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MANUALE

NGUA ALBANESE

ELEMENTI DI MORFOLOGIA E SINTASSI


ESERCIZI - CENNI SUI DIALETTI

COSENZA
1988
Tutti i dirìtti riservati

Ristampa 1988

Stampa: BIONDI - Cosenza - Tel. 934766


I N T R O D U Z I O N E

La lingua albanese è oggi l'unica rappresentante e continuatrice


di una unità linguistica indeuropea di cui rimangono solo poche tracce
arcaiche, che i linguisti usano chiamare « gruppo illiro-trace pp.
Attraverso i secoli l'albanese ha subito, come ogni altra umana
lingua, numerose trasformazioni ed influenze ed ha, in gran parte, rin-
novate le sue strutture originarie.
Oggi è in at'to in tutta l'area albanofona una fase di diglossia; vi
è, cioè, una netta distinzione tra I'albanese letterario (scritto) e I'alba-
nese parlato.
L'albanese come lingua parlata si estende oltre gli attuali confini
politici della Repubblica Popolare Albanese. Si parla, infatti, albanese
in Jugoslavia (regione della Kosova, C. 1.000.000 di parlanti), in Italia
meridionale (Calabria, Sicilia, ecc., oltre i 100.OOO), in Grecia (Attica,
Pelaponneso, ecc., oltre i 50.000); a questi bisogna aggiungere piccoli
gruppi di albanofoni in Bulgaria, Turchia e altrove, e gli emigrati, di
recente o antica data, nelle diverse nazioni europee (Italia, Francia,
Belgio, Germania, ecc.), americane (Argentina, Brasile, Cile, U.S.A.),
africane ed asiatiche.
L'albanese si divide in due grandi dialetti, ognuno dei quali vanta
una notevole produzione letteraria sin dal XV secolo: 1: il dialetto ghe-
go, che si estende a tutta l'Albania settentrionale, inclusa la Kosova; e
2. il diai,~ttotosco, che si estende a tutta l'Albania meridionale (in-
cluse le comunità albanesi di Grecia e d'Italia). Limite geografico ap-
prossimativo tra i due dialetti si suole indicare il fiume Shkumbini.
Ognuno di questi due dialetti si suddivide in numeroF*sottodia-
letti e parlate locali, che pur mostrando leggere differenze t2, loro, rien-8
trano nondimeno in uno dei due summenzionati dialetti per le loro
caratteristiche essenziali.
I1 seguente schema potrii dare un'idea dei dialetti albanesi e della
loro distribuzione geografìca :

lingua albanese
I
dialetto $lego diale! t o tosco
(Albania scttcntriode) (Albania meridionale)

parlate a l b e s i parlate albanesi parlate albanesi parlate albanesi


della Daimazia deiia Kosovtt d'Italia di Grecia

Nel presente manuale è descritta l'odierna lingua letteraria alba-


nese ufficialmente in uso in tutta l'Albania e accettata ormai anche da-
gli scrittori dbanesi dimoranti fuori del territorio nazionale.
I1 manuale è diviso in tre volumi. In questo prima volume sono
esposte le strutture essemiali della lingua albanese. I n un secondo vo-
lume saranno ripresi e approfonditi gli stessi argomenti e sarh ampia-
mente trattata la sintassi, l'etimologia, la stilistica, la metrica c m cenni
sulla storia dell'alfabeto e della lingua
- albanese. I1 terzo volume chiu-
derà il manilale offrendo un vasto e qualitativo panorama antologico
della letteratura albanese dal suo inizio sino ai nostri giorni.
Gli esercizi che corredano questo primo volume hanno lo scopo
precipuo di illustrare le norme grammaticali. Sono in massima parte
costituiti da frasi sciolte e piane e il lessico in esse adoperato è volu-
tarnente limitato per non appesantire lo studio della lingua con un ei-
cessivo lavoro di memoria. Nondimeno i vocaboli diversi contenuti ne-
gli esercizi oltrepassano abbondantemente il migliaio.
l

Cori l'intento di facilitare l'immediata comprensione del testo al-


banese anche a chi studia senza l'assistenza di m maestro, nella parte
italiana degli esercizi si dà la versione, per quanto possibile letterale, del
testo albanese. &e parentesi racchiudono quanto serve a chiarire la strut-
tura delie singole frasi o quanto è richiesto dall'indole dell'una o del-
l'altra delle due lingue.
In tutto il manuale sono state seguite k norme ortografiche e ~ ~ p
ste nelle Rregullat e drejtshkrimit fe g j d & shqipe, benché alcime di
esse siano ancora oggetto di discussione.
Perché lo studioso possa ricavare dal manuale il massirnp profitto
gli consigliamo di leggere con attenzione una prima volta le regole e
gli esercizi cercando di capire ogni parola con l'aiuto della versione ita-
liana. In una seconda lettura ricopierà le frasi del testo albanese- sfor-
zandosi d'impararle a memoria. Una terza lettura, durante la quale il
testo italiano degli esercizi sarh tradotto in albanese, completerh lo
studio del manuale.
Ci resta solo di chiede= all'intelligente lettore la cortesia di sup-
plire con la sua diligenza alle mende che - quasi inevitab'ilmente in
opere del genere - possono essere sfuggite all'attenzione del compila-
tore e dello stampatore.
Stimiamo infine un gradito dovere ricordare qui con gratitudine
quanti in un modo o nell'altro hanno contribuito alla pubblicazione di
questo lavoro, e in modo particolare desideriamo ringraziare il chiaris-
simo professore Dr. Martin Camaj, dell'LTniversitA di Monaco, che ci
ha gentilmente autorizzati a spigolare tra gh esercizi del suo ottimo
Lehrbuch der albanischen Sprache, il' rev. p. Lorenzo Forestieri e la
sig.na Rosa Bruno, per il loro valido aiuto neUa copia del manoscritto'
e nella correzione delle bozze.
Abl. = ablativo lett . = letteralmente
Ac., Aoc. = accusativo m. = maschile
a. g. = albanesi di Grecia n. = neutro
a. i. = albanesi d'Italia n. seguito da cifra = wmero
a. l. = albanese letterario N. = nominativo
mr. = aoristo p,, prs., pers. = persona
cfr. = confronta, vedi perf. = perfetto
condizion. = condizionale piucpf . = piuccheperfktto
pl., plur. = plurale
pres. = presente
S., sing. = singolare
fut. = futuso V. = verbo
g. = (dialetto) ghego V. = vocativo
G. = genitivo > = passa a, dà origine a
i. e. = indeuropeo < = viene, deriva, originatb da
impf., imprf. = impeifetto +C, - forma supposta o ricostruita
indie. = indicativo / = variante libera
t. = (dialetto) tosco

A V V E R T E N Z A

Pe!r esigenze >bilpografiche non si segna alculn acoento su 6 o su y.


LA SCRITTURA E I SUONI

Alfabeto

1. L'alfabeto albanese ' consta di 36 lettere in quest'ordine di


successione 2:
a, b, C, c, d, dh,
e, e, f, g, gj, h, i, j k, I, 11, m, n, ni, o, p, q, r, 8,
sh, t, th, u, v, x, xh, y, z, zh.
2. Le singole lettere dell'alfabeto albanese, riportate approssima-
tivamente ai suoni dell'italiano, si pronunciano nel moda seguente:
a come a dell'italiano; (vocale bassa aperta, ma non differen-
ziata nella dimensione orizzontale).
come b dell'italiano; (occlusiva bilabiale sonma).
come z dell'italiano nelle parole « zia, zappa, pezzo » pro-
nunciate correttamente: copa « il pezzo », cili « chi, il qua-
le »; pronunciare: « zopa, zili »; (occlusiva alveodentale
sorda).
come c dell'italiano nelle parole « cece, ciao »; caj « rom-
po », ~ i k e« poco »; pronunciare: « ciài, cich D; (occlusiva
palatoalveolare sorda).
. .
d come d dell'italiano; (occlusiva postdentale schora).
8

dh come th inglese nelle parole « the, then, these »: dhia « la

1 L'attuale alfabeto albanese fu stabilito nel 1908 dal Congresso panalbanese di Momstir.
Anteriormente a quella data gli albanesi, p= scrivere la loro lingua, si servirono di diversi
alfabeti creati sotto l'influsso culturale e politico delle zone in cui scrivevano.
2 La voce a lettera » indica qui un segno fonetico, sia esso rappresentato da una semplice
lettera dell'alfabeto latino o da un gruppo di lettere (digrammi o trigrammi). Ogni a lettera »
dell'alfabeto albanese ha sempre lo stesso valore fonetico, in qualunque posizione si trovi; si
pronuncia, ci&, sempre allo stesso modo. Per enunciare l'alfabeto gii albanesi si servono di
una /e/ come appoggio delle consonanti: a, b@, CE, #, di!, dhe, e, e, fe, ge, gjE, i, je,
kt, le, ecc.
capra », dardha , « la pera », i madh « grande D; (fricativa
apice dentale sonora).
come e dell'italiano; (vocale media anteriore alabiata, se-
miaperta).
approssimativamente ha il suono della e francese nelle pa-
role « le, me, te » o dell'inglese i nella parola « girl »: mema
« la mamma »,dhembi « il dente », esht? « è D; (vocale cen-
trale media alabiata).
come f dell'italiano; (fricativa labiodentale sorda).
come g dell'italiano nella parola « gatto »: guri « la pie-
tra », gega « il ghego »; pronunciare: « guri, ghega »; (oc-
clusiva velare sonora).
ha un suono palatale simile a quello della sillaba « ghi » del-
l'italiano nella parola « ghianda » in alcune pronuncie meri-
dionali: gjaku « i l sangue», gjiza « l a ricotta», gjumi «il
sonno »; (occlusiva palatale sonora).
ha sempre un suono aspirato come nelle parole inglesi « hand,
hall »: ha « mangia », hi « cenere »,hera « l'ora, la volta D;
(fricativa velare sorda).
come i dell'italiano; (vocale anteriore alta non arrotondata).
come i dell'italiano nelle parole « iodo, aia, aiuola »: jam
« sono », jeta « la vita », mùaji « il mese »,rnaj « maggio N;
( fricativa palatale sonora).
come c dell'italiano nella parola « cane »: kam « io ho P,
ke « tu hai », kisha « io avevo »; pronunciare: « cam, che,
chiscia » ; ( occlusiva velare sorda).
come I del19italiano, ma leggermente palatalizzata: lumi « il
fiume »,Iale « fiore »,laj « lavo »; (liquida alveodentale la-
t erale).
ha un suono velarizzato simile a quello dell'inglese Il nelle
parole « fill, mi11 P: mie11 « farina D, molla « la mela », mal1
« desiderio, nostalgia », Zlafòs « discorra D; (liquida velare
laterale).
come m ddl'italiano; (nasale bilabiale ).
come n dell'italiano; (nasale dentale).
come giz dell'italiano nelle parole « bagno, pegno D ma senza
raddoppiamento: njoh « conosco », zcllìnj « ulivi D, linja « la
camicia»; pronunciare: «gnoh, ulign, lignaa ; (nasale palatale).
ccme o dell'italiano; (vocale media posteriore labiata, se-
miaperta).
come p dell'italiano; (occlusiva bilabiale sorda).
ha un suono palatale simile a quello della sillaba « chi » nelle
parole « chiaro, chiesa » in alcune pronuncie meridionali:
qaj « piango », . qesh « rido D, qiq& « cece », qùm~shti« il
latte »; (occlusiva palatale sorda).
come r dell'italiano in posizione intervocalica nelle parole
« pera, parete »: ara « il campo, la messe »,rùaj « guardo P;
(liquida alveodentale monovibrante ).
si pronuncia con forte vibrazione, ma non è una consonante
-
dcppia: arua « la noce D, rronj « io vivo », rrZ « sto »,marr
« prendo », bzlrri « l'uomo D; (liquida alveodentale polivi-
brante).
come s dell'italiano all'inizio di una parola; non ha --maiil
« suono dolce » della s italiana intervocalica: sot « oggi »,
besa « la fede, la fedeltà »; (fricativa alveodentale sorda).'
come il gruppo « sc/sci » dell'italiano nella parole « scena,
sciame »: shok « compagno »,shi « pioggia D, shesh « piaz-
za, spiazzo »; pronunciare: « sciòcli, sci, scesc' »; (fricativa
palatoalveolare sorda).
come t dell'italiano; (occlusiva postdentale sorda).
come il gruppo th dell'inglese nelle parole « think, thick,
thank D: thom « dico », ethe « febbre », rreth « cerchio 9;
( f ricativa apico-dentale sorda).

come zl dell'italiano; (vocale posteriore alta arrotondata).


W come u dell'i taliano; ( f ricativa labiodentale sonora).
x come z dell'italiano nelle parole « zona, zero » in pronuncia
,
corretta: xixa « la scintilla », xix?llonje « lucciola », cirtxer
« cicala »; (occlusiva alveodentale sonora).

xh come il gruppo « gi » delI'italiano nelle parole « giorno,


giacca, giugno » : xhep « tasca »; xhuxhimaxhtlxhi « personag-
gio fiabesco., nano »; pronunciare : « gep, giugbagiùgi P;
.

:occlusiva palatoalveolare 'sonora).

y approssimativamente come la u francese o la ii tedesca: ylli


« la stella », sy « occhio »,dy « due »; (vocale anteriore alta
arrotondata).
z come la s « dolce » intervocalica dell'italiano nelle parole
« caso, rosa, palese »: zot « signore D, miza « la mosca P,
zbres « scendo, » ; ( fricativa alveodentale sonora).
th come j del francese nelle parole « jour, janvier » o z dell'in-
glese nella parola {t azurew zhurma il rumore», zhuzhinga
« il maggiolino », gozhda « il chiodo P; (fricativa palatoal-
veolare sonora).

3. Vi sono in albanese altri suoni, rappresentati da digrammi 0,


trigramrni, che però non figurano nell'alfabeto. Essi sono « mb » (bi-
labiale nasalizzata all'attacco): mbi « sopra », mbledh « raccolgo D;
« nd » (dentale nasalizzata all'attacco): ndonje « qualcuno », ndihmòj
« aiuto »; « ng » (velare nasalizzata all'attacco): ngas « cammino »,
ngroh « riscaldo, D; « agi » (palatale nasalizzata all'attacco): ngjesh
« metto, cingo », ngjale « anguilla D; « nx ». (affricata postdentale nasa-
lizzata all'attacco): ~zxitim« fretta D, nxenes « allievo ».
4. Tabella dei suoni consonantici dell'albanese:

CONSONANTI t
OCCLUSIVE I FRICATIVE I L I QU IDE
#NASALI

, l
SORDE SONORE
I
SONORE
LATE-
RALI
I l
POLIVI- MONOVI-
BRANTI BRIWTI

Velari k g h l1
-- ------
Palatali q 8i j ni
- - _ C _ -

Palato-
dveolari C xh sh zh

Alveo-
dentali c x
-

s
----
z 1 *r
--
l r

Apico-
dentali l-- th dh
- - - - -
Post-
dentali t d n
--------

I
\

Labi~
v
dentali

Bilabiali P b m

5. I1 sistema vocalico albanese presenta due dimensioni fonda-


mentali per le opposizioni determinate dalla posizione della patte cen-
trale superiore della lingua nella bocca :
i.) dimensione orizzontale, con i gradi: anteriore, centrale, poste-
riore;
2) dimensione verticale, con i gradi: alto, medio, basso.
Il seguente schema rispecchia questo fatto:

6 . Grzsppi uocalici. Esistono in albanese diverse serie di nessi vo-


calici (dittonghi o trittonghi: aj, ej, ecc.; ua, ue, ie, ye, uaj, yej, ecc.),
che però nell'odierna ortografia non vengono considerati come dittonghi
o trittonghi.
7. L'albanese ha un accento espiratorio, un accento, cioè, che in-
dica la maggiore intensità o forza della voce su una determinata sillaba
rispetto alle altre della stessa parola. Questo accento può cadere sul-
l'ultima sillaba di una parola, sulla penultima, sulla terzultima o sulla
quartultima; in conseguenza avremo in albanese parole tronche, piane
(la maggior parte), sdmcciole e bisdrucciole (queste ultime quasi solo
come risultato della flessione) secondo questo schema:
- - - L folé, bukuri, atà ( tronche)
- - - - bùke, bòra, kùngull, shqiptàre
I
(piani)
- - / - - kùmbulla, flùtura, dèlevet ( sdrucciole)
8- - - - kùmbullavet, flùturavet, fshèhurazi (bisdrucciole).
Nota: L'odierna lingua scritta non fa uso di accenti grafici. In questo manuale, solo pu
comodità del lettore, sarà segnato l'accento in tutte le parole non piane e in qualche altro
raro caso che potrebbe suscitare perplessità nel lettore; una parola, quindi, che non porti alcun
accento grafico, in questo volume, 2 piana: hngull, bora, l a h , shqiptare, saranno pronun-
ciate <( kùngull, bbra, làhem, shqiptàre D.

8. L'odierna lingua scritta non fa alcuna distinzione tra sillabe lun-


ghe o brevi, benché questa distinzione esista nel dialetto ghego e in
diverse parlate tosche.
9. Circa la divisione delle sillabe si noti:
1) ogni consonante che si trovi tra due vocali forma sillaba con
la vocale seguente: de-ra, do-re, bro-dhi, ge-zìm, ndri-$m, pò-pu-lli,
qe-rre, ecc.
2) ogni gruppo di due o pifi consonanti che si trovi fra due
vocali forma sillaba con la vocale seguente, qualora la sillaba risultante
noln presenti difficoltà di pronuncia nell'ambito del sistema f onematico
del'l'albanese scritto. Praticamente si considererà rispondente a questa
norma ogni gruppo di consonanti- clir può stare all'inizio di una
parola : di-bràn, do-qke,rmble-dhje, qo-fsha, rro-f te, ba-shke, de-shmòr,
la-vdi, ko-zmìk, ecc.; ma: hudh-ra, ftoh-je, i ke-tej-me, i drej-te, lak-mi,
i ne-voj-shem, el-bi, grim-ce, zem-ra, di-spen-se, kup-tìm; lu-ndra,
te-mblat, the-mbra, pa-stròj, e. pa-vdek-shme, ecc.
3 ) se in una parola si susseguono due vocali, la prima di esse
farà parte della sillaba precedente e la seconda della seguente: ve-lla-it,
ka-ut, me-te-òr, di-ell, grìi-a-ja, blu-aj, me-su-es, ko-o-pe-ra-ti-ve, ly-ej,
dy-er, ecc.
4) Le parole derivate o composte si dividono scomponendole
nei loro elementi formativi: as-ku-rre, as-pak, bashk-at-dhe-tar, pa-
ska-jo-re, per-e-mer, i per-jet-shem, ecc.

10. I segni di intevpunzione e l'uso delle maiuscole non differi-


scono dall'uso dell'italiano .
. Nota: L'upos~ofo, secondo l'odierna ortografia, si usa solo nei seguenti casi: 1 . per indi+-
care la caduta della e iirialc nelle for:i:e pron::rnini?li vzC, te; nella particella te del Congiuntivo.
del Futuro e del Condizionale dava:lti alle forme pronominali i, e davanti alle forme pro-
nominali ja, ju, ua, jua, jnu; davanti alla particella zr del verbo medio-passivo: m'i dha, t'i
c ' ! ~ , do tJja kisha thene, ,t? mJjc..jcrpzsh, si tJu duk, ecc. 2. dopo Ia negazione s' e dopo il
pronoine C' anche davanti a consonante: sJkamJsJ&a, s'i do, s'u poq, $do? ~'thua? dbe? ecc.

Esercizio di lettura

Kush esbte burve? - Nje heie na u mblodhen gjithe ininjte ne


kuvènd. Atà bisedùan gjere e gjate per te gjetur menyren se si te shpe-
tonin nga macja. Bisedùan e bisedùan nje dite te tere, por s'gjeten
asnje rruge shpetin~i.Edh6 minjte me te urte s'dinin c'te thonin. Me
ne fund u ngrit nje mi i vogel, qendròi mbi kembet e prapme dhe tha:
- E gjeta se si te bejme! Na duhet t'i varim maces nje zile ne qafe,
se keshtù do ta degjojme kur te na afrohet, dhe na ateherE mund te
fshèhemi me kohe. - Te gjithe u gedan per kete mendìm te shkel-
qyer dhe i shtteng$ian doren miut te vogEl. Por gezimi nuk zgjati shume.
Mlu me plak mori fjalen dhe tha: - Mendimi i shokut te vogel nuk
eshte i keq, por kush eshte burre qe t'ja vare maces zilen ne qafe? -
Gjithe minjte heshten, dhe, njeri pas tjetrit vune bishtin per ne mes
te shàlevet dhe iken. Macja edh& sot e kesàj dite shetit pa zile ne qafe.

Chi è coraggioso (uomo)? - Una volta (ci) si riunirono tutti i


topi a consiglio. Essi discussero in luttgo e in largo per trovare il modo
di (come) saluarsi dal gatto. Discussero ( e disctcssero) una itptera gior-
nata, ma non trovarono nessana via di scampo. Neppure i topi pizi
saggi sapevano cosa dire. Finalmente si levò un topo piccino, si rizzò
sulle gambette posteriori e disse: - Ho trovato cosa (dobbiamo) fare!
Dobbiamo appendere un campanello al collo del gatto, cost sentiremo
quando (egli) ci si avvicinerà e noi allora potremo nasconderci in tempo.
- Tutti si rallegrarono per questa idea brillante e (gli) strinsero la
mano al piccolo b p o . Ma l'allegria non durò molto. Il topo pid vec-
chio prese la parola e disse: - L'idea del (nostro) piccolo compagno
non è cattiva, ma chi è cosi~coraggiosoda appendere il campanello I
collo del gatto? - Tutti i topi tacquero, e, l'un dopo l'altro misero
la coda tra le gambe e se ne andarono. Il gatto ancora al giorno d'oggi
va in giro senza campanello al collo.
ELEMENTI DI MORFOLOGIA

Il genere dei nomi

li.La lingua aIbanese ha'tre generi: il maschile (m.) il femminile


( f ), e il fieutro (n).
12. I1 neutro, benché ancor vivo in una, vasta area della lingua
parlata, sia in Albania che nelle comunità albanesi dimoranti fuori del
territorio nazionale, è quasi in disuso nella lingua scritta odierna e va
rapidamente scomparendo anche dalla lingua parlata. Esso viene sosti-
tuito col maschile o con il femminile.
Nota: In questo lavoro, per ovvie ragioni, sarà indicato il neutro, senza che ciò indichi
una norma da seguire, fermo restando che il neutro potrà sempre essere sostituito, secondo i
casi, dal maschile o dal femminile.

13. I1 genere dei nomi si rileverà dal dizionario o dai suffissi de-
terminativi (n. 21-22).
14. A scopo puramente indicativo, ecco nondimeno alcune norme
(ms con molte eccezioni) per riconoscere il genere dei nomi senza ri-
correre ai sufissi determinativi o al dizionario:
SONO MASCHILI:

a) tutti i nomi che terminano in consonante: zjarr « fuoco D,


ltrah « braccio D, bekìm « benedizione D, ecc.
b) molti nomi in « - a, - e, - i, - u, - y » (in genere da antiche
nasali): ka « bue », hi « cenere P, hu « palo », sy « occhio », dhe « ter-
ra D, ecc.
C) tutti i nomi terminanti in « ua D: ftua « melacotogna D, thua
« unghia », ecc.; ma: grua « donna » è femminile!

SONO FEMMINILI :

a) tutti i nomi terminanti in « - e »: thike « coltello », buke


« pane »,ecc.; ma: pashe « pascià P, babe « babbo P, ecc. sono maschili.
b) tutti i nomi terminanti in « - e » atona: lule « fiore D, dele
« pecora », nuse « sposa D, ecc.
molti nomi in « - i/-e » (anticamente lunghe): folé « nido D,
C)
bé « giuramento », shtepi i< casa », dhi « capra D, ecc.; ma: dhe « ter- '

ra » è maschile.
d) molti nomi terminanti in liquida (1, 11, r, rr): vegel « stru-
mento », thnegel « formica », uthull « aceto », enderr « sogno », ze-
mer « cuore », ecc.; ma: emer « nome », dhenderr « sposa », ed altri
sono maschili.
Nota: 1 nomi indicanti esseri animati di sesso ben determinato, corn'è chiaro. da alcuni
esempi sopra citati, si scostano da queste norme.

15. Per il neutro non si possono dare norme, neppure generiche;


esso sarà riconosciuto soltanto dalla forma determinata. Il neutro in
albanese, in genere, indica materia o, meglio, « massa di materia » e
nozioni astratte. Esempi di nomi neutri: uje « acqua »,grure « grano »,
mish « carne », ecc. I participi e gli aggettivi sostantivati indicanti una
astrazione o uii'azione sono ugualmente neutri: te àrdhurit « la venuta,
l'azione di venire D; te ngrenet « il mangiare » ma anche « il cibo D;
te miret « il bene, ciò che è buono D.

1. Sot kemi njE dite pa dìell, pse bìe shi. 2. NjE Iule nuk ben
pranverE. 3 . A je ti shqiptar ose arberésh? Unti jam shqiptiir por atà
jane arbereshe. 4. K U S eshte
~ ajò vajze? 5. A.ì biirre eshte plak. 6. Mi-
redita! A fIisni shqip? 7. Jo, na flasim vetem italìsht. 8. Apo ju jeni
turiste? Po, jemi turiste shqiptare. 9. Mire se na erdhet! Mire se ju
gjetem! 10. Djali pa nene si nata pa bene.
1. Oggi abbiamo un giorno senza sole, perché piove. 2. Un fiore
non fa puinzaveua. 3. Sei tu nlbanese o arberesh (arb~resh= albanese
d'Italia)? Io solzo albanese ma essi sono arbereshe. 4. Chi è quella
ragazza? 3. Quell'uomo è uecchio. 6. Baon giorno! Parlate albanese?
7. Ala, noi parliamo solo italiarzo. 8. (Forse) voi siete turisti? Si, siamo
turisti albanesi. 9. Benvenuti! Bentrovati! 10. I1 M i o (lette ragazzo)
senza mamma (è) come la notte senza k n a .
II numero dei nomi

16. L'albanese conosce solo due numeri: il singolare e il plurale.

17. Formazione del plz~rale dei nomi. Trattiamo subito di questo


argomento perché !a conoscenza della forma plurale dei nomi albanesi
è necessaria alla loro flessione. Si può dire che l'albanese in massima
parte crea una nuova forma (un nuovo nome) per ogni plurale. Non
è, quindi, possibile dare rego1.e precise, e dovremo limitarci ad indi-
care le diverse forme che può assumere il plurale ed a consigliare la
continua consultazione del dizionario, anche perché sia nella lingua
scritta che nella parlata un nome può avere diversi plurali, con o senza
mutamento di significato.

18. I1 plurale dei nomi maschili può avere i seguenti esiti:


a) in « - a » (si aggiunge al tema la desinenza « - a D):
ttim « eroe, giovane D plurale : trima
dem « toro D dema
plesht « pulce D » pleshta
gjemb « spina » D gjemba

vend « luogo plurale : vende


katùnd <ipaese, villaggio D » katunde
mal « montagna » male
qytèt « città >> qytete
kujtlm « ricordo » kujtime
Notca: I nomi derivati da verbi mediante il suffisso « - im », (come kujtlm da kujtòj) for-
mano sempre il plurale in « - e ». Questi stessi nomi, pur essendo maschili al singolare, di-
ventano femminili al plurale; cosi almeno nell'uso odierno. Tuttavia, negli antichi scrittori e
in diverse parlate odierne essi restano maschili anche al plurale. Cosi si potrà trovare scrittq
o sentir dire sia male t2 larta sia mde t 2 lariZ « alte montagne P.

katundàr « abitante del villag- plurale: katundare


gio »
shqiptàr « albanese » shqiptarg
f jalòr « dizionario » fjalore
binjhk « gemello » » binjake
d ) il plurale uguale al singolare:
vendes « indigeno*» plurale : vendes
vjedhes « ladro » vjedhes
t iranas « abitante di Tirana » >> tiranas
e) plurale con palatalizza.zione (al singolare il nome termina con
consonante velare, al plurale si ha la corrispondente pa1,atale):
ujk « lupo D plurale: ujq
'e'
2% « uccello D B zogj
f ) plurale con palatalizzazionz e aggiunta del suffisso « - e »:
varg « catena D plurale: vargje
prak 4 soglia >> >> praqe
g ) plurale con metaf onia (modificazione della vocale tonica):
dash « ariete D plurale: desh
ciap « caprone >> cje~

h ) plurale con metafonia e palatalizzazione:


plak « vecchio >> plurale : pkq
lak « laccio » » leqe
breg « riva >> » brigje i

Nota: Oltre alla metafonia e alla palatalizzazione alcuni di questi plurali prendono anche
il suffisso « - e »: brigje.

i) plurale in « - j » ( < Il) :


akull « ghiaccio D plurale : akuj
ungjill « vangelo >> ungjij
mashkull « maschio » meshkuj
PY~I « bosco >> P Y ~
Nota: Da quest'ultimo esempio si vede che alcuni di questi plurali richiedono anche il
suffisso « - e » . '

1 ) plurali in « - nj » ( < * n ) :
gju « ginocchio » plurale : gjunj
ftua « meloco.togno D » ftonj
Pe << filo ?>
krua « fontana ?>
Noto: L'ultimo esempio mostra che a& alcuni di questi plurali esigono il suffisso 4 -eB
oltre alla palatalizzazione.
l

m ) plurale in « - j » ( < r):


birr « figlio plurale: bij
lepur « lepre » ,D lepuj
flamur « bandiera
n) plurale in « - 2r »:
mbret « re >> plurale: mbreter
prif t « prete » prifter
shtrat « letto » shtreter
Nord: L'ultimo esempio mostra che alcuni di questi plurali hanno anche la metafonia.

o ) plwale in « - ra »:
djathe « formaggio » plurale: djàthera
bar « erba » » bàrera
uje « acqua D Ùjera
mish « carne » mishra
shi « pioggia » shira
p) plurali irregolari (possono avere una o pi6 caratteristiche
delle categorie descritte, o formare il plurale mediante me-
tafonia o da diverso tema):
ka « bue plurale :
kale « cavallo >> kuàj
djale « ragazzo, figlio >> djem
rreth « cerchio » >> rrathe
derk « porcello >> dirq
lume 4 fiume » lumènj
velli « fratello D >> vellezer, v&
llazer
gj ar@r « serpe gjarplnj
thes « sacco » thase
njeri « uomo D )> njerez
asht « OSSO D » eshtra
19. 11 plzlrale dei nomi femminilipuò avere i seguenti esiti:
a) in « - a »:
vashe « fanciulla >> plurale : vasha
moter 4 soorella>> D motra
vetull « sopracciglio >> » vètuua
zemer « cuore >> zemra
b ) il plurale uguale al silzgolave:
f j alE « parola » plurale : f j ale
bukuri « bellezza >> >> bukuri
veze « UOVO D >> veze
lule « fiore » lule
C) plurali irregolari:
dore « mano D plurale : dùar
dere « porta » dyer
grùa « donna D >> gra
gjé « cosa » >> gjera
nate « notte >> net

20. Degni di nota sono i nomi: dvu (m.) « albero, legno D, con
plurale drunj (m.) « alberi, legni », ma che può essere anche femminile
con significato alquanto diverso: dru (f. S. p.) « legna da ardere »; e
krye (n.) « capo, principio » col plurale krere; krye (m.) « capo d'uf-
ficio, capitolo, capo di bestiame, testa di ponte, capo di corda, col plu-
rale krere (krera); krye (f .) « testa, capo », che manca del plurale.
Krye forma la flessione dal tema kre-. A questo stesso tema ag-
giunge i suffissi determinativi (n. 2 1-22), onde abbiamo le tre seguenti
forme determinate: kryet (n.), kreu/krei (m.), kreja (f.).

1. Ka lule ne lulishte. 2. Ai ka dy vtillezer dhe tri rnotra.


3 . Ne shkolle ka kater mesues dhe dhjete nxenes. 4. Pac gezime dhe
fitime! 5. NjE jave ka shtate dit dhe nje mùaj ka kater javE. 6. NE
obòrr ka pese burra dhe gjashte djem. 7. Ky zot eshte italiàn, po atà
zoterìnj jane (arbereshe. 8. Mire mengjèz, zoteri. 9. Kjo zonje eshte me-
shese dhe ketb zonjusha janE nxenese. 10. MirembrEma, zonjusha! Mi-
rupaf shim ! )

I . Vi sono ( = ka) molti fiori in giardino. 2. Egli ha due fratelli


e tre sorelle. 3. Nella scuola (lett. itr iscuola) ui sono quattro inse-
gnanti e dieci alanni. 4. Possa tu avere (= pag) gioie e guadagni (uatl-
taggi)! I . Uno settimana ha sette giorni e crn mese ha quattro setti-
mane. 6. In cortile vi sono cinque tromini e sei ragazzi. 7. Questo
gnore è italiano, mu quei signori sono arb~reshe.8. Biuon mattino, si-
gnore! 9. Questa signora è insegnante e queste signorine sono allieve.
10. Buon6 sera, signorine! Arrivederci!

La determinazione del nome

21. Per co.nferire senso determinato a un nome, cioè per esprimere


ciò che altre lingue esprimono per mezzo dell'articolo determinativo,
I'albanese si serve di certi suffissi aggiunti alle desinenze flessive (n. 25).

22. Tali suffissi determinativi &Il'albanese, distribuiti secondo i


rispettivi casi, sano i seguenti:
a ) per il singolare maschile: b ) per il singolare femminile:

Ac. -n
Abl . -t
C) per il sirtgolare neutro: d) per il pluralè m. f . H.:
-t suffisso unico per -t suffisso unico per
tutti i casi; tutti i casi;
Nota: 1. I nomi terminanti al nominativo in «-e», elidolio questa prima di 'ricevere i suf-
fissi determinativi vocalici «-i/-u, -ah: vashe « fanciulla D nella forma determinata fa- vasha « la
fanciulla»; djathe « formaggio >z, djatbiet/djatlki « il formaggio N.
2. I suffissi determinativi consonantici (-t, -n, -6) restano invariati se si aggiungono a ?orni
uscenti in vocale atona, ma prendono una «e» di appoggio se sono aggiunti a nomi in vocale
tonica o in consonante. Casi: burra « uomini D, burrat « gli uomini v; ma: bukuri « bellezze n,
bukurite « le bellezze D; pleq c< vecchi D, pleqtii « i vecchi D; bukurise a alla bellezza », ecc,
3. I nomi (e gli aggettivi) piani che hanno il plurale in «-as, -es, -er, -e1, -ur, -ez, -az»
o tronchi in a-q/-gj» preceduto da consonante, prima di ricevere il suffisso determinativo «-t»
o la desinenza dell'ablativo pl. «-sh», inseriscono una «-i-x eufonica: tirànas-i-t, tirànas-i-sh;
te dhhur-i-t, te dàshut-i-sh; ujq-i-t, ujq-i-sh; murgj-i-t, murgj-i-sh; njèrs-i-t, nj&r&-i-sh; vàshm-i-t,
vàishaz-i-sh, ecc.
4. L'articolo indeterminativo albanese è «nje» ed è sempre invariabile: nje burrz, nje m,ecc.

Esercizio 3.

I. Grùaja me vajzat banojae ne mal. 2. Burri me djemte shkojne


ne qytèt $do mengjèz. 3. Lulet zbukurojne shtepitg, kishat &e grate.
4. Shqipja eshte gjuha jone dhe italishtja eshtg gjuha juaj. 5. A jeni
ju miq? Po, na jemi miq me gjithe njèrezit. 6. Fjalet jane si qersbi:
merr nje dhe vijne tri. 7. Zogj te kendojne mbi lisat, bletet fluturojne
mbi lulet. 8. Kush nderòn pleqte nderòn Zoiin. 9. Si jeni? Falemin-
derit, shume mire. IO. Cfare te reja kemi? Nuk di. Natiin e mire!

i. La donna con le ragazze abitano in montagna. 2. L'uomo con


i ragazzi (figli) vanno in città ogni mattina. 3. I fiori abbelliscono le
case, le chiese e le donne. 4. L'albalzese è la nostra linggu e l'italiano
è la vostra lingua. 5. Siete voi amici? (« a » è una partic. interroga-
tiva) Si, noi siamo amici di (lett. con) tutti gli uomini. 6. Le parole
sono come (le) ciliege: (rae) preutdi unci C ne ilengono tre. 7. Gli
uccelli cantano sugli alberi, le api ~olarzosui fiori. 8. Chi onora i oec-
chi onora il Signore (Dio). 9. Come state? Grazie, molto bene. 10.
Che novità abbiamo? Non so. Rzloiia notte!

La flessione nominale

23. L'albanese, già in tempi non documentati, aveva quasi com-


pletamente rinnovato il suo sistema di flessione nominale, cusi chc oggi
ben poche sono le tracce dell'antico sistema flessionale indeuropeo ri-
maste in questa lingua. Alla formazione del nuovo sistema di flessione
nominale dell'albanese hanno contribuito diversi fattori, in primo luogo
la quindi l'analogia e, Iast not least , la grande varieti
di forme per il plurale, che permetteva la riduzione al minimo indispen-
sabile delle desinenze flessive.
L'albanese scritto, dai primi documenti sino ad oggi, conosce sol-
tanto due tipi di flessione per il singolare (una maschile-neutra ed una
femminile), e un unico tipo di flessione plurale per i tre generi. In
base a ciò possiamo stabilire due declinazioni per i nomi: la Primo
Declinaziolze per tutti i nomi maschili e neutri, e la Seconda Declina-
zione per tutti i nomi femminili e pochi maschili.
Nota: 1. Questa distinzione in due declinazioni vale solo per il singolare, poiché, c m già
detto, la flessione plurale è unica per tutti i nomi, senza distinzione di gecere.
2. Seguono la seconda declinazione, come già notato, anche alcuni nomi che indicano esseri
di sesso maschile: pashe, babe, ecc.
I c a s i

24. L'odierno albanese possiede sei casi: Nominativo (N.), Geni-


tivo (G.), Dativo (D.), Accusativo (Ac.), Vocativo (V*),Ablativo (Abl*). -
Un tempo esisteva anche il caso locativo, di cui restano tracce in
qualche parlata ancor oggi, ma esso è completamente scomparso- dalla
lingua scritta.
I1 concetto ed il valore di questi casi corrisponde in genere a quello
delle lingue classiche (latino e greco) e dell'italiano.
I1 « nominativo » è il caso del soggetto e di quanto, al soggetto
si riferisce. Non ha segnacasi propri.
Il « genitivo » è principalmente il caso del complemento di spe-
cificazione; indica inoltre il possesso e, piu raramente, il luogo e il tem-
po. Ha segnacasi propri: « -i/-u » per il singolare maschile e neutro,
«-e » per il singolare femminile, «-ve» per il plurale comune.
I1 « dativo, » è il caso del complemento di termine, e indica, inol-
tre, il fine e l'intenzione. Ha gli stessi segnacasi del genitivo, e que-
st'ultimo viene distinto dal dativo per mezzo delle « particelle di con-
giunzione » (n. 32, 33).
L'« accusatiuo » indica il complemento. diretto e può anche indi-
care il tempo. Non ha propri segnacasi e, ,nella flessione, coincide sem-
pre con il nominativo.
I1 « vorativo » è il caso del complemento di vocazione, serve, cioè
per chiamare e invocare. Non ha segnacasi propri e coincide sempre con
il nominativo; perciò stesso non sarà preso in considerazione nelle ta-
belle delle declinazioni.
L'« ablativo » indica la provenienza, la causa, il tempo, la materia,
ecc. Ha gli steSsi segnacasi del dativo e del genitivo, e inoltre un pro-
prio segnacaso al plurale: « -sh ».

I segnacasi

25. Secondo quanto indicato ai nn. 23, 24, i segnacasi (ossia .le
desinenze distintive dei casi) si distribuiscono nel modo seguente:
e. . I I
G. I -i/-u -e -ve
D. -i/-u -e -ve
Ac.
Abl. -i/-u -e -sh
Nota: Per sola comodith dello studioso si dànno, in questa tabella, le desinenze per i casi
tradizionalmente in uso, poiché in realtà l'albanese moderno ncn dispone che di quattro se-
gnacasi per tutta le flessione nominale, e potremmo anzi dire di tre soli segnacasi, dato che
il segnacaso «-ve» (per G. D. pl.) non & altro che quello del S. f . per gli stessi casi, ossia «-e B
diventata «-ve» per l'aggiunta epentetica di una «-v» onde evitare lo iato risultante dall'incontro
di «-e» coi1 le vocali tematiche delle forme plurali, analogamente a quanto avviene all'aoristo
dei temi verbali in vocale: (shko-v-a ..$ * shko-a; cfr. hap-a); cosi si P avuto burra-v-e ( C *burra-e);
ma ptesso gli antichi scrittori troviamo ancora le forme pleqet, vdekuret per pleqvet, vdekurvet.
I n un secondo tempo la forma «-ve» si estese, in forza dellJanalogia, a tutti i plurali.

Ai genitivo, dativo e ablativo (i cosiddetti casi obliqui o mar-


26.
ginali) si ha una alternanza di desinenze: « -i » oppure « -u D. Ciò di-
pende dal fatto che i nomi con tema in consonante velare (k/g/li) esi-
gono la vocale posteriore « u » dopo di sé. Tutti gli altri temi, invece,
prendono la vocale anteriore « i ». Esigono pure « u » i nomi con te-
ma in vocale «-a, -e, -i» toniche, mentre quelli in vocale «-o» pren-
dono «i». Esempi: plaku, zogu, krahu; burri, mali, moti; kau, ve-
llàu (anche vellài); dhèu, ftòi, mìu, barlraxhiu.
Noia: Per la maggior parte dei nomi, il t c m ~è uguale al nominotiuo indeterminat~: mal
monte, tema mnt-; per i nomi in -e si ottiene il tema toglienclo la -e: djathe formaggio,
tema' djath-; buke « pane D, tema buk-; per i nomi in -ua il tema si ha riducendo il gruppo
vocalico -113 in -o; krua fontana, tema kro-. Alcuni nomi, infine, per i quali si consulteriì il
dizionario, hanno il tema in -r: pe filo, tema per-.

27. Tabelle per la declinazione dei nomi maschili e neutri.


( 1' Declinazione).
I. tema: lis- (m.) « quercia, albero D
CASI
-- - - -
1 -
N. lis « albero lisa « alberi D
G. lisi « di albero » lisave « di alberi »
D. « ad albero D lisave « ad alberi
Ac. lis « albero » lisa « alberi B
Abl. lisi da. albero » lisash a da alberi »
2. tema: zog- (m.) « uccello 9

CASI SINGOLARE PLURALE


p-

M. zog « uccello B 1 zogj <« uccelli


G. zogu « di ucìello B zogjve 4 di uccelli
D. zogu « ad uccello zogjve « ad uccelli
Ac . zog « uccello B zogj « uccelli
Abl . zogu « da uccello zogjsh « da uccelli )>

3. tema: dimr- (m.) « inverno »

CASI
-- SINGOLARE
----
PLURALE
N. di.mer i( inverno dimra « inverni
.

