Sei sulla pagina 1di 65

UNIVERSIT DEGLI STUDI DI PADOVA

FACOLT DI LETTERE E FILOSOFIA


CORSO DI LAUREA IN LETTERE ANTICHE

IL TEMPO DI SAFFO:
tra consolazione e paradigma

Relatore: Chiar.mo Prof. Davide Susanetti

Laureando: Paolo Dagazzini


534346-LT

Anno Accademico 2007/2008

h gnw^siv fusioi^,
h de# aga@ph oikodomei^
(1 Cor., 8.1)

a Giovanni Zanoni

1. Introduzione
Lo studio che si cercher di svolgere nelle pagine che seguono sar incentrato sulla
disamina di un aspetto particolare dellanalisi della poesia di Saffo, ovvero quello del
tempo, cio dei procedimenti riscontrabili in alcuni frammenti attraverso i quali la
poetessa porta a confondersi e compenetrarsi i differenti piani cronologici di presente,
passato e, talvolta, futuro.
Sono sei i frammenti presi in considerazione a questo fine, ovvero, nella numerazione di
Eva-Maria Voigt1, i numeri 94, 96, 98, 1, 16, 31. Lordine di analisi non casuale, in
quanto i primi tre in qualche modo formano un gruppo distinto dagli ultimi.
I frammenti 94, 96, 98 possono essere idealmente raccolti in un sottoinsieme che si
potrebbe denominare carmi della memoria: in essi, infatti, tale procedimento agisce in
modo evidente, in quanto Saffo utilizza esplicitamente il ricordo per richiamare alla
mente fatti, persone od altri elementi, e questo va a costituire il nucleo stesso della
poesia, perlomeno nella forma in cui ci pervenuta.
Nei frammenti 1, 16, e 31, invece, anche se si riscontra una simile ibridazione dei
diversi piani temporali, questa risulta certo come un importante aspetto di ogni singolo
carme, ma non come quello preponderante; pertanto, pur ampiamente presi in
considerazione ai fini del presente studio, non saranno analizzati altrettanto
approfonditamente in ogni loro aspetto, in quanto si rischierebbe di eccedere dai limiti
dellanalisi proposta.
In alcuni tra questi frammenti non stato preso in considerazione solo il tempo, ma
anche lo spazio: talvolta infatti le due dimensioni, nella nostra autrice, sembrano
inscindibili per poter comprendere a fondo le dinamiche secondo le quali ella si muove
nellapplicare i procedimenti studiati in queste pagine.
Si tenter di delineare per ogni carme, in modo schematico, la tessitura cronologica (e,
ove servisse, spaziale), per poi individuarne finalit ed implicazioni interpretative.
Inoltre, si cercher di condurre il confronto delle informazioni emerse per ogni
frammento in modo da osservare le modalit che sono comuni ai diversi componimenti
per riscontrare quelli che sono i processi tipicamente saffici dal punto di vista dello
svolgimento temporale della poesia.
Si adottata come edizione di riferimento per questo lavoro la sopraccitata edizione
Voigt, ed a questa naturalmente si rifanno tutti i testi riportati.

VOIGT 1971

2. Frammento 94V
<->
teqna@khn dado@lwv qe@lw
2 a me yisdome@na kateli@mpanen,
po@lla kai# to@deeipe@ [moi
w@jmwv dei^na pep[o@nq]amen,
5 Ya@pf, h ma@n sae@koisapulimpa@nw.
ta@n degw ta@dameibo@man
cai@roiserceo kameqen
8 me@mnais, oisqa ga@r wv <s>e pedh@pomen
ai de# mh@, alla@ segw qe@lw
omnaisai [...(.)].[..(.)]. eai
11 os[ - 10 - ] kai# ka@lepa@scomen
po@[lloiv ga@r stefa@n]oiv iwn
kai# br[o@dwn...]ki@wn tumoi
14 ka..[ - 7 - ] pa#r emoi p<e>reqh@ka<o>
kai# po@llaiv upaqu@midav
ple@ktaiv amfapa@laj de@raj
17 anqe@wn e[ - 6 - ] pepohme@naiv.
kai# p..... [
]. mu@rwj
brenqei@wi .[
.]ru[..]n
20 exal<e>i@yao ka[i# bas]ilhi@wj
kai# strw@mn[an epi#] molqa@kan
apa@lan par[
]onwn
23 exi@hv po@qo[n
].ni@dwn
kwute tiv[
ou]te ti
iron oudu[
]
26 epletopp[oqen am]mev ape@skomen,
ouk alsov .[
29

].rov
]yofov
]...oidiai

2.1. Il problema di teqna@khn dado@lwv qe@lw

Fondamentale per lo studio dei tempi, ma anche per la comprensione generale di questo
frammento, lassegnazione del primo verso: infatti un problema critico ancora
6

irrisolto se le parole teqna@khn dado@lwv qe@lw siano da attribuire alla stessa Saffo od
alla ragazza che la sta lasciando.
Per quanto concerne il nostro studio, questo un punto particolarmente delicato. Il
modo in cui passato e presente si intersecano di questo frammento ne viene infatti non
poco influenzato:

1- Qualora infatti il primo verso andasse attribuito a Saffo, questo sembrerebbe


indicare una situazione presente: ora, a distanza di un tempo non precisato,
davvero desidero essere morta. A questa asserzione di dolore, seguirebbe il
racconto della causa che lha cagionato (vv. 2-3), e si passa cos ad un tempo
passato: infatti, un tempo, lei mi lasciava dicendomi queste cose. Segue il
discorso diretto, naturalmente al tempo presente, che riporta laccorato addio
della giovane (vv. 4-5). Dopo un verso introduttivo, nello stesso tempo della
narrazione, si apre il lungo discorso della poetessa, consolatorio per la fanciulla.
Lesortazione iniziale ad andarsene gioendo grazie alla potenza consolatrice del
ricordo (vv. 7-10) naturalmente al presente e va situata, nel senso
dellenunciazione, nello stesso tempo cui si riferisce la narrazione in prima
persona e nel quale avviene laddio della giovane; ma dal v. 10 in poi si assiste
ad un nuovo cambiamento temporale, dal momento che, pur restando lo stesso il
tempo dellenunciazione del discorso, questo si riferisce ad un tempo
precedente. Saffo infatti passa, per riportare alla mente il ricordo delle gioie
trascorse alla compagna, alla narrazione di un tempo precedente a quello
delladdio. Tale tempo, quindi va a trovarsi prima delladdio, che a sua volta
precedente al tempo del primo verso, che se affidato alla voce di Saffo va a
coincidere con il tempo presente della scrittura.

2- Se invece il primo verso venisse attribuito alla giovane, questo diverrebbe un


tuttuno con il resto del discorso della fanciulla che si trova ad abbandonare
Saffo, inframmezzato dallinserto narrativo dei vv. 2-3. Il resto dellode
naturalmente non viene variato, ma in questo caso, pur persistendo i tre tempi di
passato remoto, passato delladdio e presente, questo ultimo diventa, per cos
dire, virtuale, in quanto sussiste come tempo in cui si svolge la narrazione, ma
scompare nelleffettivit del tessuto poetico, dato che non ci sono in questo caso
azioni che avvengano in questo presente, nemmeno nel senso dellespressione di
uno stato danimo.
7

Per trovare una plausibile interpretazione di questo problema, utile analizzare le


posizioni dei critici che sostengono luna e laltra ipotesi per capire chi sta morendo in
questo frammento 942.

2.2. Per lassegnazione a Saffo


Emmet Robbins3 rileva facilmente che dallo studio della metrica del frammento si
evince che prima di questo v. 1 debba essere caduto almeno un gliconeo; ma questo
doveva essere pronunciato dalla stessa persona che esplicita il desiderio di morte, come
suggerisce il de@ che sembra legare questa coppia di versi.
Alla fine del secondo verso, tra laltro, presente un asindeto: lei piangendo mi
lasciava, / molte cose e questa mi diceva (a meno che non si consideri po@lla
concordato con yisdome@na, singhiozzando molte cose; si verrebbe per cos a creare
lunico enjambement di questo carme, leffetto del quale , secondo Robbins,
displeasing). Questa figura retorica spesso usata, come ci testimonia anche lo
Pseudo-Longino (19-21)4, in contesti di particolare patetismo, ad indicare insomma
unemozione vissuta con particolare violenza; ma, assegnando allamica di Saffo queste
parole, i vv. 2-3 si configurerebbero come una semplice narrazione alla quale non pare
confarsi questo artificio retorico.
Lassegnazione delle parole teqna@khn dado@lwv qe@lw alla ragazza incorre tra laltro in
un ulteriore problema dal punto di vista testuale: non vi infatti al v. 2 alcun elemento
che possa richiamare un cambio repentino di narratore tra i due versi. Si potrebbe certo
pensare che lindicazione del parlante si trovasse nel perduto verso precedente il primo
che ci tradito, ipotizzando una ricostruzione come: <Ella: Non pi voglio vivere> / e
invece davvero vorrei essere morta / mi lasciava singhiozzando, / molte cose e questa
mi diceva: / Ahim
Ma in tutta la lirica arcaica pervenutaci non presente un solo caso in cui un discorso
diretto sia interrotto per essere inframmezzato da un inserto di tipo narrativo, come
avverrebbe in questo caso; si configurerebbe insomma una struttura inedita, almeno per
quella che la nostra conoscenza di questo genere.
2

ROBBINS 1990
ROBBINS 1990
4
In particolare De Sublimitate, 21.2: to_ pa&qoj u(po_ tw~n sunde/smwn kai\ tw~n a1llwn prosqhkw~n
e0mpodizo&menon a)ganaktei=: th_n ga_r e0leuqeri/an a)pollu&ei tou~ dro&mou kai\ to_ w(j a)p' o)rga&nou
tino_j a)fi/esqai.
3

Un altro problema che sorge in riferimento al corpus Saffico che possediamo questo:
non esiste tra tutti i frammenti giuntici, per quanto possiamo ricostruire, un altro carme
che situi tutta lazione nel passato senza alcun riferimento alla condizione del presente5;
secondo Robbins, ritenere che questo collegamento fosse riscontrabile in strofe
precedenti la prima tradita not a necessary or helpful hypothesis6 dal momento che,
per riportare anche questo carme a questo modulo, sufficiente e molto pi economico
assegnare il v. 1 a Saffo stessa, recuperando cos la dimensione della condizione
presente.
Ma c di pi: vi sono altri due carmi in cui Saffo esprime un desiderio di morte di
persona, e questo non assolutamente attribuibile ad altre personae loquentes, ovvero il
fr. 31V (15-16)7 ed il fr. 95V (11-13)8.
Del resto anche Schadewaldt9 rilevava nel fr. 94V la coesistenza di tre tempi distinti:
una situazione presente intollerabile, da cui scaturirebbe lesternazione della poetessa di
Lesbo, il momento delladdio nel passato, ed un passato pi remoto a cui si ascrivono le
azioni

narrate

nel

ricordo.

Naturalmente

questa

interpretazione

presuppone

lassegnazione del v. 1 a Saffo e non allamica: cos lesortazione a non dimenticare


viene riletta dal critico come un ansioso invito a non relegarla alloblio, e il carme
diviene una sorta di confessione del fallimento, una volta partita la fanciulla, del
tentativo di autocontrollo che la poetessa-amante avrebbe inscenato di fonte alla
giovane.
Quello di conciliare lesortazione consolatoria di Saffo con laccorata esternazione del
desiderio di morte resta in effetti un problema che lo stesso Page10 rileva. Questo
studioso propone una soluzione che si basa sulla topicit di asserzioni di questo tipo; in
altre parole teqna@khn dado@lwv qe@lw rifletterebbe rather the conventions of a society
than the emotions of an individuals heart11, uno stilema letterario insomma, tipico di
unintera cultura e rintracciabile anche in diverse fonti.
per lappunto partendo da questa osservazione che Aloni12 introduce uninteressante e
diversa prospettiva in questo dibattito, per la quale, in effetti, lattribuzione del verso
5

Questo ad eccezione del fr. 44V, che per, trattando un episodio epico (il matrimonio di Ettore ed
Andromaca), esula dalla tematica a cui si rif il nostro fr. 94V, non trattando eventi in qualche modo
personali per la poetessa di Lesbo.
6
una non necessaria od utile ipotesi
7
e poco lontana da morte sembro a me stessa (trad. di F. Ferrari)
8
mi vince il desiderio di morire e di vedere le rive rugiadose dAcheronte fiorite di loto (trad. di F.
Ferrari)
9
SCHADEWALDT 1950
10
PAGE 1955, 82-83
11
piuttosto le convenzioni di una societ che le emozioni del cuore di un individuo
12
ALONI 1997, LII-LVI

alluna o allaltra interlocutrice diviene in qualche modo del tutto secondaria, ed


influenzata senza dubbio pi che dalle evidenze testuali dai preconcetti che vogliono
una Saffo di volta in volta preda di passioni o saggia istitutrice. invece importante
prima di tutto rilevare la tipicit di unasserzione di questo tipo che denota lincapacit
di compiere qualcosa, una situazione di sostanziale amhcani@a da parte del pronunciante,
tenendo anche conto del fatto che desiderio e sensazione di morire ricorrono, nel corpus
saffico, tutte in contesti in cui appare un eros che ha portato chi lo esprime allincapacit
di muoversi positivamente: si configura una sorta di topica quasi rituale.
Tra laltro, se si considera, con lo stesso Aloni, Saffo come una figura di poeta
perfettamente inserita nellalveo della tradizione greca arcaica, non si pu non accostare
il desiderio di morire qui espresso ad analoghe asserzioni presenti nei poemi omerici: in
particolare quelle pronunciate da Elena13. Questa eroina iliadica lamenta cos il peso
insopportabile delle sciagure che a causa sua si sono abbattute sulla citt di Priamo. Ma,
cosa pi importante, la moglie di Menelao nella tradizione sia epica che lirica una
figura associata allambito afroditico, e per tanto fortemente connotata dal punto di vista
erotico: il che fa ritenere che tra i motivi topici della descrizione di un amore dagli
effetti tragici potesse trovarsi proprio il desiderio di morte.
A questo punto si potrebbe forse intravedere una possibile soluzione della palese
contraddizione in cui parrebbe, assegnandole il v. 1, essere caduta la poetessa. Lio
lirico di questo primo verso si trova ad esprimere non tanto la condizione in cui si trova
Saffo, ma una condizione, genericamente intesa, in cui ci si viene a trovare quando un
avvenimento occorso, come lallontanamento seguito allabbandono del gruppo da parte
della ragazza, getta lamante in una sorta di aporia che non pu avere soluzione
positiva; del resto nel canto sono coinvolte anche altre persone (si veda la prima persona
plurale del v. 8), e lintera poesia potrebbe configurarsi come lespressione di un
modello da seguire in questa precisa declinazione della amhcani@a erotica, lexemplum
di un percorso che porti dallo stato di dolore al sollievo tramite il ricordo del passato
che, partendo dal momento che ha cagionato la sofferenza, si approfondisce via via
risalendo temporalmente fino alla pi remota, ma estesa, felicit. Il che potrebbe essere
certo ascrivibile ad una destinazione della performance ad un gruppo composto di
persone che si riconoscono in un determinato sistema di vita e valori, quale potrebbe
essere, in una delle sue accezioni, il gruppo di Saffo.

13

Homerus, Ilias III.173-175; VI 345-348; XXIV 764

10

In questo senso lassegnazione del verso alluna od allaltra, interessante dal punto di
vista filologico e dello studio dei tempi interni al carme, perde gran parte della sua
preponderanza sul piano interpretativo.
2.3. Per lassegnazione ad Atthis14

In occasione della prima pubblicazione di questo frammento, ritrovato su una


pergamena di sesto secolo, avvenuta nel 1902, leditore Schubart15 sembra assegnare il
primo verso alla fanciulla che sta abbandonando Saffo; solo in seguito, in occasione
della seconda edizione della poesia (1907), sembra attribuire il verso alla poetessa (forse
persuaso dai lavori di alcuni studiosi, e soprattutto di Wilamowitz), dando il la al
dibattito su questo punto.
Anne Burnett16 che in tempi relativamente recenti ha sostenuto con particolare forza
lattribuzione del teqna@khn dado@lwv qe@lw alla giovane e non a Saffo stessa. Questa
studiosa parte da un presupposto che le deriva dalla sua interpretazione personale
dellintera poetica saffica, nella quale non riscontra infatti la vena tragica che
sembrerebbe trasparire da questo carme partendo dallaltra attribuzione; e del resto non
vi , allinterno del dettato di questo testo, alcun elemento che tradisca debolezza da
parte dellautrice o alienazione della medesima rispetto al consiglio che d allamica
tale da assegnare senza dubbio alcuno il primo verso a lei stessa.
Consiglio che daltra parte ben siscrive nella generale tematica saffica: lesortazione a
gioire nonostante il distacco, infatti, giustificata dal fatto che le dei^na sofferte
vengono in qualche modo emendate con la contemplazione, nel ricordo, delle ka@la
rievocate nellultima parte del carme. La memoria agisce creando an happy talisman
that can be taken anywhere17 recando in continuazione gioia.
Ma, si chiede Burnett, possibile che Saffo esprima una simile lezione, per poi fornire
lei stessa, con il suo accorato grido di dolore, una dimostrazione di come non funzioni?
Vi si rileva, in questo, una forte disarmonia, la stessa alla quale Page18 trova una
risposta nella convenzionalit dellespressione iniziale; convenzionalit che viene
segnalata anche da Burnett. Lesternazione retorica del desiderio di morire certo
funzionale a sottolineare per contrasto le cose per le quali invece si rafforza il desiderio
14

Si prende tale nome per pura convenzione, secondo le suggestive ipotesi espresse da EDMONDS 1928,
240
15
SCHUBART 1902, 195 ss.
16
BURNETT 1979
17
un felice talismano che pu essere portato ovunque
18
cfr. par. 2.2

11

di vivere, dato che sono le stesse che stanno venendo a mancare; ma secondo la
studiosa, una considerazione di questo tipo non basta a fornire una spiegazione
esaustiva del punto fondamentale oggetto della nostra discussione, dato che la bravura
di un poeta sta anche nella capacit di dare voce ad un proprio sentimento pur
utilizzando stilemi tipici, che tra laltro spesso vanno incastonati nel sistema dei generi
che ha innegabilmente un certo peso nella lirica arcaica.
Il fraintendimento di questo verso pu derivare dal fatto che spesso lanalisi dei critici
ha trattato il v. 1 come inizio de facto della composizione, quando sappiamo per certo
che doveva essere preceduto almeno da un altro verso; ed osservando con attenzione la
struttura delle prime strofe dellode si pu notare come questo verso possa essere
inserito in un dialogo drammatico articolato nello scambio di battute tra due personae, e
daltra parte non vi sono elementi interni che possano assegnare questo verso alla Saffopersonaggio.
Anzi, lattribuzione alla poetessa stessa comporta senza dubbio lintroduzione di una
extra-dramatic Sappho19, che esprimerebbe cio tale desiderio non al momento
delladdio ma ora, a distanza di tempo, nel presente della Saffo-scrittrice. Tale tempo
presente, per, secondo Burnett incompatibile con lo svolgersi temporale del resto
della poesia, perch risulterebbe totalmente privo di legami e di momenti di transizione.
Losservazione per la quale la presenza nei carmi 31V e 95V di analoghi desideri di
morte potrebbe avvalorare lassegnazione anche di quello presente nel nostro
frammento alla voce di Saffo non del tutto attendibile, dato che la corrispondenza del
contesto non perfetta. Anne Burnett segnala infatti come nel fr. 95V, che pure pu
ascriversi al genere amoroso per il riferimento che pare scorgervisi a Gongila (v. 4), la
situazione sia molto diversa: si tratta di un dialogo interamente posto in un tempo
passato (come risulterebbe del resto con lattribuzione allamica) tra Saffo ed Ermes,
una divinit, in un tono non passionale ma distaccato, quasi freddo. E, aggiungiamo,
anche nel fr. 31V in fondo non vi unanaloga espressione di dolore, non un vero
desiderio di morire, ma il rilevamento quasi clinico della manifestazione di una forte
passione.
Ma alcune parole vanno spese ancora su un particolare: ado@lwv. Questo avverbio di
solito tradotto con veramente o sinceramente, ma non va dimenticato che il suo valore
fondamentale senza inganni. In effetti, spesso il rapporto damore legato in qualche
19

Saffo extra-drammatica; questo a meno che non si conceda una sorta di repentino cambio dumore
per il quale Saffo dapprima esprimerebbe il proprio disperato dolore per labbandono, ed in seguito
risponderebbe alla esternazione dellamica con parole di conforto molto controllate: a mio parere tale
divergenza di toni piuttosto improbabile.

