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zin e

ga
ma
VENERD

BOMBE SU MILANO Perturba


Micecars
For Lulu
Qualcuno dice che siamo tra i decani del
Vanessa
giornalismo musicale on-line in Italia. Qualcun altro
Da Pietr
aggiunge che è vero. Qualcun altro invece non dice
Hogwas
nulla, ma ci segue in silenzio, lasciando un segno del proprio
Enrico B
passaggio sul contatore dell’home-page. Noi, per quanto ci
riguarda, non diciamo di essere bravi, ma appassionati sì, e pure tanto.
Da dieci anni, ogni giorno o quasi, recensioni, interviste, live report, monografie
SABATO
e quant’altro. Due compilation dedicate rispettivamente a Beatles e Velvet
Underground con il meglio dell’indie italiano. Un sacco di altra musica e video in
Offlaga
download gratuito. E una linea editoriale dall’obbiettivo tanto utopico quanto
Jennifer
stimolante: recensire tutto, ma proprio tutto, senza alcuna distinzione di
Settlefis
genere o moda, e soprattutto in maniera indipendente e seria. Questo è ciò che
The Mag
MusicbOOm prova ad essere da dieci anni a questa parte. Una guida nel mare
The Par
magnum della musica leggera, un servizio per chi la ama e per chi la vuole
Velvet S
scoprire, un calderone di pensieri sempre pronto ad esplodere nelle bombe
Ten Tho
“sganciate” a chiosa di ogni recensione. Le stesse che “sganciamo” oggi su
Pay, Can
Milano e sulla terza edizione del MI AMI, il festival della musica indie e dei baci
Alessan
organizzato da Rockit, in questo free-press speciale contenente le recensioni
Artemol
degli ultimi lavori di quasi tutti i nomi presenti al festival e una mini guida ai più
My Awe
importanti appuntamenti musicali dell’estate europea.
Le Man
Un sacco di bombe sorridenti al festival dei baci.
Pump, B
Dottori,
Gennaro

DOMEN

Polaroid
musicbOOm magazine è un progetto di impaginazione e grafiche musicbOOm Dj Fuco,
musicbOOm.it - beat concrete - webzine di magazine: mattia puntogif bergamini
Just Flo
musica a 360° mattia.bergamini@email.it
Allo (e l
caporedattori: carlo crudele e luca d'alessandro redattori: diego ox4 ballani, luca barachetti,
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marina pierri, gaetano scippa, gabriele squillace,
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stefano.bartolotta@musicboom.it
daniele suardi, manuel big zotti

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webmaster: luigi faragalli lfaraga@tin.it edwige fenech
mi ami fest

VENERDÌ 08.06.07

NO Perturbazione, Carpacho!, A Toys Orchestra,


Micecars, Marta Sui Tubi, Virginiana Miller, News
For Lulu, Ex-Otago, Paolo Cattaneo, The Gumo,
ani del
Vanessa Van Basten, Lele Battista, Bachi
un altro
Da Pietra, Grimoon, Franklin Delano,
non dice
Hogwash, Marti, Home, Numero 6 +
proprio
Enrico Brizzi, Crookers.
anto ci

le illustrazioni in queste pagine sono tratte dal sito ufficiale


e tanto.

del mi ami festival, a cura di rockit e domenicamattina.it


nografie
SABATO 09.06.07
e Velvet
video in
Offlaga Disco Pax, Julie's Haircut,
quanto
Jennifer Gentle, Giorgio Canali,
zione di
Settlefish, Teatro Degli Orrori,
è ciò che
The Magicake, Late Guest At
el mare
The Party, Ministri, Isobel,
la vuole
Velvet Score, Pink Rays,
bombe
Ten Thousand Bees,
oggi su
Pay, Canadians,
dei baci
Alessandro Raina,
censioni
Artemoltobuffa, The Banshee,
da ai più
My Awesome Mixtape, Dente,
Le Man Avec Les Lunettes, Fitness
Pump, Beatrice Antolini, Giuliano
Dottori, Fabio De Luca + Luca De
Gennaro, Adriano Canzian.

DOMENICA 10.06.07

Polaroid Blog, Enver, Giacomo Spazio,


Dj Fuco, Spellbound, Sangue Disken,
Just Flow, dj U.D.A., Charming Djs,
Allo (e la sua Valigetta).
chetti,
n
ttia
e
marco bos
crudele,
li,
hi, alex
rancesco
omas
howty
pierozzi,
squillace,

no &
News For Lulu, Ten Little White Monsters non manca
(Zahr/Audioglobe, 2006) bellissimo
tanto sem
News For Lulu sono sei ragazzi pavesi, e, a loro dire, nel la ballata a
momento in cui hanno dovuto decidere che direzione nimesulide
artistica prendere, hanno pensato “che era molto meglio apertura d
concentrarci principalmente sulla forma canzone e sui suoi tentazione
infiniti arrangiamenti”. Il che significa, all’atto pratico, che il ritornello d
loro esordio Ten Little White Monsters cerca da un lato di Il lavoro e
avere delle buone melodie, e dall’altro di riprodurle in modo Matteo Ag
sempre diverso. E ci riesce. (Giardini d
Paolo Cattaneo, L'equilibrio Non Basta (V2 - Quello che impressiona di questa band è la quantità di cose post, che s
Shinseiki/Edel, 2007) che sono già capaci di fare alla prima fatica sulla lunga paradosso
distanza. Sanno infatti rivoltare una canzone come un guanto patinato. A
Paolo Cattaneo, da Brescia, mette in atto quella che sembra da un momento all’altro (Late Night Commercial, Tic-Toc appesantir
essere una delle vie più promettenti per rinnovare Clock), così come aumentare l’intensità del suono in modo trovate e d
l’iperaffolato e saturo mondo della canzone d’autore graduale ed armonico (Christmas Monkey); sanno strizzare Micecars d
nostrana: rinverdire la tradizione, fino quasi a snaturarla, l’occhio al post rock con brani dallo sviluppo più essenziale (A di poter fa
con input esteri dal forte valore espressivo. “L’equilibrio non Gun Is Not The Solution, la title-track) o più articolato nell’impres
basta” gioca tra richiami italiani di nuova generazione e (Charlotte With Robots) ed anche essere più eterei ed genere che
contaminazioni post-ambientali comunque trattenute in solida intimisti (Left Hand Writers). Con le loro chitarre sanno sia in una man
forma-canzone. Chimenti e Tiromancino presenze certe, Mum graffiare che lavorare di cesello, ma sanno anche quando durare solo
e Sigur Rós a drenare scariche di emozione per atmosfere mettere più in primo piano la tastiera, per assicurare una questa gio
lunari e attutite. Più indietro, per quanto riguarda il fronte varietà ancora maggiore (Scarecrows At The Window, I’ve pochino fra
casalingo, non si va. E forse è un bene, perché le nove Been So Clever). La sezione ritmica sa sempre quali tempi incontro p
composizioni del disco puntano tutto a rinnovare pur con tenere per non risultare né piatta e nemmeno slegata dal album com
divieto di stravolgimenti, all’insegna di un’autorialità che si suono che va a sostenere, la voce sa alternare una presenza pretese, d
chiude elegantemente in sé senza risultare nè poco più che discreta ad una molto più invadente. Sia il di sole sen
autoreferenziale nè superba. L’apertura di Incastri è quanto di songwriting che gli infiniti arrangiamenti di cui sopra sono SUARDI
meglio ci si possa aspettare viste le premesse: andatura riconducibili ad uno stile coerente, ma altrettanto distinguibili
d’alta scuola con elettronica, piano e clarino a spartirsi la tra una canzone e l’altra.
scena e testo notevole («L’astronave stasera si chiama Le ultime parole cantate sul disco da Umberto Provenzani
“speranza”» punta ad essere il vincitore di un’ipotetica e sono “It’s amazing, I’m still here”. E non ne servono altre per
assai feticistica classifica del miglior primo verso di un disco descrivere cosa può dare questo disco perché semplicemente, A Toys Or
anno duemilasette). L’eco che stona e Neurovegetali alla fine del viaggio, si resta quasi sorpresi di trovarsi in (Urtovox/
mostrano invece tutte le altre carte, e che carte: pianoforte, questo mondo, e non in un altro. STEFANO BARTOLOTTA
contrabbasso, elettronica, voce semialienata e altro testo da Inutile neg
segnare la prima (alla chiamata numero due giusto citare un po' di p
l’autore delle liriche: il poeta Giovanni Peli); ombrosità David amato il pr
Sylvian e ritornello placentare Sigur Rós la seconda, con senso, affe
finale di contrabbasso che riprende avventure ambient- Micecars, I'M The Creature (Homesleep/Audioglobe, Destava pr
jazzistiche confermate dalla biografia (Cattaneo ha all’attivo 2006) alte aspett
dodici anni fa anche un disco in zona new-age). Il resto confronti -
qualitativamente segue i brani citati, con una leggera Siamo appena all’inizio dell’anno, ma che questo “I’m the passo falso
flessione prima delle ultime due tracce, ma siamo noi pignoli, creature”, dei romani Micecars (album uscito in verità Orchestra
in realtà non è nulla di grave. Anzi: poco prima Cattaneo già nel novembre del 2006), resterà a lungo un punto di brutto epit
scrive quella canzone d’amore che a Zampaglione e soci da riferimento per la scena dell’indie-rock nostrano, ci non poco.
un po’ di tempo non viene più (Col mio ritmo); e poco dopo sentiamo di dirlo già da ora. Non par vero poter recensire un Per fortuna
con la doppia chiusura de Il passo che giustifica il tempo (fiati disco indie italiano senza dover per forza fare il nome dei sono basta
e scura ipnosi elettronica Radiohead) e Infinito (nuovo Pavement. O meglio, la lezione di Malkmus e soci sembra contempo,
albeggio Sigur con sfrigolii kraut e clarino maestoso a essere stata appresa, assorbita, e dimenticata (o perlomeno tornati con
immobilizzare il tempo) rilascia due gioiellini atmosferici che abbondantemente diluita) abbastanza in fretta. Riferimenti Toys Orche
allungano ancora di più l’importante lista di influenze. abbastanza costanti sembrano essere piuttosto Pixies, dEUS dedicarsi a
Insomma: Paolo Cattaneo sorpresa d’inizio anno. Da iscrivere e Blur, qualche reminescenza pumpkinsiana (ascoltare il riff di dovuta non
alla voce “possibili salvatori della canzone d’autore italiana”. chitarra di Watch over your gun per credere) un pochino di fiabesco, m
LUCA BARACHETTI Beck forse. I Broken Social Scene. Non mancano, seppur asciutto e
moderati, richiami all’odierno revival new wave – cassa, quella disil
rullante e giro di basso sagace, che pompa e piace – questo sen
fortunatamente senza mai appesantire con le banalità del giro il cant
e caso il sound complessivo dei pezzi. Tronco qui l’inutile e femminile

