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I COLLOIDI

Con il termine di miscuglio si intende l’insieme di più sostanze pure mescolate insieme.
I miscugli vengono a loro volta suddivisi in miscugli omogenei e miscugli eterogenei.
Osservando i miscugli eterogenei i singoli componenti sono spesso distinguibili ad occhio nudo, mentre
questo non succede in un miscuglio omogeneo.
Alla categoria dei miscugli omogenei appartengono le soluzioni (miscugli omogenei liquidi), utili agli
organismi viventi in quanto affinché si realizzino i processi vitali è fondamentale che le molecole e gli
ioni siano in movimento, cioè in soluzione.
In una soluzione i singoli componenti non sono più distinguibili tra loro e il componente presente in
quantità maggiore viene detto solvente, mentre il componente (o i componenti) presente in quantità
minore si dice soluto. Negli organismi viventi il solvente è spesso rappresentato dall’acqua e per
questo si parla di soluzioni acquose.
Tuttavia la distinzione tra miscugli omogenei ed eterogenei non è netta ed esiste una situazione
intermedia data dai colloidi (o soluzioni colloidali) ad esempio: la colla, l’albume dell’uovo, il plasma
sanguigno, la gelatina, il latte, la maionese, i budini.
I colloidi sono quindi sistemi con caratteristiche intermedie tra soluzioni e miscugli eterogenei e sono
costituiti da una fase disperdente, simile per omogeneità al solvente, e una fase dispersa, che si può
ricondurre al soluto.
Se la fase disperdente, liquida o gassosa, è più abbondante rispetto alla fase dispersa solida, si ha un
sol che è paragonabile ad un liquido vischioso. Se invece prevale la fase solida si ha un gel simile ad un
solido con consistenza gelatinosa. Esistono altri tipi di colloidi, ad esempio le emulsioni o gli aerosol,
classificati in base allo stato di aggregazione della fase dispersa e disperdente, ma sol e gel sono i tipi
più importanti per gli organismi viventi.
I colloidi si differenziano dalle soluzioni a causa delle dimensioni maggiori delle particelle disperse (tra
1 e 1000 nm) che, a causa delle loro ampie superfici, sono in grado di riflettere la luce e pertanto i
colloidi appaiono lattiginosi o torbidi.
Illuminando con un fascio di luce trasversale il colloide e osservando perpendicolarmente alla direzione
del raggio di luce, si osserva una nebbiolina in quanto le particelle sospese sono abbastanza grandi da
diffondere la luce. Questo fenomeno, caratteristico solo dei colloidi e non delle soluzioni, prende il
nome di effetto Tyndall.
Le particelle dei colloidi, inoltre, non tendono a depositarsi per gravità e quindi i colloidi presentano la
stessa stabilità delle soluzioni.
Questa caratteristica è dovuta al fatto che le particelle del colloide sono in continuo movimento a
causa degli urti con le molecole della fase disperdente e questo movimento controbilancia la forza di
gravità che tenderebbe a farle depositare. Questo moto disordinato è detto moto browniano essendo
stato osservato per primo in granuli di polline dal biologo inglese Robert Brown. Un colloide può
presentarsi in stato di sol e può passare allo stato di gel e viceversa.
Questo passaggio, da sol a gel e viceversa, si realizza per variazioni di temperatura, aggiunta di sali,
sostanziali cambiamenti di pH. Esso può essere reversibile, come succede per la gelatina di brodo che è
gelatinosa a temperatura ambiente, ma diventa liquida quando viene scaldata e che può anche tornare
alla condizione iniziale, o irreversibile, come per l’albume d’uovo che una volta cotto non può più
tornare alla condizione di partenza.
Questa distruzione di un colloide è detta coagulazione e da questa trasformazione irreversibile si
ottiene una massa compatta determinata dal fatto che le particelle della fase dispersa si aggregano
formando strutture di massa maggiore che precipitano per effetto della forza di gravità.
Tipici esempi di coagulazione sono la coagulazione del sangue e la coagulazione del latte.
Conoscere il comportamento dei colloidi è di fondamentale importanza in biologia perché il citosol,
che insieme agli organuli e al citoscheletro costituisce il citoplasma della cellula, è un colloide.
Il citosol è costituito per circa il 70-80% da acqua e per il resto da grandi e piccole molecole (proteine,
glicoproteine, acidi nucleici, glucidi) mescolate a ioni inorganici e molecole di ATP.
Proprio a causa della presenza delle proteine il citosol è un colloide irreversibile.
Infatti variazioni di temperatura e pH determinano la denaturazione delle proteine e poiché la funzione
di queste dipende dalla loro forma e struttura è evidente che l’attività biologica di queste molecole
viene compromessa al punto che la cellula muore.
Ecco quindi perché è fondamentale per la vita il mantenimento dell’omeostasi, ovvero di condizioni
interne costanti, ed ecco perché esistono varie strategie, sistemi di controllo e meccanismi di
regolazione che operano a vari livelli con lo scopo di mantenere costante l’ambiente interno di un
organismo vivente.
Sempre collegata alla natura di colloide del plasma sanguigno, dove la fase disperdente è il siero del
sangue, mentre la fase dispersa sono grassi e proteine, è la tecnica della dialisi che permette di
separare molecole diverse in funzione della loro dimensione. L’emodialisi è una particolare filtrazione
del sangue che permette il libero passaggio, in una sola direzione, attraverso membrane, dette
dializzatrici, di molecole e ioni di piccole dimensioni non più utili all’organismo, ma impedisce la
perdita delle proteine che essendo di grosse dimensioni non riescono a passare attraverso i piccoli pori
della membrana.

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