12

modo allinganno, ai sotterfugi; basti pensare che la stessa Saffo in quello che
conosciamo come fr. 1V attribuisce ad Afrodite, la dea stessa dellamore, lepiteto
dolo@ploke. quindi normale che un discorso tra due amanti sia pieno di esagerazioni,
e che entrambi cerchino di sottolineare la propria assoluta sincerit, ed il fr. 94V tratta
proprio del distacco di due amanti. Ma perch Saffo dovrebbe fare una simile
professione di innocenza da inganni ad un pubblico diverso dalla propria interlocutrice?
A meno che non si ipotizzi che il senso che la poetessa voglia dare a queste parole
rivolgendosi ai propri ascoltatori, o forse, meglio, alle proprie ascoltatrici, sia: io allora
ho ingannato la giovane facendole credere di essere tranquilla: ma ora, a voi, confesso
senza pi fingere il mio estremo dolore. Ma pare molto pi probabile che il tono di
questa professione del desiderio di morte sia pi naturale per la fanciulla che, di fronte
alla propria amante, vuole dimostrare lassoluta sincerit del proprio dispiacere nel
lasciarla, sottolineando la non volontariet di una simile azione; tra laltro il tono
concitato e passionale di queste parole sembra pi adeguato alla giovinezza di una
fanciulla20 che ad una donna pi adulta che tra laltro gestisce unistituzione come
quella saffica.

2.4. Il tempo del desiderio di morire

Da questo veloce riassunto del dibattito critico risulta evidente la difficolt di giungere
ad una soluzione definitiva di questo problema, anche perch il frammento risulta
particolarmente mutilo nelle sue parti iniziale e finale e quindi, non conoscendo
eventuali icipit o explicit, non possibile sapere se vi fossero altri elementi che
indicassero in modo pi chiaro la struttura del carme.
Come si gi detto nel primo paragrafo, su questo punto si impernia ogni eventuale
studio dei tempi interni di questo frammento, perch proprio da questo determinata
lesistenza reale o virtuale del presente di Saffo.
Il tempo in cui la poetessa compone questa sua opera, il presente del racconto insomma,
imprescindibile, in quanto ad ogni modo la poesia si presenta come una narrazione al
passato di un evento, laddio, avvenuto precedentemente; ci che per varia
notevolmente la sua presenza esplicita o meno allinterno del carme. Quello che

20

Non si riscontra, vero, allinterno della poesia alcun riferimento allet di colei che lascia Saffo, n
alcun elemento da cui ricavare la sua giovinezza; ma pare che tale presupposto, che stato adottato fin
dallinizio di questa dissertazione, sia adeguato alla lettura che traspare dal frammento e sia sostenibile in
rapporto alla restante produzione della poetessa.

13

cambia, in definitiva, la compenetrazione di due o tre piani temporali diversi nel


tessuto della lirica.
Si potrebbe cercare di schematizzare il modo in cui i piani temporali si intersecano,
fermo restando che va tenuto sempre presente il tempo effettivo della scrittura:

1- Attribuzione a Saffo: v. 1 nel presente si esprime una condizione presente; vv. 23 nel presente (della narrazione) si racconta un evento del passato pi vicino; vv.
4-5 nel passato pi vicino si esprime un sentimento allora presente; v. 6 nel
presente (della narrazione) si narra unazione del passato pi vicino; vv. 7-10 nel
passato pi vicino si fa una raccomandazione relativa allallora presente; vv. 11
ss. nel passato pi vicino si rievoca un passato pi remoto.
2- Attribuzione ad Atthis: v. 1 nel passato pi vicino si esprime un sentimento
allora presente; a questo segue una scansione temporale identica al caso 1.

Lattribuzione a Saffo per certi versi risulta pi suggestiva, in quanto permette


lintroduzione di un terzo nucleo temporale che, a mio parere, non creerebbe i problemi
rilevati da Anne Burnett21, ma che ben si potrebbe inserire nel tessuto narrativo, anche
considerando che molto spesso nella lirica saffica i tempi di presente e passato si
intersecano senza bisogno di particolari nessi di transizione. Tra laltro, alcuni aspetti
formali (ed in particolare la non interruzione, che sarebbe atipica, del discorso diretto)
farebbero propendere per questa ipotesi. Ma in definitiva sembrano sussistere, a livello
contenutistico, eccessive incongruenze tra lantico autocontrollo di Saffo e lesplodere
della disperazione. Cosa potrebbe aver cos modificato la mente ed il cuore della
poetessa? Perch, perlomeno nella parte di testo tradita, se avvenuto qualcosa non ce
ne d contezza? Sembrerebbe logico presentarne i motivi in questa occasione. Certo
avrebbe potuto essere narrato in una parte finale andata perduta: dopo la rievocazione
delle gioie passate, che avrebbe dovuto calmare lanimo, avrebbe potuto trovarsi un
ma, modulo tipico della poesia saffica22, che avrebbe introdotto un qualche evento che
avrebbe reso impossibile la consolazione.
Da parte sua, Schadewaldt23 aveva tentato una spiegazione di questo punto
presupponendo una sorta di inganno a fin di bene tramite il quale la Saffo del passato
cercava un mezzo per dare sollievo e consolazione allanimo dellamica; un tentativo,
insomma, di imporsi forzatamente un ferreo autocontrollo atto a simulare calma, per
21

cfr. par. 2.3


A tale proposito cfr. DI BENEDETTO 1987, 33-38
23
SCHADEWALDT 1950
22

14

fornire la possibilit allaltra di cai@roiserxein. Ma forse, secondo lo studioso, vi si pu


scorgere anche una sorta di auto-inganno, quel ewige Selbsttuschung, nach der das
Herz auch nach tausend Abschieden immer wieder glubig greift24 al quale la poetessa
cerca di cedere, non riuscendovi. Cos, a distanza di qualche tempo, si ritrova alla fine a
confessare, e questa volta ado@lwv, senza gli inganni dettati dalla compassione.
Per queste sono mere ipotesi, e non resta che rassegnarsi e basarsi su quanto tradito,
tanto pi che esiste una possibilit di trovare una soluzione senza uscire troppo da
quello che il testo tradito.
per questo che sembra, forse, pi probabile lipotesi che le parole teqna@khn
dado@lwv qe@lw siano pronunciate dalla giovane che si trova a lasciare Saffo. In questo
modo viene annullata la disarmonia tra le parole di Saffo-ora e di Saffo-allora: il
desiderio di morte invece perfettamente in linea con la successiva esternazione della
fanciulla: wjmwv dei^na pep[o@nq]amen, / Ya@pf, h ma@n sae@koisapulimpa@nw. Permane
certo qualche elemento di perplessit: si gi accennato alla mancanza di altre
attestazioni di discorsi diretti inframezzati dalla narrazione, ed alla mancanza di altre
attestazioni in Saffo di carmi slegati da una situazione presente. Ma, daltra parte, del
corpus lirico in generale e di quello saffico in modo particolare non ci restano che
frammenti, e non si pu pertanto escludere con certezza che se un fatto particolare non
ci attestato, questo avvenga per un semplice vuoto della tradizione piuttosto che per
una effettiva mancanza al momento della produzione. E teniamo presente che in questo
stesso frammento vi sono evidenti ed estese lacune: fermo restando che preferibile
lavorare sui dati reali che su ipotesi, nulla esclude che un legame col presente fosse
riportato in una delle parti perdute.
Per restare allinterno delle rilevanze del corpus, non si pu negare leffettiva mancanza
di coincidenza di contesto tra i frammenti 31V e 95V, dove Saffo in qualche modo
esprime un sentimento di legame con la morte, e laccorato desiderio di questo
frammento 94V25; questo non esclude lattribuzione del v. 1 a Saffo, ma neppure pu
esserne una prova certa.
Certo uno scioglimento interessante del dibattito potrebbe delinearsi secondo lottica,
gi accennata, proposta da Aloni26, il quale introducendo il concetto di ritualit del
carme, ed inserendolo nella tipicit della tradizione arcaica, in qualche modo aggira
questo nodo illustrando uninterpretazione che non dipenda dallattribuzione del verso;
24

eterna autoillusione che, anche dopo migliaia di separazioni, con convinzione coinvolge sempre di
nuovo il cuore.
25
cfr. par. 2.3
26
cfr. par. 2.2

15

ma purtroppo lassegnazione del desiderio di morire ad una delle due interlocutrici


permane ineludibile per la delineazione dello schema temporale preciso.

2.5. Il senso del tempo e della memoria

A questo punto per risulta necessario domandarsi il senso profondo che acquista,
allinterno di questo frammento, lo slittamento tra i piani temporali che vanno ad
intersecarsi e per certi tratti a sovrapporsi. E parte di questo stesso senso si ritrova nel
modulo saffico della memoria, intesa come rievocazione del passato tramite la
narrazione di un flusso temporale precedente inserito in quello principale.
In questo sistema Bruno Gentili27 ritrova un senso religioso: le immagini evocate,
infatti, si rifanno tutte allambito di Afrodite (i fiori sacri alla dea, luoghi che denotano
sacralit, la gestualit tipica del rito, come la danza), in modo tale che ci si ritrova in
un sistema nel quale le fonti dellispirazione, cio le crisi amorose, le separazioni,
gli scenari floreali, le visioni divine si configurano come esperienze religiose
privilegiate per una pi intima comunione con la divinit. Il tema topico della memoria
diventa quindi determinante in questa dimensione: non serve solo a evocare sensazioni
ed emozioni (come avveniva, ad esempio, in Omero), ma anche a riattualizzare in modo
concreto le azioni comuni, rinnovandole al punto di garantire loro una reale esistenza in
assoluto al di l delle coordinate spazio-temporali in cui avvennero.
Nella ripetizione dunque, nel canto e nella memoria, Saffo avvia un procedimento
attraverso il quale lazione compiuta, rivisitata nel racconto, tende ad una relativa
immortalit che la pone al di fuori del normale flusso temporale: ripetuta nel canto,
verr ripetuta anche nella memoria della giovane che se ne sta andando, come nella
memoria delle altre ascoltatrici del carme (infatti al v. 8, oisqa ga@r wv <s>e
pedh@pomen, nella prima persona plurale di ti volevamo bene, tenendo conto anche della
dimensione comunitaria della poesia saffica, si intravede la presenza, a questa scena, di
altre persone), garantendo quella sopravvivenza delle ka@la che viene invocata come
rimedio al dolore dellabbandono. Funzione consolatoria che pare avere una doppia,
ambigua valenza, dato che consolando la ragazza, Saffo consola (o cerca di consolare,
secondo Di Benedetto28) anche s stessa. Vi ad ogni modo un gioco di risonanze tra le
due.

27

GENTILI 1966, 54-55


DI BENEDETTO 1987, 57. Lautore infatti, partendo dal presupposto che il v. 1 sia pronunciato dalla
poetessa, aggiunge che questo ricordo non liberatorio per Saffo. La sofferenza resta [] Il ricordo dei

28

16

Ma attenzione: in questo frammento, la rievocazione del passato gioioso una


rievocazione di secondo livello, in quanto si situa allinterno del discorso di Saffo che
a sua volta riportato da un tempo passato grazie al canto della poetessa. Si innesca un
filo di continuit che partendo dal passato pi remoto giunge, attraverso il passato
dellepoca delladdio, ad un presente che, ricondotto o meno allinterno del tessuto
lirico, comunque ha spinto lautrice a narrare questa sequenza. Un legame diretto tra
passato e presente che ha s precedenti nella letteratura greca arcaica, ma che qui appare
mutato di segno secondo due diverse direzioni.
Nel libro V dellIliade, Afrodite ferita da Diomede viene confortata dalla madre che le
ricorda come altri dei abbiano avuto la capacit di sopportare situazioni analoghe: un
esempio positivo che viene usato in funzione consolatoria, ma che non riguarda la
protagonista bens altri personaggi.
Nel libro XX dellOdissea, Odisseo si fa forza riportando alla mente la memoria di
giorni peggiori, che ha per saputo sopportare, rispetto alla situazione di disagio attuale:
un ricordo che lo riguarda in prima persona, quindi, ma di segno negativo.
In questo frammento saffico, invece, il ricordo consolatore tratto dalla diretta
esperienza della protagonista, e prende la sua forza rincuorante proprio dallessere
invece estremamente positiva: il conforto non deriva pi dalla comparazione di due
esperienze a distanza di anni, dal confronto delle quali possono rendersi evidenti gli
elementi positivi della seconda, ma dalla rivisitazione nellanimo della gioia provata
allora che il ricordo permette di rivivere e di portare con s.
Ma non la consolazione lunico fine di questa rievocazione da parte di Saffo; c forse
anche un certo desiderio di legare a s, nonostante la sua partenza, la giovane tramite la
creazione di uno spazio temporale altro che possa includerle entrambe.
Come ha notato Ellen Greene29, infatti, il dialogo tra i due personaggi di questo
frammento, narrato alla terza persona, li colloca nellirreversibilit del passato; tramite
lapostrofe a Saffo del v. 5 lintensit dellimmediatezza drammatica crea una sorta di
ponte tra il passato della narrazione ed il presente della discorsivit. Ci troviamo ad ogni
modo di fronte a due persone distinte inserite in una precisa cornice temporale che
corrisponde al tempo delladdio che viene raccontato con trasporto, e il senso di
separazione rafforzato da questa stessa struttura. Il v. 8, per, in questa prospettiva si
pone come una cesura, dato che draws the poem away from the dramatic portrayal of

giorni belli trascorsi insieme alla ragazza che partita costituisce dunque una zona di fruizione che Saffo
recupera e valorizza, ma senza eliminare la sofferenza del presente, che resta nella sua integrit.
29
GREENE 1994

17

the woman leaving to the more inward situation of remembering30. Poco prima luso di
apostrofi reciproche aveva introdotto, nel tessuto grammaticale, accanto alla generica
terza persona narrativa anche la prima e la seconda persona singolari; ma tutte si
collocavano nel tempo narrativo, come racconto vero e proprio o nella prospettiva del
discorso diretto.
Dopo questo punto di svolta, invece, viene introdotto il noi: una prima persona plurale
che sempre soggetto di verbi che si rifanno al passato pi remoto, quello dellet pi
felice. In qualche modo il noi si colloca insomma in una dimensione
detemporalizzata, in quanto priva di elementi che possano identificarla con precisione
nel flusso cronologico (sappiamo solo che si tratta di un prima contrapposto
allora), ed allinterno della quale Saffo e la fanciulla sono indifferenziate: nella
narrazione che la poetessa fa alla prima persona plurale ella ed io scompaiono.
A ben vedere c unesplicita affermazione da parte della voce poetica della propria
capacit di rivivificare lesperienza passata: alla@ segw qe@lw / omnaisai (vv. 9-10),
che risponde al qe@lw del primo verso, risuona come una forte enunciazione della
superiore potenza poetica di Saffo nei confronti della giovane alla quale, essendo
sprovvista della possibilit di ricreare la gioia nel ricordo, non resta che desiderare
linterruzione della vita. Non sembra infatti che la poetessa attenda che lamica risponda
se ricordi o meno il bene che intende rievocare. A tal proposito Di Benedetto31 scrive
che lipotesi che la ragazza non ricordi e che abbia bisogno, per ricordare, di un lungo
discorso da parte di Saffo esce dal convenzionale (e dal verosimile) e fornisce alla
poetessa loccasione per rivivere il passato e per fruirne la memoria.
Ma, forse, c dellaltro. Gi nei poemi omerici si assiste alla distinzione tra il ricordo,
personale e soggettivo, e la memoria, collettiva ed oggettiva; il ricordo, in qualche
modo, non racconto, in quanto privo del vaglio della coscienza comune, privo di
quella patina un po distaccata che lo renda oggettivamente fruibile. Ed solo laedo, un
poeta, a trasformarlo in memoria, grazie alloperazione di straniamento che compie su
quel tempo, rendendolo altro da s, collocandolo in una dimensione a parte. Esempio
ne sono le narrazioni da parte di Odisseo o di altri degli eventi ancora in fieri (od appena
conclusi) che non possono che suscitare il pianto, mentre il canto di Femio e Demodoco
porta apa@thj kai# te@ryiv.

