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Sped. In Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27.02.2004, n° 46), art. 1 comma 1 - Prezzo e codice a barre in IV di copertina
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NOVEMBRE
DICEMBRE
Werner
in Bischof
MOSTRA Classics
André Kertész | Francesco
| Photolux Cito || Franco
Festival Stephanie
Carlisi | GuidoCircus
Gengotti | Mario
GuidiLove | Storie | Stefano
Lorenzo
De Biasi Zoppolato
Babic
FUJIFIILM-X.COM
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NOVEMBRE-DICEMBRE
Editoriale
in FOTOGRAFIA
la narrazione trasforma
l’ordinario in straordinario
S
Se scrutate le edicole, lo sguardo fugace si posa tra le
copertine delle riviste, e l’attenzione balza su un mare
di volti. Non paesaggi mozzafiato, non opere d’arte
astratte, ma volti umani che occupano lo spazio visivo.
E in questa osservazione, sorge
spontanea una domanda: per-
ché, tra tutte le meraviglie del
mondo, siamo così affascinati
È la dimensione condivisa che dà potere all’immagine.
Quando una fotografia ci fa riflettere o trasmette un’e-
mozione è perché è condivisa con il mondo.
Tempo fa, parlando del mio lavoro con Federica Berzioli, In fondo, dietro ogni fotografia c’è una storia. Ricordiamoci
che coordina la redazione de IL FOTOGRAFO, sono che dietro ogni volto abbiamo una storia svelata che
emerse riflessioni intriganti. Le fotografie che ci cattu- diventa un pezzo prezioso del mosaico della nostra uma-
rano e ci invitano al commento sono spesso quelle che nità. Una storia di connessioni umane e di momenti
trascendono la sfera privata, diventando pubbliche. condivisi con il mondo.
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Sommario
N° 344-novembre/dicembre 2023
| Silvia Taietti | Federica Berzioli | Giulia Spreafico | Giovanni Pelloso
28 Luisa Dörr
Editoriale Mario De Biasi Azzedine Alaïa e Arthur Elgort Esercizio a tema: risultati
Maki Galimberti 3 Vita d’artista 16 Libertà, creatività e disinvoltura 44 I popoli del mondo 70
In Fotografia la narrazione trasforma
l’ordinario in straordinario Inserto Dido Fontana Esercizio a tema: proposta
Fotografica Festival di Fotografia A modo mio 48 Madre Natura 72
Mostre/Festival/Premi/Contest Bergamo Ritratti artefatti
Le foto dei nostri volti 52 Prossimamente 74
André Kertész 6 Moda e identità
Nuova Generazione Guy Bourdin
Cosa ho imparato
Sguardi contemporanei sugli Archivi Alinari 9 Il fotografo narratore 18 Samantha Casolari 56
Hanno
collaborato
fotografie di
| Maki Galimberti | Giada Storelli | Marisa Zanatta | Manuela De Leonardis | Attilio Lauria
Editoriale Vins Baratta - Mostre - Festival Luisa Dörr Azzedine Alaïa e Arthur Elgort Ritratti artefatti
| Michela Frontino | Benedetta Donato | Livia Corbò | Francesca Orsi | Barbara Silbe
Giovani talenti Alisa Martynova Samantha Casolari Nadine Ijewere Guy Bourdin
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Appuntamenti
A CAMERA Torino André Kertész
Mostre
di Giovanni Pelloso
e Nuova Generazione
1 | André Kertész. Elisabeth
et moi dans un café à
Montparnasse, Paris, 1931
3 | André Kertész
Nageur sous l’eau, 1917
4 | André Kertész
Tour Eiffel, Paris, 1929
Le cose più preziose in una vita sono i ricordi di un uomo. E non hanno prezzo André Kertész
MOSTRE 7
INFORMAZIONI
Dove: CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia
Via delle Rosine 18, Torino
Quando: fino al 5 novembre
Orario: lun. mer. ven. sab. e dom. ore 11-19, giovedì ore 11-21
Tel: 011.08.81.150
Ingresso: 12 euro
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Web: www.camera.to
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8 APPUNTAMENTI
direttore artistico di CAMERA, che ne riper- metafisica – ne è un chiaro esempio Nageur nell’ambito della ricerca surrealista. 5 | André Kertész
corre l’intera carriera. Organizzata in sous l’eau del 1917 –. Les deux amies, Paris, 1926
collaborazione con la Médiathèque du L’esposizione torinese getta poi una nuova
6 | André Kertész
patrimoine et de la photographie (MPP) Grande spazio è dato alle celebri icone rea- luce sulla seconda parte della sua esistenza
Chez Mondrian, Paris, 1926
di Parigi – istituto che conserva gli oltre lizzate nella Parigi degli anni tra Venti e trascorsa al di là dell’Oceano – raggiunge
centomila negativi e tutti gli archivi donati Trenta. Nella capitale del mondo cultu- New York nell’ottobre del 1936 insieme
dal fotografo allo Stato francese nel 1984 –, rale prenderanno vita le strepitose nature alla moglie Elisabeth –. In un clima cultu-
la proposta espositiva segue le tappe bio- morte realizzate nello studio del pittore Piet rale profondamente diverso, le immagini
grafiche dell’autore a partire dalle prime Mondrian, i ritratti di personaggi che hanno testimoniano quanto Kertész, da un lato,
fotografie amatoriali scattate nel suo Paese fatto la storia della cultura e del costume del intese proseguire sugli stessi temi e, dall’al-
d’origine – l’Ungheria – e durante gli anni Novecento, dal regista Sergej Ėjzenštejn alla tro, quanto fu influenzato nella sua ricerca
della Prima guerra mondiale – partito volon- musa Kiki de Montparnasse, allo scultore dalle nuove architetture, dai nuovi stili di
tario per il fronte russo-polacco portò con sé Ossip Zadkine, le scene di strada, diurne e vita, dai nuovi panorami cittadini.
una piccola Goerz Tenax con la quale docu- notturne. Tutti luoghi dove Kertész cerca, Tra questi scatti, alcuni inediti, si sco-
mentò la vita di trincea e le lunghe marce, secondo le sue stesse parole, «la vera natura prono gli spettacolari scenari offerti dal
evitando gli aspetti più crudi del conflitto –. delle cose, l’interiorità, la vita». Senza porto di New York o dallo skyline della
È il periodo nel quale l’autore affina il pro- dimenticare le “distorsioni”, quei magnifici Grande Mela e le immagini della casa
prio sguardo pur mostrando già la rara giochi visivi nati dall’utilizzo degli specchi dell’architetto Philip Johnson, quasi un
capacità di trasformare la quotidianità in deformanti dei baracconi del luna park, che contraltare rispetto a quelle scattate nella
immagini sospese tra sogno e apparizione lo resero una figura di primo piano anche casa di Mondrian mezzo secolo prima.
Nuova Generazione.
Sguardi contemporanei
sugli Archivi Alinari
2 | Silvia Rosi
È un progetto di CAMERA, a cura di
Giangavino Pazzola e Monica Poggi,
finalizzato all’incremento del patrimonio
delle opere che, partendo dalle raccolte
Alinari, guardano agli archivi come a dei
fondamentali giacimenti di storie da inter-
di materiali, da quelli presenti, natural-
mente inediti, a quelli provenienti dalla
collezione FAF (Fondazione Alinari per
Self portrait, 2016
fotografico pubblico attraverso la commit- rogare e da ampliare. la Fotografia), che raccontano la fotogra-
tenza di lavori inediti a quattro giovani Attraverso il confronto tra immagini stori- fia nella sua dimensione più oggettuale:
artisti – è vincitore di “Strategia Fotografia che e contemporanee, la mostra desidera dagherrotipi, lastre, album.
2022”, promosso dalla Direzione Generale proporre una riflessione sulla funzione Le opere realizzate dai quattro artisti entre-
Creatività Contemporanea del Ministero odierna delle raccolte e sulle diverse pra- ranno a far parte della collezione FAF e,
della Cultura per promuovere e sostenere tiche artistiche che si stanno sviluppando prima dell’acquisizione, saranno esposte
la ricerca, i talenti e le eccellenze italiane oggi proprio a partire dagli archivi, pubblici anche a Firenze, dove continueranno a dia-
nel campo della fotografia –. o privati che siano. logare con le fotografie storiche e gli oggetti
Matteo de Mayda, Leonardo Magrelli, La mostra, offerta nella Project Room, con dell’archivio, evidenziando il rapporto tra
Giovanna Petrocchi e Silvia Rosi realizzano ingresso gratuito, mescola diverse tipologie passato, presente e futuro.
