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Paola Zampa Antonio da Sangallo il Vecchio: limpiego del fregio dorico

nei disegni e nellopera

Il codice acquistato da Geymller nel 1875 ca. e


da questi venduto agli Uffizi nel 19071, rappre-
senta unimportante raccolta di disegni diversi
schizzi di ornato e figure, pochi disegni dallan-
tico2, appunti grafici e molti disegni attinenti a
opere di Antonio da Sangallo il Vecchio gene-
ralmente riferiti allo stesso Antonio, al fratello
Giuliano e al nipote Francesco3.
Le opinioni sulla formazione della raccolta,
sulla paternit dei disegni e sulla loro possibile
datazione sono tuttora discordi4: la stessa quan-
tit dei fogli, la diversit dei soggetti, la diffe-
rente resa grafica, contrastano con la possibilit
di una risposta univoca a tali domande mentre si
impongono lattenta considerazione di ciascun
foglio e lo studio analitico degli schizzi in essi
contenuti. Tuttavia, come nota Satkowsky, il
codice rappresenta una selezione di soggetti
architettonici che riflette con chiarezza gli inte-
ressi tecnici e teorici dellarchitetto professioni-
sta agli inizi del XVI secolo5.
Per alcuni fogli sono gi state condotte inda-
gini approfondite6. In questa sede cercheremo
di esaminare alcuni schizzi di dettagli architet-
tonici che mostrano singolari coincidenze con i
modi di Antonio da Sangallo il Vecchio e con-
tribuiscono allanalisi del suo particolare proce-
dimento nello studio dei monumenti antichi e
nella deduzione, da questi, di spunti linguistici
e formali.
Il foglio U 7867 Ar7 (ill. 1) contiene il pro-
spetto incompleto di una fabbrica: ne rappre-
sentata la parte sinistra, fino al cantonale, per
laltezza di due piani. Nel piano terra, a bugna-
to, si apre, verso langolo, un portale ad arco
con conci radiali; al di sopra di una cornice e di
una sovrastante fascia basamentale8 si imposta il
primo piano, anchesso caratterizzato dalla tes-
1. Codice Geymller (Firenze, Galleria situra a bugne, con due finestre ad arco e conci
degli Uffici, Gab. Disegni e Stampe [= U] radiali, dal disegno simile a quello del portale
7867 Ar. Su concessione del Ministero
per i Beni e le Attivit Culturali). inferiore.
Nellarcata del portale inserito uno schizzo
2. Gaeta, mausoleo di Munazio Planco,
dettaglio della trabeazione dorica raffigurante un gruppo di figure: un personag-
(foto F. Toppetti). gio togato, in piedi, tra un toro e un leone. Sotto
le figure riportata, a caratteri lapidari, uniscri-
zione recante il nome dellimperatore Gordia-
no9. Unanalisi accurata non ha dato esiti signi-
ficativi sulla possibile connessione tra lepigrafe
e ledificio e porta a escludere che questo possa
rappresentare una fabbrica antica10: inserite nel

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3. Giuliano da Sangallo, mausoleo vuoto del portale, immagine e iscrizione potreb- glia si inseriscono le metope e le scanalature,
di Munazio Planco a Gaeta (Roma, bero essere state aggiunte in un secondo anchesse trattate in maniera astratta. I canali
Biblioteca Apostolica Vaticana, Codice
Vaticano Barberiniano Latino 4424, momento. Il prospetto sarebbe, quindi, un pro- presentano, infatti, una terminazione simmetri-
f. 7v). getto o unesercitazione sul tema della facciata ca a piano inclinato sia superiormente che infe-
4. Gaeta, SantErasmo, campanile, di palazzo: lo confermerebbero i diversi modi di riormente. Le metope, rettangolari e, alternati-
frammento di trabeazione dorica trattare il bugnato, forse varianti di possibili vamente, pi brevi e molto allungate, sono pro-
proveniente dal mausoleo di Sempronio diverse tessiture11, e, in alto a destra, lo studio in poste in due soluzioni diverse ma entrambe
Atratino.
dettaglio di un concio radiale. semplificate: a incasso o a bugna rilevata e cir-
5. Ricostruzione della trabeazione dorica Lelemento pi interessante la conclusione condata da uno stretto canale, come sembra sug-
del mausoleo di Sempronio Atratino
(disegno di E. Terlini).
del primo piano: una trabeazione formata da gerito dallombreggiatura nelle prime due
una bassa fascia continua larchitrave inter- metope a destra del portale12.
rotta dal concio di chiave del portale, un fregio Il fraintendimento del significato originario
a metope e triglifi e una cornice senza gocciola- del fregio dorico , infine, confermato dal par-
toio, costituita da un ovolo e una gola rovescia. ticolare trattamento delle guttae: queste, ridot-
Una trabeazione semplificata nella quale appare te al numero di tre13 e poste, senza linterposi-
singolare soprattutto il modo in cui sono resi i zione della regula, in corrispondenza dei femo-
triglifi e le metope. ri, ne prolungano la linea oltre la tenia, quasi a
Nei triglifi, privi dei semicanali laterali, replicare una logica costruttiva gotica che
appartengono a uno stesso piano i femori, la impone continuit tra gli elementi verticali
fascia superiore del fregio, dove manca il risalto della costruzione. Ladesione a tale logica sem-
che normalmente forma il capitello del triglifo, brerebbe confermata, nella costruzione del
la tenia e le sottostanti guttae. Ne deriva la tra- disegno, dalle tracce a stilo e a matita che evi-
sposizione del fregio dorico in un sintetico denziano una precisa relazione tra i triglifi e le
motivo ornamentale, una sorta di griglia bidi- bugne poste a delimitare le aperture centinate
mensionale che prescinde dal reale significato del piano superiore.
sintattico e strutturale proprio dellordine e del Una simile interpretazione, bench lontana
dorico in particolare. Allinterno di questa gri- dalla ricostruzione della tettonica degli ordini,

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6. Tivoli, piazza Palatina, frammenti
di trabeazione dorica reimpiegati nel
portico del palazzo Del Re, gi Boschi.

7. Antonio da Sangallo il Giovane,


frammento di trabeazione dorica,
reimpiegato nel portico del palazzo Del Re,
gi Boschi, a Tivoli (U 1208 Av, dettaglio.
Su concessione del Ministero per i Beni e le
Attivit Culturali).

come si viene delineando a Roma nei primi


decenni del Cinquecento14, potrebbe tuttavia
essere direttamente ispirata a modelli antichi.
Un primo riferimento possibile il mausoleo
di Munazio Planco a Gaeta che il fratello di
Antonio, Giuliano da Sangallo, raffigura nel
Codice Barberiniano15.
Nella realt (ill. 2), la cornice posta a corona-
mento della rotonda una trabeazione dorica
molto simile a quella appena descritta: un archi-
trave a semplice fascia, chiaramente identificato
nonostante laltezza ridotta per il trattamen- dei femori. Nello schizzo di dettaglio, infine, i
to continuo che lo distingue dal sottostante rive- canali sono caratterizzati dalla terminazione
stimento a bugne piatte, un fregio a metope e inferiore a piano inclinato.
triglifi e una cornice senza gocciolatoio, forma- La scarsa attenzione per il significato struttu-
ta da una gola rovescia e una gola diritta16. Nel rale della trabeazione dorica testimonierebbe di
fregio si alternano le metope a semplice incas- un interesse orientato verso i valori formali e
so, tutte della stessa dimensione e ornate con chiaroscurali del fregio a metope e triglifi, piut-
armi e trofei17 e i triglifi18 ma anche qui, come tosto che verso la puntuale ricostruzione della
nel foglio del Codice Geymller, mancano i semi- meccanica dellordine22: nel disegno, laccentua-
canali laterali mentre femori, tenia e fascia supe- to rilievo del fregio quasi supera per importanza
riore, sono posti sullo stesso piano a formare un il coronamento della cornice mentre, nella
disegno reticolare: la riduzione del fregio dorico realt, questultima che prevale visivamente
a un motivo pi decorativo che tettonico, con la sua forte ombreggiatura.
rafforzata dal trattamento grafico dei triglifi, Anche Giuliano, dunque, nella ricostruzione
resi con un rilievo estremamente appiattito. Le del mausoleo, assume il fregio dorico come ele-
guttae per, separate dalla tenia tramite linter- mento ornamentale e appare condizionato da
posizione della regula, sono correttamente in consuetudini visive legate a sistemi costruttivi
numero di sei mentre i canali presentano, infe- diversi da quelli antichi: un fraintendimento
riormente, la consueta terminazione piana19. confermato, nel disegno, dai triglifi dellestre-
Nella rappresentazione di Giuliano da San- mit sinistra della rotonda, caratterizzati da ben
gallo pianta, alzato ricostruttivo e dettaglio quattro femori e, di conseguenza, quattro gut-
del basamento e della cornice20 (ill. 3) alcuni tae23. Sembra, cio, che del modello antico
scarti rispetto alleffettiva conformazione del venga sottolineata, come caratteristica saliente,
monumento rafforzano lanalogia con il dise- la ritmica scansione dei triglifi, enfatizzata,
gno U 7867 Ar. nella fuga prospettica della curvatura del cilin-
Nella veduta dinsieme, la trabeazione man- dro murario, dalla reiterazione degli elementi
tiene la tripartizione in architrave, fregio e cor- verticali, moltiplicati, ossessivamente ripetuti e
nice che si perde per nello schizzo di dettaglio resi con plastica evidenza.
dove la cornice di questo tenpio, direttamente Sempre a Gaeta, nel campanile del duomo di
appoggiata sul profilo del basamento, rappre- SantErasmo, sono stati reimpiegati numerosi
sentata senza la fascia dellarchitrave. In entram- frammenti di trabeazione dorica provenienti dal
bi i disegni viene ripresa la separazione della mausoleo di Sempronio Atratino24.
tenia dalle guttae21 ma queste, come nel foglio Bench tra i disegni dallantico del XVI seco-
del Codice Geymller, di forma rettangolare, sono lo non resti traccia di questi frammenti che, per
ridotte nel numero e poste in corrispondenza la loro localizzazione, sarebbe stato semplice

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8. Monte San Savino, palazzo Del Monte,
dettaglio della cornice della cappella ottagona
al piano nobile (foto P. Gherardi).

9. Montepulciano, porta al Prato, dettaglio


del coronamento (foto P. Gherardi).

10. Montepulciano, palazzo Del Monte,


dettaglio delle finestre del piano nobile (foto
P. Gherardi).

11. Montepulciano, San Biagio, esterno,


trabeazione dorica (foto P. Gherardi).

12. Monte San Savino, palazzo Del Monte,


cortile interno, cornicione (foto P. Gherardi).