gazin fastidiosa lista dei riferimenti e delle influenze. Inutile e una volta i

ma
fastidiosa perché potrebbe sterilmente durare all’infinito, politica a r
infatti i Micecars fanno proprio di questo pastiche sonoro di Così come
generi e influenze un segnale di stile personale. Da questo per altri ve
ammasso consapevolmente disordinato di strofe, ritornelli, di sfrondam
bridge, code, intro e quant’altro, ne escono le voci, un po’ timone del
sghembe, rigorosamente lo-fi, sempre come sullo sfondo a attenzione
dare coerenza e identità ai pezzi – e i momenti felici davvero in prima li
Venerdì 8

non mancano. Introducing your liquid pets per esempio: - e non disdegnando qualche delicatezza acustica, pur non
bellissimo crescendo finale costruito su un’intuizione melodica rinunciando alle divagazioni arrangiamentali, ai cambi di
tanto semplice quanto trascinante. Da ricordare certamente passo, alla stratificazione di tanti elementi abilmente
e, nel la ballata atipica Fritz is Alive, la pirotecnica Battle against combinati tra loro, tra i quali ritroviamo anche qualche
e nimesulide, o la già citata Watch over your gun, traccia di balocco superstite (un esempio su tutti: Ease Off The Bit).
eglio apertura dell’album. Sfido chiunque a resistere alla Un processo di sfrondamento, dicevamo, che porta anche a
ui suoi tentazione perlomeno dell’accenno di head-banging sul prosciugare i riferimenti e quindi, messi da parte Blonde
o, che il ritornello di Hulk Hogan. Redhead e compagnia, si arriva dritti al midollo di essi, e cioè
ato di Il lavoro esce per la Homesleep e la produzione è del duo a quei Beatles che i cinque campani mettono in lavatrice e
in modo Matteo Agostinelli (Yuppie Flu) e Francesco Donadello mescolano alle loro alchimie, facendo bene attenzione a non
(Giardini di Mirò); lavoro talmente curato dai due decani del lavarne via la semplicità, l'immediatezza e la purezza
di cose post, che sembra poter rappresentare perfettamente il melodica, veri e propri binari su cui far viaggiare sicuro
nga paradosso tipicamente italiano di un indie ultraprodotto e questo disco.
un guanto patinato. A volte infatti questa presenza costante pare Tredici tracce con cui rivendicare un posto d'onore nel
c-Toc appesantire e soffocare un pochino la genuinità di certe panorama indie italiano e per affacciarsi con dignità al di fuori
n modo trovate e di certi spunti. Comunque, con quest’album, i dello stivale. Sarà pur vero che i ragazzi hanno da poco
trizzare Micecars dimostrano di saper dominare un mondo musicale e messo i giocattoli in ripostiglio e che ancora vanno in giro con
enziale (A di poter fare ciò che vogliono al suo interno. Riescono un libro di favole sotto braccio ma è altresì evidente, limpido
ato nell’impresa di rinnovare in modo originale il sound di un e cristallino che Enzo, Ilaria, Raffaele, Fausto ed Andrea
ed genere che sembra ormai definitivamente essersi consolidato sono diventati grandi. LUCA D'ALESSANDRO
nno sia in una maniera. Dunque peccato se le canzoni sembrino
uando durare solo un istante di più del loro ascolto. Peccato se da
e una questa giostra impazzita di suoni e stili forse si rimanga un
w, I’ve pochino frastornati, perdendo alla lunga l’occasione di un
i tempi incontro più sincero. Ma forse questo è anche il fascino di Virginiana Miller, Fuochi Fatui D'Artificio
ta dal album come questi, colonna sonora per giornate con poche (RadioFandango/Edel, 2006)
presenza pretese, da ascoltare camminando per strada in una giornata
ia il di sole senza pensieri: “it’s only rock’n’roll but…”. DANIELE Molto più chiuso rispetto a “La verità sul tennis” e
a sono SUARDI fottutamente autoreferenziale, questo “Fuochi fatui
stinguibili d’artificio” è un disco dei Virginiana Miller. Nel senso che non
potrebbe essere di nessun altro, se non loro. Una sorta di
enzani piccolo bignami che racchiude e richiama sfacciatamente dieci
o altre per anni di musica e di parole, di storie, di racconti visionari e di
licemente, A Toys Orchestra, Techicolor Dreams ricordi, dai tempi del debutto con il capolavoro “Gelaterie
si in (Urtovox/Audioglobe, 2007) sconsacrate”.
OTTA Chi ha scoperto i Virginiana Miller con “La verità sul tennis”,
Inutile negarlo: il terzo album degli A Toys Orchestra destava probabilmente resterà deluso da questo nuovo album. Forse
un po' di preoccupazione. Almeno al sottoscritto, che aveva perché si sarebbe aspettato un disco ancora più abbordabile,
amato il precedente Cuckoo Boohoo e che si era, in un certo più alla mano, più aperto. Chi li conosce dagli albori, invece,
senso, affezionato al progetto musicale della band campana. da quando lo zio più forte “ha vinto una gara di tiro al
globe, Destava preoccupazione perchè tanti elementi - in primis le piattello ed una di ballo liscio”, sfodererà un ghigno
alte aspettative che si erano venute a creare nei loro compiaciuto. Lo stesso ghigno di chi la sa lunga, ritrovando in
confronti - non avrebbero aiutato a perdonare un eventuale queste nuove canzoni le cose vecchie e un po’ polverose a cui
m the passo falso; ed in questa ottica, il rischio di vedere gli A Toys era affezionato, in particolare per quanto riguarda i testi. I
tà Orchestra stritolati dai critici modaioli di turno o bollati dal suoni, invece, seguono la falsa riga dell’album precedente,
nto di brutto epiteto di promessa non mantenuta, mi spaventava decisamente accattivanti, moderni, con massicce dosi di
non poco. tastiere e ritmiche spesso sostenute e quadrate, che
ensire un Per fortuna a questo Technicolor Dreams di giri nel lettore ne ricordano i Baustelle e, ancora di più, i Perturbazione.
me dei sono bastati appena un paio per fugare ogni dubbio ed, al Nonostante questo approccio al passo con i tempi, in realtà
embra contempo, allontanare ogni fantasma: i Toys sono, infatti, alcuni di questi fuochi fatui d’artificio se ne stanno sulle loro e
erlomeno tornati con un disco splendido.Tanto per cominciare, gli A si concedono poco, almeno in principio. Le prime volte ci si
rimenti Toys Orchestra hanno messo da parte i giocattoli per guarda di sbieco, il tempo di incrociare lo sguardo ed
es, dEUS dedicarsi a tempo pieno ai libri di favole. Sensazione, questa, abbassare gli occhi, oppure facendo finta di non vedersi. Poi,
are il riff di dovuta non solo al bel packaging ed al booklet in chiaro stile invece, poco alla volta, si finisce per entrare sempre più in
chino di fiabesco, ma anche e soprattutto ad un piglio compositivo più sintonia con un disco che non si brucia come un fiammifero,
eppur asciutto e maturo, alla scelta di suoni e strumenti più caldi, a ma che ha vita lunga. Il disco. L’amore, ahinoi, meno. Molto
ssa, quella disillusione di fondo che a tratti si fa drammaticità - in meno.
– questo senso appare spiegarsi il motivo per cui a questo Questa è la chiave di volta, l’argomento spinoso su cui i
tà del giro il cantato maschile predomina nettamente su quello livornesi hanno messo il loro marchio di fabbrica. Perché
tile e femminile - alla stesura di testi, bellissimi anch'essi e ancora per loro è tutto facile. Tirano fuori dal cilindro un ritornello
le e una volta in inglese, che spaziano da amore a morte, da che neanche i Perturbazione di “Se mi scrivi” e scattano due
inito, politica a religione. o tre fotografie alla litoranea laziale, da Ostia a Ladispoli, su
onoro di Così come è evidente una maggiore ricchezza di elementi, cui passano i pischelli in bicicletta, i cocomerai, Pasolini, la
questo per altri versi Technicolor Dreams appare essere un processo pipa di Pertini e dove passa anche l’amore: “tutte le stelle
ornelli, di sfrondamento con il quale gli A Toys Orchestra - con al sono splendenti, eppure speri in quelle cadenti; e l’amore
un po’ timone della produzione Dustin O'Holloran - hanno posto passa, lascialo passare; se l’amore passa, restano queste
fondo a attenzione fondamentale alla melodia, portando il pianoforte palazzine al mare”. Due o tre pennellate di colore, un punto
i davvero in prima linea - probabilmente anche in fase di composizione grande come un cocomero e il gioco è fatto. Oppure: “c’ho
provato anch’io, ma tante tante volte, a chiuderti le porte col sfondano il cuore meglio di una imperiosa ariete, non
pensiero e dirti addio, davvero”, così come Uri Geller, che potevano mancare. E sorridiamo commossi nel ritrovare tutto
riusciva a piegare i cucchiaini con la sola forza del pensiero. questo di nuovo. Ancora. Ora. Inutile dilungarsi ad elencare i
Certo sarebbe facile, ma non sempre ci si riesce e così a volte brani o a sprecare paragoni con i dischi precedenti. Faremo
si finisce col diventare il Commodore 64 di se stessi, stanchi, solo accademia e ciò non è volontà di chi avrebbe anche

AND
REA
lenti e disconnessi, in una canzone che sembra rubata dal potuto limitare questa recensione al primo paragrafo. O,

ZO
cassetto dei Reflue, mentre qualcuno, invece, si sente più addirittura, alla seguente frase: "Pianissimo Fortissimo è un

