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Studi Classici - Poesia Latina

Professore Paulo Sérgio Margarido Ferreira

Orazio: Un Amante Libertino e Moderato


Un’analisi e commento sul tema dell’Amore
riferendosi a Orazio paragonato ad altri autori

Giulia-Nemeye Giubertoni
ERASMUS di Bologna presso Coimbra
Numero di matricola portoghese: 2018253536

Secondo Semestre
Anno accademico 2018-2019
Universidade de Coimbra
Giubertoni, G. N. – anno accademico 2018-2019 – University of Coimbra
Approfondimento per POESIA LATINA
Orazio: Un Innamorato Libertino e Moderato

Introduzione

Orazio, uno degli autori affrontati e commentati durante il corso di Poesia Latina del professore Paulo
Sérgio Margarido Ferreira tenutosi durante il secondo semestre dell’anno accademico 2018-2019 presso
l’Università di Coimbra, è senza dubbio uno dei letterati più prolifici e famosi di tutta la storia letteraria di
Roma.

Tra i vari temi trattati dal poeta, appare il tema dell’Amore, che sicuramente offre spunti di riflessioni sulla
società romana in sé, ma anche semplicemente sul modo in cui questo celeberrimo intellettuale nato
nell’odierna Basilicata (regione dell’Italia meridionale) e altri poeti lirici vivevano i loro sentimenti e relazioni
affettive.

Il materiale utilizzato per la stesura di questo breve lavoro aggiuntivo fa riferimento al manuale di
testo portoghese riguardante le Odi di Orazio Quinto Flacco (tradotto da Pedro Braga Falcão, edizioni
Cotovia), così come traduzioni e altro materiale fornito a lezione come i saggi degli studiosi David Konstan e
Regina Höschele presenti nella raccolta Horácio E A Sua Perenidade (Rocha Pereira et alt., 2009), la
comunicazione e documento redatto dal professore Walter de Medeiros (O Canto Das Fontes: Hélade E
Roma: Luzes E Afetos De Uma Vida, 2012), e altre opere in portoghese e in italiano di altri studiosi (Labate,
2012; Citroni, 1997; etc).

Tutto il materiale è presente in bibliografia a fine documento, e comunque dovutamente citato nel
corso del testo a seguire.
In conclusione al documento è presente una mia piccola riflessione sul lavoro svolto e le informazioni
reperite.

[Tag words: letteratura latina, età augustea, elegia, poeti elegiaci, Orazio, odi, amore, relazioni, società romana]

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Giubertoni, G. N. – anno accademico 2018-2019 – University of Coimbra
Approfondimento per POESIA LATINA
Orazio: Un Innamorato Libertino e Moderato

Orazio: Un Amante Libertino e Moderato


Un’analisi e commento sul tema dell’amore riferendosi alle Odi di Orazio

Quinto Orazio Flacco

Quinto Orazio Flacco, o più semplicemente “Orazio” è un poeta latina che nacque quasi due millenni
fa (indicativamente il 65 a.C.), ma la sua opera è stata tramandata a noi rendendolo, quasi come se i suoi
vaticini sulla diffusione e successo in quanto poeta si fossero davvero realizzati1, uno dei più famosi poeti
latini al mondo.

Vita e pensiero dell’autore

Prima di approfondire e trattare della tematica dell’amore, risulta importante riportare alcune
caratteristiche ed esperienze di vita dell’autore.

Innanzitutto, Orazio può essere additato come poeta epicureo. Ciò significa che Orazio seguì e sposò la
filosofia della scuola di Epicuro (che data al 4 secolo a.C.), secondo cui l’esigenza primaria dell’uomo non è
nient’altro che la ricerca e conseguente raggiungimento della propria tranquillità, possibile in contesti bucolici
e agresti. Infine, tale aspirata pacificazione dello spirito avviene attraverso tre principi: il sensismo,
l’atomismo e un semi-ateismo2 (Abbagnano, 2007). Tra queste posizioni, importante la prima secondo cui sia
specialmente attraverso la sensazione (che si può identificare attraverso il piacere) che si può attingere alla
verità e al bene. Ci si concentra anche sulla questione della brevità della vita.

Breve panoramica sulle opere di Orazio

Di Orazio ci restano vari componimenti:


 Sono presenti 17 componimenti che risalgono al 30 a.C. nelle Epodi (in latino: Epodon libri o Iambi);
 Le Satire (Saturae o Sermones) sono composte da due libri che comprendono 18 satire (composte
indicativamente dal 41 al 30 a.C.);
 Le Odi (Carmina) si presenta in tre (più uno) libri con 88 componimenti. I primi tre libri verranno
pubblicati nel 23 a.C., il quarto libro segue 10 anni dopo (13 a.C.);
 Infine, le Epistolæ strutturate in due libri (periodo dal 23 al 13 a.C) in cui viene compresa la famosa
Ars Poetica, denominata anche per il destinatario Epistula ad Pisones, modello centrale per la futura
composizione poetica;
 Infine, il Carme secolare (Carmen saeculare, 17 a.C.) incaricato da Augusto per i Ludi saeculares.

Titolo opera in Titolo originale


italiano
SATIRE Saturae o Sermones 41 a.C. – 30 a.C.
EPODI Epodon libri o Iambi 30 a.C.
ODI Carmina 23 a.C. (I-II-III (IV Libro 13 a.C.)
Libri)
EPISTOLE e Epistulæ tra cui la Periodo dal 23 a.C. al 13 a.C.
“Epistola ai Pisoni” Epistula ad Pisones/Ars
Poetica
CARME Carmen saeculare 17 a.C.
SECOLARE

1
Quinto Orazio Flacco. Odes. Introduzione all’edizione portoghese di Pedro Braga Falcão (2008). Lisboa. Cotovia
2
Abbagnano, N. (2007). Dizionario Di Filosofia. Pagina 337.

