava pi" ardite speculazioni, d'Oriente e proclamava emanar teismo cristiano le dottrine panteistiche di l'autorit" dalla ragione, la ragione dall'autorit". Gerberto, monaco non Aurillac del decimo secolo,leggeva nella scuola di Beims i poeti antichi,
Erigena,innalzandosi
ma
filosofiasu
ed eretico, e forse lo salv" dal rogo Silvestro secondo, alla cattedra di San
libriarabi,e fu creduto mago di l'essere stato assunto, col nome Pietro. lardo, Berengariodi Tours, Abe-
Arnaldo, Guglielmo di Conches che negava doversi intendere la dere Scrittura alla lettera, come negavasi dai filosofid'Oriente doversi intenmondo di Bena, Davide di Dinant e Raialla lettera il Corano, poi Amorico
sofiche. filoLullo,tutti mettevansi arditi per questa via delle speculazioni fu detto il padre di tutte le eresie, Avvenne allora che Aristotele, dall'Universit" proscritto vietava ne Parigiintanto che Gregorio nono bench" trasfigurato, lo studio delle opere. Ma il vecchio filosofo, penetrava da per tutto, si che delle dottrine sue alterate, qualii Mussulmani avevan stessi teologi anche negli trovansi tracce patenti fatto conoscere, ortodossi, di che pure erano Alberto Magno intenti
e a
confutarle, in Lanfranco
(LAquino.
in Sant'Anselmo,
in
in San
Tommaso
non e
48. Certamente
tiam da tanfo. Ma
noi
possiamo far qui lunga e minuta esposizione dei nostri del Medio Evo, n" ci senpanteistiche
la scorta
cosa
con
alcuna
frontandole con-
toccato
assunto.
abbastanza
questo
il
il nostro
un
Hicordisi inlanlo
"448
"
CAIMTdLO
NONO
dalla luce procede sempre in quanto che, come qualche cosa di lucido, e di caldo,cosi tutte le cose tragdal calore procedesempre qualche cosa gono dalla divinit" l'essere loro. La
qualeimmagine
dai mistici
e
orientali panteisti adoperalaanche,tanto fu reputata acconcia, per illustrarla stessa dottrina, ortodossi. Perci" si trova che Dante fa parlarSan Tommaso daglistessi filosofi nei termini seguenti:
Ci" che
Non
non muore non e
Per
sua
hontate ilsuo
raaoiare aduna,
"
se
in nuove ijuasispecchialo,
sussistenze,
una.
Che Che
Sire.
Eternamente
rimanendosi
Dal
lucente,che
imn
si disnna
("i" d'atto in atto, tanto divenemlo, Che pi" non fa che brevi continiieiize; intendo
generateche produce
e senza seme
(^on seme
il cielmovendo.
Occidentali, questi gli esempi che noi abbiain scelti di Felice Tocco, l'Eresia nel Medio Evo, perch", se noi proseguissimo di perderci in un labirinto da cui nessun questa via,temeremmo
addestrato meglio d" noi nelle potrebbe trarci fuori. Altri, f"losoficlie e teologiche, discipline potr"proseguirquesta ricerca che pur dovrebbe dar fruttibuoni e copiosi, intanto che noi ci apj^aghiamo di aver molli punti di somiglianza tra mistici e panteisti notato orientali e occidentali, miamo non a negarsiintanto che, per possibili questo punto, ci richiadi che tratta della poesiainistica e scettica. Come al capitolo sopra certi fattidiscendere alla vita pratica, concetti astrattifuron che ecco poi in certi modi e regole dei mistici orientali e occidentali v'hanno e discipline grandie forse non fortuite. Perch",nella dottrina mistica pure somiglianze dell'amore alla
e
non
domanda
fede,mirabilmente
e
San Bonaventura
tutti queglialtri fervidi credenti per i qualiil ragionamento conferiva nulla al e vincimento connon speculativo, apodittico apologetico, La religioso. fede
e
l'amore
dovevano
cercar
come
bastare
tutto. Anzi
l'ardente
li traeva
di
dicevano
Giovanni
da
e tutti Evangelo eterno e l'autore della Imitazion di Cristo, secondo l'andare Dio Anzi si a fa, persiani. per congiungersi i mistici orientali, i alcuni tre secondo e pi" s ono dottori, per gradi, ((uali nel suo secondo altri, dal persianoAtt"r, poiallegoricamente rappresentati poema, in tante valli,p] per gradisi fa anche secondo i mistici occidentali, i Valentiniani, sostenevano sostenevano e 0 per tre, come o per sei, come i Vittorini e San Bonaventura della mente nella prima parte del suo Viaggio in Dio. Ora " naturale che i gra(li, un qualunque fossero,s"gniticavano della mente nella conoscenza di Dio,e l'ultimo avanzar umana progressivo
quantii mistici
LE
SOMIGLIANZE
LE
DELAZIONI
TRA
LA
POESL\
l'EKSlANA,
e
un
ECC.
449
a uno
un
salire a Dio
elevarsi
divino,
anche
un
annientarsi in
Dio,secondo
i mistici occidentali
(e San Bonaventura
abbracciare a principio l'unit" divina, era un l'attesta) in fine, la Trinit". Intanto, la vita terrena doveva interamente disprezpoi, zarsi e calpestare, anzi,affrettarsene lo scioglimento, doversi, dosi raccogliennelle pi"austere solitudini dello spirito. Perci" la piena e imminente distruzione della vita del mondo
e era
la meta
e
suprema
era
di Gioachino
di
Fiore, pure l'intento pi" alto dei mistici orientali,Veggasiche ognipagina, ogni linea dei loro libri
di questa guisa. Ma, a raggiungere quel fine, giovavaintanto la volontaria e assoluta povert", tanto raccomandata e inneggiata e praticata
il distruggere s"
la vita stessi,
il mondo,
parla appunto
con
austera
San Bonaventura
nozze
e voluta e inculcata da fermezza, da Att"r e da Saadi, da Dante nelle mistiche e da San Francesco,glorificata
di Francesco questo mirabile santo, e osservata dai discepoli da una parte,e dall'altradagli innumerevoli eretici. Catari, Paterini, Poverelli di Dio,Valdesi, che al ricco vivere dei prelati volevano contrapporre la
di lei con
povert" evangelica.
dell'uomo
terzo
amoroso
Dio, come risguardato fin dal tempo di Plotino, cio" dal neoplatonici solevasi pur risguardare dai mistici tutticome secolo,
umana con
dai
connubio
dell'amante
con
l'amica
sua.
Perci" al
linguaggio
amorosamente
poesialiricae
il
che " spesso sensuale persiani, della quello mistica), dei mistici
amoroso linguaggio
nostri, pi" temperato in San Bernardo e in San Bonaventura, pi" ardente in San Francesco, spesso risolutamente libero in tanti altri.
51. Poi,messasi
ecco allegorie, come un
la mente
che ilcammino
dell'anima
San Bonaventura scriveva il suo Viaggio viaggio ; perci" della mente in Dio. Ora, qualunque sia la dottrina professata quanto a teistica o panteistica, cristiana o mussulmana, Dio, ortodossa o eretica, s'" potuto agevolmente immaginare e descrivere per allegoria un viaggio infestato da mille ostacoli e e fatto per misterioso, pericoli, intrapreso vedere misteriosa certa di o a e lontana, ma cosa conquistar giungere che sta a rappresentare valore grandissimo, come e il possesso l'acquisto di uno stato felice, fuori di tutte le contingenze terrene e umane. Questa meta con pu" essere per alcuni il finale congiungimento Dio, suprema di il si vede nel poema nel come Uccelli, persiano Att"r, Colloquio degli la del indica la tanto scenza conostento, quale reggia S"murgh,raggiunta dopo dall'anima umana; altri di Dio acquistata essere pu" l'acquisto per alto e sovrumano di qualche Per o della virt", o di qualche virt", potere. il Romanzo francese, cotesto,ecco che tra un celebre romanzo allegorico anzi con lo stesso Colloquio della Rosa, e alcuni altri, arabi, persiani, degli di di concetto, ma Uccelli, Att"r,corrono somiglianzemolte, non pur
29
"
Pizzi,Storia
della
4:50
CAPITOLO
NONO
sebbene il francese, disegnogenerale, (iiiantoa classiche. abbia attinto molto a fonti puntiparticolari, anche
di forma
e
di
certi
alla misteriosa
sotto
del
romanzo
" francese,
nasconde
il
meraviglioso qualchedottrina moi'ale,intanto che il poema di Att"r,descrivendo il faticoso viaggio degliuccelli per trovare persiano
suo
racconto
re,
rappresenta
sotto
il racconto
sensibile il
delle anime in Dio e romanzo viaggio certi tutti atti e son qualit" allegorici, dell'animo, personificando intanto che i personaggi del persiano, essendo uccelli, buone o cattive, morali. Alcuno di essi rappresenta la rappresentano pure certe qualit" altro l'avidit" dei beni teraltro la negligenza, restri, e un e un pusillanimit", ciascuno alla sua altro la mollezza, mentre e altrialtre qualit", e un volta
i vari impedimentiche incontra l'anima umana nelle sue significa il fine desiderato. E i luoghi debolezza per conseguire e nella sua passioni trovandosi che gliuccelli stessi del romanzo allegorici, persianosono
illoro
devono
cei'te valli, della come viaggiomisterioso, quella mento, quella dello stordiricerca, quella dell'amore,quella della conoscenza, ben si ricorder" chi ha letto il come quella dell'annientamento,
di cui pure, a suo curioso poema saggi tradotti. Ora, f"a il romanzo secolo di differenza
abbiam dato e il sunto e alcuni luogo, e il francese corre quasi un persiano antecedendo per" il persiano, perch" quanto all'et",
t'anni, sappiamo che Att"r mori nel 1229 dell'Era nostra, in et" di pi" che cene che Guglielmodi Lorris, quando incominci" il llomanzo della cio" anni soltanto, nel Choe che Giovanni 1237, aveva venticinque Rosa, continu" l'opera, lasciata interrotta da Guglielmo,tra il 1250 e il pinel 1277. Ma l'opera altre e precedenti del persiano non e senza e contemporanee nella letteratura orientale, perch"in arabo si trovan pure non pochi de Tassy ne ricorda uno di questa stessa fattura, romanzi del e ilGarcin arabo Cordova di 1004, composto da un (ed eccoci gi" in Occidente!), che Garcin de Tassy designa altro di e un esso Al-Muqaddesi Al-Mageriti, col titoloGli Uccelli e i Fiori. Fu pubblicato in Siria al principio del 1200, al tempo della Crociata di Riccardo d'Inghilterra, subito e letto divulgatosi favore. Un terzo ancora se ne ricorda, con grandissimo contemporaneo del Abi" '1-Farag' persianoe composto in arabo, dal celebre teologoe poligrafo Al-Gi"zi. Anche il romanzo la Rosa di di assai tarda indostanico, Ij"q"vali, in essendo la letteratura indostanica lontano tardo rillesso un e et", parte della persiana, parla e dice d'una mistica rosa custodita in luogo lontano e Si pu" dire pertanto che ildisegno primo di tutte di assai difficile accesso. se non ne trova alcun esempio nell'antica poich" queste opere allegoriche, letteratura classica, dev'essere di origineorientale; e gi" alcuni dotti, lando par-
del
sa un
l'omanzo
francese,v'hanno
e
chi
si trovasse in
di questo
romanzo
LE
SOMIGLIANZE
LK
HELAZIOM
TKA
LA
FOESLV
PEHSL\NA,
ECC.
451
Oriente
da noi tante
lontane propaggini
cerca
! Ora
per" "
uscito
un
libro molto
siano le quali
che trovano della Rosa, confi'ontandonequei passi particolari classici in altri autori,specialmente
e come e
alcun riscontro
va
medievali.
Tutto ci"
noi
ammiriamo
la dottrina
egregiamente, a noi,
soltanto
si
pu"
fattior
preme
di mostrar
anche l'intento disegno fondamentale dell'opera, rispetto, e, per certo di di anche originee sno, sono stampo orientale, con molte, anzi nei particolari venute da fonti classiche. Cosi l'Ameto del moltissime cose anzi infarcito di ricordi della mitologia Boccaccio, tanto pieno, " classica, innanzi cercheremo stato composto secondo un disegno orientale, come che il di mostrare.
tornare
al misticismo
o
contemplazionedell'oggetto che tale fu, loqui per questo punto, la lirica persianaquale l'occidentale. Perch" quei soliardenti in cui l'anima quasi sembra di desiderio implastruggersi cato, e l'amor delqueirumiliarsi dell'anima dinanzi al pensiero dell'oggetto sublime tanto " pi" suo, quanto pi" essa indegnadi amarlo,e quel affocati a ffannoso ad e amplessi, quel desiderare non solo di sospirare unirsi,ma di compenetrarsicon la donna amata, e quel considerarne la simbolo parlante, bellezza come e quei consacrarsi a lei per tutta la vita, si legge su e gi" per ogni verso tutto ci", dei lirici mistici perripetiamo, siani in mistico d'Occidente. E per", e amoroso e volendo non ogni poeta n" potendo,quanto ai persiani, citarne le migliaia di versi che dicon queste medesime cose, rimandando, anzi, il lettore per questo punto agliesempi riferitialla fine dei capitoli di lirici e di mistici che abbiam precedenti, u" potendo,d'altra parte, far confronti diretti coi nostri poeti, ci appagheremo riferir d'altri di le parole che, assai pi" addestrato di noi nelle letterature occidentali, pu" parlarnecon autorit" maggiore.
o
abito
voluttuoso
estatico nella
e
amato
che
non
si sa bene
che sia
dove
sia,sappiasi ancora
"
54. Dice pertanto il Graf in un Provenza suo bell'opuscolo, dei poetiprovenzali L'amore sta da s"; essi amano per amare, sia
ancora
e e
Italia: l'amar
loro,sebbene
a
fecondo
di tutti i beni,
non
intende direttamente
si appaga il pi" delle volte nella produzionedi un il quale risulta da un equilibrio armonico di tutte
possedutein potenza,e trasmoda,pressoch" sempre, in una specie Per diiia in breve, l'amore dei poeti di estasi contemplativa amorosa. venzali pro", come quel del Petrarca,un ascetismo d'amore "\ E il Diez,parlando di certa poesiadi Guglielmo conte di Poitiers, cosi osserva: ^" E dice il poeta come la conosca, senza eglipossegga un'amica senza ch'egli ch'egli l'abbia mai veduta ; si rallegra anche di non ne sa una vederla,perch" egli in montagna in valle ". o se pi" bella; ma eglinon sa dove essa abiti, mente Questa strofa del conte di Poitiers non potrebbe forse trovarsi acconciaanche in un'ode di H"fiz o in una quartina di Ab" Said che fu (rjcor-
le virt"
452
CAPITOLO
NONO
caduca
poeticome
simbolo
della
Il poeta, gettando attorno divina ed eterna, ecco sensibili per trovarvi un oggetti tipodell'amor celeste, sugli uno sguai'do che sia migliore dell'amor terreno. La bellezza sta sulla trova nulla egli
mistico,e certi fenomeni dell'amor terreno, inspirato che glifa conodal fascino della bellezza umana (la frenesia di xAleg'n"n scere bellezza che ai la nascosta era in Levia una profani passione di ;
del mondo soglia zione Zalikh" per Y"suf che la rende insensibile alla sventura; la sublime devoche dura Abelardo; l'omaggio come quelladi Eloisa per l'indegno per tutta la vita,come fenomeni glisembrano
esser
tutti questi quello che Dante prest"a Beatrice), i tipipi" propriidell'amor di Dio, possibili ad facolt" da umane ". Leggasiqualunque poeta mistico perraggiunti siano, anche del mistico si dire tutto che ci" che vedr" suo amore pu" e si
stato
ora
per
detto da altri.
4.
Le
somiglianze
nelle
enciclopedie
scientifiche.