LI
libero e non basta “il canto delle sirene” per ritrovarsi. Vero, disco dei Perturbazione". E questo basta. LUCA
diceva bene De Gregori. E quanti ricordi: il giardino, il Ciao D'ALESSANDRO
con le ruote sgonfie, la crema da spalmare sulle spalle, le
formiche sulle gambe e i grilli nella testa. Un po’ la “Vita
illusa” di tre anni fa. “Tommyhilfiger multivitaminivideocam Home, Ho
nikepump” come “Italtubi megamobil tecnocasa”. Come un (Manzani
cane che si morde la coda o come un gruppo che in fondo si Marta Sui Tubi, C'è Gente Che Deve Dormire (Eclectic
diverte ad autocelebrarsi. E poi lo scambio culturale Italia – Circus/V2, 2005) Qualche te
DDR, “oltre cortine d’oblio, oltre il confine di silenzio e di questi tre
spine” e ‘fanculo ai saluti socialisti. Con il ticchettio della Dare un seguito ad album che, da soli e all'improvviso, loro impec
lancetta dei secondi che la notte, a letto, quando si cerca di riescono non soltanto a testimoniare talento e genialità riuscivano
prender sonno, rimbomba nella testa come un plotone in fuori dal comune, ma anche a diventare di diritto ed in tempi stile Kinks
marcia. Si chiama “Insonnia”. Insonnia di te, perché sei brevi dei piccoli classici di un intero panorama, non è mai delle voci,
venuta a trovarmi stasera. Perché non ti fermi fino al dolce cosa facile. E non è cosa facile soprattutto se l'opera in si appoggi
domani, tu ed io “A luce spenta”, come Tommaso e Rachele? questione detiene, oltre alle caratteristiche di cui sopra, il matrice W
Buffe coincidenze in un viaggio nei meandri e nelle pieghe di merito di essere un concentrato di originalità, condito da aggiungere
un amore finito. Un viaggio di quarantacinque minuti scarsi ingredienti decisamente sui generis e da una cifra stilistica Tutti eleme
che, in realtà, richiede molto, molto più tempo. che è riduttivo definire considerevole. E' il caso, per farla Home Is W
Dite quello che vi pare. Forse troppo autoreferenziali, troppo breve, di dischi come Muscoli e Dei, cui oggi i Marta Sui Tubi di appena
autocompiaciuti, troppo innamorati di sé stessi e delle proprie affiancano la nuova fatica discografica, affibiandole il titolo di un album
canzoni. Tutto vero, ma loro se lo possono permettere. C'è Gente Che Deve Dormire ed il compito di confermare il verse-chor
THOMAS PAULO ODRY successo di critica e pubblico riscosso meritatamente con secondo, f
l'album di debutto. E, quasi a voler confermare quanto detto sacrificare
fino ad ora, se all'esordio ci erano apparsi stellari, la band da
inevitabilmente si ripresentano oggi maggiormente terrestri. psichedelic
Un ritorno sulla terra, dunque, ma senza il tonfo, visto e che si piaz
Perturbazione, Pianissimo Fortissimo (Capitol considerato che C'è Gente Che Deve Dormire è comunque un e accattiva
Records/Emi, 2007) album validissimo. Seppure incapace di ricalcare la vero marc
strafottenza, l'esplosività e la capacità di spiazzare del suo di sè perfin
Non hanno inventato nulla, eppure le loro peculiarità sono predecessore, C'è Gente Che Deve Dormire è un lavoro che brano più
perfettamente riconoscibili anche a diverse miglia di distanza. piace e di cui si apprezzano gli arrangiamenti maggiormenti dei Cream
Non cambiano - se non di poche virgole - da un disco pettinati e i particolari più minuziosamente curati, nonostante I Know Th
all'altro, eppure esplorare, scoprire, sezionare, amare e ciò vada a discapito di una buona dose di quella stravaganza Morning, r
mandare a memoria le loro canzoni è cosa quantomai caratterizzante della band, da oggi ufficialmente un trio dopo continuo g
emozionante. Non servirebbe aggiungere altro a questa l'ingresso in pianta stabile del batterista Ivan Paolini. Tutto fino a scom
recensione, eppure qualcosa su questo Pianissimo Fortissimo ciò porta a composizioni funzionali - brani che reggano il quello dei
dei Perturbazione, voglio pur dirvela. Posso aggiungere, ad confronto con Stitichezza Cronica o Post non ce ne sono ma, Home, que
esempio, che chi temeva che il passaggio alla major potesse si sa, chi si accontenta gode - che guardano anche volentieri gusto, per
incidere sullo stile della band - magari intaccandone le alla forma canzone, la qual cosa trova in L'abbandono - in cui nei confron
sonorità o lasciandone evaporare la poetica - può si segnalano anche gli ottimi intrecci vocali che sul finale un'autenti
tranquillizzarsi: il piacere delle piccole scoperte e delle "gioie coinvolgono Moltheni - e nella bella 31 Lune - ospite la
minime" è immutato, così come si ritrovano intatte la sorprendente Sara Piolanti - gli esempi più rappresentativi.
semplicità - sempre costantemente coniugata a freschezza e Pollice alzato anche per l'iniziale Via Dante - ancora ospiti:
schiettezza - delle liriche ed un approccio scevro da Paolo Benvegnù che recita uno stralcio dell'Inferno dantesco e
barocchismi. Pianissimo Fortissimo, nemmeno a dirlo, è un un azzeccatissimo Bobby Solo - e per la filastrocca Perchè Lele Batti
disco che canta l'amore in maniera sussurata, rifuggendo Non Pesi Niente, forse il brano che meglio di ogni altro lega il
stilemi e rime baciate, esaltando ed emozionando in maniera passato irruente alla acquisita moderazione e maturità Sciolti i La
tenue e gentile. E poi, ovviamente, quegli intrecci senza attuale. Notevole il lavoro sugli arrangiamenti, con il tentativo decisamen
distorsioni, quelle circolarità malinconiche, quelle andature di arricchire la formula di partenza - in aiuto sono corsi, tra Battista to
felpate, quegli arrangiamenti gli altri, Enrico Gabrielli, geniale polistrumentista dei Giorgio Ma
che in punta di piedi Mariposa, presente in tre brani - che può dirsi ampiamente nuove can
riuscito. quelle che
e E, se il giudizio è ormai chiarissimo - soffermarsi sul lirismo di limando le

gazin Cenere, sulla peculiarità di La Tua Argenteria e sulla ben intatti i ton

ma
compiuta cover beatlesiana posta in coda appare quasi gradazioni
superfluo - l'unico dubbio rimane legato al rischio che si nero. Intim
potrebbe correre iterando ancora questa formula in futuro. soprattutto
Ma, visto che di dubbi e di futuro si sta parlando, nel arrangiam
frattempo tanto vale godersi i due ottimi dischi che i Marta scrittura d
Sui Tubi ci hanno fino ad ora regalato. LUCA D'ALESSANDRO numero di
voce a suo
Venerdì 8

n tratti l’affinità con Andrea Chimenti) non trova però le


vare tutto prerogative ideali per far decollare le canzoni, che appaiono
elencare i da subito come parenti un po’ stinte di questo o quell’altro
Faremo artista. Il Battiato di “Gommalacca” in La voglia di stare con
nche te, o i Cure ammorbiditi di Amore folle o ancora i Bluvertigo
AND
REA

