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GEORG H.

von WRIGHT IL MITO DEL PROGRESSO Un contributo al dibattito sulla modernit

l. Il recente dibattito sui valori culturali ha ruotato fortemente attorno al concetto di modernit. Per poter comprendere la natura di questo dibattito sar opportuno innanzitutto cercare di rendere tale concetto un po pi preciso. Con lespressione modernit classica intendo riferirmi ad un clima intellettuale affermatosi in Europa tra il XVIII secolo e linizio del XIX. Esso caratterizz originariamente quel movimento noto come Illuminismo, ma la sua influenza si protrasse anche fino alla successiva epoca romantica. I suoi effetti consisterono in una progressiva emancipazione o liberazione delle facolt umane dalla schiavit dellautorit e della tradizione e nei corrispondenti mutamenti dei costumi umani e delle forme di vita sociali e politiche. Libert e ragione furono due suoi ideali. Come quasi tutti i profondi mutamenti di pensiero, la modernit dellIlluminismo fu preannunciata nelle opere dei grandi pensatori dellepoca. Tre di questi primeggiano sugli altri: Rousseau, Kant e Hegel. Dei tre, Kant mi sembra essere il pi puro rappresentante di quello spirito che ho chiamato modernit classica1. Con Rousseau, prima di lui, e dopo di lui, con Hegel, gi cominciarono ad addensarsi quelle nubi che avrebbero gettato ombre di dubbio su unepoca successiva, unepoca che alcuni considerano come la fine della modernit.

Il famoso articolo di Kant Was ist Aufklrung? si pu leggere, insieme con commenti di Erhard, Haman, Herder, Lessing, Mendelssonn, Ries, Schiller, Wieland, in Reclam, UniversalBibliothek, nr. 9714 (trad. it. Che cos lIlluminismo, Roma 1987 Editori Riuniti). Si veda anche il saggio di Jrgen Habermas su Foucault Mit dem Pfeil ins Herz der Gegenwart. Zu Foucaults Vorlesung ber Kants Was ist Aufklrung?, in JRGEN HABERMAS, Die neue Unbersicht1ichkeit, Frankfurt 1985, Suhrkamp. Larticolo di Foucault sulla domanda di Kant stato pubblicato in Magazine littraire, nr. 287, 1984.

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Lopera di Kant culmina nelle tre grandi critiche: quella della ragion pura, quella della ragion pratica e quella di ci che Kant chiama giudizio (Urteilskraft). Semplificando un po, potremmo dire che le tre critiche trattano rispettivamente della conoscenza, della morale e dellarte; o, in altre parole, del Vero, del Buono e del Bello. Il loro messaggio congiunto consiste nella separazione delle tre nozioni o sfere luna dallaltra e nel riconoscimento della loro autonomia da ogni pretesa ad esse imposte dallesterno, per cos dire. La conoscenza veniva in tal modo emancipata da quella che potrebbe essere chiamata lautorit della Parola, intendendo con ci lautorit degli autori antichi e delle Sacre Scritture. La morale, cio luomo in quanto agente autonomo o soggetto, veniva emancipata dalla obbedienza forzata agli imperativi eteronomi del potere spirituale o mondano. Larte, infine, veniva liberata da quelle costrizioni che la relegavano a strumento di puro intrattenimento o di glorificazione dei potenti. LIlluminismo, nelle tanto citate parole di Kant, der Ausgang des Menschen aus seiner selbstverschuldeten Unmundigkeit2o, come Kant si espresse in uno dei suoi motti pi brevi: LIlluminismo seguire la massima di servirsi sempre del proprio intelletto3.

2. La maturazione del clima intellettuale che ho chiamato modernit nella sua forma classica un processo che risale ad unepoca ancor pi antica di quella dellIlluminismo. Le sue origini vengono poste tradizionalmente nel Rinascimento. Per quanto riguarda lemancipazione della conoscenza, le origini della modernit possono in realt esser fatte risalire al tardo Medioevo, allorch cominci a prender vita, sia pure tra incertezze e brancolamenti, una scienza esatta della natura. Fu questa unepoca tumultuosa caratterizzata dalla rottura di un vecchio ordine e dallaffannosa ricerca di uno nuovo. Pu essere istruttivo, talvolta, guardare i nostri attuali problemi in quello specchio distante4. Ancor pi lenta e dolorosa della emancipazione della conoscenza dalla tutela dellautorit riconosciuta fu lemancipazione delluomo come agente morale (soggetto). Anchessa ebbe origine in quei secoli travagliati di declino del
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Illuminismo luscita delluomo dalla minorit dovuta a propria colpa . Die Maxime, jederzeit selbst zu denken, ist die Aufklrung. 4 Questa espressione tratta dal titolo del capolavoro di BARBARA TUCHMAN, A Distant Mirror. The Calamitous 14th Century, (1978).

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Medioevo. In tutta la Cristianit occidentale sorsero quelle eresie che allepoca della Riforma avrebbero condotto alla rottura dellunit della chiesa occidentale. Con questa rottura ebbe inizio quella svolta mondana che noi chiamiamo secolarizzazione delle credenze e dei valori originari del Cristianesimo. Un primo stadio della sua evoluzione fu la comparsa di quella peculiare forma di attivit economica fondata sullindividuo nota come capitalismo. Successivamente il processo di secolarizzazione condusse ad una graduale erosione dei credi religiosi e ad un indebolimento dellinfluenza della religione sulleducazione e sui modi di vita. Anche nelle arti possibile ripercorrere una lunga storia di emancipazione. stato osservato che il Medioevo concep larte soltanto nelle sue forme applicate, essenzialmente come strumento di una ispirazione oltremondana, trascendente, ad maiorem gloriam Dei. Con il Rinascimento assistiamo ad uno spostamento dalloltremondano allintramondano, ad un processo di secolarizzazione che pone i fini dellarte nella stessa struttura sociale. Ma solo con il movimento romantico del tardo Illuminismo doveva nascere la concezione dellartista come creatore di opere di autorealizzazione espressiva da valutarsi esclusivamente in base a puri criteri estetici. Dapprincipio il concetto di autonomia dellarte fu alquanto problematico. Senza di esso, tuttavia, lo spirito davanguardia e sperimentalista caratteristico dellarte specificamente moderna non si sarebbe affermato.

3. Il grande sociologo tedesco Max Weber ha coniato il termine disincanto (Entzauberung) per designare lemancipazione della cultura e delle forme di vita europee dallinflusso delle credenze e della tradizione cristiana; a Weber si deve inoltre luso del termine razionalizzazione, per designare le forme di organizzazione sociali, e politiche che andavano progressivamente soggette a secolarizzazione. Sembra inoltre che Weber sia stato il primo ad aver caratterizzato il concetto di modernit nei termini dellautonomia delle tre sfere kantiane di conoscenza, moralit e arte. Questa caratterizzazione cos alquanto recente, risalendo ad unepoca in cui la modernit aveva ormai perduto il fascino e la spontaneit della giovinezza ed aveva ormai acquisito laspetto maturo di una consapevole auto-riflessione. Comunque sia, soffermiamoci innanzitutto sulle origini. La modernit delle origini guardava fiduciosamente al futuro. Davanti agli occhi di unumanit al

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risveglio si schiudeva lorizzonte luminoso di un mondo cosmopolita di uomini liberi ed uguali. Limmagine delluomo della modernit classica era quella cos delineata nel Prometeo liberato di Shelley:

The loathsome mask bas fallen, the man remains Sceptreless, free, uncircumscribed, but man Equal, unclassed, tribeless, and nationless Exempt from awe, worship, degree, the king Over himself; just gentle, wise....

(La maschera rivoltante caduta, luomo rimane / privo di scettro, libero, senza limiti, ma uomo / uguale, senza classi, senza razze e senza nazione / libero, dalla paura, dallidolatria, dal rango, re / di se stesso; solo gentile, saggio...)

La caratteristica pi distinta di questo spirito ottimistico la fede nel progresso. Non semplicemente in que1 progresso temporaneo e contingente che scaturisce dalla costante buona volont degli uomini, ma in un progresso illimitato ed eterno, un progresso inteso come qualcosa di naturale e necessario. questa una concezione completamente nuova nella storia delle idee. Ad essa dar il nome di Mito Moderno del Progresso. Come locus classicus di questa concezione viene spesso indicato un passo di uno scritto del 1688 dello scienziato francese Fontenelle5. Gli uomini osserva qui Fontenelle non andranno mai verso la rovina, n la crescita e lo sviluppo della saggezza umana vedranno mai fine. Ma quello che pu essere considerato il documento canonico di questo nuovo credo tuttavia pi giovane di circa cento anni: si tratta dellEsquisse dun tableau historique des progrs de lesprit humain di Condorcet, scritto allepoca della Rivoluzione francese6. Per Condorcet il progresso riguardava non soltanto la conoscenza, ma anche il perfezionamento morale delluomo. Sul piano politico esso avrebbe promosso luguaglianza dei cittadini e infine luguaglianza di tutte le nazioni. Il corso del progresso, per Condorcet, non ha altro limite nel tempo se non quello della dure du globe o la nature nous a jet7.
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Digression sur les anciens et les modernes. Citato qui dai Classiques du peuple, Paris 1971, Editions sociales. 7 CONDORCET, Op. cit., p. 77.

