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09/10/2020

Corso di Laurea in
Scienze e Lingue per la Comunicazione (L-20)
a.a. 2020/2021

CORSO DI
‘ECONOMIA AZIENDALE’
(6 CFU)
Prof. Fabio La Rosa
Ordinario di Economia aziendale
Dipartimento di Giurisprudenza
Università degli Studi di Catania
e-mail: fabio.larosa@unict.it
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE

STRUTTURA DEL CORSO

Inizio corso: 29 ottobre 2020 - Fine corso: gennaio 2021


Orario: martedì 10:00 - 12:00 e giovedì 08:00 - 10:00
Numero lezioni: 18 lezioni, 4 ore settimanali
Diapositive: su Studium
Testo di riferimento: Sorci C., Lezioni di Economia aziendale, Giuffrè,
Milano, 2014 (seconda edizione).
Esame finale: prova orale
Email: fabio.larosa@unict.it
Ricevimento: martedì e mercoledì alle 17:00 (Via Gallo 24, I piano)

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STRUTTURA SINTETICA DEI


CONTENUTI DEL CORSO
• PARTE PRIMA: FONDAMENTI PER IL GOVERNO
AZIENDALE
• PARTE SECONDA: STRUMENTI DI VERIFICA DELLE
CONDIZIONI GENERALI DEL SUCCESSO
AZIENDALE
• PARTE TERZA: STRUMENTI DI VERIFICA DELLE
CONDIZIONI PARTICOLARI DEL SUCCESSO
AZIENDALE

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PARTE PRIMA
FONDAMENTI PER IL
GOVERNO DELLE AZIENDE

• NOZIONE DI AZIENDA ED ECONOMIA AZIENDALE


• I PRINCIPI DI GOVERNO
• RELAZIONI TRA ECONOMICITÀ E SOLVIBILITÀ
• SUCCESSO AZIENDALE E FORMULA IMPRENDITOR.
• ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
• GRUPPI AZIENDALI
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LA NOZIONE DI AZIENDA
 Significato di ‘Economia’ e di ‘Economia aziendale’
 Cos’è un’azienda
 Caratteristiche di un’azienda
 Tipologie di aziende

Libro: Parte Prima, Cap. 1

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SIGNIFICATO DEL TERMINE


“ECONOMIA”
Termine impiegato per la prima volta nel V secolo a.c. da
Senofonte nel libro intitolato “Economico”.
Economia

οι̉κος νομος

casa governo
Economia intesa come
governo della casa
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SIGNIFICATO DEL TERMINE


“ECONOMIA”
Nel testo di Senofonte sono presenti diversi “principi” da
osservare per il buon governo della casa, così come possono
ravvisarsi gli elementi fondanti il successo aziendale.

Le qualità delle persone Capacità di cogliere l’utilità


potenziale dalle cose
impegnandosi per accrescerne il
valore (essenza dell’imprenditorialità)

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LA NOZIONE DI AZIENDA
Azienda come
◦ Un “luogo” fisico o virtuale dove si realizzano processi di
produzione di beni o di servizi
◦ Un “gruppo” di persone che:
◦ in modo continuativo e coordinato
◦ grazie ad un qualche modello organizzativo preordinato
ed adottato
◦ sviluppano conoscenze, impiegano capacità,
manifestano abilità, svolgono determinate attività
lavorative, utilizzano particolari strumenti

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DEFINIZIONE DI AZIENDA
1) “Istituto economico atto a perdurare che, per il soddisfacimento dei
bisogni umani, ordina e svolge in continua coordinazione la produzione,
o il procacciamento e il consumo della ricchezza” (G. Zappa)

Questa definizione pone l’accento sul carattere


strumentale dell’azienda quale “istituto” deputato al
soddisfacimento dei bisogni dell’uomo

Ragione d’essere!
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DEFINIZIONE DI AZIENDA
2) “Coordinazione economica in atto, istituita e retta a soddisfacimento
dei bisogni umani ”

Questa definizione si focalizza sull’attività qualificante, vale a


dire, la coordinazione di operazioni posta in essere nel
perseguimento delle finalità istituzionali.

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LE DIVERSE CLASSI
DI AZIENDE
Il variegato configurarsi dei bisogni umani ha determinato il sorgere
di molteplici aziende deputate a soddisfarli.
FAMIGLIE
associazioni di famiglie
associazioni e Sindacati di prestatori di lavoro

ISTITUTI VARI
religiosi
IMPRESE AZIENDE partiti Politici
Gruppi di imprese di istruzione
Multinazionali di ricerca scientifica
Piccole imprese familiari di associazione sociale ed
ISTITUTI PUBBLICI economica non inclusi altrove
TERRITORIALI

L’impresa rappresenta una particolare tipologia di azienda che attua la


produzione per lo scambio di mercato.
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CLASSIFICAZIONE
DELLE AZIENDE
Aziende dirette: sono quelle che soddisfano direttamente i
bisogni dei soggetti che ne fanno parte attraverso il consumo e
l’utilizzo di beni acquisiti dall’esterno. Non svolgono (tranne che
in via marginale) attività direttamente produttiva e comunque
essa non è destinata allo scambio di mercato. Esempi: famiglie,
associazioni sportive, organizzazioni di volontariato
Aziende indirette: sono quelle che soddisfano indirettamente i
bisogni dei soggetti che ne fanno parte attraverso l’attività di
produzione e di scambio di mercato. Le remunerazioni
monetarie connesse con gli scambi di mercato permettono la
soddisfazione dei partecipanti. Esempi: imprese di qualsiasi tipo
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CLASSIFICAZIONE
DELLE AZIENDE
Aziende con scopo di lucro (for profit): aziende che
giuridicamente possono realizzare un profitto e
distribuirlo ai soci.
NB: nonostante queste aziende (le imprese) perseguano
istituzionalmente il profitto, esso rappresenta sempre un fine per
soddisfare i bisogni umani (scopo di qualsiasi azienda).

Aziende senza scopo di lucro (not for profit): aziende


che giuridicamente non possono distribuire gli eventuali
utili prodotti.

