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Cittadinanza Europea
Sono cittadini europei, tutti coloro che hanno la cittadinanza di uno stato membro dell'unione,
questo concetto fu solennemente riconosciuto nel 1992 con il trattato di Maastricht allo
scopo di rafforzare e promuovere l’identità europea, coinvolgendo i cittadini nel processo di
integrazione.
- Trattato di Roma nel 1957 (IMPORTANTE) che prevedeva il diritto di circolazione nel
territorio della CEE (Comunità Economica Europea), soltanto per lo svolgimento di
un’attività lavorativa.
- Atto Unico Europeo del 1986 si mirò a creare uno spazio senza frontiere, abolendo i
controlli alle frontiere interne sulle persone, a prescindere dalla loro nazionalità, entro il
31 dicembre 1990.
- Il Trattato di Lisbona firmato nel 2007 ed entrato in vigore nel 2009 aveva al suo
interno una parte nota come “Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea” che
prevede: diritti civili garantiti a tutti i cittadini europei (dignità, libertà, uguaglianza,
solidarietà, giustizia, ecc…), diritti politici riservati a tutti i cittadini europei tra cui
l’iniziativa popolare;
I diritti del cittadino europeo
Attualmente lo status di cittadino europeo comporta:
Il trattato sul funzionamento dell’UE (TFUE) afferma che: “L’azione dell’unione è intesa a
favorire lo sviluppo degli scambi di giovani e di animatori di attività socio-educative e a
incoraggiare la partecipazione dei giovani alla vita democratica dell’Europa” con programmi
volti a sviluppare la cooperazione e la mobilità nell’intera Unione, adottando il metodo di
coordinamento aperto.
Uno dei temi che l’Europa sta affrontando negli ultimi anni con un vero e proprio decalogo di
azioni da portare avanti è quello riguardante le pari opportunità per le donne, ancora troppe
volta in troppi luoghi oggetto di mentalità patriarcali e maschiliste e soggette a vecchi stereotipi
e pregiudizi.
08/03/2023
Identità Digitale
Poi verrà controllato dal gestore della posta elettronica che verifica se sono presenti tutti i dati
per leggerla in sicurezza.
Poi ti arriverà una ricevuta (raccomandata) in cui ti verrà detto che è stato tutto consegnato al
destinatario.
In totale arrivano 2 ricevute: accettazione (il mio fornitore del servizio ha preso il mio
messaggio) e presa in carica (l’altro fornitore ha messo il messaggio nella casella di posta).
Messaggi di PEC possono essere mandati sia su caselle PEC che su email non PEC. La posta non
PEC non può essere inviata a caselle PEC.
Fatturazione elettronica
Fattura: documento fiscale che attesta un'operazione
commerciale.
Lo SDI che è il sistema di verifica delle fatture elettroniche. Da quando emetto la fattura, ho 5
giorni per inviarla.
Ogni azienda non può dire di non avere una fattura o sta pagando in nero.
La fattura si può inviare tramite codice SDI (registro da un fornitore con un codice), oppure
tramite PEC.
In America, il Woman’s day esisteva già dal 1909, mentre in Europa i socialisti ne chiedevano
l’istituzione. La prima grande manifestazione femminile avvenuta un 8 marzo, fu quella del 1914
in Germania, per la richiesta del diritto di voto. Un’altra risale al 1917, a Pietroburgo, quando le
donne chiesero il ritorno dei mariti dalla guerra e pane (a breve ci sarebbe stata la rivoluzione
bolscevica). Le donne italiane comuniste introdussero l’8 marzo nel 1921 che venne abolita nel
ventennio fascista. Venne ripristinata nelle zone liberate nel 1945 e divenne festa a carattere
nazionale nel 1946 (anno in cui le donne ebbero il diritto di voto) quando si adottò come simbolo
la mimosa (fiore delicato e forte). Negli anni ‘50 l’8 marzo fu osteggiato (ostacolato) come anche
la distribuzione delle mimose perché era visto come gesto eversivo, rivoluzionario. L’8 marzo
esplose negli anni ‘70, negli anni della contestazione e delle lotte civili (delle donne): la parità
salariale, il divorzio (1970), riformato il diritto di famiglia (1974), legalizzazione dell’aborto
(1978), libertà sessuale.
L’espressione di femminismo era già stata coniata in Francia nel 1837 da Charles Fourier che
affermò che i matrimoni borghesi erano uno strumento di oppressione. Nel 1977, l’ONU creò la
giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle donne e la pace. Negli anni ‘80 in Italia fino al ‘96,
lo stupro era reato contro la morale, non contro la persona (offendeva la società, non la donna e
andava in prescrizione).
Ricordatevi che in Italia, come in altri paesi, la nostra storia è stata fatta anche dalle donne.