30

trascina via la poesia dal ritratto drammatico della donna che lascia verso la pi interiore situazione
del ricordare
31
DI BENEDETTO 1987, 56

18

Si pu ipotizzare, insomma, che anche in Saffo agisca un meccanismo simile, che rende
necessario lintervento della poetessa per, da un lato, trasformare il ricordo passato delle
ka@la vissute assieme in una memoria condivisa dallautrice e dalla sua interlocutrice,
comune anche al circolo che alla poetessa di Lesbo fa capo, e, dallaltro dare la forma di
un racconto in qualche modo assoluto a vicende altrimenti solo personali, e quindi
relative. In fin dei conti, io invece voglio afferma la pi saggia Saffo opponendosi al
voglio essere morta di chi, non sapendo rielaborare la dimensione specificamente
temporale del ricordo, non pu che abbandonarsi al pianto. E di nuovo dal dolore si
passa allincantamento ed al piacere.
Implicito v dunque, anche per questo, il desiderio da parte della stessa Saffo di
richiamare la bellezza di questo passato in uno spazio detemporalizzato che contenga lei
stessa e lamica oltre, forse, al pubblico di donne presenti al momento delladdio. La
sequenza temporale piana della narrazione insomma dislocata removing the
opposition between presence and absence from empirical time and locating it in a
discorsive time32.
In effetti nella parte finale del frammento i limiti di tempi, luoghi e persone sembrano
quasi dissolti in un coacervo di sensazioni diverse, ma tutte rapportabili ad una certa
atmosfera di intimit che si ritrova nei sensuali elementi fisici appena accennati, cos
come nella comunanza delle azioni che vengono richiamate. Unintimit dilatata tramite
lelencazione dei vari momenti e dei vari particolari correlati solo dal kai#, e sublimata
dalla presenza di semplici tratti, quasi impressionistici (volendo utilizzare una
categoria a posteriori). La sensazione generale che se ne trae, insomma, quella di una
elevazione della materia trattata ad un piano ideale, che in s racchiude labitudine ad
una lunga e felice intimit tra le protagoniste del carme, e che si indulge a trattenere con
s rimandando il momento di un ritorno al presente. Intimit che, in effetti, la vera
posta in gioco di questo addio e che di l a poco verr a mancare.
Volendo osservare pi da vicino il lungo discorso del ricordo, tra laltro, si pu notare
che anche questo tempo, ascrivibile al pi remoto passato di felicit, in qualche modo
scomponibile a sua volta in due diversi flussi temporali33: luno rappresentato dalla
successione di forme verbali allimperfetto, laltro da quella di aoristi. La prima serie ha
come soggetto la prima persona plurale, e sembra descrivere una situazione che ha come
caratteristica principale il suo perdurare nel tempo, situazione che si configura dunque
come labitudine del gruppo; la seconda invece interamente riferibile alla ragazza che
32

rimuovendo lopposizione tra presenza ed assenza dal tempo empirico e collocandola in un tempo
discorsivo CULLER 1981, 150, citato in GREENE 1994
33
ALONI 1997

19

se ne sta andando, quasi a rammentarne il processo per il quale, dopo una lunga
preparazione, giunta a far parte anche lei della continua serenit del gruppo. Momento
culminante di questo processo proprio il punto in cui i due flussi finiscono per
fondersi: la seconda persona (la ragazza) al v. 23 finalmente perde laoristo per ottenere
in cambio limperfetto, segno che lei pure finalmente parte della quotidianit del
gruppo stesso (exi@hv po@qo[n). Forse questo per configurare una sorta di sentiero tramite
il quale una ragazza pu arrivare a partecipare di quella felicit che Atthis, invece, sta
lasciando; ma la memoria stessa di tale strada dovrebbe, in un certo senso, divenire la
chiave per ritrovarla.
In aggiunta, vi in questo passato dalle tinte un po sfumate, necessarie per
detemporalizzare la narrazione, ma pur sempre pervaso da una forte vitalit, una specie
di tendenza al futuro, o meglio, alla sua riproposizione nel futuro: il racconto sembra
insomma voler porsi come paradigma di una gioia veramente vissuta e realmente
rivivibile tramite la sua rievocazione nella memoria. Ed questo il viatico che la pi
saggia Saffo dona alla giovane amica per consolarla del loro abbandono.
Non sappiamo e, a meno di fortunati ed insperati ritrovamenti futuri, probabilmente non
potremo mai sapere se e come, terminata la rievocazione di questa memoria, Saffo
tornasse al passato pi vicino, o magari al suo presente. Non ci dato conoscere,
insomma, se i piani temporali cos intersecati subissero nuove svolte, od incroci, o
separazioni.
Ma la manipolazione che Saffo compie sul normale svolgersi dei piani temporali, per
quanto ci dato vedere, si attesta come un sofisticato sistema in grado di modificare
anche, almeno in parte, lanimo dei protagonisti.

20

3. Frammento 96V

] Sard.[..]
po@l]laki tui@de [n]w^n ecoisa

wv p.[...].w@omen, .[...]..c[..]
se qeasikelan ari5 gnwta , saj^ de# ma@list e@caire mo@lpai
nu^n de# Lu@daisin empre@petai gunai@kessin wv potaeli@w
8 du@ntov a brodosa@ktulov mh@na34
pa@nta per<r>e@cois astra fa@ov depi@scei qa@lassan ep almu@ran
11 iswv kai# poluanqe@moiv arou@raiv
a d <e>e@rsa ka@la ke@cutai, teqa@laisi de# bro@da kapal an14 qruska kai# meli@lwtov anqemw@dhv
po@lla de# zafoi@tais aga@nav epimna@sqeis Atqidov ime@rwj
17 le@ptan poi fre@na k[.]r... bo@rhtai
kh^qi d elqhn amm.[..]..isa to@d ou
nwnta[..]ustonum[..(.)] po@luv
20 garu@ei [..(.)]alon[.....(.)]to me@sson
e]umar[ev m]e#n ou.a.mi qe@aisi mo@rfan eph@[rat]on exisw23 sqai su[..]rov ech<i>sqa[...].ni@dhon
[
mal[
26 kai# d[.]m[

]to[...(.)]rati].erov
]ov A
frodi@ta

kam[
]ne@ktar eceu apu#
crusi@av [
]nan
29
...(.)apour[
] ce@rsi Pei@qw
[
[
32 [

]q[..]hjsenh
]akiv
]......ai

34

La correzione sela@nna (Schubart) risana il guasto metrico, ma va contro il principio della lectio
difficilior, che gioca a favore del raro mh@na (cf. T 374, Y 455 mh@nh): meglio rassegnarsi alla crux.
DEGANI BURZACCHINI 20052, 166, nota 8

21

[
[
35 [
[

]ev to# Gerai@stion


]n fi@lai
]uston oudeno[
]eron ixo[m

3.1. Un chiasmo spazio-temporale

Questo frammento davvero molto interessante per uno studio dei tempi nella poesia
saffica, in quanto vi si pu ritrovare un gioco particolarmente sottile che si intreccia in
pi punti con quello dei luoghi. Infatti non solo le coordinate temporali sono
continuamente declinate in diversi momenti che si intessono in una trama che si svolge
lungo tutta la poesia, ma anche quelle spaziali sono poste in un serie continua di
rimandi.
Si pu tentare di costruire uno schema che riassuma molto sinteticamente questo
intreccio del tutto particolare; anche per questo frammento va tenuto ben presente
lesistenza del qui e ora del momento dellesecuzione.
Nei vv. 1-5 viene descritta una situazione che avviene nel presente a Sardi35, dove una
giovane donna che per qualche motivo dovuta recarsi laggi36 rivolge spesso la mente
a Lesbo dove un tempo poteva godere delle grazie della destinataria del carme (dal v. 16
sappiamo che si tratta di Atthis). Al v. 5 avviene quindi uno slittamento spazio
temporale: dallora-l si passa, nella dimensione del ricordo, allallora-qui. Trattandosi
al contempo, rispetto al punto di vista della poetessa e della sua interlocutrice, di un
avvicinamento spaziale ma di un allontanamento temporale, si pu parlare di una sorta
di chiasme spatio-temporel37.
Con il verso successivo, si ritorna alla situazione iniziale, a Sardi nel presente
(istituendo quindi un chiasmo inverso al precedente), dove la giovane ora spicca tra le
altre donne Lidie. Questa notazione fa scattare la lunga similitudine dei vv. 7-14, che,
come vedremo in seguito, presenta delle particolarit rispetto a questa logica di tempo e
luogo. Con il v. 15 si ritorna al presente, di nuovo a Sardi, dove la giovane erra
consumandosi nel ricordo dellamica rimasta a Lesbo.
35

Tale citt desunta dal v. 1. Anche se questo luogo presenta una corruttela, abbastanza certo tale
toponimo grazie allaccenno alle donne Lidie del v. 6. Si suole integrare infatti apu#] Sard[i@wn (Blass),
oppure eni@] Sa@rd[esin (Edmonds).
36
Non vi , in effetti, in ci che resta del frammento, nessuna indicazione diretta del motivo per il quale la
giovane ha lasciato Lesbo, ma piuttosto semplice immaginare che sia per andare in sposa a qualcuno in
Lidia. Questo pu essere desunto dal contesto della produzione saffica, allinterno della quale piuttosto
frequente il riferimento ad una situazione di questo tipo. Sembra pertanto prassi piuttosto consueta che
una giovane facente capo al gruppo di Saffo ad un certo punto lo abbandonasse, provocando dolore presso
le altre componenti del gruppo (e sovente un opera consolatoria da parte della poetessa).
37
CALAME 2005, 63

22

Dal v. 17 il frammento presenta vistose corruttele, e pertanto non sembra possibile


evincere con chiarezza come dovesse proseguire il nostro schema, se non a grandi linee:
Saffo e lamica (nel presente, a Lesbo), discutono riguardo landare laggi (vv. 18-20);
dal v. 21 sembra avviarsi il racconto di qualche avvenimento passato che riguarda anche
delle divinit (Afrodite, Peitho), ma che ci sfugge completamente.
Per la prima parte dunque lo schema appare piuttosto chiaro, con il doppio chiasmo
temporale che con il suo gioco di avvicinamento ed allontanamento crea un effetto di
grande suggestione, giocato sul ricordo dellamica lontana, che si configura come
motore di questo slittamento e come contenitore dellaltro, che la Lesbo di un tempo.
Un po come se, per avvicinarsi spazialmente ad Atthis, ad Anattoria38 non restasse
altro mezzo che lallontanamento dal proprio tempo tramite lapprofondimento in un
passato ancora forte nella sua memoria. Ed in effetti ancora al v. 15 si fa riferimento alla
dimensione del ricordo di questa giovane, che qui appare anche intimamente correlato al
desiderio della lontana Atthis.

3.2. Tra similitudine e descrizione: il dove ed il quando dei vv. 7-14

Al v. 7 la similitudine sembra prendere il via in modo del tutto normale e coerente:


come la giovane spicca tra le donne, cos la luna fa tra gli astri notturni. Ma nel suo
svolgersi sembra quasi, a partire dal v. 9 e poi ancora pi vistosamente dal v. 12,
eccedere i limiti propri della similitudine per diventare la descrizione di un paesaggio
notturno pressoch reale; in altre parole, dal v. 9 Anattoria, che aveva dato il via alla
comparazione come uno dei termini di paragone, sembra essere dimenticata fino al v.
15, quando ritorna al centro della scena. A prima vista, in effetti, i vv. 9-14 sembrano
del tutto incidentali.
A ben guardare, anche dal punto di vista dello schema spazio-temporale di questo
frammento si assiste ad una sorta di slittamento proprio in coincidenza di questo stesso
nono verso. Il paragone parte, al v. 7, naturalmente, dal tempo e dal luogo delloggetto
che ne deve essere illustrato, cio la Sardi del presente; la luna, termine di paragone,
posta in un tempo per cos dire generalizzato (tramite luso dellenclitico pote), affinch
sia avvicinabile allesperienza di qualunque fruitore del canto. Lo stesso avviene per il
luogo, che non in alcun modo esplicitato: una qualunque luna in cielo, che talvolta
ha sugli astri leffetto che sempre Anattoria ha sulle donne Lidie.
38

Si fa qui riferimento allipotesi, che fu gi di Wilamovitz, di intravedere nella corruttela del v. 4 tale
nome. Pur essendo piuttosto improbabile, qui ed oltre si user, puramente per comodit, il nome Anattoria
per designare la giovane andata tra le donne Lidie.

23

Dal v. 9 per c una sorta di slittamento verso un tempo ed un luogo assoluti: il posarsi
della luce sul mare e sulla terra rigogliosa, lo sbocciare dei fiori e leffondersi della
rugiada non sembrano pi semplicemente generalizzati, ma divengono una sorta di
quadro del quale tempo e spazio non sono dichiarati ma paiono ben delineati.
Anche Gentili39 rileva in questo punto il passaggio dal paragone alla contemplazione del
reale; si perde insomma la componente simbolico-comparativa per recuperare una
dimensione di effettiva fisicit. In questo contesto si scoprirebbero, in particolare nella
tipologia dei fiori descritti (rosa, cerfoglio, meliloto), i tipici simboli legati ad Afrodite;
il che potrebbe richiamare unoccasione di culto. Questo giardino afroditico, per lo
studioso, non avrebbe una semplice valenza decorativa, ma rispecchierebbe un luogo
reale, legato allambiente del tiaso ed a particolari riti che vi si sarebbero svolti. Tale
motivo verrebbe infine ripreso nella nona strofa con limmagine di Afrodite stessa
nellatto di versare nettare, e si configurerebbe una situazione simile al fr. 2V,
allinterno della quale si ritrova allo stesso modo unepifania della dea a seguito della
descrizione dei luoghi a lei cari (vv. 13 ss.).
Del resto la rilevazione di uno scarto netto dal simbolismo della comparazione verso
una realt quasi concreta della luna e del paesaggio che essa illumina aveva portato
anche Page40 a considerare la seconda parte di questo paragone come in qualche modo
distinta da quella iniziale. Egli vede nella descrizione di questa sorta di quadretto lo
svolgimento di unimmagine a prescindere dal contesto dellode, cosa che avviene
anche in altri poeti, sia lirici che epici: la consolazione di Atthis diventa insomma
nothing but the setting41 di quella gemma poetica che questo sorta di piccolo idillio.
In effetti, anche la destinazione dellode, che era probabilmente rivolta ad un pubblico
pi ampio della sola Atthis, fa presumere allo studioso inglese che la finalit del poema
fosse qualcosa di pi e di diverso delle parole di consolazione per la giovane. Un altro
esempio di questo modulo sarebbe da riscontrare, ad esempio, nella discesa di Afrodite
nel fr. 1V, che occupando la parte centrale del canto lascia alle pene damore una parte
quasi secondaria.
Anche Carey42 rileva a partire dal v. 9 la scomparsa di una controparte comparativa per
gli elementi della descrizione del paesaggio lunare, e quindi la trasformazione della luna
da termine di paragone a oggetto stesso della figurazione letteraria. Egli ritrova qui un
parallelo a quei casi, seppur rari, nei quali in Omero una metafora perde ad un certo
39

GENTILI 1966, 53
PAGE, 92-96
41
nulla se non lo scenario
42
CAREY 1978
40

24

punto il proprio riferimento per svolgersi come un inserto che esula dal tessuto
narrativo; e indizio ne sarebbe il fatto che poi al v. 15 Saffo non sembra ricollegare la
composizione al tema portante di questo frammento.
Ma non si pu presupporre semplicemente che la poetessa sia carried away by the
image she has created43; bisogna quindi trovare una funzionalit a questo tipo di
procedimenti. Carey la individua allinterno della stessa finalit dellintera poesia (cio
la consolazione di Atthis per la perdita di Anattoria): tramite questa immagine di
sovrumana bellezza Saffo allontanerebbe il dolore.
La poetessa si distanzia dalla semplice ed effettiva narrazione della situazione dolorosa
che le coinvolge e si concentra sulla scena, creando un quadro di pura bellezza naturale,
priva di qualunque presenza umana e quindi emotiva. Una purely pictorial
description44, insomma, tramite la quale crea un effetto di distanziamento dalle
passioni dolorose, attraverso una sorta di sospensione dello scorrere emozionale, ed a
seguito della quale pu tornare senza il timore di riversare sul suo pubblico sentimenti
troppo amari. Un procedimento simile a quello che Saffo avrebbe adottato anche nel fr.
94V, con la differenza che l tale sospensione veniva ottenuta tramite il ricorso al
passato lontano del ricordo, mentre qui grazie alla creazione di uno spazio di bellezza
ideale.
Sembra, osservando con attenzione la produzione saffica, che tale schema possa
effettivamente essere applicato anche ad altri frammenti, pur con qualche variazione
nelle modalit, ma con una identica finalit: quella di non travolgere con un carico
emotivo eccessivo gli ascoltatori. Ad esempio, nel fr. 1V ricorre allinsistenza sulla
speranza futura ed allimmagine di Afrodite; nel fr. 16V alluso del mito come mezzo di
distanziamento; nel fr. 31V allelenco quasi clinico delle reazioni allevento emotivo45.
Allo stesso modo in questa poesia lo sviluppo apparentemente illogico della similitudine
si rivelerebbe poeticamente efficace per conseguire quello scopo consolatorio che Saffo
si prefiggeva.
Particolarmente interessanti si rivelano anche le osservazioni di Calame46, che rileva
come il movimento temporale del poema contribuisca alleffetto provocato dal ricordo
di Atthis da parte di Anattoria che tende a far coincidere non solo passato e presente ma
anche l e qui. Cos, grazie alla memoria poetica, ma anche en raison du
mouvement mtaphorique de la lune, le temps et lespace raconts dbouchent, par le
43

trasportata via dallimmagine che ella ha creato


descrizione puramente pittorica
45
Carey individua questo modulo della distancing picture anche in due luoghi non saffici: Pindarus, IV
Nemea e soprattutto Alcaeus, 130 LP
46
CALAME 2005, 62-66
44

25

temps de la narration, sur le hic et nunc de lnonciation47. La bellezza si rivela essere


una sorta di collegamento tra i diversi tempi. Nel passato, qui a Lesbo, Anattoria godeva
della danza di Atthis; ora, l a Sardi, prova a sua volta il desiderio erotico che provoca
la sua stessa bellezza.
Il critico ritiene che vi sia in ci che resta di questa poesia un carattere di tipo
pedagogico od addirittura iniziatico. Partecipando ad unattivit musicale associata al
circolo di Saffo, Anattoria sarebbe pervenuta ad una particolare maturit che le permette
ora di eccellere in Lidia. Di qui la dimensione educativa del canto, rivolto ad un
auditorio composto dalle giovani raccolte intorno alla poetessa. In questa prospettiva
Atthis assumerebbe il ruolo di stock-character, ovvero quello di uninterlocutrice
privilegiata, la consolazione della quale fa da pretesto per lespletamento di una
funzione pedagogica. In questo senso la logica spazio-temporale dellintero frammento
sarebbe rivolta al presente pratico di una cerimonia rituale che porta ad uniniziazione.
Certo una dimensione di tipo educativo doveva essere presente (anche tenendo conto del
dato non secondario che in effetti destinatario della poesia saffica non mai una singola
persona ma perlomeno un gruppo), per forse pu essere intesa in modo differente,
anche partendo da alcune rilevanze di tipo testuale, che lo stesso Aloni48 individua.
Si pu parlare per questo frammento di un raddoppiamento del tempo e del luogo, in
quanto sono compresenti e si intrecciano di continuo, talvolta problematicamente, il
presente ed il passato, il vicino ed il lontano. Questa scissione sta alla base del dolore da
cui Atthis deve essere consolata, dato che la comunanza del luogo tra lei ed Anattoria
appartiene al passato, mentre al presente si configura la scissione dei luoghi.
Per poter sopire la sofferenza della separazione non resta che tentare una riunificazione
di queste dimensioni. La distanza temporale appare incolmabile: il ricordo infatti, che
opera sia al v. 5 sia al v. 15, riesce in qualche modo a rendere presente lamore, ma non
a rendere coincidenti la dimensione del passato con lora dellenunciazione.
Ma sembra che invece il canto riesca in qualche modo ad annullare la distanza spaziale
che intercorre tra le fanciulle, e questo proprio attraverso il paragone con la luna. In
effetti, la conformazione dei vv. 8-10 porta naturalmente a ritenere che si continui a
parlare della luce della stessa luna; in seguito, la descrizione del paesaggio, in apparenza
fantastico e funzionale al paragone, presenta vistosi tratti deittici per effetto dei quali
viene reso quasi tangibile allauditorio. In particolare la presenza dellarticolo davanti a
luna (v. 8) ed a rugiada (v. 12) sembra configurarsi come vero e proprio elemento
47

in ragione del movimento metaforico della luna, il tempo e lo spazio raccontati sboccano, tramite il
tempo della narrazione, nellhic et nunc dellenunciazione
48
ALONI 1997, XVI-XIX