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CLASSIFICAZIONE
DELLE AZIENDE
Aziende private: aziende che hanno il soggetto
economico privato

Aziende pubbliche: aziende che hanno il soggetto


economico pubblico

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I CARATTERI
DELL’AZIENDA
 è una comunità di persone
 si avvale di un “sistema di risorse” (patrimonio)
 è riconosciuta dall’ordinamento giuridico
 ha una missione
 è un organismo costituito da più organi
 ha autonomo potere decisionale cui corrisponde la
responsabilità per le proprie azioni

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COSA STUDIA
L’ECONOMIA AZIENDALE
Da quanto precede:
 Economia come “scienza del governo della casa”
 Azienda come “istituto” creato dagli uomini per
soddisfarne i bisogni e come “sistema” di operazioni a ciò
destinate
l’Economia aziendale può definirsi come …
… la scienza del governo, o dell’amministrazione, aziendale
ed il suo campo di studi investe le condizioni di esistenza e di
funzionamento delle aziende.
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L’ECONOMIA AZIENDALE
(o SCIENZA DELL’AMMINISTRAZIONE
ECONOMICA DELL’AZIENDA)

“La scienza che studia le condizioni di esistenza e le


manifestazioni di vita delle aziende” (Gino Zappa, 1927)

OGGETTO DI STUDIO  azienda (nelle varie tipologie)

PROSPETTIVA DI OSSERVAZIONE  economica

CLASSE DI APPARTENENZA  scienza sociale

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PROCESSO DI FORMAZIONE
DELL’ECONOMIA AZIENDALE

TECNICHE
ORGANIZZAZIONE RAGIONERIA
AMMINISTRATIVE

COORDINAZIONE

ECONOMIA AZIENDALE

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LE “DOTTRINE MINORI”

ORGANIZZAZIONE
 studia quali sono le composizioni più convenienti delle forze
personali, materiali e immateriali operanti nel sistema di azienda

GESTIONE
 studia l’insieme delle operazioni economiche compiute per il
raggiungimento dei fini prestabiliti

RILEVAZIONE O RAGIONERIA
 studia la conversione della dinamica aziendale in simboli
(numeri o simboli di altro genere) e riconversione di questi in
andamenti finanziari ed economici

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L’AZIENDA NEL
CODICE CIVILE
“Complesso dei beni organizzati dall’imprenditore* per l’esercizio
dell’impresa ” (art. 2555 c.c.)
Questa definizione sottende una concezione statica e
patrimoniale dell’azienda
Tutela dei terzi

*Imprenditore: “chi esercita professionalmente un’attività economica


organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o servizi”
(art. 2082 c.c.).
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I PRINCIPI DI GOVERNO PER LA


CONTINUITÀ E LO SVILUPPO
AZIENDALE
 Principio di progresso
 Principio di unità
 Principio di autonomia
 Principi di economicità e solvibilità
 Aspetto finanziario ed economico della gestione
 Nozioni di efficacia e di efficienza
 Rischio economico-aziendale
Libro: Parte prima, Cap. 2.
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IL PRINCIPIO DI PROGRESSO

Il governo dell’azienda deve essere sempre finalizzato al


progresso nella sua capacità di soddisfare i bisogni umani.
Lo sviluppo aziendale deve promuovere ed essere coerente con lo
sviluppo delle persone, rifuggendo da concezioni meccanicistiche
dell’attività produttiva che considerano le persone alla stregua di
“fattori produttivi”

Sviluppo Sviluppo
dell’azienda delle persone

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IL PRINCIPIO DI UNITÀ
Le operazioni in cui si estrinseca il governo aziendale
devono essere coerenti, coordinate e collegate in modo
da convergere verso il raggiungimento di un unico obiettivo: il
soddisfacimento dei bisogni umani per i quali l’azienda
viene istituita.

Azienda come L’azienda non ha fini propri,


sistema costituendo uno strumento al servizio
“teleologico” dell’uomo ed orientato dalle
particolari finalità che egli persegue

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IL PRINCIPIO DI AUTONOMIA

Un’azienda è autonoma quando è autosufficiente dal punto


di vista economico-patrimoniale, rendendosi indipendente da
terze economie e, dunque, libera da condizionamenti
sulle modalità di gestione.

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IL PRINCIPIO DI
ECONOMICITÀ
Principio di governo che investe la relazione esistente tra il
valore delle risorse generate dalla gestione aziendale ed il
valore di quelle impiegate nello svolgimento delle operazioni
in cui si concretizza.

Riferimento al ciclo tipico della


gestione aziendale

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IL CICLO TIPICO DELLA


GESTIONE AZIENDALE
Lo svolgimento di una qualsiasi attività aziendale richiede:

 Operazioni volte all’acquisizione dei mezzi finanziari necessari a


svolgere l’attività intrapresa (fase dei finanziamenti)

Risorse liquide (es.: acquisizione di un mutuo; capitali propri)

 L’acquisto di tutti i fattori produttivi - materiali ed immateriali -


necessari per la realizzazione concreta dell’attività (fase degli investimenti)

Risorse investite (es.: acquisto dei macchinari di un’azienda di produzione)

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IL CICLO TIPICO DELLA


GESTIONE AZIENDALE
 Le risorse investite vengono opportunamente impiegate, mediante
dei processi di trasformazione - materiale, nel tempo e/o nello spazio
- per l’ottenimento dei prodotti/servizi destinati a soddisfare specifici
bisogni dei clienti (fase della trasformazione)

Prodotti/servizi (es.: uno smartphone, un servizio di pulizia, etc.)


 I prodotti e/o i servizi ottenuti vengono immessi nel mercato al
fine di essere venduti, dando così luogo al realizzo dei relativi prezzi
(fase dei realizzi)
Le risorse finanziarie originariamente investite tornano in forma “liquida”

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IL CICLO TIPICO DELLA


GESTIONE AZIENDALE
In virtù dei realizzi conseguiti si possono, pertanto,
ripristinare i finanziamenti ed assicurare continuità al ciclo
gestionale.

F = finanziamenti F
I = investimenti
T = trasformazione
R = realizzi

I T R

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IL CICLO TIPICO DELLA


GESTIONE AZIENDALE
 Netto
FINANZIAMENTI patrimoniale
 Debiti

INVESTIMENTI REALIZZI
 Macchinari TRASFORMAZIONE  Vendite
 Lavoro
 Materie prime
 Prodotti

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IL CICLO TIPICO DELLA GESTIONE


AZIENDALE E L’ECONOMICITÀ
La gestione aziendale si qualifica come “economica”
qualora, in una prospettiva temporale di lungo periodo, si
verifichi la seguente condizione:
R≥I+i

I realizzi conseguiti dovranno essere maggiori degli investimenti sostenuti


più il costo dei finanziamenti acquisiti (interessi)

 Capacità di credito  dipende dalle prospettive di economicità

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IL PRINCIPIO DI
ECONOMICITÀ
Il rispetto del principio di economicità rappresenta una
condizione fondamentale per la sopravvivenza e lo sviluppo
aziendale

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IL PRINCIPIO DI ECONOMICITÀ
IN PRESENZA DI INFLAZIONE
 Sfasamento temporale I/R

