Sei sulla pagina 1di 12

DIRITTO EU SLIDES

ALLARGAMENTO DELL’UE
Dichiarazione Schuman 9-5-1950
«Questa proposta, mettendo in comune le produzioni di base e istituendo una nuova Alta Autorità, le cui decisioni
saranno vincolanti per la Francia, la Germania e i paesi che vi aderiranno, costituirà il primo nucleo concreto di
una Federazione europea indispensabile al mantenimento della pace.»

Art. 98 - Trattato CECA (1951)


“Qualunque Stato europeo può chiedere di aderire al presente trattato. Esso rivolge la sua domanda al Consiglio,
il quale, dopo aver sentito il parere dell’Alta Autorità, delibera all’unanimità e fissa, parimenti all’unanimità, le
condizioni dell’accessione. Questa ha effetto dal giorno in cui l’istrumento d’accessione è ricevuto dal governo
depositario del trattato.”

Art. 237 Trattato di Roma (1957)


Ogni Stato europeo può domandare di diventare membro della Comunità. Esso invia la sua domanda al Consiglio
che, dopo aver chiesto il parere della Commissione, si pronuncia all'unanimità.
Le condizioni per l'ammissione e gli adattamenti del presente Trattato, da questa determinati, formano l'oggetto
di un accordo tra gli Stati membri e lo Stato richiedente. Tale accordo è sottoposto a ratifica da tutti gli Stati
contraenti conformemente alle loro rispettive norme costituzionali.

La differenza principale tra la procedura di ammissione disciplinata dal T.CECA (art.98) e quella disciplinata dal
TCEE (art.237) riguardava: a chi competeva definire le condizioni di ammissione.

Primo allargamento
• Decisione di natura politica – coinvolgimento delle massime istanze politiche
• Adesione alle tre Comunità
• No adesione selettiva, no riserve (ma possibili deroghe)
• Periodi transitori per facilitare l’applicazione dell’acquis nei nuovi membri
• Trattato di adesione unico per tutti gli Stati coinvolti
- Mancata ratifica Norvegia

Secondo e terzo allargamento


• Emergere dell’esigenza che i paesi coinvolti siano democratici e rispettosi dei diritti fondamentali dell’uomo
- Dichiarazione comune di Parlamento europeo, Consiglio e Commissione del 1977 sul rispetto dei diritti
fondamentali della persona
- Dichiarazione del Consiglio europeo del 1978: “il rispetto e il mantenimento della democrazia rappresentativa
e dei diritti dell’uomo in ciascuno degli Stati membri sono elementi essenziali di una partecipazione alla
Comunità europea”
• Periodi transitori anche per proteggere gli interessi degli Stati già membri
- Limiti alla libera circolazione dei lavoratori

Art. 237 – Atto Unico europeo (1986)


Ogni Stato europeo può domandare di diventare membro della Comunità. Esso invia la sua domanda al Consiglio
che si pronuncia all’unanimità, previa consultazione della Commissione e previo parere conforme del Parlamento
europeo che si pronuncia alla maggioranza assoluta dei membri che lo compongono.
(co. 2 invariato)

Art. O - Trattato Maastricht (1992)


Ogni Stato europeo può domandare di diventare membro dell’Unione.
Esso trasmette la sua domanda al Consiglio che si pronuncia all’unanimità, previa consultazione della
Commissione e previo parere conforme del Parlamento europeo che si pronuncia alla maggioranza assoluta dei
membri che lo compongono
(co. 2 invariato)
Dal quinto allargamento
• Definizione di criteri di adesione (c.d. Criteri di Copenaghen)
- Esame annuale sul rispetto dei criteri
• Politica di allargamento
- Assistenza finanziaria
- Assistenza tecnica

Conclusioni della Presidenza, Consiglio europeo di Copenaghen del 21-22 giugno 1993 (C&M, 246)
«Il Consiglio europeo ha dato l’accordo, in data odierna, affinché i paesi associati dell’Europa centrale e orientale
che lo desiderano diventino membri dell’Unione europea. L’adesione avrà luogo non appena un paese associato
sarà in grado di assumere gli obblighi connessi adempiendo le condizioni economiche e politiche richieste.