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Condorcet non aveva il bench minimo dubbio sul fatto che toute dcouverte dans les sciences est un bienfait pour lhumaint8. Ma nello stesso tempo ci che risulta estremamente interessante egli aveva anche un acuto senso della nostra responsabilit verso le generazioni future9: non dobbiamo distruggere le risorse della natura egli ammoniva attraverso una sconsiderata moltiplicazione delle nascite. Condorcet era comunque convinto che questo impegno verso le generazioni future sarebbe stato rispettato grazie ad unilluminata comprensione di ci che per luomo rappresenta lautentico bene. Condorcet concluse lEsquisse mentre cercava di sfuggire ai segugi del Terrore. Mor il giorno dopo essere stato catturato; non sappiamo se perch allo stremo delle forze o perch fu ucciso. comunque una triste ironia della storia che proprio luomo, che aveva tanto creduto e tanto energicamente proclamato il progresso dellumanit, dovesse sacrificarsi sullaltare di quel Moloch che, in nome della ragione, della libert e delluguaglianza a partire dal Terrore seguito alla grande rivoluzione francese fino al Gulag seguito alla grande rivoluzione russa ha preteso un incalcolabile numero di vite umane.

4. La filosofia del progresso di Condorcet ebbe eminenti seguaci in tutto il XIX secolo. In Francia i suoi protagonisti furono Comte, Taine e (il giovane) Renan; in Inghilterra Mill, Buckle e Spencer, per non citare che i nomi pi autorevoli dellepoca. In questi due Paesi la corrente di pensiero che pi strettamente legata allidea di progresso e che caratteristica dello spirito della modernit nota come positivismo, nome che si deve a Comte. Il caso della Germania un po diverso. Qui il positivismo non ha mai preso piede nel XIX secolo, ed anzi la modernit e la fede nel progresso trovarono in Germania molti dei loro primi critici. Il grande filosofo tedesco del progresso Hegel. Le sue concezioni sono estranee allo spirito in cui, sin dallIlluminismo, progredito quel tipo di conoscenza che gli inglesi chiamano science. La filosofia hegeliana altamente speculativa; la si potrebbe superficialmente definire una dottrina dellautorealizzazione, della libert attraverso gli stadi di sviluppo dello spiri8

Ibid. p. 27. La citazione tratta dal Discours de rception lAcadmie franaise di Condorcet. 9 Ibid. p. 269 ss.

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to umano (Geist): lo spirito soggettivo, lo spirito oggettivo e lo spirito assoluto. Com noto, lo spiritualismo di Hegel fu rovesciato da Marx ed Engels in una filosofia dichiaratamente materialistica che aveva per oggetto le fasi evolutive delle relazioni dialettiche tra forze produttive e rapporti di produzione, Questa evoluzione, attraverso una sua logica interna, avrebbe condotto gli uomini e le loro societ dal regno della necessit a quello della libert. La filosofia del progresso di ispirazione hegeliana ha goduto di grande influenza sia sul piano teorico sia su quello pratico fino al nostro secolo inoltrato. Oggi il suo ascendente sembra essere alquanto in declino almeno per il momento.

5. Mai lEuropa aveva giocato un ruolo tanto dominante rispetto al resto del mondo come durante i tredici decenni che separavano i due pi grandi sconvolgimenti rivoluzionari della sua storia. Una superba torre - per usare la felice espressione di Barbara Tuchman10 era stata eretta in nome di unottimistica fede nel progresso di tutta lumanit attraverso la diffusione e linfluenza civilizzatrice dei valori culturali, commerciali e religiosi europei sugli altri continenti, lAfrica, lAmerica, lAsia e lAustralia. Questa crociata si concluse con la conflagrazione della prima guerra mondiale. Ma luccello, che sorse dalle ceneri continu il suo volo verso il futuro con spirito immutato: si credeva infatti che, il mondo fosse stato reso finalmente safe for democracy. Il reazionario impero asburgico si era frantumato, e la rivoluzione bolscevica in Russia aveva non solo spazzato via il pi obsoleto residuo dellEuropa preilluministica, ma da una generazione di entusiasti intellettuali occidentali veniva anche salutata come una volta la rivoluzione in Francia come una nuova e ancor pi luminosa speranza per il futuro delluomo sotto le bandiere della Ragione e della Libert. Lo spirito della modernit classica era rifiorito nei movimenti modernisti che si diffusero in seguito alla prima guerra mondiale. Ci si potrebbe riferire a questi movimenti anche con lespressione neomodernit. Gli anni Venti furono un decennio davvero eccezionale. Si ebbe, in quegli anni, la rinascita della filosofia positivista, rinascita che, inoltre, si verificava questa volta su suolo tedesco (Kulturboden). Pi tardi il movimento neoposi10

Lespressione deriva da una poesia di Edgar Allan Poe.

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tivistico si diffuse in Occidente per poi affermarsi, sotto il nome di filosofia analitica, nelle sfere di influenza culturale angloamericana, dove ha regnato incontrastato pi o meno fino ad oggi. Lhegelismo, con i suoi epigoni marxisti, continu a migrare verso oriente e divenne, con il nome di marxismoleninismo la filosofia ufficiale del progresso nel nuovo tipo, di societ che era sorto dalla Rivoluzione di Ottobre. Vienna, la patria del neopositivismo, fu anche la culla della psicoanalisi. NellEuropa modernista del dopoguerra la feconda influenza della psicoanalisi and ben oltre i confini della medicina terapeutica e della psicologia teorica per estendersi allarte e alla letteratura. Essa, inoltre, mise, in moto un processo di liberalizzazione dei costumi morali che si protratto nelle generazioni successive. Gli anni Venti furono anche gli anni del Bauhaus, dei grandi film di Charlie Chaplin e di Serghei Eisenstein, del teatro di Etwin Piscator e di Max Reinhardt, dellOpera da tre soldi di Brecht, della poesia modernista e di nuovi esperimenti in musica e nelle arti plastiche11. Una interessante testimonianza dello spirito di neomodernit e della convergenza delle varie tendenze moderniste dellEuropa del primo dopoguerra rappresentata dalla Prefazione di una, delle maggiori opere di filosofia dellepoca, Der logische Aufbau der Welt di Rudolf Carnap12, opera che fu scritta nel 1928. In essa Carnap scriveva:

Noi avvertiamo unintima consonanza dellatteggiamento che sta alla base del nostro lavoro filosofico con latteggiamento spirituale che si fa sentire oggi in ogni altro campo della vita; noi avvertiamo questo atteggiamento nelle correnti dellarte, in particolare dellarchitettura, e nei movimenti che si adoperano per una configurazione significante della vita umana: della vita personale e comunitaria, della educazione, degli ordinamenti pubblici in generale. Noi avvertiamo dappertutto lo stesso atteggiamento che riconosce i vincoli che legano gli uomini, ma che al tempo stesso si adopera per il libero sviluppo del singolo. La convinzione che il futuro appartiene a questo modo di vedere sorregge il nostro lavoro.

Quei movimenti noti come modernisti in poesia, nella pittura e in architettura avevano in realt gi fatto la loro comparsa nel decennio precedente allo scoppio della guerra fatto, questo, che ritengo essenziale per comprendere la loro grande diffusione nel primo dopoguerra. 12 Citata qui dalledizione inglese: RUDOLF CARNAP, The Logical Structure of the World, trad. di Rolf A. George, Berkeley and Los Angeles, 1967 (trad. it. dalled. tedesca, La costruzione logica del mondo, Milano 1966, Fabbri, pp. 80-81).

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6. Naturalmente, la prima guerra mondiale e le speranze presto frustrate che, sulla sua scia, gli sconvolgimenti rivoluzionari avevano suscitato, non potevano mancare di gettare dei dubbi sulla fede nel progresso attraverso unaccresciuta razionalzzazione della vita e della societ. Gi verano stati, del resto, precoci critici in tutto il XIX secolo uomini come Kierkegaard, Dostoevskij, Nietzsche e il grande storico Jacob Burckhardt. Il Tramonto delloccidente di Spengler impression fortemente gli animi intellettuali sia dopo la prima guerra mondiale sia dopo la seconda. Negli anni Venti vi fu anche una corrente intellettuale antimodernista e neoconservatrice. Alcuni dei suoi rappresentanti si persero addirittura nellirrazionalismo della reazione politica. Negli appunti per la Prefazione di unaltra opera filosofica della stessa epoca, ma che rimasta inedita per pi di trentanni, lautore, Ludwig Wittgenstein, cos caratterizzava lo spirito in cui era stato scritto il suo libro13:
Questo non [] lo spirito della grande corrente della civilt europea e americana. Lo spirito di questa civilt si manifesta nellindustria, nellarchitettura e nella musica della nostra epoca, nel suo fascismo e nel suo socialismo, ed alieno e poco congeniale allautore. [...] La nostra civilt caratterizzata dalla parola progresso. Il progresso la sua forma [...] Questo caratterizzato dalla costruzione di strutture sempre pi complesse. [...] Io non sono interessato a costruire un edificio n tanto meno ad ottenere una chiara visione della fondazione di ogni possibile edificio. Cos, io non mi pongo gli stessi obiettivi degli scienziati e il mio modo di pensare diverso dal loro.