Rt1 > (It2 + it2) = (It1 + it1) K


Il coefficiente K rappresenta l’inflazione nel periodo (t2 - t1)
In regime di prezzi crescenti i realizzi devono essere confrontati con il
costo degli investimenti “futuri”, tendendo alla riattivazione del ciclo
tipico gestionale
(I realizzi devono, infatti, essere sufficienti a coprire gli
investimenti da “ricostituire”)
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EFFICACIA ED EFFICIENZA
A SERVIZIO DELL’ECONOMICITÀ
L’economicità si rafforza su due
R≥I+i
versanti:
 la crescita dei realizzi, mediante uno sforzo a soddisfare
sempre meglio i bisogni dei clienti/utenti destinatari
(efficacia  Fornire un prodotto/servizio che soddisfa i
clienti/utenti)
 l’uso oculato dei fattori produttivi impiegati, evitando
sprechi (minimizzando quindi gli investimenti) pur
preservando la qualità dei prodotti/servizi offerti
(efficienza  utilizzo razionale delle risorse)
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EFFICACIA ED EFFICIENZA
Capacità dell’azienda di soddisfare i bisogni per i quali ha
Efficacia deciso di operare (realizzare la sua missione)

risultati ottenuti/obiettivi prefissati (es. risultato sportivo


di una società professionistica rispetto l’obiettivo)

Efficienza Qualità delle coordinazioni aziendali che permette di


ottenere parità di risultati con minori quantitativi di
fattori produttivi, ovvero maggiori risultati a parità di
fattori della produzione impiegati
fattori produttivi impiegati/risultati ottenuti (es.: rapporto tra
costo dell’acquisizione delle prestazioni/risultato sportivo
ottenuto)
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EFFICACIA ED EFFICIENZA
A SERVIZIO DELL’ECONOMICITÀ

L’economicità è tanto maggiore quanto più efficace è


l’attività svolta dalle aziende nel soddisfare i bisogni e
quanto maggiore, a parità di efficacia, è l’efficienza
nell’impiego delle risorse investite

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IL PRINCIPIO DI
SOLVIBILITÀ: PREMESSA
I processi di trasformazione e commercializzazione comportano
ingenti investimenti che non possono essere recuperati nel breve
periodo al compimento di un solo ciclo gestionale.
Inoltre, il sostenimento di tali investimenti richiede, di norma,
l’indebitamento verso terzi per l’acquisizione delle risorse
occorrenti.
Ne consegue che i prestiti accesi potranno essere rimborsati via
via che le risorse ritornano in forma liquida attraverso i realizzi.

È fondamentale che la dinamica dei finanziamenti sia


compatibile con il ciclo economico (tempi di realizzo)

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IL PRINCIPIO DI SOLVIBILITÀ
Principio di governo che investe la dinamica finanziaria
sottesa al ciclo gestionale, ed è rispettato quando:

L’azienda è in grado di estinguere in ogni momento i debiti in


scadenza senza compromettere la propria economicità

 Attitudine al rimborso scaturente dalla “normale” attività


gestionale, ossia senza mutare la destinazione degli
investimenti già effettuati  Es.: non si deve vendere un
macchinario per pagare un debito di breve periodo

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IL PRINCIPIO DI SOLVIBILITÀ
La solvibilità è determinata dall’equilibrio tra le entrate e le uscite:

Finanziamenti Finanziamenti
(accensione di prestiti) (estinzione di prestiti)

E = R + ΔFpos. E >U U = I + ΔFneg. + i

Clienti Fornitori (acquisto


(Vendite) di fattori produttivi)

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ECONOMICITÀ E SOLVIBILITÀ

I principi di economicità e di solvibilità configurano le


condizioni necessarie per la sopravvivenza dell’azienda con
riferimento ai due aspetti complementari della gestione
aziendale.

Le operazioni del ciclo tipico gestionale possono, infatti, essere osservate


sotto due aspetti differenti: economico e finanziario

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RICHIAMANDO IL CICLO
TIPICO GESTIONALE…
Operazioni della gestione

effetti sul piano economico effetti sul piano finanziario (uscite o


(valore economico consumato entrate monetarie, sorgere di debiti o
e conseguito – flussi reali) di crediti – flussi finanziari)
I determinano costi I determinano uscite
R determinano ricavi R determinano entrate

Reddito Risultato finanziario


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L’ASPETTO ECONOMICO
DELLA GESTIONE
È relativo alla causa degli scambi di mercato e da origine a
variazioni economiche denominate costi e ricavi (flussi reali).
Costi e ricavi rappresentano “il valore monetario” di
flussi reali in entrata e in uscita  la moneta è l’unità di
misura
Costi Ricavi

Acquisizione dei fattori Vendita del bene/servizio


produttivi e relativo e conseguimento
consumo (es. acquisto dell’utilità (es. vendita
materie prime) prodotto finito)
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L’ASPETTO ECONOMICO
DELLA GESTIONE
Ricavi
Variazioni
economiche positive Diminuzione di costi

Costi
Variazioni
economiche negative Diminuzione di ricavi

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L’ASPETTO FINANZIARIO
DELLA GESTIONE
Attiene ai modi di regolamento degli scambi di mercato e da
origine a variazioni finanziarie della cassa e dei crediti/debiti
(flussi finanziari). Sono moneta che circola o impegni a
pagare o a ricevere denaro  moneta è oggetto dello
scambio
Cassa Crediti/Debiti

Incassi e pagamenti (es. Sorgere ed estinzione (es.


incasso fattura emessa emissione fattura
v/cliente, pagamento del v/cliente, accensione di
fornitore di materie prime) un finanziamento)
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L’ASPETTO FINANZIARIO
DELLA GESTIONE
Incassi
Variazioni
finanziarie positive Aumenti di crediti

Diminuzioni di debiti

Pagamenti

Variazioni Diminuzione di crediti


finanziarie negative
Aumento di debiti
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L’ASPETTO ECONOMICO E
FINANZIARIO DELLA GESTIONE
ASPETTO ECONOMICO

Costi
Costi REDDITO
REDDITO
REDDITO Ricavi
Ricavi

Capitale Produzione
Produzione ::
proprio Acquisto
Acquisto dei
dei trasformazione
trasformazione
fattori
fattori della materia
della materia Vendita
Vendita
Debiti produttivi
produttivi nel
nel tempo
tempo ee
nello
nello spazio
spazio

Uscite RISULTATO
RISULTATO Entrate
Uscite Entrate
FINANZIARIO
FINANZIARIO

ASPETTO FINANZIARIO
Risultato economico e finanziario spesso non coincidono
temporalmente e quantitativamente
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PROFILO TEMPORALE
Il momento relativo al sostenimento del costo può
precedere quello della corrispondente uscita monetaria
(pagamenti dilazionati) oppure …
L’uscita monetaria può precedere l’utilizzo del fattore
produttivo corrispondente (pagamenti anticipati) e, dunque,
il relativo costo (fattori a utilità ripetuta o poliennali:
impianti, macchinari, …)
Naturalmente, lo stesso vale per i ricavi e le corrispondenti
entrate.