26

che cerca di avvicinare i tratti del paesaggio agli ascoltatori, cos come al di fuori del
paragone fanno qui (v. 2) e laggi (v. 18). Ora, va considerato che il punto
dorigine di queste deissi si trova nellio poetico che si muove nel presente, e che
condivide il medesimo punto di vista e quindi orizzonte spaziale del pubblico
(conseguenza naturale del fatto che altrimenti non potrebbe esservi comunicazione):
questo porta a pensare che possano assistere alla visione del panorama descritto sia
Saffo che i fruitori del suo canto.
Questa analisi da un lato, e dallaltro la mancanza di elementi disgiuntivi forti, sia tra il
paragone ed il paesaggio al v. 8 sia tra il paesaggio ed il ritorno ad Anattoria al v. 15
(cosa che ha fatto pensare a vari studiosi al panorama lunare come lo sfondo dellerrare
della giovane a Sardi49), crea un effetto per il quale sembrano essere presenti in questo
medesimo quadro sia la ragazza in Lidia sia il gruppo di Saffo, portando idealmente a
coincidere Sardi e Lesbo, i rispettivi luoghi delle due fanciulle.
La fusione delle sfere del qui e del l appare a questo punto come il senso centrale e
la funzione della poesia. Si fonderebbero in questo modo, infatti, motivi imenaici (dato
che Anattoria ha abbandonato il gruppo verosimilmente per andare sposa), legati alla
Lidia, e motivi erotici, legati invece al gruppo saffico, e quindi a Lesbo.
interessante nellindividuazione di questi ultimi rilevare luso riferito alla luna
dellaggettivo rododa@ktulov, che tradizionalmente legato allalba; alba che, nella
poesia imenaica della stessa Saffo, ha un ruolo fondamentale rappresentando il punto
conclusivo e culminante della notte dello sposalizio. Laggettivo, quindi, non pu che
caricarsi di una forte valenza erotica che qui, tramite il riferirsi alla luna che a sua volta
termine di paragone, si riverbera sulla ragazza lontana.
Da questa unione di sfere spaziali, legate a motivi diversi, viene espressa con forza la
non contraddittoriet tra lerov vissuto dalle componenti del gruppo (e quindi anche da
Anattoria ed Atthis) e il destino matrimoniale che verosimilmente aspetta queste stesse
componenti. E questo in qualche modo lintento pedagogico di Saffo. La poesia non
intende certo in questo modo negare la sofferenza che deriva dallo spezzarsi del
rapporto amoroso omoerotico tra le fanciulle in vista del matrimonio, ma, afferma
Aloni, lo inquadra in una prospettiva pi vasta, fornendo uno strumento poetico di
consolazione, tanto forte da costruire una realt alternativa, dove lo spazio e la storia
non hanno funzione separatrice.

49

Per esempio WILAMOWITZ 1913, 54; TURYN 1929, 59-65; H. SAAKE 1971, 169 ss.

27

3.3. Il gioco della memoria e della ricreazione

Sono fondamentalmente due gli aspetti su cui Saffo gioca in questo frammento per
ottenere la duplice finalit di consolare Atthis (e forse anche s stessa, anche se nessun
elemento testuale sembra confermare questa impressione) e di fornire una lezione alle
ragazze che le si stringono intorno: la commistione dei luoghi tramite la creazione di un
paesaggio che pare quasi la ricreazione di un luogo condiviso e la commistione, forse
meno efficace, dei tempi tramite, ancora una volta, la modalit del ricordo e della
memoria.
Si gi visto come il paragone in effetti venga ampliato per formare unimmagine che
si presenta alla fine come uno schermo ideale su cui proiettare contemporaneamente gli
eventi di due luoghi in realt distinti, dato che in quello stesso paesaggio potrebbe errare
lAnattoria del v. 15, quello stesso paesaggio pu nella sua bellezza fare da pendant alla
figura della fanciulla-luna dei vv. 6-8, ed infine quello stesso paesaggio potrebbe essere
osservato da Saffo e dal suo pubblico durante lesecuzione del carme, come sembrano
suggerire i frequenti deittici presenti allinterno del paragone.
innegabile che in questi passaggi del carme sia presente una ben percepibile
ambiguit degli spazi, che sembrano assumere forme diverse, declinandosi allinterno di
spazi reali ma distanti tra loro (Lesbo e Sardi) secondo la diversa percezione dei fruitori
del canto; ed appunto per questo che abbondano gli studi che cercano di eliminare
questa bivalenza dando al paesaggio in questione la forma di volta in volta della Lidia
dove erra Anattoria, della Lesbo dove si svolge il culto-lezione, o di un luogo
puramente immaginario ed idillico.
Ma forse la vera forza e la valenza pi pregnante di questa immagine controversa sta
proprio nella sua ambiguit: Saffo, infatti, grazie a questa pu far filtrare, tramite il
canto, limpressione di una sorta di riunificazione degli spazi proprio tramite la
compresenza delle diverse valenze. Seguendo il testo, in effetti, non risulta possibile
discernere con chiarezza dove e come sia il panorama descritto, proprio per quella
mancanza, da pi parti rilevata, e che a questo punto potremmo definire voluta, di nessi
di transizione che indichino come leggere questi versi; tra laltro, dobbiamo considerare
che questa poesia non era stata pensata per essere letta, ma in vista di una fruizione
orale che, data la sua natura meno analizzabile, doveva accentuare queste sue
caratteristiche di ambiguit, dato che leventuale ascoltatore avrebbe sentito parlare di
una ragazza bella quanto la luna, quindi di una luna bella che si staglia su un paesaggio
sentito come vicino, ed ancora, poi, della ragazza che vaga vinta dal desiderio.
28

E proprio questa voluta ambiguit diventa la chiave di lettura di questo carme,


delineandosi come un mezzo per rendere compresenti nella mente del destinatario del
canto due luoghi che nella realt sono disgiunti, e la disgiunzione dei quali la causa
prima del dolore di Atthis, dato che la sofferenza sorge proprio per la lontananza
dellamica. Anattoria diventa cos, invece, una presenza che sembra potersi scorgere in
quel paesaggio abbozzato da Saffo e ravvicinato al pubblico tramite la serie di quegli
accorgimenti che sono stati precedentemente illustrati. Dunque si assolverebbe in questo
modo lintento consolatorio nei confronti della fanciulla che piange proprio la distanza
dellamica.
Ma la reale vicinanza spaziale, come si comprende dal carme, appartiene ad un tempo
passato, quindi non solo la separazione dei luoghi a causare il dolore, ma anche la
separazione cronologica dei momenti: la felicit aderisce al passato, del presente fa
parte il doloroso distacco. Per questo Saffo, mentre da un lato, come abbiamo visto,
cerca di rendere fugacemente coincidenti nel presente luoghi distanti, dallaltro prova a
resuscitare il tempo passato tramite luso del ricordo.
Fin dallinizio (o meglio, quello che noi conosciamo come inizio) del carme ci viene
detto che spesso (po@llaki, v. 2) Anattoria volge la mente a Lesbo, ma non alla Lesbo
del momento dellenunciazione, ma alla Lesbo di un tempo dato che, si racconta, allora
ella godeva (ecaire, v. 5) della presenza di Atthis. In altre parole, la giovane ricorda; e
nel darci questa informazione Saffo crea un gioco di specchi implicito con il ricordo che
lei stessa sta evocando di una persona non pi presente, riguardo ad azioni che non si
possono pi svolgere. Si torna al presente, al v. 6 (nu^n de#), solo per dare il via proprio a
quel paragone che abbiamo illustrato come mezzo per rendere compresenti luoghi
distanti. Ma non per questo finisce la dimensione della memoria.
Infatti, nel corso dei vv. 15-17, questo stesso aspetto viene fortemente ribadito:
Anattoria si aggira proprio perch ella ricorda (epimna@sqeisa) Atthis e viene punta dal
desiderio. Desiderio, evidentemente, che ella sia presente, cosa che pu avvenire solo
attraverso leliminazione della scissione dei luoghi o dei tempi. Il ricordo rappresenta in
effetti proprio un mezzo per recuperare una relazione od una situazione passate, come
pi volte ci mostra la stessa poesia saffica.
Sembrerebbe, insomma, che non a caso la dimensione mnemonica si trovi ad
incorniciare nel testo loperazione poetica tramite la quale viene ricreato un luogo che
possa, perlomeno nella sua ambivalenza, far coincidere spazi distanti, dato che non
che laltra direttrice lungo cui si muove lazione di riduzione della separazione che

29

Saffo gi persegue con il riferimento al ricordo che rende a sua volta compresenti tempi
distinti.
Per il tempo dellesecuzione ed allinterno della dimensione poetica si allevia quella
duplice lontananza che arreca dolore, al contempo, alle due amiche di un tempo, Atthis
ed Anattoria, dando compimento al fine consolatorio dellode. Ed in questa
prospettiva che si possono accogliere le osservazioni di Carey50 riguardo la distancing
picture51 che prende forma a seguito della similitudine: infatti, levocazione di un
paesaggio pressoch idillico contribuisce a conferire alla poesia una sensazione di
pacificazione e serenit, filtrando il dolore, per cos dire, attraverso una visione di pura
bellezza naturale. Ed un modulo, questo, come si gi visto, presente anche in altri
luoghi saffici, dove le emozioni disordinate vengono in qualche modo ricomposte
tramite un inserto che, allontanando per qualche momento il pensiero dal punto
dolente per condurlo ad un tema altro (fr. 1V; fr. 16V), od al contrario
concentrandolo sullesteriorit del sentimento (fr. 31V), od ancora riportandolo ad una
precedente situazione di benessere (fr. 94V), aiuta a riportare ordine nella psiche.
Non va per dimenticato che lopera saffica va in ogni caso inquadrata allinterno di
quel gruppo che sappiamo raccogliersi attorno alla poetessa. La discussione sulla natura,
il funzionamento e le finalit di questa associazione lunga, molto articolata e tuttora
aperta, ed eccede gli scopi del presente lavoro52. Ma ci che appare acquisito che,
nelle forme di un istituto pedagogico od iniziatico, vi fosse comunque un intento di tipo
educativo. Per questo motivo risulta difficile pensare che una poesia composta per
essere fruita in un simile contesto possa avere come esclusiva finalit la consolazione di
una singola componente della cerchia di Saffo.
Certo potrebbe essere obiettato che il conforto di Atthis non sia che il pretesto per il
conforto di tutte le fanciulle che presumibilmente assistono alla performance e che un
tempo avevano conosciuto Anattoria frequentando il medesimo circolo, e che quindi
potrebbero essere altrettanto addolorate per la partenza di questultima; ma difficile
ritrovare nel testo qualche indicazione che possa confermare questa ipotesi.
pi facile riscontrare, in parte con Aloni53, un intento educativo volto al fornire delle
indicazioni rispetto allatteggiamento da tenere in simili circostanze: un po come gi si
visto per il fr. 94V, viene delineato un percorso nel quale la rievocazione del passato
(ed in aggiunta, in questo frammento, la commistione di luoghi diversi) funge da mezzo
50

CAREY 1978
immagine che porta distanziamento
52
Una agile rassegna delle principali posizioni su questo punto si pu trovare, tra gli altri testi, in GERBER
1997
53
ALONI 1997
51

30

per esorcizzare il dolore della separazione, mostrando tra laltro, in modo pi o meno
implicito, la naturalezza della transizione dalla dimensione di compagna, legata quindi
ad un amore di tipo omoerotico, alla dimensione di sposa, legata invece ad una relazione
di tipo eterosessuale. Ma questa questione, che pure meriterebbe maggiore
approfondimento, esula dallo studio del presente lavoro.
La parte finale del frammento sembra presentare ulteriori spunti particolarmente
interessanti: si intravede, forse spingendosi un po oltre quanto lecito presupporre
vista lesiguit di questi ultimi versi, un tentativo, probabilmente destinato al fallimento,
di riunire il qui ed il l nel presente. Kh^qi d elqhn amm.[..] si legge infatti al v. 18,
e sembra quasi labbozzo di un progetto di raggiungere Anattoria. Ma non ci dato
sapere come, n tanto meno se possa andare a buon fine. Di qui si passa,
presumibilmente, allesaltazione della bellezza di Atthis, la sola cui sia lecito eguagliare
le dee (vv. 21 ss.), e da questo si giunge al racconto che riguarda la stessa Afrodite, e
che i tempi verbali utilizzati sembrano situare in un lontano passato.
Si potrebbe immaginare che il ricorso ad un episodio mitico, o forse pi verosimilmente
ad un episodio legato alla ritualit prevalentemente afroditica del gruppo saffico, si
inserisca come unulteriore tessera per la consolazione dellamante che si trova in una
situazione di disagio (come del resto la narrazione della discesa di Afrodite nel fr. 1V
sembra portare sollievo; o come linserto mitico riguardo ad Elena del fr. 16V funge da
collegamento con il ricordo proprio di Anattoria in Lidia); o potrebbe porsi
semplicemente come mezzo di esaltazione della bellezza quasi soprannaturale
dellinterlocutrice.
Ma ogni possibile interpretazione di questa parte finale non pu che basarsi su mere
ipotesi e la ricostruzione dei procedimenti spazio-temporali qui operanti non pu
pertanto essere, finch non sar possibile acquisire altri dati, filologicamente fondata.

31

4. Frammento 98V

a.
1

..].qov a ga@r mege@nna[ t

s]fa^v epaliki@av me@g[an


k]o@smon ai tiv ech fo@ba<i>v[
4 porfu@rwj katelixame@[na
emmenai ma@la tou^to .[
alla xanqote@ra<i>v ech[
7 ta<i#>v ko@ma<i>v da@idov prof[
s]tefa@noisin eparti@a[iv
anqe@wn eriqale@wn
10 m]itra@nan darti@wv kl[
poiki@lan apu# Sardi@w[n
...]. aoni@av po@l{e}iv [
b.
soi# degw Kle@i poiki@lan [
ouc ecw - po@qen essetai;- [
3 mitra@n<an> alla# tw#j Mutilhna@wj [
***
].[
pai.a.eion echn po.[
6 aike.h poikilask...(.) [
tau^ta ta#v Kleanaktida[
fu@gav ..isapolisecei
9 mna@mat .ide ga#r aina die@rrue[n
4.1. Smontaggio e rimontaggio del flusso temporale

Riguardo a questo frammento la critica si spesso concentrata solo su di un aspetto,


probabilmente quello pi appariscente: il riferimento a vicende politiche della storia
lesbia. Vi appaiono infatti accenni ad un esilio dei Cleanattidi (vv. b.7-8), alla politica
del Mitilenese che sembra aver in qualche modo (con leggi suntuarie o con la
rimozione di Saffo e della sua famiglia da una situazione pi favorevole) reso
impossibile il reperimento della mitra (vv. b.1-3).

32

Ma c un altro aspetto molto importante da studiare e di cui tenere conto: una


composizione della poesia del tutto particolare che si basa su una trama di differenti
piani temporali intessuti tra loro, ognuno dei quali fa riferimento a personaggi e
situazioni diversi, ma che ha come fili conduttori da un lato la genealogia familiare
(dalla madre, alla figlia ed infine alla nipote), dallaltro lornamento per i capelli (laccio
rosso o fiori, mitra).
molto interessante osservare come Saffo scomponga la fabula degli eventi per ricreare
un intreccio del tutto originale e funzionale alla sua comunicazione poetica. Si pu
cercare di ripercorrere schematicamente lo svolgersi cronologico degli eventi citati:

a. vv. a.2-10: durante la giovinezza della madre di Saffo era usanza utilizzare fiori
o lacci purpurei per agghindare i capelli delle giovani;
b. vv. a.1-2: la madre ricordando racconta a Saffo i metodi di cosmesi della sua
giovinezza;
c. vv. a.10-12: diventa possibile procurarsi una mitra da Sardi e la stessa Saffo
forse ne fa uso54;
d. vv. b.8-9: in qualche forma avviene lesilio dei Cleanattidi;
e. vv. b.1-3: Saffo parlando con la figlia ricorda la madre e dichiara la propria
incapacit di trovare la mitra che la figlia desidera (a questo momento si ascrive
la presenza del Mitilenese).

Nel rimontare, per usare un termine cinematografico, questi avvenimenti, la poetessa


lesbia utilizza un meccanismo che potremmo chiamare di evocazione di secondo grado,
dato che lei stessa, nel presente, evoca il ricordo della madre nel passato, la quale a sua
volta evocava un tempo ancora anteriore, al quale si ascrive la descrizione dei metodi
cosmetici della sua giovinezza. In questo suo ricordare la madre che ricorda, Saffo
compie un altro di quegli approfondimenti nel passato che si possono ritrovare
allinterno del corpus dei suoi scritti55. Si dimostra particolarmente interessante il
confronto, in particolare, con il 94V, nel quale si assiste ad un parallelo ricordo di
secondo grado: Saffo rimembra che in occasione del distacco aveva riportato alla
memoria tempi ancora precedenti.

54

Riguardo a questo punto bisogna basarsi su ipotesi a causa delle ampie corruttele di questi tre versi: si
sa che qualcosa riguardo la mitra, che si apprender al v. b.1 essere desiderata dalla figlia, avviene da
poco (arti@wv). Dato che sembra che la poetessa lamenti uninterruzione della possibilit di ottenere
questo oggetto di cosmesi, sembra molto probabile poter interpretare in questo modo questi versi.
55
Si vedano ad esempio i fr. 1, 16, 94, 96 (nella numerazione Voigt)

33

Ma, ovunque questi avvengano, hanno sempre una funzione ben definita; pertanto non
si pu ignorare allinterno del frammento la presenza di un tale meccanismo. Infatti, di
solito la rievocazione di un passato che si pone in un tempo precedente a quello
dellazione principale, pur con le dovute differenze, ha lo scopo principale di fungere in
qualche maniera da antidoto contro unimpossibilit dagire nel presente. Una
amhcani@a56 che pu prendere forma in vari campi, in ambito erotico come in un ambito
pratico; e il fr. 98V rappresenta un caso evidente di questa ultima possibilit.