Bench non vi sia alcuna testimonianza al proposito, sembra ovvio che le parole di Wittgenstein intendevano essere una risposta a quelle di Carnap che ho citato prima. Nellepoca in cui furono scritte, il 1930, esse rappresentavano
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Questi appunti sono pubblicati in LUDWIG WITTGENSTEIN, Vermischte Bemerkungen, a cura di G. H. von Wright, Frankfurt am Main, 1977; e, in traduzione inglese, in LUDWIG WITTGENSTEIN, Culture and Value, trad. di P. Winch, Oxford 1980, Basil, Blackwell, p. 6 (trad. it. Pensieri diversi, Milano 1980, Adelphi). Lopera a cui era destinata la prefazione Philosophische Bemerkungen, ed. by Rush Rhees, Oxford, 1964, Basil Blackwell (trad. it. Osservazioni filosofiche, Torino 1976, Einaudi).

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una corrente secondaria che tuttavia gi allora stava venendo sempre pi in superficie.

7. significativo che, nei brani citati, tanto Carnap quanto Wittgenstein menzionassero larchitettura. Wittgenstein, inoltre, fu egli stesso attivo come architetto. Il movimento modernista in architettura noto anche come funzionalismo incarnava quello stesso spirito di avanguardia che informava il modernismo nella musica, nella pittura e nella poesia. Dal punto di vista di una diagnosi dei tempi, il caso dellarchitettura riveste comunque un interesse particolare. Si potrebbe dire che essa problematizza la stessa idea di modernit. Ci dipende dal fatto che larchitettura a differenza della musica o della pittura non appartiene esclusivamente alla sfera dellarte. Essa appartiene anche alla sfera della tecnica e, insieme, a quella della scienza. Possiede inoltre una dimensione morale, cio sociale, da cui, diversamente dallarte pura non pu distaccarsi. Questa multidimensionalit propria dellarchitettura rispecchiata dallo stesso nome di funzionalismo nome che, detto per inciso, non sembra avere mai acquisito un preciso e stabile uso nella terminologia anglosassone. Funzionale vuol dire servire ad uno scopo. Si tratta di una nozione strumentalista. Sorge cos immediatamente la domanda: quale scopo? o, anche: agli scopi di chi? Una casa o unarea urbana che siano funzionali alla vita familiare non sono in genere funzionali a scopi amministrativi, commerciali o industriali. Ovviamente, un singolo edificio pu essere funzionale per luno o laltro di questi scopi. Ma qualora si proceda ad una pianificazione urbanistica pu sorgere una situazione di conflitto, una situazione che, per adottare lappropriata terminologia di Habermas, pu essere descritta come un conflitto tra il mondo-della-Vita (Lebenswelt) degli individui e il sistema14. La concentrazione di edifici pubblici, banche e uffici nei centri cittadini pu essere funzionale alla burocrazia ed alle grandi aziende. Ma certamente non lo per i cittadini. Il rincaro dei prezzi del terreno e degli affitti finisce per estromettere i piccoli negozi e le piccole attivit, spingendo inoltre i cittadini in periferia.
Si veda anche il saggio di Habermas Moderne und postmoderne Architektur, nella sua raccolta di saggi Die neue Unbersichtlichkeit, cit.
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Coloro che lavorano in citt, di conseguenza, sono costretti a sobbarcarsi a faticosi e lunghi spostamenti per trasferirsi quotidianamente dai luoghi di residenza ai luoghi di lavoro. Ci sicuramente ben lungi dallesser funzonale. E ci si potrebbe chiedere se davvero la vita del nuovo mondo, dove la costruzione di edifici e giardini e la pianificazione urbanistica comportano la creazione di aree periferiche, offra testimonianza di quel progresso che hanno professato ed in cui hanno creduto teorici dellarchitettura modernista come Le Corbusier o Gropius. Dietro questa domanda se ne cela unaltra: che cosa il progresso? Che cosa significa questa parola? Temo che coloro che ne parlano di solito diano per scontate la risposta. In realt non affatto chiaro come si debba rispondere. Non potendo qui trascurare questo problema, dovremo soffermarci un po a riflettere su di esso.

8. Delle tre sfere, conoscenza, moralit e arte, le ultime due hanno in comune il fatto di essere connesse con i valori. La prima si occupa di fatti. Fu una conquista dellIlluminismo laver difeso lautonomia delle tre sfere in opposizione ad ogni tentativo di imporre su esse il potere di unautorit esterna; ma alla stessa epoca si deve anche unaltra conquista, quella di aver sottolineato la separazione dei fatti dai valori, dellessere (is) dal dover essere (ought). Fu cos evidenziato un contrasto concettuale mai percepito prima in forma tanto marcata. Il filosofo a cui si deve principalmente il merito di aver messo in evidenza questo contrasto David Hume, del quale Kant ebbe a dire che fu il filosofo che lo risvegli dal sonno dogmatico. oggi abbastanza corrente riferirsi a questa separazione in particolare nella forma essere versus dover essere con lespressione ghigliottina di Hume. E, sia detto per inciso, si sarebbe curiosi di sapere se lautore di questa espressione15 fosse consapevole dellironia implicita nellallusione a quella macchina di supplizio capitale. Anchessa risale allepoca dellIlluminismo ed diventata il cupo simbolo della dialettica che condusse al Terrore e ad incoronare una prostituta regina della Ragione.

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MAX BLACK, The Gap between Is and Ought, in The Philosophical Review, 73 (1964), rist. nella raccolta di saggi Margins of Precision, Ithaca, N.Y., 1970, Cornell University Press.

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Ora, il progresso fondamentalmente un concetto di valore. In ci esso differisce da concetti affini come quelli di mutamento, crescita o sviluppo. Questi ultimi sono (o possono essere considerati) concetti puramente fattuali. Il fatto che uno stato di cose rappresenti un progresso rispetto ad un altro comporta che il primo, oltre che essere temporalmente successivo al secondo, sia anche, se non proprio in tutto e per, tutto buono, almeno migliore dellaltro. Che, una cosa sia buona o migliore di qualche altra cosa non comunque possibile deciderlo mediante argomentazioni scientifiche n sulla base di fatti riguardanti le cose in questione. A questo punto opportuno fare una precisazione. Pu darsi che sia un fatto accertato che qualcosa sia migliore di qualche altra: pu darsi, ad esempio, che sia migliore in quanto mezzo per uno scopo. Ci vuol dire che pi efficace, pi utile per raggiungere un fine. In tal caso diciamo che possiede maggior valore strumentale dellaltra. I giudizi relativi al valore strumentale sono giudizi fattuali e non sono pertanto genuini giudizi di valore. Asserire che il fine o lo scopo sono buoni un (genuino) giudizio di valore. Tutti i giudizi che affermano che qualcosa in se stessa buona o cattiva, migliore o peggiore di unaltra sono di questo tipo. Un valore viene attribuito o conferito a qualcosa da un soggetto che valuta. In questo senso il valore soggettivo. Soltanto i giudizi fattuali sono oggettivamente veri o falsi. Questa concezione dei valori pu essere considerata propria della distinzione di Hume. Penso si tratti di una concezione tipicamente moderna una concezione dei valori estranea tanto a Platone quanto a santAgostino o a Tommaso e sulla quale ancor oggi non tutti i filosofi concordano. Da quanto detto deriva che lunico criterio di cui disponiamo per stabilire se vi sia stato progresso nelle condizioni di vita degli uomini consiste nel modo in cui gli uomini valutano la propria situazione. Il moderno mito del progresso consiste nella supposizione che gli uomini e la societ andranno sempre pi verso il meglio ove essi saranno liberi di seguire la massima kantiana di affidarsi alla ragione piuttosto che allautorit. Ma nessun fatto n la diminuzione dellanalfabetismo n il miglioramento delle condizioni sanitarie n laumento del reddito pro capite potr mai costituire, di per se stesso, una prova della verit di questa supposizione. Se propria della modernit lidea che non vi sia alcun criterio oggettivo per stabilire ci che bene (valore), allora, in una visione illuminata, la fede nel progresso non che un altro articolo di fede un articolo di fede che pu avere tanta poca giustificazione razio-

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nale quanta ne avevano quelli che il papa, limperatore o una qualche altra autorit pre-moderna cercavano un tempo di imporre agli uomini.

9. Lopposto del progresso il regresso. Regresso significa deterioramento e decadimento o, in altri termini, che ci che viene dopo meno buono di ci che lo precede nel tempo. Esiste un movimento, di opinione che professa la fede nel regresso esattamente come ne esiste uno che professa la fede nel progresso. Mentre questultimo ottimista, aperto al futuro e incline al mutamento e incarna quello che siamo soliti chiamare atteggiamento progressista, laltro tende, ad essere pessimista, nostalgico e conservatore; nelle sue forme pi estreme, esso incarna quellatteggiamento a cui ci riferiamo con termini quali reazionario o retrogrado. significativo che in nessun momento della loro storia le due grandi civilt di cui la cultura occidentale rappresenta la commistione e la continuazione la cultura greco-romana e la cultura giudaica abbiano creduto in un concetto di progresso lineare e illimitato; ancor pi significativo inoltre il fatto che entrambe sembrano aver piuttosto condiviso una implicita fede nel decadimento del mondo. Sappiamo che la mitologia greca raccontava di una et delloro risalente allinfanzia dellumanit. Secondo il mito, allet delloro subentrarono unet dellargento, poi unet del rame e infine unet del ferro, caratterizzate da crescente miseria e sofferenza materiale. Anche la moralit and soggetta a decadenza. Inganno e discordia sorsero tra gli uomini e vi furono sempre pi guerre. Di norma, tutti coloro che raccontavano questa storia, sin da Esiodo, ponevano se stessi nellet del ferro, la pi infelice di tutte. Ci nonostante si pensava che vi sarebbe stato un ritorno del mondo allet delloro. Secondo il mito questultima sarebbe condannata e degenerare, ma nondimeno anche ad essere restaurata in una perpetua successione di cicli del mondo. il ciclo vitale, naturalmente, che funge da modello per questa concezione greca della decadenza e rinascita della storia. Le piante, gli animali e gli uomini nascono, raggiungono la maturit, invecchiane, e infine muoiono. Ciononostante essi lasciano tutti una progenie. Perch questo stesso ritmo ciclico non dovrebbe valere anche per un popolo, una cultura o addirittura per la razze umana nel suo insieme? La natura fornisce altri esempi di processi a carat-

