Considerazioni inattuali, rv
1876
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sta, in un momento cos decisivo della sua esistenza, il lungo omaggio che
gli uscito dalla penna? Cos il saggio esce per le stampe nellestate del
1876, poco prima che s inauguri il primo festival bayreuthiano-wagneriano
della storia. Quelle pagine sono il pi sviscerato omaggio che Nietzsche ab
bia mai reso allamico di Tribschen. M a sono anche il drammatico punto
finale di un sodalizio e di u n ammirazione che d ora in p oi prender tutt altra e opposta strada.
Wagner e Cosima sono entusiasti di Richard Wagner a Bayreuth e lo co
municano allautore in note calorosissime. M a Nietzsche rimasto disgu
stato dallambiente bayreuthiano, tanto che fuggito dalla citt bavarese
prima che terminasse il festival. Da allora il suo distacco da Wagner e dal
wagnerismo continuo e procede anche rapido, man mano che l evolversi
della sua filosofia (rifiuto della dcadence, lotta al cristianesimo, scoperta
dei lati per lui artisticamente negativi della proposta wagneriana, diffiden
za crescente della nuova Germania che comincia a delirare per Wagner) lo
porta su posizioni dove anche solo una benevola neutralit verso l ex ami
co del tutto esclusa, almeno per un carattere radicale come il suo. Nel gi
ro di poco tempo, quel Wagner che nello scritto per Bayreuth era un genio
quasi divinizzato diventa un pericolo pubblico, un demone maligno, una
malattia da cui urgente guarire e fa r guarire gli altri se non si vuole affret
tare la rovina gi imminente dellEuropa culturale. Per trovargli un antido
to nel suo stesso campo (il teatro musicale) Nietzsche pur non preten
dendo di essere preso troppo sul serio, almeno dalle persone accorte
quasi s inventa, se cos posso dire, un entusiasmo per la Carmen di Bizet
che ha quasi le caratteristiche della ripicca offensiva.
Ci si mise anche, nel 1882, un offesa mortale di cui Nietzsche viene
tardivamente a conoscenza e che risaliva al 1877, quando Wagner, preoc
cupato della pessima salute del suo ex amico e dei suoi occhi ridotti quasi
alla cecit, si era rivolto per notizie riservate al dottor Eiser, medico di
Nietzsche, ipotizzando che tali disturbi nascessero da pratiche sessuali soli
tarie (e forse qualcuno, informandone anni dopo lo stesso Nietzsche, anzi
ch di onanismo parl di pederastia). Certo il filosofo f u gravemente ferito
da tale interpretazione, ma pare che la vera offesa mortale fo sse venuta
pi tardi, cio nel 1882, al tempo del Parsifal, quando Wagner, anzich di
ventar pagano, cosa che, secondo Nietzsche, era assolutamente indispensa
bile per un intellettuale di cos vasto ascolto, si era reso colpevole di un ri
torno strisciante al Cristianesimo, cosa che il dittatoriale Nietzsche consi
derava un insulto personale. Finalmente, quando ormai Nietzsche sta
scrivendo o ha gi pubblicato opere in cui la sua nuova filosofia del mar
tello appare inequivocabile fUmano, troppo umano. Aurora, La gaia
scienza. Cos parl Zarathustra^ Wagner muore a Venezia il 13 febbraio
1883. Il commento di Nietzsche, che in quei giorni si trovava a Genova,
di un egocentrismo impressionante: La morte di Wagner, scrive allami
co Peter Gast, credo sia stata il maggior sollievo che potesse toccarmi in
questo momento. Per anche vero che, per lo shock subito, resta per
qualche giorno a letto.
Ormai Nietzsche viene maturando e scrivendo quelle cose obbrobriose
che, anni prima, sentiva nascere dentro di s, che considerava necessarie e
di cui sapeva che sarebbero state dinamite per il mondo, p u r chiedendosi
se, al mondo stesso, ne sarebbe derivato un guadagno o una catastrofe.
Ormai i valori trasvalutati della sua filosofia (mai sistematica, ma tutta
lampi d intuizioni, fram m enti splendidi di acutezza mentale, fecondissimi
paradossi, invettive e offese di lancinante cattiveria mescolate ad attimi di
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struggente tenerezza) sono quasi tutti venuti alla luce o in via di form ula
zione. M olti di essi sono diventati slogan e come tali sono stati esaltati o ri
gettati da molti, con massicce incomprensioni, dovute anche alle manipo
lazioni o agli occultamnti dei suoi manoscritti, di cui in gran parte re
sponsabile la vestale del suo Archivio di Weimar, la sorella Elisabeth Fr
ster-Nietzsche. Basta citarne alcuni per sentirsi vantare in volto una filo
sofia o una temperie intellettuale e sentimentale particolarissima, che
eserciter u n enorme influenza, benefica o maligna, su tutta la cultura
mondiale: la morte di Dio, la volont di potenza, il superuomo (o Voltre
uomo), l eterno ritorno dellidentico. (Forse pericoloso cercar Nietzsche
sempre e soltanto sotto queste vistose tettoie, quando il meglio di lui sono
le intuizioni abbacinanti o crepuscolari che incontriamo, a migliaia, in ogni
piega dei suoi scritti.)
Ormai, avviato su un sentiero di cresta ancora imbattuto e dove neanche
gli amici pi fedeli riescono a seguirlo (anche gli editori, a questo punto,
sono restii a pubblicarlo), Nietzsche opta per la solitudine eroica ma che
p u anche apparire maniacale, egolatrica e rompe con quasi tutti i suoi
compagni di strada o, pur mantenendo ancora rapporti formali, esterna al
le spalle di amici e sodali giudizi corrosivi che sono peggio di una rottura:
il caso di Lou Andreas Salom, di Rohde, di Re, di Lanzky, dello stesso
intimissimo Gast (un musicista che tra poco Nietzsche avr il fegato di con
trapporre allo stesso Wagner!).
Con questultimo la rottura gi avvenuta, e da tempo. Anzi, molto del
suo rifiuto gi emerso pubblicamente in vari scritti di Nietzsche posteriori
al 1876. M a ora l ex propagandista wagneriano sente il dovere morale,
per il bene del mondo disorientato e drogato, di mettere nero su bianco
che cosa sia di rovinoso quel musicista e ideologo che alcuni anni prima
egli non s stancava di raccomandare come la salvezza universale. E nasce,
nei febbrili mesi del 1888, a Torino, una citt che Nietzsche ha trovato con
fo rm e ai suoi gusti e ai suoi bisogni, Der Fall Wagner (Il caso Wagner),
che esce per le stampe in quello stesso anno.
Poich ritengo che questo nostro libro andr nelle mani soprattutto di
lettori con una buona preparazione di base e con specifici interessi filosofico-musicali, sarei tentato di lasciare il lettore tutto solo coi tre testi qui
contenuti, fiducioso che ne sappia trarre stimoli e lumi almeno per il suo
uso personale. (Del resto Nietzsche un pensatore che non solo non perde
ma anzi acquista se lo si legge per uso personale, cio con un approccio
soggettivo, per attrazioni e idiosincrasie, persino capriccioso e arbitrario.
Una lettura altamente sconsigliabile se praticata su Platone, su san Tom
maso d'Aquino o su Kant.)
Tuttavia non sar inutile qualche minimo cenno su taluni aspetti e conte
nuti dei saggi qui raccolti, uguali per tematica ma cos divergenti per tono e
idee. Il lettore che sappia gi a quali rive approder la valutazione wagne
riana di Nietzsche quasi fatalmente legger Richard Wagner a Bayreuth
con occhio maligno, come l esaltazione entusiastica di un tifoso che di l
a pochi anni diverr un detrattore feroce. Sconsiglierei di mettersi troppo
su questa strada, e perch ingenerosa (chi di noi non ha cambiato giudizio,
anche radicalmente, su un fenom eno o un personaggio?), e perch pu fa r
ci sfuggire o giudicare in modo errato molte cose anche assai pregevoli che
in questo scritto si trovano.
Certo, nessun critico che non sia prevenuto pu collocare questo saggio
tra le opere maggiori e migliori di Nietzsche. Del resto, come abbiamo gi
accennato, non ne era molto contento nemmeno l autore. M a anche tra
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1.
Perch un avvenimento abbia grandezza, debbono concorrervi due cose:
il grande animo di coloro che lo producono, e il grande animo di coloro
che lo vivono. Di per s nessun avvenimento ha grandezza, neanche quan
do scompaiono intere costellazioni, popoli periscono, vengono fondati
grandi Stati, e condotte guerre con forze e perdite enormi: il soffio della
storia spazza via molti fatti del genere come fiocchi di neve. Accade anche,
per, che un grande uomo sferri un colpo che si smorzi senza effetto con
tro una dura roccia: una breve, acuta risonanza, e tutto finisce. La storia
non ha da riferire quasi nulla neanche di questi avvenimenti per cos dire
soffocati. Cos, chiunque veda approssimarsi un avvenimento, colto dal
dubbio segreto se coloro che lo vivranno ne saranno degni. Su questa corri
spondenza di azione e ricettivit si conta e ad essa si mira sempre, quando
si agisce, nelle pi piccole come nelle pi grandi cose; e colui che vuole da
re deve veder di trovare destinatari che rendano giustizia al senso del suo
dono. Appunto per questo anche la singola azione persino di un uomo
grande non ha grandezza, se essa breve, monca e sterile, giacch nelli
stante in cui egli la compiva, doveva comunque mancargli la convinzione
profonda che essa fosse necessaria proprio in quel momento: non aveva
preso la mira con sufficiente perspicacia, non aveva individuato e scelto il
momento con la dovuta precisione: si era fatto dominare dal caso, mentre
Tesser grandi e lavere il senso della necessit sono cose strettamente colle
gate.
Pertanto, la preoccupazione e il dubbio se ci che avviene ora a Bay
reuth avvenga al momento giusto e sia necessario, li lasciamo volentieri a
coloro i quali dubitano che Wagner abbia il senso di quel che necessario.
Noi, pi fiduciosi, a questo dobbiamo guardare, che egli crede tanto alla
grandezza della sua azione quanto al grande animo di coloro che dovranno
conoscerla. Di questo debbono andare orgogliosi tutti coloro nei quali ri
posta questa fiducia, pochi o molti che siano infatti, che non siano tutti,
che questa fiducia non sia riposta nellintera epoca, e nemmeno in tutto il
popolo tedesco cos come esso oggi si manifesta, ce lha detto lui stesso, in
quel discorso inaugurale del 22 maggio 1872, e tra noi non c alcuno che a
questo proposito possa obiettargli qualcosa di confortante. Solo voi ave
vo disse egli allora, gli amici della mia arte singolare, della mia pi
peculiare attivit e creativit, ai quali rivolgermi coi miei progetti come a
persone partecipi: solo a voi potevo chiedere aiuto per la mia opera, per
poter presentare questopera, pura e non snaturata, a coloro che mostrava
no seria propensione per la mia arte, anche se finora essa pot venir loro
presentata solo impura e deformata.