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Il tema dell’Amore
Tra i temi trattati da Orazio nel corso dei quattro libri delle sue Odi, identifichiamo: temi religiosi,
conviviali, gnomici, civili e amorosi.

Riguardo a quest’ultimo tema: interessandosi al tema dell’amore, dell’innamoramento e del piacere, egli non
può non parlare anche delle speranze e ansiosi “timori per il futuro” tipiche degli innamorati.
Non a caso, Orazio è oggigiorno famoso anche tra i “non latinisti” per essere l’autore della celebre locuzione
latina “carpe diem”. Questo imperativo (“carpe” è la seconda persona singolare del verbo “carpo, carpis,
carpsi, carptum, carpĕre”) è tratto dalle Odi di questo poeta latino (Ode 1.11).

In generale, in questo autore il tema erotico/amoroso si può:

- suddividere in situazioni descritte perché vissute in prima persona e anche commenti e consigli, se
non vere e proprie trattazioni di episodi e incontri di terzi;
- distinguere anche un frequente uso dell’ironia, un’impostazione allocutiva, e il distacco dell’Io
Lirico3;

Inoltre tra le varie caratteristiche che possono venire assegnate all’atteggiamento dell’autore e in linea di
massima, gli si riconoscono:
- Una sincerità del sentimento: la passione dell’autore o di terzi, sia che venga
vissuta/esperita/sofferta o mera materia di finzione letteraria, è qui descritta nei particolari;
- Una tendenza a identificare le varie amanti come individui appartenenti a “mondi” o età diverse, e
protagoniste di storie di amore fantastiche, quasi irreali;
- Una realizzazione della concezione epicurea (precedentemente nominata) dell’Amore come
qualcosa non passionale, che non sdegna appuntamenti casuali e amori con diversi tipi di donne
(tra giovani, matrone e ancelle);
- Come gli epigrammatici, l’umorismo non manca. Esso in Orazio è meno rozzo e duro, anche
siccome non sono coinvolte cortigiane professioniste (o se lo sono, rimane ambiguo);
- Sembra che Orazio abbia creato una sua personalità amatoria innovativa, insaporita da una
suscettibilità alla passione causata dal potere di Venere. In questo senso, si può dire che si trova a
metà strada tra l’epigramma e l'elegia;
- Sempre riguardo alla facoltà e capacità di amare e coltivare l’amore con partner sempre diverse, e
senza mai “permettersi” di farsi coinvolgere, l’amante in Orazio viene dominato, e Orazio stesso
si presenta come qualcuno che gestisce i suoi sentimenti con maestria e distacco …irreale;

Risulta opportuno menzionare come comunque l’Amore non era un tema nuovo o originale all’epoca.
Fu proprio durante questo periodo, denominato “età augustea” (quindi seconda metà del primo secolo a.C.),
che la poesia elegiaca era protagonista. Essa si caratterizzava per essere una poesia amorosa fortemente
soggettiva dove la relazione d’amore viene sovente connotata da saltuarie gioie controbattute da continue
afflizioni4.

Eppure, a differenza di quanto avveniva per i colleghi poeti elegiaci5, gli episodi descritti da Orazio non fanno
parte di un’unica lunga intricata storia d’amore, quanto più episodi autoconclusivi 6. Di conseguenza la

3
Quinto Orazio Flacco. Ibidem. Pagina 20-22.
4
Konstan, D. Between Epigram And Elegy: Horace As An Amatory Poet. Pagina55: “(…) When Horace was composing his amatory poetry
(…) a fairly well defined body of love poetry (…) was in circulation, and could serve as a point of contrast with Horace’s lyrics”.
5
Tra i poeti che verranno nominati, in ordine cronologico: Lucrezio: 94 a.C. – 55 a.C.; Catullo: 84 a.C. - 54 a.C.; Orazio: 65 a.C. – 8
a.C.; Properzio: 43 a.C. – 17 a.C. e Ovidio: 43 a.C. – 18 a.C. – sottolineati gli “elegiaci”.

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conclusione che ciò suggerisce è che si tratti di incontri occasionali7 che si realizzano nel breve attimo del
carme (Ronnie Ancona in Konstan, 2009).

Una prima contraddizione


Lo studioso Konstan nel suo saggio ricorda come nella primissima Ode (1.5) di Orazio si presenta
come un poeta che vuole il prima possibile marcare e definire la sua posizione nei confronti dell’Amore.

Facendo un apparentemente riferimento tipico del mondo degli epigrammi. Orazio qui rivela al pubblico, e
abbastanza prematuramente (siamo agli ultimi tre versi della quinta Ode per un totale di altrettanti
componimenti, in 4 libri totali), che egli non vuole più avere niente a che vedere col mondo dell’Amore. Non
solo: ha fatto anche delle offerte – e questa citazione legare Orazio al genere dell’epigramma.

Ma quanto a me, la sacra parete ora di un tempo Me tabula sacer


con relativa tavola votiva Votiva paries indicat uvida
dimostra che ho deciso di dedicare ormai Suspendisse potenti
Vestimenta maris deo.
le vesti umide ancora
al signore del mare
al dio che mi ha salvato
in tempo dal naufragio8.