4.2. Dallaporia dazione alla rievocazione del passato

Infatti, per quanto si pu ancora leggere, pare proprio che a costituire loccasione del
canto sia la richiesta, posta da parte della giovane figlia Kleis alla madre, di procurare
per lei una mitra variopinta, alla quale per Saffo non ha modo di rispondere, dato che
non sa donde potrebbe ottenerla (v. b.2). Ed a questo punto, essendosi resa conto della
propria impossibilit di agire, in questo caso su un piano eminentemente pratico, non le
resta che il ricordo, ancora una volta unica soluzione a questa aporia dazione.
Si , in effetti, gi visto come varie volte il ricorso alla memoria si ponga come vero e
proprio mezzo di sblocco di una situazione che diverrebbe altrimenti, se non
insostenibile, quanto meno alquanto disagevole. Basti pensare allimpasse creato
dalladdio di una compagna del gruppo nei fr. 94V e 96V, o a quello dovuto alla non
corrispondenza del sentimento amoroso presente del fr. 1V: in tutti e tre questi esempi,
la creazione di un racconto che riporti in scena il passato a porsi come unica via
percorribile (e percorsa) dalla poetessa.
Ed proprio tramite questa rievocazione che, tra laltro, Saffo riesce ad attuare
meccanismi di tipo consolatorio, dato che il passato rivissuto nella dimensione del
mu^qov si presenta sempre in chiave chiaramente positiva. Il riportare alla mente una
situazione piacevole o comunque favorevole pu assolvere ad una duplice funzione: se
da un lato pu acquietare la mente sostituendo al pensiero degli affanni quello dei
piaceri, dallaltro pu indicare la via stessa per riattualizzare la medesima situazione.
In questo caso, lintento consolatorio pare condensarsi allinterno della rievocazione
delle abitudini cosmetiche della nonna di Kleis, posta allinterno di quel ricordo di
secondo grado al quale si gi precedentemente accennato. Saffo, di fronte
allimpossibilit di far fronte alla richiesta della figlia, riporta in vita gli stessi consigli
che a sua volta aveva ricevuto da sua madre, riattivando in questo modo la funzione che
56

Si confronti con quanto osservato anche nellanalisi del fr. 94V, par. 2.2

34

questi avevano avuto (cio quella primaria di spiegare come agghindare i propri
capelli), ma aggiungendovi anche quella di dare un sollievo al bisogno manifestato da
Kleis.
abbastanza istintivo scorgere come nei vv. a.2-9, oltre al racconto diretto
dellesperienza dellallora giovane nonna, si affacci anche lintento di fornire
indicazioni pratiche e concrete, lo stesso che sembra animare Saffo medesima.
Laffermazione pi generale delluso di lacci porpora, che pare riguardare le chiome
castane, o comunque non xanqote@rai da@idov (vv. a.2-4), viene poi precisata dicendo
che meglio per chi avesse i capelli invece di questo colore adornarsi con fiori (vv a.59); tale precisazione fa pensare che ci si trovi di fronte ad unindicazione precisa e
diretta nel passato a Saffo, nel presente a Kleis (che, a questo punto, possiamo figurarci
bionde57).
Ma daltra parte vi una differenza fondamentale tra la situazione in cui queste parole
erano state pronunciate dalla nonna e quella nella quale le pronuncia Saffo: per quello
che si pu dedurre da quanto la poetessa afferma, nel primo caso rappresentavano un
semplice ricordo-consiglio, mentre nel secondo si innestano su una condizione di
disagio che quindi necessita che si carichino anche di una valenza consolatrice.
Ed effettivamente questa sembra espletarsi, anche se non possiamo sapere se a buon
fine, grazie proprio a quella rievocazione di un passato positivo nel quale erano
sufficienti altri ornamenti (che, dobbiamo immaginare, ancora disponibili nel presente),
e nel quale quindi la mancanza di una mitra non poteva diventare elemento di disagio.
Riportando alla mente questo ricordo di giovinezza, quindi, Saffo non solo rivolge alla
figlia il consiglio che era stato della madre, ma cerca di riattivare un meccanismo per
uscire da quella aporia pratica nel quale erano cadute.
Ancora una volta il meccanismo mnemonico utilizzato da Saffo in modo, per cos
dire, terapeutico. Questo ricordo, e il conseguente slittamento del racconto verso un
altro tempo, precedente a quello dellenunciazione, non si presenta in forma neutra,
cio, con altre parole, come semplice inserto esornativo; n ha come funzione primaria
il semplice racconto di un aneddoto legato alla nonna. In questi versi la poetessa
compenetra sapientemente operazioni di tipo prescrittivo (esortando ad attuare un certo
tipo di cosmesi)

e consolatorio (incoraggiando la figlia ad uscire dal disagio

dellimpasse legato alla mitra). Certo questi due aspetti sono in realt le due facce dello
stesso consiglio, che rivissuto grazie al ricordo.
57

Notizia che parrebbe confermata anche dal fr. 132 V, dove la figlia Kleis ricordata come ka@la pa@iv
c r u s i@ o i s i n anqe@moisin / emfe@rh<n> ecoisa mo@rfan Kle@iv < > agapa@ta.

35

4.3. La presenza della politica

Vero che in un contesto specificamente familiare ad un certo punto (precisamente a


quello che per noi il v. b.5) si innesta ci che appare come un palese riferimento a fatti
politici. Nonostante la lacuna susseguente a questa linea, il procedimento logico che
giustifica tale shift sembra piuttosto chiaro: la poetessa ammette alla figlia la propria
incapacit di procurarsi lornamento richiesto, e si giustifica affermando che la colpa
non va attribuita a lei ma al Mitilenese. Ed appunto da questa considerazione che
prende il via lo slittamento cui si accennato, e che porta poi ad evocare lesilio dei
versi finali dellode.
Esula dai limiti di questo studio la questione che riguarda lidentit del Mitilenese, dei
Cleanattidi (o del Cleanattide), le modalit dellesilio e le cause derivanti da tali
contingenze storiche, le quali avrebbero impedito il recupero della mitra per la giovane
Kleis58. Ma la presenza di questa componente politica allinterno di una poesia che,
almeno per quanto conservato, appare di carattere prevalentemente privato non pu
essere certo sottovalutata.
Prima di tutto importante fare una precisazione: questo componimento ci stato
restituito da due diversi frammenti di un papiro di epoca tolemaica che presenta,
peraltro, alcune difficolt di lettura e che non apparteneva alla edizione alessandrina di
nove libri ma la precedeva. Tali frustoli furono pubblicati come unica ode per la prima
volta da Achille Vogliano nel 194159; a seguito degli studi successivi, nelle odierne
edizioni di Saffo questo poema viene ricostruito partendo dai versi appartenenti al
frammento conservato a Copenaghen (a), a seguito dei quali va collocata una lacuna di
ampiezza non precisabile, quindi vengono inseriti i versi b.1-3 (che in origine erano
posti in fondo alla colonna del papiro conservato a Milano ma che alcuni segni grafici
fanno ritenere essere stati omessi dal copista che, avvedutosene, li avrebbe riportati in
calce), ai quali farebbe seguito unaltra non precisabile lacuna, quindi vengono posti i
restanti versi del frammento milanese (b.4-8).
Da questa breve storia delledizione della poesia in analisi, risulta evidente come anche
in questo caso, come spesso purtroppo succede per i poeti arcaici, ci si trovi a lavorare
su un componimento di cui non siamo in grado di definire con chiarezza loriginale
estensione; il che implica che ogni considerazione che pu essere fatta non che
parziale.
58

Per una sintetica trattazione di questi aspetti, corredata anche di opportuni riferimenti bibliografici, si
pu fare riferimento a FERRARI 2007, cap. I-II.
59
VOGLIANO 1941

36

Che questi versi avessero una destinazione principalmente privata, alla luce di questa
considerazione, una deduzione non del tutto lecita. Rimangono infatti venti versi, dei
quali quindici paiono riflettere unambientazione familiare; ma lesiguit del frammento
non permette di sapere con certezza quale estensione relativa avesse in origine questa
componente allinterno dellode intera.
C inoltre unulteriore considerazione da non sottovalutare: non esiste indizio
dellesistenza di componimenti poetici della Grecia arcaica o classica, almeno da Omero
ad Euripide, che non siano stati elaborati in vista di una cornice specifica, per una
situazione orale convenzionale e per un pubblico determinato60. Per quello che
conosciamo della prassi lirica arcaica, e di quella saffica, non possiamo immaginare che
questa poesia riproduca una comunicazione, limitata allambiente familiare, tra Saffo e
sua figlia, allinterno del quale tutto potrebbe effettivamente giocarsi sul piano
dellornamento di Kleis, nel quale, incidentalmente, la madre chiacchiera di politica.
molto pi probabile che anche questo frammento vada ascritto ad un occasione, se
non pubblica, almeno allargata, ovvero interna s ad una cerchia chiusa di persone, ma
pi ampia di quella strettamente familiare; davanti ad unintera comunit, insomma, od
al circolo di Saffo. Certo, operando in questo contesto, non appare possibile che tutta
lode fosse incentrata esclusivamente sul problema della mitra; ma, daltra parte, non si
pu neanche classificare lampia sezione del ricordo come semplice pretesto per parlare
di politica.
Come spesso accade nelle opere di questa poetessa, appaiono diverse componenti, tutte
in qualche modo funzionali luna per laltra. Se da un lato la rappresentazione di una
Saffo impossibilitata a procurare la mitra d effettivamente il la al discorso politico,
dallaltro anche il nucleo su cui si innesta il ricordo della madre; e daltra parte anche
la componente politica trova una sorta di parallelismo con quella familiare, e questo
proprio nella dimensione temporale.
Entrambe infatti sono accomunate da una bipartizione: ad un presente disagevole si
contrappone un passato visto con una certa aura di positivit. Allimpossibilit di Kleis
di adornarsi come pi le aggradi, si contrappone lepoca della giovinezza della nonna
quando per essere contenti del proprio ornamento la mitra non serviva; in modo
analogo, alla situazione politica, o comunque pubblica, per cui lornamento lidio non
pi procurabile, fa da contrappeso una precedente situazione in cui invece questo faceva
parte di suppellettili facilmente accessibili. Il tempo, insomma, gioca un ruolo
fondamentale allinterno di entrambi gli ambiti. Spingendo il parallelismo forse un po
60

FERRARI 2007, 23

37

oltre il lecito, potrebbe essere che nelle sezioni perdute del carme un analogo ritorno
della memoria al passato positivo, ma questa volta politico, segnasse un ulteriore
occorrenza del modulo del ricordo di cui si pi volte parlato; ma naturalmente questa
solo unipotesi.
In realt, capire a fondo i nessi tra le componenti private e pubbliche del carme, fermo
restando che quantomeno poco probabile pensare ad una destinazione individualistica
di questa ode, unimpresa ardua, quando non disperata, dato che le corruttele e le
lacune pi vistose riguardano proprio le sezioni di transizione e collegamento.

4.4. Tra Sardi e Siracusa

Non solo la collocazione temporale ma anche quella spaziale potrebbe aver giocato un
ruolo pi che interessante nella composizione e nella fruizione di questo canto. Poco ci
dato sapere riguardo questo aspetto a causa dellimpietosit della tradizione, che ha
fatto s che questa poesia giungesse gravemente mutila. Ma alcuni aspetti fanno
sospettare che in effetti la tessitura dei luoghi potesse intrecciarsi ed arricchire quella di
tempi.
Si pi volte fatto cenno allesilio dei Cleanattidi (vv. b.7-9) che qualche manufatto
variopinto dovrebbe ricordare; molte sono state le ipotesi formulate da vari studiosi su
questo punto. Mi limiter a segnalarne in modo poco meno che cursorio alcuni aspetti
che si evidenziano per come rilevanti ai fini di questa analisi, rinviando ad altre opere
per uno studio maggiormente approfondito dellaspetto pi propriamente politico.
La questione pi macroscopica riguardo a questo punto lappartenenza o meno di
Saffo alla famiglia esiliata, quindi leventuale rapporto tra la famiglia della poetessa e
quella dei Cleanattidi, ed ancora le conseguenze politiche ed economiche di tale
allontanamento.
Infatti, nel caso lautrice faccia parte di questa famiglia, ella ha subito un forzato
abbandono di Mitilene (e da alcune fonti sappiamo che sarebbe giunta esule in
Sicilia61); lode, a questo punto, potrebbe essere stata scritta a Lesbo, dopo il ritorno, o
in Sicilia, durante lesilio. In questo secondo caso, in questa stessa isola si
collocherebbe la richiesta di Kleis, ma a Lesbo il passato positivo nel quale la nonna
poteva raccontare a Saffo e la giovinezza stessa di quella. Sul piano politico, del resto, si
andrebbe configurando una simile bipartizione, dato che alla posizione geografica di

61

cfr. Marm. Par. Ep. 36 (p. 12 Jacoby)

38

amici e nemici corrisponderebbe una positivit o meno della situazione pubblica


dellisola dal punto di vista della poetessa (e quindi del suo gruppo).
Si riscontrerebbe insomma uno slittamento dei piani spaziali simile per molti aspetti a
quello delle coordinate cronologiche; ed alla redistribuzione dei tempi della fabula
corrisponderebbe a sua volta quella dei rispettivi luoghi. Questo darebbe adito a nuove
questioni: qual il pubblico che assiste a questa performance? Dove si situa? Quale
valore assume? Ma, data la scarsit delle informazioni a nostra disposizione, queste non
possono essere che domande, per quanto stimolanti.

39

5. Frammento 1V
Poikilo@qron aqana@t Afrodi@ta,
pai^ Di@ov dolo@ploke, li@ssomai@ se,
mh@ m asaisi mhd oni@aisi da@mna,
4
po@tnia, qu^mon,
alla# tui@d elq, ai pota kate@rwta
ta@v emav au@dav ai@oisa ph@loi
ekluev, pa@trov de# do@mon li@poisa
8
cru@sion hlqev
arm upasdeu@xaisa ka@loi de@ sagon
wkeev strou^qoi peri# ga^v melai@nav
pu@kna di@nnentev pte@r ap wra@nw aiqe12
rov dia# me@ssw
aiya dexi@konto su# d, w ma@kaira,
meidiai@sais aqana@twj prosw@pwj
hre otti dhute pe@ponqa kwtti
16
dhute ka@lhmmi
kwtti moi ma@lista qe@lw ge@nesqai
maino@laj qu@mwj ti@na dhute pei@qw
.. sa@ghn ev sa#n filo@tata; ti@v s, w
20
Ya@pf, adikh@ei ;
kai# ga#r ai feu@gei, tace@wv diw@xei,
ai de# dw^ra mh# de@ket, alla# dw@sei,
ai de# mh# fi@lei, tace@wv filh@sei
24
kwuk eqe@loisa.
Elqe moi kai@ nu^n, cale@pan de# lu^son
ek meri@mnan, ossa de@ moi te@lessai
qu^mov ime@rrei, te@leson, su# d auta
28
su@mmacov esso.
5.1. Un passato pi volte ripetuto

Anche uno dei pi famosi carmi Saffici, nonch lunico certamente integro dellintero
corpus, presenta una strutturazione dei piani temporali alquanto complessa ed articolata,
che tra laltro pu dare adito a diverse ed in effetti contrastanti interpretazioni.
Analizzandone la struttura si pu infatti notare che allinterno di una cornice espressa al
presente, e che si riferisce al tempo delleffettiva performance del canto (prima e ultima
40

strofa), si snoda un movimento di approfondimento nel passato del tutto particolare.


Non si tratta del tipico modulo del ricordo o del racconto al passato, ma questo stesso
viene a sua volta complicato, da un lato introducendo un rimando di secondo grado ad
un passato ancora anteriore, e dallaltro aggiungendo a questo schema anche una sorta
di ciclicit.
Schematizzando, la partizione cronologica di questa composizione si struttura nel modo
seguente:

1) al presente viene invocata la dea direttamente dalla voce di Saffo (vv. 1-4);
2) evocando il ricordo di un precedente intervento di Afrodite, la poetessa
racconta una anteriore discesa della dea, facendo quindi riferimento ad un
tempo passato (vv. 5-10);
3) il discorso di Afrodite fa riferimento ad un tempo precedente quello della sua
discesa, dato che luso di dhute (ancora una volta62) implica che tale
situazione non sia nuova, e pertanto si pu qui parlare di evocazione di
secondo grado, cio di un passato precedente a quello del ricordo di Saffo
(vv. 11-16);
4) il discorso di Afrodite introduce unidea di futuro, che in questo caso un
futuro nel passato (e dovrebbe quindi fare riferimento ad un tempo
intermedio tra quello della discesa della dea e la composizione dellode), la
cui interpretazione pu variare63 (vv. 17-20);
5) si ritorna al presente dellinvocazione, lo stesso del punto 1 (vv. 21-24).

Si pu quindi notare come anche in questo componimento saffico si ritrovi il modulo


del ricordo di secondo grado, che causa di un arresto del flusso temporale presente che
permette di spingersi verso un passato sempre pi remoto. Ma vi sono anche consistenti
divergenze rispetto ai fr. 94V e 98V, nei quali si trovava peraltro qualcosa di simile.
In primo luogo, lapprofondimento verso il tempo pi antico non avviene
esplicitamente, dato che non si ritrova leffettivo racconto di ci che avvenuto in
precedenza, ma viene lasciato intuire grazie alla triplice anafora di un avverbio, dhute
(vv. 15, 16, 18) che indica come la richiesta di cui si parla sia gi avvenuta in passato.

62

dhute : crasi (= dh# auth) ; lavverbio significa ancora una volta e trova impiego in contesti erotici
gi in Omero (cf. G 385) e di frequente nei lirici (cf. Sapph. 22,11; 130,1; Alcm. 59a,1; Ibyc. 6,1; Anacr.
13,1; 25,1; 35,1; 94,1; ecc.), a significare il rinnovarsi dellesperienza amorosa. DEGANI BURZACCHINI
20052, 129, nota 15.
63
Tale aspetto verr discusso in seguito.

