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LA DICHIARAZIONE DI SCHUMAN

La dichiarazione Schuman, rilasciata dalI'aIIora ministro degli Esteri francese Robert Schuman il 9 maggio 1950,
proponeva la creazione di una Comunità europea del carbone e dell'acciaio, i cui membri avrebbero messo in
comune le produzioni di carbone e acciaio.
La CECA (paesi fondatori: Francia, Germania occidentale, Italia, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo) è stata la
prima di una serie di istituzioni europee sovranazionaIi che avrebbero condotto a quella che si chiama oggi
"Unione europea".
CONTESTO STORICO DELLA DICHIARAZIONE
L’Unione europea viene posta in essere allo scopo di mettere fine alle guerre frequenti e sanguinose tra paesi
vicini, culminate nella seconda guerra mondiale.
Nel 1950, le nazioni europee cercavano ancora di risollevarsi dalle conseguenze devastanti della Seconda guerra
mondiale, conclusasi cinque anni prima.
Determinati ad impedire il ripetersi di un simile terribile conflitto, i governi europei giunsero alla conclusione
che la fusione delle produzioni di carbone e acciaio avrebbe fatto sì che una guerra tra Francia e Germania,
storicamente rivali, diventasse — per citare Robert Schuman — "non solo impensabile, ma materialmente
impossibile".
Si pensava, giustamente, che mettere in comune gli interessi economici avrebbe contribuito ad innalzare i
livelli di vita e sarebbe stato il primo passo verso un'Europa più unita. L'adesione alla CECA era aperta ad altri
paesi.
I sei membri fondatori sono il Belgio, la Francia, la Germania, l’ltalia, il Lussemburgo e i Paesi
Bassi. Nel 1957, il trattato di Roma istituisce la Comunità economica europea (CEE), o "Mercato
comune".
La Comunità europea dell’energia atomica (CEEA a Euratom) è un'organizzazione internazionale istituita,
contemporaneamente alla CEE, con i trattati di Roma del 25 marzo 1957 allo scopo di coordinare i programmi di
ricerca degli stati membri relativi all'energia nucleare ed assicurare un uso pacifico della stessa.
La durata deIl'Euratom è illimitata, a differenza di quella della Comunità europea del carbone e dell’acciaio
(CECA), che era stabilita in cinquant’anni (e che è scaduta, infatti, il 23 luglio 2002).
Gli anni '60 sono un buon periodo per l’economia, grazie anche al fatto che i paesi deIl’UE non applicano più
dazi doganali agli scambi reciproci. Essi convengono inoltre il controllo comune della produzione alimentare,
garantendo così il sufficiente approvvigionamento di tutta la popolazione, e ben presto si comincia addirittura a
registrare un surplus di produzione agricola.
PRINCIPIO DI CONTINUITA’
Principio fondamentale, dice che una norma continua a esplicare effetti anche se sono cambiati gli altri atti del
sistema.

ARTICOLO 139 DELLA COSTITUZIONE


La forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale.
Che cosa significa? Dalla fine della Secondo guerra mondiale l'ltalia è una Repubblica e non più una monarchia.
La forma di governo non è modificabile.
La dottrina interpreta l’art. 139 utilizzando due letture: la prima ritiene che l’articolo riguardi il divieto a ristabilire un
«principio dinastico» per la nomina del Capo dello Stato, in altre parole, la carica di Presidente della Repubblica
non può diventare ereditaria.
La seconda —approvata anche dalla Corte costituzionale — sostiene che l’art. 139 «sancisce la non
modificabilità in perpetuo del nuovo ordine repubblicano» in quanto questo rappresenta «la naturale,
conseguente strutturazione ed organizzazione del principio democratico».
Ma perché...? La Corte costituzionale, in due diverse sentenze (1146/1988 e 366/1991), ha affermato: “La
Costituzione italiana contiene alcuni principi supremi che non possono essere sovvertiti o modificati nel Ioro
contenuto essenziale neppure da leggi di revisione costituzionale o da altre leggi costituzionali”. Tra questi
principi vi è la forma dello Stato e i “valori supremi'’ (quindi, possiamo immaginare l'uguaglianza, la libertà e la
democrazia) sui quali si fonda la Costituzione italiana.
Questo vincolo, in un contesto come quello attuale che crede nella democrazia come miglior forma di
governo, non appare un eccesso di rigidità della Costituzione, ma urna cautela (che doveva essere
particolarmente apprezzata dai sostenitori della Repubblica subito dopo il referendum che nel 1946 decretò la
fine della monarchia).
LA DIFFERENZA TRA LE FONTI PRIMARIE
LEGGE
La Iegge è espressione della volontà del parlamento, che nel nostro caso è formato da due camere
🡪 Camera dei deputati
🡪 Senato della repubblica.
Il parlamento deve approvare o meno una proposta di Iegge (testo legislativo) proposto dal governo. Una volta
approvato, questo testo dev’essere promulgato dal presidente della repubblica e successivamente pubblicato
nella gazzetta ufficiale; solo in questo modo può diventare Iegge. Può capitare che il presidente della
repubblica mandi indietro una Iegge; uno dei principali motivi di tale decisione è la mancanza di soldi. La Iegge
inizia con una proposta di legge da parte del governo sulla quale intervengono poi varie proposte di
emendamento, ossia proposte di modifica di tale Iegge.

DECRETO LEGISLATIVO
Il parlamento delega il governo ad emanare un decreto con forza di Iegge. La legge di delega deve avere un
oggetto, le linee fondamentali della materia e un limite temporale; per esempio, il parlamento può dire “entro
due anni devi fare una Iegge su questa materia e con questi contenuti essenziali”. Il decreto legislativo prodotto
dal governo deve sottostare ai limiti indicati dalla Iegge di delega. Possiamo quindi dire che il decreto legislativo
è un atto del governo avente valore di Iegge, che può essere emanato dal governo solamente se esso è stato
delegato ad emanarlo dal parlamento.

DECRETO LEGGE
Il decreto legge è un atto emanato dal governo avente forza di Iegge. Secondo la costituzione, il decreto Iegge
interviene in casi straordinari di necessità ed urgenza. Esso entra in vigore il giorno stesso della pubblicazione in
gazzetta ufficiale e dev’essere presentato alle camere, che entro 60 giorni, devono decidere se approvare o
meno questo decreto Iegge. Successivamente all’approvazione da parte delle camere, il decreto Iegge
dev’essere promulgato dal presidente della repubblica per essere trasformato in legge. Se il decreto non viene
trasformato in legge entro 60 giorni, esso decade dal giorno stesso della sua nascita, come se non fosse mai
esistito. I decreti legge possono essere emendati: se un decreto viene emendato, la disposizione originaria perde
d’efficacia fin dall’origine, a meno che non venga salvata, ossia venga deciso il contrario.
Quando il decreto Iegge viene presentato alle camere, il governo può porre la fiducia, ossia, può chiedere al
parlamento di votare il provvedimento legislativo così com’è, senza emendamenti, subordinando la propria
sopravvivenza come governo al fatto che venga votato tale decreto Iegge. Esistono però delle condizioni per le
quali il governo non può chiedere il voto di fiducia.

DIRITTO DELL’UNIONE EUROPEA


Il diritto delI’UE è complesso; ha una varietà di fonti che sono poste in ordine gerarchico.
L’equivalente alla costituzione, ossia al grado più alto, sono i trattati.
Al di sotto, sul piano della legislazione primaria, ci sono due tipologie di norme:
🡪 Regolamenti
🡪 Direttive

Le direttive sono atti normativi nati per rivolgersi agli stati, obbligandoli ad introdurre certe tutele per i cittadini.
Le direttive vengono utilizzate per rivolgersi ai vari stati, imponendo ad essi di fare determinate cose. Spesso le
direttive sono molto specifiche. Una direttiva, ad esempio, può imporre allo stato di introdurre una certa
disciplina in un dato periodo di tempo. Se Io stato, allo scadere del tempo previsto per adeguarsi, non l’ha fatto,
non traduce in norme interne questa direttiva, essa è immediatamente applicabile.
GDPR (General Data Protection Regulation): regolamento sulla privacy che una volta era direttiva. Il passaggio
da direttiva a regolamento ha rinforzato la tutela. Se il GDPR ci tutela, da quale giudice andiamo? Dal giudice
nazionale, non dal giudice dell’unione europea. Questa è una caratteristica specifica del diritto dell’unione
europea. Le normative dell’unione europea che ci danno delle tutele, sono utilizzabili di fronte al nostro giudice
internazionale; ho un problema con un provider di servizi che non mi tutela? Non devo andare dalla corte di
giustizia in Lussemburgo, ma dal mio giudice nazionale.

Cosa accade se c’è un conflitto tra diritto europeo e diritto italiano? Il giudice italiano fa prevalere il diritto
dell’unione europea.
Cosa accade se c’è un dubbio suIl’interpretazione di una norma europea? Il giudice nazionale può investire
della questione la corte di giustizia; sospende la causa e chiede alla corte di giustizia un’interpretazione sul
suo diritto. Quando Io fa, descrive alla corte il caso, al fine di aver un’interpretazione che tenga conto del
caso; la corte di giustizia risponde dando interpretazione adeguata in quel contesto al giudice nazionale. Chi
poi decide del caso, è il giudice nazionale.
Questo accade anche nei casi di conflitto tra la Iegge con la norma interna e il diritto dell’unione europea: si
chiede alla corte di giustizia l’interpretazione. Essa giudicherà solo il suo diritto, in quanto ha il monopolio
dell’interpretazione del diritto europeo.

LE ISTITUZIONI DELL’UNIONE EUROPEA


1) Consiglio Europeo: Raccoglie i capi deII’esecutivo, ossia nel nostro caso il presidente del consiglio,
ma per esempio nel caso della Francia il presidente della repubblica.
2) Consiglio dei ministri: adunanze, riunioni per ministeri, per materia.
3) Parlamento Europeo: Organo eletto direttamente dai cittadini europei.
4) Commissione Europea: Ha un ruolo centrale nell’esecuzione della volontà politica dell’unione
europea; ha funzione esecutiva.
5) Corte di giustizia dell’unione europea. Essa ha una varietà di competenze:

🡪 Dirige i conflitti tra gli stati


🡪 Può giudicare le violazioni dei trattati all’interno dell’unione europea
🡪 Giudica le questioni preliminari poste dai giudici nazionali; questa è la sua funzione più importante.

I RAPPORTI CON LE REGIONI


In base all’articolo 5 della costituzione, la Repubblica è indivisibile ma riconosce ’le autonomie locali.
Lo Stato e le regioni sono gli unici enti in grado di produrre leggi, con l’eccezione delle provincie di Trento e
Bolzano, in quanto possono legiferare anche Ioro.
I rapporti tra stato e regioni non sono di gerarchia, ma di competenza, che è posta su un piano orizzontale: Io
Stato non sta sopra la regione, è semplicemente accanto.