10 APPUNTAMENTI
di Giovanni Pelloso
Romanzo italiano
Franco Carlisi e Francesco Cito in mostra
al principesco Palazzo Brancaccio di Roma
U na location magnifica incornicia le
opere di due pluripremiati della foto-
grafia. Per la prima volta insieme, i due
inedito, toccante e convincente. I testi d’in-
troduzione al percorso espositivo sono
firmati da Andrea Camilleri, Michele
autori si confrontano lasciando dialo- Smargiassi e Giusy Tigano.
gare le proprie immagini per dar vita a
una narrazione a due voci su un tema Un intreccio di storie, culture, tradizioni,
comune: il matrimonio. Curata da Giusy ma anche uno sguardo sulla società in
Tigano e organizzata dall’agenzia foto- un giorno di festa. Il loro sguardo, a volte
grafica milanese GT Art Photo Agency in poetico, altre volte ironico e disincan-
collaborazione con SMI Technologies & tato, propone un quadro ricco di sorprese
Consulting Srl, la mostra propone al pub- emotive, ma anche di risvolti relazionali
blico centoventi fotografie in bianco e nero e sociali all’interno di uno dei riti di pas-
nel desiderio di costruire un romanzo visivo saggio della vita.
intenso, incalzante e sorprendente che
esce completamente dagli schemi e rimane Di Franco Carlisi è offerta una selezione del
impermeabile alle convenzioni classi- più ampio progetto Il Valzer di un giorno,
che della più comune fotografia di settore, il cui libro è stato vincitore del Premio
ancorata a stereotipi di stile e di linguaggio, Bastianelli nel 2011 e del Premio Pisa nel
per lasciare spazio a un’esplorazione del 2013. Il giorno è quello delle nozze in una 3
tema spiazzante e in controtendenza. Sicilia nascosta, periferica, esplorata oltre
Il percorso vede l’alternarsi costante il recinto delle codificazioni e delle con-
dell’una e dell’altra lettura in un duetto venzioni entro cui i protagonisti del rito 5
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MOSTRE
4 | Francesco Cito
Romanzo italiano
Matrimoni Napoletani
5 | Francesco Cito
Romanzo italiano
Matrimoni Napoletani
6 | Francesco Cito
Romanzo italiano
Matrimoni Napoletani 4
INFORMAZIONI
Dove: Palazzo Brancaccio. Spazio Field - via Merulana 248, Roma
Quando: fino al 29 ottobre
Orari: da martedì a sabato ore 19-23
Tel: 06.4873177
Ingresso: libero
E-mail: info@gtartphotoagency.com
12 APPUNTAMENTI
di Giovanni Pelloso
| Minerbio, 2023
Courtesy Viasaterna, Milano
e MAMbo - Museo d’Arte
Moderna di Bologna
© Guido Guidi
29.09.2023
07.01.2024
MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna
Via Don Minzoni, 14 | Bologna
mambo-bologna.org
In collaborazione con /
In collaboration with
Moda All’Armani Silos di Milano, il più raffinato dei nostri stilisti ha scel- viaggio a ritroso nella fotografia di moda inventata dall’autore
e identità to di celebrare nei suoi spazi culturali la potenza evocativa del maestro che ebbe Man Ray per amico e mentore. Enigmatico, visionario
francese scomparso nel 1991. In questa intervista racconta le ragioni e innovativo come pochi altri colleghi, con le sue narrazioni sep-
della sua scelta e le suggestioni che ha suscitato in lui la produzio- pe sconfinare dalla fotografia commerciale fino a farla approdare nel
ne di Guy Bourdin. Tra scatti iconici e pezzi inaspettati, questa mondo dell’arte, assegnando per sempre alla figura femminile un
Intervista ampia mostra, prorogata fino al 19 novembre, è l’occasione per un nuovo ruolo nel nostro immaginario.
di Barbara Silbe
IL FOTOGRAFO
Guy Bourdin
NARRATORE
Giorgio Armani svela la libertà creativa del grande ritrattista francese
Si intitola Guy Bourdin. Storyteller l’antologica che rende omag- che sembrano scene del crimine o inseguimenti della polizia».
gio all’autore considerato uno dei padri della fotografia di moda.
All’Armani Silos sono proposte al pubblico cento opere selezio- Non ha mai lavorato con Bourdin per le sue campagne, ma cosa
nate personalmente da Giorgio Armani insieme a The Guy Bourdin pensa del suo lavoro?
Estate, la fondazione che oggi custodisce il lavoro del fotografo. «Non l’ho mai incontrato e confesso che, nel momento in cui ini-
Nato a Parigi nel 1928 e scomparso nel 1991, fu influenzato dal ziavo a fare moda e a lavorare con la fotografia, lo guardavo un po’
Surrealismo, dalla pittura, dal cinema, da Alfred Hitchcock e da da lontano, con ammirazione mista a esitazione. Il suo lavoro era
Edward Hopper, da Edward Weston, che gli infuse il gusto per caratterizzato da una forte sensualità e da colori estremamente
forme e colori, e dall’abbandono della madre che generò in lui vividi, molto diversi dal mio linguaggio. Ma con il tempo ho impa-
relazioni complicate con le donne e rappresentazioni non proprio rato a lasciarmi incuriosire da ciò che è distante, fino a esserne
classiche delle sue modelle. Propenso al dramma e alla diffidenza, attratto».
il suo linguaggio provocatorio si affidava a metafore e a criptiche
interpretazioni. Il concept di questa esposizione va però oltre i Il suo linguaggio è molto diverso dallo “stile Armani”, ma quali
luoghi comuni che da sempre stanno appiccicati all’artista: ne sono le similitudini tra voi?
approfondiscono l’eleganza compositiva e le potenti capacità nar- «Certo, il nostro linguaggio è molto diverso, ma ci sono alcuni
rative. Lo stesso Giorgio Armani ci confida cosa l’ha guidato nella tratti in comune nel modo di affrontare l’immagine tra le mie cam-
scelta delle opere: pagne e gli scatti di Bourdin. I riferimenti possono essere svariati,
«Il mio intento era quello di offrire al visitatore un’esperienza soprattutto quelli cinematografici.
coinvolgente scegliendo tra scatti iconici e immagini meno cono- Anch’io ho sempre lavorato sull’immagine fotografica come sug-
sciute. Con questa mostra volevo porre in risalto la libertà creativa gestione filmica, perché penso che uno scatto possa raccontare
e il grande amore per il cinema dell’artista. Ho deciso di esporle in molto più di quanto immaginiamo. Il mio è un mondo più vicino
stanze che esaltano l’uso dei colori saturi così tipico di Bourdin: al Neorealismo e meno al Noir e al Mystery cui si ispirava lui, ma
intere stanze di rossi, verdi e rosa. Ho scelto, inoltre, ventuno foto- la spinta è sostanzialmente identica. Quello che trovo straordi-
grafie in bianco e nero che mostrano quanto fosse incisiva la sua nario nel suo lavoro è la capacità di essere se stesso, che rimane
capacità espressiva anche quando lavorava con i contrasti più inalterata attraverso tutta la sua opera, la forza di raccontare le
semplici. Infine, ho deciso di esplorare il suo amore per il cinema, sue storie indipendentemente dalle tendenze. E anche questi sono
presentando una selezione di immagini di campagne pubblicitarie aspetti nei quali mi riconosco».
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Anch’io ho sempre lavorato sull’immagine fotografica come suggestione filmica, perché penso
che uno scatto possa raccontare molto più di quanto immaginiamo Giorgio Armani
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GUY BOURDIN 21
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1 | Charles Jourdan, Spring
1978 © 2023, The Guy
Bourdin Estate
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Moda Nel 1839 la fotografia fu presentata a Parigi e da quel giorno questo e intellettuali si ripresentano a noi mettendo in discussione il futuro del
e identità strumento rivoluzionò irreversibilmente la percezione del mondo, della linguaggio fotografico davanti alla creazione di immagini per mezzo
realtà e il modo di rappresentarla. L’avvento della riproduzione meccanica dell’intelligenza artificiale che sta entrando anche nel mondo
mise in profonda crisi la pittura, che fino a quel momento aveva assolto al dell’immagine. Con l’artista italiano Vins Baratta, fotografo di moda che
Intervista compito di documentazione visiva attraverso i secoli. Oggi, quelle stesse da qualche anno produce immagini attraverso l’IA divenendo uno degli
all’autore domande, discussioni e timori che si posero artisti, manovalanze, critici autori italiani di riferimento, riflettiamo sul futuro prossimo possibile.
di Giada Storelli
Vins Baratta
Intelligenza Artificiale e Fotografia
È IL PROSSIMO
FUTURO?
