Sei sulla pagina 1di 7

13/02/2023

Cittadinanza Europea
Sono cittadini europei, tutti coloro che hanno la cittadinanza di uno stato membro dell'unione,
questo concetto fu solennemente riconosciuto nel 1992 con il trattato di Maastricht allo
scopo di rafforzare e promuovere l’identità europea, coinvolgendo i cittadini nel processo di
integrazione.

La costruzione dell’idea di appartenenza e di cittadinanza europea a seguito un percorso ben


preciso:

- Trattato di Roma nel 1957 (IMPORTANTE) che prevedeva il diritto di circolazione nel
territorio della CEE (Comunità Economica Europea), soltanto per lo svolgimento di
un’attività lavorativa.

- Atto Unico Europeo del 1986 si mirò a creare uno spazio senza frontiere, abolendo i
controlli alle frontiere interne sulle persone, a prescindere dalla loro nazionalità, entro il
31 dicembre 1990.

- Il diritto di circolare e soggiornare liberamente fu ribadito dal Trattato sull’Unione


Europea (o trattato di Maastricht) del 1992 in cui è riconosciuta solennemente
l’esistenza della cittadinanza europea che prevede determinati diritti, integrativi rispetto
a quelli dello stato di appartenenza: la libera circolazione delle persone, dei beni e dei
servizi; la libertà di soggiorno nel territorio della UE; la tutela del consumatore e della
sanità e salute pubblica; parità di opportunità e trattamento; accesso all’occupazione ed
alla previdenza sociale; il diritto di elettorato attivo e passivo (attivo = votare, passivo =
candidarsi) alle elezioni del parlamento europeo ed alle elezioni comunali in uno stato
membro in cui il cittadino europeo risiede (ci abita, lavori, ecc…); (IMPORTANTE) il
diritto alla tutela diplomatica e consolare nel territorio di un paese terzo.

- Trattato di Amsterdam del 1997 che ribadisce il concetto della complementarità


della cittadinanza europea rispetto ai diritti della cittadinanza dello stato di provenienza
e che ogni cittadino dell'UE può rivolgersi al Parlamento Europeo, al Consiglio Europeo,
alla Commissione Europea, alla Corte di Giustizia Europea, alla Corte dei Conti Europea,
al Comitato Economico e Sociale Europeo, al Comitato delle Regioni Europeo o al
Mediatore Europeo in una delle 12 lingue dei trattati ed ha il diritto di ricevere una
risposta nella stessa lingua in cui ha scritto poi prevede l’impegno a promuovere lo
sviluppo della conoscenza attraverso un ampio accesso all’istruzione e un costante
aggiornamento.

- Il Trattato di Lisbona firmato nel 2007 ed entrato in vigore nel 2009 aveva al suo
interno una parte nota come “Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea” che
prevede: diritti civili garantiti a tutti i cittadini europei (dignità, libertà, uguaglianza,
solidarietà, giustizia, ecc…), diritti politici riservati a tutti i cittadini europei tra cui
l’iniziativa popolare;
I diritti del cittadino europeo
Attualmente lo status di cittadino europeo comporta:

● Diritto di circolare e soggiornare liberamente e quindi anche di risiedere stabilmente in