Sorge spontaneo il dubbio sul motivo per cui l’autore voglia dichiarare tale posizione e con tanta
determinazione. Difatti questo si rivelerà un pensiero incoerente più avanti nell’opera, man mano che si
delineano vari incontri e esperienze più o meno galanti…

Ciò potrebbe suggerire che perfino un potenziale schiavo (quindi un suo subordinato) lo possa criticare di
essere immagine di “incostanza e contraddizione” (De Medeiros, 2012). Il motivo di queste accuse è semplice:
“quando questo si trova a Roma, in città, egli pensa e vaneggia sulla vita in campo; e viceversa quando
finalmente si trova in ambienti rurali, ecco che fantastica sulla città; quando non riceve inviti per cena, loda il
suo piatto di rinsecchite verdure, non appena viene chiamato a tavola da amici, corre in tutta fretta” (De
Medeiros, 2012)… …e si potrebbe aggiungere a questo elenco: dice che si ritira dall’Amore per poi
continuare a farsi coinvolgere con mille ragazze e ragazzi.
Infine, “cosa può volere significare dichiararsi libero se poi non lo si è?” si chiede retoricamente questo
servante. La conclusione più facile sarebbe che si tratti di un pazzo o, come unica alternativa, che sia un poeta9
(De Medeiros, 2012).

Lucrezio 94 a.C. 55 a.C. - - - - -


Catullo - 84 a.C. 54 a.C. - - - - -
Orazio - - - - 65 a.C. 8 a.C.
Properzio - - - - - 43 a.C. 17 a.C. -
Ovidio - - - - - 43 a.C. 18 a.C. - -
6
Konstan, D. Between Epigram And Elegy: Horace As An Amatory Poet. Pagina 56.
7
Ronnie Ancona in Konstan, D . Op. cit. evidenzia la “temporality in the particular love situation”. Pagina 57.
8
Quinto Orazio Flacco. Odi ed Epodi. Traduzione di Germano Zanghieri (2006). Pagina 27.
9
De Medeiros, W. (2012). Memoria De Um Homem Só No Bimilenário Da Morte De Horácio. in “O canto das fontes: Hélade e
Roma: luzes e afetos de uma vida”. Pagine 1-2. “-Este homem é doido. Ou entao faz versos.” – inoltre, si tratta di una sagace citazione del
Sermone 2.7 di Orazio.

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Alcuni confronti proposti da Accademici


La donna amata da Orazio e da Marcus Argentarius e Posidippo

È inoltre possibile portare avanti un interessante studio comparativo tra Orazio e un autore greco di
epigrammi, Marcus Argentarius, intellettuale bilingue che insisteva a comporre in latino nella seconda metà
del primo secolo a.C., e in specifico epigrammi di natura erotica10. Tra le caratteristiche dei due autori, si può
riconoscere11 come cambia la tipologia della donna amata:

Marcus Argentarius Poeti elegiaci Orazio


Marcus Argentarius compose un poema (AP La “elegiac mistress” si Nella Ode 1.23, anche l’autore latino si sentirà attratto
5.127 = 12 G-P) dedicandolo ad Alcippe, trova tendenzialmente dalla figura di una ragazza, Cloe. Come in Marcus
una giovane donna a cui è affezionato che libera dal controllo Argentarius (AP 5.127), anche questa fanciulla è
però si trova sotto la supervisione della paterno, ma nn è spaventata da lui e gli sfugge come un cerbiatto;
madre12. La ragazza (probabilmente una comunque una cortigiana
“novice hetaera”) verrà conquistata, e professionale come le
acconsente ad unirsi al poeta, malgrado donne descritte da Marcus
rimanga terrorizzata dall’idea che qualcuno Argentarius.
possa sorprenderli.
Nella Ode 1.25, Orazio si riferisce ad una donna che
sta invecchiando, e le descrive senza pietà (seppur con
ironia) la desolazione inesorabile che la aspetta.
Basicamente, il poeta assume il punto di vista di un
“resentful lover who has been rejected” (pagina 58).

Posidippo (tra terzo e secondo secolo a.C.) è il nome di un altro autore di epigrammi greci, che propone
un’altra osservazione:

Posiddipo (AP 12.131) invoca Afrodite (Aphrodite) affinché la dea Nella Ode 1.30, anche Orazio si rivolge a Venere (Venus).
visiti l’hetaera Callistion. L’autore decide di agire in questo modo a Il motivo è diverso, tuttavia: sembra che stia rivolgendosi alla
riferimento della devozione di Callistion per Afrodite, la divinità divinità per supportare l’amata Glycera, che la sta sollecitando con
dell’Amore. incensi. Più esattamente, il poeta si vuole presentare come “wise
consellour” e (possibile ma non ovvio) “interested party”13. Ciò che
si vuole sottintendere è che la donna si stia frustrando per qualche
episodio amoroso, …ma rimane un velo di ambiguità circa il suo
essere (o meno) hetaera.

In generale, Konstan ci sottolinea come Orazio rispetto all’autore greco inserisce le sue figure femminile in
un “set-up” decisamente meno crudo, e connota le sue donne (come Cloe in questo caso: Ode 1.23), per essere
una mezza-via tra hetaera e vergine “sposabile”.

10
Konstan, D. Op. cit. Pagina55: “(…) When Horace was composing his amatory poetry (…) a fairly well defined body of love poetry (…) was in
circulation, and could serve as a point of contrast with Horace’s lyrics”; “One of the best and most interesting poets is Marcus Argentarius (…), whose
hald surviving epigrams are amatory in nature”.
11
Konstan, D. Op. cit. Pagina 60-61.
12
Konstan, D. Op. cit. Pagina 59: Il fatto che si faccia riferimento ad una madre e non a una figura paterna lascia sottintendere “(one
can assume) that she (the girl) is not from a respectable family”.
13
Konstan, D. Op. cit. Pagina 62

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Nota sull’elemento formale in Orazio

Tra strofe saffiche, asclepiadee, alcaiche, etc… l’elemento formale che caratterizza maggiormente le
odi di Orazio può variare. Di fatto, il metro ineguale costituisce il genere letterario delle elegie appunto
(Labate, 2012).

