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ARMARE (FORNIRE ARMI E MEZZI MILITARI) ALL’UCRAINA SI O NO?

ARGOMENTAZIONI DEL NO

Riteniamo quanto mai inopportuna l’implicazione dell’Italia in questa guerra tra Ucraina e
Russia perché è una guerra che non ci appartiene da nessun punto di vista e l’invio di armi
all’Ucraina significa chiaramente schierarsi al fianco di tale paese e conseguentemente
attirare le ire della Russia che quel paese sta attaccando. Anzi, a onor del vero la nostra
nazione intrattiene rapporti di diplomatici e commerciali più con la Russia che con
l’Ucraina.

Per entrare più nello specifico riflettiamo sulle seguenti considerazioni che appaiono
veramente chiare

1) NON E’ LA NOSTRA GUERRA

L’Ucraina non è un paese membro dell’Unione Europea, Unione che lega i popoli attraverso
rapporti commerciali, civili e militari, nonchè per la difesa dei confini. L’appartenenza
all’Unione impone anche linee comuni sul piano diplomatico ma, non essendo l’Ucraina
all’interno di tale comunità, nulla ci impone di scendere al fianco di questa nazione.
Dunque la guerra in corso è una guerra che non ci riguarda direttamente ! Prendere posizione
a favore dell’Ucraina significa sbilanciare la politica estera dichiaratamente contro la Russia,
ma la Russia è un paese con il quale l’Italia ha da anni ormai ottimi rapporti politici e
commerciali.
Perché dobbiamo incrinare i rapporti diplomatici con una nazione amica per una guerra di
confini e di identità che non ci riguarda?

2) ART 11 DELLA NOSTRA COSTITUZIONE

Se guardiamo alla nostra legislazione interna ritroviamo all’articolo 11 della nostra


Costituzione un articolo del seguente esatto tenore:
<<L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come
mezzo di risoluzione delle controversie internazionali…. >>
Dunque la nostra costituzione ci impone di ripudiare la guerra come strumento di offesa e
come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.
Appare chiaro che per dettato costituzionale non possiamo schierarci dichiaratamente a favore
di un popolo contro un altro popolo per far si che si risolvano delle guerre tra popoli.
Stando allora alla nostra principale fonte di legge non possiamo armare o concorrere ad
armare un paese contro un altro per risolvere tali tipi di contese internazionali. Nessun invio
di armi dovrà più essere deciso dal nostro Governo.

3) L’AMERICA STA DECIDENDO ANCHE PER L’EUROPA


Riflettendo più accuratamente sulle ragioni della corsa alle armi all’Ucraina non possiamo
non considerare che l’Italia fa parte dei paesi di area Nato e dunque a partire dalla fine della
seconda guerra mondiale è notoriamente filo americana: questo significa che sul nostro
territorio ci sono basi militari americane e che in politica estera come in quella economica
l’Italia si orienta sempre come l’America .
L’Ucraina non è un paese firmatario del patto atlantico (NATO) infatti sul suo territorio non
vi sono basi militari NATO.

Se osserviamo la politica estera americana degli ultimi trenta anni, specie dalla caduta del
muro di Berlino possiamo notare che da anni l’America tenta di spostare il confine Nato più
verso l’Asia al fine di tenere a bada le potenze asiatiche, prima fra tutte la Cina ma anche la
Russia con la quale fino a un trentennio fa aveva in atto una guerra fredda.

Appare chiaro che il coinvolgimento nel conflitto avvantaggerebbe di più l’America che
conquisterebbe terreno verso l’Asia; è proprio per questo che la Russia tenta di aggregare
ulteriore territorio e tenere a debita distanza l’occidente e i paesi filoamericani.
L’America non può trascinarci in un conflitto che si rischia mondiale solo per non perdere la
propria leadership; essere filoamericano non può significare spersonalizzarsi e seguire
l’America nelle prorpie mire espansionistiche.

ARGOMENTAZIONE DEL SI

Riteniamo quanto mai opportuno l’invio di armi all’Ucraina perché appare indispensabile
per la difesa della libertà di questo popolo ingiustamente aggredito.

