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Colonialismo e imperialismo La supremazia industriale (e di conseguenza anche militare) di Europa e America si

tradusse nei fenomeni di colonialismo e

imperialismo. Per colonialismo si intende la tendenza ad acquisire il dominio economico su un territorio. Per

imperialismo si intende la fase del colonialismo tra il 1870 e il 1914 (scoppio della Prima guerra mondiale) in

cui gli Stati europei acquisirono non solo il dominio economico, ma anche quello politico, in Asia e

Africa. In particolare imperialisti furono Inghilterra, Francia, Olanda, Stati Uniti, Porto- gallo, R

ussia, Germania, Belgio , Italia e Giappone. Di particolare importanza nel 1877 la regina Vittoria si

proclamò “imperatrice delle Indie”. Nel 1914, allo scoppio della Prima guerra mondiale, circa l’85% dei

territori

mondiali era assoggettato al dominio delle potenze europee. L'imperialismo era mosso soprattutto da interessi economici: conquistare

territori significava conquistare fonti di materie prime, forza lavoro e un mercato per i pro- dotti della propria

industria. Le guerre di conquista dell'imperialismo europeo vennero def


inite “asimmetriche” per via dell' enorme differenza tra gli eserciti opposti, sia per la tecnologica
degli armamenti, che per il numero di morti. In particolare, al contrario di asiatici ed

afri- cani, europei e americani erano provvisti di cannoni, fucili


a ripetizione e proiettili dum-dum (esplosivi). Particola
rmente asimmetriche furono le guerre tra Inghilterra e Suda
n (1898) e tra Germania e Namibia (1904). Solo in due casi si verificarono guerre
“simmetriche”, cioè pari.

La prima fu tra inglesi e boeri (contadini olandesi insediati in Sudafrica) (1899- 1902). Solo dopo tre anni i boeri furono sconfitti e venne creata

un'Unione suda- fricana posta sotto il dominio

inglese. La seconda tra Giappone e Russia (1904-1905) per il


controllo della Manciuria e della Corea; la Russia venne sconfitta n
ella battaglia di Tsushima (1905): prima volta che l'“uomo bianco” venne
sconfitto. Una volta esauriti i territori africani e asiatici da conquistare facilmente, iniziarono i conflitti tra le nazioni imperialiste. Questo è uno dei

presupposti della Prima guer- ra mondiale.

Il protezionismo In risposta alla grave crisi della grande depressione (in particolare) la Germania e l'Italia adottarono il protezionismo, ovvero la

politica economica con la quale il

go- verno cerca di proteggere la produzione nazionale dalla forte c


oncorrenza estera, in primo luogo introducendo alti dazi doga
nali (che fanno lievitare i prezzi delle merci importate, sfavorendone quindi l'acquisto). Perciò
il protezionismo si contrappone al liberismo.

Il nazionalismo Con la nascita della politica di massa gli Stati avevano dato al popolo enorme po- tere politico; bisognava quindi introdurre dei valori

e delle ideologie che indiriz- zassero questo potere politico in una direzione non contrapposta allo Stato

stesso. Il valore che si affermò in questo periodo fu quindi la naziona


lità (ovvero il senti- mento di appartenenza ad una nazione, ov
vero ad una comunità dotata di identità etnica e cult
urale omogenea). <<Abbiamo fatto l'Italia, ora dobbiamo far
e gli italiani>> diceva D'Azeglio, intendendo che la nazionalità era
un'ideologia che an- dava insegnata ai cittadini. Questo sentimento si diffuse particolarmente nel ceto medio-basso, che
vedeva così compensata la propria inferiorità sociale. Strumenti efficacissimi nella diffusione del valore della nazionalità furono l'eser- cito, la scuola

e le celebrazioni nazionali (come l'inno, la bandiera, ecc.). Dopo il 1870 circa, però, il sentimento di nazionalità verrà sostituito
dal nazionalismo, ovvero una sintesi di amore per la propria pat
ria e xenofobia (cioè odio nei confronti di tutto ciò che è stran
iero). Gli stranieri divennero il capro espiatorio della frustrazione sociale che caratterizzò quest'epoca;
in

particolar modo furono presi di mira gli ebrei (dato che erano prevalen
temente banchieri e commercianti): esempio nel 1894 il caso Dr
eyfus (militare francese ebreo falsa- mente accusato di spionaggio a favore della Germania). Inoltre
fu la competizione imperialista che favorì lo sviluppo della xenofobia; infatti la guerra tra le nazioni ve- niva considerata positivamente come

portatrice di progresso. Il nazionalismo fu un altro presupposto della Prima guerra mondiale. Il nazionalismo divenne l'ideologia politica dei

schieramenti di destra.

Le cause della Grande guerra La vera causa della Prima guerra mondiale può essere rintracciata nella grande pro- sperità e nel grande sviluppo che

avevano caratterizzato gli anni che vanno

dal 1870 al 1914 (la belle époque). In particolare l'imperialism


o e il nazionalismo ave- vano creato un sentimento di competizione (soprattutto di natura
economico- commerciale) tra gli Stati europei e avevano contribuito a diffondere un sentimento di xenofobia. Inoltre, la
seconda rivoluzione industriale aveva portato ad un miglioramento del- l'apparato bellico e alla creazione delle prime armi di distruzione di massa, e

gli Stati avevano aumentato le loro spese militari per potenziar


e il proprio esercito, ed in maniera particolare la propria flotta. La
guerra venne poi resa inevitabile dalle politiche adottate in particolare da alcuni

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