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Cinema e nuovi media.

III° lezione

Rimanendo su Matrix possiamo dire che questo film appartiene a uno dei primi generi postmoderni dove in
essi i media ci fanno vedere solo ciò che vogliono, infatti in esso possiamo intravedere anche un’inquietudine
digitalizzata che quest’ultima accompagna il processo tecnologico dei media di quel periodo. In questo film
la potenza dei media si concentra sull’iperrealtà mediatica che quest’ultima si sostituisce alla realtà, infatti in
questo film troviamo anche avvenimenti mai avvenuti nella realtà come la guerra del golfo e in esso
possiamo intravedere la formula dello “sterminio del reale” di Baudrillard e tale formula si concentra sulla
distruzione di ogni possibilità d’illusione per gli esseri umani e sull’introduzione di quella che Baudrillard
chiama “l’illusione radicale” che quest’ultima non è altro che “la radicale impossibilità di una reale presenza
delle cose o degli esseri, la loro definitiva assenza da sé stessi”. Continuando il discorso su Matrix possiamo
dire che questo film che nel momento in cui nega qualcosa lo riafferma, infatti il discorso che riguarda
l’iperrealtà è funzionale sul piano narrativo ma non del reale, ma in esso possiamo vedere come viene data
un’importanza primaria alla matrice. Successivamente possiamo intravedere una banda chiamata M. Dumba
1 che esso è un film fabbricato dove la matrice (interna al film preso in analisi) ha uno sviluppo molto alto
sotto l’aspetto tecnologico dell’epoca di quel periodo. In Matrix possiamo notare anche la sollecitazione
delle immagini diventa sempre più amplia, infatti possiamo trovare delle immagini completamente diverse
dalla realtà che ci troviamo attorno e per questo motivo quest’ultime sono molto ingannevoli e tale aspetto
che abbiamo appena analizzato viene ampliato anche grazie all’utilizzo della “Computer grafice”. Questo
film però crea dei dibattiti che andarono avanti nel corso degli anni perché Matrix riusciva a trattare
tematiche urgenti e che erano inerenti alla rivoluzione digitale di quel periodo, infatti il processo di
trasformazione digitale che ci fu in quel periodo mise in crisi il cinema e tutte quei dibattiti che riguardano
quest’ultima. In Matrix possiamo notare come non ci sia una linea di confine tra vero e falso o tra reale e
digitale, infatti questi aspetti vengono fondati in una sola.


Rimanendo sul discorso delle immagini possiamo dire che anche Tron di Lisberger utilizza delle immagini
che non hanno nessuna tipologia di connessione con la realtà di quel periodo o anche nel “Il tagliaerbe” di
Brett Leonard del 1992 possiamo notare come il fenomeno dello Squid viene utilizzato anche grazie ad un
processo di immagini spettacolarizzato.

eXistenZ (1999): Diretto dal regista David Cronenberg dove i protagonisti di questo film si sottopongono in
modo volontario ad una simulazione virtuale, infatti questo film gira attorno ad un videogioco molto
realistico dove i giocatori sono connessi tra di loro, tramite un sistema di collegamenti neurali che
quest’ultimo permette al giocatore di vivere in un mondo surreale ma costruito in un modo molto realistico.
Questo film crea anche un’atmosfera molto più misteriosa e inquietante, tant’è che in esso non troviamo una
chiave moralistica come succede nel film Matrix, ma qui possiamo fare delle differenze tra questi due film,
infatti nel film di Cronenberg possiamo intravedere come il rapporto autentico con la realtà di quel periodo
venne ampliato sempre di più tant’è ce all’interno di esso ci fu un dibattito che quest’ultimo accompagnò la
fascinazione per le nuove tecnologie ma anche un rapporto tra simulazione e interconnessione, tant’è che
quel mondo virtuale provoca inquietudine alla società di quel periodo, infatti eXistenZ tende a restituire al
cinema di quel periodo quel dibattito che riguarda il tema digitale, ma anche una connessione “uomo
macchina” (il famoso Cyborg umano), infatti in questo film il corpo è un’estensione del computer o
viceversa, infatti possiamo notare delle creature organiche e meccaniche, tant’è che nell’utilizzo dell’ibrido
uomo macchina la tecnologia si amplia sempre di più come corpo umani organico, infatti in questo film
l’aspetto della tecnologia viene intravisto come un processo di naturalizzazione. Successivamente i
protagonisti di questo film entrano in contatto con un altro gioco tant’è che ad un certo punto quest’ultimi
non sanno più in quale simulazione si trovano, tant’è che il confine tra le due dimensioni scompare
totalmente. Nel finale di questo film possiamo notare come vengono ampliate quelle parti che avevano come
reale le simulazioni, tant’è che la simulazione della realtà non viene esposta in modo autentico, ma in più
non troviamo più quel confine tra reale e virtuale. Partendo da questo discorso possiamo fare delle differenze
tra eXistenZ e Matrix, infatti nel film dei fratelli Wachowski possiamo intravedere un utilizzo forte della
grafica tant’è che quest’ultimo mette in scena la competenza digitale, nel film di Cronenberg invece non
notiamo la presenza del Computer grafice, tant’è che questo film fa intravedere un’estetica volgare cioè una
particolare fisicità del mondo digitale riprodotto. In eXistenZ quando intravediamo le creature digitali l’idea
del nostro regista è quello di dimostrare un certo interesse per quella determinata forma visiva ed essa fa
intravedere anche il carattere bizzarro dei protagonisti (ed essi sono gli unici momenti dove il digitale prende
il sopravvento sull’ era ontologica trattata nel film), ma tale era e differenzialità la possiamo anche in Tron
dove i due mondi narrati sono completamente diversi tra loro tant’è che possiedono delle nature
completamente opposte una molto più reale (nel film di Cronenberg) e una molto più elettronica,
fantasmatica (in Tron), ma anche uno scarto tra reale e virtuale che tale differenza viene ampliata sempre di
più nel film Strange Days sotto l’aspetto dell’estetica e del linguaggio dove in questo film l’esperienza del
virtuale viene elaborata tramite l’utilizzo di marche enunciative, ma con l’uscita di Matrix e eXistenZ le
dimensioni tendono ad appaiare in un modo lineare dove la varie differenze vengono elaborate
esclusivamente all’interno del meccanismo narrativo, ma se in Matrix si intravede un confine che divide il
mondo reale da quello virtuale il film di Cronenberg tende ad unire il dubbio iperbolico facendo non solo
moltiplicare le dimensioni ma anche ostacolare uno sguardo esterno.

