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La fotosintesi clorofilliana rappresenta la vita sul nostro pianeta

perché è grazie a questo fenomeno che, circa due miliardi di anni fa,
l’atmosfera iniziò ad arricchirsi di ossigeno (indispensabile per la respirazione)
con la prima fotosintesi svolta dai cianobatteri, ovvero batteri fotosintetici (in
quanto contengono clorofilla).La fotosintesi permette alle foglie delle piante,
contenenti cloroplasti (pigmenti che sono costituiti da clorofilla), di
trasformare l’energia del Sole in energia chimica che viene utilizzata
per i bisogni della pianta. Esistono due tipi di reazioni fotosintetiche: una
luminosa (avviene in presenza di luce solare) e l’altra al buio (ciclo di Calvin,
senza luce).
Durante la reazione luminosa, vengono prodotte delle molecole energetiche
che saranno utilizzate nella reazione al buio per produrre zuccheri (ciclo di
Calvin). In definitiva, la fotosintesi clorofilliana utilizza la luce solare e
l’anidride carbonica presente in atmosfera per produrre zuccheri e
ossigeno.
Quella di sopra riguarda le piante C3, poiché il primo prodotto fotosintetico è
uno zucchero a tre atomi di carbonio. Esistono anche le piante C4, con il
primo zucchero che si forma a quattro atomi di carbonio (queste sono le
graminacee, ovvero mais, avena e specie simili).
Inoltre, troviamo le piante CAM. Vivono in ambienti aridi e il ciclo di Calvin
avviene di giorno. Queste piante sono le cactacee (cactus).
Infine, ci sono delle piante che sviluppano il meccanismo fotosintetico in modo
differente: ciclo della fotorespirazione, cioè gli zuccheri prodotti vengono
consumati per dare anidride carbonica e acqua. La fotorespirazione serve alle
piante per recuperare molecole di anidride carbonica che si perderebbero.

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