G. dimri .dimrave
D. dimri d'imrave
Ac. dimEr dimra
Abl. dimri dimrasli
Nota: I nomi in (t-er,, perdono la ((e,, d'appoggio nei casi con desinenza vocalica: dimer-dimri,
ecc. Cosi pure i nomi m. e f. in -e1, -e11, -em, -err.

4. tema: syr-/sy- (m.) « occhio P


- - --p

' -p
CASI
-
SINGOLARE PLURALE
N. SY « occhio )> sy « occhi )>
G. syri / syu I syve
D. syri / syu syve
Ac. s)P v
---p
Abl . syri / syu sysh

5. tema: fton-/fto- (m.) «melacotogna»

CASI SING0I.AR.E
--
PLUMLE l
N. ftua « malacotogna )> f tonj « melecotogne n
G. f toi ftonjve
D. ftvi ftonjve
Ac. f tua ftonj
Abl. ftoi
- . ftonjsh I

No&: Questi nomi, come appare dal modello « ftua P, al N. Ac. V, sing. sdoppiano la
vocale del tema!
6. tema: ka-/qe- (m.) « b u e »

-p-

ka (4 bue qe « buoi »
kau qeve
kau qeve
ka qe
kau qesh

7. tema: njeri- (m.) <uomo,


i essere umano »
CASI ----
SINGOLARE
-
PLURALE
njerl « uamo D njerEz « uomini
G. njeriu njkrezve
D. njeriu njèrzzve
Ac. njeri njerez
Abl . njerìu njèrezish

8. tema: mish- (n*)« carne


CASI SINGOLARE PLUKALE
mish (4 carne » mishra « carni
mishrave
mishi mlshrave
,mish mishra
rnishrash v

1. Ky burre eshte rojes vreshtash. 2. Thengjijte behen prej dm-


ve. 3. Vellàii im ii dha njE liber sùpavet. 4. Dyllojé zogjsh flutu-
rùan mbi pullazet e shtepivet. 5. Pune buriash eshte lufta dhe. punii
grash vatra. 6. Vashat vene duke mbledhur lule mali. 7. Mos ki fri-
ke se vjen edhè dimri. 8. Kesàj grùaje i kane dhene nje ~ ~ mun- h e
dafshi. 9. Dy flùtura ne kopsht, dy zogj mbi nje dege lisi. IO. Miru-
pafshim, more mik! Udha e mbare, more shokii!

1. Qzlest'zlonao è guardiano d i pigne. 2. I carboni si fanno' dal


leguto (lett. « dai legni ») . 3 . Mio fratello diede un libro alle ragazze.
4. Due stormi di uccelli volarono sui tetti delle case. 5. Lavoro (co-
sa) da uomini è la guerra, e cosa da donne il focolare. 6. Le ragazze
uan cogliendo fiori di montagrza. 7. Non aver pdura ché verrà anche
l'inverno. 8. A questa d o m a ( l é ) hanno dato m a gonna di seta. 9.
Due farfalle nell'orto, due uccelli su tln ramo d'albero. 10: Arrive-
derci, o amico! Bzlon viaggio, o compagni!

Esercizio 5.

1. Une kam nje ftua dhe ti ke dy molle. 2. Kroi ka pak uje dhe
mandèj mulliri nuk ec. 3 . Disii mullìnj ecin me uje dhe disa me motòr.
4. Ti je bir zoti dhe ajò eshte bije bujqish. 5. Bujqit kane qe dhe
lope, po, s'kane te holla. 6. Tirànasit jane ketù me ne dhe kane mall
per atdhé. 7 . A kini ju mall per katundin tùaj? 8. Ne kete qytèt ka
shume kronje. 9. C'kuptim ka kjo fjale? 10. Ju lutem, zotni, me
thoni ku eshte kisha?
I . l o ho una melacotogna, e t u hai due mele. 2. La fontana ha
poca acqua e perciò il mulino non cammina. 3. Alctrni mulini cammi-
nano ad acqzla e altri a motore. 4. Tu sei figlio di signore ed ella è
figlia di contadini. 5. I contadini hanno buoi e vacche, ma no:z hanno
danari. G. I tiranesi (abit. di Tirana) sono qui con noi ed hanno no-
stalgia della (per) patria. 7. Avete voi nostalgia del vostro paese? 8.
In p e s t a città vi sofio molte fontane. 9. Che significato ha -questa
parola? IO. Vi prego, signore, mi dite (ditemi) dov'è la chiesa?

1. Ujerat e detit kane kripe shume. 2. Djàtherat qe kam blere ne


mal kane chume kripe. 3. AtA djathE qe kemi ngrene djc ne restoràn
ishte pa kripe. 4. A vjen me ne edhè ti? Jo, mjerisht sot nuk mundem.
5. Ju uròj udhetìm te mbare. Rrini me shendèt! 6. Si eshte koha sot?
Sot eshte ftohte edhè ka rnjegull. 7 . Keshtù nuk vete, bir; kjo pune
s'ec. 8. Dje ishte ngrohte posi ne vere, &e sot po bìe shi. 9. Ne&
ie~htee diel dhe pasneser e hene. 10. Ditet e javes janE ketò: e h e e ,
e martE, e merkure, e enjte, e premte, e shtune, e diel.
1. Le acque del mare hanno molto sale. 2. I (pezzi di) formaggio
che ho comprato in montagna hanlao troppo sale. 3. Quel formaggio che
abbiamo mangiato ieri nel ristorante era senza sale. 4. Vieni con noi
anche tu? No, sfortunatamente oggi non posso. 5. Vi augzrro buon uiag-
gio. State sani (lett. con salute). 6. Com'è il tempo oggi? Oggi è ( f a )
freddo e c'è nebbia. 7. Cosi non va, figlio; questa cosa (affare) non va.
8. Ieri (il tempo) era caldo come d'estate, e oggi piove. 9. Domani è
domenica e dopodomani lmedì. 10. 1 giorni della settimana sono questi:
lulzedì, mavtedi, mercoledi, giovedì, venerdì, sabato, domenica.
28. Tabelle per la declinazione dei nomi femminili.
(2' Declinazione)
1. tema: nEn- (f .) « mamma D
---p---- -. --
-CASI
- -.
SINGOLARE PLURALE
N. n&e <{ mamma nena 6 mamme D
@. aetre nenave
D. .nene xGnave
Ac. nene nEna
Abl. nEne nenash

2. tema: &i- (f .) « capra


I CASI PLURALE
--
,

N. dhi « capra dhi G capre »


G. &i,e dhive
D. dhi.e dhfve
Ac. .dhi
Abl. dhish

3. tema: motr- (f.) « sorella


I
>

CASI ' SINWLARE

I AC.
- AbL
Arofa. Come notato
m~ter
motre --p

al n. 24 questi temi al N. Ac. '. inseriscono una <{e» d9appoggio fra la


muta e la liquida e poi la perdono, nel corso della kl. azione, davanti alle desinenze vocdicihe.
4. tema: dele- (f .) 4 pecora D

CASI I SINGOLAIRE
N. dele « pmra »
G. &le je
D. dèleje
Ac. dele
Abl. dèleje

5. tema: radio- (f .) 4 radio D

CASI
I ràdio SINGOLARE
« radio »
PLURALE
.-

sàcfio « radio
- 7

ràdioje ràdiove
D. I ràdioje

Abl. I rldioje ràdiash

Nota: Per questi due ultimi esemgi si noti l'inserimento della «-j-» fra il tema e la
desinenza «-e» dei. casi obliqui, onde evitare lo iato.

Esercizio 7.

1. NEna ime ka dy dele. 2. Nga lulishtja vjen eri! lulesh. 3. VE-


Ilàu irn eshte bari delesh. 4. BarinjtE pinE Cpmesht dèleje ose dhk. 5;
Qeni shkon pns barinjvet. 6. Nena punòn ne shtepi dhe bija lexòn nj?
gazete. 7 . MEsiiesja u ka &e@ librat nxenesvet. 8. C'dite eshte sot?
Sot eshte e diel, dite pushimi. 9 . Neser eshte dite pune dhe une shkoj
ne fabrike. 10. Me kuptoni mùa? Po, ju kuptòj mire.

1. (La) mamma (mia) hil due pecore. 2.Dal giardino uiene odore
di fiori. 3. Mio fratello è pastore di pecore. 4. 1 pastori beuono latte
di pecora o di capra 5. Il cane va dietro ai pastori. G. La madre lavora
in casa e la figlia l e g g zln giornale. 7. La maestra ha dato (loro) i
L i.i &gli alunni. 8. Che giorno è oggi? Oggi è domenica, giorno di ri-
l'h
poso. 9. DumL~iziè ~ ~ Q Y I ZdiO Eauoro e io vado in fabbrica. 7 0. Mi capite
(me)? Si, ui capisco bene.
Esercizio 8.
1. Motra dhe vellezer gjithmone duhen mire; 2. Kalaja ka mjaft
ushtare. 3 . Drita e shtepise eshte burri dhe- gazi i vatrEs grùaja. 4.
Rrezet e henes shkelqejne 1;~rmbishtepite. 5. Puna e grùas eshte shume
e rende. 6. Dyer t e shkoiles jane mbyllur. 7. Diten qesh, naten qan.
Cka eshte? 8. Cka deshironi ju? Me falni, ju lutem, deshiròj nje adrese.
9. Hyni brenda, ju lutem. 10. Bari i lig rritet shpejt.
I . Sorelle e fratelli sempre si voglion bene. 2. La fortezza ha suf-
ficienti soldati. 3 . (La) luce della casa è il marito, e (E') allegria del
focolare la moglie. 4. I raggi della lz~nasplendono (brillano) salle case.
5. I1 lavoro della donna è troppo pesante. 6. Le porte della scuola sano
chiuse. 7 . (Durante) il giorno ride, (durante) la notte piange. Che
cosa è? 8. Che cosa 'desiderate voi? Scusatemi, vi prego, desidero un
indirizzo. 9. Entrate (dentro), vi prego. 10. L'erba cattiva cresce in
fretta.

La determinazione dei casi


Per determinare un nome, cioè per ottenere in albanese ciò
29.
che in altre lingue si ottiene per mezzo dell'articolo determinativo, ba-
sta semplicemente aggiungere ai casi i rispettivi suffissi determinativi
descritti ai nn. 21-22, tenendo presenti le avvertenze ivi date: Per i
suffissi del nominativo maschile (-i/-u) valgono le regole date per le
forme alterilative dei casi obliqui (G. D. Abl.) al n. 26. Saranno qui
dati solo pochi esempi di declinazione determinata, poiché l'applicazio-
ne dei suffissi determinativi è assolutamente regolare.
30. Modelli di declinazione determinata.
1. lis « albero, quercia
l
P; plurale: lisa
I
CASI SINGOLARE
.-- p

N. lisi « l'albero »
G. Iisit; (< dell'albero >> lìsavet « d e a albed >p
D. 1isi.t + aN'albero » llsavet « agli alberi >p
Ac. . laisisin i{l'albero
, Abl. lisit « dall'dbero n
1 Nella lingua albanese odierna l'ablativo plurale determinato coincide eon il. pene e &t.
i

pl. Negli scrittori più antichi, però, l'ablativo plurale era regolarmente formato aggiungéndo il
suffisso deterrninativo all'ablativo pl. indeterminato; quindi in essi si troverà: ljsashit, zogjshit,
ecc. (si noti la «i>>epentetica per ragioni d'eufonia).

2. zog « uccello D; plur. : zogj


-- -

--
CASI
N. zogu
SINGOLARE
« 19ucoeUo»
p----
PLURALE
zogjte « gli uccelli »
G. W t zogjvet
D. zogiat zagjvet
Ac. zopn zogjte
Abl. zbgllt zogjvet

3. njeri « uomo »; plur.: njerez


---- -p-d - -__I--

- -
CASI SINGOLARE. PLURALE
--
N. ' njerìu « l'uomo njèrzzit « gli uomini
G. njerlut n jèrezvet
D. njeriut njèrezvet
Ac . nj erine/n jeriun njèrezit
Abl. njerlut njèrgzvet
2 I nomi in «-a, -e, -i» tonica, come si rileva da questo modello (quali «ka, atdhé, njerin),
all'Ac. S. hanno due forme: « kane/kaun », atdhene/atdheun, njerinZ/njeriun ».

4. mish, « carne D; plur. : mishia


CASI PLURALE
- -- - - p-.

rrmiishts « la carne >> mishrat « le carni »


màshravet
m1sh.ravet
Ac. mishrat
Abl.

5. nene « mamma » ; plur. : nEna


1, nena
I ala
SINrnLAPS
mamma D
nEr%Es
nenes
nenen
nenk
6. dele 4 pecora »; plur.: &le
l

CASI I PLURALE
ddlja 4 la perora » delet 4 le p r e »
G. deles dèlevet
ID. deles &levet
Ac . delen delet
Abl. deles dGlevet
Nota: Questi nomi al N. S. elidono la «-e» del tema e inseriscono una a-j» eufonica.

7. dhi 4 capra »; plur. : dhi « capre »


' CASI PLURALE
dhia « h capra P dhite « le capre D
dhke dhivet
* dhlise dhivet
&ine dhite
dhise dhivet

8. moter « sorella P; plur. : motra


-

CASI SIvNGOEARE ~?LURALE


W. ~mutra « la sorella » motrat « le sorelle »
G. motres ~aiòtrave
t
D. unotrEs mò travet
Ac . motrean motrat
Abl. motres mòtravet

9. ràdio « la radio D; plur.: ràdio « radio


CASI PLrnLE
~rMioja« da radio » radior a le radio »
riidi~s , iàdi~vet
ràdios ~ràdiovet
ràdion rUiot
ràdios ~ràdiovet
Nots: Questi nomi al N. S. inseriscono una «j» eufonica.
39. Si noti che il genitivo (singolare e: plurale) esige una duplice
determinazione: oltre al suffisso determinativo, richiede anche un de-
t e r m i n a t i ~preposto
~ (non prefisso!), che si usa chiamare « articolo di
congiunzione o, prepositivo P. Esso consiste nel premettere le particelle
« i » per il maschik singolare, « e » per il femminile singolare e per il
m. e f. plurali (n. 33). I1 genere si riferisce al nome specificato dal
genitivo .
1

I . Bùrravet u dhane pushken dhe gravet boshtin. 2. Motra me


motren shkojne ne 1rrv.a. 3. Vajzat me djemte lexojne librin e historise.
4. Historìa na tregòn punet e atdhèut. 5. Historia e shejte na tregòn
miresite e Perendise. 6. Lefmra e ujkut nuk shitet mire, po l e k u r h e
dhelperes e shesin fort mirE. 7. Ushtrimet e gramatikes jane shume. 8.
Merre librin e usl~trimevet.9. Ic'ios kendò kete liber. 10. Mire se na
eidhe! Mire se ju gjeta! Si jeni?
1. Agli zlomini diedero (loro) il fucile e alle donne il fzlso. 2. La
soiella corz la sorgella vanno al fonte. 3. Le ragazze con i wgazzi leg-
orzo il libro di storia. 4. Ln storia ci racconta le gesta della patria.
5. La stcdria sacra ci racconta le bontà (i benefici) di Dio, 6. La pelle
del lupo non si vende bene, nzn In pelle della volpe la vendono molto
bene. 7. Gli esercizi della granzmtiticn sono molti. 8. Prendi(10) il li-
bro degli esercizi. 9. RTon leggeue p e s t o libro. 10. Benvenuto! Ben
trocatz'! Come state?

1. Bukl~ritii e Malesise na i pershkrùan Ate Gjergj Fishta ne


kryevepren « I-ahuta e Malcis D. 2. Lulet ja kam dhene djalit te kop-
chtarir dhe librat ja karn dergùar mikut tim. 3 . Malet e Shqiperise
ne dimer zbardhen n e bore. 4. Mesùesi i djernvet te ketij katundi vjen
nga Tirana. 5. Ujet e kroit tone eshte te ftohte. 6 . Kjo. shtepi eshte
e ungjit tirn. 7 . Une kisha nje thike, ti kishe nje shpate, aì kishte nje
pushke. 8. Cfare pune beni ju? Une jam studènt i Universitetit diten,
dhe naten pilnòj ne fabril~?.9. Ku punoni ju? Une punòj ne fabriken
e re. 10. Sa vjeg jeni ju? Une jam njezèt vjec.
I . Le bellezze della Montagna (albanese) ce le descrive P. Giorgio
Fishta nel c~polavoro« Il fiuto della Montagna ». 2. 1 fiori (glie) li
ho dati al figlio dell'ortolano e i libri (glie) li ho mandati al mio
amico. 3. I monti d'Albania d'inverno si coprono di (con) neve.
4. I1 maestro dei fanciulli di questo paese viene da Tirana. 5.
L'acqua della nostra fontana è fredda. 6. ~ u e s t acasa è dello zio mio.
7. Io aveuo un coltello, tu avevi una spada, egli aveva Hn fucile. 8.
Che (specie di) lavoro fate voi? Io sono studente dell'uniuersità (du-
rante) il giorno, e di notte lavoro in fabbrica. 9. Dove lavorate voi?
l o lavoro nella fabbrica nzcova. 10. Quanti anni avete voi? Io ho (so-
no di) vetrti anni.

La particella di congiunzione
32. La doppia determinazione del genitivo si ottiene per mezzo di
particelle ad esso premesse. Queste particelle non sono altro che i
suffissi determinativi descritti al n. 22, che però in questa loro nuova
funzione vengono premessi al genitivo e che, come sopra già detto, si
usa chiamare .« particelle o articoli di congiunzione P.
Graficamente le « particelle di congiunzione » si distinguono dai
su6ssi determinativi, perché ormai è invalso l'usol, quando si tratti di
consonanti, di appoggiarle ad una « e D. Nel seguente paragrafo sarà
data la tabella delle « particelle di congiunzione D. Si noti che la ripar-
tizione delle particelle in generi nello specchietto si riferisce al nome
da mettere in relazione con il genitivo, vale a dire la particella' di con-
giunzione concorda col nome da determinare o specificare, e non col
nome in genitivo (determinante) l .
33. Tabella delle particelle di congiunzione
( O articolo prepositivo):

SINGOLARE PLURALE
USI
- --
, MASCHILE I --
FEMMINILE I NEUTRO
MASCHILE
FEMMINILE 'E NEUTRO

N.
G.
D.
Ac.
Abl.
1 In origine queste particelle, analogamente ai suffissi determinativi, non erano dt'go cbe
pronomi dimostrativi ridotti al grado debole.
34. L'accusativo singolare e il nominativo-accusativa plurali fi.f .n.,
e il nominativo sing. neutro, presentano due forme per la particella
di conginnzione: « te » si adopera quando il nome da congiungere è i

indeterminato, « e » quando è determinato.

35. Modelli di declinazione con particelle di congiunzione..


1. Nome maschile indetermi~zato:gisht i dor& « dito della mano B
-- ------
I CASI I SINGOLARE
- I--
PLURALE
N. gisht i dori% (diìarvet) gishta d dorEs (dùarvet)
G. gishti te >> gishtave te >> » '

D. gishti te » gtshtave te )> D


Ac. gisht te gishta te )>

Abl. gishti te )> gishtash te )> D

2. Nome maschile determinato: gishti i dores « il dito della mano D


I -
CASI
i
I SINGOLARE
.- . . - I gishtat PLURALE
I
N. gishti i dores (dùarvet) edores(dùanvet)
n G. gishtit te » )> gishtavet te )>

D. gishtit te » P gishtavet te )> P

Ac. gishtin e )> )> gichtat e


Abl . gilshtit te )>
---
gishtavet te )> )>
- - -

3. Nome femminile indetevmilaato: unaze e gishtit « anello del dito »


CASI SINGOLARE
. -.
! PLURALE
N. unazii e gishtit (gìshtavet) unaza IE gishtit (glsbtavet) *

I G. I unaze SE D unàzave te >>


/
)> \

unaze se )> )>

unaza te )>

I ~bl. ( unaze se » )) unàzash te )>

4. Nome femminile determinato: unaza e gishtit « l'anello del dito D


I CASI I SINGOLARE
--
--

I
PLURALE
N. unaza e gishtit (glshtavet) unazat e gishtit (gishtavet)
G. unazes SE >> >> unàzavet te N )>
D. unazes SE P unhzavet ti5 >> >>
Ac. unazen e B P ,unazat e )> >>
Abl. unazels SE D unàzavet t5 D >>
5. Nome neutro indeterminato: mish te- vendit « carne del luogo »
CASI SINGOLARE PLURALE
N. lmi~sh tte w d i t (vhdevet ) mishra te veridit (v2ndevet)
G. irrilishi te >> >> milshrave te >>
D. rnishi te D YP mlshrave te D D
Ac . miish !te D D nzilshra te D D
Abl . 1mishi te >> >> mishralsh te >>

6. Nome neutro determinato: mishte e vendit « la carne del luogo P.


---
I CASI i SINGOLARE I PLURALE I
I N* I mishte e vendit (vhdevet) I mishrat e vendit (vèndevet) l
G.
D.
k.
, Abl.

Esercizio il.

I . Gishti i dor& se djathte me dhembet shume; 2. Dùart e me-


mes punojne nate e dite per b u k h e bijvet. 3 . Shtepia e mesùesit te
shkolles se fshatit tone eshte larg nga shkolla. 4. Nenat e nxenesvet
te ketìj fshati tanì dalin nga shko!la. 5 . Unaza e gishtit te ilor& se
djalit te zotni Markut ka shume vler?. 6. Dera e ldshes se fshatit tone
eslite hapet. 7. Libri i nje studenti te Institutit te folklorit ishte mbi
tryèzen e profesorit. S. Cinimi ju dorezùa nje punetòreje te fabrikes
se tjerrjes. 9. Leshi i nje dèleje te races merinos kushtòn shume. 10.
Gomari me dru, njerìu me tru.
1 . Il dito della rnano destra mi duole molto. 2 Le mani della
mamma lavorano notte e giorno per il paize dei figli. 3. La casa del
~naestrodella scuola del nostro villaggio è lontano dalla scuola. 4. Le
mamme degli ali*nni di p e s t o villaggio ora escono dalla sczrola. 5.
L'anello del dito della mano del figlio del signor Marco ha molto va-
lore. 6. Lu porta della chiesa del noJ.tro paese è aperta. 7. I1 libro di
uno studente dell'lstitzito del folklore era sul tavolo del professore. 8.
Il premio (le) fu dato ad zinn operaia della fabbrica tessile (lett. della
tessitura). 9. La lana di una pecora della razza merinos costa assai.
10. L'asino (si tratta) col bastone, l'uomo col cervello (ragione).
36. Una particolarità dell'albanese è lpusodella di c m
giunzione per mettere in relazione l'aggettivo col da esso deter-
minato. Normalmente l'aggettivo *e il nome. si noti 9 però, che non
tu t ti gli aggettivi esigono la particella di co~iUnzione.
'

Le particelle di congiunzione degli aggettivi sono quelle dei


sostantivi elencate al n. 33.
Gli aggettivi esigono la particella di ~ 0 h g i - i ~ ~anche
~ quando
non sono in relazione formale con i sostantivi, e in questo caso non ha
luogo l'alternanza di forme di cui al n. 34.

37. L'aggettivo, analogamente ai sostantivi, ha tre generi : maschile,


f emmi~ile,neutro.
Non vi è, in albanese, distinzione formale per i generi dell'agget- -
tivo. Per la maggior parte degli aggettivi primitivi l'uscita è unica, e
la distinzione del genere si fa. mediante le particelle di congiunzione: i
mire, e mire, te mire « bonus, bona, bonum ». Qualche volta, però, il
femminile prende la desinenza « -e D: i madh, e madhe, te madh.

Esercizio 12.

1. Thone se mishte e ketij vendi eshte fort te mire. 2. VajtE e


ullinjvet te dhèravet te ketìj katundi shitet miro edhè jashte. 3. Dja-
thet e njomE eshte ne trasten e kuqe te grùas se re, po djaihin e
thate e kam une. 4.Djemte e profesorit te ri jane te urte e te bukur.
5. Rrobat e zeza vishen per helm, si thote kenga e Jurendines, po
rrobat e bardha ose te kuqe per haré. 6. A i kini pare bijte e vegjel?
7. Ku i ke vene librat e rin.j dhe gazetat e reja? 8. Mùajte e vitit jane
ketà: janiir, shkur t, mars, prill, maj, qershòr, korrìk, gusht, shtatòr,
tetòr, nendòr, dhjetbr. 9. Dora e thate s'ka urate. 10. BEje tE rnirEn
e hidhe n? det.
I . Dicono che la carne di questo luogo è molto buona. 2. L'olio
degli uliui dei campi di questo paese si vende bene anche fuori. 3. Il
formaggio tenero è nello zaino rosso della donna giovane, ma il for-
maggio duro l'ho io. 4. 1 bambi~idel nuovo puofessore sono savi e
belli. 5. Gli abiti neri si vestono per (in segno d i ) dolore, come dice
la canzone di Jurendina, ma gli abiti bianchi o rossi per gioia. 6. Avete
visto i figli piccoli? 7. Dove hai messo i libri nuovi e i giornali nuovi?
8. I mesi dell'anno sono questi: gennaio, febbraio, marzo, aprile, mag-
gio, giugno, luglio, agosto, settembre, ottobre, novembre, dicembre.
9. La mafio secca ( a v a r ~ )non ha benedizione. 1O. Fa il bene e gettalo
in mare.

38. Per la formazione del plurale degli aggettivi vale quanto detto
al n. 17. Nondimeno anche qui saranno date, a solo scopo indicativo,
alcune norme per la formazione del plurale:
a) plurale uguale al singolare: lo*hanno la maggior parte degli
aggettivi maschili e tutti i femminili in « -e »:
i mire « buono », plur.: te mire; i bukur « bello », plur.: te
bukur; e kuqe « rossa », plur. : te kuqe.
b) plufale con pdatalizzazione e10 metafonia: (lo hanno molti
aggettivi con 'tema in consonante velare) :
i lig « cattivo »,plur.: te ligj; i vogel « piccolo », plur. : te ve-
gjel; plak « vecchia », plur. : pleq;
C) plurale in « -a » (lo hanno tutti i femminili ad eccezione de-
gli aggettivi in « -e D:
e bardhe « bianca »,plur.: te bardha; e mire « buona »., plur.:
te mira; e vogel « piccola », plur. : te vogla;
d ) plurali irregolari:
i zi « nero, infelice D, plur.: te zez (m.), te zeza (f.); i madh
« grande », plur.: te m(b)edhènj (m.), te m(b)edh6 (f.); i ri
« nuovo », plur.: te rinj (m.), te reja (f.).

Esercizio 11 3.

i.. Qershite e kuqe jane te pjèkura. 2. Lisat e larte kane dega te


gjata. 3. Vàjzavet te urta te skuadres sportive u kane dhene njE ~miD.1
te bukur. 4. A doni te jeni perhere te kenàqura si sot? T. Shtepite e
qytètevet te niedhii jane te bùkura dhe te larta, po shtepite e njèrezvet
te varfer edhè ne qytèt jane te vogla. 6 . Punetoret e fabrikes se madhe
jane te rinj e te forte. 7. Ti je i pasur dhe i semure, une jam i varfer
dhe i lumtur. 8. Qeni i zi i ungjit tim eshte i bute, po pela e bardhe
e rnotres sime eshte edhè e egEr. 9. ' o r a ime ka mbetur; sa eshti! ora?
Mjesdite. 10. NE pranvere moti eshtE i bute, ne vere i ngrohte, ne
vjeshte pak i ftohte dhe ne dimer i ftohte ose shume i ftohte.

1. Le ciliege rosse sono mature. -2. Gli alberi alti hanno rami lun-
ghi. 3. Alle ragazze brave della squadra sportiva hanno (loro) - dato
un bel premio. 4. Volete essere sempre contente come oggi? 5. Le case
delle grandi città sono belle ed alte, ma le case degli uomini poveri
anche in città sono piccole. 6? Gli operai della grande fabbrico sono
giovani e forti. 7. T u sei ricco e ammalato, io sono povero e felice. 8. I1
cane nero di mio zio è mite, ma la cavalla bianca di mia sorella è an-
cora selvatica. 9. 11 mio orologio si è fermato; che ora è? Meuogiorno.
IO. In primavera il tempo è mite, in estate è caldo, in aazctunno m po'
freddo e in inverno freddo o molto freddo.

39. La decli~azionedegli aggettivi (in quanto sostantivati) segue


in tutto quella dei sostantivi, ma alcuni di essi esigono inoltre la parti-
cella di congiunzione (o articolo prepositivo). Eccone alcuni esempi:

1. maschili con particella di congianzione: i mire « buono ».


CASI I SINGOLARE I PLURALE
I i mire a buono u te mire a buoni
G. ti! miri I te mlreve
D. t E miri
I te mire
ti5 .rnIirEve
A,c.
Abl. te mlresh

2. maschili senza particella di congitrnzione: besnik « fedele ».


SINGOLARE PLmm
besnik 4 fedele » besnike i<fedeli >p
besniku beisnikhe
besniku lbesnik%e
besnik besnike
Abl. besniku besnikesh
3. femminili con particella di congiunzione: e mire « buona ».
SINGOLARE PLURALE
m
------

e mire « buona te mira « (buone»


#semire , ,

se ,mire
te mire
Abl . s e mire

4. femminili in « -e » : e kuqe « rossa ».


CASI SINGOLARE PLURAW -
e kuqe « rossa D te kuqe « rosse
G. se khqeje te kùqeve
D. se kùqeje te kùqeve
Ac.
Abl . ! te
se
kuqe
kùqeje
te
te
kuqe
kuqesh

Esercizio 14.
1. Djali i mire e besnìk eshte gezimi i prìndervet. 2. Vajzen e urte
dhe besnike te gjithe e lavderojne. 3. Njèrezit genjeshtare dhe qesha-
rake nuk jane te dashur. 4. Historine e luftes se madhe boterore edhè
s'e kane shkruar. 5. Banda ushtarake vjen neser ne fshat. 6. Streha e
shtepise se bardhe eshte e kuqe dhe strehet e shtepivet te kàltera jane
te bardha. 7. Koha e kalùar s'kthehet me. 8. Sot koha eshte e ftolite
dhe bie bore. 9. Vini re! Po vjen treni! 10. Stinat e vitit jane kater.
11. Me thoni, ju lutem, ku ka ketu afer nje restoràn t6 mire? 12. Ku
eshte zyra telegrafike? Prane teatrit te ri. 13. Cila eshte motra jote,
vajza e vogel ose e madhja? E vogla. 14. Ku i ke vene lulet qe kam
blere? Te kuqet i vura mbi tryèzen e dhomes se madhe, dhe te verdhat
prane dritares. 15. Puna i ben njèrezit te pasur e te ndershem. 16. Be-
snìkevet gjer ne fund Zoti u premtòn lumturi te pambarùar. 17. Une
neser do te punòj. Po ti, neser do te punòsh? Jo, neser do te punoje
Marku. 18. Sa jane punetoret !e reja qe do te punojne neser? 19. Ju
do te punoni neser ose pasneser? Neser. 20. Mos ha sa ke, mos thùaj
sa di. .
I. Il &Zio buono e fedele è la gioia dei genitori. 2. La ragazza
saggia e fedele tutti la lodano. 3. Gli uomini falsi e deri~orinon sono
amati. 4. La storia della grande guerra mondiale ancora non l'hanno
scrilta. 5. La b a d a militare verrà domani in paese. 6 La grondaia della
casa bianca è rossa e le gvotzdaie delle case azzurre sono bianche. 7. 11
tempo passaio non torna ;i&. 8. Oggi il tempo è freddo e nevica (lett.
cade neve). 9. State attenti! Arriva il trelzo! 10. Le stagioni dell'alzno
sono quattro. 11. Ditemi, vi prego, dove si trova qui vicino un risto-
rante buono? 12. Dove si trova l'ufficio lelegritfico? Accanto al teatro
nuovo. 13. Quale 2 tua sorelh, la ragazza piccola o Il4 grande? La pic-
cola. 14. Dove (li) hai messi i fiori che ho comprato? I rossi li misi
sul tavolo della camera grande, e i gialli accanto alla finestra. 15. Il
lavoro fa gli uomini ricchi e onorati. 16. Ai fedeli sino alla fine il Sz-
gurore promette felicità eterrza. 17. Io domani lavorerò. E tu, domani
lavorerai? No, domavti lavorerà Marco. 18. Quante sono le nuove ope-
raie che lavoreranno domani? 19. V o i lavorerete domani o dopodomani?
Domani. 20. Non mangiare (tutto) quanto hai, non dire quavtto sai
(tutto quel che).

40. La determinazione degli aggettivi si ottiene seguendo le stesse


regole date al n. 29 per i sostantivi. Esempi:
I. i mire « buono D.
--

CASII
--
SINGOLARE
-- p --p
PLURALE
N. i miri a il buono D te rniret « i buani » -
1 G. te mirit te mjrevet
'D. te ~mirit te mirevet
Ac. te !mirin te n-nirgt
-p
Abl. ..- --
I te mirit
---p -- --- - - .. -- --
t5 -
-A-
rnìrevet
--- --

2. besnìk « fedele ».
-- -- m
---

II N.
-
CASI SINGOLARE
<besniku « il fiedelle
-
PLUmLE:
-- -
b~sniket « i fedeli ?>
--
ll
1

G. beslniku t ~besnìkevet
D. besnikut besnàkevet
I Ac. besniku~z besn'iket
I
-
Abl* besniki11t ( besnikEvet
-p-
3. e mire « buona D.

I CASI
-- -
SINGOLARE ' PLURALE I
I ,N. 1 e mira « la buona » te nirat «le hone»
I I se mires te miravet
I D* I se mires te mirauet
I A'. I te miren - te tmirat
I Abl. I se imires te ~mlravet

Neutro N. Ac. sing.: te miret « il bene ».


4. e kuqe « rossa ».
CASI SINGOLARE PLURALE
-N. e kuqja, l 4 la rossa » te kuqet « le rosse »
G. . :se h q e s te ktiqevet
D. se kuqes te kùqmt
Ac.
1 Abl.
1 Vedi nota al
te kuqen
se,kuqes I
te
te
kuqet
kìlqwet

Esercizio 15.

1. Lulet e verdha jane te bùkura, .po neve na pelqejne te bardhat.


2 . Cilat lule mori Marku? Te gjèlberat ose te kuqet? 3. Marku mori
lulet e k à l t h ; te kuqet e te gjèlberat janE ketù bashke me te verdhat.
4. Katundet arbereshe jane shume te vjetra: ne to banojne Arbereshet.
5. Arbereshet jane pasàrdhesit e Shqiptàrevet dhe flasin nje te folme
te shqipes. 6 . E folmja e Arberèshevet eshte e embel dhe nuk &hte e
veshtire. 7. E mira kurre s'humbet. 8. Fjala e urte e pleqvet thote: Te
mirat qe ke, bere mbi dhe do t'i gjesh ne qiell. 9.'E zeza s9njeh as te
pasur as te varfer. 10. Te pàllurit e gomarit ne qiell s9arrìn.
1. I fiori gialli sono belli, ma a noi (ci) piacciono I bianchi. 2. Qua-
li fiori prese Marco? I verdi o i rossi? 3. Marco prese i fiori azzurri; i
rossi e i verdi ~ o qui
~ (insieme)
o con i gialli. 4. I paesi arbereshe (al-
banesi d'Italia) sono molto antichi: in essi abitano gli Arbereshe. 5.
Gli Arbè'resh? sorzo i discendenti degli Albanesi e parlano un dialetto
della (lingua) albanese. 6. La parlata degli Arbereshe è dolce e non è
difficile. 7. I1 bene non si perde mai. 8. La sentenza ((il proverbio;
lett. « la parola saggia ») degli antichi dice: Le buone (azioni) che hai
falto sulla terra le troverai itz cielo. 9. La disgrazia non distingue né
ricchi né poveri. I O. I1 raglio (lett. « il ragliare ») dell'asino in cielo
non arriva.

41. Flessione degli aggettivi in funzione attributiva. Quando un


aggettivo funge da attributo di un sostantivo concorda con questo, in
genere e numero soltanto, e resta immutato nei casi.
Normalmente in albanese il nome determinante segue al determi-
nato, e solo per eccezione avviene il contrario. Nel primo, caso, cioè
quando l'aggettivo segue al sostantivo, i segnacasi vengono apposti sol-
tanto al sostantivo, restando invariato l'aggettivo; nel secondo caso, in-
vece, cioè quando il sostantivo è preceduto dall'aggettivo, i segnacasi
vanno apposti a quest 'ultimo, restando invariato il sostantivo.
La stessa regola vale per i suffissi determinativi: soltanto il nome
che precede può ricevere suffissi determinativi: burre i mire, vajze e
bardhe, « uomo buono, ragazza bianca »; burri i mire, vajza e bardhè,
« l'uomo buono, la ragazza bianca »; ma: i miri burre, e b,ardha vajzz,
« il buon uomo, la bianca ragazza »; pashe burrin e mire dhe vajzen e -

bardhe « vidi l'uomo. buono con la ragazza bianca P, ma: pashe te


mirin burre dhe te bardhen vajze « vidi il buon uomo con la bianca
ragazza ».

42. Esempi di declinazione di sostantivo seguito da aggettivo in


funzione attributiva:

1. burre i mire « uomo buono >>


CASI
-- I SINGOLARE
- I P L W E
N.
G.
burre i #mire«uomo buono»
burri te milrE lburra
biìrrave
te
te
mire «uomini buoni»
mire

11 :i.
Abl.
burri te aziitii
b ~ ,teemire
burri te mire
I-bùrrave
burra
Iburrash
te
te
mire
mire
t2 mire
2. burri i mire « l'uomo buono B

CASI SINGOLARE ' PLURALE


N. burri i mire «l'uomo buono» burrat e mire «gli uomini buoni»
G. burrit te mire bhrravet te mire
D. burrit te mire burravet te mire
Ac. burrin e mire burrat e mire
Abl. burrit te mire bhravct te mire
'

3 . va,jze e bukur « ragazza bella »

CASI SINGOLARE PLURALE I


vajze e bukur aragazza bel,la» vajza te bùkura «belle ragazze»)
vajze se bukur vàjzave te W h r a ,
vajze se bukw vajzave te Wkura I
vajze te bukw vajza .te bùkura
Abl . vajze se buhtr vajzash te bùkura
p---

4. vajza e bukur « la ragazza bella, .a bella ragazza »

CASI SINGOLARE PLURALE


vajza e tbukur «la bella ragazz'a)) vajzat e bhkura «le belile ragazze»

Ac.
Abl .
vajzgs se bukur
vajzes ISE bukur
v a j z k e bukur
vajzes se bukur
,
vàjzavet t e bhkura
vàjzavet te bùkura
vajzat e bidcura
vàjzavet te biikura

5. uje te ftohtc « acqua fresca, fredda »

CASI I SINGOLARE ' I

uji (te ftohte iijerave te f tohta


uji te ftohte ùjsrave te ftohta
uje te ftohte ìijera te ftohta
uji te ftohte I
6 . ujet e ftohte «l'acqua fredda»
I --
SINGOLARE I PLURALE
l
ujet e lftohte «l'acqua fredda» I ì~jerate f,tohta '<{le,acque fredde»
ujit te ftahte I ùjeravet te ftohta

i
ujit te ftdhte Ùjeravet te ftohta
ujet e ftohte ù.jEra,t ,e ftuhta
ujit te ftolrte I ù.jeravet te ftohta
7. i dàshuri ve114 « il caro fratello P
1
I

CASI SIJNG-OLARE I
I
I
PLURALE
.. I

i dàshuri velli «il caro fratello* te dàshurit veilezer


te d2shurit ve16 te dà~shurvetvellezer
te dkshurit velila te ldhshumet veuezer
Ac. te dàjshurin vglli te dàshurit vellezer
te dàfshui-itv2Ui te d&shumet vellezer

8, e dgshura moter « la cara sorella


.-

SINGOLARE I
I
e d&shura moter «la cara sorella»(
se dhshures moter
se ~dashuresmoter
LI~c. t? ldàsh~rEnmoter
j Ahl. SE dàs!nur& mo-tEr

Esercizio 116.
1. Shtepìa e burrit te mire eshte streha e te vàrferit. 2 . Zoti, i
meshirshem e zemergjere, e pret fajtorin me durìrn te madh. 3. Gjergji
eshte luftetar i hìeshem, fisnìk dhe madh~shtòr.4. Djali i vogel i fqinit
te begate eshte mik i dashur i djalit te zonjes se kopshtit. 5. Si te duket
ajò cohe e kalter e aì fustàn i kuq? 6. Merre fustanin e bardhe me
lule te verdha. 7. Poèti i madh i Arberèshevet eshte Jeronim De Rada
dhe poeti i madh i Shqiptàrevet eshte Gjergj Fishta. 8. Mali i larte
Cshte mbul-bar me bare te bardhe. 9. Si eshte moti sot? Sot kemi mot
te lig me shi dhe mjegull. IO. E kuqja dhe e zeza jane ngjyrat e fla-
murit te Shqiperise. 11. Uji i ftohte i sjell dem trupit te ngrohte. 12.
Kryet ftohte, barku lehte, dhe kembet ngrohte, thone se eshte rrègulla
e shendetit te njèrezvet. 13. Kush eshte ajò grùa e re me rroba te
zeza? 14. « Lahuta e Malcis » eshte vepra poetike e njohur e poetit
te madh gege Gjergj Fishta. 15. « Milosao » eshte vepra e njohur e
poetit arberèsh Jeronìm D? Rada. 16. Majat e màlevet te larta shendri-
sin nen diellin nga bora e bardhe. 17. Mos ec rruges se fushes se ka
balte. 18. Ne gazetat e mbremjes lexojme lajmet e r~ndesishmebote-
rore politike dhe ekonomike te dites. 19. Cfare librash ju interesojne?
20. Mua me interesojne libra mbi letersine arbereshe dhe shqiptare.
21. I dàshuri velli, une te kujtòj me mal1 te madh. 22. E dàshura
meme, sot po te shkrùnj nga Italia. 23. Te fala te dàshuravet motra
dhe te dàshurvet vellezer qe punojne ne Amerìke. 24. Ne nje qytèt te
madh ka shume shkolla. 25. Shkollat e nje qyteti te madh jane te
bùkura dhe te medhi. 26. Bijte e atij zoti te pasur jane veshur me
rroba te zeza. 27. I larti mal e i bùkuri shesh, sa here une shkoj ketéj
prehem nje ~ i k e .28. Ne kopshtin tim te vogel kam nje dhi te bute
dhe nje m'ace te eger. 29. Prane deres se vogel te kishes ka dy kuàj
t e kuq dhe nje pele te zeze. 30. A k a diell sot? Jo. k a mjegull. Mrekulli!
Do te shkoj ne teàter.
I . La casa dell'uomo buono è il rifugio del povero. 2. 11 Signore,
misericordioso e longanime, ( l o ) attende il peccatore con grande pa-
zienza. 3. Giorgio è ( u n ) guerriero illustre, nobile ed altero. 4. I1 fi-
glio minore del ricco vicino è amico diletto del figlio della signora (pa-
drona) dell'orto. 5. Cosa (lett. « come ») ti sembra quella gonna cele-
ste e quella fustanella rossa? 6. Prendi(1a) la fzcstalzella bianca con
fiori gialli. 7. I1 grande poeta degli Arbere~he (Albanesi d'Italia) è
Gerolamo De Rada e il grande poeta degli Scbipetari (Albanesi d'Al-
bania) è Giorgio Fishta. 8. La montagna alta è coperta di (con) neve
bianca 9. Com'è il tempo oggi? Oggi abbiamo tempo cattivo con piog-
gia e nebbia. I O . 11 rosso e il nero sono i colori della bandiera d'Alba-
nia. 11. L'acqua fredda arreca danno al corpo caldo. 12. (La) testa
fresca, (il) ventre leggero e ( i ) piedi caldi, dicono che sia (lett. k »)
la regola della (buona) salute. 13. Chi è quella donna giovane vestita
d i nero (lett. « con vestiti neri ») ? 14. « Il liuto della Montagna » è
la (ben) nota opera poetica del grande poeta ghego G i o r g i o i s h t a .
15. « Milosao » è l'opera famosa del poeta arbzresh Gerolamo De Rada.
16. Le cime degli alti monti splendono sotto il sole ( a causa della)
per la neve. 17. Non andare per la strada della campagna ipianara)
ché vi è fango. 18. Sai (lett. « nei ») giornali della sera leggiamo le
notizie importanti mondiali politiche ed economiche del giorno. 19. Qua-
li libri vi interessano? 20. ( A me) mi interessano ( i ) libri sulla lette-
ratura arbere~hee albanese. 21. Caro fratello, ti ricordo con grande de-
siderio (di vederti). 22. Cara mamma, oggi ti scrivo dall'ltalia. 23. Sa-
luti alle care sorelle e ai cari fratelli che lavorano in America. 24. Una
nrltnde città ha molte scuole. 2.5. Le scuole di una grande città sono
h
belle e grandi. 26. 1 figli di quel ricco signore sono vestiti di nero
(lett. « con vestiti neri a). 27. Alto monte e bello spiazzo, ogni volta
(lett. « quante volte ») ch'io passo di qui riposo un poco. 28. Nel mio
piccolo orto ho una capra mite ed an gatto selvatico. 29. Pres~ola porta
maggiore della chiesa vi sono due cavalli rossi ed una cavalla nera.
30. C'è sole oggi? No, c'è nebbia. Magnifico! Andrò a teatro!

