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TRATTATI

Un trattato è un accordo vincolante tra i paesi membri dell'UE. Esso definisce gli obiettivi dell'Unione, le
regole di funzionamento delle istituzioni europee, le procedure per l'adozione delle decisioni e le
relazioni tra l'UE e i suoi paesi membri.
I trattati vengono modificati per ragioni diverse: rendere l'UE più efficiente e trasparente, preparare
l'adesione di nuovi paesi ed estendere la cooperazione a nuovi settori, come la moneta unica.
In quanto diritto creato direttamente dagli Stati membri, tali norme giuridiche vengono definite,
nell’uso giuridico, diritto primario dell’Unione.

Procedimento solenne di stipulazione dei trattati – 4 fasi


1) NEGOZIAZIONE: La negoziazione avviene tra i rappresentanti degli Stati che sottoscrivono il trattato che
vengono chiamati plenipotenziari perché ricevono dai propri governi una lettera di pieni poteri. I
plenipotenziari sono in genere organi del potere esecutivo (capo dello stato, primo ministro, ministro degli
affari esteri..) In questa fase viene proposto lo schema di norme che comporranno il trattato, realizzando
così un testo preliminare che non ha ancora valore giuridico.
2) FIRMA: I negoziati si chiudono con l’apposizione della firma sul testo da parte dei plenipotenziari. In
questo modo il testo risulta autenticato ed è definitivo, cioè un’eventuale modifica può avvenire solo
attraverso un nuovo negoziato. La firma non ha valore vincolante per gli Stati. In alcuni Stati il
plenipotenziario ha necessità di una ulteriore autorizzazione parlamentare per la firma, in questi casi si
parla di firma ad referendum.
3) MANIFESTAZIONE DI VOLONTÀ: Con la ratifica vi è l’effettivo vincolo dello Stato, che si impegna a
rispettare l’accordo. Strumento attraverso il quale gli Stati accettano il trattato è la ratifica. La vera a
propria ratifica viene fatta dal Presidente della Repubblica (potere legislativo), previa autorizzazione delle
camere del Parlamento.
4) INCONTRO DELLE VOLONTÀ DEI PAESI PARTECIPANTI: Se l’accordo è bilaterale i due Stati si scambiano
le ratifiche per perfezionare il trattato, in modo tale da esplicare i suoi effetti. Viene creata così una norma.
Se il trattato è multilaterale viene scelto uno Stato come depositario delle ratifiche. Viene indetta una
conferenza internazionale ed in genere lo Stato depositario è quello che ospita la conferenza durante la
quale avviene lo scambio delle ratifiche anche in questo caso.
In genere il trattato entra in vigore nel momento in cui è avvenuto lo scambio tra tutti gli Stati. Tuttavia
l’entrata in vigore può essere subordinata anche ad ulteriori requisiti, come il raggiungimento di un certo
numero di ratifiche (maggioranza semplice: 50% +1 ; maggioranza qualificata 2/3 tipo).
6) REGISTRAZIONE DEL TRATTATO: La registrazione è effettuata presso il segretariato ONU. La funzione
della registrazione dell’accordo è quella di poterlo far valere dinnanzi agli organi ONU (in mancanza di
registrazione difatti ciò non sarà possibile).

Esistono diversi tipi di trattati:


- trattati aperti: ammettono la possibilità che entrino nuovi partecipanti, anche successivamente alla sua
adozione. I trattati di adesione ad esempio sono trattati aperti, con i quali sono entrati a far parte dell’UE
nuovi Stati.
- trattati chiusi: non permettono di aumentare o diminuire il numero dei partecipanti.
- trattati modificativi: come quelli di Maastricht, Lisbona ecc. Servono a cambiare i connotati al trattato
originario

