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“censura” istituto tipico di diritto pubblico, secondo cui gli organi di Stato
esercitano autoritativamente un controllo preventivo sulla stampa, adottato
con provvedimento contenente un giudizio sulla manifestazione del pensiero
rimesso alla pubblica amministrazione. Sent. 159/70
Sequestro: avviene successivamente alla pubblicazione degli stampati, con le
stesse garanzie del 13 e 14: riserva di legge e di giurisdizione
Riserva di legge: rinforzata = solo per casi che riguardano 1) delitti per i
quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi; 2) le violazioni di
norme che la legge stessa prescrive per l’indicazione dei responsabili.
Può essere disposto solo per violazioni della legge penale e in particolare nel
caso dei delitti (escluso per motivi civilistici).
2 categorie
Tutela situazioni facenti capo a soggetti privati (connesse alla riservatezza) come
segreto professionale, quello industriale e quello della segretezza delle comunicazioni)
Dimensioni pubblicistiche, es. segreto di Stato, di ufficio e investigativo.
Eccezione perché nella democrazia la trasparenza costituisce la regola.
(supremo interesse della sicurezza dello Stato nella sua personalità interesse;
la sicurezza nazionale; l’indipendenza nazionale; limiti di ordine pubblico)
Segreto investigativo: valore dell’amministrazione della giustizia. Divieto di
rivelazione e segreto esterno: divieto di pubblicazione di atti procedimentali.
Riepilogo
Il limite è stato disciplinato dagli artt. 684 c.p. (pubblicazione arbitraria di atti
di un procedimento penale) e 685 c.p. (indebita pubblicazione di notizie
concernenti un procedimento penale). Entrambi questi articolo vanno però
letti alla luce del nuovo (1989) codice di procedura penale, là dove disciplina
minuziosamente cosa si può e non si può pubblicare (art. 114 c.p.p.), tenendo
conto di entrambe le esigenze sopra richiamate, ossia la tutela del corretto
svolgimento della giustizia ed il diritto-dovere di cronaca.
Il limite della SICUREZZA DELLO STATO si trova espresso nelle
disposizioni penalistiche degli art. 261 e 262 c.p. che puniscono la rivelazione
di segreti di Stato, cioè notizie che devono rimanere segrete «nell’interesse
politico, interno o internazionale dello Stato».
Il fondamento di questo limite è stato rinvenuto dalla Corte Cost.
nell’interesse della sicurezza nazionale che trova espressione nella formula
solenne dell’art. 52 Cost. che afferma che «la difesa della Patria è sacro
dovere del cittadino».
Naturalmente, anche in questo caso, trattandosi di bilanciare l’interesse alla
libertà di espressione, il legislatore ha disciplinato la nozione di “sicurezza
nazionale” con la legge n. 801 del 1977 (art. 12: «sono coperti dal segreto di
Stato gli atti i documenti le notizie le attività e ogni altra cosa la cui diffusione
sia idonea a recar danno alla integrità dello Stato democratico, agli accordi
internazionali, alla difesa delle istituzioni poste dalla Costituzione a suo
fondamento, all’indipendenza dello Stato rispetto agli altri Stati, alla
preparazione militare e alla difesa»).
Deve invece escludersi che tra i limiti ulteriori alla libertà di espressione possa
annoverarsi il limite dell’ORDINE PUBBLICO, troppo generico, e che
consentirebbe forme d’intervento restrittive, come provato dalle vicende
storiche precedenti la Costituzione.