13. Monte San Savino, palazzo Del Monte,


porta dingresso alla cappella ottagona del
piano nobile (foto P. Gherardi).

rilevare, possiamo ipotizzare siano stati comun- pra della tenia e sono caratterizzati dallinserto
que osservati da quanti si erano recati a studiare di un listello centrale piano e dalla terminazione
il mausoleo di Munazio Planco25. La ricostruzio- inferiore inclinata; le metope presentano un
ne grafica, condotta sulla base del rilievo di alcu- riquadro centrale rilevato, simile a una sorta di
ni dei frammenti, mostra una trabeazione ricca bugna piatta, definito, lungo il suo perimetro, da
di elementi singolari e caratterizzata soprat- una stretta fascia incassata28.
tutto nella parte centrale: terminazione superio- Giorgio Rocco ha sottolineato i caratteri
re dellarchitrave e fregio da una forte stilizza- non convenzionali delle trabeazioni doriche
zione (ill. 4, 5). Nellarchitrave, suddiviso in riferibili al complesso di Roccabruna: un lin-
fasce, al posto delle regulae, un listello corre guaggio corsivo, in parte semplificato, che
ininterrotto al disotto della tenia. Anche la fascia nasce da una geometrizzazione dellelemento e
che costituisce il capitello dei triglifi, coronata attesta una sostanziale astrazione rispetto al
da un piccolo ovolo, presenta un andamento modello di riferimento29. Se tali caratteri sem-
continuo che la rende simmetrica alla tenia e, brano essere colti e replicati nelle stilizzazioni
infine, i semicanali laterali confluiscono nel del fregio dorico offerte da Giuliano con la rap-
piano di fondo delle metope conferendo al tri- presentazione del mausoleo di Gaeta e dallau-
glifo una forma a T26. tore del progetto di palazzo del Codice Geyml-
Un altro possibile modello antico potrebbe ler, il fatto che i frammenti della piazza Palatina
essere rappresentato dai tre frammenti di tra- di Tivoli costituiscono una deviazione rispetto
beazione la met inferiore del fregio e larchi- alla corretta resa del fregio dorico sembra inve-
trave reimpiegati in un portico medioevale ce rilevato da Antonio da Sangallo il Giovane,
nella piazza Palatina di Tivoli (ill. 6), recente- in uno schizzo del foglio U 1208 Av (ill. 7), evi-
mente posti in relazione con il complesso della dentemente riferibile a un momento in cui le-
Roccabruna di villa Adriana27. Nei frammenti, satta interpretazione e restituzione degli ordini
collocati a rovescio, i canali si arrestano al diso- architettonici antichi rappresentava una que-

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14. Codice Geymller (U 7824 Ar, stione di primario interesse ed era oggetto di senso reale e figurato, suggerendo un impiego
dettaglio. Su concessione del Ministero per studi accurati30. libero e inventivo degli elementi dellordine.
i Beni e le Attivit Culturali).
Lo schizzo rappresenta un dettaglio del fre- Nel palazzo Del Monte a Monte San Savi-
15. Monte San Savino, palazzo Del gio, completato nelle sue parti mancanti e posi- no, opera concordemente attribuita ad Antonio
Monte, peduccio a sostegno di una volta
del piano nobile (foto P. Gherardi). zionato correttamente31, ed corredato da alcu- da Sangallo il Vecchio33, limposta della volta
ne annotazioni: questa metofa sie al piano del che conclude la piccola cappella ottagona al
trigriffo come se ci avessi a i(n)tagliare con uno piano nobile tripartita come una trabeazione
smusso i(n)torno; questo corre i(n) su una (ill. 8): una cornice, anche in questo caso priva
piazza nell alto della terra i(n) una facciata d una di gocciolatoio e formata da una gola rovescia
casa e sono le gutte fino a mezzo el triglifo volte conclusa da un alto listello, un ovolo molto
sotto sopra e ve ne dua pezi; Li canali dettri- ridotto e una gola diritta, corona un fregio
griffi non isfondano fino i(n) su regolo dell liscio, sostenuto, a sua volta, da un architrave
architrave e pta i(n) piano lo trigrifo col regolo che riproduce quasi puntualmente il fregio
dell architrave. Oltre alla localizzazione dei dorico del foglio U 7867 Ar. Torna il tema del
frammenti, le gutte fino a mezzo el triglifo, reticolo formato dai femori complanari alla
inseriti sotto sopra nella facciata prospiciente tenia, alla fascia superiore dei triglifi conclu-
la piazza, il disegno e gli appunti di Antonio il sa da un ovolo e alle tre guttae quadrate; tor-
Giovane descrivono chiaramente le metope nano le metope in forma di rettangolo forte-
conformate come una bugna piatta individuata mente allungato e trattate come un semplice
dallintaglio perimetrale, come se ci avessi a incasso; ritroviamo la stilizzazione del triglifo,
i(n)tagliare con uno smusso i(n)torno, il triglifo nelleliminazione dei semicanali laterali e nei
posto i(n) piano [] col regolo dell architra- canali a terminazione inferiore obliqua e arric-
ve32 e la terminazione a piano inclinato dei chiti, come nel frammento della piazza di Tivo-
canali che, inoltre, non isfondano fino i(n) su li, da un largo listello piatto sul fondo.
regolo dell architrave ma terminano prima di La coincidenza con lopera realizzata tale
poggiare sulla tenia. da permettere di ipotizzare lattribuzione del
Per la particolare cifra stilistica della cornice disegno ad Antonio il Vecchio34 anche se, nel
del primo piano, lo studio di palazzo del Codice palazzo Del Monte, il motivo derivante da
Geymller sembra dunque potersi ricondurre a esempi di fregi dorici antichi viene ulteriormen-
modelli antichi nei quali la trabeazione dorica si te svuotato del suo significato a causa dello spo-
presentava gi come elemento decontestualizza- stamento nellarchitrave35.
to rispetto alla fedele riproduzione di un sistema Nelle realizzazioni di Antonio da Sangallo il
costruttivo e quindi disponibile a una trasposi- Vecchio e in alcuni disegni che, con maggiore o
zione in senso ornamentale: nel mausoleo di minore sicurezza possono essergli attribuiti, non
Gaeta giocava in tal senso lassenza di membra- mancano interpretazioni dellantichit prive
ture verticali connesse con la trabeazione men- della preoccupazione di restituire fedelmente il
tre nel campanile di SantErasmo e nel portico significato sintattico e strutturale degli ordini e
della piazza Palatina di Tivoli, la stessa caratte- interessate piuttosto a desumere dai modelli
ristica di frammento dei pezzi utilizzati li svin- spunti linguistici da rielaborare liberamente: in
colava dalle necessarie connessioni strutturali in particolare, ricorrono con frequenza un disin-

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16. Codice Geymller (U 7827 Ar. volto impiego del dorico e lestrapolazione di A Montepulciano il fregio dorico rievoca-
Su concessione del Ministero per i Beni singoli dettagli, replicati al di fuori del loro ori- to in qualche modo nel coronamento della
e le Attivit Culturali).
ginario contesto. Tale libert sembra rappresen- porta al Prato39 (ill. 9): i modiglioni con il fron-
17. Codice Geymller (U 7794 Ar. tare un atteggiamento volutamente divergente te scolpito a diversi motivi astratti, alcuni dei
Su concessione del Ministero per i Beni
e le Attivit Culturali). rispetto alla contemporanea ricerca di Bramante quali ricordano un trattamento a scanalature, si
e della sua cerchia: contraddistingue, infatti, alternano a metope decorate da scudi. Nel palaz-
opere intraprese dopo il ritorno di Sangallo a zo Del Monte40, le bozze rettangolari strette tra
Firenze nel 1503, successive, quindi, allespe- i mensoloni posti a sostegno delle finestre a edi-
rienza romana durante la quale, forse proprio cola del piano nobile (ill.10) rimandano alle
sotto linfluenza di Bramante ma anche del fra- metope assimilate a una grande bugna piatta dei
tello Giuliano36, Antonio aveva gi dato prova frammenti di trabeazione a Tivoli che ritrovia-
almeno di una familiarit con il linguaggio degli mo nel disegno del Codice Geymller e nei fregi
ordini architettonici. Il tema romano delle arcate dorici dellesterno di San Biagio a Montepulcia-
inquadrate dallordine, sviluppato nel cortile no41 (ill. 11).
della Rocca di Civita Castellana, con la succes- Nel palazzo Del Monte a Monte San Savino,
sione di toscano-dorico e ionico, e la ripresa del il gocciolatoio della cornice che conclude il cor-
modello dellantico rudere adiacente alla basili- tile interno sostenuto da mensole squadrate, a
ca Emilia37 nella proposta per il ballatoio della sezione rettangolare. Poste al di sopra di un
cupola di Santa Maria del Fiore e in San Biagio ovolo sovrapposto a un piccolo guscio, dovreb-
a Montepulciano38 testimoniano, infatti, della bero rappresentare i mutuli, ma il trattamento a
sua consuetudine con i modelli antichi pi fre- scanalature del fronte le avvicina a un astratto
quentati, anche se, come vedremo pi avanti, triglifo (ill. 12): lassenza dei semicanali, la tenia
questi sembrano essere interpretati e rielaborati complanare ai femori, le scanalature centrali a
sulla scorta di monumenti caratterizzati da det- terminazione inclinata sia superiormente che
tagli singolari e fuori regola. inferiormente compongono un elemento deco-

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18. Codice Geymller (U 7836 Av. rativo, evidentemente ispirato al fregio dorico,
Su concessione del Ministero per i Beni che ricorre pi volte nelle realizzazioni di Anto-
e le Attivit Culturali).
nio e nei disegni che gli si possono attribuire42.
19. Montepulciano, San Biagio, edicola Sempre nello stesso palazzo, nellincornicia-
(foto P. Gherardi).
tura della porta dingresso alla cappella ottagona
20. Giuliano da Sangallo, basilica Emilia (ill. 13), troviamo un analogo motivo nelle men-
a Roma (Roma, Biblioteca Apostolica sole rettangolari a sostegno del gocciolatoio:
Vaticana, Codice Vaticano Barberiniano
Latino 4424, f. 26v). terminate inferiormente da una pigna, sono
poste in esatta corrispondenza con il fregio e
21. Montepulciano, San Biagio, interno,
trabeazione dorica (foto P. Gherardi).
vengono cos assimilate a due triglifi intervallati
da un sola, lunga metopa43.
Nel foglio U 7824 Ar (ill. 14), anche questo
appartenente al corpus del Codice Geymller44,
compare uno studio per unarcata su peducci. I
sostegni dellarco sono identici ai modiglioni
della porta appena descritti, anche nel dettaglio

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della pigna che li conclude inferiormente, ma il
peduccio di sinistra presenta, sovrapposte, due
diverse ipotesi: in una, spartito in fasce orizzon-
tali, si conforma come un settore di architrave45,
nellaltra richiama un capitello dorico completa-
to da sei guttae.
La tendenza alla stilizzazione e alla resa
puramente ornamentale di elementi linguistici
desunti dalla classicit sembra dunque compor-
tare, nelle realizzazioni di Antonio e nei disegni
forse a lui riferibili, una propensione allimpiego
e al montaggio libero dei frammenti, astratti dal
loro contesto significante e interpretati con fan-
tasiosa disinvoltura, come nei singolari peducci
al piano nobile del palazzo Del Monte a Monte
San Savino (ill. 15)46.
Nella chiesa di San Biagio a Montepulciano,
negli studi di progetto e nella realizzazione,
numerose invenzioni e clamorose deviazioni
dalla corretta interpretazione dei modelli anti-
chi, scardinano dallinterno ladesione a un lin-
guaggio classico, apparentemente dichiarata
dalla scelta di un modello accreditato: il partito
architettonico della basilica Emilia, i cui resti,
notissimi, furono pi volte rilevati, studiati,
citati e imitati47.
Linterscambiabilit tra architrave e fregio
dellordine dorico, gi notata a proposito della
cappella ottagona di palazzo Del Monte a
Monte San Savino, compare in un altro disegno
del Codice Geymller, il foglio U 7827 Ar (ill.
16), con studi per il portico di San Biagio48. Il
dettaglio in basso raffigura una coppia di soste-
gni dorici coronati dalla trabeazione che si arti-
cola sulle due membrature fino alla sottocorni-
ce, riunificandosi nel gocciolatoio e nella cima-
sa. Per la trabeazione vengono proposte due
varianti, sovrapposte nello schizzo: una con
architrave a due fasce, fregio con triglifo in asse
sul piedritto, e cornice49; laltra con il triglifo
nellarchitrave. Il portico ionico, raffigurato nel
foglio U 7794 Ar50 (ill. 17), torna in uno degli
studi del foglio U 7836 Av (ill. 18), ma qui una
scansione chiaramente distinguibile, indica lin-
tenzione di sovrapporre alle colonne ioniche un
22. Todi, nicchioni romani (foto F. Toppetti). fregio a metope e triglifi e una simile commi-
stione di elementi appartenenti a ordini diversi
23. Baldassarre Peruzzi, nicchioni
a Todi (U 402 Ar. Su concessione viene poi realmente messa in opera nelle edico-
del Ministero per i Beni e le Attivit le superiori, al centro del fronte e dei bracci tra-
Culturali).
sversali della chiesa51 (ill. 19). Antonio, che a
24. Baldassarre Peruzzi, nicchioni Civita Castellana aveva formulato una corretta
a Todi, dettaglio della trabeazione dorica sovrapposizione di toscano-dorico e ionico per-
(U 2073 Ar. Su concessione del Ministero
per i Beni e le Attivit Culturali). fettamente individuati, opta per limpiego di un
ordine composto52, evidentemente interessato a
una rielaborazione del linguaggio classico in
senso espressivo e decorativo, indipendente da
vincoli formali e sintattici53. Infine, nella realiz-
zazione, il partito della basilica Emilia (ill. 20)
viene significativamente modificato nei detta-
gli. Anzitutto alcune correzioni introducono

