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Dott.

ssa Antonietta Rubino


1. Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la
parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
2. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
3. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità
giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa
espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la
legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.
4. In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il
tempestivo intervento dell'Autorità giudiziaria, il sequestro della stampa
periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono
immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia
all'Autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore
successive, il sequestro s'intende revocato e privo di ogni effetto.
5. La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano
resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.
6. Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le
altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce
provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.
Le garanzie:
Riserva di legge
La novità più importante è il modello di tutela dei diritti fondamentali,
che coniuga insieme la proclamazione dei diritti e la loro effettività,
questa nuova tutela si esplica:

1) nella RISERVA DI LEGGE, cioè l’obbligo costituzionale che sia


solo la legge del Parlamento a disciplinare l’esercizio dei singoli diritti.

In questo senso inoltre, la legge non è più libera di determinare a suo


piacimento i motivi che limitano l’esercizio dei diritti: tali motivi sono
già espressamente previsti in Costituzione (principio di tassatività dei
limiti). Ad es., la libertà di espressione viene limitata dalla clausola
generale del buon costume (art. 21).
Ciò non esclude che ulteriori limiti possano essere ritenuti
ammissibili, ma sempre e soltanto quando siano riconducibili con
certezza agli interessi costituzionali.
La nuova tutela dei diritti fondamentali si esplica inoltre
nella RISERVA DI GIURISDIZIONE, cioè nella riserva al
giudice del potere di applicare ai singoli casi concreti le
limitazioni all’esercizio dei diritti, disposte dalla legge

In che modo l’intervento del giudice assicura una maggiore


tutela?
Motivazione
Ricorribilità
La stampa non può essere sottoposta ad autorizzazioni e censure

Corte cost. sentenza 31/57 ha chiarito cosa si intende per “autorizzazione”:


«provvedimento preventivo che, rimesso al potere discrezionale dell’autorità
amministrativa, potrebbe eventualmente impedire la pubblicazione degli
scritti destinati al pubblico»

“censura” istituto tipico di diritto pubblico, secondo cui gli organi di Stato
esercitano autoritativamente un controllo preventivo sulla stampa, adottato
con provvedimento contenente un giudizio sulla manifestazione del pensiero
rimesso alla pubblica amministrazione. Sent. 159/70
Sequestro: avviene successivamente alla pubblicazione degli stampati, con le
stesse garanzie del 13 e 14: riserva di legge e di giurisdizione

Riserva di legge: rinforzata = solo per casi che riguardano 1) delitti per i
quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi; 2) le violazioni di
norme che la legge stessa prescrive per l’indicazione dei responsabili.
Può essere disposto solo per violazioni della legge penale e in particolare nel
caso dei delitti (escluso per motivi civilistici).

Riserva di giurisdizione = il sequestro può avvenire solo per atto motivato


dell’autorità giudiziaria.
Intervento derogatorio: quando vi è assoluta urgenza e non sia possibile il
tempestivo intervento dell’autorità giudiziaria, si ammette che il sequestro
possa essere eseguito da ufficiali della PG
Solo per la stampa periodica, i termini per la convalida sono ridotti da 48 a
24 ore, vista la peculiarità del tipo di pubblicazione.
La legge può stabilire con norme di carattere generale che siano resi noti i
mezzi di finanziamento della stampa periodica. Si tratta di una FACOLTA’

La 416/81 ha dato applicazione a questo principio:


titolarità delle imprese editrici di quotidiani e periodici a persone fisiche o
società riconducibili a persone fisiche.
istituzione registro nazionale della stampa al quale devono iscriversi
obbligatoriamente gli editori di giornali e periodici.
prescrizione di pubblicare annualmente sulla base di uno schema tipico i
bilanci delle imprese editrici

Importanti norme su ricavi pubblicitari: 223/90 (limiti antitrust)


Riepilogo

• Il DIVIETO DI AUTORIZZAZZIONI O CENSURE, da intendersi


come divieto di sottoporre a misure di controllo amministrativo
preventivo sia la produzione di stampati (autorizzazioni) sia il contenuto
degli stampati (censura);