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PROFILO QUANTITATIVO

Le operazioni che comportano l’accensione di


finanziamenti (entrate) ed il relativo rimborso (uscite) - così
come quelle inerenti la concessione di prestiti - non
presentano alcun riflesso sul piano economico, se non
quello legato agli interessi.

Aspetto economico ed aspetto finanziario sono, comunque, strettamente


connessi ed interrelati, originando significative correlazioni tra
economicità e solvibilità

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LE RELAZIONI TRA
ECONOMICITÀ E SOLVIBILITÀ
R>I+i economicità

E≥U solvibilità

E = R + incremento dei F
U = I + i + rimborso dei F

Economicità è legata prevalentemente a: gestione operativa (R - I) e


alla struttura ed onerosità dell’indebitamento (interessi).
Solvibilità è legata prevalentemente a: risultati conseguiti (R) ed alla
capacità di credito (F).
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LE RELAZIONI TRA
ECONOMICITÀ E SOLVIBILITÀ
Da quanto precede possiamo sottolineare come:
 Elevati risultati economici comportano ceteris paribus una
crescita della solvibilità aziendale
 Scarsi risultati economici possono essere compensati da una
capacità di ricorrere al credito per realizzare gli investimenti e
rimborsare le precedenti obbligazioni.
 Nel lungo periodo non è, invece, ammissibile (nè sostenibile)
una permanenza dell’azienda sul mercato senza risultati positivi
che permettano di far fronte alle scadenze dei finanziamenti,
posto che la capacità di credito non è illimitata.
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LE RELAZIONI TRA
ECONOMICITÀ E SOLVIBILITÀ
 Tempi di scadenza dei debiti/tempi di
reintegro degli investimenti
breve I III
situazione armonica deficienza di risorse
finanziarie
Scadenze dei
finanziamenti II IV
eccedenza di risorse situazione armonica
finanziarie
lungo
breve Reintegro economico lungo
degli investimenti
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LE RELAZIONI TRA
ECONOMICITÀ E SOLVIBILITÀ
 Capacità di credito/economicità della gestione
elevata I III
Capacità di credito capacità di credito
sostenuta dalla ingiustificata
Capacità di capacità di reddito
credito II IV
capacità di credito incapacità di reddito e
inadeguata sfiducia finanziatori
bassa
elevata Economicità scarsa

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LA PERMANENZA DEI
PRINCIPI DI GOVERNO
NELLE DIVERSE
FATTISPECIE AZIENDALI

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LE DIVERSE CLASSI
DI AZIENDE
Il variegato configurarsi dei bisogni umani ha determinato il sorgere di molteplici
aziende deputate a soddisfarli. FAMIGLIE
associazioni di famiglie
associazioni e Sindacati di prestatori di
lavoro

ISTITUTI VARI
religiosi
IMPRESE AZIENDE partiti Politici
associazioni di imprese di istruzione
di ricerca scientifica
di associazione sociale ed
economica non inclusi altrove
ecc.
ISTITUTI PUBBLICI
TERRITORIALI
associazioni di I.P.T.

Tutte le tipologie di aziende sono subordinate al rispetto dei «principi di


governo» nella prospettiva di un loro sviluppo. Ciò vale, in particolare, per i
principi di economicità e di solvibilità, atteso che sempre deve ricercarsi un
equilibrio nella dinamica Realizzi/Investimenti ovvero Entrate/Uscite.
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Il diverso atteggiarsi della relazione


R/I nelle aziende di produzione
La relazione in esame si presenta diversamente a seconda
del tipo di azienda considerata (tipicità delle manifestazioni):

 Aziende bancarie
 Aziende assicurative
 Aziende industriali
 Aziende a domanda stagionale
 Aziende della grande distribuzione
 Aziende ad alta tecnologia

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Il diverso atteggiarsi della relazione


R/I nelle aziende bancarie
In queste aziende i “ricavi” sono rappresentati tipicamente
dagli interessi attivi (e dalle commissioni) e i “costi” dagli
interessi passivi corrisposti per la raccolta dei capitali.
Gli adeguamenti al variare del t.u.r. puntano a lasciare
invariato o a migliorare la loro differenza.
R, 12I
R
10

Andamento tendenzialmente costante 8

(nel medio-lungo periodo)


6
I

0
t
0 20 40 60 80 100

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Il diverso atteggiarsi della relazione


R/I nelle aziende assicurative
In queste aziende i “ricavi” sono rappresentati dalla riscossione dei
premi che precedono temporalmente il sostenimento dei “costi”
conseguenti il verificarsi degli eventi dannosi e rappresentati dagli
indennizzi.
Gli effetti dinamici nei costi provocati dagli indennizzi si “scaricano”
sugli assicurati. R, I 9

8 R
7

I
Nel lungo periodo R è sistematicamente
6

superiore ad I 4

0
t
0 20 40 60 80 100

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Il diverso atteggiarsi della relazione


R/I nelle aziende industriali
Sono contraddistinte da una fase iniziale di elevati
investimenti a fronte di limitati realizzi. Questi ultimi
cresceranno via via che l’attività produttiva sarà a “regime”
fino a superare stabilmente gli investimenti.
R, I900
800
R
700

600

Dinamica I/R irregolare nel 500

400
I

tempo 300

200

100
t
0
0 1 2 3 4 5 6 7

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 57

Il diverso atteggiarsi della relazione R/I


nelle aziende a domanda stagionale
Queste aziende svolgono un’attività produttiva legata ai cicli
della natura (turismo) o della moda (abbigliamento),
concentrando (principalmente) i realizzi solo in determinati
periodi dell’anno. Al contrario, gli investimenti si
sostengono tipicamente nel periodo antecedente i realizzi.
500
R, I
450 R
400
R

La dinamica I/R è irregolare con 350

300

periodi negativi antecedente i “picchi”


250

200
R<I R>I R<I R>I
I
di attività
150

100

50
t
0
-1 1 3 5 7 9 11 13 15

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 58

29
09/10/2020

Il diverso atteggiarsi della relazione R/I


nelle aziende della grande distribuzione
Tali aziende si caratterizzano per investimenti iniziali di
entità relativamente modesta rispetto al volume dei realizzi,
nonché per notevoli dilazioni di pagamento concesse dai
fornitori. I realizzi si conseguono sin dall’avvio dell’attività.