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DONNE
1 | María Belén Fajardo
Fernández (21), Pairumani
CON LE
GONNE
Cochabamba, Bolivia
2021 dal progetto Imilla
© Luisa Dörr
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LUISA DÖRR 31
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Il loro messaggio promuove un canone di bellezza non stereotipato Nella serie Falleras hai ritratto donne di diverse etnie in costumi
in cui la società boliviana, a lungo esclusa e umiliata dagli standard valenciani.
occidentali, può riconoscersi con i propri volti, capelli, volumi cor- «Volevo mostrare la questione migratoria e il cambiamento
porei, ma anche con la propria moda e stile di vita». culturale in Spagna in chiave positiva. Ho notato che persone pro-
venienti da altri Paesi si stanno integrando in questa pratica che
L’acconciatura è parte integrante della loro identità. affonda le radici nella tradizione rurale iberica. I costumi delle fal-
«Le donne boliviane attribuiscono grande importanza ai capelli. leras richiamano le contadine che lavoravano nei campi di riso
Li portano lunghi e raccolti in bellissime trecce. L’acconciatura intorno a Valencia, per cui ho tratto ispirazione da alcuni dipinti
è un rituale di bellezza in cui le donne si dedicano del tempo. d’epoca. Come nel ritratto di Lola, una ragazzina di origine etiope
Spazzolarsi a vicenda le lunghe chiome permette loro di fare rete e adottata da una famiglia valenciana, che si veste da Fallera da
di liberarsi da energie negative e cattivi pensieri». quando aveva due anni e partecipa al Festival delle Fallas con il
nonno adottivo ottantacinquenne».
Lo skateboard è però uno sport tradizionalmente maschile.
«Non è facile andare sulla tavola con queste gonne voluminose, Dal tuo lavoro emerge un’attenzione ai valori identitari e al
ma le ImillaSkate vogliono diffondere questo sport tra le ragazze legame tra le generazioni.
per lottare contro la discriminazione in un contesto storicamente «Il mondo è fatto di milioni di storie individuali. È la singolarità
patriarcale. La loro iniziativa sta aiutando molti a cambiare men- di ciascuna vicenda umana a renderlo un luogo straordinario.
talità. Il collettivo aprirà una ONG per aiutare donne e bambini Ciò che rende ogni essere unico è la sua identità culturale.
vittime di abusi attraverso lo sport». Possiamo negare le nostre radici o assumere una nuova identità,
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Hai fotografato alcune delle donne più influenti del mondo con
un’iPhone. Che ruolo ha la tecnica nel tuo processo creativo?
«I vari dispositivi agevolano il processo ma non sono in grado di
creare. Ciò che conta è l’idea, poi tutti abbiamo in tasca uno stru-
mento per esprimere la nostra visione. Io, ad esempio, uso un mix.
Per i ritratti preferisco il medio formato per concentrarmi su sog-
getto e ambiente. Ma se ho poco tempo, uso mezzi più veloci.
L’iPhone aiuta l’interazione con il soggetto perché viene percepito
come meno invasivo. Nel ritrarre una persona voglio coglierne la
complessità. Il mio approccio cambia a seconda del soggetto, ma
cerco sempre il dialogo e la collaborazione».
6 | Maria Fernandez
Valencia, Spagna, 2018
dal progetto Falleras
© Luisa Dörr
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Moda
e identità
Sguardo
d’autore
di Benedetta Donato
Alisa Martynova
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Il ritratto di persone o di paesaggi è utilizzato come veicolo per raccontare le sue fotografie emerge un’impronta assai originale, caratterizzata da
storie di culture e di mondi apparentemente distanti. Un lavoro dalle elementi inaspettati, capace di realizzare visioni trascinanti ed evocative, di
atmosfere indefinite, a tratti fantastiche e oniriche, il cui punto di partenza trasmettere la forza di storie e di persone rappresentate in maniera del tutto
è la convinzione che il fenomeno della migrazione rappresenti lo stato fuori dal comune. Un progetto che vede ogni tappa come un inizio. Cominciato
primordiale dell’uomo. Ciò che rende di valore la ricerca di Alisa Martynova in Italia, si è evoluto negli anni, esplorando la Francia e adesso vedrà l’autrice
è la prospettiva inedita con cui sceglie di raccontarlo. Guardando approdare in Inghilterra per un nuovo capitolo.
NOWHERE NEAR
Incontriamo Alisa Martynova dopo aver ammirato il suo progetto sviluppare un’attenzione particolare per le analogie, le metafore,
durante la scorsa edizione di EXPOSURE+PHOTO 2023, festival di le allusioni e tutti quegli elementi più evocativi, anche perché, per
fotografia di Kuala Lumpur, esposto insieme ai lavori di autori pro- sua stessa affermazione: «Dire le cose direttamente per me è troppo
venienti da tutto il mondo. A tal proposito, l’autrice ricorda che: facile».
«Steven Lee, tra i curatori del festival, aveva visionato il progetto
nella fase iniziale del lavoro, durante una lettura portfolio di qual- Da persona molto meticolosa, ha iniziato a studiare il tema della
che anno fa ed è stata una piacevole sorpresa apprendere che era migrazione di origine africana, a consultare riviste e pubblicazioni,
stato selezionato per questa edizione». Il lungo percorso di Alisa si è confrontata assiduamente con operatori e mediatori dei centri,
inizia quando frequentava il corso triennale di Fotografia e New con gli psicologi che supportano le persone all’arrivo e nel loro per-
Media della Fondazione Studio Marangoni, lavorando contempora- corso di adattamento a questa nuova situazione. Solo dopo questo
neamente come assistente al collettivo Riverboom. primo approfondimento ha iniziato a incontrare le persone da foto-
grafare, a parlarci e a conquistare la loro fiducia, così da conoscerne
«Nowhere Near è divenuto il mio progetto di tesi ed è nato da altre da includere in questo progetto tuttora in corso.
un compito sul ritratto. Ho scelto di raccontare storie di altri, cui
comunque mi sentivo vicina. Venendo dalla Russia e da una città «Ho cercato di instaurare un rapporto alla pari. Ho chiesto cose
vicina al confine con il Kazakistan, ho sempre avuto una certa molto personali come, ad esempio, conoscere le loro sensazioni o i
familiarità con il fenomeno della migrazione, che da noi veniva con- loro sogni ricorrenti. Erano tutte informazioni utili per visualizzare
siderato un fatto normale. Venendo in Italia, mi sono resa conto di dei simboli da riportare in fotografia. Ho sempre cercato di non
quanto il tema fosse al centro di un acceso dibattito politico, molto parlare mai dell’esperienza del viaggio, della traversata in mare
attenzionato dai media e assai discusso tra le persone. o del lungo cammino via terra che avevano dovuto affrontare per
C’era una narrazione con cui non mi trovavo d’accordo: spesso arrivare fin qui. Questa parte della loro esperienza era quella più
parziale, incompleta e anche ingiusta. Quindi ho pensato di entrare veicolata e diffusa dai media e soprattutto volevo evitare di urtare
in contatto con i diretti protagonisti, per capire in prima persona le loro fragilità e sensibilità, rispetto a momenti dolorosi di un’e-
come stavano le cose. Ho contattato alcuni centri ricettivi e di prima sperienza simile».
accoglienza a Firenze, la città in cui mi trovavo. Inizialmente ho rea-
lizzato un reportage, ma mi sono resa conto che, in quel periodo, Dall’Italia, e dalla Toscana in particolare, Alisa si sposta in
il mio approccio alla fotografia stava diventando più concettuale, Francia, a Deauville, dove viene selezionata per una residenza di
meno legato alla narrazione diretta della realtà. Ho pensato di poter giovani artisti presso il Festival Planches Contact, diretto da Laura
realizzare un lavoro in maniera più complessa». L’approccio di cui Serani. Se in Italia aveva lavorato molto sulle sensazioni, sui senti-
parla Alisa è frutto di una consapevolezza maturata nel tempo, deri- menti che si prova nella condizione di migrante, in Normandia si
vata certamente dalla sua passione per il teatro, così come dagli concentra sul rapporto con le origini. Incontra persone arrivate
studi universitari in Filologia straniera, che le hanno consentito di da dieci anni che avevano scelto questo luogo come la loro casa.
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| Le immagini dell’articolo
Alcuni rigettavano le loro origini, le rispondevano che si sentivano sulla recente immigrazione dal continente africano. La mia presenza
sono tratte da europei e si rifiutavano di condividere qualunque tipo di ricordo. qui ha lo scopo di raccontare proprio questo».