L’appartenenza all’Unione richiede che il paese candidato abbia raggiunto una stabilità istituzionale che
garantisca la democrazia, il principio di legalità, i diritti umani, il rispetto e la protezione delle minoranze,
l’esistenza di una economia di mercato funzionante nonché la capacità di rispondere alle pressioni concorrenziali
e alle forze di mercato all’interno dell’Unione.
Presuppone anche la capacità di assumersi gli obblighi di tale appartenenza, inclusa l’adesione agli obiettivi di
un’Unione politica, economica e monetaria.

La capacità dell’Unione di assorbire nuovi membri, mantenendo allo stesso tempo inalterato il ritmo
dell’integrazione europea, riveste parimenti grande importanza, nell’interesse generale dell’Unione e dei paesi
candidati.»

Art. 49 TUE – Trattato di Amsterdam (1997)


Ogni Stato europeo che rispetti i principi sanciti nell’articolo 6, paragrafo 1, può domandare di diventare membro
dell’Unione. Esso trasmette la sua domanda al Consiglio, che si pronuncia all’unanimità, previa consultazione della
Commissione e previo parere conforme del Parlamento europeo, che si pronuncia a maggioranza assoluta dei
membri che lo compongono.
(co. 2 invariato)

Art. 6, paragrafo 1:
L'Unione si fonda sui principi di libertà, democrazia, rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, e
dello stato di diritto, principi che sono comuni agli Stati membri.

Art. 49 TUE - Trattato Lisbona (2007)


Ogni Stato europeo che rispetti i valori di cui all'articolo 2 e si impegni a promuoverli può domandare di diventare
membro dell'Unione. Il Parlamento europeo e i parlamenti nazionali sono informati di tale domanda. Lo Stato
richiedente trasmette la sua domanda al Consiglio, che si pronuncia all'unanimità, previa consultazione della
Commissione e previa approvazione del Parlamento europeo, che si pronuncia a maggioranza dei membri che lo
compongono. Si tiene conto dei criteri di ammissibilità convenuti dal Consiglio europeo.
(co. 2 invariato)

A che punto siamo?


• Domande pendenti:
- Canditati con i quali sono stati avviati i negoziati di adesione
Montenegro, Serbia, Turchia
- Candidati
Albania, Macedonia del Nord
- Potenziali candidati
Bosnia Erzegovina, Kosovo*
RECESSO E BREXIT
Articolo 50 TUE
1. Ogni Stato membro può decidere, conformemente alle proprie norme costituzionali, di recedere dall'Unione.
2. Lo Stato membro che decide di recedere notifica tale intenzione al Consiglio europeo. Alla luce degli
orientamenti formulati dal Consiglio europeo, l'Unione negozia e conclude con tale Stato un accordo volto a
definire le modalità del recesso, tenendo conto del quadro delle future relazioni con l'Unione. L'accordo è
negoziato conformemente all'articolo 218, paragrafo 3 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea. Esso è
concluso a nome dell'Unione dal Consiglio, che delibera a maggioranza qualificata previa approvazione del
Parlamento europeo.
3. I trattati cessano di essere applicabili allo Stato interessato a decorrere dalla data di entrata in vigore
dell'accordo di recesso o, in mancanza di tale accordo, due anni dopo la notifica di cui al paragrafo 2, salvo che il
Consiglio europeo, d'intesa con lo Stato membro interessato, decida all'unanimità di prorogare tale termine.
4. Ai fini dei paragrafi 2 e 3, il membro del Consiglio europeo e del Consiglio che rappresenta lo Stato membro che
recede non partecipa né alle deliberazioni né alle decisioni del Consiglio europeo e del Consiglio che lo
riguardano. Per maggioranza qualificata s'intende quella definita conformemente all'articolo 238, paragrafo 3,
lettera b) del trattato sul funzionamento dell'Unione europea.
5. Se lo Stato che ha receduto dall'Unione chiede di aderirvi nuovamente, tale richiesta è oggetto della procedura
di cui all'articolo 49.