Le fonti regionali sono:


1) Statuto: dice com’è organizzata la regione e come funziona.
2) Legge regionale: deve rispettare Io statuto.
3) Regolamenti regionali.

Tra stato e regione ci sono però alcune competenze concorrenti; l’articolo 117 della costituzione enuncia le
materie di legislazione concorrenti.

Chi ha la competenza in materia di sanità?


L’idea base è che la sanità debba essere gestita dalle regioni, ma Io stato deve garantire dei livelli essenziali delle
prestazioni.
LA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO
La corte europea dei diritti dell’uomo fa parte degli organi generati dalla convenzione europea dei diritti
dell’uomo, quindi non è un organo dell’unione europea.
La convenzione europea dei diritti dell’uomo nasce nel 1950 con una serie di organi; il più importante è la corte
europea dei diritti dell’uomo.
La corte europea dei diritti dell’uomo tutela il rispetto della convenzione, ossia del trattato internazionale tra
47 paesi. In essa troviamo un elenco dei diritti fondamentali che vanno rispettati ed assomigliano ai diritti
della costituzione.
L’UE aderisce alla convenzione europea dei diritti dell’uomo: se un paese vuole entrare neII’UE, una tra le tre
condizioni fondamentali è che aderisca alla convenzione.

Come funziona un procedimento di fronte alla corte europea dei diritti dell’uomo?
Un individuo o un gruppo può agire nei confronti di uno stato di fronte alla corte europea, lamentando la
violazione di uno o più dei suoi diritti.
Lo stato viene giudicato dalla corte, e può essere ritenuto responsabile: condannato per la violazione di un
determinato diritto.
La violazione può anche essere legata alla mancanza di tutela e protezione da parte dello stato.

Cosa succede se lo stato è ritenuto responsabile?


Lo stato, se ritenuto responsabile, avrà una sanzione pecuniaria.
Dopo la sanzione, esso dovrebbe correggersi, rimuovere la ragione della violazione.

Quando ci si può rivolgere alla corte europea dei diritti dell’uomo?


Ci si può rivolgere alla corte quando sono esauriti i rimedi interni, ossia, quando ho terminato le forme di tutela
che il mio stato mi garantiva.
Oppure, ci si può rivolgere alla corte se Io stato non da alcuno strumento di tutela.
Il fatto di potersi rivolgere alla corte solo “dopo”, ha creato un problema, in quanto i tempi di attesa per
ottenere una risposta dalla corte si sono dilatati.
Qualche anno fa è stato introdotto un protocollo, ossia un altro trattato che si inserisce nel trattato stesso; testi
che producono norme che si aggiungono alla convenzione.
Il sedicesimo protocollo consente (a certe condizioni) che un giudice nazionale si rivolga alla corte europea per
chiedere un’opinione4 advisory opinion.
Il giudice nazionale non chiede di emettere una sentenza, ma solo un’opinione, in modo da poter giudicare il
caso, sapendo già cosa ne pensa la corte in merito.
Questo protocollo non è però in vigore per l’ltalia.

La corte di giustizia europea spesso cita la convenzione europea dei diritti dell’uomo; la menziona, la utilizza per
giudicare.
Possiamo quindi affermare l’esistenza di un dialogo tra le due corti di Lussemburgo (corte di giustizia europea) e
Strasburgo (corte europea dei diritti dell’uomo).
Dal punto di vista del nucleo di diritti, la convenzione ha a che fare con i diritti fondamentali, mentre l’UE con le
dimensioni economiche.
Le sentenze della corte di giustizia europea sono immediatamente applicate dal giudice, mentre quelle della
corte europea dei diritti dell’uomo no: sta al vincitore convincere Io stato a cambiare.

I POTERI DELLO STATO


Esistono tre poteri, tre soggetti diversi che si occupano di funzioni diverse.
1) Legislativo
2) Esecutivo: apparato che si occupa della componente pubblica amministrazione; porta ad
esecuzione la volontà del legislatore tramite la pubblica amministrazione.
3) Giudiziario: è quelI’apparato che si occupa di garantire l’osservazione delle leggi nel caso concreto.

La Iegge ha due caratteristiche:


1) È generale: si applica ad una massa indefinita di persone
2) È astratta: si applica indefinitamente nel tempo
Ci sono due organi fondamentali che sono di garanzia: Il presidente della repubblica e la corte costituzionale.

IL POTERE LEGISLATIVO
Il potere legislativo è diviso tra il senato della repubblica e la camera dei deputati.
Nell’approvare una Iegge, ci dev’essere una perfetta concordanza tra le due camere, altrimenti si crea il
cosiddetto fenomeno della navette.
Per scongiurare questo fenomeno, quando si fa un testo legislativo, ci si confronta già con l’altra camera.
L’aspetto che rende difficile il procedimento legislativo è il sistema degli emendamenti, ossia la possibilità
che ha ciascun parlamentare di presentare emendamenti.
Ciascun parlamentare può quindi proporre delle modifiche al testo legislativo, perciò i testi da analizzare non
sono solo uno, ma infiniti, contando li emendamenti.

Cosa accade?
In base ai regolamenti parlamentari, qualsiasi proposta di Iegge viene assegnata ad una commissione (divisa in
base alle materie; ciascuna delle camere ne ha 14). Per cui, c’è un numero ristretto di deputati e senatori che
affronta il tema di un nuovo testo normativo.
La commissione analizza tutti gli emendamenti e il testo legislativo.
Gli emendamenti possono anche essere votati contro stalla commissione, però poi essere portati in aula.
Dalla commissione esce un testo che è stato approvato dalla maggioranza della commissione, ma poi esso viene
votato dall’aula al completo.

Il parlamento è centrale perché nel nostro ordinamento rimane centrale il principio di legalità.
Principio di legalità: è uno dei caratteri essenziali dello stato di diritto: si afferma l’idea che ogni attività dei
pubblici poteri debba trovare fondamento in una Iegge, quale atto del Parlamento, a sua volta unico organo che
è diretta espressione della sovranità popolare o della nazione.

Il parlamento rimane centrale anche nel processo di revisione costituzionale, perché è richiesto che ciascuna
camera del parlamento si esprima due volte sulI’ipotesi di modifica della costituzione o dell’ingresso di una
nuova Iegge costituzionale.
Le leggi di revisione richiedono due votazioni da parte di entrambe le camere a distanza di tre mesi massimo, e
può essere richiesto un referendum approvativo se la maggioranza non ha superato i due terzi del parlamento.

La centralità del parlamento ha a che fare anche con noi, in quanto nella costituzione italiana c’è un ricorso
molto limitato al referendum, ossia al massimo dell’espressione popolare.
La costituzione non prevede un referendum legislativo: il popolo italiano non può andare al voto chiedendo di
introdurre una Iegge. Ci sono però i referendum abrogativi e approvativi.
Ciò significa che non si ha la possibilità di introdurre una Iegge se non tramite il parlamento.
Il parlamento di esprime eleggendo il presidente della repubblica e i cinque giudici della corte costituzionale.

LA COMPOSIZIONE DEL PARLAMENTO


I partiti nascevano dai gruppi parlamentari.
È funzionale alla vita della democrazia il fatto che esistano dei partiti, che normalmente coincidono con dei
gruppi parlamentari.
L’esistenza dei gruppi parlamentari è fondamentale, perché nelle discussioni normalmente i gruppi parlamentari
sono uniti: viene concesso ad un solo rappresentante per gruppo parlamentare di esprimersi.
I vari partiti, concorrono alle elezioni politiche, le quali si svolgono su base proporzionale o maggioritaria.

1) Base maggioritaria: il territorio viene diviso in circoscrizioni ed in ciascuna viene eletto un


solo rappresentante.
2) Base proporzionale: i seggi distribuiti per ciascuna circoscrizione sono più di uno; vengono eletti
proporzionalmente più parlamentari. Il sistema proporzionale può essere con preferenze o a lista
bloccata. Con preferenze: l’elettore non vota solamente il partito politico, ma anche il candidato che
preferisce all’interno del partito.
- Lista bloccata: gli elettori non effettuano una scelta del candidato, perché essa è stata predecisa da
chi ha proposto la lista. Con la lista bloccata, vengono elette le prime due persone della lista,
nell’ordine con il quale essa è stata compilata.

Art. 49 costituzione:
Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo
democratico a determinare la politica nazionale.

Cosa s’intende per “Metodo democratico”?


Abbiamo due letture differenti della parola “Democratico”:
1) Democratico: accettare che la lotta politica si svolga con gli strumenti della democrazia,
ovvero accetto che vi sia una competizione politica e accetto come partito politico, che
qualunque azione politica si svolga nel perimetro dell’istituzione democratica.
2) I partiti politici devono essere strutturati democraticamente? No, perché chiedere ai partiti
politici di strutturarsi è violare l’autonomia associativa di ciascuna associazione politica.
Questo pone dei problemi dal punto di vista del funzionamento democratico: i partiti
compilano le liste dei candidati con una scelta specifica, fanno delle liste bloccate.
L’elettore può scegliere per che partito votare, ma non ha scelta in merito al candidato:
questo riduce significativamente la capacità degli elettori di governare partiti politici.

(Considerazioni di Pin)
Concorrenza nel mercato: necessità che un mercato sia concorrenziale, che all’interno del mercato
permanga una pluralità di provider di servizi, di fornitori di servizi e che le norme che regolano quel
mercato promuovano la coesistenza di più fornitori di servizi.

Concorrenza per il mercato: è legata a mercati in cui storicamente è stato presente o l’operatore pubblico
o un operatore monopolistico.
La concorrenza per il mercato promuove la trasformazione di mercati monopolistici in mercati
concorrenziali.

Queste due teorie convivono, dicono che i servizi devono essere accessibili e che un mercato dev’essere
occupato da una pluralità di operatori. Questo fa parte della cultura fondamentale, dell’economia sociale
di mercato.