R, 9I

La dinamica I/R è lievemente


8 R
7

negativa all’inizio, molto positiva


6

poco dopo fino a stabilizzarsi con il


4

successivo pagamento dei fornitori 1

0
0 20 40 60 80 100
t

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 59

Il diverso atteggiarsi della relazione R/I


nelle aziende ad alta tecnologia
Queste aziende sono caratterizzate da elevati investimenti
iniziali per ricerca e sviluppo che saranno recuperati dopo
periodi di tempo piuttosto lunghi con margini elevati.
R, 7I
R
6

Dinamica I/R con risultati 5

negativi nei periodi iniziali e


4

molto positivi successivamente 2


I

0
t
0 5 10 15 20 25 30

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 60

30
09/10/2020

IL SUCCESSO AZIENDALE E LA
FORMULA IMPRENDITORIALE

- Il successo aziendale e le sue dimensioni


- I valori sottesi al successo aziendale
- Lo studio della formula imprenditoriale

Libro: Parte Prima, Capitolo 5

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 61

IL SUCCESSO AZIENDALE

Il successo di un’azienda consiste nella piena realizzazione


della sua ragione d’essere e, dunque, nell’efficace
raggiungimento degli obiettivi per i quali è stata istituita e
viene governata nel tempo.

La ragione di essere risiede nella capacità di soddisfare i


“bisogni umani” ma …
 Quali “bisogni umani” devono essere soddisfatti?
 In che modo un’azienda può soddisfarli?
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 62

31
09/10/2020

TIPOLOGIE DI BISOGNI

 Bisogni legati alla funzione d’uso dei prodotti/servizi


offerti: bisogni dei clienti

 Bisogni legati alle esigenze ed alle aspettative di coloro


che partecipano, direttamente e indirettamente, alla vita
aziendale: shareholders e stakeholders.

 Bisogni legati alle esigenze di sopravvivenza e sviluppo


dello stesso «strumento aziendale»: bisogni dell’azienda

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 63

LA SODDISFAZIONE DEI
BISOGNI DEI CLIENTI
I bisogni di questo tipo determinano delle richieste da parte
di gruppi più o meno ampi di clienti e, dunque, una domanda
di mercato rivolta all’azienda.

“Segmenti” in relazione a specifici bisogni

La capacità dell’azienda di soddisfare questo tipo di bisogni


consiste nell’essere in grado di offrire prodotti e/o servizi il
più possibile rispondenti alle necessità, attese e preferenze
dei segmenti di mercato cui si rivolge.
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 64

32
09/10/2020

LA SODDISFAZIONE DEI
BISOGNI DEI CLIENTI
Ciò presuppone la capacità dell’azienda di cogliere i bisogni – attuali
e potenziali – e di individuare sistemi e modi per soddisfarli meglio
e più di quanto non facciano le aziende concorrenti.
 Prezzo più basso  Distribuzione capillare
 Qualità superiore  Innumerevoli altri elementi espressione
della creatività imprenditoriale

La capacità di competere con i concorrenti al fine di offrire


prodotti o servizi il più possibile rispondenti alle attese di
cerchie più o meno ampie di clienti è denominata competitività.
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 65

LA SODDISFAZIONE DEI
BISOGNI DEI CLIENTI
La competitività affonda le sue radici nelle competenze dei suoi
collaboratori, vale a dire nel “saper fare” di tutti coloro che
contribuiscono all’ottenimento dei prodotti/servizi offerti.
Non tutte le competenze sono rilevanti ai fini competitivi, dovendo trattarsi di un
saper fare che:

 riguardi quei fattori che acquisiscono particolare rilievo nel giudizio


del cliente sull’efficacia del prodotto/servizio (fattori critici di successo)
 sia inedito e distingua l’azienda dai concorrenti (competenze distintive)
 assicuri una superiorità “durevole” rispetto ai concorrenti, almeno
per il tempo necessario a sviluppare ulteriori competenze.
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 66

33
09/10/2020

LA SODDISFAZIONE DEI
BISOGNI DEI CLIENTI
Se la struttura dell’azienda è dotata di dette competenze
“distintive e difendibili” e se queste vertono su specifici
“fattori critici di successo”, allora è plausibile aspettarsi che
esse possano conferire ai prodotti/servizi dell’azienda dei
consistenti vantaggi competitivi rispetto ai concorrenti, tali da
far sì che cerchie più o meno ampie di clienti scelgano di
acquistarli poiché più rispondenti alle loro aspettative ed
esigenze.

Dominanza del mercato


PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 67

LA SODDISFAZIONE DEI
BISOGNI DEI CLIENTI

Quanto più un’azienda è competitiva tanto più è capace di


soddisfare i bisogni dei suoi clienti attuali e/o potenziali e,
quindi, tanto più realizza la propria ragione d’essere per cui:

La competitività rappresenta una prima


dimensione del successo aziendale.

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 68

34
09/10/2020

LA SODDISFAZIONE DEI
BISOGNI DEGLI STAKEHOLDER
Si tratta dei bisogni di coloro che collaborano a vario titolo con
l’azienda, facendo convergere in essa delle aspettative in relazione
al proprio contributo.
Proprietari del capitale:
 ricevere un’adeguata remunerazione
 mantenere ed accrescere il valore del capitale investito
 realizzare il proprio progetto imprenditoriale
 sperimentare le proprie capacità di governo e di
coordinamento
 di perpetuare la tradizione familiare
 …..
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 69

LA SODDISFAZIONE DEI
BISOGNI DEGLI STAKEHOLDER
Personale dipendente:
 ricevere la retribuzione spettante
 stabilità del posto di lavoro
 la sicurezza del luogo di lavoro
 il clima relazionale
 il grado di autonomia e la possibilità di autorealizzazione
 le prospettive di carriera

La soddisfazione di tali bisogni determina un elevato grado di coesione


fra azienda e dipendenti che si traduce, concretamente, in diligenza,
impegno e dedizione nello svolgimento delle attività.