• Il DIVIETO DI RICORRERE ALL’ISTITUTO DEL SEQUESTRO,


cioè una forma di intervento successiva alla pubblicazione, se non per un
atto dell’autorità giudiziaria e in casi del tutto eccezionali, ossia:
a) quando venga commesso un delitto a mezzo stampa, per il quale la legge
stessa l’autorizzi;
b) quando vengano violate le norme stabilite dalla legge per l’indicazione
dei responsabili dello stampato.
• L’OBBLIGO DI RENDERE NOTI I MEZZI DI FINANZIAMENTO
DELLA STAMPA PERIODICA, qualora il legislatore lo stabilisca con
una norma.
Conclusioni

I principi sanciti dall’art. 21 Cost., anche se in particolar modo riferiti alla


stampa, vanno intesi come riferiti a tutti i mezzi di comunicazione, attraverso
i quali si esercita la libertà di manifestazione del pensiero.
• Tali principi fanno un radicale cambio di rotta rispetto alle esperienze
storiche precedenti, soprattutto sotto 4 profili:
• Principio della tassatività dei limiti all’esercizio dei diritti
(predeterminazione in Costituzione delle sole ragioni che possono
giustificare l’introduzione di limiti alla libertà di espressione);
• Principio della riserva di legge (riconduzione al Parlamento - Legislatore del
potere di disciplinare la manifestazione del pensiero)
• Principio della riserva di giurisdizione (solo al giudice il potere di disporre in
concreto l’applicazione dei limiti imposti dal legislatore)
• Principio di inderogabilità dei suddetti principi costituzionali (inderogabilità
assicurata dal giudice di costituzionalità delle leggi).
L’unico limite espresso è quello del buon costume (VI comma)
Sentenza Corte costituzionale n. 9/1965 «il buon costume risulta da un insieme
di precetti che impongono un determinato comportamento nella vita sociale di
relazione, la inosservanza dei quali comporta in particolare la violazione del
pudore sessuale, sia fuori sia soprattutto nell'ambito della famiglia, della
dignità personale che con esso si congiunge, e del sentimento morale dei
giovani, ed apre la via al contrario del buon costume, al mal costume e, come
é stato anche detto, può comportare la perversione dei costumi, il prevalere,
cioè, di regole e di comportamenti contrari ed opposti».
Sentenza Corte Costituzionale n. 293/2000, la Corte sembra abbandonare il
suo precedente orientamento, accogliendo una nozione fortemente idealizzata
di “buon costume”: la fattispecie che incrimina la diffusione di stampati
impressionanti o raccapriccianti (art. 15 l. 47/1948), è rivolta alla tutela della
«pluralità delle concezioni etiche che convivono nella società contemporanea»
riconducibili al «bene fondamentale della dignità umana». La dignità diviene,
così, una sorta «di ‘supervalore costituzionale’, in quanto tale sempre
invocabile per limitare qualsivoglia diritto di libertà».
I Limiti impliciti possono essere rinvenuti unicamente nel testo della
Costituzione, cfr. Corte cost. 20/1974 «questa Corte ha più volte
ribadito che la tutela del buon costume non costituisce il solo limite alla
libertà di manifestazione del pensiero, sussistendo invece altri limiti -
impliciti - dipendenti dalla necessità di tutelare beni diversi, che siano
parimenti garantiti dalla Costituzione»

