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strategie di ricerca-intervento
A cura di
Carlo Odoardi
CAPACITÀ DI INNOVAZIONE
ORGANIZZATIVA
strategie di ricerca-intervento
Edizione eBook
ISBN: 979-12-81075-19-1
Questo libro è stato realizzato nell’ambito del laboratorio internazionale di ricerca congiunto Stra-
tegic Human Resource Management for Innovation (SHRMxI) del Ministero della Difesa-
Aeronautica Militare e dell’Università degli Studi di Firenze, in partnership con Université de Bor-
deaux, Université libre de Bruxelles, Universidad Complutense de Madrid, Université de Montréal e
HEC Montréal. I proventi della vendita saranno devoluti all’Opera Nazionale per i Figli degli Aviatori
(ONFA).
Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione dell’opera o di parti di essa con qualsiasi mezzo,
compresa stampa, copia fotostatica, microfilm e memorizzazione elettronica, se non espressamente
autorizzata dall’Editore.
LA RIVOLUZIONE GENTILE DI ADRIANO OLIVETTI (1901-1960)
Io voglio per noi una Fabbrica piena di luce e di bellezza, perché la bellezza rende
migliori, la bellezza è equilibrio. La bellezza è rapporto con la terra e con la natura.
E voglio una Fabbrica che produca anche cultura, perché la cultura ci rende liberi. E
voglio orari di lavoro corti, che diano il tempo di acculturarsi, crescere, accrescersi spi-
ritualmente. E voglio che le donne in maternità abbiano un anno intero di congedo.
E voglio servizi sanitari per i nostri operai che siano all’avanguardia e la possibilità
per loro di accedere alle espressioni migliori di tutte le arti. Io voglio che la Olivetti
non sia solo una Fabbrica, ma un modello, uno stile di vita. Voglio che produca liber-
tà e bellezza, perché saranno loro, libertà e bellezza, a dirci come essere felici.
Adriano Olivetti
agli operai della Olivetti di Ivrea
(A. Olivetti, Le fabbriche del bene,
Edizioni di Comunità, Roma, 1951)
Ringraziamenti
Quando si conclude la scrittura di un libro, inevitabilmente la mente corre verso quei ricordi che
hanno determinato un risultato collettivo, raggiunto con il contributo di molte persone e alle
quali desidero esprimere un profondo ringraziamento.
Innanzitutto, un grazie agli alti vertici del Ministero della Difesa e dell’Aeronautica Mili-
tare e al Capo di Stato Maggiore della Difesa Generale Enzo Vecciarelli, che hanno creduto e
sostenuto nel corso degli anni l’opera del laboratorio internazionale di ricerca Strategic Human
Resource Management for Innovation (SHRMxI), il laboratorio essendo un’iniziativa congiun-
ta Ministero della Difesa-Aeronautica Militare e Università degli Studi di Firenze.
Un sentito ringraziamento al Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare generale
di squadra aerea Alberto Rosso e al Sottocapo generale di squadra aerea Luca Goretti per aver
continuato a promuovere con determinazione l’importanza di sviluppare un pensiero strategico
integrato tra ricerca e applicazione, fondamentale per favorire una cultura organizzativa orien-
tata all’innovazione.
Grazie al prof. Alberto Tesi (in qualità di Rettore nel 2014) e al prof. Marco Bellandi (ex
Presidente del Centro Servizi di Ateneo per la Valorizzazione della Ricerca e la gestione dell’In-
cubatore, CsaVRI) dell’Università di Firenze che firmarono con i vertici dell’Aeronautica Mili-
tare gli atti necessari per la costituzione del laboratorio congiunto SHRMxI, dando così vita ad
una collaborazione istituzionale unica nel panorama nazionale e internazionale.
Un ringraziamento particolare va all’ex Sottocapo di Stato Maggiore generale di squadra
aerea Settimo Caputo per aver promosso con lungimiranza la metodologia feedback a 360° nel
contesto dell’Aeronautica Militare.
Un grazie a tutto il team dell’Ufficio Generale per l’Innovazione Manageriale (UIM) dello
Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare con il quale ho avuto modo di confrontarmi, sperimen-
tare e apprendere in tutti questi anni trascorsi insieme nuove traiettorie in tema d’innovazione.
Grazie al team del Reparto di Formazione Didattica Manageriale (ReFoDiMa) dell’Istituto
di Scienze Militari Aeronautiche di Firenze, con il quale abbiamo avviato una lunga collabora-
zione a partire dal 2006 nell’individuare modalità di analisi e sviluppo di metodologie formative
innovative nell’ambito della formazione manageriale favorendo a ufficiali e sottufficiali metodi e
strumenti sui temi inerenti a human resource management, innovazione e leadership, in linea con
quanto delineato nel laboratorio SHRMxI.
Grazie a tutti gli ufficiali e sottufficiali che dal 2006 ad oggi ho avuto modo di incontrare e
che, dalle molteplici opportunità di confronto, hanno rappresentato per me una fonte preziosa
dalla quale ho attinto per maturare continue riflessioni utili ad alimentare nuovi piani di ricerca-
intervento sulle tematiche inerenti all’innovazione.