Nowhere Near, 2019-2021 Altri invece cercavano di manifestare le proprie origini, come modo
© Alisa Martynova per mantenere viva la propria cultura, per non rischiare di per- Questa parte della ricerca si aggiunge a due corpi di lavoro impor-
derla o di farla scomparire e anche per farla conoscere alle persone tanti, racchiusi in Nowhere Near. Già dal titolo del progetto si è
del luogo. Mentre si trovava a Deauville, riceve la notizia del World trasportati in un luogo che non è un luogo, ma uno spazio indefi-
Press Photo, per il quale il suo progetto si aggiudica il secondo posto nito, così come lo sono le atmosfere dei sogni. Allo stesso tempo,
della categoria Portraits series. emerge con precisione la forza di queste persone, la loro identità tra-
Terminata l’esperienza della residenza, decide di continuare il smessa da ritratti, in cui gli elementi allusivi e metaforici diventano
progetto perché «l’esperienza del World Press Photo mi ha fatto fondamentali per esaltare la cultura di provenienza dei soggetti.
comprendere che, come fotografa, potevo davvero fare qualcosa Con tutte le sfumature che esistono, tante sono le persone incon-
di importante, mostrando le cose in un’altra prospettiva. Ricordo trate dall’autrice e che possono essere colte in queste immagini.
le reazioni dei soggetti ritratti nel rivedersi in queste fotografie e
di sapere che di loro si venisse a conoscenza. È stata una grande «Un ritratto è un processo, una costruzione condivisa, per cui mi
emozione». Così Alisa decide di andare avanti e proprio in questi piace parlare di collaborazione. C’è stata un’occasione in cui da un
giorni si trova in Inghilterra. sogno ricorrente dove comparivano dei fiumi rossi, ho cercato di
ricreare quella sensazione attraverso l’enfasi del colore. Anche l’a-
«Mi è sembrato logico inserirla nel percorso perché, con l’Italia e bito rappresenta un messaggio molto forte. Come nel cinema o nel
la Francia, questo Paese rappresenta una sorta di rotta da seguire. teatro, bisogna scegliere con molta cura tutti gli elementi presenti
Questa terza parte del progetto è sempre orientata a offrire una nella scena allo scopo di far emergere sempre la persona».
visione alternativa rispetto a quella stereotipata dell’immigrato che
spesso ci viene restituita. Nelle ricerche affrontate prima di partire, Alisa riflette su quanto sia difficile pensare alla fine di questo pro-
ho notato la quasi totale assenza di progetti fotografici che trattas- getto, su come da ogni confronto nascano spunti per proseguirlo:
sero il fenomeno dell’immigrazione contemporanea in Inghilterra. «Se non avessi fatto queste foto nessuno avrebbe compreso come io
Approfondendo l’argomento, mi sono resa conto che la letteratura vedo il mondo. Ho la possibilità di riportare nella realtà le immagini
anglosassone è focalizzata sul fenomeno migratorio come conse- che ho nella mia testa con l’obiettivo di far avvicinare mondi e per-
guenza del post colonialismo, per esempio, ma nulla di significativo sone. Non credo che tutto questo possa terminare».
di Giovanni Pelloso
© COOPER & GORFER - between these folded walls, utopia
© Alessandro Gandolfi - Roma Revolution
Moda L’artista è sicuramente un astro brillantissimo nel campo della sulla natura dell’immagine sia sulla rappresentazione del genere e
e identità fotografia di moda. Autrice assidua tra le pagine di un magazine impor- dell’identità, oltre che su quel processo di oggettivazione del corpo
tante come Vogue, vanta numerosissime collaborazioni con stilisti di ritratto che è stato tanto in voga nella fotografia di moda fino a poco
fama mondiale. Quello che affascina del suo pensiero è l’attenzione tempo fa. Le sue immagini non sono patinate, non sono artefatte, ma
Sguardo che la fotografa inglese, di origine nigeriana e giamaicana, pone nel- credibili perché tratte dalla sua esperienza, perché Nadine ha forgia-
d’autore la ricerca di un’estetica non convenzionale che fa riflettere sia to il suo concetto di estetica e di bellezza seguendo il suo sentire.
di Francesca Orsi
NUOVI CANONI
Nadine Ijewere
DI BELLEZZA
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1 | Huitzili Espinosa
Que Onda?, Garage
Magazine, April 2020. Image
© Nadine Ijewere, 2021
2 | Achok Majak,
The Cowboy Who Fell
to Earth, Garage Magazine
September 2018. Image
© Nadine Ijewere, 2021
Amo il senso di movimento all’interno delle mie immagini, in modo che non risultino statiche.
Mi piace ritrarre il corpo di alcuni modelli un po’ “tagliato fuori” o non perfettamente centrato
rispetto al frame, perché è l’energia che mi piace, il suo moto e il flusso che crea
Dall’intervista di Lynette Nylander a Nadine Ijewere nell’introduzione al libro Nadine Ijewere. Our own selves
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La fotografia di moda è dominata dagli uomini e penso di fare quello che faccio
nella speranza che incoraggi le donne di colore a prendere la macchina fotografica
e ad avere la possibilità di essere fotografe, stiliste e truccatrici.
C’è spazio per loro in questo settore. Ne abbiamo bisogno, per favore
Dall’intervista di Lynette Nylander a Nadine Ijewere nell’introduzione al libro Nadine Ijewere. Our own selves
INFORMAZIONI
NADINE IJEWERE
NADINE IJEWERE. OUR OWN SELVES Nadine Ijewere (Londra, 1992) è nata e cresciuta a Londra, ma le
Pagine: 192 sue origini, le origini della sua famiglia, sono radicate in Nigeria
Formato: 240x280 mm
Copertina: rigida
e in Giamaica. Come ogni adolescente ha vissuto il periodo della
Anno edizione: 2022 sua crescita accompagnata da un profondo senso di inadegua-
Costo: € 51,23 tezza, di perenne sensazione di vergogna per come si è e per
Editore: Prestel come ci si mostra al mondo.
Web: www.prestelpublishing .penguinrandomhouse.de Nello specifico il suo maggior cruccio erano i suoi capelli, il loro
volume, la loro fattezza, simbolo della sua identità, del suo essere,
della sua storia e proprio, forse, per la loro valenza di manifesto,
della loro così esplicita apparenza, Nadine fino a poco tempo fa
non li aveva mai apprezzati, o meglio, mai accettati. Li stirava,
usava parrucche, tutto per occultare una capigliatura che la ren-
deva riconoscibile e che metteva in piazza la sua storia identitaria.
Nel frattempo, però, sfogliando le riviste di moda della madre
non si riconosceva in quei canoni di bellezza, in quella prospettiva
univoca, in quei visi e in quei corpi dalla pelle chiara, in quella
concezione estetica di cui si forgia il pensiero occidentale. E anche
se a posare erano modelle e modelli di colore tutto era architettato
per uniformare la loro identità a quella dell’“uomo bianco”, ini-
ziando dai loro capelli che erano “lisciati”, proprio come i suoi.
Su questa riflessione Nadine ha posto le basi del suo pensiero critico.
Aveva, poi, iniziato a studiare fotografia, appassionandosi in pri-
mis al processo di stampa delle immagini che produceva.
Con uno sguardo critico rispetto ai canoni di bellezza che soli-
tamente comparivano sulle riviste di moda e con le sue nuove
competenze fotografiche, per dare seguito a una voce interiore che
le suggeriva di trovare la propria lettura al concetto di bellezza,
improvvisava, con gli amici come modelli, shooting nei parchi
vicino a casa, riempendo le valigie di vestiti e di oggetti che pote-
vano servirle sul set. E così, un po’ per gioco, un po’ per spirito
critico, con una consapevolezza ancora non bene a fuoco, è ini-
ziata la carriera di Nadine Ijewere come fotografa di moda.
Moda Tre, le parole chiave che introducono la sinergia tra lo sguardo del anni Ottanta sulla passerella delle sfilate, tra le pareti dello studio
e identità fotografo e la genialità del couturier. Vestito e fotografia raccontano fotografico newyorkese, in strada, nell’atelier e intorno al tavolo della
un’intesa che va oltre la lunga parentesi del rapporto professionale. cucina al civico 7 di rue de Moussy nel quartiere parigino del Marais.