A Bayreuth vai la pena di guardare anche lo spettatore, non c dubbio.
Uno spirito saggio e contemplativo, che trascorresse da un secolo allaltro
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misura; invece quei rari che, come Goethe e Wagner, giungono allingenui
t, la possiedono comunque pi nellet adulta che da bambini e da giova
ni. Soprattutto lartista, nel quale innata in particolare misura la forza
imitativa, sar inevitabilmente assalito, come da una violenta malattia in
fantile, dalla svigorita poliedricit della vita moderna; da fanciullo e da
giovane egli somiglier pi a un vecchio che al suo vero se stesso. Larche
tipo mirabilmente calzante del giovane, il Sigfrido dt\Y Anello del Nibelungo, poteva crearlo solo un uomo, e un uomo che avesse trovato solo tardi
la sua giovinezza. Tardi come la sua giovinezza giunse per Wagner let
adulta, sicch almeno in questo egli lopposto di una natura precoce.
Al sopraggiungere della sua virilit spirituale e morale, comincia anche il
dramma della sua vita. E adesso il quadro com mutato! La sua natura
appare terribilmente semplificata, lacerata in due impulsi o sfere. Ribollo
no nel profondo le rapide di una volont irruente, che vuol per cos dire
giungere in superficie per ogni via, per ogni cavit e gola, e aspira alla po
tenza. Solo una forza totalmente libera e pura poteva additare a questa vo
lont una via verso la bont e la carit; alleata a uno spirito angusto, una
volont siffatta, con la sua illimitata e tirannica brama, sarebbe potuta di
ventare una sciagura; e comunque bisognava trovar presto un passaggio
verso laperto, e che finalmente giungessero anche aria limpida e sole. Uno
sforzo possente, al quale sia dato di guardare continuamente al suo insuc
cesso, rende cattivi; linsufficienza pu a volte risiedere nelle circostanze,
nellirrevocabilit del destino, e non nella mancanza di forza; ma colui che
non pu rinunciare allo sforzo nonostante questa insufficienza, si sente per
cos dire non allaltezza del suo giuramento, e quindi irritabile e ingiusto.
Forse cercher negli altri le cause del suo fallimento, e potr addirittura
con odio appassionato trattare tutti da colpevoli; forse anche proceder ca
parbiamente per vie secondarie e nascoste, oppure ricorrer alla violenza;
cos accade che, sulla via del meglio, anche nature buone si imbarbarisca
no. Persino tra coloro che perseguivano soltanto la propria edificazione
morale, gli eremiti e i monaci, si trovano uomini imbarbariti e compietamente malati, svuotati e divorati dallinsuccesso. Ci fu uno spirito amore
vole, che persuadeva in modo indicibilmente soave con la bont e la dol
cezza, che odiava la violenza e lautodistruzione e non voleva vedere nessu
no in catene: costui parl a Wagner. Si pos accanto a lui e lo avvolse con
solatore nelle sue ali, mostrandogli la via. Noi gettiamo uno sguardo nel
laltra sfera wagneriana: ma come descriverla?
Le figure che un artista crea non sono lui stesso; m a la serie di figure a
cui egli evidentemente legato con intimo amore, dice tuttavia qualcosa
dellartista stesso. Ora si ponga mente a Rienzi, allOlandese volante e a
Senta, a Tannhauser ed Elisabetta, a Lohengrin ed Elsa, a Tristano e Marke, ad Hans Sachs, W othan e Brunilde: scorre in tutti e li collega un fiume
sotterraneo di nobilitazione ed elevazione morale, che fluisce sempre pi
chiaro e puro e qui ci troviamo, anche se con pudico ritegno, davanti a
un intimo divenire dellanima di Wagner. In quale artista dato scorgere
qualcosa di simile in simile grandezza? I personaggi di Schiller, dai Masna
dieri sino a Wallenstein e a Teli, percorrono unanaloga via di nobilitazio
ne e anchessi rivelano qualcosa del divenire del loro autore, ma in Wagner
la scala ancora pi grande, la via pi lunga. Tutto partecipa a questa
catarsi e la esprime, non soltanto il mito ma anche la musica; nellAnello
del Nibelungo trovo la musica pi morale che io conosca, per esempio
quando Brunilde viene svegliata da Sigfrido; qui egli sinnalza a una tale
altezza e a una tale sacralit di sentimento, che vien fatto di pensare allar-
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dor glaciale delle cime innevate delle Alpi; tanto pura, solitaria, ardua,
lontana dalle basse passioni, avvolta dalla luce dellamore si erge qui la na
tura; nubi e tempeste, anzi persino il sublime, sono sotto di essa. Volgendo
10 sguardo di lass a Tannhauser e allOlandese, sentiamo come luomo
Wagner sia divenuto: come inizi oscuro e inquieto, come cerc tempesto
samente soddisfazione, come aspir alla potenza, allinebriante godimen
to, spesso fuggendo via nauseato, come volle gettar via da s il fardello e
desider dimenticare, negare, rinunciare lintero fiume precipitava ora
in questa, ora in quella valle e penetrava nelle gole pi oscure: nella not
te di questo fermento semisotterraneo apparve, alta sopra di lui, una stella
dal triste splendore, ed egli la chiam, come la riconobbe: fedelt, disinte
ressata fedelt! Perch essa risplendette per lui pi limpida e pura di tutto?
quale segreto racchiude la parola fedelt per lintero suo essere? Giacch
in tutto quel che ha pensato e poetato egli ha impresso limmagine e il pro
blema della fedelt, nelle sue opere c una serie quasi completa di tutte le
possibili specie di fedelt, tra cui le pi meravigliose e raramente immagi
nate: la fedelt di fratello a sorella, di amico a amico, di servitore a padro
ne, di Elisabetta a Tannhauser, di Senta allOlandese, di Elsa a Lohengrin,
di Isotta, Kurwenal e Marke a Tristano, di Brunilde allintimo desiderio di
W othan solo per iniziare la serie. lesperienza originaria pi sua, che
Wagner vive dentro di s e venera come un mistero religioso: questa egli
esprime con la parola fedelt, questa egli non si stanca mai di far risalta
re in cento forme, donandole nella piena della sua gratitudine ci che di
pi magnifico egli possiede e sa quella meravigliosa esperienza e cono
scenza secondo cui luna sfera del suo essere rimase fedele allaltra, serban
do fede per libero, disinteressatissimo amore: la sfera creativa, innocente,
pi luminosa, a quella oscura, indomabile e tirannica.
3.
Nel reciproco comportamento delle due forze profondissime, nella dedi
zione delluna allaltra stava la grande necessit, per la quale soltanto egli
poteva rimanere intero e se stesso: e nel contempo lunica cosa che egli non
avesse in suo potere, che dovesse constatare e accettare, mentre vedeva avvicinarglisi sempre di nuovo la tentazione dellinfedelt e i suoi tremendi
pericoli. Qui scorre unabbondante fonte di dolori per colui che diviene,
lincertezza. Ciascuno dei suoi impulsi tendeva alla dismisura, tutte le qua
lit che allietano lesistenza volevano separarsi e soddisfarsi ciascuna per
s; quanto maggiore era la loro esuberanza, tanto maggiore era il tumulto,
e pi ostile il loro incrociarsi. Inoltre il caso e la vita incitavano a conqui
stare potenza, splendore, ardentissimo piacere, ancor pi spesso Io tor
mentava la spietata necessit di dover vivere; dappertutto cerano catene e
trappole. Com possibile in queste circostanze serbare fedelt, restare in
tegri? Questo dubbio lo sopraffaceva spesso, e si esprimeva al modo in
cui appunto dubita un artista, in forme artistiche: Elisabetta per Tannhau
ser pu soltanto soffrire, pregare e morire, con la sua fedelt salva quei
rincostante ed eccessivo, ma non per questa vita. pericoloso e disperato
11 percorso di vita di ogni vero artista che sia stato destinato a nascere nei
tempi moderni. Egli pu giungere in molti modi alla gloria e al potere,
tranquillit e soddisfazione gli si offrono in molti modi, per sempre nella
forma in cui le conosce luomo moderno, e nella quale esse inevitabilmente
diventeranno esalazioni soffocanti per lartista onesto. Nella tentazione a
ci, e cos pure nel rifiuto di questa tentazione stanno i suoi pericoli, nella
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che con apparente esagerazione noi qui diciamo della riform a wagneriana.
assolutamente impossibile produrre leffetto pi alto e puro delParte tea
trale, senza innovare dappertutto, nel costume e nello Stato, nelleducazio
ne e nei rapporti umani. Amore e giustizia divenuti potenti in un unico
punto, cio qui nella sfera delParte, debbono secondo la legge della loro
intima necessit continuare a propagarsi, n possono tornare alla loro pre
cedente immobilit di crisalidi. Gi per comprendere quanto la posizione
delle nostre arti rispetto alla vita sia un simbolo della degenerazione di que
sta vita, quanto i nostri teatri siano unignominia per chi li costruisce e per
chi li frequenta, bisogna disimparare tutto e riuscire finalmente a vedere il
solito e il banale come qualcosa di assai insolito e complesso. Strano offu
scamento del giudizio, mal dissimulata smania di diletto, di divertimento
ad ogni costo, saccenti considerazioni, boria e istrionismo con la seriosit
delParte da parte degli esecutori, brutale avidit di guadagno da parte degli
impresari, vacuit e leggerezza di una societ che pensa al popolo solo in
quanto esso possa tornarle utile o pericoloso, e frequenta teatri e concerti
senza che al riguardo le vengano mai ricordati dei doveri linsieme di
tutto questo forma latmosfera torpida e rovinosa della nostra odierna si
tuazione artistica: ma se ci si avvezzi, come lo sono le nostre persone di
cultura, ci si illude di aver bisogno di questatmosfera per la propria salute,
e ci si sente male se, per una qualche costrizione, necessario farne tempo
raneamente a meno. In realt si ha un solo mezzo per convincersi rapida
mente di quanto siano volgari, o meglio di quanto stranamente e ridicol
mente volgari siano le nostre istituzioni teatrali: basta metterle a raffronto
con la realt del teatro greco antico! Posto che non sapessimo nulla dei
Greci, forse non si potrebbe venire a capo della nostra situazione, e le obie
zioni che Wagner mosse per primo in grande stile, verrebbero considerate
fantasie di gente che vive nel paese di Utopia. Per come sono gli uomini,
forse si direbbe, unarte come questa basta e conviene loro ed essi non
sono mai stati diversi! Certo che sono stati diversi, e persino oggi esisto
no uomini ai quali le istituzioni che ci sono state sinora non bastano il
fatto di Bayreuth dimostra proprio questo. Qui trovate spettatori preparati
e devoti, la commozione di uomini che sono al culmine della felicit e pro
prio in essa sentono raccolto tutto il loro essere, per ricever forza per un
pi ampio e alto volere; qui trovate la pi fervida abnegazione degli artisti
e lo spettacolo degli spettacoli, il vittorioso creatore di unopera che essa
stessa la quintessenza di una quantit di imprese artistiche vittoriose. Non
sembra quasi opera di magia poter incontrare nel nostro tempo un tale fe
nomeno? Coloro ai quali qui concesso di collaborare e di assistere, non
debbono essere gi trasformati e rinnovati, per trasformare e rinnovare an
che per il futuro, in altri campi della vita? Non si trovato un porto dopo
la deserta vastit del mare, su queste acque non regna una calma diffusa?
