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L’ultima fase consiste nella cattura dell’energia, viene definita “catena di trasporto degli
elettroni” e avviene sulla membrana mitocondriale interna. Questa fase indica l’ossidazione del
NADH e del FADH2 da parte dell’ossigeno. Poiché questa ossidazione è fortemente esotermica,
libera una grande quantità di ATP (infatti il 90% di ATP contenuto nella molecola di glucosio,
viene liberata in questa fase) e ovviamente non può avvenire una reazione diretta, altrimenti non ci
sarebbe la possibilità di trasformare gradualmente l’energia liberata in ATP, quindi, anche in questo
caso, ad ossidare NADH non è direttamente l’ossigeno ma sono altri intermedi che successivamente
vengono riciclati; poi come ultimo step c’è l’intervento dell’ossigeno.
Quindi, questa catena di trasporto, è l’ossidazione indiretta di NADH.
Si tratta di quattro complessi (indicati con i numeri romani da I a IV) e due sistemi di
connessione (l’ubichinone e il citocromo c).
I primi sono dei complessi proteici e alcuni di essi (in particolare I, III, IV) formalmente sono
pompe protoniche che spostano ioni H+ e che formano un gradiente protonico nello spazio fra le
due membrane e la parte interna del mitocondrio (la matrice mitocondriale).
La prima reazione di questa catena degli elettroni prevede la rigenerazione del NAD+ (a questo
punto si hanno 10 equivalenti di NADH: 8 da ciclo di Krebs + piruvato e 2 dalla glicolisi) dal
complesso della NADH-deidrogenasi, questa catalizza una reazione di ossido-riduzione, la
reazione avviene con il substrato NADH che diventa NAD+ e con il corrispettivo ossidante che è
l’ubichinone (o coenzima Q). In questa reazione vengono liberati H+ da NADH, questi ioni
vengono pompati nello spazio intermembrana e quindi la proteina, come detto in precedenza, funge
da pompa protonica.
Figura 2- ubichinone
Tutte le molecole che si chiamano citocromo possiedono al loro interno una porfirina con un
metallo al centro, “cromo”, d’altronde, richiama il colore e questo infatti viene dato proprio dal
metallo.
Quindi arrivato nel complesso III, l’ubichinolo raggiunge il citocromo cb1, quest’ultimo ha la
funzione di rigenerare l’ubichinone così che possa tornare ai complessi I e II per risvolgere le
prime due reazioni. L’ossidante di questo complesso è il citocromo c, la sola proteina presente nella
catena di trasporto che non è una proteina di membrana, quindi, che è capace di spostarsi ma non
è integrale ( l’ubichinone è invece una molecola organica). Il citocromo c quindi è parzialmente
inserita nella membrana, è una molecola piccola e dato che deve spostarsi nella membrana possiede
una forma globulare e espone all’esterno amminoacidi apolari, sennò non può viaggiare all’interno
di essa.
Arrivato al complesso IV, quest’ultimo rigenera il citocromo c e attraverso un trasferimento
all’interno del complesso IV gli elettroni arrivano all’ossidante finale, ovvero l’ossigeno. A questo
punto l’ossigeno subisce la reazione di riduzione e diventa acqua.
* NOTA BENE
I veri ossidanti del complesso III sono i metalli posti all’interno della porfirina, ad esempio Fe3+
che viene ridotto a Fe2+, ma per farlo ritornare ad essere Fe3+ il citocromo c, che contiene Cu2+, lo
rigenera con una reazione di ossido-riduzione, ma a sua volta il citocromo c si è modificato a Cu+
durante questa reazione e di conseguenza deve essere rigenerato e quindi raggiunge il complesso IV
dove trova un altro Fe3+ che ossida il Cu+ ottenendo il citocromo c di partenza e Fe2+ , alla fine
quest’ultimo ione, insieme al complesso IV stesso, verrà rigenerato dall’ossigeno che diventerà
acqua.
OSSERVAZIONI
● Il complesso III è una pompa protonica perché dato che viene rigenerato l’ubichinone
dall’ubichinolo quest’ultimo perderà i protoni acquistati che verranno poi “cacciati” fuori.
L’ossigeno reagisce con gli ioni H+ e diventa H2O.
● Il complesso IV in realtà non è una vera e propria pompa protonica ma contribuisce a creare
il gradiente ( gradiente = differenza di concentrazione).
All’interno dei complessi III e IV avvengono delle reazioni di ossido riduzione, quello che succede
è che un rame ossida un ferro, poi un ferro ossida il rame e poi il ferro ossida il ferro.
Ma com’è possibile che un Fe3+ del terzo complesso venga ossidato da Fe2+ del secondo complesso
secondo questa reazione:
Fe3+(IV) + Fe2+(III) 🡪 Fe2+(IV) + Fe3+(III) ?