L’idea fondamentale è che ci sono dei diritti sociali da proteggere. Questi diritti come li garantisce l’UE?
Creando una economia di mercato. Non c’è la pianificazione dei servizi.
L’UE garantisce l’esistenza di mercati aperti e concorrenziali in cui ciascuno trovi il suo spazio; ci sono degli
ammortizzatori per chi non trova spazio affinché possa rientrare; non ci sono velleità di monopolizzare il
mercato o di sostituirsi al privato. Non c’è una sostituzione del pubblico al privato, c’è un sostegno del
pubblico affinché il privato riesca a stare nel mercato. Dentro l’UE c’è stata anche una promozione per
l’esistenza deIl’authorities.
IL GOVERNO
Come si forma il governo? La costituzione dice “il presidente della repubblica nomina il presidente del consiglio dei
ministri e, su proposta di questo, i ministri”.
Il presidente della repubblica è un potere di garanzia, non esprime una maggioranza politica, tant’è che egli dura più
delle maggioranze politiche. Un parlamento dura 5 anni, mentre il presidente della repubblica 7.
Il presidente sopravvive alla maggioranza politica parlamentare che l’ha eletto.
Il presidente della repubblica favorisce il dialogo parlamentare per individuare la persona che sarà in grado di fare un
governo (presidente del consiglio).
Come si stabilisce chi è la persona? È la compagine governativa, a iniziare dal presidente del consiglio, che può
detenere una maggioranza parlamentare.
Dopo le elezioni, il presidente della repubblica effettua le consultazioni; ossia delle lunghe conversazioni con le varie
forze politiche per individuare i punti di contatto. Su queste basi si individuava la persona e una forza di programma.
In base alla maggioranza politica che si veniva a formare, si individuavano anche i membri del governo.
Sulla base dell’elenco dei ministri e del programma, il presidente del consiglio, nominato dal presidente della
repubblica, si recava in parlamento chiedendo che venisse votata la fiducia. L’italia richiede la fiducia di entrambe le
camere; basta perdere la fiducia di una delle due camere per far cadere il governo
🡪 bicameralismo perfetto.

Di cosa è composto il governo?


Del presidente del consiglio e dei ministri. Il presidente del consiglio dei ministri normalmente esprime l’indirizzo
politico generale del governo, ma il governo funziona collegialmente.
Il presidente è una figura centrale perché esprime l’orientamento politico del governo; è responsabile dell’operato del
governo. Se lui si dimette anche per ragioni personali, bisogna riprendere la fiducia dalle camere.

Dal punto di vista del potere, il governo è nato per essere collegiale; è composto dal presidente del consiglio e dai
ministri, che esprimono le varie partizioni della pubblica amministrazione statale.
I ministri sono a capo dei ministeri (dell’apparato).
Esistono anche i ministri senza portafoglio; essi esprimono il fatto che non esiste un vero apparato amministrativo che
fa loro capo, esprimono piuttosto un profilo d’interesse all’interno dell’attività del governo.
Al di sotto dei ministri ci sono i vice ministri e i sotto segretari, i quali si occupano di partizioni del ministero.

I ministri sono i ministri che hanno un apparato della pubblica amministrazione al di sotto di se, di cui sono responsabili
(ministro dell’interno..).
I ministri senza portafoglio non hanno un apparato amministrativo di riferimento, si occupano di una funzione, di una
problematica; ad esempio, possono avere degli uffici, ma non una vera e propria pubblica amministrazione che si
occupa ad esempio di integrazione.
Hanno un ruolo che si individua non per una amministrazione di riferimento, ma per una funzione, per un obiettivo.

C’è un rapporto di fiducia tra le camere ed il governo;


Come finisce il rapporto di fiducia? Con una mozione di sfiducia nei confronti del governo: al parlamento basta che una
delle due camere abbia all’ordine del giorno la questione della fiducia e vota se mantenere o togliere la fiducia al
governo.
La mozione di sfiducia nei confronti del governo non ha mai funzionato.
Normalmente accade che il presidente del consiglio vede che non ha più la fiducia, che una parte della sua
maggioranza non lo sostiene più, e va dal presidente della repubblica a rassegnare le dimissioni.

Quando il governo cade (perde la fiducia) o è dimissionario (quando il presidente del consiglio da le dimissioni) prevede
che per l’ordinaria amministrazione il consiglio dei ministri rimanga in essere finché non è sostituito dal successivo.
Non vengono prese decisioni politiche, non vengono introdotte norme, ma siccome il ministro effettua una serie di atti
appartenenti alla pubblica amministrazione
Quando il presidente della repubblica scioglie le camere anticipatamente, succede che ci sono una serie di atti che
devono essere presi; Vanno convocati i comizi elettorali, bisogna stabilire la data delle elezioni etc..
Questo non si sospende perché termina la vita del consiglio dei ministri. Lo fa chi in quel momento è incaricato
dell’attività ministeriale.
Per fare altre cose, il governo ha bisogno della fiducia delle camere; quando cade o è dimissionario può svolgere solo
atti di pubblica amministrazione in attesa che venga creato un nuovo governo.
Cosa succede quando viene meno il rapporto di fiducia tra il governo e il parlamento?
Il presidente della repubblica deve ricercare l’esistenza di una maggioranza alternativa all’interno del parlamento
esistente.
Se il parlamento esprime un altro governo, si può comunque andare avanti.
Quando cade un governo non si va alle elezioni; si va solo quando non si riesce a trovare una maggioranza alternativa.

Come verifica il presidente della repubblica l’esistenza di una maggioranza alternativa?


Tramite le consultazioni, sente i vari partiti; una volta sentiti, stabilisce che c’è una possibilità che si formi un governo.
A quel punto incarica un presidente del consiglio potenziale a stabilire qual è il perimetro della maggioranza e qual è il
perimetro del programma. Da l’incarico a Giuseppe Conte, che non è ancora nominato presidente del consiglio, è solo
incaricato. Quell’incarico fa si che il presidente nominato Conte non debba andare in parlamento a chiedere la fiducia,
in quanto è solo incaricato. Normalmente l’incarico avviene con riserva; dice: accetto l’incarico con riserva di valutare
l’esistenza di una maggioranza; si prende il tempo che serve per stabilire se c’è un programma e se c’è una
maggioranza.
Torna poi dal presidente della repubblica dicendo di aver trovato una maggioranza; a quel punto il presidente della
repubblica nomina il presidente del consiglio, che a quel punto deve recarsi in parlamento per ricevere la fiducia.
Fasi: consultazioni del presidente della repubblica; incarico al presidente del consiglio, il quale accetta con riserva;
consultazioni del presidente del consiglio interne alla potenziale maggioranza; ritorno del presidente del consiglio che
scioglie la riserva; nomina del presidente della repubblica nei confronti del presidente del consiglio e poi si va in
parlamento a chiedere la fiducia alle camere.

I poteri normativi
Primari: Sono i regolamenti dell’esecutivo e gli atti aventi forza di legge (legge, decreti legge, decreti legislativi) questi
sono atti collegiali, che esprimono la collegialità della volontà governativa.
Secondari: Regolamenti. Esistono i regolamenti ministeriali, del singolo ministero; non sono però atti che si applicano
alla generalità dei cittadini ma sono rivolti agli uffici ministeriali.

Dal 2013 in poi neanche dentro il governo, ci si riesce a mettersi d’accordo, perciò non esce un decreto legge, ma un
comunicato che dice che è stato approvato un decreto legge che vieta di uscire salvo intese per esempio.
Non c’è quindi la fonte del diritto, non esiste ancora perché non si sono ancora messi d’accordo. Magari si sono messi
d’accordo solo su un punto, ma tanti altri assetti sono ancora da decidere. Nel frattempo quindi esce questo
comunicato.
Si sta andando verso una transizione per cui, i decreti legge approvati salvo intese sono parecchi.

Quando il governo presenta al parlamento una proposta di legge, quella proposta non esplica effetti, è solo un disegno
di legge. Essa è collegiale; non può farla il presidente del consiglio da solo.
Se il governo non è d’accordo con lui, non la può presentare.
DPCM: decreto del presidente del consiglio dei ministri. Non è un decreto legge, nemmeno un regolamento. Il DPCM è
un atto del solo presidente del consiglio dei ministri; un atto che il presidente del consiglio adotta, autonomamente,
per promuovere un interesse pre deciso; quindi è un atto esecutivo, che esegue la volontà. Quale volontà? Dove?
Perché qualche tempo fa è uscita una legge di conversione del decreto legge, che in quel caso il governo ha fatto un
decreto legge, e questo decreto legge è stato convertito in legge dal parlamento, che da al presidente del consiglio il
potere di adottare gli atti necessari a tutelare la salute pubblica durante la pandemia.

Sono atti che rientrano nell’ambito delle misure relative alla pandemia ed è limitato nel tempo. Il parlamento ha
introdotto una norma che insieme legittima il presidente del consiglio ad intervenire ma gli da anche dei limiti. “Puoi
fare quello che riguarda la pandemia fino al..” .
Non si incorre nelle difficoltà che incontrano i decreti legge.

Il DPCM è un atto del solo presidente del consiglio dei ministri, il quale è autorizzato ad emanare dei provvedimenti
necessari (in questo caso) al contrasto della pandemia, all’interno di quanto consentito da un atto legislativo.
C’è stato un decreto legge del consiglio dei ministri che è diventato legge, che ha autorizzato il presidente del consiglio
ad emanare i famosi DPCM.
Il DPCM è sempre esistito, ma nei primi mesi della pandemia non c’era un decreto legge o una legge che legittimava il
presidente del consiglio a fare DPCM; il presidente del consiglio ha utilizzato una norma di diversi anni prima che dava
al presidente del consiglio i poteri di protezione civile. La protezione civile dipende dal presidente del consiglio dei
ministri. C’è ancora una norma che consente al presidente di prendere i provvedimenti necessari a scongiurare
l’impatto di calamità, ed è una norma molto generica. Questa norma è stata utilizzata nelle prime settimane della
pandemia per intervenire, tant’è che alcuni hanno detto che le norme che il presidente del consiglio stava
introducendo contro la pandemia sono così poco legate alle emergenze per cui erano pre… quindi i decreti del
presidente del consiglio dei ministri sono illegittimi, contrari alla legge.
Dopo alcune settimane il presidente del consiglio ha iniziato a presentare dei decreti legge al parlamento che gli
dessero questo potere, ponendo la fiducia.

Semestre bianco: periodo nel quale il presidente della repubblica non può sciogliere le camere a meno che il periodo
non coincida con un periodo di naturale scadenza delle camere.
Si va alle elezioni quando vengono sciolte le camere; si radunano solo per la conversione del decreto legge.
Quando accade lo scioglimento delle camere? O dopo cinque anni oppure quando lo stabilisce il presidente della
repubblica, perché nel parlamento non c’è una maggioranza. Quindi devo ridare ai cittadini il ruolo di votare un nuovo
parlamento.
Il presidente della repubblica in scadenza di mandato potrebbe voler utilizzare questo potere per tentare di farsi
rieleggere. Questo non può farlo negli ultimi sei mesi del suo mandato, tranne nella circostanza che nei sei mesi ci sia la
scadenza naturale delle camere.

LE IMPLICAZIONI DELLA TECNOLOGIA


I mezzi e i media 🡪“mercato delle idee”: si creano delle aree di dibattito in cui queste idee vengono
espresse dinamicamente.
Anni fa c’erano le cosiddette tribune politiche nelle quali i vari partiti esponevano le proprie idee.
🡪Il dibattito favoriva la valutazione e la creazione di compromessi. Le varie forze politiche si sarebbero
confrontate trovando posizioni di compromesso.
Tutto questo si è trasformato negli ultimi anni.

