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Il presente volume sprovvisto del talloncino a fronte è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE GRATUITO, fuori commercio (vendita
Grammatica
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e altri atti di disposizione vietati: art. 17, c. 2, l. 633/1941). Esente da IVA (D.P.R. 26-10-1972, n. 633, art. 2, lett. d). Esente da bolla di
accompagnamento (D.P.R. 6-10-1978, n. 627, art. 4, n. 6).
Mýthos Mítos
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Mýthos ˜ Mítos
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Μῦϑος Μίτος
Struttura dell’opera
a cura di Annamaria Guida Grammatica greca
Grammatica greca
pp. 416 ISBN 978-88-8104-900-4 [SS058]
Esercizi greci 1
Mýthos ˜ Mítos
pp. 480 ISBN 978-88-8104-901-1 [SS059]
Esercizi greci 2
pp. 448 ISBN 978-88-8104-902-8 [SS060]
SS058
Al pubblico
Athos Sivieri
Primo Vivian € 19,20
Mýthos ˜ Mítos Prezzo,
Grammatica greca IVA inclusa, Casa editrice
valido
per il 2010 G. D’Anna
www.danna.it Messina-Firenze
Casa editrice
G. D’Anna
Messina-Firenze
© G. D'Anna Casa editrice. Vietate la riproduzione e la diffusione
Copyright © 2010 G. D’Anna Casa editrice S.p.A. - via Dante da Castiglione, 8 - 50125 Firenze
tel. 055.233.55.13 - fax 055.22.59.32 - e-mail scrivo@danna.it - internet www.danna.it
Commessa: 1303
ISBN 978-88-8104-900-4
Il Sistema Qualità della G. D’Anna Casa editrice S.p.A. è certificato, secondo le norme UNI EN ISO
9001, da Cermet (n. 1791).
In copertina Katharos plastico attico della Classe di Londra, da Vulci, 510 a.C. circa.
Città del Vaticano, Museo Gregoriano Etrusco.
Nuova edizione novembre 2009
Ristampe 4 3 2 1 0 2010 2011 2012 2013 2014
Progetto grafico Alberto Baragli
Copertina Davide Cucini
La curatrice ringrazia tutti coloro che con preziosi suggerimenti e consigli hanno contribuito a migliorare
l’opera, e in particolare Chiara Aurora Gagliano, Rossella Guida, Fabio Pagani, Sofia Renzato, Elisabetta Sanna,
Luigi Venezia; ringrazia inoltre Silvia Corbinelli per i materiali forniti.
Avvertenze
In conformità alle Leggi 133/08 e 169/08, le eventuali future variazioni e tutti gli aggiornamenti riguardanti la materia,
potranno essere inseriti nella piattaforma on-line della Casa editrice G. D’Anna.
Le fotocopie per uso personale del lettore (cioè privato e individuale, con esclusione quindi di strumenti di uso collet-
tivo) possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto
dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633.
Le riproduzioni ad uso non personale (ad esempio: professionale, economico o commerciale, strumenti di uso collettivo,
come dispense e simili) possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da AIDRO, Corso di
Porta Romana, 108, 20122 Milano, e-mail segreteria@aidro.org, sito web www.aidro.org
Il titolo di questo corso di lingua greca, Mu`qo~/Mivto~, può sembrare a prima vista un
esercizio per la lettura corretta del greco, simile ai giochi di enigmistica che invitano a
trovare le differenze tra oggetti che sembrano, a prima vista, uguali. E in un certo senso
lo è: questo titolo è un esercizio di lettura che invita a prestare attenzione a quei piccoli
dettagli che in greco sono cosí importanti e che spesso inducono gli studenti a cadere in
facili errori. Ma c’è un’altra ragione per cui si è scelto di accostare mu`qo~ e mivto~. Le due
parole si intrecciano, a vari livelli, nella trama delle motivazioni e delle scelte che hanno
guidato la stesura di questo libro.