Chi, dallatmosfera profonda e solitaria che qui regna, torna alle ben
diverse piattezze e bassezze della vita, non deve continuamente chiedersi,
come Isotta: Come ho potuto sopportarlo? Come potr sopportarlo an
cora?. E se non riesce a tenere egoisticamente per s la propria felicit e la
propria infelicit, d ora innanzi coglier ogni occasione per renderne testi
monianza con lazione. Dove sono coloro che soffrono per le attuali istitu
zioni? egli chieder. Dove sono i nostri naturali alleati, con i quali possia
mo combattere il lussureggiante e oppressivo dilagare della cultura odier
na? Giacch per il momento abbiamo un solo nemico per il momento!
, appunto quelle persone colte per le quali la parola Bayreuth signi
fica una delle loro pi profonde sconfitte esse non hanno collaborato,
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t non si sia cimentata in una gara per la saggezza e non introduca nel mo
do pi saggio lindividuo nella vita e nel sapere. Come potremmo reggere a
questo triplice senso di insufficienza, se gi nella nostra lotta, nelle nostre
aspirazioni e nel nostro soccombere non fossimo in grado di riconoscere
qualcosa di sublime e di importante, e non imparassimo dalla tragedia a
trovar piacere nel ritmo della grande passione e nel sacrificio per essa?
L arte non certo maestra ed educatrice per lagire immediato; lartista
non mai un educatore e un consigliere in tal senso; gli oggetti ai quali
aspirano gli eroi tragici, non sono mai cose senzaltro desiderabili di per s.
Sinch ci sentiamo presi dallincantesimo dellarte, la valutazione delle co
se diversa, come nel sogno: ci che allora consideriamo tanto desiderabi
le, da consentire con leroe tragico quando preferisce morire piuttosto che
rinunciarvi raramente ha uguale valore per la vita reale e merita pari
energia: appunto per questo larte lattivit di colui che si prende un ripo
so. Le lotte che essa presenta sono semplificazioni delle reali lotte della vi
ta; i suoi problemi sono abbreviazioni del conto infinitamente complicato
dellagire e del volere umano. Ma proprio in questo sta la grandezza e lin
dispensabilit dellarte, nel suscitare l'apparenza di un mondo pi sempli
ce, di una pi rapida soluzione dellenigma della vita. Nessuno che soffra
della vita pu fare a meno di questa apparenza, come nessuno pu fare a
meno del sonno. Quanto pi ardua diventa la conoscenza delle leggi della
vita, tanto pi ardentemente desideriamo lapparenza di quella semplifica
zione, fosse solo per pochi istanti, e tanto pi grande diventa la tensione
tra la conoscenza generale delle cose e la facolt spirituale-morale dellindi
viduo. Perch larco non s spezzi: per questo esiste larte.
Lindividuo devesser consacrato a qualcosa di sovrapersonale questo
vuole la tragedia; egli deve disimparare la terribile angoscia che la morte e
il tempo suscitano nellindividuo: perch gi nellattimo pi breve, nel pi
minuscolo atomo della sua vita pu farglisi incontro qualcosa di santo che
ripaghi a usura ogni lotta e ogni sofferenza questo significa avere senti
mento tragico. E se lintera umanit dovr un giorno morire chi potreb
be dubitarne? ad essa assegnato, come compito supremo per tutti i
tempi avvenire, il fine di concrescere ad unit e comunanza, in modo da
andare incontro come un tutto, con sentimento tragico, alla rovina che
lattende; in questo compito supremo racchiusa ogni possibilit di nobili
tazione degli umani; se venisse definitivamente rifiutato, ne risulterebbe il
quadro pi fosco che un amico degli uomini potrebbe concepire. Cos io
sento! Esiste una sola speranza e una sola garanzia per il futuro delle cose
umane: essa che il sentimento tragico non muoia. Dovrebbe risuonare
sulla terra un grido di dolore senza pari, se un giorno gli uomini perdessero
completamente questo sentimento; e d altro canto non esiste piacere pi
inebriante di quello di sapere quel che noi sappiamo che nel mondo ri
nato il pensiero tragico. Perch questo piacere un piacere assolutamente
sovrapersonale e universale, un tripudio dellumanit per la raggiunta ga
ranzia della coesione e del progresso delle cose umane.
5.
Wagner pose la vita presente e il passato sotto il raggio luminoso di una
conoscenza, forte abbastanza da consentir di vedere a straordinaria distan
za: perci egli un semplificatore del mondo; infatti la semplificazione del
mondo consiste sempre in questo, che lo sguardo di colui che conosce ri
diventato signore dellimmane pienezza e disordine di un caos apparente, e
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ginnastica, come alla sua necessaria configurazione nel regno del visibile:
nel cercarla e nel desiderarla essa diventa giudice di tutto il fallace mon
do odierno dellesibizione e dellapparenza. questa la seconda risposta di
Wagner alla domanda, che cosa debba significare la musica in questepo
ca. Aiutatemi, egli grida a tutti coloro che sanno ascoltare, aiutatemi a sco
prire quella cultura che la mia musica, in quanto ritrovato linguaggio del
vero sentimento predice, considerate che ora lanima della musica vuole
plasmarsi un corpo, e che attraverso tutti voi cerca la sua strada per ren
dersi visibile in movimento, azione, istituzione e costume! Ci sono uomini
che comprendono questo grido, e saranno sempre pi numerosi; costoro
comprendono anche per la prima volta che cosa voglia dire fondare lo Sta
to sulla musica, cosa che gli antichi Elleni non soltanto avevano capito,
ma si ponevano anche come esigenza: mentre quegli stessi spiriti sagaci
condanneranno lo Stato odierno cos incondizionatamente come gi ora la
maggior parte degli uomini condanna la Chiesa. La strada per una meta
cos nuova eppure non sempre inaudita, ci porta a riconoscere in che cosa
consista la pi vergognosa manchevolezza della nostra educazione, e il ve
ro motivo per cui essa incapace di farci uscire dalla barbarie: a essa m an
ca lo spirito animatore e plasmatore della musica, mentre le sue esigenze e
le sue istituzioni sono il prodotto di unepoca in cui non era ancor nata
quella musica, nella quale noi qui riponiamo una cos significativa fiducia.
La nostra educazione la struttura pi arretrata del presente, e arretrata
proprio in rapporto allunica forza educativa nuova che gli uomini possie
dano in pi rispetto a quelli dei secoli scorsi o potrebbero possedere, se
al presente non volessero pi continuare a vivere cos sconsideratamente
sotto la sferza dellattimo! Poich sinora non hanno lasciato che albergasse
in loro lo spirito della musica, non hanno neppure ancora presagito la gin
nastica nel senso greco e wagneriano; e questo a sua volta il motivo per
cui i loro artisti figurativi sono condannati a non aver speranza sinch, co
me tuttora accade, vorranno fare a meno della musica come guida verso un
nuovo mondo visivo; cresca pure tutto il talento che si vuole, esso giunger
troppo tardi o troppo presto, e comunque nel momento sbagliato, in quan
to superfluo e inefficace, dato che persino la perfezione e la sublimit
delle epoche precedenti, che sono il modello degli artisti odierni, sono su
perflue e quasi inefficaci, e riescono appena a mettere una pietra sullaltra.
Se essi, con la vista interiore, non scorgono nuove figure davanti a s, ma
sempre soltanto le antiche dietro di s, servono la storia ma non la vita, e
sono morti prima di aver esalato lultimo respiro: ma chi oggi sente dentro
di s vita vera, feconda, ossia presentemente soltanto: musica, potrebbe la
sciarsi sedurre anche un solo istante a pi vaste speranze da unestenuante
ricerca di figure, forme, stili? Egli ormai al di l di ogni vanit del genere;
e pensa tanto poco a trovare miracoli figurativi al di fuori del suo ideale
mondo uditivo, quanto poco si aspetta grandi scrittori dalle nostre lingue
logorate e smorte. Piuttosto che prestare orecchio a vane consolazioni
qualsiasi, sopporta di volgere lo sguardo profondamente insoddisfatto sul
la nostra condizione di moderni: diventi pure pieno di bile e d odio, se il
suo cuore non caldo abbastanza per la compassione! Meglio la cattiveria
e lo scherno, che lasciarsi andare, al modo dei nostri amici dellarte, a
un ingannevole benessere e a un segreto alcolismo! Ma quandanche egli
possa far pi che negare e schernire, quando possa amare, compatire e aiu
tare a costruire, egli dovr innanzitutto negare, per aprire in tal modo la
strada alla sua anima soccorrevole. Perch un giorno la musica predispon-
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6.