Anche in altri autori come Ovidio infatti il metro ineguale è evidente, e ha come obiettivo principale quello di
costituire un esametro. Questo non vede susseguirsi versi di eguale misura, quanto più una serie di versi in cui
il secondo è chiaramente più corto, risultando in un’unità finale costituzionalmente sbilanciata (Labate, 2012).
Ovidio fa notare nel suo primo componimento degli Amores (Amores I, 1, vv. 3-4) che…:

Il verso che seguiva era di lunghezza uguale al precedente; per erat inferior versus;
dicono che Cupido abbia riso rississe Cupido dicitur
e abbia sottratto un piede.14 atque unum surripuisse pedem15

Probabilmente l’effetto che una struttura del genere voleva provocare era quello di una poesia che
“zoppicava”, o un carro “squilibrato”… come a riprovare quanto la forma dell’elegia di fronte alla
rappresentazione dell’amore e il “tipico” peso emotivo della sofferenza amorosa.

Parimenti, la forma metrica poetica non stabile in Orazio potrebbe essere vista come un tentativo di riprodurre
in modo soddisfacente qualcosa che di soddisfacente ha ben poco: la disuguaglianza che sovente si ripropone
tra i due partner.

Investimento emotivo
Il diverso investimento emotivo (Orazio pare tendenzialmente distaccato) è uno dei maggiori fattori
per cui i due non si trovino in una situazione di parità. Basti pensare a Leuconoe preoccupata e Orazio, in
un’atmosfera di affettuosa complicità, che al suo fianco la tranquillizza, siccome “non ci è dato interrogarci su
ciò che non si può conoscere”.

Come già menzionato, ciò di cui tratta l’elegia amorosa è la sofferenza dell’elegiaco: un innamorato ricco di
illusioni che quasi lo imprigionano fino a farlo soffrire. Diverso risulta quindi l’approccio all’amore, e ai
partner amorosi.
Orazio stesso eppure immagina un possibile risvolto crudele del coinvolgimento siccome possono essere
coinvolte anche “anime inconciliabili”:

Così ha voluto Venere, a cui piace sic visum Veneri, cui placet inparis
nel suo giuoco crudele formas atque animos sub iuga aenea
sotto giochi di bronzo insieme stringere saevo mittere cum ioco17
anime e copri a volte inconciliabili16

Appare ormai evidente che la lirica oraziana d’amore è ben diversa se paragonata alla monotonia
“lamentosa” del dolore elegiaco. A differenza di Tibullo o Propezio che ricorrono alla magia (Properzio,
Elegie 1, I, vv. 19-22)…

14
Ovidio. Amores. Traduzione online: https://professoressaorru.files.wordpress.com/2010/02/ovidioamores.pdf . Pagina 1.
15
Testo originale latino da Labate, M. (2012). Sine Nos Cursu Quo Sumus Ire Pares: L’ideale Dell’amore Corrisposto Nell’elegia
Latina. Pagina 1.
16
Quinto Orazio Flacco. Odi ed Epodi. Traduzione di Germano Zanghieri (2006). Pagina 72.
17
Testo originale da Labate, M. (2012). Sine Nos Cursu Quo Sumus Ire Pares, op. cit., pagina 3.

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Orazio: Un Innamorato Libertino e Moderato

Ma voi, che conoscete il trucco per tirar giù dal cielo la luna, at vos, deductae quibus est fallacia lunae
e vi adoprate a far riti espiatori sui magici fuochi, et labor in magicis sacra piare focis,
suvvia!, mutate l'animo della mia padrona, en agedum dominae mentem convertite nostrae,
et facite illa meo palleat ore magis19
e fate che più di me impallidisca d'amore!18

…Orazio si dimostra consapevole dell’esistenza di regole e proprio per questo, così come Tibullo sembra non
conoscere unità di misura al grande dolore che sente per non essere corrisposto, così Orazio pare accettare,
certo tristemente e in maniera disincantata, il suo crudele destino amoroso.

Il vero uomo elegiaco esordisce come un innamorato per scelta sofferente: è una persona per cui il mutuus
amor (l’essere corrisposti) non appare un’aspirazione nemmeno lontanamente plausibile. Al massimo viene
definita una condizione (certo invidiabile) concessa solo a terzi (Properzio I, 1, vv. 29-32):

Portatemi fra genti remote, portatemi sulle onde, ferte per extramas gentes et ferte per undas
dove nessuna donna conosca il mio cammino; qua non ulla meum femina norit iter.
restate qui voi, che il dio benevolmente ascolta, vos remanete, quibus facil deus annuit aure,
e siate sempre concordi in un amore sicuro20 sitis et in tuto semper amore pars21

Catullo, dal canto suo, celebrerà un rapporto attraverso l’accostamento geniale di una diatesi attiva e passiva:
“amant amantur” (Liber Catulliano, carmen 45, vv. 19-20):

Partiti con così buoni auspici, col cuore e con la mente nunc ab auspicio bono profecti
amano l’un l’altra e sono amati22 mutuis animis amant amantur23

Proprio un giuramento del genere (di amor mutuus) per quanto apparentemente solenne, non potrebbe venire
appoggiato da Orazio... potrebbe infatti rivelarsi il più scellerato degli spergiuri possibile come ricorda (Epodi,
15, vv. 3-10):

Nel momento in cui tu, che già da allora cum tu, magnorum numen laesura deorum,
Ti accingevi, fedigrafa, a violare in verba iurabas mea,
Anche l'alta maestà degli dei, ...
fore hunc amorem mutuum.25
Giuravi ripetendo le mie parole stesse,
(…)
Che questo nostro amore sarebbe stato eterno fra di noi.24

Infine, ciò che traspare dalla produzione generale di Orazio è l’idea che la paritas non sia
irraggiungibile. Questo significa quindi che la reciprocità è avverabile, tuttavia così come è possibile non è
pero comunque permanente: la paritas risulta quindi essere una eventualità di amore temporaneamente
corrisposto: un amore che funziona… finché ci si corrisponde.

