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Leonbattista Alberti Nattabg-Lasbg 2021/22

@cinzia.ester.invernizzi
Il trattato: De re
aedificatoria
•Leon Battista Alberti era un intellettuale eclettico, un
uomo di mondo. Realizza dei trattati ‘onnivori’ Questi
seguono la traccia di Vitruvio, (altro libro che era ‘sul
tavolo’ di pittori e architetti umanisti e verrà inciso e
riprodotto negli annni ’70).
•Come architetto Alberti era quasi un dilettante (Patetta
1986), non viene da un mestiere di famiglia o da un’
‘arte’.
•Eppure (forse anche per questo) divenne ricercato da
molte signorie della penisola, perché la sua architettura
era veramente mentale, raffinata, monumentale,
magniloquente, ideale per dimostrare la potenza e
l’aggiornamento culturale di principi e signori. E
naturalmente il suo trattato farà circolare questa idea.
Composizione ed elementi

Le parole della ‘grammatica’ di Leon Battista Alberti vengono


dai manuali antichi e dallo studio a Roma…spiegate nel
trattato.
Le parole sono desunte dallo studio degli elementi antichi
soprattutto dall’architettura romana:
Elementi maggiori
• la composizione a fornice triplo (arco di trionfo),
• pilastro (pilastro pieno e cavo).
• piedritto annegato (San Sebastiano)
Elementi accessori
• La finestra ad oculo o termale
• Coperture con lacunari
• Il bianco (?), si un capitolo del Readificatoria parla di questo valore e sconsiglia gli
affreschi ai quali saranno da preferire i quadri, o meglio, le statue.
Guarda: le facciate di Sant’Andrea e del Templio Malatestiano
In palazzo Ruccellai, una delle sue prime opere: il
prospetto del palazzo è ‘segnato’ da infilate di lesene
ai piani dell’edificio, ogni piano ha un ordine
architettonico e proporzioni sempre più leggere.
Questa ‘griglia’ di lesene e marcapiani è allusiva della
profondità (finta loggia e finto portico) ???
Serve ad esaltare il senso prospettito della facciata
vista dalla via (Pevsner, Patetta)
Grandi aperture ad arco a tutto sesto nei prospetti
esterni (Tempio Malatestiano), negli interni la
articolazione di strutture verticali a grandi masse. Il
gioco di pieni e vuoti è scandito dalla luce viva
Guarda: Volta di Sant’Andrea (andito d’accesso) e
Templio Malatestiano di Rimini
La nuova espressione
(linguaggio) che egli elabora è
frutto dello studio e invenzione
di un’articolazione logica e
chiara. In cui firmitas
corrisponde a venustas
attraverso diversi sistemi di
collaborazione. L’ordine non è
utilizzato come decorazione
superficiale, è un’organizzazione
geometrica, logica e funzionale.
L’architettura ha forti chiaroscuri
che accentuano il volume.
Ecco la relazione fra l’Arco di Augusto a
Rimini e il suo nuovo tempio.
Egli studia la volumetria massiccia
e articolata degli edifici romani
antichi: raddoppia i pilastri, alterna
strutture piene a strutture vuote,
usa il ‘modulo’, modella
plasticamente di ombra e luce
pareti e spazi, sempre attento
all’equilibrio delle parti nel loro
insieme. I primi edifici che
costruisce sono come ‘esercizi’, egli
inventa tipologie nuove, non più
sacre di una sinagoga o di una
basilica pagana. Ecco la relazionegli
esterni del tempio e il Ponte di Tiberio a Rimini
Facciata, si può ipotezzire che la facciata sia stata
presa dallo schema dell’ ARCO DI TRAIANO
Pianta di Sant’Andrea
Le navate laterali si trasformano in grandi cappelle laterali alternate a
una parte chiusa (cava) che imita una muratura giagante.
Essendo profonde e larghe le cappelle cessano di partecipare al
movimento dell’uomo (verso oriente) e ‘rallentano’ il suo movimento.

La sequenza ritmica è la seguente:


b-A-b-A-b-A-b- A grande-b
Ecco (in Sant’Andrea) il coordinamento perfetto nel sistema
dell’angolo interno (all’attacco delle coperture) grazie all’uso
di pilastri grandi, piedritti, paraste, pennacchi. Lo studio verrà
proseguito da Bramante e Michelangelo & C. in San Pietro a
Roma.
Creazione di grandi strutture ‘piene’ con raddoppio del
pilastro e campiture che contengono ‘quadri’, porte e nicchie.
Guarda: Prospetti interni e attacco della volta di Sant’Andrea a Mantova
La pianta centrale del
rinascimento
Tutto lo sforzo della rinascenza consiste
nell’accentuare il controllo intellettuale dell’uomo
sullo spazio architettonico […], ad una concezione
unitaria dello spazio risponde meglio lo schema a
pianta centrale […] questa volta cercando di
controllare l’energia dinamica degli assi.
Bruno Zevi (Saper vedere l’Architettura).

