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ASTRAZIONE E EMPATIA

NATURALISMO E STILE

Astrazione e empatia
L’estetica moderna
Ognuno di noi affronta una dimensione istintiva e impulsiva, ma anche una
dimensione estremamente codificata. Rispetto alle tematiche della percezione e della
forma visiva vi sono dei casi di analogie e ripetizioni, similitudini nel leggere il
materiale visivo. Esistono delle dimensioni visibilmente lette comunemente da tutti noi,
e dimensioni visive comprese attraverso le nostre esperienze.
L’estetica ci insegna a comprendere quanto il bello naturale non deve essere una
condizionante nell’opera d’arte; dunque non si tratta di analizzare quanto sia bella
un’opera d’arte ma cosa la rende tale.

1.0 L’ispirazione del dottorato dalle tesi di Theodor Lipps


L’estetica moderna è da considerarsi un elemento portante per lo studio e la storia
dell’arte, in quanto essa rivoluzione il panorama di questi studi attraverso
l’elaborazione di una nuova teoria: l’esistenza dell’empatia nell’espressione artistica.

Worringer scrisse “Astrazione e empatia - un contributo alla psicologia” come tesi di


dottorato sullo studio del processo evolutivo e del cambiamento degli stili artistici nel
corso della storia. Alla base delle sue tesi Worringer fa riferimento alle teorie elaborate
da Theodor Lipps (“Empatia e godimento” del 1906); fu proprio Lipps a concretizzare
l’esistenza dell’empatia come fondamenta dell’estetica moderna.

Con empatia, intendiamo la reazione che suscita in noi esseri umani nell’atto di
contemplazione del soggetto/oggetto d’arte. L’empatia, è dunque, l’esperienza di
godimento estetico:
il godimento estetico è il godimento di sé oggettivato
Il piacere estetico che noi proviamo nei confronti di un’opera d’arte significa godere di
noi stessi all’interno di quell’oggetto, trasportando la nostra sensibilità e
immedesimandosi in tale forma d’arte. Il primo a concepire una simile teoria fu il
filosofo Kant, il quale esplicita:
noi siamo in grado di fondere bellezza, ma l’oggetto rimane privo di proprietà
L’elemento che sta alla base dell’impulso dell’empatia è il sentimento stesso, cioè il
moto, la vita, l'auto attivazione interiore. L’impulso di empatia trova la propria
gratificazione nell’universo organico, dove l’individuo protagonista è incluso e in
armonia con l’ambiente a sé circostante.
Prendendo in considerazione lo studio dell’esistenza dell’empatia, essa si trova come
sua antitesi solo uno dei poli della sensibilità artistica; il polo opposto all’ideologia di
empatia è l’impulso di astrazione. L’impulso di astrazione, a differenza di empatia,
trova la propria bellezza nel mondo inorganico, al conflitto con la vita, in sintonia col
cristallino, le leggi della forma astratta. E il sentimento di conflitto è il sentimento di
dispiacere per l’oggetto.
Con l’impulso di empatia e l’impulso di astrazione, Lipps al termine di queste teorie
considera l’esistenza di un’empatia positiva e di una negativa:
“Solo nella misura in cui si instaura una tale empatia le forme sono belle. La loro bellezza
consiste nel mio libero e “ideale” vivere in esse. La loro forma è invece brutta quando non
sono in grado di farlo, quando in quella forma o nella sua contemplazione, mi sento
schiavo, inibito, soggetto a una coercizione”

1.1 Kunstwollen (volontà) contro il Kunstkonnen (capacità)


Durante la stesura della propria tesi Worringer prende in capitolo le tesi dei teorici
Alonso Riegl (“Industria artistica tardoromana) e Gottfried Semper (“Lo stile”).
Secondo Riegl, alla base di ogni creazione artistica, in ogni opera d’arte, nell’essenza
più profonda si colloca il volere artistico assoluto: il desiderio primario di fare arte:
“ogni volontà dell’uomo tende in un modo che lo appaghi”
Riegl, diventa poi, il fondatore della tesi del:
→ Kunstwollen, in tedesco vuol dire proprio volontà. La volontà artistica rappresenta
la modalità, quindi lo stile, in cui l’uomo rappresenta ciò che lo circonda; tale volontà è
mutevole poiché si basa su fattori storici, culturali, geografici.
A differenza di Riegl, Semper all’interno del “Lo stile” crede che la storia dell’arte si basi
sulla capacità, sul saper fare. Le teorie di Semper dettano l’origine della storia
dell’arte in una dimensione materialistica; Worringer, però, considera tale tesi un
cardine dell'anti progressismo e della pigrizia mentale. Semper, dunque, definisce
quello che è:
→ Kunstkonnnen, le creazioni artistiche non sono spinte dal voler arte ma dal saper
fare arte. Secondo Semper la storia dell’arte si basa sulle abilità, sulle capacità di
utilizzo di specifici strumenti e materiali che conseguono all’elaborazione di opere
d’arte; più nello specifico Semper aveva definito tre elementi portanti, ossia:
● l’intento utilitario;
● la tecnica;
● la materia prima;