o. O, romantici di Tutto strappato – e successivamente gli stessi


ZO

mo è un nomi ancora, che si alternano in un gioco di rimandi un


LI

po’ sonnolento – ci spingono fino alla traccia dieci per


segnalare l’unico momento estraneo al semi-anonimato
dell’intero album. E’ quel piccolo capolavoro da chansonnier
postmoderno intitolato Trieste: lì probabilmente c’è
Home, Home Is Where The Heart Is il miglior LeLe Battista, ma il resto è davvero una mezza
(Manzanilla/Goodfellas, 2007) delusione. LUCA BARACHETTI
Eclectic
Qualche tempo fa mi è capitato di assistere ad un concerto di
questi tre ragazzi di Verona. Quello che più mi ha colpito nella
so, loro impeccabile performance, oltre alla grande carica che
alità riuscivano a trasmettere dal palco e al perfetto abbigliamento Grimoon, La Lanterne Magique (Macaco
d in tempi stile Kinks '65, è stata la precisione dei cori, le soffici armonie Records/Audioglobe, 2006)
è mai delle voci, che non perdevano compattezza neanche quando
a in si appoggiavano sulle basi tempestose di un garage rock di Ci hanno messo più tempo rispetto a quanto avrebbero
pra, il matrice Who-iana. Un connubio di potenza e melodia (e stile meritato, i Grimoon, per attirare su di sé l’attenzione degli
to da aggiungerei) difficilmente registrabile alle nostre latitudini. appassionati: il loro nome, infatti, ha iniziato a circolare
tilistica Tutti elementi che naturalmente stanno alla base di questo diversi mesi dopo la pubblicazione del loro ep Demoduff#1,
farla Home Is Where The Heart Is. Il dischetto in questione consta uscito nel 2004 (e da noi recensito qui circa un anno fa), e
Sui Tubi di appena 8 tracce dalla durata media abbastanza elevata per comunque in tempo per creare una certa attesa nei confronti
il titolo di un album che si dovrebbe attenere alla ferrea regola del del loro debutto sulla lunga distanza, che la Macaco Records
mare il verse-chorus-verse tipica del power pop. Eppure non c'è un ha dato alla luce lo scorso novembre. Attesa pienamente
e con secondo, fra questi solchi, che si sarebbe disposti a ripagata da un lavoro di grande spessore, che rende più
nto detto sacrificare. Non la coda noise che chiude Request e che porta compiuta la rappresentazione dell’immaginario della band, e
la band dalle parti di un moderno brit pop; tanto meno quella più forti le sensazioni da esso espresse. Questo anche grazie
terrestri. psichedelica che suggella la conclusiva Dom Perignon 1982 e al DVD allegato, non certo un inutile orpello, ma parte
sto e che si piazza stabilmente sulle tracce dei Beatles più languidi integrante dell’espressione artistica del mondo Grimoon, con
unque un e accattivanti. Merito degli eleganti intrecci canori che sono il il film della durata di oltre un’ora e la manciata di
vero marchio di fabbrica della band e che fanno bella mostra cortometraggi realizzati per accompagnare le canzoni, e
del suo di sè perfino sul riff blues del'iniziale Perfect Born Actress, il proiettati sempre alle spalle del gruppo durante i concerti.
voro che brano più atipico dell'album che apre le danze con il groove Il motore compositivo, alimentato principalmente dai due
ormenti dei Cream. E' un piacere perdersi nelle atmosfere sognanti di cantanti Solenn Le Marchand e Alberto Stevanato, porta tutti
onostante I Know That You Know o nel ritornello glam di Sunday i musicisti ad esplorare paesaggi a tinte fosche ma
avaganza Morning, reiterato fino alla completa assuefazione. Un affascinanti, un noir d’altri tempi, evocato con strumenti
trio dopo continuo gioco di citazioni che potrebbe continuare all'infinito, d’altri tempi, utilizzati in modo molto personale ed innovativo.
i. Tutto fino a scomodare il nome dei Big Star (People Like You) e A chi, infatti, verrebbe in mente di fare in modo che il
ano il quello dei T-Rex. Forse è proprio questo il punto di forza degli mandolino, l’organo e la fisarmonica diano un contributo
sono ma, Home, quello di saper interpretare influenze disparate con determinante per creare atmosfere varie ed avvolgenti,
volentieri gusto, personalità e, soprattutto, senza il minimo complesso rivolte ora ad un sognante intimismo, ora ad un’eterea
no - in cui nei confronti dei nobili modelli di riferimento. Per chi scrive nostalgia, ora a frenetiche marcette, ora ad armonie piene e
inale un'autentica rivelazione. DIEGO OX4 BALLANI rotonde con rari slanci di spensieratezza pop? Tutto questo
e la succede, in questi tredici episodi, distinguibili l’uno dall’altro
ntativi. in ogni aspetto: l’interazione tra le due voci; il timbro vocale
ospiti: della Le Marchand, a volte caldo e rilassato, a volte
dantesco e pungente; le canzoni al cui interno si registra l’unione di
Perchè Lele Battista, Le Ombre (Mescal/Sony, 2006) impostazioni diverse tra loro, in modo ogni volta diverso e
tro lega il sempre magistrale, affiancate ad altre più uniformi, ma
ità Sciolti i La Sintesi dopo due dischi (uno interessante, l’altro parimenti intense; il diverso bilanciamento tra la parte
l tentativo decisamente meno) e una partecipazione a Sanremo, LeLe vintage del suono e quella più attuale. Anche le melodie si
orsi, tra Battista torna con il suo primo disco solista affiancato da dimostrano sempre all’altezza della qualità dell’impianto
i Giorgio Mastrocola, coautore sia dei brani passati che delle sonoro ed emotivo globale, che siano più piene o più
amente nuove canzoni. “Le Ombre” rivisita in chiave cantautorale sfuggenti. La parte “cinematografica” del lavoro è basata sul
quelle che furono le coordinate della precedente avventura surrealismo di un mondo parallelo fatto di maschere,
l lirismo di limando le attitudini più leggere e mantenendone invece giocattoli, oggetti animati e gioco degli scacchi, ed è
ben intatti i toni scuri, che danno alle undici canzoni del disco bellissimo come la musica veicoli la compenetrazione di
uasi gradazioni invernali, quasi da (moderno) film in bianco e questo surrealismo con la quotidianità con cui ogni giorno
he si nero. Intimista ma allo stesso tempo sontuoso – grazie conviviamo, ma che talvolta ci sembra di dover affrontare.
futuro. soprattutto alla mano ispirata di Celso Valli, suoi gli Il mondo Grimoon ha quindi un fascino oscuro ma altrettanto
el arrangiamenti di tre brani – “Le Ombre” vive della buona irresistibile, e l’opera che lo esprime ha una maturità ed uno
i Marta scrittura di Battista, scrittura che nonostante un discreto charme che oggi sono merce rara ovunque, non solo in Italia.
SANDRO numero di testi rilevanti (Le Ombre, Intese) cantati con una STEFANO BARTOLOTTA
voce a suo agio nelle atmosfere di tutti i brani (ingannevole a

bunnybuster è di andrea zoli andrea-zoli@libero.it


Franklin Delano, Come Home (Ghost rivisitato opportunamente. Chitarra acustica, tastiere minime Bastiano s
Records/Audioglobe, 2006) e seconde voci ispirate illuminano la tracklist con ballate incudini: is
spensierate e malinconiche insieme – Red heart shaped petal poco più, c
To the USA and back. Ed i segni del viaggio ai Franklin Delano e Holes in my maps su tutte. L’elettronica al contrario è («color sup
sono rimasti tutti addosso. Segnati sulla pelle e su un sound sostanzialmente rinnegata in nome di una fedeltà al rock germinazio
che di stelle e di strisce ne annoverava già parecchie - in tal “suonato” da sempre componente fondamentale dell’identità Giorno per
senso la tournee consumatasi negli Stati Uniti è stata del gruppo bergamasco. D’altra parte, sbuca anche un aggiungere
nient'altro che un perfetto coronamento - ma che qui, mandolino in Thomas Ross jr. – la canzone più fresca e che sigilla
nell'ultimo Come Home, coniuga particolari ed interseca immediata dell’album – a ricordare, se fosse necessario, espressiva
percorsi non soltanto ideali. quanto il passato sia “passato”. L’alchimia strumentale degli «vivere an
E se per il precedente Like A Smoking Gun In Front Of Me si Hogwash è ormai matura e consapevole delle proprie bere ancor
erano sprecati termini quali desert-rock, appare evidente potenzialità. Tecnica e abilità compositive vanno di pari ricadere so
come in quest'ultima fatica di studio si sia affiancata alle passo: basti notare le raffinatezze armoniche, gli stacchi e i
precedenti peculiarità - che pure resistono come cambi di tempo disseminati lungo tutto l’album (per esempio
indispensabile marchio di fabbrica - una matrice più l’ambiguità ritmica della strofa e il finale corale di Me and the
prettamente rock. Ed è per questo che il "ritorno a casa" del half untruths part I & II). La scelta di cantare in inglese – che
titolo è anche percepibile in ritmiche più robuste, in certo può aprire orizzonti commerciali e di visibilità più ampi Marti, Un
progressioni più accentuate, in passaggi e soluzioni più al gruppo – tradisce a tratti, però, una certa mancanza di Records/
dirette e contenute. Il risultato fa volgere il pollice verso l'alto personalità, anche perchè i testi non sono sempre all’altezza
per l'immediatezza con cui Come Home raggiunge della controparte musicale: puro pretesto melodico, a volte Marti è il p
l'ascoltatore ma anche per i dettagli ed i deliziosi particolari un po’ troppo naif pure per un gruppo indie. In sostanza, gli chiama An
che si scoprono con il tempo e che regalano convincente Hogwash si muovono su un terreno arduo, infinitamente non come
longevità al disco. Autunnale come i precedenti, ma meno percorso negli ultimi anni; lo fanno con grazia e maestria partigiano
umbratili le sue atmosfere - alcune aperture di fiati sembrano rare, almeno per gli standard italiani. Certo questa solidità film entram
lasciar trasparire una serenità di fondo maggiormente tecnica e formale collaudata sembra chiudersi intorno al carriera di
spiccata e presente rispetto ai lavori precedenti - a tratti gruppo in un guscio che rende difficile cogliere una presenza fine degli a
altrettanto malinconico ma meno disilluso e più pronto a chiara, definita in maniera personale e originale. Comunque con cui ha
ripartenze ritmate che a circolarità reiterate. “Half Untruths” rimane un disco che forse non cambierà le cui ne son
Tutto ciò detto, è lecito pensare che il ritorno a casa sia solo sorti della musica nostrana ma su cui si potrà fare mica bricio
un passaggio di un cammino ben più lungo. Alcuni viandanti affidamento a lungo in futuro. DANIELE SUARDI quindi, nel
amano il focolare, ma l'appeal ed il richiamo di certe strade “Unmade B
polverose è impossibile da ignorare. LUCA D'ALESSANDRO Benvegnù
dei dischi i
della casa
Bachi Da Pietra, Non Io (Wallace-Die distribuzio
Schachtel/Audioglobe, 2007) Meganoidi
Hogwash, Half Untruths (Urtovox/Audioglobe, 2006) degli En Ro
«Scendi all’automatico col bancomat, dieci litri di benzina in Che dire d
È un bell’album questo degli Hogwash. Secondo le parole di una tanica, saluti un conoscente sali in macchina, sorridi alla elegante n
presentazione che trovo sul sito ufficiale, in queste tredici tua soluzione drastica […] Questa casa di legno che osservi essendo es
tracce si realizza la «perfetta sintesi» di un lavoro ormai più bruciare apre altre strade». Prendere il largo dal fuoco, senza abbondant
che decennale. La scelta stilistica – la produzione è stata risorgere. Buttarsi dentro, sotto, nell’anima moderna del ricchezza,
affidata ad Alberto Ferrari (Verdena) – sembra essere stata mondo. Il secondo disco dei Bachi da Pietra vi si butta a pori. Merit
quella di trasportare e riadattare la storia musicale del capofitto, con sguardo lucido e implacabile ne squadra la questi dod
gruppo al campo dell’indie pop-rock nostrano. Si sente condizione sociale, individuale, disperata. Dal commiato con l’aiuto
l’esperienza degli Yuppie Flu che ormai fa scuola (Red heart solitario e sepolcrale di Casa di legno verso l’epifania blues- della band
shaped petal, As a day) e nella loro scia riaffiora l’eco dei industrial in trance Einstürzende Neubauten di Altri Guasti, e strumenti,
Pavement (Crude). poi oltre. Un viaggio che è un guardarsi intorno e dire, con i dalle percu
Il passato rock e psichedelico dei lavori precedenti rimane versi più veri e più giusti, e per questo impossibili da lasciare al proprio
comunque ben riconoscibile caratterizzando il sound presente scorrere senza crollare almeno un po’. Un viaggio che sulle di equilibri
della band. Si avverte l’ombra lunga dei Motorpsycho in parole-corde di Giovanni Succi (chi scrive meglio di lui, oggi, L’impronta
Bikeride, Goodbye letters e anche in My dear december, dove in Italia?) e sui ritmi-timbri sempre più variamente oscuri di new wave,
le chitarre esplodono in una rincorsa reciproca fragorosa, Bruno Dorella sconta tutta la sua lucida forza, il suo humus orchestraz
trascinante, e la melodia vocale è orecchiabile senza essere brulicante metallo, terra e sangue. “Non Io” è titolo che più riflessi
banale. L’ottava traccia, I see you, è quasi un dialogo tra sintetizza tutto perfettamente, mantra accumulativo che nella dodici canz
Thurstone Moore & co. e la Seattle degli Alice In Chains, il title-track («fiato al pensiero tanfo di fogna ieri domani la Cousteau,
tutto, naturalmente, cloaca la storia») irrora un cuore pulsante vuoto e Costello, la
decontestualizzato e alienazione. Fisica elementare a seguire si innalza mostrando inizi e tutt
i gomiti di una trama doom densa e quadrata; Lunedì nella concl
e risponde coi suoi vuoti-suoni profondissimi e penetranti: dalla tanto quel