•La ricerca di spazi includenti e intelleggibili avviene attraverso


corrispondenze logiche e matematiche.
•Non assistiamo mai a una meccanica trasposizione del
vocabolario (dell’antico) piuttosto apprezziamo un’articolazione
linguistica…e ogni autore esprime la propria voce, i propri temi,
approfondisce lo studio di legami, nodi, collegamenti verso
complessità sempre maggiori.
La pianta centrale
•Leon Battista Alberti è interessato al
tipo della pianta centrale. Lo vediamo
nell’”esercizio”di composizione
dell’interno di San Sebastiano a
Mantova, nella crociera di Sant’Andrea e
nella tribuna dell’Annunziata a Firenze
(in collaborazione con un precedente
progetto di Michelozzo)
Il tipo edilizio a pianta centrale (nel trattato di Alberti)

Leon Battista Alberti è interessato al tipo della pianta centrale. Nel libro settimo del
suo trattato De re ædificatoria ( letteralmente "Sull'edilizia") egli studia la pianta degli
edifici sacri e raccomanda l'uso del cerchio con queste parole:
"la natura medesima si compiace sopra ogni altra della forma rotonda, come è
provato dalle sue creazioni stesse, quali la terra, le stelle, gli alberi, i nidi degli
animali e le gocce"
Ma anche va avanti e parla di una relazione fra il cerchio e altre figure geometriche
inscritte del cerchio: quadrato, esagono, ottagono, decagono e dodecagono. In tal
modo pongono le basi delle successive teorizzazioni e ricerche sulla pianta centrale
come modello ideale della chiesa-tempio. Alberti come progettista affrontò il tema
nelle chiese di San Sebastiano a Mantova, nel capocroce di Sant’Andrea e nella
tribuna della Santissima Annunziata (progetto del 1469) a Firenze.
Origini ed elaborazione del tipo edilizio a pianta centrale
(prima di L. B. Alberti)
• Sotto: arte paleocristiana, era molto diffuso il tipo edilizio dove non c’è un centro privilegiato
ma ci si trova avvolti in uno spazio soffuso e divino, gli effetti chiaroscurali, planari sono realizzati
con l’apporto del mosaico oro o multicolore
Confronto gli spazi:

San Sebastiano e Mausoleo di Santa Costanza


Origini ed elaborazione del tipo edilizio a pianta centrale
(prima di L. B. Alberti)

Nell'arte romana antica invece, lo spazio è geometrico, statico, a


grandi masse, questo ‘vocabolario’ sicuramente apprezzato in edifici spogli
e privi dell’apparato decorativo quali dovevano aver osservato nel
quattrocento ovvero prima delle scoperte archeologiche di Ercolano e
della villa di Nerone, la Domus Aurea…
• Sotto: Padiglioni degli Horti Liciani o tempio di Minerva Medica, a Roma
III sec. D. C.
• A destra: Santa Maria degli Angeli 1430 a Firenze di F. Brunelleschi,
pianta con la scarsella
Tribuna della Santissima Annunziata
In questa chiesa di un antico complesso
conventuale di Firenze Alberti prosegue
il lavoro di Michelozzo e porta a
compimento. «Ma vediamo com’essa
[la natura] si compiaccia delle forme
esagonali: giacché le api e i calabroni, e
gli insetti in genere, hanno appreso a
fare le proprie costruzioni di celle
esclusivamente esagonali».
• Quindi i poligoni, in questo
caso vengono ripresi:
il numero di Maria: il 10 del
rosario e 8 (della risurrezione).
Inoltre l’annunciazione è il primo
mistero. La fontana che si apriva
al centro della chiesa
rappresentava un giardino e le
mura circonflesse il cortile della
casa perfetta di Maria Vergine.
Vedi come Alberti abbassa il
tiburio per renderlo
proporzionato alla luce della
cupola secondo il trattato l’alzato
deve essere ½, 2/3 o ¾, mai 1!
Tribuna della Santissima Annunziata, spazio
Fortuna storica del tipo edilizio ‘a pianta
centrale’ (o cortile circolare)

Ricostruzione del cortile intorno al


Tempio di San Pietro Montorio a Roma di
Donato Bramante
San Francesco/Tempio Malatestiano
Storia dell’edificio
• La zona absidale , insieme a buona parte della
copertura, fu distrutta e ricostruita in forme
semplificate con l'esterno in mattoni a vista e l'interno
in semplice e disadorno intonaco bianco. Solo
recentemente l'altare maggiore è stato arricchito da
un celebre crocifisso di Giotto , dipinto durante il suo
soggiorno a Rimini tra il 1308 e il 1312 . La facciata ei
fianchi furono danneggiati, con dislivelli, fuoripiombo
e distacchi, tanto da dover procedere con un
intervento difficile, smontando e rimontando
sostanzialmente l'intero paramento murario,
numerando i vari conci e blocchi lapidei. [15]
Per esercitazione
Tempio Malatestiano
Sant’Andrea
Sant’Andrea interni
Palazzo Ruccellai
SS. Annunciata (Fi) e San Sebastiano a Mantova
SS. Annunciata (Fi) e San Sebastiano a Mantova

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