Con due soli esempi voglio mostrare quanto si sia invertito il sentimento
nel nostro tempo, e come il tempo non abbia coscienza alcuna di questa in
versione. Una volta si guardavano dallalto in basso, con sincero senso di
superiorit, coloro che trafficavano col denaro, anche se si aveva bisogno
di loro; si ammetteva che ogni societ doveva avere i suoi intestini. Oggi
costoro sono la potenza dominante nellanima dellumanit moderna, co
me la parte pi vorace di essa. Una volta da nulla si metteva pi in guardia
che dal prender troppo sul serio il giorno, listante, e si consigliava il nil
admirari e la cura delle cose eterne: oggi neUanima moderna rimasta una
sola specie di seriet, quella per le notizie recate dai giornali o dal telegra
fo. Sfruttare lattimo e, per ricavarne un vantaggio, giudicarlo quanto pi
in fretta si pu! Quasi si crederebbe che agli uomini attuali sia anche ri
masta una sola virt, quella della presenza di spirito. In verit piuttosto
lonnipresenza in ciascuno di una sudicia insaziabile avidit e di una curio
sit che spia dappertutto. Se oggi in genere sia presente lo spirito rinvia
mo lindagine su questo ai giudici futuri, che un giorno passeranno al va
glio gli uomini moderni. Ma volgare questepoca lo : lo si pu vedere gi
adesso, perch onora quel che nobili epoche precedenti disprezzavano; ma
se si appropriata anche di tutto il tesoro della saggezza e dellarte passate
e incede avvolta in questo ricchissimo fra tutti i mantelli, essa mostra un
inquietante orgoglio per la propria volgarit perch non usa quel mantello
per riscaldarsi, ma soltanto per creare illusioni su se stessa. La necessit di
simulare e di nascondersi le appare pi urgente di quella di non morire assi
derata. Cos, i dotti e i filosofi doggi non utilizzano la saggezza degli In
diani e dei Greci per la propria saggezza e calma interiore: il loro lavoro
deve unicamente servire a procurare al presente uningannevole nomea di
saggezza. Gli studiosi della storia degli animali si sforzano di far passare
linsorgere animalesco di violenza e astuzia e vendetta negli odierni rappor
ti degli Stati e degli uomini tra loro per unineluttabile legge naturale. Gli
storici si industriano con scrupolosa diligenza a dimostrare il principio che
ogni tempo ha un diritto suo, delle condizioni sue, per preparare subito
la linea di difesa per il futuro processo al quale verr sottoposto il nostro
tempo. La dottrina dello Stato, del popolo, delleconomia, del commercio,
del diritto tutto ha oggi questo carattere apologetico preparatorio; sem
bra anzi che quel tanto di spirito che oggi ancora attivo, senzesser consu
mato nel movimento del grande meccanismo del guadagno e del potere,
abbia come unico compito quello di difendere e scusare il presente.
Di fronte a quale accusatore? ci si chiede stupiti. Di fronte alla propria
cattiva coscienza.
E qui improvvisamente diventa chiaro anche il compito dellarte moder
na: ottusit o ebbrezza! Addormentare o stordire! Portare la coscienza al
lignoranza, nellun modo o nellaltro! Aiutare lanima moderna a supera
re il senso di colpa, non aiutarla a ritrovare linnocenza! E questo almeno
per qualche attimo! Difendere luomo da se stesso, portandolo entro se
stesso al dover tacere, al non poter udire! Ai pochi che hanno davvero
percepito, anche una sola volta, questo vergognosissimo compito, questa
terribile umiliazione dellarte, lanima sar diventata e rester piena sino
allorlo di dolore e di piet: ma anche di una nuova, potentissima nostal
gia. Chi volesse liberare larte, ripristinare la sua non profanata sacralit,
dovrebbe innanzitutto aver liberato se stesso dallanima moderna; solo co
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venuta, si lasciasse decifrare una conformit a uno scopo? Ma, dal pi feli
ce dei presentimenti, lecito chiedersi: dovrebbe davvero ci che pi
grande esistere per ci che pi umile, il massimo talento esistere a favore
del minimo, la pi alta virt e santit esistere per amore dei fragili? Doveva
la vera musica risuonare perch gli uomini non la meritavano minimamen
te, ma ne avevano bisogno massimamente? Ci si sprofondi solo una volta
nello sconfinato miracolo di questa possibilit: guardando indietro alla vi
ta di l, essa risplende, per quanto cupa e nebbiosa potesse prima apparire.
7.
Altro non pu succedere: di fronte a una natura come quella di Wagner
losservatore non pu che pensare a se stesso, alla propria pochezza e fra
gilit, e si chieder: e tu? A quale scopo esisti tu? Probabilmente poi
non trova la risposta, e davanti alla propria natura resta in silenzio per
plesso e sconcertato. Allora gli pu bastare aver vissuto questa esperienza;
pu dargli la risposta a questa domanda il fatto che si sente estraneo alla
propria natura.
Perch proprio questo sentimento partecipa della pi possente estrinse
cazione esistenziale di Wagner, del punto centrale della sua forza, di quel
la sua demoniaca capacit di trasferirsi e di autoalienarsi, di trasmettersi
agli altri nella stessa misura in cui fa conoscere a se stesso altre nature, e
che ha la sua grandezza nel dare e ricevere. Assoggettandosi apparente
mente alla prorompente natura di Wagner losservatore ha partecipato
della sua forza e quindi tramite lui diventato in qualche modo potente
contro di lui', e chi esamina se stesso scrupolosamente sa che anche la con
templazione possiede un misterioso antagonismo, quello della contro-osservazione.
Se la sua arte ci fa provare tutto ci che prova unanima errabonda che
partecipa di altre anime e della loro sorte e impara a vedere con molti oc
chi, noi da siffatta estraniazione e lontananza, dopo averlo sperimentato
siamo anche capaci di vedere proprio lui. Allora avvertiamo con assoluta
certezza: in Wagner tutto ci che per il mondo visibile vuole approfon
dirsi e interiorizzarsi diventando udibile e cerca la sua anima perduta; in
Wagner tutto ci che udibile vuole uscire e salire alla luce anche come
fenomeno visivo, vuole, per cos dire, acquistare corporeit.
La sua arte gli fa compiere sempre un doppio percorso, da un mondo
quale rappresentazione uditiva lo trasferisce in un mondo quale spettaco
lo, al primo misteriosamente affine, e viceversa: egli continuamente co
stretto e il contemplante con lui a ritradurre in anima e vita primor
diale questa commozione e a vedere come rappresentazione la tram a pi
nascosta del mondo interiore e a vestirla di un corpo apparente. Tutto ci
costituisce la natura del drammaturgo ditirambico, intendendo questo
concetto in tutta la sua portata, per cui Wagner insieme attore, poeta e
musicista: cos come questo concetto devessere necessariamente desunto
dallunica apparizione perfetta prima di Wagner del drammaturgo diti
rambico, da Eschilo e dai Greci suoi compagni d arte.
Se si tentato di derivare i pi grandiosi sviluppi da inibizioni o lacune
interiori, se per Goethe, ad esempio, poetare stato un modo per manife
stare una m ancata professione di pittore, se per i drammi di Schiller si
pu parlare di trasposizione del modo in cui parla il popolo, se Wagner
stesso cerca di interpretare la promozione della musica da parte dei Tede
schi immaginando, fra laltro, che li abbia indotti a intendere la musica
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con la stessa profonda seriet con la quale i loro riformatori hanno inteso
il cristianesimo il fatto che sono privi di doti vocali naturali per la melo
dia: se volessimo collegare lo sviluppo di Wagner con una inibizione
interiore di questo genere potremmo supporre per lui un originario talento
per lo spettacolo, che ha dovuto negarsi e appagarsi nel modo pi ovvio e
che ha trovato il suo sfogo e la sua salvezza avvicinando tutte le arti a una
grande manifestazione drammatica.
Ma con altrettanta legittimit dovremmo poter dire allora che Wagner
si aperto violentemente laccesso alle altre arti per infine manifestarsi
con una chiarezza centuplicata e guadagnarsi la comprensione, la com
prensione popolare, per la disperazione di dover parlare a musicisti me
diocri o a non-musicisti. Ora, comunque si voglia immaginare lo sviluppo
di questo originario drammaturgo, Wagner nella sua maturit e perfezio
ne un prodotto esente da qualsiasi inibizione e lacuna: lartista vera
mente libero che non pu che pensare contemporaneamente in tutte le ar
ti, il mediatore e conciliatore tra sfere apparentemente separate, il re
stauratore di una unit e totalit del patrimonio dellarte, che non pu es
sere indovinato e scoperto ma unicamente mostrato attraverso lazione.
Ma colui davanti al quale si compie allimprovviso questa azione viene
travolto da essa come dal pi sinistro e affascinante dei prodigi: si trova
ad un tratto di fronte a una forza che abbatte le resistenze della ragione,
anzi che gli fa apparire irrazionale e incomprensibile tutto ci in cui fino a
quel momento vissuto: estranei a noi stessi noi galleggiamo in un miste
rioso elemento di fuoco, non ci capiamo pi, non riconosciamo pi le co
se a noi pi note; non possediamo pi la misura delle cose, tutto ci che
legittimo e immobile comincia a muoversi, ogni cosa risplende di colori
nuovi, ci parla con segni nuovi: bisogna essere Platone per riuscire a
orientarsi, come fa lui, in questo miscuglio di poderosa volutt e timore, e
per dire al drammaturgo: noi vogliamo venerare, come qualcosa di sacro
e prodigioso, un uomo che quando viene nella nostra comunit sia capa
ce, in virt, della sua sapienza, di diventare tutto ci che possibile diven
tare e di imitare tutte le cose, vogliamo versare unguenti sul suo capo, cin
gergli in capo di lana, ma cercare di indurlo ad entrare in unaltra comu
nit.
Pu darsi che Uno che viva nella comunit platonica sappia e debba
raggiungere qualche cosa che trascende la sua stessa natura: noi altri, tutti
noi che non viviamo in essa ma in comunit completamente diverse, desi
deriamo che il mago venga a noi, anche se lo temiamo, proprio perch
la nostra comunit, e la malvagia ragione e potenza che essa incarna, ap
paia un giorno negata.
Uno stato dellumanit, della sua collettivit, dei suoi costumi, del suo
ordine esistenziale, della sua strutturazione, che possa fare a meno del
lartista imitatore forse non del tutto impossibile, ma proprio questo
forse una delle cose che comportano pi rischi; parlarne dovrebbe essere
consentito solo a chi capace prima di generare e sentire il momento pi
alto di tutto ci che si verifica e subito dopo, come Faust, di diventare cie
co: noi stessi infatti non abbiamo diritto a questa cecit, mentre Plato
ne, per esempio, dopo quellunico sguardo che il suo occhio aveva rivolto
allellenico ideale, aveva il diritto di essere cieco verso tutto lellenico reale -
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natura, dire che lha vista nella sua nudit, per cui essa vuole pudicamente
rifugiarsi nei propri contrasti. Ci che prima era invisibile, interiore, tro
va ricetto nella sfera del visibile e diventa manifestazione, apparizione; ci
che prima era visibile trova rifugio nel cupo mare della musica: cos la na
tura, desiderosa di nascondersi, rivela l essenza dei propri contrasti.
Loriginario drammaturgo parla di ci che adesso avviene in lui, di ci
che avviene nella natura, in una irruenta danza ritmica, impetuosa ma
fluttuante, con gesti estatici: il ditirambo dei suoi movimenti sia rabbri
vidente comprensione sia amorosa vicinanza, voluttuosa autoalienazione.
