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SAGGI e INTERVENTI

I computer screen film tra cinema e nuovi media


Schermi, monitor, finestre
L’avvento di un genere capace di dar forma alle metamorfosi mediali e tecnologiche
che hanno modificato il rapporto con noi stessi e con la realtà che ci circonda
di Federico Selvini

Interfaccia-cinema
Nel suo ultimo lavoro Francesco Ca-
setti evidenzia come non sia “un caso che
il cinema peschi ormai regolarmente storie
e figure da altri media, e insieme offra ad
altri media le proprie storie e le proprie
figure, in una sorta di continuo scambio”1.
Rileviamo infatti un costante intreccio tra
cinema e new media, un processo a cui si
accompagnano inedite modalità di pro-
duzione e fruizione. All’interno di questo
panorama mutevole e proteiforme assi-
stiamo alla proliferazione di opere che di-
chiarano il loro carattere composito, in cui
alla nozione di schermo cinematografico si Searching di Aneesh Chaganty
integrano altre figure e strutture, proprie
della contemporaneità. In questa sede son- screen film. Bekmambetov, cineasta russo seguito della pandemia di Covid-19 - si nar-
deremo un aspetto di questa ibridazione, di origini kazache, è oggi tra le figure più ra di un gruppo di sei ragazzi che, insieme a
concentrando la nostra attenzione su una importanti del genere, avendo partecipato una sensitiva, organizzano una seduta spi-
particolare categoria filmica, quella dei in prima persona (nelle vesti di regista o di ritica online, servendosi della piattaforma
cosiddetti computer screen film (conosciu- produttore) alla realizzazione di alcuni dei di videocomunicazione Zoom. Qualcosa
ti altresì come dekstop movie). Con questa più conosciuti desktop movie. Nell’esplo- va storto durante la sessione e un’entità
espressione indichiamo quelle pellicole la rare questa originale forma cinematogra- demoniaca comincia a uccidere a uno a
cui narrazione si svolge interamente - o fica si è preferito non procedere in ordine uno tutti i partecipanti. Altro film ricon-
quasi - sul monitor di un computer, in una cronologico. L’approccio scelto, piuttosto, ducibile a questa categoria è Unfriended
perfetta corrispondenza tra monitor stesso prevede una ricognizione delle pellicole (2014) di Levan Gabriadze e prodotto, fra
e schermo cinematografico. più note vagliando le scelte estetiche e stili- gli altri, proprio da Bekmambetov. Anche
Prima di addentrarci nell’ana- stiche messe in atto dai vari cineasti. Unfriended appartiene al genere dell’orro-
lisi dei film non possiamo fare a meno di re: un gruppo di sei giovani amici, durante
sottolineare come le opere appartenenti Cornici sovrapposte una videochiamata su Skype, viene perse-
a questo genere - per la quasi totalità re- Una prima categoria la possiamo de- guitato da un utente anonimo che sembra
alizzate nella seconda decade del Duemila finire mimetica, ovvero assistiamo a una possedere facoltà sovrannaturali. I ragazzi
- sono ancora in numero esiguo. Tuttavia, sovrapposizione perfetta tra monitor del saranno a mano a mano trucidati dal fanta-
alcuni segnali testimoniano un crescente computer e schermo cinematografico. Fan- sma di una loro compagna di scuola, morta
interesse verso questa pratica: ad esempio, no parte di questa classe opere come Host suicida a causa del cyberbullismo causato
vale la pena ricordare l’accordo firmato tra (2020), horror diretto dal regista britannico dai ragazzi stessi.
Universal Pictures e Timur Bekmambe- Rob Savage. Nella pellicola - realizzata non Abbiamo pocanzi scritto che tanto
tov per la produzione di cinque computer a caso durante i confinamenti domestici a Host quanto Unfriended appartengano

Nel corso delle ultime due decadi, il panorama au-


diovisivo è stato letteralmente invaso da nuovi dispositivi e originali tecnologie
della visione, ciascuna delle quali capace di trasmetterci una particolare imma-
gine del mondo. I computer screen film sono pellicole che prendono coscienza
di questa trasformazione; pellicole in cui il linguaggio cinematografico si trova a
confrontarsi, faccia a faccia, con quello multidimensionale ed eterogeneo espres-
so dai nuovi media.