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tere ciclico, alcuni connessi per analogia, altri causalmente al ciclo vitale: le quattro stagioni dellanno, le fasi della luna, la regolarit dellesistenza umana, con il risveglio mattutino, il lavoro quotidiano e il riposo notturno. difficile vedere, tuttavia, come queste analogie, straordinarie e suggestive quanto si vuole, si applichino alla storia. Il mito dellet delloro e della sua graduale decadenza avrebbe bisogno di essere integrato da una ulteriore storia che ci racconti come questet si ripristini attraverso un progresso graduale. Ma questa storia, per quanto ne so, non stata mai raccontata dagli antichi. Dalla mitologia greca apprendiamo come la depravazione delluomo fosse stata punita e sradicata da divinit incollerite qualcosa di analogo al diluvio della Bibbia. Questo evento veniva collocato nellet del rame. I pochi superstiti vissero nellet del ferro, caratterizzata al principio da un temporaneo progresso. Il passaggio dellumanit dallo stadio primitivo alla civilt stato efficacemente descritto da Lucrezio nel grande poema De rerum natura. Bench Lucrezio non credesse nel mito, anche nel suo poema il progresso conseguito tuttavia destinato alla decadenza; anzi, il mondo stesso prima o poi sarebbe destinato a perire. Lidea greca di storia appare cos fortemente impregnata di pessimismo. In nessun altro luogo questo pessimismo appare tanto marcato come nella Politeia (Repubblica) di Platone. Dopo aver delineato le caratteristiche dello Stato ideale, fondato sulla ragione e governato da re-filosofi, nei libri ottavo e nono del suo dialogo Platone descrive le progressive fasi di decadimento a cui va soggetto lo Stato. La sua descrizione un vero capolavoro di analisi socio-psicologica. Nella scala della perfezione, subito dopo lideale mai realizzatosi dello Stato dei filosofi viene il governo aristocratico dei tempi antichi. Esso chiamato timocrazia, dalla parola tim, che significa stima, rispetto o onore; e pi che sulla ragione si fonda sulla implicita accettazione, da parte dei cittadini, di un ordinamento tramandato la cui superiore saggezza e giustizia non viene posta in discussione. Gli uomini anziani e di grande esperienza ne sono i governanti. Questordinamento viene poi gradualmente sostituito da una oligarchia di pochi uomini o famiglie ricche e potenti. Spesso invidiose ciascuna delle altre e ostili tra loro, esse tendono a perseguire i propri interessi piuttosto che il bene della comunit. La societ ora divisa in ricchi e poveri. Allorch le famiglie ricche non riescono pi a dominare le masse, sorge una societ di tipo pi egualitario, chiamata democrazia. In essa il singolo interesse di ogni individuo viene anteposto alla solidariet tra i cittadini, con la conseguenza di un aumento dellillegalit e del disordine. Infine prende le redini del potere, un leader carismatico, un uomo forte, che sfrutta ai propri fini la

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miseria dei poveri e la paura. dellanarchia dei ricchi. questo il tiranno. La tirannia o dittatura non si fonda sulla ragione n sul rispetto per una legittima autorit n sul consenso tra cittadini liberi ed uguali, ma sulla forza bruta. Lordinamento sociale raggiunge cos il suo stadio pi basso diventando il peggiore possibile. Una volta che la degradazione sia, pervenuta al suo culmine c la speranza che, dal caos, possa sorgere un ordinamento migliore, forse addirittura uno Stato ideale. Ma in che modo si compir il ristabilimento di questordine, il filosofo, come la mitologia, non dice. Una conseguenza pratica d questa cupa filosofia politica sembrerebbe un conservatorismo estremo. Se ogni grande mutamento politico non pu che risolversi in un mutamento in peggio, allora il miglior consiglio che si possa dare ai governanti quello, di difendere al massimo la stabilit. Il miglior ordinamento politico sar quello caratterizzato dalla maggiore immobilit. Il Platone realista quanto di pi lontano dallo spirito politico della modernit occidentale. Ma nel Platone utopista troviamo la concezione di uno Stato costruito sulla ragione, concezione che ha alimentato quel medesimo spirito dalle origini sino ai nostri giorni.

10. Il mito giudaico del regresso si differenzia da quello greco per alcuni interessanti aspetti. Estraneo alla concezione ciclica greca, esso profetizza un irreversibile processo di graduale depravazione delluomo caduto nel peccato. I suoi due estremi sono il peccato di Adamo e, nella versione cristiana, il secondo avvento del Redentore. Questi due estremi si collocano in una dimensione trascendente, soprannaturale o ultramondana. qui che si trova la maggiore differenza tra le filosofie della storia greca e giudaico-cristiana. In questultima lo stadio corrispondente allet delloro viene posto nel Paradiso, che, malgrado quel che narra la storia della Creazione, non di questo mondo. Il secondo avvento del Redentore segna la fine del mondo ed il trapasso al tormento eterno dellInferno per i dannati o allunione finale con Dio nel Paradiso Riconquistato per i salvati. Lintervallo di tempo finito che separa i due estremi fondamentalmente una storia di declino. SantAgostino il Platone cristiano la descrive nella sua opera monumentale De civitate Dei. La storia un processo che si sviluppa attraverso sei stadi. Non diversamente dai mitografi greci, Agostino colloca se stesso nellultimo periodo, che anche, il peggiore. Questo periodo sarebbe

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cominciato in realt con il primo avvento del Redentore. Sin da allora lumanit , in attesa dellArmageddon ovvero lApocalisse universale che contraddistingue la seconda venuta del Salvatore. Lattesa di una imminente fine del mondo fu un fatto costante per tutto il Medioevo. La sua intensit si accrebbe verso la fine di quellepoca, allorch sulla Cristianit occidentale si abbatterono immani sventure come la Grande Peste, linvasione dei Turchi, la Guerra dei Cento Anni, le eresie e il Grande Scisma della Chiesa. In questo mondo luomo pu adoperarsi in ogni modo per conseguire la salvezza nellaltro: pu lavorare per la propria anima esaltando la bont e la sapienza di Dio o imitando la vita di Cristo. Ma non pu sperare di ottenere un graduale miglioramento della condizione umana attraverso il mutamento delle forme di governo o dellordine sociale. La speranza nel progresso di questo mondo non che unillusione.

11. Nel mondo che attendeva la propria fine cera comunque un progresso della conoscenza e della tecnologia. Nuove forze cominciavano e modellare le societ e con questi progressi sorsero nuove speranze. Alla fine gli uomini cominciarono a credere che il loro operato potesse conseguire un progresso anche in questo mondo. Ci accadeva particolarmente nella tumultuosa epoca del Rinascimento e della Riforma. La conoscenza, che in precedenza veniva considerata uno strumento finalizzato essenzialmente alla salvezza delle anime, acquis sempre di pi la forma di un utile strumento per meglio operare in questo mondo. Il mutato atteggiamento trovava ispirazione e sostegno tanto nella mitologia greca quanto in quella giudaica. Dopo tutto, Dio aveva creato luomo a sua immagine e somiglianza e gli aveva dato il dominio sul resto della natura. E Prometeo aveva infuso nelluomo la fiducia in se stesso, insegnandogli le tecniche necessarie ad accrescere il proprio benessere materiale e a progredire nella civilizzazione. vero che Prometeo fu punito per il suo oltraggio, ma il Dio che lo pun non era comunque lamorevole Padre di tutti i cristiani, ma uninvidiosa e diffidente divinit frutto dellimmaginazione pagana. Anche il Dio cristiano avrebbe dovuto tuttavia perdere in qualche modo parte della sua importanza nelle concezioni umane prima che diventasse possibile

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quel mutamento di atteggiamento che segna la nascita di ci che ho chiamato modernit classica e che caratterizzata dalla fede nellavvento di unepoca di lineare e indefinito progresso dellemancipazione delluomo.