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 70

35
09/10/2020

LA SODDISFAZIONE DEI
BISOGNI DEGLI STAKEHOLDER

Soggetti esterni:
 banche
 sindacati Richiedono determinate “ricompense” atte
 autorità amministrative a soddisfare specifici bisogni e necessità
 organi di governo
 ……

La capacità di risposta positiva a tali bisogni determina una generale


“convergenza di interessi” e, quindi, una coesione fra l’azienda e tutti
coloro che – con le risorse ed i contributi offerti – sono in grado di
metterla in condizione di essere competitiva.
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 71

LA SODDISFAZIONE DEI
BISOGNI DEGLI STAKEHOLDER
Quanto più un’azienda è in grado di prospettare ricompense
attraenti nei confronti di coloro da cui dipende la sua
competitività tanto più vi sarà convergenza di interessi e
impegno comune a realizzare le condizioni da cui questa
dipende. Quindi:

La coesione fra azienda e stakeholders


rappresenta una seconda dimensione del
successo aziendale.

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 72

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09/10/2020

LA SODDISFAZIONE DEI BISOGNI


DELLO STRUMENTO «AZIENDA»

L’ economicità della gestione rappresenta


una terza dimensione del successo aziendale.

Si pone in rapporto di causa ed effetto con le


altre due dimensioni

Relazioni Relazioni
Economicità e Competitività Economicità e Coesione
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 73

RELAZIONI TRA ECONOMICITÀ


E COMPETITIVITÀ
L’economicità della gestione è:

 causa della competitività, perché in assenza di congrui flussi


di reddito non è possibile mantenere ed accrescere la
capacità dei prodotti aziendali di soddisfare le attese dei
clienti (investimenti);

 effetto della competitività, in quanto la soddisfazione dei


clienti determina nel tempo nuovi acquisti (fidelizzazione),
generando per tale via dei flussi di reddito.

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 74

37
09/10/2020

RELAZIONI TRA
ECONOMICITÀ E COESIONE
L’economicità della gestione è:

 causa della coesione, perché solo la disponibilità di adeguati


flussi di reddito consentirà all’azienda di proporre
ricompense attraenti per i diversi interlocutori;

 effetto della coesione, poiché l’elevato grado di efficienza che


la coesione consente (migliori risorse acquisite) incide
positivamente sull’economicità gestionale.

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 75

LE TRE DIMENSIONI DEL


SUCCESSO AZIENDALE
Economicità

Sviluppo
Competitività Coesione

Le tre dimensioni si pongono in relazione


di reciproca sinergia

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 76

38
09/10/2020

LA FORMULA
IMPRENDITORIALE

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 77

LA FORMULA IMPRENDITORIALE:
LA STRUTTURA
La struttura è l’insieme di persone e mezzi che in maniera
durevole permangono in azienda  è la parte permanente
dell’azienda che è funzionale al raggiungimento dei fini
aziendali  E’ di per sé rigida poiché può essere modificata
in un lasso di tempo non breve  L’elasticità della struttura
ai cambiamenti del contesto dipende dalla singola azienda,
dal settore economico, dal territorio, dalla situazione socio-
politica di riferimento, etc.  Con l’evoluzione tecnologica
la struttura diventa sempre di più immateriale

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 78

39
09/10/2020

LA FORMULA IMPRENDITORIALE:
IL SISTEMA COMPETITIVO
L’azienda opera su due “versanti”  Uno di questi è il
“versante” competitivo. Ogni azienda opera all’interno di un
sistema competitivo

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 79

LA FORMULA IMPRENDITORIALE:
IL SISTEMA DI PRODOTTO
La struttura aziendale offre al sistema competitivo un
“sistema di prodotto/servizio”

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 80

40
09/10/2020

SUCCESSO AZIENDALE
E STRATEGIA
Per avere successo l’azienda deve individuare una o piu’ A.S.A. (area
strategica d’affari) in cui le proprie competenze distintive le
consentano di conseguire vantaggi competitivi durevoli nei
confronti dei concorrenti in modo da produrre valore aggiunto per
coloro che con essa interagiscono e deve essere in grado di soddisfare
i propri interlocutori sociali  Per fare ciò bisogna attuare una
strategia

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 81

LA STRATEGIA AZIENDALE

Può essere definita come un insieme coordinato di


azioni che tendono a realizzare la massima
compatibilità prospettica tra azienda ed ambiente
(versante competitivo e sociale)
La strategia è l’insieme dei fini fondamentali
perseguiti dall’organizzazione stessa e delle politiche
messe in essere per la realizzazione di detti fini

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 82

41
09/10/2020

LA STRATEGIA AZIENDALE

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 83

IL CICLO DI VITA DEL PRODOTTO

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 84

42
09/10/2020

LA MATRICE DI BOSTON

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 85

RELAZIONI TRA ECONOMICITÀ


E COMPETITIVITÀ

Alta Economicità Bassa


PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 86

43
09/10/2020

LA FORMULA IMPRENDITORIALE:
IL SISTEMA DEGLI ATTORI SOCIALI

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 87

RELAZIONI TRA
ECONOMICITÀ E SOCIALITÀ

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 88

44
09/10/2020

CIRCOLARITÀ DEL SUCCESSO


AZIENDALE

ORIZZONTE TEMPORALE DI LUNGO PERIODO

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 89

LA FORMULA IMPRENDITORIALE
E L’ECONOMICITÀ

L’economicità è l’effetto del successo


aziendale ottenuto sul versante
competitivo e su quello sociale

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 90

45
09/10/2020

OSSERVAZIONI CONCLUSIVE
SUL SUCCESSO AZIENDALE
 la condizione fondamentale per la sopravvivenza e lo sviluppo
aziendale è il rispetto del principio di economicità, congiuntamente a
quello di solvibilità;

 le determinanti causali dalle quali derivano tali condizioni


risiedono nei gradi di efficacia ed efficienza che qualificano il ciclo della
gestione aziendale;
 il grado di efficacia ed efficienza delle operazioni aziendali
dipende dal livello di competitività dei prodotti e dal grado di coesione e
collaborazione che contraddistingue il clima organizzativo (interno ed
esterno);
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 91

OSSERVAZIONI CONCLUSIVE
SUL SUCCESSO AZIENDALE
 il livello di competitività aziendale dipende dalla natura, dalla
qualità e dalla rilevanza delle competenze in possesso dei
collaboratori e dal livello di tensione ad applicarle alle produzioni,
ricercando delle modalità sempre migliori di servizio ai clienti;
 il livello di coesione - interno ed esterno – dipende dal grado
di attrattività delle “ricompense” che l’azienda è in grado di proporre
ai suoi interlocutori in cambio dei relativi contributi;

Le persone costituiscono il fondamentale


fattore del successo aziendale
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 92

46
09/10/2020

OSSERVAZIONI CONCLUSIVE
SUL SUCCESSO AZIENDALE

Se l’origine del successo aziendale risiede nelle persone che


prestano la propria opera in azienda e con essa collaborano,
il fine per il quale esso deve essere ricercato sta nella ricerca di
un maggiore benessere per tali persone soddisfacendone
sempre meglio i relativi bisogni.