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Emilia. In entrambi i casi, sia allesterno che
allinterno, i canali terminano al di sopra della
tenia, rendendo i triglifi simili alle mensole del
cornicione e della porta di palazzo Del Monte a
Monte San Savino55, mentre la tenia risalta pla-
sticamente in corrispondenza dei triglifi, intro-
ducendo un valore scultoreo ed espressivo56.
Ma, soprattutto, unevidente volont di stilizza-
zione e di sintesi si traduce, nellintera fabbrica,
nella riduzione a cinque delle canoniche sei gut-
tae (ill. 11, 21).
Questultimo dettaglio appare significativo
in quanto potrebbe rimandare a un altro model-
lo antico: la trabeazione dorica che inquadra i
nicchioni di Todi (ill. 22). Ledificio, rilevato da
Baldassarre Peruzzi57, poteva essere noto ai fra-
telli Sangallo che, negli anni Ottanta del Quat-
trocento, risultano impegnati in alcuni lavori
per San Pietro dei Cassinesi a Perugia58.
Anche qui, come nel caso del mausoleo di
Munazio Planco59 e dei frammenti di Tivoli,
siamo di fronte a un edificio nel quale il fregio
dorico appare liberamente interpretato e svin-
colato da una precisa connessione sintattica tra
le parti (ill. 23, 24). Le paraste, conservate solo
parzialmente, fino alla cornice dimposta degli
arconi delle nicchie, non suggeriscono una pre-
cisa relazione con la trabeazione60 mentre la
scansione dei triglifi risulta indipendente
rispetto agli assi degli arconi e, soprattutto,
rispetto agli assi delle paraste61. Nella cornice,
infine, i mutuli, impostati sopra una gola rove-
scia a sostenere il gocciolatoio, per la forma
approssimativamente quadrata e per la serrata
sequenza, svincolata dal ritmo dei sottostanti
triglifi, suggeriscono unanalogia con i dentelli62
che, come si visto, a San Biagio compaiono
nella trabeazione interna.
La riduzione del numero delle guttae, assie-
me al carattere sinteticamente espressivo di
tutte le membrature, potrebbe rivelare linten-
zione di conferire al tempio di San Biagio uno
specifico accento toscano63: molto stato scritto,
in particolare e con convincenti argomentazioni
da Mauro Cozzi, sul linguaggio etrusco-toscano
delle architetture di Antonio. Si potrebbe forse
ipotizzare che i monumenti qui proposti come
25. Raffaello, Lincendio del Borgo, nelle trabeazioni una differenza nel senso di una sue possibili fonti di ispirazione venissero da lui
particolare (Vaticano, Stanza dellincendio). maggiore ricchezza e ornamentazione di quella considerati modelli di unantichit parallela e
interna. La trabeazione esterna (ill. 11) viene alternativa a quella ufficiale romana, pi vicina al
semplificata rispetto al modello: le metope, dettato vitruviano.
come gi ricordato, sono semplici bugne qua- Il dettaglio delle cinque guttae ritorna nelle-
drate, mancano i mutuli a sostegno del goccio- dificio raffigurato da Raffaello nello sfondo del-
latoio e la cornice termina con un semplice laffresco dellIncendio di Borgo (ill. 25), termina-
guscio al posto della gola diritta54. Nella trabea- to nellestate del 151464. Ingrid D. Rowland ha
zione interna (ill. 21), conclusa da una gola messo in evidenza il carattere toscano-dorico
diritta, il fregio presenta le metope ornate da dellordine che articola il piano nobile paraste
patere mentre, nella sottocornice, i dentelli, toscane coronate da una trabeazione ispirata al
forse sulla scorta dellordine dorico del teatro di modello della basilica Emilia carattere poten-
Marcello, sostituiscono i mutuli della basilica ziato dallassociazione con il piano basamentale

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26. Edicola nella biblioteca Laurenziana a
Firenze (da P. Portoghesi, B. Zevi [a cura
di], Michelangelo architetto, Torino
1964).

27. Roma, palazzo Farnese, finestra


del secondo piano del cortile (da Portoghesi,
Zevi [a cura di], Michelangelo
architetto, cit.).

28. Roma, porta Pia.

29. Nicchia in San Pietro a Roma


(da Portoghesi, Zevi [a cura di],
Michelangelo architetto, cit.).

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30. Finestre dellattico in San Pietro Dopo i primi decenni del Cinquecento, in
a Roma (da Portoghesi, Zevi [a cura di], particolare a partire dalla speculazione teorica e
Michelangelo architetto, cit.).
dallopera di Antonio da Sangallo il Giovane74, la
sempre pi rigorosa costruzione delle regole
tender a respingere come retaggio di unepoca
ormai trascorsa le infinite variazioni sul tema:
nel tentativo di fondare un linguaggio codifica-
bile, trasmissibile e quindi utilizzabile in una pi
moderna concezione della prassi architettonica,
il riferimento allantico, ancora garanzia della
buona architettura, tende a circoscriversi ad
alcuni modelli selezionati e condivisi.
Antonio il Vecchio, invece, sembra ispirarsi a
monumenti che, studiati direttamente o cono-
sciuti attraverso la mediazione del fratello Giu-
liano, per le caratteristiche formali, potevano
suggerire singolari soluzioni architettoniche e,
per la collocazione geografica, eccentrica rispet-
to a Roma, testimoniavano dellesistenza di un
mondo antico altro e legittimavano levocazione
di unantichit diversa, pi rude e semplificata
ma anche ricca di invenzioni. Allo stesso tempo
in opera rustica65, e la connessione di un tale le sue architetture mostrano singolari tangenze
ordine con la figura del pontefice66. Anche la con lopera di Michelangelo, anchegli architet-
riduzione del numero delle guttae potrebbe to-scultore fiorentino. Se, infatti, i modi espres-
indicare la volont di delineare un ordine sivi del Sangallo rimandano alle robuste astra-
misto67: in un affresco che doveva celebrare il zioni michelangiolesche75, alcuni dettagli ricor-
nuovo corso artistico inaugurato da Leone X e renti nelle sue architetture, rivivono nelle realiz-
incentrato sul programmatico incontro tra zazioni anche tarde del Buonarroti. Oltre allim-
Roma e Firenze68, un ordine che colorasse di piego dei piani inclinati per le componenti oriz-
intonazioni toscane un celebrato modello zontali della trabeazione76, Michelangelo sembra
romano ben si adattava a caratterizzare la nuova condividere con Antonio la libera interpretazio-
architettura simbolicamente rappresentata dal ne degli elementi del fregio dorico, deconte-
palazzo con la loggia delle benedizioni, fulcro stualizzati e ricomposti in proposte straordina-
della composizione, tra la classicit dei colon- riamente inventive.
nati compositi e ionici del primo piano e lanti- Ricordi dellordine dorico tornano in sintesi
chit cristiana del San Pietro costantiniano69. inedite, soprattutto attraverso il motivo delle
Non impossibile ipotizzare che Antonio possa guttae quasi sempre in numero dispari, cinque
anche aver tenuto presente la proposta di Raf- o sette poste a concludere inferiormente
faello nella definizione delle ordinanze archi- modiglioni triglifati e capitelli dorico-toscani:
tettoniche della chiesa poliziana, alla cui intra- nelle edicole del ricetto della biblioteca Lauren-
presa non doveva essere estraneo Leone X70. ziana (ill. 26), nella finestra del secondo piano
Lesperienza romana durante il pontificato del cortile di plazzo Farnese (ill. 27)77, a porta
di Alessandro VI71 aveva introdotto, nellopera Pia (ill. 28), dove, nellordine del portale i []
di Antonio, lattenzione per gli ordini architet- capitelli sono costituiti da enormi gocce trape-
tonici nel loro significato sintattico-costruttivo zoidali ispirate dagli esempi di trabeazione dori-
e nella loro corretta declinazione formale ma, co-toscana78, a San Pietro, nelle grandi nicchie
nelle sue architetture, la riproduzione fedele inferiori (ill. 29) e nelle finestre dellattico, que-
del sistema linguistico antico non sembra rap- ste ultime fiancheggiate da singolari modiglioni
presentare una necessit quanto, piuttosto, una con quattro guttae (ill. 30).
possibilit, forse da porre in relazione alle cir- Singolarit e licenze caratterizzano dunque
costanze e alle aspettative della committenza72. lopera di Antonio il Vecchio, con una stupefa-
Soprattutto nel trattamento dei dettagli, attra- cente libert di linguaggio, che impiega i sin-
verso le licenze interpretative, il gusto per le tagmi classicisti, piegandoli a una maniera a
valenze decorative e la ricerca di suggestioni met fra lespressionismo e un brutalismo
formali, Antonio elabora un personale approc- medievalista79. La sua linea di ricerca, forse
cio allantico, utilizzandolo, coerentemente attardata, forse minoritaria, documenta tuttavia
con la sua formazione di scultore-architetto73, una tendenza a sottrarsi alle strettoie della nor-
come unillimitata riserva di spunti ai quali malizzazione, tendenza che trover in Michelan-
attingere liberamente. gelo la sua pi alta e innovativa espressione.