12. Per comprendere la novit e la forza di persuasione di questa moderna idea di progresso, dovremo guardarla sullo sfondo di quella che rappresenta forse la caratteristica pi significativa della fisiognomica culturale del XIX secolo, cio il concetto di sviluppo o evoluzione. Un concetto la cui portata non affatto limitata al solo campo della biologia e che, a differenza dellidea greca di progresso e decadenza, non trae ispirazione dalla biologia. Le sue origini vanno piuttosto cercate nel sorgere di un senso di storicit, espressione con cui mi riferisco ad un interesse (secolarizzato) per lorigine delle cose e ad una concezione della storia intesa non come flusso casuale di eventi sconnessi, ma come sviluppo, cio come successione lineare e ordinata di stadi geneticamente connessi. Una concezione che vede il presente come figlio del passato. Goethe scrisse la Metamorphose der Pflanzen e Lamarque la Philosophie zoologique molto prima che Darwin scrivesse le sue opere. Anche i lavori di Rasmus Rask e Jacob Grimm sullevoluzione fonetica delle parole sono anteriori a Darwin. Questi lavori gettarono le fondamenta della grande tradizione della linguistica storica (Sprachgeschichte) del XIX secolo. Lopere di Lyell sulla storia della terra costitu un paradigma per lo stesso Darwin. Ma, naturalmente, il coronamento di questa tendenza nella storia delle idee rappresentato dallOrigine della specie e dallOrigine delluomo di Darwin. Darwin e il darwinismo ebbero ripercussioni in ogni campo culturale e scientifico, ripercussioni che, dal punto di vista della capacit di imporsi come paradigmi, sono paragonabili allinfluenza di cui, oltre un secolo prima, avevano goduto Newton e il newtonianesimo. Levoluzionismo e lo storicismo ebbero naturalmente un riflesso anche nella filosofia. In questo campo le tre figure principali sono Hegel, Comte e Spencer. Essi rappresentano inoltre una buona illustrazione delle caratteristiche di ciascuna delle tre principali divisioni nazionali della cultura europea del XIX secolo, quella tedesca, quella francese e quella inglese. La fenomenologia dellevoluzione dello spirito (Geist) di Hegel una narrazione speculativa ed alquanto teutonica della scalata delluomo alla libert. La legge dei

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tre stadi di Comte levoluzione che, dallo stadio religioso, passando attraverso quello metafisico, perviene infine a quello positivo pu esser considerata come il riflesso dello spirito gallico dellordine e della ragione. Spencer, meno speculativo di Hegel e meno razionalista di Comte, rappresenta invece il senso comune dellempirismo inglese. Spencer anche il primo filosofo che abbia tentato quella che potrebbe essere chiamata unanalisi scientifica del significato dellevoluzione e dello sviluppo. Secondo Spencer, un intero, una totalit, potr dirsi maggiormente sviluppata quanto pi differenziate sono le sue parti con funzioni specializzate. Inoltre, essa sar tanto pi sviluppata quanto pi quelle parti che ne costituiscono le funzioni sono integrate. Di l dagli aspetti problematici, la caratterizzazione spenceriana dellevoluzione mediante i concetti di differenziazione e integrazione in seguito Spencer avrebbe aggiunto una terza caratteristica che chiam determinazione probabilmente quanto di meglio si possa desiderare. Ma che cosa ha da fare tutto ci con il progresso? Il progresso, abbiamo detto, un concetto di valore. Perch mai, allora, lintero pi sviluppato, nel senso di Spencer, dovrebbe essere migliore di quello meno sviluppato? Il processo che chiamiamo evoluzione non potrebbe ad egual titolo essere un processo di declino e regresso? Lo stesso Spencer era consapevole del fatto che qui vi fosse un problema. Ma egli non aveva alcun dubbio che levoluzione fosse progresso, che andasse verso il bene (anche Darwin condivideva implicitamente questa opinione)16. La trasformazione dellomogeneo nelleterogeneo ci in cui essenzialmente consiste il progresso, scriveva Spencer17. La legge del progresso organico era inoltre per Spencer la legge stessa di ogni progresso. Con ogni progresso si intende qui anche il progresso morale, ossia la progressiva ascesa verso il bene e la progressiva evanescenza del male18. Il progresso, d'altra parte, non un fatto casuale. Esso una sorta di legge di natura. Spencer ne parla ripetutamente come di una benefica necessit. Ci significa che il male e limmoralit sono destinati a scomparire e che luomo
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The Origin of Species, ristampa della sesta edizione, London 1951, Oxford University Press (trad. it. Lorigine delle specie per la selezione naturale, Torino 1967, Boringhieri). Si veda in particolare il cap. IV La selezione naturale, ovvero la sopravvivenza del pi adatto, dove si afferma: [...] la selezione naturale pu operare soltanto attraverso e per il bene di ciascun essere. 17 HERBERT SPENCER, Essays, New York, 1891, DAppleton & Co., p 10. 18 Questa espressione deriva dal titolo di un capitolo della Social Statics di Spencer.

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destinato a diventare perfetto. Perfetto, inoltre, anche come membro della societ. Perch, come avverte Spencer, sicuramente le facolt umane dovranno essere modellate in completa armonia con lo stato sociale19. Che il progresso morale sia una necessit (naturale) non ovviamente che una pura e semplice illusione. C un senso, comunque, in cui la domanda se evoluzione equivalga a miglioramento ammette una risposta affermativa. Quanto pi sviluppata una specie tanto pi, in genere, i suoi membri individuali sono adatti allambiente, cio capaci di soddisfare le loro necessit di nutrizione, protezione e procreazione. Ci che vale per la specie, vale, mutatis mutandis, anche per i gruppi e gli individui che compongono la specie. Essere pi evoluti vuol dire, da questo punto di vista, essere pi adatti, pi forti in quella che viene chiamata 1otta per la sopravvivenza. Levoluzione ha un valore di sopravvivenza, vale a dire un valore per lo scopo della sopravvivenza. Questo un senso strumentale di miglioramento (betterness), di bene. La sopravvivenza non allora un bene in se stesso? Dal punto di vista dellorganismo sopravvissuto certamente lo . Questo, penso, vero per definizione. Ma possibile dire che la specie, il gruppo, lindividuo, lorganizzazione che sopravvivono alla lotta sono anche migliori, di maggior valore, di quelli che nella lotta periscono? Non chiaro se la risposta a questa domanda debba essere affermativa. Non che debba essere necessariamente negativa. La sola cosa chiara che alla domanda non pu essere data una risposta in un senso o nellaltro sulla base di criteri scientifici o altri criteri naturalistici che definiscono levoluzione. Siamo cos pervenuti al nucleo stesso della domanda: Che cosa il progresso? E abbiamo inoltre messo a nudo una delle principali fonti di confusione e oscurit insite nei tentativi di darle risposta. Si tratta della tendenza a trasformare domande relative al valore dei fini in domande relative al valore dei mezzi (adatti ai fini). Si potrebbe chiamarla una tendenza a fattualizzare o a strumentalizzare (instrumentalize) o ancora a reificare i valori. Essa stata in ampia misura favorita dal darwinismo e da altre dottrine evoluzioniste, ma anche dagli sviluppi scientifici in genere. Di ci non possiamo comunque accusare la scienza. Ma possiamo deplorare quella tendenza. Essa ci impedisce, infatti, di vedere le autentiche questioni di valore, e con esse anche quelle riguardanti il progresso.
19 HERBERT SPENCER, Social Statics, London 1902, Williams and Norgate, p. 31. Il testo citato continua nel seguente modo: e sicuramente il male e limmoralit scompariranno; e luomo diventer perfetto .

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13. quasi una specie di ironia della storia delle idee che il secolo che, attraverso la teoria evolutiva darwiniana, sembra aver fornito una sorta di fondamento scientifico alla fede nel progresso abbia fornito un fondamento analogo anche alla credenza opposta, quella nel regresso. Questo secondo tipo di conferma quasi-scientifica venne da una scoperta di quel secolo che, per la sua importanza, regge il confronto con quella di Darwin. Si tratta della legge di conservazione dellenergia e del suo complemento, se posso chiamarlo cos, la seconda legge della termodinamica, nota anche come legge dellentropia (crescente). In base a questi principi, grosso modo, ogni forma di energia si trasforma infine in una quantit equivalente di calore (energia termica). Le differenze di temperatura, inoltre, tendono ad annullarsi fino a che non viene raggiunto uno stadio in cui cessa il movimento molecolare che determina la temperatura. Allorch la temperatura raggiunge lo zero assoluto (di fatto, una non-temperatura) lorologio delluniverso si ferma. Questo stato noto come morte termica, un indifferenziato caos egualitario completamente privo di ordine o struttura. Il processo che conduce e questo stato lantitesi dellevoluzione nel senso spenceriano. La morte termica viene considerata lo stato finale a cui tende lintero universo. Levoluzione soltanto un movimento temporaneo in una direzione opposta che ha luogo in regioni spazio-temporalmente limitate. Poche teorie scientifiche, per non dire nessuna, hanno avuto una maggiore influenza sullimmaginazione intellettuale della seconda legge della termodinamica20 (La teoria di Darwin costituisce non tanto unattrattiva per limmaginazione quanto un incoraggiamento alla superstizione scientifica sul progresso). Molti critici della civilt contemporanea, che hanno guardato con crescente timore alle tendenze allegualitarismo, al livellamento culturale, alla standardizzazione e allinternazionalismo, hanno visto in esse unanalogia storica al lavorio di quella grande uguagliatrice delluniverso che la secondo legge della termodinamica. il caso, ad esempio, di Nietzsche, Spengler e i fratelli Adams, Brooke e Henry. Con la filosofia di Nietzsche assistiamo ad una speculazione che giunge addirittura a riprendere lantica dottrina dei cicli del mondo. Secondo la versione nietzscheana di questa dottrina, luniverso,

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Si veda al proposito linteressante libro del fisico G. BRUSH, The Temperature of History. Phases of Science and Culture in the Nineteenth Century, New York 1978, Burt Franklin & Co.