Il significato originario di mu`qo~ (mythos) è quello di «parola»; solo in età classica il
termine si andò specializzando con il significato di «narrazione» e passò a designare quel
particolare tipo di racconto, relativo agli dèi e agli eroi, che ancora oggi chiamiamo
«mito». La parola mivto~ (mitos) indica invece il «filo», ma anche, metaforicamente, il filo
di una storia, ciò che ne tiene insieme le varie parti, la «trama». Ed entrambi i significati
di mythos, «parola» e «mito», si dipanano come trame, come fili conduttori all’interno di
questo corso.
Il filo rosso della parola è quello che mi ha portato a dare grande spazio nel corso di
quest’opera al lessico, e cioè alle parole del greco, alla loro millenaria storia e straordinaria
vitalità. Vi accorgerete infatti che l’eredità del greco riemerge in italiano in innumerevoli
settori della nostra vita quotidiana e che la conoscenza del lessico greco è un potente
strumento di analisi e comprensione della nostra stessa lingua.
Il mito, d’altra parte, è un altro filo conduttore che attraversa questo percorso di ac-
costamento alla lingua e alla civiltà dei Greci. Abbiamo infatti scelto il mito come stru-
mento privilegiato per avvicinarci a una civiltà nelle sue rappresentazioni letterarie e
artistiche, ma anche per osservarne, attraverso racconti curiosi e spesso divertenti, la di-
mensione antropologica e religiosa. Attraverso il mito avremo la possibilità di apprez-
zare, ancora una volta, la straordinaria eredità che la civiltà greca ha lasciato alla
costruzione e all’elaborazione della cultura europea.
Queste due trame sono state pensate come un tentativo di rinnovare le strategie didat-
tiche di insegnamento del greco, orientandole non solo all’apprendimento della gramma-
tica in sè e per sè, ma anche alla definizione di percorsi di riflessione linguistica e
culturale. Spesso a scuola si corre il rischio di percepire l’apprendimento della gramma-
tica come un’attività ripetitiva e fine a se stessa, in cui c’è molto da memorizzare e poco
da capire. Mi piacerebbe invece che l’apprendimento della lingua greca fosse per voi
un’attività intelligente, una continua offerta di spunti per la vostra curiosità, una preziosa
chiave d’accesso a una piú ricca comprensione del passato e, insieme, a una piú consa-
pevole visione del presente.
La curatrice
Annamaria Guida
© G. D'Anna Casa editrice. Vietate la riproduzione e la diffusione
Struttura dell’opera
PARTE PRIMA
Fonetica
1 Alfabeto e segni grafici 14 Legge della baritonesi 27
Legge del dattilo finale (o legge di Wheeler) 27
1.1 Alfabeto 14 Legge di Vendryes (o legge e[gwge) 27
Origine dell’alfabeto greco 15
Scrittura 15 3.4 Parole atone: enclitiche e proclitiche 28
Enclitiche 28
1.2 Pronuncia 16 Accento nel gruppo di enclisi 28
Pronuncia convenzionale scolastica e Enclitiche con accento proprio 29
pronuncia erasmiana 17 L’enclitica ejsti 29
Pronuncia reuchliniana 18 Proclitiche 29
1.3 Segni extralfabetici 18 Proclitiche con accento proprio 30
1.4 Segni diacritici 18 4 Fenomeni fonetici riguardanti le
Spirito 18
Posizione dello spirito 19 vocali 30
Accento 19 4.1 Esito delle vocali indoeuropee in greco 30
Posizione di spiriti e accenti combinati 20