Nel 1994 nasce il partito di Forza Italia la cui prima azione pubblica fu la discesa in campo con una
videocassetta in cui Berlusconi espone la linea politica (l’ideologia) del suo partito.
🡪 Si fa pubblicità politica nel contesto televisivo
In questo modo Berlusconi è entrato nella casa di tutti gli italiani con un monologo, senza fare comizi in
piazze e senza incontrare la diretta opposizione

Si passa dunque da una fase di dibattito (mercato delle idee) a una fase nella quale il mercato lo generiamo
noi andando a cercare le comunicazioni politiche, ciascuna delle quali è un monologo.

Fino a qualche anno fa c’erano le PREFERENZE 🡪 I’elettore vota il partito ma ha la possibilità di esprimere
anche quali canditati preferirebbe venissero eletti.
“Lista bloccata”🡪 è sufficiente una persona che sia in grado di trasmettere una comunicazione efficace
Il passaggio dalla pluralità di voci non riguarda solo il contrasto tra forze politiche, ma riguarda anche
l’interno delle forze politiche dove ci sono le preferenze più forze politiche vogliono esprimere la Ioro
opinione 🡪ciò costituisce uno svantaggio, è difficile curare la strategia.
La strategia più sicura ed efficace è quella che si concentra su poche voci, veicolando il messaggio tramite
Ioro. 🡪pochi punti di riferimento sono più controllabili e gestibili.
Ciò costituisce un cambiamento strutturale dei partiti.

Il capo è diventato il frontman, l’uomo immagine, quello che fa vendere il prodotto ed è così importante
che la vita del partito politico passa in secondo piano. 🡪c’è un’identificazione estrema tra partito e la
persona🡪 è così importante che non è nemmeno necessario che il leader sia un parlamentare. Il capo
diventa la persona tramite la quale si veniva a conoscenza del contenuto e dell’orientamento del partito.
Nei social media si creano delle aree indipendenti che non sono facilmente porose basate sulle nostre
possibili ricerche e affinità ideologiche/politiche.
La capacità pervasiva dei social media, ovvero delle risorse legate al web, è enorme🡪 consente alle
persone di prendere delle decisioni sulla base di priorità diverse costruite grazie a rappresentazioni
della realtà che sono differenti🡪 radicalizzare il pensiero attraverso i media.
Tutto ciò fa si che si creino delle bolle informative in cui le informazioni stesse non escono dalla bolla ma
si muovano la suo interno.
🡪 ECHO CHAMBERS: in cui un’idea riecheggia all’interno delle mura e non viene messa in discussione ma si
rafforza. Esse sono omogenee e ripetitive del nucleo delle idee che le caratterizza. Sono delle sfere di
utenza di persone che sono connesse e condividono la propria opinione e interessi. La caratteristica degli
echo chambers è quella di sviluppare un’area nella quale l’opinione o un interesse si rinforza mentre
progressivamente vengono discusse opinioni divergenti

È possibile estrapolare un aspetto da un’informazione e poi veicolarlo e farlo circolare🡪 ciò costituisce una
specie di fake news, è una verità parziale.

🡪Al giorno d’oggi e molto più facile ottenere consenso pubblico attraverso i social media.

C’è un aspetto della trasformazione del sistema politico: i social media consentono a ciascun leader di
avere un rapporto personale con i cittadini🡪 I social network sono diventati uno strumento di
divulgazione/comunicazione politica, essi hanno una diffusione di tipo globale

IPod🡪 strumenti di software che amplificano gli echo chamber rilanciando informazioni, aumentando l’eco
di una certa informazione e consolidando l’opinione. Fanno ciò utilizzando la cosiddetta profilazione. Sono
dunque strumenti di potenziamento delle opinioni e delle bolle informative.

IL PROBLEMA DELL’INFORMAZIONE POLITICA


Tradizionalmente se guardiamo come è avvenuta l’attività elettorale:
• c’è stata una iper-regolazione delle comunicazioni politiche durante le campagne
elettorali, ovvero dopo la discesa in campo nel ‘94 di Berlusconi con il Partito Forza Italia,
a causa della lievitata offerta di reti, la possibilità/capacità di entrare nella società era
maggiore
• è stato regolato il duopolio delle telecomunicazioni privato-pubblico, poi mitigato dal digitale

Vi sono stati diversi tentavi di limitare il potenziale strapotere che si sarebbe potuto venire a creare🡪
hanno tentato di tutelare un pluralismo di informazioni sul piano della politica alla regia della campagna
elettorale.
L’intervento dei social media ha creato tutta una dinamica che consente non solo di irradiare il proprio
messaggio tramite strumenti nuove ma anche strumenti di profilazione attraverso cui si conosce di più🡪
tutto è diventato molto più raffinato.
I social media sono diventati forme di dibattito, sono piattaforme controllate da un privato che sono rese
pubbliche, sono accessibili a tutti.

I problemi attuali:
- informazione/informazione politica/circolazione delle informazioni (echo chambers)
- la proprietà privata delle piattaforme e Io «spazio pubblico»
- il ruolo deII’autoregoIazione: moderazione o censura? Con strumenti artificiali?
- le pagine personali delle figure istituzionali e la Ioro accessibilità

Tema della censura: i social media aumentano Io spazio pubblico ma lo frammentano e così facendo
creano delle sfere informative potenzialmente indipendenti e separata. 🡪 Questa separazione può
essere deleteria perché in questo modo una bugia può ripetersi.
Per questo i social media si pongono il problema della possibilità di moderare gli interventi perché
potrebbero ridicolizzare o privare di credibilità le informazioni.

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA


Il presidente della repubblica è il capo dello stato e rappresenta l’unità nazionale e le istituzioni.
È eletto dal parlamento in seduta comune ogni 7 anni; è prevista la maggioranza qualificata, ovvero più della
maggioranza assoluta.
Il presidente rimane in carica 7 anni, in tal modo supera la durata dell’organo dal quale è stato eletto,
ovvero il parlamento, che ha una durata di cinque anni. Il presidente è rieleggibile.
Il presidente della repubblica non esprime un orientamento politico, ma è la sintesi di vari ordinamenti politici.
Egli esprime l’indirizzo politico- costituzionale: non esprime un programma politico specifico, ma quella che
dovrebbe essere l’espressione della costituzione stessa.
Quando i vari rappresentanti degli stati si radunano su piano internazionale, per quanto riguarda l’ItaIia,
non è presente il presidente della repubblica ma il presidente del consiglio🡪 esprime l’indirizzo politico.
Il presidente della repubblica non fa leggi, non le esegue e non emette sentenze, però interviene a
rappresentare l’unità nazionale in ciascuno di questi contesti.

Il presidente ha dei poteri importanti che può esercitare, per esempio ha il potere di veto
🡪 rifiuto da parte del presidente di promulgare una legge o un atto avente forza di Iegge (la legge non
esplica effetti se non è promulgata dal presidente). Egli quindi puó ostacolare l’espressione della volontà
popolare (espressa dal parlamento) in nome del rispetto della costituzione.
Il potere di veto è un esempio di come il presidente della repubblica intervenga nel corso di un
procedimento legislativo.
Il caso più frequente di rifiuto della promulgazione è la mancanza di copertura economica di un
procedimento🡪 ogni Iegge che comporta delle spese, deve indicare le risorse con le quali fargli fronte.
Quando il presidente nega la promulgazione, la proposta di legge passa di nuovo alle camere che, se la
approvano senza modifiche, costringono il presidente della Repubblica a promulgarla.
Se invece apportano delle modifiche, allora il presidente può esercitare nuovamente il suo potere di veto.

Per quanto riguarda il procedimento esecutivo, qui il presidente ha maggiori leve;


Il ruolo più importante che ha è la formazione del governo, in quanto nomina il presidente del consiglio e,
su proposta di questo, i ministri.
Formando il governo, il presidente della Repubblica può forzare l’approvazione di una certa coalizione,
tentare di mediare tra le forze politiche ecc.

Per quanto riguarda il procedimento giudiziario, il presidente della Repubblica ha per esempio
il potere di grazia🡪 puó liberare una persona dal carcere, facendo cessare gli effetti di una condanna penale.
Ogni atto del presidente della Repubblica dev’essere controfirmato: il ministro competente a
controfirmare queII’atto è il ministro di grazia e giustizia.

Il presidente della Repubblica nomina 5 senatori a vita, che sono delle persone che hanno «illustrato la
Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario».
Sono punti di riferimento per la cultura ed il senso civico nazionale.
Il presidente della Repubblica nomina anche 5 giudici della corte costituzionale e presiede il consiglio
superiore della magistratura; oltre a ciò, è il capo del consiglio supremo di difesa.

PROBLEMA DELLA RISERVATEZZA E L’ESIGENZA DI TRASPARENZA


Trasparenza intesa nella vita politica.
In costituzione è previsto che non si possa intercettare un parlamentare senza autorizzazione: i
parlamentari quindi godono di una particolare discrezione, anche nei confronti del potere giudiziario.
La costituzione non dice peró se il presidente della Repubblica puó essere o meno intercettato.
La corte costituzionale dice che il silenzio costituzionale non sta a significare che il presidente non è
tutelato, ma al contrario, che non è mai intercettabile.
Siccome il presidente non è intercettabile, l’informazione contenuta nell’eventuale intercettazione non è
utilizzabile. Si pone un problema tecnologico🡪 si dice che il presidente non può essere intercettato, questo
però non esclude che venga intercettato perché si stava intercettando il telefono del suo interlocutore.

RAPPORTO TRA DIRITTO E DOVERE


Si identifica come diritto, una pretesa tutelata dall’ordinamento.
Nel costituzionalismo europeo contemporaneo i diritti delle costituzioni sono concepiti come diritti nei
confronti di terzi e nei confronti della pubblica autorità, sono perciò detti 🡪 'Diritti orizzontali’, nati per
limitare chi sta sopra, ovvero il potere pubblico.
Si identifica come dovere, una precisa azione imposta; un obbligo al quale non è possibile venir meno.
La sostanziale differenza tra i due diversi concetti è data dal fatto che solamente nel caso in cui venga
violato il secondo tipo di obbligo, s’incorre in una penale giuridica, la cui applicazione viene sancita e
regolata dalla legislazione vigente nello stato.

IL POTERE GIUDIZIARIO
Il potere giudiziario garantisce che le norme vengano applicate in maniera costante ed uniforme.
Una volta promulgate le leggi occorre vigilare perché tutti i cittadini le rispettino e punire coloro che le
infrangono. A questo compito fondamentale provvede la Magistratura, che esercita il terzo potere dello
Stato: il potere giudiziario.

Per poter esercitare il potere giudiziario senza interferenze e garantire il principio dell’uguagIianza di tutti
davanti alla legge, la Magistratura deve essere indipendente. Per questo la Magistratura non riceve il suo
incarico dai cittadini o dal Parlamento o dal Governo, ma si autogoverna: ogni magistrato risponde del suo
operato solo davanti alla legge e davanti agli altri magistrati.