«L'indagine va rivolta all'individuazione del bene protetto dalla norma


impugnata ed all'accertamento se esso sia o meno considerato dalla
Costituzione in grado tale da giustificare una disciplina che in qualche
misura possa apparire limitativa della fondamentale libertà in
argomento».
 Corte cost. sent 9/65: limitazioni sostanziali al 21 non
possono essere poste se non per legge (riserva assoluta di
legge) e devono trovare fondamento in precetti e principi
costituzionali
 Corte cost sent 11/1968: «art. 21 prevede un diritto
inconciliabile con qualsiasi disciplina che direttamente o
indirettamente apra la via a pericolosi attentati e di fronte al
quale non vi è pubblico interesse che possa giustificare
limitazioni che non siano consentite dalla stessa carta
costituzionale»
 Sent. 120/1968: «la libertà di manifestazione del pensiero
non può trovare limitazioni se non nelle disposizioni
legislative dirette alla tutela di altri beni ed interessi fatti
oggetto di protezione costituzionale».
 la Corte ha avvertito che l’indagine va rivolta all’individuazione del bene
protetto e all’accertamento se esso sia o meno considerato dalla
Costituzione in grado di giustificare una disciplina che in qualche misura
possa apparire limitativa della fondamentale libertà in argomento
(Sentenza 20/1974)
 La soluzione dei conflitti potrà avvenire solo a seguito di un giudizio di
bilanciamento tra i due valori contrapposti diretti a stabilire quale di essi, e
in quale misura, sia da considerare prevalente. Tale ponderazione è
rimessa al legislatore e sempre soggetta al controllo della Corte (sentt.
18/66 188/75 16/81 126/85)
 Bilanciamento tra valori contrapposti = va fatto in base al criterio della
ragionevolezza
 La legittimità delle limitazioni è subordinata all’esistenza di due
condizioni: non ne risulti snaturato il contenuto e non ne sia arduo o
impossibile l’esercizio; la limitazione deve essere giustificata dalla
protezione di altri valori costituzionali.
 Limiti che derivano dal rilievo costituzionale di situazioni giuridiche facenti
capo a soggetti privati o gruppi sociali.
Diritti della personalità: diritto alla riservatezza, all’onorabilità, alla
reputazione, alla dignità sociale, nonché diritti di natura civilistica come
quello d’autore

 Limiti derivanti dalla tutela di interessi si natura pubblicistica (es. interesse


all’amministrazione della giustizia).
La Corte ha riconosciuto altri limiti come il prestigio del governo e della
PA, la sicurezza dello Stato e il prestigio dell’economia.
La Corte ha più volte salvato quelle norme che riguardavano l’esigenza di
tutelare “il prestigio della pubblica amministrazione”, diversa ed aggravata
repressione dell’offesa e dell’onore e al decoro delle persone investite delle
pubbliche funzioni C.C. 109/1968 tutela penale dell’onore della persona
fisica titolare del pubblico ufficio viene assorbita in quella del prestigio
della pubblica amministrazione.
Non si tratta di uno strumento non riconducibile ad un principio unitario trattandosi
della tutela e della realizzazione di diversi interessi. Anche in questo caso il segreto è
ammesso se
c’è conformità rispetto ad un diritto o a un valore costituzionalmente tutelato
opportunità di sacrificare la libertà garantita dall’art. 21

2 categorie
Tutela situazioni facenti capo a soggetti privati (connesse alla riservatezza) come
segreto professionale, quello industriale e quello della segretezza delle comunicazioni)
Dimensioni pubblicistiche, es. segreto di Stato, di ufficio e investigativo.
Eccezione perché nella democrazia la trasparenza costituisce la regola.
(supremo interesse della sicurezza dello Stato nella sua personalità interesse;
la sicurezza nazionale; l’indipendenza nazionale; limiti di ordine pubblico)
Segreto investigativo: valore dell’amministrazione della giustizia. Divieto di
rivelazione e segreto esterno: divieto di pubblicazione di atti procedimentali.
Riepilogo

Oltre al limite espresso del buon costume, la libertà di


espressione subisce ALTRI LIMITI, tutti comunque
riconducibili ad interessi costituzionalmente protetti, essi
sono:

 Il limite dell’ ONORE E REPUTAZIONE


 Il limite del diritto alla RISERVATEZZA
 Il limite del REGOLARE FUNZIONAMENTO DELLA
GIUSTIZIA
 Il limite della SICUREZZA DELLO STATO
 Fondamento costituzionale: Art. 2 (categoria aperta dei diritti inviolabili);
Art. 3 (pari dignità sociale dei cittadini); Art. 21 I comma ,che garantisce
anche il silenzio e copre la pretesa a che non siano divulgati fatti riservati.

