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Principali differenze fra i 3 gruppi delle lingue slave dal punto di vista storico:

1) METATESI LIQUIDA
Per la maggior parte sono differenze fonetiche e fonologiche, avvenute a causa della
formazione dei 3 gruppi indipendenti; infatti, già nell’XI-XII sec. si notano delle
differenze in alcune parole, come la parola “re”: questi cambiamenti sono risultati della
metatesi liquida, ossia quando due suoni cambiano posto (mutamento di posizione tra
due suoni). Questo cambiamento fonetico è avvenuto solo con –r e –l, che vengono
chiamate liquide, ossia sono in una posizione intermedia fra consonanti e vocali.
In tutte le lingue slave i risultati della combinazione protoslava -or/-ol vengono resi
tramite la cosiddetta metatesi.
- Nell’area meridionale c’è stato un cambiamento qualitativo (la vocale –o è
sostituita da –a).
- Le lingue orientali mostrano un cambiamento quantitativo, ossia si aggiunge una
vocale dello stesso tipo, questo fenomeno si chiama PLEOFONIA (olo, ovo
ecc).
- Le lingue occidentali mostrano una maggiore varietà: il polacco e il sorabo
presentano metatesi e non mutamento, mentre il ceco e lo slovacco presentano
mutamento qualitativo, comportandosi come le lingue meridionali, questo è stato
interpretato come un segno della parentela stretta tra Ceco e Slovacco e le lingue
meridionali, forse per contingenza territoriale o perché parlavano un unico
macro-dialetto prima delle migrazioni.

ESEMPI: *volsъ‘capello’,*vornъ‘corvo’,*storna ‘paese’


La metatesi liquida è stata effettuata in maniera diversa nelle lingue slave:
A) nelle lingue meridionali il risultato coincide con la vocale a:
sloveno: lasje ‘capelli’, vrana ‘corvo’, strána ‘paese’
B) nelle lingue orientali abbiamo pleofonia
russo: волос, ворон, сторона,
ucraino: волос, ворон, сторона,
bielorusso: волас, старана.
C) le lingue occidentali: il polacco e il sorabo presentano come risultato -о (włos, wron,
strona), ma il ceco e lo slovacco presentano -а: vlas, vran, strana, come nelle lingue
meridionali.

2) VOCALI NASALI:
Rappresentano un’altra differenza tra i gruppi linguistici. Sia il protoslavo, sia lo slavo
ecclesiastico avevano due vocali nasali, la grande nasale e la piccola nasale. Le vocali
nasali tendono a perdere nasalità dopo XI sec., nel paleoslavo già si nota una perdita di
nasalità, con risultati differenti.
In russo e nelle lingue orientali in generale, vi è stato un cambiamento molto
consistente, in quanto vi è stata la perdita delle nasali.
 *ę > (я) e *ǫ > u (у)
 *zǫb > зуб, *rǫka > рука, *pętь > пять, *męso > мясо.
Tutte le lingue meridionali hanno perso la nasalità, ma dimostrano esiti diversi.
Sloveno *ę > e meso ‘carne’ *ǫ > o roka ‘mano
Serbo/croato *ę >e jezik ‘lingua’ *ǫ > u ruka ‘mano’
Macedone *ę > e месо ‘carne’ *ǫ > a raka ‘mano’
Bulgaro *ę >e език ‘lingua’ *ǫ > ъ ръка ‘mano’
Ceco *ę > ĕ , a pět ‘cinque’ maso ‘carne’ *ǫ > u rǫka > ruka

Lingue slave occidentali: il Polacco ha mantenuto 4 tipi di suoni nasali, provenienti


dalla quantità della vocale del protoslavo (lunga o breve) e qualità (molli e dure).

Le differenze sono molte in ambito morfologico e sintattico, le lingue che si sono


allontanate dall’eredità slava sono il bulgaro ed il macedone, due lingue parlate nei
Balcani centrali. Il bulgaro ed il macedone hanno infatti perso i casi, hanno sviluppato
l’articolo, hanno mantenuto la ricchezza verbale dei temi del protoslavo e dello slavo
ecclesiastico ed hanno perso l’infinito. C’è stata una certa balcanizzazione delle due
lingue.
Il serbo croato è molto complesso dal punto di vista prosodico e questo crea l’effetto di
un tono musicale, tipico delle lingue dell’estremo oriente. Tono e accento sono due
cose differenti: per il serbo-croato si può parlare di tono, in quanto si usa l’intonazione,
mentre l’accento dinamico (l’innalzamento del tono della voce per mezzo dell’accento
che dinamizza la sillaba accentata) lo hanno tutte le lingue slave.
Serbo e sloveno: 5 fonemi vocalici con 4 manifestazioni di ogni fonema a seconda a
questi due criteri –lunga/breve; discendente/ascendente. Le vocali possono partecipare
in opposizioni di due tipi –a seconda il tratto distintivo lunghezza (breve o lunga) , e a
seconda il tratto distintivo tono (discendente –ascendente).
Serbo:
Брȁт(vocale breve)–мâjka(vocale lunga) Disc
Жèна (vocale breve) -рýка(vocale lunga) Asc