La parola segue inebriata il linguaggio di questo ritmo; accoppiata alla
parola risuona la melodia; e la melodia a sua volta sprigiona scintille nel
regno delle immagini e dei concetti. Un fenomeno onirico, simile-dissimile
allimmagine della natura e del suo innamorato, si avvicina, si condensa
in figura umana, si espande nel susseguirsi di uneroico-spavalda volont
totale, di un voluttuoso declino di una non-volont: cos nasce la trage
dia, cos diventa alla vita la sua splendida sapienza, la sapienza del pensie
ro tragico, cos infine si risveglia il mago pi benefico che esista, il dram
maturgo ditirambico.
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delle arti, era diventato egli stesso la mostruosa fiaba occultata piena dei
suoni e segnali pi toccanti, uno sprovveduto interrogante vittima di un
incantesimo e necessitante di qualcosa che lo liberasse da esso.
Qui lartista avvert con tu tta chiarezza lordine, a lui solo impartito, di
introdurlo nuovamente il mito nel mondo delluomo, e di liberare la musi
ca dallincantesimo che la rendeva muta, di farla parlare: d un tratto sent
la sua forza di drammaturgo liberata dalle catene, il suo dominio pog
giante su un regno intermedio fra mito e musica ancora da scoprire. Pre
sent agli uomini la sua nuova opera darte nella quale mise tutto ci che
di pi poderoso, efficace, beatificante era capace, e insieme formul un
grosso interrogativo dolorosamente incisivo: Dove siete voi che soffrite e
patite come? Dov la moltitudine, il popolo di cui sento il bisogno? Vi
voglio rivelare che avrete, in comune con me, la mia stessa felicit, la mia
stessa consolazione: la vostra gioia mi riveler la vostra sofferenza! Col
Tannhuser e col Lohengrin si guard intorno cos alla ricerca dei suoi si
mili; il solitario aveva sete della moltitudine.
Ma cosa accadde? Nessuno gli rispose, Nessuno aveva capito la doman
da. Non che avessero taciuto, al contrario gli fu risposto a mille domande
che non aveva posto, si lev tutto un cinguettare di chiacchiere sulle nuo
ve opere d arte, quasi fossero state create apposta per essere massacrate a
parole. Scoppi fra i Tedeschi, come una febbre, tutta la compiaciuta vel
leit dei cialtroni che scrivono e parlano di estetica, le opere d arte e la
persona dellartista vennero misurate e manipolate con quella mancanza
di pudore che propria dei doti tedeschi non meno che di quelli che scri
vono sui giornali.
Wagner cerc di chiarire il significato del quesito da lui posto per mez
zo di scritti: nuova confusione, nuove chiacchiere un musicista che
scrive e pensa era per quei tempi inimmaginabile; perci si grid: un teo
rico che vuol trasformare larte secondo concetti astrusi, lapidatelo!
Wagner rimase frastornato; la sua domanda non era stata capita, il suo
bisogno e la sua sofferenza non erano sentiti, la sua opera d arte era una
sorta di discorso rivolto a sordi e ciechi, il suo popolo era linvenzione di
una mente vaneggiante. Wagner vacill, ebbe un tentennamento. Davanti
ai suoi occhi emerge la possibilit di un totale rovesciamento di tutte le
cose, questa possibilit non gli fa pi paura: forse al di l del sovverti
mento e della devastazione pu nascere una nuova speranza, o forse no
e comunque il nulla preferibile a una cosa rivoltante. In breve, era un
esule in patria e soffriva.
Ed ecco che proprio con questa tremenda svolta nel suo destino, ester
no ed interno, ha inizio nella vita del Nostro il capitolo che la luce della
pi alta maestria illumina con lo splendore delloro liquido! Solo adesso il
genio del drammaturgo ditirambico si spoglia dellultimo involucro!
isolato, solitario; il tempo per lui non conta pi, non spera pi: il suo oc
chio si dirige ancora una volta allinterno e raggiunge il fondo: qui vede il
dolore nella natura delle cose e da questo momento, diventato come im
personale, si accolla in silenzio la sua parte di dolore. Il desiderio della
massima potenza, il patrimonio ereditato da stati precedenti si trasfondo
no totalmente nella creazione artistica; attraverso la sua arte egli parla an
cora solo a se stesso, non pi a un pubblico o popolo, e lotta per renderla
pi chiara possibile e in grado di sostenere un dialogo cos poderoso.
Nellopera darte del periodo precedente le cose stavano in un altro mo
do ancora: anche in essa aveva m irato, bench con tocco pi leggero, al
leffetto immediato: quellopera darte era una richiesta, voleva provocare
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una risposta; quante volte non si era sforzato di farsi capire da quelli cui
rivolgeva le sue domande per cui li aveva aiutati a superare limbarazzo
dovuto al fatto che non erano abituati ad essere interrogati usando forze e
mezzi di espressione di unarte precedente; quando temeva di non riuscire
a convincere e a farsi capire col suo linguaggio estremamente personale
aveva cercato di chiarire la sua domanda usando un linguaggio a lui se
miestraneo, ma pi noto ai suoi ascoltatori.
Adesso pi nulla avrebbe potuto indurlo a comportarsi allo stesso mo
do, adesso voleva una cosa sola: capire se stesso, riflettere sulla natura del
mondo, filosofare facendo musica; quanto resta in lui delle sue intenzioni
frutto delle ultime constatazioni. Chi degno di sapere cosa avvenne in
lui allora, su che cosa soleva dialogare con se stesso nella pi sacra oscuri
t della sua anima non sono molti : oda, guardi e viva il Tristano e
Isotta, il vero opus metaphysicum di tutta larte, unopera sulla quale
posato il debole sguardo di un morente col suo dolcissimo insaziabile
struggente desiderio dei segreti della notte e della morte, lontano dalla vi
ta, che nella cruda spettrale luce del mattino appare come il nulla, lingan
nevole, il separante: un dramma dalla forma aspramente severa, che tra
volge nella sua nuda semplice grandezza e proprio per questo tanto conge
niale al segreto del quale parla, il segreto della morte nel corpo vivente,
della solitudine nella dualit.
Tuttavia esiste qualcosa di ancora pi grande di questopera: lartista
stesso, che dopo di essa in un breve lasso di tempo ha saputo creare una
immagine universale ricca dei colori pi disparati, i Maestri Cantori di
Norimberga, anzi che in queste due opere si soltanto in qualche modo
riposato e rigenerato per portare a compimento con misurata sollecitudine
la sua tetralogia, la gigantesca costruzione progettata e iniziata prima di
esse, il suo sentire e poetare attraverso 20 anni, la sua opera d arte bayreuthiana, lAnello del Nibelungo!
Chi si sorprende per la vicinanza del Tristano e dei Maestri Cantori non
ha capito la vita e la natura dei Tedeschi veramente grandi su un punto
importante: non sa che solo su questo terreno pu crescere quella serenit
tipicamente e unicamente tedesca di Lutero, Beethoven e Wagner
che gli altri popoli non capiscono affatto e che oggi sembra divenuta
estranea agli stessi Tedeschi quellaurea ben riuscita mescolanza di
semplicit, profondit damore, contemplazione e furbizia che Wagner
mesce come bibita preziosissima a tutti coloro che hanno molto sofferto e
che si rivolgono a lui col sorriso dei risanati. E mentre egli guardava al
mondo cos riconciliato e veniva colto pi di rado dalla rabbia e dal disgu
sto, rinunciando al potere con tristezza e amore pi che non arretrando da
esso inorridito, mentre portava avanti in silenzio, partitura dopo partitu
ra, la sua grande opera, avvenne una cosa che gli fece tendere lorecchio:
vennero gli amici ad annunciargli un movimento sotterraneo di molti ani
mi non era ancora il popolo quello che si muoveva e si annunciava,
ma forse il germe e la prima sorgente di vita di una societ che in un lon
tano futuro sarebbe stata pi perfetta, veramente umana; allinizio solo la
garanzia che la sua grande opera sarebbe finita nelle mani di persone fida
te, capaci di vegliare per i posteri su quella stupenda eredit e degni di cu
stodirla; nellamore degli amici i colori del giorno della sua vita diventaro
no pi luminosi e pi caldi, la sua quanto mai nobile preoccupazione di
riuscire a portare a compimento la sua opera per cos dire prima di sera e
di trovarle una collocazione adeguata fu condivisa dagli amici. E avvenne
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qualcosa che Wagner non pot interpretare che simbolicamente, che come
un segnale positivo.
Gli fece alzare lo sguardo una grande guerra dei Tedeschi, di quegli
stessi Tedeschi che egli sapeva cos profondamente snaturati, cos privi di
quellalto senso della germanit che egli con profonda consapevolezza
aveva cercato e riconosciuto in S stesso e in altri grandi Tedeschi della
storia constat che questi Tedeschi in una situazione mostruosa rivela
vano virt autentiche: prodezza e capacit di discernere, e con intima feli
cit incominci a pensare che egli forse non era lultimo Tedesco e che fi
nalmente la forza, piena di abnegazione ma modesta, dei pochi amici sa
rebbe stata affiancata per tutto il tempo in cui unopera deve sopravvivere
per diventare opera darte del futuro da una forza pi potente.
Forse pens che nel tempo, via via che egli cercava di raggiungere spe
ranze immediate, questa fede non sarebbe riuscita a difendersi dal dub
bio: basta, avvert una poderosa spinta che gli ricord un alto dovere an
cora incompiuto.
Non avrebbe portato a compimento la sua opera se lavesse affidata ai
posteri solo sotto forma di partitura senza parole, doveva mostrare al
pubblico la cosa pi inimmaginabile, pi riservata a lui stesso, il nuovo
stile del suo discorso per la sua rappresentazione, doveva insegnargli me
diante lesempio che nessun altro era in grado di dare e quindi fondare
una tradizione stilistica rappresentata non da segni scritti sulla carta ma
da effetti sulle anime umane. Questo divent per lui limpegno pi serio,
al punto che nel frattempo le altre sue opere, proprio in rapporto allo stile
del discorso, ebbero il destino pi assurdo e pi insopportabile: erano fa
mose, ammirate e venivano m altrattate, e Nessuno sembrava ribellarsi.