uno stato membro, con particolari limitazioni adottabili dal singolo stato solo
relativamente a motivi di ordine pubblico, pubblica sicurezza e/o sanità/salute pubblica.
● Diritto di elettorato attivo e passivo alle comunali dello stato in cui si risiede o per le
europee.
● Diritto di protezione diplomatica e consolare nei paesi non UE.
● Il diritto di petizione al Parlamento Europeo, che può essere esercitato individualmente o
collettivamente e che è molto importante, soprattutto in tema di giustizia. Il Parlamento
Europeo DEVE trasmettere la petizione ricevuta alla Commissione Europea che dopo
aver valutato la petizione PUO’ investire della questione la Corte di Giustizia Europea
affinché valuti se sanzionare e come lo stato membro che viola il diritto comunitario.
● Qualsiasi cittadino dell’Unione Europea può presentare al Mediatore Europeo esposti
riguardanti la cattiva amministrazione da parte delle istituzioni comunitarie.
● Il cittadino europeo ha diritto di accesso, sotto determinate condizioni, ai documenti di
Parlamento, Commissione e Consiglio Europeo.
● Il cittadino europeo ha diritto di parità di accesso al servizio civile dell’UE.
● Il Trattato di Lisbona introdusse una nuova forma di partecipazione popolare alle
decisioni politiche dell’Unione: l’iniziativa dei cittadini. Come richiesto dal trattato, su
proposta della Commissione Europea, il Parlamento e il Consiglio hanno adottato un
regolamento che definisce le norme e le procedure che disciplinano questo nuovo
strumento dell’iniziativa popolare europea: un milione di cittadini di almeno un quarto
degli stati membri dell’UE può invitare la Commissione Europea a proporre atti giuridici
in settori di sua competenza. Gli organizzatori di un’iniziativa dopo aver costituito un
comitato composto da almeno sette cittadini europei residenti in almeno sette diversi
stati membri, hanno un anno per raccogliere le dichiarazioni di sostegno necessarie. Il
numero delle dichiarazioni di sostegno deve essere certificato dalle autorità competenti
degli stati membri. A quel punto una volta ricevuta questa iniziativa la Commissione
Europea ha tre mesi per esaminarla e decidere cosa fare.

Il trattato sul funzionamento dell’UE (TFUE) afferma che: “L’azione dell’unione è intesa a
favorire lo sviluppo degli scambi di giovani e di animatori di attività socio-educative e a
incoraggiare la partecipazione dei giovani alla vita democratica dell’Europa” con programmi
volti a sviluppare la cooperazione e la mobilità nell’intera Unione, adottando il metodo di
coordinamento aperto.

La cittadinanza europea, sotto il profilo umano, riguarda la costruzione di un’idea di


appartenenza che includa anche persone che non possono avvalersi dello status giuridico di
cittadino europeo e che sono genericamente etichettate come “asiatici” o “africani” e per questo
considerate comunemente meritevoli di minori tutele. Essere cittadino europeo vuol dire saper
sconfiggere questi antichi pregiudizi, guardando al futuro e pensandolo migliore, un futuro in
cui tutti i cittadini del mondo siano bene accetti e non si debbano sentire diversi poiché
provengono da altri paesi, professano altre religione, hanno diversi gusti sessuali, diversi generi
ma soprattutto per il fatto di essere stranieri. Quindi riprendendo un’antica visione del mondo
risalente ad Alessandro Magno si può dire che cittadini europei vuol dire immaginare una
cittadinanza del mondo e quindi essere cittadini europei vuol dire anche essere cittadini del
mondo.

Uno dei temi che l’Europa sta affrontando negli ultimi anni con un vero e proprio decalogo di
azioni da portare avanti è quello riguardante le pari opportunità per le donne, ancora troppe
volta in troppi luoghi oggetto di mentalità patriarcali e maschiliste e soggette a vecchi stereotipi
e pregiudizi.

08/03/2023

Identità Digitale

PEC (Posta Elettronica Certificata)


Invio del messaggio. Viene preso e viene applicata la firma di Aruba, ti verrà inviato un
messaggio che assicura che non potranno essere modificati.

Poi verrà controllato dal gestore della posta elettronica che verifica se sono presenti tutti i dati
per leggerla in sicurezza.

Poi ti arriverà una ricevuta (raccomandata) in cui ti verrà detto che è stato tutto consegnato al
destinatario.

Raccomandata: Un documento che viene inviato con


consegna certa e, in abbinamento, c’è un tagliando che
verrà successivamente inviato a te per certificare che è
arrivato al destinatario a quella data e ora.