41

E questo ci porta alla seconda osservazione riguardo al procedimento qui adottato. Il


tempo passato in questode acquista una forma di ciclicit, per la quale gli eventi narrati
allinterno del ricordo della poetessa sono stati pi volte ripetuti. Afrodite, al momento
della discesa che Saffo racconta, era gi scesa, aveva gi chiesto alla poetessa cosa
desiderasse da lei; per questo motivo la dea ha bisogno di sapere di cosa di nuovo la sua
protetta abbisogni.
Nello schema di questo flusso temporale, quindi, si innesta una sorta di riavvolgimento
che porta quasi a coincidere momenti diversi delleffettiva cronologia della vita di
Saffo; lintervento della dea, insomma, si configura come un evento pi volte ripetuto,
che gi altre volte ha inciso positivamente sullesperienza della poetessa.
Il riscontro di questa ciclicit, del resto, crea alcuni problemi riguardo linterpretazione
delleffettivo significato dei vv. 17-20. Infatti, possibile intendere questo rimando al
futuro in almeno due modi distinti: come promessa o come constatazione.
Nel primo senso, Afrodite in qualche modo anticiperebbe la richiesta di Saffo (forse
perch avvezza, come abbiamo visto, a questo tipo di invocazioni da parte di lei),
rassicurandola riguardo lavverarsi dei suoi desideri. Il futuro che verrebbe cos evocato,
sarebbe un tempo posto in un momento successivo a questa discesa della dea, e non
necessariamente ripetuto.
Nel secondo, invece, Afrodite constaterebbe che ogni volta che si trovata ad essere
invocata la situazione si poi evoluta come indicato in questi versi; in tal caso, il futuro
che verrebbe cos evocato sarebbe s un tempo intermedio tra quello del ricordo e il
presente dellevocazione, ma, coincidendo con la conclusione di altre vicende simili e
antecedenti, presenterebbe anchesso le caratteristiche di ciclicit che abbiamo visto
proprie degli eventi narrati in precedenza.

5.2. Il senso del ricordo

Ma quale potrebbe essere il senso e la finalit di questo espediente oggetto di molte


discussioni.
Molti studiosi hanno intravisto in questo carme una vena di divertito rimbrotto da parte
della dea, se non addirittura indignazione o impazienza. Tale sfumatura si ritroverebbe
proprio nella risposta di Afrodite alla preghiera della poetessa, dato che ella,
sottolineando il ripetersi pressoch ciclico delle pene damore di Saffo, ed il pressoch
ciclico risolversi delle medesime con una sorta di inversione dei ruoli tra amante ed

42

amata, sottolineerebbe in realt linsistenza con la quale lautrice della preghiera si


rivolga alla divinit.
Daltra parte, ci viene detto che Afrodite accoglie le parole di Saffo con un sorriso (v.
14); il che fa pensare che la sua reazione sia pi divertita che stizzita. La divinit
dellamore sembrerebbe ridere dellumanit della sua protetta, che non si renderebbe
conto che ogni volta le vicende passionali si sono concluse nel medesimo modo, a lei
favorevole. Vi sarebbe una ciclicit anche in questo, dovuta allincostanza dellanimo
umano, che si volge di volta in volta alla passione ora per luno, ora per laltro, portando
addirittura, talvolta, ad una completa inversione di ruoli (Chi ora fugge, presto ti
inseguir64 al v. 21).
Ma non bisogna dimenticare un aspetto molto importante: the smile and speech of
Afrodite are given to her by Sappho: it is Sappho herself who is speaking, and the smile
must be Sapphos too, laughing at herself even in the hour of her suffering65. La
poetessa quindi, in questottica, consapevole del normale svolgimento di questo tipo
di vicende, ed il sovvenirsene le permette di sorriderne. Pur nella sofferenza del
momento, proprio il ricordo di altre vicende simili la porterebbe ad alleviare il proprio
dolore perch conosce tramite lesperienza lesito di tali pene.
Linfinita regressione nel passato, come lha definita Aloni66, si sviluppa nel ricordo
di Saffo, che autrice del carme, ma anche personaggio, o meglio personaggi, dato
che la Saffo di ogni tempo narrato di fatto un personaggio distinto. Proprio per
questa iterazione di piani diversi, secondo lo studioso lamore di cui si parla non
solo, n tanto, quello particolare che ora affligge Saffo, ma quello che nel tempo si
ripete, per Saffo e per chiunque altro, e che deve avere la soluzione che la dea
impone. Vi sarebbe in definitiva una sorta di giustizia amorosa, una norma che
regola lesistenza dellintero auditorio, e non solo. Le vicende amorose di chiunque si
svolgerebbero secondo una medesima dinamica; e questa consapevolezza non pu che
giocare come ennesimo elemento consolatorio per lautrice.
Sia che ci si trovi davanti alla constatazione della ripetitivit sistematica dellevolversi
del cuore umano, sia che la risposta di Afrodite sia semplicemente, nel senso pi
immediatamente percepibile, la risposta positiva alle richieste di Saffo, pare piuttosto
evidente, ancora una volta, la finalit consolatoria del ricorso al ricordo nella
produzione di questa autrice.
64

Il verso inteso in questo senso poich se la fanciulla necessiter di inseguire, significa che Saffo,
respingendola, la fuggir.
65
il sorriso ed il discorso di Afrodite sono a lei dati da Saffo: Saffo stessa che sta parlando, e il sorriso
deve essere anche di Saffo, che ride di s stessa anche nellora della sua sofferenza PAGE 1955, 15-16
66
ALONI 1997, XV

43

In effetti, sia che si consideri luna o laltra possibilit, resta una struttura di base che
riporta al procedimento gi osservato per altri frammenti. La poetessa si trova in una
situazione negativa, che la porta alla sofferenza, tanto da richiedere lintervento
benevolo del divino; ma, nel farlo, rievoca nel suo racconto una volta precedente nella
quale si erano verificate le stesse condizioni. Il ricordo del passato non si incentra sul
patimento provato anche in quella occasione, ma al contrario sullesito: infatti allora la
dea aveva risposto, era giunta fino dalla sua protetta e le aveva, in un modo o nellaltro,
prospettato o promesso una risoluzione per lei positiva, grazie alla cessazione della
sofferenza. E cos il rievocare al contempo questa vicenda passata, che coincide nelle
modalit con la situazione presente, ed il suo sbocco pu recare sollievo a Saffo.
Si detto a Saffo, ma non bisogna trascurare lambito performativo della poesia di
questa autrice, che, come si pi volte osservato, era probabilmente legato ad un
gruppo pi o meno ampio di donne. Lesperienza della poetessa si pone come
paradigma non solo per lei stessa, ma anche per le altre fruitici del suo canto, che
possono trovarsi a vivere le stesse emozioni e turbamenti. In questo senso lInno ad
Afrodite si trova a svolgere anche una funzione di tipo educativo, dato che sembra
informare le ascoltatrici appunto dello svolgersi normale delle vicende damore.
Ancora una volta si assiste, in definitiva, nella poesia saffica al ricorso alla modalit del
ricordo di una condizione di segno positivo (si pensi ad esempio al fr. 94V) con il
duplice scopo di apportare sollievo ed al contempo lasciare un preciso messaggio
formativo.

5.3. Il senso dellimmagine

Forse non questo il solo meccanismo legato alla regressione che si attua nel carme, ma
ve n un altro, legato allimmagine della discesa di Afrodite, che viene narrata dalla
stessa Saffo (vv. 5-13).
Nelleconomia di questo carme di ventiquattro versi, dedicarne pi di un terzo alla
descrizione di questo viaggio divino significa certamente dotarlo di una particolare
preponderanza che non pu non balzare allocchio. Saffo si dilunga, anche con dovizia
di particolari, sul movimento della dea che risponde al suo accorato appello. Secondo
alcuni studiosi67 tale interludio avrebbe solo una finalit decorativa, e quindi si
tratterebbe di una sorta di divagazione incidentale.

67

Si veda ad esempio PAGE 1955

44

stato visto pi volte che in questo passaggio Saffo rielabora materiali tradizionali,
desumibili da Omero e in particolare dal quinto libro dellIliade (vv. 352 ss.), dove
Afrodite protagonista di un medesimo viaggio sul cocchio, ma a ruolo e direzione
invertiti. ella ad essere sofferente e a cercare conforto, e il suo viaggio non sar
dallOlimpo alla terra, ma allopposto. Particolarmente interessanti sono le implicazioni
di questo rovesciamento che Di Benedetto68 individua: Saffo riscatta la situazione di
inferiorit e di disagio in cui sera trovata Afrodite.
Risulta difficile pensare per che la poetessa abbia compiuto una minuziosa
rievocazione dei versi omerici, variandoli di segno, con il solo scopo di introdurre un
quadretto allinterno della propria ode.
Gi Stanley69, partendo dalla tessitura epica del carme, aveva ritenuto che questo
episodio incastonato nellinno is no mere decorative interlude70, osservando che in
tutto il frammento Sappho in openly imposing the terms of her own experience upon
Homeric language, myth and belief71.
Per cercare di interpretare correttamente il meccanismo sotteso a questa inserzione
descrittiva pu essere particolarmente utile il confronto con il fr. 96V, a proposito del
quale si era visto innescato un procedimento per alcuni punti simile. In quella poesia,
infatti, si ritrova una lunga descrizione di uno scenario naturale, del quale spiccano i
tratti di una rigogliosa bellezza (vv. 7-14)72. Tale piccolo idillio aveva lo scopo di creare
un gioco di distanziamento dalla sofferenza per il desiderio dellamica lontana, che
risultava indebolita dallestatica contemplazione della bellezza. In questo fr. 1V, la
descrizione della discesa (e del carro) di Afrodite pu rispondere ad una logica simile.
Saffo indulge infatti sullimmagine grandiosa e bella della dea che vola sulla terra nera
nel suo cocchio trainato da passeri leggiadri, tanto che sembra quasi, per un momento,
dimenticare la pressante necessit che laveva spinta a richiedere laiuto della dea.
Certo, quello delle pene damore resta il motivo scatenante e sotteso allintero
componimento, ma se pare in qualche modo affievolirsi e passare in secondo piano
proprio in questa sezione del carme. Saffo utilizza insomma unimmagine, proprio come
si era visto a proposito del gi citato fr. 96V, per creare quel distacco dalle emozioni
necessario a migliorare la propria condizione emotiva.

68

DI BENEDETTO 1973
STANLEY 1976
70
non un interludio meramente decorativo
71
Saffo sta apertamente imponendo i termini della propria esperienza su linguaggio, mito e credenze
omerici
72
Cfr. par. 3.2
69

45

In un certo senso, questa dinamica si svolge complementariamente ed in opposizione a


quella gi descritta del ricorso al ricordo. Da un lato Saffo richiama alla mente, propria
e del suo pubblico, la positivit con cui si risolta ogni volta ogni situazione simile in
passato, che dovrebbe agire in un ottica consolatoria con la fondata speranza che il ciclo
si compia nuovamente; dallaltro, blocca per un momento il flusso delle emozioni
pericolose (poich eccessive) opponendogli unimmagine di bellezza e grandezza epica
(pur declinata in termini lirici, come Stanley, si visto, ha notato).

5.4. Dalla ciclicit del racconto alla ciclicit della vita e del mito

Vi per unaltra implicazione, e non certo meno importante, che si pu desumere


approfondendo alcune osservazioni alle quali si accennato al par. 5.2. In questa lirica
Saffo, come si visto, introduce una forte circolarit del tempo, come il discorso di
Afrodite sembra dimostrare. Ma tale ciclicit, comunque si voglia intendere il senso di
queste parole, risulta essere un elemento non secondario nella struttura del carme.
Pur allinterno di un saggio a commento del fr. 16V, Privitera73 cita brevemente proprio
la prima ode saffica, focalizzando un punto particolarmente significativo per questo
studio: scrive infatti che Saffo moltiplica le occasioni del suo amore non corrisposto
fino ad ottenere una indefinita fuga di piani temporali, che mitizza il tempo cronologico
e rende ciclica e paradigmatica la sua vicenda.
Il normale tempo umano in questode viene smontato dal flusso sequenziale degli eventi
per essere riassemblato su di un tempo circolare che, nel conferire una ininterrotta
ciclicit alle vicende della vita della poetessa, le assolutizza rispetto al momento storico
in cui sono avvenute per farne un paradigma esperienziale universalmente valido, in
modo simile a quello del mito. Saffo non racconta semplicemente quello che il proprio
vissuto, narrando con ordine le varie azioni e i vari momenti susseguitisi; la sua opera
consiste nel fornire uno schema che possa assurgere a riferimento per un determinato
gruppo.
una questione molto dibattuta quella della reale destinazione di questa prima ode,
ovvero se si trattasse di uno di quei carmi interni, per cos dire, al circolo di Saffo,
oppure se sia da ascrivere ad unoccasione cultuale pubblica o ad ogni modo rivolta ad
un pubblico pi ampio; ma qualunque interpretazione si scelga, ciascuna porta con s la
possibilit di ritrovare in filigrana quellintento educativo-didattico che si scorge in gran
parte della produzione Saffica. La performance poetica si struttura quindi non come
73

PRIVITERA 1967

46

semplice atto estetico, ma la forma in cui si esplica la riproposizione di un paradigma


che sia riconosciuto e condiviso dal pubblico al quale si rivolge: in questo caso, le
vicende amorose della poetessa, nelle quali ella ha riscontrato sempre il medesimo
svolgimento, diventano lexemplum di riferimento per quel tipo di esperienza, mitizzato
in un tempo ciclico che, quindi, necessariamente tende alla ripetizione dellazione.
In questo senso, la presenza stessa di Afrodite pu essere letta come una chiave
mitizzante: la dea ad intervenire nelle vicende umane, la divinit a scendere
dallOlimpo in una scena di chiara ispirazione epica, ed sempre lei a esplicitare come
lesperienza di Saffo sia una continua ripetizione delle stesse dinamiche. Saffo sembra,
in definitiva, caricare lesperienza amorosa di valenze tipiche del mito, e del tempo di
questo, per farne un paradigma da illustrare poeticamente ad un pubblico che deve, in
qualche modo, farvi riferimento.

47

6. Frammento 16V
O]i me#n ipph@wn stro@ton, oi de# pe@sdwn,
oi de# na@wn fai^s ep[i#] ga^n me@lai[n]an
e]mmenai ka@lliston, egw de# kh^n ot4
tw tiv eratai
pa@]gcu d eumarev su@neton po@hsai
p]a@nti t[o]u^t, a ga#r po@lu perske@qoisa
ka@llov [anq]rw@pwn Ele@na [to#]n andra
8
to#n [
ar]iston
kall[i@poi]s eba v Troi@an ple@oi[sa
kwud[e# pa]i^dov oude# fi@lwn to[k]h@wn
pa@[mpan] emna@sq<h>, alla# para@gag autan
12
]san
]ampton ga#r [
]...kou@fwv t[
]oh.[.].n
..] me nu^n Anaktori@[av o]ne@mnai16
s ou] pareoi@sav,
ta^]v <k>e bolloi@man erato@n te ba^ma
kama@rucma la@mpron idhn prosw@pw
h ta# Lu@dwn armata kan oploisi
20
pesdom]a@centav.

24

28

[
[
[
[
[

].men ou du@naton ge@nesqai


].n anqrwp[..(.) p]ede@chn d arasqai
]
]
]
]
]
pros[

wv d[
..].[
.].[.]wl.[
32
t ex adokh@[tw.
6.1. Ambiguit di un mito: premesse necessarie

Il frammento 16V tra i pochi testi saffici traditi a contenere un esplicito racconto di
una vicenda mitica, in questo caso la partenza di Elena al seguito di Paride poich presa
da un irresistibile amore. Sono in molti ad aver letto in questo racconto una presa di
48

posizione della poetessa di Lesbo contro la dominante e tradizionale interpretazione di


tale episodio in chiave negativa: labbandono di Menelao da parte della sua sposa non
sarebbe da ascrivere alla incostanza od alla malvagit della donna, ma allamore contro
il quale non avrebbe mai potuto combattere poich divina opera di Afrodite. In tal
senso, ella non potrebbe essere considerata colpevole.
Non si pu escludere che Saffo in qualche modo simpatizzi con Elena, forse perch
entrambe in qualche modo afferenti alla sfera della dea di Cipro; ma questo non vuol
dire che si possa riferirle questa interpretazione che sar poi di Gorgia. Non vi infatti
mai precisato, in questo carme, che la valutazione della poetessa sia positiva.
Sia Koniaris74 che Aloni75 in alcuni loro studi hanno dimostrato che non necessario,
per individuare la finalit della citazione, far slittare lottica di Saffo rispetto al solco
della tradizione. Lexemplum di Elena, necessario a dimostrare la veridicit
dellasserzione della poetessa riguardo quale sia il ka@lliston, acquista tanto maggior
forza quanto pi riprovevole risulti il comportamento della donna causa della guerra ad
Ilio. Infatti in questo sta largomentazione: se persino una persona nobile quanto Elena
comp azioni che si oppongono fortemente alla concezione condivisa di virt, ci
significa che la forza del ka@lliston, inteso nel senso in cui Saffo stessa lo intende,
davvero insuperabile (per questo il racconto corredato dellelenco non tanto delle
sciagure di cui stata causa, ma dei beni ai quali ha rinunciato in nome di ottw eratai,
come viene detto nella prima strofa).
La paradigmaticit dellepisodio mitico quindi preponderante; ma forse non lunico
aspetto di questo ennesimo ritorno al passato. Merckelbach76 aveva pensato che questo
potesse rientrare nel novero dei carmi saffici di consolazione: Saffo, nel dolore per
labbandono da parte di Anattoria, ricorderebbe come anche Elena, figura semidivina,
fosse stata sopraffatta dallamore andando incontro a molte sciagure, e da questo
trarrebbe sollievo. Bisogna ammettere che difficile rintracciare nel testo espliciti
elementi che possano indicare lintento consolatorio; proprio per questo motivo,
Koniaris ritiene che bisogni considerare questa poesia an encomium of Anaktoria77. Il
problema del verso 20 che, soprattutto in vista della composizione ad anello che in
questo si concluderebbe, molti studiosi indicano come termine della lirica (mentre
levidenza papigrafica sembra indicare il termine della composizione dopo altre tre
strofe praticamente illeggibili, alla fine delle quali posta una coronide) non aiuta in
74

KONIARIS 1967
ALONI 1997, XXXVIII-XLVI
76
MERKELBACH 1957, 14
77
un encomio di Anattoria
75

49

questo senso: come Aloni ipotizza, infatti, dopo il v. 20 avrebbe potuto ritrovarsi un
maggior coinvolgimento del pubblico, come del resto spesso accade nella poesia di
Saffo, dove difficilmente un carme ambientato completamente nel passato, ed avrebbe
potuto esplicarsi lintento consolatorio e, soprattutto, didattico, come pi volte si visto.
La questione non pu che restare sub iudice, dato che le prove a favore o contro
ciascuna ipotesi sono poche e labili.

