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Sesta Sezione
JC
contro
Kreissparkasse Saarlouis,
cancelliere: A. Calot Escobar
ha pronunciato la seguente
Sentenza
Contesto normativo
Diritto dell’Unione
(...)
(…)
c) contratti di credito per un importo totale del credito inferiore a 200 EUR
o superiore a 75 000 EUR;
(...)».
(...)
Diritto tedesco
«Diritto di recesso
18 Il giudice del rinvio rileva che, ai sensi dell’articolo 2, paragrafo 2, lettera a),
della direttiva 2008/48, quest’ultima non si applica ai contratti di credito
assistiti da garanzia reale. A suo parere, il legislatore tedesco si sarebbe
tuttavia avvalso della facoltà, enunciata al considerando 10 della direttiva
stessa, di applicare il regime ivi previsto a settori non ricompresi nel suo
ambito di applicazione, al pari di quello applicabile a contratti del genere. Ciò
premesso, il giudice medesimo ritiene che l’interpretazione delle disposizioni
della direttiva sia necessaria ai fini della soluzione della lite oggetto del
procedimento principale e che la Corte sia competente a effettuare tale
interpretazione nella specie, richiamandosi, al riguardo, alla sentenza del 17
luglio 1997, Giloy (C‑130/95, EU:C:1997:372).
20 In particolare, il giudice del rinvio rileva che detta disposizione del BGB rinvia
altresì a un’altra disposizione nazionale, ossia l’articolo 247, paragrafi da 6 a
13, dell’EGBGB, e tale ultimo articolo rinvia, a sua volta, ad altre disposizioni
del BGB. Di conseguenza, al fine d’identificare tutte le informazioni
obbligatorie la cui comunicazione determina l’inizio del periodo di recesso dal
contratto, il consumatore sarebbe tenuto a far riferimento a disposizioni
nazionali contenute in atti legislativi distinti.
«1) Se l’articolo 10, paragrafo 2, lettera p), della direttiva 2008/48 debba
essere interpretato nel senso che anche i requisiti relativi alla
decorrenza del periodo di recesso rientrino nelle informazioni
obbligatorie riguardanti il «periodo durante il quale esso può essere
esercitato» o le «altre condizioni per il suo esercizio».
25 A tal riguardo, occorre rammentare che la direttiva 2008/48, per effetto del
suo articolo 2, paragrafo 2, lettera a), non si applica ai contratti di credito
garantiti da ipoteca ovvero da altra garanzia analoga comunemente utilizzata
in uno Stato membro sui beni immobili o da diritto connesso a beni immobili.
34 Ai sensi dell’articolo 10, paragrafo 2, lettera p), di detta direttiva, nel contratto
di credito devono figurare, in modo chiaro e conciso, non solo «l’esistenza o
l’assenza del diritto di recesso» e «il periodo durante il quale esso può essere
esercitato», ma anche «le altre condizioni per il suo esercizio».
35 Come emerge dall’articolo 10, paragrafo 2, della direttiva 2008/48, letto alla
luce del considerando 31 di quest’ultima, il requisito consistente nell’indicare,
in un contratto di credito redatto su supporto cartaceo o su altro supporto
durevole, in modo chiaro e conciso, gli elementi previsti dalla disposizione de
qua, è necessario affinché il consumatore sia in condizione di conoscere i
propri diritti ed obblighi (sentenza del 9 novembre 2016, Home Credit
Slovakia, C‑42/15, EU:C:2016:842, punto 31).
41 In limine, si deve rilevare che, nella lite oggetto del procedimento principale, il
contratto de quo precisa che il termine di recesso inizia a decorrere con la
conclusione del contratto, ma non prima che il mutuatario abbia ricevuto tutte
le informazioni obbligatorie di cui all’articolo 492, paragrafo 2, del BGB. Detta
disposizione rinvia, dal canto suo, all’articolo 247, paragrafi da 6 a 13,
dell’EGBGB, quest’ultimo rinviando, a sua volta, ad altre disposizioni del
BGB.
42 Il giudice del rinvio rileva, quindi, che le informazioni obbligatorie la cui
comunicazione al consumatore determina il dies a quo del termine di recesso
dal contratto, ai sensi dell’articolo 10, paragrafo 2, lettera p), e all’articolo 14,
paragrafo 1, secondo comma, della direttiva 2008/48, non sono, di per sé,
contenute nel contratto de quo. A suo avviso, il consumatore sarebbe
conseguentemente tenuto, al fine di individuarle, ad esaminare una serie di
disposizioni nazionali contenute in atti legislativi distinti.
43 Si deve rammentare che, come emerge dall’articolo 14, paragrafo 1, secondo
comma, lettera b), della direttiva 2008/48, il termine di recesso inizia a
decorrere solo nel momento in cui le informazioni previste all’articolo 10 di
tale direttiva siano state comunicate al consumatore, laddove tale data sia
successiva a quella della conclusione del contratto di credito. Lo stesso
articolo 10 elenca le informazioni che devono essere inserite nei contratti di
credito.
46 A tal riguardo, si deve rilevare che la Corte ha affermato che, qualora una
direttiva, nell’ambito della tutela dei consumatori, preveda un obbligo, a carico
del professionista, d’informare il consumatore in ordine al contenuto
dell’impegno contrattuale al medesimo proposto, di cui alcuni elementi siano
determinati da disposizioni legislative o regolamentari cogenti di uno Stato
membro, il professionista ha l’obbligo di comunicare al consumatore il
contenuto delle disposizioni medesime (v., in tal senso, sentenza del 26
aprile 2012, Invitel, C‑472/10, EU:C:2012:242, punto 29).
48 In una fattispecie come quella oggetto del procedimento principale, si deve
quindi dichiarare che un rinvio, contenuto nel contratto de quo, alle
disposizioni legislative nazionali, come indicato supra al punto 41, non
soddisfa il requisito, di cui ai precedenti punti da 43 a 47, d’informare il
consumatore, in modo chiaro e conciso, in merito al termine entro il quale il
diritto di recesso può essere esercitato e alle altre condizioni per esercitarlo,
conformemente all’articolo 10, paragrafo 2, lettera p), della direttiva 2008/48.
50 Tenuto conto della risposta fornita alla seconda questione, non occorre
rispondere alla terza questione.
Sulle spese
Firme