I gradi dell'aggettivo

43. L'albanese non ha forme speciali per indicare i « gradi dell'ag-


gettivo D, ma si serve di determinati' avverbi.
1) I1 « comparativo di ~naggioranza» si forma premettendo all'ag-
gettivo in grado positivo I-'avverbio me « piu »: i madh « grande D, me
i madh « piii grande P.
2) I1 « comparativo d i minoranza » si ottiene allo stesso modo
mediante l'avverbio composto me pak « meno »: m? pak i urte « meno
in t elligent e ».
3 ) I1 « szlperlativo assoluto » si ottiene premettendo all'aggettivo
in grado p~~sitivo uno degli avverbi: shumc, krejt, fort, teper, ecc.:
shume i madh, fort i lig, krejt i mire « molto grande, molto cattivo,
molto buono D.
4) I l « superlativo relativo » si forma determinando il compara-
tivo di maggioranza: me i bukur « piii bello », me i biìkuri « il pifi
bella D.
5 ) I1 « comparatho di uguaglianza » si forma mediante gli awer-
bi correlativi aq ... sa « tanto. .. quanto »: i biri eshte aq i mire sa i ati
« il figlio è tanto buono quanto il padre D.
6 ) La comparazione di maggioranza o di minoranza fra due ter-
mini si fa mediante la congiimzione se o nga: dardha eshte me e embel
se (nga) molla « la pera è pi6 dolce che la (della) mela D.
7) I1 secondo termine di paragone nel superlativo relativo si col-
lega mediante la preposizione o mediante il- genitivo: me i miri ne
shoket « il migliore tra i compagni D ; me i miri i shòkevet « il mi-
gliore dei compagni ».

Esercizio 17.

1. Pranvera eshte me e bute se dimri. 2. Ne vere moti eshte me


i nxehte se ne vjeshte. 3 . Vajza eshte nre e urte se (nga) djali, po ky
punòn me shume se ajò. 4, Molla eshte me e embel se dardha, po mjalti
eshte me i embel nga te dyja. 5. ME shume peshòn penda nga shati. 6 .
&pa eshte me pak i urte se Ndre~i.6. Aì di me pak se ky. 7. Ti punòn
me pak se (nga) une, po une lexòj me pak se ti. 8. Malet e Shqiperis~.
nuk jane shume te larta. 9. Ky burre eshte fort i pasur e ajò grua eshte
krejt e varfer. 10. Mos e bej dritaren me te madhe se derEn. 11. ME
i miri eshte me i vogli. 12. Kisha e shkh Pjetrit ne Rome eshte me e
rnadhja e botes. 13. Yt ve116 eshte me i forti. 14 Motra jote eshte me
e vogla e nrtenesevet. 15. Me e forte se vdekja eshte dashurìa, t h o n ~
Shkronjat e Shejta. 16. Pranvera eshte me e bùlura e stìnavet. 17.
Shkolla jone eshte aq(e) e larte sa jùaja. 18. Marku eshte aq(e) i
forte sa Vasili. 19. Eci pas i~jerìutme te di(j)tur se ti. 20. DEgjò fjalen
e me te urtir. 21. Ky eshte kendimi i nje me te dì(j)turi nga na. 21.
Me te keqen e ka Pjetri, me te rrall-in e ka Ndoni. 22. Fjala me e
mire eshte ajò qe s'tbuhet.
1. La primavera è pi& mite dell'inverno. 2. D'estate il tempo è
piri caldo che in autunno. 3. La ragazza è yiu saggia del ragazzo, rna
questi lavora pizi d i lei. 4. La mela è pi22 dolce della per6 ma Z i miele
è pid dolce d i tutt'e due. 5. Pesa piu la penna che la zappa. 6. Egli
si? meno d i qz~esti..T. Tzl lavori mezo di me, ma io leggo meno di te.
S. I monii dell'tllbania non sono ~rzoltoalti. 9. Quest'zromo è ricchis-
simo c quella donna è poverisxinza. 10. NOI$fare la finestra pili grande
della porta. 1 1. Il migliore è il pizi piccolo. 12. L4a chiesa di san Pietro
in Roma è In nzaggiore del mondo. 13. Tuo fratello è il pt'u forte.
14. Tzin sorella è la p i i piccola delEe alunne. 1.5. Pizi forte che la .morte
ì. l'amore, dicolzo le Sacre Scritture. IG. .La primavera è la pizi bella
deUe stagioni. 17. La nostra scuola è tanto alta quanto la vostm. 18.
Marco è cosi forte come Basilio. 1 P. Segui (lett. « va dietro ») l'uomo
pizi i s t r ~ i t o(saggio) di te. 20. Ascolta la parola (il. consiglio) dei pi6
przidelite (saggio). 21. La peggiore l'ha Pietro, il pi6 raro l'ha Anto-
nio. 22. La parola migliore è quella che non si dice.

Gli aggettivi numerali

44. Gli aggettivi numerali. si dividono in cardinali e ordinali.:


CARDINALI ORDINALI

1 nje (i, e) pare


2 dy >> dyte
3 tre (m.), tri (f.) trete
4 kater katert
5 pese peste
6 gjasht~ gjashte
7 shtate shtate
8 tete tetE
9 nEntE nente
10 dhjetE dhjete
11 njembedhjete nj~mbedhjete
12 dymbedhjete d>~mbedhjete
13 trembedhjete trembedhjete
14 katermbedhjete katermbedhjete
15 pesembedhjete pesemb~dhjete
16 gjashtembedhjete gjashtembetdhjete
17 shtatembedhjete shtatgmbedhjete
18 tetembgdhjete tetembedhjetE
19 nenternbedhjete n ~tembedhjete
n
20 njaèt njezete
21 njEzèt e njE njezetenjete
22 njEzèt e dy, ecc. njezedyte
30 tridhjete tridhjete
31 tridhjete e nje tridhjetenjete
32 tridhjetg e dy, ecc tridhjetedyte
CARDINALI ORDINALI

40 dyzèt (katerdhjete) (i, e ) >dyzete


41 dyzèt e nje, ecc. dyzktenjete
50 .psedhjete » pesedhjete
51 pesedhjete e nje, ecc. » pesedhjetenjete
60 gjashtedhjete » gjashtedhjtete
70 shtatedhjete » shtatedhjete
80 tetEdhjetE » tetedhjete
9 O nentedhjete » nentedhjete
IO0 njeqind D njeqinte
io1 njeqind e nje Y njeqindenjete
102 njeqlnd e dy, ecc. > njeqindedyte
200 dyqlnd » dyqinte
201 dyqind e nje » dyqindenjet@
300 treqlnd » treqinte
400 baterqlnd » katerqinte
500 peseqind » peseqinte
600 gjashteqind » gjashteqinte
700 shtatequid D shtateqinte
800 teteqlnd » teteqinte
900 nenteqind » nenteqinte
1000 njemije » njernijte
1001 njE mije e nje b njemi-jenjete
2000 dynije » dymijte
2001 dymije e nje » dymijenjete
3000 trimije » trirnijte
4000 katermije » katermijte
5000 pes2mijE » pesemijte
6000 gjashtiimije » gjashtemijte
7000 shtatemije » shtatemijte
8000 tetemije » tetemi-jte
9000 nentemije » nentemi-jte
9500 nentemije e peseqìnd » nenthijepesqinte
10.000 dhjetzmije dhjetemijte
iOO.OOO njEqindrnij5 P njeqindmijtE
i .OOO.OOO nj~miliòn D njEmiliontE
2.000.000 dymuione » dymilionte
45. Circa l'uso dei numerali si noti: J

1. Uno solo dei numerali cardinali ha forme distinte per il ma-


schile ed il femminile: tre (m.), tri (f.). Tutti gli altri sono invariabili
in quanta al genere.
J

2. I numerali ordinali si declinano regolarmente come gli agget-


tivi (n. 39): i pare « primo D, i pari « il primo »; e pare « prima P, e
para « la prima D, ecc.
3 . I numerali cardinali, contrariamente alla norma generale del-
I'albanese (n. 3 6), vanno sempre premessi [al sostantivo, e, diversamente
dagli altri aggettivi (n. 41) non si declinano e i segnacasi li prende il
sostantivo.
4. I numerali ordinali, invece, seguono la regola generale degli
aggettivi, e se precedono il nome si declinano, restando invariato il so-
stantivo (n. 41).
5. Premettendo ai numeri cardinali la particellla determinativa «te»
si esprime il senso della totalità: te dy burrat « tutt'e due gli uomini P,
te tria 4 tutte e tre ».
6. Dai numerali cardinali si formano nomi per mezzo del suffisso
« -sh »: njeshi « l'uno, il numero uno. D; dyshi « il due D; treshi « il
tre D; ecc. Anche apponendo semplicemente il suffisso determinativo
femminile « -a » al numero cardinale si ottiene il nome del numero:
dyja « il due D, katra « il quattro D, pesa « il cinque D, ecc.
7. Mediante il suffisso « -fish » ( <fijsh, abl. plur. di fill) si ot-
tengono i moltiplicativi: dyfìsh « doppio D, i dyfishte « doppio,» (ag-
gettivo), dyfishi <« il doppio » (sostantivo), dyfisht « doppiamente D,
-
dyfishòj « raddoppio »,ecc.
8. 1 numeri frazionari si esprimono per mezzo del femminile degli
ordinali: dy te tretat « i due terzi »,tri te pestat « i tre quinti », ecc.
9. I distributivi si esprimono medibante la preposizione « nga »:
nga nje « ad uno ad uno, singolarmente »; od anche ripetendo il nu-
mero cardinale mediante la congiunzione « e D: dy e dy « a due a
due D, ecc.
1O. Locuzioni avverbiali si ottengono mettendo al genitivo maschi-
le gli ordinali: preceduti dalle particelle «(per) se»: (per) se pari « per
primo, in primo luogo »; se dytilper se dyti « in secondo luogo », ecc.
11. Per esprimere la data si premette una delle preposizioni « me,
me, mbe » al numero esprimente il giorno del mese; questo resta al
nominativo-accusativo indeterminato o si mette al genitivo determinato:
me 23 qershor 1972, oppure: me 23 te qershorit 1972, od anche;
23 qershor 1970.

Esercizio 18.

1. Njezetenje trima luftojne per fshlatin e tyre kunder dyqìnd e


dy armiqve. 2. Skenderbeu, fatosi i Shqiperise, lindi ne vitin njemije-
katerqind e kater. 3. I pari mùaj i vitit eshte janari dhe i treti eshte
marsi, dhe e para dite e javes eshte e hena. 4. Ti linde me njezèt te
marsit te vitit njemijenendeqlnd e gjashtedhjete e dy. 5. Sa jane tete
e nende (ose: tete Plus nende)? Tete e nende jane shtatembedhjete.
6. Sa jane njezèt pa pese? Jane pesembedhjete. 7. Sa jane dhjete per
pese? Dhjete per pese jane pesedhjete. 8. Sa eshte ora? Dy e gjysme.
9. Skanderbegu vdiq ne Lezhe ne vitin njemije e katerq'lnd e gjashte-
dhjete e tete. IO. Sa vj.ec je? Jam shtatedhjete vjeg. 11. Ne mengjèz
zgjohem me gjashte ore e gjysme, dhe me shtate ore e dhjete minuta
nisem per ne fabrike. 12. (Ne) mjesdite pushojme nga puna gjer me
njE pa nje c;erèk (ose: pa pesedhjete minuta). 13. Djemte e shkollEs
shkojne dy nga dy dhe punetoret hj~jnene fabrike n.je nga nje. 14.
Nxiinesit mbledhin dyne me nenden, pastàj e ndajne per trine. 15. Te
paren here erdhi djali, te dyt@h erdhi vajza dhe te treten qeni. 16.
Mùaji i peste quhet maj dhe i gjashti qershòr. 17. Poeti arberèsh
Jeronìm De Rada lindi ne Maq me njgzèt e nende te nendorit (te vitit)
njemije teteqìnd e katermbedhjete. 18. PEr SE pari(t) do te shkojme
ne kopsht. 19. Se treti (ose: per se treti) do te lexojme librin e se
dytes klase. 20. Te tria vajzat mùaren te kàterten e petkut per nje (ose:
nga nje). 21. Njeshi eshte i pari i numeròrevet themelore. 22. Sa eshte
temperatura sot ? Sot kemi pesembedhjete grada mbi zero.
I . Ventuno giovani (eroi) combattono per il loro villaggio contro
202 nemici. 2. Skalzdevbeg, l'eroe dell'Albania, nacque l'anno 1404.
3. I1 primo mese del19anlzo è gennaio e i1 terzo è marzo, e il primo
niouno della settimana è lunedi. 4. Tu sei fiato il 20 marzo dell'an-
b

no 1962. 5. Qzranto fa 8 pizi P? Otto pizi nove fanno 17. G. Qìsranto


fa 20 meno 5? Fanno 15. 7. Quanto fa 10 per 51 Dieci per cinque
fanno 50. 8. Che ora è? Le due e mezzo. 9. Skanderbeg mori in Nes-
sio l'anno 1468. 1O. Quanti a m i hai? Ho settdnta anni. 11. Al mat-
tino mi sveglio alle ore 6'30 e alle ore 7'10 parto per la fabbrica. 12.
A mezzogiorno riposiamo (dal lauoro) fino alle zrna meno un quarto
(o: meno I 5 minuti) . 13. Gli alunni della scuola vanno a due a due,
e gli operai entrano in fabbrica ad uno ad uno. 14. Gli alunni som-
mano 2+9, poi (lo) diuidono per tre. 15. La prima volta venne il
ragazzo, la seconda venne la ragazza e la terza il cane. 16. Il quinto
mese si chiama maggio e il sesto gizrgno. 17. I1 poeta arber2sb Gero-
lamo De Rada nacque in Macchia d 29 novembre 1814. 18. Per primo
andremo nell'orto. 19. Per terzd cosa leggeremo il libro della seconda
classe. 20. Le tre ragazze presero un qzrarto della roba ognuna. 21.
L'ano è il primo dei numerali cardinali. 22. Quant'è la temperatura
oggi? Oggi abbiamo 15 gradi sopra zero.

I pronomi

46. In albanese si distinguono sei categorie di pronomi: I. pro-


nomi personali; 2. pronomi possessivi; 3. pronomi dimostrativi; 4. pro-
nomi relativi; 5. pronomi interrogativi; 6. pronomi indefiniti. Tutti
questi pronomi hanno tre generi: maschile, femminile e neutro; e due
numeri: singolare e plurale. Inoltre i pronomi personali hanno tre per-
sone.

47. I pronomi personali si presentano, tranne che nel nominativo,


in due forme: una « piena » e l'altra « ridotta ». Ambedue le forme
possono essere usate insieme pleonasticamente, ma soltanto la forma
ridotta può stare sola, mai la forma piena: me dha nje m d l ~« mi
diede una mela D; oppure: me dha nje molle mua: « mi diede una
mela (a me) D; oppure: mua me dha nje molle « (a me) mi diede una
mella D, e in ognuna delle tre frasi vi è una leggera diversa sfuma-
tura di significato; ma non si dirà mai « mua dha nje molle » o simili.

48. La flessione pronominale poco si scosta da quella dei nomi,


usa infatti le stesse desinenze, e le poche anomalie che presenta sono
solo apparenti. Diamo qui le tabelle per la declinazione delle tre per-
sone nelle due forme, piena e ridotta:
Prima persona (comune, del pronome parsonale): une «iot»;ne, na «noi».
SINGOLARE I PLURALE I
CASI
FORMA PIENA FORMA RIDOTTA FQRMA PIENA FORMA RIDOTTA

N. une - ne, na
G. (mua)
D. neve
Ac . ne
Abl. inesh
Seconda persona (comune): ti « tu », ju « voi D.
SENGQURE PLURALE
CASI
FQRMA PIENA FORMA RIDOTTA FORMA PIENA FORMA RIDOTTA

N. ti A

ju -
G. A - - A

D. tY te juve ju
k. tY te ju ju
Abl. teje jush -
Terza persona maschile: aì « egli ».
P L U W I

CASI FORMA PIENA 1 FORMA FORMA PIENA FORMA


RIDOTTA RIIKITTA
ai - atà -
atij atyre -
atij atFe
ate - atà
atij (ad, si) atyre (asish, &h)

Terza persona femminile: ajò « ella, essa ».


I
SINGOLARE PLURALE
p- --- -

CASI FORMA PIENA FORMA FORMA PIENA FORMA


RIDOTTA RIDOTTA
-
ajò atb
asàj atyre
asàj . atyre
Ac. . ate atò
Abl. asàj ( a , soje) atyre (asòsh, m&)
C

Nota: La prima e la seconda persona sono comuni al maschile c fdminile; non hanno
forma neutra. La terza persona ha il neutro in tutto identico al maschile, eccetto nei casi di-
retti (N. Ac. V.), che per il neutro presentano la forma «atii»: atii 8hte te mire a cib è buono ».
Le forme ridotte sono proclitiche; diventano enclitiche quando fungono da complemento
-
oggetto dell'imperativo: merre (merr e) « prendilo S .

49.Incontro tra le forme pronomilaali ridotte: quando due forme


pronominali ridotte s'incbntrano. nel corso della frase, ha luogo- una
contrazione delle vocali di dette forme, secondo questa tabella:

Esercizio 19.
1. Une vij nga Shqiperìa e ti vjen nga dheu i h h j , po ai nga
vjen? 2. Ajò eshte mesùesja e atyre djemve. 3. Ne kemi njE meshes
shume te di(j)tur, juve ju mesòn njE mesùese fort e mire dhe atyte p
mesòn nje profesòr plak. 4. A po ta dha mesùesja librin e kuq? Jo,
mùa ma dha punetori dhe atyre ua dha drejtori, po atij ja dha nusja.
5. Prej meje dhe prej teje nuk del nje fjale, po prej atij dhe atyre,
kush e di? 6. Ku po shkon ajò grùa? Ajò vete ne staciòn pse i erdhi
motra nga Franca. 7. Asàj i dhane dy dele dhe tanì vjen b a s W me ne
ne liviidh. 8. Atò u largùan nesh (ose: prej nesh) dhe shkùan tek ju,
po atà vijne tek une. 9. Shikoje atE si nget shpejt. 10. Mos ja jepni
prape librin. 11. Jau thashe prlndervet te lnxenesvet dje ne mengjèz.
12. Kalit i vene fre dhe gomàrevet u vene samdr. 13. Ua ka dhene
nxenesewt te shkolles se mesme. 14. I urti i ve fre gjuhes. 15. Une
u thom: Me leni ne paqe, po atà s'marrin vesh.
I . Io vengo dall'Albania e tu vieni dall'estero (lett. « terra stnr-
nieru »), ma egli da dove viene? 2. Ella è l'insegnante di quei ragazzi.
3. Noi abbiamo zm insegnante molto saggio ( e r ~ d i t o ) u, voi (vi) in-
segna ilzsegnante molto buona e ad essi ((oro) insegna un profes-
sore anziano. 4. T e (lo) diede il libro rosso la mestra? No, a me (me)
lo diede l'operaio e dd essi lo diede (loro) il direttore, ma a lui (glie)
lo diede la sposa. 5. Da me e da te non uscirà (lett. « esce ») (una)
parola, ma da lzci e da loro, chi lo sa? 6. Doue va quella donna? Ella
va alla stazione perché le arrivò la sovella dalla Francia. 7. A lei (le)
diedero due pecore e ora viene con noi nel prato. 8. Esse si sono al-
lontanate da noi e vennero da voi, ma essi vengono da me. 9. Guar-
da(1o) quello come corre svelto. 1O. Non restituitegli il libro. 11. Lo
dissi ai genitori dei ragazzi ieri m a t t i ~ a .12. Al cavallo (gli) mettono
(il) freno e agli asini mettono (loro il) busto. 13 Lo diede alle alunne
della scuola nzedia. 14. I1 prwdente (l'uomo przidente) frena la lingua
(lett. « mette freno a »). 15. l o dico loro: Lasciatemi in pace; ma
essi nolz sentono (capiscono).

50. I pronomi dimostrativi si scostano poco dalla flessione nomi-


nale (e possono anche fungere da aggettivi dimostrativi):
ky «questi, questo», kjo «questa», ketà «questo, cit»
ai «quegli, quello», ajò «quella» atà «quello, ciò»
i tille «tale» (m.), e ti& «tale» (f.) te tille «tale (n.)
i ketille «tale» (m. vicino) e ketilli! «'tale» (f.) te ketille «tale» (n.)
i atille «tale» (m. lontano) e atille «tale» (f.) te atille «tde» (n*)
I tre pronomi-aggettivi «i tille, i ketiiie, i atillE» si declinano in
tutto come gli aggettivi qualificatvi. Si noti qui che i prefissi «a-» e
«ke-» di questi pronomi denotano, il primo lontananza da chi parla,
e il secondo vicinanza. Gli altri pronomi si declinano come segue:
1

1. ky « questi, questo »
CASI
N.
2. kjo « questa »
USI
----- SINGOLARE PLURALE
- _L_-- --
N. kjo ketò
G. kesàj ketyre
D. kGsàj ketyre
Ac . kete ketò
Abl. kesàj , kesò ketyre, kgsòsh
- - -p-

3. aì « quello, egli »: si veda la declinazione di questo pronome al


n. 48: pronome pers. di 3" persona.
4. ajò «quella, essa, ella»: per la sua declinazione si veda al n. 48.
5. ketà « questo, ciò »; è neutro; la sua declinazione è identica a
« ky » eccetto che per i casi N. Ac. che hanno « ketà D.
6 . atà « esso, ciò P; è il neutro di « aì » ,e si declina come questo
(n. 48), eccetto nei casi diretti (N. Ac.) che fanno << atà 9.

Esercizio 20.
1. Kjo zonje eshte nena e atyre djemve. 2. Ketò qershi jane me
ce Embla se atò aty. 3. Djemvet te k&ij te vàrferi u kane dhene te
halla. 4. Shkolla gjendet ne te dytin kat te asàj shtepie. 5. NE rnbarh
te ketij viti do te shkojme ne Gjermani. 6. Ne fillim te kesàj jave vjen
ketG drejtori i atyre fabrikave. 7. KEtà e merr ti dhe atà e mart une.
8. Atà vaj (ose: a ì vaj) eshte i atyre grave. 9. E t à ullìnj jane te
atyre bùrrave (njèrezve). IO. Largohu asi burrash dhe asò grash. 11.
Nje mik i tille rti me mire larg se afer (nesh). 12. Pa degjb, more
bir: nje shok te ketille s'e gjen aq(e) lehte, po nje te atille e ke
kudò. 13. Merre librin dhe sillma neser. 14. Poeti yne Naimi thote
se Zoti « i dha ere trendafilit, / i dha drite bukurise, / i dha kenget
bilbilit, / i dha shije g j i t h e ~ i ~».e 15. Kush ha buke 'ben drudhe.
1. Questa signora è la madre di quei ragazzi. 2. Queste ciliegie
sono piu dolci di quelle lì. 3. Ai jigli di questo pouero h ~ f i ~ o
dato
(loro) (del) denaro. 4. La scuola si trova al secòfido piano di quella
casa. 5. Alla fine di quest'anno andremo ~ I ZGermania. 6. All'i~iriodi
questa settimana verrà (lett. « viene ») qui il direttore di quelle fab-
briche. 7. Qzresto (ciò) la prendi tu e quello lo prendo io. 8. Quel-
l'olio è di quelle donne. 9. Queste olive sono di quegli uomini. 10. Sta
lontano (lett. « allontanati ») da siffatti Uomini e da siffatte donne.
11. Un amico tale (simile) sta meglio lontano che vicino (a noi).
12. (Ma) ascolta, o figlio: un compagno tale (un tale compagno) non
lo trovi tanto facilmente, ma uno di tal fatta lo hai (trovi) dovun-
que. 13. Prendi(1o) il libro e portamelo domani. 14. 11 nostro poeta
Naim (Frasheri) dice che il Signore (Dio) « ha dato (lett. « diede »)
il profumo alla rosa, / (le) ha dato (lo) splendore alla bellezza, /
(gli) ha dato il sapore all'universo ». 15. Chi mangia (del) pane fa
briciole.

51. I prolzomi possessivi hanno tre persone, tre generi e tre nu-
meri. Questi stessi pronomi fungono da aggettivi possessivi.
La flessione dei pronomi possessivi segue quella degli aggettivi
qualificativi sostantivati (n. 40), mentre la flessione degli aggettivi pos-
sessivi segue in tutto quella degli aggettivi qualificativi (n. 41, 42).
Le apparenti anomalie della flessione di questi pronomi sono di ori-
gine puramente fonetica ed ortografica.

52. Tabelle per la declinazione dei pronomi possessivi:

I. Prima Persona sing. maschile: imi 4 il mio »


-

CASI PLURArn
1 N.
I
-

I
imi I« iil mio D :te miti5 « i miei »
'

I I
timit
l D* timit te mivet
I Ac. 1 timin te mite
I Abl. timit

2. Prima Persona sing. femminile: imja « la mia >>


l
CASI PLURALE
I N. imja « la mila P t E emiat «le mie»
I G. simes te miavet
simes t E miavet
Ac. tirmen te imlat
Abl . simes te mlavet

Neutro: N. Ac. S.: timte « il mio, meum P.


3 . Seconda Persona sing. maschile: Pti « il tuo »
CASI SINGOLARE " PLURALE
--Lii-

yti «il tuo» te tute « i tuoi n !

G. tendit te tuvet
D: tadit te tuvet
Ac . tendin te tute
Abl. tEndit . te tuvet I
4. Seconda Persona sing. femminile: jotja « la tua »
CASI SINGOLARE PLURALE
jotja « la tua D te tuat « l e tue D
sates te tùavet
sates te tùavet
tenden te tuat
Abl. sates te tuavet

5. Terra Persona sing. maschile: i tiji .« il suo, di lui »


USI I SINGOLARE p-------
PLURALE
N. i tiji « i l suo, d i lui» te tijte « i suoi, di lui »
G. te tijit te tijvet
D. .te tijit te tijvet
Ac. te tijin (te tijnE) I te tijte
I Abl. te tijit p-
te tijvet 1
6 . Terza Persona sing. femminile: e tija « la sua, di lui »
--
SINGOLARE
N.
G.
CASI
e
se
iija « la sua, di lui »
tijes
P-
PLURALE
.te tijat « le sue, di lui »
te tljavet
I
D. se tijes te tljavet
I Ac. te tijen : te tljat
I Abl. se tijes te tijavet

Nota: Come 4 i tiji » si declina i saji « il suo, di lei »; e come « e tija » si declina e saja
« la sua, di lei N.
7 . Prima Peusoaa plur. maschile: yni « 11 nostro D

CASI SINGOLARE PLURALE


N. yni « il nostro 3 tanet « i nostri
tonit tàn&et

1 D. tonit
tonin
tà.n+et
tànet
Ac
tonit 1 tàniivet

8. Prima Persona plur. femminile: jona « la nostra D

CASI SINGOLARE FLUIRALE I


N. jona « la nasara B tonat « le nostre »
G. sm~s tònavet
D. scrnEs tònavet
Ac: tmen tonat
Abl . sones tònavet -

9. Seconda Persona plur. ~naschile:jùaji « il vostro D


-t

CASI - SINGOLARE PLURALE


N. jiiaji il vostro tùajt « i vostri D
G. tiiajit tùajvet a

D. tiiajit tiiajvet
Ac .
AH.
thajin
tiiajit l tuajt
tilajvet II

10. Seconda Persona plzlu. femminile: jùaja << la vostra »

CASI
jùaja « la vostra »
~sùajes
silajes
thajat « l e vostre))
tùajavet
tiiajavet
i
tùajen tùajat
sùajes tùa javet
11. Terza Persona plur. maschile: i tyri « il loro P
CASI I SINGOLARE PILLTRALE
N. ' i tyri « il loro >> te tyret ' « i loro » ,
G. te tyrit te tyrevet
D. te tyrit te tyrevet
Ac. te tyrin .te tyret
AH. te tyrit te tyrevet

I- 2. Terza Perrona plur. femminile: e tyrja « la loro D


CASI SI\NGOLARE PLURALE
N. etyrja « la #loro» te tyret « le loro D
G. !se tyres te tyrevet
D, !se tyres te tyrevet
I Ac . te tyren te tyret
i Abl.
--
se tyres te tyirevet
Nota: I l pronome possessivo riflessivo di terza persona è c< i veti, e veta » e si declina
regolarmente come c< i saji, e saja » (n. 52, mod. 6, nota); corrisponde esattamente al latino
<< SUUS,sua, suum » e si usa, quindi, solo quundo esso si riferisce al soggetto della proposi-
zione: mema do djalin e vet; -.
la mamma arn2 il suo (proprio) bambino ».

53. Esempi di declinazione degli aggettivi possessivi:


1. Prima Persom: im, ime « mio, mia D
M A S C H I L --E - --
FEMMINILE
CASI SINGOLARE PLURALE SINGOLARE PLURALE

N. libri im l llibrat e mi 2 jeta ime jetet e mia


G. librit tim libravet te mi jetec sime jètevet te 'mia
D. librit tim libxavet te mi jet& silme jèttvet te mia
Ac. librin tim lìbrat e mi jeten time jetet e mia
A librit tim libravet te mi jet& sime jètevet te .mia
- --
l « il mio libro »; « i miei libri »; 3 4 la mia vita »; « le mie vite P.

2. Seconda Persona: yt, jote « tuo, tua »

,
MASCHILE ~ FEMMINILE
SINGOLARE PLURALE SINGOLARE PLURALE
- --

1
p-

N. libri yt .li-hat e tu jeta jote jetet e tua


G. librit tend libravet te tu jet& sate jètevet te tua
librit tEnd lìbravet ti! tu jet% sate jètevet te tua
librin tend librat e tu jet& iennie jetet e tua
Abl. librit tend I'ibravet te tu jet& sate jètevet te tua
l « il tuo libro D; « i tuoi liibri D; 3 « la tua vita »; « le tue vite P.
3 . Terza Perrona (possessore maschile) : i tij, e tij « suo, sua N

MASCHILE I . FEMMINILE 1
SINGOLARE PLURALE SINGOLARE PLURALE
l '
--
libri i tijl lib:.~t e tij jeta e tij jetet e tija
' librit te tij libravet te tij jet% se tij jètEvet te tija
l
1 libiit te tij Iibravet te tij jetes se tij jètiivet te tija
1 Ac. 1 librin e tij librat t tij jetgn e tij jetet e tija
librit te tij libravet te ti! jet& SE tij jètevet te tija

« il suo libro (di lui) »; 2 « i suoi libri (di lui) n ; « la sua vita (di lui D;
n l e sue vite (di lui»;

4. Terza Persona (possessore f,omminile): i saj, e saja « suo.,sua D

MASCHILE I FEMMINILE

,
,

,;,,LARE PLURALE SINGOLARE I PLURALE

N. iibri i saj l lilbrat e saj jeta e saj jetet e saja


G. librit te saj lihravet te saj jet5 SE saj jètgvet te qsaja
D. librit te saj lìbravet te saj jetes se saj jètgvet te saja
Ac. librin e saj e saj jet& e saj jetet e saja
AM. librit te saj llbravet te saj jet& se saj jèthet t t saja

« il suo libro (di lei) »; « i suoi libri (di lei) »; « la sua vita (di lei) »;
« le sue vite (di lei) D.

5. Prima Pevsovta plurale: yne, jonE « nostro, nostra P


.

MASC-HILE FEMMINILE --

I
p-----

SINGOLA, PLURALE SINGOLARE PLURALE


--
libri ynE1 librat tane * jeta jonE 3 jetet tma
G. librit tane libravet tane jet% sone jètevet tona
librit t o h ~ libravet tane jetes sone jètevet tona

1 1
.lilbrin tone
librit toni!
iibrat
Iibsavet
tane
tane
jeten
jet%
tunE
sone
jetEt
jètEvet
.tona
tona

« il nostro libro »;
l * « i nostri libri P; 3 « la nostra vita P; ac le 'no-
stre vite n.
6. Seconda Persona plurale: juaj « vostro, vostra » I

- - -
-

1
p

aslI
p

MAS'CHILE FEMMINILE
SINGOLA, I PLURALE SINGOLARE 1' PLURALE

N. libri juaj l librat tuaj jeta juaj3 jetet tùaja


G. liibrit tuaj , libravet ltuaj jet& suaj jètEvet tùaja
D. 1Prit tuaj libravet tuaj jetes suaj jètevet tùaja
Ac. 11ibrin tuaj librat tuaj jet& tuaj jetet tùaja
Abl. librist tuaj Hbravet ttuaj jetes suaj jètsvet tùaja
« il vostro libro »;
l « i vostri libri D; « la vostra vita D; « le vo-
stre vite D.

7 . Terza Persona plzlrale: i tyte, e tyre « loro »

-- --
FEMMINILE
CASI
- p - - p

SINGOLARE PLURALE SINGOLARE PLURALE


--p

libri i tyre librat e tyre * jeta e tyre3 jetet e tyre


librit te tyre lìbravet te tyre jetes se tyre jètevet te tyre ..

librit -!tetyre lìbravet ti! tyre jetes se tyre jètevet te tyre


librin c tyre librat e tyre jeten e tyre jetet e tyre ' '

librit te tyre libravet te tyre jet& se tyre jètEvet te tyre


l « il loro libro D,; « i loro libri »; « la llvro vita D; « le loro vite D.

Esercizio 21.

.1. Kjo eshte shtepia ime dhe aio ketjè eshte jotja. 2. Meiùesi
yn6 shiti kalin e tij edhè timin. 3. Fqini i tyre eshte me i' mire se
juaji, po yni eshte me i miri nga te gjithe. 4. Qenin tim e mori ungji
yt dhe une kam marre librin tend. 5. Libri i djalit tend eshte ne shko-
llen e tij, dhe librat e djemvet te mi jane ne shtepine e nxeneses sime.
6. Kopshti yne eshte m? i vogel se i saji dhe se i tiji, po shtepia
jùaj eshte me e vogel se jona dhe se e tyrja. 7. Rrobat tona jane te
vjetra, tùajat dhe te tyret jane te reja. 8. Dera e kishes sone eshte e
kuqe dhe dyert e shkolles sùaj jane te verdha. 9. Hera jote edhè nuk
erdhi, hera e saj kamòt po shkoi. 10. Bijte e tu jane nipat e mi dhe
brjat e tua jane mbesat e mia. 11. Màlevet te mia u kam shume mall.
12. Shikò shapken tende ne kopsht bashke me tonen. 13. Si mund
te behem arietir i kesàj biblioteke? 14. Kur fillojne ptovimet? 15. Sorra
sorres syte s'ja nxjerr.
I . Questa è la mia casa e quella là è la tua. 2. 11 nostro maestro
vendette il sao cavallo e il mio. 3 . 11 loro vicino è migliore del vostro,
ma il nostro è il migliore di tutti. 4. 11 mio.cane l'ha preso tuo zio e
io ho preso il rao libro. 5. I1 libro di tzro figlio è nella sua scuola, e
i libri dei miei figli sono tiella casa della mia alunna. 6. Il n o ~ t r oorto
è piu piccolo che il szro ( d i lei) e che il stro (di lai), ma la vostra casa
è piti piccola della ~zostrae della loro. 7 . Le nostre stoffe sono uec-
chie, le vostre e le loro sono nuove. 8. La porta della nostra chiesa è
rossa e le porte della vostra sczrola sono gialle. 3 . La tua ora no^ è
ancora arrivata, la ma ora è da tempo passata. 10. 1 tuoi figli sono
i miei nipoti e le tae figlie sono le mie nipoti. I I . Ho molta nostalgia
dei miei monti (lett. « ai miei monti »). 12. Guarda il tuo cappello
aell'orto insieme al nostro. 13. Come posso diventare (lett. « farmi a )
socio di qzbesta biblioteca? 1 4 . Quando incominciano gli esami? 15. La
corrtacchia alla cornacchia gli occhi non (le) cava.

54. Gli aggettivi pronominali possessivi con nomi d i parentela,


forse perché le locuzioni dell'ambito familiare sono sempre le piii re-
stie alle innovazioni - si ricordi il latino. « pater familias » -, ci
offrono un esempio, anche in albanese, della antica norma generale in-
deuropea di preporre il determinante al determinato.
Con i nomi di parentela infatti (ate, bir, bije, velli( moter, nip,
mbese, ecc.) gli aggettivi possessivi possono seguire regolamente ai
nomi come gli altri aggettivi: biri im, nEna jote, ecc.; ma possono an-
che piii comunemente precedere il nome da essi determinato: im bii,
ime moter, im vEll6, irne mbese, ecc.
Quando gli aggettivi possessivi seguono i nomi di parentela, la lo-
io flessiorre è identica a quella data nelle tabelle precedenti (n. 53);
se invece gli aggettivi possessivi precedono i nqmi di parentela, lab-
biamo uil'eccezione alla regola di flessione degli aggettivi preposti ai
sostantivi (n. I I ). Come si ricorderà, l'aggettivo preposto viene decli-
nato, mentre resta invariato il sostantivo. Per gli aggettivi possessivi,
invece, accade tutto il contrario : l'aggettivo possessivo. resta invariato
se precede il sostantivo, e quest'ultimo è declinato: im bir, tim. bui,
tim bij, tiin bijve, ecc.
55. Esempi di flessione degli aggettivi possessivi preposti ai
nomi di parentela:

1. Prima Persona siagolare: im bir, ime bije « mio figlio, mia figlia D
--
MASCHILE FEMMINILE:
1
--p-

CASI

N. irn bir l
SINGOLARE

1 tim
PLURALE

bij
SINGOLARE
--
i PLURALE
---

G. tim biri tim bijve sime bij e I sime bijave


D. 4 biri
t h tim bijve sime bije sime bìjave
, Ac. tim bir tim bij t ime bij e time bija
AH. tim biri tirn bijve sime bije I sime bljave
i( mio figlio »; « i miei. figli »; 3 « la mia figlia D; 4 « .le mie figlie D.

2. Seconda Persona singolare: yt bir, jot mb.ese « tuo figlio, tua ni-
pote D
MASCHILE 1 FEMMINILE
CASI SINGOLARE
! --p-

PLURALE l - I tet mbesa


PLURALE
I
N. yt ist' tet bij jot mbese 3 4
G. tyt biri tet bijve sat mbese tet mbèsave
D.
kc.
Abl .
tyt biri
tet bir
tyt biri I
tet
I tet
tet
bijve
bij
bijve
'
I
1
sat
tet
sat
mbese
mb&
mbese
tet ,mbèsave
tEt mbesa
)tetmbesave A
--
1 « il tuo figlio »; « i tuoi figli »; -' « la tua nipote »; « le tue nipoti D.

3. Terza Persona singolare: i nipi, e motra « suo nipote, sua sorella D

MASCHILE FEMMINILE
GASI

i
SINGOLARE

nipil
SINGOLARE
I PLURALE

te motrat
---.- --

te nipit te mòtravet
te nipit
te nipin te ~ p e r t te motren te motrat
te nipit te nìpervet se ImotrEs te mòtravet
-.
l « suo nipote »; « i suoi nipoti »; « sua sorella »; 4 « le sue sorelle >..
Nota: Come si vede dalla precedente tabella, l'aggettivo pssgssivp di terza persona si
esprime per mezzo della doppia determinazione del nome.
Esercizio 22. ;,

1. Yt vEllii vjen neser bashke me tet moter dhe me te nipin.


2. I biri shkoi ne shkolle dhe e bija vajti -ne shtepine e te nipavet.
3 . E motra ka pese mbesa dhe tre niper ne shtepi bashke me tet bir
dhe me tet bije. 4. Thirri se motrEs dhe te vellàut te mesùeses sùaj.
3. Bijte e tij d h bijat e saja jane kusherinj. 6. Im ate punòn ne fabrikEn
e fshatit tone nesii ime moter dhe jot mbese punojne si nepùnese ne
qytetin e tyre. 7. I ati eshte semure prandèj e bija nuk shkon ne pune,
8. Tyt biri dhe sat mbese u dergova nje liber. 9. I ~Ellài(vellàu) u
zemerua kunder se motres. IO. Ja shiti kalin tyt kusheriri. 11. Ku eshte
farmacia? 12. Me jepni, ju lutem, nje i l à ~kunder kolles? 13. Sa duhet
te pagùaj? 14. Sot e qajne, neser e hane. 15. S'ka mal pa ujk, s'ka
fushe pa breshke.
I . Tuo fratello verrà (lett. « viene ») domani insieme con tzla
sorella e il (suo) nipote. 2. I1 figlio è andato a scuola e la figlia è
andata in casa dei nipoti.' 3. Ln sorella ha cinqzle nipotine e tre nipoti
in ctzs~~ I'nsiel;ze a tuo figlio e a tua figlia. 4. Chiama la sorella e il fra-
tello della vostra maestra (lett. « grida alla ... »). 5. I figli di lui e le
figlie di lei sono cugini. 6. Mio padre lavora nella fabbrica dei nostro
villaggio, mentre mia sorella e tua nipote lavorano come impiegate
nella loro città. 7. I1 (suo) padre è ammalato, perciò la figlia non va
d lavoro. 8. A tuo figlio e a tua nipote ho (loro) mandato zm libro.
9. I1 fratello si adirò con(tro) la sorella. IO. (Gli) vendette il cavallo
a ttro czlgirzo. I I . Dov'è la farmacia? 12. Mi date (anche: « datemi » ) ,
per favore, una medicina contro la tosse? 13. Quanto devo pagare?
14. Oggi lo piangorio, domani lo divorano. 15. Non vi è montagna
l

senza lzipo,.-non vi è pianzlra senza tartaruga.