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Sono vietate riproduzioni o duplicazioni riflessioni progettuali su San Biagio a e Alessandro Viscogliosi con il quale ho semplice blocco parallelepipedo, architra-
con qualsiasi mezzo delle illustrazioni Montepulciano e alla possibilit di attri- scambiato alcune idee sulla possibile ve liscio, fregio a metope e triglifi e corni-
relative ai disegni della Galleria degli buire alla stessa mano una grande parte identificazione del disegno. ce con semplici mutuli squadrati, corona-
Uffizi di Firenze. degli altri disegni, considera il corpus come to da una balconata a balaustri, posto a
un taccuino riferibile principalmente ad 11. Si vedano, ad esempio, le due diverse inquadrare una nicchia arcuata che acco-
1. P.N. Ferri, La Raccolta Geymller-Cam- Antonio da Sangallo il Vecchio (Satzinger, versioni della conformazione dei conci glie la statua di Marsia poggiante su di un
pello. Recentemente acquistata dallo Stato per Antonio, cit. [cfr. nota 1], p. 149). Per lo radiali, nella parte sinistra del portale. piedistallo.
la R. Galleria degli Uffizi, in Bollettino stile del disegno e la grafia di Antonio il
dArte, II, 1908, pp. 47-65. Secondo Vecchio, cfr. C.L. Frommel, Introduction. 12. Come vedremo (cfr. pi avanti nel 14. Per uno studio approfondito sullar-
Geymller, la disposizione dei disegni The Drawings of Antonio da Sangallo the testo e relative note), il tema della meto- gomento, cfr. C. Thoenes, H. Gnther,
non sarebbe quella originaria (H. Von Younger: History, Evolution, Method, Func- pa a semplice bugna torna con frequenza Gli ordini architettonici. Rinascita o inven-
Geymller, Documents indits sur les tion, in C.L. Frommel, N. Adams (a cura nelle opere di Antonio da Sangallo il zione? Parte seconda, in M. Fagiolo (a cura
manuscrits et les uvres darchitecture de la di), The Architectural Drawings of Antonio Vecchio. di), Roma e lantico nellarte e nella cultura
famille des San Gallo ainsi que sur plusieurs da Sangallo the Younger and his Circle, I, del Cinquecento, Roma 1985, pp. 261-310;
de lItalie, in Memoires de la socit New York 1994, pp. 2-60, in part. p. 10. 13. La riduzione del numero delle guttae Les Traits darchitecture de la Renaissance,
nationale des antiquaires de France, 5, Cfr. anche J. Polder, Heinrich von Geyml- o, se si vuole, una sorta di indifferenza per atti del colloquio (Tours, 1-11 luglio
45, 1884, pp. 222-252, in part. p. 234); ler und die Architekturzeichnung Werk, questo dettaglio, torna in altri disegni del 1981), a cura di J. Guillaume, Paris 1988;
Degenhart considera originale il codice Wirkung und Nachla eines Renaissance Codice Geymller: in U 7841 Ar, posto da LEmploi des ordres dans larchitecture de la
ma attribuisce alla raccolta altri disegni Forschers, Wien 1988, in part. pp. 407 ss.; Satzinger in relazione con larco di Renaissance, atti del colloquio (Tours, 9-
che ne sarebbero stati espunti: Firenze, A. Bruschi, P. Zampa, Giamberti Antonio, trionfo eretto per lingresso a Firenze di 14 giugno 1986), a cura di J. Guillaume,
Galleria degli Uffizi, Gabinetto dei Dise- in Dizionario Biografico degli Italiani, LIV, Leone X nel 1515 (cfr. Satzinger, Anto- Paris 1992.
gni e delle Stampe (= U), Orn. 616, 1693, Roma 2000, pp. 273-287. nio, cit. [cfr. nota 1], pp.140-141), e in
1696; F 155, 182, 259-266, 269; E 203; A U 7818 Av, dove le guttae sono accennate 15. Biblioteca Apostolica Vaticana (dora
107, 1567-1570, 1574; Albertina, Tosk. 4. Cfr. le note precedenti. Per la datazio- indifferentemente sotto i triglifi o sotto le in poi BAV), Codice Vaticano Barberiniano
Schulen 201r (B. Degenhart, Dante, Leo- ne complessiva del codice, Bartoli propo- metope e dove compare anche il partico- Latino 4424, f. 7v. Per i disegni dallanti-
nardo und Sangallo. Dante-Illustrationen ne un arco di tempo compreso tra il 1492 lare dei canali che terminano prima di co di Giuliano e per il Codice Barberinia-
Giuliano da Sangallos in ihrem Verhltnis e il 1552 (Bartoli, I monumenti, cit. [cfr. arrivare alla tenia. Ferri attribuisce questo no e la sua datazione, cfr. Il libro di Giu-
zu Leonardo da Vinci und zu den Figuren- nota 2], VI, p. 30). disegno ad Antonio il Vecchio e lo riferi- liano da Sangallo. Codice Vaticano Barberi-
zeichnungen der Sangallo, in Rmisches sce al portico dordine dorico sormonta- niano Latino 4424, con introduzione e
Jahrbuch fr Kunstgeschichte, VII, 5. Satkowsky, The Palazzo, cit. [cfr. to da terrazza nel cortile del palazzo Ric- note di C. Huelsen [Torino 1910], Roma
1955, pp. 101-292, in part. pp. 221 ss., nota 1], p. 655. cardi (gi Medici), dal lato di via dei 1984; Borsi, Giuliano da Sangallo, cit.
255, nota 335). Satkowski e Cozzi pro- Ginori, con la sistemazione della statua [cfr. nota 3]; P.N. Pagliara, Giamberti
pendono per una rilegatura successiva (L. 6. Si vedano, in particolare, gli studi di di Marsia acquistata da Cosimo de Medi- Giuliano, in Dizionario Biografico degli Ita-
Satkowsky, The Palazzo Del Monte in Satkowsky per i disegni di palazzo Del ci e restaurata da Donatello, ora conser- liani, LIV, Roma 2000, pp. 293-299.
Monte San Savino and the Codex Geyml- Monte a Monte San Savino (ivi) e quelli vata agli Uffizi (Ferri, La Raccolta, cit.
ler, in A. Morrogh, F. Superbi Gioffredi, di Satzinger per i fogli riferibili alla fab- [cfr. nota 1], p. 55). Vasari ricorda due sta- 16. Nelledificio raffigurato U 7867 Ar,
P. Morselli, E. Borsook (a cura di), brica di San Biagio a Montepulciano tue di Marsia, quella acquistata da Cosi- potrebbe derivare dal monumento di
Renaissance Studies in Honor of Craig Hugh (Satzinger, Antonio, cit. [cfr. nota 1), ma mo, un bellissimo Marsia di marmo Gaeta anche il tema del muro bugnato
Smyth, Firenze 1985, pp. 653-660; M. si vedano anche, per opinioni diverse, bianco, impiccato a un tronco per dovere concluso dalla trabeazione dorica.
Cozzi, Antonio da Sangallo il Vecchio e lar- Degenhart, Dante, cit. [cfr. nota 1], e essere scorticato, posta dentro alla
chitettura del Cinquecento in Valdichiana, Gnther, Das Studium, cit. [cfr. nota 3]. porta del suo giardino, ovvero cortile, che 17. Per il mausoleo di Munazio Planco,
Genova 1992, p. 158, nota 37). Per unac- riesce in via de Ginori, e un altro Mar- cfr. R. Fellmann, Das Grab des Lucius
curata descrizione del codice si veda G. 7. Il foglio, una carta doppia ripiegata, sia, antichissimo, e molto pi bello, una Munatius Plancus bei Gaeta, Basel 1958;
Satzinger, Antonio da Sangallo der ltere senza disegni sul verso, ha per filigrana un statua acquistata da Lorenzo, restaurata G. Iacopi, L. Munazio Planco e il suo mau-
und die Madonna di San Biagio bei Monte- giglio (Briquet 7259 ss.) cfr. Satzinger, da Andrea del Verrocchio e collocata soleo a Gaeta, Milano 1961; F. Coarelli,
pulciano, Tbingen 1991, pp. 148-157. Antonio, cit. [cfr. nota 1], pp.153, 155. dirimpetto allaltra, dallaltra banda della Lazio. Guide archeologiche Laterza, Roma-
porta (Giorgio Vasari, Le vite de pi eccel- Bari 1984, pp. 358-359.
2. In particolare i ff. 9r (U 7800 Ar), 44r 8. La fascia su cui si impostano le finestre lenti pittori scultori ed architettori con nuove
(7835 Ar), 51r (7842 Ar), 103v (7880 Av), conformata come un piedistallo: zocco- annotazioni e commenti di Gaetano Milane- 18. Laltezza cui collocato il fregio e le
104r (7881 Ar): A. Bartoli, I monumenti lo costituito da plinto e gola rovescia si, I-IX, Firenze 1878-1885, III, pp. 366- condizioni della pietra rendono difficile
antichi di Roma nei disegni degli Uffizi, I- rovesciata, dado con accennata specchia- 367; cfr. anche ivi, II, p. 407). Di questa decifrare con esattezza la conformazione
VI, Roma 1914-22, VI, p. 30. tura, cornice a gola diritta. seconda statua si sono perse le tracce (cfr. dei canali: in alcuni sembra possibile
L. Beschi, Le antichit di Lorenzo il Magni- intravedere linserimento di un listello
3. Per Bartoli (ibid.) si tratta di un libro di 9. P. M. S. C. L. V. I (o L?). M. / ANIII fico: caratteri e vicende, in P. Barocchi, C. piano centrale, motivo simile a quello del
schizzi di Antonio il Vecchio con disegni / IMPCAESMANT / GORDIANVS / Ragionieri (a cura di), Gli Uffizi. Quattro frammento di trabeazione dorica inserita
aggiunti di mano del nipote Francesco. AVGV. secoli di una galleria, Firenze 1983, I, pp. in un portico medioevale nella piazza
Degenhart sottolinea come nella raccolta 161-176, in part. p. 169; C. Danielson, Palatina di Tivoli (cfr. pi avanti nel
coesistano disegni pi antichi e pi recen- 10. Una ricerca nel Corpus Inscriptionum Liconografia storica del palazzo, in G. Che- testo), altri sembrano invece presentare
ti, attribuibili ad Antonio il Vecchio, Latinarum non ha dato alcun esito. La rubini, G. Fanelli (a cura di), Il palazzo una sezione a incavo tondeggiante.
Francesco e Giuliano, questultimo chia- presenza del gruppo di figure farebbe Medici Riccardi di Firenze, Firenze 1990,
mato in causa soprattutto per alcuni dise- pensare piuttosto alla rappresentazione di pp. 272-299, in part. pp. 283-284). Quan- 19. Dettagli della trabeazione del mauso-
gni di figura (B. Degenhart, Dante, cit. una moneta: le monete riferibili a Gor- do nel 1494 il palazzo venne messo a leo di Munazio Planco sono rilevati da
[cfr. nota 1], p. 194 e passim; cfr. anche S. dianus nepos recano, nella maggior parte sacco, le statue furono trasportate a Baldassarre Peruzzi nei fogli U 419 Av e
Borsi, Giuliano da Sangallo. I disegni di dei casi, liscrizione Imp. Caes. M. Ant. Palazzo Vecchio ma nel 1512 furono nuo- 420 Av (cfr. P.N. Ferri, Indice Geografico
architettura e dallantico, Roma 1985, pp. Gordianus Aug. (cfr. G. Costa, Gordianus vamente collocate nel giardino di palazzo analitico dei disegni di architettura civile e
512-513). Satkowsky, che riconnette alla nepos, in E. De Ruggiero (a cura di), Medici. Un disegno attribuito a Zanobi militare esistenti nella R. Galleria degli
progettazione del palazzo Del Monte a Dizionario Epigrafico di Antichit Romana, Lastricati e riferito a un primo progetto Uffizi in Firenze, Roma 1855, p. 8; O.
Monte San Savino quattro dei disegni del III, Roma 1922, p. 557). Liscrizione nel per il catafalco per il funerale di Miche- Vasori, I monumenti antichi in Italia nei
codice (U 7856 Av e 7857 Ar, che attri- disegno sarebbe quindi corretta nella langelo (1564) rappresenta il giardino con disegni degli Uffizi, Roma 1980, pp. 51-
buisce a Francesco, e 7836 Av e 7793 Av, parte finale, a parte laggiunta della V in la michelozzesca loggia ad archi su colon- 52). Nel foglio U 420 Av, nel triglifo a
che riferisce invece alla mano di Antonio AVG(V). La parte iniziale si riferirebbe al ne (ibid.), riscoperta da Arturo Linaker destra nel disegno, i canali non presenta-
il Vecchio) suggerisce che la raccolta possa rovescio, con la scritta in calce SC (Sena- nel corso dei restauri iniziati nel 1911 no il listello piano centrale che per
essere parte di una pi estesa collezione di tus consulto), P(ontifex) M(aximus). AN (W.A. Bulst, Uso e trasformazione del palaz- compare nel dettaglio a sinistra.
disegni progressivamente incrementata da potrebbe voler indicare, erroneamente, al zo Mediceo fino ai Riccardi, ivi, pp. 98-129,
due generazioni della famiglia Sangallo posto della corretta dicitura TRibunicia in part. p. 100) con le due statue a fianco 20. Cfr. Il libro di Giuliano da Sangallo ,
(Satkowsky, The Palazzo, cit. [cfr. nota POTestas, lanno di governo, III, quindi del portone, a sinistra quella acquistata da cit. [cfr. nota 15 ], p. 14; Borsi, Giuliano
1], pp. 655-656). Secondo Gnther (H. il 240-241. Non si trova nulla che somigli Cosimo, a destra quella acquistata da da Sangallo, cit. [cfr. nota 3], p. 69.
Gnther, Das Studium der antiken Archi- a OLVLM o OLVIM. Devo queste indi- Lorenzo. Il foglio U 7818 Av potrebbe
tektur in den Zeichnungen der Hochrenais- cazioni a Giorgio Ortolani, che, con la dunque testimoniare un progetto di risi- 21. Nellalzato non viene riportata la
sance, Tbingen 1988, p. 114) il codice sua competenza, ha dato spessore allipo- stemazione del giardino, elaborato nel regula, presente invece nel dettaglio.
da attribuire essenzialmente a Francesco tesi della moneta. Ringrazio inoltre Gra- 1512, in occasione della ricollocazione dei
da Sangallo. Satzinger, invece, in base ai zia Granino, che mi ha assistito nella due preziosi marmi: un grande ordine di 22. Nella rappresentazione del mausoleo
numerosi disegni interpretabili come ricerca di possibili riferimenti epigrafici, colonne dorico-toscane, con capitello a di Munazio Planco, certe evidenti incer-