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entro lunghissimi archi di tempo, torner ripetutamente allo stesso e identico stato. abbastanza ovvio che queste analogie tra processi termici e storia, per quanto suggestive possano sembrare e per quanto ingegnosamente articolate, non sono che pure invenzioni. Come sostegno scientifico alla credenza nel regresso e nella decadenza, la termodinamica non pi rispettabile di quanto lo sia la teoria dellevoluzione rispetto a quella nel progresso. Sar qui opportuno ricordare, comunque, che la nozione di entropia ha acquisito una considerevole rilevanza negli sviluppi scientifici pi recenti. Mi riferisco alle ricerche, legate principalmente al nome di Ilya Prigogine, sul flusso di energia in quelli che vengono chiamati sistemi dissipativi lontani dallequilibrio. Gli organismi viventi esemplificano strutture di questo tipo. Sono state inoltre individuate delle analogie tra i risultati di queste ricerche e le vicende umane, analogie che hanno ispirato una loro applicazione al campo delle scienze umane. Lo stesso Prigogine diventato una specie di guru scientifico per molti scienziati sociali. Ritengo, comunque, che vi siano buone ragioni per guardare a questo fenomeno con cauto scetticismo. evidente, daltra parte, che le considerazioni sullaumento dellentropia trovano valide e importanti applicazioni nelle ricerche sul consumo energetico e sui procedimenti di riciclaggio e di scarico nei sistemi agrari e industriali. Questo tipo di ricerche potrebbe dimostrarsi di grande importanza pratica nellaffrontare quei problemi che oggi psano gravemente su quella che chiamerei la coscienza ecologica delluomo moderno.

14. Nelle pagine precedenti ho cercato di dissolvere la nebbia di pseudocoscienza che si libra sulla credenza nel progresso non meno che su, quella nel regresso. Diamo ora uno sguardo alle basi razionali che potrebbero aver giustificato lantica credenza, che la strada delluomo emancipato verso il futuro sarebbe stata una strada di progresso. Vorrei riesaminare brevemente tale questione dal punto di vista delle tre sfere che lIlluminismo considerava autonome e che intendeva liberare dalla tutela dellautorit eteronoma, cio le sfere della conoscenza, della moralit e dellarte. Nellambito della conoscenza, miglioramento vuol dire in primo luogo accrescimento, accumulazione di un numero sempre maggiore di verit. Nelle scienze naturali vuol dire inoltre crescente unificazione della conoscenza per

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mezzo di teorie esplicative. La teoria della gravitazione di Newton e la teoria della selezione naturale di Darwin rappresentano due buone esemplificazioni di questa unificazione. possibile che la scienza nel suo avanzare non sia un processo lineare e costantemente cumulativo. I mutamenti di paradigmi, chiamati talvolta rivoluzioni scientifiche, testimoniano di una discontinuit e di un cambiamento di direzione. Salti o svolte di questo tipo non annullano comunque i risultati raggiunti. Essi seguono piuttosto lo schema di quella che Hegel chiamava Aufhebung e Aufbewahrung. Ci vuol dire che i fatti rimangono agli atti, per cos dire, bench vengano interpretati in un nuovo modo o la loro posizione entro il quadro teorico subisca un cambiamento. Possiamo dire che laccumulazione di conoscenze sia un progresso? un bene conseguire sempre pi conoscenze? Molti filosofi hanno asserito che la conoscenza sia in se stessa un valore. Una maggiore quantit di conoscenze, allora, avr presumibilmente pi valore di una quantit minore. Non nego che talvolta questo possa essere vero. Se lo sia sempre mi sembra meno sicuro. Quello che, invece, mi sembra sicuro che la (crescita della) conoscenza in generale e quella scientifica in particolare possano avere un valore strumentale per scopi che si trovano al di fuori del processo accumulativo stesso. Conoscere potere, come ha scritto Francis Bacon, riferendosi al potere di produrre gli effetti desiderati e di prevenire quelli indesiderati attraverso la manipolazione dei meccanismi causali che presiedono ai processi naturali. O, come si esprimevano i positivisti francesi dopo Comte: Savoir pour prvoir et pour pouvoir. Entrambe le formule rispecchiano gli scopi tecnologici della conoscenza, se per tecnologia intendiamo le innovazioni tecniche al servizio delluomo basate sulla scienza. Il valore strumentale della scienza, cio la sua utilit, notevolmente aumentato dallepoca di Bacone. Nella sola seconda met del nostro secolo esso si accresciuto a tal punto da minacciare tutti gli altri concetti di valore di unanaloga reificazione. La commercializzazone dellarte e dei prodotti creativi in genere ne rappresenta un esempio davvero impressionante. Possiamo dire che questo accrescimento del valore strumentale della scienza, cio laumento del potere delluomo sulla natura, sia progresso ossia qualcosa che in se stessa un bene? Condorcet, come abbiamo visto, pensava che ogni avanzamento della scienza fosse ipso facto benefico. Ma non c dubbio che noi dovremo assumere un atteggiamento pi cauto. Se la conoscenza scientifica sia benefica o meno dipende dagli scopi per i quali essa viene usata. E che la scienza possa essere utilizzata a fini distruttivi e nocivi dovrebbe oramai essere chiaro a tutti.

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Una cosa che il potere sulla natura pu determinare laumento del benessere materiale degli uomini. Di ci gli sviluppi tecnologici e industriali forniscono una testimonianza eccezionale. Non pu esservi alcun dubbio sul fatto che il benessere materiale e il miglioramento della qualit della vita siano, nella maggioranza dei casi, se non in tutti, progresso nel senso autentico del termine. Ci vuol dire che tale benessere viene considerato, da parte di coloro che ne beneficiano, come un miglioramento delle proprie condizioni di vita. Ma non detto che una siffatta valutazione debba essere mantenuta anche quando lo sviluppo tecnologico abbia oltrepassato un certo livello o quando dovranno essere prese in considerazione le sue ripercussioni sullambiente o sullordine sociale. Tanto basti per ci che riguarda la conoscenza. Che cosa possiamo dire sulla moralit? Il progresso morale, come profetizzavano gli araldi della modernit, consiste nel perfezionamento delluomo. Con ci non si intendeva tanto il progresso che pu compiere lindividuo nel corso della sua vita quanto il progresso conseguito di generazione in generazione. Proprio come il fatto che la conoscenza si accresca non vuol dire che i singoli individui sappiano sempre di pi, ma che limpersonale e complessivo corpo della conoscenza si accresca con il progredire della Scienza, allo stesso modo lUomo, la razza umana, e non necessariamente i singoli uomini, che diventa col tempo sempre migliore, pi civilizzato, pi umano, per usare unespressione estremamente significativa. Difficilmente avrebbe senso applicare questa idea di perfezione o progresso al di fuori di un contesto sociale o politico. Che luomo perfetto sia pi civilizzato dei suoi antenati meno perfetti dovrebbe significare che egli pi tollerante, meno egoista e meno avido, pi incline a vedere nel suo prossimo un fratello da amare che un nemico da odiare. A questuomo perfetto corrisponderebbe anche un ordine sociale perfetto. La direzione del progresso tende verso una societ giusta di cittadini liberi ed uguali. Il progresso cos concepito coincide con quella che, grosso modo, potrebbe essere chiamata una democratizzazione delle istituzioni e dei sistemi di governo. Idealmente, la societ democratica quellordine alla cui creazione ed al cui mantenimento chiamato a partecipare ciascun membro della, societ. Che lidea di progresso prenda piede nella sfera dellarte molto pi difficile di quanto non lo sia in quelle della conoscenza e della morale. Ci si potrebbe anzi addirittura chiedere se allarte sia possibile applicare il concetto stesso di progresso. Lanalogia, che pi mi sembra avvicinarsi ad un progresso dellemancipazione artistica dalla tutela della religione e delledificazione mo-

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ralista, laccrescersi delle possibilit, nellartista, di esprimere gli umori del suo tempo, le sue speranze e le sue paure, la sua percezione della bellezza non meno che le sue avversioni. Schiller ravvisava una educazione estetica delluomo nello spirito della modernit. Alle Menschen werden Brder canta il coro nella Nona di Beethoven. questo il grande inno dellIlluminismo al progresso. Ma forse, sul lungo periodo, il ruolo specifico dellarte nella modernit non stato tanto quello di celebrare le sue speranze quanto quello di ridimensionare le sue illusioni, di rivelare la sua agonia, preparando in tal modo la strada al clima intellettuale che sarebbe subentrato alla modernit.

15. La moderna idea di progresso si presenta cos articolata in due principali concezioni, la cui origine storica parzialmente diversa. Da un lato, v lidea del progresso come accumulazione di conoscenze e sviluppo scientifico e tecnologico; dallaltro, lidea che identifica il progresso con un indefinito processo di perfezionamento delluomo e dellordine sociale. La scienza ledificazione del dominio, tecnologico delluomo sulla natura. Nel quadro di un modo di produzione industrializzato questo dominio ha condotto ad un notevole sviluppo economico e a migliori condizioni di vita. Una tale associazione tra scienza, tecnologia e industria pu essere chiamata tecno-sistema. Questo tende a diventare sempre pi globale e trans-nazionale e, inoltre, sempre pi indipendente dai sistemi socio-politici organizzati sulla base di affinit culturali ed etniche. La sempre maggiore tensione tra nazionale e trans-nazionale, cio tra sistemi politici e tecnosistemi, rappresenta una delle principali caratteristiche della civilt del tardo XX secolo. Lo sviluppo economico una quantit misurabile. Esso pu essere misurato sulla base del valore del prodotto nazionale lordo, del reddito pro-capite, del volume di produzione dei beni e in vari altri modi. Lo sviluppo economico diventato la principale forza motrice dellespansione del tecnosistema. Di conseguenza, quel progresso che un tempo veniva inteso come una naturale evoluzione dellaccrescimento scientifico (accumulazione di conoscenze) oggi tende sempre pi a identificarsi con lo sviluppo economico in quanto tale. In questa identificazione vedrei la possibilit di una quantificazione del progresso. Il progresso cos misurato e quantificato non pi un concetto di valore; una nozione fattualizzata, neutrale rispetto al valore un esempio di ci che i filosofi chiamano reificazione del valore.