56. L'albanese ha due pronomi relativi: 1) i cili, e cila, te cilet


« il quale, la quak », che ha tre generi e due numeri e si declina rego-
larmente come gli aggettivi qualificativi determinati (n. 40); 2) qe « che,
il quale », che è indeclinabile e copre tutti' i generi.
57. Declinazione del pronome relativo: i cili « il quale ».
-
MASCHILE - FEM9MINILE
SINGOLA, PLURALE' SINGOLARE PLURALE

N. i cili1 te qilet e cila te ciilat


G. #tecilit te c'iilevet se ciles te cilavet
D. te cilit te cuevet se ciles t? siilavet
Ac. te cilin te cilet te cilgn te cilat
A . te cilit te cilevet se ciles te ctlavet
« il quale ; « i quali » ; « la quale » ; « le quali D.

NeutroN.Ac.s.: t e c i l e t « q u o d » . ,

58. I pronomi correlativi si ottengono unendo i pronomi per-


sonali al relativo « qe »: aì qe « colui che »; a,jò qe « colei che »; atà,
atò qe « coloro che D.
Possono fungere da correlativi anche kush e sa (,n. 59-61).

Esercizio 23.

1. Na kemi nje kopsht qe nuk sjell peme. 2. A e more ti librin


qe kam blere dje? 3. Lulet qe te dergova i mblodha ne lulishten e
vogel. 4. Shtepia, dritaret e se cil& jane hapur, eshte bashkia jone.
5. Atà njerez, te cìlevet u fola sot ne zyre, janE nepunes te bashkise.
6. Kam tri vajza, e para e te cìlavet eshte Marika. 7 . Kush (ai qe)
tha keto fjalki eshte i rreme. 8. Kush nuk sheh se c'ka n6 syne e tij,
s'di se c'ka syri i shokut (ose: Aì qe nuk sheh c'ka ne. synE e tij, s'di
q'ka syu i shokut). 9. Sa me Krishtin u pagezùat, me Krishtin u veshet
(ose: Gjithe ju qe u pagezùat me Krishtin ...). 10. Me jepni, ju lutem,
nje pale kepuce shtepìe dhe nje pale lidhese kepucesh. 11. A kini boje
kepucesh? 12. Zogu ne kafàz kendon per maràz.
I . Noi abbiamo un orto che non porta frutto. 2. Lo hai preso ttl
il libro che ho comprato ieri? 3. I fiori che ti mandai li colsi nel giar-
dino piccolo. 4. La casa, le finestre della quale sono aperte, è il no-
stro municipio. 5. Quegli uomini, ai quali parlai oggi in ufficio, sono
impiegati del manicipio. 6. Ho tre bambine, la prima delle qzlali è
Marika. 7. Chi (colai che) disse queste parole è bzlgiardo. 8. Chi
non vede che cosa ha nel szlo (proprio) occhio, non sa che cosa ha
(abbia) l'occhio del (s2co) compaglzo (oppure: Colui che lzolz vede cosa
ha nel proprio occhio,. non sa coTa vi sia nell'occhio del (suo) com-
pagno). 9. Quanti siete stati battezzati in Cristoj di Cristo vi siete ri-
vestiti (oppzrre: Tutti voi che siete stati battezzati in Cristo...) . 1O.
Datemi, per favore, un paio di scarpe da casa e tm paio di lacci da
scarpe. 11. Avete lucido (lett. « colore ») per scarpe? 12. L'uccello
irt gabbia caizta per rabbia.

59.I pronomi interrogativi sono i seguenti:


1. kash? « chi? », che ha il solo singolare e si applica esclusiva-
mente alle persone per il maschile ed il femminile, ed ha una decli-
nazione propria (n. 61).
2. cili, cila, cilet? quale? »,che ha tre generi e due numeri e si
declina come i nomi con suffisso determinativo.
. quante? D , che ha solo il plurale (cfr. n. 61).
3. sa « quanti,
4. c', cka, se, gfar?? « che cosa? », che sono indeclinabili.
Note: 1. « CfsC » regge il genitivo indeterminato; dare gtìiaje? «che (razza di) donna?».
2. I1 pronome << se » si usa solo per i casi retti da preposizione: me se e more zogun? = me
cka e more zogun? « Con che cosa prendesti l'uccello? »; prej se lengon djali? = pse lzngon
djali? « perché si lamenta il ragazzo? >..

60. Alcuni dei suddetti pronomi fungono anche da aggettivi in-


terrogativi. Essi sono:
1. cilì, cila, cìlet: cili burre? quale uomo? 3); cila dere? t( quale
((

porta? »; cilet djathe? « quale formaggio? D.


2. sa: sa h ~ r r a ?« quanti uomini? »; sa gra? « quante donne? D;
sa grure? 4 quanto grano? ».
3 . c': s'trim? « quale eroe? »; q'burra? « quali uomini? »; q'gra?
« quali donne? »; q'miell? « quale farina? ».
l

Dedinazìorre dei pronomi e degli aggettivi interrogativi:


61.
1. kush? « chi? D
N. kush? « chi? D -
G. kujt? « di chi? »
D. kujt? « a chi? »
Ac. ke? « chi?
Abl kujt? « (da, per) chi? D
2. cili, cila, cilet? « quale? P
MASCHILE FEMMINILE
.P
- ,,*,E PLURALE SINGOLARE PLURALE
N. cili cilet cila cilat 4
G. .cilit cilevet cilk cìlavet
D. cilit cllevet ciles cìlavet
Ac . cilin cilet cilen cilat
Abl. cilit cilevet ciles cilavet
« quale? » (m.); « quali? » (m.); « quale? » (f.); « quali? » (f.).

3.' sa? « quanti? quante? » (cfr. lat. « quot? »)


N.Ac.pl.: sa G.D.Abl.pl.:save
4. cili burre? « quale uomo? »
--
IMASCHILE FEMMINILE
- SINGOLARE PLURALE SINGOLARE PLURALE
N. cili burre l rilet iburia cfa gma3 dilat gra4
G. cilit b'tl'rre rilevet burra ciles grua cilavet gra
D. cilit burre cìlevet burra ciles p a cilavet gra
Ac. cilin burre cilet hrra cilen grua cilat gra
--Abl. cilit burre cilEvet burr a ciles grua davet gra
l « quale uomo? »; « quali uomini? D; 3 « quale donna? D; « quali
donne? D.

Esercizio 24.

I . Kush je, ti djale? Kush je, ti bije? 2. Kush jeni ju vajza dhe
ju djem? 3. Cili foli ne mbledhjen e sotme? 4. Cila etdhi mi! vone?
5. C'ka kjo femije qe therrèt? 6. Cilen do ti? 7 . Cfare do aì njeri?
8. Ciles ja dergave lulet? 9. Kujt ja ke dhgne librin? 10. KE pate ne
shesh? 11. Cka gjete dje ne rruge? 12. Prej kujt vijns kEto lajme?
13. Cilin burre ose cilen grua ke pari5 ne staciòn? 14. Sa lot derdhi
nena per sa deme ,beri i biri! 15. CfarE njerìu eshte ai &e gtiiaje
ajò? 16. Sa jane? Sa ju. 17. Sa eshte ora? 18. Sa eshte mimi? 19.
Sa njèrezve ua ke thene? 20. Save ua ke thene?
r

I . Chi sei tu, ragazzo? Chi sei tu, figlia? 2. Chi siete voi, fanciglle,
e voi, ragazzi? 3. Chi (qtlale) parlò nella ritmione odierna? 4 . Chi
(quale, f.)venne pizi tardi? 5. Che cosa ha questa bambina ( o que-
sto 6.) che grida? G. Quale (f.) vuoi tu? 7. Che cosa vuole quel-
l'uomo? 8. A pale (di esse) (le) mandasti i fiori? 9 . A chi (glie)
lo hai dato il libro? IO. Chi vedeste in piazza? 11. Cosa trovasti ieri
per strada? 12. Da chi (pro)vengono queste notizie? 13. Quale zlomo
o quale donna hai visto alla stazione? 14. Qzcante lagrime versò la. ma-
dre per quanti danni fece il figlio! 15. Che (tipo di) uomo è egli e
che (tipo di) donna è lei? 16. Quanti sono? Quanti voi. 17. Che ora
è? 18. Quanto è il prezzo (qual è il prezzo)? 19. A q ~ a n t iuomini lo
hai detto (loro)? 20. A quanti lo hai detto?

62. I pronomi e gli aggettivi indefiniti, tranne alcuni che segna-


leremo a suo luogo, sono composti dai pronomi relativi e interrogativi
o da altre parti del discorso.
Alcuni di questi pronomi od aggettivi indefiniti hanno solo il sin-
golare o solo il plurale, 'altri hanno solo i casi diretti; a1cur.i sono
pronomi soltanto ed #altripossono fungere anche da aggettivi.
Opportunamente saranno segnalate le diverse particolarità di ogni
pronome od aggettivo indefinito.
I pronomi od aggettivi indefiniti formati mediante l'aggiunta di
una voce verbale al pronome interrogativo declinano, ovviamente, il
solo pronome lasciando invariata la voce verbale.

63. Declinazione dei pronomi ed aggettivi indefiniti:

1. cilidò « ,chiunque, qualunque »


- --- --p--

MASCHILE FEMMINILE
SINGOLARE PLURALE SINGOLARE PLURALE
N. cilidò ciletdò ciladò cilatdò
G. cilitdò cilhetdò cile& cilavetdb
D. cilitdb cilevetdò icilelsdò cilavedò
Ac. cilindò ciletdò cilEndb cilatdò
Abtl. cilitdò cilevetdò cilgsdò cillave~dò
2. akecili « il tale D
3

MASCHILE FEMMINILE -
CASI
-
N.
SINGOLARE
akikili
PLURALE
akecilet
SINGOLARE
akecila
PLURALE
akecilat
G. &%li t ~kgcilevet akeciles akecuavet
D. akEcilit akecilevet akikiles akecìlavet
Ac. akecilin akecile t lakecilen akecilat
I Abl. akecilit akec'illevet akeciles ake~ilavet

3 . secili, « ognuno »; gjithesecili « ognuno »; si declinano come akecili.


4. gjekafshe « qualcosa »; asgje, kurrgje « nulla, niente D; (sono solo
pronomi ed hanno solo i casi diretti del singolare).
5. asnje, kurrnje « nessuno »; ndonje « qualcuno » (sono pronomi e
aggettivi e si usano, solo al singolare per tutti i generi).
6. kushdò « chiunque P; ha solo il singolare che si applica ai due
generi maschile e femminile esclusivamente per persone; è solo
pronome e si declina così:
N.: kushdò G. D. Abl.: kujtdò Ac.: kedò.
7 . cdo « ogni, quale che sia D; è invariabile e si usa per tutti i generi
e numeri e casi; è aggettivo solamente: qdo burre, do gma, « ogni
uomo, ogni donna D.
8. dikùsh « un certo, un tale P; ha solo il singolare, è solo pronome
e si usa esclusivamente per persone al maschile e femminile (co-
mune); si declina così:
N.:dikùsh G. D. Abl.: dikùjt Ac.: dikE.
9. askùsh, kurrkùsh « nessuno »; gjithkùsh « chiunque, ognuno »;
shumekush « molti, tutti, ognuno D.
10. dickà « qualcosa, un non so che D; è solo pronome neutro sin-
golare ed ha solo i casi diretti.
1 1. njeri « l'uno D; è pronome e aggettivo correlativo di « tjetri
(vedi appresso); si declina così:
CASI lh!MSCHILE EEMMINILE
,- a

N. njeri njera
G. njerit njeres
D. njerit ajEres
Ac. njErin njWn
Abl. n.jErit ----- - njerEs
12. asnjeri, asnjera « nessuno dei due, nessuna delle due »; seguono
in tutto « njeri P.
13. tjetri, tjetta « l'altro, l'altra »; sono correlativi di « njeri, njera >p;
si declinano. secondo la tabella data qui appresso per « nje tjeter D.
14. tjeter « a l t r o » ; è pronome t aggettivo e si usa nei tre generi;
quando ha il significato di « un altro » al singolare.prende davanti
a sé l'articolo indeterminativo « nje », che resta invariato. Al plu-
rale, nel significato di « a l m i altri », si fa precedere dal pronome-
aggettivo indefinito « ca », che, in questo caso, rimane ugualmente
invariato. Nel significato di « l'altro, l'altra D, questo pronome al
singolare prende soltanto i suffissi determinativi, mentre al plu-
rale esige anche le particelle determinative, come si può vedere
dalla seguente tabella:
. SINGOLARE PLURALE
'
CAoSI MASCHILE FEMMINILE MASCHILE FEMMINILE
--
N. (nje) tjeter - (nje) tjeter (ca) te tjere (ca) te tjera 4
G. » tj!etri » tjetre » » tjèreve » » tjèrave
D. » tjctri » tjetre » » tjèreve » » tjè~rave
Ac. » tjetEr » tjeter » » tjere > » tjera
Abl .- » t jetri
-- -
e- -
» tjetre
-----
» » tjereve
-
----- -
» » tjèrave
- , - - -

.{ un altro D; 4 unpa1tra»; « alcuni altri »; « alcune altre ».


v
-

SINGOL.ARE -
PLURALE
CASI MASCHILE FEMMINILE MASCHILE FEMMINILE

N. tjetri l tjetra * te tjcret 3 te tjerat

D.
1 tjetrit
tjetrit
tjetres
t j etres
te tjbrevet
ti5 tjBrevet
te tjèravet
#tetjkravet
tjetrin tjetren te tjeri3 te tjerat
---
Abl . I tjetrit--p
tjetr& P .
I
te tjàavet .
« l'altro »; 4 l'altra »; « gli altri »; 4 le ».

15. alcuni D; è pronome e aggettivo; ha solo il plurale (m. f. 11.);


ca <($

non riceve determinazione e si declina così: N. Ac.: ca G. D.


Abl.: cave.
16. disà « alcuni »; ha le stesse caratteristiche del precedente « ca »
e si declina così: N. Ac.: disa G. D. Abl.: disave. .
17. i tere, e tere, te tere « tutto, tutta »; si declina iv tutto come gli
aggettivi qualificativi.
Si notino le seguknti particolarità nell'uso di questo pronome-
aggettivo :
a) esige la determinazione mediante le particelle determinanti
quando funge da pronome: te tera vishni cohe te bardha « tutte quan-
' te vestite abiti bianchi »;
b) rifiuta le particelle determinative quando funge da aggettivo,
ed in questo caso si comporta come indeclinabile: tErE bota 1Engon
« il mondo i2tero ieme »; thuaji tere botes « di' a tutto il mondo D;
shkeli tere boten « calpestò la terra tutta D.
Nondimeno questa norma non è rigidamente seguita, e sia nella
comune conversazione sia presso gli scrittori si potranno trovare ambe-
due gli usi, con o senza particelle determinative.
18. i gjithe, e gjithe, te gjithe « tutto »; si veda quanto è stato detto
a proposito del precedente « i tere D.
19. shume « molto, molti »; è pronome e aggettivo; si usa per tutti
i generi' e numeri, generalmente si prepone quando è aggettivo
ed è indeclinabile.
20. pak « poco, pochi »; vale quanto detto a proposito del prece-
dente « shume D.
2 1. aq ( e ) « tanto, tanti »; pronome e aggettivo indeclinabile per tutti
i generi e numeri. Indica lontananza da chi parla.
22. kaq(5) « tanto, tanti »; si comporta in tutto come il precedente
« aq », ma indica vicinanza da chi parla.
23. cdogje « qualunque cosa » ; ha solo il singolare.
24. fared dò « qualsiasi » (« di qualunque specie »); è indeclinabile e
si prepone ai sostantivi di qualunque genere, numero e caso.

Esercizio 25.
l

1. Disa njerez flasin me akecilin. 2. Secili nga ju ka nje qen. 3.


Tjetri prift me tjera karta. 4. Kane ardhur shume njerez ne pazàr sot:
disa ne mengjèz dhe disi tjere ne mbremje. 5. I vdiq i ati dhe nuk
i la kurgje. 6. Kushdò qe e ka mEri te vellane (ose: te vellàun) EshtE
njerivrases. 7 . Sa gra erdhen? Asnje. Dhe sa burra? Asnje. 8. Dikùsh
po flet prane deres. 9. Cdo njeri eshtb bar. 10. Akecilit i thashe digkii
qe nuk i Hlqèu shume. 11. Njeri vjen me ne dhe tjetra me ju. 12.
Mos i f ~ l easnjerit. 13. Ca mundime jane te pamùndura. 14. (E) tere
l

bota eshte me ne (ose: bo.ta e tere...). 15. Aleksandri i JMadh e shkeli ,

tere boten per sa eci mbi te, pastàj posa vdiq nje pellembe dhe i
mjaftoi. 16. Aq(e) kohe kemi e aq(e) dit sa Zoti do. 17. Shume burra
shkùan ne lufte, po pak u kthyen. 18. Sa buke te dha? Kaq(e) sa
fare. 19. Sa pasuri ke? Jane te gjitha ketù. 20. Ku po shkùan ushtaret?
Vane te gijthe ne qytèt. ,

I . Alcuni uomini parlalao con il tal dei tali. 2. Ogntlno di voi ha


un cane. 3. U n altro prete con altre carte. 4. Sono venuti molti uomini
(gente) oggi al mercato: alcuni al mattino e altri (ancora) la sera.
5. Gli mori il padre e non gli lasciò niente. 6. Chiunque ha in odio il
fratello, è omicida. 7. Quante donne vennero? Nessuna. E quanti uomi-
ni? Nessuno. 8. Qualcuno parla presso la porta. 9. Ogni uomo è erba.
1O. Al tale (dei tali) dissi qualcosa che non (gli) piacque molto. 11.
L'uno viene con noi e l'altra con voi. 12. Non (gli) parlare a nessuno
(di loro). 13. Certe sofferenze sono insopportabili. 14. Tutto il mondo
è con noi. 15. Alessandro Magno calpestò ttslta la terra (mondo)
mentre camminò su di essa, poi, appena morto, zrrz palmo di terra gli
bastò. 16. Tanto tempo abbiamo ( a disposizione) e tanti giorni quanti
il Signore vuole. 17. Molti uomini andarono in guerra, ma pochi tor-
narono. 18. Quanto pane ti diede? Tanto quanto ~zulla.13. Quante ric-
chezze hai? Son tutte qui. 20. Dove sono andati i soldati? Sono andati
tutti in città.

L'avverbio

64. Gli avverbi sono tali per natura (avverbi primitivi) o per for-
mazione (,avverbi derivati).
65. Per i gradi di comparazione &gli avverbi valgono le regole
date al n. 43 per gli aggettivi: .me mire « meglio D; shume mire, fort
mire « benissimo »; ecc.
66. La formazione degli avverbi si ottiene mediante appositi suf-
fissi o per composizioi~e.Esistono inoltre numerose locuzioni avverbiali.
a) Dai sostantivi si formanol avverbi per mezzo dei suffissi
« -as, -azi, -isht, -thi », che indicano modo:
barkas/bàrkazi « carpo,ni »; krahas/kràhazi « comparativamente »;
burrerìsht « virilmente »; fluturimthi « a volo D. ,
b) Dagli aggettivi si formano avverbi
1) togliendo l'articolo preposto (particella di congiunzione):
drejt « dirittarnente »; fort « fortemente D; mire « bene D; bukur
« bellamente »;
2 ) àggiungendo lle desinenze « -as/-azi D:
drejtasldrèjtazi « !direttamente, diritto D; djathtasldjàthtazi « a de-
s t r a ~ )rishtaslrishtazi
; «di nuovo));
3) per mezzo di prefissi: padashur « involontariamente D, papandehur
« impensatamente D.
C) Dagli auuevbi primitiui si ottengono altri avverbi mediante
gli stessi suffissi « -as, -azi » o mediante prefissi e suffissi:
vecas/vècazi (da vec) « a parte, sfeparatamenteD; wcàn « separa-
tamente », ve~anerìsht« a parte, separatamente »; perjashta (per +
jashta) « (al) di fuori »; persiper (per + siper) «(al di) sopra ».
d ) Gli avverbi composti possono essere formati unendo un
sostantivo- ad un altro sostantivo, o ad un aggettivo (o participio), o
ad un avverbio:
kembakryq « a gambe incrociate D; kembezbathur . « a piedi scal-
zi »; duarlidhur « a mani legate D; kryengulthhi « a testa in gifi »-.
e) Le locuzioni auvevbiali si formano:
1) ripetendo il nome al plurale indeter. (accusat.): tufa-tufa « a
mazzi »; copa-copa « a pezzi D; vende-vende « in diversi luoghi, qua

2 ) mettendo il primo nome al nominativo sing. det. e il secindo


al doativo sing. determinato: dita-di,tes « giorno per giorno, di giorno
in giorno D; java-javes « di settimana in settimana D;
3 ) ripetendo un nome (sost., agg., numer.) o un avverbiol per mez-
zo di una preposizione: dite per dite « di giorno in giorno v; dy, nga
dy « a due a due D; drejt per drejt « direttamente »;
4) unendo due nomi per mezzo della congiunzione « e D: fund
e krye « da cima a fondo D; drejt e drejt « direttamente »; rreth e rrotull
« (tutt')intorno D;
5 ) premettendo le preposizioni « me, nga, pa, per » ad aggettivi
qualificativi e numerali: pa te drejtg « ingiustamente »; per dy « per
due D; me te mire « bene »; me pahir « per forza »; dy nga dy « a
due a due P. 4

67. Gli avverbi si distinguono in


1) avverbi di affermazione: po « si »; mir~filli « certamente D; 4i
sigurisht « di sicuro D; patjeter « senz'altro D;
2) avverbi di negazione: jo « no D;
3 ) avverbi di dubbio: ndoshta « forse D;
S

4 ) avverbi di modo: lirisht 4 liberamente D; kot « invano »; krejt i


« interamente D; keshtù « cosi, in questo modo »; ashtù « cosi, in quel
modo »; peraemerisht « cordialmente D; mire « bene D; keq « male »;
3
5 ) avverbi di tempo: tanì « ora »; tashltashti « adesso P; sot « og-
gi D; sonde/sonte « stasera D; neser « domani »; djè « ieri »; pastàj ii
a
a
3
« dopo D; perpara « prima D; pasketàj « d'ora in poi » gjithnje G sem- 4-iio
pre P; vone .« tardi P; edhè « ancora »; kur « quando »; kurrE « mai P;
heret « di buon'ora, anticamente D; motit « un tempo, anticamente »;
naten « di notte D; Jri
6 ) avverbi di luogo: ku « dove »; ketù « qui, qua P; aty « li, là »;
atjè « li, là D; ketèjlkendèj « di qui, di qua D; atèjlandèj « di li, di
là »; siper « su, sopra »; poshte « gifi, sotto D; tatepjete « in gifi »;
lart « sopra, su D, brenda « dentro »; jashte « fuori D; kundrùall « di
fronte D; perpara « davanti »; prapa « dietro »; afer « vicino »; larg
'

« lontano »; djathtas « a destra D; m~jtas/majtlas« a sinistra »;


7 ) avverbi di quantità: pak « poca »; shumE « molto »; me 3
:i3

« piu P; me pak « meno »; me shume « pifi »; mjaft « abbastanza D; e 3'I j


1
teper « troppo D; kaq(e) « tanto D; sa « quanto »; ix3
- 41
,

8 ) locuzioni avverbiali: pika-pika « a gocce, a punti D; sy per sy . .:j


« a quattr'occhi P; pa dyshìm « senza dubbio D; tanì per tanì « per
ora D; ditfn e moskurrit « alle calendz greche »; ketù pari « da que-
ste parti D; aty pari « da quelle parti D; tashltanì dy dite « fra due
giorni ».

Esercizio 26.

1. Ku eshte yt ate? Eshte lart ne dhomen e tij. 2. Ketù poshte


mbi dhe gjithkhsh vùan, kush sot e kush neser. 3. Mos ec shume shpejt,
se une ngas ngadale. 4. Kush nget ngadale, ec shendoahe dhe vete
larg, thote fjala e urte. 5. Nga vjen ai mesùes aq(e) heret? Vjen (prej)
se largu. 6. Sivjèt moti i mire do te filloje me vone se vjet. 7. Rreth
e rrotull fshatit tone ka shume peme te gjèlbera. 8. Neser na po
shkojme ne det dhe pasneser ne mal. 9. Dje me nate ishim ne shtepi
dhe dje mbrema ne det. IO. Me pare duhet te pish qùmeshtin e pa-
st6j kafen. 11. Fjalet duhet te kene l.;zrdohere e %jithrnone te njejtin
kuptìm. 12. A po flisni shqip? E kuptòj mire shqipen, po flas arberìsht
dhe italisht. 13. Preme na erdhi motra nga Gjermanìa dhe sonde (son-
te) na vjen vellàu. 14. Perseri dhe perseri me paqe le t'i lutemi Zotit,
thote dhjaku ne meshe. 15. C'do me thene fjala « shpesh D? Do me
thene « shume here » e te njejtin kuptìm e ka edhe fjala « dendur D.
16. Njerìu i mire hyn kudò lirìsht. 17. Mjaft punove, tanì pushò ndo-
pàk. 18. Kamòt qe e ke pare Vasilin? E pashe qe trivit, se rralle ai
vjen ketù. 19. Darovisht (ose: falas) i mùaren darovìsht i dhane. 20.
Kur ke qene ne Rome? Kurre. 2 3.. Mos fole shume shpejt, se per-
ndryshe s'te kuptòj. 22. Tash per tash nuk punojme. 23. Me hir ose
- me pahir do te shkosh. 24. Dardhat jane jashte perdhé. 25. Sot e
parct s'po flas me; 26. Ashtù s'vete, keshtù nuk ec, si do ta bejme?
27. Me mire se ju, kush e njeh? 28. Jashte ben vape dhe brenda eshte
ftohte. 29. Banoret e katundit tone shtohen dita-dites. 30.' Tek eshte
dashurìa eshte edhè Perendìa.
1. Dov'è ttlo padre? E' sopra in camera sua. 2. Quaggiù sulla terra
ognuno soffre, chi oggi e chi domani. 3. Non andare troppo in fretta
ché io cammino piano. 4. Chi cammina piano, va sano e arriva lon-
tano, dice il proverbio. 5. Da dove viene qzlel maestro cosi presto?
Viene da lontano. 6. Quest'anno il bel tempo comincerà pi6 tardi del-
l'anno scorso. 7. Tutt'intorno al nostro paese (villaggio) vi sono molti
alberi verdi. 8. Dornani noi andiamo al mare e dopodomani in mon-
tagna. 9. Ieri mattina evnvnmo in casa e ieri sera al mare. 10. Prima
devi bere il latte e poi il caffé. I l . Le parole bisogna che abbiano
sempre ed ogni volta il medesimo significato. 12. Parlate albanese?
Capi~cobene l'albanese, ma parlo arbertsht ( = ana parlata albanese
d'Italia) e italiano. 13. Ieri ci è giunta la sorella dalla Germania, e
questa sera gizrngerà il fratello. 14. Di nuovo ( e di nuovo) in pace
preghiamo il Signore, dice il diùcono nella messa. 15. Che cosa uuol
dire la parola « shpesh »? Vuol dire « molte uolte » (spesso) e il
medesimo significato l'ha anche la parola « dendur ». 16. L'uomo one-
sto entra ovtlnque liberamente. 17. Hai lavorato abbastanza, ora ri-
posa un poco. 18. Du (molto) tempo (lo) hai visto Basilio? Lo vidi
tre anni fa, perché egli viene qui di rado. 19. Gratis li ricevettero,
gratis li distribuirono (lett. « diedero »). 20. Qzlando sei stato a Roma?
Mai. 21. Non parlare trcppo in fretta altrimenti non ti capisco. 22. -

Adesso per adesso (in questo momento) non lavoriamo. 23. Di buon
guado o controvoglia ( t u ) andrai. 24. Le pere sono (là) fuori per
terra. 25. Da oggi in avanti non parlerò pid. 26. Cosi non va, cosi
(in questo modo) non cammina, come (lo) faremo? 27. Meglio di voi
chi io conosce? 28. Fuori fa caldo e dentro è fresco. 29. Gli abitanti
del nostro paese aumentano di giorno in giorno. 30. Dove è (l') amore
(ci) è anche Iddio.

La preposizione

68. Vi sòno in albanese:


1) preposizioni semplici: mbi, me, pa, ne, per, te, ecc.
,

2 ) preposizioni composte: neper, nepermjèt, prane, nepermès, ecc.


3) locuzioni preposizionali: gjer ne, qe nga, qe ne, gjer te,
per ne, ecc.
4 ) sostantivi usati preposizionalmente: b u e , ane, maje, rreth,
ecc.: buze lurnit, rreth shtepise, anes detit, ecc.
69. Regime delle preposizioni :
1) Reggono il nominativo determinato:
te « a, da, presso »,tek « a, da, presso »; nga « da, a, verso D.
2 ) Reggono l'acczlsativo (det. o indet.):
me « con »; mbi « sopra, su »; nen « sotto »; n?/nde « in,
( a ) gjer fino a ; deri fino a ; nerlnder CC tra, fra,,,
C(

pa « senza D; per « per, in favore di » neper « per, attraverso D.


3 ) Reggono l'accusativo o il genitivo (ablat.):
atèjlandèj « di là »; ketèj/l~ndèj« di qua D; pErtèj « al di la ».
4 ) Reggono il genitivo (abl.):
para « davanti »; perpara « avanti »; pas « dietro, dopo, se-
condo »; prapa « dietro, dopo »; prej « da, circa, per causa »;
kunder « contro »; kundriiall « di fronte P; pgrtèj « oltre n;
siper/persiper « sopra »; ves/pervès « eccetto, oltre »; brenda
« dentro »; afer « vicino, presso »; prane « accanto »; larg
« lontano D; rreth « intorno »; rrotull « attorno D.

Esercizio 27.

I . Sonde do te vete tek ime moter. 2. Eja neser tek na, se pastàj
se bashku(t) do te shkojme ne pazàr. 3. Ruhu nga i ligu si druvari
nga topra ruhet. 4. Mos e pe tim vellii? Po, tanì dolli nga kisha. 5. Ku
e kini banesen tùaj? Pertèj ures. 6. I biri i kopshtarit ra brenda ne
lume dhe pas pak dolli prape not mbi siperfaqen e lumit. 7. Drite prej
qiellit i Sshkrepi shen Palit neper udhen le Damaskut. 8. Per te mire
e per te keqìnj shendrìt dìel'li mbi dhe. 9. Pa buke e ,pa uje njeriu
nuk rron. IO. Matane lumit duket kroi dhe prane kroft jane qete e
Gjonit. 11. Shko larg meje! 12. Ne mes nesh nuk ka armìq. 13. Prej
dorethatit mos prit te mire. 14. Pas nates vjen dita. 15. Zoti me rùajt'é ,
prej mikut, se prej armikut ruhein vete, 16. Keni libra ne gjuhen
shqipe? Kam nevoje per nje f jalòr shqip-italisht.
I . Qzlesta sera andrò da mia sorella. 2. Vieni domani da noi, cké
poi andremo insieme n1 nzei~ato.3. Gzcardati dal cattivo come il le-
gnaiolo si guarda da1l'~scin. 4. Hai forse visto mio fratello? Si, ( o r )
ora è uscito dalla cbies~.5. Dove (l') avete la vostra dimora? Oltre
il ponte. 6. Il figlio dell'ortolano cadde (dentro) nel fime e dopo
poco usci d i nuovo n galla sulla superficie del fiume. 7. Luce -dal cielo
uifulse n san Paolo salla via (per la via) di Damasco. 8. Per ( i ) buoni
e per ( i ) cattivi splende il sole salla terra. 9. Senza pane e sénza
acqua l'uomo non vive. I O . Oltre il fiume si vede In fontana e accanto
n l h folztann vi sono i buoi di Giovanni. 11. Va' lontano da me! 12. Tra
noi (in nzezzo a m i ) non vi sono nemici. 13. Dall'avaro non attendere
(del) bene. 14. D o l o la notte viene il giorno. 15. Il Sigizore mi guardi
dall'amico, cké dal nemico mi gzcardo io stesso. 16. Avete'libri i f l i n -
gua al banese? H o bisogno di zdn dizionario albanese-italiano.

La congiunzione

70. Le congizlnzioni si distinguono in « coordinative » e « subor-


dinative N.
a ) Le congiunzioni coordinative, poi,,:,si suddistinguono in:
l ) « copulative » : e, edhè, « e, anche »; as « né D ;
-

2 ) « disgiuntive » : a, o, ose, apo « o, oppure D;


3) « conclusive D: aridàj, pra~dàj,« perciò »; pra « dunque D ;
4 ) « avversative » : po, por « ma »; megjithese « benché D;.
nders6 « mentre (che) P;
b) Le congiunzioni suhordilzative si suddistinguono in:
l ) « causali D: se, pse « ché, perché »; meqenese, duke qene
se « essendoché, poiché D;
2 ) « temporali »: kur « quando »; qekùr « da quando »; gjersh
« finché >s; pasi, si « poi che, tosto che »; porsa « appena che P;
3 ) « finali »: qe, per « affinché P;
4) « 1,ocative : ku « dove, o w » ; kudò <( ovunque D; gjer ku
fin dove »; tek « ove ;
5 ) « modali »: si, posi, sikùr « come, come se »; .

6) .« condizionali »: ne, nese, neqoftese, po qe se « se, purché »;


) « concessive » : ndonese, megjithese « benché, ebbene » ; sa-
7

dò, sadoq~« quantunquea»;


8) « dichiarative »: se, qe 4 che »;
9) « dubitative P: mos, se mos « che non D;
10) « consecutive »: sa, aq sa 4 che, tanto che D;
11) « eccettuative »: vecse, perveqse « eccetto che, se non che ».

l. Une sot nuk dal sepsè pres nje mik. 2. Po pse s'vjen edhè ti
me ne? 3. Nuk vij nga frika se mos vonohern. 4. S'kam te bolla per
te blere kuklla. 5. Pasi erdhi dita e thzne, u nis. 6. Megjithese nuk
punòn, ha b~kii.7. Ti flet aq shpejt sa nuk te kuptòj. 8. Ngadò qe
sjell syte shoh bukurite e Zctit. 9. QE kur e pashe shurne vjet p ka-
liian. 10. Ne do ta dish, lexò gazeten. 11. Aì e di detyren e tij kur eshtz
nevoje. 12. Ty, sikunder duket, nuk te vjen fare keq. 13. Pse s'vete
dhe ti ne det? Pse kam nenen semute qe dje. 14. Tek dilte nga dera
e shtepis~i thirri i ati. 15. Ndoshta sot nuk do te kemi del1 asphk,
se qìelli eshte shume i vreret, 16. Jemi gati pesEqln$, .njerEz. 17. Durò,
zemer, durò sa duroi mali me bore. 1'8. Ik, mal, se vjen .sepata! Mos
te vije sfina.
1. Io oggi non esco perché aspetto un nnaico. 2. Perché non vieni
anche tu con noi? 3. Non vengo per timore di fare tardi. 4. Non ho
denaro per comperare bambole. 5. Poi che g i u ~ s eil giorno stabilito,
partt. 6. Benché non lavori, (nondimeno) mangia. 7. Tu parli tanto-in
fretta che non ti capisco. 8. Ovunque giri lo sguardo (lett. « gli oc-
chi »), vedo le bellezze del Signore (Dio). P. Da quando lo vidi molti
anni sono passati. 10. Se vuoi saperlo, leggi il giorrrale. 11.. Egli sa
(bene) il suo dovere quando è necessario. 12. A te, a quanto pare,
non ( t i ) dispiace affatto. 13. Perché non vai anche tu al mare? Per-
ché ho la mamma ammalata da ieri. 14. Mentre usciva dalla porta di
casa lo chiamò il padre. 15. Forse oggi non avremo sole affatto, perché
il cielo è molto coperto. IG. Siamo circa 500 u o m i ~ i .17. Soffri, o
cuore, soffri qtlanto soffri il monte sotto la neve. 18. Fuggi, o monte,
ché viene la scure! Ptlrché non venga il cuneo.

71. L'albanese è ricco di irzterierioni e di locuzioni esclamative. Di


esse diamo pochi esempi caratteristici:
i.) interiezioni semplici, more (con nomi maschili) « oh!, ehi! »;
moj « ehi, oh »; vaj « ahi, guai! »; popo, obobo « ahi, ahimè! D;
rrofte « viva! D; poshte « abbasso! »; ecc.
2 ) locuzioni esclamative, augurali, imprecatorie: I lumi ti! « Te
felice! »; i mjeri une! « me misero! »; pasha Zotin! « giuro a Dio! D;
te lumshin dùart! « che tu abbia ogni bene! D; dal$ faqebardhe! , paq
faqeen e bardhe! « che tu sia onorato! D; tungjatjeta! 4 possa tu vivere a
lungo! » (è il saluto pifi comune); puna e mbare! « buon lavoso! »; p d i
e madhe! « che meraviglia! D ; pac faqen e zeze! 4 che tu sia disono-
rato! D ; te marrte era! 4 che il vento ti porti via »; te rafte pika! « ti
colpisca il fulmine! »; per te mire! « buon pro! P.

Esercizio 29.
1. Hajde, moj Rine, sillna edhè nje here nje kupe me uje ti!
ftohtE! 2. I lumi ti, q E s'ke pengirne! 3. Pasha Zotin, po te thom tl!
drejten! 4. Popo, bir, si te cenùan! 5. Tungjatjeta, more burre! 6. Te
lumte goja sa mire na fok! 7. Bir, hajde shkojme! 8. O sa i gezùar
jam sot! 9. Amàn, o grùa, sa e helmùar je ti! IO. Hesht, o djale, se
ma Gave kokEn! .

I . Suvvia, Irene, portaci ancora una volta un bicchiere d'acqua


fresca! 2. Beato te, che non hai impedimenti (difficoltà)! 3. Giuro a
Dio che ti dico il vero! 4. Ahimè, o figlio, come tijhanno ferito! 5. Sal-
ve, o amico (lett. « Ti si allunghi la vita, o uomo! »). 6. (Dio) ti
benedica la bocca (per) quanto ci hai parlato bene! 8. Oh qtcanto son
felice qzlest'oggi! 9. Ahi! o donna, quanto sei sfortunata (lett. avve-
lenuta)! 1O. Zitto ragazzo, che mi hai rotto la testa!

I l verbo
72. I1 vèrbo albanese ha nove modi, due numeri (-singolare e plu-
rale) tre persone per ogni numero, o<ttotempi e due forme o diatesi (at-
tiva e medio-passiva).
I1 sistema flessivo del verbo albanese è molto vario e ricco: com-
prende fcrme semplici e forme analitiche (o composte); il verbo tran-
sitivo, coniugato nelle sue due forme, attiva e medio-passiva, raggiunge
non meno di quarantadue forme verbali diverse, benché, naturalmente,
non tutte queste forme siano usate con uguale frequenza nella lingua
parlata, essendo alcune di esse in uso colo nella lingua scritta.

73. I nove modi del verbo albanese sono i seguenti:


I. Indicativo. 2. Congiuntivo. 3. Condizionale. 4. Ottativo. 5. Am-
mirativo . 6. Impergivo. 7. Participio. 8. Infinito. 9. Gerundio.
I tre ultimi ( participio,, infinito, gerundio) non hanno flessione.
74. I tempi sono otto: tre ~slemplicie cinque composti (ossia ana-
liticamente formati):
4. Perfetto.
1. Presente.
5. Piuccheperfetto I.
semplici 2. Imperfetto. cmposti 6. Piuccheperf etto 11.
7. Futuro semplice (I).
3. Aoristo.
8. Futuro anteriore (11).
75. Non tutti. i modi hanno gli otto tempi suddetti. Essi sono così
distribuiti :
I~dicativo:ha tutti gli otto tempi.
Congiuntivo: presente, imperfetto, perfetto, piuccheperfetto.
Condizionale: presente, perfetto.
Ottativo: presente, perfetto.
Ammirativo: presente, imperfetto, perktto, piucchepcrfetto.
Imperativo: presente.
Participio: presente, perfetto.
Infinito: presente, perfetto.
Gerundio: presente, perfetto.
N o t ~Per le due forme del participio adoperiamo anche qui i termini presente e perfetto
in uso nelle grammatiche albanesi, benché semanticamente non rispondenti alle forme partici-
piali dell'italiano. In realtà I'albanese non ha un vero participio presente e le due forme suc-
citate servono solo alla formazione di determinati tempi e modi.

