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UNA SPECIE DI TRINCEA

1. Scrivere un pensiero. Cosa vi suscita il racconto? [Riservare e lavorarci alla fine]


2. In piccoli gruppi: Tempo / Spazio / Narratore
3. Bigliettini: associare le parole al racconto (abuso, discriminazione, ecc.)
4. Caratteristiche dei personaggi
5. Lettura e analisi del testo (lessico del lavoro, frasi da riformulare, dal remoto al
presente storico o al passato prossimo, ecc ecc)
6. Perché il titolo?
7. Leggere le frasi del punto 1 e discussione finale.
Abuso

Discriminazione

Sottomissione

Stanchezza

Sopravvivere

Nostalgia

Vittoria

Abuso

Discriminazione

Sottomissione

Stanchezza

Sopravvivere

Nostalgia

Vittoria
“In alto a sinistra” -Erri De Luca-

Il pannello

A) Rispondete oralmente alle seguenti domande:

a. Quando e dove si svolge la vicenda che narra l’autore?


b. Com’è la vita da studente in quegli anni? Com’è il potere che esercitano quelli che sono
gerarchicamente più forti?
c. Com’era la situazione in Argentina in quegli stessi anni?
d. Raccontate lo scherzo degli allievi e le sue conseguenze.
e. Come giudicate i pareri del preside e dell’insegnante?
f. Descrivete il professore di greco. Quali sono gli effetti delle sue parole sugli alunni?
g. Rileggete e spiegate con le vostre parole la fine del racconto.
h. Vita di gruppo: quali aspetti positivi e negativi potreste citare?
i. Avete mai avuto un professore come La Magna? Se sì, che cosa vi ha trasmesso?
j. Raccontate un aneddoto scolastico che ricordate.

B) Scegliete l’opzione giusta:

b. Ognuno / Alcuno / Qualche cercava di rendersi conto delle conseguenze.


c. Fu un po’ di immedesimazione verso quel gesto, anche se ce ne / se ne / ci si vergognavamo.
d. Non additò i colpevoli alla classe che ancora li/ne/ci ignorava i nomi.
e. …invece gliela / se la / ci prendeva con noi…
f. Ci innamorò di Grecia antica perché ci / ne / si era innamorato.
g. Nessuno denunciò ai / gli / agli autori dello svitamento, neppure sotto la nobile causa di salvare
ai / gli / agli altri.
h. Dichiarò che esigeva i colpevoli altrimenti avesse sospeso / sospenderebbe /avrebbe sospeso l’intera
classe.
i. L’unico scampo: rifugiarsi nell’impossibilità di fare nomi di compagni senza esserci / esserne certi.

D) Disse che… Trasformate al discorso indiretto le parole di La Magna:


a. «Non lo farò applicare per quello che potrò.»
b. «Non credo che il vostro silenzio sia omertà.»
c. «Se c’è ancora una lezione che posso permettermi di darvi è quella di insegnarvi a distinguere
nella vostra vita l’omertà e la solidarietà»
d. «Fate questo senza aspettarvi niente in cambio, fatelo solo perché è giusto.»
Il gioco della mosca -Andrea Camilleri-

1- «A Buttana di Sciacca»

A) Date una spiegazione delle seguenti frasi o espressioni:

a. postale e. malmenato h. la guardia si dimise


b. munita di foglio di via f. nessuno si accanì a i. ebbero figli chiari
c. prelevare la donna pestarlo
d. accostarsi g. un filo di voce

B) Rispondete alle seguenti domande:

Cosa sarebbe successo se…


a. il postale non fosse arrivato?
b. Agatino avesse prelevato un’altra donna al posto della puttana di Sciacca?
c. la donna fosse partita come previsto?
d. la donna non fosse piaciuta ad Agatino?
e. il popolo si fosse accorto della presenza della “donnaccia”?
f. la donna avesse continuato a fare la puttana, dopo aver sposato Agatino?
g. fosse tornata a Sciacca, dopo il suo matrimonio?

Cosa avrà raccontato Agatino ai suoi quando ha presentato la ragazza?