Ecco perché a capo della Magistratura c’è il Consiglio superiore della Magistratura, formato per i due terzi
da membri eletti tra gli stessi magistrati e per un terzo da membri eletti dal Parlamento. A presiedere il
Consiglio superiore della Magistratura è il Presidente della Repubblica.

In base alle situazioni e ai rapporti sui quali il giudice è chiamato a intervenire, si può dividere la giurisdizione in
tre grandi insiemi:

La giurisdizione civile, che concerne i rapporti regolati dal diritto privato (ad esempio, i rapporti
ereditari, le procedure del divorzio, le liti in materia di locazione, l’infortunistica stradale ecc.). In
tale ambito la funzione del magistrato è quella di individuare quale delle parti in causa ha ragione e
di procedere al soddisfacimento delle sue richieste.

La giurisdizione penale, che fa invece riferimento a quei comportamenti (reati) sentiti come lesivi
di beni e valori fondamentali per il vivere sociale e per i quali la Iegge stabilisce le conseguenze più
gravi, cioè le pene. In questo caso, la funzione del giudice è quella di accertare se l’imputato ha
tenuto o meno il comportamento a lui attribuito e di stabilire, di conseguenza, la pena a cui deve
sottostare.

La giurisdizione amministrativa, che si attiva in quelle situazioni in cui un soggetto ritiene di


essere stato leso in un suo interesse da un atto illegittimo della pubblica amministrazione (come,
ad esempio, il mancato rilascio della patente di guida a un soggetto che ha superato i test
attitudinali o il procedimento di esproprio di un’area non indennizzato o non sorretto dalla
motivazione di pubblica utilità). In tale giudizio si tratta di accertare sia la lesione di una situazione
meritevole di tutela (quella del cittadino), sia l’illegittimità dell’atto della pubblica
amministrazione.

Per il diritto amministrativo, che regola i rapporti tra il cittadino e la pubblica amministrazione i livelli sono
il tribunale amministrativo regionale TAR (primo livello) e il consiglio di stato (secondo livello) che si trova a Roma.

La colpevolezza o l’innocenza di un imputato viene stabilita attraverso tre gradi di giudizio comuni sia alle
cause civili (generalmente di carattere economico) sia alle cause penali.

Nel primo grado di giudizio i processi si svolgono davanti a un giudice di pace, o in tribunale. Le cause
penali più gravi, come quelle per omicidi e stragi, sono di competenza della Corte d’Assise.
Nel secondo grado di giudizio, contro le sentenze emesse durante il processo di primo grado, si può
ricorrere alla Corte d’appello o alla Corte d’assise d’appello (per i casi discussi in Corte d’assise). Questo
secondo grado di giudizio può addirittura ribaltare le sentenze emesse in primo grado.
Nel terzo grado di giudizio, contro le sentenze di secondo grado, se vi sono elementi per ritenere che il processio sia
stato condotto non interpretando bene le leggi e dunque sia illegittimo, si può ricorrere alla corte di Cassazione, che
non giudica l’imputato ma la sentenza d’appello, e in caso affermativo, procede con il suo annullamento.

LA CORTE DI CASSAZIONE
La corte di cassazione è l’ultimo grado di giudizio; essa non si concentra sui fatti, i quali non vengono
ridiscussi, ma si discute sull’applicazione del diritto ai fatti. La corte di cassazione ha una funzione
nomofilattica.
🡪funzione di assicurare l’unicità, l’uniformità dell’interpretazione del diritto; di fronte a varie ipotesi
interpretative, la corte di cassazione stabilisce qual è l’interpretazione corretta. La corte di cassazione tende
ad assicurare che uguali fenomeni sociali vengano inquadrati giuridicamente allo stesso modo.

Un problema della magistratura è che i processi sono troppi e per questo è difficile smaltirli.
In altri ordinamenti, per esempio in quello anglosassone, c’è un filtro molto forte degli appelli: per
ottenerne uno, bisogna convincere il giudice che c’è una specifica ragione motivata.
In paesi come l’ltalia invece, l’appello viene concesso molto facilmente.

Nel campo delle controversie civili è stato tentato di utilizzare (senza esito positivo) l’intelligenza artificiale
per
distinguere quali processi potessero essere suscettibili di chiusura senza dover procedere con un processo
penale e quali processi andassero invece verso un procedimento. 🡪UtilIzzare l’AI per deflazionare il
contenzioso
(l’esistenza dl una causa, di procedimenti giudiziari aperti).
Nel processo penale, non è possibile mediare un’azione penale.
La cassazione opera a sezioni unite o a sezioni separate (6); ciascuna di esse emette ogni anno migliaia di
migliaia di sentenze.
Uno degli effetti principali è quello di generare tanta incertezza🡪 le cause sono così frequenti, le sezioni
lavorano talmente tanto e contemporaneamente su argomenti che si sovrappongono, che è praticamente
impossibile che non si contraddicano. Questa incertezza impedisce l’attività nomofilattica.

Il ruolo più importante della corte di cassazione è la massimazione🡪strumento con il quale si da


un’omogeneità alla banca dati delle sentenze. La massimazione riassume il contenuto della sentenza in
parole chiave. La capacità di migliorare processando e massimando le sentenze è fondamentale e potrebbe
essere svolta in futuro da un’intelIigenza artificiale.

LA CORTE COSTITUZIONALE
È composta da 15 giudici, eletti per nove anni (è la carica più lunga, supera la durata sia del parlamento che
del presidente della repubblica).
5 giudici sono di nomina del presidente della repubblica, 5 vengono eletti dal parlamento in seduta comune
e 5 sono nominati dalle più alte magistrature. Tutti i giudici devono essere giuristi; non sono rieleggibili.
La corte costituzionale è un potere a sé stante, come il presidente della repubblica. È espressione del
potere di garanzia, tant’è che può accadere che la corte costituzionale giudichi di quanto fa la magistratura.

La corte costituzionale ha una funzione fondamentale🡪 decide la legittimità costituzionale delle leggi e degli
altri atti aventi forza di Iegge: la corte costituzionale interviene dicendo se una Iegge è o non è contraria alla
costituzione, e la sua è la parola definitiva.
Se la Iegge risulta essere contraria alla costituzione, essa è come se non fosse mai esistita: perde efficacia
da quando è entrata in esistenza.
La corte si attiva anche per quelli che vengono chiamati conflitti di attribuzione: quando c’è un conflitto
riguardante la competenza del parlamento oppure nei rapporti tra le regioni.

Come si attiva la corte costituzionale?


1) Entro un termine limitato (60 gg), il governo puó impugnare (portarla all’attenzione della
corte) una legge regionale. Il governo puó impugnare le leggi regionali per qualunque
ragione costituzionale; la regione può impugnare una Iegge statale solo per una
questione riguardante le sue competenze regionali.
2) Un giudice può sollevare una questione d’incostituzionaIità: All’interno di un giudizio che riguarda
una certa norma, il giudice può chiedere alla corte di dichiararla incostituzionale. Il procedimento
è il medesimo della corte di giustizia europea
IL RUOLO DEI MEDIA NELLA CORTE COSTITUZIONALE
Fino al momento in cui la sentenza viene depositata, nessuno la conosce. Viene poi pubblicata nella Gazzetta Ufficiale.
Da diversi anni, la corte costituzionale ha provveduto a pubblicare le sentenze sul proprio sito; in più di un'occasione
nel caso di sentenza delicata dal punto di vista politico, la corte costituzionale ha subito tentativi di compromettere le
funzionalità dell'organo comunicando prima che cosa si aveva deciso.
Da alcuni anni a questa parte la corte ha deciso di parlare con una sua voce: invece che subire i media, uscire.
Inizialmente quello che succedeva nella corte era: si teneva un'udienza in cui le parti esponevano la loro
rappresentazione, dopo l'udienza la corte si radunava nella camera di consiglio, i giudici votavano la decisione E poi
veniva affidato ad un giudice il compito di scrivere la sentenza che poi veniva fatta propria da tutti i giudici.ad un certo
punto è uscita una foto nei social media di una ordinanza mentre usciva dalla camera di consiglio, ossia la primissima
bozza. D'ora in poi, la corte esce con un comunicato stampa immediatamente, appena chiusa la camera di consiglio il
presidente della corte costituzionale e il giudice relatore gettano una pagina o anche mensa, che viene data subito in
pasto alla stampa. Questo è un modo per passare da un soggetto passivo di comunicazione ad un soggetto attivo:
decide lui con cosa uscire, cosa dire. Il ruolo informativo dei social media ha cambiato l’informazione istituzionale.

Che tipi di sentenze emette la corte?


La corte può ritenere una questione infondata: se è così infondata o addirittura manca degli elementi indispensabili per
essere presentata alla corte, la corte non dichiara nemmeno una sentenza, ma emette un'ordinanza nella quale non
guarda nemmeno il contenuto della questione, nota solo che mancano i requisiti fondamentali. Le sentenze affrontano
il caso nel merito; possono trovare una questione infondata, ossia dire che non è incostituzionale, quindi la legge
continua ad applicarsi. Oppure dichiara illegittima una disposizione, dicendo che effettivamente è incostituzionale.
Alcune volte la dichiarazione di incostituzionalità elimina la disposizione, elimina la norma retroattivamente. La
sentenza può anche essere additiva o sostitutiva: aggiunge una parte alla norma o se la sostituisce, senza cancellarla.

LA DINAMICA DEL PROCESSO E GLI INTERESSATI


Quando una causa finisce alla corte costituzionale, chi può intervenire? Possono costituirsi le parti del processo da cui
è scaturito il giudizio. Altre parti che possono costituirsi in giudizio sono chi difende la legittimità della norma (lo Stato
tramite l'avvocatura dello Stato e l'avvocatura regionale, se la legge regionale).
Ci possono essere molto interessati al fatto che questa legge venga definita costituzionale o no, si parla di interesse
qualificato; ci deve essere un interesse particolare ma in genere la corte non ammette nessun altro oltre alle parti.
La corte può decidere di effettuare una fase istruttoria nella quale verifica se c'è un abuso dell'uso della norma. Non c'è
mai stato però un esperto che andasse a controllare.

Che senso ha avere un giudice artificiale che si comporta esattamente come uno naturale?
• probabilmente ci metterebbe meno
• Non è corruttibile
• C’è un risparmio di tempo e di risorse
• Giudica sempre allo stesso modo: è assolutamente prevedibile

Aspetti negativi:
• tende a replicare se stesso
• Non si corregge
• Il procedimento può essere viziato da Bias: pregiudizi. I Bias possono essere dati da un vizio nella programmazione o
in base alle informazioni che il giudice artificiale trova (legato al dataset).

Le sentenze devono essere motivate: la motivazione alla funzione di far capire perché si è giunti ad una certa decisione
e consente l'appello; infatti non ci si può appellare se non c'è una motivazione.