76. Formazione dei tempi composti:


1. perfetto: si forma col presente del verbo ausiliare kam, che viene
coniugato, e col participio presente, che resta invariato, del verbo
da coniugare: kam shkriiav, ke shkrùar, ka shkrùar,-kepi shkrùar,
ecc.
2. piuccheperfetto I: imperfetto di kam +
participio presente del verba
da coniugate: kisha shkrìiar, kishim shkruar, ecc.
3. piuccheperfetto 11: aoristo di kam +
participio presente del verbo
da coniugare: pata shkrùar, patem shkrùar, ecc.
4. futuro semplice ( I ) : si forma con Ia particella do +
il congiuntivo
presente del verbo da coniugare: do te shkr&aj, do te shkrdajme,
ecc.
5. futuro anteriore (11): futuro semplice del verbo kam participio +
presente del verbo da coniugare: do te kem shkrùar, do te kemi
shkruav, ecc.
77. Formazione dei modi analitici (composti):
I.. anzizivativo: risulta dall?agglutinazione di un verba qualsiasi con il
presente o l'imperfetto del verbo kam. I1 verbo che dà il significato
fondamentale si prende nella sua forma di participio presente privo
di desinenze e si unisce ai tempi del verbo kam in modo da formare
con essi un solo vocabolo. Come in tutti i vocaboli composti, la parte
da flettersi è la seconda (in questo caso il verbo kam), ~ ~ ~ e nlat r e
prima rimane invariata:
shkriìakam, shkrùake, shkrùakemi, ecc.; . afrùakesha, afrisakeshe,
ecc.; paskam afrùar, paske af rùar; pàskgs ha af dar, ecc.
2. infinito: è formato analiticamente dalle particelle per te seguite dal
participio del verbo da coniugare: per t2 afrùar.
Come si è già detto, questo modo non ha flessione.
3. gerundio: è formato dlalla particelia duke e dal participio del verbo
da coniugare: duke shkruar; duke pase shkruar.
4. congizsntivo: è pure, in certo modo, di formazione analitica, poiché
si forma dal presente o imperfetto indicativo a cui si premette la
particella te. Ha però anche desinenze proprie per la seconda e la
terza persona singolari del presente: te afròj; te shkrzìaj; t 2 afroja,
te kisha shkrùar; te shkrhash; te afroj?, ecc.
5. condizionale: è formato daila particella do seguita dall'imperfetto o
dal piucchèprfetto del congiuntivo: do te shkriìaja, do te shkrùanin;
do te afroje, do te afronim; do te kisha afrriar, ecc.

78.Cotriuguziotre e classificazione dei verbi.


La coniugazione del verbo dbanese si effettua unendo determinate
desinenze ai temi verbali. I1 modo in cui queste desinenze yengono
unite al tema forma le così dette classi verbali (n. 80-84).
L'albanese ha due serie di desinenze: una serie (alquanto i r ~ g o -
lare nel presente indicativo, irregolarità dovuta aUa fusione del tema
con la desinenza o all'assoluta mancanza di questa) per la coniugazione
del « oerbo attivo D, ed una seconda serie d i desinenze per la coniuga-
zione del verbo di forma « medio-passiva », assolutamente regolare.
Da ricordare che la forma « medio-passiva » ha il v a l m semantico
del passivo e del riflessivo dell'italiano.

19. Tabella delle desinenre verbali:


PRESENTE 1;N;DlleATIVO
SINGOLARE PLURALE
stt tivo mediu-passivo attivo medio-passibo
i . - j/(apf.)/(zero) 1. 4x11 l e -jme/-im 1. -ani
2.-n/ B / W 2. e h 2. ai 2, 4
3. -n/ » / W 3. -et 3. -jnZ/-in 3. a
IMPERBrETlO INDICATIVO
SINGOLARE PLURALB
attivo med io-passivo attivo medio-passivo

AORISTO INDICATIVO
SWGOLARE PLURALE
medio-passivo attivo nr edio-passivo
1. a -a l. -m
2. u -e 2. -t
3. u -/&ttangaz. 3. -n
del tema
PRESENTE OTTATIVO
SINGOLARE PLURALE

Nota: Come si può rilevare d d a tabella precedente il medio-passivo dcli'roristo e del pre-
sente ottativo si formano premettendo la particella u alle persone formate mediante le dai- '-

n e ~ ~attive
= corrispondenti, con l'unica eccezione della tema persona singolare dell'aoristo, che
non ha desinenza per i temi in consonante, mentre, come ei vedrà neue tabeiie di coniuga-
zione, presenta la dittongazione della vocale tematica nei temi in vocale.

PRESEN.m IMPERATIVO
SINGOLARE PLURALE
att ivo medio-passivo attivo medio-possibo
2. il puro tema/(-j) 2. -u 2. -ni 2. -uni

PRESENTE CONGIWTIVO
Ripete le desinenze del pres. ind. e premette d a foma r i d a t e la sua
caratteristica particdla te. Ha però desinenze proprie nella l w c d a e nella terza
pers. singolare:
2. sing.: -sh; 3. sing.: -jE/e.
Gli altri tempi sono regolarmente formati in modo analitico, come nel pre-
sente.
PARTICIPIO -(u)r, -re, -e.
Nots: I restanti modi con i loro rispettivi tempi sono di formazione analitica senza &si-
nenze proprie specifiche.
Le su riportate desinenze verbali si aggiungono direttamente al tema. Da ricordare, però,
che le desinenze dell'aoristo, quando il tema esce in vocde, inseriscono una «-v-» eufonica fra
il tema e la desinenza nella prima e seconda persona singolare: shko-v-a, ecc.
Allo stesso modo il medio-passivo inserisce una h eufonica per evitare lo iato nei temi in
vocale: la-h-em, ecc.; ma bupTem, ecc.
Per il medio-passivo si noti inoltre che:
1) ai temi in dittongo prima di aggiungere la desinenza bisogna togliere il secondo ele-
mento del dittongo: shuaj: ~hu-h-em.
2) anche nei verbi con tema a dittongo interno bisogna ridurre il dittongo togliendo ad
esso il secondo elemento prima di aggiungere le desinenze: sjell: sill-ertr; pjek: piq-em.
In questi due ultimi casi si dovrebbe, in realtà parlare di riduzione del tema a grado debole.

Le classi verbali

80. L'attuale sistema della coniugazione albanese è il risultato di


due fattori: 1) in parte ,esso continua -alcune coniugazioni dell'antico
indeuropeo; e 2) in parte ha innovato creando nuove forme verbali.

81. Databl'attuale struttura dell'albanese, per quanto riguarda i


verbi possiamo dire che esso fa uso di una sola coniugazione regolare,
la quale poi, dal modo di formare certi tempi e dal modo di cggiun-
gere le desinenze ai temi, può essere suddistinta in diverse classi.

82. Partendo. dal fatto che i verbi albanesi, nell?attuale struttura


della lingua, presentano il loro tema o in vocale o in consonante, otte-
niamo una prima grande divisione di essi:
I. verbi con tema in vocale: shko-j, la-j, shkrua-i, lyej, ecc.
II. verbi con tenta in consonante: hap, shes, mbledh, vjel gatit, ecc.
Nota: Dzto l'uso di citare i verbi albanesi dalla prima persona sing. del presente indica-
tivo, il modo piu pratico per ottenerne il tema consiste nel togliere la desinenza a-j» L\. que-
sta persona, per i verbi in vocale; per i verbi in consonante, invece, il tema è rappresentato.
dalla seconda persona sing. del presente indicativo. Cosi: shkoj «vado», tema: shko-; hap « apro »,
tema: hap-; shes a vendo D, 2 P.S. ind. pres.: shet, tema: shet-; ecc.

83. Dalle caratteristiche presenti nella formazione di alcuni tempi,


il gruppo dei verbi con tema in vocale si .suddivide in due classi, e
quello dei verbi con tema in consonante in tre dassi. Abbiamo, perciò
cinque classi verbali regolari.
A queste bisogna aggiungere i verbi irregolari, quelli, cioè, che
per determinate anomalie presenti nel carso della loro coniugazione
esulano dalle cinque classi su indicate.
84. Tabella ddle classi verbali.

V e r b i
TEMI IN VOCALE TEMI IN CONSONANTE

1. classe : temi in vocale semplice : 3. classe : temi in qualsiasi conso-


punòj, laj, kthej, fshij, nante:
shtyj. hap, bind, qesh, nis,
vendòs, llogarit,
2. classe: temi in dittongo: f4. cla~se: temi in -t (laprs. in:
shkruaj, ziej, lyej, -as, -es, -is, -os, -us, -ys):
padìs, perkàs, kullòs,
kepùs, therrès,
5. classe: temi con dittongo. in-
terno:
pjek, vjel, rrjedh, vjerr,
mbjell, sjell,

85. Caratteristiche delle classi verbali.


1. classe: raggruppa tutti i verbi regolari con tema in vocale sem-
plice.
Al presente indicativo questi verbi aggiungono al tema le de-
sinenze « -j, -n, -jmE, -ni, -jnE » senza far subire ad esso nessun muta-
mento.
All'imperfetto indic. 3". S. prendono la desinenza « -nte D.
All'aoristo, fra il tema e le desinenze della la e della 2"ers.
singolari, ad evitare l'incontro di due vocali, si inserisce una «-v-» eufm
nica; mentre al plurale i temi con vocale «-o» tonica sdoppiano questa
in d a » , e quelli con tema in vocale «-e-» tonica, la sdoppiano in «-ye».
I verbi in «-la-, -e-, -i-» toniche prendono la desinenza «-u» (in-
vece di «-i») alla 3" p. S.
Al participio i verbi in «-o-» ed «-e-» toniche subiscano lo. stesso
sdoppiamento prima di aggiungere la desinenza -r. Quelli, invece, in
«-a-, -i-» toniche prendono come desinenza -re.
All'ottativo prendono le desinenze con «-f-»: -fsha, ecc.
Le altre forme tutte, come al pres. indic., aggiungono le desinme
senza provocare alterazioni nel tema.
Esempi: punòj « io lavoro », tema: punò-
Indie. Pres. : punòj , punòn, punòn, punojme, ecc.
Impf. : punoja, punoje, punonte, punonim, ecc.
Aor. : punova, punove, punoi, punùam, punùat , punùan.
Ottativo Pres. : punofsha, ecc.
Participio : punùar .
Indie. Aor. : rrembeva, rrembeve, rrembeu, rrembyem, ecc.
lava, lave, lau, lame, ecc.
Participio : rrembyer, lare.
2. classe: raggruppa i verbi con tema in vocale doppia (impropr.
dittongo) ( i - , -ye-, -ua-). Al presente indic. aggiungono regolar-
mente le desinenze « -j, -n, ecc. » senza provocare mutamenti nel tema.
All'aoristo questi verbi BducoG la doppia vocale nella corrispon-
dente vocale semplice: ua » > « o », 4 ye » > « e D. Inoltre inss
riscono la « -v- » eufonica, come quelli della 1. classe, neiia la e Za
pers. singolari. I temi in «-ve-» alla terza persona singolare pradono
la desinenza « -u ».
All'ottativo prendono le desinenze con « -f- »: -fsha, ecc.
Esempi :
Indic. Pres. : shkrùaj, shkrùan, shkruajme, ecc.
Impf. : shkrùaja, shkrùante, shkrùanim, ecc.
Aor. : shkrova, shkrove, shkròi, shkrùam, ecc.
Ottativo Pres.: shkrofsha, ecc.
Participio: shkrùar.
Indic.' Pres. : lyej, lyen, lyen, iyejme, lyeni, lyejne.
Impf.: lyeja, lyeje, lpnim, ecc.
Aor. : leva, leve, Ièu, lyem, lyet, Iyen.
Ottativo Pres. : lefsha, ecc.
Participio : lyer .
3. classe: raggruppa tutti i verbi regolari con tema h qualsiasi
consonante. Questi verbi hanno le tre persone del presetste indic.
sing. col puro tema senza desinenza; al plurale, invece, aggiungono re-
golarmente le desinenze «-im. -ni, -in».
Nella terza persona sing. del19«imperfetto indice'»prendono la de-
sinenza «-te», e quelli con twna in «-t» mutano questa in «-s» davanti
alla desinenza «-te».
All'aon's to aggiungono al tema le desinenze senz'altri intermedia-
ri, tranne che 'al plur. ove inseriscono una -e- fra tema e desinenza.
All'otta tivo prendono come desinenza «-sha», ecc.
-
Al congiuntivo pres. 3a p. S. i verbi con tema in «-t», cambiano
questa in «-s» e quindi prendono la desinenza «-te».
Al participio aggiungono la desinenza «-ur» senza provocale mu-
tamenti nel tema.
Esempi:
Indie. Pres.: hap, hap, hap, hapim, hapni, hapin.
Impf .: hapja, hapje, hapte, hapnim, hapnit, hapnin.
Aor. : hapa, hape, hapi, hapem, hapiit, hapen.
Ottativo Pres. : hapsha, ecc.
Participio : hapur .
\

Nota: I verbi con tema in occlusiva velare nella terza persona sing. dell'aoristo mutano .-
la desinenza ~ - i »in «-UN per la stessa regola delle occlusive relari dei sostantivi (n. 26):
lagu a bagnò », iku « fuggi », mihu « zappò D.
I verbi « eci, hipi (hypi), iki % al presentc indicativo singolare, oltre alle forme regolari
prive di deshenze, hanno anche le seguenti (piti cotluni): u eci, e e n , c&n; hipi, hipEn, hipEn;
iki, i k h , ikEn'».

classe: verbi con tema


-t/t;. Akuni di questi verbi hanno anche l'alternanza voealica (-a/e/i).
Tutti questi verbi mutano la «-t-» cJel tema in «-s-» nelle seguenti
fome: indic. pres.: I.s., 1.3. pl., impf.: 3. p. S.; cong. pres.: in tutte
le persone, eccetto la 2. plurale.
I verbi che fanno pxcedere h consonante tematica da una « a n
hanno l'alternanza « e D, cioè mutano la « a » in « e » nella 2. e 3.
persone singolari del presente indicativo. Hanno l'alternanza « i », cioè
mutano la « a » oppure la « e » del tema in « i » tutti i verbi di questa
classe con le vocali « a » od « e » nel tema, nelle seguenti forme: indic.
pres.: 2. pl.; impf.: in tutte le persone; aoristo: in tutte le persone;
imperativo: 2, S. pl.; cong. pres.: 2. pl.; ottativo pres.: in tutte le per-
sone; e participio.
Esempi:
Pres. Ind. : bertàs, bertèt, bertèt , bertasim, bertitni, bertasin; shes,
shet, shet, shesim, shitni, shesin.
Impf. : bertitja, shitja, ecc.
Aoristo: bertita, shita, ecc.
Ottativo pres. : bertitsha, shitsha, ecc.
Participio: bertitur, shitur.
Tutti questi verbi mancano delle desinenze nelle tre persone sing.
dell'indica tivol presente.
5. classe: raggruppa tutti i verbi con dittongo interno 4 -je-/-ie- B
I nel tema.
Caratteristica di questa classe è l'alternanza vocalica « je/i/o ».
Anche questi verbi mancano delle desinenze nelle tre persone sin-
golari dell'indicativo presente. Nel resto sono completamente regolari.
L'dterna~za« i » avviene nelle forme seguenti:
pves. ind.: 2 pl.; impf.: in tutte le persone; pves. cong.: 2. pl.
L'alternanza « o » ha luogo in tutto e solo I'aoristo.
I verbi di questa classe con tema in consonante velare- « -k, -g-
palatalizzano la velare (« k > q; g> gj ») in tutte le forme che esigono
l'alternanza « i » od « o D.
Da notare, infine, che alcuni verbi con una liquida nel tema (nes-
+
so « occlusiva liquida») non presentano il dittongo interno -je-, ma
solo apparentemente, poiché il primo elemento del dittongo è stato as-
sorbito dalla liquida nel caso di « 1 » od è rigettato nel caso di « r D;
cosi i verbi bredh ( <"brjedh) e zgjedh ( < *zgljedh).
Esempi:
Pves. Ind.: pjek, pjek, pjek, pjekim, piqni, pjsekin; sjell, sjell, sjell,
sj ellim, sillni, sj ellin.
Impf.: piqja, piqje, piqte, ecc:;
sillja, sillje, sillte, ecc.;
Aoristo: poqa, poqe, poqi (poq), poqem, poqet, poqen; sona, solle,
solli csuall), sollem ( suallem ), soilet, sollen ( suallen).

86. Verbi ausiliari:

Due sono i verbi ausiliari in albanese: kam « avere » ,e jam « es-a


sere ». Quèsti verbi hanno una coniuganone completamente propria non
inclusa nelle cinque classi verbali (n. 84). Insieme al verbo thom « di-
re », sono gli unici continuatori, in albanese, dell,,antica coniugazione
i. e. in « -mi ». Indtre i verbi kam e jam sono suppl&ivi nelle forme
dell'aoristo e sue derivate. Di questi due verbi che servono alla forma-
zione di molte forme verbali sia all'attivo che medio-passivo, daremo -

qui la coniugazione per intero. Per la coniugazione di thom si veda ai


verbi irregolari (n. 101 S.).
C,

87. Paradigma di kam:


MODO INDICATIVO
PRESENTE IMPERFETTO

une k,am « io ho >> kisha « avevo B


ti ke « tu hai D Eshe « avevi >>
« egli ha >> kishjkishte « aveva
na kemi « noi abbiamo » kishim « avevamo >>
ju' kenilkini « voi avete D kishit « avevate >>
at à kane « essi hanno kishin « avevano »

AORI STO PERFETTO

pata « ebbi D kam pasur « ho avuto >>


pate ke
pati/pat ka »
patem kemi >>
patet keni
patb kane

PIUCCHEPERFETTO I PIUCCHEPERFETTO I1

kisha pasur « avevo avuto D pata pasur « ebbi avuto B


kishe >> pate >>
kish(te) D pat(i) LB
kishim » patem D
kishit >> patet
kishin N paten w
FUTURO I FUTURO 11

do te kem « avrò P do te kern pasur <i avrò avuto


do te kesh do te k a h N
do te kete do te kete D
do te kemi dotekemi »
do te kini do te kini »
do !te kene >t

MODO CONGxUNTIVO
PRESENTE IMPERFETTO

te kem « che io abbia >t te kisha « che io avessi »


te kesh te kishe
te kete te kisu te)
te kemi te kishim
te kini te kishit
te kene te kishin

PERFETTO PIUCCHEPERFETTO I
te kem pasur cr eh'io abbia avuto » te kisha pasur « ch'io avessi. avuto »
#tek a h >> tekishe »
te kete D te kish(te) D
te kemi » te ~ ~ s h P) h
te kini >> te kishit »
te kene B te kishin »

MODO CONDIZIONALE
PRESENTE PERFETTO
do te kisha «avrei» do te kisha pasur « avrei avuto.
do te kishe do te kishe n
do te kish(te) do te kish(te) P
do te kishim do te kishim B
do te kishit do te kishit )>

do t2 kishin dotekishin »
87

MODO OTTATIVO
PRESENTe PERFETTO
pa~a 4< ch'io possa avere * paqa pasur ach'io -Ia avere avuto,
Pac P2C lb

paste paste

MODO AMMIRATIVO
PRESENTE IMPERFETTO
paskam « ho io paskzsha « avevo io »
paske pask&he
paska paskej
pbkemi paskshim
pàskeni paskeshit
paskan pàskihin

PERFETTO PIUCCHEPERFETTO

paskam pasur « ho avuto io » paskesha pasus 4 avevo avuto io


paske D paskeshe
pmka D paskej >>
pàskemi » paskEshim D
p-&shni » paskkhit
paskan paskeshin

MODO IMPERATIVO
PRESENTE
kini 4 abbiate voi »

PRESENTE PERFETTO

tpais;ur << m t o )> pase pasur « .avuto »


PRESENTE PERFETTO
per te pasur « avere D per te pase pasur « avere avuto »

GERUNDIO
PRESENTE PERFETTO
duke pasur « avendo D duke pase pasur « avendo avuto B

Esercizio 30.

1. Une kam nje kale e ti ke nje qen. 2. Ai ka nje lope te zeze


e na kemi dy dele te bardha. 3. Ju keni nje shtepi te madhe dhe atà
kane nje kopsht te bukur. 4. Une kisha nje mik ne Amerike. 5. Dje
ti kishe nje liber te ri, ajò kish nje pende te re dhe aì kishte nje
fjalòr shqip te*ri. 6. Ti e une kishim shume lule. 7. Ti dhe atò kishit
disi miq ne Belgjike. 8. Ki durìm, more djale, se dhe ti do te kesh
gezìm. 9. Na patem nje sdhurate te bukur. 10. A patet dhe ju nje
dhurate? 11. Do te kini shume gezime, ne p a ~ idurim. 12. Do te
kisha pasur shume haré ne te kisha pasur ketù afer meje. 13. Pag
uraten, moj bije, si nga une dhe nga yt atee 14. (Po) te kisha pasur
kohe, do te kisha ardhur edhè une. 15. Po qé i mire te vrasin, pate
bishtin ta presin, po s'e pate ta ngjesins.

I . Io ho zln caualllo e t u hai un cane. 2. Egli ha ana mzrcca nera


e noi abbiamo due pecore bianche. 3. V o i avete zlna casa grande ed essi
hanno un orto bello. 4. Io avevo un amico in America. 5. Ieri tu avevi
un libro ~zuovo,essa aveva una penna nuova ed egli aveva un dizio-
nario albanese nuovo. G. T u ed io avevamo molti fiori. 7. Tu ed essa
avevate alcuni amici nel Belgio. 8. Abbi pazienza, o ragazzo, ché an-
che t z l avrai (qualche) gioia. 9. Noi avemmo un bel premio. 10. Ave-
ste anche voi un premio? 11. Avrete molte gioie se avrete pazienza.
12. Avrei avuto molto piacere se ti avessi auzlto qui vicino a me. 13.
Possa t u avere (abbi) la benedizione, o figlia, come da me cod pure
da tuo padre (sia da me che...). 14. Se avessi avuto tempo, sarei ve-
nuto anch'io. 15. Se sei buono ti picchia~o (uccidono), se hai la coda
te la tagliano, se non l'hai te la appiccicano.
88. Paradigma di « jum ».

MODO INDICATIVO
PRESENTE IMPERFETTO
jam « sono P) jshi ero P)
je ishe
eshte ish, ishte
jemi ishim
jeni/ jini
jane ishin

l
AORI STO PERFETTO

qcshe « fui P) kam qene « sono stato »


qe ke qene
qe ka qene
qeme kemi qene
qete kini qene
qene kane' qene

PIUCCHEPERFETTO I PIUCCHEPERFETTO I1

kkha qene « ero stato pata qene « fui stato P)


kishe )p pate
kish(te) n pati )>

kishim )>

kishi t >> patet


kishin B pat* j>

FUTURO I FUTURO I1

do te jem « sa:rb» do te kem qene « sarò stato )P


do te jesh do te kesh . )>
do te jete do te kete
do te jemi d o te kemi )P
do te jeni d o t e k e n i P)
do te jen5 ,do te kene >P
MOaO CONGIUNTIVO
P R E S ~ ~ IMPERF~TTO
te jem « che io sih D te isha « che io fossi D
te jesh te ishe
te jet? te ishte, ish
te jemi te ishim
te jcni te ishit
te jene te ishh

te kem qene « ch'io eia stato >> te klsha qene « ch'io fossi stato »
te kesh >., te kishe a
te kete >> te kish(te) >>
te kemi » te kishim
te keni p te kishit >>
te kene » te kishin >>

MODO CONDIZIONALE
PRESENTE PERFErn

do .te ilsha « sarei >> do te kisha qene « sarei stato >>


,do te ,ishe do' ti! kishe D

do te ish(te) do te kish(te)
do ,te ishim do te kishim »
do te khit do te kishit H

do te ishh do t2 kishin D

PERFETTO

qofsha « ch'io possa essere paqa gene « ch'io possa essere stato D
qdsh P% >>
qofte paste >>
qofshin paqim >>
q~fshi H

qdshin gacin
1-

MODO AMMIRATIVO
PRESENTE IMPERFETTO
.
qenkam « sono io qènkesha « ero io )>
-,

qenke qenkeshe
qenka qenkej
qènkemi qènkeshim
qènkeni qènkeshit
qenkan qènkeshin

PERFETTO PIUCCHEPERFETTO

p&kam qene « sono stato io » pàskesha qene « ero stato io »


pske .» paskeshe » '

paska , >> pàskej >>


pàskemi )> pikskeshirn D
pàskeni >> pàskeshit >>
paskan >> pàskgshin >>

MODO IMPERATIVO
PRESENTE

ji « sii tu jini a siate voi »

PARTICIPIO
PRESENTE PERFETTO
qene' « stato pase qene « stato >>

INFINITO
PRESENTE PERnrETTO
per te qene a essere P per te pase qene « essere stato >>

GERWIO
PERFETTO
duke qene 4 es6enodo D duke pase qene « essendo stato D
, Esercizio 31.
1. A je ti shqiptir? Jo, une jam arberèsh. 2.' Kush-eshte i lumtur
ne kete jete? 3. Dje qeme ne mal dhe neser do te jemi prape ne qytèt.
4. Kam qene shume i gezùar me lajmet qe me ke dhene. 5. Qofsh
bekùar per sa na the! 6. Do te kisha qenE &è une me ju, po nuk me
lane. 7. Neser do te jeni ne zyrEn tùaj? 8. A kini qene ne teàter
preme? 9. Motra jote do te ish(te) shume e kenaqur po te ish ketù
me ne. 10. S'kemi qene ne Rame asn-jehere sivjèt. 11. Qenkam une,
more djale! 12. Ti paike qene? 13. Bija e kthyer si qerrja e thyer.
14. Na sillni, ju lutem, peshk te tiganisur. 15. LlogarinE, ju lutem.
I . Sei tu albanese? No, sono arberèsh. 2. Chi è felice in questa
vita? 3. Ieri fummo-in montagna e domani saremo di nuovo in città.
4. Sono stato molto contento per (con) le notizie che mi hai date.
5. Possa tu essere (sii) benedetto per ciò che (quanto) ci hai detto!
6. Sarei stato. anch'io *convoi, ma non mi lasciarono. 7. Domani sarete
nel vostro ufficio? 8. Siete stati a teatro ieri sera? 9. Tua sorella sa-
rebbe molto contenta di essere (lett. « se fosse ») qui con noi. 10.
Non siamo stati a Roma neppure una volta quest'anno. I l . Son io, fi-
gliolo! 12. Sei stato proprio tu? 13. La figlia diuorziata (lett. « ri-
tornata » in famiglia) (è) come il carro rotto. 14. Portateci, vi prego,
(del) pesce fritto. 15. I1 conto, per favore.

89. Daremo ora, come esempio, la coniugazione per esteso del pa-
radigma di un verbo per ogni classe verbale, seguendo la tabella stabi-
lita al n. 84 e le osservazioni del n. 85.

90. Paradigma del verbo 4 ufròj » ( la classe):


MODO INDICATIVO
PRESENTE IMPERFETTO
afròj « avvicino afroj a « awicinavo
af sòn afroje
a£rbn afronte
afrojme afronirn
afroni afronit
afrojnii aftonin
PERFETTO

afrwa « awicinai kam afrùar « ho awicinnato >>


af rove ke >>
afròi ka. >>
afrìiam kemi >>
afriìat keni >>
af rùan kane >>

PIUCCHEPERFETTO I PIUCCHEPERFETTO I1

kisha afrùar << avevo awicinato >> pata afrùar « ebbi awicinato >>
kishe >> ~pate >>
kish( te) >> pati >>
kishim >> patem »
kishit >> patet >>
kishin >> ,paten >>

FUTURO I FUTURO I l

do te afròj « awicinerò D do te kem afrù,ar « avrò awicinato >>


do te afròsh ,do te kesh D

do te afroje do ,te ketE D


do te afrojm? do te k,emi >>
do te afirohi ldo te keni >>
do te afrojne do te kene >>

MO!m CONGIUNTIVO
PRESENTE IMPERFETTO

te afròj « ch'io awichi D te afroja « ch'io avvicinassi


te afròsh te afroje
te afroji! te ahonte
t e afrojmE te afronim
te & o i (te afronit
te afrojnE te afronin
PERFETTO PIUCCHEPERFETTO
te kem afrùar ueh'io abbia avvicinato)) te kisha afrùar ach'io avessi awicinato»
te kesh B te kishe p
te kète B te kish )>

te kemi te kishirn
te keni B te kishit n
te kenE )> tekishin )>

MODO CONDIZIONALE
PRESENTE PERFETTO

do te afroja « avvicinerei )> do te kisha afrùar «avrei awicinato))


do te afroje I do te kishe D
do te aftonte do te kish )>

do te laifriuiim do te kishim B
do te afronit do .te k i , t )>
do te afronin do te kishin )>

MODO BTTATIVO
PRESENTE PERFETTO

afmfsha « ch'io ~ p s aavvichare )> paga afrùar uch'io pussa aver ;

avvicinato»
drbfkh pac )>

afrofte paste )>

afrofskim
af rof shi
afrchhin

MODU AMMIRATIVO
PRESENTE IMPERFETTO
afrùakam « avvicino veramente » afrhakesha e avvicinavo veramente
a£rììake afriìakeShe -
afrìiaka afrùakej
aifrùakemi afruakEshinl
aifrùlkeni af rìiakeshit
affiakan afr&akbhin
paskam afrùar «ho proprio awicinato~ phskesha afmar <t avevo proprio awici-
'nato >P
paske >> pàskeSh-e »
paska D paskej >P
paskemi W pàskeshim
,pàskeni » pàskeshit
paskan >P paSk&hin

MODO 1M.PERATIVO
PRESENTE

afrò « awicina +u afroni 4 avvicinate voi

PARTICIPIO
PRESENTE PERFETTO
aafrùar a avvicinato pase afrùar <( awicinato >>

INFIaNITO
PRESENTE PERFETTO
per te afrùar « awicinare » per te pasE afirùar «avere rwieinato~

GERWIO
PRESENTE PERFETTO
duke drhar « 8witi~uido duke pase aifrùar « avendo awicinato

\
91. Come « afròj » si coniugano tutti i verbi della prima classe,
anche quelli con tema in «-e-». Cosi rrembèj, di cui diamo le prime
persone dei tempi semplici:
Indic. Pres. : rrembèj, rriimbèn, rrembejme, rrembeni, rrembejnii.
Imprf. : rrgmbeja, rrembeje, ecc.
Aoristo : rrembeva, rrembeve, rrembeu, rriimbyem, rrembyet, rrembyen.
Participio : rrembyer.
I tempi composti si coniugano -regolarmente apponendo il partici-
pio agli ausiliari corrispettivi : kam rrembyer , ecc.
Per le particolarità dei temi in «-o-» e .dei temi in «-e-» si veda
quanto detto al n. 85 sulla prima classe verbale.

Esercizio 32.
1. Ne pranvere lulezojne pemet, kendojne zogjte dhe jeta e tere
ggzòn. -2. Ku banoni ju? Ne banojme ne fshatin prane lumit te madh.
3. Kush te shtrengòn qe te shkosh? 4. Kam lexùar tere gazeten dhe s'e
kam gjetur artikullin t h d . 5. Cka pesòi djali? 6 . Po qe se punòn edhè
ti bashke me mùa, do ta mbarojme punen me shpejt. 7. Kryeje de-
tyren tende me kujdès e shikò gjithmone perpara. 8. Do te kisha blere
gazeten e sotme, po im ate nuk me la (ose: lejòi) te shkoja. 9. Ja
shkrova le tre^ nenes e i rrefeva (ose: kallezova) tere ngjarjen. 1O. Mos
shkrùaj me thengjill ne muret. 11. Shkofsh mbi gjembat e m a u ce-
nòfsh. 12. Lulezùaka trendafili ne penxhere! 13, Bekona (ose: na bekò),
o Perendi, sipàs miresise sate. 14. Lavderoni Perendine, o popuj, me
haré! 15. Si e shqiptoni ju kete fjale?
I. In primavera fioriscono gli alberi,'cantano gli uccelli, e la terra
(vita) tutta si rallegra. 2. Dove abikte voi? Noi abitiamo nel vil-
laggio accanto al fitlme grande. 3. Chi ti obbliga (costringe) ad an-
darci? 4. Ho letto ttltto il giornale e non ho trovato il tuo articolo.
5 . Cosa è accadzrto al ragazzo? G. Se lavovi anche tu insieme o me, fi-
niremo il lavoro piti presto. 7. Compi (lo) il tuo dovere con diligenza
e guarda sempre avanti. 8. Avrei voluto comperare il giornale di oggi,
ma mio padre non mi losciò (oppure: permise di) andare. 9. (Le)
scrissi la lettera alla mamma e le rsccontai (oppure: la i n f o r m ~ di)
i
tatto l'accaduto. 10. Non scuiuere col carbone wi muri. 11. Possa tu
camminare sulle spine e non ferirti (senza ferirti). 12. E' fiorita (fio-
risce) la rosa sul dduanzale (finestra). 13. Benedici noi, o Dio, secon-
do la tua bontà. 14. Lodate Dio, o popoli, in allegria! 15. Come .(la)
pronunciate voi questa parola?
92. Pavadigma del verbo «lyej» (Za classe):
MODO INDICATIVO
PRESENTE IMPERFETTO

« ungo lyeja « ungevo »


ly en lyeje
lyen lyente
lyej me Iyenim
lyeni lyenit
lyejne lyenin

AORI STO PERFETTO

leva « unsi >> kam lyer u ho unto »


leve ke »
. aeu ka B
kemi »
keni
kane.

PIUCCHEPERPETTO I PIUCCHEPERFETTO IL

kisha lyer « avevo unto* pata lyer « ebbi unto »


kishe P pate
kish » pat
ki~shh patgm
kiishit patzt D
paten »

FUTURO 1 FUTURO 11

{do te kem lyer « avrò unto »


do te kesh »
do te kete D
do te kemi D
Ido #tekeni »
do a6 kene »
MODO CONGIWTIVO
PRESENTE IMPERFETTO

te lyej « ch'io unga .»


. .
te Iyeja « ch'io ungessi )>
'

te lyesh te lyeje
te lyeje te lyente
t e lyejane te lyenim
te lyeni te lyenit
te lyejne te lyenin

PERFETTO PIUCCHEPERFETTO
te kem lyer « ch'io abbia ~un.to te kisha lyer « ch'io avessi unto
te ke~h N tekishe )>
te kete )> tekish
te kemi te kilshim
te kini )> te kishit >>
te kene » te kishin )>

MODO CONDIZIONALE
PRESENTE PERPETTO
do te lyeja «u.ngerei» do te kisha lyer « avrei unto )>
do te lyeje do te kkhe
do te $ente do te kieh )>

do te lyenim ds te kishim
do te lyenit
do te lyenin

MODO OTTATIVO
PRESENTE PERFETTO
letsha « ch7io possa ungere >> ipaca $er « ch'io possa aver unto )>
Msh PaC D

lefte paste )>

lefishim
JeEshi
lefshin
PRESENTE IMPERFETTO
tlyekam i<ungo dawero ! )> lyekesha <« ungevo' davvero! )>
lyeke Iyekeshe
iyeka lyekej
lyekemi , iyekeshiam
lyekeni lyekeshit
lyekan lyekeshin

PERFETTO PIUCCHEPERFETTO
paskam lyer « ho unto dawero! » p&skesha lyer « avevo unto davvero! D
paske )> pàskeshe )>
paska paskej )>

pàskemi )> ~pàiskashim)>


pàskeni )> iphskeshit
paskan » p&sk%hin )>

PRESENTE
lyej « ungi tu )> llyeni « ungete voi »

PARTICIPIO
PERFETTO
dyer « unto pase lyer 4 unto )>

I
PRESENTE PERFETTO
per te lyer « ungere )> per te pase lyer « aver unto»

GERUNDIO
PRESENTE PERFETTO
duke ilyer « udligeifdo )> duke pase lyer « avendo unto D

93. Perle particolarità riguardanti la coniugazione di questa secon-


da classe di verbi cfr. n. 85, 2' classe.
Esercizio 33.
1. Laj edhe fajet jo. vetem .faqet. 2. Qante duke lare vasha pratie
lumit . 3. Mos b,esò me lehtesf gka shkrùajne4gazetat. 4. Ushtaret hyne
ne qytèt dhe shkùan neper rruget duke kendùar kenge kombetare.
5. Studentat e universitetit neser do te bejn8 provimet e pare. 6 . UjEt
e lumènjvet e kthejne me rremba dhe e cojne per te punùar mullinjte.
7. Punonte djali dhe kendonte. 8.. Dje bente V@, .po sot ben pak
me-ftohte. 9. Lanin vajzat buze lumit dhe kendonin me gezìm. 10. Ju
uròj te kremtoni festat per shume vjet me te mire e me haré. 11. Dy
here diten shkoja ne pazàr dhe bleja lule per baben. 12. Hyre brenda,
se te ze shìu. 13. Cfare monumenti eshte ky? Ma perktheni, ju lu-
tem-, kete mbishkrim. 14. Kush e ka pikturùar kete portrèt? 15. Detin
era fryn e fjala njerine.
I . Laua(ti) anche le colpe non solo il viso. 2. Piangeva lavando
la fanciulla presso il fiume. 3. Non credere con leggerezzaciò che scri-
vono i giovnali. 4. I soldati entrarono in città e passarono per le strade
cantando inni nazionali. 5. Gli studenti dell'univer~itàdomani faranno
i primi esami. G. ~ ' a c q &dei fiumi la deviano per mezzo di canali e
la dirigono per (far) lavorare i mulini. 7. Lavorava il ragazzo e can-
tava. 8. Ieri faceva caldo, ma oggi fa un po' pizi fresco. 9.. Lavavano
le fanciulle alla riva del fiume e cantavano allegramente (lett. « con
allegria »). IO. Vi auguro di celebrare le feste per molti anni con
(ogni) bene e gioia. 11. Due volte al giorno andavo al mercato e com-
pravo fiori per papà. 12. Entra (dentro); ché ti sorprende la pioggia.
13. Che monumento è questo? Traducetemi, per favore, quest'iscri-
zione. 14. Chi ha dipinto questo ritratto? 15. Il vento gonfia il mare
e la parola (gonfia) l'uomo.
94. Paradigma del verbo « hap » classe):
(ja
MODO INDICATIVO
' PRESENTE IMPERFETTO
hap «apro>> hapja « aprivo »
hap ha~pje
hap hapte
hapim . hapnim
hapni hapnit
hqin haipnin
AORI STO PERFETTO

hapa « aprii )> kam hapur 4 ho aperto »


hape ,

hapi
h@m kèmi
hapiit keni )>

haipEn kane B

PIUCCHEPERFETTO I PIUCCHEPERFETTO I1

kisha hapur 4 avevo aperto )> pata haipuruebbi aperto»


kishe » ~pate » .

kish x? ipat )>

kishim patem
kishit D patet
kiashin D paten

FUTURO I FUTURO I1

do te hap « aprir5 do te kem hapur « avrò aperto D


do te hapesh do #tekesh »'
do te hape do te kete »
do te h a p h dlo k,emi D
. do te hqmi do te kini
do te hapin do te kenE »

MODO CONGIUNTIVO
PRESENTE IMPERFETTO

te hap « ~ h ' i oapra » te hapja « ch'io aprissi »


te h- te haipje
te ha* te hapte
te h a p h te hMm
te hqni te hqlfnit
te hapin te hapnin
PERFETTO PIUCCHEPERFETTO

te kem hapur c< ch'io irbbia aperto » te kishla hhapr uch'io avessi aperto»
te kesh » te kishe4 »
te kete >- te Esh N
te kemi N te kiehim >>
te kini >> te kishit
te kene >> te kishin

PRESENTE PERFETTO

do .te hapja « aprirei do te kisha hapur « avrei aperto D


do ;te h p j e do te kishe >>
do te hapte do te kish >>
do te hapnirm do te kishim
do te hapnit. do te kishit >>
do te hapnin do te &in

!MODO OTTATIVO
PRESENTE PERFE'M'O

hapsha << ch'io p s a aprire >- paca hagir «ch'io passa aver aperto»
'Irapsh
haptE paste >>
hqpshim ipa~im »
hapshi
hapshin

MODO AMMIRATLVO
PRESENTE IMPERFETTO

hapkam « e r o davvero! » hàrpkesha « aprivo dawero!


hapke hàipkeshe
hapka hapkej
hàpkemi hàpkeshim
hhpkeni hàpk&hit
hrplran hàpkeshin
l

PERFETTO PIUCCHEPERFET‘ID
paskam hapur « ho aperto davvero! » piiskesha hapw «avevo aperto dawero>>
paske pàskhhe B
paska » paskej >>
iphskemi B pàskeshim
paskeni pkkeshit »
paskan 9 phskeshin

MODO IMPERATIVO
PRESENTE
hap 4 apri tu D hapni « aprite voi

PARTICIPIO
PRESENTE PERFETTO
hapur « aperto »' ipase haput « aperto »'?'

INFINITO
PRESENTE PERFETTO
per' te hqur « aprire per te pasE hapur « aver aperto

GERUNDIO
PRESENTE PERFETTO
duke lhapur « aprendo » duke pase hapur « avendo aperto

95. Perle particolarità riguardanti la coniugazione di questa terza


classe di verbi cfr. n. 85, 3a classe. I verbi con tema in occlusiva ve- -
lare, come ivi fu detto, nella terza persona singolare dell'aoristo ri-
chiedono la desinenza velare -u. Cosi ngroh «riscaldo», farà ngrohu, ecc.

Esercizio 34.

1. Hapa deren e hyri yt bir; duke qeshur. 2. Tek po drejtori


hapte dritaren dhe shtynte syte ne rruge, pa ushtaret qe ecnin me
radhe. 3. Vendosa te shkoj sot ne zyren e ministrise se aresimit. 4. A
i mbathe kepucet e reja qii bleme njeditgz? 5. Jo, po do t'i mbath
iieser. 6. Hapma deren, mema ime, thonte piane prakut JurEndina.
7. Grate tanì e stolisin nusen me kujdès te madh. 8. Ecte djali neper
kopshtin e prekte lulet IehtE-IehtE. 9. Paskarn hapur deren, shikò!
I

I O . Shkelke lulet, morè! 11. Me litiir te hùaj mos hyre ne pus! 12.
Qeshi sa plasi. 13. Mbylle deren dhe hap dritaret. 14. Mos qesh kur
pi se te zehet fryma. 15. Porositni, ju lutem, nje mjek. 16. Merrni
fryme thelle; cka ju dhemb? ME dhemb ketù dhe s'kam orèks (apetìt)
te mire.
I . Aprii la porta ed entrò tuo figlio ridendo. 2. Mentre il diret-
tore apriva la finestra e gettava uno sgtlardo sulla strada, vide i sol-
dati che camminavano in fila. 3. Ho deciso di andare oggi nell'ufficio
del Ministero dell'lstruzione. 4. (Le) hai messe (lett. « calzasti a)
le scarpe nuove che comperammo avantieri? 5. No, le metterò do-
mani. 6. Aprimi la porta, o mamma (mia), diceva Jurendina presso
la soglia. 7. Ora le donne adornano la sposa con grande diligenza.
8. Camminava il bambino nell'orto e toccava i fiori leggermente. 9.
Guarda, ho aperto la porta! 1O. Ehi, calpesti i fiori! 11. Con la corda
degli altri non entrare nel pozzo! 12. R i ~ efino a scoppiare (lett. « rise
qwnto scoppiò ») . 13. Chiudi la porta e apri le finestre. 14. Non ri-
dere quando bevi ché soffochi. 15. Per favore, chiamate un medico.
16. Respirate profondamente; cosa vi duole? Mi duole qui e non ho
appetito (buono) .
96. Paradigma del verbo « bertas » (4a classe):
MODO zNDICATIVO
PRESENTE IMPERFETTO

AORISTO PERFETTO
bErtita « gridai » kam bertinu 4 ho gtgridatn n
bertite ke >>
bertiti ka >>
bertitb kai »
kisha bertitur « avevo gridato pata bertitur [«ebbi gridato))
. kishe D pate D

kish D ipat D

kilshirn ?) patem B
kishilt )> patet D

paten D

FUTPRO I FUTURO I1

do te bgrtàs 44 griderò do te kem :bErtitur c4 avrò gridato »


do- te l&rtas+h do te keish )>

& te bertase do te kete


do te bertasim do te kemi D
do te beititni do te kmi
do .te bertasin do te kene )>

PRESENTE IMPERFETTO

te bertiis « &'io gridi D te ,bErtitja « ch'io gridassi


te bertasesh te bertitje
te 4GrtaE te bertiste
itebertasin te bertitaaim
te bertitni te bertitnit
te bertasin te ber titnin
l

I
PERrnTTO PIUCCHE?ERFETTO

te kem bertitur « ch'io abbia gridato » te kilsha bertitur «ch'io avessi gridato))
te ksh >> te kishe »
te kete >) te kish D

te kemi >P tekirshh D

f
te keni >P te kishit D
MODO rnrnIZI0NALE
PRESENTE PERPETTO
do te bertitja « griderei do te kisha 'batitur <( avrei gridato P
do ti! bertitje do te kishe N

$0 te bertiste d3 .te E& )>

do te bgrtitnim do te kbhim »
do te ibe~titnci't do te kishit )p

do te bertitnin do te kisiln »

!MODO OTTATIVO
PRESENTE PERFETTO
bertibsha « ch'io - p s a gridare! paca b6rtitur « ich'io aver M-
dato »
PaC )>

pste )>

pacim )>

paci )p

paciin )p

PRESENTE IMPERFETTO
bgrtitkam « gnido daweto! )> berdtkasha « gridavo dawero!
bertitke bei tf tk&he
bertitka bertitkej
bertit k m i beraitkeshim
~betrtitkeni bertitkeshit
bgrtitkan bertltkikhin

peskml bertitut «ho lgidato dawero! phkesha bertitur « a m o gridato &v-


vero!)>
MODO IMPERATIVO
PRESENTE
bertit. « grida tu! >> bertitni « gridate voi! >>

PRESENTE PERFETTO
bertitur « gridato » ( ! ) pase bertitur « gridato » ( !)