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Laltra fondamentale idea di progresso, quella relativa al perfezionamento delluomo, stata intesa nel senso di una crescente democratizzazione dellordine socio-politico. Questo processo, che ha avuto origine inizialmente in Inghilterra, ha ricevuto una spinta decisiva dalla rivoluzione americana e da quella francese. Dopo un periodo di stasi esso ripreso con maggior vigore con gli eventi del 1848 e con lunificazione nazionale dellItalia e della Germania, per diventare infine un fenomeno globale, di portata mondiale, in seguito alla prima ed alla seconda guerra mondiale. In quello che chiamiamo mondo occidentale, il progresso ha trovato espressione nel governo parlamentare, nel suffragio universale, nei diritti civili, nella libert di stampa. In altre parti del mondo, prima in Russia e poi in Cina, il processo ha assunto forme diverse. Le democrazie popolari dei paesi dellEst sono molto diverse dalle democrazie liberali dellOccidente, al punto che in queste ultime si tende a considerare erroneo o addirittura unirrisione alla democrazia luso che in quei paesi vien fatto del termine democrazia. A parte queste differenze, in entrambe i casi si tratta della stessa e identica questione, cio del grande processo di modernizzazione (razionalizzazione) della societ, consistente nel crollo dei vecchi ordini sociali e nella formazione di nuovi ordini, fondati anchessi sulla credenza nel potere benefico dellindustrializzazione e dello sviluppo tecnologico. Come c una tendenza a identificare il progresso conoscitivo con lo sviluppo economico, c unanaloga tendenza a identificare il progresso ottenuto attraverso le riforme sociali con le forme esteriori dellamministrazione razionale (burocratizzazione) e con lemanazione delle leggi in nome del popolo. Di questa tendenza possiamo parlare come di una Formalizzazione della Democrazia. Si tratta di unaltra reificazione del concetto valutativo di progresso. Analogamente allidea di sviluppo economico in relazione ai tecnosistemi, lidea di democratizzazione della societ rappresenta il principale fattore propulsivo che, negli ultimi duecento anni, ha ispirato lazione dei sistemi politici orientati sulla via della modernit. Se effettivamente una societ cos democratizzata sia quellordine pi giusto e pi umano che i filosofi dellIlluminismo pensavano dovesse sorgere in un mondo disincantato e razionalizzato appare sempre pi problematico. In essa potrebbe infatti nascondersi una sorta di contraddizione tra i due aspetti fondamentali della democrazia, tra la tendenza allegualitarismo e quella allemancipazione, tra leguaglianza e la libert. Probabilmente non pu esistere una societ sommamente democratica senza una pesante limitazione delle libert individuali, cos come non pu esistere una societ sommamente li-

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berale senza che si producano ineguaglianze tra i suoi membri. Sono questi due ostacoli sulla strada del miglioramento della condizione umana, di cui gli sviluppi delle societ dellEst e quelli delle societ occidentali offrono rispettivamente testimonianza.

16. La sola misura del progresso quale valore rappresentato, come si detto, dallaumento di benessere di cui gli uomini beneficiano nelle circostanze in cui vivono. Queste circostanze la struttura esterna del loro mondo vitale vengono plasmate dagli sviluppi che hanno luogo entro due sistemi, il tecnosistema e il sistema politico. Come abbiamo visto, ciascuno di questi due sistemi ha un suo proprio metodo per misurare il progresso: laccrescimento della ricchezza nel primo caso, la democrazia formalizzata nel secondo. Questi metodi sono fattuali e non valutativi. un fatto del tutto contingente se i due metodi di misura del progresso quello valutativo delle persone e quello reificato proprio dei due sistemi concordino nei risultati. Determinano lo sviluppo economico e la democrazia formalizzata un miglioramento della qualit della vita? Poich a questa domanda, a seconda delle varie circostanze, possibile dare tanto una risposta affermativa quanto una negativa, si pu parlare di una tensione latente tra il mondo della vita (file-world) e il mondo del sistema (system-world)21. inoltre un fatto contingente se e in qual grado i due sistemi stessi concordino tra loro nella misurazione del progresso. Sono tra loro compatibili uneconomia efficiente ed una democrazia estesa? Per fare un esempio, la partecipazione dei dipendenti alla gestione ed alla direzione delle imprese favorisce o ostacola la produttivit? Questo, sia detto per inciso, diventato un problema di una certa gravit in Jugoslavia, il solo paese che abbia compiuto un serio tentativo di dar vita ad un sistema di comunit economiche autogestite. Si pu, pertanto, anche parlare di una tensione latente tra i due sistemi. Entrambi sono caratterizzati da una tendenza allautonomia e al dominio. Di fatto, noi viviamo in unepoca in cui il tecnosistema tende a prendere il soprav21

Lidea di un contrasto e di una tensione tra mondo della vita e mondo del sistema un tema fondamentale dellopera matura di Jrgen Habermas. Gli scritti di Habermas rappresentano una fonte di ispirazione del mio tentativo di comprensione critica del mondo in cui viviamo, e colgo qui loccasione per esprimere il debito nei loro confronti. , possibile, tuttavia, che io usi le espressioni mondo della vita e sistema con un significato un po diverso rispetto a quello di Habermas.

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vento sul sistema politico; le decisioni prese da questultimo spesso non sono altro che un fait accompli nel primo (v. supra). La quantificazione del progresso in termini economici ha la sua remota origine nellemancipazione della conoscenza (o della scienza) dallautorit esterna della Chiesa e dello Stato. Analogamente, la reificazione del progresso in democrazia formalizzata ha le sue radici storiche nellemancipazione delluomo che si costituisce come soggetto morale. Oggi stiamo assistendo ad un distruttivo ritorno dei due sistemi alle loro origini. Il tecnosistema minaccia quellautonoma ricerca del sapere che ha soltanto in se stessa il suo scopo. Ci non vuol dire che le verit scientifiche vengano messe in discussione, come accadeva in passato, da qualche altra autorit, quella religiosa ad esempio, che rivendichi a s il possesso della verit; ma che la ricerca scientifica ed il lavoro accademico sono finalizzati in misura sempre maggiore allo sviluppo economico, alle necessit delleconomia concorrenziale ed alle innovazioni tecnologiche. Nei programmi didattici delle varie nazioni il concetto di formazione (per una professione) ha preso il posto di quello di studio (per la propria istruzione). Lautonomia del soggetto corrispondentemente minacciata dalla necessit dellindividuo di conformarsi alla pressione di norme e regole alla creazione delle quali egli non ha partecipato ed il cui senso spesso gli sfugge. Lindividuo si aliena nellimpersonale meccanismo sociale gestito da burocrati ipocriti. Il suo mondo vitale soffre di tali limitazioni che la libert reale si riduce ad unindulgenza narcisistica verso i simboli esteriori dello status sociale e verso il benessere offerto dai beni di consumo e dal possesso materiale. Lemancipazione e lautonomia delluomo quale soggetto conoscente e quale agente auto-determinantesi rischiano cos di andar perduti a causa dellinfluenza deformante esercitata dai due sistemi sul mondo vitale influenza che ne determina la colonizzazione, per usare il termine di Habermas22. Il realizzarsi di una siffatta minaccia equivarrebbe al fallimento dei nobili ideali della modernit classica ed alla riduzione finale del suo grande mito del progresso a mera illusione. La fede nel mito tuttora viva, e viene proclamata a gran voce da tanti pubblicisti e propagandisti; il progresso cantato da queste moderne sirene non , tuttavia, quel processo verso la perfezione

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Die Kolonialisierung der Lebenswelt durch Imperative verselbststndigter wirtschaftlicher und administrativer Handlungssysteme (Moderne und postmoderne Architektur, cit., p. 28).

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sognato dallIlluminismo, ma la sua identificazione reificata con lo sviluppo economico e con laccresciuta formalizzazione dellordinamento sociale.