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SEGNOCINEMA nr 232
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Host di Rob Savage Unfriended di Stephen Susco

a una categoria dei desktop movie iden- pellicola si accompagna a una proliferazio- mente i punti di vista: il pirata informatico
tificabile come mimetica. In questo caso, ne di registri testuali e linguistici differen- è in grado di accedere a mappe satellitari,
difatti, vi è una totale coincidenza tra lo ti, tutti caratteristici di quel metamedium smartphone, infografiche, telecamere a cir-
schermo filmico e quello del computer. che è il computer, secondo la definizione cuito chiuso, produce egli stesso strumenti
Ancora, vi è un’assoluta corrispondenza proposta da Lev Manovich. Host, invece, di ripresa che vengono fissati nell’auto-
tra il tempo della storia e quello del rac- impiega alcune peculiarità della piattafor- vettura del protagonista. Questi variegati
conto; per questa ragione, entrambe le ma Zoom - ad esempio, gli sfondi e i fil- regimi scopici si muovono nella direzione
pellicole sono messe in scena come due tri - come effetti speciali, a testimoniare la di una visibilità totale a cui è assoggettato
lunghissimi piani-sequenza. Vi sono poi volontà di Savage di sfruttare in maniera il protagonista stesso e i suoi spostamenti,
altri elementi in gioco che lavorano per inedita le facoltà espressive insite nel pro- tutti tracciabili. Nick è cosciente di essere
rafforzare una sorta di “effetto di realtà”: gramma. Quegli elementi grafici che spes- costantemente esposto agli occhi dell’ha-
in particolare, l’assenza di musiche fuori so noi utilizziamo come forma di divertisse- cker, e per questo, è forzato a sottostare
scena. Sia in Host sia in Unfriended quasi ment vengono stravolti, divenendo fonte di ai suoi ordini. In questo caso il monitor
tutti i suoni sono in, provengono cioè di- terrore e spaesamento. diventa emblema di una visione panottica
rettamente dello schermo-computer. La che caratterizza un aspetto dei nuovi me-
colonna sonora aderisce al medesimo pro- Discrepanze spazio-temporali dia e delle nuove tecnologie della visione;
cedimento. In particolare, nel film di Ga- In definitiva, entrambi i film racconta- a questo proposito David Lyon evidenzia
briadze le musiche vengono selezionate no due storie di orrore che si sviluppano in- che “sapere di essere osservati è un aspetto
da uno dei ragazzi utilizzando alcune tra teramente su display; i personaggi sembra- importante della cultura della sorveglianza.
le piattaforme più popolari, come iTunes no essere letteralmente intrappolati nelle [...] In molte situazioni i soggetti della sor-
e Spotify: gli strumenti offerti dal compu- diverse finestre che li avviluppano. Di loro veglianza sono consapevoli di quello che
ter stesso diventano la “cassetta degli at- non esiste più un corpo concreto, ma solo succede”3.
trezzi” a disposizione del cineasta per la immagini e frammenti rimediati dalle di- Per di più, questa proliferazione di
costruzione della messa in scena. verse applicazioni del computer. Lo spazio sguardi e dispositivi si accompagna a un
Vi sono però alcuni effetti sonori che che si estende oltre la cornice del display chiaro intervento di regìa: in Open Win-
non provengono dal monitor; tra questi, stesso non esiste più, non ha più alcun va- dows schermo cinematografico e monitor
possiamo notare il battito delle dita sui tasti lore né tangibilità. Per questa ragione, sia del computer non sono più perfettamente