Infatti, per strano che possa sembrare: il successo e il potere arri
varono proprio mentre egli rinunciava ogni giorno di pi al successo pres
so i suoi contemporanei e al pensiero della potenza. Per lo meno tutti gli
parlavano del suo trionfo. Bench continuasse a definire con estrema de
cisione quei successi frutto di un malinteso e anzi vergognosi, si era cos
poco abituati a vedere un artista fare una netta distinzione fra i vari tipi di
effetto che non prestarono orecchio nemmeno alle sue pi solenni prote
ste. Da quando si era reso conto del rapporto fra la natura e il successo
del teatro moderno e il carattere delluomo moderno, la sua anima aveva
rotto definitivamente i ponti con quel teatro; il fanatismo estetico e lesal
tazione della folla eccitata non gli interessavano pi; anzi vedere la sua ar
te cadere cos indiscriminatamente nelle fauci spalancate di una noia insa
ziabile e dellavidit di distruzione lo irritava. Comprese quanto piatto e
vuoto fosse in quel teatro ogni effetto, come in quel teatro si trattava in
realt pi di saziare un insaziabile che di nutrire un affamato, da un fatto:
da tutti, anche dagli stessi esecutori la sua arte veniva concepita come
qualsiasi altra musica di scena, conformemente allobbriorioso manuale
dello stile operistico, anzi, grazie ai preparati e validi direttori d orche
stra, sia le sue opere venivano sezionate e spaccate secondo i dettami della
lirica, sia il cantante credeva di ottemperare ad essi solo dopo unaccurata
despiritualizzazione; e quando si voleva fare proprio bene si interpretava
no le indicazioni di Wagner in modo goffo e impacciato, come volendo
rappresentare lassembramento notturno per le strade di Norimberga del
secondo atto dei Maestri Cantori facendo compiere ai ballerini figure arti
ficiose; tuttavia sembrava che agissero in buona fede, senza cattive inten
zioni.
I disperati tentativi di Wagner di rimandare, mediante lazione e lesem
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tutta una serie di grandi spiriti di artisti; perci nasconde la cosa pi dei
primi della serie; la sua arte agisce come la natura, una natura prodotta,
ritrovata; in s non ha nulla dellepideitico che hanno tutti i musicisti pre
cedenti, che talvolta giocano con la loro arte ostentando la propria mae
stria. Lopera darte wagneriana non fa pensare n a ci che in essa inte
ressante o diletta, n a Wagner stesso, n allarte in generale; in essa si av
verte la presenza del solo necessario. Nessuno potr mai contestare la por
tata della severa e costante volont, dellautosuperamento occorsi allarti
sta nel suo divenire, per dare infine, nella maturit, in ogni momento del
la creazione, con gioiosa libert, il necessario: basta constatare come in
alcuni passaggi la sua musica si assoggetta, con crudele decisione, allan
damento del dramma, che inesorabile come il fato, mentre lanima foco
sa di questarte arde dal desiderio di vagare selvaggiamente, senza briglie,
con assoluta libert.
10.
Lartista che dominato da questa forza anche se non lo vuole sotto
mette tutti gli altri artisti. Ma i sottomessi, i suoi amici e i suoi accoliti,
non diventano per lui un pericolo, un ostacolo: mentre le personalit pi
modeste, poich cercano di appoggiarsi agli amici, ne pagano il fio, per
dono la loro libert. bellissimo constatare come Wagner in tutta la sua
vita abbia evitato di creare ogni sorta di partito nonostante in ogni fase
della sua arte si formasse intorno a lui una cerchia di accoliti che sembra
va volessero fermarlo, tenerlo fermo in quella fase. passato attraverso
essi senza lasciarsi vincolare. D altra parte il suo percorso stato troppo
lungo perch un solo artista abbia potuto seguirlo fin dallinizio, ed sta
to cos inconsueto e ripido che al pi fedele fra essi sarebbe mancato il
fiato. In quasi tutte le fasi della vita di Wagner gli amici avrebbero voluto
dogmatizzarlo; e i nemici altrettanto, anche se per altri motivi. Se la pu
rezza del suo talento fosse stata meno limpida anche di un solo grado Wa
gner sarebbe potuto diventare il signore incontrastato delle arti e musiche
moderne gi molto prima cosa che comunque alla fine diventato, ma
in modo molto pi elevato, nel senso che tutto ci che avviene in qualche
campo dellarte si vede posto di fronte al tribunale della sua arte e del suo
carattere artistico.
Ha aggiogato i pi riluttanti: non esiste pi un musicista di talento che
non lo ascolti con lanima e non Io reputi degno di essere ascoltato pi di
lui stesso e dellaltra musica. Quelli che vogliono ad ogni costo significare
Qualcosa lottano addirittura contro questo fascino che li sopraff, si rele
gano caparbiamente fra i vecchi maestri e preferiscono appoggiare la loro
autonomia a Schubert o a Hndel piuttosto che a Wagner. Inutilmente!
Lottando contro la propria cattiva coscienza come artisti diventano pi
piccoli e pi meschini; essendo costretti a tollerare amici e alleati cattivi
rovinano il loro talento; e dopo tutti questi sacrifici capita loro di tendere
lorecchio a Wagner. Questi avversari fanno compassione: perdono se
stessi, nel farlo sbagliano e credono di perdere molto.
Ora, a Wagner importa poco, chiaro, che i musicisti compongano alla
Wagner e in generale che compongano, anzi fa del tutto per distruggere la
nefasta convinzione che a lui si debba associare una scuola di composito
ri. Fin dove arriva la sua influenza immediata sui musicisti cerca di inse
gnar loro larte del grande modo di porgere; gli sembra giunto il momento
nello sviluppo dellarte nel quale molto pi apprezzabile la buona volon
t di diventare valenti maestri della rappresentazione e dellesecuzione che
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non la voglia di creare se stessi ad ogni costo. Perch al livello oggi rag
giunto dallarte questa creazione appiattisce fatalmente gli effetti di ci
che veramente grande in quanto in qualche modo lo moltiplica e attra
verso luso quotidiano logora i mezzi del genio. Perfino il buono in arte
superfluo e nocivo quando frutto di imitazione deHottimo. In Wagner
scopi e mezzi coincidono: per capire queste cose occorre solo onest arti
stica; servirsi dei suoi mezzi per scopi minori totalmente diversi disone
st. Proprio per questo Wagner sollecita invece tutti i talenti a trovare in
sieme a lui le leggi dello stile per lesecuzione drammatica. Una profonda
necessit lo spinge a fondare per la sua arte la tradizione di uno stile gra
zie al quale la sua opera possa sopravvivere e raggiungere quel fu tu ro al
quale il suo creatore la ha predestinata.
Wagner possiede una carica inesauribile nel trasmettere tutto ci che ri
guarda questa fondazione dello stile e quindi la sopravvivenza della sua
arte. Scopo precipuo della sua vita diventato quello di fare della sua
opera un depositum sacro, come direbbe Schopenhauer, e il vero frutto
della sua esistenza, un bene dellumanit per posteri in grado di apprez
zarla meglio. E per questo suo obiettivo porta quella corona di spine dalla
quale un giorno germoglier la corona d alloro: si concentrato sullo
biettivo di mettere al sicuro la sua opera con la stessa determinazione con
cui linsetto nella sua ultima fase si preoccupa di mettere al sicuro le pro
prie uova e il frutto della cova che esso non vedr mai: depone le sue uova
dove sa con certezza che un giorno esse troveranno vita e nutrimento, e
muore soddisfatto.
Questo scopo, cui tende con tutte le sue forze, lo spinge a produrre in
continuazione idee sempre nuove; pi si sente avversato dai suoi contem
poranei la sua stata unepoca caratterizzata dalla massima indisponi
bilit ad ascoltare pi crea cose nuove attingendo alla fonte di una de
moniaca capacit di comunicare. Poco a poco per i suoi avversatori han
no cominciato a cedere e a prestare orecchio ai suoi instancabili tentativi.
Ovunque intrawedesse una piccola o grande occasione per farsi capire si
spiegato con lesempio: ha immesso volta a volta i suoi pensieri nella ma
teria bruta e li ha fatti parlare. Ovunque gli si presentasse unanima appe
na predisposta vi immetteva il suo seme. Fa nascere la speranza l dove il
freddo osservatore si arrende deluso; per avere ragione a dispetto di que
sto osservatore si inganna cento volte; come lo scienziato esegue esperi
menti sul vivo solo finch grazie ad essi pu moltiplicare il patrimonio
delle proprie conoscenze, cos sembra che lartista non riesca pi ad avere
rapporti con luomo del suo tempo grazie al quale non riesce a eternare la
sua arte: non lo ama con la stessa intensit con cui ama questa perpetua
zione, e avverte un solo genere di odio nei propri confronti, lodio che
vuol abbattere i ponti fra lui e quel futuro. Gli allievi che Wagner ha edu
cato, i vari musicisti e attori cui ha detto una parola, ha insegnato con le
sempio un gesto, le piccole e grandi orchestre che ha diretto, le citt che
hanno capito la seriet della sua arte, i prncipi e le donne che, parte timi
damente parte con amore, Io hanno aiutato a realizzare i suoi piani, i vari
Paesi europei cui ha temporaneamente appartenuto come giudice e cattiva
coscienza delle loro arti: tutto poco a poco diventato eco del suo pensie
ro, del suo incessante sforzo per una fecondit a venire; spesso questa eco
gli tornata indietro deformata e confusa, ma alla ultrapotenza del pos
sente suono che ha inviato al mondo centuplicato dovr alla fine corri
spondere una eco ultrapotente; e ben presto non ascoltarlo, fraintenderlo,
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non sar pi possibile. Gi oggi questa eco fa tremare i luoghi d arte degli
uomini moderni; ogni qualvolta lalito del suo spirito arriva in questi giar
dini tutto ci che caduco e inaridito colto da tremore; e ancora pi elo
quente di questo tremore un dubbio che si leva dappertutto: nessuno sa
pi dire dove leffetto Wagner insospettabilmente esploder. assolutamente fuori luogo considerare il buono dellarte scisso da ogni altro feno
meno buono e cattivo. Lo spirito moderno, ovunque nasconde in s dei
pericoli, avverte con locchio della diffidenza anche il pericolo dellarte.
Spacca e seziona ledificio della nostra civilizzazione e non si lascia sfuggi
re niente di marcio, niente di raffazzonato: se scopre muri che hanno resi
stito alle intemperie e fondamenta stabili e solide studia subito il modo
per farne sostegni e tetti protettivi per la propria arte. Vive come un fug
giasco che cerca di salvare non se stesso ma un segreto; come una sventu
rata donna che vuol salvare la vita del bambino che porta in grembo, non
la propria: vive, come Siglinda, per amore.
Infatti essere precari e spaesati in un mondo al quale si deve parlare e
chiedere, che si deve disprezzare ma del quale non si pu fare a meno si
gnifica vivere fra mille tormenti e vergogne, questo il vero tormento
dellartista del futuro che non pu, come il filosofo, andare a caccia della
conoscenza in un angolo buio: perch a garanzia del suo futuro, per getta
re un ponte fra loggi e il domani, ha bisogno quali mediatrici di anime
umane e di istituzioni pubbliche. La sua arte non pu venir caricata sulla
barca delle cose scritte, come quella del filosofo: per essere tram andata
larte ha bisogno di persone che la capiscono, non di note e segni grafici.