Apostrofo 20 4.2 Incontri di vocali: introduzione 30
Coronide 20 4.3 Contrazione 30
Dieresi 20 Contrazione di due vocali aspre 30
1.5 Segni di interpunzione 20 Contrazione di vocale aspra e dittongo 32
Riepilogo sulla contrazione 33
Accento nella contrazione 34
2 Il sistema fonetico 21 4.4 Crasi 34
2.1 Elementi introduttivi di fonetica 21 Accento nella crasi 35
2.2 Vocali 21 4.5 Elisione 35
Accento nell’elisione 36
2.3 Dittonghi 22
Iato 23 4.6 Aferesi 36
2.4 Consonanti 23 Accento nell’aferesi 37
Consonanti semplici e doppie 23 4.7 Consonanti mobili 37
Classificazione delle consonanti semplici 23
4.8 Mutamenti interni delle vocali 37
2.5 Suoni iniziali e finali di parola 24
4.9 Passaggio di a– in h nel dialetto
2.6 Sillabe 25 ionico-attico 37
Divisione in sillabe 25
Quantità 25 4.10 Variazioni della quantità vocalica 38
Allungamento di compenso 38
3 Accento 26 Abbreviamento
Metatesi quantitativa
39
40
3.1 Natura dell’accento in greco 26
4.11 Apofonia 40
3.2 Denominazione delle parole in base Apofonia quantitativa 41
alla collocazione dell’accento 26 Apofonia qualitativa 42
3.3 Leggi dell’accento 26 4.12 Soppressione e aggiunta di vocali 43
Legge di limitazione o del trisillabismo 26 Sincope e apocope 43
Legge del trocheo finale (o swth`ra) 27 Protesi e anaptissi 44
PARTE SECONDA
Morfologia
1 Elementi introduttivi di morfologia 58 8 Declinazione attica 81
1.1 Struttura della parola: tema e desinenza 58 8.1 Declinazione attica dei sostantivi 81
1.2 Struttura del tema: radice, affissi e 8.2 Declinazione attica degli aggettivi 82
terminazioni 59
1.3 La declinazione 60 9 Terza declinazione 82
Numero 60 9.1 Generalità 82
Genere 60 9.2 Desinenze 84
Caso 60
Le declinazioni dei sostantivi 61 9.3 Accentazione 86
9.4 Temi in labiale (p, b, f) 86
2 Articolo 62
9.5 Temi in velare (k, g, c) 87
3 Prima declinazione 63 9.6 Temi in dentale (t, d, q) 87
3.1 Generalità 63 9.7 Temi in -nt- 89
3.2 Sostantivi femminili 64 9.8 Temi in liquida (l, r) 89
Sostantivi femminili in a puro 64 Sigmatici 90
Sostantivi femminili in a impuro 65 Asigmatici 90
Apofonici 91
3.3 Sostantivi maschili 67
9.9 Temi in nasale 92
4 Seconda declinazione 69 Asigmatici 93
Sigmatici 93
4.1 Generalità 69 9.10 Temi in sibilante 94
4.2 Sostantivi maschili e femminili 70 Temi in -e~-/-o~- 94
Temi in -a~- 96
4.3 Sostantivi neutri 71 Temi in -o~- 97
5 Sostantivi contratti 73 9.11 Temi in vocale 98
Temi in -i–- e -i±- 98
5.1 Sostantivi contratti della prima Temi in -u–- e -u±- 99
declinazione 73 9.12 Temi in dittongo 100
Sostantivi femminili 73 Temi in -a–u- e -ou- 100
Sostantivi maschili 74 Temi in -eu- 101
5.2 Sostantivi contratti della seconda Temi in -o≤- e -w¸- 102
declinazione 74 9.13 Sostantivi irregolari 103
Sostantivi maschili e femminili 74
Sostantivi neutri 75 10 Aggettivi della seconda classe 104
10.1 Aggettivi a tre terminazioni 105
6 Aggettivi della prima classe 76 Temi in -n- 105
6.1 Declinazione degli aggettivi della Temi in -nt- 106
Temi in -u±- 109
prima classe 77 Temi in -r- 110
7 Aggettivi contratti 78 10.2 Aggettivi a due terminazioni 110
Temi in -t- e -d- 110
7.1 Declinazione degli aggettivi contratti 78 Temi in -n- e -r- 111
Aggettivi a tre terminazioni in -eo~, -ea–, -eon 78 Temi in -e~- 111