gazin terra – verso la quale, comunque anche qui, prima o poi si pugnalata

ma
torna – al buio che nega e chiarifica («per vedere devi metropoli,
perdere gli occhi») se un senso c’è è quello vergato nelle quelle dai
poche splendide immagini di Farfallazza, che «testardamente: come a Ne
indifferente» sbatte le ali «imperterrita sulla boccia dura del seta, nere
lampione», anche se «non avrebbe senso: non c’è nessuno perfetta tr
dentro: insisti d’istinto finchè sarà spento». Dunque prima di impronta c
tutto «assicuratevi di essere vivi: Check life», che all’arrivo di partire al m
Venerdì 8

e minime Bastiano sarà tormenta elettrica sferragliante corde e girlfriend”, delicata e commovente, oppure come la iniziale
llate incudini: istantanea come non mai nel suo minuto e mezzo e “God’s thick gold wrist watch”, che apre le porte di questo
ped petal poco più, calca ancora di più l’attuale orizzonte umano mondo parallelo. Senza dimenticare la pop-song perfetta e
io è («color supplica di cane»), e allarga quello musicale alla raffinata “September in the rain” o l’accattivante “They’re so
rock germinazione post maltrattata e troncata alla meglio di small”, che, con la sua ritmica in quattro/quarti, non
l’identità Giorno perso nonché alla conclusiva “pop-song” (virgolette da sfigurerebbe in una serata ballerina ultra-modaiola.
un aggiungere ad abundantiam) Ofelia: ninna-nanna “da pietra” Unmade Beds” non è un disco immediato. Per iniziare a
ca e che sigilla un disco definitivo, fondamentale e – per potenza capire qualcosa di questo album, bisogna mettere in conto
ario, espressiva – inarrivabile con l’unica cosa che resta da dire: una manciata abbondante di ascolti. Solo allora si riuscirà ad
ale degli «vivere ancora per morire ancora come amare ancora come apprezzarlo nella sua complessità, nelle sue sfumature e
e bere ancora per fumare ancora come alzarsi ancora e soprattutto nella sua ricchezza. Ricchezza di suoni, di
pari ricadere sola». LUCA BARACHETTI suggestioni e di spunti. THOMAS PAULO ODRY
acchi e i
esempio
e and the
lese – che
più ampi Marti, Unmade Beds (Wildside Media/Green Fog Numero 6, Dovessi Mai Svegliarmi (Eclectic Circus/V2,
nza di Records/Venus, 2006) 2006)
ll’altezza
a volte Marti è il progetto musicale di un signore genovese che si Hai voglia a scriverne di canzoni così, come fanno i Numero6.
anza, gli chiama Andrea Bruschi, più conosciuto forse come attore che Dodici, e tutte perlomeno gradevoli, quelle contenute in
ente non come musicista, avendo partecipato qualche anno fa a “Il “Dovessi mai svegliarmi”, forti di un spirito che al di là di
estria partigiano Johnny” e più di recente a “Lavorare con lentezza”, referenze e ammiccamenti più o meno dichiarati ha imparato
solidità film entrambi di Guido Chiesa. Anche se poi, in realtà, la bene la lezione del pop, proprio in quanto a sostanza
no al carriera di Bruschi era iniziata proprio come musicista alla comunicativa. Ai tempi dell’esordio con “Iononsono”, il duo
presenza fine degli anni ’80, avendo fondato il gruppo rock Broncobilly, genovese formato da Michele Bitossi e Stefano Piccardo riuscì
munque con cui ha realizzato un paio di album tra il 1989 e il 1992, di a portare un proprio brano addirittura in quel non-luogo
bierà le cui ne sono state vendute circa diecimila copie in Giappone, musical-giovanilista che è Mtv. Non ce ne stupiamo, perché
mica briciole. Poi una lunga parentesi dedicata al cinema, e qui siamo di fronte ad una musica che, discografia e
quindi, nel 2003, i Marti. E ora il debutto con questo attenzione del pubblico permettendo, potrebbe mettere
“Unmade Beds”, con la produzione artistica di Paolo d’accordo tutti o quasi: canzoni rotonde ed accoglienti che
Benvegnù – ormai, di riffa o di raffa, onnipresente nella metà cullano le orecchie senza rassicurarle grazie ad una scrittura
dei dischi italiani – e di Andrea Franchi, e quella esecutiva dalla rara forza melodica; artigianato pop – definizione
della casa svizzera Wildside Media, passando per la abusatissima, ma qui necessaria – che gestisce con
distribuzione della etichetta genovese Green Fog Records dei sorprendente omogeneità timbri e sfumature tra loro molto
Meganoidi, che già ha prodotto e distribuito l’ultimo lavoro diversi (gentilezze chitarristiche, ragionamenti elettronici
degli En Roco. semplici ma fondamentali, robuste code rockeggianti);
nzina in Che dire di questo disco? Che è bello, che ha classe, che è leggerezza meditativa che illumina l'ascolto e lo rende
orridi alla elegante nelle sue note scure, che ha un gusto retrò pur tutt'altro che noioso ma anzi durevole nel tempo. I bei testi di
osservi essendo estremamente attuale nei suoni, suoni che risultano Michele Bitossi trovano una formula personale tra
oco, senza abbondanti, curati e cesellati. Un disco che sprigiona cantautorato intimista e puro racconto, e la sua voce –
a del ricchezza, ma soprattutto intensità ed ispirazione da tutti i dolceamara alla Ivan Graziani – è quella perfetta per
tta a pori. Merito di Andrea Bruschi, che si è inventato da solo l’angolatura ironica e a tratti naif da cui avviene la
dra la questi dodici pezzi, in inglese, e gli ha dato forma compiuta narrazione. Provate a non farvi attrarre da un gioiellino come
miato con l’aiuto di Paolo Benvegnù e Andrea Franchi, il batterista Al cuore della storia o dall’ibrido guitar-electro Verso casa
a blues- della band, coinvolgendo altri musicisti in un tripudio di (che potrebbe benissimo piacere perfino ai Kraftwerk): sulle
Guasti, e strumenti, dal contrabbasso ai fiati, dalle chitarre agli archi, strade del pop italico i Numero6 stanno mettendo la freccia
re, con i dalle percussioni alle tastiere. Un tripudio in cui ogni suono è per lasciare sul posto i Perturbazione (Un finale
a lasciare al proprio posto, senza eccessi e senza fronzoli. Un miracolo rocambolesco), e già il Max Gazzè post-Adamo ed Eva lì
he sulle di equilibrismo. guarda da lontano (E’ arrivato il freddo). Conviene seguirli,
lui, oggi, L’impronta è quella di un pop moderno dalle venature dark, poiché inseguirli, se continueranno di questo passo, non sarà
oscuri di new wave, richiamando sonorità anni ’80, così come le tanto facile. LUCA BARACHETTI
humus orchestrazioni più raffinate dei musical, al pari dei passaggi
che più riflessivi tipici dei cantautori un po’ demodé. In queste
o che nella dodici canzoni ci sono le atmosfere posate e raffinate dei
mani la Cousteau, le tinte cupe di Nick Cave, la classe di Elvis
Costello, la personalità di David Bowie, i Depeche Mode degli
mostrando inizi e tutto il technopop anni ‘80. C’è anche una chitarra che
dì nella conclusiva, splendida “If you could see me now” ricorda
anti: dalla tanto quella dei Massimo Volume ne “Il primo Dio”. Una
o poi si pugnalata al cuore. Ci sono i suoni notturni di una grande
evi metropoli, dei suoi locali, così come delle sue strade buie,
nelle quelle dai cui tombini esce fuori il vapore, ad ogni angolo,
rdamente: come a New York. Ci sono i velluti rossi e le sottovesti di
dura del seta, nere. Divani e letti sfatti. Un disco che sarebbe la
nessuno perfetta trasposizione di un ipotetico film, con la sua forte
prima di impronta cinematografica. Perfetta colonna sonora da far
ll’arrivo di partire al momento opportuno. Come la bellissima “Sad
alla media della scena. Late Gues
I Ministri sono giovani, si sente, ma si sente pure il talento e Other Lea
la personalità. Si sente l’ambizione di chi vuole provare a
puntare in alto (a dispetto di ciò che cantano nella prima Terzo EP p
traccia dell’album). Senza abbandonarsi a quel trionfalismo qualità. To
che declama a cadenza settimanale l’ennesimo “gruppo odio, ma è
rivelazione dell’anno”, i Ministri sono una scommessa sulla e Sonic Yo
quale mi sentirei di puntare.Forse è solo che ce n’era L’attacco d
bisogno. DANIELE SUARDI immediato
sull’incalza
vitalità. Th
Ministri, I Soldi Sono Finiti (Oto-Venus, 2007) atmosfere
risposta in
Ci volevano i Ministri a scuotere questa indolenza fatta di Giorgio Canali & Rossofuoco, Tutti Contro Tutti (La sono, certo
giornate umide di sole. Ci volevano i Ministri a riportarmi nel Tempesta/Universal, 2007) imputabile
mio Nord - provincia o periferia è la stessa cosa – dove il è questo:
cielo è ampio, i giorni e le notti sempre troppo uguali. A settanta metri al secondo e non fermarsi ancora: l’uomo avrebbero
Arrivano a ricordarmi che «chi si traveste lo tradisce che cantando e suonando precipita, indomabile. Chiamarlo di cantare
l’accento», a regalarmi stati d’animo oscuri descritti con la rock’n’roll ma crederci poco, perché se anche tutto il resto è favore. Bis
forza e la semplicità di un bambino capriccioso: «Se mi va mi rock’n’roll, allora Giorgio Canali chissà chi è. Uno stile, ma di scommette
scordo tutti / e lascio siate voi a ricordarmi / ma non fare lo vita prima di tutto. Che le chitarre e i tamburi non un po’ più
stesso anche tu». E immagini vivide e livide, basterebbero se non ci fosse l’Uomo. Colui che nudo e costanza p
cinematografiche: «Ti ho scoperto fumare in bagno con un inarrestabile si infrange addosso a chi ascolta. Carne di
rossetto», o ragionamenti lapidari, lucidi e spietati, per rabbia e respiro di disincanto. Uno solitario contro tutti nel
esempio quando raccontano in Abituarsi alla fine di una “Tutti contro tutti” della realtà: in fondo, un modo magnifico
precarietà divenuta ormai prima che problema sociale, per non sentire il vuoto. Anche quando magari qualcosa non
condizione esistenziale peculiare di una generazione «io sono si presenta al meglio; oppure solo perché bisogna sempre Settlefish
nato da qualche mese / conto di vivere per qualche mese / fare i conti con il passato ed il passato per “Tutti contro tutti” Records/
c’è solo un modo per andare oltre / è pianificare la propria è anno duemilaquattro, un capolavoro senza titolo, freccia in
morte / è fare debiti / è fare debiti...». giù e basta. Se non ci fosse stato quel disco forse saremmo Gunti al se
Era da un po’ che sentivo parlare del terzetto milanese e del qui a oggi gridare al miracolo. Al contrario il quarto capitolo di come del r
loro album "I Soldi Sono Finiti". “Quello con l’euro nella Canali col carrarmato sonoro Rossofuoco sconta la grandezza Upset - i S
copertina!”. Ne sentivo parlare troppo, per non insospettirmi del suo predecessore e rimane un passo indietro, ma uno ruolo di sp
almeno un poco. E invece ecco che mi trovo ad ascoltare un solo. Gli ingredienti non cambiano: rock e punk a scambiarsi risultato ch
power–trio affiatato: basso, chitarra e batteria a macinare e confondersi nel ruolo di protagonista. Stooges e Gun Club, agilmente
riffettoni su basi ritmiche granitiche, voce urlante e roca. a tratti Afghan Whigs, per un songwriting che rispetto al discografic
Oltre all’influenza della tradizione rock americana degli anni passato è meno rotondo e viene lasciato più libero di America -
'90, virate melodiche provenienti dall’oltremanica new-wave e distendersi o fulminare. I testi anch’essi immutati nell’idea di album che
post-punk dei primi anni '80. In controluce tutto il repertorio base: stupendi macramé di rime e assonanze conditi da un questo prim
dell’internazionale indie-rock contemporaneo più grezzo e citazionismo ossessivo ma salutare (da Gaber a Jobim: a voi grazie alla
selvatico. I tre suonano con una buona dose di incoscienza, scoprirne altri). A definirli in una parola viene da dire incisivi Quindici br
che è spesso ciò che ci vuole per dire qualcosa anche solo di – proprio come i denti che incidono – ma di fondo sono musica, in
lontanamente simile ad una verità. I temi affrontati sono letterari, con tutto ciò che comporta il termine in quanto a l'indie rock
molti e ambiziosi. Si parla di Centri di permanenza consapevolezza d’approccio, affinità con la realtà e suo coinvolgen
temporanea (I muri di cinta), di crisi dell’industria disvelamento. nemmeno
discografica (I soldi sono finiti), di libertà e società del Quello che manca in pratica non sono le belle canzoni, ma le per certi v
controllo (I nostri uomini ti vedono), di chiesa e religione (Il canzoni tanto belle da eguagliare le altre. E allora via con confine.
camino de Santiago), di... amore (Il sangue dal naso). Di quelle belle ma non così belle: l’iniziale decollo chitarristico di Un approc
questo e di tanto altro. Verità, la verità; la falcata amara e intransigente di Falso parso in ve
L’incoscienza di cui sopra a volte pare faccia il paio con bolero; l’intimismo del tutto politico di Non dormi; la rilettura enfatiche o
l’inesperienza di chi si lascia affascinare dalla tentazione dello in italiano di “Septembre en attendant” (Settembre schizofren
stereotipo, in alcune soluzioni sonore un po’ telefonate e in aspettando) dell’amico Bertrand Cantat con l’armonica di questo dis
un certo nichilismo prêt–à-porter senza prospettive o Bugo a rinvigorire gli spettri blues di una guerra infame come particolarm
sfondamenti particolari. Ma, detto questo, se si parla di quella jugoslava. E poi l’accoppiata centrale di Swiss Hyde e circostanze
inesperienza è soprattutto in contrasto con i momenti in cui i Canzone della tolleranza e dell’amore universale, tipiche frammenti
Ministri sfoderano una voce, una profondità e una sensibilità elencazioni a mitraglia di cui Canali è maestro, dove niente e sconquass
decisamente superiore nessuno viene risparmiato e la freccia precipita giù più che Two Cities,
mai, senza scampo. A trascinare proprio al centro del Barnacle B
presente più ripugnante e mortifero un lavoro che, anche solo by Noise e
e per l’urgenza immutata e il calore – rabbiosamente umano – della concl