Durante lunghi periodi della sua vita Wagner ha temuto di non riuscire a
trovare persone in grado di capire la sua arte, di non poterla illustrare con
lesempio ma di doversi limitare allindicazione scritta, di non poter com
piere lazione invece di mostrarne la pallida luce a coloro che leggono li
bri, cio che non sono artisti.
Come scrittore Wagner mostra lo sforzo cui costretto a sottoporsi un
uomo capace cui sia stata tagliata la mano destra e che tira di scherma,
come pu, con la sinistra: quando scrive soffre, sempre, perch una ne
cessit talvolta inesorabile lo ha privato di quello che per lui lunico mo
do giusto di comunicare, della possibilit di dare un esempio chiaro e illu
minante. I suoi scritti non hanno niente di canonico, di severo: il canone
invece nelle opere. Sono tentativi di capire listinto che lo spinge a com
porre le sue opere, a leggere, per cos dire, negli occhi a se stesso; solo se
riuscito a trasform are il proprio istinto in conoscenza pu sperare che nel
le anime dei suoi lettori avvenga il processo inverso: scrive con questa
prospettiva. Qualora risultasse che stato un tentativo impossibile a Wa
gner sarebbe riservato lo stesso destino che hanno tutti coloro che hanno
meditato sullarte; per rispetto alla maggior parte di questi egli ha il van
taggio di possedere un istinto artistico assolutamente eccezionale. Non co
nosco scritti estetici che abbiano irradiato la stessa luce che irradiano
quelli wagneriani; essi rivelano quel che possibile apprendere della nasci
ta dellopera d arte. Ne testimone Uno dei grandissimi, che attraverso
una lunga serie di anni migliora, libera e rende sempre pi chiara la sua
testimonianza; anche se, come giudice, inciampa, vomita fuoco. Scritti
quali Beethoven, La direzione d orchestra, A ttori e cantanti, Stato e reli
gione, mettono a tacere qualsiasi volont di opposizione e costringono a
quella devota osservazione che si conviene quando si apre uno scrigno
prezioso. Altri, del periodo precedente, fra i quali Opera e dramma, ren
dono irrequieti, mettono in agitazione: il loro ritmo disuguale per cui
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come prosa confondono. In essi la dialettica debole per molti versi, lan
damento a sbalzi del sentimento pi frenato che accelerato; su essi posa,
come unombra, una sorta di ostilit dello scrivente, come se lartista si
vergognasse della dimostrazione concettuale. Pesa sullautore, forse non
del tutto sicuro di s, soprattutto unespressione di autoritaria dignit,
difficile da descrivere, che gli peculiare: ho come limpressione che Wa
gner parli spesso davanti a nemici perch lo stile di questi scrtti uno stile
parlato, non scritto, ed essi risultano pi chiari se li si sente recitare da
vanti a nemici coi quali lautore non vuol avere familiarit per cui si mo
stra ritroso e riservato. Non di rado dalle pieghe di questo sipario inten
zionalmente interposto trapela la trascinante passione del suo sentimento;
allora il periodo artificioso, pesante e zeppo di avverbi scompare ed emer
gono frasi e intere pagine che appartengono alle cose pi belle che la pro
sa tedesca abbia prodotto. Ma anche supponendo che in queste parti dei
suoi scritti egli parli a degli amici e che accanto alla sua sedia non ci sia
pi lo spettro del suo nemico: gli amici e nemici ai quali si rivolge quando
scrive hanno tutti in comune qualcosa che li distingue radicalmente, che li
separa nettamente da quel popolo per il quale egli crea come artista.
Nel raffinam ento e nella sterilit della loro cultura essi sono privi della
semplicit del popolo, sono non-popolari, e Chi vuol essere capito da
essi deve usare come hanno fatto i nostri migliori prosatori e come
fa anche Wagner una lingua che non quella del popolo. Con quale
sforzo facile indovinare. Lo fa arretrando nelloscura cerchia dei dot
ti, ai quali, come creatori, aveva detto addio per sempre, la potenza di
quel sollecito, quasi m aterno istinto al quale sacrifica ogni cosa. Si as
soggetta al linguaggio della cultura e a tutte le leggi della sua comunica
zione bench sia stato il primo a constatare la profonda inadeguatezza
di questa comunicazione.
Distingue la sua arte da tutte le arti dei tempi moderni il fatto che egli
non parla pi il linguaggio della cultura di una casta e non conosce pi
lantinomia fra colti e incolti. Cos facendo si pone in contrasto con tutta
la cultura del rinascimento, che fino allora aveva ammantato gli uomini
nuovi con la sua luce e la sua ombra. Solo per il fatto che larte di Wa
gner ci allontana qua e l dalla stessa riusciamo a cogliere il carattere
omogeneo di questa cultura: ecco allora che Goethe e Leopardi ci appaio
no come gli ultimi rappresentanti dei poeti-filologi italiani e Faust come la
rappresentazione, nella forma delluomo teorico assetato di vita, delle
nigma meno popolare di tutti, che i tempi moderni hanno liquidato; la
stessa lirica goethiana ha seguito la lirica popolare, non lha preceduta, e
il suo poeta sapeva la ragione per la quale a un suo ammiratore aveva
confidato con grande seriet: le mie cose non possono diventare popola
ri; chi lo pensa e lo desidera in errore.
Abbiamo dovuto imparare, e indovinarlo era impossibile, che pu esi
stere unarte tanto calda e solare da essere in grado sia di illuminare coi
suoi raggi i piccoli e i poveri di spirito sia di dissolvere la boria dei sapien
ti. Ma nello spirito di chi ne fa la conoscenza essa non pu non sconvolge
re i concetti di educazione e cultura; costui avr limpressione che gli ab
biano sollevato la tenda che celava un futuro nel quale non esisteranno
sommi beni e somma felicit non comuni ai cuori di tutti. Allora il di
sprezzo oggi riservato alla parola comune finalmente cadr.
Se il presentimento osa spingersi cos lontano, la consapevole constata-
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11.
La ragione, il buon senso, ci preservi dal credere che un giorno lumani
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za, e renderti una necessaria catena di anelli della cultura [...] universa
le (MA 292).
La cultura di M A dunque la cultura della conoscenza, non quella del
l arte; essa la matrice dello spirito libero. Il suo valore non verr sconfes
sato nelle opere seguenti. Anche nei fram m enti ultimi si ribadisce che Dio
niso un dio filosofo ispiratore di unumanit pi alta e pi chiara, fatta
di uomini solitari e lungimiranti. E nella prefazione a M A del 1886 (scritta
l anno dopo la pubblicazione del iv libro di Zarathustra) si dichiara che gli
spiriti liberi non esistono ancora, ma che essi potranno esserci un giorno,
ed anzi che si vedono gi avanzare lentamente, lentamente.
La cultura dello spirito libero. La polemica contro larte ed il genio
Afferm a Nietzsche che i dotti (die Gelehrten) sono pi nobili degli arti
sti, perch nature pi semplici, meno ambiziose, pi sobrie, pi silenzio
se. Per dotti egli qui intende non tanto funzionari (Angestellte) capaci ed
efficienti che sanno servire impersonalmente il sapere dando ad esso incre
mento e sviluppo nei vari rami della scienza, quanto i filosofi per i quali il
crescere del sapere contemporaneamente il crescere della toro persona in
una vvente molteplicit cui l incantesimo della creazione attribuisce una
inconfondibile originalit (eine eigne Lust und einen eignen Geruch: una
propria aria e un proprio odore) (VM 206; WS 171).
L arte e l artista impediscono alluomo di evolvere verso la maturit e la
civilt. L artista, bench dica di lottare per la dignit delluomo, non ri
nuncia al mitico, al fantastico, allincerto, allestremo, al senso del sim
bolico, alla sopravvalutazione della persona, alla credenza nella miracolosit del genio, e cio ad atteggiamenti nettamente contrari allo spirito
scientifico. E poich rimane per tutta la vita allo stadio infantile, cospira
allinvoluzione dellumanit facendola regredire ai primordi della propria
storia. Il poeta, epigono che distoglie gli uomini dal lavorare per migliora
re la loro condizione rivolgendoli a poetare su epoche e civilt morenti o
morte, esercita un influenza negativa anche sullo spirito libero, poich fa
risuonare in lui la corda metafisica (metaphysische Saite) che gli trafigge il
cuore di nostalgia per il trascendente (MA 146, 153).
La critica allartista rivela la componente antiwagneriana con le conside
razioni che Nietzsche dedica al genio in generale e alla musica.
La superstizione circa i poteri speciali del genio suscita in questi il senso
dellirresponsabilit e di diritti eccezionali, cui contribuisce, paradossal
mente, il nostro amor proprio che colloca il genio al di fu o ri dellumanit
per non dover misurarsi con lui e soffrire d invidia. Egli inoltre, bench o f
fra cibi che spesso nessuno vuole, rischia di soffocare molte fo rze e germi
pi deboli e quasi diffondere lo squallore nella natura circostante. Occor
re perci contrastare tenacemente e costantemente il culto del genio col
culto della civilt, per la quale trova giustificazione anche ci che basso,
[...] unilaterale, falso (MA 164, 162, 158; VM 186).
Anche il valore form ativo della musica contestato da Nietzsche. A dif
ferenza della pittura che rende l occhio acuto, calmo e costante dellosser
vatore, la musica rende difficile il pensare chiaramente (reinlich denken),
come ben seppero i Greci che amavano parlare e discutere. E d anche quan
do serena (heitere), essa ha gli effetti negativi del narcotico e tende ad ad
dormentare l uomo (V M 213; WS 154, 167).
Nietzsche tuttavia sostiene che l uomo scientifico rappresenta lo svilup
p o (non la soppressione) delluomo artistico. E perci afferma la possibili
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che chiarisce sul piano storico la genesi e lo sviluppo della coscienza morale
(MA 94; WS 44). Le considerazioni sul carattere storico dei sentimenti mo
rali non impediscono che Nietzsche manifesti le sue preferenze per alcune
virt ed in particolare per quella della benevolenza (das Wohlwollen), pie
namente corrispondente allatteggiamento del Freigeist. Dalla benevolenza
e dalle virt derivate la bonariet, la cordialit, la gentilezza di cuore
irraggia un esercizio costante di umanit e, con essa, uno spirito al
truistico capace di fondare la civilt molto pi potentemente di altre virt
pi celebrate: compassione, misericordia, abnegazione. Il possesso della
benevolenza distingue dal carattere diffidente, invidioso e intollerante,
esponente di un grado arretrato di civilt il carattere ricco di simpatia
(reich an Mitfreude) per i successi e le gioie altrui che , invece, anticipatore di una civilt superiore (MA 49, 614).