Denominatore comune: il corpo femminile esaltato nel suo valore Le idee, per entrambi, nascono e prendono forma proprio vivendo
Sguardo soggettivo, nel farsi portavoce di un’identità forte, moderna, consapevole. un momento di condivisione e di perfetta armonia in cui le pause di
d’autore Freedom è un libro che ripercorre la storia comune iniziata nei primi silenzio rincorrono, senza enfasi, le parole o magari una risata garbata.
di Manuela De Leonardis
Azzedine Alaïa e Arthur Elgort
LIBERTÀ, CREATIVITÀ
45
A
Azzedine Alaïa era un visionario perfezionista che sapeva tra-
durre l’idea di abito in forma tridimensionale – in un certo senso
architettonica – attraverso una conoscenza impeccabile dell’uso
di ago e filo, del taglio, delle rifiniture. Niente doveva sfuggire al
controllo del suo sguardo esigente, mai soddisfatto quando si trat-
tava di lavoro. Le sue mani accarezzavano il tessuto percependone
le caratteristiche, seguivano la sua morbidezza e ne intuivano le
potenzialità nel trasformare in abito da sogno un semplice indu-
mento. Una delle caratteristiche più riconoscibili della sua arte era
il bodycon: avvolgere le forme del corpo femminile per rivelarne la
silhouette. Per la divina Greta Garbo, nel 1972, Alaïa aveva realiz-
zato pantaloni e cappotti dal taglio maschile.
Nel tempo avrebbe continuato a vestire donne giovanissime e
femme âgée con gonne cortissime, svasate e maxi, dritte o a por-
tafoglio, bustier, abiti da sera drappeggiati e plissettati, tuniche
arricciate o strutturate. La ricerca dei materiali innovativi era deci-
siva nel suo modo di interpretare la moda, come appare evidente
nell’abito a sirena – ispirato al noto capo dello stilista britan-
nico Charles James – in acetato, rayon, nylon, elastam o spandex
(fibra sintetica di poliuretano utilizzata per elasticizzare i tessuti)
e metallo del 1994 nelle collezioni del MET - Metropolitan Museum
di New York. «Qui, bande alternate di maglia bianca e nera eviden-
ziano i contorni della figura, riecheggiando l’effetto creato dalle
pieghe precise di James. Le sezioni nere sono composte da hou-
pette, un tessuto sviluppato per Alaïa che utilizza piccoli ciuffi
di nylon progettati per dare la sensazione di piumino di cigno.
La maglieria di Alaïa scolpisce sottilmente il corpo creando varie
tensioni in aree precise, ma alla fine si affida alla forma di chi
la indossa per il supporto strutturale», si legge nella scheda
museale. «La mia ossessione è rendere belle le donne. Quando
crei pensando a questo, le cose non possono passare di moda»,
diceva il couturier. Il tutto all’insegna di una sofisticata e rigo-
rosa declinazione della semplicità, ingredienti indispensabili
anche nella sua cucina. 2
e DISINVOLTURA
Elgort, New York City, 1987
Courtesy Damiani Editore
INFORMAZIONI
AZZEDINE ALAÏA, ARTHUR
ELGORT. FREEDOM
Editore: Damiani Editore, 2023
Lingua: Inglese
Pagine: 124, illustrazioni 70
Costo: € 70
ISBN: 9788862087957
www.damianibooks.com
Moda Crudo, provocatorio, esplosivo, anti-fashion: così l’ha definito Nato a Mezzolombardo, in Trentino, nel 1971, ha scelto di rimanere
e identità un curatore spagnolo in occasione della mostra Deus Dei (super in questo territorio montuoso spostandosi all’occorrenza per offrire
ego) a Tenerife. E Dido Fontana in questo ritratto ci si ritrova appie- il proprio contributo in Europa e negli Stati Uniti a brand della moda
no. Non ama l’immagine stereotipata, da copertina, e non sopporta e dell’editoria. Una personalità carica di energia che ha saputo
Intervista quel finto posato, dove tutto appare eccessivo e colmo di orpel- coltivare il proprio stile ormai riconosciuto sia nel mondo della crea-
all’autore li tecnici, figlio di una scuola che vede la banalità nel quotidiano. tività che in quello commerciale.
di Giovanni Pelloso
A MODO MIO
Dido Fontana
Padre artista fotografo e madre agente musicale. un’attivazione, una compartecipazione. Non desidero che la per-
Parte tutto da qui? sona ritratta si riduca al semplice ruolo di esecutore di ogni mia
«Sì, sono cresciuto tra i libri di Mapplethorpe, le riviste Photo, pretesa».
Metal Hurlant, Progresso Fotografico, Zoom, Magnus e Manara, i
crocefissi del Seicento e le icone sacre che i miei genitori collezio- Spesso, nei tuoi lavori, anche commerciali, non utilizzi dei
navano. Avevo come parco giochi delle grandi tele, dei pennelli e professionisti.
anche delle macchine fotografiche. Ho avuto anche la possibilità di «Quando devo scattare con delle modelle o dei modelli profes-
conoscere molti nomi della musica e dello spettacolo. Ricordo gli sionisti per degli editoriali lo trovo meno divertente perché non ci
Skiantos, Arnoldo Foà, Lella Costa, Irio de Paula. Irio, musicista e sono grandi sorprese. L’abitudine a quel lavoro non apre grandi
compositore brasiliano, ha frequentato molto la nostra casa. spazi al gioco e al coinvolgimento. Realizzare un ritratto con una
Ho ancora in mente il suono della sua chitarra e io, ragazzino, che persona “non del mestiere” o comunque non abituata alla mac-
mi addormentavo la sera mentre lui, in sala, si rilassava con un china fotografica rende tutto più interessante. C’è sempre un po’
pezzo di bossa nova». di timore. Di sospensione. Ci sono meno certezze. Tutto si conqui-
sta in quei minuti».
Quando ti ritieni soddisfatto di una tua fotografia?
Quando senti di essere riuscito a ottenere ciò che avevi in mente? Sei sempre stato un autore molto netto, non accettando mai
«Quando riesco a creare un’immagine migliore di quella che di superare un certo limite o di assecondare quei desideri del
avevo in testa. Nel ritratto ambientato lavoro spesso con elementi committente che avrebbero snaturato la tua fotografia.
che trovo nelle location e quindi sfrutto al meglio quello che incon- «Diciamo che avendo uno stile e un atteggiamento ben definiti,
tro. Colgo le occasioni, gioco con ciò che, all’improvviso, appare. quando qualcuno mi cerca solitamente sa già a cosa va incontro.
Per me è quel qualcosa in più. Non amo il preordinato e il program- Quindi, anche nei lavori commerciali o per una campagna pubbli-
mato a tavolino e non lavoro in studio con precisi schemi di luce e citaria, rimango sempre molto libero. Ogni immagine che realizzo
un certo tipo di pulizia». la devo sentire mia al punto che potrebbe essere benissimo col-
locata in una galleria d’arte. Ho concluso da poco una campagna
Non parti da un layout definitivo, ma con una storia in mente. gioielli per un’azienda americana che ha presentato la sua linea
«Esattamente. Una storia, un piccolo film. Mi accordo con il a fine settembre a Milano che mi ha dato carta bianca nell’esecu-
modello o con la modella in linea di massima. Poi quello che ne zione, rimanendo molto soddisfatto del risultato. Non sempre è
esce è sempre una sorpresa. Sono contento quando, pur avendo così. Mi sono scontrato spesso con il desiderio da parte del mar-
una trama in mente, mi stupisco di quello che sono riuscito a chio di distinguersi, ma senza la capacità di osare e di fare un salto.
realizzare. Vorrebbero, ma spesso rimangono frenati dalla paura di sbagliare.
Perché riesca serve chiaramente che ci sia, da parte di tutti, Per questo motivo ho rinunciato a diversi lavori».
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Moda Nella dimensione materiale di oggetti spesso le fotografie sono al cen- consegnato a una fragile speranza di eternità, appena più che una
e identità tro di pratiche di varia natura, diverse a seconda dell’ambiente in cui scommessa, tanto che sembra incredibile che siano sopravvissuti al
maturano. Dalle mutilazioni familiari al gesto concettuale, fino alle Novecento, secolo di guerre e di stravolgimenti tecnologici. Eppure quei
appropriazioni ed elaborazioni della moda, si tratta di interventi che ritratti dai volti solenni, su vestiti a volte impacciati, sono arrivati fino a noi
Sguardo donano ai ritratti una nuova vita lontana dalle funzioni originarie, ren- e alle nostre serate all’insegna della nostalgia. E dove non poterono
d’autore dendoli al tempo stesso delle opere uniche. Ogni scatto fotografico è guerre, traslochi e calamità naturali, riuscì la mano dell’uomo.