55. Dicono
qualeun morale, ad un gran savio specialmente altrettante sentenze con che glirisponde
non
bilmente glistorici delle letterature del Medio Evo che molto probaorientale quel cos" detto Libro di Sidrac nel dev'essere di origine molte domande su ogni punto del sapere umano, gran re rivolge
famoso
ora
di molto
nome
Sidrac
Sydrac,
ora
proprie e acute,
di Fontana
poco
nuove
e una
di tutte le
e grande enciclopedia, compilata per domande trattandovisi di di di di di fisica, magia, astrologia, teologia, per risposte, di essendo ampia raccolta di e storia; tale, e, come cosmograf"a, politica sene trovandodel sapere del tempo, ebbe molta fortuna in tutto l'Occidente, francesi e provenzali, liane. molti rifacimenti e ricomposizioni, e itainglesi della scienza si del Bartoli il fessando conlibro, meraviglia puerile Intanto, di Sidrac all'autore; di non saper bene donde sia venuto il nome Paris dice che esso appartienea quellaclasse di libri singolari e Gastone nei qualiun pretesofilosofo rispondead un re che lo va interrogando.
scienze,esso
"
56. Ma
secondo Libro
il preteso filosofo"
e
vero
ed orientale, il
esso
savio B"zurc'mihr
il re
" Chosroe
grande, per
noto
a
comando compose
ogni
testimonianza
delle sentenze.
Tutto cotesto
chiunque
e noi gi" sappiamo che Firdusi inser" illibro poco di letteratura persiana, vecchia traduzione in prosa pere che n'esiste pure una nel suo poema siana Avicenna. Anche attribuita ad del decimo del nono secolo, o piamo sap-
conto, il testo
col titolo
di recente
a Bombay pubblicato
cio" il Tesoro regale, di Gang' e sJinyagd"", originale opera di Yuzurg B"zurc'mihr. del nome Mitro. Vuzurg Mitro " la forma pehlevica persiano
LE
SOMKILIANZE;
le
KELAZIOM
tra
la
P0ESL\
PEliSL\NA,
ECC.
453
Ora, il Tesoro
e
regale"
una
vera
monotono,
ma
di proceder e per" molto efficace, stringato, per domande " duzione da parte del savio, quellostesso che serbano la tradel re e per risposte fattane da Firdusi (che tale pu" ben chiamarsi, tanto " fedele) e la traduzione persianaattribuita ad Avicenna e il lontano libro di Sidrac, che certe opinioni o la Fontana di tutte le scienze. Aggiungeremo ancora sembrano del libro di Sidrac non idee stravaganti poi tali quando se ne trovi tana. per quanto lonpur sempre ci dev'essere, Si scandalizz" il Bartoli quando lesse in quel libro curioso di Sidrac
e conosca
la
che ragione
colpid" fuoco dati dagliangeli buoni assurda cosa, degna agli angeliribelliche dimorano nell'aria, parendogli di quelle delle menti povere del Medio Evo. Ma essa " pur una veramente altrove che in loro non tante idee comuni aventi l'origine a tutti i popoli, certi concetti religiosi, non gi"nello studio vero e scientificodei fatti e dei dovuta alla fenomeni. Essa " un'idea prettamente e solamente persiana, secondo il quale ad altro, natura del sistema religioso e non zoroastriano, temente incessantutto il creato " diviso come in due campi nemici, combattendosi tra accanita tra cielo e inferno, tra luce e tenebre, una battaglia Ahura Mazd" e Aura Mainyu. Costui, del nemico tenta bene, eterno sempre
non
esser
d'invadere
il regno
dell'altro.I Devi
come
una rocca
demoni
cercano
sovente
di invadere
cinano, munita, e quando troppo si avviche glispiriti di lancia. Quei colpi elettiliallontanano a colpi ecco di lancia sono e c'",tra glialtri un appunto le stelle cadenti, passo del iranico di Bundehesh, nel qual libro " forse condensato tutto il sapere dei Geni con che dice: " Intorno alla battaglia cosmograf"ae di geografia, l'avversario Ahrimane " detto nel testo ^: Quando Ahri(Aura Mainyu), avanzandosi, vide il puro valore dei Geni e la sua propriaforza, mane, il cielo che " ben cerc" di cacciarsi dentro 2. Ma ilCielo
come spirituale,
-"
un
che guerriero
si " cinta la corazza, era l". 11 Cielo si pose di fronte ad Ahrimane, incominci" la battaglia, fece una fortezza finch" Ahura contro di Ahrimane
pi" forte
con santi, come
le Fravashi
dei
e guerrieri
dei
densi le lancie in pugno, si posero intorno al cielo, i capelli sul capo. Di questa guisaappunto erano essi che eran venuti
poi Ahrimane
de' suoi Devi sia
non
*'
pot"ripigliare
e
vide
eglila caduta
ora
la
sua
tenza impose
ne
recato
alquanto oscuro,
questo
suol citare sempre l'autorit" d'un testo sacro. (1) Il Bundehesh di Ahrimane nel campo dell'avversario. invasioni (2) Le battaglie sono vere (3) Personificato. delle anime concetto tutto zoroastriano. (4) I tipioriginari umane; (5) Chiusa dai guerrieri celesti. (6) I demoni.
454
CAPITOLO
NONO
ricava
con
avvenuto
nizel"in
un
per" " lancia {mc'ak in pehlevico, che la parolache in iranico signilica " e nell'arabo {nayzak), persiano), pure nel siriaco {nizqd) passata
di stellacadente. La dottrina dei
e
sinonimo
il persianoAtt"r
Libro dei
" Egli
Forma
hi
le stelleconverte
Posta cos" al
luogo suo
"
tanto
gante strava-
ad alcuno, non
pi" tale.
esso
"
un
lontano
B"zurc'mihr,
di tutti queglialtri libriche hanno trovato " pure avvenuto favore presso il volgo," andato assai lontano per mille menti travestidal metodo molti delle domande
e
delle
particolari egualifra loro anche se in tanto lungo andare molti altri nelle domande e nelle risposte, dall'indole e dal diversa e d'altra originevi si sono di natura aggiunti, dalla somiglianza introdotti, egualedei due personaggi gradoperfettamente
del
caso
di questo con
and"
lontano
in nazione. Certamente
n" persianan" orientale; partiche non sono di origine " dovuto appunto al lungo andar migrando del ma questo particolare " rimasto tale e quale,e la libro; per" il suo disegno primo e originale cos" possiam chiamarla. Ora noi, intonazione " pur sempre quella, se sua nel presentestato deglistudi, non possiam segnar la via che il curioso venendo in Occidente; possiam supporre tenuto hbro persiano deve aver dovette venir fino a noi per qualche versione arabica su soltanto che esso stata fatta qualche cui deve essere e che dall'ebraico agevolmente, ebraica, illibro di Sidrac ha d'altre opere, sia passato in latino. Dice ilBartoli che vi traduzione dall'ebraico il libro di Sidrac,ma sembra fu chi credette esser
come
" avvenuto
dubitarne;noi intanto ne ricorderemo una versione arabica di cui in alcun che la fece sul pehlesi pu" dubitare. Essa " di Ibn Muskavaih modo non vico, il Costumi Persiani titolo di: dei dandole e degli per quanto pare, Arabi, ed essa sembra essere stata un testo molto autorevole (tutti questi tanti altretrifacimenti d'un'opera divenuta popolarepossono considerarsi come testi), perch"cinque secoli pi" tardi se ne faceva anche una versione in di Giavir"an persiana India,al tempo del re Akbar, col titolo persiano e dottissimo, Khirad, cio" la Sapienzaeterna. Ibn Muskavaih era uomo mor" nel 1030 dell'Era nostra, dieci anni dopo Firdusi,onde si pu" dire
456
CAPITOLO
NONO
come pu" trarre, qualit" sono, e gli abiti e l'utilit"che se ne erba medievale in o pietra o animale nientre l'enciclopedia ogni suppone fa descritto accumula e un simbolo, potenze arcane, e d'ognioggetto
dica le
errori
su
errori
idee
quella delle
come
59. Non
nostra, enciclopedia
e quellaper esempio, di Vincenzo in tal d'Aristotele e di qualche altro sapiente dell'antichit"; ma, caso, cio" Medio nel Evo riconoscere come non che, bisogna pur questo punto, s'" mai spenta la tradizione classica, cos" qualche parte, anche molto
antica s'" conservata della sapienza considerevole, abbiam quel tempo. Una bella parte anche, come in qua
tramandata
sebbene e dall'Oriente, trasfigurata guasta. Anche la storia Roma come far parte dell'enciclopedia entra medievale; ma a romana poteva dimenticarsi? essa vi doveva trovar posto degno, e ve lo trov". classica che la tradizione enciclopedica E bisogna anche che ci ricordiamo di Svetonio, rest" mai interrotta da noi; perch"vi fu l'enciclopedia non i Prati, e quella di Marciano quelladi Cassiodoro, Capella; ora perduta, di quella Isidoro di che Siviglia, " del sesto
o
discorre
ordinatamente
viglia di tutto il sapere di quel tempo. Perci" non deve far merarechi anche l'abbiam ricordato, che Vincenzo Bellovacense,poich"
lunghipassidi
Medio
Plinio
accanto
di Aristotele
a
anche
Evo;
ma
quei passiecco
cosa
molta
accoppiavaanche
strana
ad
altra molta
foi'ma tutta in una allegorico, gettandola significato e particolare. Questo pertanto " il punto che noi ora vpgliam sua speciale toccare e dichiarare, se potremo. Notisi intanto prima d'ogni altra cosa oltre oltre Plinio e Aristotele, che ogni scrittore nostro d'enciclopedia, bene spesso San Gregorio e il venerabile Beda, suol riferirsi Sant'Agostino, anche a scrittori orientali; perch" trovasi,per esempio, e non sempre e Averro", Al-Fergh"nie citato da loro il Corano, Avicenna giustamente, (cio" Ab" Maashar), e c'" anche chi Al-Ghaz"ii, Al-R"zi e Albumasar e la scuola d" Salerno dove insegnavano medicina di conoscere mostra materia dava scienze naturali Mussulmani ed Ebrei. Donde sia venuto
veramente
tutto tav"a tut-
abbiam questo sapere orientale, richiamare alla memoria che orientali ricordati dai nostri.
gi"veduto
eran
innanzi; non
sar" male
di enciclopedie scientifiche; perch", compilatori pur tacendo del persiano Avicenna e dello spaglinolo Averro", cio" Ibn Rushd di Gordov;). diciamo occidentali era appunto il persianoAb" che il Rasi degli enciclopedisti Bekr Muhammed, detto Al-R"zi, perch" nato a Rei (l'antica Rhages) nel
LE
SOMIGLIANZE
LE
RKLAZIUM
TUA
LA
l'OESlA
PEKSIANA,
ECC.
457
settentrione della Persia. Scrisse in arabo, e fu gran medico e matematico, chimico di gran fama e filosofo, vissuto tra il nono il decimo secolo e e
morto
tra il 920
il 930
dell'Era nostra.
delle qualialcuna,in ebraico, fatte, manoscritta nella Biblioteca pubblica di Parma. Quanto ad si conserva " nome Albumasar, esso guasto in luogo di Ab" Maashar. Egli fu celebre medico e filosofo, principe degliastronomi del tempo suo che fu il nono secolo,essendo nato a Balkh nel Khorassan (cio"nell'estremo Iran orientale) nell'885 dell'Era nostra. Le opere di lui,persiano neir805 e morto che scrisse in arabo, hanno Giovanni molto viaggiato
e
Medio
Evo
spagnuolo,e cose, della cond el del della durata e della sua mondo, pianeti, principio della generazione dell'uomo,dei pronostici da trarsi e degli fine, oroscopi nelle nascite,che sono appunto quellecose che tanto piacqueroai nostri dotti del Medio Evo. Sono persiani, come gi"notammo altrove, Al-Fergh"ni e Al-Ghaz"li,citati spesso dai nostri,perch" il primo " della provincia di nella cio" della Fergh"na e il Sogdiana, parte pi" settentrionale dell'h-an, secondo " di T"s, la patria di Firdusi, nel Khorassan, cio" nella partepi" il secondo orientale. Fiori il primo nel nono nell'undecimo e secolo;
trattano di moltissime
giunzion dei
ambedue
scrissero in arabo
di filosofia e
di scienze naturali, e
le loro
opere, penetrate ben presto in Occidente, v'ebbero versioni ebraiche e latine. Qualche volta poi l'enciclopedia orientale crebbe a vastit" non pi" di Mas"di, Le Praterie d'oro. Mas"di era nell'opera di Bagdad; viaggi" al Cairo nel 955 molto, quasi per tutta la vita, e mori
veduta, come
si vede
opere di erudizione in arabo, tra ricordata che discorre, si pu" dire, di tutto il sapere,
e
vaste
tuttavia prevalendo
la
famosa. Le
delle Meraviglie
create, merit"
d'esser chiamato
il Plinio
dell'Oriente. Vi tratt"
d'ogniparte del sapere e fece una vera enciclopedia, descrivendo i diversi regni della natura, parlando anche di astronomia e trattando della formazione dei monti, dell'origine dei terremoti, dell'origine dei fiumi, di osservazioni ora giuste, e tutto ci" intramezzando ora puerili, di storielle e di racconti favolosi, gli altri enciclopedisti, appunto come anteriori e contemporanei,nostri e orientali.
61. Intanto, cominci" l'enciclopedia
Beda
ma
che
non
era
con
da noi per tempo, col venerabile Babau Mauro, che era del nono; elemento orientale vi sia potuto " segnato tardi,e il suo apparirvi
sembra
penetrare.Esso vi
da
penetr"alquantopi"
che di sopra abbiam cio" congeriedi tutte le quei particolari notati, scienze e notizie anche le pi" disparate, mistica e ascetica in allegoria
massime superstizioni,
delle
458
cAiTrot^o
nono
sostanze, veste
accanto
nei poetica
rifacimenti
bene agliautori classici.Anzi, vi si osserva che " strettamente eguale a quellodelle enciclopedie spesso un metodo orientali. Perch", giunto l'autore a dire, per esempio, dei diversi animali li va enumerando mente, aridae dei minerali,ecco e delle diverse piante ch'egli subito le qualit" adoperando assai poche parolee soggiungendone il lico. simboil misterioso, ovvero ovvero e naturali, significato potere arcano Ora ci" che si fa (per citar soltanto qualche esempio preso qua e l" dove ladattribuita a Goffredo di Monmoutli a caso) nella vita di Merlino come di Thaon nel diversi uccelli; si enumerano e ci" che si fa da Filippo enumerando molti animali; e ci" che pur si fa dal nostro suo Bestiario, Boccaccio
e
nel
suo
naturalistiche dei mari, si fa pure, egualmente, da molte enciclopedie d'una pianta, d'un animale, d'un minerale, poi le sue orientali. Un nome
e cos" e propriet"; ({ualit"
ancora
" il metodo
seguito per lunghe e lunghe pagine.Cotesto il Bundehesh, nel suo d'un vecchio libro pehlevico,
di
cose
lungo catalogodelle
62. Ecco
della natura,
come
vedremo
appresso.
duodecimo, trattare, nella sua e far Immagine del mondo, della terra, dei venti, dell'acqua, il luogo dell'Inferno, e ridire le mille habe soggetto di ricerca geografica meravigliosevedute da Alessandro Magno in Oriente,qualiappunto trovansi perfettamenteeguali nei romanzi e negli arabi. Ecco persiani di Hohenburg, comporre, Herrada nel monastero di Landsberg, monaca
anch'essa del secolo duodecimo, il
suo
intanto Onorio
Orto
ancora
un
dodicesimo,
il
Alessandro inglese
cose,
e
alla natura
vi
i beni aftermando di passare attraverso vegetali, temporali per giungere a toccar gli eterni e facendo d'ogni fenomeno Dice mille favole intorno aglianimali naturale alcuna sua strana allegoria.
di Alessandro
pedie " notevole,perch" particolare appunto anche nd"e encicloin mezzo a tanta orientali, congeriedi cose e appunto l" dove meno trattazione. si potrebbeaspettare, le arti liberalie la letteratura vi trovano del Medio Ecco infine la maggiore opera Evo, cio" lo enciclopedica cesimo Vincenzo Bellovacense, vissuto ti"a ildodiSpecchio maggiore,del monaco e il tredicesimo secolo, nella quale tutto il sapere del tempo ha il posto suo, intanto che vi sono citati scrittori greci e latini, trovato Il quale ultimo
tissimo dottori della Chiesa, filosofi orientali,e tuttialla rinfusa, passando il dotautore
da
un
argomento
all'altro e
cosi
da rapidamente,
dar
le
a chi legge. vertigini in latino, le volgari, 63. Tutte (|uesteenciclopedie furono c()m|)oste ma hanno pure gli stessi abiti, francesi, italiane, provenzali, glistessi disegni,
LE
sommilianzf;
[.e
kklaziom
tua
i,a
i-oesia
persiana,
ecc..
