Sei sulla pagina 1di 2

Carissim***********,

ti spedisco qualche considerazione sparsa sul caso russo.


1.Anzitutto esiste una specifica tradizione russa autocratica, cioè dispotica e
intrinsecamente imperialista. Ricordo un libro che lessi 30 anni fa, che mi era stato dato da
Pellicani (e che credo non sia mai stato tradotto in italiano: il nostro provincialismo),  The
Russian Tradition di Tibor Szamuely: diceva le cose fondamentali (un editore sveglio che
lo pubblicasse farebbe opera utile e forse un affare). Nell'Ottocento la Russia ha
cominciato lentamente a riformarsi dopo la sconfitta nella guerra di Crimea, prima, e col
Giappone, poi. La cosa buffa è che TUTTI i movimenti rivoluzionari dell'Ottocento erano
contrari all'autocrazia (non se se ti ho mai detto che, per mio divertimento, avevo
tradotto l'introduzione storica
alla Istorija obscestvennogo mysla v Rossij, cioè la Storia del pensiero sociale russo, di
Plechanov: il tema ricorrente era il dispotismo autocratico russo e gli sforzi per liberarsene.
La traduzione poi è rimasta in un cassetto e credo di non averla mai proposta ad alcuno:
questo è uno dei miei limiti). Per cui, è un'amara ironia della storia che la seconda
rivoluzione russa del '17, quella comunista, abbia portato non solo un ripristino, ma una
feroce accentuazione dell'autocrazia.
2. L'occasione perduta negli anni '90: l'Occidente (gli Usa) non hanno creduto a Gorbacev,
invece sì a quel cialtrone di Eltsyn, hanno inviato consulenti (anche corrotti) sostenitori
delle teorie della scuola di Chicago, libero mercato libero mercato, e il risultato è stato
insieme uno spaventoso peggioramento delle condizioni di vita e la nascita della cricca
degli oligarchi, da cui poi Putin è l'espressione: Putin che rappresenta sempre più la
sintesi del peggio della tradizione russa (autocrazia, imperialismo e clericalismo
neozarista)
3. Altro errore dell'Occidente comunque è stato di non aver seguito con attenzione gli
accordi di Minsk, promossi da quella intelligente e abile politica che era la Merkel: accordi
che prendevano atto del fatto che effettivamente il Donbass era bilingue e biculturale,
russo e ucraino. (In Ucraina intanto stavano prendendo piede forme di bieco nazionalismo
che non era solo anti-imperialista russo, ma proprio contro la cultura russa - che è uno dei
grandi doni che la Russia ha fatto all'Europa, anzitutto, e al mondo, poi). Capisco che
l'Ucraina è un paese aggredito, ma sono sdegnato che non sappia fare questa elementare
differenza - tra cultura russa e potere russo. Insomma, vorrei una leadership ucraina in
grado di distinguere: Putin non è Tolstoj, Dostoevskij, Cechov, Caikovskij ecc. FACCIAMO
UN ERRORE CLAMOROSO,  GRAVISSIMO A CONCEDERE A PUTIN LA GRANDE
CULTURA RUSSA! ALTRO E' IL POTERE RUSSO, ALTRO L'INTELLIGENTSIJA
RUSSA.
4. Oggi siamo alla guerra e naturalmente la responsabilità è di Putin e della sua cricca.
Che fare? Shto delat'?I
Capisco che 'a bandito, bandito e mezzoì (Pertini). Capisco la logica della resistenza 
militare. Eppure ... che la guerra, ogni guerra, sia intrinsecamente un orrore, questo lo
sento profondamente - come dice il papa (e Capitini e Gandhi). E la guerra in condizioni di
armamento nucleare è pura follia - quel matto di Medvedev comincia a blaterare di una
futura guerra mondiale pur di difendere la Crimea (che, bada bene, è culturalmente,
linguisticamente, storicamente russa da tre secoli - per cui l'Ucraina che rivuola la Crimea
è ridicola E INSIEME PERICOLOSA). Insomma, giungerei anche, con profonda pena, ad
accettare l'invio di armi all'Ucraina -purché accompagnato da un dichiarato, efficace, lungo
tentativo di mediazione - che adesso mi pare svolga meglio la Turchia del despota
Erdogan di noi europei. Soprattutto mi fanno indignare le posizioni di una parte della Nato
(Stoltenberg ecc.) che parlano a) di una guerra di lunga durata b) con l'obiettivo di regime
change in Russia. Questi giocano col fuoco -esattamente, mi pare, come il criminale Putin
(che, per altro,probabilmente non si aspettava una reazione così decisa dagli ucraini e
degli Stati occidentali). Forse la sua guerra contro l'Ucraina è anche la guerra contro la
democrazia, per quanto corrotta e imperfetta: è la guerra in difesa di Lukashenko  ecc.
ecc. L'autocrazia russa non sopporta la democrazia occidentale.  E' vero. E allora?
Cerchiamo di difendere l'Ucraina e insieme invitiamo l'Ucraina ad avere un atteggiamento
di apertura alla trattativa. La Francia del 1870 dovette cedere l'Alsazia e la Lorena, e poi le
riconquistò. Una moderata sconfitta temporanea è meglio di una guerra  catastrofica per
tutti. L'Ucraina non deve essere schiacciata ma neanche deve pensare di (stra)vincere.
Diplomazia, cautela, accordi ... E' questa una forma di viltà, un sostenere il despota 
Putin? Credo proprio di no. Che non esista guerra giusta è una grande conquista della
recente dottrina cattolica. La guerra è sempre ingiusta. Forse talora è inevitabile - ma
almeno cerchiamo di ridurla al minimo, se non abbiamo la forza (come ora non abbiamo)
di abolirla. 
Ciao e scusa lo sproloquio.
W.

Potrebbero piacerti anche