In totale arrivano 2 ricevute: accettazione (il mio fornitore del servizio ha preso il mio
messaggio) e presa in carica (l’altro fornitore ha messo il messaggio nella casella di posta).

Messaggi di PEC possono essere mandati sia su caselle PEC che su email non PEC. La posta non
PEC non può essere inviata a caselle PEC.

TUTTE LE PERSONE GIURIDICHE DEVONO AVERE UNA PEC. QUINDI TUTTE LE


“PERSONE” CHE HANNO PARTITA IVA DEVONO AVERE LA PEC.

Questo perché le comunicazioni dello Stato sono tutte via PEC.

Fatturazione elettronica
Fattura: documento fiscale che attesta un'operazione
commerciale.
Lo SDI che è il sistema di verifica delle fatture elettroniche. Da quando emetto la fattura, ho 5
giorni per inviarla.

Ogni azienda non può dire di non avere una fattura o sta pagando in nero.

La fattura si può inviare tramite codice SDI (registro da un fornitore con un codice), oppure
tramite PEC.

Perché l’8 marzo


Anche quando era ragazzino (il prof.), l’origine dell’8 marzo era connessa con una storia secondo
cui un 8 marzo agli inizi del 900 a New York sarebbe andata a fuoco una fabbrica in cui
sarebbero morte molte operaie. Questo evento da alcuni è collocato nel 1908, altri nel 1910, in
più non c’è nessuna traccia storica di un evento del genere. Secondo molti è una leggenda
metropolitana connessa con ciò che accadde il 25 marzo 1911, quando sempre a New York prese
fuoco una fabbrica nella quale erano state rinchiuse più di 100 operaie, tra cui diverse immigrate
(italiani ed irlandesi soprattutto), per impedire che scioperassero, in modo che lavorassero a
forza.

In America, il Woman’s day esisteva già dal 1909, mentre in Europa i socialisti ne chiedevano
l’istituzione. La prima grande manifestazione femminile avvenuta un 8 marzo, fu quella del 1914
in Germania, per la richiesta del diritto di voto. Un’altra risale al 1917, a Pietroburgo, quando le
donne chiesero il ritorno dei mariti dalla guerra e pane (a breve ci sarebbe stata la rivoluzione
bolscevica). Le donne italiane comuniste introdussero l’8 marzo nel 1921 che venne abolita nel
ventennio fascista. Venne ripristinata nelle zone liberate nel 1945 e divenne festa a carattere
nazionale nel 1946 (anno in cui le donne ebbero il diritto di voto) quando si adottò come simbolo
la mimosa (fiore delicato e forte). Negli anni ‘50 l’8 marzo fu osteggiato (ostacolato) come anche
la distribuzione delle mimose perché era visto come gesto eversivo, rivoluzionario. L’8 marzo
esplose negli anni ‘70, negli anni della contestazione e delle lotte civili (delle donne): la parità
salariale, il divorzio (1970), riformato il diritto di famiglia (1974), legalizzazione dell’aborto
(1978), libertà sessuale.

L’espressione di femminismo era già stata coniata in Francia nel 1837 da Charles Fourier che
affermò che i matrimoni borghesi erano uno strumento di oppressione. Nel 1977, l’ONU creò la
giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle donne e la pace. Negli anni ‘80 in Italia fino al ‘96,
lo stupro era reato contro la morale, non contro la persona (offendeva la società, non la donna e
andava in prescrizione).