TRATTI COMUNI TRA LE LINGUE SLAVE:

A livello fonetico i tratti comuni a livello fonetico si possono osservare in maniera


diretta ed in maniera indiretta.
I tratti comuni fra le lingue slave vengono spiegati tramite la supposizione della loro
origine comune, e cioè come eredità preservata fin dai tempi della lingua comune (il
protoslavo). Allo stato attuale della linguistica storica questa origine comune è fuori
dubbio, più si va indietro nel tempo, più si trovano delle somiglianze fra le varie lingue
nelle loro diverse fasi storiche.
Tratti comuni nella fonologia delle lingue slave moderne: In maniera diretta, un
tratto comune è che alcune lingue slave hanno mantenuto alcuni fonemi del protoslavo e
hanno conservato alcune opposizioni. Per esempio, il polacco mantiene la nasalità, il
bulgaro ha mantenuto il segno duro del protoslavo; il russo ha mantenuto il segno dolce
di palatalità con valore distintivo (es: дал e даль si distinguono solo per la palatalità,
questa è la conservazione di alcune opposizioni).
In maniera indiretta nelle convergenze indipendenti, ovvero nello sviluppo indipendente
ma parallelo delle lingue.
1) Le alternanze MORFOFONEMICHE: Ablout (apofonia) è l’alternanza di suoni
vocalici e/o consonantici all’interno del tema di una parola che da informazioni di tipo
grammaticale (es. break, broke, broken). Questa è un’innovazione del protoslavo, in
quanto nelle altre lingue l’Ablout si presenta solo nelle forme verbali, nelle lingue slave
si mostra anche nella derivazione nominale del sostantivo. Tutte le lingue slave lo
hanno, è un altro tratto comune.
2) Le palatalizzazioni sono un fenomeno antico, avvenuto già in fase protoslava. Nella
fonologia uno dei tratti più distintivi delle lingue slave è la presenza di un numero
sostanziale di consonanti palatali e palatalizzate. In un gran numero di lingue slave
abbiamo delle coppie di consonanti – palatalizzate (molli, мягкие) e non (dure,
твёрдые). Il caso estremo è il russo dove quasi ogni consonante partecipa in coppia.
Esempi: нос (naso) – нëс (portò); дал (dette)– даль (lontananza); брат (fratello) –
брать (prendere).

Ia palatalizzazione:
Avvenuta prima della monottongazione dei dittonghi *oi, *ai, *ei (V sec.).
k, g, x, > č, ž, s / š , russo око – очи ‘occhio’– occhi’, ухо – уши ‘orecchio – orecchia’
пеку – печешь, могу – можешь
slavo eccl. дѹхъ > дѹша, могѫ ‘posso'- можеши ‘puoi’
esempio in russo: *gēn- lat. generare ‘procreare’ > rus. жена ‘donna’

IIa palatalizzazione:
Avvenuta dopo la monottongazione dei dittonghi *ai, *ei, *oi (V-VII sec.), interessa
soltanto quei contesti che non sono stati interessati dalla prima.
Davanti alle nuove vocali anteriori ѣ, и le velari subiscono nuovi processi di
palatalizzazione:
*k → c: *koīna > cěna, sl. eccl. цѣна ‘prezzo’, russo цена; kaisar > *kēsar >
sl.eccl.cěsarь, rus. царь
*g → z: *ghoil- > sl.eccl. dzělo
*x → s: *duxi- > sl.eccl. dusi (pl.) *xaid- > *s’ēd- > rus. седой (canuto)

IIIa palatalizzazione: Presenta esiti uguali alla seconda ( es. slavo eccl. овьца, rus.
овца, cfr. skr.. avika;
- è una palatalizzazione progressiva (dovuta cioè all’influsso della vocale precedente
invece che successiva alla velare).
- avviene solo dopo alcune vocali molli e solo se la velare non è seguita da consonante;
si riscontrano comportamenti contraddittori in condizioni che sembrano uguali: es.
*ăttikos >*otьkь > отьць, rus. Отец Ma: старикь ‘vecchio’ non subisce
palatalizzazione
Alcune palatalizzazione sono storiche, in particolare delle velari к г х sono diventate ч
ж ш.