Posizione dello Stato membro in pendenza del recesso


• Diritti e obblighi di SM, salvo nelle deliberazioni di Consiglio e Consiglio europeo che riguardano il recesso
• Obbligo di buona fede (non ostacolare il funzionamento delle istituzioni e lo sviluppo del diritto UE)

La decisione di recedere è revocabile?


L’art. 50 TUE «consente [allo Stato che ha notificato l’intenzione di recedere], fintanto che non sia entrato in
vigore un accordo di recesso concluso tra detto Stato membro e l’Unione europea o, in mancanza di siffatto
accordo, fino a quando non sia scaduto il termine di due anni previsto al paragrafo 3 del medesimo articolo,
eventualmente prorogato in conformità di tale paragrafo, di revocare unilateralmente la notifica, in maniera
univoca e incondizionata, mediante comunicazione scritta al Consiglio europeo, dopo che lo Stato membro
interessato abbia assunto la decisione di revoca conformemente alle sue norme costituzionali. La revoca in parola
è finalizzata a confermare l’appartenenza dello Stato membro di cui trattasi all’Unione europea in termini
immutati per quanto riguarda il suo status di Stato membro e pone fine alla procedura di recesso.» (CG 10-12-
2018, C- 621/18, Wightman e a.)

Una breve cronologia:


• 23-6-2016: referendum nel RU (51,9% Leave, 48,1% Remain)
• 29-3-2017: RU notifica l’intenzione di recedere
• 19-6-2017: avvio dei negoziati dell’accordo di recesso
• 25-11-2018: accordo di recesso e dichiarazione politica
• 11-3-2019: dichiarazione congiunta integrativa della dichiarazione politica
• 21-3-2019: proroga del termine del recesso al 22-5-2019 (se l’accordo di recesso è approvato) o al 12-4-2019
• 11-4-2019: proroga del termine del recesso al primo giorno del mese successivo alla ratifica dell’accordo di
recesso, oppure al 1-6-2019, oppure al 31-10-2019 (se il RU organizza le elezioni del PE)
• 17-10-2019: protocollo rivisto su Irlanda/Irlanda del Nord
• 29-10-2019: proroga del termine del recesso al 31-1-2020 oppure al primo giorno del mese successivo alla data
di ratifica dell’accordo di recesso (obbligo di designare un Commissario)
• 31-1-2020: entrata in vigore dell’accordo di recesso

Accordo di recesso (GUUE C 144/2019)


• Parte prima: Disposizioni comuni (art. 1-8)
• Parte seconda: Diritti dei cittadini (art. 9-39)
• Parte terza: Disposizioni relative alla separazione (art. 40-125)
• Parte quarta: Transizione (art. 126-132)
• Parte quinta: Disposizioni finanziarie (art. 133-157)
• Parte sesta: Disposizioni istituzionali e finali (art. 158-185)
• Protocollo su Irlanda/Irlanda del nord
• Protocollo sulle zone di sovranità del RU a Cipro
• Protocollo su Gibilterra

Dalla data dell’entrata in vigore dell’accordo:


• Il RU cessa di essere membro dell’UE
- Non è più presente nelle istituzioni o organi di Stati (art. 7)
- I cittadini del RU nelle istituzioni o organi cessano le loro funzioni (PE, Comm., CG)

• Il RU continua ad essere vincolato dal diritto dell’Unione europea per un periodo transitorio che si estende fino
a 31-12-2020: art. 126 (estendibile di 1-2 anni, se così avesse deciso il Comitato misto entro 1-7-2020: art. 132)
- Diritto esistente alla data del recesso (con alcune eccezioni: art. 127)
- Diritto applicabile fino alla fine del periodo transitorio
- Sotto il controllo di Comm./CG

Dopo la scadenza del periodo transitorio


• Il diritto UE cessa di applicarsi al RU
• Producono effetti le disposizioni dell’accordo di recesso su: diritti dei cittadini, procedure in corso, Irl-Irl del
nord, meccanismi di soluzione delle controversie
• Si applica l’accordo sugli scambi commerciali e la cooperazione tra UE e UK (in vigore in via provvisoria da 1-1-
2021)
• Per quanto non regolato dall’accordo di recesso o dall’accordo sugli scambi commerciali e la cooperazione:
diritto internazionale, se esistente
PECULIARITA’ UE COME OI
Sentenza della Corte di giustizia del 5 febbraio 1963, causa 26/62, Van Gend en Loos

