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CASUALITÀ E CONTROLLO -

FOTOGRAFIA, VIDEO E WEB


Storia Del Cinema
Accademia di belle arti di Bologna
3 pag.

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CASUALITÀ E CONTROLLO - FOTOGRAFIA, VIDEO E WEB di Luca Panaro

CAP. I - SE QUALCOSA SFUGGE


-> il ‘900 con le sue incertezze porta l’artista a meditare sul ruolo dell’uomo in un universo
sempre più caotico e privo di ragione —> assenza di controllo e casualità determinano
alcune avanguardie: tra gli anni ’60 e ’70 gli artisti usano l’apparecchio fotografico e video
in maniera concettuale, come estensione e potenziamento dell’uomo e come strumenti
autonomi: Franco Vaccari afferma che non importa se il fotografo sa vedere, tanto ci
pensa la macchina.

Tale concetto viene anticipato da autori come:

• Pirandello con “Quaderni di Serafino Gubbio operatore” (1925) l’io narrante è spettatore:
essere operatore per Gubbio equivale a girare impassibilmente la manovella della
macchina.

• Buster Keaton “The cameraman” (1928), mostra una scimmia padroneggiare una
macchina da presa.

• Michelangelo Antonioni “Blow Up” (1966), perdita di controllo dell’uomo sul mezzo.

• Susan Sontag, la fotografia non è determinata dalle intenzioni dell’artista ma è una


cooperazione tra fotografo e soggetto, mediata da una macchina sempre più
automatizzata che anche quando sbaglia produce cose interessanti.

•Alessandra Speranzi, bisogna accogliere la perdita di controllo sull’azione creativa e
quindi lasciare fare alla macchina.

-> Dunque oggi: l’artista non esprime più la sua interiorità, ma racconta la “tecno-logica”
del dispositivo, mentre la critica deve evidenziare lo sforzo di padroneggiamento del
mezzo oppure sottolineare l’autonomia della tecnologia dell’autore.

CAP. II - DISPOSITIVI VIDEO-FOTOGRAFICI


1. Andy Warhol, dal 1965 di dedica al cinema: Eat e Sleep (1964), Empire (1965) sono
riprese a camera fissa di lunghissima durata (Empire circa 8h) dove l’artista interviene solo
sulla scelta del soggetto, si ha un’abolizione delle forme narrativa e si fa coincidere il
tempo filmico con quello reale —> è come guardare fuori dalla finestra:
CAMERA:OCCHIO=IMMAGINE:MONDO.

2. Franco Vaccari, si abbandona al caso respingendo ogni risultato prevedibile. Intuisce


che occultandosi come autore avrebbe generato un capovolgimento dei ruoli legati alla
fruizione artistica, creando forme di relazione inaspettate: a. Lascia su queste pareti una
traccia del tuo passaggio (1972), camera fototessera posta alla Biennale di Venezia. Invita
i partecipanti a farsi una foto e attaccarla su una parete. Innesca il processo essendo il
primo a farsi la foto —> coglie il rischio che l’installazione si presentasse come una
scommessa senza possibilità di controllo. Ebbe successo: più di 6.000 immagini, sostiene
fino in fondo l’autonomia della macchina. 

b. Photomatic d’Italia (1972-1974), dispone camere di fototessere in diverse città
contenenti un messaggio all’interno dove si richiedeva di lasciare all’interno le fototessere
scattate per la creazione del suo film Film disseminato (1973-1976). Senza montaggio
composto dalle fototessere lasciate, che del film hanno potuto vedere la propria arte.

Vaccari dimostra così un’attenzione alla comunicazione spontanea e al coinvolgimento
del pubblico partecipante.

3. Douglas Gordon e Philippe Parreno, Zidane: 21th Century Portrait (2006), tutto è
rigidamente programmato: si segue visivamente, con telecamere poste in diverse
angolazioni, solo il calciatore Zidane, che sembra giocare da solo, concentrato sul pallone
—> concepito come ritratto storico. Alla fine avviene il colpo di scena: Zidane viene

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espulso, ciò che si ottiene dunque non fu pianificato e si accettò perciò il caso,
l’imprevedibile. Gordon e Parreno sono stati ispirati dall’opera Thirteen most beautiful
women di Andy Warhol (1964-1966), dove delle donne fissano la camera senza battere
ciglio fino a lacrimare —> la difficoltà di essere immagine e come una persona normale
diventa icona.

CAP. III - REGISTRAZIONI ONLINE


1. Wolfgang Staehle, espone a New York nel Settembre del 2001 una proiezione video-
statici su 3 pareti: I- Monastero di Comburg; II- torre TV di Alexanderplatz a Berlino; III-
dittico di Lower Manhattan, Williamsburg da sud, attraverso l’Est-River. —> uno scatto
periodico suggeriva che fossero video di webcam che si aggiornavano ogni 4 secondi:
elogio alla lentezza, registrazione di micro-eventi. Cambiò l’intento dell’opera quando la III
webcam riprese l’attentato delle torri gemelle in diretta: l’opera è testimone di un evento
terroristico inaspettato —> Si parla di: a. Giornalismo involontario, come fu per
l’assassinio di Kennedy ripreso da Zapruder b. Diretta di valore artistico, due grandi occhi
aperti su tutto ciò che sarebbe potuto succedere.