459
di Prete Gianni che dal latino fu glistessi modi. Ecco intanto l'Epistola tradotta in provenzale nel secolo decimoquarto,e nella quale si parladi mari senz'acqua e fiumi di ciottoli, con di sole con geografia provincie
donne,
romanzi
con
cose
che
si trovano
anche
nei
anzi di .Alessandro;
origineorientale
l'Elucidano
Niz"mi.
ancora
delle
di tutte le propriet"
enciclopedia provenzale che parla di tutto, ed ecco il Breviario del monastero di Beziers, d'amore, di Matfr" Ermengaud, monaco che cominci" nel 128^2. Quest'ampia sua l'opera enciclopedia provenzaleha una e per la varia natura delle cose singoiar somiglianza, per la farragine col del Sen"i " che vasta enciclopedia. persiano esposte, poema pure una
Essa
conta
ventisettemila
e
ottonari
tocca
tutto
quanto il sapere
umano,
dell'essenza sua, del diavolo e della sua natura, degli elementi,del firmamento, del mondo. Viene poi alia storia naturale dicendo dei minerali, dei
di Dio parlando
vegetali, degli animali; parla dell'uomo e racconta la storia degli avvenimenti umani, e dice delle dottrine religiose e fa la storia della Chiesa e parla dei diversi stati sociali, dei mestieri, delle arti, delle
racconta professioni;
la vita di Ges"
Cristo
diverse
sue
specie,e termina
parlando
francese "
l'Immaginedel mondo,
del medesimo
di Gualtiero
da Metz;
provenzale e in
e
d'Arezzo;
cio"
il
primo, una
vera
seconda,
una
astronomiche.
64. Dato
nostre
pertanto
disegnodelle enciclopedie
che certa notato e somigliante a quello delle orientali, parte del loro sapere deve loro provenireda libri d'Oriente intanto che ricordano gliautori accanto ai classici e ai cristiani che pur conone esse scono, che tutti e trovato autori ancora son persiani, quasi appunto quegli sebbene
0
molto
abbiano
scritto in
e
arabo, mentre
le loi'Oopere
si sono restano latine, divulgate per l'Occidente, da trattare due punti. Resta da vedere se nella letteratura persiana, ancora in quellascrittain persiano, v'ha pure qualcheenciclopedia che sia sorella delle Sar" nostre. contemporanea questo il primo punto. E resta da vedere sar" il " la probadi trovare, se non se (e secondo) bile questo pur possibile fonte comune, almeno vecchio che libro o qualche persiano pehlevico il pi" antico esempio d'una vera enciclopedia possa considerarsi come scientifica. Sarem molto brevi nel trattare il primo punto, intanto che al secondo dovrem dare maggior lunghezzadi trattazione. 65. Adunque, chi ha studiato un poco di letteratura persiana, si ricorder"
dei del poema di Sen"i, il Giardino della verit",che, essendo uno pi" antichi poemi mistici,anzi il pi" antico (e Sen"i " del dodicesimo
460
CAPITOLO
NONO
che lo distingue tratto suo reca da tutti un e separa secolo), particolare Perch", laddove questiultimi posteriori. gli altri grandi poemi n:iistici mistici ascetici e e sono soltanto, allegorici quellodi Sen"i tocca di tutto il sapere ed " una molto vasta e copiosa. Sen"i parla vera enciclopedia, di filosofia della natura della fede e dell'amore, confusamente e di teologia, delle erbe e del vino, di cose di grammatica e di astronomia accanto alla dottrina dell'unione con Dio, della vita mistica e contemplante, e di mille ad ogni tanto sue altre cose, introducendo narrazioni e storielle d'ogni si ricorder" d'un'altra enciclopedia Anche genere e d'ogniorigine. siana, perdel poeta Avhadi che visse nel nel decimoquarto secolo,e che, pur tenendosi con maggior predilezione morale, raccolse in quel suo poema tutto il sapere dei tempi suoi, campo in versi, la
Coppa
di Gemsh"d,
adornando in
abbellendo
racconti.
Ora,
questidue
esempi
che
dovrebbero
se
esser
soli
se
tutta
la letteratura
quella parte che c'",fosse tutta nota, pervenuta incontriam ripetuto medievali. appunto lo slesso fattodelle nostre enciclopedie Queste medievali nostre e quelle persianeprocedono allo stesso modo
e
persianaci fosse
sembrano
derivare
da
un'origine comune
che
con
non
si
sa
bene
quale;
gerie con-
hanno
lo stesso di cose; si
disegno,la stessa
struttui'a, e,
questo, la stessa
alcun
esempio nella stessa maniera; adoperano l'allegoria sembrano l'intento comune di salire,come aver quelladel Neckam, dalle naturali alle soprannaturali, dalle caduche alle eterne. Perci" crecose diamo che non si possa punto dubitare che anche queste enciclopedie discendano da quelle scrittein arabo, altre, ma anch'esse, persiane persiane del nono, del decimo e dell'undecimo secolo,di Ab" Maashar, di Al-R"zi, di Al-Ghaz"li,che sono di Al-Fergh"ni, tali appunto queglistessi autori oriencitati dai nostri nel Medio Evo. Dato il qual punto, ognun vede chiaramente che le correnti son Oriente in e in Occidente e quasi parallele avendo di la l'orientale. precedenza contemporanee, poco cio" che 66. D'altra parte si osservi bene anche questo particolare, abito e carattere comune di tutte queste opere " stato quellodi raccoglier di far prevalere e presempre tutto il sapere del tempo, salvo poi il caso ponderar quellaparte di cui " maggiormente sollecito l'auton;. Per tal " la parte filosofica, che presso qualcuno ha prevalso o ragione avvenuto la mistica,e presso altri quella schiettamente scientifica, e presso altri la " rimasto fondamentale storia,intanto che il carattere dell'opera pur sempre lo stesso. Per", presso gliorientali, prevalgonole scienze naturali in Al-R"zi, in Ab" Maashar, in Al-Kergh"ni, laddove in Al-Ghaz"li prevalgono la la filosol"a nostri la i l'astronomia e e e presso teologia; grafia geoe la cosmografia prevalgonoin Frate Ristoro d'Arezzo, e nel Neckam la Ma l'allegoria e prevalela dottrina mistica,e in Brunetto l'allegoria. dottrina mistica dovettero esser partied elementi venuti e aggiuntiin
nelle letterature antiche;
secondo
LE
SOMIGLIANZE
LE
RELAZIONI
TUA
LA
POESIA
PERSIANA,
ECC.
1(31
intanto che la descrizione del mondo materiale e morale tempi posteriori, dovette necessariamente e forse precedered'assai precedere, qualeesso ", vecchio Medio nel Evo orienlale pu" trovarsi se tempo. Veggasi pertanto anteriore e storica, naturale,geografica qualcheesempio di enciclopedia
a
tutte
queste altre,e
avanti.
vengasi cos"
un
al secondo
accennata
clopedia enci-
Questo
un
" titolo
libro che descrive lutto quanto il mondo. Perch" dei tentativi capitoli, parladella creazione,delle stelle, esso, per trentaquatlro fattida Ahrimane invader la creazione buona di Ahura Mazd", per
appropriato per
delle costellazioni e passa a dire dei pianeti, intanto che noi, uomini, abitiamo quel di mezzo
e
sono
sette,
soltanto. Toccando
poi
delle
buoni
coi Devi
cadenti
dei dell'origine
tutte
la cui venuta
e
poi generazion molto curiosi. Parla dei diversi particolari fuochi che sono in cielo e in terra, nelle piante,negli animali, nei il mitico albero G"karn minerali, e descrive certe cose strane, come (il Gaokerena c he in mezzo al lago Fr"khu-kart dell'Avesta) e dal cresce formeranno si i immortali al della dei risurrezion quale poi corpi giorno l'asino da tre gambe che abita appunto in mezzo morti, e come a quel le acque e gli umori tutti, e animali, Vengono poi i fiumi, lago. vegetali tutti pure noiosamente e aridamente poi i laghi, enumerati; seguono gli orsi e le scimie con le loro genealogie, secondo un antico cone intanto, cetto si ricordano i diversi duci che presiedono alle zoroastriano, capio diverse cose create. Dicesi poi dei mesi e delle stagioni dell'anno e delle divisioni del tempo; dicesi anche delle piante, poi si passa d'un salto a toccar dei vizi e dei difettiumani, procreati dai demoni. Detto poi ancora dei diversi climi e toccati i loro segni particolari, si passa alla risurrezion dei morti sulla fine del mondo presente,poi finalmente alla genealogia dei re Irani,alla discendenza di Zerdusht, che " Zoroastro, e il libro si chiude con alcuni computi cronologici intorno alla durata del mondo e breve sunto di storia dal principio del mondo alla venuta un con degli Arabi che conquistaronola Persia nel 650 dell'Era volgare. 68. Queste sono le cose in questo libro singolare, brevissimamente contenute
dei
per" dice delle montagne montagne, ai mari e poi agli animali e e passa qualiva
discorrendo
con
noiosamente,
agliuomini, della
delle
qualie dalla loro natura si pu" facilmente vedere che v'ha somiglianza tra questa vecchia enciclopedia j)ehlevica grande(vorremmo dir parentela) e le persiane e le arabe, e, per conseguente,tra essa e le pi"lontane d'Occi-
462
CAPITOLO
NONO
dente. Con
questo, intanto,non
anzi sarebbe cosa punti e segniparticolari, ci" non fosse. Perci",laddove le occidentali v'hanno
abbia suoi ogni enciclopedia molto strana quando appunto introdotto di loro
proprioe
romana,
e
idee
cristiane
e
sentenze
mussulmane
v'hanno
persiana
con
le l'araba,
leggendedi Maometto
de' suoi
le m"stiche,e queste sono le persiane, v'hanno fatto infiltrareidee mistiche Ma il Bundehesh " zoroastriano, e panteistiche. e per" serba le pehlevico
sue
idee zoroastriane
esse
scomparire,come s'intende, informate ad altra fede religiosa. Molti,tuttavia, enciclopedie di quegli errori che fanno sorridere di compassione i nostri quando li incontrano nei nostri libri, trovansi pure, grossolani dehesh, come sono, nel Bunabbiam ricordato quello delle stelle cadenti. Se e gi" di sopra dalla forza dei pertanto Onorio di Autun dice i terremoti esser cagionati venti che chiusi in luoghi cavi, mentre di uscire,scuotono tentano la terra, ecco che tutto ci" " pur detto e confermato dalla scienza pehlevica arido libro di casistica zoroastriana. Se lo stesso e trovasi nel Din-kart,
restano
sue
a
che
mette
nelle altre
Onorio
che
la terra
" cinta
che la prima " pur vecchia dottrina persiana che dall'Oceano; sappiasi anche Diogene Laerzio,nella vita di Pitagora, dice essere stata insegnata dai Magi, e che appunto, secondo il Bundehesh, la terra, che " quello dei
sette climi che occupa il
posto di
mezzo,
dal
mare
in
modo
che
aglinomini
" dato di passar negli altri.Pure nel Bundehesh non salato delle acque marine proviene da mille e mille
una
ad un combattimento grande inondazione seguita fra T"shtar, cio" Sirio, della siccit", e Apaosha, che " ildemone nelle acque e tutte le inquinarono.Anche vi si parla d'un imputridirono solo e ha tre gobbe; e vi si dice essere il corno un caprone che reca assai miglioredell'uomo, cane perch" ha scarpe di suo, vesti di suo, e s" " da ed amico guadagna dell'uomo; e vi si dice in che modo gli uomini siano
nati
dalle
antico concetto
germanico, indo-
trovandosene
anche
scandinava).Vi si parla dell'asino da tre bocche,da due orecchie e da un corno solo, che si ciba di cibo celeste ed " tutto puro e sta in mezzo al lago Fr"khu-kart. Egli " alto come il le orecchie la monte tutta del M"zensue Arveiid,e con |)rovincia copre tutti esseri femminili der"n; quando raglia, gli acquatici ingravidano, intanto che le femmine nocivi acquatici degl'insetti disperdono;(piand'egli del lago diventa pura e tale diventa per lutti i laghi orina nel lago, l'acqua dei sette climi. Vi si parladi galli di tori, di pesci, di mostri e d'altriuccelli, vi si che ci" vivo si getta che di tutto notano e favolosi, inghiotlouo laghi in loro,mentre tutto ci" che di morto si getta nelle loro acque. rigettano
nella
464
r.APITOF.O
NONO
che
non
vi
sia
del Buna
di
scientit"ca enciclopedia
precede di tempo
e
tutte
le
di
orientale,ne
sono
una
lontana
quasi non
visione i
pi" riconoscibile
non ne
poich" veramente
una
sapremmo
altro
pi"
acconcio, vogliamo
ricordare
il titolo
pehlevicod" Art"
e
Vir"f-N"mak,
di Arda
monotono
paradiso e le pene dei malvagi nell'inferno. Vi si nel 222 dell'Era nostra, Ardesh"r P"pek"n, quando sali,
per accertar savio di fede per
uno
Persia,
e
s" stesso
il popolo
e
suo un
zoroastr"ana, chiese
sette
volle
Allora
e
Arda, sacerdote
in
rest" purificatosi,
sopito
scriba, raccont"
dett" del
le
cose
che
aveva
vedute
Fuoco dani
mostrandogli i buoni
cospetto del creatore Auharmazd, cio" Ahura Mazd", la soverchia pienezzadella luce glitolse il vedere s" che la mirabile visione cess" d'un di la Commedia tratto. E questo un punto singolaredi somiglianza con si affissava nella Dante, la cui visione cess" appunto nel momento ch'egli nota traduttore francese del libro pehlevico, luce di Dio, e il Bartht'Iemy, ne li molto altri molti. Ma noi non tanti, imporregistreremo qui, parendoci non
fine nel
paghi come
libro che contiene
vasta
siamo
una
d'aver visione
mostrato
che anche
e
la Persia
possiede un
un
al
posto nella
state
schiera dal
non
d'Oriente
tanto
d'Occidente,
tanta
non
gi"
che il libro
pehlevico di
una
Arda
da
alcuni
essere
ricomposizione, con
apocrifo greco del terzo detto l'Ascensione versione etiopica, 0 quarto secolo,di cui v'ha pure una del Purgatorio, Anche nel concetto della montagna al cielo d'Isaia profeta. dubbio di tradizione col paradiso terrestre sulla cima, " qualche sentore non Societ" della orientale. Veggasi perci", terzo del Giornale nel volume
concetti di dottrina
zoroastr"ana, di
un
libro
Asiatica
una italiana,
Gubernatis
secondo
verso
noi, dimostra
colloca
che
la bella montagna
dislaga
dell'isola di
appunto il paradiso terrestre e mostrala sacra Secondo ci" non sarebbe. del piede di Adamo. Allora, Iddio ne orma altri, sa quando s'incontrano in questioni meglio di noi, diremo coi Mussulmani
controverse.
LE
S(".MI(iMAN/K
LE
HELA/.IOM
TliA
I.A
l'OKSlA
l'KIlSIANA,
ECC.
465
5. Le
somiglianze
nelle
forme
poetiche.