 Onore = complesso delle condizioni da cui dipende il valore sociale della


persona, come l’opinione che una persona ha di se stessa o ha l’ambiente
sociale
 in senso soggettivo -> sentimento che ognuno ha di sé e della propria
dignità
 oggettivo -> reputazione, stima dei consociati
Il limite dell’onore e della reputazione si radica nel principio generale della
dignità sociale di cui all’art. 3 comma 1° Cost.
Il rispetto di tale limite è disciplinato da alcune fattispecie penali, quali l’ingiuria
(art. 549 c.p.), la diffamazione (art. 595 c.p.), le varie fattispecie di oltraggio e
vilipendio.
Quanto al reato di diffamazione, per evitare che esso costituisse un ostacolo
eccessivo all’esercizio del diritto di cronaca, la giurisprudenza (Corte Cost. e
Cass. Pen.) ha stabilito una serie di presupposti, ricorrendo i quali ne viene
esclusa la punibilità.
Queste esimenti dalla diffamazione per diritto di cronaca sono:
La verità del fatto descritto
L’utilità sociale della notizia
La correttezza nell’esposizione della notizia
La giurisprudenza costituzionale e di cassazione ha fatto dunque un’opera di
bilanciamento di due opposti interessi di rango costituzionale.
 Utilità sociale della notizia (o meglio rilevanza sociale). Sono socialmente
rilevanti quelle notizie che presentano interesse per l’intera collettività nazionale
(5259 del 18 ottobre 1984 )
 Verità della notizia
 necessità di un assoluto rispetto del limite interno della verità oggettiva di
quanto riferito o comunque attendibilità della notizia al momento della
diffusione;
 obbligo dell’agente di rappresentare fedelmente gli avvenimenti tali quali
sono (non notizie verosimili). Onere del giornalista di provare di aver svolto
diligentemente e accuratamente la verifica della fonti,
 Continenza -> forma civile dell’esposizione, notizie vere possono risultare
offensive per la forma con cui vengono esposte (Cass. I sezione civile 18 ottobre
1984 “serena obiettività”, “leale chiarezza”, escludendo il “sottinteso sapiente”,
gli “accostamenti irragionevoli” il “tono sproporzionatamente scandalizzato”, o
“artificialmente drammatizzato” e infine le “vere e proprie insinuazioni”.
 Interesse di un soggetto a mantenere la sfera della propria vita privata e
intima al riparo dalle indiscrezioni altrui
 Fondamento costituzionale (artt. 13, 14, 15 e 2)
 Nuova accezione = protezione dei dati personali
 Sent. Cassazione
- 4487/1956 aveva negato esistenza diritto alla riservatezza
- 990/1963 la personalità postula l’esistenza di un diritto
all’autoderminazione
- 2199/1975 ravvisando il fondamento normativo negli artt. 2 e 3 “tutela di
quelle situazioni e vicende strettamente personali e familiari, le quali
anche se verificatesi al di fuori del domicilio domestico non hanno per i
terzi un interesse socialmente apprezzabile”.
Il limite del DIRITTO ALLA RISERVATEZZA è da ricondursi, come
l’onore e la reputazione, ai diritti personali di cui all’art. 3 Cost.
In questo caso, l’interesse specifico consiste nella «tutela di quelle situazioni e
vicende strettamente personali e familiari, la quali, anche se fuori dal domicilio
domestico, non hanno per i terzi un interesse apprezzabile» ( Corte Cass. N.
2199/1975).
Torna dunque il criterio dell’interesse sociale alla conoscibilità di una certa
notizia, quale scriminante dall’applicazione della legge penale che punisce le
divulgazione di fatti in violazione della riservatezza delle persone: tale criterio
viene applicato dalla giurisprudenza nelle ipotesi in cui la notorietà del
soggetto fa presumere una rinuncia implicita alla riservatezza.
Il limite della riservatezza ha trovato ampia disciplina nel recente D.Lgs. N.
196/2003, chiamato impropriamente Codice della Privacy, ed entrato in vigore
il 1° gennaio 2004, il quale ha dovuto operare un giusto bilanciamento tra
interessi costituzionalmente protetti, soprattutto in materia di giornalismo.
Principio per cui notorietà del soggetto può condurre ad una
limitazione nella protezione dei diritti della personalità ma NON può
essere generalizzato il principio della rinuncia implicita delle persone
notorie alla difesa della propria riservatezza