Per entrare più nello specifico riflettiamo sulle seguenti considerazioni che appaiono
veramente chiare

1) NO ALL’INDIFFERENZA

Violenze, devastazioni, morte… Non si può restare equidistanti.


Chi pensa che bisogna disarmare (non inviare armi ) gli aggrediti (ucraini), è perché non
vuole rinunciare ai propri privilegi. La guerra infatti sta portando degli enormi strascichi in
campo economico: ed infatti stiamo assistendo a un aumento dell’inflazione, a un raddoppio
dei dell’energia … Tutto ciò non sarebbe successo se la guerra fosse stata lampo e fosse
subito finita a favore della Russia.
Ma l’Ucraina è una nazione giovane, nata dalle ceneri dell’ex URSS e non può certo
competere con la Russia, nazione ricca e solida.
Senza aiuti esteri non vi sarebbe stata partita, la Russia (come aveva giustamente immaginato)
avrebbe vinto in una settimana.
Aiutarla a resistere significa aiutare l’Ucraina a difendere la libertà di essere nazione, di
difendere i propri confini. Significa non consentire alla Russia di intraprendere una nuova
guerra imperialista che riporterebbe la storia indietro di secoli. Il disegno di Puntin è quello di
riportare indietro nel tempo la Russia ai fasti dell’impero zarista, quando tutti i paesi dell’area
erano sotto la guida della grande madre russa. Ma la storia è andata avanti, alcuni popoli
hanno deciso di “occidentalizzarsi” e intraprendere la strada delle libertà, della democrazia…
Non si posso rimettere indietro le lancette dell’orologio della storia perché nel frattempo le
radici della democrazia sono fiorite nelle menti di questi nuovi popoli

2) ART 11 DELLA NOSTRA COSTITUZIONE

Se guardiamo alla nostra legislazione interna ritroviamo all’articolo 11 della nostra


Costituzione un articolo del seguente esatto tenore:
<<L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come
mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli
altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la
giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale
scopo.>>
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare da una lettura parziale e superficiale di tale
articolo, la Costituzione consente di intervenire anche militarmente per assicurare la pace e la
giustizia fra le nazioni. Ed è proprio in ossequio a tale dettato costituzionale che il Governo ha
potuto decidere l’invio di armi e armamenti in Ucraina e di quindi di schiararsi palesemente al
fianco degli oppressi contro l’oppressione Russa e contro il disegno criminoso di Putin.
Appare chiaro che per dettato costituzionale possiamo schierarci dichiaratamente a favore di
un popolo per far si che si risolvano delle guerre tra popoli.
Stando allora alla nostra principale fonte di legge possiamo armare o concorrere ad armare un
paese contro un altro per risolvere tali tipi di contese internazionali.

2) L’UCRAINA E L’UNIONE EUROPEA

Il governo ucraino ha chiesto di entrare nell’Unione Europea.


Zelensky, nel primo giorno dei negoziati con la Russia, ha firmato la richiesta di adesione del
Paese all’Unione Europea, Dunque un potenziamento dell’Ue, in ottica anti-Mosca.
Tale ipotesi non era vista di buon occhi da tutti i paesi dell’Unione, ma la guerra di Putin ha
cambiato radicalmente le posizioni di alcuni paesi filorussi, tra cui l’Italia. Tale ipotesi -che
sul campo si sta già configurando perché aiutare l’Ucraina equivale a considerarla al pari di
uno dei paesi membri- significa soprattutto un allargamento dei confini dell’Unione verso
l’Assia e ciò consentirebbe di rafforzare le posizioni verso il fronte caldo del confine con la
Russia e anche di provare a frenare l’escalation di Russia e Cina come grandi potenze in
concorrenza con l’America. Ciò perché l’Italia è un paese Nato e dunque un paese
filoamericano.
Armare l’Ucraina significa tifare per l’Unione Europea e per una sempre maggiore egemonia
occidentale contro quella russa e quella cinese.

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