Occidentali frequenti degli con quelli, quando ritornavano dall'Oriente denari e derrate soltanto quando nel loro paese, riportavano soltanto quand'eranocrociati, mercanti,o cicatrici o soltanto annunzi erano conversioni andati di ilVangelo. Roma a predicare a quand'eranomonaci, " certo che portarono di l" molte altre cose, perch"i mei'canti genovesi, veneziani non eran tanto chiusi dell'animo e della mente amalfitani, pisani, in patria che, apprese le linguedell'Oriente, non ne riportassero (jualche
non
71. Poich"
francescani predicatori
domenicani
tanto
eran
zelanti
non a qualcheapologo potesserodare ascolto, per ritenerlo, s" libro celebrato della con o portassero leggessero qualche
i crociati di tutta
Europa
tanto
erano
invasati d'odio
e piacere gliinfedeli che non potessero ascollare con ammirazione d'amore stati rozzi fino a quel tempo, e ricevere, canzone essi, cjualche costume nuovo e gentile. Ora, se per vie poco conosciute a noi ci qualche le favole le novelle venire e e dalla Persia i pi"bei sogdell'India, poteron getti
della filosofiaaristotelica, d'amore; se i postulati stata guadei Mussulmani di panteismo e di misticismo, per mano e dei dottori in Occidente ad attizzar la guerra della Chiesa con l'eresia, ebrei vennero dubitarsi come si vede ragioneperch" certe forme esterne, non possa ancora dell'arte di siano poetica quei tempi, peculiari pur venute dall'Oriente. in mai sostanza la della forma, che tanto non Perch", arte, pu" separarsi di questa,in certe migrazioni di quella, serbi alcuna ne quella pure non del
romanzo
traccia manifesta. Anzi " condizione essenziale della sostanza s" la forma nella
il trar
con
la sua veste proquale essa sostanza ebbe da principio pria Jichiarar e genuina. con un Cosi,peiesempio ovvio questo nostro la vecchia favola indiana, dettata sempre con istile molto artificioso pensiero, laddove si descrivono luoghiameni e ridenti, o cose nuove e leggiadre, devon forte imprimersi 0 luoghie persone di cui i segniparticolari nell'animo di chi legge; la vecchia favola indiana, non diciamo, pot"andar s" questo tratto partilontano,come con and", se non a patto di menar colare ed essenziale della
sono poche eccezioni, sua
zioni e artificiosissimein certe descripersiane, in questo particolare sono un quasitutte le novelle nostre, recanti, antica e lontana. Ora adunque trattasi segno manifesto della loro origine di vedere, in questa partedel nostro scritto, se pure qualcheforma poetica " venuta a noi dall'Oriente, dell'arte se qualche modo o atteggiamento " medievale di che intanto non ma orientale, poetica origineclassica, cercheremo se tale o tal altro genere letterario ne porta qualche traccia tutto cotesto e per quali ragioni pi" vera e manifesta di qualche altro, ci si dia fede maggiore, vogliam possa essere avvenuto. Ma prima, perch"
recare
le novelle
innanzi
30
"
una
testimonianza
della
molto autorevole.
Pizzi, Storia
4(56
CAPITOLO
NONO
suo
all'indole
ruvida di
"
maniera:
l'andar del tempo erasi inavvertitamente mostrato nuovo un certo fenomeno periodo nella storia per il quale ha principio della nobilt" del Medio Evo. La ruvidezza che era stata il segno peculiare Soltanto
tratto
cedette ad
a
un
modo
di nei
castelli dei
noto
intellettuale che
omai
incominci"
dominare
stato era cavalleresco, intorno alla met" del secolo undecimo, dall'ordine formale
sotto il
di costume
poi interamente
confermato
per opera della prima crociata. s" un'et" nuova, conduceva con destasse
uno
Un fenomeno
non
poteva
poesia
non
era
pi"
un
atta ad appagare
i nobili,
gusto poetico pi" fine, perch"allora soltanto della che,nata dallo spirito pi" artificiosae pi" i-affinata, poesia
desideravano
essa
"
Appunto nella Francia potentemente. meridionale essa apparve per la prima volta. Soltanto questa terra illustre, che superava quasi d'un cielo sempre da tutte le gioie sereno, rallegrata
in buono stato e in interna d'Europain cultura, provincie che qui appunto, pi" che altrove cavalleresco, pace, fu la culla dello spirito della al diletto per lo splensi congiunse ai godimenti vita, dore, e pi" presto, s" in le condizioni necessarie della culto al donna, e per" congiunse delle Crociate,lo spirilo della poesiaartistica.Qui appunto, al principio cavalleresco era gi" cresciuto fino alla sua piena maturit",e intorno a poesianei tempo vediara gi"impressoilcarattere di quella quelmedesimo L'anno 11 40 pu" appunto versi di Pietro Rogier e de' suoi contemporanei. Se non che noi possiamo i nformarsi di l'et" del essa. peculiare segnar riandarne indietro la storia anche per pi" decine d'anni. Le canzoni del di Poitiers che tra i primi prese la croce, fanno rinomato conte Guglielmo
tutte le altre
"
veder
nel quest'arte
momento
del
suo
nascere
consciente
possiam noi
determinare, perch"nessun'altra circostanza vi accenna, e itrovatori stessi, ricordano non essi che tanto spesso si riferiscono ai loro predecessori, E ancora: alcun altro poeta pi" antico di questo a noi conosciuto "". da qual ceto " uscita questa poesia d'arte. E viene innanzi la domanda "
"
Certamente
vi hanno
del ceto alto quanto appunto lo spirito anche immediatamente col farne udire stabilitodalla storia, perch"ambedue Poitiers
e
il
primo
accento.
i pi" antichi
il contemporaneo
amico
LE
SOMIGLIANZE
LE
UELAZIOM
TRA
LA
l'OESLV
l'EUSL\NA,
ECC.
4"i7
appartengono
nobili
nuova e
dei questo ceto. Se non che la gente che era a' servigi che viveva nelle loro corti, ben presto di quest'arte s'impadroni
a
di
poesiae cant"
tanto
73. Donde
e delle sue protettori protettrici, un espediente per entrar nella loro che ebbe ridotto quellaappunto poi questa poesia un'arte quanto una [uaniera di guadagno abbia prese le mosse, se non suol dirsi, come l'ispirazione aveva
"
non
bene
si vede
ancora;
non
per" dalla
vecchia
a
poesia classica,trovandosi
sentenza
che appunto il Diez, che pur conosceva la poesia trovadorica,quando parla di certe forme poetiche, esce
fondo in
una
generale che risguardatutta la poesiaprovenzale,dicendo che nulla di pi" che sconosciuta. Del a questa poesiaprovenzalela classica era vedremo trovadorica e certa poesia resto se, come appresso, tra la poesia orientale gi" in fiore da tre secoli non vi sono, e se poche somiglianze al delle Crociate si deve riferire movimento nuovo quel appunto tempo attesta il Diez, i pi" caldi poetico a cui avanti si accennava, e se, come cantori delle Crociate furono appunto i trovatori provenzali che quasitutti
presero la croce, da s" la domanda Cio"
se a
inevitabilmente
ritorna
veduto
poesialontana, non
una nuova
s"
qualche traccia
tutta
cui iniziarono
e
aulica artificiosa,
giana, corti-
perch" dimenticheremo
e
noi la
Spagna e
e
il lungo abitarvi di
tanti secoli
l'andare
ogni dotto
tempo
suo
canzoni d'amore in arabo, intanto che trascurava la Scrittura compor le opere dei Padri ; ed " nolo, e lo dice il Mariano, che anche i
di quel tempo sapevano cantare, in Ispagna, in arabo e involgare. pescatori " poi certo che battezzati e circoncisi non sempre si combatterono; anzi, nelle tregue frequenti, ebbero tra loro e colloqui e ritrovi comuni, onde la corte di qualche principe cristiano in Occidente e qualchealtra trapiantata in Oriente troppo dovettero formicolare di guerrieri cristiani e di di monaci di dottori e ceni, maomettani, di trovatori e di poeti sarapagani, in nulla dovesse si dare e perch" nulla, proprio prestito prendere scambievolmente. che pi" dovettero prendere, Anzi, in questo caso, quelli furono i cavalieri di Cristo, duri e incolti, tornaron che, venuti rozzi, poi a casa ingentiliti, pienid'ammirazione per il lusso e le per lo splendore, delizie dei principi d'Oriente.
74. E
tanto
ne
furono
occidentale
quel tempo risuona delle lodi del pi" grande dei principi di Saladino, il pi" generoso e illustre signore, considerato come orientali, il pi" magnanimo e gentil la medicina s'insegnava cavaliere. Intanto, come
di
""G8
CAPITOLO
NONO
da dottori mussulmani
nelle scuole dell'Italia meridionale, e per ilre Ruggiero libri di geografia di Sicilia si componevano in arabo, e la poesia
era
araba
tanto venuta
d'Italia e di
Spagna, e
in voga, che il Petrarca,infastidito, dovette dire ch'egli tanto era odiava gliArabi e i loro poeti;e glieretici di Provenza,come il osserva
Mussulmani, e i Valdesi tutto questo, procedevanodai lontani Manichei di Persia. " impossibile che nell'arte e nella poesia, in tanto stare insieme,si sia senza ripetiamo, scambievolmente? che " pi"importante da notarsi, dato e preso Quello poi si " che, posto che ilcambiarsi improvviso delle corti austere di Francia e ritrovi cada nel tempo delle Crociate quando di Provenza in allegri e gentili le corti d'Occidente appunto pi" immediato era ilcommercio con l'Oriente, in quanto imitano quelle d'Oriente. Anche le corti di Federico si cambiano di secondo piantate trae Manfredi, pi" tardi, saracene parvero corti veramente
con e
Bartoli,erano
in commercio
di idee
Ebrei
in Sicilia e in Italia.
sa
Quando
i Mussulmani,
smesso
costume, ravvivarono
Ghasna
la vecchia
cultura
in Bagdad persiana
e
al tempo
degliAbb"ssidi,e quando
nel Kliorassan
i
e a
dei Ghasnevidi
quelladi
Bagdad,l" si raccolsero
tempo. V'erano
di
e e poeti
gare di sapere nel cospetto del potente signore,tenzoni di filosofi, intanto che la maggior tolleranza le promosse dispute V'erano feste
con
mantenne.
canti
danze
di fiinciulle, con
letture di
di canzoni laudatorie; poi improvvisar di epici, enigmi,e giocardi scacchi,e cene e conviti di dramme d'oro a chi mostrava e manate e doni di vesti splendide festosi, ingegno maggiore.
poesied'amore,
di canti
e indovinar di poeticortigiani,
conoscere
splendoredi quelled'Oriente.
come e e
poeti e dottori,alcuni
Spagna; e
e
intanto le dame
i cavalieri
e feste, e giuochi e insomma disputesottili, ogni maniera di divei'timento profano.Ecco intanto ci" che dice, seconda Vidal in una novella: " Sire Ugo di Mataplanatroil Diez, Raimondo sua
in
sua
casa, cii'condato da
e e
cavalieri ; vi potenti
si
giava man-
vi si dava
dama
su
l" per le sale si giocavaagli scacchi e a piacere, qua verdi, rossi e azzurri. Graziose donne erano e tappeti presenti,
era
e gentile
cortese
un
cantor
di
voli piace-
vestito ; dal modo con cui egliandava incontro al leggiadramente Allora egli signor della casa, si vedeva ch'egli sapeva ben comportarsi. in varie guise la compagnia ". E innanzi dei canti e rallegrava recava
cose,
"
Arnaldo
Marsan, sempre
"
secondo
una
festa di corte,
cosi diceva:
Noi ci rendemmo
e
ad ascoltarvi canti
a scacchi e a dama, giocarvi dei qualimille furon recati innanzi, racconti, porgen-
L":
SOMHILIVNZK
LK
DELAZIONI
TUA
LA
FOKSIA
PERSIANA,
ECC.
"G9
dovisi molla
del
sole,
quando
appunto
anche
fummo
desinare di
nella gran sala "". Leggasi ci" ancora nel Giraldo che Castigiia, 1275, a Riquier
come
corte, venga
e ai trovatori, e veggasi giullari il dotto re poeta, nel definire gliufficidi questi in e di quelli ricordando molti dei costumi cortigiani d'allora che perfettamente con
consuonano
quanto abhiam
pur detto
or
ora.
il
giuoco
gradito, appunto
veggadi Firdusi. Gli stessi nomi che vi la storia dell'invenzione nel poema si riferiscono, tra i qualiscacco son quasi tuttiorientali, (inpersianoshah)
{sMh-m"t;
mot
" arabo ad
arco
fica signicui
?7
re
" morto.
Anche
glistromenti
con
i cantori nelle corti nostre, vennero si accompagnavano loro intorno al secondo Gastone Paris,dai cantori e dai musici arabi, decimo secolo, forse
di
come
li avevano
in
Persia,
suonato
col violino noi, le canzoni accompagnare lirico dell'undecimo con l'arco;per" Fakhri,un secolo, persiano
:
d'amore
Un compagno che bei concenti vogl'io suoni di ch'io con Sappia giga, poi, per D'aho
e
persiano.Anzi
vogliam lasciare
del Medio
di
osservare
ancora
come,
nel
nostro
verbo, come
si esprimano Evo, ginocaree suonare anche oggi si pu" vedere nel francese, nell'inglese
nel tedesco,trovandosi
violino dei di
anche, quanto al tedesco,che ilsuonalordi volte designatocol nome Volker, vi " spessissime Nibelunghi,
e suonatore. giuocatore significa g'mocare e anche e
Ora,anche
suonare,
e
nel
forse ilverbo
essere
lail)a che ha pure questo significato potrebbe doppio, l'intermediario traduttore tra il persiano e le lingue d'Occidente.
e lo dice il dall'Oriente,
Anche
nome
e
stesso
che
"
arabo, al-"d
e
l'articoloal,donde
lo
spagnuolo a"aud
?6?^^o l'italiano
liuto. 78. E
costume
a
tutto
tutto
questo
tale
mente improvvisa-
pensare la Perch",cei"tamente, pompa e lo splendore di quellecorti d'alti dovettero far stupire i nostri cavalieri; e alcuno di loro, la magnanimit"e
nobili
vedendo sentimenti,
grandezzad'alcun principe
470
('..M'ITOLO
NONO
mussulmano
(e di ci" vi
son
mille aneddoti
sparsiper
tempo), ben dev'essere stato acceso di forte desiderio d'imitarlo dispensando e festeggiando e donando largamente,accogliendo poeti e uomini mostrandosi tollerante verso gione. qualunque forma o abito di relid'ingegno, e incolta sempre E, del resto, " pur leggestorica che la gente rozza
ad altra gente pi" colta e civile, anche di quel tempo se nemica; e, d'altra parte, il mutarsi del costume cortigiano appunto pi"facilmente pot" farsi perch"ristrettoalla corte, dove poteva ci" che farsi d'un tratto,
non
impara molto
si sarebbe d'un
essere
potutoquando
avesse
dovuto
biarsi cam-
popolo.
cortigiana, dopo quel tempo, in in Oriente fu cortigiana tutta la poesia
nel
senso
79. E la
mussulmana.