Non si presuppongo quindi grandi aspirazioni di eternità. Allo stesso modo, la reciprocità pare essere qualcosa
che non riguarda in prima persona Orazio.

18
Properzio. Elegie. Traduzione online: https://professoressaorru.files.wordpress.com/2016/04/properzio-antologia.pdf. Pagina 1.
19
Testo originale da Labate, M. (2012). Sine Nos Cursu Quo Sumus Ire Pares, op. cit., pagina 3.
20
Properzio. Elegie. Traduzione online. Link al documento PDF: https://professoressaorru.files.wordpress.com/2016/04/properzio-
antologia.pdf pagina 1 - ultima visita 29 aprile 2019.
21
Testo originale da Labate, M. (2012). Sine Nos Cursu Quo Sumus Ire Pares, op. cit., pagina 4.
22
Catullo. Traduzione online: Link alla pagina web: http://www.infonotizia.it/carme-45-catullo-traduzione-in-italiano-e-testo-latino-
del-carme/ - ultima visita 29 aprile 2019.
23
Testo originale da Labate, M. (2012). Sine Nos Cursu Quo Sumus Ire Pares, op. cit., pagina 5.
24
Quinto Orazio Flacco. Odi ed Epodi, op. cit., pagina 250.
25
Testo originale latino da Labate, M. (2012). Sine Nos Cursu Quo Sumus Ire Pares, op. cit., pagina 5.

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Orazio: Un Innamorato Libertino e Moderato

Sempre in riferimento alle persone coinvolte, Orazio si distingue da altri poeti per aver creato uno
scenario innovativo, una mezza via tra la forma elegiaca (di Properzio, Tibullo e Ovidio) e quella
epigrammatica (come in Marcus Argentus), in cui la donna si trova in uno status tra quello di una prostituta
(hetaera) e quello di una vergine pronta a impegnarsi e sposarsi.

Altro poeta che vale la pena nominare è Lucrezio. In quanto “poeta della scienza”, Lucrezio si propone come
un vero e proprio demistificatore dell’amore passionale, descritto decisamente più “scientificamente” (De
Rerum Natura V, vv. 963-965):

Nei boschi Venere univa i corpi di amanti: et Venus in silvis iungebat corpora amantum;
il reciproco desiderio li avvicinava o la violenta conciliabat enim vel mutua quamque cupido
furia dell’uomo e la passione sfrenata, vel violenta viri vis atque inpensa libido
o un compenso di ghiande o corbezzole e pere scelte.26 vel pretium, glandes atque arbita vel pira lecta27

Lucrezio osserva quindi il comportamento amoroso, ormai ridotto ad una mera fredda descrizione della
sessualità. La reciprocità che tanto preoccupava gli elegiaci qua non appare, anzi si è una realtà ormai iscritta
e dettata da nient’altro che… natura.

Ma non è solo Lucrezio. Anche Ovidio si distacca per aver proposto una visione rivoluzionaria.
L’amore viene visto come una delle piacevolezze della vita, un gioco tanto appagante quanto eccitante (un
“lusus”), soprattutto se condotto secondo le regole di una schermaglia in cui tutti ingannano, certo, ma
nessuno di fatto viene ingannato (Citroni, 1997).

Oltre a tutto, alla cruda analisi scientifica lucreziana l’alternativa ovidiana è la concezione dell’amore come se
fosse una lotta (la cosiddetta militia amoris) in cui si confrontano i due partner. Viene riconosciuto un
continuo alternarsi di ruoli “di potere” tra chi dei due prevale e soccombe (Amores 1.5, vv. 21-22).

Anche Ovidio tratta del fenomeno sessuale. È interessante analizzare come per lui la ricerca del piacere
(fisico) assume caratteristica di altruismo e abnegazione nei confronti dell’amato (Labate, 2012, pagina 9).

La fenomenologia dell’Amore in Orazio

Dalla lirica oraziana affiora una ricca descrizione, se non un vero e proprio studio, del fenomeno
dell’amore e delle relative situazioni. Traspare, inoltre, una concezione e visione dell’amante.

La lirica oraziana, è già stato spiegato, non sembra assolutamente coincidere con quella degli elegiaci, ancora
meno rispetto alla morale benpensante augustea per esempio28: si ricollega all’idea dell’amore cosiddetto
“libertino” (furtum amoris29) di altri poeti, l’anteriore neoterico Catullo per nominarne uno. Tuttavia il tono di
Orazio è diverso, sicuramente determinato dal suo carattere equilibrato. Egli viene in fondo spesso e volentieri
considerato fautore convinto della mediocritas secondo cui non si prevede passionalità esagerata.

Pare comunque che, nonostante la scelta libertina, essa non comportava una condotta dissipata o oscena, e
quindi non arriva ad escludere una vita rispettabile o socialmente approvata: Orazio è difatti personaggio

26
Quinto Orazio Flacco. Odi ed Epodi, op. cit., pagina 182.
27
Lucrezio. De Rerum Natura. Traduzione da libro Zanichelli. Link al documento PDF:
http://online.scuola.zanichelli.it/perutelliletteratura/files/2010/01/testi-it_lucrezio_t25.pdf - ultima visita 29 aprile 2019.
28
Espressione presente in Labate, M. (2012). Sine Nos Cursu Quo Sumus Ire Pares. Pagina 7: “L’aspirazione (…) all’amore corrisposto era
una specie di strutturale contraddittorietà dell’ideologia elegiaca (…) che pretendeva di ritrovare all’interno della relazione libertina valori tradizionali
propri della relazione matrimoniale”.
29
Labate, M. (2012). Sine Nos Cursu Quo Sumus Ire Pares.