del computer. Questo escamotage ci sugge- Host che Unfriended sembrano testimonia- sovrapposti. Vigalondo sceglie piuttosto in
risce due elementi: innanzitutto testimonia re una specificità del nostro mediascape, mostrarci dettagli di quest’ultimo. La mac-
l’esistenza di un fuori campo, uno spazio ovvero un’esperienza “quella degli schermi china da presa si concentra su specifiche
posto al di là della cornice del monitor stes- attuali, che si moltiplicano senza fine intor- finestre, in base all’importanza che queste
so, in cui agisce uno dei personaggi; uno no a noi” e che “minaccia di non farci più svolgono in determinati momenti della nar-
spazio che è destinato a rimanere invisibile trovare, prima o poi, l’uscita”2. razione. Quello che osserviamo non è più la
e inaccessibile allo spettatore. In secondo Open Windows (2014) dello spagno- superficie piena di un monitor, bensì alcu-
luogo, il suono della tastiera e del mouse ci lo Nacho Vigalondo - film che racconta ne sue porzioni. Ancora, l’intensificazione
avvertono che il nostro sguardo non è di- la storia di un giovane blogger, Nick, vit- dei punti di vista indirizza la pellicola verso
retto verso una superfice astratta bensì ver- tima di un hacker - si situa invece in una regìa più consueta: quando, ad esempio, il
so uno schermo specifico, gestito da un pre- dimensione intermedia rispetto alle due protagonista dialoga con altri personaggi
ciso individuo; individuo che, d’altra parte, pellicole sopra esaminate. Anche Open tramite videochat, l’inquadratura si sposta
possiamo conoscere unicamente attraverso Windows viene messo in scena come un repentinamente (tramite un susseguirsi di
una forma ipermediata, disseminata nelle piano-sequenza, senza alcuno stacco di panoramiche a schiaffo) tra le due finestre,
svariate finestre disposte sul monitor. montaggio visibile. Di conseguenza, ritro- che arrivano a occupare quasi interamente
Rispetto a Host, Unfriended molti- viamo anche qui una continuità temporale. lo schermo, in una logica del più tradizio-
plica gli strumenti di mediazione metten- D’altra parte, se le vicende di Host e Un- nale campo-controcampo.
do in scena una superficie letteralmente friended si svolgono (quasi) unicamente in Profile (2018), diretto da Bekmam-
multimediale. Lo schermo della protago- un’unica location (le abitazioni dei diversi betov, narra la vera storia di Anna Erelle,
nista - ovvero lo schermo a cui ha accesso personaggi), Vigalondo incrementa gli spa- giornalista investigativa britannica che,
il pubblico - è ricoperto di cornici in cui si zi. Il personaggio principale, comandato fingendosi una neoconvertita all’Islam, rie-
trovano contemporaneamente a coesistere dall’hacker-demiurgo, esce dalla camera sce a infiltrarsi nel sistema di reclutamento
immagini fisse, in movimento, suoni, mu- d’albergo in cui lo vediamo all’inizio per dell’ISIS. Il computer diviene la superfice
siche, parola scritta e parlata. La nostra affrontare una serie di prove, portando dove l’identità della donna si sdoppia: da
comprensione degli avvenimenti si forma sempre con sé il proprio personal computer una parte un’aspirante jihadista, dall’altra
attraverso un’intricata rete composta da mentre si muove in macchina per le strade la reporter; identità instabili e permeabili,
chat, filmati su YouTube, pagine web, ba- di una imprecisata città. che nel corso della narrazione andranno a
cheche di social network. La visione della Ancora, il regista moltiplica netta- confondersi. Al pari di Host e Unfriended,