poesia
non
pot"
che
che abbiam
determinato
nel
tutta comprendendo con quel nome primo paragrafo di questo capitolo, di la poesiadettata in lingua di di di Persiani, Siri, Egiziani, araba, Arabi, di Siciliae di Spagna,e poi la persiana di Marocchini,di Mussulmani priamente proEssa era cortigiana tanto perch" non detta,dettata in persiano. in corte quelli che la coltivavano, vivevano quanto perch" animata tutta il lontanissimo e cortigiana e allenissimo; quanta da idee dalle quali popolo era la della le era medesime, quale ragioni poesiaprovenzale, pure, per cosi assai fu dice ilGraf La " giustamente: poesiaprovenzale, una appunto dal principio alla fine. Nata e poesiaessenzialmente aulica e cortigiana, cresciuta lungida ogni popolare influsso, nutrita di sentimenti e di idee che non furono, u" potrebbero in nessun essere popolari tempo, essa rifugg" natezze dal fu sol delle cerc" ilfasto e le raffisolo e corti, popolo,e sempre vaga del viver signorile ". E veramente, e cortigianesco per non toccar che un punto solo,anche l'amor mistico dei poeti d'Oriente e d'Occidente, tutti que' suoi pensieri sottili tutto quel suo con e reconditi, con linguaggio che frutto di certa scuola artificialedi e figurato, come non era allegorico di cos" di e intendenti non idee, dottrine, pensieri, |)otevatrovar interpreti
che in
cerchio di gente molto angusto. 80. Perch" l'artificio molto studiato e lambiccato
un
"
qualit"peculiare
in Occidente, si mostr"
come era
uniforme
e
convenzionale,
gran
il vero
costretta
e
gi" da
era
tempo fermati
amore,
ma
come stabiliti, un
non
s"
che
un non
di vago
trovatore
vanamente
e a delirare sospii'are
mistico d" Persia per ci" che essi medesimi E perch"quei concetti erano comuni e non per dir qualche cosa all'uniforme concetto architettati in
n" conoscevano. sapevano del poeta,doveva pure ilpoeta, parolenuove; da ci", accanto
il verso
Se la rima fu artificiosa foggiatutta nuova, strana e difficile. in Occidente, che talvolta consta veggasila rima dei poetid'amore persiani, di due
e
anche
di tre
aver
dato
472
CAPITOLO
NONO
di
aver
occhi propri, e di avere una guardatocogli oggettivata La sua arte poetica !o lega, lo stringe. lo avvingiiia, Un in codeste anime
sua
sione. impres-
sentimento amerebbero
della natura
tanto
c'",perch" se
il sentimento
non
ci fosse, non
deve tradursi al di fuori nell'opera quando le regole lo uccidono,ci" uccidono di soffocazione. Cosi d'arte, avessero profondo presso a poco " dell'amore. Dire che i trovatori non
"
di descriverlo. Ma
il sentimento
dell'amore,sarebbe
cosa
assurda
smentita
l'amore essi rimangono sempre della loro vita. E pure anche nell'esprimere lo guardano solamente nei suoi caratteri essendentro un formulario, ziali come
e a e si direbbe generali,
fosse un La personificazione l'amore delscrivere, " continua,e par quasi necessaria; e cosi personificato, questo sbiadito amore ferisce parlae si muove sempre secondo certe l'egoledate; il ferisce col " colla lancia, e via di seguito, dardo, dispensatore d'ognivirt", s" a senza verit", stesso,monotono, senza calore, decrepilo sempre eguale nella freschezza deglianni, tisico nella pienezzadella vita. I precetti, le dei tratticaratteristicidella poesia teorie sulla natura dell'amore sono uno trovadorica. L'amante deve essere la donna che e discreto verso paziente
"
un
sentimento
che li muove
ama;
sue
di
non
nominarla
mai
nelle
di poesie,
fare ad
essa
allusioni
prometterla. troppo chiare che potesserocomdal Irovatoi'e non " una donna, ma "
un
tipo uniforme, sempre stessicolori, stessiepiteti, che ha sempre cogli dipinto sempre chianjato cogli fisiche e morali. Essi stanno sempre sulle generali, le stesse qualit" non mai a pitture discendono non essere un particolari, scolpiscono umano, nella che la tra schizzano d" donna il mezzo ma e penombra un serafico, di di che ha i n cui il nebbioso, aereo e cosa non palpiti, qualche sangue in cui la vita L'idolo che " suratamen non non s'agita. invocano, corre, sempre smipersona timido
e
determinata, ma
al di sopra delle cose terrene. Come esso, l'adoratoi'c" sempre ilpi"tenue modesto, e non chiede che uno sguardo o una parola, ad ogni verso della canzone trovadorica,si sente ogni strofe, ha traversata l'anima del che ilpoeta comj)onimento non j)oeta, ha voluto
cessare
di
essere
per
Il
non
essei'e
che artista.
82. E il Graf
amore
non
meno
acconciamente
pi" italianamente:
Un
tutto
natiu'a abborrente
tutto correttezza e comj)ost(V.za, soavit",tutto eleganza, jier da ogni esagerazione da ogni violenza, da ogni stoi'tura,
di di
Werther
sua,
di
quale
non
si
sarebbe in
potuta desiderai'e
pi" acconcia.
del soave, son ispecie, capolavorid'arte mirabili. Sotto la ispirazione sentimento, il verso si pondera con istudiatissima corretto,elegantissimo
LK
so.mi(;li.\n/.k
lk
hki.vzio.m
ima
i.a
l'OKsiA
i'i;hsiana,
kcc.
473
si intrecciano, si rincorrono simili a economia, le rime si affrontano, schiere di danzati'ici, il concetto si riquadra nelle profilate membrature,
che compiono illeggiadro le strofe si compartono in simmetrie ciistalline, fanno in sugli d'uno stipoprezioso le figuregeocome edificio, sportelli metriche nell'avorio e nell'argento E ancora: L'antichit" ". intagliate che implica il concetto di fattui'a o di dato alla poesia un nome aveva " colui che creazione: il poeta fa o che crea. quel Appo i provenzali " il " da verbo. mutato suo mutazione e nome un luogo occupato Questa " senza in dei'iva non qualcheimportanza, giacch" parte da un'alterazione
"
""
di concetto esercizio di
trova.
di denotazione.
Trovare
e trovatore poesia,
vuol dire in provenzale fare {trobar) accusativo trohador)" colui che (trohaire,
lavorando
e " ora
disdicono ad una non Ora, queste due denominazioni poesia che, intorno ad un tema far altro che cercar non aveva a invariabile, trovar le rime, i modi d'espressione pi" acconci,le forme pi" leggiadre volta che in tutte queste parole fatte pochissimeeccezioni, si possa non ce n'" alcuna che non riferite,
".
"
pi" nuove
Ridiciamo
anche
una
adeguatamente alla lirica persiana, specialmentea quella d'amore; e chi se ne vuol persuadere, pu" leggere. sembrano 83. Gi" abbiam veduto innanzi quantisoggetti da romanzo in Uccidente dalla Persia. Ma non " forse possibile che tanti esser passati abbian potutopassare senza tanti particolari, " cos" lunghil'acconti, e con
che abbian il
recato
con
riferire anche
s" alcuna
reminiscenza
romanzesco,
pi" che
e
grande movimento
Paris,in
epico
e
il Justi In
Gastone
Persia
in Occidente
"
contemporaneo.
generale,
ogni romanzo
dei due
n" qui le avventure giovaniamanti dei qualisi narrano pietose; sar" d'uopo recarne tanti sarebbero gliesempi, tanto son noti per i nosti'i, i persiani, della poesia gi",del resto, ricordati da noi nei capitoli stati volte quei nomi romanzesca e della mistica. Ma sono spessissime scelti per il significato hanno che appunto fra e per certa corrispondenza loro per quel significalo. Perci" i nomi di Fiore e Biancafiore, se non nella loro origine che pot"esser diversa,e quelli di Floriante e di Fioretta,
non
devono
a
esser caso
caso, come
non
dovettero
esser
stati usati
(Sole e Giove),di Hum"y e di Navr"z e Gul (primo giorno di primavera e Felicita), Hum"y"n (Felice tanti altrinomi d'altriromanzi " rosa) e Ora, Gastone Paris, a persiani. di francesi a fferma romanzi proposito quei ch'egli d'origine greca e bisantina (e sono dice le seguenti cose: -" Tutti questi d'origine orientale), romanzi hanno in generale lo stile medesimo e ilmedesimo tono, e hanno la medesima forma che " quelladei versi ottonari rimati fra loro, due a due. Lor principale soggetto " pur sempre l'amore,che, contrastato lungo
e
di Mihr
Mushteri
avventure
innumerevoli
di
di mare, trasformazioni. 1 poetipoi li hanno incanti, predizioni, trattati destinati alla rivestendoli del colore dei loro tempi. Erano
47-4
(-..M'ITOLO
i\(-NO
e per" lianno cercato in parte di piacereassai di gente alta ed elegante, dei pi" con la pittura costumi, nella descrizione fedele e vivace dei costumi
di
essa
"".
"
Anche
il romanzo sempre
e persiano " pieno d'avventure di mare la vita di due amanti perseguitati racconta
poi riusciranno a lieto fine. K il poeta, api)unto perch" mandava ad esser letta neglieleganti vi fa pompa sua l'opera convegni delle corti, di cose, di usi,di costumi, di cerimonie, grande di descrizioni line e leggiadre di palazzi, di giardini, di vesti sfarzose, di suppellettili ricchissime, vecchieil colore dei tempi suoi. Perci",lo stesso Firdusi e induce sulle cose che nari'ava le geste deglieroi del bel tempo antico, descriveva, forse corte di Ghasna senza se ne avvedesse, i costumi della splendida ch"egli in cui era accolto; e Niz"mi e Ass"r e Kirm"ni e S"veghi e ogni altro
romanziere narrando persiano, vecchie storie che si dicevano
pehieviche,
come
le corti sfarzose del loro tempo. Ma questiromanzi, francesi di Gastone Paris, son pur tutti condotti col medesimo
vi ritraevano
stile e
posti com-
col medesimo
esterna
veste
son poetica,
pur
la forma, quanto loro;perci" al distico e alla rima, " perfettamente nell'altro caso. e eguale nell'uno e nei recenti; Quanto al metro, esso " diverso nei vecchi romanzi persiani i vecchi hanno il che che " metro gli epico quellostesso perch" Spagnuoli chiamano di arte maggiore,adoperato da loro nelle canzoni epiche, avuto forse dagli Arabi che l'hanno in comune coi Persiani. Ma i nuovi, come da Niz"mi in poi,cio" dal dodicesimo secolo in poi, hanno un altro quelli si potrebbe che qui non metro, pi" molle, quasi flebile, adeguatamente Ma ildistico limato resta pur descrivere, e sarebbe anche cosa superflua. fra
assai notevole
di
tra somiglianza
il romanzo
orientale
l'origine delvogliamo metterci nella intricata questione della rima, veggano i dotti fino a quale et" si pu" alTermar con nostri cominciarono ad avei'la, certezza che i romanzi pei'ch", quanto a i i romanzi dire testi pehlevici da cui son discesi noi, non se potendo l'avessero o non ci appagheremo di notar mente semplicepersiani, avessero, che l'hanno le pi" vecchie e antiche poesie persiane e arabe. Anche la poesiasiriaca, ebbe l'ima; e se [)are pi" antica della persiana, abbia traccia il maggior poeta dei Siri, non ne Sant'Kfrem,che l"oriintorno alla met" del quarto secolo,qualche poeta posteriore ne ha alcun esempio forse fu di imitazione Perch" trovasi o un evidente; carme degliArabi. Antonio l'elore, siro diTecrilin Mesopotaniia, vissuto nel settimo monaco i suoi calunniatori, l'esoi'dio del quale " secolo,scritto da lui contro tutto di senari rimati fra loro,quasi sempre due a due. Se poi si dovesse credere a qualche dizionario persianocitalo dal Vullers, anche il celebre musico B"rbed che visse ai tempi di re Khusrev Parv"z, cio" al principio del secolo settirno, canzoni epiche regiecon la rima. Quando componeva
poich"noi
non
si riferirebbe niente-
LE
SOMIGLIANZE
LE
KELAZKIM
IKA
LA
l'OESIA
l'EltSIANA.
E(X.
47.')
meno
che ai
tempi della
letteratura
non
possono
considerarsi
anche
consideraisi
quelleassonanze
ai romanzieri
Medio
chiamiamo,
erano
dei loro
poemi,
o
allorquando,distribuendolo
recitazioni orali in Iddio
e
invocavano racconto ad pubblico, la Vergine, gliAngeli e i Santi,e piamente poi conchiudevano, alla stessa invocazione
e
le letture
le
ritornando
cantare. in
e
gli uditori ad
un
altro
del poema, ponevasiuna acconcia introduzione Anzi, a principio dicevano le del comporre cui s'invocava e lodava Iddio, poisi ragioni mai si la attingeva dolce istoria da
narrare,
e
donde
il
perch" della
scelta, non
graziososignoreal quale il racconto, il gaio poeta soleva laboriosa era dedicata. Seguitando l'opera recondito di ci" che narrava, far risaltar di tanto in tanto il significato mostrando che alcuna volta tutto poteva intendersi per allegoria, ora ora si Iddio al di morale, e sul finire ringraziava e volgeva suo ragionando il volta metteva nome e la data. ancora e qualche mecenate, proprio " proprio tal quale anche dei Tutto questo modo d'ordinare il poema di Dehii, romanzi persiani. Firdusi e Mz"mi, Kirm"ni e Ass"r, Khusrev e lodano S"veghie Gi"mi, e tanti altri, sempre invocano Iddio da principio i suoi primi compagni; dicono poi la ragione del loro poema Maometto e l'abbian essi con e chi l'ha fatto loro comporre e qual fine composto, il magnificosignore da cui sperano favori intanto che lodano e incensano ad ogni canto, anzi nel canto Niz"mi poi pi" di tuttis'interrompe e grazie. del di morale, per toccar stesso, per far lunghe e patetichedigressioni il loro nome e la del racconto. Tutti poi pongono allegorico significato l" i pjemi persiani di ci", son data negli ultimi versi. Per persuadersi quali
sono,
e non
dimenticando
86. Ma
l'Ameto italiano,
del Boccaccio,che
ha
una
nel disegno,col nel soggetto,certamente so non singolaresomiglianza, di Niz"mi, le Sette Belt". Nel quale il melanconico poeta romanzo persiano di
Gangiaracconta
sette
come
il re Behr"m
avesse
fallo fabbricare
un
bellissimo
palazzocon
diverso. Il ciascuna in
ornato pianeti,
re un
quartieri, posto ciascuno sotto l'influenza d'uno dei sette di color ciascuno di drappi di diverso colore e di gemme Behr"m, giovane cacciatore,ha fallo collocare nel palazzo, e ha sposate, sette giovaniprincipesse ch'egli quartiere,
reca
ora, tornando
dalla caccia,si
per sette
sere
visitarlead ciascuna
una
ad una,
che
di quello stesso colore. principee trovasi nel quartiere ciascuna gliracconta una storia d'amore, fmita la quale Allora, particolare colore del
essa
fa
del l'elogio
colore che
essa
iTC)
rosso
CAI'ITOLO
NONO
che il
rosso
simboleggia il sangue,
gote delle belle fanciulle. p]ccoci ora " perfettamente eguale a quellodell'Ameto,nel quale appunto si racconta di Ameto, giovane cacciatore, allevato nei boschi,come Behr"m nei deserti mora s'innad'Arabia, fra glieserc"zi della caccia e delle armi. Anche Ameto di sette donne bellissime, vestite ciascuna di coloi- diverso,ciascuna
delle
storia d'amore. Dicesi che i nomi delle poi una donne di Ameto simbolico,rappresentando le tre virt" significato le cardinali. e Ora, anche ilromanzo e Niz"mi teologali quatti'O persiano, mistica anche nei suoi romanzi, " gi" inclinava fortemente all'allegoria nei nomi delle sette principesse, ed essi hanno pure significato allegorico morale. Ma ci" che pur fa meraviglia, " la circostanza dei sette colori nell'uno e nell'altro romanzo. Nell'italiano, questisette colori non hanno il Boccaccio deve aver di alcuno, e significato seguitoquesto particolare forse il non intendesse senza ne sappiam quale sua fonte, ch'egli perch"; ha ben ragionedi essere, perch"si riannoda, esso laddove, nel persiano, vecchio sistema astrologico a tutto un e per la dottrina dei sette pianeti, N" l'esempio di un edif"cio a sette colori " il solo in Oriente, religioso. il re Deioce facesse cingeredi sette trovandosi che Erodoto racconta come citt" di di la Ecbatana, volendo simboleggiarvi dipinte sette colori, mura, i sette pianeti;e che l'architetto Simn"r, come Niz"mi nel racconta le Sette Belt", aveva romanzo un palazzo proposto al re di Hira di fargli ciascuna di color diverso. con cupole, 87. 11 disegnoadunque e l'orditura dei due romanzi sono anche eguali liberamente studi e lavorando se il Boccaccio, seguendo l'indole de' suoi il da uomo di genio e non da copista, di rienipi racconto principale Ilriadi e di altri particolari della poesia classica pastorale; il disegno ma " strano laddove nel persiano nel suo romanzo, ciamente ogni cosa si trova acconal suo ha attinto a Niz"mi, posto. Non diremo tuttavia che egli sebbene Niz"mi, morto nel 1203 dell'Era nostra, glisia anteriore di pi" di un secolo e mezzo; da qualche vecchio romanzo se Niz"mi toglieva ma, i l Boccaccio indubbiamente doveva a qualche alli'o attingere pehlevico, dente. col ])ersiano, racconto che, venuto da una stessa origine era passato in Occi-
qualigli racconta
hanno
dovette passare in Occidente assai che Ibn Zafer,in Sicilia e nel secolo decimosecondo, in nel
di Behi'"m
suo
alle forme
ci sembra liriche,
d'amore
provenzale e
e
ghazela d'amore
in alcuni
alcuna
anche somiglianza,perch",
se
in certi modi
che sempre
di fu
slessa dell'amore gliOccidentali, tulio ci" si deve alta natura si esprime allo stesso modo anche nella maggior lontananza d'amore persiana, Poi,la ghazelache " la vera canzon tempi e di luoghi. coltivata e fioriquando i possibili scambi tra Oi'iente e Occidente erano
LE
SOMICLIA.NZF
LK
f.KL
\/.IOM
TUA
LA
l'OESLV
l'ERSLVN'A,
ECC.
