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Discriminazione
Sottomissione
Stanchezza
Sopravvivere
Nostalgia
Vittoria
Abuso
Discriminazione
Sottomissione
Stanchezza
Sopravvivere
Nostalgia
Vittoria
“In alto a sinistra” -Erri De Luca-
Il pannello
1- «A Buttana di Sciacca»
A) Produzione orale:
a. Fate un’attenta descrizione dei personaggi del racconto.
b. Come descrivereste il posto in cui si svolge la scena?
c. Immaginate cosa avrà scritto za’ Pina nella sua lettera alla sorella.
d. Create la telefonata tra za’ Pina e sua sorella dopo la lettera.
e. Come immaginate la vita di zi’ Totò e Za’ Pina al giorno d’oggi e come si sarebbero successi i
fatti?
f. Ricordate qualche frase diventata parte integrante del vostro lessico familiare o fra amici? Qual è
stata la sua origine?
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A) Quali dei sottostanti aggettivi usereste per parlare di don Cocò? Quali altri aggiungereste?
A) Quali differenze e similitudini linguistico-culturali potreste descrivere tra la gente del Nord
e quella del Sud d’Italia?
B) Esistono delle differenze nel vostro paese tra le diverse regioni?
C) Come avrebbe raccontato Franca il fatto ad una sua amica? Immaginate il dialogo.
D) Sostituite le parti sottolineate:
a. Arrivò a casa nostra una ragazza di Milano che aveva sposato un mio zio.
b. …Cortesemente si alzò per aiutare le donne a sparecchiare.
c. E lei accelerava il suo andare e venire…
5- «U iocu da musca»
A) Durante la vostra infanzia, a che cosa giocavate? Vi divertivate con giochi da poco, come i
ragazzi della storia?
B) Immaginate le storie che raccontavano i giovanotti durante l’attesa. Quali saranno state le
parole di quello che diventò gangster? E di quello che diventò politico?
C) A che cosa vi fanno pensare le seguenti parole, se fate un paragone con la realtà d’oggi:
a. meditazione
b. ingegno
c. ozio
d. vocazione
Sillabari -Goffredo Parise-
Donna
D) Cercate sul racconto tutti i nomi che formano parte del viso e poi descrivete
dettagliatamente i personaggi.
a. Durante la notte la donna ripensò _____ strane frasi dette _____ uomo, poi pensò
_____ lui e cercò _____ vedere davanti _____ sé nel buio il suo volto.
b. In quel momento anche l’uomo la vide, smise _____ ridere e la guardò _____
modo forte e indecifrabile, tanto che la donna non seppe staccare gli occhi _____
quelli _____ lui.
c. Udì il marito _____ bagno che si spruzzava _____ profumo e non le piacque né il
soffio _____ spruzzatore, né il profumo, né che il marito si profumasse.
La Ciociara
G) Leggete il seguente frammento tratto dal romanzo “La Ciociara” di Moravia e poi
rispondete:
«Ah, i bei tempi di quando andai sposa e lasciai il mio paese
per venire a Roma. La sapete la canzone: “ Quando la ciociara
si marita / a chi tocca lo spago e a chi la ciocia”.
Ma io diedi tutto a mio marito, spago e ciocia, perché era mio
marito e anche perché mi portava a Roma ed ero contenta di
andarci e non sapevo che proprio a Roma mi aspettava la
disgrazia. Avevo la faccia tonda, gli occhi neri, grandi e fissi, i
capelli neri che mi crescevano fin quasi sugli occhi, stretti in ___________
due trecce fitte fitte simili a corde. Avevo la bocca rossa come
il corallo e quando ridevo mostravo due file di denti bianchi,
regolari e stretti. Ero forte allora e sul cercine, in bilico sulla
testa, ero capace di portare fino a mezzo quintale. Mio padre
e mia madre erano contadini, si sa, però mi avevano fatto un
corredo come ad una signora, trenta di tutto: trenta lenzuoli,
trenta federe, trenta fazzoletti, trenta camicie, trenta mutande.
Tutta roba fine, di lino pesante, filato e tessuto a mano, dalla
mamma stessa, al suo telaio, e alcune lenzuola ci avevano
anche la parte che si vede tutta ricamata con molti ricami ___________
molto belli. Avevo anche i coralli, di quelli che valgono di più,
rosso scuro, la collana di coralli, le buccole d’oro e di coralli,
un anello d’oro con un corallo, e persino una bella spilla
anch’essa d’oro e di coralli. Oltre i coralli ci avevo alcuni
oggetti d’oro, di famiglia, e avevo un medaglione da portare
sul petto, con un cammeo tanto bello, nel quale si vedeva un
pastorello con le sue pecore.
Mio marito aveva un negozietto di alimentari, in Trastevere ___________
(...)