Infine, un grazie a tutti i colleghi del gruppo di ricerca costituente il comitato scientifico
internazionale del laboratorio SHRMxI attraverso il quale sono state tracciate, nel corso degli
anni, linee di ricerca e intervento per lo sviluppo di una visione reale e concreta nel trasferire nei
contesti di lavoro nuovi modelli per la misurazione, l’analisi, la gestione e lo sviluppo dell’inno-
vazione organizzativa e tecnologica integrata.
Carlo Odoardi
Gli autori
Adalgisa Battistelli
Professore di Psicologia del lavoro e delle organizzazioni presso l’Università di Bordeaux, è tito-
lare delle cattedre di Psicologia del lavoro e psicologia delle organizzazioni: analisi dei processi
di cambiamento e innovazione nelle organizzazioni. È inoltre Direttore di Protehus (Psycholo-
gical Research on Technology and Human Synergy), gruppo di ricerca internazionale composto
da ricercatori e docenti appartenenti a diverse università europee e canadesi. Fa parte di board
scientifici a livello internazionale sui temi dell’innovazione e i sistemi di misurazione ed è mem-
bro di comitati di direzione scientifica di riviste internazionali. È Vicedirettore del laboratorio
di ricerca internazionale Strategic Human Resource Management for Innovation (SHMRxI)
dello Stato Maggiore Aeronautica Militare. È stata supervisor del progetto ORBETEC (ORga-
nisational BEhaviour with new TEChnologies: a human resources management model for in-
dustry 4.0) nell’ambito del programma “Marie Curie” (Horizon2020 – Commissione Europea).
Infine, è responsabile scientifica di una serie di progetti di ricerca a carattere internazionale sulle
tematiche dell’innovazione organizzativa e tecnologica. Ha ricevuto una serie di riconoscimenti
a livello internazionale e in particolare è stata insignita della Medaglia d’argento per l’originalità
della produzione scientifica e dedizione alla ricerca conferita della Société d’Encouragement au
Progrès. Ha al suo attivo una produzione scientifica di oltre duecentocinquanta lavori nei settori
della formazione, dell’innovazione organizzativa e tecnologica, della leadership e dell’impren-
ditorialità, presentati a congressi e pubblicati su riviste scientifiche a carattere internazionale.
Nicola Cangialosi
Psicologo del lavoro e delle organizzazioni, PhD in Psicologia del lavoro e delle organizzazioni
presso l’Università di Firenze, è cultore della materia in Psicologia dell’imprenditorialità, dell’in-
novazione e dei sistemi integrati e in Psicologia della formazione presso la stessa Università.
È membro effettivo del comitato scientifico del laboratorio internazionale di ricerca Strategic
Human Resource Management for Innovation dello Stato Maggiore Aeronautica Militare, e
coordina diversi progetti di ricerca-intervento a carattere nazionale e internazionale nei settori
della misurazione dei processi d’innovazione e della performance manageriale. È esperto in
metodologie innovative di analisi statistiche multiple (modelli di equazioni strutturali, analisi
multilivello, qualitative comparative analysis e organizational network analysis), applicate nel con-
testo della misurazione dei processi d’innovazione organizzativa e tecnologica e in particolare
nell’ambito della people analytics. È autore di diverse publicazioni scientifiche a carattere nazio-
nale e internazionale nel campo della misurazione dell’innovazione organizzativa e tecnologica
integrata e dei processi della leadership.
Gennaro Di Napoli
Colonnello dell’Aeronautica Militare, è dottore magistrale in Management e comunicazione
d’impresa e in Scienze politiche. Ha ottenuto diversi master tra i quali: Formazione formato-
ri, Programmazione neurolinguistica (PNL) – practitioner, Gestione e sviluppo risorse umane,
VIII CAPACITÀ DI INNOVAZIONE ORGANIZZATIVA
Rosario D’Auria
Colonnello dell’Aeronautica Militare, si è laureato in Scienze aeronautiche e Scienze politiche
e ha conseguito il master in Studi internazionali strategico-militari. Dal 1986 nell’Aeronautica
Militare, ha ricoperto diversi incarichi: comandante compagnia protezione locale, responsabile di
sala operativa difesa aerea, weapons controller/fighter allocator sul velivolo NATO E3A AWACS,
comandante corso normale marescialli, responsabile impiego dirigenti, addetto militare per i pro-
grammi di difesa aerea presso la rappresentanza italiana alla NATO. Dal 2013, ha operato presso
lo Stato Maggiore Aeronautica e con l’incarico di Capo Ufficio “Sviluppo e gestione innovazio-
ne processi” presso l’Ufficio generale innovazione manageriale. Attualmente, è Comandante del
Centro Storiografico e Sportivo dell’Aeronautica Militare presso l’aeroporto di Vigna di Valle.