Caso Loomis e software Compass


Questo caso è uno dei tanti che riguardano il fenomeno della giustizia predittiva. Loomis s'era stato sottoposto ad un
procedimento penale. La domanda era se potesse essere liberato anticipatamente, quindi godere del beneficio del
parole. Molti giudici americani hanno iniziato ad usare il sistema compass, che era di ausilio ai giudici nello stabilire se
una persona dovesse essere rilasciata prima o no. Il problema era che il software creava degli indici di pericolosità che
stabilivano la probabilità che una persona potesse delinquere di nuovo.il principio era che se penso tu sia ad alto
rischio, non ti rilascio.
Secondo tale giudizio, il carcerato non poteva essere rilasciato. Loomis successivamente ha detto che stavano
calcolando il rischio male, che era un algoritmo razzista;
L'algoritmo riceveva delle schede di sentenze e di comportamenti, e professava cercando delle costanti. Tra queste
costanti c'era inizialmente la razza. Il software quindi utilizzava sentenze pregresse, e se queste erano Bias, allora
anche il nuovo giudizio sarebbe stato Bias.
Le sentenze pregresse possono effettivamente replicare un problema sociale, possono dare uno storico molto brutto
per alcuni gruppi sociali, ma il data training al quale è stato sottoposto l'algoritmo, assorbe quel dato, ma come fa se
non conosce la razza a diventare discriminatorio?
In questo caso, l'algoritmo aveva il codice postale: in società molto divisa dal punto di vista territoriale, posso cogliere il
gruppo etnico dal codice postale. Il Bias quindi non era diretto ma indiretto. —> il problema di Compass era il dataset

IL RAPPORTO TRA LE FONTI


È di due ordini: gerarchico e cronologico.
Gerarchico: quando una fonte inferiore contraddice la fonte superiore, la fonte inferiore è illegittima. Le fonti inferiori
devono sottostare a quanto prevedono quelle superiori.
Cronologico: si applica tra le fonti che sono sullo stesso piano gerarchico. La legge successiva incompatibile con la
precedente non dichiara la precedente illegittima ma la abroga.

Il diritto internazionale
Il diritto internazionale consuetudinario, in base alla costituzione prevale sulle leggi ordinarie. Fonti di diritto
internazionale pattizio: fonti alle quali si aderisce. Le norme di diritto pattizio nascono dal consenso tra gli Stati; un
trattato internazionale cui l'Italia non ha aderito, non si applica ad essa. Quando si aderisce ad un trattato,
normalmente c'è una legge di esecuzione interna. Quel trattato diventa quindi parte dell'ordinamento interno e
sovrasta le leggi nazionali.

Il caso BUONA SCUOLA


Questo caso riguarda il rapporto tra procedimento amministrativo ed intelligenza artificiale. Il procedimento
amministrativo rappresenta una sequenza di atti della pubblica amministrazione finalizzati alla presa di un
provvedimento.
Il sistema messo in piedi adoperava un algoritmo per processare le richieste degli insegnanti da parte degli istituti, su
base italiana. Il software doveva valutare una serie di elementi come le caratteristiche dell'istituto, i docenti, la distanza
tra istituto e luogo di residenza del docente.alcune persone hanno impugnato il provvedimento: il problema stava nel
fatto che l’algoritmo aveva effettuato un matching dal quale è nato un contenzioso: inizialmente coloro che
lamentavano di essere mandati molto lontano da casa hanno fatto ricorso amministrativo per conoscere i criteri sulla
base dei quali sono stati mandati in quel posto e hanno chiesto di sapere come l'algoritmo aveva effettuato il matching.
Il ministero della scuola ha risposto che l'algoritmo era protetto da proprietà intellettuale.
Il giudice però ha detto che la proprietà intellettuale non è un argomento che può ostacolare il dovere di trasparenza
della pubblica amministrazione sancito dall'articolo 97 della costituzione italiana.
La pubblica amministrazione deve essere trasparente per due ragioni: la prima è che opera in un ambiente
democratico le cui istituzioni rispondono del loro operato e cittadini, quindi un'amministrazione trasparente è
compatibile con un sistema democratico. La seconda ragione è che la trasparenza consente la difesa dell'interesse: per
tutelare i propri diritti bisogna sapere cosa sta dietro ad una decisione; non si possono impugnare provvedimenti
oscuri.
🡪 il diritto di proprietà intellettuale non prevale in questo caso perché non prevale sulla tutela giurisdizionale.

Art.2 cost
“La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si
svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.”

🡪 Esistenza del principio personalista.


Il principio personalista vede il singolo come parte di una comunità. le persone hanno dei diritti in quanto persone e in
quanto membri di una comunità.
Questo principio ha un lato importante, che è il dovere di solidarietà: dovere costituzionale di prendersi cura degli altri.
È in luce l’idea secondo la quale la persona umana è in relazione con gli altri, e questo legame non lo decide il singolo, è
riconosciuto dalla costituzione.

Si può avere una limitazione della libertà personale solo se c’è stata una legge che l’ha previsto o una sentenza (art.13
cost: “La libertà personale è inviolabile. Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione
personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell'autorità giudiziaria”).

Principio di riserva di legge: ci dev’essere una riserva legislativa e una riserva di giurisdizione. Queste riserve sono
importanti: significano che le persone sono tutelate tramite la legge e tramite la necessità che ci sia un giudice che
decida; c’è anche una terza tutela, ossia la costituzione: se la legge è liberticida, interviene la corte costituzionale in
nome della costituzione.

Ci sono altri principi che caratterizzano la costituzione, ritenuti principi fondamentali dell’ordinamento costituzionale:
1) il principio pluralista: c’è un pluralismo istituzionale (poteri divisi); pluralismo anche nel senso di pluralità di
partiti. Principio secondo il quale non è eliminabile il pluralismo delle istituzioni, compresa la divisione dei
poteri; c’è un principio di pluralismo sociale, per cui le persone possono associarsi liberamente in partiti politici
e concorrere alla formazione della politica nazionale. Non si può imporre il partito unico.
2) Principio lavorista: “l’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro”; c’è un’idea di repubblica basata
sul lavoro come strumento di promozione della vita di ciascuno; Esso riconosce nel lavoro un punto
fondamentale perché è uno strumento di affermazione.
3) Principio autonomista: riguarda l’esistenza delle autonomie locali e delle regioni; fa parte del costituzionalismo
italiano il fatto che ci siano enti territoriali dotati di competenze proprie. Art.114cost: La Repubblica è
costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato. I Comuni, le
Province, le Città metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i
principi fissati dalla  Costituzione.
Questo principio dice che esiste una pluralità di enti pubblici territoriali. La descrizione che ne fa la
costituzione, mette in primo piano il livello più prossimo al cittadino, per un principio che si chiama
sussidiarietà secondo il quale per decidere qual è il tipo di ente che si occupa di un certo compito, si
preferisce il livello più vicino al cittadino. Nel decidere le competenze, l’idea fondamentale è di attribuirle
all’ente territoriale più vicino al cittadino, nella misura in cui l’ente più vicino non è adeguato, si sale. -->
principio di sussidiarietà verticale. Principio di sussidiarietà orizzontale, il quale tutela e favorisce
l’impegno di privati nei campi di pubblico interesse.
4) Principio di laicità: art.7-8-19 cost. il principio di laicità non è in costituzione, essa non parla di laicità. Essa
afferma che lo stato e la chiesa cattolica sono indipendenti e sovrani: sono ciascuno su un piano diverso
dall’altro. Essi sono in relazione, ma un tipo di relazione di natura pattizia (quando essi entrano in relazione, lo
fanno sulla base di un accordo). Nell’art.8 viene esteso lo stesso principio alle altre confessioni religiose (che
sono egualmente libere, non esiste una religione principale). Art.19: la libertà religiosa è consentita a tutti,
come anche il non praticare. Il principio di laicità da un lato crea uno spazio, distanza, tra lo stato e le chiede, e
dall’altro tutela qualunque opzione religiosa, compresa l’opzione di non praticare o non credere in nulla.

Art.3 cost: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di
razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”
🡪principio importante; è il principio di uguaglianza. Esso riguarda i cittadini, tutti i cittadini.

Tra gli articoli che riguardano i principi fondamentali, ce n’è uno che non parla dei cittadini italiani nello specifico,
ovvero il 19 e 21. Nel tempo, la corte costituzionale ha esteso i diritti anche ai non-cittadini. Molti di questi diritti
spettano anche ai non-cittadini illegalmente residenti.
Una caratteristica fondamentale è la libertà di circolazione che attiene allo spazio Schengen. Il trattato di Schengen ha
abolito le frontiere interne all’UE.
il principio di non discriminazione è fondamentale: non si può discriminare su base razziale, religiosa…
il principio di uguaglianza è formale: ciascuno di noi possiede una posizione nei confronti della legge, ed essa non può
riconoscerci dei limiti diversi. Il principio di uguaglianza consente o obbliga ai trattamenti diversi: ci possono essere
delle condizioni che impongono un trattamento diverso.
C’è una parte chiamata principio di uguaglianza in senso sostanziale, che dice che si può riconoscere che per condizioni
sociali, culturali, alcune parti della mia società hanno dei vincoli che altri non hanno; c’è bisogno di aiutare di più
alcune frange della popolazione.
Es: la tassazione è progressiva: l’aliquota è più alta all’aumentare del reddito. Qualcuno paga più di qualcun altro
perché c’è l’obbligo di solidarietà che mi impone di aiutare la società a rimuovere dall’altra persona i suoi ostacoli. Sulla
persona più ricca ricade l’obbligo di aiutare una frangia della popolazione.

Uguaglianza formale: impone che tutte le persone siano trattate nello stesso modo; ciò significa che le persone
oggettivamente in condizioni diverse, devono essere trattate in condizioni diverse: sarebbe una violazione del principio
di uguaglianza se i poteri pubblici fossero ciechi alle situazioni differenti. Esso aggiunge una serie di elementi che non
possono essere tenuti in considerazione (razza, sesso..), ci sono però alcune situazioni nelle quali oggettivamente le
condizioni delle persone sono diverse e quindi devono essere trattate distintamente. Eguagliare la condizione per
persone differenti è una violazione del principio di uguaglianza. C’è una differenza reale che mi impone di tenere conto
delle differenze sostanziali.
Sostanziale: è teso a riequilibrare posizione di discriminazione sociale.

Il diritto all’accesso ad internet rientra negli articoli 2,3, perché è uno strumento di promozione dell’uguaglianza
sociale. Se la pubblica amministrazione utilizza degli strumenti tecnologici, deve dare alle persone il modo di poterne
usufruire.