È vero che c’era la guerra, ma io della guerra non sapevo
nulla, siccome non avevo che quella figlia, non me ne
importava nulla. (...) Del resto sapevo poco, perché sebbene
sappia fare i conti e magari mettere la firma su una cartolina
illustrata, a dire la verità non so leggere bene e i giornali li
leggevo soltanto per i delitti della cronaca nera, anzi me li
facevo leggere da Rosetta. (...)
Io sono vedova, ci ho il negozio, e non penso che al ___________
negozio... per me l’amore non esiste. »
a. Quali somiglianze e quali differenze (in tutti gli aspetti possibili) trovate tra questa
ciociara e la Tuda del racconto?.
b. Immaginate un dialogo tra questa ciociara e Tuda una mattina al negozietto. Di che
cosa potrebbero parlare queste due donne?
H) Indicate un termine dal significato più ampio per ognuna delle serie di vocaboli
seguenti:
a. letto – comò – armadio – seggiola – divano __________________
b. pranzo – cena – colazione __________________
c. ciocia – stivale – ciabatta – scarpetta __________________
d. piatto – tazza – insalatiera – coppa __________________
e. panierino – cestino – cestino da lavoro – paniere __________________
f. vestitino a 2 pezzi – maglione – giaccone – completo __________________
B) Secondo voi, quali sono i grandi temi che vengono fuori dal racconto? (Intesi o
sottintesi)
Responsabilità
PAURA
Colpevolezza Innocenza
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A casa, quando (loro-sapere) ___________ ciò che io (vedere) __________, non (stupirsi)
__________ che io (essere) _____________ sconvolto; né che per qualche giorno me ne
(stare) _____________ chiuso in camera senza parlare con nessuno e rifiutandomi anche di
leggere i giornali (ne (intravedere) _____________ solo uno, nelle mani di mio fratello
entrato a sentire come (stare) _________; in prima pagina (esserci) ___________ una
fotografia grandissima con una fila di furgoni neri, interminabile).
F) Sostituite le parti sottolineati con un pronome o una particella, facendo le modifiche
necessarie quando necessario.
a. E la vendetta della legge non entra nel buio delle tombe.
b. Tutti certo hanno un vivo ricordo dell’avvenimento spaventoso.
c. Solo col tempo il Comune aveva registrato gli inquilini e aveva sistemato gli
indispensabili servizi.
d. La tinta dei mattoni, le spie infisse nei muri ecc. denotavano la decrepitezza del tetro
edificio.
e. Io stimo il professor Scavezzi un imbecille.
f. Si stende in quel luogo un largo lembo di terreno polveroso.
g. Senza splendore, il sole torpido batteva sul fosco muraglione.
h. Mi venne voglia di provare ad arrampicarmi su per lo sconnesso muro.
i. Io correvo a perdifiato cercando di raggiungere i compagni già lontani.
j. Una figura di ragazza seminuda si sporgeva incuriosita da una delle altre finestrelle.
k. Poi mi rivedo in cammino verso casa, con l’ansia di allontanarmi dal luogo funesto.
l. Io gli faccio degli sconti eccezionali.
m. Oggi è venuto per provarsi un completo di flanella.
n. Lo accompagno alla porta.
La famiglia Starnazza
1. Date una definizione per Pettegolo:
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6. Immaginate pettegolezzi detti dal matrimonio Starnazza, al loro arrivo nel palazzo.
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7. Che hanno in comune gli Starnazza e la nuova coppia giunta nel palazzo? Create dei
pettegolezzi per i nuovi vicini.
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DURANTE LA LETTURA:
RIFORMULAZIONI:
2. Anche se si voleva, non c’era nemmeno un indizio di poco conto/ di poco per fare un
pettegolezzo. Non c’era… , anche volendo.
3. Erano grandi amori abbastanza improbabili già che i destinatari li ignoravano. Erano…
ignorati dai destinatari.
4. Dopo una sequenza di pettegolezzi qualcuno, come ogni successione inquilina che si
rispetti, ammise di averli visti anche passeggiare assieme. Arrivarono altri pettegolezzi e
così qualcuno… Si susseguirono dei pettegolezzi e così… Venivano uno dopo l’altro
dei pettegolezzi e così…
5. Era tutto falso, naturalmente. Ma, non importava perché c’era una gara di parole e chi
dice una bugia più grande avrebbe poi vinto per mesi l’invidia degli altri
6. E mentre stava procedendo dalla cucina si sentì arrivare un urlo, quello dell’agente.
Sull’atto del procedere, fu dalla cucina che si sentì un urlo,…
Racconti romani -Alberto Moravia-
Non approfondire
A. Associate le seguenti foto al racconto.
D. Produzione scritta:
a. Create un’ipotetica lettera che Alfredo scrive a sua moglie dopo aver saputo del suo
abbandono.
b. Immaginate un dialogo di Alfredo con un’altra donna appena conosciuta.