C) Cambiate il soggetto delle seguenti frasi, mantenendo il passato remoto:


a. Agatino venne incaricato della faccenda.
(Loro) _____________________________________________________________
b. Pensò bene di accostarsi ad ogni donna che sbarcava.
(Voi) _____________________________________________________________
c. Si avvicinò e le rivolse la parola.
(Noi) _____________________________________________________________
d. Non ebbe cuore di lasciarla.
(Tu) _____________________________________________________________
e. Tre mesi dopo si sposarono.
(Io) _____________________________________________________________
f. I figli crebbero puliti di cuore e di mente.
(Voi) _____________________________________________________________
2- «Accusì, accusì, accusì»

A) Produzione orale:
a. Fate un’attenta descrizione dei personaggi del racconto.
b. Come descrivereste il posto in cui si svolge la scena?
c. Immaginate cosa avrà scritto za’ Pina nella sua lettera alla sorella.
d. Create la telefonata tra za’ Pina e sua sorella dopo la lettera.
e. Come immaginate la vita di zi’ Totò e Za’ Pina al giorno d’oggi e come si sarebbero successi i
fatti?
f. Ricordate qualche frase diventata parte integrante del vostro lessico familiare o fra amici? Qual è
stata la sua origine?

B) Trasformate al passato prossimo:


a. Vennero a trascorrere un’estate in campagna da noi.
_____________________________________________________________
b. Za’ Pina si alzò di scatto, pigliò carta e penna e corse a chiudersi in camera sua.
_____________________________________________________________
c. La frase divenne parte integrante del lessico familiare.
_____________________________________________________________

C) Riformulate la seguente frase:


Due giorni dopo ch’erano arrivati, mentre eravamo riuniti a tavola, za’ Pina domandò al marito lumi
su come scrivere una lettera alla sorella per un’intricata questione di eredità.

_________________________________________________________________________
_________________________________________________________________________

3- «Cu siti?» Ci spiai iu. «Iu sugnu iu» M’arrispunnì iddru

A) Quali dei sottostanti aggettivi usereste per parlare di don Cocò? Quali altri aggiungereste?

a. malvisto e. rammaricato i. servizievole m. codardo


b. pacifico f. detestabile j. ostinato n. socievole
c. bugiardo g. offensivo k. coraggioso
d. gioioso h. comprensivo l. vanitoso

B) Qual è il significato delle sottostanti espressioni? Utilizzatele in un contesto adeguato.


a. Non batter ciglio b. Senza batter ciglio c. In un batter di ciglio
4- «Moviti!»

A) Quali differenze e similitudini linguistico-culturali potreste descrivere tra la gente del Nord
e quella del Sud d’Italia?
B) Esistono delle differenze nel vostro paese tra le diverse regioni?
C) Come avrebbe raccontato Franca il fatto ad una sua amica? Immaginate il dialogo.
D) Sostituite le parti sottolineate:
a. Arrivò a casa nostra una ragazza di Milano che aveva sposato un mio zio.
b. …Cortesemente si alzò per aiutare le donne a sparecchiare.
c. E lei accelerava il suo andare e venire…

5- «U iocu da musca»

A) Durante la vostra infanzia, a che cosa giocavate? Vi divertivate con giochi da poco, come i
ragazzi della storia?
B) Immaginate le storie che raccontavano i giovanotti durante l’attesa. Quali saranno state le
parole di quello che diventò gangster? E di quello che diventò politico?
C) A che cosa vi fanno pensare le seguenti parole, se fate un paragone con la realtà d’oggi:
a. meditazione
b. ingegno
c. ozio
d. vocazione
Sillabari -Goffredo Parise-

Donna

A) Quante volte la protagonista vede “Mefisto”? Motivate le vostre risposte mettendo in


evidenza le sue sensazioni: confusione, attrazione, paura, gelosia, timidezza, ansia, ecc.

Quali altre sensazioni prova lungo il racconto?

B) Cambiamo il titolo del racconto!


Date tre ragioni per argomentarne il cambiamento e alla fine inventate un nuovo titolo.
Lavorate con un compagno e poi esponete le vostre conclusioni alla classe.

C) Leggete le seguenti parole, datene una spiegazione e poi trovate un aggettivo da


abbinare a ogni sostantivo:
mefisto – gli sci – jeep – racchette – scarponi – neve

D) Cercate sul racconto tutti i nomi che formano parte del viso e poi descrivete
dettagliatamente i personaggi.

E) Quali sono le somiglianze e le differenze tra i protagonisti (sport, abbigliamento, età,


professione, famiglia, personalità, aspetto fisico, apparenza, sentimenti, ecc. ecc.)

