può essere privato della capacità giuridica, del nome e della cittadinanza. » ART. 22 I costituenti hanno voluto scongiurare il pericolo che si possano ripetere i soprusi che si erano verificati durante il regime fascista: •Agli oppositori costretti ad emigrare era stata tolta la cittadinanza italiana. •Agli appartenenti alle minoranze linguistiche con un cognome straniero era stato imposto di cambiarlo. •Gli ebrei erano stati oggetto di provvedimenti discriminatori, tra cui la privazione della cittadinanza e della capacità giuridica. Art. 23 cost. « Nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge. » ART. 23 • Le prestazioni personali consistono nell’obbligo di tenere determinati comportamenti, ad esempio testimone in un processo. • Le prestazioni patrimoniali sono quelle che comportano il pagamento di tributi o altre prestazioni in denaro. E’ prevista la riserva di legge proprio per impedire che siano gli organi della pubblica amministrazione ad imporre di propria iniziativa particolari tributi ai cittadini. I tributi possono essere richiesti solo in base ad una legge del Parlamento, l’organo che esprime la volontà della collettività stessa. Art. 24 cost. « Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi. La difesa è un diritto inviolabile in ogni stato e grado di procedimento. Sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione. La legge determina le condizioni e i modi per la riparazione degli errori giudiziari. » ART. 24 A tutti, cittadini e stranieri sono riconosciuti un insieme di diritti in materia di giustizia: •Il diritto di agire in giudizio per ottenere il riconoscimento di un diritto soggettivo o di un interesse legittimo. •Il diritto di difesa, cioè il diritto inviolabile dell’imputato ad essere assistito da un avvocato. •Il diritto al risarcimento in riparazione agli errori giudiziari, in proporzione alla durata della pena e in relazione alle conseguenze personali e familiari subite. Art. 25 cost. « Nessuno può essere distolto dal giudice naturale precostituito per legge. Nessuno può essere punito se non in forza di una legge che sia entrata in vigore prima del fatto commesso. Nessuno può essere sottoposto a misure di sicurezza se non nei casi previsti dalla legge.» ART. 25 Il primo comma stabilisce che nessuno possa essere giudicato da un tribunale istituito appositamente, ossia da un tribunale speciale. Chi ha una causa in corso sa chi è il giudice competente a pronunciarsi sulla sua causa: cioè la competenza è stabilita a priori (giudice precostituito), prima ancora che il fatto si verifichi: la sua individuazione viene effettuata in base a vari elementi come il valore della causa, il luogo dove è avvenuto il fatto, il tipo di reato. Il fine ultimo della norma è di vietare che un determinato caso venga affidato ad un giudice appositamente istituito, che potrebbe emanare sentenze orientate in un modo prestabilito. ART. 25 Il secondo comma introduce il principio di legalità penale, secondo il quale nessuno può essere punito per un comportamento tenuto anche solo il giorno precedente l’entrata in vigore della legge che lo dichiara punibile (principio di irretroattività della norma giuridica). Solo il Parlamento può stabilire quali comportamenti devono essere considerati reati, di conseguenza chi commette un reato deve sapere già a quali conseguenze andrà incontro. ART. 25 Il terzo comma stabilisce che le misure di sicurezza (per esempio il ricovero in un ospedale psichiatrico o il divieto di soggiorno in un certo Comune) vengano applicate dal giudice nei confronti di coloro che, avendo commesso un reato, sono giudicati socialmente pericolosi. Esse non hanno scopo di punire che è la funzione propria delle pene, ma piuttosto di permettere al soggetto di non commettere nuovi reati e consentirgli di inserirsi nella società. Art. 26 cost. « L’estradizione del cittadino può essere consentita solanto ove sia espressamente prevista dalle convenzioni internazionali. Non può in nessun caso essere ammessa per reati politici. » ART. 26 L’estradizione è consentita solo per i reati comuni (omicidio, rapina, ecc) e nei modi previsti da accordi internazionali che devono comunque rispettare i Principi contenuti nella Costituzione: al cittadino estradato nel Paese che ne fa richiesta deve essergli garantito lo stesso procedimento processuale che avrebbe in Italia, con l’esclusione in assoluto della pena di morte, assente nel nostro ordinamento. Viene ribadita (art.10) l’esclusione della estradizione per motivi politici. Art. 27 cost. « La responsabilità penale è personale. L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva. Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. Non è ammessa la pena di morte.» ART. 27 Al primo comma viene affermato il carattere personale della responsabilità penale, per cui ognuno è responsabile soltanto delle proprie azioni e non può pagare per colpe altrui. Al secondo comma emerge quello che viene detto principio garantista, per cui nessuno può essere definito colpevole finchè non sia stata emessa una condanna definitiva. In caso di condanna poi le pene non devono essere contrarie al senso di umanità e devono mirare soprattutto alla rieducazione del condannato. Art. 28 cost. « I funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili ed amministrative, degli atti compiuti in violazione di diritti. In tali casi la responsabilità civile si estende allo Stato e agli enti pubblici.» ART. 28 L’articolo 28 prevede la responsabilità personale dei funzionari e dei dipendenti pubblici, per cui una persona che presta la sua attività alle dipendenze dello Stato, se compie atti in violazione a certi diritti, ne risponde personalmente. I funzionari e i dipendenti pubblici, in genere sono responsabili sul piano penale, civile ed amministrativo, ma il testo costituzionale si riferisce in particolare alla responsabilità civile che è estesa anche allo Stato e agli enti pubblici dal quale il lavoratore dipende, per meglio tutelare il cittadino che dovesse subire il danno.