E. Produzione orale:
Quale sarebbe il ruolo UOMO/DONNA in una coppia? Cosa pensate
sull’atteggiamento di Alfredo? Esistono uomini così nella nostra società?
a. Il vento, venendo in città da lontano, le porta doni inconsueti, di cui s’accorgono solo
poche anime sensibili. (p. 9)
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b. Aveva questo Marcovaldo un occhio poco adatto alla vita di città: cartelli, semafori,
vetrine, insegne luminose, manifesti, per studiati che fossero a colpire l’attenzione, mai
fermavano il suo sguardo che pareva scorrere sulle sabbie del deserto. (p. 9)
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c. Siccome questi fogli erano stretti e lunghi, alcuni d’essi sporgevano fuori
dall’imboccatura delle cassette. (p. 106)
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d. I bambini di Marcovaldo nei giorni seguenti ebbero un gran daffare. (p. 107)
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B) Al discorso indiretto.
a. Qualcuno disse: «Sarebbe bello fare un pranzo tutti insieme.» (p. 12)
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b. Dissero: «Metteremo insieme quantità insieme di detersivo» (p. 108)
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C) Al discorso diretto.
a. Diceva che per fare una bella saponata il Blancasol era il migliore dei prodotti; chi si
presentava col foglietto azzurro e giallo, ne avrebbe avuto un campioncino gratis. (p.
106)
Diceva: «____________________________________________________________
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Nella cassetta della posta di Marcovaldo non c’è mai niente, perché nessuno gli scrive, ma
un giorno i suoi figli Filippetto, Pietruccio e Michelino trovano un buono omaggio di una
ditta di saponi. I ragazzi pensano di approfittarne, prendendo anche quelli delle altre
cassette, quelli delle case vicine e quelli caduti per terra. Così, insieme ad una banda di
monelli, ne mettono insieme un’enorme quantità, e con tutti questi campioni di detersivi
riempiono la casa di Marcovaldo, sperando di guadagnare tanti soldi. Quando cercano di
venderli, la cosa comincia a dare nell’occhio e qualcuno denuncia il fatto alla polizia.
Fiutando il pericolo, Marcovaldo dice ai ragazzi di buttar tutto nel fiume. Così un mattino
fanno la spedizione di scarico, svuotando tutte le scatole nell’acqua, nei pressi di una rapida
e tutto il sapone comincia a gonfiarsi in tante bolle che si sollevano dalla superficie
dell’acqua e si disperdono in cielo, volando verso la città, mentre il fiume continua a
traboccare come un bricco di latte al fuoco.
I grappoli di bolle s’allungano in ghirlande e tutti gli operai che vanno al lavoro si fermano
allegri a guardare questo spettacolo pieno di colori. Intanto le fabbriche hanno cominciato
a buttare fuori il fumo nero di ogni mattino. Bolle colorate e fuliggine nera si confondono
tra loro, finché Marcovaldo, che sta a guardare con gli altri, cerca nel cielo e non riesce a
vedere più le bolle, ma solo fumo fumo fumo.
Marcovaldo, che AVERE un animo molto sensibile,
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OSSERVARE anche i più piccoli cambiamenti che
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VERIFICARSI nella città, tra una stagione e l’altra.
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Un giorno ACCORGERSI che ai piedi di
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un albero SPUNTARE dei funghi e questo fatto lo
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RIEMPIRE di grande gioia, pensando di poterne fare una
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bella frittura, da mangiare insieme ai suoi figli. ASPETTARE con
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grande ansia che i funghi CRESCERE, timoroso che
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altre persone gli RUBARE il suo tesoro e finalmente, dopo
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una lunga notte di pioggia, ANDARE con i bambini a farne
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un bel raccolto. Preso dall’entusiasmo, INVITARE anche i
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passanti che APPROFITTARNE riempiendo le
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loro borse. La sera RITROVARSI tutti all’ospedale per
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una lavanda gastrica, perché i funghi ESSERE
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velenosi… ma non troppo.
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“Pausa caffè” -Giorgio Falco-
Da vicino
2. Come vive la protagonista il giorno dello sposalizio? Trovate delle differenze con i
matrimoni di altri tempi?
3. La protagonista ripete spesso alcuni concetti nella sua narrazione. Quali sono queste
ripetizioni?
4. Pensate a tre tratti caratteristici di italianità che sorgono dalla storia e giustificate le
vostre opinioni.
5. Quali sono le aspirazioni che ha la ragazza? Questo si vede spesso nella nostra società?
Agnese
(Non approfondire)
Ma. Pia
(La famiglia Starnazza)
7. Adesso descrivete la festa dopo la cerimonia in chiesa avendo presente gli atteggiamenti
familiari. Descrivete il salotto, gli invitati, la cena, ecc.
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