USO DELL’ART.3 COST


🡪 se una norma fosse irragionevole, sarebbe incostituzionale?
La corte costituzionale ha sviluppato un’interpretazione dell’art.3 che include anche il principio di ragionevolezza e
razionalità. Una norma irragionevole è stata ritenuta non rispettare il principio di uguaglianza perché dentro l’idea di
uguaglianza sembra ci sia un’idea di coerenza di non contraddizione, ragionevolezza, che la corte ha tirato fuori.
La corte ha sviluppato questo criterio per individuare uno strumento per valutare l’incostituzionalità della norma, sulla
base del suo contenuto. Valuto se il contenuto di una norma è razionale, coerente, ragionevole; sono strumenti che
consentono di valutare una norma sulla base del suo contenuto.
Per lungo tempo, la corte ha usato in modo uguale le parole coerenza, razionalità, ragionevolezza… da alcuni anni a
questa parte la parola proporzionalità ha preso il sopravvento;
Per valutare la coerenza di una norma, viene utilizzato il vaglio di proporzionalità, che ha reso più strutturata l’analisi di
una norma; esso si basa su una serie di passaggi progressivi che una norma o decisione deve superare per essere
ritenuta legittima.
Il principio di proporzionalità favorisce la sottoposizione di questioni politiche al vaglio del giudice.
Questo strumento consente di valutare una soluzione rispetto ad una pluralità di interessi.
I due modelli di proporzionalità
Sistema tripartito
1) Una norma o un atto perseguono un fine legittimo?
2) Lo fa nel modo necessario? (è l’opzione meno restrittiva per gli altri interessi? Ci sono soluzioni ugualmente
efficaci, meno restrittive?)
3) Il beneficio supera gli effetti collaterali?
Questo tipo di valutazione è adottata spesso dai giudici; un altro strumento è il sistema quadripartito:
1) È legittimo?
2) La norma è concretamente rivolta a quello scopo o no? Persegue quell’interesse che dice di perseguire o no?
3) È lo strumento meno invasivo degli altri interessi coinvolti?
4) Supera il beneficio gli effetti collaterali?
Normalmente, all’interno delle nuove tecnologie c’è sempre una domanda relativa alla proporzionalità.

I DUE MODELLI DI PROPORZIONALITA’


Quello che si trova maggiormente nelle sentenze è il tripartito.
Se una soluzione non passa una parte del test, quella soluzione è illegale, illegittima, incostituzionale.

LA PRIVACY E LA PROPORZIONALITA’ IN AZIONE


Caso gonzales martinez
Scopre che le prime voci che lo riguardano su Google
Compare un articolo di giornale di molti anni prima che lo riguarda: in passato era stato sottoposto ad un
procedimento, aveva subito una bancarotta e in base alla normativa spagnola, la vendita di beni che lo riguardavano
doveva essere pubblicata sul giornale. Egli lamenta che dopo così tanti anni, che Google restituisca come prima voce
questo fatto, sia diffamatorio per lui, ritiene che sia una violazione della sua riservatezza. Ritiene che non esistesse più
un interesse pubblico a sapere quella cosa. Egli invocava il diritto all’oblio ‘right to be forgotten’.
Questo evento non si verifica sotto il GDPR, ma sotto un’altra normativa.
Lui non se la prende con il giornale, ma con Google Spain.
Google Spain ritiene che in virtù del principio di proporzionalità, qualsiasi domanda diretta alla soppressione delle
informazioni debba essere indirizzata all’editore del sito web interessato.
È il signor martinez che deve richiedere all’editore del giornale di rimuoverlo, secondo Google.
È l’algoritmo di Google che ha messo la notizia tra le prime.
È giusto chiedere agli editori e alle biblioteche di cancellare informazioni che ci riguardano? Ciascuno di noi sarebbe
contento di rimuovere le informazioni che ci riguardano e di cui si vergogna; si avrebbe una bella immagine di sé.
È più pericoloso rimuovere qualcosa dal web o da un archivio? È più pericoloso rimuovere le informazioni dall’origine:
rimuovere l’origine significa rendere inaccessibile un’informazione e significa che quell’informazione non esiste più.
La corte di giustizia dice che in realtà il colpevole è Google, che deve deindicizzare un’informazione: non deve
rimuoverla, ma renderla meno accessibile.

Articolo attuale del GDPR


Art.17 ‘diritto all’oblio’🡪 diritto dell’interessato alla rettifica dei dati personali a lui riferiti e alla cancellazione degli
stessi.

‘The data subject shall have the right to obtain from the controller the erasure of personal data concerning him or her
without undue delay and the controller shall have the obligation to erase personal data without undue delay where
one of the following grounds applies:
▪ the personal data are no longer necessary in relation to the purposes for which they were collected or
otherwise processed;
▪ the data subject objects to the processing … and there are no overriding legitimate grounds for the
processing, …
Paragraphs 1 and 2 shall not apply to the extent that processing is necessary:
▪ for exercising the right of freedom of expression and information;’

🡪 Si ha il diritto all’ottenimento della rimozione dei propri dati, quando essi non sono più necessari rispetto alle finalità
per le quali sono stati raccolti o altrimenti trattati e quando non sussiste alcun motivo legittimo prevalente per il
trattamento.
Dopo il caso Google Spain, la Corte di Giustizia Europea arriva a delineare un nuovo profilo del diritto all’oblio,
rappresentato dal diritto dell’utente della rete ad ottenere dal gestore del motore di ricerca, la de-indicizzazione delle
informazioni che lo riguardano, che non costituiranno più così il risultato delle interrogazioni avviate dagli utilizzatori
del predetto motore di ricerca.
Google deve quindi creare un sistema che non rimuova le informazioni, ma che le renda meno accessibili; la
valutazione delle informazioni dev’essere fatta sulla base della proporzionalità. Tale scrutinio di proporzionalità
dev’essere automatizzato.

LA DIVERSITA’ DI PROSPETTIVE
Il vaglio di proporzionalità è richiesto alle autorità pubbliche: un procedimento amministrativo deve concludersi con un
provvedimento proporzionale; anche l’organo amministrativo deve ragionare così, perché sarà un giudice che vaglia ciò
che ha fatto la pubblica amministrazione: il fatto che il giudice usi la proporzionalità, impone alla pubblica
amministrazione di usare la proporzionalità. La pubblica amministrazione e anche il privato devono usare un vaglio di
proporzionalità. Devono tentare di trovare una soluzione proporzionale.
La pubblica amministrazione e il privato valutano cos’è proporzionato. Nel caso del vaglio giudiziario, il giudice valuta
se una soluzione è sproporzionata; un giudice può riscontrare più soluzioni proporzionate, e quindi che una norma non
è illegittima. Invece, la pubblica amministrazione ha bisogno di individuare una scelta, deve prendere un
provvedimento.
Il fatto che un tribunale usi la proporzionalità, impone a tutti oloro che sono coinvolti di usarla, perché poi ci sarà il
controllo dei tribunali.
Il vaglio può riguardare provvedimenti e anche norme.
Chi impugna, chi solleva una questione, deve specificare cosa ritiene che sia stato violato; se impugno il decreto che
dichiara la mia regione una zona arancione, devo anche specificare che per me è illegittimo in ragione di.. e indico quali
norme sono state violate. Di fronte alla corte costituzionale dirò che è illegittimo sotto il profilo della proporzionalità: il
parametro dev’essere sempre invocato.

CHI TUTELA LA PRIVACY?


Garante per la protezione dei dati personali: autorità indipendente; ente indipendente, non appartiene né al potere
giudiziario, né al legislativo né all’esecutivo; i suoi membri sono nominati dal parlamento.
Sebbene esistano i tre poteri pubblici, si è ritenuta necessaria la creazione di autorità indipendenti strettamente dal
controllo politico (non dipendenti dall’esecutivo) e non soggetti alle dinamiche parlamentari.
È un modo per separare alcuni settori delicati dalle fluttuazioni politiche ed assicurare un controllo molto accurato,
quello di cui sono capaci i tecnici; nel nostro caso, avremo il garante per la protezione dei dati personali, il quale
esercita dei poteri che gli sono attribuiti dalla legislazione e che sono poteri vicini alla normazione di esecuzione e para-
giurisdizionali. La legislazione italiana ed europea convergono nel consentire al garante di emanare documenti che
hanno un valore generale, prendere provvedimenti, e ricevere reclami.
Tra le autorità, ce ne sono due: agenzia per le telecomunicazioni AGCOM  (le è affidato il duplice compito di assicurare
la corretta concorrenza degli operatori sul mercato e di tutelare il pluralismo e le libertà fondamentali dei cittadini nel
settore delle telecomunicazioni, dell'editoria, dei mezzi di comunicazione di massa e delle poste) e l’antitrust (agenzia
che si occupa della creazione di concentrazioni industriali che hanno una potenziale inclinazione monopolistica;
l’antitrust si occupa del monitoraggio della concorrenza economica, in particolare punta all’apertura dei mercati e mira
a disinnescare la formazione di monopoli).

Commento su: garante per la protezione dei dati personali – Primi riscontri alle ipotesi avanzate all’interno del Gruppo
di lavoro data-driven per l’emergenza COVID-19.

Art.9 GDPR
Nel campo della sanità, dell’interesse pubblico, non è indispensabile il consenso.
Cos’è la salute per il diritto costituzionale italiano?
Art.32 cost: non c’è solo un problema di privacy; l’app di tracciamento nasce dall’esigenza di perseguire un interesse
costituzionale, che è la tutela della salute. La salute è un fondamentale diritto dell’individuo ed interesse della
collettività: la mia salute è un mio diritto e un vostro interesse (principio solidarista, personalista). la costituzione
distingue tra quello che gli individui possono pretendere e quello che può pretendere la comunità: gli individui hanno il
diritto di curarsi ma la società non ha il diritto di imporvi di curarvi. Io ho l’interesse che ciascuno si curi, ma non posso
imporlo.

Il documento dice che i dati raccolti sono indispensabili per il perseguimento dell’obbiettivo e si ritiene che il risultato
della quantità di informazioni raccolte sia positivo.
Il documento stila una serie di condizioni indispensabili affinché la misura sia proporzionata: racconta del fatto che ci
sono varie ipotesi, però queste ipotesi devono rispettare certe caratteristiche.
Il documento sta dicendo quali sono le caratteristiche che rendono l’app proporzionata.
Dice una cosa in più, cioè che le circostanze possono mutare: un giudizio di proporzionalità è contestuale: se noi
scoprissimo che il virus si propaga anche a tre metri di distanza, l’app dev’essere adeguata; se non la si adegua, una
raccolta massiva di dati che non tenga conto di questo nuovo spazio, sarebbe potenzialmente illegittima.
LA PRIVACY
La costituzione italiana non parla di privacy;
Questo è un termine importato dal mondo anglosassone, che ha una sua data d’inizio, ovvero il
1890. La privacy oggi è definibile in due cose differenti:
- Da un lato significa l’idea dello spazio separato da altre persone: questo ha a che fare con la
discrezione, protegge l’intimità e ha a che fare con le relazioni orizzontali.
🡪iI fatto che i paparazzi ti spiano può essere considerato problematico per il profilo orizzontale.
- Dall’altro lato, la privacy è considerata nel rapporto verticale tra stato e cittadino: questo ha a che fare
con la discrezione, ma ha un significato legato alI’autodeterminazione individuale.
🡪iI fatto che la pubblica amministrazione obblighi al vaccino o monitori gli spostamenti può essere
considerato problematico per il profilo verticale.