INFINITO
PRESENTE PERFETTO
per te bertiaulr « gridare >> #r te pese bertitur «aver gridato*

PRESENTE PERFETTO
duke bsstitur «gridando» duke pase bertitur «avendo gridato»

97. Per le particolarità riguardanti la coniugazione dei verbi -di


questa quarta classe cfr. n. 85, 4a class'e.

Esercizio 35.

1. Kush bertèt? Djemte bertasin. 2. Mos besò se duke bertitur


do te genjèsh njèrezit e urte. 3. Jam ketù duke pritur qe ne mengjèz.
4. C'pritni nga atà? 3. Pse e shite qenin? Pse s'lehte. 6. Une shitja
fiq dhe Mara shiste lule. 7. Shit sadò ke dhc eja pas meje.' 8. Per sa
me perkèt mùa mos ki kujdès. 9. Do te pres ketù gjer sa te vijE im
velli. 10. Kush nuk flet pelsèt. 11. Djemte e fqinjvet jane duke ecur
neper àkullin e rruges dhe shume bere shkasin. 12. Kush i shet ketò
penda te bùkura? 13. Atò pula i shitnin dje ne pazàr. 14. Shitke oto-
mobilin! 15. Paskej pelcitur si bretkosa para kàut! 16. Nena kishte
tiganisur dy veze per dreke. 17. Sot une ngas me shpejt se ju,
po dje ju ngisnit me shpejt se une. 18. Goditkej shenjen ushtari yne
19. Mos ikni larg, ju djem; shetitni ketù afer nesh, ose bridhni ne
obòrr te shkolles. 20. Mesùesi shetiste duke bisedùar me drejtosin e
akademise. 21. Vate vajza tek molla dhe keputi njE .dege me lule.
22. Kullotja nje thelleze lart mbi nje koder, pastaj erdhi qifti e ma-
rrembeu .
I . Chi grida? I ragazzi gridano. 2. Non credere che gridando in-
gannerai gli uomini prudenti. ?. Sono qui ad aspettare (lett. « aspet-
tando ») sin dal mattiho. 4. Cosa aspettate da loro? T . Perché hai ven-
duto il cane? Perché non abbaiava. 6. Io vendevo fichi e Mura ven-
deva fiori. 7. Vendi quanto hai e seguimi. 8. Per quanto mi riguarda
non aver preoccupazioni. 9. Aspetterò qui $n quando verrà mio fra-
tello. 1O. Chi non parla scoppia. I I . I bambini dei vicini s+tannocam
minand; st~lghiaccio della strada e molte volte ( v i ) scivolano. 12. Chi
lc vende queste belle penne? 13. Quelle galline le vendevano ieri al
mcrcgto. 14. Vendi davvero I'at~tomobile! 15. Era scoppiata come la
rana davanti al bue! IG. La mamma avevu fritto due uova per pranzo.
17. Oggi io corro pib svelto di voi, ma ieri voi correvate p i i in fretta
d i mc. 18. Colpiva 'il bersaglio proprio il nostro soldato! 19. Non
correte lontano, voi bambini; passeggiate qua vicino (a noi) oppure
niocate nel cortile della scuola. 20. L'insegnante passeggiava conver-
C>

sando col direttore dell'accademia. 21. Andò la fanciulla presso il melo


e spezzò tm ramo fiorito (lett. « con fiori »). 22. Pascevo una pernice
lassu su un colle, venne poi il falco e me la ghermi.

98. Paradigma del verbo « sjell » (5a classe):


MODO INDICATIVO
PRESENTE IMPERFETTO

s jell « conduco sillja « conducevo D


sjell sillj e
s j e11 sillte
sjdlim
sillni sillnit
sjellin

AORL STO PERFETTO


solla « condussi » kam sjdle «ho condotto »
solle ke B

solli ka »
sùallem kemi D
dalla keni P
sùaillik kan8 »
PIUCCI-IEPERFETTO I

kisha sjelle !le« avevo condotto }P pata sjelle « ebbi condotto!»


Icishe }> ;pate N
'kish D

kishin D

FUTURO I FUTURO I1

do te sjell « condurrò » do te kem ls'jelle « avrò condutto


do te lsjellesh do te kesh >>
do te sjelle ' do te kete »
do te sjellim dotek)emi D

do !te sillni do te kini


do te sjellin do te lcene )P

MODO CONGIUNTIVO
.

PRESENTE IMPERFETTO

te sj,eU « ch'io conduca >> te sillja « .cl-i7ioconducessi D


te sjellsh t5 sillje
te ~jelle :te ,siUte
re sjellim te silluinn
te sillni te ,sillnit
t2 sjellin te sillnin

PERFETTO PIUCCHEPERPETTO

te kem sjelle « ch'io labbia condotto D te kisha sjelle ach'io avessi condotto»
te kesh >) te kishe .»
te kete >) te kish >>
te kemi n te kishinn
te b
h » tZkishit D
te kenE te kishin
MODO CONDIZIQNAILE
PRESENTE - PERFETTO
do te sililj'a « condurrei
do te sillje
do te ki~h )>

{do te kiishim
do te kishit D
do te kishin

MODO O'FTATIVO
PRESENTE PERFETTO

sjelilsha « ch'io {possa condurre paca s j d e «ch'io possa aver condotto!»


sjellsh PaS >>
sjellte . paste »
sjellshim
sjcllshi paci P

s jdlshin

PRESENTE IMPERFETTO

sjdlkam « conduco dawero! sjèllkesha « conducevo davvero! »


sjellke sjèllkgshe
sj ellka sjellkej
sj èllkemi sjèllkgshim
sjèllkeni sj èllkeshit
sjellkan sj5llkEshin

PERFETTO PIUCCWEPERFETTO

paskam sjelle «ho ~ondottodlawero!» pàskcsha sjelle « avevo coindotto dav-


vero! )>
paske D pàsk6she
paska - D paskej )>

phskemi B pkskeshim >>


pàskeni n piiskEshit >>
paskan » pàskgshin )>
MODO IMPERATIVO
PRESENTE
si11 4 conduci tu! sillni « conducete voi!

PARTICIPIO
PRESENTE PERFETTO
sjelle 4 condotto » ( !) pase ~sjelile4 condotto » ( !)

INFINITO
PRESENTE q PERFETTO
,per te sjelle « condurre D per te pa~esjelle « aver condotto

PRESENTE PERFETTO
duke s jelle « conducendo D duke p s e s j d E « avendo condotto »

99. Per le particolarità riguardanti la coniugazione dei, verbi di que-


sta quinta classe cfr. n. 85, (5a classe).

Esercizio 36.

1. Lumi i madh i fshatit tone rrjedh me vruli nga malet e larta.


2. Ma sillni edhè nje here ate bije ta shoh. 3. Motra ishte ne kuzine
duke gathar te ngrenet: ajò piqte nje qepe &e kishte vene nE ~ j e
disii lakra. 4. A kini vjelE ju tashme? kemi mbarùar se vjèluri qE dje
mbrema dhe neser do te shkojme per te vjelur ne vreshten e tim ku-
sheriri. 5. Do te kisha sjelle edhè fgmijet po tE kisha di(j)tur se ju
bridhnit ketù. 6. h s h e mbolli kete arE? E mbùallen fqinjte e ungjit
tiìaj. 7. Dielli te djeg e te nxin ne vere, po ne dimer te pelqèn se t E
ngroh. 8. Hiqmu kendèj dhe di1 ne shesh. 9. Hiq e hiq e keputi telin.
10. Kush e di se &a da te na sjelle viti i ri? 11. Gjer mot Krishti
ka: mbill ti se vjel yt bir 12. Edhè ti e hoqe doren nga kjo pune?
13. Mora kalin e ngava shpejt. 14. Zgjidhni ju vete IetrEn qE doni;
ketù ju solla leter shkrimi, leter vizatimi dhe leter thìthese. 15. Mos
. Sa shkrepi dielli permbi
dilni jashte kur bìe shi, se merrni te f t ~ h t e 16.
malet, dolli ne shesh edhè plaka.
1. Il fizlme grande del nostro villaggio scorre impetuoso (lett.
« con impeto ») dagli alti monti. 2. Portatemi ancora una volta quella
figlia ch'io la veda. 3. .La sorella era iut cucim ( e ) stava preparando
il cibo: essa arrostiva una cipolla e aveva messo in acqua alcune ver-
dure. 4. V o i avete già vendemmiato? Si, abbiano finito di vendcm-
nriare ieri serrr e domani andremo d vendemmiare nella vigna d i mio
cugino. 5 . Avrei condotto anche i bambini se avessi saputo che voi
giocavate qui. 6. Chi seminò questo campo? Lo seminarono i vicini
di tuo zio. 7 . Il sole ti brucia e ti annerisce d'estate, ma d'inverno ti
piace perché ti riscalda. 8. Tiramiti di qui e va' (esci) al largo. 9.
Tira e tira, spezzò il filo. 10. Chi ( l o ) sa che cosa ci porterà l'anno
~auovo?11. All'anno venturo ci penseri DIO (lett. « fino all'anno ven-
turo ha Cristo »): (ora) semina tu, ché (poi) mccoglieri tuo figlio.
12. Anche tu ti sei ritirato da questo affare? ( l e ~ t « . ritirasti la mano
da ... 3 ) . 13. Presi il cavallo e corsi veloce. 14. Scegliete voi stesso (voi
stessi) la carta che volete; qui oi ho portato carta da scrivere, carta
da disegno e carta assorbente. 15. Non uscite fz~oripanda piove, ché
prendete freddo (raffreddore). 16. ( N o n ) apperza spuntò il sole sui
monti, usci al lcrgo anche k uecchia.

100. Esempi di coniugazione medio-passiva.

1. Paradigma del verbo « afrohem » ( 1" classe):

RIODO INDICATIVO

PRESENTE IMPEPFETFO

afrohern « mi avvicino », afròhesha « mi awicinavo »


« sono avvicinato »
afrohesh af ròheshe
afrohet af rohej

af ròheni af ròheshit
af rohen afròheshin
I

AORI STO PERFETTO

u afrova « mi avvicinai >> ja 111 afrùar « mi. sono awicinato >>


u afrove ie )>

u .af~a eshte >>


u afrùam jenii >>
u afriiat jeni >>
u afrùan janE >>

PIUCCHEPERFETTO I PIUCCHEPERFETTO I1 '

isha afrtiar <( mi ero awicinato qeshe a6rÙar . <«(mi)fiui lavviciinsto»


ishe D 46 >>
ish )> iqe )>

imshim >> qeme )>

ishit » qete .)>

ishin . >> qene )>

FUTURO I FUTWRO I1

do te afrohem « mi avvicinerò » do t e jem alfrhar «mi sarò avvicinato»


do te .aifroh& do te jesh )>

do te isafrokt do te jetE
do ,te jemi »
do te srfròheni do te jeni »
do te a.frohen dotejene )>

MODO CONGIUNTIVO
PRESENTE IMPERFETTO

te afrohein « ch'io mi avvicini P te afrbhesha « ch'io mi .avvici~niaissi


D

te afrohesh te afiròhshe
te afmhet te afirohej
II te lafròhemi te afròheshim
i te afròheni t2 afrbheshit
l te afrukn te afròheshin
l
PERFETTO PIUCCHEPERFETTO
te jem afrùar «ch'io mi isia awi&to» te isha afrùar ech'io (mi) fassi avvici-
nato»
te jlah -n teishe B
te j'ete >> te ish >>
te jemi » tejlshim >>
tejini » te ishict »
t e jene u te ishin >>

MODO CONDIZIONALE
PRESENTE PERFETTO
do te lafròhesha « mi awicinerei » do te isha afrùar «mi sarei awicinlato»
do te afròheshe do te iashe >>
do te e afr~hej do te ish >>
ldo te afròheshim do te ishim D
do te afròheshit do te ishit
do te dròheshin do te ishin

MODO OTTATIVO
PRESENTE PERFETTO
u afrofsha « ch'io ,pesa avvicinamni » qofisha afrùar «ch'io p s s a essermi av-
vicinato~
u afrclfsh qof sh >>
u lafrofte q06te . a
u afrofshim qogshim »
u afrofshi qofshi
u afroshin qofishin
I

MODO AMMIRATIVO
PRESENTE IMPERFETTO
u afrùakam « mi *amicino daweso! » u lafrùakEsha - «mi awicinavo dawero!»
u afrùake u afirùakeshe
u iadrùaka u afrùakej
u afrìiakemi u afirttakeshim
u SafrSakeni u .sfrùakeshit
u afrùakan u sfrùakeshin
PERFETTO PIUCCHEPERFETTO
qenkam drhar « m i wno avvicinato qenkesha afruar (((mi)ero avvicinato
davvero! » davvero! ~3
qenke D qènkkhe »
,qenka Gnkej n
qènkmi D qènkikhim )>
qènkeni D qènkgshit »
qenkan )> qènkeshin

MODO IMPERATIVO
- .
PRESENTE
afrohu « awicinati tu afròhuni « awi.cinatevi »

. PARTICIPIO
PRESENTE - PERFETTO
af rhar « awicinato » ( !) qene afhaq « :stato avvicinato .»

PRESENTE PERFETTO
per t'u drhar « avvicinarsi, essere awi- per te qene afrùar « essersi avvicinato,
cinato essere stato :ami-
cinato »

PRESENTE PERFETTO
duke u afruar « a w i d n d m i » dluke lqene af rùar «essendosi avvicinato))

2. Pavadigma del verbo « lyhem ». (2klasse):


Indicativo: Pres.: lyhem, ecc.
Impf .: lyhesha, ecc.
Aor.: u leva, ecc.
Perf.: jam lyer, ecc.
Piucpf. I: isha lyer, ecc.
Pz'zlcpf. 11: qeshe lyer, ecc.
Fzlt. I: do te lyhem, ecc.
Fut. 11: do te jem lyer, ecc.
Congiuntivo: Pres. : te lyhem, ecc.
Impf .: te lyhesha, ecc.
Prf.: te jem lyer, ecc.
Pizrcpf.: te isha lyer, ecc.
Condizion.: Pres.: do te lyhesha, ecc.
Perf.: do te isha lyer, ecc.
Ottativo: Pres.: u lefsha, ecc.
Perf.: qofsha lyer, ecc.
Ammirativo: Pres.: u lyekam, ecc.
Impf.: u lyekesha, ecc.
Perf .: qenkam lyer; ecc.
Piuccpf .: qènkesha lyer , ecc.
Imperativo: Pres. : lyhu, lyhuni.
Participio: Pres. : lyer .
Perf .: qene lyer.
Infinito: Pres.: per t'u lyer.
Perf.: per te qene lyer.
Gerundio: Pres.: duke u lyer.
Perf .: duke qene lyer.
N. B. - Allo steso modo si coni~igano« shkruhem » e gli altri verbi
della stessa classe.

3. Pavadigrna del verbo « hapem » (3' classe):


Indicativo: Pres.: hapem, hapesh, hapet, ecc.
Impf.: hàpesha, ecc.
Aor.: u hapa, u hape, u hap, ecc.
Perf .: jam hapur, ecc.
Piucpf. I: islia hapur, ecc.
Pizrcpf. I I : qeshe hapur, ecc.
Fut. l : do te hapem, ecc.
Fut. 11: do te jem hapur, ecc.
Congilcntivo: Pres. : te hapem, ecc.
Impf.: te hàpesha, ecc.
Perf.: te jem hapur, ecc.
Pizrcpf.: te isha hapur, ecc.
Condizion.: Pres.: do te hàpesha, ecc.
Perf.: do te isha hapur, ecc.
Pues.: . u hapsha, u hapsh, u hapte, ecc.
Peuf.: qofsha hapur, ecc.
Anzmirativo: Pres. : u- hapkam, ecc.
Impf.: u hàpkesha, ecc.
Perf.: qenkam hapur, ecc.
Pitrcpf. : qknkesha hapur , ecc.
Imperativo: Pres. : hapu, hàpuni.
Parlicipio: Pves. : hapur .
Perf.: qene hapur.
Iizfinito: Pres.: per t'u hapur.
P e ~ f . :per te qene hapur.
Gcrundio: Pres.: duke u hapur.
Perf .: duke qene hapur.
4. Pamdignza del vcubo « shitem » (4" classe):
I~zdicativo: Pres.: shitem, shitesh, shitet, ecc.
Impf. : shìtesha, ecc.
Aor.: u shita, u shite, u shit, ecc.
Perf.: jam shitur, ecc.
Piucpf. I: isha shitur, ecc.
Piucpj. 11: qeshe shitur, ecc.
Fut.. I: do te shitem, ecc.
. I : do te jem shitur, ecc.
Congiuntivo: Pres.: te shitem, ecc.
Impf.: te shìtesha, ecc.
Perf.: te jem shitur, ecc.
Pttlcpf.: te isha shitur, ecc.
Condizion.: Pres.: do te s l ~ ì t e s ~ecc.
a,
Perf.: do te isha shitur, ecc.
Ottativo: Pres.: u shitsha, ecc.
Pevf.: qofsha shitur, ecc.
Amrnirativo: Pves.: u shitkam, ecc.
Impf.: u shitkesha, ecc.
Perf.: qenkam shitur, ecc.
Piucpf.: qènkesha shitur, ecc.
Imperativo: Pres. : shitu, shìtuni.
Participio: Pres. : shitur.
Perf.: qene shitur.
Infinito: Pres.: per t'u shitur.
Perf.: per te qene shitur.
Gerzdndio: Pres.: duke u shitur.
Perf.: duke qene shitur.
5. Paradigma del verbo «sillem » (5" classe):
Indicativo: Pres. : sillem, asillesh, sillet, ecc.
Impf.: sillesha, ecc.
Aor. : u solla, u solle, u ~ùall,u sùallem, u sùa-
llet, u sùallen.
Peuf.: jam sjelle, ecc.
Piucpf: I: isha sjelle, ecc.
Piucpf. 11: qeshe sjelle, ecc.
Fat. I: do te sillem, ecc.
Eut. 11: do te jem sjelle, ecc.
Congiuntivo: Pres.: te sillem, ecc.
Impf.: te sìllesha, ecc.
Perf.: te jem sjelle, ecc.
Piucpf.: te isha sjelle, ecc.
Cortdizion.: Pres.: do te sìllesha, ecc.
Perf.: do te isha sjeiie, ecc.
Ottativo: Pres.: u sjellsha, ecc.
Perf.: qofsha sjelle, ecc.
Ammirativo: Pres. : u sjellkam, ecc.
Impf.: u sjèllkesha, ecc.
Perf.: qenkam sjelle, ecc.
Piucpf. : qènkesha sjelle, ecc.
Imperativo: Pres. : sillu, sìlluni.
Participio: Pres.: sjeue.
Perf.: qene sjelle.
Infinito: Pres.: pEr t'u sjelle.
Perf.: per te qene sjelle.
Gerundio: Pres.: duke u sjelle.
Perf.: duke q& sjellg.
r

Esercizio 31.

1. Hiqu nga shoket e keq1n.j se po te mesojne rruge te shtrkmbura.


2. Mos ju afrò deres se makines. '3. Pak e pak afrohej dita e provì-
mevet dhe nxenesit beheshin te padurì~eshem.4. « Me bese e dashuri
qàsuni » jane fjalet qe thuhen ne liturgji para kungimit. 5. Dalenga-
dale dhe khte-lehte macja ju qas mìut dhe e rrembèu. 6. Do te nìsesha
sot per ne Rome po t'u kisha sherùar krejt nga lsemundja ime. 7. Njerìu
i drejte kujdeset te mbushe mite detyrat, jo vetem te lype e te rùaje
te drejtat e tij. 8. Digjet bari i njome bashke me te thatin. 9. Po te
beni gijthmone detyrat tìlaja, do te jeni gjithenje te lavderùar. IO. Po
pse nuk i pergjegje mesùesit? 11. NE dimer malet mbulohen me bore
dhe moti ftohet e hardhjet (ose: hàrdhelat) vihen me diell. 12. Shkon
koha shpejt e s'kthehet me. 13. Kur Zoti i fliste pòpullit ne mes gje-
mimesh dhe shkeptimesh, mali i Sinàit ishte mbulùar me mjegull dhe
dridhej si purteke. 14. Kurre s'do te kthehen tashme atò dit te biì-
kura qE kemi gezùar ne Gjermani. 15. Qasu ketù te zjarri se ngrohesh.
16. Ngrohej prane zjarrit Lale-Ndrèu tek po tregonte perràllazit e tij
i rrethùar nga njèrezit e shtepke. 17. 'Gezohem ne zemer se te shoh
te shendoshe. 18. U ngrit vajza dhe shkoi te ndizte zjarrin qE te
ngròheshin mysafiret. 19. Vishuni shpejt se po vonòhemi. 20. Nusja
stolisej nga grate me pare se te mblìdheshin vallet. 21. Jo gjithe lu-
mènjte derdhen ne det. 22. Shprcsòj se qe sot e paret do sillesh me
mire. 23. Si quhet ky djale? 21. Te gjithe u ngriten kur hyri Lale-
Ndreu. 25. Rrini te prèhemi pak ne kete shesh me hie. 26. Kush
mund te fshehet nga syte e Perendise? 27. Mos e la~~derò vehten ti
vete. 28. Si do t'i sheroje te tjeret kush vehten s'di ta sheroje? 29. Mos
u kerrùs si zorra me zjarr. 30. Dita e mire duket qe ne mengjèz. 31.
Njihet luàni edhè ilga bishti. 32. Vajzat e vogla lahen prej nenes (ose:
nga nena), po vajzat e medh6 lahen vete. 33. Djali ish mesùar te lahej
ai vete. 34. G d t u thyen e malet u ndane kur Krishti perendòi.

I . Allontandti (lett. « ritirati ») dai cattivi conzpagni ch'essi ti in-


segnano strade storte. 2. Non suuicicinarti alla porta della macchina. 3. A
poco a poco si auvicinavn il gtorim degli esami e gli alanni diventavano
insopportabili. 4. « Con fede e amore accostatevi » sono le parole che
1i si dicono tzell~litzlrgia prima della comunime. 5. Pialz pianino il gatto
si auvicinò al topo e l'afferrò. 6. Partirei oggi per Roma se fossi com-
1 -

i
$
pletamente guarito dalla mia inf evmità. 7. L ' u o m ~retto si preoccupa
d i compiere bene i suoi doveri, non solo di richiedere e di difendere i
propri diritti. 8. Bracia l'erba verde (tenera) insieme alla secca. 9. Se
farete sempre il vostro dovere, sarete sempre lodati. 10. Ma perché
non rispondi al maestro? 11. In inz:cvno i monti si coprono di neve e
il tempo si raffredda e le lucertole si mettono al sole. 12. Passa il tempo
in fretla e non torna pid. 13. Quando il Signore parlava al popolo in
mezzo a tuoni e lampi, il monte Sinni era coperro di nebbia e tremava
come una frusta. 14. Mai torneranno (già) quei giorni belli che nbbia-
mo goduto in Germania. I f i . Accostati qui al ftloco ché ti risca!di. 16.
Si scaldava accanto al fuoco Lale-Ndrezl mentre raccontava le fiabe sue
circorrdato dagli uomiai (abitanti) della casa. 17. Mi rallegro di cuore
perché ti vedo sano. 18. Si levò la ragazzo e andò ad accendere il fuoco
perché si scaldassero gli ospiti. 19. Vestitevi in fretta perché facciamo
tardi. 20. La sposa era adornata dalle dofine prima che si riunissero
i cortei. 21. Non tzltti i fiumi si versano in mare. 22. Spero che da
oggi in avanti ti comporterai meglio. 23. Come si chiama questo fan-
ciullo? 24. Tutti si alzarono quando eiztrò Lale-Ndreu. 25. Fermatevi
perché riportarno u n poco in questo spiazzo ombroso. 26. Chi può na-
scondersi allo sguardo di Dio? 27. Non lodare te stesso. 28. Come gua-
rirà gli altri chi se stesso non sa guarire? 29. Non rattrappirti come
l'intestino v i c i ~ oal fuoco. 30. Il buon giorno si vede (appare) sin
dal mattino. 71. Si conosce il leone anche dalla coda. 32. Le bambine
piccole sono lavate dalld mamma, ma le bambine (piu) grandi si la-
vano (da) se stesire. 33. 11 bambino era abituato (insegnato) a ,l~varsi
dr: solo (lett. egli stesso »). 34. 1 sassi si spezzarono e le montagne
si spaccarono quando Crissto inori (tramontò).

I verbi irregolari

101. Chiamiamo «irregolari» tutti quei verbi che, in parte o in


tutto, si scostano dagli schemi di coniugazione descritti nelle cinque
classi verbali. Rientrano quindi in questa categoria i wrbi auppletivi
o difettivi, e i verbi che presentano qualunque altra anomalia nella
loro flessione.
l-

102. Elenco delle forme verbali irregolari:

I. Verbi suppletivi o difettivi:,


/ '

1. ap (jap) « io do D.
8
Indicativo: Pres.: (j)ap, (jjep, (ikfi.(j)apim, (j)epni, (j)apEn.
Impf.: ( j)epja, ( j)epje, ( j Icpte, ecc.
Aor.: dhashe, dhe, dha, dhame, dhate, dhane.
r;nperativo: Pres.: (j)ep, ( j ) epni.
Congizcntivo: Pres.: te (j)ap, &te(j)apEsh, ecc.
Ottativo: Pres. : dhenca dhenc, dhente, dhensim, dheqi, dhen~in.
Ammirativo: Pres. : dhenkam, dhenke, ecc.
Participio: dhene.
2. <i bie » <i io porto >>
Jndicativo: Pres.: bie, bie, bìe, biem, bini, bìen.
Impf.: bija, bije, binte, ecc.
Aor.: prura, prure, pruri, prume, prute, prune.
Congiuntivo: Pres.: te bie, te bìesh, te bjere, ecc.
Imperativo: Pres.: bjere, bim.
Ottativo: Pres. : prufsha, ecc.
A m m i r a t i v o Pres. : prukarn , ecc.
Participio : prure.
3. « bie » « io rado».
Ilzdicativo: Pres.: bìe, Me, bie, bìem, bini, bìen.
Impf.: bija, bije, binte, binim, binit, binin.
Aor.: rashe, re, ra, rame, rate, rane.
Congiuntivo: Pres.: te bie, te bìesh, te bjere, ecc.
Imperativo: Pres.: bjere, bini.
Ottativo: Pres.: rafsha, rafsh, r a f t ~ ecc.;
, (renca, renc, rEnte, ecc.).
Ammirativo: Pres. : renkam, !ecc.
Pnrticipio : rene.
.i
4f
l

1. « h a » « i o mangia)).
Indicativo: Pres.: ha, ha, ha, hame, hani, hane.
Impf.: haja, haje, hante, -ecc.
Aor. : hengra, hengre, hengri, hEngtem,
Congiuntivo: Pres.: te ha, te hash, te haje, ecc.
Ottutivo: Pres. : hengersha, heng~rsh, hengzrt , ccc.; (ngrgnga,
rìgrzng, ecc.).
Ammirativo: Pres. : ngrenkam, ecc.
Imperativo: Pres. : ha, hani.
P~rticipio: ngrene.
5. « jes » « i o rimango, sto P.
Indicativo: Pres.: jes, jet, jet, jesim, jetni, jesin,
Aovisto: jeta, ecc.
Mancano tutte le altre forme di flessione, che vengono
sostituite con quelle del verbo « mbes » (cfr. v. n. 22).
6. <i rvi » « io sto D.
Indicativo: Pres.: rri, rri, rri, rrime, rrini, rrine.
Impf.: rrija, rrije, rrinte, ecc.
Aov.: ndenja, ndenje, ndenji, ndenjem, ndenjet, ndenjen.
Congiuntivo: Pres.: te rri, te rrish, te rrije, ecc.
Ottativo: 'Pres.: ndenjca, ndenjc, ndenjte, ecc.
Ammirativo: Pres. : ndenjkam, ecc.
Imperativo: Pres. : rri, rrini.
Participio: ndenjur .
7 . « s h o h » « i o vedo S.
Indicatiuo: Pres.: shoh, sheh, sheh, shohim, shihni, shohin.
Impf.: sihja, shihje, shihte, ecc.
Aor.: pashe pe, pa, pame, pate, pane.
Congiuntivo: Pres.: te shoh, te shohesh, te shohe, ecc.
Ottativo: Pves.: pafsha, pafsh, pafte, ecc.
Ammirativo: Pres.: pakam, ecc.
Imper'ztivo: shih, shihni.
Pa~ticipio: pare.
8. « vij » io vengo 9 .
i(

Ilzdicativo: Pres.: vij, vjen, vjen, vime, vini, vijne.


Impf.: vija, vije, vinte, ecc.
Aor. : erdha, lerdhe, erdhi, erdhem, erdhet , erdh~n.
Congiunbivo: Pres.: te vij, te vish, te vije, ecc.
Ottativo: Pres.: ardhsha, ardhsh, ardhte, ecc.
Ammiratico: Pres.: ardhkam, ecc.
Imperativo: Pres.: eja, èjani (eni).
Participio : ardhur.
'333 ' a p q 'yspq 'aysjaq .. :*sard :onlJVflo
'333 '?[?q 22 'qsaq 22 ... laq a3.. :*sal6 : o n ~ l u n ~ 8 u o 3
Oauaq ..
.. .. 'a~aq.e'aur~q'naq ' a ~ a q'e~aq .. :*JOV
*e-
3 3 3 . ' a w ~ q'aIaq 'alaq
... :* / d z u ~
*aulbq 'paq 'anr[bq 'mq .. 'uaq ... :*san6 :onzlv.xpzq
.. 'faq
Ammirativo: Pres.: di(j )tkam, ecc.
Imperativo: Pres. :,di, dini.
Participio: di(j )tur.
5. « d ù a » ((io voglio».
Indicativo: Pres.: dùa, do, do, dùam, doni, dùan.
Impf.: doja, doje, donte, ecc.
Aor.: desha, deshe, deshi, deshem, deshet, deshen.
Congiuntivo: Pres.: te dùa, te dìiash, te doje, ecc.
Ottativo: Pres.: dashca, dashc, dashte, ecc.
Ammirativo: Pres. : dashkam, ecc.
Imperativo: Pres. : dùaj, doni.
Participio : dashur.
6. «drUaj» «>iotemo*.
Indicativo: . bPres.: drùa(j), dro, dro, drome, droni, drùan.
Impf.: droja, droje, dronte, ecc.
Aor.: dreshta, dreshte, dreshti, ecc.
Congiuntivo: Pres.: te drùaj, te drùash, te drùaje, ecc.
Ottatiuo: Pres.: draga, draq, drasht~,dragim, a.
Ammirativo: Pres. : drashtkam, ecc.
Imperativo: Pres. : drùaj droni.
Participio: drashte.
7. « flas » 4 ia parlo ».
Indicativo: Pres. : flas, f let, flet , flasim, flisni, flasin.
Impf.: fllsja, flisje, fliste, ecc.
Aor.: fola, fole, foli, folEm, folet, f01En.
Congiuntivo: Pres.: te flas, te flasesh, te flase, ecc.
Ottativo: Pres.: folsha, folsh, folte, ecc.
Ammirativo: Pres. : folkam, ecc.
Imperativo: Pres.: fole, folni (flisni). '

Participio: folur .
8 . a f l e » « i o dormo».
Indicativo: Pres.: fle, fle, fle, fleme, flini, flene.
Impf.: flija, flije, flinte, ecc.
Aor.: fjeta, fjete, fjet, fjetem, fjetgt, fjeten.
Congiuntivo: Pres.: te fle, te flesh, te flere, ecc.
Ottativo: Pres.: fjetsha, fjetsh, fjette, ecc.
Ammirativo: Pres.: fjetkam, ecc.-
Imperativo: Pres. : fli, flini.
Participio: ' fjetur.

9. « fryj B i( io soffio ».
Indicativo: Pres.: fryj, fryn; fryn, fryjme, fryni, fryjne.
Impf.: fryja, fryje, frynte, ecc.
Aor.: fryra, frvre, fryri, fryme, fryte, fryne.
Congiuntivo: Pres.: te fryj, te frysh, te fryje, ecc.
Ottativo: Pres.: fryfsha, fryfsh, fryfte, ecc.
Ammiratizlo: Pres. : f rykam, ecc.
,

Imperativo: Pres.: fryj, fryni.


Participio: f ryre .
l O . « gergàs » « io stuzzico ».
Segue in tutto la flessione del verbo « vras » (v. n. 43). \

11. « gjej » « io trovo D.

Indicativo: Pres.: gjej, gjen, gjen, gjejme, gjeni, gjejne.


Impf.: gjeja, gjeje, gjente, ecc.
Aor.: gjeta, gjete, gjeti, gjetem, gjetet, gjeten.
Congiuntivo: Pres.: te gjej, te gjesh, te gjeje, ecc.
Ottativo: Pres.: gjetsha, gjetsh, gjette, ecc.
Ammirativo: Pres. : gjetkam, ecc.
Tmperativo: Pres.: gjej, gjeni.
I'articipio : gjetur.

12. gjuaj: « io caccio (vado a caccia) ».


Irzdicatiuo aor: gjuajta.
Participio: gjùajtur. Nelle restanti forme è regolare.

13. btlaj: « i o presto».


Indicativo aor.: huajta.
Participio: huajtur . Nel resto regolare.
Segue in tutto -la fkssione del vedbo « fryj (cfr. v. n. 9 ) , ma
all'Imperut. Pres. fa: hyre, hyni.
15. « kellas » « io introduco D.
Segue in tutto la flessione del verbo « vras » (cfr. v. n. 43), eccetto
che:
Indicativo aor.: kalla, kalle, kalli, kallem, kallet , kallen; oppure : k2-
llita, kelliti, ecc.
Imperativo pres. : kalle, kallni.
Participio: kàllur ; kellitur .
16. « le D « io lascio D.
Indicativo Pres.: le, le, le, leme, lini, lene.
Impf.: leja, leje, lente, ecc. (lija, lije, ecc.).
Aor:: lashe, le, la, lame, late, lane.
Congtu~2tiuoPres.: te le, te Iesh, te leje, ecc.
Ottativo Pres.: lenga, ecc.
Ammirativo Pres.: lenkam, ecc.
Imp-rativo Pres. : lere, lini (1Eni).
Participio: lene.
17. « loz » « io gioco D.
Indicutiuo Pves.: loz, lot, lot, lozim, loni, lozin.
Impf.: lo(z)ja, lo(z)je, lonte, Io(z)nim, lo(z)nit, lo(z)nin.
Aor.: lojta, lojte, lojti, ecc.
Congizrntivo Pres.: te 102, te lozesh, te lo%, te lozim, ecc.
Ottativo Pres.: lojsha, lojsh lojte, ecc.
Ammirativo Pres. : loj tkam, ecc.
Imperativo Pres. : loj , loni.
Participio: lojtur .
18. luaj « io muovo; io gioco D.
Itadicativo Aor.: lojta.
Participio: lojtur .
19. murr « io prendo D.
Indicativo Pres. : marr, merr, merr, marrim, merrni, marrin.
Impf.: mirrja, mirrje, mirrte, ecc. (merrja, ecc.).
Aor.: mora, more, mori, morem morzt, moren (anche: mùa-
rem, ecc.).
Congizrntivo Pres.: te marr, te marrsh, te marre, ecc.
Ottativo Pres.: marrsha, marrsh, màrrtz, ecc.
Ammirativo Pres.: marrkam, ecc.
Imperativo Pres. : merr, merrni.
Participio: marre.
20. mat (mas) « io misuro D.
Indicativo Pres.: mat, mat, mat, masim, matni, masin.
Impf.: matja, matje, maste, ecc.
Aor.: mata, mate, mati, ecc.
Congiuntivo Pres.: te mas, te masesh, te mase, ecc.
Ottatiuo Pres.: matsha, matsh, matte, ecc.
Ammivat. Pres.: matkam, ecc.
Imperat. Pres.: mat, matni.
Participio: matur .
21. mbaj 4 io tengo ».
Indicativo Aoristo: mbaj ta, mbàjte, mbaj ti, mbajtem, mbajtet, mbajten.
Participio: mbajtur .
I n tutto il resto segue la flessione dei verbi di prima dassq(n. 85).

22. mbes <i io rimango,, sto D.


Indicativo Pres. : mbes, mbet, mbet, mbesim, mbetni, mbesin.
Aor.: mbeta, mbete, mbeti, ecc.
Congiuntiuo Pres.: te mbes, te mbetsh, te mbese, ecc.
Ottativo Pres.: mbeca, mbeg, mbette, ecc.; (anche: mbetsha, ecc.).
Ammirativo Pres. : mbetkam, ecc.
Participio: mbetur .
I tempi mancanti si suppliscono con forme d'altri verbi di signifi-
cato analogo.
2 3 . mbroj: « io proteggo ». Si coniuga come rroj (v. n. 33).
24. ngas « io cammino, raggiungo, molesto, tento D.
Segue in tutto la flessione del verbo «vras» (cfr. v. n. 43).
25. ngre « io sollevo, alzo P.
Indicativo Pres. : ngre, ngre, ngre, ngreme, agreni (ngrini), ngrene;
Impf. : ngrija, ngrije, ngrinte, ngrinim, ngrinin;
Aor.: ngrita, ngrite, ngriti, ecc.;
Congiuntivo Pres.: te ngre, te ngresh, te ngreje, te ngreme, ecc.;
Ottativo Pres.: ngrefsha, ecc.
Ammirativo Pres. : ngritkam, ecc.
Imperativo Pres.: ngre (ngri), ngreni (ngrini).
Participio: ngritur .
26. njoh 4 io conosco».
Indicativo Pres.: njoh, njeh, njeh, njohim, njihni, njohin.
Impf.: njihja, njihje, n.jihte, ecc.
Aor.: njoha, njohe, n j ~ h u ,njohem, ecc.
Congiuntivo P~es.:te njoh, te njohesh, njohe, ecc.
Ottativo Pres:: njohsha, njohsh, njohte, ecc.
Ammirativo Pres. : njohkam, ecc.
Imperativo Pres. : njih, njihni.
Participio : njohur .
27. pelcàs (« p2lsus D) 4 io crepo B .
Segue in tutto la flessione dei verbi di quarta classe, ma può avere
anche seguenti forme:
Indicatiuo Pres. : pelcàs, pelcèt , ecc. ; ( anche : pelsàs, ecc. ).
Aor. : pelcita, pelcite, ecc. ; (oppure: phsa, plase, plasi, pla-
sem, plaset, plasen).
Ottativo Pres. : plasca, plasc, plaste, ecc.; (oppure: pelcitsha, pelcitsh,
pekitte, ecc.).
Ammiraf. Pres.: plaskam, ecc. (pelcitkam, ecc.).
Imperativo Pres.: plas, plasni; (oppure: pelcit, pslsitni).
28. pellàs 4 ragliare ».
Segue in tutto la flessione del verbo « kelh » (cfr. v. n. 15).
Indie. Aoristo: palla, palle, ecc.
Participio: pallur.
29. pi « io bevo ».
Indicativo Pres.: pi, pi, pi, pime, pini, pine.
Impf.: pi.ja, pije, pinte, ecc.
Aor.: piva, pive, piu, pime, pite, pine.
Corzgiuntivo Pres.: te pi, te pish, te pije, ecc.
Ottativo Pres.: pifsha, pifsh, pifte, ecc.
Ammirativo Pres. : pikam, ecc.
Imperativo Pres. : pi, pini.
Participio: pire.
30. pres « io taglio ».
Indicatico Pres.: pres, pret, pret, presim, prisni, presin.
Impf.: prisja, prisje, priste, ecc.
Aor.: preva, preve, preu, preme, prete, prene.
Congiuntivo Pres.: te pres, te presesh, te prese, ecc.
Ottativo Pres. : prefsha, prefsh, prefte, ecc.
Ammirativo. Pres.: prekam, ecc.
Imperativo Pres.: pre, prini.
Participio: prete.
31. pres « io aspetto ».
Indicativo Pres.: pres, p ~ t pret,
, presim, pritni, presin.,
Impf.: pritja, pritje, priste, prtnim, pritnit, pritnin.
Aor.: prita, prite, priti, pritcm, pritet, priten.
Imperativo Pres. : prit , pritni.
Congiuntivo Pres.: te pres, te presesh, te prese, te presim, te pritni, te
presin.
Ottativo Pres. : pritsha, pritsh, pritte, pritshim, ecc.
Ammirativo Pres.: pritkam, pritke, ecc.
Participio: pritur .
32. rrah « io batto ».
Irtdicativo Pres.: rrah, rreh, rreh, rrahim, rrihni, rrahin.
Impf.: rrihja, rrihje, rrihte, ecc.
Aor.: rraha, rrahe, rrahu, rrahem, ecc.
Congiuntiuo Pres.: te rrah, te rrahesh, te rrahe, ecc.
Ottativo Pres. : rrahsha, rrahsh, rrahte, ecc.
Ammirativo Pres. : rrahkam, ecc.
Imperativo Pres. : rrih, rrihni.
Partcipio : rrahur .
Nota: Similmente si coniugano i verbi fshesh, (mlpreh, nder, uesh.
33. rroj « io. vivo ».
Segue in tutto la flessiune dei verbi di prima classe, eccetto che:
Indicativo Aoristo: rrojta, rrojte, rrojti, $ecc.
Ottativo Pres. : rrofsha, rrofsh, rrofte, ecc.;
Participio: rrojtur.