Se avviene una controversia tra gli Stati per un trattato non registrato nel diritto internazionale la
giurisdizione internazionale non è obbligatoria ma facoltativa (cioè non vi è un giudice naturale delle
controversie). Gli stati nominano un arbitro della controversia per risolvere il contrasto, dettano qualche
regola procedurale e si impegnano a rispettare la decisione finale.
LA REVISIONE DEI TRATTATI E IL DIRITTO DI RECESSO
La possibilità di rivedere i trattati istitutivi è fondamentale per l’Unione europea poiché consente di
adattare il quadro della legislazione e delle politiche europee alle problematiche che l’UE deve fronteggiare.
La revisione dei trattati prevede una procedura di revisione ordinaria e due procedure di revisione
semplificate.
A prescindere dalla procedura avviata, i paesi dell’UE devono esprimersi all’unanimità sulla revisione delle
disposizioni del trattato interessate.
 Procedura di revisione ordinaria
La procedura di revisione ordinaria può essere attivata da uno Stato membro, dal Parlamento o
dalla Commissione, tutti abilitati a sottoporre al Consiglio progetti intesi a modificare i trattati. Tali
progetti possono essere diretti ad accrescere o a ridurre le competenze attribuite all’Unione nei
trattati.
I progetti sono trasmessi al Consiglio europeo e notificati ai Parlamenti nazionali.
Il Presidente del Consiglio convoca una Convenzione in cui fanno parte i rappresentanti dei
Parlamenti nazionali, dei capi di Stato o di governo degli Stati membri, del Parlamento europeo e
della Commissione. Viene poi convocata una Conferenza di rappresentanti dei governi dei paesi
dell’UE da parte del presidente del Consiglio, con l’obiettivo di adottare di comune accordo le
modifiche ai trattati.
Tali modifiche, per entrare in vigore, dovranno essere ratificate da tutti gli Stati membri in modo
conforme alle loro rispettive norme costituzionali.
 Procedure semplificate: Attribuiscono un ruolo maggiore al Consiglio europeo ed escludono la
convocazione sia della Convenzione che della Conferenza.
1) La prima procedura è prevista solo per la modifica di politiche ed azioni interne all’Unione.
Questo tipo di procedura di revisione include solo un’eventuale riduzione delle competenze
attribuite all’Unione.
I progetti sono inoltrati al Consiglio europeo da qualsiasi Stato membro, dal Parlamento o dalla
Commissione. Il Consiglio europeo adotta una decisione al riguardo, deliberando all’unanimità,
previa consultazione del Parlamento europeo, della Commissione o della BCE (in caso di modifica
monetaria). Le modifiche dei trattati entreranno in vigore solo se saranno state ratificate da tutti i
paesi dell’UE.
2) La seconda procedura detta delle “clausole passerella” riguarda due casi:
a) quando i trattati prevedono che un atto sia adottato dal Consiglio all’unanimità , il Consiglio
europeo può adottare una decisione che autorizza il Consiglio a deliberare a maggioranza
qualificata. Tale possibilità non si applica alle decisioni con implicazioni militari e riguardanti il
settore della difesa;
b) quando i trattati prevedono che taluni atti siano adottati secondo una procedura legislativa
speciale, il Consiglio europeo può adottare una decisione che autorizza l’adozione di tali atti
secondo la procedura legislativa ordinaria.
In entrambi i casi, il Consiglio europeo può deliberare all’unanimità dopo aver ottenuto
l’approvazione del Parlamento europeo. Ogni parlamento nazionale dispone inoltre del diritto di
opposizione e può impedire l’attivazione della clausola passerella generale.

CLAUSOLA DI RECESSO
L'uscita di uno Stato membro dall'Unione europea è un diritto di ogni Stato membro dell'Unione europea.
L’articolo 50 del Trattato sull’Unione europea prevede una dettagliata procedura di recesso per cui ogni Stato
membro può decidere di recedere dal sistema dell’Unione europea.
Il paese dell'UE che decide di recedere, deve notificare tale intenzione al Consiglio europeo, il quale presenta i suoi
orientamenti per la conclusione di un accordo che ha lo scopo di definire le modalità del recesso di tale paese.
Tale accordo è concluso a nome dell'Unione europea (UE) dal Consiglio, che delibera a maggioranza qualificata previa
approvazione del Parlamento europeo.
I trattati cessano di essere applicabili al paese interessato a decorrere dalla data di entrata in vigore dell'accordo di
recesso o due anni dopo la notifica del recesso. Il Consiglio può decidere di prolungare tale termine. Qualsiasi Stato
uscito dall'Unione può chiedere di aderirvi nuovamente, presentando una nuova procedura di adesione.

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