Ha svolto diversi corsi professionali inerenti a: formazione dei formatori, project management
(qualifica MSP®, PRINCE2® Foundation e ISIPM®), norme della famiglia ISO 9000 e requi-
siti dei sistemi di gestione per la qualità (UNI EN ISO 9001:2015), auditor interno (UNI EN
ISO 19011:2012) e lead auditor dei sistemi di gestione (corso qualificato CEPAS Reg. n°28),
risk management (ISO 31000), indicatori di performance organizzativa KPI (Key Performance
Indicator) UNI 11097, modelli e metodi della facilitazione esperta, mappe del pensiero e mappe
digitali. Ha ideato il sistema denominato recall map.
Carlo Odoardi
Professore in Psicologia del lavoro e delle organizzazioni presso l’Università degli Studi di Fi-
renze, è titolare delle cattedre di Psicologia della formazione e Psicologia dell’imprenditorialità,
innovazione e sistemi integrati. È Direttore dei corsi di perfezionamento post lauream in People
strategy for innovation e Formazione formatori per l’innovazione organizzativa e tecnologica
integrata presso l’Università di Firenze. Ha ricoperto diverse cariche di direzione in ambito
istituzionale per la promozione e lo sviluppo dell’innovazione e dell’imprenditorialità. Inoltre,
ha diretto due laboratori internazionali di ricerca dell’Università di Firenze: Development center
innovation and creativity system per la valorizzazione delle risorse umane, in partnership con
Confindustria Regione Toscana, e Imprenditorialità: innovazione per la crescita e la valorizza-
zione delle risorse umane nelle micro, piccole e medie imprese, in partnership con Ecipa-CNA
Nazionale. Dal 2018 al 2020 ha ricoperto il ruolo di Direttore dell’area Risorse Umane in una
multinazionale leader nel settore aerospace dove, in qualità di responsabile scientifico del pro-
getto ORBETEC (ORganisational BEhaviour with new TEChnologies: A Human Resources
Management Model for Industry 4.0), promosso dal programma Marie Curie (Horizon 2020 –
Commissione Europea), sono stati applicati modelli e metodi di misurazione per l’innovazione
GLI AUTORI IX
Marco Peña-Jimenez
Master of Science in Work, orientation & organizational psychology presso l’Univesità di Bor-
deaux, sta concludendo il Ph.D. in Work & organizational psychology in collaborazione con
l’Università Complutense di Madrid. È teacher assistant presso l’Università di Bordeaux e ha
ricoperto ruoli accademici in qualità di editorial assistant per alcune riviste scientifiche di settore
in Cile, Perù e Puerto Rico. È responsabile di progetti di ricerca nell’ambito dell’innovazione
organizzativa e tecnologica e ha al suo attivo pubblicazioni a carattere internazionale sui temi
delle competenze strategiche e misurazione dei processi d’innovazione.
Paola Ponti
Psicologa del lavoro e delle organizzazioni, è cultrice della materia in Psicologia della forma-
zione e in Psicologia dell’innovazione nelle organizzazioni presso l’Università di Firenze. Spe-
cializzata in Gestione e valorizzazione delle risorse umane, è consulente di direzione aziendale
in ambito della people strategy. I suoi campi di ricerca-intervento riguardano l’area della people
analytics, in particolare nella misurazione e sviluppo del potenziale manageriale e di leader-
ship per l’innovazione. È esperta nel campo executive-coaching for innovation per lo sviluppo di
competenze strategiche, manageriali e di leadership per l’innovazione. Opera in diversi settori
con specificità professionale nella formazione manageriale, selezione di figure manageriali e
professional, passaggi generazionali e nella costruzione e applicazione dei project work innova-
tion. È project manager di diversi progetti di ricerca e sviluppo nel campo dell’innovazione e
dell’imprenditorialità. Ha al suo attivo una produzione scientifica nei settori della formazione
manageriale, imprenditorialità, analisi e sviluppo delle comunità di pratica per l’innovazione,
analisi organizzativa e dei processi d’innovazione, con pubblicazioni su riviste scientifiche a
carattere nazionale e internazionale.
Bruno Strozza
Colonnello dell’Aeronautica Militare, è laureato in Scienze militari aeronautiche. Ha conseguito
il master in Studi internazionali strategico-militari e quello di Consigliere giuridico in diritto
internazionale umanitario e diritto delle operazioni militari presso il Centro Alti Studi della
Difesa. In servizio nell’Aeronautica Militare dal 1983, ha frequentato l’Accademia Aeronautica
conseguendo il brevetto di pilota militare nel 1989. Ha svolto la maggior parte dell’attività
operativa sui velivoli caccia F104 (oltre 2000 ore) e F16, ricoprendo molteplici incarichi sia nel
settore operativo, come comandante del 10° Gruppo Caccia dal 2000 al 2004 e comandante
del 37° Stormo di Trapani dal 2009 al 2010, sia nel settore della formazione presso l’Istituto
di Scienze Militari Aeronautiche di Firenze ricoprendo numerosi incarichi dal 2005 al 2009.