Quando parliamo di privacy, la associamo sia ad una distanza di sicurezza nei confronti delle altre
persone, sia nei confronti del potere pubblico.

In Europa, non esisteva la parola ‘privacy’, ma ‘dignità’. La Francia già nel 1800 inizia a tutelare la dignità
delle persone, per esempio contro la stampa, in quanto immagini che esponevano al ridicolo una persona
erano vietate.

Negli Stati Uniti, nel 1890 esce l’articolo ‘the right to privacy’ nell’Harvard Law Review, nel quale il diritto alla
privacy era inteso come ‘right to be left alone’ come protezione nei confronti degli altri cittadini privati.

Immagine: foto di Bismarck morto nel suo Ietto: la famiglia chiude la casa, sigilla la casa per consentire
all’imperatore di consentire a visitare la salma una volta che l’avessero vestito. Durante la notte, due reporter
irrompono nella casa di Bismarck e prendono questa foto, nonostante i familiari non volessero che entrasse
nessuno. Questa foto fa migliaia e migliaia di copie in Francia, Germania e tutta Europa.

Negli Stati Uniti quindi esisteva il ‘right to be left alone’, mentre in Europa il diritto ad aver preservata la
dignità sociale. Queste idee sono diverse, in quanto un conto è tutelare l’area individuale in cui una persona
vuole essere lasciata sola, un conto è tutelare l’immagine pubblica di una persona.
Questo ‘right to be left alone’, come detto prima, è nei confronti dei privati, per esempio i reporter, ma non
limita i pubblici poteri.
L’idea di Privacy deII’Harvard Law Review rimane tra i libri, finché a metà del 1900 viene ripresa in
considerazione dalla corte suprema americana per alcune sentenze.
Sentenza contraccezione: la corte suprema ritiene la Iegge che vieta l’uso di contraccettivi
incostituzionale in quanto viola la privacy della famiglia coniugata, che ha il diritto ad una sfera di
intimità dentro la quale non può entrare il pubblico potere. 🡪Diritto alla privacy nei confronti del
pubblico potere.
Sentenza interruzione gravidanza: la corte suprema ritiene le leggi che vietano l’interruzione della
gravidanza incostituzionali, in quanto la donna gode di privacy e può decidere di non portare a termine
la gravidanza.
- Sentenza omosessualità: la corte suprema ritiene le leggi che vietavano le relazioni omosessuali
incostituzionali, in quanto violano la privacy delle persone.

Inizio del 21º secolo: idea di autodeterminazione e dignità


- Sentenza matrimonio omosessuale: la corte ha dichiarato che le relazioni omosessuali hanno
pari dignità rispetto a quelle eterosessuali, facendo perno suII’idea di dignità e non di privacy.

Dignità: Europa continentale


Privacy: America
In entrambe i casi, siamo di fronte alla protezione dell’essere umano nei confronti dei privati, innanzitutto della
stampa. Mentre però la declinazione della dignità valorizzava in particolare il rispetto sociale che una persona
deve avere, il tema della privacy, che ha la stessa preoccupazione (l’evitare la denigrazione sociale) non nasce
enfatizzando il bisogno di ciascuno di essere socialmente rispettato, ma consiste nel creare un isolamento tra il
privato ed il pubblico.
Dignità: si focalizza sulI’impatto che ha un’informazione sul rispetto sociale della persona
Privacy: si focalizza sul carattere privato di un’informazione; nasce l’idea della
discrezione.
L’idea della privacy è gravata dall’idea fondamentale della proprietà, non solo fisica, ma anche una sfera
relazionale che riguarda la persona.
Con il tempo, sia in America che in Europa, le idee di dignità e privacy diventano una tutela non solo nei
confronti dei privati, ma anche dei poteri pubblici.
L’idea di ‘autodeterminazione’ nasce negli Stati Uniti come sfera nella quale una persona può decidere della
sua vita senza che in essa intervengano i pubblici poteri: ci sono delle scelte fondamentali che ogni persona
può fare nella sua vita, ed i pubblici poteri devono consentirglielo.
Non poter fare queste scelte, nella mentalità europea, ha a che fare con il negare la dignità: negando la
possibilità di scelta in campi sensibili, si nega la dignità alle persone.
C’è quindi una connessione tra privacy e dignità, e la si vede neII’eIemento che distingue la cultura americana
della privacy da quella europea: la privacy infatti, nella cultura europea, ha dei caratteri di indisponibilità che
sono sconosciuti al contesto americano, nel quale la privacy è concepita come spazio di autodeterminazione e
discrezione, ma se si vuole, si possono far entrare delle persone in quella sfera (‘posso fasi usare i miei dati’). In
Europa invece la relazione è diversa: anche nei confronti dei dati personali, le persone hanno una disponibilità
limitata; che una persona non possa usare dei suoi dati non è frutto di un’imposizione di autorità, ma è il frutto
di una mentalità secondo la quale nessuno può disporre di certe cose (diritti indisponibili).
In entrambe i casi si parla di autodeterminazione, ma quella americana è più ampia di quella europea in
quanto è sostenuta dall’idea della privacy; in Europa, invece, l’idea di dignità depotenzia lo spazio della
privacy.

Tema delle lobbies


In base a costituzione, secondo la tradizione che discende dal costituzionalismo francese, il parlamentare
rappresenta la nazione: non esprime interessi particolari ma sempre l’interesse generale. Questo vale anche nei
confronti di chi l’ha eletto (non rispondo delle mie azioni a chi mi ha eletto), senza vincolo di mandato, perché
vige l’idea che ciascun parlamentare persegue l’interesse generale, non l’interesse di qualcuno.
Con il termine lobby, intendiamo un gruppo di pressione che si esprime nei vari contesti anche istituzionali,
presentando le proprie esigenze e priorità. Gruppi che manifestano un interesse specifico presso vari
interlocutori.
Gli ordinamenti reagiscono differentemente all’esistenza di questi gruppi.
Alcuni ritengono che il parlamentare debba fare sintesi delle varie esigenze perseguendo un interesse
generale; in questo senso, muovono da una posizione di distanziamento tra le lobbies ed i parlamentari:
l’avvicinamento tra le due sembrerebbe compromettere il perseguimento di un interesse generale da parte
di ciascun parlamentare.
Altri ordinamenti, ritengono che Mobbing non sia altro che un’attività: il lobbista è colui il quale sviluppa
una professionalità nel mettere a contatto i gruppi di pressione con il mondo politico. I n questi
ordinamenti, l’attività di Mobbing è stata sempre regolata.
Nei paesi di civil law il Mobbing non è accettato come un’attività normale della politica (parlamentari) e
istituzionale (gruppi d’interesse). Per i paesi di common law è viceversa: è normale incontrare i
parlamentari, esprimere le proprie esigenze ed il termine Mobbing non è un termine che connota
negativamente un’attività.
Artificial face recognition/detection
Differenza-tra artificial face recognition e detection.
Detection: il sistema individua che c’è una faccia ma non la identifica.
Recognition: riguarda l’individuazione dei dati biometrici relativi ad una faccia; quel volto viene identificato e
registrato . Questo sistema ha delle potenzialità enormi per la sicurezza e per la tutela della pandemia.

C’è una differenza tra l’impostazione europea (GDPR) e degli stati uniti: sempre più gli stati stanno vietando
l’uso da parte dei pubblici poteri de!I’artificial face recognition e detection.4 teoria della privacy.
Il GDPR ha un’altra posizione: l’art.9 stabilisce che è vietato trattare dati personali che consentono di indentificare
la persona fisica, con una serie di deroghe.

Primo caso giudiziario al mondo relativo aIl’artificiaI face recognition:


La polizia del Galles doveva sperimentare l’uso delI’artificial face recognition con un software che usava un
database di immagini e le confrontava con le foto delle persone catturate dalla videocamera. Il database era
composto da persona di particolare interesse, come ricercati, sospetti di crimini, o persone cercate dalla polizia.
In caso di potenziale riscontro, un agente in primis doveva verificare se la corrispondenza fosse effettivamente
realistica e, se lo era, gli agenti si attivavano e procedevano all’identificazione fisica della persona.
L’uso di tale software non era nascosto, infatti le persone venivano messe nelle condizioni di sapere che
veniva utilizzato.
Una persona ha agito contro l’uso di tale sistema sostenendo che era nelle condizioni di poter essere catturato
dalla telecamera e che quindi aveva un interesse a chiedere informazioni e a far dichiarare illegittimo l’uso del
software.
Il sistema prevedeva l’immediata cancellazione delle foto delle persone per le quali non risultava nessun
matching; la polizia sostenne che la persona, non essendo nel database, non poteva avere un matching e che
quindi la sua azione era priva di fondamento.
La risposta della corte è stata che per stabilire se una persona è d’interesse, i suoi dati biometrici vengono
tecnicamente processati: per escludere una persona, bisogna guardare e trattare il suo volto, e questo ai sensi del
GDPR è un trattamento che è vietato.
La corte d’appello d’lnghiIterra riconosce che la potenzialità invasiva della privacy di una tecnologia di questo
genere è incompatibile con ciò che potrebbe fare l’uomo, di conseguenza pone dei paletti per varie ragioni:
1- L’uso di tale tecnologia è potenzialmente troppo pervasivo: la polizia ha un’eccessiva discrezionalità nel
decidere dove posizionare tali sistemi e chi inserire nel database.
2- C’è la possibilità che tale software sia discriminatorio e che tenda ad avere dei matching sbagliati nei
confronti delle donne e delle etnie sottorappresentate. lnfatti, in più di un caso il matching era
sbagliato, questo secondo i tecnici del software è avvenuto perché nel database erano state inserite
due persone cui connotati facciali erano noti come ‘lambs’, ossia connotati che fanno si che delle
persone assomiglino molto ad altre.

La corte non ha potuto vedere l’algoritmo e il dataset, poiché protetti da proprietà industriale. La sentenza ha
detto che non basta il controllo umano a valle di un matching, ma che è necessario che l’autorità pubblica faccia
quanto in suo potere per evitare discriminazioni. La polizia deve conoscere il software, perché se non Io conosce,
omette l’obbligo di evitare discriminazioni: non avere accesso ad alcune specifiche del software che possono
avere un’implicazione discriminatoria, non è ammissibile.
Il punto fondamentale della sentenza è l’uso del GDPR del dovere di tentare quanto possibile per tutelare
l’uguaglianza. Un punto fondamentale è stata la violazione dell’art.8 della CEDU; in particolare, il rispetto della vita
privata si estende anche al pubblico: il fatto di essere controllati all’aperto, è una violazione della vita privata.

Esercitazione per esame:

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