34. shkas « io scivolo ».


Segue in tutto la fiessione del verbo « vras » (cfr. v. n. 43).

35. shkruaj: « io scrivo D.


E' regolare, ma all'aoristo può fare anche shkruajta o shkrojta,,
altre al regolare shkrova; e *al participio può fare anche mshkrojtur o
shkruajtur, oltre al regolare shkruar.

36. shpie « io.porto, conduco ».


Ilzdicativo Pres.: shpìe, shpìe, shpìe, shpìem, shpini, shpìen.
Impf.: shpi-ja shpijle, shpinte, ecc.
-

Aor.: shpura, shpure, shputi, shpume, shpute, shpr::e.


..
Congitllztivo Pres.: te shpìe, te shpìesh, te shpjere, ecc.
Ottativo Pres.: shpursha, shpursh, shpurte, -ecc. (shpen~a,ecc.).
Ammirativo Pres.: shpenkam, ecc.
Imperativo Pres. : shpjere, shpini.
Participio: shpen?.
u*
shtie -<< io scaglio, ficco ».
37. a>- *a
F
Indicativo Pres. : shtie, shtie, shtie, shtiiem, $htini, shtien.
Impf,: shtija, shtije, shtinte, ecc.
Aor.: shtura, shture, shturi, shtume, shtute, shtune.
Congiulztivo Pres.: te shtie, te shtìesh, te shtjere, ecc.
Ottativo Pre$.: shtursha, shtursh, shturte, ecc. (shtenga, ecc.).
Ammirativo Pres.: shtenkam, ecc.
Imperativo Pres.: shtjere, shtini.
Participio: shtene.

38. therrès « io grido, chiamo D.


Ilzdicativo Pres. : therrès ( therràs ), therrèt , therrèt , rhzrresim (thgrra-
sim), therritni, therresin (therrasin).
Impf .: therrisja, therrisje, therriste, ecc.
Aor.: therrita, therrite, therriti, ecc.; (oppure: thirra, thirre,
thirri, thirrem, thirrst, thirren).
Congiuntivo Pres.: te therrès (therràs), te therresesh, te therrese, ecc.
Ottativo Pres.: therritsha, ecc. (thirrsha, ecc.).
Imperativo Pres.: therrit, therritni; (thirr, thirrni).
?q
8g 3 9 . thom io dico ».
d
i:
3
@
l Indicativo P~aes.: thom (them), thua, thote, t h m i , thoni, thone.
;iP Impf.: thosha, thoshe, thoshte, thashim, thoshit, thoshin; .
(oppure: thashja (thoja), thoshje (thoje), thonte, ecc.)
f3 Aor.: thashe, thé, tha, thame, thate, thanE.
4 Congiuntivo Pres.: te thom (te them), te thuash, te thote, te thomi, (t8
%l
gA!g themi), te thone.
3
9 Ottativo Pres.: thgnsha, thensh, thente, thhshim, thenshi, th~nshin;
82 ( thenca, ecc.).
-1
Ammirativo Pres.: thenkan-, ecc.
8 Imperativo Pres. : thùaj, thoni.
3
g
4
i Participio: thgne.
B$
2 40. udes io muoio ».
C3
3
4
Indicativo Pres. : vdes, vdes, vdes, vdesim, vdisni, vdesin.
$l
9 Impf.: vdisja, vdisje, vdiste, ecc.
1 Aor.: vdiqa, vdiqe, vdiq, vdiqem, vdiqet, vdiqen.
CongWntiuo Pres.: te vdes, te vdesesh, te vdese, ecc.
!j
$d Ottativo Pres. : vdeksha, vdeksh, vdekte, ecc.
5
2
1 1 Ammirativo Pres. : vdekekam, ecc.
9 Imperatiuo Pres.: vdis, vdisni.
-4r4
?j
$j
9
Participio: vdekur .
41. uetè << io vado D.
3
Ilzdicativo Pres.: vete, vete, vete, vemi, v a i , vene.
-4
d
4
Impf.f veja, veje, vente, ecc.
1
Aor. : vajta, vajte, vajti (vate), vajtem (vame), vajtEt (vate),
vajten (vane).
3

>
\ Congiuntivo Pves.: te vete, te vesh, te veje, ecc.
i
Otttatiuo Pres.: vafsha, vafsh, vafte, ecc. (vajga, ecc.).
I

Ammirativo Pres. : vajtkam, ecc.


Imperativo Pres.: (manca, ma si supplisce con a ec, ecni dal verbo
eci »).
Participio: vajtur (vatur ).
42. ve (ve) « io metto, pongo D.
Imperativo Pres.: ver, vini.
In tutto il resto segue la flessione del verbo ( ( z e ) (cfr.
~ n. 46).
43. vras « io uccido D.
Indicativo Aoristo: vrava, vrave, vrau, vrame, vrate, vrane.
Ottativo Pres.: vrafsha, vrafsh, vrafte, ecc.
Participio: vrarc.
I n tutto il resto segue la flessione dei verbi di quarta classe.

44. vuaj: « io soffro D.


Indic. aor.: vojta.
Participio: vojtur . Nel resto regolare.
45. xe («nxe») « io apprendo, imparo ».
Segue in tutto la flessione del verbo « ze » (cfr. n. 46), da cui
deriva.
46. re « io afferro. D.
Indicativo Pres.: ze, ze, ze, zeme, zini, zene.
Impf.: zija, zije, zinte, ecc.
Aor.: zura, zure, zuri, Z U ~ ?zute,, zunE. .
Congiuntivo Pres.: te ze, te zesh, te z&e, te zEmE, ecc.
Ottativo Pres.: zefsha, z ~ f s h ,zgfte, ecc.
Ammivativo Pres. : zenkam (zekam), ecc.
Imperativo Pres. : zEr, zini.
Participio : zEnE.

Esercizio 38.

1. Kush i jep te vàrferit i jep Zotit. 2. Gjyshja i jipte te nipit


nje veze te pjekur ne cdo mbremje. 3. Buken tone te perdicme epna
neve sot. 4. I dhashe novelen tende sime bije dhe ajò ja dha te ku-
sheririt. 5. U kishin dhene shtepine te vàrfervet. 6. Kudò rafsha mos
u vrafsha, thote thenja popullore. 7. Sa pare do t'i japsh profesorit?
8. Sa pare duhet t'i jepni kopshtarit? 9. Kur arritem ne maje te malit
binte bare dhe era shtohej me rreptesi dhe na rrahte ne fytyre. 10.
Barìu hengri disti kepurdha dhe tanì i dhemb koka dhe barku. 11. Me
vjeii keq per te, po mos ta lere shtratin gjer sa te vije mjeku. 12.
Rrini ketù gjer sa te shihni kush e shtie gurin. 13. Pa degjoni si
gjemòn fort; mendòj se ao te bjere shi pak me vone. 14. Mos e tra-
zoni me teper te semurin; le te vdese me paqe. 15. Porsa u pa JurE-
ndina me te emen, vdiq e ema dhe e bija. 16. Kostandini sillte te
motren vithe kalit tek e ema, megjithese aì kish vdekur kamòt. 17.
Ngreju, nuse; ulu, nuse: te erdhi hera qe vete nuse. 18. Te thashe
edhè te thom se nuk me ngasin te thenat e gjindjes. 19. Dilni jashte,
merrni udhen e gjere e do t'ju dale perballe pellasi i zàravet. 20. Ne
pellàs te zàravet da te gjeni nje delez te bardhe. 21. Zini delen dhe
e vini brenda nje thesi, pastàj kthèhuni ketù. 22. Ju prura nje buke-
vale te ngrohte, nga atò qe beri mema. 23. Mati fjalet me pare se t'i
thùash, sepsè kur fjala dolli nuk rrembehet me, e demin qe ke bere
s'e ndreq aq, lehte. 24. Fole pak e degjò shume ne dashg te dalsh i
urte. 25. Shkau plaku e cau kemben. 26. kishte vendosur ta vriste
vehten, po pastàj foli me ate burre e nderròi mendim. 27. « Ecni me
neme, ju vrafshin gjemet » u tha Pillati Judhévet. 28. Pushò, mos
thùaj me teper, ne mos do te plasim gazit. 29. Shih se djali preu gishtin
me thiken, po di1 e thirri mjekut. 30. O Zot, thirra ndaj teje: degjoje
zerin e lutjes sime, therriste Davidi midìs shtrengìmevet. 3 1. Pellèt ne
mes ( t e ) njerezvet politiku posi gomari ne maj. 32. O sa fjeta! bertiti
trimi kur u zgjùa nga gjumi qe ju kishte zgjatur nje qind vjet. 33.
« Fli, fli, o bir », kendonte nena duke tundur djepin e t2 birit. 34.
Dalsh (dalc) djall e vafsh duke trembur jeten (ose: gjindjen). 35. Erdhi
papritmas dimri dhe na ra bora e pare. 36. Mos drùaj, se s'dùan te
te vrasin, i thonte kasapi (ose: mishtari) kaciqit. 37. Era e verlut fryn
e rrepte nga malet. 38. Dis6 here a ì q6 mbjell nuk korr. 39. Kur nga
termeti na ra shtepìa, vetem per fat te mire s'ndodhej njeri atjè. 40.
Aì qe s'punòn, mos te haje. 41 Sot pese dit zuri Kongresi i Arbe-
rèshevet te Italise. 42. I erdhi keq ~ u p e sse i mùaren macen. 43. Sipàs
zakonit tonE ne s'i zeme bese njèrezvet te hùaj. 44'. Ka aq kohe qe
me kane dhene hua kete liber sa s'e mbaj mend kush ma &a. 45. M'u
prish zemra kur degjova se sa deme beri furtuna qe ndodhi dje. 46.
S'kam se si te dal nga kjo ng~ishtice.47. Me te mire ndillen njerezit
e me mjalte mizat. 48. Pak u desh qe te binte ne uje. 49. Dùam s'dùam
do te shkojme atjè. 50. Po qe se i kemi studjùar me kujdès rrègullat
1 ,

gramatikore dhe kemi puriuar lart e poshte neper ushtrimet e ketij libri,
"l
2
f' J
tani pa pike dyshimi mund te thomi se e kuptojme dhe e flasim mjaft I>4 I
mire shqipen, gjuhen e stergjyshavet tane. - d
-*. .

1. Chi dà al povero dà a Dio. 2. La nonna (gli) dava al nipote


zrn uovo ,arrostito ogni sera. 3. I1 nostro pane quotidiano dà(cci) a
noi oggi. 4. ( L e ) diedi a mia figlia la tua novella, ed essa la diede a
suo cugino. 5. Avevano data la ca$a ai poveri. 6. Dovunque io cada
non mi uccida, dice il detto popolare. 7. Quanto denaro darai al
professore? 8. Quanto denaro' dovete dare all'ortolano? 9. Quando
arrivammo in cima al monte nevicava e il vento aumentava con
violenza e ci batteva in viso. 10. I1 pastore mangiò dei fanghi
e ora gli fa male la testa e il ventre. 11. Mi dispiace per lui,
ma non lasci il letto finché (non) venga il medico. 12. Rimanete qui
finché (non) vediate chi getta il sasso. 13. Ma sentite come tuona for-
te; penso, che pioverà fra poco. 14. Non disturbate(10) pizi l'amma-
lato: lasciatelo morire in pace. 15. ( N o n ) appena si vide Jurendina
con la madre, mori la mamma e anche la figlia. 16. Costantino portava
in groppa al cavallo la sorella, benché egli fosse morto da un pezzo.
1 7. Levati, sposa; siediti, sposa: venne a te l'ora d'andare sposa. 18.
Ti dissi e ti dico che non mi importano (lett. « toccano ») le dicerie
della gente. 19. Uscite fuori, prendete (per) la strada larga e vt uscirà
(avrete) di fronte il palazzo delle fate. 20. Nel palazzo delle fate tro-
verete una pecorella bianca. 21. Prendete la pecorella e la mettete (met-
tetela) dentro trn sacco, poi tornate qzli. 22. V i ho portata una focac-
cia calda di quelle che fece la mamma. 23. Pesa (le) le parole prima
di dirle, perché qziando la parola usci non si afferra pizi, e il danno
che hai fatto non lo ripa~ifacilmente. 24. Parla poco e ascolta molto,
se vuoi diventare saggio. 25. Scivolò il vecchio e si ruppe la gamba.
26. Egli aoe,rla deciso di tlccidere se scesso, poi parlò con quell'uomo
e cambiò consiglio (pensiero). 2 7. « Andate (vene) maledetti, vi col-
piscano (lett. « uccidano ») le sciagure », disse Pilato ai Giudei. 28.
Fermati, non dire oltre, altrimenti scoppieremo .dalle risa. 29. Vedi che
il bambino si è tagliato (lett. « ha tagliato ») il dito con il coltello,
perciò esci e chiama il dottore (medico). 30. O Signore, a te gridai:
ascolta la voce della mia preghiera, gridava Davide in mezzo alle op-
pressioni. 31. Raglia in mezzo cgli uomini il politicante come l'asirzo
a maggio. 32. O h quanto dormii! esclamò il giovane (eroe) quando si
svegliò dal soizno che si era prolungato (per) cento anni. 33. « Dor-
mi, dormi, o figlio », cantava la madre muovendo la culla del figlio.
34. Possa tu diventare diavolo e andare spaventando il mondo (la
gente). 35. Giunse improvvisamente l'inverno e (ci) cadde la prima
neve. 36. Non temere, ché non vogliono ucciderti, diceva il macellaio
al capretto. 37. I1 vento di tramontarra sojfia violento dai monti. 38.-
Alcune volte colui che semina non miete. 39. Quando a causa del ter-
remoto (ci) rovinò (lett. « cadde ») la casa, solo per fortuna (lett.
« buona sorte ») non si trovava alczmo colà. 40. Colui che non lavora,
neppure mangi. 41. Cinque giorni fa iniziò il Congresso degli Albanesi
d'Italia. 42. Dispiacque alla bambina perché le tolsero il gatto. 43. Se-
condo la nostra conszretzrdine, noi non prestiamo fede a gente (lett.
« uomiizi ») estranea. 44. Da tanto tempo mi hanno prestato questo li-
bro che non ricordo chi me l'abbia dato. 45. Mi si spezzò il cuore
quando sentii qualzti danni avesse fatti la tempesta di ieri (lett. « che
accadde, che fu ieri »). 46. Non ho (non so) come ascire da questa
angustia. 47. Col bene (con le buone) si allettano gli uomini, e col
miele le mosche. 48. Poco mancò (lett. ci volle) perché cadesse nrl-
l'acqua. 49.. Volenti o nolenti (lett. « vogliamo no12 vogliamo ») an-
dremo colà. 50. Se abbiamo stzkdiato con diligenza le regole di gram-
matica (lett. grammaticali) e lauorato intensamente (lett. « sa e giu
per ») sugli esercìzi di questo libro, ora senza alczln dubbio (lett. « sen-
ztt trlz punto, m a goccia di dubbio ») possiamo dire di capire e di pav-
lare abbastanza beute l'albalzese, ld lingua dei nostri avi.

103. I verbi albanesi si distinguono in transitivi ed intralzsitiui,


come in italiano.
I verbi traizsitivi possono avere tutte le voci proprie del verbo
albanese : attiva e medio-passiva.
I verbi intransitivi, invece, ne hanno generalmente una sola: shkoj,
dal ; sulem, gjendem.
Alcuni verbi intransitivi, nondimeno, possono anche avere tutte k
voci, ma sempre con significato intransitivo: gdhij, gdhihem; mbes,
mbetem; ecc.
.t04 Verbi impersonali. Questi verbi, che sarebbe meglio chiamare
« unipersonali », dato che di essi viene usata soltanto la terza persona
singolare, sono sempre intransitivi.
7 I
4-
*È,
?,Y

l:
' 136 4

I ,
Si usano impersonalmente i verbi che indicano fenomeni naturali: 2
ti<e

:7
gjemon, gdhin, gdhihet, perendon, erret, ecc. o!
3
Tutti i verbi, però, possono essere usati imp&sonalmente all'.attivo $
o al passivo: gdhihet, duket, I~pset,thuhet, n d d h , mund, ben, s'ben, 2'
V

ka, s'ka. L-&


C,'r

Nota: Alcuni verbi indicanti fenomeni naturali, se usati in senso figurato, possono avere 4
3
tutta la flessione verbale: errem, erre, ecc. nel sensu di « rabbuiarsi, rattristarsi n, ecc. .O
.&

Esercizio 39.

1. U hap fjala se ushterite e armiqvet p-o i afròheshin fshatit.


2 . Pa ngfine hudhra s'te vjen ere goja. 3. Iku pa bere ze. 4. Thuhet
se sivjèt do te kemi dimer te bute. 5. Lypset te shkojme edhè na ne
l u f t ~ .6. Duhet te thomi gjithmone te verteten. 7. Ne dimer shpesh
bubullin e vetetin. 8. Sa u gdhi dita u kthjellùa edhè moti. 9. Vrehen
njèrezit si vrehet moti. IO. « Erret dheu, benet ( = behet) nje pus;
qielli nxin si velùsh D. 11. « Mbvtet bashke zogu me mite; lùan mbi
not ujku me dhite*, kendòn ~ a r i b o b ane kengen e shen Gjergjit. 12.
Peshperitet se ti do te martohesh me Rinen; a eshte e vertete? 13.
S'eshte mire qe puna e sotme te lehet per neser. 14: Me dolli krejt
nga mendja se (ose: qe) dje ishte dite pushimi. 15. S'eshte mjaft (ose:
s'rnjaftòn) qe njerìu te flase, duhet edhe qe te beje.
I . Si sparse la voce che gli eserciti dei nemici stavano auuirinaiz-
dosi al villaggio. 2. Se Eon mangi aglio non ti puzza l'alito (lett. « sen-
za mangiare... non ti... boccn »). 3. Se sze andò senza fare p,~rola Aa
4
(lett. « voce »). 4. Si dice che qzkestirizno avremo n?z inverno mite. $
5. E' necessario che nszdiamo anche iloi allrr gzierva. G. Bisogn~dire 8
8
sempre la verità. 7. D'inverno spesso ttrona e lampeggia. 8. Appena h-:

d
si fece giorno, si rassenerò anche il tempo. P. Si rat~lztluolanogli uomini '1

\;
come si rannuvola il tempo. 1 O. « Si fa buicl la terra, divetzta u??poz- I

zo; il cielo è !zero come ~ellzlto». I l . « Annegano insieme l'trccello e i

i topi; galleggiano insieme il lupo e le capre » (lett. « si muove a nuo- I

t o a), canta Variboba nella canzone di S . Giorgio. 12. Si sussurra che 4

t u ( t i ) sposerai (con) Irene; è vero? 13. Non sta bene che il lavoro
di oggi si lasci per domalzi. 14, M i sfzlggi del tzitto (lett. « usci dalla
mente u ) che ieri era giorno di riposo (vacanza). 15. Non è sufficielz-
t e ( o : non basta) che l'uomo parli, è anche necessario che faccia. (Non
basta dire, bisogna fare).
J
!
Formazione delle parole
gj
ai

105. Attualmente per formare nuove parole l'albanese si serve di


due mezzi, già esistenti nell'i. e.: Io della derivazione (con cui si for-
mano parole mediante prefissi e suffissi); e 2' della composizione (con
cui due parole si uniscono per formarne una terza). Con questi due
mezzi si creano parole nuove con significato. affine o completamente
diverso da quello delle parole primitive da cui esse derivano o delle
quali sono il risultato.

106. Derivazione prefissale (formazione di parole a mezzo di pre-


fissi). I1 prefisso può constare di una sola lettera (consonante o vocale),
di una sola sillaba o di una intera parola.
Saranno elencati qui sotto i prefissi piti importanti e vitali dell'al-
banese moderno, e di ciascuno di essi sarà indicato il significato che
apporta 6 le alterazioni fonetiche da esso subite o generate.
Quando non si farà menzione di tali alterazioni, s'intende che esse
non hanno luogo.

107. ELenco dei principali prefissi f omatiui:


n- : a. signiftcato: intensivo, fattivo;
b. alterazioni fonetiche: 1 sonorizza la consonante seguen-
te; 2. si adatta al grado e alla qua-
lità del fonema seguente.
C. esempi: ngurte, nguròs ( <n+gur);
nguqem (<n+kuq);
+
ndrashem ( <n trashe);
I
mbres (<n+pres).
c : a. signif. : contrario; (rafforzativo);
b. alt. fon. : si sonorizza nella pronuncia davanti alle conso-
nanti sonore, benché rimanga ortograficamente
inalterato;
C. esempi: qbej (pron. xhbej !), (C - bei); ~ q e p
(C - qep); cli.liròj
(q - liròj);
sh- : variante del precedente con le stesse caratteristiche sekanti-
che e fonetiche: shkarkòj = &arkhj;
xh- : altra variarite dello stesso prefisso «C-»; si usa davanti alle
parole iniziami con «v»: xhvesh (xh - vesh);
s- : a. stgnif.: 1. privativo; 2. fattivo; .
&j
b. alt. fon.: si sonorizza davanti alle consonanti sonore an- 2'
*
4
elir ortogra8camente ( e diventa <z-i »);
C. esempi: zbath (s - bath, cfr. mbath);
zgjeròj ( s - gjere);
( I seguenti prefissi non generano né subiscono alterazioni fonetiche).
$!
per- : significato intensivo, frequentativo : perqèsh, perlyej, persmòj , ecc. 4
sper-/(shper-) : variante rafforzativa del precedente : shperndàj shper-
thèj, ecc.
nder- : indica relazione : ndermarrje, ndergjegje, nderkombetar ;
ri- : indica rinnovamento, ripetidone : rilindje, ringjallie;
ster-: ha significato rafforzativo: sternìp, stergjysh;
katra- : ha significato rafforzativo : katragjysh;
tej- : indica lontananza, allontanamento: tejkallm, tejtyre;
mbi-: « sopra, super D: mliishkrlm, mbishijòj;
para- : « pre- » aggiungono il proprio significato alla parola a cui
nen- : « sotto » vengono prefissi: parathene, nenshkdm, prapa-
prapa- : « dietro » mbetes, ecc.

108. Derbuaziorze strf fissale (formazione di parole mediante suffissi).


I suffiiissi non generano né subiscono alterazioni fonetiche: si affiggono
semplicemente al tema. Per mezzo dei suffissi si formano nomi sostan-
tivi e aggettivi, verbi e avverbi.
t!
109. Elenco dei principali suffissi:
a. suffissi indicanti « Ztlogo, recipiente, relazione D :
-nik: vajnfk, besnik;
-im: pagezìm, besìm, mesìm;
-ishte: ulishte, gurishte, lulishte;
-ore: elbore, krypore, grurore;
-ine: lugine, qmendine, bujtine;
b . suffissi formanti nomi collettivi: l

-i : vellezeri, ushteri, vegjeli;


-si : miqesi, pleqesi, paresi;
C. .suffissi indicanti qticdit? ( o nomi astrattz):
-i : bukuri, dashuri;
-ri : madheii, besnikeri;
-si : miresi, miqesi;
-im : shkelqim, shlcretim;
-ate: urate, levdate, urdheiate;
-je : vjedhje, sjellje, pjekje, folje;
( - l l k ) : fukarallek; (suffisso di origine turca raramente usato);
d. suffissi ivldicalzti il « risultato » di un'azione:
martese, shkrese, kerkese;
.*
i : stisdim, shkrim, ushqìm;
e. suffissi indzcartti mestieri, professioni, occupazioni:
-ir : kepucàr , delàr , lopàr ;
-tàr : shkrimtàr, meshtàr;
-es : lypes, qepes, mbjelles;
-tòr : .pun?tòr, fajtòr;
di origine straniera:
- ~ i : salepci, shatci, dyfekgi; (dal t u i c ~ )
-xhi : variante sonora del precedente : barkaxhi, hanxhi;
-ìst : kimist, elelrtricist, Pashist ; lromunìst ; (dal greco);
-il< : ineka~iik,liomik, tragjìk; (dal greco);
f. stl f f issi indicanti origirze o nppartenenza :
fshattir, qytetiii;
labovit, libovìt;
tiranas, elbasanas :
shkodràn, dibràn;
ulqinàk, shtepijàk;
matjàn;
shalnjàn ;
malesòr ;
-àt : vlonjàt, konispolàt;
-òr : lakròr;
g. suffissi indicanti strumenti:
-&e : fshe~e;
-èze : geshteze;
-es : celes, shtypes, mbylles;
h. suffissi indicanti specie :
-urina: laktirina, pemurina, mbeturina ;
i. suffissi indicanti modo o maniera:
isht : italisht, arberisht, greqìsht ;
1. suffissi formanti patroninzici ed etnici:
-aj ( <an.j: cfr. fermòqkanj): Gjikaj , Palaj ;
-ej : Reshej, Monqej;
-an : Kajàn, Muriqàn;
m. saf fissi peggiorativi o indicanti drifetti fisici :
-àsh : q~rràsh,mengàsh, remàsh;
-òsh : vangòsh, balòsh;
-àc : burràc, frikàc; qelbàc;
-njàr : grinjàr, zilinjàr;
-acàk : verdhacak, frikacàk, morracàk;
-avèc : grindavèc, burravèc, Jigavèc ;
: skopèc, pijanèc;
\
-ec
-òk : leshtòk, qapok;
-òg : (variante sonora del precedente): qalog;
-ak : burràk, qyrràk;
-ìk : burrik;
-iq : kalbedq;
n. suffissi vezzeggiativi e diminutivi:
0th : burreth, syth; (per il maschile)
-(e)z : dorez; (per il femm. S . e per m. f. pl.)
- a h : bukuròsh;
-O : (forma nomi propri, specialmente per animali):
Kuqo (per animale di pelame rossiccio: cani, buoi, ecc.);
Laro (per animale di pelame screziato).

118. Formazione
dei nomi verbali: mediante suffissi e prefissi si
formano numerosi sostantivi ed aggettivi dai verbi.
1. Sostantiui: si possano formare:
a) dal presente indicativo mediante i su6ssi:
a-je, -es»: kam-je, di-je, vras-je, ecc. kam-es, vrases, ecc.
b) dal participio mediante i su6ssi «-i, -s» o premettendo l'articolo
prepositivo femminile o neutro:
ditur-i, pasur-i, ecc. sjelles, vjedhe-s, vjele-s, ecc. e dale, e thene,
e ICne, ecc. te ardhur, te fjetur, te marre, ecc.
C ) mediante prefissi, dai sostintivi così ottenuti, si o.ttengono altri
sostantivi:
s-kam-je, mos-ardh-je, pa-vares-i, pa-pjekur-i ecc.
2. Aggettivi: si formano dai participi:
a) premettendo ad essi gli articoli prepositivi :
i, e, te mesùar; i, e, te thene, ecc.
b) premettendo gli stessi articoli prepositivi ed aggiungendo dei suf-
fissi :
i, e, te hapur; i, e, te, lodhet; i sjellshem, e sjellshme.

111. Le parole composte, dapprima poco frequenti in albanese,


sono via via diventate numerose, sia per esigenze letterarie che tecniche.
La composizione si fa, generalmente, mediante l'unione dei temi,
che raramente subiscono o generano alterazioni fonetiche. I temi si uni-
scono in modo da formare un unico vocabolo, il cui signifìcato sarà il
risultato dei significati dei componenti. I componenti possono essere due
o tre, e, ma raramente quattro o piu di quattro.
I vccaboli composti si distinguono in nominali, avverbiali, verbali.
1 . composti nominali: si suddistinguono in
a. possessivi: sono aggettivi; il primo membro è un sostantivo e il
secondo un aggettivo; oppure il primo membro è una preposizione
o un prefisso e il secondo un sostantivo: krahthate, faqedjegur,
paturp, bashkepunetor ;
b. detev172iizativi: il primo membro è determinato dal secondo con
valore apposi.tivo o attributivo: zemergur, syzi, doregjate, jetegjate,
buzeplasur , mespurteke ;
C. di dipendelzzn: il primo membro sta al secondo in relazione di
subordinazione : mireberes, atdhé, udheheqes, mirenjohur, zemer-
n johEs ;
d. numerali: il primo membro è un numerale: trikzndesh; katEr-
kembes ; dyf ish;
2. , composti avverbiali: sono indeclinabili: perballe, kryepermiste,
perbri;
3. composti verbali: in genere si prefiggono preposizioni alle forme
verbali: parashikòj , perzihem, bashkepunòj .

Esercizio 40.

1. Fjala « tiganìs » rrjedh nga fjala « tigàn P. 2. Kalòresit e ushte-


rise shqiptare jane trima te patronditur. 3. Mos i ~lodhmendet se
tanì e di cka d. m. th. (da me thene) ajò f j a l ~ .4. Kryeqyteti i Shqi-
perise eshte Tirana. 5. DO te botohet nje kryeveper e letersise shqipe
ne bashkepunìm me profesoret e dy universitèteve. 6. Kush e qep e
Irush e shqep, si tremben e Penelopes. 7. Pse perdrèdh buzEt kur de-
gjòn dickii qe s'ti pelqèn? 8. Zernerguri e dorengushti jane tamam si
buka e djathi. 9. As krenari me gjithe 'kryelartesine e tij s'mund te
beje veze te kuqe. IO. UdhEheqes i mirenjohur ne boten e tere qe
Skanderbegu, fatosi i Shqiperise.
I . La p,zrola « tiganis » deriva dalla parola « tigàn » (tiganis =
friggere, tigàn = padella). 2. 1 cavalieri dell'esercito albanese sono
eroi impavidi (lett. « itzcuollabili ») . 3. Non stancare la mente ché ora
so cosa vuol dire qzlella parola. 4. La capitale d'AZbania è Tirana. 5 .
Sauà pubblicato ain capolavoro della letteratura albanese in coilubora-
zione con i professori di due università. 6. Chi la cuce e chi la scuce,
come la tela di Penelope. 7. Perché storci la bocca quando senti qual-
cosa che non ti piace? S. Il crudele e l'avaro (lett. « cuor-di-sasso »,
« mano-stretta ») sono prop~io come il pane e il formaggio (vanno
d'accordo). 9. Neppure il superbo con tutto il szlo orgoglio (non) può
fare uova rosse. 10. Condottiero famoso in tutto il mondo ftl Skan-
derbeg, l'eroe dell'Albania.
NOZIONI DI SINTASSI

I. Uso dell'articolo

112. L'uso dell'articolo indeterminativo in albanese non differisce


molto dall'italiano. Da notare che quando l'articolo indeterminativo pre-
cede un nome in accusativo (retto cioè da un verbo transitivo), l'agget-
tivo in funzione di attributo va pure messo in accusativo indeterminato:
ky eshte nje liber i mire questo è urz bzlorz libro; ma: kam nje liber te
bukur ho un bel librò (e non come spesso si ode o si legge presso
parlanti a. i., kam nje liber i bukur! ).

113. L'articolo determinativo (suffisso) in albanese ha un uso piii


esteso che in italiano. I nomi propri esigono l'articolo determinativo:
Pjetri erdhi nga qyteti Pietro giunse dalla città; foli Ndonit per kete
pune parla ad Antonio di ciò.

114. I n genere il nome proprio seguito dal cognome rimane, inva-


riato, ma il cognome riceve l'articolo determinativo e i segnacasi: Pje-
ter Shini, Ndre Mjeda, Gjergj Fishta; kenga e Pjeter shinit.

Il. Concordanza

1.15. Nome+aggettivo: a) se l'aggettivo segue il nome concorda


con questo in genere e numero e rifiuta le desinenze dei casi, ma la
particella di qongiunzione viene regolarmente declinata: burre i mire,
grua e mire uomo buono, donna buona; burrit te mire, gmas SE mire
all'uomo buono, alla donna buona; burrin e mire, gmm e mire l'uomo
buono, la donna buona (complem. diretto); gra te mira, burra te mire,
ecc. b) se l'aggettivo precede il nome, questo rigetta i segyacasi e varia
solo nel numero, mentre l'aggettivo viene regolarmente declinato: i
bùkuri trim il bel giovane e bardha vashe la bianca fanciulla; te bù-
kurit trima, te bardhat vasha i bei giovani, le bianche fanciulle; te bù-
kuravet trima, te bàrdhavet vasha ai bei giovani, alle bianche fdnciulle.
. 116. I nomi in apposizione si comportano come gli aggettivi, quin-
di il nome che precede viene declinato e quello che segue resta inva-
riato: ushtari trim, ushtarit trim, vashes mesùese, vàshavet mesiiese il
soldato eroe, al soldato eroe, alla fanciulla insegnante, alle fanciulle ,:il

;J
;j
insegnanti. ,S
!I
117. .Circa l'uso delle particelle di congiunzione si osservino le
seguenti norme:
1. Un nome in genitivo, che faccia seguito ad un altro nome in
genitivo (o dat ivo-ablativo ) indeterminato, esige la particella di congiun-
zione (articolo prepositivo) te indipendentemente dal suo genere: libri
i nje studenti te shkolles se mesme il libro d'uno studente della sczlola
media; librin ja dhashe nje studèriteje te shkoll?s se mesme il libro lo
diedi a una studentessa della scuola media; programi i lendeve te nje
shkolle te nates il programma delle materie di una scuola notturna
(lett. della notte).
o o pi6 aggettivi fungono da attributi di un nome
2. ~ i ~ a n ddue
femminile in caso genitivo (o ablati~o~dativo) singolare, il primo di essi
prende la particella se, mentre i restanti esigono te: shtiipia e vajzgs
SE ur'te, te bukur edhè te mire la casa della ragazza saggia, bella e bzlona;
lajmi i shoqes besnike dhe te dhashur e gezòi il messaggio della moglie
fedele e amata lo rallegrò; ktra e motres se tij te dashur la (lettera
della sua amata sorella. Se però gli aggettivi precedono il nome, la par-
ticella di congiunzione sarà sempre s2: lotet e se shkretes dhe se mjergs
bije le lagrime della desolatcr e misera figlia.
ti

3 . Uno o piii aggettivi o sostantivi in caso genitivo, che si rife- Z


:
4
riscano ad un nome femminile in caso genitivo (ablativo-dativo) singo- t
5
t:

lare determinato, esigono la particella se se determinano il nome che - 'I i

immediatamente li precede: permiresimi i cilesise se races se dèlevet


il migiiorame,nto della qualità della razza delle pecore; se invece vanno
riferiti ad un nome che non li preceda immediatamente, esigono la par- J

ticella te: zhvillimi i industrise se naftes te Shqiperise lo sviluppo del-


l'industria del petrolio dell'Albania (il nome determinante «Shqip~ria»
si riferisce a «industrise»).
4. I nomi femminili determinati in genitivo (ablativo-dativo) esi-
gono sempre se: tiparet e se folmes se Frasnites 4 le caratteristiche ,

della parlata di Frascineto D; i tha se bijes « disse a(l1a) sua figlia D.


5. Se due particelle di congiunzione in caso genitivo (femminile)
si susseguono, una di esse sara se e l'altra te: kepucet e vajzes te se
(oppure: s? te) bijes « le scarpe della bambina di (sua) figlia >i.

118. La concordanza « a senso » tra soggetto e verbo non - è in-


frequente con nomi collettivi: gjithe bota kishin dale tutta la gente era
uscita; per qlirimin e Shqiperise jane shumica, gjithe populli per la
liberariorte dell'Albania è la maggioranza, il popolo intero.

119. Normalmente in albanese l'aggettivo segue al sostantivo, ma


per motivi stilistici può anche precederlo: mali i larte il monte alto;
i larti mal l'alto monte, i bùkuri trim il bel giovane (con una certa
accentuazione sull'agget tivo).

111. Uso pleonastico dei pronomi

120. E' una caratteristica dell'albanese l'uso pleonastico del pro-


nome atono (enclitico o proclitico, n. 47-48) all'accusativo o al dativo
(d'accordo al regime) prima o dopo il verbo, benché nella frase vi sia
già un pronome: kush e ka sjelle ate liber? chi ( l o ) ha portato quel
libro?; erdhi aì punetori te cilit ja dhe librin dje uenne quell'uomo a
cui desti il libro ieri.
Circa l'uso di questi pronomi si noti: a) il pronome proclitico da-
tivo (i, u) è obbligatorio sempre (sia esso riferito a un nome della
stessa proposizione o di altra proposizione o pure sottinteso): ku eshte
djali te cilit i dhashii librin? dov'è il ragazzo a cui diedi il libro?; i
tha dhelpera ujkut disse la volpe al lupo; Eva ja nguli sytE asàj peme
Eva (glieli) fisò gli occhi a quel frutto (nlbero); trimi ja preu gjuhen
gjarperit il giovane (eroe) (gliela) tagliò la lingua al serpente (oppure:
i preu gjuhen gjarperit); b) il pronome atono accusativo è necessario
solo quando si riferisce a un nome di altra proposizione o sottinteso;
non è invece obbligatorio se si riferisce ad un nome collocato dopo il
verbo nella stessa proposizione. In questo caso l'usa del pronome cli-
pende piuttosto dd'effetto stilistico che si vuole ottenere ed è que-
stione di gusto e d'eleganza: E ke marre librin? ( l o ) hai preso il libro?;
po, e kam marre si, l'ho preso; edhè posa degjòi Elisaveta pershendetjen
e Marise (oppure: posa e degjoi...) e appena Elisabetta ebbe udito il
saluto di Maria; dhe Maria tha: Shpirti im madheròn Zotin (oppure:
shpiiti im e madheron Zotin e Maria disse: L'anima mia magnifica il
Signore.

IV. Uso dei casi

121. I1 nominatiuo è il caso delsoggetto. E' anche il caso dell,,ap-


,

po.sizione e dell'attributo dopo i verbi' essere, divenire, sembrare, ri-


manere, tenersi, stimarsi ( jam, behem, dukem, mbetem, mbahem): Atò
ishin gra te mira esse erano donne buone; me kohe e me durim edhè
aguridhja behet mjalte col tempo e la pazienza anche l'uva verde di-
venta miele; ai miku yt mbahet i uite sa s'ka me ne boten e tere quel
tuo amico si stima saggio quanto nessun altro nel mondo intero.
122. L'accusativo è il caso del complementol diretto. E' richiesto
in genere dai verbi transitivi: djali lexòn librin dhe ati gazeten il figlio
legge il libro e il padre il giornale; shkrùaj letren scrivi la lettera. Con
l'accusativo si esprime anche il complemento di tempo determinato o
continuato: do te arrìj aty te henen arriverò costi lanedi; naten Icen-
dòn dhe diten pertòn di notte canta e di giorno poltrisce; sivjèt tere
dimrin po ra shi quest'anno piovve (durante) tutto l'inverno.
223. I1 gertitivo è il caso del complemento di specificazione e di
possesso: dera e shtepise eshte hapur la porta della casa è aperta; pro-
fesori i historise s'ka ardhur edhè il professore di storia non è ancora
uenuto. Con il genitivo si esprime anche il complemento di materia:
unaze ari anello di oro; shtrati i hekurit ishte ne fund te dhomes il
letto di ferro stava in fondo alla stanza.
Qualche volta in albanese si usa il genitivo laddove l'italiano pre-
ferisce un aggettivo (o viceversa): Sthepìa e lindjes e De Rades gjendet
ne Maq la casa ~zataledi De Rada si trova a Macchia. Contrariamente
all'italiano, il complemento di denominazione si esprime in albanese con
l'apposizione (e non con il genitivo): emri Gjon me pelqèn shume il
nome di Giovanni mi piace molto; ja quajten emrin Gjon gli imposero
il nome di Giovanni. Con il genitivo ancora si esprime il complemento
di luogo: mos qendrò udhes non fermarti per strada.
124. I1 dativo è il caso del coinplemento di termine: nena i dha
nje molle se bijes la mamma diede urta mela alla figlia; foli djemvet
dhe spjegoju punen parla ai ragazzi e spiega loro il fatto. I1 dativo col
verbo bie esprime il significato di suonare: sakrestani i bie kembores
dhe pianisti pianos il sagrestano suona & campana e il pianista il piano.
125. L'ablativo si usa generalmente in unione con la preposizione
prej, le in questo caso puii esprimere i complementi di origine e piove-
nienza, di agente e causa efficiente, di allontanamento e separazione,
e di materia: une vij prej malit vertgo dalla montagna prej nesh u be
kja pune da i:oi ftr fatto ciò; nxenesit dalin tmsh (mendsh) kur qasen
provimet i ragazzi impazziscono (escono di mente) qgando si avvicinano
gli esami; ik larg ( prej) nesh va' lontano da noi; ketò jane pune burrash
queste son cose da uomini; na kemi nje shtzpi prej guri (prej guresh)
abbiamo una casa di pietre.
Con l'ablativo si. esprime il complemento di tempo indeterminato:
aso dite (ditsh) (in) quel giorno (giorni), e l'#età: sa vjq je? quanti
anni hai?
126. 11 vocativo è il caso del complemento di vocazione. Può es-
sere preceduto da una interiezione ed essere determinato o indetermi-
nato mediante i suffissi (articoli): burra shqiptare, degjoni zerin e
atdheut (uomilzi) albanesi, ascoltate la voce della patria; o ju malet e
Shqiperise! o r7zonti d'Alba~zia!;bir, o bir, ps,e po ike? figlio, o figlio,
perché sei fuggito ? .