di Attilio Lauria
Ritratti artefatti
COME FORBICI, AGO E FILO
TRASFORMANO
LE FOTO DEI NOSTRI VOLTI
Sebbene le fotografie di famiglia raccontino e custodiscano una sto- irreprimibile sensazione che nel processo fotografico ci sia qual-
ria privata, in realtà non tutte queste si conducono a un lieto fine. cosa di magico ha un fondamento autentico […]. Una fotografia
Quando fotografie senza più nomi né eredi transitano per i ban- non è soltanto una raffigurazione del suo soggetto […]. Ne è parte
chi dei mercatini degli oggetti vintage, capita di scoprire storie integrante, ne è un prolungamento, ed è un potente mezzo per
fatte di mutilazioni e di ogni sorta di manomissione magari attra- acquisirlo, per assicurarsene il controllo». Mentre il celebre sto-
verso amputazioni operate dagli stessi familiari – una pratica che rico dell’arte Ernst Gombrich, per fugare ogni ragionevole dubbio,
affonda le origini in credenze legate alla percezione popolare del propone un esperimento: chi di noi potrebbe strappare o bruciare
ritratto –, conferendo a quell’azione sulla fotografia un carattere la fotografia di una persona cara? Credo nessuno, si risponde, pur
quasi magico, come se la superficie avesse la capacità di trattenere sapendo benissimo che si tratta solo di carta. Ed è la stessa foto-
con sé qualcosa della persona ritratta. grafia a esprimere concettualmente questa visione già dal 1929 con
Una “magia” che Susan Sontag definisce il lato oscuro della La vengeance di Paul Nougé, in cui la protagonista si accanisce
fotografia, residuo di un’irrazionalità primitiva che porta a con le forbici sulla fotografia della sua rivale, cavandole gli occhi.
quell’identificazione fra ritratto e persona amata, definita consu- Ritratti come feticci dunque, oggetto di pratiche dal sapore icono-
stanzialità. C’è naturalmente lo zampino dell’analogico in questa clasta che Erik Kessels ha raccolto nei mercatini di tutto il mondo,
credenza, quando la fotografia era considerata un’impronta, un presentandoli poi ad Arles in una mostra dal titolo Album Beauty,
calco del reale, e dunque un’emanazione del suo referente al pari definita da lui stesso un’ode agli album di famiglia nell’epoca della
della Sacra Sindone. Sempre la Sontag sostiene che la «nostra loro sparizione.
La moda non è un qualcosa che esiste solo sotto forma di abiti.
La moda è nel cielo, nelle strade, la moda ha a che fare con le idee,
il modo in cui viviamo, ciò che accade Coco Chanel
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4
1 | Anonimo, fotografia
di famiglia anni ’30,
Collezioni del Museo
Nicéphore Niépce
2 | © Maurizio Anzeri,
Ricamo su photo trouvée
3 | © Carolle Beìnitah,
Chez le photographe
da Photos Souvenirs
4 | © Erik Kessels,
da Album Beauty
5 | © Jose Romussi,
Ricamo da New Serie
1
54
6
RITRATTI ARTEFATTI 55
Nella nuova condizione di objet trouveé, i ritratti di famiglia Le nostre immagini sono i nostri custodi,
finiscono poi nel circuito dell’arte attraverso sperimentazioni e
contaminazioni fra linguaggi e pratiche diverse che vanno sotto il così come noi lo siamo di loro James Hillman
nome di risemantizzazione, alcune delle quali replicano concet-
tualmente il ritaglio popolare delle sagome. Nella serie I Have Done
Nothing Wrong, l’artista Mika Sperling racconta, attraverso la can-
cellazione, delle relazioni incestuose imposte dal nonno a lei e ad
altre sei bambine. Per lo statunitense Caleb Cole, la rimozione dal
contesto originario serve a dare voce agli eternamente soli in mezzo
alla folla, mentre per Alex Urso le figure sottratte tornano in vita nel
dispositivo espositivo grazie alla realtà aumentata. Tutto al femmi-
nile invece il filone dei ritratti ricamati che vanta discendenze dalla
fiber art, con Carolle Benitah che reinterpreta la sua storia personale
e identitaria – le donne, nella mitologia della virtù familiare maroc-
china, ricamavano in attesa del ritorno dell’uomo –, utilizzando ago
e filo per ricucire le ferite del passato con le sue indicibili verità.
Un uso che per Jessa Fairbrother serve a dialogare con la madre
morta di cancro, per cui cucire è un modo di trascorrere del tempo
con l’immagine di una presenza-assenza, quasi un prolungamento
del cordone ombelicale. Per queste come per altre autrici, si pensi
a Julie Cockburn e ad Amy Friend, il processo di appropriazione
e rielaborazione dell’oggetto fotografico si configura quindi come
l’espressione con altro linguaggio di quanto già rivelato dalle imma-
gini vernacolari, risultando un gesto terapeutico per elaborare un
passato doloroso o comunque da dimenticare, a dispetto della per-
sistenza delle tracce visive.
8
Ma ago e filo rimandano inevitabilmente anche alla couture e
all’uso che di questa fotografia si fa nel vasto territorio della moda,
dove è sempre più importante la potenza evocativa delle imma-
gini piuttosto che il prodotto in sé, avvicinando arte e fashion
photography. E nella capacità di suggerire immaginari si può par-
lare, per affinità, di una riconoscibilità di stile di ciascun artista:
alcuni, come nel caso del cileno Jose Romussi e della messicana
Victoria Villasana, realizzano interamente le proprie opere utiliz-
zando fotografie di moda o di personaggi dello spettacolo tratte
da riviste. Altre volte si tratta di joint venture tra fotografi e ricama-
tori, come per la lituana Ausra Osipaviciute, le cui creazioni sono 6 | © Alex Urso, da Past
Continuous
state pubblicate da numerose testate, da Harper’s Bazaar a Grazia,
da Cosmopolitan a Esquire, che si affida a Gintare Pasakarnyte, e di 7 | © Ausra Osipaviciute
Richard Burbridge, che ricorre allo stilista Robbie Spencer. Nella rise- ricamo: Gintare Pasakarnyte
mantizzazione rimane in sospeso l’interrogativo di Maurizio Anzeri, art director: Milda Cergelyte
uno dei primi e più noti artisti a utilizzare il ricamo su fotografia: make-up: Greta Babarskaite
modello: Vaclovas
siamo abituati a considerare una fotografia come un risultato finale,
ma cosa succede se questa è utilizzata come punto di partenza di un 8 | © Mika Sperling, da I Have
altro processo creativo? È ancora una fotografia? 7 Done Nothing Wrong
Se queste immagini potranno mai avere un significato per le generazioni future,
sarà questo: io c’ero, sono esistito. Sono stato giovane, sono stato felice e qualcuno a questo
mondo mi ha voluto abbastanza bene da farmi una fotografia dal film One Hour Photo
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Cosa ho Piccole e grandi lezioni di vita e di lavoro raccolte in anni di violino e della musica. Da adolescente, ha l’ossessione di partire, prima
imparato esperienza dai più grandi professionisti internazionali del verso le capitali europee, poi a quindici anni è a New York e decide che
mondo dell’immagine. sarebbe stata la sua città – è stato amore a prima vista –. Una donna
curiosa, testarda, idealista, senza nessuna idea del tempo, leale e
Un autore Una modenese trapiantata negli Stati Uniti si descrive da bambina con decisamente daydreamer, sognante come le immagini e le atmosfere
racconta la testa da un’altra parte, un po’ timida, amante dei libri, dei cavalli, del che crea nelle sue fotografie.
di Livia Corbò
Ha collaborato
Marta Cannoni
Una famiglia amante dei viaggi, della cultura e mio padre, foto-
grafo amatore che si dilettava in ritratti e paesaggi e che a un certo
punto mi ha regalato la sua prima Pentax, hanno indirizzato la
mia passione. Scattare una quantità infinita di rullini quando viag-
giavo con i miei genitori, portarli a sviluppare e aspettare con ansia
davanti al laboratorio sono i primi ricordi legati alla fotografia.
Il diner, che purtroppo ora non esiste più, di fronte a B&H, famo-
sissimo negozio di fotografia e video a New York, è la prima foto
che ricordo. Non proprio la prima che abbia fatto, ma la prima in
bianco e nero, con una reflex acquistata a NYC quando ho vissuto lì
per qualche mese a vent’anni.
Appena misi insieme il mio portfolio, Jody Quon, photo editor del 1
tutti questi quotidiani, riviste e libri sono frutto del lavoro esclusivo del sito eurekaddl.skin per favore lasci perdere i ladri parassiti che rubano soltanto vanificando il lavoro degli altri e venga a sostenerci scaricando da noi, la aspettiamo!