F) Inserite la preposizione giusta negli spazi vuoti:

a. Durante la notte la donna ripensò _____ strane frasi dette _____ uomo, poi pensò
_____ lui e cercò _____ vedere davanti _____ sé nel buio il suo volto.

b. In quel momento anche l’uomo la vide, smise _____ ridere e la guardò _____
modo forte e indecifrabile, tanto che la donna non seppe staccare gli occhi _____
quelli _____ lui.

c. Udì il marito _____ bagno che si spruzzava _____ profumo e non le piacque né il
soffio _____ spruzzatore, né il profumo, né che il marito si profumasse.

d. La donna si sentiva piena _____ soggezione _____ quella telefonata e si accucciò


_____ sedile.
Racconti romani -Alberto Moravia-

La Ciociara

G) Leggete il seguente frammento tratto dal romanzo “La Ciociara” di Moravia e poi
rispondete:
«Ah, i bei tempi di quando andai sposa e lasciai il mio paese
per venire a Roma. La sapete la canzone: “ Quando la ciociara
si marita / a chi tocca lo spago e a chi la ciocia”.
Ma io diedi tutto a mio marito, spago e ciocia, perché era mio
marito e anche perché mi portava a Roma ed ero contenta di
andarci e non sapevo che proprio a Roma mi aspettava la
disgrazia. Avevo la faccia tonda, gli occhi neri, grandi e fissi, i
capelli neri che mi crescevano fin quasi sugli occhi, stretti in ___________
due trecce fitte fitte simili a corde. Avevo la bocca rossa come
il corallo e quando ridevo mostravo due file di denti bianchi,
regolari e stretti. Ero forte allora e sul cercine, in bilico sulla
testa, ero capace di portare fino a mezzo quintale. Mio padre
e mia madre erano contadini, si sa, però mi avevano fatto un
corredo come ad una signora, trenta di tutto: trenta lenzuoli,
trenta federe, trenta fazzoletti, trenta camicie, trenta mutande.
Tutta roba fine, di lino pesante, filato e tessuto a mano, dalla
mamma stessa, al suo telaio, e alcune lenzuola ci avevano
anche la parte che si vede tutta ricamata con molti ricami ___________
molto belli. Avevo anche i coralli, di quelli che valgono di più,
rosso scuro, la collana di coralli, le buccole d’oro e di coralli,
un anello d’oro con un corallo, e persino una bella spilla
anch’essa d’oro e di coralli. Oltre i coralli ci avevo alcuni
oggetti d’oro, di famiglia, e avevo un medaglione da portare
sul petto, con un cammeo tanto bello, nel quale si vedeva un
pastorello con le sue pecore.
Mio marito aveva un negozietto di alimentari, in Trastevere ___________
(...)
È vero che c’era la guerra, ma io della guerra non sapevo
nulla, siccome non avevo che quella figlia, non me ne
importava nulla. (...) Del resto sapevo poco, perché sebbene
sappia fare i conti e magari mettere la firma su una cartolina
illustrata, a dire la verità non so leggere bene e i giornali li
leggevo soltanto per i delitti della cronaca nera, anzi me li
facevo leggere da Rosetta. (...)
Io sono vedova, ci ho il negozio, e non penso che al ___________
negozio... per me l’amore non esiste. »

a. Quali somiglianze e quali differenze (in tutti gli aspetti possibili) trovate tra questa
ciociara e la Tuda del racconto?.
b. Immaginate un dialogo tra questa ciociara e Tuda una mattina al negozietto. Di che
cosa potrebbero parlare queste due donne?
H) Indicate un termine dal significato più ampio per ognuna delle serie di vocaboli
seguenti:
a. letto – comò – armadio – seggiola – divano __________________
b. pranzo – cena – colazione __________________
c. ciocia – stivale – ciabatta – scarpetta __________________
d. piatto – tazza – insalatiera – coppa __________________
e. panierino – cestino – cestino da lavoro – paniere __________________
f. vestitino a 2 pezzi – maglione – giaccone – completo __________________

I) Spiegate le sottostanti espressioni e fatene un esempio:


a. roba di campagna
b. avere grilli per la testa
c. alla buona
d. a che ti servono
e. non fa per te

J) Completate con CI o NE.


a. Che me _____ faccio di questi libri?
b. Io con un piatto di pasta e fagioli e il pane _____ zappavo tutto il giorno
c. Sì, ma io di zappa _____ ho una sola.
d. Trattandosi di un signore, _____ doveva avere di certo il pollaio in casa.
e. Che te _____ fai di tutti questi libri?
f. Ma _____ ha tanti, lui, di libri.
g. Ha preso un foglio scritto sul mio tavolo, e se _____ è servita per turar_____ i fiaschi
del vino.
h. Una cucina come questa non _____ l’ho mai avuta.
Il crollo della Baliverna -Dino Buzzati-