Ricordatevi che in Italia, come in altri paesi, la nostra storia è stata fatta anche dalle donne.
Come Cristina Trivulsio Di Belgioioso grande animatrice di salotti e barricate che sebbene
nobildonna fu protagonista del risorgimento e della lotta per l’unità d’Italia. Rosalie
Montmasson che si arruolò con i 1000. Alfonsina Strada, la prima ciclista donna, pioniera del
ciclismo femminile. Teresa Vergalli (1927) che nasce a Bibbiano, una donna che usa ancora la
parola “padroni”, prima donna staffetta partigiana, che rischiò in prima persona durante il
fascismo, ovviamente comunista ed usava il nome Anuschka. Maria Montessori e Grazia
Deledda che si batterono per aprire l’istruzione alle bambine. Tina Anselmi, prima ministrA
della storia d’Italia. La prima donna presidente della camera dei deputati, Nil Deiotti. Rita Levi
Montalcini, la prima a vincere un nobel per la medicina, era di origine ebraica. Oriana Fallaci,
prima reporter di guerra. Ilaria Alpi, inviata rai, assassinata a Mogadiscio per le sue inchieste
sulle connessioni tra signori della guerra e aziende italiane che vendevano armi. Una giornalista
che fu assassinata in Afghanistan, Mariagrazia Cutuli. Fabiola Gianotti, la prima direttrice
generale del CERN. Marta Cartabia prima donna presidente della Corte Costituzionale, la corte
per assicurare che le leggi del governo rispettino la Costituzione (rivedi costituzionali).
Elisabetta Casellati, prima donna presidente del Senato. Samantha Cristoforetti, prima donna
capostazione della stazione spaziale. Sara Corbello Perillo, donna che si è sacrificata per i propri
figli. E poi, l’enorme, l’inimitabile: Liliana Segre, non c’è bisogno di dire nulla a riguardo.

24/03/2023

L'azione europea in favore delle donne


La parità tra donne e uomini rappresenta un valore fondamentale dell'unione Europea, risalente
già al trattato di Roma del 1957, che ha stabilito il principio della parità di retribuzione per lo
stesso lavoro (pay gap). Da quel momento, l'Unione Europea ha continuato ad affrontare il
problema della discriminazione di genere e ora l'Europa, nonostante tutti i suoi ritardi, è uno dei
luoghi al mondo più sicuri ed equi del mondo. Tuttavia, è ancora necessario lottare per i diritti
delle donne e tutelarli, perché, per tante donne, quello che è sancito dall'Unione Europea è
ancora un miraggio. Quel 16% di pay gap comprende la sottorappresentanza delle donne nelle
posizioni decisionali in ambito politico ed imprenditoriale e nel campo del guadagno. Senza
dimenticare la diffusione enorme di molestie e violenza di genere.

L'obiettivo dell'Unione Europea è quello di dare alle donne le medesime possibilità degli uomini
sul posto di lavoro (a livello retributivo) e di aiutare sia gli uomini che le donne a migliorare
l'equilibrio tra il lavoro e la vita privata.

Altra importante priorità è combattere la violenza contro donne e bambine e promuovere la


parità di genere non solo nella UE ma anche nel mondo. L'Unione europea promuove inoltre la
parità tra uomini e donne nelle posizioni apicali e decisionali. Molte donne non hanno ancora
raggiunto la piena dipendenza economica.

Gli ostacoli alla partecipazione e nel mercato del lavoro e le responsabilità assistenziali delle
donne. sono alcune delle ragioni per cui queste tendono a lavorare meno degli uomini e in
settori meno retribuiti, a ricorrere a più interruzioni di carriera e ad ottenere meno promozioni e
più lentamente.

29/03/2023

Tuttavia l’Unione Europea si impegna ad offrire alle donne pari opportunità nell’occupazione e
parità retributiva, principio quest’ultimo sancito nei trattati dell’Unione Europea e nella
legislazione in materia di parità di genere nel mercato del lavoro, anche se è un goal ancora
lontano dal raggiungimento, anche perché dipende dai singoli stati. L’Unione Europea ogni 5
anni presenta un piano d’azione che serve a portare avanti questa parità di genere, affrontando
problemi come: il pay gap, le pari opportunità del lavoro, l’equilibrio tra vita privata e vita
professionale ed altre azioni. Il nuovo piano è quello del 2020-25 in cui si affrontano varie
questioni anzitutto l’equilibrio tra lavoro e vita privata. Questa azione europea contiene anche
una serie di misure volte a proteggere dal licenziamento le lavoratrici gestanti e le persone che
usufruiscono del congedo familiare, a migliorare la prestazione dei servizi d’assistenza e ad
affrontare quei disincentivi economici che riguardano le persone che costituiscono la seconda
fonte di reddito (anziani con le pensioni, o persone con doppio lavoro).