4-77
quasi cessati e la poesiapersianagi" coiiiinciava a declinare. La forma invece,die fu in onore grandissimoin tutta la poesiaaraba e perlirica, siana dal settimo e dall'ottavo secolo in poi,fu la qas"da,andata poi in disuso quando la ghazela cominci" a fiorire. Con la qas"dapertanto crediamo il sirventese delle nostre letterature, che abbia molta somiglianza alcuni punti molto particolari, esclusi pur sempre tutto ci" che perch", si pu" dire anche della qasida.Il sirventese, il Diez dice del sirventese, delle pareti domestiche e lo menava dice ilDiez,traeva il poetadall'angustia sulla piazzao nel campo, laddove eglidoveva o difendere il giusto o 0 sostener assalir l'ingiusto o e la difesa della qualche fazione o far l'elogio
stessa
arte
sua.
Perci"
pu"
considerarsi
il sirventese
come
una
voce
chiara
e tempi,intanto che per esso il poeta" come posto in un al dei di donde viene certa fidenza conluogo pi" alto, contemporanei, gli sopra
fedele dei
loro amico, consigliere per trattar da parie paricoi grandi come difensore. Anche serviva ad alti uffici, e il poeta lo mandava cuno per qual-
acciocch" meglio e pi" presto alla persona cui esso era rivolto, Per" questo genere poeticooperava ampiamente e largamente, toccasse la meta. toccando tuttigli s cendendo dall'accento talvolta, argomenti pi"gravi, solenne di maestro
morale,
quelloacre
passandoanche al pianto funebre per la morte n" " raro che grande sventura pubblica; qualche
come
vi si
per occasione
cotesto
dice il Diez
per trattar di alti afTari in pubblico, pure adoperata di qualche nelle corti, nel cospetto come principe, quando il poeta arabo
quintosecolo tolse a difendere con una qas"da,nel cospetto di H"ra, una dei Bekriti contro i Taghlebiti, di un principe causa e come Anvari mand" amico una suo quando il poeta persiano pietosa per un qas"daal signore di Samarcanda, supplicandolodi liberare il sultano dei Ghuzi. La qas"da lodava, qualche volta anche prigioniero Sengiar, e piangevala morte di troppo,i grandi e i potentie dava loro consigli, grande o lamentava qualchepubblicasventura, come quando con qualche e con Saadi, nel 1258, piangevala presa di Bagdad fatta dai Mongoli,
del Gebeli lamentava le vittime di
un
Al-H"rith
che
distrusse la
era
citt" di Tebr"z
nel 104-2. E
l'amore
raramente, anzi
da
"
posteriori
non
talvolta "
messo e
interamente della
parte.
89. La forma
del sirventese
scelto che " pur sempre e contribuisce a renderla tale ilmetro impacciata, rima solenne e grave nella lunghezza nella qasida, con una sua, almeno il che in essa si ripete di distico per tutto ad ogni secondo verso ponimento, comha libert" maggiore.Gi" tra laddove la rima, nel sirventese,
troGuglielmo conte di Poitiers, poesiedel primo poeta provenzale, vansi esempi di sirventesi; la qasida orientale " molto pi" antica, ma
le
478
CAPITOLO
NONO
adoperaladai
Siria
e
Persiani
fin dal
nono a
secolo
Maometto.
in Africa e in Ispagna. Anche si " in Persia, e, di qua, in Sicilia, della parola sirventese o sirventa, disputatomollo intorno all'origine
perch"altri
si cantava
come a
la deriva
dal verbo
suo
musica
servire, perch"era canto composto dal e altri dice che cosi si chiamava signore, perch" tal di altro canto, al quale essa modo veniva pei-
essa e altri sostiene che cos" si chiam" servire, perch"in origine mato, fu il canto del soldato mercenario, di colui che serviva. Tutti hanno afferma nessuno
ha
provato; e
cotesto
domandiam
senza
di fare anche
noi
mettendo
" pur venuta nel Medio Evo in Occidente, Si^yt'"^y^/a della parola etimologia potrebbetrovarsi nella parola della orientale poesia
di persianazir-hend o zlr-vend, che vori-ebbe dire accompagnamento in persianoa designarela corda pi" sottile nota alta. La parolafir serve musicale,opposta alla vocebeiu,con cui si denotano d'ognistrumento le corde pi" grosse e le note basse. Le due parolesono pure in persiano molto ricordate nel poema di Firdusi, il le canzoni erano quale dice in alcun luogo che, ai conviti dei principi, antiche trovandosi
gi"pi" volte
riferite. le parole or ora accompagnate da note alte e basse, e v'adopera vincolo, legame, L'altra parola del composto, bend (anche vend),significa nelle esprestecnico della poesia persiana, nel linguaggio come e si usa sioni ritornello,designano un e terk"b-bend, che, significando terg"-hend che dato punto, dopo certo f"ssa torna rima e propria a un verso con
numero
parola
zh'-bend dato
persiani;
"
possibilissima,
parole or ora ricordate e data la facolt" ad arbitrio dello scrittore, del persiano di fabbricar centinaia di parole, radici verbali poste alla fine di qualunque parola; e bend o vend con molto frequentenei com" appunto radice verbale che occorre posti. (legare)
delle altre due l'esempio
e non
non
" che congettura; ma son mere congetture di fatto nemmeno le altre etimologie proposte.
gi" che glistromenti ad arco sono Forse, in favor della nostra, sapendosi del servire, di origine sta la ragionmusicale, pi" valevole di (}uella persiana,
la servit". qualunque sia il modo che al sirventese si |)ossa applicai'e di cominciar si " quello della liricaaraba e persiana 90. Luogo comune la qas"da quasi sempre con una lunga descrizione della primavera. La Gebeli, tra i usarono r^"deghi, Deqiqi, Firdusi (nellepoche sue liriche), del nono Min"cihri,F"ry"bi secolo;la usarono e del decimo poetipersiani duzione d'introed essa serviva come dei secoli susseguenti; e S"veghitra quelli mente acconcia,dalla quale poi, colto il destro, ilpoeta passava bellaMa essa, come ricco e graziosomecenate. era a far le lodi del suo voluta e d'artificio, non cosa procedeva da alcun intimo sentimento, e si
480
CAPITOLO
NONO
giorecol
secondo
nostro
contrasto
che
di
ratura (e trovansene anche nella vecchia lette" foiMna che si d a alla una una tenzone francese), ricollega parte dei FYovenzali (ci"che non crediam noi,come diremo appresso) e dall'altra Chi poi legger" al dramma le tenzoni e i contrasti persiani, plebeo. vedr" che c'" una tra essi, cos" lontani, e i contrasti singolare somiglianza Milano. del frate di in questi, le particontendenti dicon Perch", come in loro le s" che ne nasce di versi, un ragioni egual numero dialogo sempre la dell'una " tosto dall'altra e e serrato, spedito ragion impugnata che, alla sua volta, mette innanzi un'alti'ache l'altraparte confuter" poi.Se ne della lirica. ne gliesempi da noi dati in fine al capitolo veggano, intanto, I soggetti si assomigliano le tenzoni persiane si volgono ma perfettamente; la fine a qualche potente scelto per giudice, d'un tratto verso come fanno anche le l addove i contrasti far s" che provenzali, sogliono appunto delle partiresti vinta e pei" tale si dichiari. Eppure, bench" molto una forti siano ie somiglianze notate, non possiam dir nulla quanto ad un possibile scambio tra Oriente e Occidente in questo punto particolare. Perch",
tra il corpo come parte i contrasti della bassa letteratnra latina, il la il lino c'indurrebbero e e e vino,tra a l'anima, tra l'acqua pecora, c he il le loro da essi della con contrasto credere, proceda somiglianze, fu e dall'altra, nostra vecchia poesia se si pensa che la tenzone dialettale;
frate Bonvesin
da
una
grandissimoonore di disputarpubblico
corti mussulmane, abbia
e
in
anche
e pi" antichi,
che il
torlo si
pu"
ne alcuna, non pare inverosimile che il provenzale in Occidente. curioso divertimento poeticoper qualcun d'essi sia venuto Anzi v'" chi apertamente lo sostiene, ragione.Dato e, secondo noi, con
udita
veduta
cotesto,sarebbero
araba
da
una
e dall'altra la provenzaledalla quale ultima venne poi parte la persiana, il che E finale si deferisce ad altri, la francese. veramente giudizio ", manifesto ed esterno, che non secondo noi, tal segno peculiare, pu" a insieme come di tener collegate meno congiuntedi parentelale tenzoni in particolare, si assomiglia tutte orientali e occidentali. Che se la persiana,
di molto
nel fare
nell'andamento
al contrasto
nostro
badisi popolare,
anche ragionevolmenteattribuirsiad un atteggiarsi potrebbe intanto che il e svolgersi suo proprioe interno,non venuto dal di fuori, alcun sentore della tenzone, pu" ch'esso abbia avuto contrasto, senza che tutto ci"
esser
teratura quelle disputeo contrasti della bassa letlatina a cui gi" si accennava. anzi,assai pi" facilmente Cotesto, il si potr"intendere (juandosi pensiche contrasto fu scritto per il popolo rest" tra il popolo, vestito della sua intento onde morale, con sempre la tenzone orientale e occidentale ruvida veste dialettale, e che,all'opposto, derivato direttamente da
non
ebbe
mai
quello di
far prova
d'ingegnoacuto
LE
SOMIGLIANZK
LE
HELA/.IOM
TKA
LA
l'OESIA
PERSIANA,
ECC.
481
destinata ai ritrovi delle corti e sottratta forse al popolo che non sottile, nel capitolodella abbiana posto la tenzone lirica, seppe che farsene. Se poi, che arieggiano nella classe di quellepoesie ilfare popolare, queslo abbiam stile particolare, fatto per il suo da essa forse in Persia, assunto non che l'intento sua era non e l'abito gi" per l'origine pi" lontana, gi"per che era |)ursempre cortigiano. 0 forse quiqualchemodo suo d'arte popolare s'" incontrato con qualche altro d'origine straniera e cortigiano, e la n" si vede come si fa pi" difficile si possa definire. e intricata, questione 93. Min"cihri, racconta e descrive poeta persianodell'undecimo secolo, di fare il in alcuna sua poesia la maniera un vino, rappresentatacome inflittoad essa dal pi" crudele vignaiuolo. crudele martirio dell'uva, dato tradotto in fine Min"cihri ha diversi esempi (uno dei qualiabbiam cos" possono chiamarsi, della lirica) di questimartirii, al capitolo se e i canzonieri ora v'" ragion per credere che,se si conoscessero perduti del nono, del decimo e dell'undecimo secolo, altriesempi dei poeti persiani che ha molto dell'abito si troverebbero di questo curioso componimento studiosi ha alcuna intanto se esso con Veggano gli somiglianza popolare.
quei martirii
Evo, come il Martirio di San Bacco,di Goffredo di Parigi, del decimoquarto secolo, nel quale appunto, secondo Gastone Paris, si descrivono i tormenti della
si fa ilvino. Ma, qualunque ne sia l'origine vigna intanto che dal vignaiuolo
0
la derivazione
la trasmissione, la
grande,anzi
v'hanno
il soggetto" pure
il medesimo,
di gran lunga la precedenza del tempo. innanzi versi 94. Se ora volessimo qui recare
e
interi
innanzi
certi modi
e molte poesiaprovenzale, potremmo sarebbero n" poche, n" lievi. Sarebbe tuttavia non pagine,e le somiglianze in questo caso particolare, perch"le somiglianze, opera quasiinutile, proverebberoassai poco intanto che voglionoprovar molto. Ma non
molte riempire
d'un particolare curiosit", nel quale quella ha senza della lirica mistica, orientale e occidentale, la dubbio precedenzasu questa. Intendiamo l'immagine della farfalla, secondo la quale il caldo e disioso amante " rappresentato sotto la figura d'una farfallache si getta nel fuoco e vi si abbrucia. Secondo i mistici, " l'anima umana che si perde in Dio. La bella immagine " frequentissima e trovasi anche presso i nostri, Saadi,Att"r e altri, persiani, presso i poeti
mera
di
in Folchetto di
e in Jacopoda Marsiglia
S"
Non
corno
Che
se
" di
Pizzi,Storia
della poesia
482
CAPITOLO
NONO
cose
della filosof"aalessandrina
sono
orientali e
che,quanto
non
Medio
di
Orientali. l" veramente, ma per trasmissione degli 95. Che molte favole e novelle nostre sian venute ornai tanto nota forma che hanno che
non
vuol
essere
secondo orientale,
che,quando quelprincipio
e novelle, quasi tutte
Evo
per
mezzo
se
greche,ebraiche, e alcune
che lo stesso divino Ariosto ha inserite nel suo altre fra quelle Boccaccio, andare errando, talvolta esse Ma nel lungo viaggiare e si sono poema. nei di tal nel particolari guisa che ora l'occhio trasfigurate soggetto e
acuto tanto
grandestento giungea
mera e
l'occidentale sembra
orientale. del
favola
Francesco
Tuppo,
decimoquinto,ha
si confronti
con
inserita nella
i Consigli dell'augelletto, persiana, la (lobla spirituale, mistico persiano di Rumi, e che trovasi nel poema alla poesiamistica. Si vedr" data tradotta nell'appendice che noi abbiam i due racconti lontani,derivati ambedue da una fonte, quanto somiglino che il Teza ha trovato
essere
la novella
Paris
ne
ha data
fuori
una
traduzione
francese
novelle,abbiam
letterale un
ci" che
riferitoanche
quasi
del nostro
la morte
importa a forme. Per il qualpunto si pu" dir subito che quel vecchio disegnodei libri
di novelle indiane,secondo si trattano
e
96. Ma
l'un l'altro per l'avidit" dell'oro. noi,si " il toccar della somiglianzadelle
unico
un
racconto
damentale fon-
in tanti
espostebellamente vi si dichiara per acconcie disegno,diciamo, " rimasto pur sempre quello
rinlralciarsi artificioso " abito costante dei presso i nostri, hanno che della ora conoscenza (luelli
Veggano
si trova anche della francese, se cpiesto particolare jjrovenzalee possiam ricordare che il iJecamerone del l", perch", quanto a noi, non
Boccaccio. in
del
porre com-
insieme
natui-a
comune
nell'et" di mezzo,
questo
fatto tutti
LE
SOMIGLIANZE
LE
UELAZIOM
TUA
LA
POESIA
PERSIANA,
ECC.