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importante a Roma, vicino a potenti come Mecenate e Augusto a cui molti speravano di avvicinarsi (come
viene raccontato nella satira 1.9 Ibam Forte Via Sacra).

Si potrebbe dunque constatare che proprio per la sua scelta di non aver identificato la propria vita con
l’amore, Orazio arriverà a rivelarsi immune alla sofferenza di chi scriveva di notti d’amore negate,
lamentandosi di capricci della donna o dei vari inghippi tipici di quelle relazioni galanti basate su regali e,
basicamente, una grande disperazione e delusione (Labate, 2012).

Tuttavia, ad un’analisi più minuziosa appare che non sia sempre così: In Orazio (e nei suoi amanti) non sono
assenti delusioni, abbandoni, separazioni, e propositi di vendetta. Tra le varie situazioni delineate30:
 Orazio descrive la delicatezza e apprensione in Leuconoe (Ode 1.11: ella tenta astrologie babilonesi
astruse per calcolare quanto tempo gli restano insieme);
 Narra l’esitazione quasi scontrosa di Cloe (1.23). Nonostante la timidezza con cui veniva descritta:
“Tu mi eviti, Close e sembri una cerbiatta spaventata” (vv. 1-2) deciderà di accettare e accogliere
l’amore di Orazio (1.9): “Io sono ora in potere di quella tracia Cloe” (v. 13). Successivamente lo
lascerà (3. 26) motivo per cui Orazio pregherà Venere che tocchi “una sola volta ancora, te ne prego, /
la troppo altera Cloe / con la tua frusta alzata” (1.26, vv. 18-20). Tutte caratteristiche che si
ricollegano al genere del cosiddetto inatteso effetto dell’aprosdoketon31.
 Orazio prova gelosia per Lidia (1.13, v. 12: basti considerare l’iniziale “uror” significa “ardo di
gelosia” …un’emozione non compatibile con la postura di saggio consigliere che si era
precedentemente –esattamente 8 poemi anteriori- assegnato). Inoltre visualizza l’uomo di cui Lidia
appare infatuata come un vero e proprio rivale.
 Per Pirra (1.5, vv. 1-3) si sente invidioso del tempo che la donna passa lontano da lui ma con altri
uomini, approfittandone per avvertire garbatamente quest’ultimo fanciullo (così come tutti gli uomini
in generale) del rischio e delle sensazioni causate dalle prevedibili infedeltà32:

Dimmi, Pirra cara, su dimmi chi è Quis multa gracilis te puer in rosa
lo smunto giovinotto intriso di profumo perfusus liquidis urget odoribus
che ti abbraccia con foga grato, Pyrrha, sub antro?
nel tuo accogliente talamo nascosto
sopra un letto di rose?

 Qualcuno (Barine) gli giurerà (falsamente) addirittura fedeltà (2.8, vv. 1-12);
 Il sentimento e l’attrazione vanno e vengono, come ritorna per donne lasciate, e non solo: non sempre
l’amore viene corrisposto: lo vediamo con Lice, che lo rifiuterà perché molto pensierosa (3.10, vv.
21-22 “sebbene non ti pieghino i doni né le suppliche né il pallore dei tuoi corteggiatori”), e con
Lalage che non ha ancora raggiunto un’età adatta per coinvolgersi con Orazio in quanto ancora
“un’uva troppo acerba” (v. 14) o “grappoli che fino a poco prima erano ancora verdi” (vv. 17-18),
arricchendo quindi di brillanti metafore, esprime anche riferimenti sessualmente più o meno
evidenti33.

30
Citazioni da rispettivamente (in ordine di apparizione): Odi 1.11; 1.23; 1.9; 1.26; 1.13; 2.8; 3.10 presenti in Quinto Orazio Flacco.
Odi ed Epodi. Traduzione di Germano Zanghieri (2006). Pagina 92.
31
Per aprosdoketon si intende INSERISCISPIEGAZIONE
32
Höschele, R. Epigrammitizing Lyrics: Generic Hybridity in Horace’s Odes in Rocha Pereira, M.; et alt. (2009). Horacio E A Sua
Perenidade.. Pagina 5: “(…) Horace uses images to represent the danger of cheating as a sea storm taking the lover / sailor by surpirse”, “Horace ha
survived the tempest and he is now in a position to recall the whole affair with the woman with a wink of irony”, “long has been noticed that the poet
appears in the role of a shipwrecked voyager who makes thanks offerings to Neptune – showing clears affinities with dedicatory epigrams”; pagina 4:
“Horace comes to bewail her fickleness”.
33
Höschele, R. Epigrammitizing Lyrics: Generic Hybridity in Horace’s Odes in Rocha Pereira, M.; et alt. (2009). Horacio E A Sua
Perenidade.. Pagina 83: “…The ode may become sexually agressive”

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Approfondimento per POESIA LATINA
Orazio: Un Innamorato Libertino e Moderato

Orazio pare in ogni caso sapere bene che in primo luogo un rapporto irregolare non può prevedere fedeltà.
Si unisce a matrone, donne libere, ma raffinate.
Tratta anche di rapporti occasionali altrui con ancelle (come nel caso dell’amico a cui suggerisce nell’Ode 2.4
di non preoccuparsene: in fondo anche giovani eroi del calibro di Achille o Agamennone hanno amato
perdutamente le loro rispettive schiave Briseide e Cassandra – oltretutto in questa ode in particolare si nomina
un’esperienze transculturale: l’amata ancella Phyllis è greca).