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tezze nella resa della trabeazione dorica per una facciata di chiesa (U 279 Ar) e 17], pp. 354-357; G. Fiengo, Gaeta. Antonio con i frammenti della piazza
fanno [] pensare ad una fase preceden- alcuni progetti per la facciata di San Monumenti e storia urbanistica, Napoli, Palatina di Tivoli stata proposta da
te lo studio sistematico dellordine, avvia- Lorenzo (1515), U 276 Ar, 280 Ar (que- 1971, p. 84. Ortolani, Il padiglione, cit. [cfr. nota
to coi rilievi della presunta Basilica Emi- sto attribuito dubitativamente ad Antonio 27], p. 35, nota 34. Per una descrizione
lia intorno al 1503-4 e proseguito in il Vecchio in G. Satzinger, Antonio, cit. 25. Nel campanile sono inseriti e varia- del disegno U 1208 Av, cfr. anche Vaso-
seguito (S. Borsi, Giuliano da Sangallo, [cfr. nota 1], pp. 98-101) e 281r (cfr. mente disposti, parti dellarchitrave a ri, I monumenti, cit. [cfr. nota 19], pp.
cit. [cfr. nota 3], p. 69). Linteresse di Giu- Borsi, Giuliano da Sangallo, cit. [cfr. due fasce e segmenti del fregio con 135-137, che non riconosce la prove-
liano per gli ordini architettonici antichi nota 3], pp. 453-455, 468-489). Sul con- metope a figurazioni alternate a patere. nienza del frammento.
testimoniato non soltanto dai rilievi ma corso per la facciata di San Lorenzo, cfr. Un tratto, collocato a rovescio, della
anche da schemi interpretativi accompa- in particolare, M. Tafuri, Progetto per la parte superiore di una cornice, con goc- 32. Con il regolo dell architrave; Anto-
gnati da notazioni vitruviane. Si veda, in facciata della chiesa di San Lorenzo, Firenze ciolatoio sorretto da mutuli, per la nio indica, verosimilmente, la tenia.
particolare, nel Taccuino senese, il f. 31v 1515-1516, in C.L. Frommel, S. Ray, M. dimensione non sembra potersi accosta-
(cfr. Il taccuino senese di Giuliano da Sangal- Tafuri, Raffaello architetto, Milano 1984, re agli altri frammenti. 33. Vasari, Le Vite, cit. [cfr. nota 13],
lo, a cura di L. Zdekauer, Siena 1902, tav. pp. 165-170; Id., Ricerca del Rinascimento. IV, pp. 288-289. Lattribuzione ad Anto-
XXXII; Borsi, Giuliano da Sangallo, cit. Principi, citt, architetti, Torino 1992, pp. 26. Un altro elemento interessante rap- nio dei due palazzi Del Monte, a Monte
[cfr. nota 3], pp. 287-288; P. Zampa, Dal- 145-156; C. Elam, Firenze 1550-1550, cit. presentato dallarchitrave a due fasce, San Savino e a Montepulciano, comu-
lastrazione alla regola. Considerazioni in [cfr. in questa stessa nota], pp. 215-217. entrambe a sezione obliqua, caratteristi- nemente accettata. I lavori di palazzo Del
margine ad un disegno di Antonio da Sangal- Per limpiego del dorico in Giuliano da ca frequente nelle opere di Antonio da Monte a Monte San Savino iniziano
lo il Giovane, in Bollettino dArte, 46, Sangallo, cfr. anche H. Gnther, Die Sangallo il Vecchio (cfr. pi avanti nel dopo il febbraio 1515 e il palazzo sembra
nov.-dic. 1987, pp. 49-62, in part. nota 11, Anfnge der modernen Dorica, in LEmploi testo e note 45, 49). Il rilievo e la rico- completato nel 1517, quando il cardinale
pp. 59-60; H. Biermann, Palast und Villa: des Ordres, cit. [cfr. nota 14], pp. 97- struzione della trabeazione del mausoleo vi alloggia in una delle sue visite nella
Theorie und Praxis in Giuliano da Sangallos 117, in part. pp. 99-100, 103-104. Un di Sempronio Atratino sono stati effet- citt (cfr. M. Cozzi, Antonio da Sangallo il
Codex Barberini und im Taccuino Senese, in altro caso di impiego, da parte di Giulia- tuati da chi scrive in collaborazione con Vecchio e larchitettura del Cinquecento in
Les traits, cit. [cfr. nota 14], pp. 135- no, del dorico con fregio a metope e tri- Erika Terlini. Ringrazio Piero Spagnesi, Valdichiana, Genova 1992, pp. 38, 44, 49,
150, in part. p. 138). Giorgio Vasari cele- glifi, potrebbe essere rappresentato dal con il quale ho utilmente discusso lipo- 158, nota 48). Per la cronologia delle
bra i fratelli Sangallo come coloro che fronte del teatro provvisorio costruito nel tesi di ricostruzione. opere di Antonio da Sangallo il Vecchio
Lasciarono [] ereditaria larte dellar- 1513 in Campidoglio, forse su suo pro- si rimanda anche a Bruschi, Zampa,
chitettura, dei modi dellarchitetture getto (si veda la ricostruzione proposta da 27. Cfr. G. Rocco, Su di un fregio dorico da Giamberti Antonio, cit. [cfr. nota 3], e
toscane, con miglior forma che gli altri A. Bruschi in F. Cruciani, Il teatro del Villa Adriana. La soluzione vitruviana del relativa bibliografia.
non avevano, e lordine dorico con Campidoglio e le feste romane del 1513, con conflitto angolare, in Palladio, 14,
miglior misure e proporzione, che alla la ricostruzione architettonica del teatro, di A. luglio-dicembre 1994, pp. 37-44. Nel 34. Anche la vicinanza del fregio delledifi-
Vitruviana opinione e regola prima non Bruschi, Milano 1968; cfr. anche A. Bru- saggio si esamina la singolare conforma- cio rappresentato in U7867 Ar con linter-
sera usato fare (Vasari, Le vite, cit. [cfr. schi, Il teatro capitolino del 1513, in Bol- zione di una trabeazione dorica, forse pretazione dello stesso elemento nel mau-
nota 13], IV, pp. 290-291): in realt, come lettino del Centro Internazionale di Studi riferibile al complesso di Roccabruna, soleo di Munazio Planco fornita da Giulia-
noto, la ripresa del dorico si deve di Architettura Andrea Palladio, XVI, ricostruita in base a un frammento archi- no da Sangallo, gioca a favore dellattribu-
soprattutto a Bramante. Come nota 1974, pp. 189-211; Id., Una tendenza lin- tettonico e simile, per caratteristiche zione dello schizzo ad Antonio, che
Frommel (C.L. Frommel, Roma, in F.P. guistica medicea nellarchitettura del rinasci- morfologiche, ai frammenti del portico potrebbe aver visto il disegno del fratello.
Fiore [a cura di], Storia dellarchitettura mento, in Firenze e la Toscana dei Medici della piazza Palatina, attualmente incor-
italiana. Il Quattrocento, Milano 1998, pp. nellEuropa del 500, III, Firenze 1983, pp. porato nella facciata del palazzo Del Re 35. Un possibile modello per la traslazio-
374-433, in part. pp. 419-421) gi dagli 1005-1028). Va infine considerato il (gi Boschi) (ivi, pp. 39, 41). Cfr. anche ne del fregio dorico a metope e triglifi
ultimi anni del Quattrocento, Giuliano da modello del tamburo e del ballatoio della G. Ortolani, Il padiglione di Afrodite Cni- nellarchitrave poteva essere rappresen-
Sangallo impiega varianti del dorico e C. cupola di Santa Maria del Fiore, conser- dia a Villa Adriana: progetto e significato, tato da due edifici di Arles: lArc du
Elam ricorda come gran parte dei proget- vato presso il Museo dellOpera con il n. Roma 1998, p. 35 nota 34, e, per la rico- Rhne, conosciuto attraverso disegni dei
ti di Giuliano siano in qualche modo 140, variamente datato e attribuito ai fra- struzione del complesso di Roccabruna, secoli XVI e XVII, e il teatro, dove, tra
dorici (C. Elam, Firenze 1500-1550, in A. telli Sangallo o al solo Antonio (cfr. G. G. Lugli, R. Bonelli, La Roccabruna della laltro, compaiono tetraglifi (cfr. Ortola-
Bruschi [a cura di], Storia dellArchitettura Marchini, Il ballatoio della cupola di Santa Villa Adriana, in Palladio, IV, VI, 1940, ni, Tradizione e trasgressione, cit. [cfr.
Italiana. Il primo Cinquecento, Milano Maria del Fiore, in Antichit viva, 16, pp. 257-274. Anche se il frammento della nota 23], p. 26). Entrambi i monumenti
2002, pp. 208- 239, in part. nota 13, p. 1977, pp. 36-48; Satzinger, Antonio, cit. piazza Palatina di Tivoli sembra essere dovevano essere noti a Giuliano da San-
233). Tuttavia si tratta sempre di un dori- [cfr. nota 1], p. 86; A. Nova, Il ballatoio di rilevato soltanto da Antonio da Sangallo gallo che si trova ad Arles il primo mag-
co con fregio liscio, come nel cortile del Santa Maria del Fiore a Firenze e relative il Giovane (U 1208 Av, cfr. pi avanti nel gio 1496 e, nel Codice Barberiniano, f. 11r,
palazzo di Bartolomeo Scala (dal 1473), in schede, in H. Millon, V. Magnago Lam- testo e relative note), possibile che ne disegna lanfiteatro, (cfr. Il libro di
Santa Maria delle Carceri a Prato (dal pugnani [a cura di], Rinascimento da Bru- fosse conosciuto almeno da Giuliano da Giuliano da Sangallo, cit. [cfr. nota 15],
1485), nel palazzo della Rovere a Savona nelleschi a Michelangelo. La rappresentazione Sangallo che, come noto, nel Codice pp. 2, 21; Borsi, Giuliano da Sangallo,
(dal 1496), nella cappella Gondi in Santa dellarchitettura, Milano 1994, pp. 593- Barberiniano, disegna diversi monumenti cit. [cfr. nota 3], p. 91).
Maria Novella (1503-08), nel cortile del 599, pi in generale, Bruschi, Zampa, di Tivoli e dintorni (cfr. Il libro di Giulia-
palazzo della Valle a Roma (il palazzo fu Giamberti Antonio, cit. [cfr. nota 3]. Borsi, no da Sangallo, cit. [cfr. nota 15]; Borsi, 36. Cfr. A. Bruschi, Larchitettura a Roma
probabilmente concluso nel 1513, ma li- Giuliano da Sangallo, cit. [cfr. nota 3], Giuliano da Sangallo, cit. [cfr. nota 3]). al tempo di Alessandro VI: Antonio da San-
deazione pu essere riferita a Giuliano e pp. 458-459 ritiene invece che nessuno gallo il Vecchio, Bramante e lAntico. Autun-
collocata prima del 1507, cfr. A. Bruschi, dei modelli conservati sia riferibile alla 28. Caratteri simili presentano la trabea- no 1499-Autunno 1503, in Bollettino
Larchitettura dei palazzi romani della prima bottega di Giuliano). zione dorica ricostruita da G. Rocco sulla dArte, 29, gennaio-febbraio 1985, pp.
met del Cinquecento, in Palazzo Mattei di base del frammento trovato a villa Adria- 67-90, in part. p. 72; H. Bierman, Palast
Paganica e lEnciclopedia Italiana, Roma 23. Per esempi ellenistici e romani di fregi na (Rocco, Su di un fregio, cit. [cfr. nota und Villa, cit. [cfr. nota 22], pp. 135-
1996, pp. 3-109, in particolare pp. 22-23), dorici con tetraglifi e pentaglifi, cfr. G. 27], pp. 37 e figg. 1, 40, 41) e quella della 150, in part. p. 138; C.L. Frommel,
nella loggia di Giulio II a Castel SantAn- Ortolani, Tradizione e trasgressione nellor- thlos superiore del complesso di Rocca- Roma, cit. [cfr. nota 22], p. 417.
gelo (1505), nellingresso allappartamen- dine dorico in et ellenistica e romana, in bruna nella ricostruzione di G. Lugli e R.
to allinterno del mastio di Civita Castel- Palladio, n.s., X, 19, giugno 1997, pp. Bonelli (Lugli, Bonelli, La Roccabru- 37. Per semplicit, dora in poi ledificio
lana (1505-06, cfr. P. Zampa, Il mastio 19-38, in part. p. 26 e nota 54, p. 36. Un na, cit. [cfr. nota 26], p. 269, fig. 15). sar indicato come basilica Emilia.
della fortezza di Civita Castellana: una esempio di tetraglifo si ritrova nellaltare
domus vitruviana, in M. Chiab, M. Gar- dorico della cappella della villa Trivulzio a 29. Rocco, Su di un fregio, cit. [cfr. nota 38. Per limportanza della basilica Emi-
gano [a cura di], Le rocche alessandrine e la Salone di Baldassarre Peruzzi, realizzata 27], p. 40. lia, studiata e rilevata pi volte durante il
rocca di Civita Castellana, atti del convegno tra il 1523 e il 1525 (cfr. C.L. Frommel, Rinascimento, cfr. A. Ghisetti Giavarina,
[Viterbo, 19-20 marzo 2001], Roma Der rmische Palastbau der Hochrenaissance, 30. Cfr. nota 14. In particolare, per gli La Basilica Emilia e la rivalutazione del
2003, pp. 143-160), nel progetto per la Tbingen 1973, II, p. 182, fig. c; Id., Bal- ordini architettonici nelle opere e negli dorico nel Rinascimento, in Bollettino del
loggia dei Suonatori papali (1505). Sol- dassarre Peruzzi als Maler und Zeichner, in studi di Antonio da Sangallo il Giovane, Centro Studi per la Storia dellArchitet-
tanto a livello progettuale, Giuliano opta Beiheft zum Rmischen Jahrbuch fr cfr. P.N. Pagliara, Studi e pratica vitruvia- tura, 29, 1983, pp. 9-36. Per la parteci-
per un dorico con il fregio completo con Kunstgeschichte, IX, 1967-68, pp. 1- na di Antonio da Sangallo il Giovane e di suo pazione di Antonio al concorso per il bal-
metope e triglifi, dopo che per decenni 185, in part. pp. 130-132, tav. LXXI d, e; fratello Giovanni Battista, in Les traits, latoio della cupola del duomo (1507) e
aveva privilegiato un ordine toscano o I. Belli Barsali, M.G. Branchetti, Ville della cit. [cfr. nota 14], pp. 179-206; Id., Anto- per il modello ligneo conservato presso il
dorico semplificato ed era stato precedu- campagna romana. Lazio 2, Milano 1975, nio da Sangallo il Giovane e gli ordini, in museo dellOpera di Santa Maria del
to da Bramante nelladozione di un dori- pp. 108-110 e nota 15): ringrazio Paolo LEmploi des Ordres, cit. [cfr. nota 14], Fiore, cfr. nota 22. Per la ripresa della
co archeologico (Pagliara, Giamberti, Fancelli per la segnalazione. pp. 137-156. basilica Emilia in San Biagio a Monte-
Giuliano, cit. [cfr. nota 15], pp. 292- pulciano, cfr. pi avanti nel testo e relati-
299, in part. p. 297). Si vedano il disegno 24. Cfr. Coarelli, Lazio, cit. [cfr. nota 31. Lidentificazione dello schizzo di ve note.