17. Il secondo grande shock subito dalla societ moderna rappresentato dal sorgere in Europa della barbarie fascista e dalla guerra degli anni 39-45 che ne consegu. Le reazioni che seguirono alla seconda guerra mondiale furono molto diverse da quelle che seguirono alla prima. La fine della guerra non suscit grandi speranze per un futuro di pace n liber una sovrabbondanza di energie creative. Questultimo fatto risulta alquanto sorprendente se paragoniamo il periodo che va dalla fine degli anni 40 a tutti gli anni 50 con gli anni 20. Il primo dopoguerra, infatti, stato forse il decennio pi creativo del secolo sia sul piano scientifico sia su quello artistico. Ci vero per la sconfitta Germania (Berlino), per il disintegrato impero asburgico (Vienna) e per un breve periodo anche per la Russia scossa dalla rivoluzione. Per converso, il secondo dopoguerra stato caratterizzato da una singolare sterilit sia in ambito artistico sia (almeno per quanto riguarda gli sviluppi teorici) in ambito scientifico23. Nel caos seguito alla guerra non apparso nulla di paragonabile al modernismo in architettura e in poesia o al neopositivismo in filosofia. Nella seconda met del secolo abbiamo assistito soprattutto a stupefacenti sviluppi tecnologici: luso dellenergia nucleare, la computerizzazione di ogni sorta di lavoro, la manipolazione genetica per non citare che le innovazioni pi rivoluzionarie. Nelle arti abbiamo visto selvagge sperimentazioni accompagnate ad una commistione di stili che rasenta il pastiche non esclusa larchitettura. Contemporaneamente a questi sviluppi si verificata una integrazione che ha inserito praticamente lintero globo in una rete di tecnologia industriale, commercio internazionale e attivit bancarie. Il mondo occidentale ha assistito ad un aumento senza precedenti delle condizioni materiali di vita. Nelle parti sottosviluppate del mondo troviamo al contrario carestia e relativo aumento di povert ma anche una disperata lotta per conseguire una consistente porzione della torta del progresso attraverso la modernizzazione. In tutti i pae23

Molti troverebbero da ridire su questa tesi. Ma credo che lopinione contraria sia stata erroneamente favorita dallenorme crescita di importanza e, quindi, anche di prestigio sociale, di cui la scienza stata protagonista negli ultimi decenni. Anche questo fenomeno in larga misura una conseguenza dei rapidi e spettacolari sviluppi tecnologici e del loro impatto sulla vita.

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si, tanto in quelli avanzati quanto in quelli arretrati, il processo di sviluppo testimonia una crescente quantificazione e formalizzazione dellidea di progresso accompagnata da una corrispondente azione di deformazione, da parte dellindustrializzazione e della quasi-democrazia, dei modelli tradizionali. Questa deformazione appare particolarmente impressionante in quelle parti del mondo eufemisticamente chiamate paesi in via di sviluppo.

18. Il clima culturale, lo Zeitgeist, che caratterizza il nostro tempo, sta, a mio modo di vedere, in un interesse per il malessere causato dallo strapotere dei due sistemi pi tipicamente moderni, cio il modo di produzione industriale e le forme democratiche di governo, sulle condizioni di vita degli uomini. In sede di riflessione critica questo interesse si manifesta come problematizzazione delle idee di emancipazione proprie della modernit classica e come riconoscimento della perdita di fede in quel progresso che si riteneva dovesse seguire allefficace operare dei due sistemi. Propongo di chiamare questo Zeitgeist Tarda Modernit. Non questa la temperie culturale a cui ho alluso col nome di Post-Modernit? In realt, qualora essa venga caratterizzata nel modo da me delineato, questo nome non sembra adatto. Lo Zeitgeist, di cui ho parlato, uno Zeitgeist di crisi e di riflessione critica. Si tratta della crisi di unidea che nata con lIlluminismo, ha permeato di s la civilt occidentale per un secolo e mezzo e che ora si rivolge autocriticamente contro le sue stesse assunzioni e speranze. Non pu certo costituire motivo di sorpresa il fatto che sulla scia di un tale processo di autocritica si manifestino fenomeni che denotano una consapevole rottura con la modernit e che testimoniano lesigenza di qualcosa di nuovo. Sono fenomeni di questo tipo che indichiamo col nome di post-moderno una congerie culturale molto eterogenea. Essi ci si manifestano nellarchitettura, nella letteratura, nella filosofia ed anche nelle sperimentazioni di nuovi stili di vita. Forse non un caso che larchitettura che e suo tempo stata lavanguardia di ci che ho chiamato neo-modernit o modernismo sia stata di fatto il campo da cui ha tratto origine laccezione corrente dellespressione post-moderno. Se la Tarda Modernit in larga misura un insieme di fosche sensazioni e tetri umori, quella sua sottocorrente che si autodefinisce post-moderno guarda al futuro con fiduciosa speranza e, mentre vede nella modernit qual-

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cosa di irrimediabilmente superato, guarda alla post-modernit come allinizio e alla promessa di un rinnovamento tanto nella cultura quanto nelle forme di vita. Forse uno scettico potrebbe vedere nelle manifestazioni del postmoderno i sintomi del malessere della modernit piuttosto che la sua cura. Personalmente, anchio sono propenso a vederle in questo modo. Da questo punto di vista, esse appaiono come un riflesso nella sovrastruttura culturale di quellinfluenza che gli sviluppi del tecnosistema e del sistema socio-politico esercitano sulla vita. Ammesso che sia questa la prospettiva pi corretta in cui vederle, essa non esclude tuttavia che quelle manifestazioni possano esser viste come lindizio dellinstaurarsi di un rapporto pi equilibrato tra mondo della vita e sistema. Stabilire se ci equivalga ad una sorta di trascendimento della modernit verso qualcosa che sta per subentrarle o se invece non debba esser visto in una relazione di continuit con quello che stato chiamato il progetto moderno24 potrebbe essere una questione di gusti. Ancora non disponiamo infatti della prospettiva temporale necessaria per avanzare un giudizio conclusivo. Una cosa, tuttavia, mi sembra certa: la fine dei grandi racconti (grandes rcits), per usare lespressione di Jean-Franois Lyotard, il filosofo francese a cui si deve il tentativo pi articolato di fornire una collocazione culturale al post-modernismo25. Mi riferisco a quei grandi racconti dellepoca pre-moderna che troviamo nella mitologia e nelle religioni delle antiche culture o anche negli sforzi dei filosofi volti a catturare entro sistemi razionali di pensiero lessenza e il destino delluomo. Si pu dire che la modernit abbia sostituito a queste onnicomprensive creazioni della mente umana dei racconti secolarizzati, ma non per questo meno pretenziosi, sulla preparazione dellumanit alla terra promessa della libert e della ragione che si sarebbe realizzata una volta annientati i vecchi idoli. Uno di questi grandi racconti quello che ho qui chiamato il mito moderno del progresso, un racconto che non sopravviver alla crisi della modernit arrivata al suo ultimo stadio. 19. Vorrei concludere con un appello a ci che chiamerei razionalismo demitizzato. Abbandonare la fede nel progresso come necessit storica non vuol dire anche smettere di adoperarsi per il progresso inteso come un compi24

JRGEN HABERMAS, Die moderne ein unvollendetes Projekt, in Kleine politische Schriften, I-IV, Frankfurt am Main 1981, Suhrkamp.

25

JEAN-FRANOIS LYOTARD, La condition postmoderne, Paris 1979, Editions des Minuit (trad. it. La condizione postmoderna, Milano 1981, Feltrinelli).

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to. Un compito, a mio modo di vedere, essenzialmente critico, che trova la sua ragion dessere nel fatto che, bench il mito originale sia morto, esso sopravvive tuttavia nella forma derivata che identifica il progresso con lo sviluppo economico o con la democrazia formalizzata. Questi residui fossilizzati della originale fede ottimistica esercitano tuttora una grande influenza quali forze propulsive per gli sviluppi tecnologici e sociali, motivando le azioni e le decisioni dei discordi tra loro. Ridimensionare queste false mitologie , a mio avviso, il pi grande servigio che gli intellettuali del nostro tempo possano rendere alla causa del progresso. Ridimensionarle significa denunciarne la mancanza di giustificazione razionale e gli effetti distorcenti sulla vita che derivano dai due sistemi che ad essi sono informati. Significa inoltre esortare coloro che detengono il potere a riflettere sul valore dei fini per il conseguimento dei quali le loro azioni sono dei mezzi. Si tratta pertanto di un richiamo ad una forma di razionalit che andata atrofizzandosi in seguito alleccessivo sviluppo della ragione nel suo uso strumentale un richiamo, in termini weberiani, alla Wertrationalitt in una cultura ossessionata e distorta dallipertrofica crescita della Zweckrationalitt. I tre ideali del grande sommovimento che caratterizza le origini dellera moderna erano libert, galit, fraternit. La dialettica delle forze attraverso cui si cercato di realizzare i primi due ideali ha finito per indebolire ed erodere la fede nel progresso in essi implicita. Pur non dovendo necessariamente rigettare quegli ideali, abbiamo comunque imparato a guardare con scetticismo alla loro reciproca compatibilit. Dei tre, quello che ancora mantiene intatta la sua speranza la fraternit, lideale delluniversale fratellanza tra gli uomini. In un mondo che vive un costante processo di unificazione grazie agli sviluppi tecnologici e industriali ed alla razionalizzazione (democratizzazione) dei sistemi socio-politici, lappello alla solidariet tra gli uomini ha acquisito una nuova dimensione. Esso non pu pi limitarsi al ristretto circolo della famiglia o a quello corporativo. Deve, invece, trascendere i confini delle nazioni, delle razze e delle religioni in modo da diventare consapevolezza di responsabilit globale globale anche nel senso di estendersi a coloro che calpesteranno questa terra dopo di noi. In fondo, questo non altro che ladempimento del precetto cristiano di amare il nostro prossimo come noi stessi. Si adempir questo precetto? Si realizzeranno le speranze espresse dal terzo ideale della modernit? Affliggersi su queste domande sarebbe vano. Rispondere si o no significherebbe cadere vittime del mito del progresso o di quello del regresso. Ma da questi converr stare in guardia. Alla domanda se vi sia

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speranza per il futuro delluomo non c che una risposta: lavoriamo per la sua realizzazione! (traduzione dallinglese di Antonio Rainone)

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