gazin di ciò che dice, rimane comunque importante e necessario. Un album,

ma
Qualcuno ogni tanto si lascia scappare un Giorgio-Canali- orecchie p
unico-vero-rocker-in-Italia. Con qualche dubbio sull’unicità, intenso da
ma certissimi in quanto a spirito e slancio, approviamo e approccio
confermiamo convinti. LUCA BARACHETTI una propo
D'ALESSAN
Sabato 9

Late Guest At The Party, Sit On The Fence While The Il Teatro Degli Orrori, Dell'impero Delle Tenebre (La
talento e Other Leave In A Hurry Tempesta/Venus, 2007)
vare a
prima Terzo EP per i riminesi LGATP ormai pronti per il salto di Di quando il buffone afferra il microfono e ce li canta a tutti.
nfalismo qualità. Togliamoci subito il pensiero delle influenze (cosa che Gli orrori. I deliri razional-irrazionali del nuovo secolo. I delitti
ppo odio, ma è giusto per contesualizzare il sound): Gang of Four dell’impero. I dolori delle tenebre. Di quando il buffone ce li
a sulla e Sonic Youth, fino ad arrivare a Bloc Party e Rapture. canta a tutti e non è bagaglino, ma teatro di sangue burlesco
a L’attacco di Carl Lewis Versus The Party è energico, e sudore tragicomico, urla rabbiose e fendenti all’intimo di
immediato e la voce di Diglio si staglia imperiosa ognuno. “Il Teatro degli Orrori” “Dell’Impero Delle Tenebre”:
sull’incalzante scansione ritmica di un brano che trasuda messi uno dietro l’altro ragione sociale e titolo del disco
vitalità. The Monkeys Grab The Phone aleggia su martellanti lasciano una sensazione di tracotanza, di eccesso smanioso e
atmosfere industrial che sfociano in un vibrante botta e roboante. Tutte percezioni esatte, perché è tale questo
risposta incupito dalle schegge della sei corde. Le idee ci progetto avviato da Pierpaolo Capovilla e Francesco Valente
i (La sono, certo c’è da sgrezzare un po’ il suono, ma la colpa è degli One Dimensional Man insieme a Gionata Mira dei Super
imputabile soprattutto alla qualità della registrazione. Il punto Elastic Bubble Plastic e Giulio Favero. Pretenzioso a tal punto
è questo: se questi quattro ragazzi fosse nati a Londra, da voler unire certo rock massiccio alla Melvins e Jesus Lizard
l’uomo avrebbero già dato alle stampe un Lp. Triste ma vero. Il fatto con i toni grotteschi di Artaud e Carmeno Bene (e di fondo un
amarlo di cantare in inglese, comunque, non può che giocare a loro approccio ai testi piuttosto cantautorale) ma forte di una
l resto è favore. Bisogna solo trovare un produttore disposto a comunicatività vulcanica e irriverente, tutto sommato nuova
le, ma di scommettere su questa band e in grado di rendere il sound nelle periferie rock del suolo italico, e di un’urgenza che
un po’ più personale e incisivo. Facile? Per niente. Ma la rende attendibili anche i passaggi più volutamente esagerati.
oe costanza premia. TOMMASO BENZI Le quadrature di scuola ODM al servizio di testi sempre e
e di comunque politici, in cui politica è prima di tutto sentimento:
utti nel disincanto e disperazione affrontati a viso aperto e corpo
magnifico nudo. Un grido contro il cielo e la città, un’affermazione di
cosa non sconfitta e mancanza d’amore («ma quanto sei bella Teresa
empre Settlefish, The Plural Of The Choir (Deep Elm-Unhip lo sai, con te muore ciascuno di noi» da Compagna Teresa) in
ntro tutti” Records/Wide, 2005) brani destabilizzati nelle forme e urticanti nei riff chitarristici,
freccia in a cui non mancano contenuti ragionamenti prog e
aremmo Gunti al secondo lavoro - rilasciato dall'americana Deep Elm, determinanti iniezioni melodiche. Il buffone-Capovilla che
capitolo di come del resto già avvenuto per il debutto Dance A While, ammonisce e deride, il resto della banda che imbastisce
grandezza Upset - i Settlefish sembrano rivendicare a gran voce un duramente la scena. C’è ancora sicuramente da lavorare,
a uno ruolo di spicco nell'affollato panorama indie nazionale. Un perché la rotta è ambiziosa e le tematiche sempre in bilico tra
cambiarsi risultato che il quintetto appare in grado di raggiungere didascalia e retorica. Ma comunque ci salveremo. Se non
un Club, agilmente non solo grazie alla lunga scia lasciata dall'esordio altro rifugiandoci nel lirismo commuovente di Lezione di
to al discografico - e le conseguenti date in Italia, Europa ed Musica (vuoto-pieno di rumore e crescendo chitarristici: cose
di America - ma soprattutto grazie a The Plural of the Choir, non nuove ma efficaci) o nell’impatto d’emozione ficcante de
ell’idea di album che prepotentemente si piazza tra le migliori uscite di La canzone di Tom. Oppure allargando l’orizzonte ai cori
ti da un questo primo scorcio di 2005 e che arriva in Italia ed Europa sepolcrali e archi in climax drammatico di Maria Maddalena.
im: a voi grazie alla Unhip Records ed alla distribuzione Wide. Per intanto comunque disco e progetto assai credibili, che
e incisivi Quindici brani per un totale di quaranta minuti scarsi di aspettano di maturare ancora più di quanto già non siano
ono musica, in cui l'incontro-scontro tra l'emo più viscerale e maturi. LUCA BARACHETTI
anto a l'indie rock più sfumato partorisce momenti tesi e
suo coinvolgenti senza disdegnare dissonanze e stridii e
nemmeno passaggi maggiormente melodici e "pensati" vicini,
ni, ma le per certi versi, al miglior pop-rock che fa proseliti oltre
a con confine. Offlaga Disco Pax, Socialismo Tascabile (Prove
arristico di Un approccio monolitico, dunque, che - più di quanto mi era Tecniche Di Trasmissione) (Santeria/Audioglobe,
Falso parso in veste live - cede il passo spesso e volentieri ad 2005)
a rilettura enfatiche oasi in cui rifiatare, come ad attimi di pura
schizofrenia sonica.E se etichettare con un solo genere Ok, cerco di stare calmo e di recuperare il mio aplomb
ica di questo disco - cosa che al sottoscritto non risulta mai naturale. Mi riassetto i capelli, mi risistemo la camicia nei
ame come particolarmente gradita - appare più difficile che in altre pantaloni e, pur avendo il fiatone, mi accendo una sigaretta:
s Hyde e circostanze, allora è preferibile abbandonarsi alla danza di dopo aver ballato come un coglione per mezz'ora adesso
piche frammenti dell'iniziale Kissing is Chaos, lasciarsi provo a scrivere cosa penso di questo disco d'esordio. Ci
e niente e sconquassare dalla muscolarità di Oh, Well, di It was bliss! e provo, per lo meno, visto che, a memoria, per trovare
più che Two Cities, Two Growths, perdere il fiato dietro a The qualcosa che mi abbia scosso nella stessa maniera dovrei
el Barnacle Beach o fermarsi a rimirare l'eccentricità di Blinded andare indietro nel tempo di parecchio.
anche solo by Noise e il fascino inquieto di The Marriage Funeral Man e Ok, gli Offlaga Disco Pax: sono emiliani (della provincia di
umano – della conclusiva, disarmante, We please the night, drama. Reggio per l'esattezza, nati in un quartiere dove il Pci aveva il
essario. Un album, in definitiva, che non mancherà di deliziare le 74%), lo scorso anno si sono portati a casa un contratto con
anali- orecchie più attente ed i palati più fini, reso ancora più Santeria dopo aver vinto il Rock Contest (festival dedicato
unicità, intenso dalla produzione eccellente di Brian Deck e da un agli emergenti realizzato da Controradio Popolare Network di
mo e approccio sincero e viscerale che è il vero e proprio fulcro di Firenze). Se chiedete in giro vi diranno che sono i nuovi CCCP
una proposta concreta e dal futuro radioso. LUCA - Fedeli Alla Linea, che ricordano i Massimo Volume (ma
D'ALESSANDRO giusto nel recitato), e che grazie al passaparola sul web sono
diventati già delle piccole star dell'universo alternative
italiano. Detto ciò, vi dico quello che penso io degli Offlaga:
una bomba pronta a detonare e a spazzare via molto di canzoni ch
quello che si è suonato fino a questo momento nel nostro Fitness Pu
depresso paese. La loro proposta si dimostra una delle poche che guarda
(pochissime) credibili e sensate perché capace di creare un Riviera. Qu
linguaggio proprio, riconoscibile, una vera via italiana al rock cambiare l