Come Cristina Trivulsio Di Belgioioso grande animatrice di salotti e barricate che sebbene
nobildonna fu protagonista del risorgimento e della lotta per l’unità d’Italia. Rosalie
Montmasson che si arruolò con i 1000. Alfonsina Strada, la prima ciclista donna, pioniera del
ciclismo femminile. Teresa Vergalli (1927) che nasce a Bibbiano, una donna che usa ancora la
parola “padroni”, prima donna staffetta partigiana, che rischiò in prima persona durante il
fascismo, ovviamente comunista ed usava il nome Anuschka. Maria Montessori e Grazia
Deledda che si batterono per aprire l’istruzione alle bambine. Tina Anselmi, prima ministrA
della storia d’Italia. La prima donna presidente della camera dei deputati, Nil Deiotti. Rita Levi
Montalcini, la prima a vincere un nobel per la medicina, era di origine ebraica. Oriana Fallaci,
prima reporter di guerra. Ilaria Alpi, inviata rai, assassinata a Mogadiscio per le sue inchieste
sulle connessioni tra signori della guerra e aziende italiane che vendevano armi. Una giornalista
che fu assassinata in Afghanistan, Mariagrazia Cutuli. Fabiola Gianotti, la prima direttrice
generale del CERN. Marta Cartabia prima donna presidente della Corte Costituzionale, la corte
per assicurare che le leggi del governo rispettino la Costituzione (rivedi costituzionali).
Elisabetta Casellati, prima donna presidente del Senato. Samantha Cristoforetti, prima donna
capostazione della stazione spaziale. Sara Corbello Perillo, donna che si è sacrificata per i propri
figli. E poi, l’enorme, l’inimitabile: Liliana Segre, non c’è bisogno di dire nulla a riguardo.
24/03/2023
L'obiettivo dell'Unione Europea è quello di dare alle donne le medesime possibilità degli uomini
sul posto di lavoro (a livello retributivo) e di aiutare sia gli uomini che le donne a migliorare
l'equilibrio tra il lavoro e la vita privata.
Gli ostacoli alla partecipazione e nel mercato del lavoro e le responsabilità assistenziali delle
donne. sono alcune delle ragioni per cui queste tendono a lavorare meno degli uomini e in
settori meno retribuiti, a ricorrere a più interruzioni di carriera e ad ottenere meno promozioni e
più lentamente.
29/03/2023
Tuttavia l’Unione Europea si impegna ad offrire alle donne pari opportunità nell’occupazione e
parità retributiva, principio quest’ultimo sancito nei trattati dell’Unione Europea e nella
legislazione in materia di parità di genere nel mercato del lavoro, anche se è un goal ancora
lontano dal raggiungimento, anche perché dipende dai singoli stati. L’Unione Europea ogni 5
anni presenta un piano d’azione che serve a portare avanti questa parità di genere, affrontando
problemi come: il pay gap, le pari opportunità del lavoro, l’equilibrio tra vita privata e vita
professionale ed altre azioni. Il nuovo piano è quello del 2020-25 in cui si affrontano varie
questioni anzitutto l’equilibrio tra lavoro e vita privata. Questa azione europea contiene anche
una serie di misure volte a proteggere dal licenziamento le lavoratrici gestanti e le persone che
usufruiscono del congedo familiare, a migliorare la prestazione dei servizi d’assistenza e ad
affrontare quei disincentivi economici che riguardano le persone che costituiscono la seconda
fonte di reddito (anziani con le pensioni, o persone con doppio lavoro).
10/05/2023
Contrastare il contraccolpo sui diritti delle donne. I deputati europei sono molto preoccupato
per i contraccolpi a sfavore dei diritti delle donne (Polonia, Ungheria), in particolare il diritto
all’aborto e l’accesso ad una completa educazione sessuale, posti che attaccano i diritti della
comunità LGBTQIA+. Il parlamento Europeo chiede che la situazione dei diritti e
dell'uguaglianza di genere sia continuamente monitorata, comprese le campagne di
disinformazione e le iniziative regressive e che venga messo a punto un sistema di allarme
(europeo) che avvisi quando ciò accade o si tenti di farlo.
11/05/2023
Tutte queste indicazioni sono state fornite nella strategia della parità di genere 20/25 presentata
dalla Commissione Europea, che delinea una serie di azioni chiave per porre fine alla violenza di
genere e agli stereotipi, per la garanzia di pari partecipazione ed opportunità nel mercato del
lavoro e per il raggiungimento dell’equilibrio di genere nel processo decisionale e politico.
Quando è stata presentata questa strategia è stato fatto un range: i paese dell'UE hanno
ottenuto un punteggio medio nell'indice di parità di genere di 67,9 su 100, migliorando di soli
5,9 punti rispetto al 2005 questo indice ha tenuto in considerazione soprattutto la retribuzione
oraria, dove il divario in Europa rispetto ad altri paesi è del 16% e riguardo al reddito
pensionistico, sale del 37%.