6.2. Il tempo del mito e il tempo del ricordo

Anche questo frammento presenta una struttura temporale accostabile per alcuni aspetti
a quella degli altri presi in esame. Si scorge una volta ancora un procedimento di
approfondimento nel passato. Ma bisogna prestare attenzione al fatto che in questo caso
non si tratta del passato personale di Saffo, ma di quello del mito. In questo senso si
differenzia anche dal fr. 1V, dove, si osservato, il passato s in qualche modo
mitizzato per dotarlo della ciclicit necessaria a renderlo paradigmatico, ma resta il
vissuto di Saffo stessa; qui invece si va alle vicende precedenti la guerra combattuta
davanti ad Ilio.
Non si pu, in questo caso, parlare di ricordo, inteso nel senso utilizzato fino ad ora, ma
di racconto; dal punto di vista temporale, la poetessa compie unoperazione simile a
quella degli aedi, esponendo le vicende di un tempo che in qualche modo pre-storico e
di certo non personale.
Schematizzando, il frammento presenta questo andamento (non si analizzeranno i vv.
20ss. per le difficolt di leggibilit e di appartenenza al carme):

1- vv. 1-4: al presente Saffo espone la propria concezione della cosa pi bella;
2- vv. 5-14: la poetessa torna al passato del mito e racconta la fuga di Elena da
Sparta al seguito di Paride, muovendosi dunque tramite un procedimento di
approfondimento nel passato che, come si detto, eccede i limiti della vita di
Saffo;
3- vv. 15-20: si torna repentinamente al presente, ma ad un presente del tutto
particolare poich quello in cui si ricorda la bellezza di Anattoria lontana.

Si visto quindi che il modulo del ricordo presente, ma in una veste particolare.
necessario premettere che le considerazioni che seguiranno saranno influenzate da una
difficolt che il testo tradito presenta, in quanto i vv. 13-14 sono vistosamente lacunosi:
50

per questo, il passaggio al presente al v. 15 appare brusco e privo di momenti di


transizione (nu^n).
Saffo ricorda Anattoria, ma lo pu fare perch la vicenda di Elena gliela ha riportata alla
mente. La memoria interviene in questo caso dal passato pi antico, quello eroico, al
passato esperito, quello della poetessa stessa al tempo in cui Anattoria era vicina. Non ci
dato sapere i motivi, e nemmeno la durata dellassenza di questa donna, anche se si
pu immaginare, in riferimento al resto del corpus dellautrice, una situazione simile a
quella, ad esempio, dei fr. 94V e 96V: uno dei topoi riscontrabili nella sua produzione
sembrerebbe il congedo da una fanciulla amata (solitamente al momento delle nozze di
questa).
Calame78, rilevando questo passaggio dal passato eroico alla memoria personale di
Saffo, ha osservato che la sostituzione di Anattoria ad Elena allinterno della poesia ci
porta in qualche modo a sovrapporre le due figure e a far assumere alluna parte dei
tratti dellaltra. Anattoria, in quanto ka@lliston per Saffo suscita in lei desiderio, cos
come Elena lo suscitava per la sua bellezza (po@lu perske@qoisa ka@llov [anq]rw@pwn
vv. 6-7); daltra parte la moglie di Menelao se nera andata per poter seguire loggetto
del suo erov, cos come, possiamo immaginare, lamica di Saffo ha lasciato Lesbo per
seguire luomo a cui andata in sposa79.
Si crea per questo una sorta di saldatura tra questi due tempi, quello mitico e quello
umano, che li portano in qualche modo a confondersi e a compenetrarsi per il ripetersi
delle situazioni, e par un dplacement aussi bien spatial que temporel, Anactoria
occupe donc de manire dcale la double position incarne dans la figure dHlne:
dans le pass rcent, dans lendroit o le pome est chant, Anactorie sucite, dans une
beaut fminine dont le traits sont maintenant prciss, le dsir de qui chante; dans le
prsent de lnonciation, mais dans une cit de Lydie voisine, elle vit par ailleurs le
dsir quelle a elle-mme suscit.80 Grazie a questa parziale sovrapposizione quindi,
secondo lo studioso francese, si instaura una sorta di chiasmo nelle categorie spaziale e
cronologica: qui e allora contro l e ora, in modo simile a quanto si era visto per il fr.
96V.

78

CALAME 2005, 59-62


Si ricorda che questa solo una possibile interpretazione basata su quella che sembra una ricorrenza
nella poesia di Saffo, ma che non suffragata da espliciti riferimenti allinterno di questo testo.
80
grazie ad un spostamento tanto spaziale quanto temporale, Anattoria occupa dunque in modo traslato
la duplice posizione incarnata nella figura di Elena: nel passato recente, nel luogo dove la poesia
cantata, Anattoria suscita, in una bellezza femminea di cui i tratti sono ora precisati, il desiderio di chi
canta; nel presente dellenunciazione, ma una citt della vicina Lidia, ella vive daltra parte il desiderio
che ella stessa ha suscitato
79

51

6.3 La consolazione del paradigma

Restano per da analizzare gli effetti di questa dinamica, e la finalit per la quale stata
innescata. Si gi visto81 come il mito possa essere funzionale allargomentazione
riguardo alla cosa pi bella; ma non forse questa lunico aspetto che entra in gioco.
Va infatti tenuto in considerazione che la parziale sovrapposizione tra Elena ed
Anattoria fa s che anche la vicenda della giovane che pare essersi allontanata da Saffo
assurga in qualche modo a paradigma proprio per il suo aderire alle vicende narrate dal
mito stesso. Anattoria potrebbe essere lesempio di come, da un lato, il ka@lliston resti
amato anche al di l della sua effettiva presenza fisica, restandone vivo il ricordo, e di
come dallaltro vi sia una duplicit oggetto-soggetto di desiderio nella medesima
persona, come anche per la divina Elena era stato. Si sta forse andando un po oltre
quella che leffettiva evidenza testuale, ma questo pu essere giustificato grazie alle
ricorrenze riscontrabili nella produzione dellautrice.
In questa paradigmaticit si pu scorgere una valenza di tipo educativo. Secondo
Calame la memoria poetica, grazie allintermediazione del mito, permette in questo
carme di oltrepassare lo stacco che si forma tra la relazione omoerotica iniziatica e il
suo normale sbocco in ununione eterosessuale e matrimoniale; ma forse, molto pi
semplicemente, Saffo vuole indicare al suo pubblico lo svolgersi delle vicende amorose
che, in effetti, possono in qualche forma ricordare le dinamiche di alternanza delineate
nel fr. 1V82.
Vi per qualcosa di rassicurante: le faccende umane sembrano seguire di necessit il
paradigma divino. Questa considerazione pu adombrare un intento consolatorio,
poich ladeguamento ad un exemplum divino presenta solitamente connotati di questo
tipo: infatti, o questo ha valenze positive, oppure, come in questo caso, la
compartecipazione degli uomini a sventure che furono gi di dei od eroi in qualche
modo sgrava la sofferenza.
infatti difficile pensare che Anattoria possa essere assente solo temporaneamente, o
che lo sia al momento dellesecuzione, ma si trovi comunque vicina; molto pi
probabile appare un allontanamento definitivo o perlomeno particolarmente prolungato.
Ecco che quindi il ricorso al passato ed al ricordo sembra attivare nuovamente la
consolatio dai dolori causati da una situazione sfavorevole del presente, ma questa volta
tramite la comparazione con le vicende degli eroi e non con lesperienza positiva
81
82

cfr. par. 6.1


cfr. par. 5.4

52

passata. Certamente questo aspetto risulta molto meno evidente in questo carme rispetto
agli altri analizzati, e potrebbe darsi che comunque si trattasse di un aspetto secondario.
La tradizione non ha certo aiutato, qui come altrove, dato che la scomparsa delle tre
strofe che seguono le cinque sicuramente di questo carme non ci permette di
comprendere la reale corposit dei singoli elementi nella tessitura della poesia in esame:
sarebbe infatti fondamentale sapere dove si concludeva questo frammento e, nel caso i
vv. 21-32 effettivamente gli appartenessero (come sembra giustificato credere in base
allevidenza testuale), come proseguiva.

6.4 Una precisazione

Nellesegesi di questo brano si sono volutamente trascurate altre questioni, molte delle
quali certamente pi notevoli rispetto gli aspetti trattati: cosa effettivamente Saffo
intenda con la cosa pi bella, lo stile compositivo tradizionale, lo svolgimento
argomentativo che il carme sembra sviluppare, lappartenenza o meno delle ultime tre
strofe al frammento ne sono solo alcune.
Ci lo si fatto perch tali problematiche, pur restando particolarmente interessanti e
produttive per quanto riguardo lo studio di Saffo, non rientrano nel campo dindagine di
queste pagine.
Tra laltro, bisogna ammettere che laspetto studiato in questo frammento in qualche
modo secondario, e per questo la trattazione riguardo il fr. 16V stata condotta in modo
abbastanza sommario. Era per necessario farne accenno, dato che da un lato prosegue
il discorso relativo alluso di un tempo mitizzato iniziato col fr. 1V, dallaltro si
inserisce in qualche modo nel solco delle principali poesie della memoria,
presentando molti aspetti vicini al fr. 94V ma soprattutto al fr. 96V, nel quale si era
parlato esplicitamente di chiasmo spazio-temporale83. Pertanto anche questo carme si
inserisce organicamente nella pi diffusa trattazione dellaspetto temporale nella poesia
di Saffo.

83

cfr. par. 3.1

53

7. Frammento 31V

Fai@netai@ moi kh^nov isov qe@oisin


emmen wnhr, ottiv ena@ntio@v toi
isda@nei kai# pla@sion adu fwnei@sav upakou@ei

kai# gelai@sav ime@roen, to@ m h ma#n


kardi@an en sth@qesin epto@aisen
wv ga#r <ev> s idw bro@ce wv me fw@nais oude#n et eikei,

alla# ka#m me#n glw^ssa eage, le@pton


dautika crwj^ pu^r upadedro@maken,
oppa@tessi d oude#n orhmm, epirro@m12
beisi d akouai,
e@kade m idrwv yu^crov kakce@etai, tro@mov de#
pai^san agrei, clwpote@ra de# poi@av
emmi, teqna@khn d oli@gw pideu@hv
16
fai@nom em aut[aj.
alla# pa#n to@lmaton, epei# kai# pe@nhta

7.1 Una conflazione di piani temporali

Il fr. 31V ha sempre dato adito ad ampi dibattiti riguardo la reale destinazione,
loccasione, il messaggio, per cos dire il senso stesso della lirica. Una rassegna delle
varie posizioni critiche assunte dagli studiosi sarebbe certo eccessiva, e ci si atterr
pertanto solo agli aspetti che riguardano i rapporti reciproci tra i piani temporali.
Una prima lettura del carme sembra far emergere una struttura molto semplice: la
narrazione condotta al presente, e Saffo descrive oggettivamente le reazioni che
levento in corso le provoca. Questa interpretazione per crea alcune questioni di
difficile risoluzione, tra le quali, in particolare, lindividuazione delloccasione del
canto. Si parlato, ad esempio, del matrimonio della fanciulla con luomo, del quale
Saffo sarebbe gelosa, oppure di unoccasione dincontro tra la destinataria ed un
ragazzo, magari durante lo sposalizio di altri. Soprattutto la prima ipotesi ha avuto
molto credito, almeno fino al lavoro di Page84, e si cos ritenuto a lungo che la
poetessa potesse aver composto questa poesia prima del matrimonio come canto nuziale
da eseguire durante il banchetto, ed in tal senso la deissi iniziale sarebbe realistica,
84

PAGE 1955

54

ovvero riferita a soggetti concreti, presenti e, soprattutto, visibili per i fruitori della
performance.
In un suo interessante saggio, Latacz85 ha per avanzato una diversa ipotesi che va presa
in considerazione per i fini di questo studio. Il punto centrale della sua argomentazione
lipotesi che i deittici presenti nel carme non rientrino nella tipologia della
demonstratio ad oculos ma in quella, astratta, della Deixis am Phantasma; sarebbero
cio rivolti non ad oggetti presenti di fronte agli ascoltatori, ma ad oggetti immaginari, e
figurabili dai fruitori. Secondo questottica non pi necessario che loccasione del
canto coincida con la situazione narrata, e non altres indispensabile la presenza
effettiva dei protagonisti; allo stesso modo, il tempo dellesposizione non combacia con
quello delleffettivo svolgimento dei fatti narrati.
Saffo, infatti, potrebbe in realt aver composto questi versi solo dopo aver vissuto
lesperienza che viene qui rappresentata, rielaborando cio quelli che sono i suoi
personali trascorsi. Il componimento si configurerebbe quindi come un carme
retrospettivo, incentrato cio non sulla descrizione dellattuale situazione percepibile dal
pubblico anche direttamente, ma su un ricordo che viene comunicato alluditorio grazie
ad un racconto.
Vero che tutta la narrazione condotta al presente; ma, per usare le parole di Latacz,
das Prsens wre gerade nicht Ausdruck eines expliziten Gegenwartsbezugs, sondern
als Tempus des Besprechens86. Levento passato, per cos dire, fisicamente, ma non
spiritualmente, e per questo la poetessa lo riporta in vita per s, forse per la fanciulla87 e
di certo per il suo pubblico, che si trova cos coinvolto in qualche modo in una
dimensione temporale altra, che ibrida in un unico presente il momento effettivo
dellesecuzione e il momento passato dellesperienza. In tal senso, il pubblico
primario, quello che ha assistito alloccasione performativa di questo frammento, si
troverebbe in una situazione non troppo diversa da quello, al contrario, secondario,
che cio non ha assistito direttamente a tale esecuzione: entrambi infatti si vedono
costretti a figurarsi gli oggetti della deissi ed a non poterli osservare direttamente.
Bisogna ammettere che per, per quanto ci dato conoscere dalle rimanenze della lirica
arcaica, a questa altezza cronologica non vi sarebbero altre attestazioni di quello che
85

LATACZ 1985
il presente non espressione di un esplicito riferimento al presente, ma il tempus del discorso
87
Nonostante la diretta allocuzione rivolta alla fanciulla non necessario che ella fosse effettivamente
presente al momento dellesecuzione; sono vari, infatti, gli esempi interni al corpus della poetessa di
apostrofi dirette a personaggi a cui si rivolge alla seconda persona ma che non potevano essere
effettivamente presenti. Basti confrontare a titolo di esempio i frammenti 1 (Afrodite), 17 (Era), 63
(personificazione del Sogno), 95 (Ermes) od altri ancora (tutti sono citati nella numerazione delled.
Voigt).
86

55

potremmo chiamare presente storico, la narrazione, cio, al presente di qualcosa


avvenuto in un tempo gi trascorso, e che quindi andrebbe condotta con un tempo
storico. Per questo motivo Latacz stesso legge il ricorso a questo tempo anche in un
altro modo.
Saffo, pur forse rielaborando quelli che sono i suoi ricordi personali, potrebbe delineare
una sorta di situazione tipo, mai realmente avvenuta ma corrispondente nella sua
strutturazione a eventualit ricorrenti nellambito saffico. La poetessa racconterebbe
quindi una storia, ma con tratti di marcata genericit: kh^nov (v. 1), del resto potrebbe
valere per quelluomo-qualunque uomo. Alcuni elementi, come luso della parola anh@r
(v. 2) che sembra significare principalmente marito, o luso di un verbo di stato come
isda@nei (v. 3) che suggerisce una abitudinariet o comunque una ripetizione dellazione
del sedere accanto, paiono indizi per una prefigurazione di un matrimonio (possibile o
effettivo) in un tempo indefinito. Limpressione che se ne ricava quella che anche in
questo caso ricorra il topos, che pi volte si segnalato, dellallontanamento dal circolo
saffico di una fanciulla amata in occasione delle sue nozze, e del dolore che tale
evenienza comporta per lautrice.
Il carme sarebbe quindi usa specie di descrizione di una situazione gi vissuta dalla
poetessa di Lesbo, e che potrebbe essere vissuta nuovamente, in quanto ricorrente nella
sua esperienza. Passato e futuro, in questo senso, confluiscono nel solo tempo presente,
che si configura come un tempo generico, descrittivo, che permette di far rivivere ed al
contempo prefigurare gli eventi e le emozioni raccontati. Si potrebbe quindi parlare di
una tale commistione di passato, presente e futuro da generare una vera e propria
conflazione di queste tre dimensioni in un unico tempo poetico.

7.2 Un racconto per consolare ed insegnare?

Ora, naturalmente, resta la questione del senso che sta dietro ad unoperazione di questo
tipo, ed forse possibile individuare anche per questo frammento che a prima vista pare
staccarsi nettamente da quelli fino a qui analizzati alcune dinamiche che per certi aspetti
possono ricondurre ai fenomeni che sono stati individuati.
Infatti, accettando le argomentazioni di Latacz, sembra che Saffo voglia rappresentare
un paradigma narrando, come si detto, una situazione tipo piuttosto comune, e
quindi di una certa rilevanza, allinterno del suo circolo. Non si racconta, insomma,
quanto successo o quanto sta succedendo, ma quanto succede in determinate
occasioni.
56

La parte preponderante dei versi che ci sono stati traditi (vv. 5-16) la quasi medica
rassegna dei sintomi che una forte passione damore provoca nella poetessa, che espone
in questo modo le modalit di manifestazione di un forte disagio; il verso 17, per, per
quanto leggibile, sembra introdurre un punto di svolta (ma tutto si pu sopportare,
poich88). Non possibile ricostruire il contenuto dei versi che seguivano dato che
sono andati perduti, ma si intravede quello che Di Benedetto chiama il modulo del
ma89, riscontrabile anche in molti altri frammenti: spesso Saffo contrappone ad un
elemento tradizionale o negativo una concezione personale o positiva proprio grazie alla
congiunzione avversativa. Forse, nella perduta seconda parte del carme, Saffo
proseguiva lexemplum mutandolo di segno, indicando la via per uscire dallimpasse
creato dal dolore della perdita della fanciulla, o altri aspetti positivi del medesimo
evento; siamo naturalmente nel campo delle mere ipotesi, ma comunque la
formulazione di questo diciassettesimo verso legittima a presumere questo andamento
bipartito del carme.
Ancora una volta, dunque, la poetessa assolverebbe alla duplice finalit di portare
consolazione con il rammentare elementi lieti e di fornire un paradigma che possa
indicare una strada per la risoluzione del disagio. Queste considerazioni vanno
rapportate anche al pubblico di Saffo. probabile che vi fosse una certa mobilit delle
appartenenti al circolo della nostra autrice: numerosi sono i frammenti che narrano di
ragazze andate lontano (ed alcuni sono tra quelli analizzati nel presente studio), magari
a scopo di matrimonio, o di fanciulle passate ad un altro gruppo. Ci che si evince che
labbandono della compagnia che faceva capo a Saffo fosse in qualche modo lo sbocco
normale della sua frequentazione, e che questo avvenisse con maggior frequenza in
seguito al completamento di quel percorso formativo che sembra essere stato alla base
di tale istituzione90. Appare quindi naturale che il problema del distacco e
dellallontanamento dallintero gruppo fosse avvertito dai componenti come
particolarmente pressante, e quindi ritenuto degno di particolari attenzioni da parte di
Saffo, anche tenuto conto dellintensit dei rapporti che si instauravano tra lei e il resto
del circolo; da questo deriva la necessit, da un lato, di stemperare il dolore che una
simile situazione porta con s, e dallaltro quella di fornire gli strumenti per superare la
situazione disagevole che andava creandosi.
88

Trad. di F. Ferrari.
DI BENEDETTO 1987, 33-38
90
Infatti, sia che si propenda per lipotesi di un tiaso con spiccate valenze religiose, sia che per la lettura
del circolo saffico come una scuola per portare le fanciulle ad essere buone mogli, sia che per
linterpretazione di tale gruppo come una scuola tout court, abbastanza evidente che ad ogni modo tale
istituzione fosse imperniata su un intento di tipo educativo.
89

57

questa lottica in cui si possono mettere in parallelo i frammenti precedentemente


analizzati con il fr. 31V; si ritrova infatti anche in questo caso un racconto (che tra
laltro, pur non narrato nella forma del ricordo, pu essere la rielaborazione poetica di
esperienze vissute dallautrice) che diviene una sorta di paradigma consolatore. Inoltre,
nuovamente Saffo sembra ibridare le dimensioni temporali, pur in modo pi complesso
e meno esplicito di quanto visto in precedenza, allinterno della narrazione, che pu
quindi essere scomposta su pi piani cronologici: cooperano infatti esperienza passata,
esecuzione presente e proiezione futura.
Il carme della gelosia91, come spesso stato chiamato, sembra dunque rientrare
anchesso nel novero dei testimoni di una modalit tutta saffica di giocare coi tempi per
ottenerne parole di sollievo ed ammaestramento per s e per il proprio auditorio, anche
se, in questo caso, la dinamica di ibridazione temporale spinta allestremo, tanto da
eliminare ogni distinzione tra i diversi piani cronologici.