AND
REA
indipendente per unicità della proposta. Rimini che

ZO
Ironici e nostalgici, sonici e danzerecci, gli Offlaga infilano nel minuti, in

LI
loro frullatore chitarre disturbate, moog, beat disco, Lcd il presente
Suondsystem e Skiantos, Suicide e Prodigy, un po' di kraut e Giocando a
un po' di punk anche se a colpire anzitutto è la componente l’elettronic
letteraria. Max Collini dimostra di avere la statura del computer.
narratore: storie dalla provincia sovietica, abbozzi lisergici di Le Man Avec Les Lunettes, ? (Zahr/My Honey, 2007) radice qua
'come eravamo', tondelliani per poetica, situazionisti e naif ricercati, m
come una tavola di Pazienza. Ma anche colti, comunicativi, Eleganti fin dal moniker i Le Man Avec Les Lunettes. Sul sito de
corrosivi, istrionici e moderni. E a fare il resto ci pensa una Un'eleganza che pervade tutte le dodici tracce di questo dato alle s
voce da oratore di quartiere che ostenta una improbabile primo full length, giunto puntualmente a mettere ordine nella il loro prim
dizione emiliana ma che è capace di risultare credibile e frammentaria discografia della band. Figli di quella "Superficie
coerente, quando tutt'intorno c'è solo emulazione e psichedelia tenue, di quel romanticismo onirico che attraversa rilassano i
scimmiottamento, pose da star e antiberlusconismo di epoche e oceani, incarnandosi di volta in volta in meravigliosi provandoc
facciata. gruppi come Beatles e Flaming Lips, Grandaddy e Belle And No, non la
Non un brano riempitivo, non un concetto fuoriposto, Sebastian, il duo rappresenta una vera e propria mosca restando c
Socialismo Tascabile è un lucidissimo breviario per chi 'siede bianca nel panorama indie pop italico. Fitness Pu
dalla parte del torto', senza aver bisogno di tirar fuori slogan Racchiudere in un pugno di citazioni autentiche esplosioni di dinosauri.
vetusti, senza dover ricalcare pedissequamente modelli del colore come Tennis System & Its Stars o Give Her Some Questo “Ri
passato. Il loro è uno squisito punto di vista sulla vita, lucido Flowers può suonare perfino ingiusto; certo è che, all'attacco loop, una,
nel descrivere la contemporaneità di una razza che è di Sybil Vane, si viene assaliti da una bordata psycho-pop addosso ta
minoranza, ma che si concede sovente salti in un passato come solo le band del collettivo Elephant 6 riuscivano a proprio lì,
nemmeno tanto remoto in un'Italia che non c'è più, quella di generare. Organo, vocoder, melodica e una miriade di effetti Perché se
Berlinguer alla tv, quella della scuola 'gentiliana e borghese', analogici fanno parte dell'armamentario lo-tech con cui i Le THOMAS P
quella di Orietta Berti e dei busti di Lenin in piazza, del Man Avec Les Lunettes mettono in scena i loro sogni
chewingum alla cannella e di Zora, la vampira porno. retrofuturisti. Brani che se fossero prodotti in mega-studi di
Ogni singolo pezzo è più o meno un miracolo di equilibrio e registrazione, attingendo ai fondi di qualche major, avrebbero
ironia: dalla storia dell'ultracinquantenne e ultraconservatore il fascino e la sensualità dei migliori Air. Ma la grandeur non
professore di agraria soprannominato Kappler, al maestoso e abita da queste parti. Canadian
irresistibile affresco da 'piccolo mondo antico' di Robespierre Sono quattro anni che i ragazzi sono sulla scena; anni in cui Records,
(la maestra non ritenne di fare altre domande...), dal tipo la band si è data da fare pubblicando una pletora di CD-R,
alternativo che 'Mark Lanegan... non credo che tu lo singoli, split e partecipazioni a compilation: Fabio B. e Ale P., Freschi, vi
conosca...' di Tono Metallico Standard all'improbabile amore titolari del progetto, avevano un ampio campionario di brani North Side
adolescenziale di Khmer Rossa, non c'è nulla che stoni. E' fra cui scegliere, e hanno deciso di mettere in fila i dodici Records. N
tutto perfetto in questo quadretto in cui l'Emilia Paranoica è il frutti più succosi e lucenti della loro discografia. La poesia Francesco
giusto contesto di queste storie dal retrogusto dolceamaro, lunare di Venice e For A Lover rappresenta l'anima più quartetto o
politiche nell'essenza, spigolose e prive di pudori... e la romantica della band, laddove il mersey-beat distorto di coretti leg
risata che naturalmente scaturisce magari non seppellirà Aging Again ne sintetizza il lato più chiassoso e scanzonato. percepibile
nessuno ma ha una capacità liberatoria che non avete idea. Colpisce il gusto poliedrico degli arrangiamenti, la misura con degli stess
Poi probabilmente l'infatuazione mi passerà: tra una cui gli elementi più disparati si fondono per dare vita ad Italia, e di
settimana magari mi sembrerà tutto diverso, ma per una atmosfere suggestive e impalpabili, che si librano fino a se vogliam
volta mi interessa l'ora e il qui. E ora e qui è cinque bombe. prendere le sembianze di splendide canzoni. DIEGO OX4 The North
Tutto il resto è desistenza. ILARIO GALATI BALLANI notevoli sp
targata Ca
disco pop
durata del
facili entus
Fitness Pump, Riviera (Tafuzzy Records, 2006) positiva qu
Your 60's n
Cosa? Dovrei sbattere le mani davanti a un DJ che mette collettivo (
techno e house in una discoteca di Rimini? C’è sempre un Se il buong
buon motivo? gran bel p
Suvvia, sarà più facile vedere un asino volare. Anche perché
se proprio dovessi battere le mani a qualcuno, allora le
e batterei di gusto ai Fitness Pump, che non è il nome di una

gazin catena di palestre, ma gli autori di questo “Riviera”. Uno dei

ma
dischi dell’estate, ma di quella bella. Si, anche quella di Dente, No
Rimini, ma dando le spalle al lungomare, alle discoteche
patinate e ai fighetti con i muscoli di plastica e le magliette Già dal tito
attillate. Con lo sguardo rivolto verso le luci del luna park, lato tanta
verso quei neon intrisi di malinconia, proprio come le insegne farsi strap
del circo, oppure passando in macchina su quelle strade in fedeltà ed
collina che non danno altro che polvere, ascoltando alla radio sentimenti
Sabato 9