A) In coppia e oralmente, rispondete alle seguenti domande:

a. Quando accade la vicenda? Qual è il presente dell’enunciazione?


b. Chi è il narratore di questo racconto? Che caratteristiche presenta?
c. Che cos’è la Baliverna? Descrivetela con le vostre parole.
d. Chi viveva nella Baliverna?
e. Chi visitava abitualmente la Baliverna e perché?
f. Di che cosa era appassionato il narratore? Perché questo dettaglio è importante nel
contesto del racconto?
g. Che cosa provoca il fatto tragico? Descrivetelo con le vostre parole.
h. Ci sono vittime fatali? Giustificate la vostra risposta.
i. Che sensazione ha il narratore di fronte al fatto in sé stesso? Quali domande lo
angosciano?
j. Quale ruolo gioca il professor Scavezzi nel visitare il narratore tanto frequentemente?

B) Secondo voi, quali sono i grandi temi che vengono fuori dal racconto? (Intesi o
sottintesi)

C) Vincolate le seguenti parole al racconto e parlatene con un compagno. Giustificate le


vostre risposte.

Responsabilità

PAURA

Colpevolezza Innocenza

D) Redigete il verdetto della giuria.

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E) Completate con i verbi al tempo e modo opportuni:

A casa, quando (loro-sapere) ___________ ciò che io (vedere) __________, non (stupirsi)
__________ che io (essere) _____________ sconvolto; né che per qualche giorno me ne
(stare) _____________ chiuso in camera senza parlare con nessuno e rifiutandomi anche di
leggere i giornali (ne (intravedere) _____________ solo uno, nelle mani di mio fratello
entrato a sentire come (stare) _________; in prima pagina (esserci) ___________ una
fotografia grandissima con una fila di furgoni neri, interminabile).
F) Sostituite le parti sottolineati con un pronome o una particella, facendo le modifiche
necessarie quando necessario.
a. E la vendetta della legge non entra nel buio delle tombe.
b. Tutti certo hanno un vivo ricordo dell’avvenimento spaventoso.
c. Solo col tempo il Comune aveva registrato gli inquilini e aveva sistemato gli
indispensabili servizi.
d. La tinta dei mattoni, le spie infisse nei muri ecc. denotavano la decrepitezza del tetro
edificio.
e. Io stimo il professor Scavezzi un imbecille.
f. Si stende in quel luogo un largo lembo di terreno polveroso.
g. Senza splendore, il sole torpido batteva sul fosco muraglione.
h. Mi venne voglia di provare ad arrampicarmi su per lo sconnesso muro.
i. Io correvo a perdifiato cercando di raggiungere i compagni già lontani.
j. Una figura di ragazza seminuda si sporgeva incuriosita da una delle altre finestrelle.
k. Poi mi rivedo in cammino verso casa, con l’ansia di allontanarmi dal luogo funesto.
l. Io gli faccio degli sconti eccezionali.
m. Oggi è venuto per provarsi un completo di flanella.
n. Lo accompagno alla porta.

G) Scegliete l’opzione giusta.


a. Il commissario ragionier Dogliotti, su chi / su quale / su cui pesava la principale accusa, è
morto tre mesi fa.
b. Come lo si /se lo / glielo potrebbe condannare se aveva preso possesso della carica da
appena cinque giorni?
c. Il Comune era entrato in possesso dello stabile e ve / ci / ne aveva messo una certa
disciplina.
d. Accompagnavo spesso a mio / al mio / mio cognato Giuseppe nei pomeriggi di sabato o
domenica.
e. L’entomologo aveva portato alle loro / a sue /le sue figlie e un collega d’università.
f. Quel giorno di ragazzi non ce n’era / ne erano / c’erano.
g. La gente, alla quale /a chi / alla cui la notizia era giunta con celerità prodigiosa, mi
guardava spaventata.
h. Gli faccio gli sconti, ci /ne /gli rimetto sempre.
i. Giocherella, finché di colpo l’unghiata mi la /ci la / me la darà.
j. Il processo! Gli / Ne / Ci parla tutta la città!
“Mandami a dire” -Pino Rovero-

La famiglia Starnazza
1. Date una definizione per Pettegolo:

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2. Quali parole si possono associare a Pettegolo? Es: ambiente pettegolo

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3. L’essere pettegolo, cosa vi provoca?