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39. Antonio impegnato nelle fortifica- sottolinea il carattere manierista degli ss.; Cozzi, Antonio da Sangallo il Vec- inoltre, i triglifi appaiono stilizzati in
zioni di Montepulciano a partire dal schizzi (Satzinger, Antonio da Sangallo, chio, cit. [cfr. nota 1], p. 96). maniera analoga al disegno ricostruttivo
1511 e almeno fino al 1525. Cozzi, anche cit. [cfr. nota 1], p. 99). Per Cozzi, i dise- del mausoleo di Munazio Planco (cfr.
in assenza di riscontri documentari, pro- gni U dal 1608 A al 1611 A sono riferibi- 49. Del triglifo accennato soltanto il supra nel testo), senza semicanali e con
pone lattribuzione a Sangallo della porta li alla costruzione di San Biagio, ma resta perimetro esterno. Le fasce dellarchitra- quattro gutte. La trabeazione esterna di
al Prato o porta Gracciano (Cozzi, Anto- problematica lattribuzione dei due fogli ve e il gocciolatoio presentano un anda- San Biagio molto simile a quella dellor-
nio da Sangallo il Vecchio, cit. [cfr. nota U 1610 Av e 1611 Av (Cozzi, Antonio da mento inclinato. dine di colonne doriche che compare nel
1], pp. 60-62). Sangallo il Vecchio, cit. [cfr. nota 1], p. disegno U 1892 Ar, con una sezione di
100, pp. 163-164, note 43, 51, 52). 50. Cfr. Satzinger, Antonio da Sangallo, progetto per San Luigi dei Francesi a
40. I lavori a palazzo Del Monte a Mon- cit. [cfr. nota 1], p. 201. Daccordo con Roma, attribuito da Ghisetti Giavarina a
tepulciano iniziano nel 1517 e sono pres- 45. Va notato che la fascia superiore pre- Degenhart, Satzinger riferisce il disegno Tommaso Boscoli (A. Ghisetti Giavarina,
soch terminati alla fine del 1519 (ivi, pp. senta il profilo inclinato, come nelle tra- di figura che compare nel foglio a Fran- Aristotile da Sangallo e i disegni degli Uffizi,
68-9). beazioni doriche di San Biagio a Monte- cesco da Sangallo (cfr. Degenhart, Roma 1990, p. 79, tav. 51). Questi pre-
pulciano. Dante, cit. [cfr. nota 1], p. 260). Le sente nella fabbrica di San Biagio dal 1520
41. La prima pietra di San Biagio viene prove di penna a tratteggio in basso a (cfr. Cozzi, Antonio da Sangallo il Vecchio,
posata il 15 settembre 1518 (ivi, p. 161, 46. Una metopa quadrata, ornata da una sinistra sono considerate da Degenhart cit. [cfr. nota 1], pp. 103 ss.) A parte alcu-
nota 2; Satzinger, Antonio, cit. [cfr. patera e conclusa inferiormente da un caratteristiche di Francesco da Sangallo ne piccole differenze (larchitrave, liscio
nota 1], p. 170). decoro che richiama una classica conchi- (ivi, pp. 201, 260, 266). invece che a fasce, il gocciolatoio, diritto
glia, affiancata da mensole che la rac- anzich a profilo obliquo, e i canali che
42. Le mensole sono decorate, nella fac- cordano alla targa rettangolare su cui si 51. Soltanto ledicola posta in corrispon- arrivano a poggiare sulla tenia), ritrovia-
cia inferiore, da una bugna a punta di imposta la volta. denza dellabside presenta colonne dori- mo la cornice a semplice guscio, la sotto-
diamante. Gli intervalli tra le mensole che. cornice ridotta al solo ovolo e il risalto
presentano un lieve incasso di forma 47. Cfr. Cozzi, Antonio da Sangallo il Vec- della tenia in corrispondenza del triglifo.
quasi quadrata, una sorta di metopa, deli- chio, cit. [cfr. nota 1], p. 96. Derivano 52. Per una discussione sullordine com- Un altro elemento che avvicina questo
mitata lateralmente da listelli piani. Una dal modello antico il tema del pilastro posto, in relazione al problema della indi- schizzo ad Antonio il Vecchio il numero
gola conclude le mensole e prosegue con affiancato alla colonna e lordine dorico viduazione del composito, cfr. P. Zampa, delle guttae (tre, quattro allaltezza della
andamento a U, riconnettendo il tutto in caratterizzato dal capitello con il collari- Lordine composito: alcune considerazioni, in terza colonna da sinistra), anche se pos-
un disegno unitario: una trasposizione no a rosette. Le differenze significative si Quaderni del Dipartimento Patrimonio sibile che una tale riduzione dipenda sol-
nei mutuli delle forme del fregio dorico, trovano, come vedremo, nella trabeazio- Architettonico e Urbanistico. Storia cul- tanto dalla schematicit del disegno.
reso in modo espressionistico e scultoreo ne. Come noto, il rudere, gi disegnato tura e progetto, 5.6, 1993, pp. 37-50.
tramite la trasformazione dei triglifi in da Francesco di Giorgio (si vedano, nel Nellantichit non mancano esempi di 55. Cfr. supra nel testo.
elementi marcatamente tridimensionali. Codice Saluzziano 148, la ricostruzione f. analoghe commistioni: si vedano, ad
79r e quella pi fantasiosa del f. 81v; i esempio, gli archi di Spoleto e Aosta, 56. Non possibile stabilire con certezza
43. In questo caso la metopa ornata da dettagli nel Codice Magliabechiano II. I. entrambi caratterizzati da colonne corin- se questo dettaglio dipenda dal modello
un elaborato motivo a targa. Antonio 141, f. 36v; in Francesco di Giorgio Mar- zie sormontate da trabeazioni doriche della basilica Emilia. Attualmente, nel
impiega frequentemente simili ornamen- tini, Trattati di Architettura Ingegneria e (cfr. Ortolani, Tradizione e trasgressione, Foro romano, sono ancora visibili alcuni
tazioni: nei due portali del primo cortile Arte Militare, a cura di C. Maltese, L. cit. [cfr. nota 23], pp. 19 ss.; S. De Maria, frammenti della trabeazione delledificio,
di Civita Castellana, nel fregio della ser- Maltese Degrassi, Milano 1967, I, tavv. Gli archi onorari di Roma e dellItalia insufficienti, tuttavia a proporre una rico-
liana sul lato di fondo del cortile di palaz- 145, 150, II, tav. 226; cfr. Ghisetti Giava- romana, Roma 1988, pp. 229-230, 328- struzione completa. Per una ricostruzione
zo Del Monte a Monte San Savino, nei rina, La Basilica Emilia, cit. [cfr. nota 329) e la libert di comporre elementi delledificio, cfr. C. Huelsen, Sopra un edi-
fregi dei portali di San Biagio a Monte- 38], pp. 10-12), era ancora in piedi allini- appartenenti a ordini diversi potrebbe ficio antico gi esistente presso la chiesa di S.
pulciano. Studi di motivi decorativi analo- zio del Cinquecento e fu demolito per derivare dallosservazione di modelli Adriano al Foro Romano, in Annali dellI-
ghi si ritrovano in due disegni conservati impiegarne i marmi nel palazzo del cardi- antichi o ritenuti tali. Nellinterno della stituto di Corrispondenza Archeologica,
agli Uffizi riferibili, con molti dubbi, al nale Adriano Castellesi in Borgo, forse chiesa di San Salvatore a Spoleto colon- LVI, 1884, pp. 332-333; Id., Ausgrabun-
corpus della raccolta Geymller e attribui- per la costruzione del portale (cfr. A. Bru- ne di ordini diversi doriche e corinzie gen auf dem Forum Romanum. Nordseite des
ti, di volta in volta, ad Antonio il Vecchio, schi, Edifici privati di Bramante a Roma. sorreggono una parte di trabeazione Forums, in Mitteilungen des Deutschen
a Giuliano o a Francesco da Sangallo (cfr. Palazzo Castellesi e Palazzo caprini, in Pal- dorica, con architrave a due fasce e fregio Archologischen Instituts, Rmische
Degenhart, Dante, cit. [cfr. nota 1], pas- ladio, n. s., II, 4, luglio-dicembre 1989, a metope e triglifi, coronata da una cor- Abteilung, 20, 1905, pp. 53-62; E. Boise
sim; Borsi, Giuliano da Sangallo, cit. [cfr. pp. 5-44, in part. pp. 20-24; Id., Larchi- nice modiglionata corinzia. A Spoleto Van Deman, Porticus of Gaius et Lucius, in
nota 3], p. 42; Satzinger, Antonio, cit. tettura a Roma negli ultimi anni del pontifi- potrebbe essere passato Giuliano da San- American Journal of Archaeology, 17,
[cfr. nota 1], pp. 197-198; cfr. anche nota cato di Alessandro VI Borgia [1492-1503] e gallo, al quale Ferri attribuisce dubitati- 1913, pp. 14-28; H. Bauer, Basilica Aemi-
1): nella parte centrale del basamento di ledilizia del primo Cinquecento, in Bruschi vamente il foglio U 2101 Ar, con il ricor- lia, in Mitteilungen des Deutschen
un progetto di altare per San Biagio a [a cura di], Storia dellArchitettura Italiana. do di due iscrizioni, una nelle mura della Archologischen Verbandes, 8/2, 1977,
Montepulciano (U 269 Fv); in alcuni studi Il primo Cinquecento, cit. [cfr. nota 22], pp. citt vecchia e unaltra nella chiesa di San pp. 87-93; Id., Kaiserfora und Ianustempel,
di tabulae ansatae (U 1567 Ar). Queste 34-75, in part. p. 50). I frammenti, tra- Ponziano (Ferri, Indice, cit. [cfr. nota in Mitteilungen des Deutschen Archo-
ornamentazioni sembrano rimandare a un sportati nel cantiere delledificio, furono 19], p. 214). Per luso di ordini misti in logischen Instituts, Rmische Abteilung,
vocabolario da legnaiolo e sarebbero, quin- pi volte studiati e misurati e i numerosi area ellenistica e romana, cfr. Ortolani, 84, 1977, pp. 310 s.; Id., Basilica Aemilia,
di, coerenti con la formazione di Antonio, disegni di rilievo e ricostruzione testimo- Tradizione e trasgressione, cit.. in Kaiser Augustus und die verlorene Repu-
avviato dal padre, assieme al fratello Giu- niano del notevole interesse suscitato dal- blik. Eine Ausstellung im Martin-Gropius-
liano allarte dellintagliare di legno, e col lantico edificio e dal suo ordine dorico, 53. Tale impressione rafforzata, nello Bau, Berlin 7. Juni-14. August 1988, Ber-
Francione legnaiuolo (Vasari, Le Vite, riproposto in alcune importanti realizza- schizzo dellarcone sostenuto da un ordi- lin 1988, pp. 200-212; Id., Basilica Fulvia,
cit. [cfr. nota 13], IV, p. 268). zioni, come, ad esempio, il Tegurio di Bra- ne dorico con pilastro e colonna affianca- in E.M. Steinby (a cura di) Lexicon Topo-
mante. Tra gli altri, Giuliano e altri mem- ti (U 7836 Av, in alto a sinistra, ancora il graphicum Urbis Romae, Roma 1993, pp.
44. Secondo Ferri, gli schizzi architetto- bri della famiglia Sangallo rilevano pi tema della basilica Emilia), dalla reitera- 173 ss. Le rappresentazioni rinascimenta-
nici che compaiono nel foglio, sono da volte il rudere ( cfr. Il Libro di Giuliano, zione delle guttae anche sotto le metope, li sono, del resto, discordanti. La tenia
attribuire ad Antonio il Vecchio, mentre cit. [cfr. nota 15], p. 75). In particolare un quasi a provare effetti di vibrazione chia- che risalta in corrispondenza dei triglifi
Francesco da Sangallo sarebbe lautore rilievo dettagliato con misure compare roscurale. compare in una delle due ricostruzioni e
degli schizzi di figure, riferibili al suo nel foglio U 1594 Av del Codice Strozzi. Il nei disegni di dettaglio di Francesco di
gruppo marmoreo con SantAnna e la codice stato pi volte attribuito, seppu- 54. Questo dettaglio potrebbe essere Giorgio (Codice Saluzziano 148, f. 81v;
Vergine nella chiesa di Orsanmichele re con molti dubbi, ad Antonio il Vecchio ripreso dalla cornice dorica del teatro di Codice Magliabechiano II. I. 141, f. 36v, in
(Ferri, La Raccolta, cit. [cfr. nota 1], p. e variamente datato (cfr. Bruschi, Zampa, Marcello, altro esempio canonico sicura- Francesco di Giorgio Martini, Trattati,
55; cfr. anche Degenhart, Dante, cit. Giamberti Antonio, cit. [cfr. nota 3], pp. mente presente ad Antonio (cfr. pi avan- cit. [cfr. nota 47], I, tav. 150; II, tav. 226,
[cfr. nota 1], p. 260). Nei due disegni U 282-283). Recentemente tale attribuzio- ti nel testo). Tra i rilievi di epoca rinasci- rispettivamente con cinque e quattro gut-
1610 Av e 1611 Av, gi attribuiti ad ne stata esclusa da Gnther (Das Stu- mentale del monumento, si vedano la tae), nelle rappresentazioni di Giuliano da
Antonio il Vecchio da Venturi (A. Ventu- dium, cit. [cfr. nota 3], pp. 82, 114 e chornice e frego architrave cheposa Sangallo, caratterizzate anche dal partico-
ri, Storia dellArte Italiana. Architettura del nota 95, 168, 336 ss.). insue leprime cholonne desavegli nel lare dei canali conclusi prima di arrivare
Cinquecento, XI, Milano 1938, pp. 512- Codice Strozzi, U 1602 Ar, dove, peraltro, sulla tenia, come in San Biagio a Monte-
513), si ritrovano mensole trattate come 48. Cfr. Satzinger, Antonio da Sangallo, la tenia, differentemente da quanto avvie- pulciano: Taccuino Senese, ff. 35v e 45r,
triglifi. Bench in U 1610 Ar compaiano cit. [cfr. nota 1], pp. 59-60, 206. Lipote- ne nella realt, risalta in corrispondenza Codice Barberiniano, f. 26r, questultimo
disegni relativi al secondo piano del cam- si del pronao per la chiesa di San Biagio del triglifo e i disegni nel Codice Barberi- con cinque guttae; nel disegno del Codice
panile di San Biagio a Montepulciano, testimoniata da numerosi disegni del niano di Giuliano: nel f. 37v, la tenia Coner (London, Soane Museum, f. 61r),
Satzinger esclude che i due fogli possano Codice Geymller, evidentemente riferibi- continua mentre nella veduta dinsieme del quale Ashby sottolinea la precisione
essere riferiti ad Antonio il Vecchio e li a una prima fase progettuale (ivi, pp. 57 del f. 4r articolata. In questo disegno, (T. Asbhy, Sixteenth-Century Drawings of