Trasferito presso lo Stato Maggiore dell’Aeronautica a Roma, è stato Capo del 4° Ufficio, Capo
del 3° Ufficio del 1° reparto dal 2010 al 2013, diventandone anche Vicecapo reparto dal 2013
al 2014. Da qualche anno è impegnato nel settore del management rivestendo incarichi impor-
tanti come quello di Capo ufficio generale per l’innovazione manageriale. Si occupa a tempo
pieno dell’introduzione in forza armata di modelli, strumenti e metodi innovativi a supporto del
cambiamento organizzativo. Qualificato project manager militare ha conseguito le certificazioni
Prince2® Foundation, ISIPM-Base®, MSP e MoP.
X CAPACITÀ DI INNOVAZIONE ORGANIZZATIVA
Prefazione
Alberto Rosso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . XV
Introduzione
Carlo Odoardi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 227
Prefazione
L’idea di questo volume nasce dalla volontà di dare forma ad un percorso che è stato
possibile grazie ad un team che ha saputo condividere la conoscenza da più prospet-
tive e valorizzando l’esperienza professionale con passione, mettendo a fattor comune
risorse per sostenere l’idea di un progetto per l’innovazione in un’organizzazione com-
plessa. Abbiamo cercato di cogliere nel corso degli anni alcune specificità dando evi-
denza empirica ad alcuni fenomeni che abbiamo sempre ritenuto fondamentali per lo
sviluppo delle organizzazioni e delle persone in relazione allo studio dell’innovazione
organizzativa e tecnologica integrata. Un percorso lungo, iniziato nel 2006 attraverso
la collaborazione scientifica e professionale con l’Aeronautica Militare per lo sviluppo
di nuovi modelli di formazione prima (formazione formatori, formazione in ambito
Human Resource Management e formazione alla leadership), e successivamente di
definizione dei sistemi di misurazione e sviluppo dei processi di innovazione.
Tutto è iniziato a Firenze presso l’Istituto di Scienze Militari Aeronautiche (ISMA)
con l’avvio di un corso di formazione formatori rivolto al personale interno dell’Aero-
nautica Militare e riconosciuto dall’Università di Firenze. Da questo primo tassello di
collaborazione è esplosa negli anni a seguire una quantità di interessi scientifici reci-
proci che ha determinato nel 2014 la nascita del primo laboratorio internazionale di
ricerca Strategic Human Resource Management for Innovation (SHRMxI) unico nel
suo genere nel panorama internazionale in partnership con lo Stato Maggiore Aero-
nautica Militare e nello specifico con l’Ufficio Generale per l’Innovazione Manageriale.
Il laboratorio di ricerca è caratterizzato da un comitato scientifico internazionale
composto da colleghi appartenenti a varie università (Università di Bordeaux, Uni-
versità libera di Bruxelles, Università di Madrid e Università di Montreal), da esperti
dell’Aeronautica Militare, dottori di ricerca e professionisti che nel corso di questi anni
hanno perseguito una mission inserita in una cornice dove la ricerca si pone a servizio
delle organizzazioni per coniugare quel processo che in scienza viene definito ricerca-
azione. La finalità ultima del laboratorio congiunto tra Stato Maggiore dell’Aero-
nautica Militare e l’Università di Firenze è di favorire, nell’ottica della terza missione
(alla quale il sistema universitario è chiamato a dare un contributo per lo sviluppo del
paese), la trasferibilità della conoscenza e dei nuovi modelli di analisi nei contesti di
lavoro e contribuire alla continua scoperta per promuovere e sostenere l’innovazione
nelle organizzazioni come valore di crescita e di competitività.
2 CAPACITÀ DI INNOVAZIONE ORGANIZZATIVA
verso, dirigersi a, andare insieme, far convergere in un medesimo punto, ossia mirare
a un obiettivo comune, nonché finire insieme, incontrarsi, corrispondere, coincidere e
gareggiare) e assume, nella sua strutturazione profonda, il significato di condivisione
dei risultati in relazione a specifici obiettivi.
Esistono diversi filoni o approcci di pensiero strategico: approccio normativo e
contestuale (approccio sequenziale alla formulazione delle strategie); strategia come
processo decisionale complesso (il focus passa da che cosa si decide a come si decide);
approccio storico-descrittivo (emerge la distinzione tra disegno e condotta strategica).
La strategia è sostenuta in un contesto organizzativo da due elementi centrali e
identificati come “cultura organizzativa” e “apprendimento organizzativo”. La cultura
organizzativa, come sostiene Schein (2010), è l’insieme delle ipotesi di base che un
certo gruppo ha inventato, scoperto o elaborato nel corso del suo processo di apprendi-
mento sul come affrontare i suoi problemi di adattamento esterno e di integrazione in-
terna. La cultura organizzativa, pertanto, rappresenta uno schema di ipotesi che opera
positivamente e viene considerato valido e di conseguenza è trasmessa ai nuovi mem-
bri come il modo corretto di percepire, pensare e sentire in relazione a dei problemi o
a degli obiettivi organizzativi da raggiungere indirizzando tutte le risorse per produrre
un risultato positivo. Tale cultura sarà in linea con l’orientamento strategico di fondo
e con i valori dominanti dell’organizzazione. Essa si esprimerà con comportamenti,
linguaggi, simboli e comunicazione da tutti riconosciuti. Una cultura organizzativa
forte e pregnante stabilizza i contesti di lavoro creando un sentimento di appartenenza
a una comunità professionale distintiva.
