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Karl Marx

La critica dell'economia borghese e la problematica dell'alienazione.


Per quanto riguarda l'economia borghese Marx applica gli schemi utilizzati in campo politico nei Manoscritti economico-filosofici: Ritenendola espressione teorica della societ capitalistica. Accusandola di fornire un'immagine mistificata del mondo borghese: convinto che eternizzi il capitalismo, anzich analizzarlo come tappa dell'evoluzione storica dell'uomo; considerandolo cos il modo naturale di fare economia, ritenendo la propriet privata un dato di fatto sempre esistito con l'essere umano Secondo Marx inoltre il capitalismo non si accorge della conflittualit che determina tra il capitale e lavoro sala riato, proletariato e borghesia. Questo scontro prende il nome di alienazione. Il concetto ispirato principalmente da Feuerbach, ma Marx se ne differenzia. Egli la ritiene (come anche Feuerbach) la condizione fondamentale di scissione e autoestraneazione, ma si diversifica dall'altro filosofo perch secondo lui un fatto reale di natura socio-economica tipico del lavoratore salariato nel capitalismo. Si divide in quattro aspetti: 1. Alienazione rispetto al prodotto della propria attivit: in quanto il lavoratore produce un oggetto che non gli appartiene. 2. Alienazione rispetto alla sua stessa attivit: perch essa si struttura come un lavoro forzato; quando dovrebbe sentirsi uomo, l'operaio si sente come una bestia, quando invece dovrebbe sentirsi bestia (mangia, bene, procrea ecc.) si sente uomo perch libero da vincoli. 3. Alienazione rispetto alla propria essenza: la caratteristica umana infatti il lavoro libero, creativo; quello capitalista ripetitivo, forzato. 4. Alienazione rispetto al prossimo: il proprio prossimo riconosciuto nel capitalista, quindi il rapporto non pu che essere conflittuale. Causa: la propriet privata dei mezzi di produzione in virt della quale il capitalista utilizza la fatica di altri individui per il proprio guadagno; caratteristiche definite dal filosofo come Sfruttamento e logica del profitto. Soluzione: l'abolizione del regime della propriet privata e l'affermarsi del comunismo. Secondo Marx la storia , per l'uomo, una continua perdita e riconquista della propria essenza; il comunismo sar la soluzione definitiva a questo.

Il distacco da Feuerbach e l'interpretazione della religione in chiave sociale.


Feuerbach ha fortemente influenzato il pensiero di Marx; quest'ultimo, per, con gli anni ha iniziato a riconoscerne oltre che i pregi, anche i limiti. Merito generale: aver riconosciuto la naturalit degli uomini e aver rifiutato l'idealismo di Hegel; riaffermando l'ordine Soggettopredicato, che era stato ribaltato. Accusa generale: aver perso di vista la storicit umana. Per Marx l'uomo, pi che natura, societ e quindi storia. L'uomo non un individuo con caratteristiche sempre costanti, ma si modifica in funzione della comunit nella quale vive. Pertanto Marx corregge Hegel con Feuerbach e la naturalit umana, e Feuerbach con Hegel, affermandone la sua storicit e socialit. Altro punto che unisce e divide Marx e Feuerbach la religione: Merito: aver capito il meccanismo generale dell'alienazione religiosa. Accusa: non aver colto le vere cause del fenomeno religioso e non aver proposto mezzi per il suo superamento a causa della sua concezione puramente naturalistica dell'uomo. Secondo Marx infatti le radici della religione non vanno cercate nell'uomo in quanto tale, ma nella societ. Per il filosofo il fenomeno religioso frutto di una umanit alienata che soffre e causa delle ingiustizie sociali e che cerca una consolazione a queste. Soluzione: essendo la religione frutto di una societ malata, la risposta risiede in una rivoluzione che elimini le strutture che la producono. Marx quindi riconosce i passi avanti portati da Feuerbach ma lo critica per non aver superato il teoreticismo delle filosofie precedenti.

La concezione materialistica della storia: Dall'ideologia alla scienza.


Marx segna quindi il passaggio da umanismo a materialismo storico. Questo perch egli vuole cogliere il reale strutturarsi della storia, al di l delle rappresentazioni ideologiche che da sempre l'hanno celato. Il materialismo di Marx quindi basato su una contrapposizione tra scienza e ideologia. L'ideologia per Marx la falsa rappresentazione della realt; il suo intento superarla e svelare la verit sulla storia analizzando oggettivamente la societ. Questo determina quindi: Distruzione della vecchia filosofia idealistica. Nascita di una nuova scienza che insieme alla filosofia ha il compito di dedurre le caratteristiche pi generali dello sviluppo storico umano. Attraverso questo nasce il nuovo concetto di umanit e storia di Marx: L'essere umano una specie evoluta di individui che vivono in societ e lottano per la sopravvivenza. La storia cos un processo materiale fondato sul rapporto tra BisognoSoddisfacimento. Infatti proprio il modificare la natura in virt delle proprie necessit che distingue l'uomo dagli animali. Alla base della storia vi quindi il Lavoro, che per Marx creatore di civilt e cultura e lo strumento attraverso il quale l'uomo si umanizza.