canzoni che fanno pum pim pam. Questa è la Rimini dei proiettato nel futuro prossimo. Giuseppe Peveri, in arte
Fitness Pump. La Rimini delle colline, dell’entroterra, quella Dente, è riuscito a trovare un miracoloso equilibrio
che guarda sorniona e divertita il baraccone estivo della camminando con scioltezza lungo quella linea sottile che
Riviera. Quella da cui, intorno alle sei, vedi il cielo iniziare a unisce Lucio Battisti a Babalot, passando per Ivan Graziani e
cambiare lentamente di colore, diventando viola. Questa è la Lucio Dalla. Quattro nomi e, perché no, per voler giocare,
Rimini che i Fitness Pump ci raccontano in soli trentuno quattro canzoni: “Stella” (capolavoro), “Dxg”, “Scanto di
minuti, in italiano, divertendosi a giocare con il passato e con sirene” e “La presunta cecità di Irene”. Il passato e il
il presente, con leggerezza, freschezza e tanto disincanto. presente, o, appunto, il futuro prossimo, quando (e se)
Giocando anche e soprattutto con i suoni, con il pop e Babalot smetterà di giocare a nascondino e si metterà in
l’elettronica, con le chitarre, con il basso, con le tastiere e il testa di fare un disco da par suo, da fuoriclasse della parola
computer. Fitness Pump che sembrano gli Amari passati sotto qual è.
2007) radice quadrata, con suoni ed effetti sempre attuali e In tutta la disarmante – e illusoria – semplicità di questo
ricercati, ma più semplici e meno “leccati”. “Non c’è Due senza Te”, Dente è riuscito a compiere due
. Sul sito della Tafuzzy Records, l’etichetta benemerita che ha piccoli prodigi: da una parte è riuscito a sfoderare dei testi
esto dato alle stampe questo loro disco e tutti i precedenti, e cioè intelligenti e arguti come non capita spesso di ascoltare,
dine nella il loro primo EP omonimo uscito nel 2004 e l'album dall’altra è riuscito a dare un’impronta decisamente moderna
"Superficie" datato 2005, si legge: “Come dei Notwist che si al suo approccio lo-fi, accompagnando la sua chitarra
attraversa rilassano in spiaggia giocando a frisbee con i Subsonica e acustica con suoni e rumori sparsi qua e là (ma mai fuori
eravigliosi provandoci con la cantante dei Garbage”. Beh, ci può stare. posto), nonché con batteria, pianoforte, sintetizzatori, e un
elle And No, non la cantante dei Garbage, ma gli accostamenti. Fermo violoncello che fa capolino da qualche parte. Quindi una
osca restando che al confronto con la freschezza e l’originalità dei bassa fedeltà in realtà molto curata, attuale, inzeppata di
Fitness Pump, i Subsonica e i Notwist sembrano davvero due idee e fantasia. Insomma, una bassa fedeltà intelligente, non
osioni di dinosauri. Roba da preistoria. quella di tanti ragazzetti che pensano che faccia fico
ome Questo “Riviera” è un disco da ascoltare tutto d’un fiato, in registrare mettendo il microfono in una stanza e
all'attacco loop, una, due, tre volte e tante altre ancora. E lascia andandosene a cantare in quella di fianco.
o-pop addosso tanta voglia di andare a fare una scampagnata La forza di questo piccolo grande disco è il suo saper
no a proprio lì, su quelle colline che si affacciano sulla Riviera. commuovere ed emozionare, ma al tempo stesso riuscire a
di effetti Perché se il panorama non dà risposte, questo disco forse si. fuggire dalle emozioni, facendosi beffa della tristezza. Un
cui i Le THOMAS PAULO ODRY disco che lo ascolti una volta e ti viene un groppo in gola. Lo
i ascolti un’altra volta e ancora lo stesso groppo in gola, ma
-studi di questa volta ti ruba un sorriso. Poi lo riascolti e ti ritrovi a far
avrebbero ciondolare la testa a destra e a sinistra. E lo riascolti ancora,
eur non e ti ritrovi appeso alle sue parole, alle sue storie. Le sue, che
Canadians, The North Side Of Summer [EP] (Hoboken poi sono quelle di tutti: tanti ricordi e un amore che spesso si
nni in cui Records, 2005) tramuta in non-amore. “Canzone di non amore”. Questo fa
CD-R, Dente: canta il “dopo”, racconta di tante delusioni amorose,
e Ale P., Freschi, vivaci, spigliati. Si presentano così i Canadians in The ma viste sempre con sguardo disincantato e
di brani North Side Of Summer, ep di sei tracce uscito per la Hoboken meravigliosamente (auto)ironico. Quante volte vi è capitato
dodici Records. Nati dalla costola ritmica - Massimo Fiorio al basso, di mordervi le mani per non averle detto mille volte quello
poesia Francesco Baldo alla batteria - dei disciolti Slumber, il che provavate, per non averle dato un bacio in più? E quante
più quartetto offre una miscela frizzante di buon pop che, tra altre, invece, vi siete accorti che i vostri sogni non erano i
to di coretti leggeri, spensieratezza trendy ed una attitudine indie suoi, e lei che vi diceva di amarvi con la testa girata di là?
nzonato. percepibile fin dalla copertina, ricalca le esperienze - oltre che “Dieci parole in fila, è un attimo inciampare nella malinconia”.
misura con degli stessi Slumber - degli Yuppie Flu, se vogliamo restare in Si, ma Dente la malinconia riesce a prenderla per mano e
a ad Italia, e di band quali Teenage Fanclub, Grandaddy e Weezer, scherzarci fino a diventare buoni amici, schiacciando
no a se vogliamo spingere i riferimenti al di fuori dello stivale. l’amarezza sotto massicce dosi di disincanto.
OX4 The North Side Of Summer è un lavoro riuscito che presenta Beh, non c’è che dire, questo “Non c’è Due senza Te” è un
notevoli spunti di interesse per il prosieguo dell'avventura disco davvero bello, attaccato ai ricordi, ma con un piede nel
targata Canadians e che stuzzica le orecchie come ogni buon futuro, che conferma Dente come uno dei portabandiera del
disco pop dovrebbe saper fare. E se da un lato la breve nuovo cantautorato italiano. Attenzione ai falsi d’autore e al
durata dell'intero pacchetto non deve lasciarci scivolare in ciarpame che c’è in giro: la differenza la fanno sempre le
facili entusiasmi, è pur vero che è giusto riservare menzione canzoni, le belle canzoni. E Dente di belle canzoni in questo
) positiva quando i brani sprigionano energia positiva (Find Out disco ne ha infilate tutte quelle che poteva. Tanto di cappello.
Your 60's ne è esempio lampante) e spingono al divertimento “Dicono dei sentimenti che siano simili ai fiori: infatti quelli
mette collettivo (Get Wise). finti non diventano grandi mai”. THOMAS PAULO ODRY
pre un Se il buongiorno si vede dal mattino, è lecito aspettarsi un
gran bel pomeriggio. LUCA D'ALESSANDRO
e perché
a le
e di una
Uno dei
a di Dente, Non C'è Due Senza Te (Jestrai Records, 2007)
eche
agliette Già dal titolo, “Non c’è Due senza Te”, si capisce tutto: da un
a park, lato tanta malinconia, dall’altro ironia e qualche sorriso da
e insegne farsi strappare. Questo disco di Dente, cantautore a bassa
rade in fedeltà ed alta intelligenza, suona così, sospeso tra
alla radio sentimenti e spunti geniali, datato e allo stesso tempo
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la mappa dei festival
DATA 09. 17.
CITTÀ - FESTIVAL: 3 NOMI 11-14/07 16-18/08
TORINO - TRAFFIC FREE HASSELT-KIEWIT (B) -
01. FESTIVAL: LCD PUKKELPOP: DINOSAUR JR.,
14-16/06 SOUNDSYSTEM, ARCTIC ARCADE FIRE, BASEMENT
BARCELLONA (E) - SONAR: MONKEYS, ANTONY & THE JAXX
BEASTIE BOYS, JAMES JOHNSONS
HOLDEN, DEVO 18.
10. 16-18/08
02. 17-22/07 CAPACCIO-PAESTUM - TODAY
14-17/06 FIRENZE - ITALIA WAVE: THE I'M ROCK: GRUPPI
MESTRE - HEINEKEN JAMMIN' GOOD THE BAD AND THE EMERGENTI IN GARA +
FESTIVAL: PEARL JAM, THE QUEEN, CARMEN CONSOLI, OSPITI DI ALTO PROFILO
KILLERS, SMASHING TUNNG
PUMPKINS 19.
11. 17-19/08
03. 19-22/07 BIDDINGHUIZEN (NL) -
22-24/06 BENICÀSSIM (E) - FESTIVAL LOWLANDS: RODRIGO Y
PILTON PARK (GB) - INTERNACIONAL DE GABRIELA, INTERPOL,
GLASTONBURY FESTIVAL: BENICÀSSIM: ANIMAL DAMIEN RICE
BLOC PARTY + THE COLLECTIVE, THE B-52'S,
FRATELLIS + THE PIPETTES MUSE 20.
24-26/08
04. 12. SAINT-CLOUD (F) - ROCK EN
30/06 24-29/07 SEINE: BJORK, THE JESUS
MILANO - GODS OF METAL: GUARDIA SANFRAMONDI - AND MARY CHAIN, MOGWAI
OZZY OSBOURNE, KORN, SIX DAY SONIC MADNESS: A
MEGADETH TOYS ORCHESTRA, GIARDINI 21.
DI MIRÒ, TRE ALLEGRI 31/08-02/09
05. RAGAZZI MORTI STRADBALLY (IRL) -
5-8/07 ELECTRIC PICNIC: PRIMAL
ROSKILDE (DK) - ROSKILDE 13. SCREAM, CLAP YOUR HANDS
FESTIVAL: FLAMING LIPS, 27-29/07 SAY YEAH, IGGY & THE
AKRON/FAMILY, QUEENS OF NAPOLI - NEAPOLIS STOOGES
STONE AGE FESTIVAL: VERDENA, WHITE
ROSE MOVEMENT, DISCO 22.
06. DRIVE 31/08-02/09
05-08/07 + 15-18/07 INVERARAY CASTLE (GB) -
TORINO - SPAZIALE 14. CONNECT MUSIC: ECHO &
FESTIVAL: SONIC YOUTH, 03-11/08 THE BUNNYMEN, SUPER
MUDHONEY, WILCO CARPINO - CARPINO FOLK FURRY ANIMALS, FOUR TET &
FESTIVAL: TBA STEVE REID
07.
6-15/07 15. 23.
PERUGIA - UMBRIA JAZZ: 08-15/08 02/09
ENRICO RAVA 5ET, ORNETTE BUDAPEST (H) - SZIGET BOLOGNA - INDIPENDENT
COLEMAN 4ET, BRAD FESTIVAL: CHEMICAL DAY: NINE INCH NAILS,
MEHLDAU & PAT METHENY BROTHERS, !!!, GOGOL TOOL, MAXIMO PARK
BORDELLO
08. 24.
07-08/07 16. SETTEMBRE
NAAS TOWN (IRL) - OXEGEN: 11/08 FOGGIA - SPAZIO GIOVANI:
WU TANG CLAN, BABY PLAYA DE VILLARICOS (E) - GRUPPI EMERGENTI
SHAMBLES, KLAXONS CREAMFIELDS: PRODIGY,
MISS KITTIN, NATHAN FAKE

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