L’apprendimento organizzativo, dall’altra parte, è rappresentato dall’efficacia di
specifici interventi di formazione continua e di sviluppo come fattore strategico nel
favorire processi di comunicazione, condivisione e di scambio. La strategia diviene per-
tanto quella di attivare un continuo processo di sharing e messa in comunione delle
conoscenze individuali e collettive dell’organizzazione. L’apprendimento organizzativo
costituisce, dunque, la base del processo di formazione di competenze distintive caratte-
rizzate dalle conoscenze, dalle capacità, dalle qualità della persona e dalle esperienze che
consentono di esperire specifici comportamenti per ottenere un vantaggio competitivo.
Quindi, la strategia organizzativa nella sua essenza stabilisce una direzione o una
proiezione dove poter perseguire determinati risultati indirizzando tutte le risorse a
disposizione. La strategia è specifica, misurabile e ottenibile attraverso dei piani svilup-
pati con il coinvolgimento delle parti interessate di un’organizzazione. Questo processo
si crea inevitabilmente attivando un’interazione tra più persone collegate tra loro nella
responsabilità e abilitate a raggiungere il risultato dichiarato in un determinato perio-
do di tempo desiderato. La strategia si basa su modelli di azione, decisioni e politiche
che guidano un gruppo verso una visione o obiettivi specifici. In questa proiezione, il
vecchio paradigma o approccio sulla gestione delle risorse umane viene ampiamente
superato a vantaggio di una nuova prospettiva organizzativa e gestionale che evidenzia
la considerazione e la presa in carico delle esigenze espresse dai propri collaboratori o
dell’intera comunità professionale, integrandole con gli obiettivi che l’organizzazione
deve necessariamente perseguire per la sua sopravvivenza.
Nonostante il gran parlare e le iniziative formative che hanno invaso da oltre un
decennio le organizzazioni sull’introduzione delle nuove modalità di valorizzazione
4 CAPACITÀ DI INNOVAZIONE ORGANIZZATIVA
delle persone nei contesti di lavoro, persiste ancora significativamente il vecchio pa-
radigma della gestione delle risorse umane che continua a vedere le donne e gli uo-
mini come “dipendenti”, legati da un rapporto di subordinazione. Per troppo tempo
la funzione Human Resources (HR) nelle organizzazioni ha assunto il ruolo di servus
lasciando ad altre figure la decisione strategica per lo sviluppo dell’organizzazione ri-
nunciando a una posizione di propositività e di supporto rispetto ai processi di bu-
siness. La funzione HR spesso viene meno al suo ruolo centrale di partecipazione
alle logiche di gestione dei sistemi produttivi rinunciando sia alla valorizzazione della
propria conoscenza (sulle competenze, sulle professionalità e sulle esperienze presenti
nel patrimonio umano) sia alla propria missione nel sostenere nuovi e reali processi di
innovazione a supporto delle strategie di business.
La gestione strategica del patrimonio umano presente in un’organizzazione può
essere definita come il collegamento delle persone agli obiettivi e ai traguardi orga-
nizzativi al fine di migliorare le performance e sviluppare una cultura organizzativa
orientata a potenziare le professionalità per sostenere l’innovazione, la flessibilità e
il vantaggio competitivo in un continuo apprendimento collettivo o organizzativo.
Un’organizzazione centrata su aspetti di people strategy for innovation deve necessa-
riamente dotarsi di una serie di nuovi metodi di misurazione e gestione per verificare
e monitorare le variabili innovative legate ai comportamenti professionali a livello
individuale, di leadership e a livello organizzativo o manageriale, in una visione inte-
grata applicando specificatamente strumenti di analisi per evidenziare quegli indici
sui quali riposizionare di volta in volta le strategie. Strategie queste che rappresentano
una peculiarità per conoscere e alimentare il sistema delle relazioni integrate al fine di
garantire continui processi innovativi e il valore del business che si vuole perseguire in
un mercato globale e in continua metamorfosi.
Occorre un nuovo paradigma che delinei nuovi pensieri per una gestione, valo-
rizzazione e sviluppo del patrimonio umano dove la gestione strategica è declinata
nell’integrare e posizionare le persone in una continua interazione all’interno dell’or-
ganizzazione in una cornice di cultura dell’innovazione che produca vantaggi per una
migliore gestione del business e a garanzia di una maggiore competitività. Questo
richiede un pensiero che sappia mettere in atto processi previsionali e di pianificazione
di possibili scenari al fine di sostenere le esigenze dell’intera comunità professionale
e integrarle con le esigenze dell’organizzazione e dei continui mutamenti del mercato
di riferimento. In questo quadro, coloro che ricoprono il ruolo di direttori del perso-
nale nelle organizzazioni devono necessariamente far evolvere la loro posizione in una
prospettiva di business partner strategic for innovation sapendo integrare i processi di
innovazione organizzativa e tecnologica con l’orientamento al business.