In soluzione, non ha senso questa reazione perché i potenziali di riduzione e ossidazione sono fissi.
Ha senso in questo caso perché se il ferro si trova all’interno di strutture come le porfirine, il suo
potenziale può essere graduato e quindi un ferro può essere più ossidante di un altro.
L’enzima citocromo c ossidasi corrisponde al complesso IV. È uno degli enzimi filogeneticamente
più antichi, ovvero versioni diverse ma simili, di questo enzima, è presente in tutti gli esseri viventi.
È il primo enzima che troviamo che ha come substrato un gas (O2).
Come fa l’enzima ad avere come substrato un gas se non ha una tasca dove può entrare questa
molecola biatomica?
Lui ha dei gruppi che somigliano all’eme, quindi è lo stesso centro metallico che si trova nell’eme
che cattura O2, quindi, viene catturato da questo sistema porfirinico.
Nell’eme però l’ossigeno viene solo trasportato, non avviene nessuna reazione, mentre in questo
enzima, reagisce per dare H2O.
Lo ione -CN e CO sono considerati veleni mitocondriali perché si sostituiscono all’ossigeno sia
dell’eme sia all’enzima citocromo c ossidasi; bloccano la produzione di energia.
Nella glicolisi abbiamo visto l’enzima fosfofruttochinasi che regolava il processo; nel ciclo di Krebs
abbiamo visto invece che le reazioni degli enzimi 3 e 4 sono quelle più importanti e che hanno degli
effettori allosterici e degli inibitori allosterici;
Questo processo viene regolato? O nel momento in cui inizia non si può più fermare?
È molto meno regolato, è interesse della cellula rigenerare il NAD e il FAD, ma c’è una forma di
regolazione a livello locale che consiste nel bloccare proprio il citocromo c ossidasi, ovviamente
non come fanno il cianuro o il monossido di carbonio ma in maniera reversibile. Anche in questo
caso si utilizza un gas che però forma un legame reversibile con il citocromo c ossidasi, questo è il
monossido di azoto: può essere rimosso a seconda della sua concentrazione e in base alle esigenze,
anche questa è una forma di regolazione. NO è un mediatore utilizzato nel nostro organismo come
mediatore, è uno stimolante della contrazione muscolare.
Quando entra in gioco il citocromo c ossidasi è una fase fondamentale perché quest’ultimo entra in
contatto con una molecola estremamente reattiva, O2. L’ossigeno potrebbe causare danni,
producendo radicali reattivi all’ossigeno che si chiamano ROS, quelli che causano lo stress
ossidativo. Essendo reattivi possono causare danni alle strutture cellulari, però, la presenza di questi
è un segnale cellulare dello stato ossidativo quindi non può essere portata a 0 la sua concentrazione,
quindi, serve per sapere quanto ossigeno serve al mitocondrio.
Arrivati a questo punto si deve sintetizzare ATP.
Mitchell fu colui che scoprì come riusciva ad essere sintetizzato ATP arrivati in questa fase, ovvero
ha spiegato come il gradiente elettrochimico, tra lo spazio intermembrana e la matrice, viene
convertito in ATP.
La parte fondamentale è riposta nell’enzima F0F1 ATPasi ( più piccola macchina nota in natura.
Viene definita macchina perché converte l’energia). Questo enzima prende ADP e gli aggiunge un
gruppo fosfato, quindi, è una fosforilazione non a livello del substrato. Questa reazione richiede
energia e la prende proprio dal gradiente elettrochimico.
Questa proteina converte diverse forme di energia.
Nella membrana mitocondriale interna si trova la prima subunità di questa proteina, è una subunità
che al centro possiede una sorta di cavità e grazie a questa riesce a far passare gli ioni H+. (la
membrana interna è impermeabile agli ioni quasi sempre).
Gli ioni H+ inducono un cambio conformazionale alla proteina che quindi ruota.
Perché c’è questa rotazione?
Si immagini al centro di questa molecola tantissime lisine ( amminoacido basico che contiene NH3)
vicine tra loro, quando entrano gli H+ si caricano positivamente e quindi si respingono e inducono
la rotazione della proteina. Il movimento viene trasmesso alla parte F1 e questo movimento
meccanico viene convertito in energia per la sintesi di ATP.
*NOTA BENE
La prima forma di energia che si converte è il gradiente elettrochimico in energia meccanica poi
questa viene convertita in energia chimica per prendere un fosfato e attaccarlo all’ADP,
sintetizzando ATP.
Jagendorf fu un chimico che inizialmente smentì la teoria chemiosmotica di Mitchell ma che
successivamente, con alcuni esperimenti, la dimostrò.
L’esperimento è volto a dimostrare che il gradiente protonico è la forma di energia che serve per
sintetizzare ATP.