In generale, tra le figure femminili presenti nelle Odi: Cloe (1.23); Leuconoe (1.11); Pirra (1.5), Lidia (4.1,
4.13), Glicera (1.19); Lalage (1.22 e 2.5); Cloride (2.5); Galatea (3.27); Cinara (4.1, 4.13); Fillide (4.11).
In Orazio non manca l’amore omosessuale (nell’Ode 4.1 il compagno si chiama Ligurino; nell’Ode 2.5 viene
nominato un ragazzo chiamato Gige) e relati delle relazioni amorose altrui (amori tra vicini di casa della Ode
3.7 per esempio).

La componente epicurea nell’Amore

La componente epicurea sicuramente svolge un ruolo in questa linea di pensiero e questo


“atteggiamento all’Amore”. In Orazio, l’esperienza amorosa pare essere soggetta ad alcune restrizioni, come
appunto insegna la morale epicurea. Secondo questo pensiero, l’Amore è un sentimento e, come tutte le
sensazioni, anche l’Amore merita di essere soddisfatto …ad una sola condizione: che non degeneri e diventi
turbamento (una sorta di “disturbo emotivo, passionale”).

Un po’ come Ovidio spiegava nell’opera (considerabile il capovolgimento totale della precettistica
tipica della Ars Amatoria), a volte succede che si coinvolga senza volere con gli amanti, motivo per cui il
Remedia Amoris letteralmente serve da manuale d’uso (d’emergenza).

Nemmeno Orazio auspica un innamoramento, caso succeda, verrebbe meno l’autosufficienza del “Saggio
composto” un preceptor amoris34, un soggetto che mantiene una certa distanza dall’emozione, recuperata
solo successivamente e in tranquillità come avrebbe successivamente professato nientedimeno che il padre del
romanticismo inglese William Wordsworth.

Nondimeno, è curioso ricordare come lo stesso Orazio nei suoi Epodi (30 a.C. – quindi precedenti alle Odi del
23 e 13 a.C.), non disdegnava l’amore tormentoso per la liberta Frine (Epodi, 14, vv. 15-16):

(...) io mi vedo consumare da Frine, una liberta, che per giunta gaude sorte tua; me libertina, nec uno
non si accontenta di un amante solo.35 contenta, Phryne macerat.36

Sarà proprio a causa di questa etica epicurea di mondo dell’autore per cui il piacere deve essere stabile e
prevedere la rinuncia? Sotto questo aspetto la produzione poetica amorosa di Orazio potrebbe assumere una
nota lievemente malinconica. Questa malinconia pare quasi come il risultato o compromesso tra il senso di
precarietà che egli vede in ogni momento da cogliere (“carpe diem”) e una grande saggezza.

Traspare altresì una tendenza a contraddirsi e ad essere poco incoerente: così come al principio del poema
(nell’Ode 1.5 citata a inizio documento) appariva che il poeta avesse risolutamente deciso di non interessarsi
più a innamorarsi, questa posizione viene a meno nel corso dell’opera37 (Höschele, 2009).

34
Konstan, D. Op. cit. Pagina 55. Si definisce il “Saggio” come “one who stands outside or above the fray”.
35
Quinto Orazio Flacco. Odi ed Epodi, op. cit., pagina 182.
36
Lucrezio. De Rerum Natura, op. cit.
37
Höschele, R. Op. cit. Pagina 83: “(…) as a matter of fact the ode reveals that Horace’s erotic desire has, quite contrary to his assertations, not yet
exhausted, provided that probably he anonymous addressee of the Ode is the poet himself”.

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Konstan, analizzando alcune odi, si focalizza su come si passi da un Orazio poco interessato all’amore nella
quinta ode del primo libro ad un Orazio dall’atteggiamento d’ora in avanti completamente consacrato
all’Amore38 nel successivo componimento 1.19 dove scrive (vv.1-6 e vv. 9-12):

Senza pietà la dea, madre delle passioni Mater saeva Cupidinum


ed anche Bacco, il figlio di Sémele tebana Thebanaeque iubet me Semelae puer
et lasciva Licentia
insieme alla sensuale, lasciva dea Licenza
di nuovo ora m’impongono di rivolgere l'animo all'amore finitis animum reddere amoribus.
(che credevo mi fosse negato ormai per sempre) (…)
(…) in me tota ruens Venus
Venere adesso è qui: irrompe in me con tutto il suo furore.

Non è tutto. Quasi come se Orazio si fosse reso conto di non essere più un giovane ingenuo o ignaro di che
cosa comporta l’essere innamorato e l’amore, dunque il poeta lirico si sente legittimato di presentarsi quasi
come un esperto, un saggio, un anziano per cui il tempo per coinvolgersi e incantarsi è inesorabilmente
passato. Siamo alla prima ode del quarto e ultimo libro (Ode 4.1, vv 29-32):

Non m'importa più niente delle donne o dei fanciulli, me nec femina nec puer
E ho perso ormai l'ingenua mia speranza iam nec spes animi credula mutui
Di trovare alla fine nec certare iuvat mero
Un’anima che sappia corrispondermi.39 nec vincire novis tempora floribus.40

38
Konstan, D. Between Epigram And Elegy: Horace As An Amatory Poet. Pagina 67: “From now on he will seak like a man in love,
or one who has clearly known its power, whether softens the tone and humorously suggests that love confers a serene and indeed
security”.
39
Quinto Orazio Flacco. Odi ed Epodi. op. cit., pagina 182.
40
Testo originale da Labate, M. (2012). Sine Nos Cursu Quo Sumus Ire Pares, op. cit., pagina 5.