Siccome i problemi di salute possono essere diversi tra uomini e donne.

10/05/2023

Strategia per la parità di genere 2020/25


L’Europa quinquennalmente mette a punto dei piani strategici tra cui quello sulla parità di
genere. Il testo accolto dal Parlamento europeo con 464 voti favorevoli, 119 contrari e 93
astensioni prevede una serie di strategie elaborate dall’Unione Europea che però necessitano
come sottolineato dal Parlamento Europeo di ulteriori azioni ed obiettivi specifici e vincolanti,
questo perché la strategia non è un testo legislativo (quindi non vincolante) il primo punto
presente è la lotta contro la violenza sulle donne i parlamenti europei infatti hanno mostrato
grande preoccupazione per la natura, la portata e la gravità di questo fenomeno, chiedendo
misure vincolanti di contrasto, tra cui l’accesso a meccanismi sicuri ed efficaci per la denuncia,
campagne di formazione e sensibilizzazione, meccanismi validi per la risoluzione delle
controversie e per il risarcimento. Inoltre i deputati chiedono una direttiva dell’Unione Europea
per prevenire e combattere tutte le forme di violenza di genere, in particolare le mutilazioni
genitali femminili, la sterilizzazione e i matrimoni forzati, lo sfruttamento e il traffico sessuale, la
violenza sul web e l’incitamento online all’odio verso le donne. Vi ricordo che esisterebbe una
convenzione quella di Istanbul per la difesa delle donne, che addirittura venne abolita e messa in
discussione quando Erdogan decise di islamizzare il suo paese ed eliminare punti fondamentali
dalla convenzione.
Colmare il divario contributivo di genere, il pay gap. È stato stimato che nel contesto della
pandemia, il 70% della forza lavoro globale in ambito socio-sanitario era costituita da donne, che
spesso percepiscono di meno, molto di meno (20-30% a parità di ruolo). I deputati del
parlamento Europeo hanno chiesto azioni vincolanti affinché condizioni e salari di lavoro in
settori come l’assistenza, la sanità e la vendita al dettaglio vengano unificati.

Contrastare il contraccolpo sui diritti delle donne. I deputati europei sono molto preoccupato
per i contraccolpi a sfavore dei diritti delle donne (Polonia, Ungheria), in particolare il diritto
all’aborto e l’accesso ad una completa educazione sessuale, posti che attaccano i diritti della
comunità LGBTQIA+. Il parlamento Europeo chiede che la situazione dei diritti e
dell'uguaglianza di genere sia continuamente monitorata, comprese le campagne di
disinformazione e le iniziative regressive e che venga messo a punto un sistema di allarme
(europeo) che avvisi quando ciò accade o si tenti di farlo.

11/05/2023
Tutte queste indicazioni sono state fornite nella strategia della parità di genere 20/25 presentata
dalla Commissione Europea, che delinea una serie di azioni chiave per porre fine alla violenza di
genere e agli stereotipi, per la garanzia di pari partecipazione ed opportunità nel mercato del
lavoro e per il raggiungimento dell’equilibrio di genere nel processo decisionale e politico.
Quando è stata presentata questa strategia è stato fatto un range: i paese dell'UE hanno
ottenuto un punteggio medio nell'indice di parità di genere di 67,9 su 100, migliorando di soli
5,9 punti rispetto al 2005 questo indice ha tenuto in considerazione soprattutto la retribuzione
oraria, dove il divario in Europa rispetto ad altri paesi è del 16% e riguardo al reddito
pensionistico, sale del 37%.

Potrebbero piacerti anche