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Rivista del Centro internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di Vicenza www.cisapalladio.org
Roman Buildings attributed to Andreas derni dellIstituto di Storia dellArchitet- 66. I.G. Rowland, Raphael, Angelo Colocci, relazione tra limpianto monumentale di
Coner, London 1904, pp. 42-43); nel dise- tura, n.s., 12, 1988, pp. 85-90; Id., I nic- and the Genesis of the Architectural Orders, San Biagio con la grandiosit dei proget-
gno anonimo U 1632 Ar, gi attribuito a chioni. Rilievo e analisi di un frammento in The Art Bullettin, LXXVI, 1, ti di Leone X per Roma e Firenze. Va
Fra Giocondo, con la trabeazione in della citt romana, Todi 1989. March 1994, pp. 81-104, in part. p. 96. anche ricordato che Antonio, insieme al
borgo appresso il palazzo di Adriano fratello Giuliano, presente a Roma, al
(Bartoli, I monumenti, cit. [cfr. nota 2], 58. Tra il 1487 e il 1488, Antonio e Giu- 67. A questo proposito, ricordiamo lac- servizio di Leone X, nel maggio del 1514
I, fig. 70, VI, pp. 166-167); nel foglio U liano, assieme a Bartolomeo Picconi, fra- cenno, nella Lettera di Raffaello, ai (G. Gaye, Carteggio inedito dartisti nei
1413 Arv di Antonio da Sangallo il Gio- tello della moglie di Giuliano, terminano, molti edifici composti di pi maniere, secoli XIV, XV, XVI, Firenze 1839-40, II,
vane; nei disegni di Giovan Battista da oltre a una finestra e a unancona, gli stal- come di jonica e corinzia, dorica e corin- p. 139, n. 83; C. von Fabriczy, Giulianos
Sangallo, U 1057 Ar (ivi, IV, fig. 533, VI, li lignei (cfr. C. von Fabriczy, Giulianos da zia, toscana e dorica, secondo che pi da Sangallo kronologisch Prospekt, in Jahr-
p. 98), U 1716 Ar e 2143 Ar (Ghisetti Sangallo chronologisch Prospekt, in Jahrbu- parse meglio a lartefice per concordar li buch der Kniglich-Preussischen Kunst-
Giavarina, La Basilica Emilia, cit. [cfr. ch der Kniglich-Preussischen Kunst- edifici apropriati alla loro intenzione, e sammlungen, 1902, Beiheft, p. 24, n. II
nota 38], pp. 21-22), questultimo, con sammlungen, 1902, Beiheft, p. 4, nota maxime nelli templi (Lettera a Leone X, 23; Satzinger, Antonio da Sangallo, cit.
sette guttae, copia dal disegno di Giuliano 21; G. Marchini, Giuliano da Sangallo, in Scritti Rinascimentali di Architettura, a [cfr. nota 1], p. 169).
da Sangallo nel Codice Barberianiano, f. Firenze 1942, p. 107; Satzinger, Antonio cura di A. Bruschi, C. Maltese, M. Tafu-
26r; nel disegno di Andrea Palladio da Sangallo, cit. [cfr. nota 1], p. 160; ri, R. Bonelli, Milano 1978, p. 484), forse 71. Cfr. Bruschi, Larchitettura a Roma,
(Vicenza, Museo Civico, D 5v). Altrove la Pagliara, Giamberti, Giuliano, cit. [cfr. da porre in relazione con il problema cit. [cfr. nota 36].
tenia , invece, rappresentata canonica- nota 22], p. 294), opera perduta della della precisazione delle ordinanze archi-
mente priva di risalti: nelledificio achan- quale forse resta un ricordo grafico, abra- tettoniche nel nuovo San Pietro (cfr. 72. Non un caso che il motivo trionfale
to a Santo Adriano raffigurato nel Codice so, nel f. 1 del Codice Barberiniano (cfr. Frommel, Raffaello e gli ordini, cit. [cfr. dellarco inquadrato dallordine compaia
Escurialense (f. 25v), con quattro guttae; Borsi, Giuliano, cit. [cfr. nota 3], pp. 12, nota 64]; H. Burns, Raffaello e quellanti- nel cortile donore di Civita Castellana o
nel disegno anonimo del Codice delle 41; Id., Antonio da Sangallo [il Vecchio], in qua architectura, in Frommel, Ray, Tafu- che richiami alle contemporanee speri-
Rovine di Roma nella Biblioteca Ambro- S. Borsi, F. Quinterio, C. Vasic Vatovec, ri, Raffaello architetto, cit. [cfr. nota 22], mentazioni romane ritornino nelle opere
siana di Milano, gi attribuito al Braman- Maestri fiorentini nei cantieri romani del pp. 381-404). commissionate dal cardinale Del Monte.
tino (cfr. G. Mongeri, Le rovine di Roma al Quattrocento, a cura di S. Danesi Squarzi- Nelle opere di ambiente fiorentino ritrovia-
principio del secolo XVI. Studi del Bramanti- na, Roma 1989, pp. 275-302). 68. Cfr. Bruschi, Il teatro capitolino, cit. mo spunti brunelleschiani, rimandi alle
no, Milano-Pisa-Napoli 1875, tav. 35), [cfr. nota 22]; M. Tafuri, Roma instaura- opere del fratello Giuliano e citazioni
con quattro femori e cinque guttae; in due 59. Per la somiglianza tra le trabeazioni ta. Strategie urbane e politiche pontificie antiquarie improntate al gusto per una
disegni di Anonimo Italiano conservati dei nicchioni e del mausoleo di Munazio nella Roma del primo 500, in Frommel, varietas ancora tardo quattrocentesca (cfr.
presso lAlbertina di Vienna (Italiener C, Planco, cfr. Docci, Toppetti, I nicchioni Ray, Tafuri, Raffaello architetto, cit. [cfr. P. Zampa, Antonio da Sangallo il Vecchio. Da
f. 8rv, cfr. S. Valori, Disegni di antichit romani, cit. [cfr. nota 57], p. 18 e rela- nota 22], pp. 59-106, in part. pp. 76 ss.; Firenze e Roma alla provincia toscana, in
dellAlbertina di Vienna, Roma 1985, tavv. tive note. Id., Ricerca del Rinascimento, cit. [cfr. Bruschi (a cura di), Storia dellArchitettura
XV, XVI, pp. 100-103) e attribuiti a nota 22], pp. 97 ss.; Cozzi, Antonio da Italiana. Il primo Cinquecento, cit. [cfr. nota
Riniero Neruccio da Pisa (cfr. Gnther, 60. A questo proposito si veda il rilievo di Sangallo il Vecchio, cit. [cfr. nota 1], 22], pp. 240-253, in part. pp. 242-244).
Das Studium, cit. [cfr. nota 3], p. 339, Baldassarre Peruzzi (U 402 Ar) nel quale il pp.14-16; Elam, Firenze 1550-1550, cit.
fig. a, p. 31); nel rilievo del foglio U 1594 fusto delle paraste accoppiate che conclu- [cfr. nota 22], in part. pp. 211 ss.; Secon- 73. Cfr. nota 43.
Av del Codice Strozzi; nel disegno U 1190 dono a sinistra la costruzione, viene pro- do Frommel (Raffaello e la sua carriera,
Ar di Antonio Labacco. Sempre Labacco, lungato ben oltre la trabeazione dorica. cit. [cfr. nota 64], pp. 23), gli ordini rap- 74. Cfr.P. Zampa, Dallastrazione alla
ai ff. 17 e 18 del suo trattato, mostra presentati nellIncendio sono: il bugnato regola. Considerazioni in margine ad un
rispettivamente una ricostruzione delle- 61. Cfr. le ipotesi di ricostruzione in nello zoccolo della loggia, il dorico nel disegno di Antonio da Sangallo il Giovane,
dificio e un dettaglio dellordine con il Docci, Toppetti, I nicchioni romani, cit. piano nobile e il corinzio nelledicola del in Bollettino dArte, 46, 1987, pp. 49-
particolare del risalto dellintero architra- [cfr. nota 57], p. 10. fronte minore; nella serliana [] testi- 62; P.N. Pagliara, Vitruvio da testo a cano-