UE= ordinamento giuridico


• Ordinamento di cui sono soggetti gli SM e i singoli (cittadini degli SM, imprese e persone che operano negli SM)
• Funzione di creazione del diritto = nel rispetto del trattato, le istituzioni UE possono adottare atti vincolanti in
una grande varietà di casi e settori
• Funzione di accertamento del diritto = spetta alla Corte di giustizia interpretare il diritto UE con valore generale
e risolvere le controversie tra SM
• Funzione di attuazione del diritto = riposa in gran parte sulle strutture amministrative degli SM, compresa
l’attuazione coercitiva (la UE non dispone dell’uso della forza)

Peculiarità UE rispetto alla generalità delle OI


• Le istituzioni adottano atti vincolanti (= fonti di terzo grado/fonti previste da accordi) per gli Stati membri, i loro
cittadini, gli stranieri e le imprese, nelle materie ad esse attribuite dai trattati istitutivi
• Corte di giustizia
- Controllo sugli Stati (giurisdizione obbligatoria) – regime speciale derogatorio rispetto al diritto internazionale
sulla responsabilità degli Stati, ai sensi dell’art. 55 del «Progetto di articoli»
- Controllo sulla legalità degli atti delle istituzioni
- Assicura l’interpretazione uniforme del diritto UE
• Parlamento europeo eletto a suffragio universale
• Diretta applicabilità → no adattamento ad ogni atto di diritto derivato

Soggetti dell’ordinamento UE
• Stati:
- Art. 10, co. 2 , 2a frase TUE
- Art. 4, co. 2 TUE
- Art. 4, co. 3 TUE

• Individui e imprese
- Cittadinanza dell’Unione: art. 9 TUE, art. 20-25 TFUE
- Democrazia
→ rappresentativa: art. 10 TUE
→ partecipativa: art. 11 TUE
→ mediata dai Parlamenti nazionali: art. 12 TUE
LE ISTITUZIONI
EQUILIBRIO INTERISTITUZIONALE
CG 6-7-1980, cause riunite da 188 a 190/80, Francia, Italia, Regno Unito c. Commissione (C&M, parte II, II § 3, p.
278)

Poteri e funzioni delle istituzioni


• Non ricavabili da principi generali, quali quello della separazione dei poteri, ma dalla lettera dei trattati
• No relazione biunivoca tra istituzione e potere/funzione
• Poteri, funzioni e rapporti tra le istituzioni, quali ricavati dai trattati
→ equilibrio interistituzionale
→ principio di leale collaborazione

Funzione di controllo
Controllo giurisdizionale
• → Corte di giustizia (come istituzione)
• → giudici nazionali (= giudici naturali del diritto UE)

Controllo politico
• → Parlamento europeo
- Sulla Commissione (mozione di censura)
- Su Consiglio e Consiglio europeo
• → Parlamenti nazionali
- Sui rappresentanti nazionali in Consiglio e Consiglio europeo

Funzione normativa
• «Legiferare» = adottare atti di portata generale e astratta
• «atti legislativi» = atti adottati secondo una procedura legislativa (art. 289.3 TFUE)
• Gli atti legislativi sono atti di portata generale e astratta, MA non tutti gli atti di portata generale e astratta sono
atti legislativi
• Gli atti di portata generale e astratta possono essere
- Atti legislativi
- Atti non legislativi con base giuridica nel Trattato
- Atti delegati (bg nell’atto di base)
- Atti di esecuzione (attuazione di atto di base)