Il valore esistenziale della benevolenza verr potenziato in Cos parl
Zarathustra, che esalta la virt del donare (die schenkende Tugend) quale
dimensione fondamentale del superuomo.
L analisi storica dei sentimenti religiosi altrettanto dissacrante di quel
la precedente nei riguardi delle idee tradizionali. Da essa risulta che il pro
blema della religione non quello della verit (che nessuna religione ha mai
espresso, neppure in form a allegorica), ma quello di alleviare la sofferen
za degli uomini non tanto combattendone le cause oggettive, quanto cer
cando di mitigarne gli effetti psicologici; e che il compito fondamentale del
culto , coerentemente, analogo a quello della stregoneria: esorcizzare la
natura a vantaggio delluomo. Il cristianesimo insiste sullindegnit e sul
la colpevolezza delluomo per combattere sia il disprezzo del proprio simile
(io gli assomiglio) sia il disprezzo di me stesso (apparteniamo tutti alla stes
sa specie). Ma, in quanto religione asiatica e barbara (priva del senso greco
della misura), esso mira ad avvilire luomo, accasciandolo sotto il peso del
la colpa, che diventa massima nellascetismo del santo. In questi predomi
na per un altissimo grado di vanit, per cui adora una parte di s come
Dio ma diabolizza l altra parte, ed esercita contro se stesso mediante un
dispregio di s spinto sino alla crudelt dellautoflagellazione una sfida
molto simile a quella volont di dominio che egli vorrebbe invece soppri
mere con l umilt e la mortificazione. (In Genealogia della Morale, h i , il
rapporto tra ascetismo e volont di dominio avr un ulteriore sviluppo.) Si
distinguono tuttava, tra i santi di questa specie, eccezioni dotate di grande
amore e di grande dolcezza verso gli uomini. Fu tale Ges il quale, col rite
nersi immune di ogni peccato perch figlio di Dio, raggiunse quella consa
pevolezza di piena innocenza e irresponsabilit che oggi acquisibile me
diante il sapere. Nietzsche considera per superiore a lui Socrate che non
solo aveva maggiore intelligenza, ma conosceva anche la dimensione gaia
del serio (die frhliche Art des Ernstes) e praticava una saggezza piena di
monelleria (voller Schelmenstreiche) (MA 109, 111, 137, 143, 144; WS 86).
Il rispetto per la figura di Ges sar mantenuto da parte di Nietzsche an
che nella rabbiosa polemica dellAnticristo (1888), rivolta contro il cristia
nesimo corrotto e corruttore.
Luomo nella vita sociale
Nietzsche applica la sua prospettiva critica (e talvolta con accenti aspri)
nellanalisi di aspetti concreti della vita sociale: le et della vita, la gioven
t, la donna, il matrimonio, le maniere, la moda, ecc.
L e et della vita possono essere paragonate alle quattro stagioni dellan
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no ma non nel senso semplicistico corrente. Gli anni prima dei venti costi
tuiscono una specie di lungo Capodanno', dai venti ai trenta sono caldi, fa
stidiosi, burrascosi come lo l estate; dai trenta ai quaranta diventano
primaverili: stimolanti fiduciosi, operosi e lieti-, dai quaranta ai cin
quanta si rendono misteriosi (geheimnisvoll) ma sereni e produttivi (il loro
cielo autunnale e chiaro e senza nubi)-, gli ultimi venti, se non sono resi
sterili dalle malattie, coordinano e armonizzano quanto si realizzato nelle
fasi precedenti. La giovent non costituisce perci la fase creativa della vi
ta. Come avviene per le carbonaie nelle foreste, i giovani divengono capaci
di una effettiva produttivit soltanto dopo avere fiammeggiato ed essere
stati carbonizzati-, prima sono piuttosto fastidiosi, sgradevoli e soprattutto
arroganti. E tuttavia bisogna aver cura e proteggere la giovent, poich
spetta ad essa continuare ci che noi abbiamo iniziato: ogni manomis
sione e distruzione della sua energia dannegger irreparabilmente la no
stra opera (fVS 269, 268; M A 316, 539, 585, 599).
Il giudizio sulla personalit fem minile non in M A cos pessimista come
in opere successive, in cui l esperienza negativa con Lou Salom (risoltasi
nellarco di pochi mesi: l ha conosciuta a Roma nellaprile del 1882 e l ha
incontrata l ultima volta a Lipsia nellottobre del medesimo anno) ha la
sciato una traccia indelebile di amarezza e di risentimento; ma non tutta
via in alcun modo positivo soprattutto nel confronto con l uomo. Se la na
tura mostra nella donna l immagine di ci che essa ha finora realizzato,
egli afferma, nelluomo mostra invece che cosaltro ancora (quali nuovi e
pi alti traguardi) si propone di raggiungere (was sie noch alles mit dem
Menschen vorhat).
Riconosce in lei, rispetto alluomo, maggiore intelligenza, ma questa
fa tta consistere nella perfetta padronanza di s e nella capacit di sfruttare
i vantaggi che le circostanze presentano; ed in particolare nellastuzia per
sottrarsi al lavoro e per accrescere il suo potere sugli uomini mediante l i
dealizzazione dellamore. La donna inoltre incapace di un giudizio obiet
tivo: accetta facilmente le opinioni delle persone che le sono simpatiche e
mette la sua intelligenza a servizio di un odio in cui sa essere tremenda. Il
mistero della sua psicologia, tanto decantato da poeti e letterati, in realt
non esiste, poich essa manca strutturalmente di interiorit (VM 274; M A
411, 415, 419, 405) .
Duro anche il giudizio sul matrimonio, considerato vantaggioso soprat
tutto per la donna.
Nietzsche considera il matrimonio (che in Zarathustra definir sporci
zia dellanima in due) necessario, per il tipo delluomo medio, verso i ven
tanni, ma pericoloso verso i trenta, poich in questa et favorisce l atrofia
intellettuale; vorrebbe per (e la proposta di un harem a scala ridotta appa
re abbastanza curiosa) che esso fosse sostenuto dallausilio di una concubi
na, educata da una moglie abbastanza matura per amare maternamente il
marito. Afferm a il valore politico della paternit (se con essa si adempiono
con seriet obiettivi che sorpassano i bisogni individuali), ma si dichiara,
abbastanza contraddittoriamente, scettico sulle possibilit educative dei
genitori (nos ennemis naturels): i genitori sbagliano nel giudicare i figli
(d altronde non si abituati a riflettere su ci che vicino), l amore mater
no un malinteso perch la madre ama nel figlio se stessa. Pertanto, poi
ch nel matrimonio gli uomini si abbassano di livello mentre le donne si in
nalzano, e la tendenza alla tranquillit f a s che la moglie defraudi lani
ma superiore e l impulso eroico dello spirito libero, il filosofo deve
odiare, con tutte le abitudini e le regole, il duraturo ed il definitivo (alle
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sua fierezza (Stolz) e Usuo valore individuale (MA 475; WS 279, 284, 278,
218, 220, 288).
Rifiuta per il socialismo (malattia del popolo che, per colpa della fa l
sit e deUistrionismo della classe borghese si diffonde tra le masse sempre
di pi, come una rogna del cuore); esso utopico nei suoi princpi, ed ha
in comune col suo avversario, il nazionalismo, la tendenza alla tirannide.
E d contrario alla rivoluzione poich questa scatena energie selvagge ed
eccessi ed orrori di epoche sepolte. Contro di essa fa valere l esigenza edu
cativa di una graduale trasformazione delle idee, la quale rafforzi negli uo
mini il sentimento della giustizia e indebolisca quello della violenza (VM
304; M A 480, 463, 452).
La realizzazione della democrazia, concepita come un regime di autode
terminazione popolare in cui i cittadini possano rendersi artefici della
propria felicit ed infelicit gli appare comunque inevitabile. Essa costi
tuisce un necessario, anche se noioso, antidoto degli appetiti tirannici di
un potere che tiene sottomessi il popolo, da un lato, con l esercito (che sod
disfa l ambizione delle classi superiori e sfrutta la fo rza di quelle inferiori),
dallaltro, con la scuola (la quale sfrutta la semipovert spiritualmente
esigente dei ceti medi), Nietzsche propugna: sul piano politico, una fede
razione europea in cui ogni popolo abbia l autonomia dei cantoni svizzeri;
sul piano sociale, l eliminazione delle grosse fortune mediante un imposta
progressiva sul reddito che impedisca l arricchimento eccessivo e favorisca
la piccola propriet. Manifesta idee piuttosto sconcertanti circa il governo:
alfine di garantire l indipendenza degli interessi personali bisognerebbe
escludere dal suffragio politico i nullatenenti e i ricchi ed impedire l orga
nizzazione dei partiti, riservando il potere decisionale ai competenti pi
specializzati; ed espone idee strabilianti circa la soluzione della questione
operaia. Una civilt superiore dovrebbe disporre di due caste distinte: la
casta del lavoro forzato (der Zwangs-Arbeit), costituita da chi soffre di
meno, e cio dagli uomini meno sensibili (in Aurora 206 designa i Cinesi
per tale tipo di lavoro); e la casta del lavoro libero (der Frei-Arbeit), costi
tuita dagli uomini pi intelligenti, e cio capaci di eseguire compiti superio
ri. A m m ette tuttavia che lo sfruttamento del lavoro f u una sciocchezza (ei
ne Dummheit) in quanto provoc una situazione di pericolo (eine Gefhr
dung) per il futuro dellintera societ (W S 289, 292, 285, 286, 293; VM
318, 320).
Il processo di democratizzazione, inteso nelle incerte, utopistiche ed an
che contraddittorie linee indicate, non viene per concepito da Nietzsche
come fin e a se stesso: costituisce un momento di ponderose misure profi
lattiche contro lasservimento fisico e spirituale delluomo, a vantaggio
di una civilt superiore di cui sar ipotizzato come protagonista, in Zara' thustra, il superuomo (W S 275).
La critica ai sentimenti morali nelle opere successive a MA
A i due volumi di M A seguir Aurora. Pensieri sui pregiudizi morali,
pubblicato nel giugno del 1881. In questopera cade per alcuni aspetti l in
tellettualismo di M A : la filosofa quivi considerata una specie di daltoni
smo che permette al pensatore, anzich di comprendere, di semplificare in
direzione estetica l universo (il filosofo infatti rappresenta il mondo con
minori colori di quelli che esistono effettivamente nella realt; cieco ver
so alcuni colori; in compenso scopre armonie di altri che costituiscono un
arricchimento della natura medesima ivi, 426). M a per altri aspetti di
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