Rimanendo su eXistenZ possiamo affermare che esso viene girato completamente in digitale, inserendo però
quelle due eccezioni che riguardano la creazione di quella determinata creatura che sono:

 Una configurazione digitale


 Lettura del film in chiave riflessiva, ma quest’ultima allude ad una mutazione genetica e una
modificazione dell’immagine digitale utilizzata, tant’è che quest’ultima tende a modificare l’estetica
del cinema, tant’è che il tema del digitale viene introdotto come elemento principale di questo film,
ma possiamo notare anche una critica esterna alle nuove immagini di innovazione digitale.


Tornando a parlare delle differenze tra Matrix e eXistenZ possiamo affermare che il film dei fratelli
Wachowski i meccanismi narrativi tendono a cambiare rimanendo però sui nuovi processi di digitalizzazione
e tali processi in questo film vengono trasmessi in chiave distopica del virtuale, ma quello stesso argomento
(quello del virtuale) viene elaborato nel film di Cronenberg in forma iperbolica tant’è che viene creato un
universo dove non esiste più quella distinzione tra il vero e il falso o da ciò che è reale e ciò che non lo è e in
questo discorso possiamo parlare dei “Cyberpunk” e tale discorso lo possiamo notare anche in film che non
hanno niente a che fare con il genere fantascientifico come ad esempio il film “The Truman Show”.

Successivamente come ci fa notare Maurizio Ferraris quei mutamenti trattati precedentemente interessano
anche il cinema di quel periodo, tant’è che Ferraris fa notare come la sensibilità accompagna e si avvicina
sempre di più alla rivoluzione digitale di quel periodo e come tale sensibilità viene accolta dal pubblico.
Quell’approccio che intravediamo in eXistenZ di Cronenberg cambia nel corso del tempo e un esempio di
ciò è Avatar del 2009 di James Cameron dove in esso intravediamo anche un cambiamento del paradigma
culturale, ma in tale film troviamo numerosi effetti speciali e l’utilizzo del computer grafice (caratteristiche
principali di Cameron) e tra le varie caratteristiche del nostro regista troviamo anche una presenza
fondamentale dell’estetica digitale, ma anche il realizzare il mondo del racconto interamente attraverso
grafiche digitali, tant’è che i personaggi sono tutti realizzati in digitale. In questo film di Cameron
intravediamo la città di Pandora dove gli abitanti sono degli indiani e in questo film gli attori sono tutti in
carne ed ossa dove grazie all’utilizzo di un macchinario entrano in contatto con il proprio avatar, ma quando
il protagonista di questo film Jack entra in contatto con il proprio avatar tale corpo digitale entra nel corpo
del nostro protagonista (realtà virtuale/digitale), quest’ultimo quando indossa il corpo dell’avatar può fare
azioni che quando rientra nella propria realtà non può. In Avatar possiamo notare la distinzione tra alieni e
umani dove possiamo intravedere una struttura duale (basata su un utilizzo elevato del computer grafice) e
una struttura umana (basata un’estetica realistica), e da tale differenza possiamo prendendo come esempi i
Na’vi (alieni di colore blu abitanti della città di Pandora) dove quest’ultimi hanno un’estetica digitale, ma per
una lunga parte della pellicola cinematografica viene fatta quella distinzione tra estetico e duale, tant’è che
molte immagini che ritraggono Pandora vengono realizzate tramiite l’utilizzo dei videogiochi.

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