In altri termini, possiamo sostenere che l’obiettivo primario per valorizzare strate-
gicamente il patrimonio umano è attivare nuovi e continui apprendimenti in modo da
alimentare nuove competenze e arricchire le professionalità dell’intera comunità pro-
fessionale di riferimento anche attraverso la costruzione di un’“agorà dell’innovazione”
in modo da alimentare processi di motivazione, di partecipazione e di cittadinanza
organizzativa.
Su queste considerazioni, assume un fattore importante il processo di comunica-
zione interna che può contribuire a rinforzare il sentimento di appartenenza e fide-
INTRODUZIONE 5
L’innovation strategy, che rappresenta una parte della più ampia strategia organiz-
zativa, una volta definita per l’avvio del processo deve essere aggiornata con il presen-
tarsi di nuovi dati, opportunità o analisi delle aree di miglioramento.
L’architettura del testo si compone di due parti. La prima parte prende forma
partendo proprio dalla descrizione del processo di innovazione e vengono descritti gli
aspetti psicosociali dell’innovazione prendendo in considerazione i modelli consolidati
in letteratura con la finalità di evidenziare la conoscenza che la ricerca ha sviluppato
in più di quarant’anni di produzione scientifica per meglio comprendere i processi e
i comportamenti d’innovazione. Altresì, vengono evidenziati i principali antecedenti
(che rappresentano gli elementi occorrenti per promuovere e sostenere i comporta-
menti innovativi a livello individuale, di team e a livello organizzativo o manageriale)
e gli inibitori dell’innovazione (che esprimono le resistenze che volontariamente o
involontariamente la persona, i team o l’organizzazione mettono in atto).
Segue l’esposizione del modello strategico multidimensionale seguito nell’ambi-
to della ricerca-intervento per l’innovazione partendo da un’analisi della complessità,
per poi introdurre il modello di ricerca adottato al fine di misurare quali fossero i
comportamenti professionali innovativi presenti nei contesi di lavoro per meglio pro-
gettare specifici interventi per la loro valorizzazione e sviluppo. Il modello di ricerca-
intervento ha rappresentato l’elemento centrale e di supporto ai processi decisionali
nell’ambito della cabina di regia e le risultanze empiriche hanno supportato la defini-
zione del disegno organico dell’innovazione e i relativi programmi e progetti realizzati
nel contesto dell’Aeronautica Militare. La metodologia di ricerca è stata improntata
utilizzando alcuni strumenti di misurazione, rappresentati da clima organizzativo e
misurazione del potenziale e della performance d’innovazione (COPPI), che ha visto
la partecipazione diretta della comunità professionale di riferimento, e dalla metodo-
logia feedback a 360° che ha riguardato il coinvolgimento delle figure manageriali ad
alta responsabilità e posizionate ai vertici dell’Aeronautica Militare.
Il testo, dopo la fase descrittiva teorica e relativa applicazione del modello d’innova-
zione attraverso la metodologia di ricerca necessaria e preliminare a qualsiasi azione e a
supporto delle strategie d’intervento e della trasferibilità dei modelli operativi nei con-
testi di lavoro, prende in esame la descrizione dei metodi e degli strumenti manageriali
utilizzati per il supporto e lo sviluppo dei processi d’innovazione quali: analisi SWOT
(Strengths, Weaknesses, Opportunities, Threats) per la pianificazione strategica; project ma-
nagement, per la progettazione, pianificazione e realizzazione degli obiettivi legati ai pro-
getti d’innovazione; risk management, per l’identificazione, analisi e gestione del rischio;
quality management, con la finalità di mappare e misurare tutte le attività effettuate e
legate ai progetti per la realizzazione di un servizio, nonché del personale impegnato nel
compito e nel conseguimento degli obiettivi in modo da promuovere un comportamento
professionale attentivo al miglioramento continuo; knowledge management, per sostenere
il passaggio dalla conoscenza individuale alla conoscenza collettiva o organizzativa.