Queste due correnti di pensiero sono l'antitesi dell’altra. Secondo Riegl, le capacità e le
abilità tecniche costituiscono una conseguenza della volontà artistica assoluta.
Inoltre egli crede che lo stile, è strettamente relazionato alla volontà artistica assoluta,
in quanto è l’essere umano a decidere la rappresentazione artistica che meglio lo
appaga. Il processo evolutivo e il cambiamento degli stili deve essere un momento di
analisi per scoprire le singole peculiarità di uno stile artistico, ma senza il bisogno di
dover classificare la superiorità o l’inferiorità di uno stile rispetto ad un altro.

1.2 Il valore artistico e il sentimento del mondo


Il valore artistico, ossia la bellezza che troviamo nell’opera d’arte, consiste nella facoltà
di suscitare felicità. La volontà artistica assoluta è l’indice della qualità delle esigenze
psichiche, le quali sono in stretta relazione con il valore artistico. Ossia se l’individuo
ha determinate esigenze psichiche, esse determinano la volontà di voler
rappresentare il mondo a sé circostante in quel determinato stile.

Worringer si domanda allora qual è l’esigenza che spinge al cambiamento e


all’evoluzione dello stile?
Ogni stile ha rappresentato, nel corso della storia, il vertice della felicità per l’umanità
che lo ha creato sulle base delle proprie esigenze psichiche. Quando studiamo il
processo evolutivo degli stili, il nostro soggetto di studio non si basa sull'individualità
o sulla singolarità della persona, ma è la collettività e la pluralità delle persone: la
psicologia dei popoli e quindi un sentimento del mondo.
Il sentimento del mondo non è altro che lo stato psichico in cui in un determinato
periodo storico, culturale, geografico si trova l’umanità. Lo stato psichico, è dunque, la
relazione cosmologica tra l’uomo e l’universo che lo circonda; l’inserimento dell’uomo
in un nuovo mondo sconosciuto, in cui in volta in volta è stato percepito come →
buono o cattivo, nemico o amico, accogliente o respingente.

1.3 L’impulso d’astrazione


Worringer distrugge la teoria di Lipps, ossia dell’esistenza di un’empatia positiva,
impulso d’empatia, e dell’empatia negativa, impulso d’astrazione, ma crede invece che
l’uomo o desidera rappresentare il mondo a sé circostante così com’è, impulso
d’empatia, o non vuole, impulso d’astrazione.

E se l’impulso d’empatia trova una corrispondenza tra l'auto attivazione della persona
e la richiesta della creazione artistica; quindi viene raggiungo un rapporto di armonia,
di inclusione e benessere tra l’essere umano e il mondo, ciò non accade con l’impulso
d’astrazione.
L’impulso d’astrazione è il frutto dell’immensa inquietudine e angoscia che l’individuo
prova con l’universo esterno. Proprio perché esiste una condizione di smarrimento e
indifesa nei confronti degli oggetti del mondo esterno, l’essere umano si sente
circondato dall’oscurità e dell’arbitrio; egli ha la necessità di spogliare nella
rappresentazione artistica tutto ciò che è oscurità e arbitrio. All’origine dell’impulso di
astrazione è protagonista un’umanità agorafobica: la presenza della paura degli spazi
aperti, dei pericoli e della mortalità che l’universo sconosciuto porta con sé, fa
crescere negli uomini il bisogno di eliminare lo spazio nelle proprie creazioni
artistiche.
→ Attraverso tale condizione, riusciamo a comprendere a pieno quanto la semplice
linea e le leggi geometriche siano fonte di massima felicità per l’essere umano.
Bisogna, però ricordare, quanto sia importante capire che l’impulso d’astrazione
precede quello d’empatia, poiché soprattutto gli uomini primitivi sentirono forti paure
nei confronti di ambienti ancora sconosciuti ai loro occhi.