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Conclusione e commento

A concludere l’elaborato si presenta un breve commento relativo al tema dell’Amore presente in


questo autore e, effettivamente, da lui anche vissuto personalmente.

Quanto traspare dai suoi componimenti è un’intricata rete di relazioni amorose, anche al plurale; un insieme di
insegnamenti e consigli sul tema dell’amore e sul trattamento da riservare alle persone con cui di volta in volta
poteva succedere di entrare in relazione.
Tuttavia, quanto invero appare paradossale dalla lettura e dallo studio delle sue opere è che Orazio stesso
fosse il primo a soffrire di quell’antitesi dell’Amore chiamata Solitudine. Lui stesso racconta nelle sue lettere
(Epist. 1.8.3-12 e Epist. 1.11.7) di essere sofferente, malato, in balia di sentimenti e sensazioni sconcertanti;
lui stesso si definirà quindi “malato nell’anima”.

Di fronte a ricerche e riflessioni di studiosi su come possa essere definita la visione oraziana
dell’amore, ciò che risulta più evidente è che questo poeta del mondo augusteo può essere indicato come forse
uno dei più eleganti poeti, pertanto additabile come esemplare testimone dei tormenti, stranezze e irrazionalità
di quel sentimento complicato, comune e che trascende il tempo come quello amoroso.

L’arte poetica oraziane, ora offre consigli riguardanti la passione, ora spiega come sia riuscito a sopraffare la
passione, ora illustra come sia, tutto sommato umano e debole tornare indietro ed farsi nuovamente inghiottire
nella corrente41.

Informarmi e approfondire uno degli autori del corso di Poesia Latina da me seguito questo secondo
semestre sotto la guida del professore Paulo Sérgio Margarido Ferreira mi ha sicuramente aiutato a capire e
appassionarmi ulteriormente alla materia, non sempre facile ma anche per questo molto accattivante. A volte
perseverando nello studio si arriva davvero ad apprezzare determinati autori, come nel caso di Orazio.

41
Konstan, D. Between Epigram And Elegy: Horace As An Amatory Poet. Pagina 69: “drawn back into the tide”.

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Orazio: Un Innamorato Libertino e Moderato

Fonti
Bibliografia

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Paulo. Pagina 337 su EPICURISMO. Link al documento pdf:
https://marcosfabionuva.files.wordpress.com/2012/04/nicola-abbagnano-dicionario-de-filosofia.pdf - ultimo
accesso aprile 27, 2019.

Citroni, M.; Consolino Ela, F.; Labate, M. (1997). Letteratura di Roma Antica. Laterza scolastica.

De Medeiros, W. (2012). O canto das fontes: Hélade e Roma: luzes e afetos de uma vida. Volume I. Centro de Estudos
Clássicos e Humanísticos da Universidade de Coimbra; Imprensa da Universidade de Coimbra. Link al
documento pdf: https://digitalis-dsp.uc.pt/bitstream/10316.2/9722/6/Canto_das_fontes_1.pdf - ultimo accesso
maggio 15, 2019. In specifico:
o Memoria De Um Homem Só No Bimilenário Da Morte De Horácio.
o Entre O Cirne E A Abelha. A “RECUSATIO” Horaciana Do Lirismo Sublime.

De Oliveira, F. Amor na satira de Horacio e seus predecessores in Rocha Pereira, M.; Ferreira Ribeiro, J.; De Oliveira, F.
(2009). Horacio E A Sua Perenidade. Imprensa da Universidade de Coimbra. Annablume – in specifico:
o Höschele, R. Epigrammitizing Lyrics: Generic Hybridity in Horace’s Odes;
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Labate, M. (2012). Sine Nos Cursu Quo Sumus Ire Pares: L’ideale Dell’amore Corrisposto Nell’elegia Latina. Rivista
Dictynna, numero 9. Disponibilizzato dalla piattaforma IRIS Università degli Studi di Firenze. Link al
documento pdf https://flore.unifi.it/handle/2158/958337#.XMce6zBKjIU - ultimo accesso aprile 29, 2019.

Ovidio. Amores. Traduzione online: https://professoressaorru.files.wordpress.com/2010/02/ovidioamores.pdf - ultimo


accesso aprile 30, 2019.

Ovidio. Amores. Traduzione online: https://professoressaorru.files.wordpress.com/2010/02/ovidioamores.pdf . Pagina 1

Properzio. Elegie. Traduzione online: https://professoressaorru.files.wordpress.com/2016/04/properzio-antologia.pdf - ultimo


accesso maggio 1, 2019

Quinto Orazio Flacco. Odes (commento e trad. in portoghese di Pedro Braga Falcão, 2008). Lisboa. Cotovia.

Quinto Orazio Flacco. Odi ed Epodi (trad. in italiano di Germano Zanghieri, 2006). Immagini e Parole. Edizione
Universitarie di Lettere Economia Diritto - Pubblicato in Led On Line. Link al documento pdf -
https://www.ledonline.it/ledonline/classicilatini/Orazio_Odi_ed_Epodi.pdf - ultimo accesso maggio 9, 2019.

Altre fonti

VIDEO (Dicembre 1993). Intervento sulla tematica amorosa in Orazio del professor Walter de Medeiros in occasione del
bimillinario della morte di Orazio. Universidade de Coimbra. Pagina personale António Rebelo. Link alla
pagina personale: https://www.facebook.com/antonio.rebelo.505 - reperito in maggio 3, 2019.

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