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4. Siete stati vittime di qualche pettegolezzo?

5. Conoscete o avete conosciuto una persona pettegola? Descrivetela

6. Immaginate pettegolezzi detti dal matrimonio Starnazza, al loro arrivo nel palazzo.

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7. Che hanno in comune gli Starnazza e la nuova coppia giunta nel palazzo? Create dei
pettegolezzi per i nuovi vicini.

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DURANTE LA LETTURA:

RIFORMULAZIONI:

1. Nemmeno/Neanche un tappeto sbattuto fuori orario né un rumore che provocasse il


disturbo. Non si sbatteva un tappeto fuori orario né si faceva rumore per non
provocare disturbo.

2. Anche se si voleva, non c’era nemmeno un indizio di poco conto/ di poco per fare un
pettegolezzo. Non c’era… , anche volendo.

3. Erano grandi amori abbastanza improbabili già che i destinatari li ignoravano. Erano…
ignorati dai destinatari.

4. Dopo una sequenza di pettegolezzi qualcuno, come ogni successione inquilina che si
rispetti, ammise di averli visti anche passeggiare assieme. Arrivarono altri pettegolezzi e
così qualcuno… Si susseguirono dei pettegolezzi e così… Venivano uno dopo l’altro
dei pettegolezzi e così…

5. Era tutto falso, naturalmente. Ma, non importava perché c’era una gara di parole e chi
dice una bugia più grande avrebbe poi vinto per mesi l’invidia degli altri

6. E mentre stava procedendo dalla cucina si sentì arrivare un urlo, quello dell’agente.
Sull’atto del procedere, fu dalla cucina che si sentì un urlo,…
Racconti romani -Alberto Moravia-

Non approfondire
A. Associate le seguenti foto al racconto.

B. Perché il racconto si chiama “Non approfondire”? Suggeritene 3 ipotesi.


C. Indicate dei termini (presi e no dal racconto) più specifici per ognuna delle seguenti
parole:
a. Negozio: _____________________________________________________
b. Legume: _____________________________________________________
c. Biancheria intima: _____________________________________________________
d. Batteria da cucina: _____________________________________________________

D. Produzione scritta:
a. Create un’ipotetica lettera che Alfredo scrive a sua moglie dopo aver saputo del suo
abbandono.
b. Immaginate un dialogo di Alfredo con un’altra donna appena conosciuta.

E. Produzione orale:
Quale sarebbe il ruolo UOMO/DONNA in una coppia? Cosa pensate
sull’atteggiamento di Alfredo? Esistono uomini così nella nostra società?

F. Completate al tempo e modo adatti, spiegando la loro funzione:

a. Se ci fosse stata qualche incompatibilità, (venire) ______________ fuori.


b. Alla fine intesi: Agnese (andarsene) ______________, mi (lasciare) ______________
dopo due anni di matrimonio.
c. Lui alzò gli occhi e mi parve che sotto i baffi (sorridere) ______________.
d. Me ne andai pensando che un giorno (lei-ritornare) ______________ per spiegarmi il
perché.
e. In quel momento (entrare) ______________ due preti, mio padre si alzò e gli (andare)
______________ incontro.
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- Agnese torna con il marito. Come


continua la loro relazione? Ci sono dei
cambiamenti?
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- Lei torna solo per spiegarli il perché.


Cosa gli dice?
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- Lui conosce un’altra donna che lavora


tutto il giorno fuori e a cui non
piacciono le faccende domestiche e
decide di sposarla. Durano per tutta la
vita?
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- Agnese conosce un altro uomo uguale a


lui. Che fa? Ci prova ancora?
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- Lui si rende conto dei suoi sentimenti e


decide di cambiare paese. Perché?
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Marcovaldo, ovvero Le stagioni in città -Italo Calvino-

Funghi in città - Fumo, vento e bolle di sapone

A) Riformulate le seguenti frasi.

a. Il vento, venendo in città da lontano, le porta doni inconsueti, di cui s’accorgono solo
poche anime sensibili. (p. 9)
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b. Aveva questo Marcovaldo un occhio poco adatto alla vita di città: cartelli, semafori,
vetrine, insegne luminose, manifesti, per studiati che fossero a colpire l’attenzione, mai
fermavano il suo sguardo che pareva scorrere sulle sabbie del deserto. (p. 9)
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c. Siccome questi fogli erano stretti e lunghi, alcuni d’essi sporgevano fuori
dall’imboccatura delle cassette. (p. 106)
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d. I bambini di Marcovaldo nei giorni seguenti ebbero un gran daffare. (p. 107)
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B) Al discorso indiretto.

a. Qualcuno disse: «Sarebbe bello fare un pranzo tutti insieme.» (p. 12)
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b. Dissero: «Metteremo insieme quantità insieme di detersivo» (p. 108)
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Il Condizionale Semplice (o Presente) e il Futuro Semplice si trasformano


al _________________________ nel discorso indiretto del passato.