Quale procedura deve essere seguita per adottare un atto di portata generale e astratta?
• La base giuridica indica la procedura da adottare
• Esempi: COM/2021/130 proposta di regolamento relativo a certificato verde digitale + COM/2021/140
• Direttiva (UE) 2015/637 del Consiglio, del 20 aprile 2015, sulle misure di coordinamento e cooperazione per
facilitare la tutela consolare dei cittadini dell'Unione non rappresentati nei paesi terzi
• Regolamento (UE) 2020/2094 del Consiglio del 14 dicembre 2020 che istituisce uno strumento dell’Unione
europea per la ripresa, a sostegno alla ripresa dell’economia dopo la crisi COVID-19

Revisione semplificata dei trattati


• Art. 48 § 7:
- da procedura legislativa speciale a procedura legislativa ordinaria
- Da unanimità a MQ
• Come passare da procedura non legislativa (es. art. 122) a procedura legislativa?
LE PROCEDURE LEGISLATIVE
Le procedure legislative
• Procedura legislativa ordinaria → art. 294 TFEU: parità tra legislatori
• Procedure legislative speciali → ciascuna descritta dalla base giuridica: potere di decisione per uno solo dei
legislatori
• Procedura legislativa sui generis → procedura per l’adozione del bilancio art. 314 TFUE: parità tra i legislatori
- Bilancio annuale in pareggio tra
Entrate: risorse proprie ex art. 311, co. 3 TFUE
Uscite: quadro finanziario pluriennale ex art. 312 TFUE
- Limitata funzione redistributiva, bilancio di investimento

Caratteristiche comuni
• Proposta della Commissione (salvo quando il trattato stabilisce diversamente, per es. proposta di un gruppo di
Stati)
• Coinvolgimento dei Parlamenti nazionali, per la verifica del rispetto del principio di sussidiarietà
• Consiglio delibera in seduta pubblica

Consiglio / Parlamento europeo


• Procedura legislativa ordinaria: parità tra i legislatori
• Procedura legislativa speciale: solo una delle due istituzioni decide previa
- Consultazione o
- Approvazione dell’altra

Modifica di un atto legislativo


• Stessa procedura seguita per l’adozione
- Es. Proposta di modifica della direttiva 2006/112 (IVA): COM/2021/181
• Modifica/integrazione di elementi non essenziali dell’atto → delega alla Commissione (art. 290 TFUE, sotto il
controllo dei legislatori)
- Es. deleghe nella proposta COM/2021/130

LE PROCEDURE ESECUTIVE
Esecuzione come di attuazione del diritto UE
= adozione di norme di dettaglio per rendere concretamente applicabili le norme
• Art. 291 TFUE
- Regola generale: Stati membri
- Se per l’attuazione di un atto UE sono necessarie condizioni uniformi di esecuzione, l’atto attribuisce
competenze di esecuzione alla Commissione o al Consiglio
- La competenza esecutiva è attribuita alla Commissione, essa la esercita sotto controllo degli Stati membri
- Esecuzione tramite Agenzie dell’UE: assistono la Commissione fornendole expertise tecnica (es. EMA e
autorizzazione dei medicinali)

Esecuzione come applicazione del diritto UE


• Regola generale: Autorità nazionali, anche nei settori di competenza esclusiva (es. dogane)
• Commissione, nei casi previsti dal Trattato:
- Concorrenza
- Bilancio (gestione diretta e indiretta)
• Agenzie (ricevono delega di funzioni esecutive, senza potere discrezionale): es.: Ufficio dell'Unione europea per
la proprietà intellettuale (EUIPO) → marchio

Controllo sulla Commissione


• Art. 290 TFUE atti delegati
• Art. 291 TFUE atti di esecuzione
LE FONTI DEL DIRITTO UE
Fonti del diritto UE
• Fonti → atti e fatti dai quali discendono diritti e obblighi per i soggetti dell’ordinamento
• Fonti primarie
- Fonti scritte: i Trattati (istitutivi e di revisione), i Protocolli allegati ai Trattati, la Carta dei diritti fondamentali
- Fonti non scritte: i principi generali

• Fonti secondarie = gli atti vincolanti delle istituzioni


- Atti tipici: art. 288 TFUE (vincolanti e non vincolanti)
- Atti atipici (il cui valore giuridico va accertato di volta in volta)