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Profile di Timur Bekmambetov Profile di Timur Bekmambetov

regimi scopici e dei punti di vista. Ancora, rapporto produce. D’altronde, come so-
anche in questo caso il monitor occupa stiene Nicholas Mirzoeff, “come si debba
l’intera superficie dello schermo cinemato- la vicenda si svolge su un arco temporale
di più giorni, in svariate location: abbiamo guardare il mondo in un’epoca di dinami-
grafico. Il film di Bekmambetov introduce ca trasformazione, con enormi quantità di
però una sostanziale differenza rispetto alle quindi assenza di continuità temporale e
spaziale. Analogamente a Open Windows, immagini che implicano tanti punti di vista
pellicole già prese in analisi: la discontinu- differenti, è la questione in gioco nella cul-
ità cronologica (oltretutto, la possibilità di anche l’opera di Chaganty rifiuta una per-
fetta sovrapposizione tra schermo cinema- tura visuale”5.
salti temporali permette ai personaggi di
tenere i loro incontri in luoghi differenti). tografico e computer, preferendo ingrandi-
Questo elemento pone una difficoltà: come menti e movimenti di macchina che orien-
rendere visibili ed evidenti allo spettatore tano la nostra visione. A ciò si aggiunge la ELENCO
le diverse ellissi temporali? presenza di una colonna sonora mista, a COMPUTER SCREEN FILM6
A questo proposito, la scelta registica tratti di scena oppure fuori scena.
è quella di mettere in scena Profile come Abbiamo qui degli stacchi di montag- • The Collingswood Story (2006)
un racconto al passato. Il film è così frazio- gio i quali, come prontamente sottolinea di Mike Costanza
nato nelle molteplici conversazioni che la Elio Ugenti, “non alterano - di fatto - la • Megan Is Missing (2011) di Michael Goi
protagonista instaura con un membro dello relazione tra il personaggio e il suo spazio • The Sick Thing That Happened to
Stato Islamico, impiegando principalmen- reale d’azione, ma riconfigurano - semmai Emily When She Was Younger
te Skype e Facebook. Al termine di ogni - la relazione tra lo spettatore e lo spazio di Joe Swanberg, conten. nel film
segmento narrativo, le diverse finestre si mediale del personaggio”4. I diversi tagli collett. a epis. V/H/S (2012)
chiudono; rimane aperta una cartella al cui trasportano l’osservatore attraverso una • The Den (2013) di Zachary Donohue
interno vi sono una serie di sottocartelle sequenza di dispositivi e applicazioni, cia- • Unfriended (2014), di Levan Gabriadze
numerate in maniera progressiva: ciascu- scuno dei quali è un frammento di un in- • Open Windows (2014) di Nacho
na di esse corrisponde a un incontro tra la tricato puzzle che scinde in una miriade Vigalondo
giornalista e il miliziano dello Stato Islami- di brandelli le azioni e le identità dei per- • Ratter (2015) di Branden Kramer
co. Il mouse ne seleziona una successiva e sonaggi. Tutti questi sguardi - per la quasi • Face to Face (2016) di Matt Toronto
inizia così una nuova situazione. Lo spet- totalità - sono raccolti all’interno del mo- • Unfriended: Dark Web (2018)
tatore non osserva in diretta lo svolgersi nitor del protagonista. Per comprendere di Stephen Susco
degli eventi, bensì una successione di regi- gli eventi, lo spettatore deve imparare a • Searching (2018) di Aneesh Chaganty
strazioni (in gergo tecnico, uno screencast) giostrarsi e a ricomporre questa sequenza • Profile (2018) di Timur Bekmambetov
del monitor della protagonista. infinita di registri visuali e testuali differen- • Host (2020) di Rob Savage
La domanda che sorge spontanea è ti. Lo spazio reale della narrazione (cioè le • C U Soon (2020) di Mahesh Narayanan
allora chi stia guardando e controllando varie località su cui si muove il padre del- • Spree (2020) di Eugene Kotlyarenko
lo schermo: la protagonista stessa? Il ci- la giovane) rimane accessibile al pubblico
neasta? Un individuo a noi sconosciuto? unicamente attraverso le diverse modalità
Bekmambetov non si preoccupa di chiarire di (ri)mediazione prodotte dai dispositivi
questo aspetto. Nonostante ciò, il regista di David. NOTE
impiega i mezzi offerti dal computer per Giunti alla conclusione, non possiamo 1 Francesco Casetti, La Galassia Lumière. Sette pa-
simulare il passare del tempo e “asciugare” affermare con certezza che il genere dei role chiave per il cinema che viene, Bompiani, Milano
2015, p. 271.
la narrazione: ad esempio, nel momento in computer screen film sia destinato a prolife-
cui la giornalista studia il ruolo che dovrà rare in futuro. Possiamo però notare come 2 Mauro Carbone, Filosofia-schermi. Dal cinema alla
le pellicole che abbiamo esaminato, seppur rivoluzione digitale, Cortina, Milano 2016, p. 138.
impersonare visionando svariati tutorial su
YouTube, Bekmambetov utilizza un effet- con gradazioni differenti, esprimano una 3 David Lyon, La cultura della sorveglianza. Come
to di fast motion, accelerando tanto le im- serie di ricorsività del mediascape odierno, la società del controllo ci ha resi tutti controllori, Luiss
University Press 2020, p. 87.
magini quanto la colonna sonora. Questa dalla perdita di centralità del cinema come
trovata simula la presenza di un utente, po- strumento privilegiato per la riproduzione 4 Elio Ugenti, Spazio filmico e spazio mediale nel
computer screen film. La regìa come mediazione di se-
sto oltre il monitor, capace tanto di visio- del mondo alla frammentazione delle no- condo grado, in Luca Bandirali, Daniela Castaldo, Fran-
nare quanto di manipolare le registrazioni. stre identità in un susseguirsi continuo di cesco Ceraolo (a cura di), Re-directing. La regìa nello
Searching (2018), primo lungometrag- forme testuali eterogenee. Queste opere spettacolo del XXI secolo, Università del Salento 2020,
che, viste sui nostri laptop, finiscono per p. 149.
gio di Aneesh Chaganty e prodotto nuova-
mente da Bekmambetov, è probabilmente imitare e simulare il funzionamento stes- 5 Nicholas Mirzoeff, Come vedere il mondo. Un’intro-
la pellicola più complessa. Il film racconta so dei nostri computer in una sorta di pa- duzione alle immagini: dall’autoritratto al selfie, dalle
mappe ai film (e altro ancora), Johan & Levi, Monza
la storia di David, padre alla ricerca della radossale effetto matrioska, ci invitano a 2017, p. 14.
giovane figlia scomparsa misteriosamente. riconsiderare il nostro rapporto odierno 6 L’elenco include solo lungometraggi di finzione
Searching si muove nella direzione di una con i media e con i dispostivi, insieme alle che hanno avuto una distribuzione.
moltiplicazione dei dispositivi-schermi, dei conseguenze e agli effetti che questo stesso

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