Aggettivi a tre terminazioni in -oo~, -oh, -oon 79 Temi in -i- 112
Aggettivi a due terminazioni in -oo~, -oon 80 Temi in -u- 112
PARTE TERZA
Sintassi
1 Elementi introduttivi di sintassi 242 5.1 Comparativo 247
Comparativo assoluto 248
Comparatio compendiaria 248
2 Concordanza 243
5.2 Superlativo 248
2.1 Concordanza soggetto-verbo 243
2.2 Concordanza soggetto-aggettivo 243 6 Pronomi 249
2.3 Concordanza sostantivo-apposizione 244
7 Il valore dei casi 250
3 Articolo 244 7.1 Nominativo 250
3.1 Uso dell’articolo 244 7.2 Vocativo 251
3.2 Funzione sostantivante dell’articolo 244 7.3 Accusativo 251
3.3 Residui dell’antica funzione 7.4 Genitivo 252
pronominale dell’articolo 245 7.5 Dativo 253
PARTE QUARTA
Lessico
1 La formazione delle parole 302 3.2 Significato dei composti 308
Il greco antico, come la quasi totalità delle lingue che si parlavano e tuttora si parlano nel
continente euroasiatico, è una lingua indoeuropea. Cosa significa lingua indoeuropea?
La risposta a questa domanda è piuttosto complessa.
Le lingue che si parlavano nel passato sul suolo europeo mostrano precise corrispon-
denze a tutti i livelli di analisi linguistica (fonetico, morfologico, sintattico, lessicale).
Corrispondenze come quella tra il greco mhvthr, il latino mater, il gotico (la piú antica lin-
gua germanica documentata) madar non si spiegano se non come esiti di trasformazio-
ni avvenute a partire da una lingua comune originaria. Alla fine del ’700 si scoprí che non
erano solo le lingue parlate in Europa a presentare somiglianze e analogie. La conquista
dell’India da parte dell’Impero Britannico portò infatti alla conoscenza del sanscrito,
una lingua antica di quel territorio che era ancora nota a dotti e sacerdoti e che mostra-
va molti caratteri comuni con le strutture grammaticali e i lessici delle antiche lingue eu-
ropee. Latino, greco, gotico e sanscrito mostravano affinità tali da far avanzare per la pri-
ma volta l’ipotesi che tutte queste lingue antiche scaturissero «da una fonte comune che
forse non esiste nemmeno piú», come disse il giurista inglese Sir William Jones nel 1786.
Nacque cosí la teoria di una lingua madre alla base di tutte le lingue affini diffuse in par-
te dell’Asia e nella maggior parte dell’Europa. Questa lingua originaria è detta indoeuro-
peo, termine che deriva dalla fusione dei nomi delle due regioni estreme dell’area in cui
essa si diffuse (l’India a Est, l’Europa a Ovest).
Dove, quando e da chi fu usata questa lingua originaria? Ancora oggi tra gli studiosi il di-
battito in proposito è piuttosto vivace. L’opinione piú diffusa è che l’indoeuropeo fosse par-
lato, a partire dal V millennio a.C., da popoli nomadi stanziati nella regione euroasiatica a
nord del Mar Nero. Sempre secondo questa teoria, alla fine del III millennio a.C. i popoli
indoeuropei cominciarono a spostarsi, migrando in fasi successive verso sud (India, Iran,
Turchia) e verso ovest (Europa e bacino del Mediterraneo) e stanziandosi in regioni già abi-
tate da popolazioni indigene. È proprio da questo contatto plurisecolare che si sarebbero
originate civiltà e lingue (come quella greca e quella latina) tra loro differenti, ma accomu-
nate da una medesima origine e dal medesimo ceppo linguistico.
