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Il gotico internazionale

A partire dalla seconda metà del Trecento, la perdita di


prestigio di tre grandi istituti medievali, ovvero l'Impero,
il Papato e i comuni aveva avuto l'effetto di favorire il
potenziamento di alcune monarchie che accentrarono il loro
potere (come quelle di Francia e Inghilterra) e, in Italia
(soprattutto al nord), l'affermarsi delle Signorie. Laddove
invece continuavano a resistere forme di governo
repubblicane, come a Firenze o a Siena, importante fu la
crescita del peso della borghesia, i cui esponenti iniziarono a
ricoprire molte delle più importanti cariche politiche.
Questa situazione portò all'elaborazione di uno stile che
varcò i confini delle nazioni, assumendo caratteristiche di
base simili in tutta Europa (ma con notevoli e diffuse
varianti regionali): è il periodo noto come gotico
internazionale. E l'internazionalità non fu dovuta al fatto
che il nuovo stile nacque in una zona ben precisa d'Europa e
da lì si diffuse nel resto del continente, ma fu piuttosto
favorita dai reciproci contatti tra artisti provenienti da
esperienze e località diverse.
Il gotico internazionale fu uno stile che, nel corso del tempo,
ricevette diverse denominazioni da parte della critica: per
esempio, tardo gotico in virtù della sua collocazione
cronologia (conobbe infatti l'ascesa e lo sviluppo all'incirca
tra il 1350 e il 1450); gotico cortese perché elaborò spesso
un linguaggio in linea con le tendenze e le richieste delle
corti del tempo; gotico fiorito per l'eccezionale ricchezza
decorativa; gotico fiammeggiante (soprattutto in
architettura) per la forma delle linee di alcuni elementi
decorativi (soprattutto in architettura: finestre, rosoni... )
che ricordavano quella delle fiamme.
Il gotico internazionale si distinse per essere uno stile
piuttosto lontano dalla realtà sociale del tempo: i temi erano
tratti prevalentemente dalla religione oppure erano temi
prettamente cortesi e cavallereschi, le atmosfere
subivano una sorta di idealizzazione, la narrazione
assumeva i connotati di un racconto fiabesco (spesso con
elementi fantastici), le scene religiose assumevano caratteri
di maggior lirismo e maggior delicatezza, in linea del resto
con la perdita di autorità da parte della Chiesa. Avendo
infatti quest'ultima perso molta della propria credibilità,
soprattutto a seguito del cosiddetto scisma
d'Occidente che per circa quarant'anni (dal 1378 al 1417)
vide lo scontro tra papi romani e papi avignonesi, i fedeli
cercarono una religiosità più intimista e un rapporto più
diretto con Dio, e l'arte dovette essere in grado di rispondere
a questa rinnovata religiosità. La conseguenza portò a
diversi cambiamenti nell'arte religiosa: prima tra tutti, una
maggiore umanità nelle figure del repertorio sacro
(Madonne, santi).
A tutte queste caratteristiche si aggiungeva una spiccata
eleganza formale, che spesso assumeva i caratteri di un
elevato preziosismo e amore per il lusso, soprattutto in
quelle città dove, mancando una corte o una forte
aristocrazia, era la borghesia più ricca a imporre il gusto: è
il caso, per esempio, di Firenze dove i maggiori
committenti erano le famiglie ricche della città (come
gli Strozzi) e dove trovò terreno fertile uno dei più grandi
protagonisti di questa stagione della storia dell'arte (e
probabilmente il più elegante e sontuoso nelle realizzazioni),
vale a dire il marchigiano Gentile da Fabriano (Fabriano, 1370
ca. - Roma, 1427), che fu tra i maggiori interpreti del gusto
del proprio tempo.

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