Tratti comuni nella morfologia:


3) Il duale è una delle possibili realizzazioni della categoria morfologica del numero
grammaticale. Può essere espressa tanto nel nome (sostantivo e aggettivo) quanto nel
pronome e nel verbo. Presente nelle lingue indoeuropee più antiche: il sanscrito, il
greco antico.
Il duale del verbo nelle lingue slave
Sorabo: verbo ‘scrivere’ (al presente)
1. piš-u ‘scrivo’ piše-my ‘scriviamo’ piše-moj ‘scriviamo’ (2 persone)
2. piše-š ‘scrivi’ piše-ce ‘scrivete’ piše-taj ‘scrivete’ (2 persone)
3. piš-e ‘scrive’ piš-u ‘scrivono’ piše-taj ‘scrivono’ (2 persone)

In molte lingue slave ci sono forme nominali usate per coppie di oggetti, per es. le parti
doppie del corpo mani, gambe; nelle lingue slave esiste accanto alle forme del plurale:
Es. (ceco): ruce ‘mani’, noze ‘gambe’ (bulgaro): криле ‘ali’, ръце ‘mani’.

4) Genere e animatezza
-Tutte le lingue slave hanno tre generi
-In tutte le lingue slave che hanno mantenuto il caso gli animati si distinguono dagli
inanimati: (Acc= Gen-sincretismo)

5) Sincretismo: Le lingue slave differiscono nella portata del fenomeno in cui un singolo
lessema, fonema o morfema è identico ad un altro nella forma.

6) Aspetto
Aspetto perfettivo realizzato tramite:
prefissi:

suffissi

anche per formare l’imperfetto secondario del tipo:


russo: описать описывать

7) Suppletivismo: diverse forme del paradigma derivano da radici diverse:


брать (imperfettivo)–взять(perfettivo) ‘prendere’

8) Verbi di movimento: direzione determinata vs. direzione indeterminata идтиvs.


Ходить Он идëт в школу ‘Lui va a scuola’ vs. Он ходит по полю ‘Lui va nel campo’

9) Gli aggettivi di forma breve e lunga


Russo, B/C/S, Sloveno, per es. тихая, новая, крепкая vs. тиха, нова, крепка
Russo: Умная девочка (ragazza intelligente); Девочка умна/я/. ‘La ragazza è
intelligente’
Красивая книга (bel libro); Эта книга—красива ‘Questo libro è bello’
Sloveno e B/C/S usano le forme lunghe per esprimere un riferente determinato, mentre
le forme breve per un referente indeterminato:
Serbo : нов –нови‘nuovo’
Es. Обукла jе нови костим‘Si è messa il nuovo vestito’.
Купила je нов костим.‘Ha comprato un nuovo vestito’

10) Le lingue slave hanno un ricco sistema di accordo aggettivo-nome e soggetto-verbo


Стул хороший. Письмо хорошее. Книга хорошая. Дверь хорошая.
Стул упал. Письмо упало. Книга упала. Дверь упала.
Il participio passato in –l si accorda con il genere del soggetto (tutte le lingue slave)

11) Soggetti non-nominativi:


Russo: dativo o genitivo preposizionale: Мне холодно ‘Ho freddo’, Мне страшно ‘Ho
paura’, У меня голова болит ‘Ho mal di testa’
Bulgaro: Студено ми е, Страх ме е, Боли ме главата

12) Soggetti zero espletivi


In proposizioni impersonali per situazioni naturali in tutte le lingue slave
Russo:
темнеет ‘sta diventando buoi’;
было очень приятно у вас era molto piacevole’;
В лесу - оказалось тепло ‘in bosco era caldo;
Мне кажется, что.. “a me sembra che …’
Polacco:
pachnie ‘sa di..’;
Serbo/croato:
зима je ‘è inverno’;
мирише на руже ‘sa di rose’.
Bulgaro:
вали ‘piove’
мръква се ‘sta diventando buio’

13) Ordine delle parole libero: libero (tutte le lingue)


Russo(Roman Jakobson “Implications of language universal for linguistics”, In:
Universals of Language, ed. by J. Greenberg, 1963)
Ленин цитирует Марксa. Цитирует Ленин Маркса. Маркса Ленин цитирует.
SVO VSO OSV
Ленин Маркса цитирует. Цитирует Маркса Ленин. Маркса цитирует Ленин.
SOV VOS OVS

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