Cosí come sappiamo molto poco dei popoli indoeuropei, anche la nostra conoscenza
della loro lingua è piuttosto scarsa. Di essa infatti non esiste alcuna testimonianza scrit-
ta. Tuttavia le concordanze riscontrabili tra il sanscrito, il greco, il latino e tutte le altre
lingue che hanno avuto origine dall’indoeuropeo hanno avviato un complesso di ricer-
che, noto come grammatica comparata delle lingue indoeuropee, che ha permesso
di definire i caratteri essenziali di questa lingua, vale a dire le forme di partenza dalle qua-
li, mediante complessi processi di mutamento, derivarono le forme proprie di ciascuna
lingua di origine indoeuropea.
Nella parte centrale della cartina, l’area contrassegnata dai pallini piú fitti è quella da cui, secondo molti studiosi, provennero origi-
nariamente le popolazioni indoeuropee; le frecce indicano le diverse direzioni delle loro migrazioni, avvenute tutte in fase preistorica.
Per avere un’idea di come procede la ricostruzione su base comparativa di una parola in-
doeuropea, torniamo all’esempio di partenza, la parola con il significato di «madre»:
A partire dalle forme piú antiche di cui abbiamo attestazione, come quelle del sanscrito,
del greco, del latino e del gotico, gli studiosi sono arrivati a ricostruire la forma indoeu-
ropea *mater, che scriviamo con un asterisco per indicare che è una forma ricostruita
dagli studiosi, non storicamente attestata. Da questa forma originaria, mediante modi-
ficazioni regolate da leggi fonetiche proprie di ciascuna lingua, sono derivate le forme
del greco, del latino, del gotico e del sanscrito. Da queste poi, mediante ulteriori muta-
menti fonetici, sono derivate le parole esistenti nelle lingue moderne: dal latino mater,
per esempio, vengono l’italiano madre, lo spagnolo madre, il francese mère, ecc.
Tutte le lingue che, sulla base di caratteri comuni, sono state riconosciute come discen-
denti della proto-lingua indoeuropea fanno parte della famiglia linguistica indoeuro-
pea. Vi appartengono la maggior parte delle lingue antiche e moderne che si sono dif-
fuse in gran parte dell'Europa, dell'Iran, dell'India e in alcune regioni dell'Anatolia e del-
l'Asia centrale, fino al confine tra India e Cina.
I principali rami della famiglia indoeuropea, presentati secondo l’ordine cronologico del-
la loro prima attestazione, sono:
• anatolico, comprendente diverse lingue parlate nell’antichità in Anatolia (l’odierna
Turchia asiatica), tra cui l’ittita (1700-1200 a.C.);
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2. La storia millenaria della lingua greca INTRODUZIONE 3
• indoiranico, costituito da due grandi gruppi, quello indoario, rappresentato nella sua
fase antica dal sanscrito (attestato dal XV sec. a.C.) e continuato nelle lingue indoa-
rie moderne (tra cui l’hindi) parlate sul territorio indiano, e l’iranico, rappresentato
nella sua fase antica dall’avestico e dall’antico persiano e continuato nel persiano mo-
derno (farsi);
• greco, attestato dal XIV sec. a.C. e continuato nel greco moderno o neogreco;
• italico, attestato nel primo millennio e comprendente il latino e vari dialetti italici
parlati nella penisola (tra cui l’osco-umbro); dal latino hanno poi avuto origine le lin-
gue romanze (portoghese, spagnolo, catalano, francese, provenzale, sardo, italiano,
ladino, rumeno);
• celtico, anch’esso attestato nel primo millennio, quando era diffuso in una vasta area
dall’Europa; oggi questo ramo è rappresentato dall’irlandese, dal gallese, dallo scoz-
zese e dal bretone;
• germanico, la cui prima attestazione è il gotico del IV secolo d.C.; oggi questo ramo
è rappresentato da tedesco, inglese, olandese, danese, norvegese, svedese e islandese;
• armeno, attestato a partire dal V sec. d.C. (armeno classico), e continuato nell’arme-
no moderno;
• tocario, costituito da due lingue letterarie ormai estinte attestate tra il VI e l’VIII sec.