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SAMANTHA CASOLARI 59
5 | La campagna per
la Compagnia di ballo
BalletCollective
6 | Jasmine Trinca per
D La Repubblica
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New York Magazine, mi chiese di scattare otto pagine di ritratti di 9 | Editoriale A Trench Affair La maternità ha cambiato il mio approccio alla ricerca, i tempi e
per Icon Magazine
newyorchesi. È stato il primo commissionato e mi ha dato grande le libertà sono limitati e questo mi ha costretta a cambiare il modo
visibilità tra le testate locali. 10 | Editoriale Silent Motion lavorare.
per Icon Magazine
Giorgio De Mitri in Italia, un vulcano di idee e una delle per- L'incoraggiamento di mio marito, che nonostante non sia gene-
sone più interessanti che conosca, ha subito visto un potenziale roso di complimenti, mi sprona sempre a cercare nuove soluzioni
nei miei lavori, dandomi l’incarico per la prima campagna Nike visive.
e altri progetti magnifici e aiutandomi anche nella realizzazione
del mio primo libro. Alcune immagini hanno segnato il mio lavoro negli ultimi anni:
la copertina di Fader con Cardi B – per come mi sono trovata a diri-
La fiducia che i miei genitori hanno riposto in me e nella “pazzia” gerla – e l’autoritratto mentre allatto il mio secondogenito Isidoro.
che stavo facendo, nonostante il mio improvviso cambiamento di Non avevo mai ripreso qualcosa di così intimo. Questi, insieme alle
carriera e dopo tanti sacrifici, mi ha sempre supportata. fotografie di mia figlia Neema, sono gli scatti nei quali mi sembra
di aver colto il mio soggetto pienamente e attraverso i quali ho cam-
È stato il caso a condurmi verso la fotografia di moda. biato il mio modo di ritrarre.
All’inizio il mio interesse era principalmente per il reportage, in
seguito ho cominciato a scattare ritratti e a sperimentare nei miei Cardi B è stato il servizio più faticoso che ho mai realizzato:
lavori personali. Così ho ricevuto i primi incarichi per editoriali quattro ore di ritardo, un’esplosione di energia, costantemente al
di moda, che con il tempo si sono moltiplicati. Ora sono il mio telefono, una marea di persone, familiari e amici che andavano e
focus principale. venivano dal set. È stato difficilissimo restare concentrata su quello
tutti questi quotidiani, riviste e libri sono frutto del lavoro esclusivo del sito eurekaddl.skin per favore lasci perdere i ladri parassiti che rubano soltanto vanificando il lavoro degli altri e venga a sostenerci scaricando da noi, la aspettiamo!
SAMANTHA CASOLARI 61
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che stavamo facendo, ma è stato anche uno dei servizi fotografici dinamiche tra noi e cosa rappresentavano per me. La nascita del
più divertenti. secondo figlio mi ha permesso di conoscere donne straordina-
rie che crescono uno o più bambini da sole in questa grande città,
Steve Bannon per Bloomberg Businessweek invece è stato il sog- indirizzando la mia ricerca sulla maternità, soprattutto in relazione
getto più complicato. Non condividiamo molti ideali. Ho pensato alla creatività. Un percorso visivo parallelo alla mia vita personale.
parecchio prima di accettare e mi sono assicurata che il giornalista
che avrebbe scritto il pezzo sarebbe stato in grado di contestualiz- Quando sono di fronte al mio soggetto mi lascio guidare
zare un personaggio così controverso. Alla fine ho optato per un dall’istinto. Ho un approccio simile sia con i miei figli che con gli sco-
ritratto oggettivo. nosciuti. Li metto a loro agio per far sì che i ritratti siano naturali.
Mi piace l’idea di scomparire dietro la macchina piuttosto che far sen-
11
Il Festival The Burning Man, se pure uno stereotipo, è stato decisa- tire la mia presenza. Trovo che sia più facile catturarne la spontaneità.
mente un momento indimenticabile dal punto di vista visivo. 11 | Steve Bannon per
Il nervosismo prima di scattare i Sonic Youth mi ha impedito di ren- Bloomberg Businessweek La necessità di controllo dell’immagine da parte delle celebrities
dermi conto che non avevo messo il rullino dentro la macchina, mi costringe a una regia accurata dello shooting, anche se nell’edi-
uno dei più brutti ricordi legati al mio lavoro. ting prediligo le immagini più casuali rispetto a quelle più calcolate.
Lo shooting più bello è stato quello con mia figlia di tre anni per Storie, spontaneità, ispirazione, bellezza, una risposta alle mie
la campagna di Arthur Arbesser, un designer e amico meraviglioso. domande: è ciò che cerco nell’altro e negli sguardi dei miei soggetti.
La residenza d’artista a Villa Lena e poi la pandemia mi hanno Fotografare l’altro mi indirizza su un percorso di esplorazione este-
spinto a focalizzare l’attenzione su me stessa, la mia famiglia, le tica in continua evoluzione.
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Se ha gradito questo quotidiano, rivista o libro e se li ha trovati in qualsiasi altra parte che
non sia il sito qui sotto indicato, significa che ci sono stati rubati, vanificando, così, il
lavoro dei nostri uploader. La preghiamo di sostenerci venendo a scaricare anche solo una
volta al giorno dove sono stati creati, cioè su:
eurekaddl.skin
Se non vuole passare dal sito può usare uno dei seguenti due contenitori di
links, gli unici aggiornati 24/24 ore e con quotidiani e riviste
https://www.filecrypt.cc/Container/3CC24754F6.html
https://www.keeplinks.org/p17/642593d829c5a
Senza il suo aiuto, purtroppo,presto potrebbe non trovarli più: loro non avranno più nulla da
rubare, e lei più nulla da leggere. Troverà quotidiani, riviste, libri, audiolibri, fumetti, riviste
straniere, fumetti,riviste, video per adulti, tutto gratis, senza registrazioni e prima di tutti gli
altri, nel sito più fornito ed aggiornato d'Italia, quello da cui tutti gli altri siti rubano soltanto.
Troverà inoltre tutte le novità musicali un giorno prima dell'uscita ufficiale in Italia, software,
apps, giochi per tutte le console, tutti i film al cinema e migliaia di titoli in DVDRip, e tutte le
serie che può desiderare sempre online dalla prima all'ultima puntata.
IMPORTANTE
Si ricordi di salvare tutti i nostri social qui di seguito elencati, perchè alcuni di essi
(soprattutto Facebook) potrebbero essere presto chiusi, avranno TUTTI il nuovo indirizzo aggiornato:
eurekaddl QUOTIDIANI
eurekaddl RIVISTE
eurekaddl quotidiani esteri
eurekaddl libri
(in quest'ultimo canale trovate gratis TUTTI i libri che altrove trovate messi a pagamento dopo che i soliti
ladri, che vivono 24/24 ore rubando al nostro sito (dove sono gratis), hanno persino la sfacciataggine di
chiedervi di pagare!)
Nel caso questi canali vengano chiusi troverà presto i nuovi visitando la nostra
pagina dei quotidiani sul sito eurekaddl:
https://eurekaddl.skin/newspapers
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NUOVI SGUARDI
DELLA
FOTOGRAFIA
Le vostre foto
Giovani Retrocomputing e archivi
Talenti a cura di
Michela Frontino
tecnologici Guido Cauli
Dai laboratori delle
accademie artistiche
ai vernissage e alle
presentazioni editoriali,
il viaggio di questa
È opinione comune che l’avanzare della
ricerca e il perfezionamento dei pro-
dotti scalzino via tecnologie precedenti
Com’è nato il tuo interesse per questa pra-
tica che potremmo definire conservativa
e, al contempo, culturale?
cambiata anche l’informatica: i computer
non più macchine meravigliose, ma elet-
trodomestici, sono sempre più veloci e tutti
rubrica ci porterà alla ponendole nel dimenticatoio. Eppure, nel «Sono nato negli anni Ottanta, un momento identici tra loro, senz’anima. Così è comin-
scoperta dei giovani flusso inarrestabile dell’innovazione tec- storico in cui la tecnologia generava entu- ciata la nostalgia per questi oggetti. Dopo
talenti della fotografia nologica, esiste un fenomeno che cerca siasmo: la fantascienza, che fino a quel aver conosciuto moltissime persone con la
italiana. I luoghi e i di preservare la storia dell’informatica momento era solamente nei film come mia stessa sensibilità, la nostalgia perso-
contesti, in cui i loro attraverso il recupero di oggetti vintage, Guerre Stellari e Star Trek, sembrava più nale è diventata curiosità storiografica».
sguardi si fanno hardware, software in disuso, lettori di vicina a tutti. Quando, da piccolo, ebbi in
poetiche d’autore, VHS e musicassette, floppy disc e console regalo il mio primo Commodore 64, posso La scelta della serialità fotografica si
rappresentano un 8 e 16 bit degli anni Ottanta e Novanta. dire di essermene innamorato: una mac- presta molto bene all’indagine sociale
nodo cruciale dei nostri È l’anima del retrocomputing che Guido china totalmente da scoprire, molto diversa e antropologica. Potresti spiegare cosa
approfondimenti. Dove Cauli indaga ritraendone i protagonisti. dai computer di oggi. Negli ultimi cin- rappresenta per te questa particolare
trovano ispirazione I soggetti incontrati sono fotografati in quant’anni, invece, il marketing ci ha modalità espressiva?
le nuove generazioni ambienti interni, immersi in archivi pri- insegnato che servono macchine sem- «Sono convinto che questo approccio
di fotografi? In che vati che preservano dall’oblio la memoria pre più potenti per lavorare o giocare, e di tipo visuale e interpretativo sia un
ambiente germoglia di un passato recente che attiene alle tutto quello che per l’immaginario comune metodo valido, se non il migliore, per
il seme del loro abitudini, agli usi e consumi di intere diventa vecchio va scartato. Dimenticato. affrontare domande per cui possano esi-
estro creativo? generazioni. La società è cambiata, e di conseguenza è stere risposte diverse, o magari nessuna.