La concezione materialistica della storia: Struttura e Sovrastruttura.


Nella storia bisogna distinguere secondo Marx due elementi di fondo: 1 Forze produttive: sono tutti gli elementi necessari al processo di produzione e cio: 1.1 Forza lavoro. 1.2 Mezzi di produzione. 1.3 Conoscenze tecniche e scientifiche. 2 Rapporti di produzione: si instaurano fra gli uomini nel corso della produzione (capitalista-lavoratore salariato; signore-servo...). Regolano il possesso, l'utilizzo e la distribuzione tra la popolazione dei mezzi di lavoro. A livello giuridico si manifestano nei rapporti di propriet. 2.1 L'insieme dei rapporti di produzione costituisce la Struttura della societ; questa la base su cui si sviluppano tutti gli altri aspetti sociali, che costituiscono la Sovrastruttura (politica, leggi ecc.). Questi due elementi costituiscono insieme il Modo di produzione di ogni periodo storico. Dunque per Marx la struttura economica che determina stato, leggi, religioni ecc. e non il contrario come si era sempre affermato. Il Materialismo di Marx quindi socio-economico e si riferisce alla natura materiale delle forze motrici che hanno determinato lo sviluppo della storia.

La concezione materialistica della storia: La dialettica della storia.


Le forze produttive e i rapporti di produzione rappresentano la legge della storia, perch, in base a questi, si modifica nel tempo secondo lo schema: 1. A un determinato grado di sviluppo delle forze produttive, corrisponde una certa tipologia di rapporti di produzione e propriet. Es: Nella societ dove la forza produttiva predominante l'agricoltura, secondo Marx, si afferma il Feudalesimo. 2. I rapporti di produzione resistono fino a quando favoriscono le forze produttive corrispondenti; diversamente vengono distrutti. Essi smettono di essere favorevoli per le forze produttive perch queste si sviluppano pi rapidamente dei rapporti di produzione -che tendono a rimanere statici-; quindi quando i due elementi si trovano in contraddizione, si genera un'epoca di rivoluzione sociale; nella societ le forze produttive sono infatti incarnate dalla classe in ascesa, i vecchi rapporti di propriet dalla classe dominante al tramonto. Lo scontro inevitabile. Solitamente trionfa la classe in ascesa, che cos impone il suo nuovo modo di concepire la societ, l'economia, la politica ecc. L'esempio perfetto di questo meccanismo -dice Marx- la Francia rivoluzionaria del '700. Nel capitalismo moderno si stava sviluppando una situazione del tutto simile, basata sulla contraddizione: Rapporti di produzione privati (di un unico padrone o di una stretta cerchia di azionisti). Forze di produzione sociali (l'insieme degli operai, impiegati ecc. di ogni azienda). Secondo il filosofo, ad una forza di produzione di tipo sociale, non pu che corrispondere un rapporto di produzione sociale; il capitalismo porta quindi con s l'esigenza dialettica del Socialismo. dunque il capitalismo che pone quindi le basi per il socialismo e per la rivoluzione comunista nel mondo. Marx applica questi schemi alla storia passata e presente; vengono cos individuate quattro epoche principali (asiatica, schiavista, feudale, borghese), caratterizzate da diverse formazioni politico-sociali: Comunit primitiva.

Societ asiatica. Societ antica. Societ feudale. Societ borghese. Futura societ socialista. Tutte queste tappe non sono tappe necessarie nella storia delle societ (infatti molte ne hanno saltata o l'una o l'altra), ma sono ordinate dalla meno, alla pi evoluta. Inoltre, esse presentano una struttura di tipo circolare, dal comunismo primitivo al comunismo futuro, passando per l'intervallo della societ di classe. Il comunismo comunque risulta la tappa finale e necessaria che tutte le societ incontreranno prima o poi. chiara dunque l'influenza di Hegel, per la quale Marx considera la storia una totalit processuale dominata dalla forza della contraddizione e con un preciso risultato finale. Ma Marx rivendica la differenza di aver fatto camminare la dialettica di Hegel sui piedi, non pi sulla testa, perch: 1. Il soggetto della dialettica non pi lo spirito, ma la struttura economica e sociale. 2. La dialetticit della storia concepita empiricamente, quindi provata da basi scientifiche. 3. Le opposizioni che muovono la storia, seppur riconducibili a questi rapporti astratti, sono concrete e reali.

La sintesi del Manifesto: Borghesia, proletariato e lotta di classe.