ve in corrispondenza del pilastro angola- moniato un dorico ridotto, senza fregio a ne, in S. Settis (a cura di), Memoria del-
re, da lui sottolineato come bella discre- 62. Che si tratti di mutuli, lo sottolinea triglifi, con il quale Raffaello intendeva lantico nellarte italiana, III, Dalla tradi-
zione (Antonio Labacco, Il libro apparte- G.B. Vermiglioli, i modiglioni o mutoli forse addirittura il tuscanico. zione allarcheologia, Torino 1986, in par-
nente allarchitettura, Roma 1552. Cfr. non situati alla dorica, ma posti nel goc- ticolare, pp. 46-55; Id., Studi e pratica
anche Id., Il libro appartenente allarchitet- ciolatojo alla maniera corintia (G.B. 69. NellAnnunciazione di Antonio Liberi vitruviana, cit. [cfr. nota 30], pp. 179-
tura. 1559, ed. a cura di A. Bruschi, Mila- Vermiglioli, Testimonianze e confronti sul sul pannello dellorgano della Santa Casa 206.; Tafuri, Ricerca del Rinascimento,
no 1992, p. XVI). Lo stesso dettaglio Tempio di Marte in Todi, memoria filologica di Loreto (dopo il 1510), la scena con i cit. [cfr. nota 22], pp. 234 ss.; M. Morre-
registrato nel disegno della Biblioteca del dott. G.B. Agretti presa in esame da un profeti del vecchio testamento inqua- si, Philibert de lOrme. Le patrie della lin-
Nazionale di Firenze, Codice II-I-429, socio dellAccademia di belle arti di Peru- drata da un colonnato simile allordine gua, Postfazione a A. Blunt, Phillibert de
gruppo B, f. 16r (cfr. Gnther, Das Stu- gia, Perugia 1819, p. 122; cfr. Docci, impiegato da Raffaello nellIncendio: lOrme [1958], Milano 1997, pp. 159-
dium, cit. [cfr. nota 3]. Francesco Di Toppetti, I nicchioni romani, cit. [cfr. colonne dorico-toscane coronate da una 193, in part. p. 184.
Giorgio, nella ricostruzione delledificio nota 57], p. 18 e relative note). trabeazione che riprende il modello della
(Codice Salluziano 148, f. 79r, in Francesco basilica Emilia. Anche qui il numero delle 75. Cfr. P. Zampa, Antonio da Sangallo il
di Giorgio Martini, Trattati, cit. [cfr. 63. Secondo Gnther, la trabeazione guttae ridotto: ne compaiono soltanto Vecchio, cit. [cfr. nota 72], p. 242.
nota 47], I, tav. 145, con solamente tre dorica con fregio a metope e triglifi quattro, poste in corrispondenza degli
guttae), fa risaltare larchitrave in corri- stata spesso associata, ad esempio da elementi verticali dei triglifi, rappresenta- 76. Cfr. note 45, 49.
spondenza di ciascun triglifo (cfr. Ghiset- Antonio da Sangallo il Giovane, allordi- ti con tre scanalature rudentate. Secondo
ti Giavarina, La Basilica Emilia, cit. [cfr. ne toscano (cfr. Gnther, Gli ordini archi- Onians, Bramante potrebbe aver suggeri- 77. Michelangelo attivo a palazzo Farne-
nota 38], p. 23 e nota 49, p. 33. Per que- tettonici, cit. [cfr. nota 14], pp. 272- to limpiego del fregio a metope e triglifi se a partire dallautunno del 1546 (J.S.
sta e altre particolarit, cfr. anche Borsi, 310, in part. pp. 292 ss.). Per lordine (cfr. J. Onians, Bearers of meaning. The Ackerman, Larchitettura di Michelangelo,
Giuliano, cit. [cfr. nota 3], pp. 144-146, dorico nellopera di Antonio da Sangallo classical orders in Antiquity, the Middle Ages, London 1981, ed. it. Torino 1988, p. 238).
294-297). Nel foglio U 1594 Av del Codi- il Giovane, cfr. Pagliara, Antonio da San- and the Renaissance, Princeton 1988, pp. A parte il dettaglio dei capitelli conclusi da
ce Strozzi compare linteressante notazio- gallo il Giovane, cit. [cfr. nota 30]. 242 ss., che sottolinea la cultura vitruvia- guttae, la finestra molto simile a quella
ne ano da esere sei gutte inoltre le due na di Liberi e conduce uninteressante del secondo ordine del campanile di San
fasce dellarchitrave sono chiaramente 64. Nel 1516, nella stessa stanza, Raffael- discussione sul significato di dorico e Biagio a Montepulciano, costruita forse
rappresentate come oblique. Questo lo rappresenta un ordine dorico la cui corinzio nel confronto tra antica e dal figlio di Baccio dAgnolo, Giuliano,
motivo, ripreso da Antonio nelle trabea- trabeazione vicina a quella del cortile di moderna architettura templare; cfr. anche pagato per il disegno del campanile dalla
zioni di San Biagio a Montepulciano e palazzo Farnese (cfr. C.L. Frommel, Raf- Id., The System of the Orders in Renaissance cornice in su il 12 aprile 1545 (Cozzi,
riproposto nei gocciolatoi e nelle regulae, faello e la sua carriera architettonica, in Architectural Thought, in Les Traits, cit. Antonio da Sangallo il Vecchio, cit. [cfr.
torna soltanto nel disegno di Giuliano del Frommel, Ray, Tafuri, Raffaello architetto, [cfr. nota 14], pp. 169-178, in part. p. nota 1], p. 106). Per le invenzioni di Miche-
Taccuino Senese, f. 45r, e nel disegno U cit. [cfr. nota 22], pp. 13-28, in part. p. 175), anche se, in realt, simili alterazioni langelo e per lordine dorico del XVI seco-
2143 Ar, che estende alle fasce dellarchi- 33; Id., Raffaello e gli ordini architettonici, dellordine dorico non sembrano caratte- lo, cfr. anche S. Della Torre, R. Schofield,
trave landamento obliquo delle regulae in LEmploi des ordres, cit. [cfr. nota 14], ristiche della sua produzione. Pellegrino Tibaldi architetto e il S. Fedele di
rappresentate da Giuliano nel f. 26r del pp. 119-136). Qui i triglifi presentano Milano. Invenzione e costruzione di una chie-
Codice Barberiniano, dal quale deriva. correttamente sei guttae. 70. Cfr. Cozzi, Antonio da Sangallo il Vec- sa esemplare, Como 1994, pp. 63-86.
chio, cit. [cfr. nota 1], p. 75-77. Cfr.
57. Cfr. il foglio U 2073 Ar, dove lano- 65. Cfr. J.S. Ackerman, The Tuscan/Rustic anche Satzinger, La Madonna di San Bia- 78. Ackerman, Larchitettura di Michelan-
malia viene sottolineata da Peruzzi nella Order: A Study in the Metaphorical Lan- gio a Montepulciano, in B. Adorni (a cura gelo, cit. [cfr. nota 77], p. 120.
notazione gucte 5. Per unanalisi accu- guage of Architecture, in Journal of the di), La chiesa a pianta centrale tempio civico
rata delledificio, cfr. M. Docci, F. Top- Society of Architecture Historians, del rinascimento, Milano 2002, pp. 165- 79. M. Tafuri, Larchitettura dellUmanesi-
petti, I nicchioni romani di Todi, in Qua- XLII, 1, March 1983. 175, in part. p. 172, dove si sottolinea la mo, Bari 1969, p. 133.

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15|2003 Annali di architettura


Rivista del Centro internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di Vicenza www.cisapalladio.org

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