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 93

I VALORI SOTTESI AL
SUCCESSO AZIENDALE
Inteso il “successo” come piena realizzazione della ragione
d’essere aziendale, qualificante il connubio dei risultati positivi
conseguiti nelle dimensioni della …

competitività coesione

economicità

 occorre identificare i valori che sottendono un tale


successo.
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 94

47
09/10/2020

I VALORI SOTTESI AL
SUCCESSO AZIENDALE

Partendo dall’assunto che la fondamentale funzione


dell’impresa è:
 soddisfare i bisogni umani in un contesto concorrenziale

 in maniera economica

 valorizzando le risorse disponibili e sviluppando quelle


delle persone che con essa collaborano.

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 95

I VALORI SOTTESI AL
SUCCESSO AZIENDALE
Ne consegue che i valori-cardine del successo
imprenditoriale sono connessi alle categorie del:
 servizio al cliente

 il rispetto e la valorizzazione delle persone

 l’economicità della gestione

 l’innovatività

Questi valori non devono essere perseguiti “isolatamente”


ma vanno integrati in una visione imprenditoriale unitaria.
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 96

48
09/10/2020

I VALORI SOTTESI AL
SUCCESSO AZIENDALE
Questa concezione di successo aziendale e dei valori
fondanti trae linfa vitale da una logica di innovazione
imprenditoriale.

Continua ricerca di opportunità atte a valorizzare e


sviluppare le competenze disponibili e nella continua tensione
ad accrescere il patrimonio di risorse e conoscenze idoneo a
garantire una superiore capacità di servire economicamente il
cliente.
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 97

IL “SISTEMA DI VALORI”
DELLE AZIENDE DI SUCCESSO
Economicità

“Circuiti virtuosi”
autoalimentantisi
Innovatività

Valorizzazione e
Servizio al
sviluppo delle
cliente
risorse

L’innovatività rappresenta l’elemento “motore” del successo


in un rapporto di scambio biunivoco con le tre dimensioni del
successo e i valori ad esse sottesi.
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 98

49
09/10/2020

I “CIRCUITI VIRTUOSI”
DEL SISTEMA DI VALORI
 i flussi di reddito scaturenti dalle capacità innovative
concorrono a finanziare ulteriori innovazioni;
 la tensione a sviluppare il potenziale creativo del proprio
personale è destinata ad avere un impatto positivo sulle
capacità innovative dell’azienda;
 i vantaggi concorrenziali conseguiti grazie ad un costante
impegno innovativo permettono di conoscere sempre
meglio la clientela, indirizzando così efficacemente gli sforzi
innovativi.
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 99

LE DIMENSIONI DEL
SUCCESSO AZIENDALE
Quali bisogni l’azienda deve soddisfare?

Portatori di capitale Economicità

Clienti/Utenti Competitività

Portatori di interessi Socialità

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 100

50
09/10/2020

L’ORGANIZZAZIONE
AZIENDALE
- Le strutture organizzative
- Il potere e la leadership
- Le funzioni aziendali

Libro: Parte Prima, capitolo 8

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 101

L’ORGANIZZAZIONE AZIENDALE:
ASPETTI DEFINITORI
L’organizzazione è il modo in cui gli uomini all’interno dell’azienda
decidono di lavorare per raggiungere i fini della stessa

• Divisione dei compiti


• Assegnazione dei ruoli
• Il potere e la leadership
• La comunicazione

• Struttura organizzativa  definisce i rapporti gerarchici e


non tra i soggetti che lavorano all’interno di un’azienda

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 102

51
09/10/2020

LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA
GERARCHICO-FUNZIONALE
• L’azienda viene suddivisa per funzioni (es.: acquisti,
produzione, marketing, etc.) a capo delle quali vi è un
direttore di funzione
•È una struttura in cui ogni soggetto risponde
esclusivamente al suo superiore il quale a sua volta
risponde alla direzione generale
• Vi sono poi delle funzioni di staff che sono di supporto
alle altre funzioni e che rispondono unicamente al direttore
generale

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 103

LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA
GERARCHICO-FUNZIONALE

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 104

52
09/10/2020

LA STRUTTURA
ORGANIZZATIVA DIVISIONALE
• Si tratta di un modello comunque gerarchico in cui
l’azienda viene suddivisa per divisioni o business unit dotate
di una propria autonomia (per esempio una divisione per
ognuna delle linee di prodotto o dei servizi realizzati)
• All’interno di una divisione o business unit si riproduce
una struttura gerarchico-funzionale
• La direzione generale ha il ruolo del coordinamento tra
le varie divisioni

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 105

LA STRUTTURA
ORGANIZZATIVA DIVISIONALE

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 106

53
09/10/2020

LA STRUTTURA
ORGANIZZATIVA ‘A MATRICE’
• In una struttura a matrice si lavora essenzialmente su
progetto (o per business unit)
• Per ogni progetto (o business unit) si utilizzano le
professionalità necessarie per la realizzazione del progetto
(o per il funzionamento della business unit) usufruendo delle
varie funzioni
• Struttura decisamente meno gerarchica adatta per
organizzazioni più creative

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 107

LA STRUTTURA
ORGANIZZATIVA ‘A MATRICE’

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 108

54
09/10/2020

IL POTERE
Il potere è la capacità di mettere in moto l’organizzazione
attraverso meccanismi formali e informali

Ha natura fiduciaria

Implica responsabilità

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 109

STILI DI LEADERSHIP
La leadership è l’attività volta ad influenzare le persone che si
impegnano volontariamente su obiettivi di gruppo

Informale vs. Formale

• Autoritario (centralizzatore e fortemente gerarchico)


• Cooperativo (coinvolgere nel processo decisionale)
• Democratico (collaboratori come propri pari)
• Laissez faire (assente e delegante)
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 110

55
09/10/2020

AUTORITÀ E FIDUCIA NELLA


COMUNICAZIONE AZIENDALE

All’interno di un’organizzazione la comunicazione funziona


solo se c’è un rapporto bi-direzionale caratterizzato da
autorità/autorevolezza e fiducia
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 111

LE FUNZIONI AZIENDALI

• Pianificazione strategica
• Marketing
• Produzione e logistica
• Ricerca e sviluppo
• Finanza
• Organizzazione e gestione del personale
• Amministrazione e controllo di gestione