Provv. Garante in materia di protezione dei dati personali sul caso


Berlusconi: si pone con seria evidenza la necessità di assicurare
un'adeguata tutela dei diritti di soggetti coinvolti dalla utilizzazione o
dalla diffusione di immagini relative a comportamenti strettamente
personali raccolte con tecniche intrusive all'interno di luoghi di privata
dimora, all'insaputa degli interessati e, comunque, senza il loro
consenso
 Sentenze della Corte di Cassazione 5525/2012
 Non si può imporre alle testate giornalistiche on line di
cancellare le notizie ma devono essere completate

 Regolamento in discussione al Parlamento europeo:


 Art. 17 diritto all’oblio esercitabile vs chi tratta i dati e verso
motore di ricerca.
Il limite del REGOLARE FUNZIONAMENTO DELLA GIUSTIZIA
risponde all’esigenza di assicurare una corretta informazione sulle vicende
giudiziarie e di non compromettere procedimenti giudiziari in corso, per es. a
causa di una fuga di notizie .

Il limite è stato disciplinato dagli artt. 684 c.p. (pubblicazione arbitraria di atti
di un procedimento penale) e 685 c.p. (indebita pubblicazione di notizie
concernenti un procedimento penale). Entrambi questi articolo vanno però
letti alla luce del nuovo (1989) codice di procedura penale, là dove disciplina
minuziosamente cosa si può e non si può pubblicare (art. 114 c.p.p.), tenendo
conto di entrambe le esigenze sopra richiamate, ossia la tutela del corretto
svolgimento della giustizia ed il diritto-dovere di cronaca.
Il limite della SICUREZZA DELLO STATO si trova espresso nelle
disposizioni penalistiche degli art. 261 e 262 c.p. che puniscono la rivelazione
di segreti di Stato, cioè notizie che devono rimanere segrete «nell’interesse
politico, interno o internazionale dello Stato».
Il fondamento di questo limite è stato rinvenuto dalla Corte Cost.
nell’interesse della sicurezza nazionale che trova espressione nella formula
solenne dell’art. 52 Cost. che afferma che «la difesa della Patria è sacro
dovere del cittadino».
Naturalmente, anche in questo caso, trattandosi di bilanciare l’interesse alla
libertà di espressione, il legislatore ha disciplinato la nozione di “sicurezza
nazionale” con la legge n. 801 del 1977 (art. 12: «sono coperti dal segreto di
Stato gli atti i documenti le notizie le attività e ogni altra cosa la cui diffusione
sia idonea a recar danno alla integrità dello Stato democratico, agli accordi
internazionali, alla difesa delle istituzioni poste dalla Costituzione a suo
fondamento, all’indipendenza dello Stato rispetto agli altri Stati, alla
preparazione militare e alla difesa»).
Deve invece escludersi che tra i limiti ulteriori alla libertà di espressione possa
annoverarsi il limite dell’ORDINE PUBBLICO, troppo generico, e che
consentirebbe forme d’intervento restrittive, come provato dalle vicende
storiche precedenti la Costituzione.

Oggi del generico limite dell’ORDINE PUBBLICO la Costituzione non fa


menzione, allude solo alle sue specifiche accezioni come per es. all’art. 14
(libertà di domicilio e incolumità pubblica), art. 16 – 17 (libertà di circolazione
e soggiorno, libertà di riunione).

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