V. Altri complementi
127. Oltre a quanto si è detto circa i complementi espressi me-
diante i semplici casi, si noti ancora:
I ) i1 complemento di causa si esprime ri~ediante le preposizioni
nga, pvej, per: dridhej nga frika tvemaua dalla paura; kete djalZ e duan
shulne mire per butesine e tij vogliono molto bene a qzkesto ragazzo
per la sua mitezza; per nje pike mjalte po vdes, tha i biii i Saulit per
una goccia di miele io muoio, disse il figlio di Saul; ajò qan prej
inatit essa piange dalla rabbia. Qualche volta il solo genitivo (ablativo)
esprime la causa: U Iodha se fòluri mi stancai d i parlare; kEt2-1po pla-
sim vapes qui moviamo dal caldo.
2 ) I l complemento di fine mediante la preposizione per: erdhe te
merrje udhezimet per organizimin e kryengritjts sei ~ e n u t oa prendere
istrtrzioni per l'organizzazione della rivolta.
3 ) I1 complemento di mezzo si esprime mediante la preposizione
me o le locuzioni me anen e, me ane te, per hir te e simili: ta dergova
librin me poste ti mandai il libro per posta; -zemra me ane te artèrevet
e dergòn gjakun neper gjithe trupin il cuore per mezzo delle arterie
manda il sangue per tutto il corpo; me anen e te birit e bleu shtepine
per mezzo del figlio comprò la casa; per hirin e Birit tend ti! vetemlin-
dur ... per la grazia del tuo unigenito Figlio ...
4) il complemento di modo si esprime mediante le preposizioni
me, pas, sipas, mediante avverbi e locuzioni avverbiali: al punòn me
mend e me haré egli lavora con giudizio e con gioia; kush nuk vepròn
si burre qan si grua chi non si comporta da uomo piange come donna;
secili do te marre sipas punes se tij ognuno riceverà secondo (confor-
memente a ) il proprio operato; Ndreu foli haptas per kete pune An-
drea parlò apertamente di questo argomento.
5 ) I1 complemento di luogo si esprime nelle seguenti quattro ma-
niere :
a) lo stato in laogo mediante la preposizione ne e l'accusat.
det. o indet.: ne shkolle ka shume lule in iscuola vi sono molti fiori;
ne dhomen e mesùesit tone ka shume libra nella stanza del nostro mae-
stro vi sono moltilibri.
b ) il moto a luogo mediante le preposizoni rze, per ne: yt velli
po shkon ne shkolle tuo fratello va (9ta andando) a scuola; neser do te
shkojme per ne Itali domani andremo in Italir;;
C ) il moto da luogo mediante le preposizioni nga, prej: nga cili
vend po vjen ti? da quale luogo vieni tu?; arriten dy libra prej Kines
arrivarono due libri dalla Cina;
d ) il moto per luogo mediac:e la preposizione neper: Kishin
kalùar neper vende te egra erano p:!:sati attraverso luoghi selvatici;
shkoi posi era neper livadhet passò come il vento attraverso i campi.
Qualche volta il semplice caso genitivo (ablativo), come già si è accen-
nato, funge da complemento di luogo: mos luaj vendit tend non ti
muovere dal tuo posto; mos qendrò udhes non rimanere per strada;
erdhi se sipermi venne da sopra; se largu u degjua nje daùlle. Daùlle
stàneve da lontano (in lontananza) si udi un tamburo. (Un) tamburo tra
gli ovili;
6) I1 complenzento di tempo, se continuato si esprime mediante
i1 semplice accusativo determinato o indeterminato; se l'indicazione del
tempo è determinata si esprime mediante la p ~ p ~ s i z i o n«ne»
-.
e o il
semplice accusativo determinato: ne :maj lulezojne gjithe pemet a mag-
gio fioriscono tutti gli albcri; naten ka rene shi durante la notte piouve;
punòi tri dite lavorò tre giorni; te marten do te vij tek ju martedi
verrò da voi.
t-

Altre d:erminazioni di tempo sono facilmente deducibili dai se-


guenti esempi: Kjo gazete del sdo tri dit questo giornale esce ogni tre
giorni; vit per vit shkoj ne Gjermani ogni anno uado in Germania;
sot pese dit erdha nga Shqiperia cinqzle giorni fa arrivai dall'Albania;
ketù e dy jave me pare kam qenE ne France due settimane fa sono
stato i n Francia; qe sot e kesaj dite do te studjòj gjermanishten da
oggi in poi studierò il.tedesco; ketù e tri dit do te shkoj ne Beràt fra
tre giorni andrò a Berat; me tri dit do ta mbaròj punen in tre giorni ji-
nirò il lavoro; ne dy jave gjithesèjt do te mbaroje in (fra) due setti-
mane tutto sarà finito; dimrit une vesh sorape leshi dhe veres pambuku
d'inverno io uso calze di lana e d'estate di cotone.

Esercizio 41.

1. Befshi naten e mire, o shoke; dhe ti pushò, moj Ndre. 2. Drute


e thata kercisnin ne vater. 3. Nje poqe prej balte, e mbulùar prej nje
plloqe, valonte mbi zjarr. 4. Nje luge e gjate prej druri per te trazbar
gjellen varej ne mur, nEn nje krypore, si dyfèk. 5. Ne te dy anEt e
vatres, pervèc pòsteve, kish edhè nga n.je jastèk te mbushur me flete
misri. 6. Flaka e zjarrit binte ne fytyren e saj te vogel e te embel.
7. Cdo gje ne trupin e saj ish e vogel. 8. Syte sa nje lajthi, buzet s'i
dùkeshin fare. 9. Bjeri, o Filip, asaj dhie te eger qe po rri me ate breg
mali. 10. Diten e Pashkes SE madhe Dhoqina ( = Jurendina) na hiqte
valle; Kostandini u ngrit nga varri, rrasa ju be kals, balta ju be shale.
I . Possiate avere m a buona notte, o compagni; e t u riposa, An-
drea. 2. La legna secca crepitava nel focolare. 3. Una pignatta di ter-
racotta, chiusa da un coperchio, bolliva sul fzloco. 4. Un lungo me-
stolo di legno per agitare il cibo pelzdeva dalla perete, sotto una fuliera,
a modo di fucile. 5. Ai due lati del focolare, oltre ai sedili, vi erano
anche singoli cuscini ripieni di foglie di granone. 6. La fiamma, del
fuoco cadeva sul suo volto piccolo e dolce. 7. Ogni cosa rtel suo corpo
era piccolo. 8. Gli occhi (erano grandi) quanto una nocciola, le lah-
bra non si distinguevano affatto. 9. Picchia, o Filippo, quella capra
selvatica che sta su .quelld collina di monte-. IO. 11 giorno della Pasqua
(gralede) Dhoqina (Jure~dina)danzava con la ridda; Costantino si levò
dalla tomba, la pietra tombale diventb un cavallo, lir polvere (fango)
si trasformò in sella.

VI. La proposizione

128. La posizione delle parole nella frase albawse è abbastanza


libera, vale a dire che il soggetto, i complementi, ecc. possono, per ef-
fetti stilistiei, variare di posizione - con una certa liberta. Si osse~ino
gli elementi della proposizione nelle seguenti frasi, che fra loro in
quanto al senso differiscono soltanto per l'accento posto su l'una o
l'altra circostanza:
'a) ' ~ j o n ineser do te shkoje ne qytèt Giouanni domani andrà
in città;
b) Neser Gjoni do te shkoje ne qytèt domani Giovanni andrà-in
città;
C) Ne qytèt neser do te shkoje Gjoni in città domani andrà
Giovanni;
d) Pali e do Pjetrin Paolo ama Pietro;
e) Pjetrin e do Pali Paolo ama Pietro;
f ) E do Pali Pjetrin Poolo ama Pietro;
g) E do Pjetrin Pali Paolo ama Pietro.
Si noti come alle ultime quattro frasi albanesi corrisponda un'utlica
traduzione possibile in italiano, data l'assenza di segnacasi in quesra
lingua. ,
129. 11 soggetto normalmente va posto dopo il verbo nelle frasi
interrogative: Ku eshte yt v$llii? dov'è tuo fratello?; ma anche: yt
ku eshte? con una leggera accentuazione su « yt ve116 9).
130. Se non vi sono nella frase altre particelle interrogative, or-
dinariamente l.'interrogazione si introduce mediante le particelle a, apo :
a e kini ju ndonje pune per ne? avete qualche lavoro per noi?; apo
erdhi Maria nga qyteeti? è tornata Maria dall<r città?
131. Una frase si rende negativa mediante una delle negazioni
nak, s' se si tratta di frase col verbo all'Indicativo, Arnmirativo o Con-
dizionale; e mediante la particella negativa mos se il verbo-della frase
è al171mperativoo all'ottativo o al Congiuntivo: nuk del dielli sot oggi
non esce il sole; nuk ishte e mire dita djexnon era bella la giornata
ieri; s'kam kohe per te lexùar g&etat ron ho tempo per leggere i gior-
nali; s'eshte ashtù si thoni ju non è cosi come voi dite; rnos di1 nga
shtepìa non zlscire di casa; thùaji Beqirit mos te (te mos) vije ketù
sonde di' a Beqir di non venire qui stapera; gjithe te shtunat le te
vijne, e shtuna e Rreshajes mos na ardhte vengano pure tutti i $abati,
(ma) non (ci) venga il sabato di Pentecoste.

132. L'uso dei tempi e dei modi nelle proposizioni indipendenti


non si scosta molto dall'italiano. Circa l'uso dei tempi si noti: a) l'azio-
ne in atto di svolgersi al presente si indica mediante una circonlocuzione
+
formata dal presente indic. del verbo jnm gerundio: jam duke lexùar
sto leggendo; l'azione svolgentesi nel passato si esprime con la stessa
circonlocuziane e l'imperfetto indicativo di jam: ish(te) duke lex3ar
stava leggendo; b) l'imminenza dell'azione si sottolinea mediante la par-
ticella po premessa al verbo; po vij vengo subito, sto per venire, sto
venendo e può essere indicata anche per mezzo dell'aoristo: thùaji se
erdha digli che velzgo subito (lett. che venni); C ) l'imperfetto in genere
indica uno stato abituale oppure un'azione solita o ripetentesi nel pas-
sato: ishte njE trim e ,kish tri dhi, e ketò dhi ai trim i rnbante mbi
kodren e sben Liut c'era un giovanotto che aveva tre capre, e p e s t e
capre egli le teneva sulla collina d i S . Elia.

133. Circa l'uso dei modi si noti: a) per attenuare un comando


si può usare il Congiuntivo invece dell'Imperativo: te duash te àfermin
tend posi vehten tende amo il tuo prossimo come te ste~so;b) gli auguri
e le imprecazioni si esprimono per mezzo dell'O~ativo: rrofte Shqi-
peria! viva Z'Albanio!; rrofsh sa buka e vera! possa tu vivere quanto
il pane e il vifio! e marrte era te IigEn che il vento si porti via il male!.

VI[. Le pioposizioni subordinate

134. Nelle proposizioni subordinate s i possono usare tutti i modi


all'infuori dellsImperativo.
135. La proposizione relativa si unisce alla mediante i
pronomi relativi qe, i cili, (ai) njeriu qe udhetòi bashke me ne, tanì
eshte ne obòrr l'zlomo che viaggiò con noi, ora si trova nel cortile. I1
pronome relativo qe rimane invariafo, mentre i cili, e cila concorda con
l'antecedente (il noine a c u i si riferisce) in genere e numero: erdhi ajò
grùaja te cilen e kemi pare ne shesh è venuta quella donna che abbiamo
visto in piazza; e gjetem nxenesin te cilit i perkèt ky liber = e gjetem
nxenesin qe i perkèt ky liber abbiamo trovato l'alunno a cui appartiene
questo libro.

136. La proposizione cnwale si costruisce mediante le particelle


causali (n. 70): une u skuqa per gabimin qe kisha bere arrossii per lo
sbagliorrhe avevo fatto; djali u gezùa se i erdhi e motra il ragazzo si
rallegrò per la venuta della sorella (lett. perché gli venne...); qan ka-
loresi se i varen kembet piange il cavaliere perché gli penzolano i piedi;
c kalùan lumin ne kembe, pse ne ate vend s'kishte ure guadarono il
fiume a piedi, perché in quel punto (luogo) non vi era un polzte; pasi
kishte rene bare shume, ishte prere rruga poiché era caduta molta neve,
la irad da era interrotta.

137. La proposizione finale si esprime mediante Ie seguenti par-


ticelle o locuzioni:
a) qe e il congiuntivo: ti shkon ne shkolle qe te mesòsh tu vai
a scuola per imparare; qE te dish duhet te mesòsh per sapere è rzeces-
savio imparare;
b ) me qellim qe e il congiuntivo: neser do te shkojme ne Rome
me qellirn ¶e te vazhdojme mesimet ne Universitèt domani partiremo
per Roma per proseguire gli studi all'Universttà;
C) per te e il participio (I) ( = infinito): shkoj ne fabrik~per
te punùar vado in fabbrica per lavorare ( a lavorare).

138. La proposizione compauativa si costruisce mediante le stesse


particelle usate nella comparazione nominale: lrerkò aq sa te duhet
cerca tanto quanto ~aarànecessario; njeriu si ndjen me zemEr ashtù flet
me goje Z'ziomo come sente col cuore cosi parla con la bocca; me miie
tC vdesim se te rrojme pa nder meglio morire che vivere disonorati;
tanì ti flet me shume se me perpara ora tu parli pid di prima.
139. La proposizione conseczitiva si unisce alla principale mediante
le congiunzioni sa, sa qe (nella principale si ha aq, kaq),: drita qe aq e
forte sa qe ndriti shtepia e tere la lace fu cosi forte che tutta la1casa
si illzrminò; pusi eshte aq i thelle . sa &ezi i duket fundi il pozzo è 'cosi
profondo che appena (gli) si -scorge il fondo; mos vrapò aq shume sa
te dersish non correre tanto da sudare.

140. La proposizione condizionale si esprime mediante diverse par-


ticelle o locuzioni unite a diversi modi verbali come dai seguenti esempi:
a) ne, ne qofte se, ne &te se, nese, po, po qe se e l'Indica-
tivo: ne ke gje per te thene, fole se hai qzralche cosa da dire, parla;
pa pate frike, mos ec me ta se hai paura non andare con loro (lett.
« se avesti paura »);
b) ne e I'Ottativo: ne vafsh ne qytèt, shko tek im velli se vai
irz città, va' da mio fratello; l

C) po, sikicu, me k u ~ h qe
t e il Congiuntivo: po te jete e vertete
fjala jote, do te kesh nje cmim te madh se la tua parola è vera, avrai
una grande ricompensa; me kusht qe te jete njeri i mire, le t,E vije se
è ( a condizione che sia) una bzlousa persona, venga pzrre. Qualche volta
la particella condizionale è sottintesa: te kisha kohe do te vija = po
te kisha kohe do te vija se avessi tempo verrei. Meno frequentemente
la condizione si esprime mediante il gerundio: duke punùar keshtù, do
ta mbaròsh vepren neser se 2avoi.i cosi, finirai il lavoro domani (lett.
lavorando cosi.. .).

141. La prop~~sizioneconcessiva si esprime mediante le eongiun-


zioni o locuzioni ndonese, megjithese, sadò qe, edhè ne, edhè pse, sidò
ge, sadò, sidò. In genere si richiede' il verbo all'Indicativo, ma con
alcune particelle si può anche usare il Congiuntivo o I'Ottativo o il
Condizionale secondo il sentimento che si vorrà accentuare di piii:
i~donesèishe i vogel, ti punove shume benché fossi piccolo tu lavorasti
molto; sidò qe te behet, na do te shkojme comunque sia, noi passe-
remo; megjithese kishte rene boE shumz, shkùan ne Malesi benché
fosse caduta molta neve, andarono in montagna; sidò te bja? macja,
i ~ ekernbE do te bjere comunque cada il gatto, in piedi cadrà; sadò i
mesùar qe te jesh, mos kujtò se i di te gjitha per quai2to tu sia istruito,
non credere di saper tutto.
142. La proposizione temporale si costruisce mediahte le parti-
celle kur, porsa, gjersa, para se, pasi, mbasi qeknr, sapo, ecc.
I1 soggetto normalmente si pone dopo il verbo, e*la proposizione
temporale subordinata può seguire .o precedere la principale c ~ n leg-
gere sfumature di significato: djemti: porsa e pane rnesùesin, u ngriten
i ragazzi appena uidevo il maestro, si alzarono; Lale-Ndrèu gezohej nga
zemra kur kallezonte perralla Lale-Ndi-ezt godeva in cuor (suo) qumdo
raccontava le fiabe; gezohej nga zemra Lale-Ndrèu kur kallezontc pE-
ralla; Kur kallezonte perralla Lale-Ndrèu gezohej nga zemra.
Nota: Le proposizioni temporali possor.~ anche esprimersi mediante frasi infinitive e ge-
rundive ( e in questo caso indicano la contemporaneita dell'azione): duke dale nga shkoila e
pash? Gjonin uscendo dalla scuola (mentre uscivo...) vidi Giovanni. I1 modo delle proposizioni
temporali 8 l'indicativo, ma con le particelle para se, pasi si pub adoperare anche il Congiun-
tivo: para se te vish ti, do ta kemi kryer punEn prima che tu venga awemo finito il lavoro.

143. La proposizione modale si costruisce mediante le particelle


si, ashtìi, keshtir si, ecc., con il gerundia senza particel1.a aluna, o me-
diante la particella pn e il participio: Si flet i ati ashtù flet edhe i biri
come parla il padre cosi parla anche il figlio; si i ati flet i biri come-il
padre parla il figlio; ushtaret shkonin duke kendùar i soldati passavano
cantando; iku Pjetri pa thene nje fjale se ne andò Pietro. senza dire
zrna parola.

144. Le proposizioni soggettiva, oggettiva e incidentale non pre-


sentano difficoltà, come si potrà facilmente constatare dagli esempi che
seguono: duhet te bjtre shi bisogna che piova; nilk me kr;ne mend
se ku u kemi pare non ricordo dove ci siamo visti; eshte mire te vesh
&è ti me rnotren è beize che vada anche. t u con ttla sorella; thuhet
se kesàj vere do te vemi te deti si dice che qz~estaestate andren.0 al
mare; me t h a e se paska ardhur miisùesja e re mi halzno detto che è
veramente venzrta la ntlozra insegnante; mos harrò se sot vjen edhè Ma-
noli non dimenticare che oggi verrà (viene) anche Emanuele; Vasili dde-
shiron te vije me ju Rasilio desidera cenire con voi; i thane t E studjoje
gli dissero di studiare; Katundin tone, ju e dini mire, e kane themelùar
ne 1475 il rtostro paese, come ben sapete, lo hanno fondato fieZ 1475;
neser, si na thote buletini meteor~logjik, do te bjerii b ~ r edomani,
come ci anntlnzia il bollettin~meteorologico, cadrà neve,
Esercizio 42.

1. S'dihet me sigurl ne do te vije ose jo. 2.. Dihet se dheu rro-


tullohet rreth dìellit. 3. C'eshte ushqimi per trupin eshte kendimi per
mendjen. 4. Vajti e shikoi jashte penxheres per te pare se kush vinte.
5. Atjè poshte njeriu di se c'mbjell, po s'di se ~'korr.6. Ate Frangjisk
Santori, shkrimtari sirberèsh, qe shkroi dramen « Emira D, qe edhè
patriòt i njohur. 7. Kudò (qe) te vesh, te mos me harròsh. 8. Kur
vjen vjeshta, piqen rrushte ne vreshta. 9. Rruges, duke vajtur nga shte-
pia ne shesh u takova me ushtaret. IO. Me te pare femija se ju afrùa
qeni i thirri te vellàut. 11. Para se te flasesh, peshoje mire fjalen. 12.
Gruaja- duhet te jete e mesùar se bijte nga nena se pari e marrin. are-
simin. 13. Ne mund ta kryesh sonde punen, pse e le per neser? 14.
Neser do te vij te flas me ju. 15. Ate dite duhej te shkonim pertèj
lumit per te mbledhur ullìnj. 16. Ketà njerez, sikunder kane ardhur,
ashtù do te shkojne. 17. Erdhi Ndoni dhe iku pa i pershendetur shoket.
18. Njeriu vlen aq sa i vlejne trute. 19. Me mire te varfer e me nder
se te pasur e pa nder. 20. K-aq i1 lodha sa mezi po flisja. 21. Kur pa
1Gte Manoli u zemgrùa aq (shun?) sa dolli i trazùar nga dhoma. 22.
Ne àrdheshin neser punetoret e fabrikes se inadhe do t'i flase drejtori.
23. Ne ke ardhur per haré, d.o te vij po keshtù si jam; ne ke ardhur
ti per helm, do te visliem me te zeza. 24. Po te me kishe degjùar
mùa, sot do te ishe i kenaqur. 25. Shqiptaret, sadò qe ishin me te
pakE, hynin si flake ne mes te ushterise nrmike dine luftonin si luane.
26. Sadò i rnesùar qe te jesh, mos kujtò se i di te gjitha. 27. Te nè-
sermen grate s'vane te vilnin, megjithese zoterinjte i prisnin ne vre-
shtat e pjèkura. 28. Kur luftonte, si na thote Barleti, Skanderbegu
pervishte menget per te perdorur shpaten me lirìsht. 29. Kjo perralle,
po qe se ~'~abohern, na vjen nga libri « Njemije e nje net D. 30. E
keth, s'ka dyshim, mbaròn puna jone.
1. Non si sa con certezza se verrà o no. 2. Si sa che la terra gira
intonzo al sole. 3. Ciò che è il nutrimento per il corpo, (lo) è la let-
tura per la mente. 4. Andò n gzlardare (lett. « e guardò ») fuori dalla
finestra per vedere chi venisse (lett. « veniva*). 5. Laggiti l'tlomo sa
cosa semina, ma non sa cosa raccoglierà. 6. I1 padre Francesco Santori,
lo scdtore avberèsh, che scrisse il dramma « Emira», fu anche insi-
gne patriota. 7. Ovtmque ( t u ) vada, non mi dimenticare. 8. Q w d o
giunge l'estate matura l'uva nelle vigne. 9. Per strada, mentre andavo
da caEa in piazza m'incontrai coi soldati. , IO. Il bambino, al vedere
(vedendo) che gli si avvicinò il cane, chiamò (gt.idò a) il fratello.
11. Prima di parlare pesa (misura) bene la parola. 12. Alla donna
bisogna insegnare che i figli ricevono l'educazione prima di tutto dalla
madre. 13. Se puoi finire oggi il lavoro, perché lo lasci per domani?
14. Domani verrò a parlare con voi. 15. Quel giorno dovevamo an-
dare al di Zd del fiame per raccogliere olive. 16. Questi uomini, come
sono venuti cosl se ne andranno. 17. Venne Antonio e se ne andò senza
salufare i compagni. 18. L'uomo vale tanto guanto il suo cervello (men-
te). 19. Meglio poveri e onorati (con onore) che ricchi senza onore.
20. Tanto mi stancai che a stento parlavo. 21. Quando Emanuele vide
ciò, si adirò tanto che usci sconvolto dalla stanza. 22. Se verranno do-
mani gli operai'della fabbrica grande, parlerà loro il direttore. 23. Se
sei venuto per contento (allegria), partirò cosi come mi trovo; se poi
sei uenuto*per (caso di) tristezza, mi vestirò di nero. 24. Se avessi
ascoltato me, oggi saresti contento. 25. Gli Albanesi, benché fossero
in minor numero, entravano (si gettavano) come fiamme in mezzo al-
l'esercito nemico e combattevano da (come) leoni. 26. Per quanto tu
possa essere istruito, non credere di saper tutto. 27. 11 giorno seguente
le donne non andarono a uendemmiare, benché i padroni le aspettas-
sero nelle vigne (giù) mature. 28. Qualzdo combatteva, come afferma
il Barlezio, Skanderbeg si uimboccaua le maniche per (poter) adope-
rare la spada con piz2 libertà. 29. Questa fiaba, se non mi sbaglio, ci
uiene dal libro « Le mille e una notte ». 30. E qui, non c'è dubbio,
termina il nostro lavoro.
CENNI SUI DIALETTI ALBANESI

1. La lingua albanese si divide in due grandi dialetti: il dialetto


ghego, parlato nell' Albania set tentrionale, e il dialetto tosco, parlato
nell'Albania meridioi~ale.Grosso modo, come limite geografico dei due
dialetti si prende il corso del fiume Shkumbini, che attraversa l'Albania
centrale, sotto Elbasàn, dal confine orientale (jugoslavo) al mare Adria-
tico. Principali caratteristiche che distinguono i due dialetti sono la
conservazione della - E - intervocalica originaria e delle vocali nasali nel
dialetto ghego, e la rotacizzazione della stessa -n- intervocalica e la de-
nasaliizazione e riduzione delle antiche vocali nasali nel dialetto tosco:
g. zini = t. zeri la voce; g. gjuni = t. gjuri il girzocchio; g. brini
= t. briri il corno; g. zemer = t. zemer (zemer) cuore; ecc.
2. Ognuno di questi due dialetti si suddivide a sua volta in diversi
sottodialetti e parlate.
3. Le divergenze tra i 'due massimi dialetti in genere non ostaco-
lano la mutua comprensione tra i parlanti di essi. Inoltre ognuno di
questi due dialetti è stato adoperato come lingua letteraria ed ha pro-
dotto una sua letteratura.
-4. Questi brevi cenni sui dialetti albanesi hanno lo scopo di faci-
litare la lettura degli autori che hanno scritto le loro opere in una delle
varianti letterarie albanesi. Ci limiteremo, quindi, ad indicare le diver-
genze piti importanti che si potranno riscontrare in dette varianti let-
terarie.
5. Al dialetto tosco appartengono anche le parlate delle comunità
albanesi d'Italia; ma poiché in queste comunità sin dal '700 fiori una
non trascurabile produzione letteraria (Variboba, De Rada, Santoii, Da-
ra, Schirò, ecc.) e poiché, malgrado i diversi tentativi di creare una
lingua letteraria nrbeveshe, ogni scrittore ha piti o meno largamente
adoperato la propria parlata, saranno qui indicate le particolarità piii
notevoli (qualora si scostino dalla variante letteraria tosca) che il lettore
potrà ritrovare nei s u d a t i autoxi.
1. Vocali: il tosco ha soltanto la serie delle vocali orali c m e nel-
l'a. l., mentre il ghego -ha anche una serie dl vocali nasali (che si è
soliti indicare con l'accento circonflesso, benché oggi quest'uso vada
scomparendo): 2, e, i, a, y. Cosi abbiamo: g. zii = t. ze voce; g. pe = t.
pe/pe filo; g. bri = t. bri corno; g. gju = t. gju ginocchio; g. sy
= t. sy occhio. Come si' vede dagli esempi succitati qualche volta la
denasalizzazione comporta anche la riduzione della vocale originaria.
Nota: Per le parlate a. i. il valore fonetico di y è sempre i.

Dittonghi (nessi vocalici): al nesso « ùe » del ghega corrisponde


nel tosco il nesso «ha»: g. grùe = t. grùa donna; g. krue = t. h a
fontana.
Alla sillaba iniziale vo- del g. corrisponde va- nel t.: g. voj, voter
= t. vaj, vater. -
I1 ghego a differenza del tosco conserva ancora una chiara distin-
ziorie tra, vocali lunghe e brevi (indicata mediante l'accento acuto) e
spesso elimina la vocale e atona e la compensa con l'allungamento della
sillaba precedente: g. bukurit = t. bukurite; g. bukurin = t. buku-
rine. A x h e gli scrittori gheghi però zendono ad uniformarsi ortogra-
ficamente scrivendo bukuring, buk~rite.
2. Consonanti: il ghego conserva la «-n-» intervocalica origkaria
del protoalbanese, mentre il tosco la rotacizza sempre; e questa, come
già osservammo è la divergenza piii appariscente tra i due dialetti: g.
gjuni = t. g j ~ nil ginocchio; g. zani = t. zeri la voce; g. gjarpni
= t. gjàtperi il scrperztc. In qualche vocabolo del ghego la .fricativa
sorda velare diventa labiale (h>f): g. shof = t. shoh io vedo; g. njof
= t. njoh conosco.
Nel ghego la nasale palatale tende a diventare fricativa sonora: g. zoja
= t. zonja « l a signora D; g. kroje = t. kronje 4fontane »; g. gjfij
= t. gjunj «ginocchi»; g. ullij = t. ullìnj <culivi»; ecc..'e
Nota: In alcune parlate a. i. si conservano ancora gli antichi nessi kl, gl; in altre, invece,
si hanno i passaggi *l, bl, fl 2 pj, bj, f j : kle, gluha/qe, gjuha; plak, blenj flas/pjak, bjenj, fjas.
Morfologia

I. Articolo indeterminativo: il ghego presenta la forma nji, il to-

2. Nome:
a) sostantivi: I ) nei sostantivi in fricativa velare sorda (h), nel
ghego si può avere il suffisso determinativo -i invece di -u (n. 22):
P. krahulkrahi = t. krahu il braccio.
0

2) il tosco spesso riduce o elimina la desinenza dell'Ac. det. sing:


g. gardhin = t. gardhin, g a r d l ~ n gardhe
~, la siepe; g. birin = t. birin,
birne, birre, bire il figlio (Acc.); ecc.
3) nel tosco la consonante eufonica -C- può sparire dopo conso-
nante, con piti frequenza negli antichi scrittori: miqet = miqvet agli
amici.
4) il plurale spesso si forma diversamente nei due dialetti; al plu-
rale in -ra del tosco corrisponde il plurale in -na del ghego: g. &ne
= t. zera voci; g. mishna = t. mishra carni; ecc.
5.) il ghego, nei sostantivi accentati sull'ultima sillaba, al G. S.,
Ac. S. e pl., e N. pl. elimina la -eafinale compensandola con I'allun-
gamento della sillaba precedente : g. bukuris, bukurin, ' bukurit = t,
bukurise, bukurine, bukurite della bellezza, la bellezza, le bellezze.
6) nel ghego i nomi iii vocale nasale riprendono la -n- originaria
nella flessione: g. sy: G. D. syni = t. sy, G. D. syu/syri; g. krue:
G. D. kroni = t. krua, G. 'D. kroi; ecc.
Nota: Nelle parlate a. i. il G. D. Abl. S. f. ha il segnacaso -je: bukje, lulje ( 4 * bukzje,
luleje) = buke, luleje.
b ) aggettivi numeuali: si notino le segaenti particolarità: g. ka-
terdhete = t. katerdhjeteldyzèt 40; g. dhete = t. dhjete 10; g. nji
kah nji = t. nje nga nje ad uno ad uno; g. njizèt = t. njezèt 20.
3. Pronomi e agg. poxs.: si notino le seguenti forme: g. atyne,
atynve, tyne = t. atyre, styr(e)ve, tyre ad essi, ecc.; g. vedi(t) = t.
vehte(s), vetehese sé, se stesso; g. i, e jone = t. jonE nostro, nostra;
g. tonE = t. tone, tene nostro, nostra (Ac.); g. em, tem = t. im, tim
mio, ecc.; g. qi = t. qe che, il quale, la quale, ecc.
Per Ie parlate a. i. si noti: u = uni io; ci! = qe.

4. Verbo: le principali divergenze tra i due dialetti nella coniu-


gazione del verbo si hanno all'Irnperfetto Indicativo, al Futuro:
IMPERFETTO INDICATIVO

ghego tosco arberesh


shko(j )sha (shkojshe) shko(n)ja shko(n)ja
shkoshe shko(n)je shko(n)je
shko(n)te shkonte shkd ne)j
shkoshim shkonim shko(n)jim
shkoshit shkonit shko(n)jit
shkoshin shkonin shko(n)jin

hapshe h,ap(n)j a
hapshe hap(n)je
hapte hapte hapnej (hapij, hapej )
hapshim hapnim hap(n)jim
hapshit hap(n)jit
hapshin hapnin hap(n)jin
FUTURO I
kam me shkue do te shko(n)j kam te shkonj
ke me shkue do te shkosh ke te shkosh
ka me shkue do te shkò((n)je ka te shkonje
kemi me shkue do t e shlrojme kemi te shko(n)jim
keni me shkue do te shko8ni kini te shkoni
kane me shkue do te shkojne kane te shko(n)jin
Nota: In parlate a. i. al pres. indic. sing. dei verbi in consonante si hanno spesso anche
le antiche desinenze -Zj/-ij,-2n: hapej/hapij/hap, hapEn/hap, ecc. In queste stesse parlate è del
tutto sconosciuto il modo amrnirativo.

1) Come si vede dagli esempi addotti, il tosco forma il futuro me-


diante la particella do e il Presente del Congiuntivo; il g h e ~ olo forma
mediante il Presente Indicativo dell'ausiliare kanz e l'Infinito; e nelle
parlate a. i. si ha un Futuro necesitativo (che peraltro si riscontra lan-
che in parlate d'Albania) formato mediante il Presente Indicativo del-
l'ausiliare kam e il Presente del Congiuntivo. '

2) In alcune parlate a. i. l'aoristo plurale dei temi in consonante e


l'aor. pl. formato col suffisso «-ta», prendono le desinenze a-tim, -tit,
-tin»: haptim, haptit, haptin; lajtim, la,jtit, lajtin.
3) L'Ottativo può avere, nel tosco, anche Ie desinenze -p, -g, ecc.
corrispondenti a -sha, -sh, ecc. del ghego: g. basha, ba(f)sh, ecc. = t.
b e ~ a ,beq (benca, bZnc), ecc.
4) I1 Participio in tosco si forma mediante i suffissi -ur,-re,
tre il ghego lo forma con i suffissi -un, -m, -e: t. hapur = g. hapun,
hape aperto; t. pire = g. pime (pim), pimum bevuto t. i mesuar = g. i
--
mesùe(m) (i mesùemun) « insegnato, imparato N.
5) L'aggettivo verbale nel ghega ha una forma in -shem che man-
ca nel tosco: t. i hapur = g. i hapun aperto; g. i hapEshEm apribile
(manca nel tosco).
Nelle parlate a. i. oltre agli aggettivi partic. in -uv come in tasco,
si conservano, almeno in qualche parlata, anche quelli in -m come in
ghego, che in una fase pifi antica erano comuni ad ambedue i dialetti:
i mesùar, i mesuam; i mekatrùar, i mekatrùam peccatore, che hrr peccato.
6) L'Infinito si forma in tosco mediante le particelle per te e il par-
ticipio, mentre il ghego ricorre alla particella me unita al participio
(breve): t. per te shkùar = g. me shkue andare, passare; t. per te
hapur = g. me hape (hapun) aprire.
,

7) I1 Gerundio si forma in tosco mediante la particella duke (duk)


e il participio, e nel ghego .per mezzo della p a r t i d a tae (tuj) e il par-
ticipio: t. duke hapur = tue hapun aprendo; t. duke shkùar = g. tue
shkue andando, passando.
8) I nomina agentis derivati da verbi con tema in vocale (I Cate-
goria, n. 85) si formano in tosco aggiungendo il suffisso -2s aila prima
persona sing. del Pres. Indicativo, mentre nel ghego si formano ag-
giungendo -s al participio breve: t. mesonjes = g. mes6es insegner~te.
9 ) I1 oerbo pa~xiuo ha due forme libere nel ghego per la terza
persona sing. dell'Imperfetto Indicativo: t. fryhej, hapej = g. fryhesh/
f ryhej, hapesh/hapej si apriva, era aperto.
In alcune parlate tosche d'Albania (ed in parlate a. i. ed altre) il
passivo dei temi in vocale si forma inserendo una -n-(invece di una -h-)
fra tema e desinenza: benem = behcm; martonem = martohem; ecc.
10) Si noti in fine come in alcune parlate tosche (a. i. ed altre)
si esprimano certi aspetti del verbo anche ricorrendo a perifrasi: jarn
e ha = jam duke ngrene sto mangiando; jlam po te h sto per man-
giare; ish e haj stava mangiando; ish po ti! haj stava per mangiare. Ma
se il secondo verbo è intransitivo: jam e vinj sto venendo, sto per
venire; jam po te vinj sto per venire, vengo subito; ish e vdls = ish
po te vdis stava morendo, stava per morire.
5. I1 patrimonio lessicale è in genere comune ai due dialetti, ma
ovviamente non mancano vocaboli propri dell'uno o dell'altro dialetto
o pifi frequenti in una determinata area linguistica che in altra: t.
fshat = g. (e a. i.) katùnd paese, villaggio.

6. Ad illustrare le note sui dialetti albanesi presentiamo qui un


brano dalla parabola del Figliuol prodigo (Luca 15, 12-20) nei dialetti
ghego e tosco e in due parlate albanesi d'Italia.

GHEGO: Nji njeri kishte dy bij, edhe ma i vogeli prej asish i


tha te i 6tit: Ate, me nep pjesen e gjiise qi me bije me marre. Edhe
ai u diiu g j h e atyne. Edhe mbas pak ditsh ma i vogeli bir mbloth
gjithe se qish pat, edhe iku nde dhé te huej, mbe nji vend te largg,
edhe atje shperdiu gjin' e vet tue shkuem jete si pliìnkprishes. Edhe
si prishi te gjitha, u bii n.ji zi e madhe mb'ate vend, edhe ai filloi me
pasun te mangut. Atehere vojti e u ngjit mbas nji qytetari t'ati vendi;
edhe ai e dergoi nd'arat e veta me kullotun thite. Edhe desherazte me
9.
mbushun barkun e vet me harupat qi hajshin thite, por kurk~shis i
nepte. Edhe ai, si erdhi mbe vetSvetehene, tha: Sii punetorzve te t'im
et u teperojne buket, e une po vdirem prej uniet! Dote ngrihem edhe
do te vete tek em 6te edhe do t'i thom: a ate, fejeva nde qiell edhe
perpara tejet, edhe nuk jam ma i vejefshim me u quejtun biri yt: bari-
me porsi nji prej punEtorEvet tu. Edlie u ngrit e erdhi tek i ati vet.
Edhe ai kur ishte edhe larg, i 6ti ati e p6 edhe u dhimpti edhe u tuerr
e ra mbe shit t'ati, edhe e puthi ...
(Kristoforidhi, Dhjata e Ré, Costantinopoli, 1872, pp. 147-148).

TOSCO: Nje njeri kishte dy bij, edhe me i. vogeli nga ata i tha t'et:
Ate, epme pjrsen e gjese qe me bje per te marre. Edhe ay u ,a ndau
atyre gjEne. Edhe pas pak ditsh me i vogeli mblodhi gjithe g'pat edhe
iku nde dhe te huaj rnbe nje vent te large, edhe atje cperndau gjene e
tij dyke shkuar jete plankprishesi. Edhe si prishi te gjitha, u be nje
zi e madhe mb'ate vent edhe ay zuri te mos kishte me. AteherE vate
e u ngjit pas nje qytetari t'ati vendi; edhe ky e dergoi nd'arat te ti te
kulotte derra. Edhe desheronte te mbushte barkun e ti me hampet
qe hanin derrat, po as ndonje nuk i epte. Edhe si erdhi nde vetehet
te ti, tha: Sa punetoreve te t'im et u teperon buke, eJune po humbas
nga uria! Do te ngrihem e do te vete tek im ate edhe to t'i them: O
atE, fejeva nde qiellt edhe perpara teje; edhe nuk.jam me i vejyer te
quhem biri yt; bej-me pori nje nga punetorgt e tu. Edhe u ngrit e
erdhi tek i ati. Edhe ay tek po ishte edhe lark, i ati e pa edhe i erdhi
keq, edhe u sul e i ra n5bi qafet t'ati, e d h e puthi ...
(Kristoforidhi, Dhjata e Re, Korce 1930, pp. 224-225).

ARBERESH di Calabria: Nje njeri kish dy bil, edhe me i vogeli


nder ta i tha te (j)atit: Tate, eme pjesen e petkut ce me nget te marr.
E i (j)ati i ndajti petkun atyre. E pas pak ditsh i biri me i vogel
mbjodh(i) gjithsèj e u nis e vate nde nje dhé te huaj mbe nje vend
(l)largu, e atjè grisi gjithe petkun e tij me gjelle te lige. E nja se sa grisi
e shprichi gdo kish, erdh(i) e r6 mb'ate vend nje ti i madh (zi e madhe),
e ai zfi(ri) te mos kish me gje. Ahìera vate e ju ngjit pas njej katun-
dari t'atij vendi, e ai e derg6j nder dhserat e tij t'i kullotnej dirqit; e
atjè deshironej te mbjonej barkun me Iendet ce hajin dirqit, po mo-
snjeri s'ja jip. E ashtù pra erdhi mbe vetehene e tij e tha: Sii sherbe-
toreve i mburon buka te shpia e tates (tim eti), e u ketu jam e vdes
uri(t)! Nani ngrehem e vete tek im ate e i thom: Tate, bera ftese
perpara qìellit e perpara tij (teje), e neng jam me i vlere te thuhem
biri yt. Bejme (por) si njE nga (ka, nder) sherbetoret e tu. E u ngre
e erdh(i) tek i (j)ati. E kur al. ish (l)larg(u) edhè, i (j)ati e p i i dhi-
spelqéj (i erhdi keq, i pat(i) lipisi), e u sul e ju shtu te qafa edhè e
puthi. ..
Noia: Questo brano presenta le caratteristiche di una parlata albanese della provincia di
Cosenza. Tra parentesi le varianti riscontrabili in altre parlate (vicine) della stessa zona.

ARGERESH di Sicilia: N ~ Enjeri kishej dy bij. E me i voggli nga


atà i tha te i atit: Tate, erne pjesen e petkut ~e me nget. E i ndajti
atyre te mbaren. E nge shkuan shume dite, e i biri me i vogEli mb(e)
jodhi gjithqysh e vate Ilargu aridi-dherash, e atje josi te mbaren e tij
me gjelle te ndohet. E posa ce sosi gjitheqysh, gstreksi atje per nd'ata
dhera nje uri e madhe e ai zu te mas kishej me. E vate e u vu me
nje nga qytetesit t'asaj horje; e ky e dergoi te dherat e tij sa te maj
derra. E deshiroj te mbeloj barkun e tij me Iendet se hajEn derrat,
e mosnjeri i jipej atij. Po mbE vetehé te tij jerdhi e tha: Sa njerez me
rroge te shpia e tates tim kane burine e bukes, e ketu vdes urlet. Dua
te ngrehem e te vete te tata jim e dua t'i thom: ~ a t é u, mekatrova ne
balle te qielljes edhe perpara tij, nge jam me i zoti te therritem biri
jyti: bej-me posi nje nga rrogetaiet t'ate. E u rigre e vate tek i ati.
E kur ishej edhe llargu i ati e pa, e ju duk keq, e rrodhi e ju shtu te
qafa e tij e e puthi ...
(Fiala e t'in'zoti, Anno I I , N . 53, Piana degli Albanesi, 8-2-1914).
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I N D I C E

Intraduzione pag. I11


Abbreviazioni » VI
LA SCRITTURA E I SUONI:
Alfabeto - Pronuncia
Consonanti - Vocali
Accento - Sillabe
Apostrofo
ELEMENTI D I MORFOLOGIA :
Genere dei nomi
Numero dei nomi
Determinazione del nome (articolo)
Flessione del nome - Declinazioni
Casi e segnacasi
Tabelle per la declinazione dei nomi (m. e n.)
Tabelle per la declinazione dei nomi (f.)
Determinazione dei casi
Modelli di declinazione determinata
Particelle di congiunzione
Declinazione con particelle di congiunzione
Aggettivi
Flessione degli aggettivi
Declinazione degli aggettivi attributi
Gradi di comparazione
Numerali
Pronomi personali .

» possessivi
Pronomi interrogativi pag. 62
>> indefiniti >> 64
L'avverbio >> 68
La preposizione
La congiunzione
L'in t eriezione
I1 verbo: modi e tempi
Coniugazione attiva e medio-passiva
Classi verbali
Modelli di coniugazione regolare a t tiva
Modelli di coniugszione regolare medio-passiva
Verbi irregolari
Formazione delle parole

Uso dell'articolo. - Concordanza


Uso pleonas tic0 dei pronomi
Uso dei casi - Complementi
Struttura della frase albanese
Uso dei modi e dei tempi
Proposizioni relative - causali - finali - comparative
D consecutive - condizionali - concessive
>> temporali - modali
%+ soggettive - oggettive - incidentali
CENNISUI DIALETTI ALBANESI

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