d.C. nel Turkestan cinese;
• balto-slavo, comprendente lo slavo (la cui prima attestazione è rappresentata dal-
l’antico slavo del IX sec. d.C.) e il baltico (la cui prima attestazione è costituita dal-
l’antico prussiano del XIV-XVII sec. d.C.); le lingue slave moderne sono russo, bielo-
russo, ucraino, polacco, ceco, slovacco, sloveno, serbo-croato, bulgaro, macedone; le
lingue baltiche moderne sono il lituano e il lettone;
• balcanico-illirico, il cui principale esponente è l’albanese, attestato a partire dal XV
sec. d.C. e continuato nella lingua che tuttora si parla in Albania.
Il greco è una delle lingue piú longeve del mondo occidentale: attraverso circa 3500 an-
ni di progressive trasformazioni, il neogreco parlato oggi nella penisola e nelle isole del-
la Repubblica Greca discende, infatti, direttamente da quella lingua attestata per la pri-
ma volta in un periodo compreso tra il XIV e il XII sec. a.C.
Nel corso della sua storia millenaria il greco ha subìto una continua evoluzione, all’in-
terno della quale si possono riconoscere le seguenti fasi:
• età micenea, dal XIV al XII sec. a.C.;
• età arcaica, dall’VIII al VI sec. a.C.
• età classica, V e IV sec a.C.;
• età ellenistica, dal 323 a.C (anno della morte di Alessandro Magno) al 31 a.C.
(anno della battaglia di Azio e quindi della conquista da parte dell’Impero roma-
no dell’ultimo regno ellenistico, quello d’Egitto); all’interno di questa fase si può
ulteriormente distinguere l’età ellenistica propriamente detta (323-146 a.C) e
l’età ellenistico-romana (146-31 a.C): spartiacque tra le due epoche è la battaglia
di Corinto del 146 a.C., che, con la vittoria delle truppe della Repubblica roma-
na sull’esercito della Lega Achea, trasformò la Grecia in una provincia dell’im-
pero romano;
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4 INTRODUZIONE Breve storia della lingua greca
• età imperiale (o romana), dal 31 a.C. al 529 d.C. (anno della chiusura della scuola
neoplatonica di Atene ad opera di Giustiniano);
• età bizantina (o medievale), dal 529 al 1453 (anno della conquista ottomana di Co-
stantinopoli ad opera di Maometto II);
• età moderna, dal 1453 ai giorni nostri.
Poiché le trasformazioni di una lingua non sono mai processi bruschi e improvvisi, ma
al contrario lenti e continui, questa periodizzazione è da considerarsi puramente con-
venzionale, anche se effettuata sulla base di avvenimenti politici e culturali di straordi-
naria importanza, che hanno senza dubbio influito in modo rilevante anche sul piano
linguistico.
Tavoletta in Lineare B detta «dei tripodi», proveniente da Pilo. Una volta decifrata, è stata tradotta cosí: «Due tripodi Egeo
cretese fece; un tripode su un piede con un’ansa; un vaso maggiore a quattro anse; due vasi maggiori a tre anse, un vaso
minore a quattro anse; un vaso minore a tre anse, un vaso minore senza anse». La corretta decifrazione è confermata dai
disegni presenti sulla tavoletta, che raffigurano diversi tripodi caratterizzati da un numero diverso di anse e di piedi.
I tre versi incisi su un lato della cosiddetta «Coppa di Nestore». La coppa è una
piccola tazza di uso quotidiano, larga circa 10 cm. Nella prima riga dell’iscri-
zione si allude alla coppa dell’eroe acheo Nestore descritta nell’XI libro dell’I-
liade, tanto grande che occorrevano quattro persone per spostarla e tale da
porsi in netto contrasto con la piccola tazza. L’iscrizione intende dunque con-
trapporre alle dimensioni e allo sfarzo il dolce effetto dato dal bere da questa
piccola tazza: il desiderio d’amore.