• Fonti intermedie = accordi internazionali conclusi dalla UE e in vigore

Gli atti tipici vincolanti e le loro caratteristiche


• Un esempio di regolamento: reg. 261/2004 sui diritti dei passeggeri nel trasporto aereo
• Un esempio di direttiva: dir. 2019/904 sulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica
sull’ambiente
• Un esempio di decisione di portata generale: Decisione (PESC) 2021/649 sul sostegno dell’Unione per le attività
del segretariato dell’ATT a sostegno dell’attuazione del trattato sul commercio delle armi

EFFETTI DELLE FONTI UE


Effetti delle fonti UE
• Per gli Stati
- Diritti e obblighi
- Divieto di trasformare i regolamenti in atti interni
- Obbligo di recepimento delle direttive
- Obbligo di integrare i regolamenti o le decisioni, dove necessario

• Attuazione delle direttive e degli obblighi UE in Italia:


- L 24-12-2012 n. 234 (C&M, parte II, V, §3.1)
- Da ultimo: L 2021 n. 53: legge di delegazione europea 2019-2020

Effetti delle fonti UE per i privati


• Fonti di diritti e obblighi per i privati, se la norma è chiara, precisa e incondizionata (= effetto diretto del diritto
UE)
* Fonti primarie
* Fonti derivate
- Regolamenti e decisioni rivolte agli individui: per natura idonei ad attribuire diritti e obblighi
- Altri atti: se contengono norme chiare, precise e incondizionate
- Direttive: effetti diretti solo se la direttiva è scaduta e solo invocabili nei confronti dello Stato (caso
Marshall, C&M parte II, III.2.6; caso Faccini Dori, C&M parte II, III.2.7)

GERARCHIA DELLE FONTI UE


Gerarchia delle fonti UE
• Fonti primarie → art. 263 TFUE
• Fonti intermedie → art. 218 par. 11 TFUE
• Fonti secondarie
- Atti di base = atti che trovano la base giuridica nel Tr.
- Atti derivati delegati e di esecuzione = atti adottati in forza di un atto di base
• N.b.: la procedura di adozione degli atti di base non ha effetti sulla natura dell’atto adottato e sulla sua posizione
nella gerarchia delle fonti
Gerarchia delle fonti UE – illegittimità
• L’atto in contrasto con una fonte superiore è illegittimo.
• L’illegittimità è dichiarata dalla Corte (istituzione)
- Con sentenza di annullamento (azione diretta) art. 263 TFUE
- Con sentenza di invalidità (rinvio pregiudiziale) art. 267 TFUE

Pubblicità degli atti e certezza del diritto


• Certezza del diritto = principio generale del diritto
• Caso Heinrich (C&M parte II, par. III.2.1)

PRIMATO
Primato del diritto UE sul diritto nazionale: la posizione della Corte di giustizia
• Il caso Costa c. Enel del 1964 (C&M parte II, V.1.1)
• Il caso Simmenthal del 1978 (C&M parte II, V.1.2)
CASO COSTA CONTRO ENEL
• Causa mossa dall’avvocato Costa che ritenendosi leso dalla nazionalizzazione dell’energia elettrica in Italia, si
rifiutò di pagare un’esigua bolletta a ENEL sostenendo che la legge di nazionalizzazione era contraria ad alcune
disposizioni del Trattato di Roma. Il giudice dinanzi al quale fu portata la causa ritenne di doversi rivolgere alla
Corte di Giustizia.
• Nel frattempo la Corte costituzionale italiana affermò che i trattati comunitari erano stati ratificati con una legge
ordinaria, e quindi non sfuggivano ai comuni principi sulla successione tra leggi, ritenendo illegittimo il rinvio
pregiudiziale alla Corte di Giustizia della Comunità.
• La posizione della Corte di Giustizia fu nettamente diversa, infatti affermò:
• che con l’istituzione della Comunità gli Stati membri hanno limitato, sia pure in campi circoscritti, i loro poteri
sovrani;
• tale limitazione di sovranità ha come corollario l’impossibilità per gli Stati di far prevalere un provvedimento
unilaterale; pena la lesione dello stesso fondamento giuridico della Comunità.
• Affermava il principio dell’autonomia del diritto comunitario, sottolineando come esso dovesse essere
considerato totalmente indipendente rispetto a quello degli Stati membri.
• Il principio è detto Effetto diretto e significa che il diritto comunitario può conferire diritti o imporre obblighi a
singoli cittadini che i tribunali nazionali devono riconoscere e rendere esecutivi.
• L’intervento della Corte era stato richiesto dal Pretore di Susa per sapere se i giudici nazionali, nel garantire ai
cittadini i diritti attribuiti loro dal diritto comunitario, dovessero disapplicare le disposizioni nazionali contrastanti
con quelle comunitarie.
• La Corte di Giustizia ha affermato la supremazia del diritto comunitario.