Il Manifesto del partito comunista rappresenta il riassunto della concezione marxista del mondo, i suoi punti principali sono: 1. L'analisi della funzione storica della borghesia. 2. Concetto della storia come lotta di classe. 3. Critica dei socialismi non scientifici. Nella prima parte del manifesto, Marx descrive la storia della borghesia, riconoscendo meriti e limiti: Merito: essa ha la caratteristica di evolversi in continuazione, modificando di continuo i mezzi di produzione e i rapporti di propriet, idee, credenze ecc. Limite: strutturata come lo stregone che non riesce pi a controllare le forze evocate. Le moderne forze produttive sono sempre pi sociali (basti pensare alle fabbriche e gli operai); queste si rivoltano cos contro i vecchi rapporti di propriet privati. Questo determina crisi terribili, al punto che il Proletariato -la classe oppressa- non pu che dare inizio ad una dura lotta di classe. Cosicch nel Manifesto la storia concepita come una lotta di classe anzich come contrasto tra forze produttive e rapporti di produzione; in realt per Marx, queste due cose sono la stessa. infatti i contrasti a livello astratto (economico ecc) si manifestano concretamente nel contrasto tra le classi sociali. Infine Marx sottolinea l'importanza dell'internazionalismo della lotta proletaria, con il famoso motto finale: proletari di tutto il mondo, unitevi!.

Analisi critica del capitalismo.


Marx studia in maniera approfondita il modo di produzione del capitalismo nel Capitale. Lo fa per mezzo dell'analisi della merce. L'intera realt infatti nella societ capitalista concepita come merce secondo il filosofo. La merce prodotta per venire scambiata e possiede due valori distinti: Valore d'uso: dato dalla sua capacit di soddisfare determinati bisogni; corrisponde alla qualit della merce e dei bisogni che soddisfa. Valore di scambio: tempo, quantit ecc. di lavoro necessari per produrre un certo bene. Secondo Marx valore e prezzo non sono la stessa cosa, perch su quest'ultimo influiscono altre variabili (legge della domanda e offerta ecc.). Il filosofo vuole a questo punto studiare il processo dell'accumulazione capitalistica studiando su cosa investe il capitalista per la produzione: 1. Capitale variabile: cio il capitale investito nella forza lavoro. 2. Capitale costante: cio il capitale utilizzato per le materie prime e i macchinari. La produzione capitalistica non si produce solo merci, ma anche ricchezza; essa segue uno schema differente rispetto a quella tradizionale: M-D-M: produzione tradizionale. Si produce della merce che viene venduta per ottenere denaro al fine di produrre altra merce. D-M-D1: produzione capitalistica. Si investe denaro per produrre della merce che viene venduta per ottenere pi denaro. Ma da dove deriva questo plusvalore (D1)? Dalla Forza lavoro operaia; questa infatti in grado di produrre un valore superiore all'importo con cui viene pagata. Infatti essa ottiene lo stretto necessario per produrla (come la normale merce) e cio per sostentare l'operaio e la famiglia. Il fatto che essa produca pi di quanto viene riceve significa che, parzialmente, lavora gratuitamente; questo lo sfruttamento capitalistico. Il profitto dipende dunque dal plusvalore prodotto dall'operaio, quindi dal capitale variabile. Il saggio del plusvalore equivale a: Rapporto tra plusvalore e capitale variabile investito per esso:

plusvalore capitale variabile plusvalore capitale variabilecapitale costante

Ma il profitto non equivale al plusvalore, infatti bisogna contare il capitale costante investito. Il saggio del profitto infatti sempre minore del saggio del plusvalore, perch equivale a: Rapporto tra plusvalore e capitale variabile pi il capitale costante investiti:

poich il capitalista insegue un sempre maggior profitto, al fine di raggiungerlo utilizza due metodi: Plusvalore assoluto: aumento del plusvalore per mezzo del pluslavoro; ha un risvolto negativo, dopo un certo numero di ore l'operaio meno produttivo. Plusvalore relativo: rendere pi produttivo il lavoro facendo s che l'operaio impieghi meno tempo per produrre la stessa quantit di prodotti, e quindi possa sfruttare il tempo residuo per produrne altri. Questo si ottiene per mezzo di strumenti pi efficienti; dunque fondamentale meccanizzare l'industria. Tutto questo porta a cicliche crisi di sovrapproduzione a causa della sovrabbondanza di merci che il mercato non riesce pi ad assorbire. Inoltre questa corsa al rinnovamento tecnologico porta alla caduta tendenziale del saggio di profitto perch il capitale costante aumenta sempre di pi. Marx d molta importanza a questo decadimento, perch alla base del progressivo indebolimento del capitalismo.

La rivoluzione proletaria.
La rivoluzione secondo Marx partir a causa delle contraddizioni interne del capitalismo. Essa consiste nel porre fine allo sfruttamento attraverso la socializzazione dei mezzi di produzione. Marx per non descrive in maniera chiara come dovr avvenire. Si svilupper comunque in due momenti: 1. Acquisizione del controllo dei mezzi da parte dei proletari e progressiva socializzazione della propriet privata (dittatura del proletariato). 2. Soppressione dello stato e, con esso, della propriet privata: esso infatti l'espressione politica della borghesia. In questa maniera, dice Marx, l'uomo non vivr pi in funzione di rapporti di possesso e consumo; potr finalmente diventare Uomo totale, con la possibilit di sfruttare le proprie potenzialit relazionandosi con il mondo a secondo di come gli dice la sua indole. Il comunismo, infatti, professer l'uguaglianza sociale, ma tenendo conto delle differenze degli individui che dovranno poter esprimere s stessi come vuole il loro animo, unico fra tutti.

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