ESPERIMENTO 1
Jagendrof isolò un mitocondrio dalla cellula ponendolo in un mezzo liquido a pH =9. Dopo un po’
la matrice, lo spazio intermembrana e la membrana esterna si trovavano tutti allo stesso valore di
pH (9), istantaneamente pose il mitocondrio in un mezzo liquido a pH=7 determinando un gradiente
protonico (perché all’interno della matrice il pH era ancora 9 quindi c’era una concentrazione di
H3O+ maggiore all’esterno). Dopo questo osservò che nel mitocondrio iniziò a sintetizzarsi ATP.
Quindi con questo primo esperimento dimostrò che l’energia necessaria per sintetizzare ATP era
quella del gradiente protonico.
ESPERIMENTO 2
La seconda dimostrazione fu quella rivolta alla dimostrazione dell’enzima F0F1 ATPasi.
Jagendorf isolò dalla cellula un organello con una pompa protonica (esempio: vacuolo), creò
artificialmente un gradiente protonico; sullo stesso organello, dopo aver constatato che non si
sintetizzava ATP, installò la F0F1 ATPasi e riuscì a osservare la sintesi di ATP.
Nella glicolisi si liberano 2 equivalenti di ATP, 2 NADH che entrano nel mitocondrio con lo
shuttle malato aspartato, sopra è presente il piruvato che entra nel mitocondrio con il simporto
H+ piruvato. Successivamente avviene tutto nella matrice e sulla membrana mitocondriale interna:
nella matrice avviene il ciclo di Krebs che utilizza il piruvato, l’acetil-coenzima A è l’ultima forma
di glucosio che poi viene liberato come CO2, si produce anche in questa fase qui poco ATP, però si
produce una grande quantità di NADH e FADH2, a questo punto ci sono i complessi I, II, III e IV
che servono a costituire la catena di trasporto di elettroni, si crea poi il gradiente protonico e per
ultimo, attraverso l’enzima F0F1ATPasi, l’ADP diventa ATP, quest’ultimo si trova, quindi, nella
matrice del mitocondrio.
La creazione delle creste è fondamentale perché consente di porre al suo interno un maggior
numero di complessi ( migliaia su un mitocondrio). Nella cresta si crea il gradiente protonico più
facilmente perché il volume preso in considerazione è minore, riuscendo così ad avere
concentrazioni di ioni H+ diverse più facilmente.
Inoltre, la cresta, fa sì che l’enzima F0F1 ATPasi si trovi esattamente sotto ai complessi, da una
parte i complessi pompano ioni H+ e dall’altra escono, questa è una disposizione strategica di
F0F1 ATPasi rispetto ai complessi, se non ci fosse sarebbe difficile farlo attraversare.
Il bilancio energetico finale quindi è pari a 36 o 38 ATP.
Glicolisi= 2ATP
Ciclo di Krebs= 2ATP
Fosforilazione ossidativa= 32 o 34 ATP
Questi numeri sono solo indicativi in realtà, il numero effettivo è molto più vago.
- Il numero sarebbe corretto se venisse utilizzato lo shuttle malato aspartato allora sarebbero
34, se invece si utilizzano altri, che sono meno efficienti, se ne formano 32.
- Nelle cellule eucariotiche il piruvato entra con gli ioni H+ e li consuma, quindi, per questo
fa produrre meno ATP; quindi il simporto del piruvato consuma ATP.
- Gli ioni H+ possono attraversare la membrana interna senza passare per l’enzima F0F1
ATPasi, quindi, questo è un altro consumo di energia.
*NOTA BENE
Il gradiente protonico viene utilizzato tramite la termogenina per riscaldare l’organismo.
L’ultima parte è costituita dai metabolismi alternativi. Tutti i processi analizzati finora sono tutti
aerobi, quindi con presenza di ossigeno come ossidante. Esistono anche batteri aerobi, come se il
mitocondrio fosse il batterio stesso: glicolisi e ciclo di Krebs lo fanno sulla membrana mentre la
catena di trasporto degli elettroni la fanno sulla loro membrana ( che poi è diventata la membrana
del mitocondrio). Questi batteri possiedono due membrane, di cui quella interna fatta a creste, oltre
ad avere la parete.
Si chiama respirazione anaerobia, una respirazione cellulare fatta da batteri e il cui ossidante non
è l’ossigeno, alcuni batteri utilizzano ad esempio NO3-.
C’è un’altra possibilità di respirazione che è la fermentazione, è un processo in cui ci sono cellule
impossibilitate ad effettuare la respirazione o perché non hanno le strutture o perché in quel
momento non c’è disponibilità dell’ossigeno e quindi l’energia si ricava solo dalla glicolisi, lo fanno
alcuni batteri anaerobi, che possono essere obbligati ( come il batterio che causa il tetano), e quindi
se entra in contatto con O2, molecola offensiva, il batterio muore, lo fanno anche gli anaerobi
facoltativi o anche funghi unicellulari.