La prima parte si conclude con l’esame del processo di trasformazione organizza-
tiva necessaria per alimentare una continua innovazione attraverso l’implementazio-
ne di un sistema strategico organizzativo valorizzato attraverso gli elementi distintivi
della vision, della mission, dei valori e degli obiettivi cui si ispira l’organizzazione. Tali
elementi determinano la base per lo sviluppo di un portfolio strategico che supporta
8 CAPACITÀ DI INNOVAZIONE ORGANIZZATIVA
Nel produrre il presente contributo è stata fatta una scelta dettata dalla volontà degli
Autori di favorire una narrazione degli eventi che hanno caratterizzato lo sviluppo di un
programma d’innovazione all’interno di un’organizzazione complessa e articolata, a di-
scapito di un quadro empirico dei risultati ottenuti nel periodo che va dal 2015 e culmina
nell’“Innovation Day - Evoluzione delle Strategie di Cambiamento nelle Organizzazio-
ni” (Roma, 26 settembre 2019)1, realizzato nel contesto dell’Aeronautica Militare, che
ha presentato il Programma di Innovazione Organizzativa, avviato dalla forza armata
nell’ambito del processo di trasformazione e revisione della governance del Ministe-
ro Difesa, a rappresentanti della Pubblica Amministrazione, del mondo accademico e
imprenditoriale nazionale. La finalità di questa scelta è collegata soprattutto nel voler
contribuire a promuovere o rinforzare la necessità di una cultura dell’innovazione nelle
organizzazioni pubbliche e private attraverso un quadro articolato sulle strategie, sui mo-
delli, sulle metodologie e sugli strumenti di misurazione che possono risultare di utilità
per lo sviluppo e il presidio dei processi d’innovazione. Per coloro interessati alle risul-
tanze empiriche in relazione alle dimensioni analizzate nell’ambito dell’innovazione, il
lettore può trovare i relativi approfondimenti nei seguenti articoli riportati in bibliografia:
Cangialosi, Odoardi e Battistelli (2020a, 2020b); Cangialosi, Deprez, Odoardi e Batti-
stelli, (2020).; Battistelli, Odoardi, Vandenberghe, Di Napoli e Piccione (2019); Odoardi,
Galletta, Battistelli e Cangialosi (2018); Battistelli e Odoardi (2016); Odoardi (2015).
1
www.youtube.com/watch?v=u2Z1r1wGSdk (consultato il 20/2/2021).
Parte prima
(Zaltman, Duncan e Holbek, 1973, p. 10); “insieme di compiti svolti a livello micro
da individui e gruppi di persone in un’organizzazione orientati alla creazione e allo
sfruttamento di nuove idee” (Kanter, 1988, p. 169); “la riuscita implementazione di
idee creative all’interno di un’organizzazione” (Amabile, 1988, p. 126); “introduzione
e applicazione intenzionale all’interno di un ruolo, gruppo o organizzazione di idee,
processi, prodotti o procedure, nuovi per l’unità di adozione di riferimento, progettati
per migliorare in modo significativo l’individuo, il gruppo, l’organizzazione e la società”
(West e Farr, 1990, p. 14).
Dall’analisi delle definizioni risultano evidenti alcuni aspetti comuni e centrali per
la comprensione del concetto di innovazione nelle organizzazioni:
– intenzionalità, l’innovazione richiede azioni volontarie, al contrario del concetto
di cambiamento che può avvenire anche in maniera non voluta, e a volte avvie-
ne anche in una sfera di serendipità1, dove il raggiungimento di una novità si
manifesta tramite un processo causale e non predeterminato;
– relatività applicativa, l’utilità della novità ideata o introdotta non deve essere
intesa in senso assoluto, ma rispetto alla sua possibile applicazione ed imple-
mentazione all’interno di uno specifico contesto (non è importante che le idee
siano nuove in maniera universale ma che siano percepite come tali dall’indi-
viduo, dal gruppo e dall’organizzazione o che rappresentino delle novità per la
relativa unità di adozione);
– finalità migliorativa, l’innovazione comporta la produzione e l’implementazione
di nuove idee al fine di ottenere potenziali benefici per l’individuo, il gruppo o
l’organizzazione (anche se le nuove idee potrebbero determinare esiti negativi,
la spinta all’innovazione è comunque necessariamente orientata al consegui-
mento di risultati positivi);
– risultati tangibili, gli effetti del processo di innovazione, al contrario di quello
creativo, sono caratterizzati da risultati tangibili e che hanno un riscontro ester-
no alla persona, in termini di procedure di lavoro, strumenti, prodotti o servizi;
– multidimensionalità, l’innovazione rappresenta un fenomeno complesso osser-
vato a diversi livelli di analisi (individuo, gruppo e organizzazione) e a cia-
scun livello è caratterizzata da antecedenti (elementi determinanti per favorire
un comportamento professionale innovativo) e da inibitori (ovvero resistenze
messe in atto volontariamente o meno nel favorire un comportamento inno-
vativo) con risultati differenti e specifici. L’innovazione a livello individuale
rappresenta l’insieme di azioni che le persone nei contesti di lavoro svolgono
per creare e implementare nuove idee ( Janssen, 2000; Scott e Bruce, 1994) e
viene analizzata in relazione a caratteristiche individuali e contestuali (Ham-
mond et al., 2011); l’innovazione a livello di gruppo riguarda le idee e i prodotti
nuovi sviluppati dai team di lavoro all’interno di organizzazioni, e tipicamente
viene studiata in relazione ai processi sociointerazionali implicati nel lavoro di
squadra (Hülsheger, Anderson e Salgado, 2009; West, 2002); infine, l’innova-
1
La capacità di rilevare e interpretare correttamente un fenomeno occorso in modo del tutto casuale
durante, ad esempio, una ricerca scientifica orientata verso altri campi d’indagine.