Worringer, allora si domanda come l’impulso d’astrazione reagisce di fronte


all’universo esterno. Con questo quesito Worringer riesce a capire più a fondo quanto
dalle rappresentazioni artistiche dell’impulso d’astrazione nascono opere d’arte in cui
avviene l’annullamento dello spazio e la nascita del piano. Invece, con l’impulso
d’empatia nasce la reciproca fiducia e armonia con il mondo esterno, e quindi ci si
avvicina ad un’arte organica.

1.4 La differenza tra l’impulso imitativo e il naturalismo


Worringer associa fortemente l’impulso d’empatia con il macrocosmo organico e il
naturalismo; da cui però sente l’esigenza di differenziare dall’impulso imitativo.
Il naturalismo, e l’arte di tipo organico, si rifà alla natura e agli ambienti che
circondano l’uomo, si ispira alle leggi che regolano il mondo della natura.
L’arte non è mai imitazione: l’arte rappresenta qualcosa solo quando tale
rappresentazione viene istituita; noi rappresentiamo ciò che esiste nel mondo reale senza
imitarlo ma raffigurando la nostra soggettività

Per queste ragioni Worringer sente la necessità di studiare quali sono le origini
dell’impulso imitativo: come in nell’antico Egitto, dove l’impulso imitativo e il
naturalismo sono nati parallelamente ma rimanendo sempre distinti l'uno dall’altra.
→ Come esempio di arte popolare, possiamo considerare lo Scriba o il Sindaco del
villaggio, mentre l’arte vera e propria si esprimeva in uno stile severo e alieno da
qualsiasi realismo.
L‘arte è un confronto dell’uomo con la natura
Naturalismo e stile
Il dualismo estetico
Worringer comprende che tra i due poli della sensibilità artistica - impulso d’empatia e
di astrazione - esiste una forte correlazione con il naturalismo e lo stile. Per questo egli
decide di capire la struttura e il funzionamento di questo dualismo estetico.

2.0 Il naturalismo
Il presupposto psichico del Naturalismo risale all’esigenza di raggiungere la felicità
attraverso la riproduzione del misterioso mondo e della forma organica. Un periodo
storico - artistico a cui possiamo certamente fare riferimento e il Rinascimento
Durante il Rinascimento il naturalismo diventa lo strumento di avvitamento con il
mondo organico; l’artista desidera soddisfare la propria sensibilità attraverso la
vitalità della forma organica, e non al verosimile. Soltanto nel Cinquecento il reale
viene riconsegnato come semplice componente della creazione artistica, e non come
proprio fine.

2.1 Lo stile
Se il naturalismo e l’impulso d’empatia sono strettamente collegati, allora è così tra
l’impulso di astrazione e lo stile. Per stile, Worringer teorizza che esso sia l'adattamento
che il modello naturale per diventare linguaggio d’arte. Lo stile, come abbiamo già
enunciato, è in continua evoluzione poiché si basa su fattori → culturali, storici e
geografici in continuo cambiamento.

L’impulso di astrazione per gli uomini primitivi agorafobici stava in creazioni artistiche
regolate da precise leggi geometriche e la materia cristallina inorganica. Nell’
astrazione geometrica l’uomo trovava la propria felicità, in quanto tale astrazione
purificava ed eliminava ogni elemento del mondo esterno. Nell’ astrazione geometrica
non viene riprodotto l’oggetto nella propria tridimensionalità, quindi nella sua
profondità, individuando che gli oggetti non dovevano essere raffigurati nello spazio
ma su un piano. Un’esenzione delle dimensioni spaziali in dimensioni piane avviene
proprio nell’arte egizia.

2.2 Conclusioni
Al termine delle proprie tesi Worringer stabilisce definitivamente che l’impulso
d’empatia si avvicina alle tendenze organiche e di naturalismo, mentre l’impulso
d’astrazione ad un linguaggio di stile e cristallino. Tali poli sono gli opposti di uno
dell’altra, si annullano a vicenda; in realtà però la storia dell’arte non è altro che un
continuo conflitto tra questi due poli.

Le dimensioni di empatia e astrazione possono e riescono a coesistere nel tempo e


nell’arte. Rimane ovvio che l’impulso di empatia si manifesta liberamente quando la
relazione tra ambiente e umanità è armoniosa, al contrario dell’impulso d’astrazione.
Tale dualismo estetico riesce a vivere nelle differenti situazioni sociali, culturali,
storiche e geografiche.

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