Staehle delega quindi alla macchina la capacità di veder senza l’intervento umano.


• Il crollo delle torri gemelle segna un forte impatto nella psiche collettiva che rese
inopportuna qualsiasi tipologia di affermazione, questa cosa si estese anche per le arti.
Solo alcune opere furono degne del racconto dell’attentato:

a. Hans-Peter Feldom, 9/12 Front Page, 2001, chiese a 150 conoscenti nel mondo di
mandargli una copia della prima pagina di un quotidiano locale datato 12 Settembre.

b. 11’ 09’’ 01 - September 11, sono 11 episodi affidati a 11 ≠ registi di fama internazionale
di 11 ≠ parti.

c. L’uomo che cade di Don DeLillo, romanzo.

• Le persone apprendono dell’11/09 principalmente in diretta tv o via internet e ciò limita
le forme rappresentative —> oggi gli artisti raccontano la storia per immagini tramite
moderne tecnologie di comunicazione, delegando alla macchina il processo
rappresentativo, accettando l’opera a prescindere dal risultato, rinunciando a fornire la
propria versione dei fatti.


2. Roberto Cuoghi, nel 2006 realizza In camera caritatis, un data-base aggiornabile dove
l’autore ne rivendica la paternità ma declina ogni responsabilità di utilizzo: l’opera
consiste in un sito web, con all’interno un elenco di nomi apparteniti al sistema dell’arte
(galleristi, critici…) i quali possono essere votati dagli utenti che accedono con una
votazione da 0 a 9, il risultato viene mostrato attraverso la comparsa dei nomi sullo
schermo: il nome con il punteggio più alto si ritroverà al centro dello schermo, ingrandito
rispetto a quelli con un punteggio inferiore, con un carattere più piccolo e posti agli
estremi della pagina. —> Il progetto dunque vede pubblicare in un luogo virtuale e
accessibile, un pensiero privato. Da qui il titolo, che vede come significato il confidare ciò
che non deve essere pubblico.

Il web di Cuoghi è un luogo dove l’utente può esercitare il suo potere gridando la sua
opinione, senza conseguenze con possibilità anche di salvataggio del risultato sul proprio
desktop.

3. Carlo Zanni, The possible ties between illness and success (2006-2007) riflette sulla
relazione tra patologie maniaco-depressive e il successo —> cortometraggio aperto
all’interazione online del pubblico: attore si riempie di macchine rispetto al numero di
spettatori —> utilizzo di informazioni da parte dell’utente che lo rendono parte del lavoro:

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DATA-CINEMA, nuovo approccio al film sulla base di stimoli esterni per generare
narrazioni in evoluzione.

4. 0100101110101101.org, duo artistico Eva e Franco Mattes, con No fun del 2010,
registrano reazioni di utenti a un falso omicidio di Franco su ChatRoulette, molti se ne
fregano e solo uno si mette in contatto con la polizia. Mettono in mano una vita a utenti
sconosciuti, ciò porta a risultati inaspettati poiché non governati dall’artista. —> gli utenti
dimostrano il concetto di realtà nell’era digitale, ovvero la poca credibilità dell’uomo a
immagini mostrate su uno schermo.


CAP. IV - UN’ARTE CHE SI GENERA



-> l’apertura al caso è importante, l’artista ne è osservatore: l’autore attiva un processo
non prevedibile che si sviluppa autonomamente sotto il suo sguardo, non è artefice della
crescita dell’opera.

-> ARTE GENERATIVA, è una tecnica, un metodo che ritrasforma il concetto classico di
autore che scrive istruzioni informatiche per la macchina che poi esegue —> dunque se il
fulcro dell’arte è l’ideazione, allora l’esecuzione può farla chiunque. Coloro che si affidano
alla macchina accettano il rischio di ottenere una mole di informazioni involontarie
registrate.

-> la tecnica di ricerca degli artisti è l’osservazione che porta a collezionare dati che altri
interpretano per comprendere la cultura in esame: si sospende il giudizio e si guarda
senza un’ideologia.

-> lo scambio tra artista e spettatore genera l’opera di cui l’uomo contemporaneo è
protagonista della ricerca: Gordon Bell registra la sua vita in un enorme database perché
dimentica le cose —> Brian Eno vuole un apparecchio che possa scaricare il processo
decisionale. Inoltre ritiene che nel futuro si compreranno opere generate da software.

-> la produzione dell’opere è il risultato di un processo aperto, inaspettato senza regole


circoscritte dell’autore: il digitale amplia l’automatismo e l’interazione facendo si che gli
artisti spingono in questa direzione piuttosto che manipolare le immagini.

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