483
e arabi, e per i persiani, gliscrittori di novelle,persiani veggasiil Libro di Merzb"n, di Ver"vini;il lloseto e il Verziere, di Saadi;gli del Splendori Canopo,di lluseynV"iz, tutti libri di favole e di novelle,condotti aj)punto secondo quel concetto. Ma il concetto " indiano,del o disegnoprimitivo dal quale gic" Panciatantra, sappiamo esser discesa tanto grande famiglia " di libridi novelle. del poi certo che l'antica e primitivaspartizione
Panciatantra
-delle sue
prime versioni
e
orientali
era
fatta secondo
certi
puntidi morale
con
svolti in
racconti
solo
unico
racconto
induce unit" nel libro. Che questo particolare concetto assai anche dal libro, presto sia passato in Occidente, s'arguisce gi"tante volle fondamentale d'Ibn Zafer,arabo siciliano, che nei suoi conforti politici tratt" ricordato,
cinque punti di morale e di religione pienidi per altrettanti capitoli, novelle e di storie persianee di favole d'animali. Egli del secolo dodicesimo. era Anche Pietro Alfonso, ebreo spagnuolo convertito, vissuto verso la fine del dodicesimo secolo, componendo in latino la sua Disciplina ricale, cleconforto delle varie dottrine esposte la riempidi racconti gine d'oriche i libri arabi, come s'intende dalle conosceva orientale,egli
a
prime paroledel suo libro che ebbe subito favore grandissimo in tutto dove fu tradotto anche in francese e in guascone fin l'Occidente cristiano, dal tredicesimo secolo. E tacciamo delle tante versioni ebraiche, latine, che in quel tempo, tedesche, fiamminghe, francesi, italiane, spagnuole,
sotto nomi
fino
sotto greche,
il noto
titolo di
Libro di Kahla
97. Ma
novelle secondo
e non
ben
allora i libri di
non
distribuite curiose,
e
certi
puntidi morale,
secondo
delle persone. In Persia ci" fu fatto assai per crediamo erudito stato Aufi, un esser l'esempio al
pi" dei fatti qualit" tempo, e ilprimo a darne e letterato di poco genio,
la
del secolo decimoterzo. Ecco intanto che principio questo " appunto il disegnodel Decamerone, che,ponendo un racconto che visse intorno
fondamentale,
secondo le di morale.
narra
curiose avventure
secondo
certe
stabilite categorie,
fattie delle persone, non pi" secondo alcuni punti del Novellino di Tommaso Questo stesso " il disegno Guardati,
sua Salernitano,che divise l'opera
dei qualit"
detto Masuccio
in
i racconti avvenimenti.
secondo
certi ceti di
persone
certe
qualit"di
leggiadro,
il
98. Anche
con
studiatamente
va
tante
descrizioni
uno
onde dipinture,
meritamente
tanto celebre
abiti particolari di quasitutte le novelle d'Oriente. degli aveva Per", se ragionedi cercar nella per un certo rispetto dello splendore volutt",voluta goder fino all'ultima stilla, l'origine riposta chi la vede,all'opdello scrivere boccaccesco, forse non ha minor ragione
Decamerone, "
il Settembrini
"8i
CAPITOLO
NONO
posto,nella
del Boccaccio
natura
e
storica del
di
il Firenzuola,non
"
continua,ma
colori
nelle descrizioni di
luoghideliziosi e ameni,
descrizione,
giardinocon cui egliapre la giornataterza, " un vero incanto. Ma piacevolescrittore di novelle racconta piano e discende anche allo stile talvolta e famigliare, adoperando anche naturale, i lunghi riserba pi" volentieri brevi e tronchi, mentre e involti egli periodi quelladi
un
nel resto, il
descrizioni pi" lavorate. Anche l'introduzione di alcune sue quelle " spesse novelle che per lo pi" ne enuncia il perch" e il significato riposto, talvolta faticosie contorti. con volte intralciata e densa di pensieri, periodi libri persiani ci" si nei di novelle e trova perfettamente Ora tutto eguale
a
lo stile"
oscuro
quasi sempre
e
naturale anche
piano, degna
riscono si rife-
tratto
difficile e alcuna
a
mente deliberatae
o
quando
si descrive alcun
luogoo
cosa
nuova
di nota,
questibrani di
In questicasi quasi sempre proverbi. s'adopera diff"cili volta tale intricati, poesiason quasi sempre
senza suo
anche
commento
non
s'intendono. Quando
viaggioverso Occidente in tante sue con s",pur trasformandosi, certi suoi abiti s'incontra nelle tre tutti.Il quale poi, se non araba d'ibn ul-Muqaffa, siriaca di B"d Periovecchie versioni orientali, Simone manifesto di si trova e anche Seth, poi deuta, greca esageratoin E ora " necessaria alcuna dichiarazione. La versione tutti i traduttori persiani. che sobria, d'Ibn ul-Muqaffa e severa, non stringata poteva essere secondo lo stile della letteratura mussulmana, scritta in arabo, di quei anche la greca, fatta sull'arabica; la siriaca tempi, e tale doveva essere
dovette mai
seguire per
amante
molto
parte l'indole della letteratura siriaca che non fu luccicanti della forma, e dall'altra dov" splendori degli
una ora pehlevica,
perduta,sulla quale sembra essere fu fatta sull'araba. Ora, anche la letteratura pehlestata fatta, se pure non vica, stile ci" che assai lo da ne amava abbiamo, poco pur giudicandone di cui,anzi, sembra florido e leggiadro, esser stata apertamente nemica. che anche la letteratura persianacominci" a fiorire, 99. Ma come ecco dello favole d'un l'abito antico i libri dello novelle e delle tratto ripresero minuto ed elegante, intercalar poesie e sentenze, del descrivere artificioso, del perdersi e adoperar fi'asi peregrinee parole lungamente nel cercare alcuna favola o novella di Masr-ullc"h o diff"cili e disusate. Veggasi perci" di Saadi, di Nakhshebi, di Ver"v"ni o di Huseyn V"iz, o di qualche altro intanto che l'ultimo,Iluseyn V"iz,nelle sentenze novelliere persiano, e
nella descrizion minuta ed elegante tanto " artifiziatoe lezioso da venire
LE
SOMIGLIANZE
LE
UELAZIO.NI
TRA
LA
POESLV
PERSL\NA,
ECC.
485
ben
molti
di soggetti
e
avuto
racconto
con
il disegno d'alcun
e
certi abiti
modi
sia dell'insieme, sia delle .parli, libro, allo s embreremo particolari stile, forse,nel quanto
e
ma
noi
non
tali.
6.
Conclusione.
la l'assegna di quanto abbiam raccolto in questo ci sembra di poter conchiudere rapidoviaggioper l'Oriente e per l'Occidente, con ragione che molti e molti scambi si son fattie da una parte e
ora
100. Facendo
cose,
assai
pi" di quanto
comunemente
si crede,ha
0 per lo scambio delle l'Europadei tempi di mezzo. dei libri di filosofiae di scienze prima, poi per quello di mercanti, di pellegrini, o per l'andare tornar naturali, o per le Crociate, dottrine dei Manichei di monaci Sicilia 0 noi ha molte sia per la via predicatori, ricca derrata di Spagna,una
non
per la via di orientale " venuta a noi e presso di anche sono state cancellate. Perch",
ora
di
sia Costantinopoli,
son
venute
son venuti, per una via che non d'avventure, bene sapere quale sia stata, i soggetti di molti romanzi nostri. si pu" ancor Favole e novelle e romanzi dovettero viaggiarper il volgoe andar lontano, certe eresie di natura essencome zialmente per il volgo dovettero viaggiare finch" a l alcuno di volgare, poi qualcuno, togliendo volgo quei d'arte colta. Ma i di Francia trasse cavalieri ne e qualche opera soggetti, intanto che da qualchemenedi Provenza che presero parte alle Crociate, strello orientale impararono alcuna storia d'amore, pi" prestofuron presi il costume dallo splendoredi quellecorti e se ne appropriarono quanto onde poi,tornati a casa, fecero al viver gaioe ai modi gentili e leggiadri, nelle loro corti quel mutamento meravigliosoche il Diez gi" notava, d'un tratto la rigida abbandonando e goffaausterit" dei loro padri.
patriafeconda
ropa, Intanto,a pascer la curiosit" dei dotti, sparsi per tutti i monasteri d'Eui libri dottrinali e le enciclopedie venivano d'Oriente,e l'Oriente restituiva all'Occidente il vecchio
tanto
peregrinareda Alessandria
Sassanidi, e a Bagdad, e da Bagdad,assunta poi a iNish"p"r per istrumento la i tardi traduttori e compilatori linguaaraba, in Occidente,dove l'aspettavano cavalieri e chierici, in ebraico e in latino. Cos" tre slati, popolo,
della ricca imbandigione che era apprestata partecipare dall'oriente. L'Europa allora era civilt",ed era nell'infanzia della sua ben naturale che essa ricevesse da chi aveva pi" di lei. Dice pertanto il Massarani ne' suoi studi di letteratura e d'arte: " Questa infanzia di furono ammessi
a
486
una
CAPITOLO
NONO
societ" venuta
alla luce in
un
si sepolcro D'oltre le
nutre
poco
paludi renane, impero che si stende quelmagnifico confluiscono le ispirazioni da Bagdad a Siviglia, copiose,multiformi, fantasie meridionali, druidiche,leggiadre feconde; cupe reminiscenze nel suo a commescersi a urtarsi e grembo; e quella vitalit" vengono che " riescila illesa dalla colluvie del latino a genio emergere potente barbarica,fa suoi tutti cotesti elementi e li rifonde in una propriaunit". le litanie nel breviario dei monaci, una Mentre l'Europacompita ancora breviario " il che le insegnano a odiare perch" il suo intelligente, stirpe ha dell'algebra, Corano, le ha posto fra le mani il mirabile strumento innalzato sotto a'suoi occhi le meraviglie dell'Alhambra; e davanti a quelle svelti svelte dei colonne pi" come un a quegliarchi girati pi" palmizi, ha reggiato tesoferro di lancia,a quelletrine,a quei ricami di pietra, l'Europa
si risalda di
poderosielementi.
a poco e dall'ultime
dal fondo di
ammirazione
desiderii
".
che
un
punto
la
luce inattesa
Perch" improvvisa.
l"nguacomune
araba
mussulmana
dall'ottavo al decimo
fu creduta
ragionie le testimonianze recate di sopra chiaramente dimostrano che dero Che se R"deghi o Firdusi che dieera d'origine, persiana. essa, almeno cosi potente impulso alla lingua persiana, fossero vissuti due o tre nale naziosecoli prima, cio" nel settimo o nell'ottavo secolo,e il movimento che li produsse, avesse precedutodi tanto, la linguadi questa grande del Corano, sarebbe stata la e vasta e splendida cultura,anche a dispetto insistente di persianoquelloche pur con avrebbe nome e ora persiana, si continua e continuer" dire arabo. Sappiasi intanto che gli a errore nel loro scarso Arabi stessi da principio(tanto poca fiducia avevano la Persia,coniarono monete e scrissero atti pubblici conquistata sapere), sola lingua considerato come il pehlevico, nel persiano d'allora che era
dotta, finch"
nostra, ordin"
il Califl'oOmmiade
Abd
ul-Melik, morto
cose
nel 705
dell'Era
che si usasse
l'arabo in tutte le
non
opere pehleviche, per" " gran peccato che vecchia letteratura sia andata perdutaquasi tutta. Quel tempo che
quella
fu dei
Sassanidi,dal
terzo
al settimo
la Persia
a tenebre quanto alla cultura che vi brill" di luce vivissima in mezzo dusi, iniziava il Libro dei Re, che poi Firquasi universali. La Persia,allora, nel mille, doveva ridurre nel verso epico di arte maggiore,traduceva i suoi trovava tutto il sapere nelle sue l'Avesta, enciclopedie, raccoglieva Porfirio, romanzi pi" belli, traduceva Omero, Platone,Aristotele, .lamblico,
riceveva dall'India il ospitavai filosofi greci scacciati da Costantinopoli, scacchi e le favole del Panciatantra, poiper tutto giuocodegli per spargerli che gli Arabi dovevano il mondo, inventava gli stromenti ad arco poi
488
CAPITOLO
NONO
ciascuna
et" della
essa a o
sua
storia
essa
ha
vissuto accanto
civilt" da cui
cosa, accanto
essa
o a cui essa j3reso a prestito civilt" che d" ci alcuna notizia di qualche a
ha
di cui storia
d"
qualchenotizia
e a
noi. Di volta in
Grecia,
volta
verso sospinta
della via delle razze, delle religioni, delle civilt" ". 101. Cosi avendo concluso, ripensando al cammino
non
fatto, speriamo di
un
esserci
ingannatise abbiam
creduto
di additare
studiosi per le loro ricerche ; anche speriamo agli di presunzione Del resto, noi o di consiglio avventato.
tentato
e
abbiamo
che
toccato
in
ed esaminalo
fondo
coscienza
dal pensare d'averlo Anzi confessiamo di si dovrebbe. come pur che molte devon essere le lacune e le dimenticanze
lontanissimi
(sebbene non
con
dei
nella povert" delle nostre biblioteche quanto a particolari, di quelle fonti che pur sarebbero state mancanza necessarie. Ci accorgiamo anche di esser stati pi" scarsi nel parlaredegli autori arabi e delle loro opere che nel discorrere dei persiani a noi ; ma di far conoscere la prevalente importanza della Persia in questo premeva ferenza grande moto letterario e scientifico del Medio Evo, e per" " venuta la difi libri arabi venora notata. Poi, nel nostro caso gono particolare, in ordine secondario, essendo stati molte volte non altro che gli intermediari tra la Persia e l'Occidente. Non ignoriam per" l'importanza della letteratura araba; ma lascieremo che altri, pi" versato di noi, con dottrina e conoscenza maggiore dichiari questo punto. Perla stessa ragione, altri, pi" addestrato di noi nelle letterature nostre del Medio Evo, potr" rimediare alle mancanze e ommissioni e correggere gli errori e approvare ci" che noi abbiam 0 riprovare detto soltanto per mera congettura. 105. Appagandoci pertanto d"aver additato, dischiuso se non un campo novello di ricerche, in oll'esa d'alcun chi senza a vogliam dire, altro, ticolare parabbiam voluto additarlo. L'abbiamo additato ai giovani, perch", se l'idea nostra " feconda, presso di loro potr"fruttit"careed essi potranno ricerche che noi fuggevolmenteabbiamo proseguirquelle appena toccate. Essi hanno ancora da fare l'edifiziodella tutto loro cultura, e ogni id"a purch" non privadi fondamento,loro giova assai pi" di tante altre. nuova, I provetti, o all'opposto, quelliche da tempo son dentro aglistudi, libri orientali, nella hanno
e come
mezzi
gi"lungamentearchitettato
sorga
non
respingono di
in
nostro, noi
o
sembri
presuntuosa
LE
SOMKILIANZE
LE
RELAZIONI
TUA
LA
POESIA
PERSLVNA,
ECC.
489
di ricordar
qui
e
ancora
anche si fa da tanti,
"
volta
della
letteratura
i
non
sappiamo
che farci!