Il primato del diritto UE: la posizione della Corte costituzionale italiana


• 1° fase - sent. 1964 n. 14 Costa c. Enel: il conflitto è tra norme interne (la legge di esecuzione dEl trattato e altre
leggi) e si risolve con il principio della successione delle leggi nel tempo
• 2° fase - sent. 1973 n. 173 Frontini: il conflitto è tra norme interne (art. 11 Cost. e altre leggi) e si risolve con la
dichiarazione di incostituzionalità della legge interna in contrasto con il diritto UE, il quale trova fondamento
nell’art. 11 Cost.
• 3° fase – sent. 1984 n. 170 Granital (C&M, parte II, V.2.1): l’ordinamento comunitario e nazionale sono separati
ma integrati. Art. 11 Cost come fondamento dell’apertura al diritto UE: nell’ambito di competenza UE, il diritto
interno si ritrae e il diritto UE trova applicazione

Possibili conflitti tra concezione CG e C Cost


• Dottrina dei controlimiti: secondo la C Cost, un atto UE in contrasto con i principi fondamentali dell’ordinamento
italiano non potrebbe essere immesso nell’ordinamento e il contrasto renderebbe costituzionalmente illegittima
la legge di ratifica ed esecuzione dei trattati, nella parte in cui fa entrare quell’atto nell’ordinamento interno.
• Vicenda Taricco.
COMPETENZE CG
Funzione giurisdizionale nella UE: art. 19 TUE
• Il giudice nazionale come «giudice naturale» del diritto UE
• Corte di giustizia (= istituzione composta da 2 organi: la Corte di giustizia e il Tribunale) → competenza per i
ricorsi previsti dai Trattati

Competenze della Corte di giustizia


• Ricorsi in via pregiudiziale (solo CG): strumento di cooperazione tra giudici nazionali e Corte di giustizia
- Questioni di interpretazione del diritto UE
- Questioni di validità del diritto UE

• Ricorsi diretti (per un quadro di sintesi: C&M, pt II, IV.1.1)


- Contro gli Stati: ricorso per infrazione (solo CG)
- Contro le istituzioni (sia CG sia T: C&M, pt. II, IV.1.2)
* Ricorso per annullamento
* Ricorso per carenza
* Ricorsi per responsabilità contrattuale e extracontrattuale della UE

• Funzione consultiva (solo CG): pareri sulla compatibilità con il Trattato di progetti di accordi internazionali UE

A chi si rivolge il privato i cui diritti di fonte UE sono stati violati?


• Al giudice nazionale
• Al Tribunale
• Alla Corte di giustizia

INFRAZIONE
Controllo sugli stati

La procedura di infrazione
• Fase precontenziosa
• Fase contenziosa
• Esito
- ricorso respinto
- ricorso accolto
- Ricorso accolto parzialmente
• Conseguenze
- Obbligo di adempimento
- Eventuali sanzioni pecuniarie

Controllo sugli Stati


• Controllo diretto
- Regime generale: il ricorso per infrazione o inadempimento (art. 258-260 TFUE)
- Regimi speciali (in deroga al regime generale)
- Obblighi non soggetti a controllo della Corte di giustizia (art. 7 TUE, art. 126 TFUE, art. 275 e 276 TFUE)
• Controllo indiretto
- Rinvio pregiudiziale come mezzo de facto per un controllo sugli Stati

Potrebbero piacerti anche