14 CAPACITÀ DI INNOVAZIONE ORGANIZZATIVA
A partire dai lavori di Kozlowski e Klein (2000), dove si evincono una serie di po-
tenziali direzioni teoriche e metodologiche di natura interazionista, si sono sviluppate
almeno due principali prospettive riguardanti l’approccio alle analisi multilivello come
di seguito riportate.
Approccio strategico (top-down). L’analisi dei processi top-down ha come obiettivo prin-
cipale quello di comprendere gli effetti contestuali sul processo di innovazione a livelli
inferiori e si rivolge a quelle condizioni che possono influenzare direttamente o indiret-
tamente i livelli inferiori di analisi. Nello specifico, questa prospettiva analizza gli effetti
di variabili organizzative o di gruppo sugli individui. Un esempio di questo approccio è
lo studio di Baer e Frese (2003) sugli effetti del clima organizzativo in relazione al com-
portamento innovativo. Questa prospettiva è quella maggiormente utilizzata poiché in
linea con la maggior parte delle pratiche applicative di intervento. Infatti, storicamente,
le azioni a supporto del processo di innovazione avvengono grazie a programmi guidati
dal management (dall’alto verso il basso), finalizzate al miglioramento delle prestazioni
innovative rispettivamente nei gruppi di lavoro e negli individui.
Approccio proattivo (bottom-up). Il focus della prospettiva proattiva è sui processi bot-
tom-up. Questa si concentra sull’analisi dell’emergenza dei fenomeni psicosociali indi-
viduali a livelli superiori. Infatti, molti fenomeni collettivi, misurabili a livello gruppale
o organizzativo, hanno la loro origine nell’individuo. Cognizioni, atteggiamenti e com-
portamenti attraverso processi di interazione sociale possono emergere manifestando i
loro effetti ai livelli più alti di gruppo o organizzativi. Un esempio di questo approccio
è lo studio di González-Romá, Peiró e Tordera (2002) in cui vengono esaminati gli
effetti dei comportamenti di comunicazione al superiore basata sulla creazione di un
clima per l’innovazione. Questo approccio è meno frequente in letteratura, nonostante
che identificare le condizioni, i processi e gli antecedenti che producono proprietà
emergenti nella realtà collettiva rappresenti un importante aspetto della ricerca orga-
nizzativa e sull’innovazione.
La ricerca sull’innovazione organizzativa è notevolmente cresciuta sviluppando un
vasto e importante corpo letterario (Damanpour, 2017). Il concetto di innovazione ha
solitamente una connotazione positiva ed è visto come una costruzione pratica con
esito favorevole per chi la genera o adotta. Le organizzazioni generano e adottano
diversi tipi di innovazioni ritenute di valore per raggiungere i loro obiettivi a breve e
lungo termine e rendere il loro funzionamento efficiente ed efficace. Di conseguenza, il
dominio della ricerca sull’innovazione organizzativa comprende le attività organizza-
tive e i meccanismi per la creazione (generazione) e l’applicazione (adozione) di nuove
idee e pratiche, tecnologiche o meno, attraverso la loro catena di valore.
Esistono due principali cornici concettuali per intendere l’innovazione nelle orga-
nizzazioni, concorrenza e performance e adattamento e progressione. La prima prospettiva
ipotizza che le organizzazioni innovino per migliorare l’efficienza e la produttività,
aumentando così la quota di mercato e la redditività (Damanpour e Wischnevsky,
2006). Mentre per la seconda, le organizzazioni introducono innovazioni per adattarsi
ai cambiamenti ambientali e raggiungere intenti strategici per il mantenimento e il
miglioramento delle prestazioni (Zaltman, Duncan e Holbek, 1973). Sebbene entram-
1. IL PROCESSO DI INNOVAZIONE NELLE ORGANIZZAZIONI 17
Prospettiva interazionista della creatività organizzativa. Questo aspetto è stato uno dei
primi approcci concettuali a enfatizzare il ruolo delle interazioni fra fattori individua-
li e contestuali come antecedenti o inibitori dell’innovazione sul lavoro. Secondo la
prospettiva interazionista della creatività organizzativa (Woodman, Sawyer e Griffin,
1993), i processi creativi derivano da un’interazione complessa fra l’individuo e la sua
situazione lavorativa ai diversi livelli dell’organizzazione. A livello individuale, la crea-
tività è il risultato dell’interazione fra condizioni biografiche, antecedenti, stili cogni-
tivi, caratteristiche di personalità, conoscenze pregresse, motivazione, influenze sociali
e influenze del contesto. A livello di gruppo, la creatività risulta essere la conseguenza
del comportamento creativo individuale, dell’interazione fra i membri del gruppo, del-
le caratteristiche del gruppo, dei processi e delle dinamiche di gruppo e delle influenze
contestuali. Infine, a livello organizzativo, l’innovazione deriva da fattori culturali, ri-
sorse e ricompense, strategia, strutture e tecnologia di supporto.