91

Si scelto di non trattare la questione della presenza o meno di una componente di gelosia, la questione
delloccasione e le molte altre che questo frammento solleva, in quanto di estremamente complessa
risoluzione e, seppur molto interessanti, poco rilevanti ai fini di questa ricerca.

58

8. Conclusioni
Lo studio dei frammenti di Saffo fino a qui condotto ha portato alla luce la presenza
nella produzione della poetessa di particolari procedimenti atti a ibridare e confondere
tra loro i diversi piani temporali. Passato, presente e futuro vengono talvolta saldati tra
loro, tanto che la transizione pu essere appena segnalata od addirittura sfumata al punto
da risultare appena percettibile (come ad esempio avviene nei fr. 1V e 96V). La fabula
viene spesso smembrata per essere poi diversamente intessuta secondo nuove
dinamiche: Saffo pu cos anticipare il futuro, o, pi spesso, posticipare il passato che
viene introdotto in un secondo momento.
In genere, il procedimento che viene adottato quello del ricordo. La nostra autrice
introduce nella narrazione al presente il racconto di un fatto avvenuto in un tempo
anteriore a quello della performance poetica, con una netta transizione quindi verso il
passato; transizione che, perlomeno riguardo i frammenti analizzati, sembra configurarsi
come un preciso modulo (per usare unespressione di Di Benedetto92) della poetica
saffica.
questa una dinamica che trova nella produzione della poetessa lesbia unapplicazione
relativa a finalit che sono ben definibili. Tutti i carmi analizzati descrivono, riguardo al
presente enunciativo, una situazione di impasse per lautrice, che per un qualche motivo
si ritrovata in una situazione disagevole; il caso pi produttivo, nel frammento di
corpus preso in esame, di certo quello legato alla sfera amorosa, ed in particolare alla
lontananza di una fanciulla verso la quale Saffo prova un sentimento del tutto
particolare. I fr. 94V, 96V e, in misura minore, per quanto si detto, 16V rimandano
infatti ad una situazione di questo tipo: Atthis, Arignota e Anattoria sono infatti lontane
al momento del canto, e proprio questa mancanza si configura come un elemento di
disturbo alla serenit della poetessa.
Altri due casi riguardano da vicino, ad ogni modo, la sfera erotica, dato che il fr. 1V ha
come occasione di canto la preghiera alla dea che presiede proprio alle vicende
amorose, Afrodite, per far fronte al rifiuto di una donna amata, ed il fr. 31V sembra ad
ogni modo legato allamore di Saffo per la fanciulla cantata. Anche in entrambi questi
casi lamore non liberamente vissuto dalle protagoniste, ma , per cos dire, disturbato.
Il fr. 98V, pur allontanandosi dallambito tematico della lirica amorosa, presenta tutte le
caratteristiche di una situazione disagevole che porta come conseguenza la rievocazione
92

DI BENEDETTO 1987, 49-64

59

del passato. Saffo infatti si trova impossibilitata nel compiere unazione che le sta a
cuore, ovvero procurare la mitra che sua figlia Kleis desidera.
Sia che sia impossibile la condivisione con una fanciulla lontana, sia che per rifiuti od
altri motivi sia impossibile il coronamento delle aspirazioni amorose, sia che sia
semplicemente impossibile conseguire il risultato di una determinata azione,
limpossibilit la causa prima della negativit del tempo presente. Questo piano
temporale, dunque, in tutti i casi presenta una forte connotazione sfavorevole.
Da questa considerazione Saffo prende le mosse per avviare la regressione nel passato,
che si rivela un piano temporale dotato invece di una forte carica di segno opposto; la
positivit di questanteriorit si segnala infatti per i sintomatici riferimenti alla felicit
che poteva procurare la realizzazione di quelle stesse aspirazioni frustrate nellhic et
nunc dellenunciazione.
Il recupero, nella forma del ricordo, di un forte elemento di positivit introduce nella
poesia un dinamica consolatoria: richiamare alla mente la gioia passata porta ad
allontanare da s la mancanza di serenit del presente ed in qualche modo a riviverla
nella memoria, sia di Saffo che, pu darsi, degli astanti. Nel fr. 1V, tra laltro,
lapplicazione di una spiccata circolarit agli eventi narrati fa s che le situazioni del
passato riproposte siano proiettate anche sul futuro, alimentando cos la speranza
(quando non la certezza) che la ciclicit evidenziata reintroduca la positivit perduta.
Certo, il caso del fr. 16V risulta diverso; ma anche in questo carme il ricordo, pur
nellaccezione di memoria poetica del mito, sembra svolgere, come si gi analizzato,
una qualche funzione di tipo consolatorio. Il fr. 31V, invece, si distanzia un po da
queste dinamiche, dato che potrebbe rappresentare un caso, per cos dire, estremo di
conflazione di diversi piani temporali; ad ogni modo, come si visto, risponde
anchesso a modalit e finalit riscontrate anche altrove.
Integrando per quanto fino ad ora si detto con le conoscenze delle modalit
performative dellautrice emerge unulteriore implicazione di questo modulo. La
consolatio attuata da Saffo non fine a s stessa, ma appare integrata nella pi
complessa finalit formativa che si riscontra nella produzione della poetessa. Sembra
estremamente probabile che questi carmi avessero come destinatari privilegiati i
componenti di quello che si potrebbe chiamare circolo di Saffo 93. Qualunque ne fosse
lordinamento interno, una finalit di tipo educativo sembra preponderante. In tal senso,
93

Loccasione interna al circolo saffico dei fr. 94, 96 e 98 Voigt piuttosto certa; dubbi e dibattiti
possono permanere per i restanti fr. 1, 16 e 31. La questione per estremamente complessa e non pare
possibile discuterla in questa sede; ad ogni modo, quanto si dir in seguito pu in effetti valere anche
nellipotesi di un pubblico pi allargato.

60

la narrazione dellevento passato in chiave educativa si inserisce non solo, e non tanto,
nellottica di una consolazione, per cos dire, allargata anche agli altri elementi del
gruppo, ma in quella di un ammaestramento rivolto al proprio pubblico. I carmi
esaminati sembrano riflettere su dinamiche piuttosto comuni allinterno di tale
compagine, ed in tal senso forniscono pi o meno esplicitamente dei paradigmi ai quali i
fruitori o, forse per certi versi pi precisamente, le fruitici del canto di Saffo possono
fare riferimento qualora si trovassero in una eventualit simile. In altre parole, la
poetessa vuole fornire al proprio pubblico exempla che si rivelino utili riguardo le
dinamiche interne al proprio circolo.
Lelemento consolatorio e quello paradigmatico si ibridano quindi nello scopo per il
quale Saffo attua il modulo della regressione cronologica attraverso luso
dellespediente mnemonico. In questo modo il ricordo si configura come un potente
mezzo espressivo che, riattualizzando piani temporali passati tramite la loro
commistione con il presente, assolve a questa duplice funzione.
Oltre quella del ricordo, si riscontrano talvolta altre due modalit grazie alle quali la
poetessa persegue questi suoi scopi, cio, come si osservato nellanalisi dei singoli
frammenti, la dislocazione spaziale oltre che temporale (fr. 96V, 98V, 16V) e lutilizzo
di unimmagine di bellezza rasserenante (fr. 98V, 1V).
Nel primo caso Saffo, confonde tra loro non solo le diverse dimensioni temporali ma
anche quelle spaziali, ottenendo quindi sul piano dei luoghi un effetto analogo a quello
che ricrea a livello cronologico. Gli spazi si differenziano anchessi in un polo positivo
ed in uno negativo: Lesbo si contrappone allaltrove, in questo senso. In genere, il
passato ambientato proprio nellisola della poetessa, mentre la causa della perdita di
serenit il trasferimento di qualcuno verso scenari diversi, lontani, ad ogni modo
altri. Per questo si in pi occasioni parlato di un chiasmo spazio-temporale,
mutuando tale espressione da Calame94: se a livello temporale la dimensione pi vicina
alla performance negativa, lo quella pi lontana a livello spaziale. Anche in questa
dinamica si intravedono le istanze gi osservate in precedenza: Saffo trasferisce in
luoghi diversi dal proprio la causa della negativit della condizione corrente, ed al
contempo proietta su quello che coincide al rasserenante passato, il qui, tutta la forza
consolatoria.
Anche il ricorso alle immagini rientra nellintento di portare conforto. La nostra
poetessa presenta infatti quadri nei quali risaltino con forza particolari di tersa bellezza,
la contemplazione della quale porta lauditore del canto ad un allontanamento
94

CALAME 2005

61

momentaneo dal flusso emotivo che potrebbe risultare eccessivo. Tale distanziamento
porta quindi al necessario rasserenamento che permette da un lato alla consolatio di
seguire il proprio corso, dallaltro di creare le condizioni di lucidit per le quali possa
espletarsi anche lintento educativo sotteso a questi carmi. Certo, nel fr. 96V
limmagine anche funzionale allibridazione dei luoghi in modo da fornire una sorta di
ideale avvicinamento ad Anattoria, come si visto nel relativo capitolo; ma non manca
certo anche lintento appena descritto. Nel fr. 1V, inoltre, sono gli stilemi recuperati
dalla poesia epica a fornire una chiave di lettura a questo fenomeno: la componente
lirica sembra quasi sublimare nelloggettivit delle formule di Omero.
Alla luce di quanto si fino ad ora argomentato, si pu quindi affermare che Saffo ha
designato il modulo del ricordo ad assolvere ad una precisa serie di funzioni, sempre
legate ad una presente situazione sfavorevole: rasserenare coloro che la vivono ed al
contempo indicarne una via di risoluzione. Come si gi accennato, gli eventi che fanno
scattare questo meccanismo sono spesso ascrivibili alle dinamiche interne al probabile
pubblico a cui tali liriche erano designate; per questo Saffo li sceglie e ne fa poesia, per
assolvere, oltre che ad una funzione letteraria e, con tutte le limitazioni del caso,
personale anche ad una funzione sociale. Questo, naturalmente, riporta a quella che la
meglio conosciuta modalit di fruizione della lirica arcaica maschile: allinterno del
simposio, la performance poetica aveva una funzione non solamente estetica, ma anche
(e forse soprattutto) politica, educativa, etica, atta in qualche modo a rafforzare i legami
interni al gruppo. Non sembra possibile condurre un perfetto parallelismo tra le due
istituzioni, ma comunque non si pu ignorare del tutto questa spiccata somiglianza di
funzioni.
In conclusione, dunque, Saffo sembra in possesso di uno strumento poetico di
straordinaria forza, sia dal punto espressivo che da quello funzionale, che sa utilizzare
per perseguire precise finalit della sua composizione lirica: la capacit di legare
strettamente tra loro, anche in modo particolarmente complesso, passato, presente e
futuro utilizzata con lucidit dalla poetessa di Lesbo per portare consolazione ed
insegnamento.

62

9. Bibliografia
ALONI A.

Il tradimento di Attide, ovvero: come pu una donna essere poeta?, introduzione


a Saffo, Frammenti, Firenze, 1997, IX-LXXXII

BONANNO M. G.

Note a Saffo, Museum Criticum, VIII/IX (1973/74), 111-120

BONELLI G.

Saffo, 2 Diehl = 31 Lobel-Page, LAntiquit Classique, XLVI (1977), 453-494

BURNETT A.

Desire and Memory (Sappho frag. 94), Classical Philology, 74 (1979), 16-27

CALAME C.

Une potique de la mmoire: espace et temps chez Sappho, in Koruphaio


Andri: mlanges offerts Andr Hurst , a cura di Antje Kolde et al., Genve 2005,
53-67

CAMPBELL D. A.

Greek Lyric I; Sappho and Alcaeus, Cambridge 1982

CAREY C.

Sappho Fr. 96 LP, The Classical Quarterly, v. 98 n.2 (1978), 366-371

CASADIO V.

Note a Saffo, Museum Criticum, VIII/IX (1973/74), 121-126

CULLER J.

The pursuit of signs, New York 1981

DE MARTINO F.
VOX O.

Lirica greca. Tomo terzo. Lirica eolica e complementi, Bari 1996

DEGANI E.
BURZACCHINI G.

Lirici Greci. Antologia, Bologna 20052

DI BENEDETTO V.

Il volo di Afrodite in Omero e in Saffo, Quaderni Urbinati di Cultura Classica,


XVI (1973), 121-123
Introduzione a Saffo; Poesie, Milano 1987, 5-78

EDMONDS J. M.

Lyra Greca 1, Londra 1928

FERRARI F.

Saffo: nevrosi e poesia, Studi Italiani di Cultura Classica, vol. XIX fasc. I
(2001), 3-31
Una mitra per Kleis: Saffo ed il suo pubblico, Pisa 2007

GENTILI B.

La veneranda Saffo, Quaderni Urbinati di Cultura Classica, 2 (1966), 37-62

GERBER D. E.

A companion to the Greek Lyric Poets, Leiden 1997, 156-186

GREENE E.

Apostrophe and Womens Erotics in the Poetry of Sappho, Transactions of the


American Philological Association, 124 (1994), 41-56

KONIARIS G. L.

On Sappho, Fr. 16 (L-P), Hermes, 95 (1967), 257-268


On Sappho, Fr. 31 (L-P), Philologus, 112 (1968), 173-186

LATACZ J.

Realitt und Imagination: Eine neue Lyric-Theorie und Sapphos fainetai moi
kenos-lied, Museum Helveticum, XLII (1985), 67-94

MARTYN J. R. C.

Sappho and Aphrodite, Euphrosyne, XVIII (1990), 201-212

MARZULLO B.

Arignota lamica di Saffo, Maia, V (1952), 85-92

MERKELBACH R.

Sappho und ihr Kreis, Philologus, 101 (1957), 1-29

PAGE D.

Sappho and Alcaeus, Oxford 1955

63

PERNIGOTTI C.

Tempi del canto e pluralit di prospettiva in Saffo fr. 44V, Zeitschrift fr


Papirologie und Epigraphik, 135 (2001), 11-20

PRIVITERA G. A.

Su una nuova interpretazione di Saffo Fr. 16LP, Quaderni Urbinati di Cultura


Classica, 4 (1967), 182-187

ROBBINS E.

Whos dying in Sappho fr. 94?, Phoenix, XLIV: 1 (1990), 111-121

SAAKE H.

Zur Kunst Sapphos, Panderborn 1971

SCHADEWALDT W.

Sappho, Welt und Dichtung, Dasein in der Liebe, Postdam 1950, 113-119

SCHUBART W.

Neue Bruchstcke des Sappho und des Alkaios, Berlino 1902

SEGAL C.

Eros and incantation: Sappho and oral poetry, Arethusa, vol. 7 n. 2 (1974), 139160

SINOS D. S.

Sappho, Fr. 31LP: structure and context, Aevum, 1 (1982), 25-32

STANLEY K.

The role of Aphrodite in Sappho Fr.1, Greek Roman and Byzantine Studies, v.
17 n.4 (1976), 305-321

SVEMBRO J.

La stratgie de lamour. Modle de la guerre et thorie de lamour dans la posie


de Sappho, Quaderni di Storia, 19 (1984), 57-79

TURYN A.

Studia Sapphica, Eus. Suppl., 1929, 59-65

VOGLIANO A.

Saffo, una nuova ode della poetessa, Milano 1941

VOIGT E. M.

Sappho et Alcaeus: Fragmenta, edidit Eva-Maria Voigt, Amsterdam 1971

WILAMOWITZMOELLENDORFF
U.

Sappho und Simonides, Berlino 1913

64

10. Indice
1.

Introduzione

2.

Frammento 94V
1.
2.
3.
4.
5.

3.

Il problema di teqna@khn dado@lwv qe@lw


Per lassegnazione a Saffo
Per lassegnazione ad Atthis
Il tempo del desiderio di morire
Il senso del tempo e della memoria

Frammento 96V
1. Un chiasmo spazio-temporale
2. Tra similitudine e descrizione: il dove ed il quando dei vv. 7-14
3. Il gioco della memoria e della ricreazione

4.

Frammento 98V
1.
2.
3.
4.

5.

Frammento 1V
1.
2.
3.
4.

6.

Un passato pi volte ripetuto


Il senso del ricordo
Il senso dellimmagine
Dalla ciclicit del racconto alla ciclicit della vita e del mito

Frammento 16V
1.
2.
3.
4.

7.

Smontaggio e rimontaggio del flusso temporale


Dallaporia dazione alla rievocazione del passato
La presenza della politica
Tra Sardi e Siracusa

Ambiguit di un mito: premesse necessarie


Il tempo del mito e il tempo del ricordo
La consolazione del paradigma
Una precisazione

Frammento 31V
1. Una conflazione di piani temporali
2. Un racconto per consolare ed insegnare?

5
6
6
8
11
13
16
21
22
23
28
32
32
34
36
38
40
40
42
44
46
48
48
50
52
53
54
54
56

8.

Conclusioni

59

9.

Bibliografia

63

Indice

65

10.

65

Potrebbero piacerti anche