C) Al discorso diretto.
a. Diceva che per fare una bella saponata il Blancasol era il migliore dei prodotti; chi si
presentava col foglietto azzurro e giallo, ne avrebbe avuto un campioncino gratis. (p.
106)
Diceva: «____________________________________________________________
__________________________________________________________________ »

D) Trasformate le forme verbali nei tempi passati adatti.

Nella cassetta della posta di Marcovaldo non c’è mai niente, perché nessuno gli scrive, ma
un giorno i suoi figli Filippetto, Pietruccio e Michelino trovano un buono omaggio di una
ditta di saponi. I ragazzi pensano di approfittarne, prendendo anche quelli delle altre
cassette, quelli delle case vicine e quelli caduti per terra. Così, insieme ad una banda di
monelli, ne mettono insieme un’enorme quantità, e con tutti questi campioni di detersivi
riempiono la casa di Marcovaldo, sperando di guadagnare tanti soldi. Quando cercano di
venderli, la cosa comincia a dare nell’occhio e qualcuno denuncia il fatto alla polizia.
Fiutando il pericolo, Marcovaldo dice ai ragazzi di buttar tutto nel fiume. Così un mattino
fanno la spedizione di scarico, svuotando tutte le scatole nell’acqua, nei pressi di una rapida
e tutto il sapone comincia a gonfiarsi in tante bolle che si sollevano dalla superficie
dell’acqua e si disperdono in cielo, volando verso la città, mentre il fiume continua a
traboccare come un bricco di latte al fuoco.

I grappoli di bolle s’allungano in ghirlande e tutti gli operai che vanno al lavoro si fermano
allegri a guardare questo spettacolo pieno di colori. Intanto le fabbriche hanno cominciato
a buttare fuori il fumo nero di ogni mattino. Bolle colorate e fuliggine nera si confondono
tra loro, finché Marcovaldo, che sta a guardare con gli altri, cerca nel cielo e non riesce a
vedere più le bolle, ma solo fumo fumo fumo.
Marcovaldo, che AVERE un animo molto sensibile,
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OSSERVARE anche i più piccoli cambiamenti che
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VERIFICARSI nella città, tra una stagione e l’altra.
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Un giorno ACCORGERSI che ai piedi di
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un albero SPUNTARE dei funghi e questo fatto lo
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RIEMPIRE di grande gioia, pensando di poterne fare una
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bella frittura, da mangiare insieme ai suoi figli. ASPETTARE con
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grande ansia che i funghi CRESCERE, timoroso che
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altre persone gli RUBARE il suo tesoro e finalmente, dopo
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una lunga notte di pioggia, ANDARE con i bambini a farne
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un bel raccolto. Preso dall’entusiasmo, INVITARE anche i
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passanti che APPROFITTARNE riempiendo le
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loro borse. La sera RITROVARSI tutti all’ospedale per
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una lavanda gastrica, perché i funghi ESSERE
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velenosi… ma non troppo.
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“Pausa caffè” -Giorgio Falco-

Da vicino

1. Qual è l’argomento centrale del racconto?

2. Come vive la protagonista il giorno dello sposalizio? Trovate delle differenze con i
matrimoni di altri tempi?

3. La protagonista ripete spesso alcuni concetti nella sua narrazione. Quali sono queste
ripetizioni?

4. Pensate a tre tratti caratteristici di italianità che sorgono dalla storia e giustificate le
vostre opinioni.

5. Quali sono le aspirazioni che ha la ragazza? Questo si vede spesso nella nostra società?

6. Completate il seguente quadro avendo presente anche gli altri racconti.

Carattere / Vincolo Vincolo


Personalità con il marito con gli altri
Rosy
(Da vicino)

Agnese
(Non approfondire)

Ma. Pia
(La famiglia Starnazza)

7. Adesso descrivete la festa dopo la cerimonia in chiesa avendo presente gli atteggiamenti
familiari. Descrivete il salotto, gli invitati, la cena, ecc.

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