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 112

56
09/10/2020

LE FUNZIONI AZIENDALI
• Pianificazione strategica: formula gli obiettivi di lungo
termine dell’azienda , le scelte strategiche necessarie per
raggiungere gli obiettivi e i piani di azione per tradurre in
pratiche gli intenti strategici
• Marketing: formula specifiche strategie per identificare e
soddisfare i bisogni dei clienti  Marketing Mix  4 P 
Product, Price, Place, Promotion
• Produzione e logistica: gestisce i processi riguardanti la
produzione del prodotto (o la realizzazione del servizio),
predispone la necessaria capacità produttiva e gestisce i flussi
fisici aziendali (logistica in entrata e in uscita)

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 113

LE FUNZIONI AZIENDALI
• Ricerca e sviluppo: riguarda studi, analisi, elaborazioni
finalizzate ad accrescere le conoscenze all’interno dell’azienda
(ricerca) e identificazione di idee innovative per sviluppare nuovi
prodotti o nuovi processi produttivi (sviluppo)
• Finanza: gestisce il fattore “capitale” con riferimento sia
all’acquisizione (fonti) che all’impiego (impieghi)
• Organizzazione del personale: gestione del personale 
divisione dei compiti, assegnazione dei ruoli, progettazione ed
implementazione della struttura organizzativa
• Amministrazione e controllo di gestione: rilevazione delle
operazioni amministrative (contabilità generale) e produzione di
informazioni per la gestione aziendale (controllo di gestione)

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 114

57
09/10/2020

SOGGETTO ECONOMICO
E SOGGETTO GIURIDICO

- Soggetto economico e soggetto giuridico


- Società di persone e di capitali
- Gruppi aziendali

Libro: Parte Prima, capitolo 8 e capitolo 9 (escluso 9.5)

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 115

IL SOGGETTO ECONOMICO

• Persona (o gruppo di persone) che:


- ha ed esercita il supremo “potere volitivo” (massimo potere
decisionale)
- orienta le direttrici evolutive e di cambiamento dell’unità
aziendale
- apporta all’azienda i mezzi finanziari a titolo personale (con
vincolo di patrimonio)
- che costituisce il soggetto proprietario dell’azienda
- che beneficia dei risultati economici positivi e subisce quelli
negativi che derivano dall’esercizio dell’attività aziendale
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 116 116

58
09/10/2020

IL SOGGETTO ECONOMICO

LA MASSIMA FUNZIONE
assume
SOGGETTO ECONOMICO VOLITIVA
apporta ad esso si
all’unità
imputano
aziendale

LE RISORSE FINANZIARIE beneficia o


A TITOLO PERMANENTE I RISULTATI ECONOMICI
subisce
(Mezzi Propri)

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 117 117

IL SOGGETTO GIURIDICO
(O TITOLARE DELL’AZIENDA)
• Persona
- nel cui nome viene esercitata l’attività economica specifica
- cui vengono riferiti i diritti e gli obblighi che derivano dagli
atti di gestione compiuti
• Qualsiasi “ente” che l’ordinamento “riconosce” come soggetto
di diritto:
- persona fisica (azienda “individuale”)
- persona giuridica (azienda “collettiva” o “societaria”)

• La validità degli atti compiuti discende dal riconoscimento


dell’ordinamento giuridico
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 118 118

59
09/10/2020

SOCIETÀ DI PERSONE
E SOCIETÀ DI CAPITALI
• Le società di persone
• I soci sono responsabili con tutto il loro patrimonio
• Le società di capitali
• hanno una propria personalità giuridica che gli consente
di assumere obbligazioni e avere propri diritti
• Le società di capitali garantiscono che il rischio
imprenditoriale è al massimo pari al capitale sociale
ovvero i soci rischiano soltanto il capitale versato per cui
• Il patrimonio dei soci rimane distinto da quello della
società
PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 119

IL SOGGETTO GIURIDICO
(O TITOLARE DELL’AZIENDA)

• L’esistenza dell’ente è assicurata quando si verificano le


seguenti considerazioni:
- persegue un fine lecito
- dispone di una fonte erogatrice di risorse da destinare al
raggiungimento di quel fine
- è riconosciuta l’esistenza tramite specifici atti compiuti da
organi a ciò delegati dallo Stato

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 120 120

60
09/10/2020

IL SOGGETTO GIURIDICO:
PUBBLICO E PRIVATO
I L S O G G E T T O G IU R ID IC O ( E N T E )

tr a m i te

L ’ A Z IE N D A

in t e n d e r a g g iu n g e r e
il f in e d e l

S O D D IS F A C IM E N T O D E I B IS O G N I U M A N I

ch e p o sson o
a s s u m e re la
d im e n s io n e d i

IN T E R E S S E G E N E R A L E IN T E R E S S E P A R T IC O L A R E

p er cu i p er cu i

l’ e n te è P U B B L IC O l’e n te è P R IV A T O
e d a ltre t ta n to l’a z ie n d a e d a ltre tta n to l’a z i e n d a

e d o p e r a n o n e ll’ a m b ito e d o p e ra n o n e ll’ a m b ito


d e l d ir itto p u b b lic o d e l d i ritt o p ri v a to

PROF. FABIO LA ROSA - ORDINARIO DI ECONOMIA AZIENDALE 121 121

DIFFERENZA TRA SOGGETTO


ECONOMICO E SOGGETTO
GIURIDICO
• Soggetto economico e giuridico non sempre coincidono
• Presenza di un socio occulto: se la società è costituita da
un “prestanome” (soggetto giuridico) cioè una persona che si
assume diritti ed obblighi senza essere il reale soggetto che
decide e trae i benefici dell’azione aziendale siamo in
presenza di un socio occulto che è il reale soggetto
economico
• I gruppi aziendali

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09/10/2020

I GRUPPI AZIENDALI

• Per migliorare l’efficienza e l’efficacia aziendale le varie aziende


possono collaborare tra loro in varie modalità più o meno
informali tra cui una delle più importanti è il gruppo aziendale
• Gruppo aziendale
a) esistenza di più aziende giuridicamente distinte;
b) le aziende componenti il gruppo sono società;
c) la società capogruppo detiene il “controllo” del gruppo
tramite il possesso di quote di partecipazione nel capitale
sociale delle altre aziende;
• La capogruppo è il soggetto economico mentre le varie aziende che
costituiscono il gruppo sono il soggetto giuridico
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Lezione 1
I GRUPPI AZIENDALI

Gruppo semplice:

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Lezione 1
I GRUPPI AZIENDALI

Gruppi composti:
A A A
60% 80%
80% 90 % 60%

B B D 30% B
C
80% 20% 20 % 60% 20%

C E C

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