Queste le domande
da cui partiremo
per una ricerca su
tutto il territorio
nazionale: nelle
istituzioni scolastiche
consolidate, ma
anche nei club e nei
circoli culturali più
underground dove le
idee prendono forma e
spessore attraverso
il confronto e la libertà
di espressione.
Per questo la nostra
nuova rubrica si offre
sia come lettura di nuovi
talenti artistici, sia come
approfondimento per chi
intende intraprendere
un percorso
di formazione nel mondo
della fotografia
e delle immagini.
tutti questi quotidiani, riviste e libri sono frutto del lavoro esclusivo del sito eurekaddl.skin per favore lasci perdere i ladri parassiti che rubano soltanto vanificando il lavoro degli altri e venga a sostenerci scaricando da noi, la aspettiamo!
GIOVANI TALENTI 63
tutti questi quotidiani, riviste e libri sono frutto del lavoro esclusivo del sito eurekaddl.skin per favore lasci perdere i ladri parassiti che rubano soltanto vanificando il lavoro degli altri e venga a sostenerci scaricando da noi, la aspettiamo!
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Desiderate
UN FEEDBACK
e comprendere
i possibili sviluppi?
Le vostre foto
Negli occhi dell’altro
Portfolio
LA LETTURA
a cura di
Michela Frontino Emanuele Binetti
PORTFOLIO
Da sempre
è l’occasione
per i fotografi
(professionisti e non)
di presentare il proprio
progetto.
È il sistema più
semplice ed efficace
per far conoscere a
esperti e addetti
ai lavori il racconto
visivo al quale state
lavorando
o che pensate
di avere concluso.
Un onesto confronto
vi consentirà di ricevere
elementi utili
di valutazione
e di perfezionamento.
Questo momento
di conoscenza
e di scambio ha
delle regole
non scritte per rendere
il nostro tempo
e il vostro ben spesi:
• è importante
preparare un portfolio
adeguato: 10/15
immagini e una breve
esposizione che
chiarisca il significato
e l’obiettivo della
proposta.
Progetto selezionato
alle letture portfolio
la vergogna del mio corpo magro, posi- passo del mio personale cambiamento. condurli alla luce e di risolverli mediante del Phest - See Beyond
the Sea - Festival
zionandomi dall’altra parte della paura, Considero questa ricerca un viaggio conti- il dialogo con l’esterno. Nelle fotografie
Internazionale
sentendomi piano piano un po’ meno un nuo che vorrei fosse una rivoluzione». di Emanuele Binetti c’è tutto questo. di fotografia e arte
pesce fuor d’acqua, mi ha permesso di cre- Per lui, il ritratto come forma di cono- (1 settembre - 1 novembre
scere e afferrarmi come individuo, una scenza interiore trova la massima 2023, Monopoli, Bari)
persona, e solo dopo come un fotografo. Il ritratto come strumento di compren- realizzazione nell’incontro con l’altro.
La fotografia è stata fondamentale come sione di sé stessi in relazione al mondo La macchina fotografica è la protezione
è stata fondamentale la mia voglia di con- che ci circonda è un tema caro alla foto- e allo stesso tempo lo strumento che lo
tinuare a cercare ciò che valga la pena grafia. Dietro una fotocamera è possibile aiuta a rompere il ghiaccio e a intrapren-
cercare: il bello. Vi sono e vi sono stati leggere i corpi degli altri mettendoli a dere quel percorso di crescita che lo ha
soprattutto dialoghi silenziosi interrotti confronto con ciò che conosciamo, con portato alla profonda conoscenza della
dagli sguardi. È questo ciò che caratterizza il nostro modo di vedere le cose e inter- sua stessa personalità. Lo sguardo di que-
il rapporto complicato con la figura di mio pretarle. In buona sostanza, attraverso sto giovane e promettente autore è una
padre: i giochi di sguardi, insopportabili la fotografia possiamo plasmare quello breccia nel cuore dell’età più delicata e
ma tante volte necessari per il vivere quoti- che osserviamo secondo il nostro alfabeto più difficile dell’uomo. Durante l’adole-
diano. Inevitabilmente mi ritrovo a scrivere visivo, selezionando dalla realtà quella scenza, sembrano dirci questi sensuali
e a parlare della mia vita personale. La mia porzione che sentiamo vicina al nostro e dolcissimi ritratti, l’anima traspare dai
fotografia, come la mia ricerca artistica, essere. Ciò accade quando nell’atto del corpi puri e limpidi dei giovani che emer-
è una riscoperta della mia stessa quoti- fotografare concentriamo le paure e i con- gono con candida e androgina bellezza
dianità. Aprirmi al mondo è stato il primo flitti che portiamo dentro, nel tentativo di sulla superficie delle fotografie.
66
Diego Colombo
68
Contadini meridiani
Fabio Fischetti
Seguiteci su Facebook,
su Instagram, ZINO CITELLI
e sul sito ilfotografo.it
per essere sempre
aggiornati
sui prossimi
I colori vivaci e luminosi, insieme al punto di vista ravvicinato e alta-
mente descrittivo, sono gli elementi che caratterizzano le fotografie
di Zino Citelli. Due primi piani che compongono un dittico fotogra-
appuntamenti fico sul deserto, in cui l’elemento umano è affiancato all’elemento
che ci vedranno faunistico più rappresentativo. Un beduino guarda l’obiettivo della
protagonisti. fotocamera con sguardo sicuro di sé, mentre un falco del deserto
osserva un oggetto fuori campo, probabilmente
una possibile preda. Insieme, le due fotografie
tecnica ••••• descrivono quel legame tra l’uomo e la natura
composizione ••••• che si realizza nella consuetudine sociale e cul-
colpo d’occhio ••••• turale della falconeria, con esiti compositivi
creatività ••••• davvero espressivi.
71
LORENZO BIFFOLI
IRENE FITTIPALDI
L e tradizioni cul-
turali e sociali, i
percorsi monumen-
tecnica •••••
composizione •••••
colpo d’occhio •••••
tali e artistici sono i creatività •••••
soggetti che più attrag-
gono lo sguardo dell’autrice nel corso dei
suoi viaggi intercontinentali. In partico-
lare, in questi due scatti, Irene Fittipaldi
porta alla luce, da un lato, il culto puri-
ficatore del tempio di Tirta Empul nella
zona montana centrale di Bali e, dall’al-
tro, l’incontro con una bambina sulla
strada del tempio madre di Besakih in
Indonesia. Entrambe queste immagini
spiccano per la spontaneità dei sog-
getti, ripresi in modalità istantanea, per
esaltarne la genuinità delle pose e delle
espressioni.
72
346 20/2/2024
Esercizio a tema
La fotografia naturalistica offre punti di vista sull’ambiente
SEI ANCORA IN TEMPO PER
Proposta
a cura della Redazione
che rassicurano lo sguardo e aprono nuovi orizzonti
15/12/2023
N ella vicinanza con le cose della natura, si è por- di ambienti vergini e paesaggi remoti, ma anche
I popoli del mondo
Ritratto e identità
tati a riflettere sulla bellezza e sulla semplicità nell’attenta osservazione delle città che viviamo.
Madre Natura
degli elementi, dei colori, della luce e delle forme. Con buone probabilità, anche nella realtà quotidiana,
Per questo, fotografare la natura è una pratica che nel contesto urbano e domestico, è possibile perdersi
può condurre verso la pace interiore, nella ricerca di nella visione di un angolo fiorito, di decori floreali o
un’estetica rassicurante che concilia i nostri sguardi. di verdi e rigogliosi parchi. Pertanto «La natura che
Questo particolare approccio alla fotografia può ci circonda» è la giusta declinazione per sviluppare il
essere fatto proprio non solo nella rappresentazione tema di questa nuova proposta.
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