"
sembra
essere
nata, quali " inutile ogni ragione anche assentutto agl'increduli ricalcitranti, per i quali Iddio ha detto inutile ogni predicazione. Iddio (dice il Maometto essere
di cotesti,per
arabo) ha posto
ai loro occhi
sta
un un
gi" avanti
nell'et", sempre
vi
son
di cuore,
mente animosa-
condo, infeogni pensamento novello, purch" non essi stessi e glidanno lo lavorano vigore coi vecchi e ardentemente nel " di tutti; nostro studi accumulati. Ma ci" non caso e gi" noi, lare, partico" damento, abbiam scritto ci" che non avventura anche se privo di fonper
ci
aspettiamda qualche
altra parte
obiezioni
opposizioni.
farle,se pur vi a chi dovr" quali tin d'ora raccomandiamo di prendere le opinioni nostre e di esaminarle sar" alcuno che voglia, e finch" si vorr" e potr", e quali sono, sono di riprovarle anche, ma come
Rispettoalle
purch" non
abbiam mai
non
abbiam
mai
non
l'intenzione
fu sempre
giusta,e
ai maestri di buona
si
pu"
che
correggere.
con
dovuto e il rispetto l'ossequio volentieri al giudizio dei vecchi che sono siamo
a
riconoscere
come
avremo
errato,
altro un gi" nostro lavoro, anche il presente ai giovani d'ingegno aperto, di cuore magnanimo e alieno, negli studi, da ogni pedanteria gretta e minuta.
raccomandare,
fatto per
Perch",
se
dai
maestri
aspettiam la sentenza,
e
da
questi,come
per
da
pagni, com-
aspettiaml'aiuto
vorremmo
aver
il favore,
non
per
noi, ma
loro additata
mera
che
non un
congettura
sembra
sogno
fantasia, domani
accolto
con
T.he diranno
avranno
compassione
greco
e
timida
la
del parentela
del
l'antica
della letteratura
fu proclamato impudente Du Perron l'Anquetil noi possediamo l'antico libro ciarlatano da alcun dotto inglese, se e ora, Prima di Zoroastro, a lui soltanto lo dobbiamo! adunque di negare in
nome
della scienza, in
nome
della scienza
questo nostro
siamo, da
punto
certo
entusiasmo.
Ma
l'entusiasmo
non
" mai
infecondo
molto
raggiunge la speranza
quand'esso le venga
in aiuto.
400
ELENCO
DEI
POETI
(Il numero
romano
indica
il
il paragrafo). capitolo;l'arabo,
II,21. Abh"s), (Klir"giali-u"del" suppostoprimopoeta persiano, in 2. Abd"ni {Ab" Mans"r Abd"ni), poetalirico arabo,II,14. "hnicd Ibn Ab} Bekr ul-K"tib), 8. Ab" Ahmed (Ab" segretario poeta lirico in
i. Ab" ."). Ab"
1. Abb"s
arabo,II,13. del fornaio (.4^^/ 27. Ali,il ligiio .4//), II, poeta lirico,
Giafar
Mu"mmmed Ibn nl-Abb"fi), 15. (.4^;/ G"ufur II, poeta liricoin arabo, e". Ab" '1-Falh (Ab" 1-Fath Ibn i(l-Mu:,a/fer), scrittoredi racconti, VII, 104. 7. Ab" '1-Muayyad (Ab" l-Muay"jad Balkhi), poeta romanzesco, VI,35. 8. Ab" Sa"d (SheykhAb" Sa"d F(i:-"-iilJ"h Ibn Ab" l-Kheiir), III, poeta mistico, 47-54. 34, Ab" Sal"k (Ab" SaI'tk(j"irii"ni), 24. *.*. 11, poeta lirico, 10. Ab" Shiik"r (Ab" Sluik"r), 25. II, poetalirico, 11 Ab" T"birdi Tars"s (Ab" T"hir Tars"si), di tradizioni V, 134. raccoglitore epiche, 12. Ab" 'l-Tayyib lirico in 14. (Ab" 't-Tayyib id-T"hiri), II, arabo, poeta 13. Ad"b S"bir (Ad"bS"bi"- Tinnizi), II,79-80. poeta lirico, in arabo, II, 14. Al'rii(i 14. (Ab"l-Hasan Mnhamined Ibn Ahmed Afr"qi), poetalii'ico 15. Agli"ci li,30. Anh"ci), (Ab" f-Himin Ali Ibn Ihj"s poeta lirico, 16. Ahli (Alili), 125. VI, mistico-iomanzesco, poeta 17. Ahmed di Al-Mnainrnil (Ab" l-IIasan Ibn Ahmed il-MiKtmmil), figlio poeta lirico in arabo (tra gli della X IV). Lirica, esempi 18. Akhsikati (Ath"r iid-D"n Akhs"kati), II,86. poetalirico, 19. Ali Sali (.4/^ Ibn al-Huseyn col soprannome di Safi), scrittore di aneddoti V"i:., di 101. e racconti, VII, 20. Aliami (Ab" 'l-Fazl Aliami), gone traduttore del Kal"la e Diinna sotto il titolo" Paradella sapienza 74. ", VII, 21. Amili (Dehd iid-fl"n Amili), VI, 12(). poeta mislico-i'omanzesco,
.
II,99. Amiq (Ani"q), poeta lirico, Anonimi, poeti anonimi,V, 120 epici
e segg. di aneddoti, 94. VII, del Libro di Merzb"n (vedi Ver"vini), VII,83-89. e
26. Anonimo, autore d'una traduzione 27. Anvari (Avliad ad-U"n 28. Arili (Mahm"d 29. Asadi
del Libro di Sindib"d, VII,65-66. poetica 94-98. II, Anvari), poeta lirico, Ibn Mans"r) poeta lirico, 55; II,
tore scrit-
Ali Ibn Ahmed 30. Asadi il 'j^m[mo, (Ab" Mans"r 31. Asgedi 11,55. {Asgedi), poeta lirico,
ELENCO
DEI
POETI
491
VI, 102-113.
"2-82. III, (Fer"dud-D"n Att"r),poetamistico, scrittoredi racconti, Aiifi(N"r ud-D"n Muhummed VII,91-93. Aiif"),
38.
42. 43.
44.
45.
97-98. ud-D"n Avhadi), III, {Riihi poeta mistico. Avicenna o Ibn Sina (Ab" Ali Ibn Sina), III, 100-110; poeta scettico. posto suptraduttore delle sentenze di B"zurc'milir, VII,35-36. traduttore del ud-D"n Ab" Beh' Azraqi), II, 67 ; (Zeiin poeta lirico, Azraqi Libro diSindib"d, VII,41. (Bakhtiy"ri), Bakhtiy"ri poeta romanzesco, VI, 35. ud-D"n II,100. (Mug"r Baiilaq"n"), poeta lirico, Baylaqfmi ud-D"n col Ab" Ishdq, (Gemdl poeta soprannome di Bush"q), Bush"qil ghiottone 142. di scrittore II, contrasti, III, (scettico?), 116-121; gastronomico V, 65. II, 29; poetaepico, Deq"qi), (Ab" Mans"r Muhammed Deqiqi poetalirico, 14. D"naveri (Ab" 'l-Q"sim II, Dlnaveri), poetaliricoin arabo, 97-98. Fakhr us-S"d"t), Em"r Huseyni (Em"r Huseijni poetamistico, III, scrittoredi contrasti, Fakhr ud-D"n {Fakhr ud-D"n Asaad G"unj""ni al-Fakhri),
" " " "
57.
V, 138-139. suppostopoetaepico, Farrukhi (Abu 'l-Hasan Ali Fan-uklii), II,50-51. poetalirico, 101-104. ud-D"n F"ry"bi), II, (Zeh"ipoetalirico, F"ry"bi 58. Fas"hi (Fas"lii romanzesco. VI, ("iurgi"ni), poeta S"bak VI, 124. Fatt"hi (yah"jn e allegorico, Fatt"hi), poetaromanzesco II,113-115. (Mahm"d Ibn )'em"n id-D"n Ferii"mendi), poeta lirico, Fery"mendi Mans"r Fird"si),poeta lirico, Firdusi {Ab" 'l-Q")iim II,47-49; supposto zesco, di contrasti, V, 67-119; scrittor II,140-141 ; poetaromanpoetaepico, 31-34. VII, VI,36-57; poetagnomico.. II,24. F"r"z Mashriqi (Hak"m F"r"z. Mashriqi), poetalirico, 61-63. Gebeli (Ab" Mans"r Qatr"nul-Gebeli), II, poetalirico, Gelai ilmedico {Gelai VI, 119. Tah"b), poetaromanzesco, 32. Ab" Nasr ul-Melik Gh"l"ni {Abd II, Gh"l"ni), poetalirico, Vili,6-8; Gi"mi (N"r ud-D"n Abd ur-Rahm"n Gi"mi), poeta lirico. poeta 18-19. scrittore di racconti, Vili, Vili, mistico-romanzesco. 9-17; li,27. (Ahdallah Muhammed Giuneydi), poeta lirico, Giuneydi H"t"z {Shems ud-D"n Muhammed IV, 24-37. Sh"r"z-i), H"fiz. poetalirico, Hanzalah (Hak"m Hanzalah), l",23. poeta lirico, Marrani (Ab" 'l-Hasan Ali Ibn ul-Hasan il-Layyi"m Harrdni),poeta lirico in II,140-141
;
" " "
"
"
"
"
II, 14. arabo, II, 111-112. 61. llasan di Dehli {Hak"m llasan Uihlavi), poetalii'ico, ili Hubbi),scrittoredi col 62. Hubbi {Muhammed K":.im Seyi"vendi, soprannome
VII,103. racconti,
105-106. II, Tebr"z-i), poetalirico, traduttore del (/rf-/)i/( 64. HuseynV"iz (A"/""/ m/-Aos/"/^), Huseyn Ibn Ali 'l-V"iz, / Ka""la VII, Gli del Suheyli), (J/JCrtr e Diurna sotto iltitolo: Splendori Canopo 63. Hum"m ud-D"n (Huni"m ud-D"n
67-73;
65.
"
98.
69. Ism"iI
ad-Din Isfarangi), II,100. Isfarangi poetalirico, (Seyf Ism"il ud-D"n 11,100. Isp"hdni), (Kem"l poetalirico, Isp"li"ni
492
p:le.n(:("
dki
i'okti
1:25-1:27; 70. KAtibi (Mithainmcd Uni Alnl-nll"h K"lib"), II, poeta lirico,
"
poeta
71.
72. 73.
74.
75.
7G.
77.
78.
poeta romanzesco, VI, 120-123. Keiii"lKliogendi li,121-122. (Kem"l ud-D"n Kogendi), poeta lirico, Khabb"z ilfornaio (Hak"m Kh"bbaz), II,27. poetalirico, Alni ud-D"n Miihammcd l-Atd Kirni"ni {Kein"" Kh"gii" Kirm"ni), poeta Kli"gii" VI, 95-101. romanzesco, ud-D"n Ihn Ali .^'amj'n"f 11,87-92; Khihn"ni), {Af:-al poetaliiico, Kli"q"ni ()5. I II, mistico, poeta 33. Tah"rut-Tah"b Ihn Mu"iammedKhusrav"m), li, Khnsra\';"ni(.4/^// poetalirico, Kliusrev di Dehii (Am"r Kliusrev Dili"avi), II,107-110; poeta poeta lirico, 92-94. 99; mistico.111, poeta romanzesco, VI, II,42-44. (Mcufdud-D"n "b" Ishaij Kis"yi), Kis"yi poetalirico. scrittore ud-D"n col Muhummed Hasani, Mag'di (Mng'd soprannome di Ma(fdi), di racconti, VII,102. 105; III, niistico,
" " " "
79. Malnn"d
Ibn
("Jiaz-naoi), Sabuk-leu"i"n
80. Mahim"d
Ibn
VI, 95.
Lirica, V).
50-59. Ahmed II, {Abu 'n-!Segm M"n"cihri), poetalirico, di racconti, scrittore ud-D"n di col soprannome Mu"n"), (Mu"n ("iuve"jni, 95-90. VII, 88. Mnizzi (Muhainmed Ibn Abd il-Me"ik Mui:.:.i), 11,09-70;" poeta poeta lirico,
80. Min"cihri
87. Mn"ni
lirico, 11,45.
91. ftlnr"di (Ab" 92. Nakhsliebi
l-HuseynMur"di), poeta liricoin arabo.II,14. scrittoi'e vd-Dln Nakhshclii), (Z'//y" poeta romanzesco, VI, 95; di favole e di novelle, VII,50-02. 55-00. Ibn Kliusirr Mei'iHi:-!), N"sirdi Kluisrev(.4/";/ III, Mu"n ^Yls'n^ mistico, poeta 42-50. Nasr-nll"b (Ab" l-Madli Nasr-ull"b), traduttore del Kal"la e Dimna, VII, Ab" Mu"iammcd Ibn Y"suf,col soprannome di Niz"mi (NizAni ud-D"n Uij"s VI, 59-91. III, ()()-71; jtoeta NizAmi), romanzesco, poetamistico, Niz"mi An"zi (Ahmed Ibn (hiiar Niz"mi Ar":!), snpposto autore del poema
" "
R"m"n
97. Omar
Visa,V, 138.
Omar Ibn Ilnvb"ni
111-115.'
98. Pind"ri
99. O"bi"s 77-82. (Qdb"sUnsur ul-Ma"li),sciiltme di morale, VII, Ziy"dita principe 100. Q"diri(Muhammed Ondiri),scrittoredi fav(de, VII, ()3-()4. 101. Oan"varzi (.l/;Wf/ .!//(/ 'I-Fav"ris i)an"var:.i), tradnttore del Libro di Sindib"d,
VII, 41.
102.
(Ahmed Q"iiii
Ibn Mahm"d
ELENCO
DEI
POETI
403 di
103.
Q"simi
(Mi"n
iid-Din
Ali
"
Q"sim poeta
col
IO").
soprannome
Qdsimi),
poeta
Havnaqi (Ab"
Uesliid Vatv"t arabo
poeta
Muliamined
la
Abd
il-GeUl
Uniuri, col
nome sopran-
Vatv"t,
ud-D"n
cio"
rondinella), poeta
106.
Hi\degiii(Fer"d
d'indovinelli,
Muhammed
"
scrittore
II, 133;
traduttore
Dimna,
VII, 41.
(Gelai
ud-D"n
Muhammed
Rumi),
poeta
poeta
mistico.
III, 83-90.
{Ab"
'l-Farag
ud-D"n
R"ni),
{Muslih
"
Saadi),
poeta
mistico,
scrittore
di
racconti,
IV,
1-23;
110. 111. S"nii
scrittore
di contrasti,
II, 142.
scrittore di
(Muhammed
Ism"il
ud-D"n
S"mi),
Selm"n
Il 8.
racconti,
VII,
103.
"
S'"wegh" ((jem"l
romanzesco,
S"vefihi), poeta
poeta
VI,
115-
112.
Sen"i
(Ab"
'l-Mag'd Macfd"d
III, 62-64.
Melik
Ibn
AdamSen"i),
poeta
"
poeta
mistico,
113. 114. 115.
116.
Sh"hi Sliah"d
(Aq"
(Ab"
Shdhi),
poeta
'l-Hasan
Shah"d),
(Shems
ul-Fakhri?),
117. 118.
(S/ier?/),poeta
(Ab" Ahd-ull"h
gnomico, Shihli),
arabo
(tra
gli esempi
della
Lirica,
119. 120. 121. 122. 123. Shib"b S"zeni Tar"fi Um"rah Unsuri
XIII).
ud-D"n
.\maa(j (Shihdb
poeta
ud-D"n
Amaaq),
[)oeta
romanzesco,
VI, 58.
(S"zeni), (Ab"
Nasr
Tanfi), poeta
Umdrah),
II, 15.
(Ab" (Ab"
Mans"r
poeta
1-Qdsiia
"
lluse"jn Unsuri),
poeta
romanzesco,
"
scrittore
di
VI, 35.
Ilkhdni), poeta
(Saad (Ab"
ul-Verdv"ni),
Ahmed
traduttore
VII, 83-89.
Yemdmi),
poeta
poeta
in arabo,
Z"g"ni
(Obei/d Z"g"ni),
ud-D"n Ali
Zn\"m(Behd
Ze^'zeni
Muhammed
Zah"ri), traduttore
lirico in arabo
del
libro
di Sindib"d, della
VII, 52.
129.
(Ab"
Zev:.eni), poeta
Lirica, XII).
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